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Progetto FSE, ob. 2 – 2007-2013 – Asse IV, ob. Spec, H “Interventi di rafforzamento nelle competenze didattiche degli insegnanti
in materia di lingue straniere” (Codice: 2010_CFCAPI.01)
PERCORSO DI FORMAZIONE PER L'APPRENDIMENTO DELLE MODALITÀ DI INSEGNAMENTO
DELL'ITALIANO L2
Attività in situazione: elaborazione e sperimentazione di un percorso didattico
strutturato secondo l’approccio per task
18 febbraio 2011 – 18 giugno 2011
Supervisore scientifico: Elena Nuzzo Tutor: Maria Arici Corsisti: Pierluigi Antignano e Biancamaria Segalla Sede: I.C. Trento 6
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INTRODUZIONE (di Biancamaria Segalla)
LA DIDATTICA PER TASK
Io insegno italiano come lingua madre e come L2 nelle scuole secondarie di primo grado.
Disciplina questa tanto vasta e complessa quanto primaria nell’educazione dei ragazzi.
Cosa significa per me insegnare educazione linguistica a scuola? Significa principalmente
insegnare ai ragazzi ad usare la lingua per esprimere concetti, pensieri, per relazionarsi
con il mondo esterno e riuscire a decifrarlo, a dargli un senso.
Dal mio punto di osservazione quale insegnante, ho potuto rilevare la grande difficoltà
degli studenti nello scrivere ma anche nel parlare in maniera chiara e corretta. A
prescindere dall’argomento e dalle capacità del singolo alunno, più o meno la quasi totalità
degli studenti (anche quelli più dotati) scrive temi d’italiano dal contenuto stringato, con
una sintassi carente di linearità, organicità, coesione e con un lessico povero e ripetitivo.
Anche l’esposizione orale risulta deficitaria, i ragazzi non riescono ad esprimere con
chiarezza concetti, pensieri e nozioni.
Le competenze nello scritto e nell’orale spesso non risultano migliorate neppure alla fine
del percorso scolastico nella secondaria di primo e secondo grado.
Sorge dunque spontanea la domanda: in cosa sbagliamo noi insegnanti di educazione
linguistica? Probabilmente le semplice riflessione linguistica (ossia l’analisi della lingua,
l’esplicitazione della struttura di una lingua, dei suoi fondamenti lessicali e sintattici) è di
per sé insufficiente (nelle procedure più che negli obiettivi) ad invogliare gli alunni ad una
conoscenza corretta degli strumenti comunicativi proposti.
Si potrebbe pertanto partire dal recuperare proprio quello che è lo scopo principale del
linguaggio, “trasmettere messaggi, veicolare significati indipendentemente dal grado di
accuratezza formale con cui si usa.” Ciascun ragazzo, che sia parlante italiano come L1 o
di madre lingua non italiana in fase di apprendimento, è immerso in questa lingua, ne
capisce gli usi in diversi contesti, sente il bisogno di cercare e trovare le parole giuste per
esprimere i propri stati d’animo, le proprie emozioni e necessità. I ragazzi di madre lingua
non italiana che nella vita quotidiana devono usare la lingua L2 per farsi capire, hanno
così l’opportunità di usare e sperimentare la lingua obiettivo, sono in grado di cogliere le
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espressioni di cui hanno bisogno, sentono la necessità di poter comunicare in italiano per
risolvere problemi concreti.
Queste sono le condizioni di partenza che motivano e invogliano un ragazzo di madre
lingua non italiana ad imparare l’italiano, e parimenti motivano un ragazzo italiano a
ricercare un uso sempre più esperto del proprio strumento linguistico.
Cosa si può fare per ricreare in classe queste condizioni che facilitano l’apprendimento
della L2 in contesti naturali e che stimolano un ragazzo italiano a migliorare la propria
esposizione orale e scritta?
Una possibile soluzione consiste nell’utilizzare attività che abbiano come obiettivo
principale la trasmissione di significati. Ed è proprio questa l’idea di fondo della cosiddetta
didattica per task, dall’inglese Task Based Language Teaching. Per Task s’intende
un’attività in cui la lingua da imparare è usata dall’apprendente per raggiungere obiettivi
extra-linguistici, che possono essere molto vari: dai più banali (come quello di compilare
una classifica o descrivere un’immagine) ai più complessi (come ricostruire la trama di un
film a partire dai racconti parziali dei compagni o convincere un uditorio della bontà del
proprio pensiero attorno ad una problematica argomentando in maniera coerente e
chiara).
Diversi studiosi hanno dato una loro definizione di cosa s’intende per task.
Ne riportiamo alcune:
- “Un task è un’attività intrapresa da una persona per raggiungere un determinato
obiettivo” (Carroll, 1993);
- “Un’attività di classe in cui lo studente deve comprendere, manipolare, produrre e
interagire nella lingua target, mentre l’attenzione è rivolta principalmente al significato,
piuttosto che alla forma.” (Nunan, 1989);
- “Un’attività che richiede all’individuo di usare la lingua per raggiungere un determinato
scopo in una specifica situazione.” (Bachman & Palmer, 1996);
- “I task sono sempre un’attività in cui la lingua target è usata dall’apprendente per scopi
comunicativi così da ottenere un certo risultato.” (Willis, 1996).
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La didattica per task dunque parte dalle conoscenze già in possesso degli alunni, li stimola
ad attivarle e ad usarle portando a compimento un compito-obiettivo per poi portarli a
riflettere e ragionare sul risultato.
E’ soprattutto nella metodologia del lavoro in classe che emergono le maggiori differenze
tra le due impostazioni didattiche: quella tradizionale e quella per task.
Nella didattica tradizionale il docente ha un ruolo centrale: presenta l’argomento; guida
l’alunno nell’individuazione degli elementi costitutivi del testo; propone esercitazioni scritte
sull’argomento affrontato in classe; assegna il compito a casa consistente nella
riproduzione (a volte meccanica) delle strutture linguistico-sintattiche presentate; richiede
la produzione di un testo analogo come verifica finale.
In tutta questa fase lo studente è in una situazione di ascolto passivo, di applicazione
meccanica delle indicazioni dell’insegnante e questo porta facilmente alla distrazione e ad
una demotivazione da parte degli alunni con maggiori difficoltà. L’insegnamento concepito
in questo modo è unidirezionale: dall’insegnante all’alunno.
Nella didattica per task, l’attività didattica si svolge in tre momenti ben precisi: il pre-task,
l’attività di task vera e propria e il focus linguistico finale. Il ruolo dello studente è più attivo
ed inoltre è sempre ben scandito il ruolo dell’insegnante rispetto a quello che fa lo
studente, come si vede nello schema che segue:
1) Nella fase di PRE-TASK, l’insegnante è soprattutto un attivatore di pre-conoscenze e
richiede pertanto agli studenti di mettersi in gioco fin dall’inizio. L’insegnante svolgerà una
o più attività utili e rilevanti per preparare gli studenti al task: ad esempio, proporrà degli
esercizi lessicali o l’ascolto di una registrazione di un’analoga attività di task. A seconda
del tipo di task da svolgere e del tempo a disposizione, questa fase può durare pochi
minuti come qualche lezione.
2) Nella fase di TASK vero e proprio il protagonista è l’allievo che lavora a coppia o in
gruppo, ed è proprio questa fase che facilita il coinvolgimento della classe sul compito
proposto e l’abbassamento del filtro affettivo, permettendo anche agli alunni più in difficoltà
di esprimersi e di portare a svolgimento il compito. Precisiamo che in tutti e tre questi
momenti non ci sono momenti di valutazione da parte dell’insegnante e quindi gli studenti
si sentono più liberi di praticare ed esercitare la loro lingua senza sentirsi sottoposti a
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giudizio. Gli studenti produrranno un testo orale o scritto, attivando tutte le loro
conoscenze e capacità pregresse.
In questa fase l’insegnante è soprattutto un organizzatore e un osservatore delle necessità
linguistiche dei ragazzi. L’insegnante dovrà limitare il proprio intervento supervisionando i
lavori nei gruppi e aiutando gli studenti, qualora abbiano dubbi, sulla formulazione di una
frase o su una regola grammaticale. E’importante annotare tutti i dubbi e le incertezze
emerse durante il task, per rivederli in seguito nella fase di focus linguistico, se sono
attinenti al discorso dell’argomentazione e agli obiettivi previsti, oppure per farne oggetto
di successivi task, qualora esulino da quest’ambito. Gli studenti dovrebbero comunque
essere incentivati al raggiungimento di una sempre maggior autonomia anche nel risolvere
i propri dubbi attraverso l’uso del dizionario, del testo di grammatica o di fonti specifiche
(proponendo in pratica un ritorno, anche se funzionale, a strumenti e metodologie
tradizionali) .
3) Nella fase di FOCUS LINGUISTICO l’insegnante rientra nel ruolo di sistematizzatore di
conoscenze e competenze. Tale momento è guidato dall’insegnante ed è il momento
esplicitamente dedicato all’istruzione formale. L’insegnante selezionerà gli elementi
linguistici funzionali al task, evidenziando le carenze o gli errori nella produzione degli
studenti e proponendo un confronto con strutture linguistiche più funzionali e più
appropriate prodotte in un analogo task da parlanti più esperti (il cosiddetto buon modello).
L’attività di focus linguistico si articola in due momenti: un’attività di analisi e un’attività di
pratica.
- Nell’attività di analisi, gli studenti sono guidati ad analizzare le strutture linguistiche
funzionali, così come sono state da loro prodotte, confrontandole con il buon modello
fornito dall’insegnante.
- Nell’attività di pratica, l’insegnante propone degli esercizi mirati, costruiti ad hoc, che
permettano loro di esercitarsi sulle strutture analizzate in precedenza.
Nel focus gli studenti sono incoraggiati a puntare l’attenzione sulle forme linguistiche dopo
che hanno già lavorato sul significato.
Da non dimenticare poi che la fase di focus è individualizzabile e quindi ogni studente può
più facilmente lavorare su ciò che gli serve e su ciò che è pronto ad imparare.
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Anche nel momento fondamentale della valutazione emergono differenze significative.
Nella didattica tradizionale la valutazione di un testo scritto è basata sulla correzione
globale del testo prodotto dall’alunno, sul quale l’insegnante evidenzia gli errori e spesso
propone i possibili miglioramenti. Lo studente si limita a correggere in maniera meccanica
gli errori segnalati. Un elemento che spesso offusca i miglioramenti rispetto al livello di
partenza è il fatto che l’insegnante corregge tutti gli aspetti linguistici e di contenuto senza
focalizzarsi sugli elementi caratterizzanti l’argomentazione. La possibilità di auto-
correzione e di auto-valutazione da parte degli studenti è limitata in quanto non hanno
raggiunto la consapevolezza necessaria per potersi auto-valutare su delle macro-
competenze.
Nella didattica per task invece lo studente ha un ruolo centrale e attivo anche nella
correzione e valutazione in quanto gli viene chiesto di auto correggersi e di auto valutarsi.
L’insegnante non corregge gli esercizi di ciascun alunno, ma si limita a fornire, agli alunni
che hanno terminato l’esercizio, le soluzioni rendendo così più attivo il momento
dell’attività di correzione, che diventa auto-correzione, favorendo di conseguenza negli
alunni la consapevolezza dei loro errori. Questo permette inoltre al docente di seguire ogni
alunno secondo i propri ritmi e necessità, aspetto questo fondamentale in una classe con
abilità differenziate.
La fase di valutazione da parte del docente e di autovalutazione da parte degli alunni non
avverrà al termine del primo task, ma alla fine dello svolgimento di un task successivo: il
docente valuterà gli alunni non in base alla loro capacità di riprodurre correttamente tutte
le strutture linguistiche precedentemente insegnate (non solo quindi quelle argomentative)
ma alla capacità degli studenti di portare a termine il task con maggiore competenza ed
efficacia rispetto al livello di partenza. La valutazione risulta quindi più efficace sia per
l’insegnante che per lo studente: per l’insegnante, in quanto, se il compito era scrivere una
cronaca, la sua valutazione si focalizzerà solo su alcune strutture tipiche di tale genere
rendendosi così conto se lo studente le ha interiorizzate ed è in grado di usarle; per lo
studente che, al termine del lavoro, sarà in grado di auto-valutarsi, individuando se nel
proprio testo, scritto o orale, ha raggiunto o meno le abilità di base proposte inizialmente
migliorando così il suo livello di partenza.
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Durante gli ultimi due anni scolastici ho avuto modo di utilizzare la didattica per task,
potendo così riscontrare di persona l’utilità di tale metodo. Nell’anno scolastico 2010/2011
ho lavorato con la classe, assieme ad alcuni colleghi che hanno lavorato con me, sul
genere testuale “cronaca”, seguendo l’approccio per task. Di seguito presentiamo il lavoro
svolto in una classe seconda e in una classe terza della scuola secondaria di primo grado.
PRESENTAZIONE DELLE ATTIVITA’
TASK SULLA CRONACA
Destinatari
Classe 2 B Scuola secondaria di primo grado A. Manzoni
Livello linguistico
- alunni con competenze linguistiche B1/B2
Obiettivi disciplinari
- conoscere e il genere testuale cronaca
Obiettivi comunicativi
- saper raccontare seguendo un ordine e una coerenza interna utilizzando le 5 W
Obiettivi linguistici
- saper collegare le frasi con i principali connettivi temporali e causali.
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DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’
Prima del task
• L’insegnante introduce l’argomento e descrive l’attività che verrà svolta in classe.
• Successivamente si farà un brainstorming sul bullismo per attivare competenze lessicali, idee, sentimenti.
• In seguito l’insegnante introduce il task “Un altro episodio di bullismo a scuola”. Verrà proiettato uno spezzone tratto dal film “Un sogno per domani”, dove il protagonista è vittima di un episodio di bullismo.
