autorizzazione del tribunale di genova del 22/1/92 · zione il giusto color e, il tutto corroborato...

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“C ome, ancora Rigoletto?”, mugugnerà qualcuno … Ragio- ni di cassetta, si dirà. La presenza di Traviata in cartello- ne (mag- gio 2018) sembre- rebbe poi confermare una simile ipotesi. In realtà un teatro che riproponga i capisaldi del repertorio è sem- pre il benvenuto, a patto che non si ri- nunci a nuove produ- zioni o ad esperienze teatrali poco esplora- te, anche se meno commerciali. La Sta- gione del Carlo Felice ha, a mio avviso, un giusto equilibrio, proponendo anche un’opera prima (Mi- seria e nobiltà di Marco Tutino) e l’an- cor poco conosciuta Rondine pucciniana. Al di là delle scelte ar- tistiche, tutto ciò non può comunque esimerci dal riconoscere un da- to oggettivo ... siamo di fronte ad un capolavoro. Rigoletto rappre- sentò senza dubbio una svolta nella storia dell’opera italiana. Verdi, seguendo il modello dei suoi illustri predecessori, aveva già compo- PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DEL CARLO FELICE E DEL CONSERVATORIO N. PAGANINI Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Roberto Iovino DINO BURLANDO ORAFO Pezzi unici di laboratorio 16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10 TEL. E FAX 010 589362 [email protected] Ebbene sì, ancora Rigoletto! D opo l’exploit di “We- st side story”, splen- dida esperienza da ripetere, il Carlo Felice torna al teatro tradizionale con “Rigo- letto”. Qui accanto e nella pa- gina successiva Aureliano Zat- toni si sofferma sulla celebre opere verdiana. Qui vogliamo solo proporre una riflessione storica. Era il 26 dicembre 1852 quando il Carlo Felice ospitò per la prima volta “Rigolet- to”. All’epoca, a dire il vero, non tutta la critica locale fu gene- rosa nei confronti del gobbo buffone di corte. Diverse le stroncature, soprat- tutto al libretto del Piave: “Il Piave è un fiume della Venezia e il signor Piave è un fiume di spropositi” si legge in un artico- lo pubblicato su “La Maga” il 28 dicembre successivo. Proprio in quell’articolo, però, vengono n. 125 - dicembre 2017 Aureliano Zattoni (segue a pagina 2) (segue a pagina 2) sottolineate due novità impor- tanti che il Carlo Felice propose quella sera. Proprio alla prima dell’opera verdiana, infatti, fu inaugurata l’illuminazione a gas del Teatro del Barabino. L’altra novità riguarda il podio. Scrisse ”La Maga”: “Faremo pure i nostri complimenti al Si- gnor Mariani Direttore dell’Or- chestra per la sua solita bravu- ra nel dirigerla, ma avremmo pre- ferito di vederlo dirigere col suo solito archetto e col violino anziché con quella certa cosa, che non sa- pevamo che fosse, ma che ci venne detto essere una bacchetta”. Con “Rigoletto”, dunque, per la prima volta entrò nella magnifi- ca sala del Barabino la bacchet- ta direttoriale. Il direttore d’orchestra lasciava l’archetto del violino, in prece- R igol R et igol t et o t Giuseppe R Giuseppe igol R erd V Ve Giuseppe et igol erdi t et o t Dorian Wilson rancesco Ivan Ciampa F Direttore d’orc 29 22, 23, 27 7 Dorian Wilson 6, 9, 10, 12 rancesco Ivan Ciampa hestra Direttore d’orc 6, 9, 10, 12 da un’idea di eatro T Te Nuovo A Scene ivien Hewitt V Regista assistente Rolando P Regia Dorian Wilson anerai Rolando P da un’idea di elice eatro Carlo F llestimento Nuovo A ivien Hewitt Regista assistente anerai Rolando P , 29 22, 23, 27 7, Dorian Wilson anerai ranco Sebastiani F Maestro del Coro eatro T Te hestra e Coro Orc Luciano Novelli uci L Regina Sc Costumi ranco Sebastiani Maestro del Coro elice eatro Carlo F hestra e Coro Luciano Novelli er ke hrec Regina Sc Costumi Carlos Álvarez martuvshin Enkhbat A Leo Nucci Rigoletto Celso A Massimiliano Pisapia ntonio Gandia A Il Duca di Mantova 23, 27, 29 Carlos Álvarez 22 9, martuvshin Enkhbat 10, 12 6, Leo Nucci Rigoletto 23, 27, 29 lbelo Celso A 22 9, Massimiliano Pisapia 10, 12 6, ntonio Gandia Il Duca di Mantova Giuseppe De Luca Il Conte di Ceprano ldo Orsolini A Borsa Claudio Ottino Marullo Stefano Rinaldi Miliani Il Conte di Monterone Giuseppe De Luca Il Conte di Ceprano Claudio Ottino Stefano Rinaldi Miliani Il Conte di Monterone sabato 23 venerdì 22 martedì 12 domenica 10 0 20.3 sabato 23 fuori abb. 0 20.3 ore venerdì 22 turno 0 20.3 ore martedì 12 turno 0 15.3 ore domenica 10 turno 0 15.3 ore turno 0 20.3 ore 6 7 201 L fuori abb. 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Page 1: Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 · zione il giusto color e, il tutto corroborato da una profonda padronanza dei mezzi del-la drammaturgia musicale. Notiamo ad esempio