• La classe viene divisa in 5 gruppi da 4 alunni ciascuno. Due alunni saranno i testimoni, due alunni saranno i giornalisti. I testimoni guarderanno il video e poi risponderanno alle domande dei giornalisti. Mentre i testimoni guardano il video, i giornalisti, con l’aiuto dell’insegnante, prepareranno l’intervista da fare ai testimoni, per poi poter scrivere una cronaca.
Task
• Attività 1 Nel gruppo giornalisti e testimoni realizzano e registrano l’intervista. Poi la
trascrivono.
• Attività 2 A coppie, i giornalisti di ciascun gruppo preparano una cronaca scritta, i testimoni
scrivono una lettera alla dirigente scolastica in cui raccontano e commentano l’accaduto.
• Attività 3 I giornalisti leggono la propria cronaca alla classe. Si confrontano tra di loro le
cronache facendo notare eventuali carenze e mancanze. Si ragiona insieme sulla funzione e le caratteristiche della cronaca, sull’importanza del saper raccontare ed esporre fatti e informazioni in maniera completa, chiara e coerente.
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Focus linguistico
I OBIETTIVO: saper raccontare seguendo un ordine e una coerenza interna.
Focus 1. Analisi1: Individua le cinque “W” nel testo della seguente cronaca e inseriscile nella griglia. (Cfr. DOCUMENTO 1)
BOTTEEMISTERIINCORRIDOIO
Scuola secondaria di I grado di Tione – lunedì nero per un nostro compagno di scuola che, certo, ha iniziato molto male questa settimana. Lunedì 11 ottobre si è verificato anche nella nostra scuola un episodio di bullismo proprio come quelli di cui sentiamo parlare in televisione o di cui leggiamo in internet. Come ci racconta un testimone oculare dell’accaduto ( che abbiamo preferito mantenere anonimo), L.B. - queste le iniziali del protagonista della triste vicenda – era uscito poco prima della ricreazione per prendere qualcosa alla macchinetta del II piano quando è stato improvvisamente aggredito da tre ragazzi. L.B. è stato spinto a terra e preso a calci senza che ci fosse il tempo di intervenire. Il nostro testimone ha assistito impietrito all’accaduto dalla porta dei bagni dello stesso piano dove si trovava; l’intervistato ci ha raccontato che uscendo dalla sua aula aveva visto L.B. dirigersi alla macchinetta e poco dopo ha sentito i rumori chiari di uno scontro corpo a corpo. Il nostro testimone non ha avuto il tempo né di reagire né di soccorrere L.B. perché subito è intervenuta un’insegnante, forse richiamata dal rumore. Gli aggressori sono scappati immediatamente sfruttando l’uscita anti-incendio in fondo al corridoio, forse spaventati dai passi della prof.
L.B. è stato soccorso dalla prof. Ballardini e dal bidello Nello che nel frattempo passava di lì – per il nostro compagno tanto spavento e qualche botta, ma per fortuna nulla di serio. Anche il nostro testimone ( l’unico a quanto pare ad aver visto la scena per intero) ha aiutato L.B. , ma afferma di non aver riconosciuto i ragazzi colpevoli dell’accaduto.
Tutta la vicenda è avvolta ancora da un fitto mistero: L.B. non ha svelato pubblicamente i nomi dei ragazzi che lo hanno picchiato ( ha avuto però un colloquio con i docenti e i dirigenti), l’insegnante li ha visti solo scappare da lontano e di spalle…insomma “ le indagini” proseguono.
Ciò che è certo è che tra pochi giorni ci sarà un’assemblea della scuola in cui si affronterà questo fatto perché, pare, non è il primo avvenimento di questo genere.
Cosa accadrà? Quali saranno i provvedimenti? La sospensione?
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Speriamo di potervi dare al più presto altre notizie su questa brutta avventura nel prossimo numero ( speciale!) di Sottobanco.
When Where Who What Why
Chiavi
When Where Who What Why Lunedi 11 ottobre
Scuola secondaria di I grado di Tione
L.B. Tre aggresori
L. B. è stato vittima di un episodio di bullismo; è stato improvvisamente aggredito da tre ragazzi. L.B. è stato spinto a terra e preso a calci
Tutta la vicenda è avvolta ancora da un fitto mistero
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Analisi 2. Individuate nelle vostre cronache le cinque “W” inserendole nella griglia: ci sono tutte? Cosa manca? (Cfr. DOCUMENTI 2,3,4,5,6)
When Where Who What Why
Analisi 3. Mettete in ordine gli eventi (l’insegnante ritira l’articolo) (Cfr. DOCUMENTO 1)
___ Gli aggressori sono scappati immediatamente.
___ Il nostro testimone non ha avuto il tempo né di reagire né di soccorrere L.B. perché subito è intervenuta un’insegnante.
___ L.B. è stato soccorso dalla prof. Ballardini e dal bidello Nello.
___ L.B. è stato spinto a terra e preso a calci.
___ L.B. era uscito poco prima della ricreazione per prendere qualcosa alla macchinetta quando è stato aggredito da tre ragazzi.
___ L.B. non ha svelato pubblicamente i nomi dei ragazzi che lo hanno picchiato.
_1_ Lunedì 11 ottobre si è verificato un episodio di bullismo.
Pratica: Ascolta la seguente cronaca tratta da un Tg e poi:
- Scrivi le 5 W nella tabella - Fai un elenco delle cose che vengono raccontate, in ordine cronologico
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- Trasforma la notizia del TG in un breve articolo di cronaca
When Where Who What Why
II OBIETTIVO: saper collegare le frasi con i principali connettivi temporali e causali; Focus 2. Analisi 1. Completa il seguente testo con le parole mancanti, elencate sotto. (Cfr. DOCUMENTO 1 )
BOTTEEMISTERIINCORRIDOIO
Scuola secondaria di I grado di Tione – lunedì nero per un nostro compagno di scuola che, certo, ha iniziato molto male questa settimana. Lunedì 11 ottobre si è verificato anche nella nostra scuola un episodio di bullismo, proprio come quelli di cui sentiamo parlare in televisione o di cui leggiamo in internet. Come ci racconta un testimone oculare dell’accaduto ( che abbiamo preferito mantenere anonimo), L.B. - queste le iniziali del protagonista della triste vicenda – era uscito poco prima della ricreazione per prendere qualcosa alla macchinetta del II piano,__________è stato improvvisamente aggredito da tre ragazzi. L.B. è stato spinto a terra e preso a calci __________ ci fosse il tempo di intervenire. Il nostro testimone ha assistito impietrito all’accaduto dalla porta dei bagni dello stesso piano________si trovava; l’intervistato ci ha raccontato che uscendo dalla sua aula aveva visto L.B. dirigersi alla macchinetta e ____________ha sentito i rumori chiari di uno scontro corpo a corpo. Il nostro testimone non ha avuto il tempo né di reagire né di soccorrere L.B.___________,________ , è intervenuta un’insegnante, forse richiamata dal rumore. Gli aggressori sono scappati immediatamente sfruttando l’uscita anti-incendio in fondo al corridoio, forse spaventati dai passi della prof. L.B. è stato soccorso dalla prof. Ballardini e dal bidello Nello che____________________passava di lì – per il nostro compagno tanto spavento e qualche botta, ma per fortuna nulla di serio. Anche il nostro testimone ( l’unico a quanto pare ad aver visto la scena per intero) ha aiutato L.B. ,_____afferma di non aver riconosciuto i ragazzi colpevoli dell’accaduto. Tutta la vicenda è avvolta ancora da un fitto mistero: L.B. non ha svelato pubblicamente i nomi dei ragazzi che lo hanno picchiato ( ha avuto ________un colloquio con i docenti e i dirigenti), l’insegnante li ha visti solo scappare da lontano e di spalle…insomma “ le indagini” proseguono.
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Ciò che è certo è che tra pochi giorni ci sarà un’assemblea della scuola in cui si affronterà questo fatto____________, pare, non è il primo avvenimento di questo genere. Cosa accadrà? Quali saranno i provvedimenti? La sospensione? Speriamo di potervi dare al più presto altre notizie su questa brutta avventura nel prossimo numero ( speciale!) di Sottobanco. dove – ma – nel frattempo – però – poco dopo – quando – perché – perché – senza che – subito.
-A cosa servono?
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________.
Chiave:
Scuola secondaria di I grado di Tione – lunedì nero per un nostro compagno di scuola che, certo, ha iniziato molto male questa settimana. Lunedì 11 ottobre si è verificato anche nella nostra scuola un episodio di bullismo proprio come quelli di cui sentiamo parlare in televisione o di cui leggiamo in internet. Come ci racconta un testimone oculare dell’accaduto ( che abbiamo preferito mantenere anonimo), L.B. - queste le iniziali del protagonista della triste vicenda – era uscito poco prima della ricreazione per prendere qualcosa alla macchinetta del II piano quando è stato improvvisamente aggredito da tre ragazzi. L.B. è stato spinto a terra e preso a calci senza che ci fosse il tempo di intervenire. Il nostro testimone ha assistito impietrito all’accaduto dalla porta dei bagni dello stesso piano dove si trovava; l’intervistato ci ha raccontato che uscendo dalla sua aula aveva visto L.B. dirigersi alla macchinetta e poco dopo ha sentito i rumori chiari di uno scontro corpo a corpo. Il nostro testimone non ha avuto il tempo né di reagire né di soccorrere L.B. perché, subito, è intervenuta un’insegnante, forse richiamata dal rumore. Gli aggressori sono scappati immediatamente sfruttando l’uscita anti-incendio in fondo al corridoio, forse spaventati dai passi della prof. L.B. è stato soccorso dalla prof. Ballardini e dal bidello Nello che nel frattempo passava di lì – per il nostro compagno tanto spavento e qualche botta, ma per fortuna nulla di serio. Anche il nostro testimone ( l’unico a quanto pare ad aver visto la scena per intero) ha aiutato L.B. , ma afferma di non aver riconosciuto i ragazzi colpevoli dell’accaduto. Tutta la vicenda è avvolta ancora da un fitto mistero: L.B. non ha svelato pubblicamente i nomi dei ragazzi che lo hanno picchiato ( ha avuto però un colloquio con i docenti e i dirigenti), l’insegnante li ha visti solo scappare da lontano e di spalle…insomma “ le indagini” proseguono. Ciò che è certo è che tra pochi giorni ci sarà un’assemblea della scuola in cui si affronterà questo fatto perché, pare, non è il primo avvenimento di questo genere. Cosa accadrà? Quali saranno i provvedimenti? La sospensione? Speriamo di potervi dare al più presto altre notizie su questa brutta avventura nel prossimo numero ( speciale!) di Sottobanco.
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Analisi 2. Ricerca e sottolinea nella tua cronaca i connettivi che hai usato:
Pratica 1. Lega le seguenti frasi con i connettivi temporali (prima, dopo, quando, infine……); causali (perché in quanto, in quanto che, poiché ); oppositive (ma, però, invece, mentre……).
1. Secondo gli aggressori questo fatto è accaduto___________l’amico di Trevor ha detto in “giro” delle cose che non doveva dire.
2. Il fatto è accaduto__________ gli aggressori cominciano ad aggredire l’amico di Trevor, sostenendo che lui abbia detto qualcosa che non doveva dire.
3. Trevor, vedendo l’amico in difficoltà, accorse in aiuto di lui,_____gli aggressori,___________ intervenne, se la presero con lui, divenendo così la vittima principale. _____ arrivò un altro aggressore, che lo accoltellò al fianco.
4. ________________ fatto ciò gli aggressori scapparono.
5. La madre di Trevor ed il professore accorsero da lui, _____ non poterono evitare la tragedia, _________________ il loro intervento.
6. Le vittime avevano circa 12 anni, ____________gli aggressori erano compresi fra i 13\14 anni”. __________ la madre di Trevor e il prof. vengono in soccorso delle vittime ________ per Trevor non c’è stato nulla da fare.”
Chiave:
1. Secondo gli aggressori questo fatto è accaduto perché l’amico di Trevor ha detto in “giro” delle cose che non doveva dire.
2. Il fatto è accaduto quando gli aggressori cominciano ad aggredire l’amico di Trevor, sostenendo che lui abbia detto qualcosa che non doveva dire.
3. Trevor vedendo l’amico in difficoltà accorse in aiuto di lui ma gli aggressori, quando intervenne, se la presero con lui, divenendo così la vittima principale. Poi arrivò un altro aggressore, che lo accoltellò al fianco.
4. Una volta fatto ciò, gli aggressori scapparono.
5. La madre di Trevor ed il professore accorsero da lui, ma non poterono evitare la tragedia, nonostante il loro intervento.
6. Le vittime avevano circa 12 anni mentre,gli aggressori erano compresi fra i 13\14 anni”. Infine la madre di Trevor e il prof. vengono in soccorso delle vittime ma per Trevor non c’è stato nulla da fare.”
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Pratica 2. Collega le frasi della colonna di sinistra con quelle della colonna di destra.
1.Tutto ciò è successo ossia tre bulli e due vittime, tra cui Trevor
2.Quando Trevor è intervenuto quando Trevor e il suo amico sono andati a prendere le loro biciclette
3.Questa aggressione si è verificata nel piazzale alla fine della scuola
Trevor è stato a guardare cosa succedeva
4.Prima di intervenire perché gli aggressori avevano preso di mira una delle vittime
5.Nell’aggressione erano coinvolte cinque persone
è stato spinto involontariamente contro il coltello
- Quali rapporti creano i connettivi che legano le 5 frasi?
Frase 1 ………………………………………………..
Frase 2 ………………………………………………..
Frase 3 ………………………………………………..
Frase 4 ………………………………………………..
Frase 5 ………………………………………………..
Chiavi:
1.Tutto ciò è successo perché gli aggressori avevano preso di mira una delle vittime
2.Quando Trevor è intervenuto, è stato spinto involontariamente contro il coltello
3.Questa aggressione si è verificata nel piazzale alla fine della scuola quando Trevor e il suo amico sono andati a prendere le loro biciclette
4.Prima di intervenire Trevor è stato a guardare cosa succedeva
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5. Nell’aggressione erano coinvolte cinque persone: ossia tre bulli e due vittime, tra cui Trevor
Frase 1: causale
Frase 2: temporale
Frase 3: temporale
Frase 4: temporale
Frase 5: spiegazione
RIPETIZIONE DEL TASK
Prima del task
• Brainstorming per attivare competenze lessicali, idee, sentimenti su episodi di vandalismo.
• Istruzioni per il task.
Task
• L’insegnante proietta un video senza audio o commenti in cui si mostra una scuola
devastata da alcuni vandali. A coppie i ragazzi devono produrre una cronaca scritta in cui riferiscono in maniera completa l’accaduto sulla base delle immagini viste.
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CONCLUSIONI
Il lavoro svolto nelle due classi ha dato molte soddisfazioni, sia agli alunni che agli
insegnanti.
Gli alunni si sono sentiti liberi di esprimersi e hanno potuto apprendere in una maniera
diversa, più stimolante. L’uso di materiale multimediale e tecnologico li ha sicuramente
incentivati ad una partecipazione più attiva. Anche coloro che solitamente non si
esprimono o non partecipano hanno trovato un loro spazio e si sono sentiti coinvolti in un
lavoro interessante.
Nella fase di rilettura delle cronache sono stati gli stessi ragazzi ad accorgersi di come i
contenuti non risultavano esaustivi, le informazioni erano carenti o addirittura errate o
confuse. Partendo da queste constatazioni noi insegnanti abbiamo guidato i ragazzi a
riflettere sull’importanza di saper esporre un’informazione o raccontare un evento con
chiarezza e coerenza e con un ordine logico e cronologico, sia dal punto di vista orale che
scritto.
Attraverso varie esercitazioni i ragazzi hanno potuto lavorare sulle strutture fondamentali
della cronaca, sempre partendo dalle loro produzioni messe a confronto con un “buon
modello”.
Alla fine del focus linguistico è stato proposto loro un secondo task: scrivere una cronaca
su un atto di vandalismo.
Nella correzione abbiamo riscontrato un miglioramento nell’esposizione dei fatti che è
risultata più completa e coerente.
Dai giudizi espressi nelle schede di autovalutazione finale è emerso come ai ragazzi sia
piaciuto molto questo modo di lavorare e come si sentano maggiormente competenti
riguardo non solo al genere cronaca ma nelle proprie capacità linguistiche e comunicative
in generale.
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MATERIALI DI LAVORO
DOCUMENTO1
BOTTEEMISTERIINCORRIDOIO
Scuola secondaria di I grado di Tione – lunedì nero per un nostro compagno di scuola che, certo, ha iniziato molto male questa settimana. Lunedì 11 ottobre si è verificato anche nella nostra scuola un episodio di bullismo proprio come quelli di cui sentiamo parlare in televisione o di cui leggiamo in internet. Come ci racconta un testimone oculare dell’accaduto ( che abbiamo preferito mantenere anonimo), L.B. - queste le iniziali del protagonista della triste vicenda – era uscito poco prima della ricreazione per prendere qualcosa alla macchinetta del II piano quando è stato improvvisamente aggredito da tre ragazzi. L.B. è stato spinto a terra e preso a calci senza che ci fosse il tempo di intervenire. Il nostro testimone ha assistito impietrito all’accaduto dalla porta dei bagni dello stesso piano dove si trovava; l’intervistato ci ha raccontato che uscendo dalla sua aula aveva visto L.B. dirigersi alla macchinetta e poco dopo ha sentito i rumori chiari di uno scontro corpo a corpo. Il nostro testimone non ha avuto il tempo né di reagire né di soccorrere L.B. perché subito è intervenuta un’insegnante, forse richiamata dal rumore. Gli aggressori sono scappati immediatamente sfruttando l’uscita anti-incendio in fondo al corridoio, forse spaventati dai passi della prof.
L.B. è stato soccorso dalla prof. Ballardini e dal bidello Nello che nel frattempo passava di lì – per il nostro compagno tanto spavento e qualche botta, ma per fortuna nulla di serio. Anche il nostro testimone ( l’unico a quanto pare ad aver visto la scena per intero) ha aiutato L.B. , ma afferma di non aver riconosciuto i ragazzi colpevoli dell’accaduto.
Tutta la vicenda è avvolta ancora da un fitto mistero: L.B. non ha svelato pubblicamente i nomi dei ragazzi che lo hanno picchiato ( ha avuto però un colloquio con i docenti e i dirigenti), l’insegnante li ha visti solo scappare da lontano e di spalle…insomma “ le indagini” proseguono.
Ciò che è certo è che tra pochi giorni ci sarà un’assemblea della scuola in cui si affronterà questo fatto perché, pare, non è il primo avvenimento di questo genere.
Cosa accadrà? Quali saranno i provvedimenti? La sospensione?
Speriamo di potervi dare al più presto altre notizie su questa brutta avventura nel prossimo numero (speciale!) di Sottobanco.
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CRONACHE
DOCUMENTO 2
ATTO DI BULLISMO
Alla Washington School è avvenuto l’ ennesimo atto di bullismo. Un ragazzo è stato ucciso.
NEW YORK : ieri 4 febbraio 2011 alcuni ragazzi della scuola pubblica Washington School hanno assistito all’ aggressione di un bambino e all’ uccisione di Trevor Smith. Il fatto è avvenuto all’ uscita da scuola, dopo l’ orario scolastico verso le ore 12.50.
Noi abbiamo raccolto le testimonianze di due ragazzi che hanno assistito alla scena. Questi sono John Jerrison e Raul Been, i quali, ci hanno riferito nei dettagli tutto l’ accaduto. John Jerrison ha risposto in modo esauriente alle nostre domande raccontando: “ Ieri verso le ore 12.50 un bambino di circa nove anni, asmatico, è stato derubato da due ragazzi sud-americani tra i tredici e i quattordici anni.
Pochi minuti dopo un ragazzo di nome Trevor con la sua bicicletta ha colpito i due bulli facendoli cadere a terra. Subito, però, uno dei due, probabilmente il capo, si è alzato e con un coltello ha colpito Trevor. Subito sono intervenuti un professore della scuola e la madre di Trevor.
Raul invece, ci ha riferito che Trevor aveva circa dodici anni.
A. C. e M. B.
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DOCUMENTO 3
Il fatto è accaduto nel cortile della scuola nel pomeriggio. Tre bulli molto giovani hanno accoltellato involontariamente un ragazzino di dodici anni di nome Trevor, che era intervenuto in aiuto di un suo amico che era in difficoltà. Il motivo di tale atto è dovuto alla rivelazione di un segreto che riguarda in prima persona uno degli aggressori. Il professore e la madre di Trevor hanno cercato di intervenire ma ormai era troppo tardi. Gli aggressori erano più grandi della vittima e, secondo le testimonianze, erano tutti quanti americani ma uno di loro era colombiano.
F. L.
R. C.
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DOCUMENTO 4
MORTE ASSURDA A 12 ANNI
“Muore a dodici anni per salvare l’amico dall’aggressione di tre bulli”.
Era un giovane ragazzo, Trevor, che il giorno quattro maggio per colpa di tre
cosiddetti “bulli” è morto nel cortile della scuola media “Manzoni”, un pomeriggio dopo
l’orario scolastico, a causa di una coltellata al fianco con un coltello da collezione.
Purtroppo né la polizia né le autoambulanze sono riuscite ad arrivare in tempo sul luogo
dell’aggressione che la vittima (dodici anni), aveva perso la vita.
Secondo i testimoni, Trevor, sarebbe intervenuto in aiuto dell’amichetto che dei “
bulli” stavano picchiando, e a causa di una spinta è caduto sulla lama di un coltello che
uno dei tre aggressori stringeva nella mano destra.
Ad assistere all’aggressione vi era anche il professore, che non appena vide il ragazzo
ferito, iniziò a urlare alla madre della vittima di andare a chiamare l’autoambulanza.
Alla vista della ferita, gli aggressori sono scappati, ma la cosa peggiore è che la polizia
non è riuscita ad acchiappare i criminali che potrebbero colpire ancora.
Di: Z. G. e J. S.
DOCUMENTO 5
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CASO BULLISMO: CRONACA
Il giorno 5 maggio 2011 si è verificato all’ esterno di una scuola media, un atto di bullismo. Sono coinvolti cinque ragazzini e, sono intervenuti due adulti ( un prof e una madre ). I bulli sono compresi fra 13\14 anni come spiegano i testimoni :” sono troppo giovani per commettere questi atti”. Il fatto è accaduto in questo ordine :
Un ragazzino con problemi respiratori è stato aggredito da tre bulli più grandi .
Essi hanno pugnalato Trevor, il ragazzino che inevitabilmente è deceduto.
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DOCUMENTO 6
America, 12 maggio ’11
IL BULLISMO COLPISCE ANCORA
Rimane vittima di un atto di bullismo un bambino dodicenne nella scuola George Washington.
Ieri è morto Trevor, un bambino di dodici anni, che nell’intento di salvare il suo
amico, vittima di un atto di bullismo, è stato accoltellato.
Questa aggressione si è verificata nel piazzale alla fine della scuola quando Trevor
e il suo amico sono andati a prendere le loro biciclette. Tutto ciò è successo perché
gli aggressori avevano preso di mira una delle vittime, credendo che egli avesse
raccontato delle bugie a tutta la scuola su di loro. I bulli si sono avvicinati a loro per
picchiarli, e l’amico di Trevor fu la prima vittima, egli si è salvato. Prima di
intervenire Trevor è stato a guardare cosa succedeva, e infine quando è
intervenuto, è stato spinto involontariamente contro il coltello.
Nell’aggressione erano coinvolte cinque persone: ossia tre bulli e due vittime, tra
cui Trevor. Erano tutti giovani ragazzi, maschi, della scuola George Washington. In
aiuto dei ragazzi sono intervenuti la madre del ragazzo e il professore. I bulli
erano, rispetto alle vittime, fisicamente più grandi. Anche la loro età era
maggiore, essi avevano tredici - quattordici anni. Quasi tutti i bulli erano
stranieri.
Questo è tutto quello che ci hanno raccontato i testimoni.
B. A. e G. A.
TRASCRIZIONI INTERVISTE
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INTERVISTA
GQuantepersonesonocoinvolte?
TAll’inizioc’èunbambinoabbastanzapiccolo,asmatico,chevienederubatodaduebulli.
Quindisonointre,poiunragazzodidodicianni,vedelascenaeconlasuabiciclettacolpisceibulli.UnprofessoreinsiemeallamadrediTrevor,quellochehatentatodiaiutareilbambino,vedonolascenaecercanodisoccorrerlo.
GSonogiovani?
TTrevorhadodicianni,eilsuoamicoasmaticoèpiùpiccolo.Ibullisonopiùgrandi,suitredici/quattordicianni.
GCisonosolomaschioanchefemmine?
TNellascenadelbambinoconl’asmachevieneaggreditocisonosolomaschiinsiemeaTrevoreancheilprofessore.L’unicafemminaèlamammadiTrevor.
GCisonoanchetestimoniesternicomeadulti,professoriecc.?
TSì,cisonoanchealtritestimoni,lamammadiTrevoreilprofessore.
GQuantesonolevittimecoinvolte?
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TInizialmentelavittimaèsoloilbambinoasmatico,poiTrevorvieneaccoltellato,quindilevittimesonodue.
GÈstatautilizzataun’arma?
TL’unicaarmautilizzataèuncoltellousatodalcapodeibulliperuccidereTrevor.
GDovesièverificatal’aggressione?
TL’aggressionesièverificataall’internodellascuoladeiragazzi.
GPerchéèsuccesso?
TL’amicodiTrevoravevariferitoadaltrepersonedell’informazioni“segrete”.
GC’e’qualcunocheèintervenutoinaiutodellevittime?
TTrevorpercercaredidifendereilragazzinocolpisceibulliconlasuabicicletta.IlprofessoreelamammadiTrevorhannosoccorsoquest’ultimo,chevenneaccoltellato.
GQuandoèaccadutoecomeèavvenuto?
TIlfattoèavvenutodopol’orarioscolastico,quandoibullisonousciticonl’amicodiTrevor.
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GComeèaccaduto?
TIbullihannospintofuoridallascuolal’amicodiTrevor,chevienepicchiato.
GHannorubatoqualcosa?
TIbullihannorubatoalbambinolasuamedicinaperl’asma.
GGliaggressorisonopiùgrandirispettoallevittime?
TIbullihannotraitrediciequattordicianni,mentreTrevoreilbambinosonopiùpiccoli.
GQuantiannihannoiragazzicoinvoltiinquestoattodibullismo?
TIlbambinoasmaticoèilpiùpiccolo,Trevorhadodicianni,mentreibullihannotraitrediciequattordicianni.
GCisonostranierioppuredinazionalitàitaliana?
TLeduevittimesonostatunitensi,ibullisonosudamericani.
G=giornalista
T=testimone
A.–M.–F.–E.
Gruppo: Z., T., A., J. ed E.
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Giornalista: Quante sono le persone coinvolte nell’aggressione?
Testimone: In tutto sono coinvolte cinque persone: tre aggressori e due vittime.
Giornalista: Sono giovani?
Testimone: Sì, le vittime hanno entrambi dodici anni.
Giornalista: Ci sono solo maschi o anche delle femmine coinvolte?
Testimone: Ci sono soltanto maschi.
Giornalista: Ci sono altri testimoni esterni oltre a voi?
Testimoni: Sì, ad assistere all’aggressione c’erano anche la madre della vittima ed uno dei professori.
Giornalista: Quante sono le vittime coinvolte?
Testimoni: le vittime sono due: Trevor e un suo amico.
Giornalista: Sono state utilizzate armi?
Testimone: Sì, è stato utilizzato un coltellino da collezione.
Giornalista: Dove e quando si è verificata l’aggressione?
Testimone: L’aggressione si è verificata dopo l’orario scolastico, nel cortile della Scuola.