“Come, ancora Rigoletto?”, mugugnerà qualcuno … Ragio-ni di cassetta, si dirà. La presenza di Traviata in cartello-ne (mag-

gio 2018) sembre-rebbe poi confermareuna simile ipotesi. Inrealtà un teatro cheriproponga i capisaldidel repertorio è sem-pre il benvenuto, apatto che non si ri-nunci a nuove produ-zioni o ad esperienzeteatrali poco esplora-te, anche se menocommerciali. La Sta-gione del Carlo Feliceha, a mio avviso, ungiusto equilibrio,proponendo ancheun’opera prima (Mi-seria e nobiltà diMarco Tutino) e l’an-cor poco conosciutaRondine pucciniana.Al di là delle scelte ar-tistiche, tutto ciò non può comunque esimerci dal riconoscere un da-to oggettivo ... siamo di fronte ad un capolavoro. Rigoletto rappre-sentò senza dubbio una svolta nella storia dell’opera italiana. Verdi,seguendo il modello dei suoi illustri predecessori, aveva già compo-

PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DEL CARLO FELICE E DEL CONSERVATORIO N. PAGANINIAutorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92

Roberto Iovino

DINO BURLANDOORAFO

Pezzi unici di laboratorio16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10

TEL. E FAX 010 [email protected]

Ebbene sì, ancora Rigoletto!

D opo l’exploit di “We-st side story”, splen-dida esperienza da

ripetere, il Carlo Felice torna alteatro tradizionale con “Rigo-letto”. Qui accanto e nella pa-gina successiva Aureliano Zat-toni si sofferma sulla celebreopere verdiana. Qui vogliamosolo proporre una riflessionestorica.Era il 26 dicembre1852 quando il CarloFelice ospitò per laprima volta “Rigolet-to”. All’epoca, a direil vero, non tutta lacritica locale fu gene-rosa nei confronti delgobbo buffone dicorte. Diverse lestroncature, soprat-tutto al libretto delPiave: “Il Piave è unfiume della Venezia eil signor Piave è un fiume dispropositi” si legge in un artico-lo pubblicato su “La Maga” il 28dicembre successivo. Proprio inquell’articolo, però, vengono

n. 125 - dicembre 2017

Aureliano Zattoni(segue a pagina 2)(segue a pagina 2)

sottolineate due novità impor-tanti che il Carlo Felice proposequella sera. Proprio alla primadell’opera verdiana, infatti, fuinaugurata l’illuminazione a gasdel Teatro del Barabino. L’altra novità riguarda il podio.Scrisse ”La Maga”: “Faremopure i nostri complimenti al Si-gnor Mariani Direttore dell’Or-chestra per la sua solita bravu-

ra nel dirigerla,ma avremmo pre-ferito di vederlodirigere col suosolito archetto ecol violino anzichécon quella certacosa, che non sa-pevamo che fosse,ma che ci vennedetto essere unabacchetta”.Con “Rigoletto”,dunque, per la

prima volta entrò nella magnifi-ca sala del Barabino la bacchet-ta direttoriale. Il direttore d’orchestra lasciaval’archetto del violino, in prece-

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La Lirica

(dalla prima pagina)

sto opere importanti. Si pensi a Nabucco, adErnani ... Tuttavia questo modus operandicominciava a stargli sempre più stretto, poi-ché non adatto a rappresentare i sentimentidi quei nuovi personaggi che ormai attirava-no la sua attenzione. Come è noto, la tramaderiva da un dramma francese, Le Roi s’a-muse, scritto da Victor Hugo nel 1832.Protagonisti erano Francesco I di Francia,celebre re del Rinascimento, ritratto comeun Don Giovanni, circondato da cortigianicorrotti e crudeli, e Tribolet, il suo buffone.E proprio da Tribolet derivò il titolo dell’o-pera, modificato in Rigoletto a causa dellacensura. Verdi era consapevole fin dall’inizioche proprio con la censura avrebbe avutonon pochi problemi e non c’era giorno chenon ne parlasse con il suo librettista …avrei un altro soggetto che se la polizia vo-lesse permettere sarebbe una delle piùgrandi creazioni del teatro moderno. […] Ilsoggetto è grande, immenso, ed avvi un ca-rattere che è una delle più grandi creazioni

Ebbene sì, ancora Rigoletto!

denza abituale strumento per scandire iltempo al complesso strumentale e prende-va, per non lasciarla più, una bacchettinapiù leggera e più corta. Da esecutore-con-duttore diventava esclusivamente “diretto-re”. A compiere questa rivoluzione fu An-gelo Mariani che fino al 1873 lavorò al Car-lo Felice come direttore stabile. Un bel pri-mato per il nostro teatro lirico, avere a ca-po dell’orchestra il più autorevole direttoreitaliano del tempo, colui che nel 1871 a Bo-

logna diresse “Lohengrin”, prima apparizio-ne di Wagner in Italia.E a proposito di direttori nei giorni scorsi ilCarlo Felice ha nominato direttore princi-pale ospite Daniel Smith, giovane artistaaustraliano che affianca Andrea Battistoni(direttore principale) e Fabio Luisi (diretto-re onorario). Un bel terzetto per un futuro,ci auguriamo, all’insegna della qualità.