Giornalista: Perché è accaduto questo fatto?
Testimone: Secondo gli aggressori questo fatto è accaduto perché l’amico di Trevor ha detto in “giro” delle cose che non doveva dire.
Giornalista: E’ intervenuto qualcuno in aiuto delle vittime?
Testimone: Sì: la madre di Trevor e il professore che hanno assistito a tutta la scena.
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Giornalista: Hanno rubato qualcosa?
Testimone: No, fortunatamente.
Giornalista: Sono più grandi gli aggressori rispetto alle vittime?
Testimone: Sì, sicuramente di qualche anno sono più grandi.
Giornalista: Hanno aggredito le vittime in gruppo?
Testimone: Sì, gli aggressori erano tre.
Giornalista: Gli aggressori erano solo di nazionalità Italiana?
Testimone: No, dovrebbero essere di nazionalità Americana.
Giornalista: Com’è accaduto il fatto?
Testimone: il fatto è accaduto quando gli aggressori cominciano ad aggredire l’amico di Trevor, sostenendo che lui abbia detto qualcosa che non doveva dire. Trevor vedendo l’amico in difficoltà accorse in aiuto di lui ma, gli aggressori, quando intervenne se la presero con lui, divenendo così la vittima principale. Poi arrivò un altro aggressore, che
Intervista.docx lo accoltellò al fianco. Una volta fatto ciò gli aggressori scapparono. La madre di Trevor ed il professore accorsero da lui, ma nonostante il loro intervento non poterono evitare la tragedia.
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INTERVISTA
Giornalisti:”Quantepersonesonocoinvolte?”
Testimoni:”Sonocoinvolticinqueragazziedueadulti(ilprof.elamadredelragazzo”.
Giornalisti:”Sonogiovani?”
Testimoni:”Sonomoltogiovani12\13annietroppopercommetterequestiattidibullismo”.
Giornalisti:”Cisonomaschioanchedellefemmine?”
Testimoni:”Sonotuttimaschitrannelamadredellavittima”
Giornalisti:”Cisonotestimoniesterni(adulti,prof.ecc..)?”
Testimoni:”Si,lamadrediTrevoreilprofessore”.
Giornalisti:”Quantesonolevittimecoinvolte?”
Testimoni:”Levittimecoinvoltesonodueragazzi:unoconl’asma(chevienepicchiatoall’inizio)eunaltroragazzodinomeTrevor(cheintervieneperaiutarel’amico).
Giornalisti:”E’statautilizzataun’arma?”
Testimoni:”Si,uncoltellinosvizzero(cheavevaunbullocolcodino).
Giornalisti:”Dovesièverificatal’aggressione?”
Testimoni:”L’aggressionesièverificatafuoridascuola”.
Giornalisti:”Perchéèsuccesso?”
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Testimoni:”E’successoacausadell’interventodiTrevorneiconfrontidelragazzo:”
Giornalisti:”C’èqualcunocheèintervenutoinaiutodellevittime?”
Testimoni:”Si,sonointervenutiunprof.elamadrediTrevor”.
Giornalisti:”Hannorubatoqualcosa?”
Testimoni:”No,Nonhannorubatoniente”.
Giornalisti:”Gliaggressorisonpiùgrandirispettoallevittime?”
Testimoni:”Si,rispettoallevittimesembravanopiùgrandidiqualcheanno”.
Giornalisti:”Quantiannihannolevittimeegliaggressori?”
Testimoni:”Levittimeavevanocirca12annimentre,gliaggressorieranocompresifrai13\14anni”.
Giornalisti:”Eranoitalianioanchedialtripaesi?”
Testimoni:”Sembravanoitalianimanonriuscivamobeneadistinguerelaloronazionalità”.
Giornalisti:”Quandoèsuccesso,ecomeèavvenuto?”
Testimoni:”Unragazzoconl’asmavienepicchiatodatrebulli,eTrevorchestavacercandodiaiutareilragazzo,allafinevienepugnalatodaunodeitre.InfinelamadrediTrevoreilprof.vengonoinsoccorsodellevittimemaperTrevornonc’èstatonulladafare.”
TESTIMONI:E.EG.
GIORNALISTI:M.EM.F.
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Intervista.
• QUANTEPERSONESONOCOINVOLTENELL’AGGRESSIONE?
Sonocoinvoltecinquepersone:leduevittimeeitrebulli.
• SONOGIOVANI?
Sì,sonosicuramentemoltogiovane,manonsapreispecificarel’età.
• SONOPRESENTISOLOMASCHIOANCHEDELLEFEMMINE?
No,sonopresentisoltantomaschi.
• CISONOALTRITESTIMONIESTERNI?
Sì,nelmomentodell’aggressioneeranopresentiilprofessoreeanchelamadre.diunodelleduevittime.
• QUANTESONOLEVITTIMECOINVOLTE?
Sonocoinvolteduevittime.
• HANNOUTILIZZATOUN’ARMA?
Sìhannoutilizzatounpugnale
• DOVESIE’VERIFICATAL’AGGRESSIONE?
Lavicendasisvolgeall’internodelcortiledellascuola.
• PERCHE’èSUCCESSO?
Perché la vittima aveva rivelato un segreto che riguardava in primapersonaunodegliaggressori.
• C’èQUALCUNOCHEE’INTERVENUTOINAIUTODELLEVITTIME?
Sonointervenutilamadreedilprofessoremaormaieratroppotardi.
• QUAND’èSUCCESSOILFATTO?
Ilfattoèavvenutonelpomeriggio
• HANNORUBATOQUALCOSA?
No,nonèstatorubatoniente.
• SONOPiùGRANDIGLIAGGRESSORIRISPETTOALLEVITTIME?
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Sì,diqualcheanno.
• ERANO SOLO DI NAZIONALITA’ ITALIANA O VENIVANO ANCHE DA ALTRIPAESI?
Eranotuttiamericanitranneunocheeracolombiano.
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RIPETIZIONE DEL TASK
Palermo: scuola distrutta
Palermo: il giorno 5 maggio 2011 si è verificato un atto di vandalismo nella scuola elementare statale “ Carmelo Maneri”.
Dalle registrazioni delle telecamere si è potuto vedere che quattro ragazzi di dodici anni circa sono entrati furtivamente nell’edificio dopo la scuola; i ragazzi non sono stati riconosciuti.
I fatti si sono svolti così. Entrati a scuola i ragazzi hanno fatto graffiti sui muri, distrutto banchi, rotto porte, finestre, armadi, sedie, rovinato pavimenti e libri, rovesciato estintori.
E’ rimasta vittima di questo atto una bidella che si era trattenuta a scuola dopo l’orario di lavoro. I ragazzi, accortisi della sua presenza, l’hanno aggredita e ferita con un taglierino e poi rinchiusa in uno sgabuzzino.
Si presume che i bulli abbiano compiuto questo terribile atto per puro divertimento.
Un passante, vedendo uscire i ragazzi dalla scuola, è entrato e, trovando la bidella, ha chiamato la polizia.
Per il momento non ci sono altre informazioni, ma le indagini continuano.
A. G. e A. C.
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Mini Gang all’opera: devastata una scuola
Palermo. Sorpresa per gli alunni della scuola primaria “Carmelo Maneri”, niente lezioni! L’altro ieri, durante la notte, tre ragazzi, dei quali non si conosce l’identità, hanno devastato l’intera scuola causando molti danni. Hanno rotto vetri, fracassato banchi e cattedre, danneggiato estintori, rovesciato colori e scritto sui muri con le bombole sprai, solo per vedere in rovina e inagibile un luogo da loro detestato .
I carabinieri stanno indagando sui presunti responsabili del fatto, che sembrano essere tutti stranieri. I testimoni non sono molti; un passante dice di aver sentito dei rumori provenire dall’edificio, ma il testimone non è entrato nella scuola per chiamare subito i carabinieri.
Purtroppo quando i carabinieri sono arrivati era troppo tardi, i vandali erano già scappati.
Un altro testimone dice di aver visto tre ragazzi correre nei pressi dell’edificio, ma non è riuscito a identificarli poiché era buio.
E. T. e D. V.
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Vandaliascuola………..
“Orabullismoanchealleelementari”
Palermo. Un fatto assolutamente spiacevole è avvenuto nella scuola statale “ Carmelo Maneri” di Palermo, la notte del 31 maggio.
Dei passanti affermano che. mentre stavano portando a passeggio il cane, hanno sentito delle urla provenire dall’interno della scuola. Si sono voltati a guardare cosa succedeva e hanno visto un tredicenne scappare dalla scuola, dalla porta di emergenza, probabilmente per non farsi scoprire dagli aggressori; il ragazzo, successivamente si è accasciato a terra.
I testimoni raccontano di essere accorsi in suo aiuto avvicinandosi e chiamando l’ambulanza e la polizia, che in poco tempo, sono arrivati sul luogo dell’aggressione. Non sono ancora stati catturati i vandali, ma il ragazzo che noi chiameremo R,J testimonia l’accaduto dicendo che anch’egli era membro della banda, ma non volendo commettere tale crimine, aveva promesso loro che sarebbe andato via senza confessare il crimine a qualcuno.
Uno dei vandali ha però accoltellato R.J. ad un fianco. Questo atto di vandalismo, secondo la testimonianza di R.J. è accaduto perché tutti i componenti dovevano superare un così detto” rito d’iniziazione” che li avrebbe ammessi a far parte di una nota setta satanica della città di Palermo.
Davvero orribile lo stato in cui hanno ridotto la scuola: vetri delle finestre e delle porte erano in gran parte in frantumi, i banchi sono stati
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completamente messi sottosopra e nell’atrio hanno trovato una grande macchia di sangue, probabilmente di R.J. Oltre a questa confusione sono stati disegnati dei murales.
Si spera di trovare al più presto i colpevoli e gli altri componenti della setta in modo da mettere fine a questi spiacevoli fatti.
J. S. e R. C.
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Cronaca
Il giorno 1 giugno 2011 , in una scuola elementare di Palermo si è verificato un atto di vandalismo. Gli esecutori di questo fatto sono sicuramente di età inferiore agli undici anni. Attraversando i corridoi della scuola si possono vedere banchi e vetri rotti, inchiostro rovesciato e estintori buttati a terra. Questo fatto è stato commesso sicuramente per divertimento e speriamo vivamente che i ragazzi siano puniti giustamente. Ci sono dei testimoni che hanno dichiarato il fatto e hanno contribuito molto alla cattura dei ragazzini.
M. F. e F. B.
Vandali a scuola
Devastato l’edificio
Il fatto è accaduto a Palermo , nella scuola elementare “Carmelo Maneri” nella quale a tarda sera cinque ragazzi tutti di nazionalità italiana, tra i tredici e i quattordici anni sono stati visti dalla polizia uscire dalla scuola.
La polizia ha poi controllato l’edificio trovandosi davanti a un vero e proprio disastro: banchi e sedie rotti, finestre spaccate, inchiostro rosso dappertutto e vasi distrutti. I ragazzi si sono giustificati dicendo che non avevano nient’altro da fare. Infine i due quattordicenni sono stati denunciati per danneggiamento dell’edificio, invece i tre tredicenni sono stati condotti al tribunale dei minori.
Z. G. e F.
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Vandalismo a scuola.
Ieri sera nella scuola elementare “Carmelo Maneri” a Palermo, si è verificato un atto di vandalismo.
Dei ragazzi più grandi, probabilmente tra i quattordici- quindici anni , hanno devastato l’edificio per divertimento. La prima persona, vedere la scuola sfasciata, è stata il bidello. Quel giorno era andato a fare una passeggiata con il suo cane e vedendo l’edificio ha subito chiamato la polizia. Questa ultima quando è arrivata sul posto ha trovato la scuola sottosopra, ma non c’erano tracce dei vandali. Il bidello ci ha raccontato che c’erano banchi e sedie a terra, finestre spaccate e colori sul pavimento. Prima di avvisare la polizia ha sentito una gran confusione e ha visto delle sagome , ma non ha capito di chi fossero.
La preside ha detto che la scuola rimarrà chiusa per un breve periodo e ci ha assicurati che questi atti non accadranno più.
La polizia sta indagando sul caso .
A. B. e T. C.
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Vandali in azione
Devastato un edificio scolastico e ucciso un guardiano.
Scuola elementare di Palermo “Carmelo Maneri”- martedì 31 maggio 2011 è stato trovato l’edificio scolastico devastato e sfasciato. Subito è intervenuta la polizia, chiamata da persone vicine all’edificio che, sentendo forti rumori si erano spaventati.
Questo fatto è accaduto a tarda notte verso le 00:00.
La polizia una volta entrata nell’edificio ha rilevato moltissimi danni alle finestre, pareti, sedie e banchi rotti e diverse macchie di sangue fresco sul pavimento, concentrate in una stessa zona. Poco lontano , nei bagni maschili è stato rinvenuto il cadavere del guardiano dell’edificio con un proiettile nello stomaco: non è stata purtroppo scoperta l’arma del delitto.
Il giorno dopo i cinque vandali, protagonisti dell’accaduto, ( per correttezza abbiamo deciso di mantenere anonimi i loro nomi ) si sono costituiti alla polizia raccontando ogni singolo dettaglio.
“ Ci siamo messi d’accordo per uscire di casa alle 00:00- racconta il primo ragazzo L.C.- “ Ci siamo diretti verso la scuola, che abbiamo frequentato anni fa , e arrivati lì abbiamo scavalcato il cancello d’entrata e rotto tutte le telecamere per non essere scoperti.”
Dopo queste parole scoppiò in un pianto dirotto, invaso da un sentimento di vergogna e pentimento.
Continua il secondo ragazzo N.B.- “ Abbiamo cominciato a scrivere sui muri con le bombolette; distrutto banchi, cattedre, sedie, lanciato degli estintori contro le finestre.”
Gli altri ragazzi non hanno pronunciato parola , ma sono rimasti in silenzio con la testa rivolta verso il basso in un atteggiamento di vergogna.
“ Con noi avevamo anche una pistola”. – continua N. B. – “ che io avevo rubato a mio padre che fa il poliziotto”.
Questo comportamento è stato dettato da un momento di pazzia, hanno agito per puro divertimento senza contare i danni e le conseguenze delle loro azioni. I ragazzi raccontano ,infatti, che dopo aver sentito strani rumori nell’edificio e visto un’ombra che si avvicinava a loro, in preda all’ansia, uno dei giovani abbia, non intenzionalmente, premuto il grilletto della pistola colpendo l’ombra.
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Ma purtroppo quell’ombra si è rivelata essere il guardiano che di notte sorvegliava l’edificio. Per lui non c’è stato nulla da fare, anulla è valso l’intervento dei medici in prima linea che hanno tentato invano di strapparlo alla morte.
I ragazzi si sono costituiti perché consumati dal senso di colpa e consapevoli che quel gesto era dettato solo dall’odio e dalla rabbia nei confronti della scuola e dei professori che erano stati tanto ingiusti con loro durante gli anni passati.
Questi vandali avranno la loro giusta punizione per questo gravissimo atto di bullismo e saranno inviati in centri di recupero dove per molti mesi dovranno sostenere una serie di lavori socialmente utili.
Vi terremo aggiornati su quanto accaduto nei prossimi giorni nella speranza che non si verifichino più atti simili.
G. T., N. B., E. B.
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Vandali a Palermo
Ragazzi indisciplinati entrano nella scuola elementare nella notte.
Nella scuola elementare “ Carmelo Maneri”, nella notte del 5 marzo 2011 , due ragazzi e una ragazza di circa nove anni sono entrati nella scuola rompendo una finestra.
I tre ragazzi hanno rotto molte finestre, rovesciato sedie e banchi, usato estintori e svuotato armadi pieni di materiale scolastico. Poi hanno anche disegnato graffiti sui muri e in palestra c’erano strisce nere sul pavimento.
I ragazzi hanno compiuto questo atto di vandalismo perché, come hanno dichiarato loro, non avevano niente di meglio da fare.
Dei passanti , sentendo rumori nella scuola, hanno subito chiamato la polizia che è arrivata dopo pochi minuti. I ragazzi sono stati portati via e interrogati. I genitori, poi li hanno portati a casa e hanno dovuto pagare i danni della scuola. I ragazzi sono stati sospesi per due settimane.
I tre ragazzi verranno processati nel tribunale minorile.
Speriamo di darvi al più presto altre notizie su questo fatto.
M. B. ed E. Z.
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Vandalismo a scuola.
Venerdì 12 ottobre, nella scuola statale primaria “ Carmelo Maneri”, con sede a Palermo, alle ore 24.00, dopo la chiusura della scuola da parte del personale, due bambini ( di cui non vogliamo svelare i nomi ) di nove anni si sono nascosti negli scantinati della scuola per commettere durante la notte l’atto di vandalismo. I ragazzi hanno distrutto la scuola, rompendo vetri, distruggendo banchi, rovesciando bottiglie dei detergenti per le pulizie, estintori rovesciati, bagni distrutti, la caldaia dei bagni con i fili tagliati, radiatori rotti, graffiti, gli armadi aperti; così racconta il testimone oculare Silvano Zanzaroni, un vigile urbano che passava di lì quella notte e che ha sentito rumori sospetti provenire dalla scuola. Alle 2:00 di notte, Silvano, il vigile urbano, va a controllare la scuola e si accorge dei danni .Dopo pochi minuti il vigile trova il corpo sanguinante di una bidella.
Il giorno dopo l’inchiesta degli inquirenti: cosa ci faceva lì la bidella alle 2:00 della notte ? Cosa volevano i vandali? Perché hanno ucciso la bidella?
M. G. e A. F.
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TASK SULLA CRONACA
Destinatari
Classe 2 B Scuola secondaria di primo grado A. Manzoni
Livello linguistico
- alunni con competenze linguistiche B1/B2
Obiettivi disciplinari
- conoscere e il genere testuale cronaca
Obiettivi comunicativi
- saper raccontare seguendo un ordine e una coerenza interna utilizzando le 5 W
Obiettivi linguistici
- saper collegare le frasi con i principali connettivi temporali e causali;
DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’
PRIMA DEL TASK
• L’insegnante introduce l’argomento e descrive l’attività che verrà svolta in classe.
• Successivamente si farà un brainstorming sul bullismo per attivare competenze lessicali, idee, sentimenti.
• In seguito l’insegnante introduce il task “Un altro episodio di bullismo a scuola”. Verrà proiettato uno spezzone tratto dal film “Un sogno per domani”, dove il protagonista è vittima di un episodio di bullismo.
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• La classe viene divisa in 5 gruppi da 4 alunni ciascuno. Due alunni saranno i testimoni, due alunni saranno i giornalisti. I testimoni guarderanno il video e poi risponderanno alle domande dei giornalisti. Mentre i testimoni guardano il video, i giornalisti, con l’aiuto dell’insegnante, prepareranno l’intervista da fare ai testimoni, per poi poter scrivere una cronaca.
TASK
• Attività 1 Nel gruppo giornalisti e testimoni realizzano e registrano l’intervista. Poi la
trascrivono.
• Attività 2 A coppie, i giornalisti di ciascun gruppo preparano una cronaca scritta, i testimoni
scrivono una lettera alla dirigente scolastica in cui raccontano e commentano l’accaduto.
• Attività 3 I giornalisti leggono la propria cronaca alla classe. Si confrontano tra di loro le
cronache facendo notare eventuali carenze e mancanze. Si ragiona insieme sulla funzione e le caratteristiche della cronaca, sull’importanza del saper raccontare ed esporre fatti e informazioni in maniera completa, chiara e coerente.
FOCUS LINGUISTICO
I OBIETTIVO: saper raccontare seguendo un ordine e una coerenza interna.
Focus 1. Analisi1: Individua le cinque “W” nel testo della seguente cronaca e inseriscile nella griglia. (Cfr. DOCUMENTO 1)
BOTTEEMISTERIINCORRIDOIO
Scuola secondaria di I grado di Tione – lunedì nero per un nostro compagno di scuola che, certo, ha iniziato molto male questa settimana. Lunedì 11 ottobre si è verificato anche nella nostra scuola un episodio di bullismo proprio come quelli di cui sentiamo parlare in televisione o di cui leggiamo in internet. Come ci racconta un testimone oculare dell’accaduto ( che abbiamo preferito mantenere anonimo), L.B. - queste le iniziali del protagonista della triste vicenda – era uscito poco prima della ricreazione per prendere qualcosa alla macchinetta del II piano quando è stato improvvisamente aggredito da tre
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ragazzi. L.B. è stato spinto a terra e preso a calci senza che ci fosse il tempo di intervenire. Il nostro testimone ha assistito impietrito all’accaduto dalla porta dei bagni dello stesso piano dove si trovava; l’intervistato ci ha raccontato che uscendo dalla sua aula aveva visto L.B. dirigersi alla macchinetta e poco dopo ha sentito i rumori chiari di uno scontro corpo a corpo. Il nostro testimone non ha avuto il tempo né di reagire né di soccorrere L.B. perché subito è intervenuta un’insegnante, forse richiamata dal rumore. Gli aggressori sono scappati immediatamente sfruttando l’uscita anti-incendio in fondo al corridoio, forse spaventati dai passi della prof.
L.B. è stato soccorso dalla prof. Ballardini e dal bidello Nello che nel frattempo passava di lì – per il nostro compagno tanto spavento e qualche botta, ma per fortuna nulla di serio. Anche il nostro testimone ( l’unico a quanto pare ad aver visto la scena per intero) ha aiutato L.B. , ma afferma di non aver riconosciuto i ragazzi colpevoli dell’accaduto.
Tutta la vicenda è avvolta ancora da un fitto mistero: L.B. non ha svelato pubblicamente i nomi dei ragazzi che lo hanno picchiato ( ha avuto però un colloquio con i docenti e i dirigenti), l’insegnante li ha visti solo scappare da lontano e di spalle…insomma “ le indagini” proseguono.
Ciò che è certo è che tra pochi giorni ci sarà un’assemblea della scuola in cui si affronterà questo fatto perché, pare, non è il primo avvenimento di questo genere.
Cosa accadrà? Quali saranno i provvedimenti? La sospensione?
Speriamo di potervi dare al più presto altre notizie su questa brutta avventura nel prossimo numero ( speciale!) di Sottobanco.
When Where Who What Why
Chiavi
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When Where Who What Why Lunedi 11 ottobre
Scuola secondaria di I grado di Tione
L.B. Tre aggresori
L. B. è stato vittima di un episodio di bullismo; è stato improvvisamente aggredito da tre ragazzi. L.B. è stato spinto a terra e preso a calci
Tutta la vicenda è avvolta ancora da un fitto mistero
Analisi 2. Individuate nelle vostre cronache le cinque “W” inserendole nella griglia: ci sono tutte? Cosa manca? (Cfr. DOCUMENTI 2,3,4,5,6)
When Where Who What Why
Analisi 3. Mettete in ordine gli eventi (l’insegnante ritira l’articolo) (Cfr. DOCUMENTO 1)
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___ Gli aggressori sono scappati immediatamente.
___ Il nostro testimone non ha avuto il tempo né di reagire né di soccorrere L.B. perché subito è intervenuta un’insegnante.
___ L.B. è stato soccorso dalla prof. Ballardini e dal bidello Nello.
___ L.B. è stato spinto a terra e preso a calci.
___ L.B. era uscito poco prima della ricreazione per prendere qualcosa alla macchinetta quando è stato aggredito da tre ragazzi.
___ L.B. non ha svelato pubblicamente i nomi dei ragazzi che lo hanno picchiato.
_1_ Lunedì 11 ottobre si è verificato un episodio di bullismo.
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Pratica: Ascolta la seguente cronaca tratta da un Tg e poi:
- Scrivi le 5 W nella tabella - Fai un elenco delle cose che vengono raccontate, in ordine cronologico - Trasforma la notizia del TG in un breve articolo di cronaca
When Where Who What Why
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II OBIETTIVO: saper collegare le frasi con i principali connettivi temporali e causali; Focus 2. Analisi 1. Completa il seguente testo con le parole mancanti, elencate sotto. (Cfr. DOCUMENTO 1 )
BOTTEEMISTERIINCORRIDOIO
Scuola secondaria di I grado di Tione – lunedì nero per un nostro compagno di scuola che, certo, ha iniziato molto male questa settimana. Lunedì 11 ottobre si è verificato anche nella nostra scuola un episodio di bullismo, proprio come quelli di cui sentiamo parlare in televisione o di cui leggiamo in internet. Come ci racconta un testimone oculare dell’accaduto ( che abbiamo preferito mantenere anonimo), L.B. - queste le iniziali del protagonista della triste vicenda – era uscito poco prima della ricreazione per prendere qualcosa alla macchinetta del II piano,__________è stato improvvisamente aggredito da tre ragazzi. L.B. è stato spinto a terra e preso a calci __________ ci fosse il tempo di intervenire. Il nostro testimone ha assistito impietrito all’accaduto dalla porta dei bagni dello stesso piano________si trovava; l’intervistato ci ha raccontato che uscendo dalla sua aula aveva visto L.B. dirigersi alla macchinetta e ____________ha sentito i rumori chiari di uno scontro corpo a corpo. Il nostro testimone non ha avuto il tempo né di reagire né di soccorrere L.B.___________,________ , è intervenuta un’insegnante, forse richiamata dal rumore. Gli aggressori sono scappati immediatamente sfruttando l’uscita anti-incendio in fondo al corridoio, forse spaventati dai passi della prof. L.B. è stato soccorso dalla prof. Ballardini e dal bidello Nello che____________________passava di lì – per il nostro compagno tanto spavento e qualche botta, ma per fortuna nulla di serio. Anche il nostro testimone ( l’unico a quanto pare ad aver visto la scena per intero) ha aiutato L.B. ,_____afferma di non aver riconosciuto i ragazzi colpevoli dell’accaduto. Tutta la vicenda è avvolta ancora da un fitto mistero: L.B. non ha svelato pubblicamente i nomi dei ragazzi che lo hanno picchiato ( ha avuto ________un colloquio con i docenti e i dirigenti), l’insegnante li ha visti solo scappare da lontano e di spalle…insomma “ le indagini” proseguono. Ciò che è certo è che tra pochi giorni ci sarà un’assemblea della scuola in cui si affronterà questo fatto____________, pare, non è il primo avvenimento di questo genere. Cosa accadrà? Quali saranno i provvedimenti? La sospensione? Speriamo di potervi dare al più presto altre notizie su questa brutta avventura nel prossimo numero ( speciale!) di Sottobanco. dove – ma – nel frattempo – però – poco dopo – quando – perché – perché – senza che – subito.
-A cosa servono?
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________.
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Chiave:
Scuola secondaria di I grado di Tione – lunedì nero per un nostro compagno di scuola che, certo, ha iniziato molto male questa settimana. Lunedì 11 ottobre si è verificato anche nella nostra scuola un episodio di bullismo proprio come quelli di cui sentiamo parlare in televisione o di cui leggiamo in internet. Come ci racconta un testimone oculare dell’accaduto ( che abbiamo preferito mantenere anonimo), L.B. - queste le iniziali del protagonista della triste vicenda – era uscito poco prima della ricreazione per prendere qualcosa alla macchinetta del II piano quando è stato improvvisamente aggredito da tre ragazzi. L.B. è stato spinto a terra e preso a calci senza che ci fosse il tempo di intervenire. Il nostro testimone ha assistito impietrito all’accaduto dalla porta dei bagni dello stesso piano dove si trovava; l’intervistato ci ha raccontato che uscendo dalla sua aula aveva visto L.B. dirigersi alla macchinetta e poco dopo ha sentito i rumori chiari di uno scontro corpo a corpo. Il nostro testimone non ha avuto il tempo né di reagire né di soccorrere L.B. perché, subito, è intervenuta un’insegnante, forse richiamata dal rumore. Gli aggressori sono scappati immediatamente sfruttando l’uscita anti-incendio in fondo al corridoio, forse spaventati dai passi della prof. L.B. è stato soccorso dalla prof. Ballardini e dal bidello Nello che nel frattempo passava di lì – per il nostro compagno tanto spavento e qualche botta, ma per fortuna nulla di serio. Anche il nostro testimone ( l’unico a quanto pare ad aver visto la scena per intero) ha aiutato L.B. , ma afferma di non aver riconosciuto i ragazzi colpevoli dell’accaduto. Tutta la vicenda è avvolta ancora da un fitto mistero: L.B. non ha svelato pubblicamente i nomi dei ragazzi che lo hanno picchiato ( ha avuto però un colloquio con i docenti e i dirigenti), l’insegnante li ha visti solo scappare da lontano e di spalle…insomma “ le indagini” proseguono. Ciò che è certo è che tra pochi giorni ci sarà un’assemblea della scuola in cui si affronterà questo fatto perché, pare, non è il primo avvenimento di questo genere. Cosa accadrà? Quali saranno i provvedimenti? La sospensione? Speriamo di potervi dare al più presto altre notizie su questa brutta avventura nel prossimo numero ( speciale!) di Sottobanco.
Analisi 2. Ricerca e sottolinea nella tua cronaca i connettivi che hai usato:
Pratica 1. Lega le seguenti frasi con i connettivi temporali (prima, dopo, quando, infine……);; oppositive (ma, però, invece, mentre……).
1) I testimoni raccontano che è stata una scena orrenda ____non sono intervenuti __ non
hanno chiamato la polizia per paura di essere aggrediti
2) È intervenuto un solo ragazzo di circa undici anni __ è stato picchiato pure lui
3) I ragazzo di nove anni____________ è stato ucciso con una coltellata in pancia
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4) Venerdì 6 maggio, __________ suonata la campanella della scuola si è svolto un atto
di bullismo nel cortile dell’edificio scolastico.
5) da quello che hanno detto i testimoni non c’è stato per niente intervento della polizia,
____ solo dell’ambulanza
6) Infatti precedentemente dall’intervento di Trevor la vittima era da sola, __________ gli
aggressori erano in tre di cui uno armato di coltellino.
Chiave:
1) I testimoni raccontano che è stata una scena orrenda ma non sono intervenuti e non
hanno chiamato la polizia per paura di essere aggrediti
2) È intervenuto un solo ragazzo di circa undici anni ma è stato picchiato pure lui
3) il ragazzo di nove anni invece è stato ucciso con una coltellata in pancia
4) Venerdì 6 maggio appena suonata la campanella della scuola si è svolto un atto di
bullismo nel cortile dell’edificio scolastico.
5) Da quello che hanno detto i testimoni non c’è stato per niente intervento della polizia,
ma solo dell’ambulanza
6) Infatti precedentemente dall’intervento di Trevor la vittima era da sola, mentre gli
aggressori erano in tre di cui uno armato di coltellino.
Pratica 2. Collega le frasi della colonna di sinistra con quelle della colonna di destra.
1 - Sì, anch’io ho avuto molto paura ma poi è stato ucciso.
2 - I bulli inizialmente erano due che pestavano il primo ragazzo,
quando è finita l’ora di lezione.
3 - Sì, era all’interno della scuola, dentro il cortile
poi è venuto un terzo bullo
4 - I bulli sono scappati
perché all’inizio cioè non era una rissa tanto accesa
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5 - Sì si è difeso aggredendo il bullo,
dopo averlo ucciso con l’intervento del professore.
- Quali rapporti creano i connettivi che legano le 5 frasi?
Frase 1 ………………………………………………..
Frase 2 ………………………………………………..
Frase 3 ………………………………………………..
Frase 4 ………………………………………………..
Frase 5 ………………………………………………..
Chiavi:
1. Sì, anch’io ho avuto molto paura perché all’inizio cioè non era una rissa tanto accesa;
2. I bulli inizialmente erano due che pestavano il primo ragazzo, poi è venuto un terzo bullo
3. Sì, era all’interno della scuola, dentro il cortile, quando è finita l’ora di lezione;
4. I bulli sono scappati dopo averlo ucciso con l’intervento del professore;
5. Sì si è difeso aggredendo il bullo, ma poi è stato ucciso.
Frase 1: causale
Frase 2: temporale
Frase 3: temporale
Frase 4: temporale
Frase 5: avversativa
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RIPETIZIONE DEL TASK
PRIMA DEL TASK
• Brainstorming per attivare competenze lessicali, idee, sentimenti su episodi di vandalismo.
• Istruzioni per il task. TASK
• L’insegnante proietta un video senza audio o commenti in cui si mostra una scuola
devastata da alcuni vandali. A coppie i ragazzi devono produrre una cronaca scritta in cui riferiscono in maniera completa l’accaduto sulla base delle immagini viste.
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ALLEGATI
DOCUMENTO1
BOTTEEMISTERIINCORRIDOIO
Scuola secondaria di I grado di Tione – lunedì nero per un nostro compagno di scuola che, certo, ha iniziato molto male questa settimana. Lunedì 11 ottobre si è verificato anche nella nostra scuola un episodio di bullismo proprio come quelli di cui sentiamo parlare in televisione o di cui leggiamo in internet. Come ci racconta un testimone oculare dell’accaduto ( che abbiamo preferito mantenere anonimo), L.B. - queste le iniziali del protagonista della triste vicenda – era uscito poco prima della ricreazione per prendere qualcosa alla macchinetta del II piano quando è stato improvvisamente aggredito da tre ragazzi. L.B. è stato spinto a terra e preso a calci senza che ci fosse il tempo di intervenire. Il nostro testimone ha assistito impietrito all’accaduto dalla porta dei bagni dello stesso piano dove si trovava; l’intervistato ci ha raccontato che uscendo dalla sua aula aveva visto L.B. dirigersi alla macchinetta e poco dopo ha sentito i rumori chiari di uno scontro corpo a corpo. Il nostro testimone non ha avuto il tempo né di reagire né di soccorrere L.B. perché subito è intervenuta un’insegnante, forse richiamata dal rumore. Gli aggressori sono scappati immediatamente sfruttando l’uscita anti-incendio in fondo al corridoio, forse spaventati dai passi della prof.
L.B. è stato soccorso dalla prof. Ballardini e dal bidello Nello che nel frattempo passava di lì – per il nostro compagno tanto spavento e qualche botta, ma per fortuna nulla di serio. Anche il nostro testimone ( l’unico a quanto pare ad aver visto la scena per intero) ha aiutato L.B. , ma afferma di non aver riconosciuto i ragazzi colpevoli dell’accaduto.
Tutta la vicenda è avvolta ancora da un fitto mistero: L.B. non ha svelato pubblicamente i nomi dei ragazzi che lo hanno picchiato ( ha avuto però un colloquio con i docenti e i dirigenti), l’insegnante li ha visti solo scappare da lontano e di spalle…insomma “ le indagini” proseguono.
Ciò che è certo è che tra pochi giorni ci sarà un’assemblea della scuola in cui si affronterà questo fatto perché, pare, non è il primo avvenimento di questo genere.
Cosa accadrà? Quali saranno i provvedimenti? La sospensione?
Speriamo di potervi dare al più presto altre notizie su questa brutta avventura nel prossimo numero ( speciale!) di Sottobanco.
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DOCUMENTO2
SEMPREPIÙBULLI:
Trento,6maggio2011
Igenitorihannopauradimandareiproprifigliascuola.
Unragazzodell’etàdinoveannièstatopicchiatodatreragazzitraiquattordicieiquindicianni,ilragazzoperpauranonhareagito.
Ilragazzoèstatominacciatoalmomento,nelcortiledellascuolaAlessandroManzoniincorsoBuonarrotti.
Itestimoniraccontanocheèstataunascenaorrenda,manonsonointervenutienonhannochiamatolapoliziaperpauradiessereaggrediti.
Èintervenutounsoloragazzodicircaundiciannimaèstatopicchiatopurelui,ilragazzodinoveanniinveceèstatouccisoconunacoltellatainpancia.
Itestimonipensanocheibullisicomportinocosìsoloperdimostrareaglialtridiesserepiùforti.
QuestoètuttomentreattendiamoladecisionedelgiudiceminorileAlessandroBianchi.
IgiornalistiA.K.eF.B.
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DOCUMENTO3
ATTO DI BULLISMO DAVANTI ALLA SCUOLA MANZONI
di A. M. e I. F.
Trento 6 maggio 2011
Nel pomeriggio di ieri, 5 maggio 2011, è accaduto un atto di bullismo davanti alla scuola media Manzoni. I testimoni che abbiamo intervistato ci hanno raccontato gli avvenimenti dell’atto.
È iniziato tutto con delle minacce da parte del gruppo degli aggressori verso il giovane alunno Trevor di 12 anni, che è entrato nella lite per difendere un suo compagno indifeso. Infatti precedentemente dall’intervento di Trevor la vittima era da sola, mentre gli aggressori erano in tre di cui uno armato di coltellino, che ha colpito gravemente Trevor alla pancia. Dopo questo avvenimento sono intervenuti due passanti che hanno immediatamente chiamato l’ambulanza. Ma solo dopo alcune ore il ragazzo è deceduto.“è stata un’azione molto rapida dove non siamo riuscite ad intervenire per dividere i ragazzi. Per questo ci sentiamo in colpa e molto impaurite.” Hanno raccontato Le due ragazze testimoni.
La famiglia e gli amici sono distrutti e straziati, già la mattina seguente davanti all’edificio scolastico, molti amici e coetanei si sono ritrovati in ricordo del ragazzo, lasciando fiori e peluche colorati in suo onore. Enormi cartelloni con incisa la frase: “ SEI IL NOSTRO EROE” girano per tutta la città.
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DOCUMENTO4
TRENTO:STUDENTEVITTIMADIBULLISMOCONGRAVICONSEGUENZE
K.A.
Duetestimonipassanticihannoraccontatoindata06.05.2011cheunragazzinododicennefrequentanteunascuolamediaall’uscitadellascuolaalle12.50èstatovittimadibullismodaalcuniragazzipiùgrandi.Ilragazzoeraindifesoeperaiutarloéintervenutoun‘altroalunnoinbicimailqualeèstatopicchiatoasuavolta,elacosapeggioreèchel‘alunnocheèintervenutodopoesserstatopicchiatoemalmenatounodeiduebullihatiratofuoriuncoltelloeglielohaficcatonellapancia.Iprofessoriquandohannouditoleurlaprovenientidalcortiledellascuoladiqueipoveriragazzisonointervenuti,malavicendaeragiàavvenuta.IlragazzinoACCOLTELLATOhapersomoltosanguediconseguenzalascuolahachiamatol‘ambulanzaehannoportatoilragazzoinospedaleconcodicerosso.lostudenteadessoèstatoricoveratoinospedalecongraviconseguenze;inveceilragazzinocheèstatopicchiatoperprimaèscappatoequindisièsalvato.Allafinedellavicendailduebullisonoscappatimalericerchesonocontinueperchénonsonoancorastatitrovati.
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DOCUMENTO5
Cronacadiunepisodiodibullismo
DiV.eD.
Venerdì6maggioappenasuonatalacampanelladellascuolasièsvoltounattodibullismo
nelcortiledell’edificioscolastico.
Abbiamointervistatotretestimonidacuiabbiamoricavatoquesteinformazioni:gli
aggressorieranoinduedicuiunoeraarmato,daquellochehannodettoitestimoninonc’è
statopernienteinterventodellapolizia,masolodell’ambulanzacheinpiùèarrivatamolto
dopodquandoèstatachiamata.
Ilmotivopercuiilragazzinoèstatapicchiatoèancoraignoto,sisasolocheilragazzinoera
moltospaventatoeavevapaura,abbiamochiestoaitestimoniseavesserosentitominacce
daparteloroma,nonhannosentitoniente.
Lavittimaaveva12anniedaquellochesièvistogliaggressorieranodiqualcheannopiù
grandi,allafinedell’episodiolavittimaèmorta,uccisadauncoltellodacucina.
Questoepisodiocheèaccaduto,purtropponegliultimiannistasuccedendospesso.
Speriamosolochenonaccadapiù!!
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DOCUMENTO6
ILBULLISMOASCUOLA:
STUDENTEACCOLTELLATO
Appenauscitidascuola,unostudenteèstatovittimadibullismo.
Aquantoriferitodaitestimoni,losfortunatoragazzinoèstatoaccerchiatodaduepericolosiindividui.
Isuoiproblemisonoiniziatidapreseingiroedèsonoarrivatifinoaminacceepersecuzionifisiche,checonl’andaredeltempoportanoancheseridannipsicologici.
Pocodopol’iniziodel“pestaggio”èintervenutounsuocompagnoperporgergliaiuto,manellosforzodidifenderloèstatopresodimiraasuavoltadagliaggressori.
Ilragazzoinquestionehariportatoingentiferitee,datol’accoltellamento,serieperditedisangue.
Primadell’arrivodeiprofessoriibullisisonodileguatiel’eroicoragazzinoèdecedutoinospedale.
Oggi06/05lapauratraglistudentièaumentataeglistessitestimonichiedonomaggioricontrollieunpolsopiùfermo,inmodotalechequestoavvenimentononsiripetamaipiù,sianellescuolechenellavitaquotidiana,perchénonègiustocheunragazzodisolidodiciannimuoiaperlosfogodiqualcunaltrochenonhanientedimegliodafareperdivertirsi!
A.B.
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INTERVISTE
GRUPPON.1
L.,V.,D.,N.
G:Buongiorno,siamoquiperindagaresuunattodibullismoaccadutotempofa.Abbiamoquatretestimoni.
Volevochiederle,l’avvenimentoacuileierapresentesièsvoltoall’internodellascuola?
T:Sì,eraall’internodellascuola,dentroilcortilequandoèfinital’oradilezione.
T:Confermo.
T:Confermo.
G:Allorapoivolevochiederle,èarrivatalapolizia?
T:Noel’ambulanzaèarrivatasultardi.
T:Sì.
T:Hannoprovatoachiamarel’ambulanza,manonrispondeva.
G:Capito,poivolevochiederle,gliaggressorieranoingruppo?
T:Sì,eranoindue.
T:Confermo.
T:Eranoindue,ameèsembratochesiaggiungesseilterzo.
T:No,nonèvero,eranosoloindue.
T:No,noneranointre.
62
G:Siamotuttiincerti,maèlostesso,volevochiederlelavittimaperdevasangue?
T:L’hannoferitaconilcoltellodacucinaeperdevasangue.
T:Confermo.
T:Anch’io.
G:Poivolevochiederlequandoèsuccessol’avvenimentohaiavutopaurainquelmomento?
T:No,unpo’pauraperiragazzichenonsifacesseromale.
G:Haiavutopaura?
T:No,iono,nemmenoperilragazzo.
G:Lei,invece,haavutopaura?
T:Io,quandosuccedonoquestecose,omiallontanoperchénonmivogliofarc’entrarenienteoppureno,nonhoavutopaura,nonhasenso.
G:Ok,allora,saiperqualemotivoèsuccessotuttoquesto?
T:No,nonloso,hovistosolochedueragazzil’hannobuttatoaterraepoil’hannopresoacalcistoragazzinopiccolo.Dodicianniappenacompiuti.
T:Iohovistocheilragazzino,quellochevenivapicchiatodice,no,noiononhodettonienteanessunoperònonsodicosastavanoparlando.
T:Confermo,sì.
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G:Allora,l’hannominacciatadiqualcosa?
T:No.
T:Forse.
T:No,glihannosolamentechiestosehadettoqualcosaaqualcuno,maquelqualcosaiononsocos’è.
G:Gliaggressorieranoingruppo?
T:Ripeto,sìeranoingruppo,due.
G:Poivolevochiederle,gliaggressorieranopiùgrandidellavittima?
T:Secondome,sì.
T:Anchesecondome.
T:Sìeranoforseripetenti,saicomesonoqueistudentiqua,sonosempreisolitichenonhannonientedafareealloravannodaipiùpiccoli,poiungiornotrovanoquellodelformaggio.
G:Capito,alloravolevochiederle,alloradopoquestoavvenimentoacuierapresente,avetepauradiloro?
T:Iono,nonhomaipauradiniente.
T:No.
T:No.No.
G:Tiposeliincontratedinuovoperstradacosì?
T:No.No.
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G:Vabene,volevoancorachiederle,cosahaiprovatoinquelmomentoquandoèsuccessoquell’avvenimento,quandosisonodatilebotte?
T:Adrenalina.
T:Beh,sonostatolìaguardare,sonorimastoindifferente.
T:Beh,iostavomaleperché,misentivomaleperchéquelragazzoèstatoferito,chissàseèvivo,nonsisaseèvivooèmortoquindistodavveromalemivienedapiangere.
G:Capito,secondovoiègiustochelapolizianonsiaarrivatainquelmomento?
T:No,perchédovrebbeesseresempredisponibile.
T:Lapoliziafailsuolavoro,manonsemprelofanelmiglioredeimodi,stavoltahafattopropriounacavolata,lasciatemipassareiltermine,nonègiusto,deveessercisempre,deveesseresempredisponibile.
G:Capito,daquellochemiavetedettogliaggressorinoneranoamanivuote,maavevanoun’arma,uncoltellodacucina.
T:Nonerapropriouncoltellodacucina,sembravauncoltellinodacollezione.
G:Vabene,alloraaquestopuntononhopiùdomandedadire,grazieperavercollaboratoconnoieperlevostredomande.Grazieearrivederci.
T:Niente,arrivederci.
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Gruppo2
G:Ilbullismoèsuccessoascuola?
T:E’successodoposcuola.Sipropriovero.
G:C’èstatouninterventodellapolizia?
T:No.Nonsièvistonessunlampeggiante,neanchelapolizianéicarabinieri.
T:Confermo.
G:Eilbullocomesiècomportatoneiconfrontidellavittima?
T:Ilbullosiècomportatoinmanieraaggressivaepococorretta.
T:Eanchemoltoarrogantepestandoloedandoglicalci.
G:Lavittimaeraspaventata?
T:Sìmoltissimo,sìperchénonreagiva.
G:Allora,qualisonostateleconseguenzedell’attodibullismo?
T:Unragazzocheèintervenutoperaiutareilragazzopestatocheèstatouccisodaunacoltellata.
G:Lavittimaharicevutominacceprimadelpestaggio?
T:Iononpenso.
T:No,noncredo,forseascuola,dentroascuolaoppureacasa,manonlì.
G:Chefinehafattoilbullo?
T:Ibullisonoscappatidopoaverlouccisoconl’interventodelprofessore.
T:Conunacoltellatainpancia.
G:Lavittimasièdifesa?
T:Laprimavittima,quellaoriginale,no,quellocheèintervenutosì.
T:Sìsièdifesoaggredendoilbullo,mapoièstatoucciso.
G:Ibullihannoagitoingruppooeranoinsingolapersona?
T:Eranoindue.
66
T:Sì,credopropriodisì.
G:Perchélavittimaèstatapicchiata?
T:Perchéluisapevaqualcosachenondovevadireanessunoeibullisivolevanoassicurarecheluinonl’avessedettaanessuno.
T:Confermo,pensopropriodisì.
G:Basta.
GruppoM.S.,F.D.,A.R.,F.T.
67
INTERVISTAGRUPPOTRE
G:Chieralavittima?
T:Lavittimaeraunbambinouscitadascuola
G:Cosaèsuccesso?
T:Ilbambinouscitodascuolaèstatoaggreditodadueragazzi
G:quandoèsuccesso?
T:ilfattoèavvenutosubitodoposcuola,appenasonousciti
G:conoscevalevittime?
T:No,nonleconoscevo
G:quantianniavevalavittimaesattamente?
T:avevapiùomenododicianni
G:quanteeranolevittime?
T:levittimeeranodue,perchéall’inizioeraunopoièvenutol’altroperaiutarlo
G:lavittimahariportatoingentiferite?
T:si,ilbambinochel’haaiutatoèstatoaccoltellatodadueaggressori
G:oltreall’amicochièintervenuto?
T:sonointervenutidueprofessoriperòquandotuttoeragiàfinito
G:c’erasangue
T:sì
G:cosaneèstatodeibulli?
T:ibullisonoscappatisenzafarsivederedaglialtri,senzaaffrontareipiùgrandi
G:voicometestimoniavetechiamatolapolizia?
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INTERVISTAGRUPPO4
Giornalista:aveteavutopauradifronteaquest’attodibullismo?
Testimone1: sì,abbastanzaperchéhosubitopensato ilpeggioancheseall’iniziononsembravaunacosatroppograve,invecepoisièrivelataquasiunamorte.
Testimone2:sì,anch’iohoavutomoltopauraperchéall’iniziocioènoneraunarissatantoaccesa,poi però è arrivato un altro ragazzo con inmanoun coltello e alloraho avuto paura per ilmioamico,solocheeravamodistantienonpotevamointervenire
Giornalista:maèsuccessoqualcosaprimadell’attoveroeproprio,ominacceocosedelgenere?
Testimone 1: non so, non siamo riusciti a seguire più di tanto perché eravamo distanti, peròabbiamo sentito i dueprimidue aggressori del ragazzino che lominacciavano e gli dicevano seaveva,cioèglichiedevanoseavevadettoqualcosaeluiconfermavadinonaverdettoniente,poièiniziatoilpestaggio
Testimone2: sì, l’hannobuttatoper terra, poi l’hannopresoa calci e lui diceva: “Nonhodettoniente,nonhodettoniente”ebasta.
Giornalista: la vittima abbiamo detto è un ragazzo,ma era solo uno o erano più di uno questiragazzichesonostativittime?
Testimone1: eh, inizialmenteè stato soloun ragazzo,poi un amico,penso, è intervenutoe si èmessoinmezzoperdifenderloepoiallafinehaavutolapeggio.
Giornalista:elei?
Testimone2: sì, confermoquellochehadetto lamiaamicacheall’inizioc’eraun ragazzocheèstato,chevenivapestato,poil’altroragazzovolevaintervenireeèandatoaddossoagliaggressoriconlabicicletta.
Giornalista:einveceibulliquantierano?
Testimone1: eh, ibulli inizialmenteeranodue chepestavano ilprimo ragazzo,poi è venutounterzobullochehaalzatoilcoltellocontroilsecondo.
Giornalista:elei?
Testimone2:sìeee,confermoquellochehadettolamiaamica.
Giornalista:allora,abbiamodettochenonsapetesec’eranominacceprimadell’attoeeeperòlavittima,abbiamodettocheèstatacolpita,haavutodeitraumiforti?
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Testimone1:eh,nonèstatachiamatasubitolapoliziamal’ambulanzaperchéèstatocolpitodalcoltelloinpanciaesanguinavaparecchioel’ambulanzal’hasubitoportatoall’ospedaleepoi,oradobbiamovedereirisultati
Giornalista:elei?
Testimone2:sì,lavittima,quellocheaiutavailsuoamicoèstatocolpitodauncoltellocheavevaunterzoaggressorecheèarrivatodopo.
Giornalista:abbiamodettocheèintervenutalapolizia?
Testimone1:no,nonsubito,cioènonl’abbiamovistaarrivarelapoliziamal’ambulanza.
Giornalista:elevostresensazioniqualisonostate?
Testimone1: beh, sicuramente molto paura e anche dispiacere perché non siamo potutiintervenireeperpoileconseguenzechecisonostatedaquestarissa
Giornalista:anchelei?
Testimone2:sì,èstatomoltodurovederedeiragazzinicheavevanodeicoltellielihannotiratofuori contro, cioè in una rissa, non era una cosa tanto grave, solo che non siamo arrivati adintervenire,eravamodistantiecidispiacemolto.
Giornalista:altermineinvecediquestoscontrochecos’èchevièrimastodisensazionidentrodivoi?Nelsenso,paura,ripensateancoraaquestacosa?
Testimone1: beh sìmi vieneda ripensarci perché ci tenevomolto almio amicoedè stataunascena molto crudele, cruenta, insomma, e poi adesso il mio amico è ancora all’ospedale, èricoveratoenonsisaancoracomeandràafinire
Giornalista: ok, un’altra cosa mi potete descrivere com’erano fisicamente i bulli rispetto allevittime?
Testimone1:ilprimoragazzocheèstatoatterratoeraabbastanzabasso,avevaicapelliricci,unpo’morochiaro,cioècastanochiaroel’altroragazzoinvececheèintervenutoconlabici,ancheluinoneratantoalto,avevaicapellibiondienontantocorti,cioènécortinélunghi
Giornalista:chihadatol’allarmediquestoattodibullismo?
Testimone1:eh,sonovenutidue insegnantipenso,duepersoneadulteehannovisto lascenaehannosubitochiamato,sonoandatiadassistereilferitoehannochiamatol’ambulanza
Giornalista:bene,noiavremmofinito
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INTERVISTAGRUPPO5
G:SalvesonolagiornalistadelGlobe,sonoquiconilmiocollegaF.B.perintervistareitestimoniT.I.eA.L.Alloracomevisietesentitiquandoavetevistolascena?
T:ovviamentemisonosentito,comedire,deluso.Nonhoavutoilcoraggiodiintervenireperchéeranotroppograndieeranoaldilàdellemiecapacitàmotorie.
G:TuA.?
T:Eraunascenamoltoorrenda,nonpotevointervenire
G:perchénonhaireagito?
T:perchéeranotroppopiccolieavevopauradiandareingalera.
G:Tu?
T:perchéeranotroppograndiecredevocheavesserodellearmi
G:ok,secondotelavittimaèstataminacciataprimadell’aggressione?
T:Iocredodino,l’abbianoproprioalmomento
G:secondote?
T:anch’iocredolastessacosachehadettolui
G:secondotel’aggressorehaattaccatolavittima?Perchésecondotel’aggressorehaattaccatolavittima?
T:Percomedirefarsivalere,farvedereallavittimachehapiùpoterelui
G:esecondoteinvece?
T:peraiutarlo
G:haichiamatolapolizia?
T:no
T:no
G:perché?
T:nonvolevomettermineiguai
T:neancheio
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G:lavittimahasubitoferitegravi?
T:si,èfinitoancheall’ospedale
T:si,glihannoficcatoilcoltelloinpanciaeèandatoall’ospedale
G:doveèsuccesso?
T:nelcortiledellascuola
G:ok.L’aggressorehapicchiatolavittimaperqualchemotivoinparticolare,perodio?
T:peraiutareunsuoamicochelostavanopicchiando
T:perfarsivalere
G:Secondotel’omertàserveafaretoglieredimezzoilbullismo?
T:No,perchésestaizitto
G:l’omertàdadovenasce?
T:dapauradentrodisé
G:cisonostatimorti?
T:si,si,c’èstatounmorto,lasecondavittimachehacercatodiintervenire
G:chieralavittima?
T:primaunragazzominorenne,circa9,10anniepoiilsecondoragazzocheaveva12anniappenacompiuti
T:lastessacosa
G:quantieranogliaggressori
T:eranodue,trepenso
G:perchécisono
T:perfarsivalerepenso
G:hannoavutopaura?
T:lavittimahaavutopaura
G:comeècominciatalarissa?
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T:certochelavittimasenestavaandandoacasaeibullilopicchiavanoperchéavevadettoqualcosamainvecenoneravero
G:qualcunoèintervenutoperaiutarelavittima?
T:sì,un’altrapersona,peròminorenne
G:lavittimahareagito?
T:no
G:ok,alloravoichecosanepensatediquestacosa?
T:èunacosaorrendaenondevecapitaremaipiù
T:secondomeilbullismoèunacosabruttachenonsidevepermetterenellescuole
T:ilbullismosecondomelofannoiragazzinichenonusanoilcervelloperfarsivalerevoglionofarsivederedallaaltrepersone
T:peravereamici,perfarsivederechesonofortiapicchiare
T:secondomelofannoperchéglimancaaffetto
T:secondomelofannoperfarvederechesonomoltoforti
G:ok,questoètuttodalgiornalistaF.B.eA.K.edaiduetestimonioculariT.I.eA.L.Grazieearrivederci
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RIPETIZIONE DEL TASK
ATTO DI VANDALISMO ALLA SCUOLA ELEMENTARE CARMELO MANERI
Palermo,giovedì 5 ottobre 2011
La mattina di mercoledì 4 ottobre 2011, la scuola elementare statale Carmelo Maneri, nei pressi di Palermo, è stata dichiarata inagibile.
Infatti al momento dell’apertura dell’istituto, la segretaria, come ogni mattina, è arrivata di fronte alla porta d’entrata e si è subito accorta che era danneggiata e colma di scritte.
Inizialmente, la segretaria ha visitato ogni aula della scuola ed è venuta a conoscenza degli immensi disastri come: estintori danneggiati, porte completamente distrutte, telecamere sfasciate e in quasi tutte le aule banchi, armadi, cattedre e sedie erano totalmente rovesciati a terra. In un ampio corridoio, un liquido di colore rosso era sparso su tutto il pavimento e all’interno della palestra c’erano scritte create con le bombolette spray.
Successivamente, molto spaventata, la segretaria ha chiamato la polizia che è arrivata immediatamente.
Si presume che questo enorme atto di vandalismo sia avvenuto durante la notte e i colpevoli siano un gruppo di teppisti minorenni che per il gusto di manomettere la scuola, rendendola inagibile per alcuni giorni, abbiano creato questo disastro.
I danni ammontano a 25 mila euro, ed il dirigente scolastico dell’istituto sta cercando il più presto possibile di identificare, insieme alla polizia, i delinquenti di questo atto.
M. A.
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BULLISMOASCUOLA:EDIFICIODANNEGGIATO
Palermo,16/05/11
Ieri a tarda sera, nell' Istituto Elementare CarmeloManeri a Palermo, si sono verificati atti divandalismo.Nonsiparladimuriesternideturpati,madell'edificioinséedeisuoiambienti.
Svegliatosi presto, come al solito, il bidello ha aperto la scuola un'ora prima dell'entrata deglistudentie,trovandolascuolainquellostatopietoso,haimmediatamentecontattatolaDirigenteeleForzedell'Ordine.
I vandali inquestionenon hanno lasciato indizi personali chepossano ricondurre a loroma leindaginistannoproseguendo.
Sonostatiritrovatiinvece:vetrirottidiporteefinestre,macchiediapparentesangue,varioggettiresiinutilizzabili,armadiettisvuotati,sedierovesciate,banchismontatiegraffitiovunque.
Date le circostanze la scuola è stata chiusa, forseperunmese. L'attualeproblemaè trovareunaltroIstitutopergliallievipresenti.
I teppisti, sicuramente non delle scuole elementari, si pensa che non abbiano avuto particolariragioni per ridurre così malamente questo istituto appena ristrutturato. Erano sicuramente ungruppodiragazzidi16‐17anni.
B.A.
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Si può arrivare perfino a questo:
Il 7 Marzo 2011 il preside Carlo Costanzo della scuola elementare Carmelo Maneri nella provincia di Palermo ha denunciato la totale devastazione dell'edificio.
Si presume siano atti vandalici di alcuni ragazzi incitati solo dal desiderio di volersi divertire distruggendo e danneggiando un edificio pubblico.
Vetri rotti,scritte ovunque...questi sono i danni provocati all'esterno della scuola ma quelli peggiori si trovano all'interno.
Nelle aule,i banchi e le sedie sono distrutti ormai diventati oggetti inutilizzabili.
Soprattutto l'atrio è stato oggetto di questi atti vandalici,dati i materiali di studio (libri,quaderni..) gettati a terra,bibite rovesciate;gli estintori utilizzati per danneggiare altri spazi scolastici sono ormai per terra,vuoti.
Perfino il pavimento è stato riempito di scritte.
Viste le condizioni pietose della scuola il preside ha annunciato la chiusura temporanea dell'istituto elementare Carmelo Maneri.
Testimoni per ora non ve ne sono,resta solo il dubbio di chi possa aver fatto ciò.
W. B.
A. A.
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Atti di vandalismo nella scuola elementare “Carmelo Maneri” di Palermo Nel giorno 20 aprile 2010 durante le vacanze di Pasqua è accaduto un fatto molto spiacevole. Alcuni ragazzi, non ancora identificati, nella sera fra il 20 e il 21 aprile hanno fatto irruzione nella scuola “C. Maneri” di Palermo. Sono stati compiuti molti atti di vandalismo. Sono state danneggiate molte aule, rovinati dei banchi e rovesciati per tutta la classe. Sono state danneggiate anche molte, se non tutte, le finestre dell’edificio, con sassi e bombolette spray colorate. Per la palestra è stato gettato del colore a terra, nel corridoio sono stati trovati estintori abbandonati dalle scale sono state gettate alcune sedie. In un corridoio, probabilmente l’atrio d’entrata, è stato rotto un televisore. La dirigente alla saputa dell’accaduto si è precipitata subito nell’edificio scolastico per supervisionare. La polizia, subito chiamata dalla preside si è messa ad indagare sui possibili colpevoli, non ancora trovati. Appena avremo maggiori informazioni, scriveremo un nuovo articolo.
C. e L. 28/04/2010
ATTODIVANDALISMO
3novembre2010‐“Lascuolaeradevastata,sedieaterra,oggettirotti,scrittesuimurieporte,vetri rotti...” questa è la testimonianza del preside A. Patton della scuola elementare statale“CarmeloManeri” di Palermo. Inquesta scuola è avvenuto un grave atto di vandalismo, subitodenunciatoallapolizia.“
I responsabili non sono ancora stati identificati ma verranno severamente puniti per i danniprocurati”affermaiomaresciallodeicarabinieri“.
Questivandali,probabilmente,erano3o4edhannoagitoperdivertimentoopervendetta”.Tuttele aule della scuola sono state danneggiate: sedie e cattedre sono state sfasciate, i vetri dellefinestre sono stati rotti, muri, porte e pavimenti sono stati rovinati da scritte, il sistema diriscaldamentoèstatodeturpato,sonostatidanneggiatioggettiscolasticiepersonaliperpiùdi€25.000didanni.
La scuola è stata chiusaper essere risistematae gli alunni potrannoproseguire le lezioni in unasedevicina.
SonoarrivatiaiutifinanziaridapartedellaprovinciaedelloStatochesarannoripagatidaicolpevoliunavoltaindividuati.
I.eL.
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CONCLUSIONI (di Pierluigi Antignano e Alessandra Salzedo)
LA DIDATTICA PER TASK
NELL’ESPERIENZA CONCRETA DELLA VITA DI CLASSE
Uno sguardo complessivo a quella che è stata l’esperienza di noi insegnanti nel proporre
in classe le attività legate al task, non può che rilevare molti elementi di positività. Tali
elementi possono essere sintetizzati conclusivamente nella maniera seguente:
1) nel corso delle attività è stato possibile notare un maggiore e più attivo coinvolgimento
degli alunni nelle attività proposte, che non prevedevano soltanto una capacità attentiva
esercitata in modo meramente passivo ma prevedeva un’attenzione applicata a più abilità
(ascolto, brainstorming, scambio di opinioni e di idee, costruzione del testo, parlato inteso
come restituzione al docente di quanto era stato fatto). I ragazzi, insomma, si sono sentiti
parte attiva nel creare qualcosa e in questo senso sono stati attivi creatori di conoscenza;
2) durante le attività è emerso che la didattica per task consente di integrare approcci
tradizionali (lettura, produzione scritta, produzione orale) ad altri basati sulle nuove
tecnologie (ascolto di testimonianze registrate; visione di filmati; ascolto di temi musicali di
commento alle immagini). Sotto questo aspetto la didattica per task appare perfettamente
integrabile con l’uso delle LIM, che mette assieme appunto la possibilità di esercitare varie
abilità facendo ricorso ai testi, come alle immagini statiche o in movimento e alle
piattaforme magnetiche e digitali. E’ stato anche interessante notare come l’accompagna-
mento musicale di commento alle immagini risulti particolarmente efficace per trasmettere
in modo eloquente ed immediato il tipo di messaggio o di contenuto che si vuol
trasmettere e quindi in questo modo risulta più facile anche per gli alunni trovare il modo di
comunicare ciò che è recepito sia a livello concettuale che a livello emozionale (sembra
infatti che la musica apra una via comunicativa inaspettata);
3) La didattica per task aggira quello che oggi appare sempre più un “ostacolo” dell’attività
di apprendimento degli alunni, ossia apprendere i contenuti prima da una spiegazione
orale basata sul testo e poi dalla lettura (e dalla decodifica) del testo stesso esercitata a
casa. L’approccio metodologico per task, calato com’è nelle necessità della vita pratica,
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apre la via dell’espressione informale e spontanea, si libera delle necessità legate al
formalismo comunicativo su base libresca (quindi meccanica) ed è per questo motivo che
esso ha successo presso gli alunni, i quali appaiono sempre più pressati dalla necessità di
esprimere se stessi e i propri sentimenti ma si sentono bloccati dalla povertà dei loro
mezzi linguistici e dal pregiudizio (scolastico) dell’espressione “corretta” formalmente nel
comunicare bisogni e sentimenti. Né è estranea a tutto questo la modalità dell’auto
espressione individuale delle nuove generazioni “native digitali”, sempre più legata
all’estemporaneità, alla platealità e alla superficialità dei propri gesti espressivi, non più
legati quindi ad una necessità reale e pertanto bisognosa di punti di riferimento concreti
per potersi esplicare in maniera non artificiosa.
4) la metodologia per task, infine, appare particolarmente adatta a valutare gli alunni sulla
base delle proprie competenze scolastiche (comprensione e produzione scritta/orale), così
come declinate anche in sede europea, in quanto le attività stesse sono programmate per
mettere in situazione, e quindi in costante esercizio, tutte le possibilità potenziali dei
parlanti/utenti di una lingua. Le attività del task appaiono, in definitiva, rispetto a quelle
tradizionali (frontali e riproduttive) assai più rispondenti ai descrittori stessi del QCER e
pertanto non abbisognano di “traduzione” in termini pratici di abilità esercitate in maniera
artificiosa e meccanica.
Accanto a questi, che sono indubbiamente dei grossi vantaggi dell’attività della didattica
per task, abbiamo riscontrato anche alcuni punti di debolezza, che rendono necessario, da
un lato, ricondurre tale metodologia nelle sue giuste dimensioni; dall’altro, apportare dei
correttivi che la rendano pienamente efficace, in rapporto agli scopi che essa si prefigge.
Tali aspetti possono essere in tal modo sintetizzabili:
1) durante le attività per task, gli alunni appaiono poco consapevoli del fatto che in realtà
stanno costruendo una conoscenza ed elicitando una competenza disciplinare: essi,
infatti, appaiono concentrati sul “compito” da portare a termine e pertanto la loro
attenzione va più sul risultato pratico che essi devono raggiungere (e che per loro riesce
più attraente) piuttosto che sul valore dell’uso linguistico ad esso sotteso che, proprio per
questo, rimane “nascosto” fino alla fine dell’attività, quando poi viene “svelato” dal docente,
mentre in realtà è esso stesso il focus dell’attività intrapresa. Un’attività didattica dovrebbe
essere più consapevole delle sue finalità e dei suoi scopi e quindi occorrerebbe pensare a
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dei correttivi per rendere i ragazzi più consapevoli che in quel frangente essi sono
costruttori di conoscenza e non semplici esecutori di un compito.
2) un altro possibile correttivo da apportare a questo tipo di didattica potrebbe essere
quello della formulazione di un sillabo (anche di massima) che renda possibile affrontare
l’attività didattica in classe con una certa organicità di percorso e non in maniera casuale.
Tale sillabo inoltre dovrebbe essere in qualche modo condiviso fra i docenti che applicano
tale metodologia, in quanto il bisogno di organicità e di coerenza è certamente uno dei
bisogni maggiormente sentiti nella scuola odierna. Questo non vuol dire appiattimento
della creatività e delle possibilità aperte implicite nella metodologia per task, nell’ambito
della quale è giusto che l’insegnante si senta libero di affrontare l’attività didattica sulla
base di scelte libere, personali e creative; si ritiene tuttavia utile delineare delle linee guida
per indicare percorsi condivisibili e coerenti sia sul piano degli strumenti utilizzati, sia su
quello dei contenuti da proporre.
3) un ultimo aspetto da mettere in luce è quello relativo al fatto che, sin da ora, non appare
possibile risolvere tutta l’attività di insegnamento linguistico (intesa come riflessione sulla
lingua e i suoi meccanismi) nella metodologia per task. Appare invece possibile e
doveroso alternare anche in questo caso approcci didattici innovativi ed approcci
tradizionali: ciò appare particolarmente cogente nel caso degli usi e delle conoscenze
lessicali, le quali, se lasciate unicamente all’apprendimento pratico proprio della lingua
d’uso dal forte impianto informale, rischiano appiattimento d’uso, ripetitività e povertà della
sua varietà. Noi pensiamo che sia giusto proporre delle letture estensive di testi (che
possono essere narrativi così come disciplinari) per rafforzare, consolidare ed allargare le
conoscenze linguistiche degli studenti: in tal modo la didattica per task si configurerebbe
come utile strumento per mettere in gioco le conoscenze linguistiche acquisite (lessicali e
non) sottraendole dalla meccanicità e all’artificiosità degli approcci didattici tradizionali.