Roberto Iovino

mo però trovarne un elemento catalizzantenella concreta ricerca del realismo da partedi Verdi … si badi bene, realismo, non unverismo ante litteram. Realismo significa as-segnare ad ogni sentimento, ad ogni situa-zione il giusto colore, il tutto corroboratoda una profonda padronanza dei mezzi del-la drammaturgia musicale. Notiamo adesempio la brutalità della scena e del lin-guaggio nel terzo atto, quando Rigoletto,volendo mostrare a Gilda la vera natura delduca, la conduce alla locanda di Sparafucile.Pensiamo a quella romanza, La donna è mo-bile, spesso liquidata come un’arietta volga-re, di sicuro successo, ma artisticamente po-co valida, in realtà un notevole espedientedrammaturgico-musicale, appartenendo allacategoria delle cosiddette “musiche in sce-na”, cioè percepite dagli altri personaggi co-me musica reale - se La donna è mobile nonfosse una vera canzone, Rigoletto non po-trebbe sentirla e poi riconoscerla da lontanomentre sta per gettare il sacco nel fiume.Raramente, nella letteratura dell’ottocento,troviamo un buffone di corte descritto comeuna figura nobile di animo e di principi, dan-do in qualche modo lezione di “moralità” adun aristocratico incosciente e dissoluto, conuno sfondo di personaggi meschini e cor-rotti. Ancora Rigoletto, dunque? Ebbene sì,ancora Rigoletto, ma solo comprendendo lapotenza delle sue novità formali e contenu-tistiche, solo immedesimandoci nello scon-certato turbamento che pervase il pubblicodella prima, potremo ancora accostarci aduna genuina recezione di questo eterno ca-polavoro.

Aureliano Zattoni

(dalla prima pagina)

Antonio Gandia Leo Nucci

che vanti il teatro di tutti i paesi e di tutte leepoche. Come era prevedibile il Governato-re di Venezia - l’opera doveva andare in sce-na alla Fenice - bloccò il progetto, rimpro-verando al compositore e al suo librettista lascelta di un simile argomento: … deploroche il poeta Piave ed il celebre Maestro Ver-di non abbiano saputo scegliere altro campoper far emergere i loro talenti che quello diuna ributtante immoralità ed oscena trivia-lità qual è l’argomento del libretto intitolatoLa maledizione. Non c’era scampo. La cen-sura cercò infatti di eliminare tutte quellecose che per il compositore erano impor-tanti … gli amori del re, la gobba del buffo-ne, il sacco che alla fine racchiude il corpodella ragazza pugnalata … Ma Verdi rifiutaogni compromesso … Un gobbo che canta,dirà taluno! E perché no? […] Io trovo ap-punto bellissimo rappresentare questo per-sonaggio esternamente deforme e ridicolo,ed internamente appassionato e pieno d’a-mor ... Il compositore ottenne infine il via li-bera, ma a prezzo di qualche cambiamento.Il re di Francia fu trasformato nel Duca diMantova, i nomi dei personaggi furonocambiati opportunamente. Soprattutto futagliata una scena scabrosa, quella in cui ilduca amoreggia con la figlia di Rigoletto do-po che è stata rapita dai cortigiani. E quan-do il marito di una cantante chiese un’aria inpiù per Gilda, Verdi così rispose … dovetrovare una posizione? … Una ve ne sareb-be, ma Dio ci liberi! Saremmo flagellati! Bi-sognerebbe far vedere Gilda col Duca nellasua stanza da letto! Mi capisci? In tutti i ca-si sarebbe un duetto. Magnifico duetto! Mai preti, i frati e gli ipocriti griderebbero alloscandalo. Troppe le novità di quest’operaper parlarne in spazi così angusti. Potrem-

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L’intervista

Ventitre anni, russa, ma ormai italianizzata,Maria Mundryak si sta preparando al Carlo Felicenel debutto nella parte di Gilda. L’abbiamoincontrata nel suo camerino durante una pausain una prova.

“Debutto qui a Genova nel ruolo di Gilda. E debbo dire che ilCarlo Felice è un teatro che mi porta fortuna nel senso che lamia carriera è ufficialmente iniziata qui. Avevo 19 anni e cantaiin “Le nozze di Figaro”. Da allora il pubblico genovese mi ha“adottato”. Ci sono appassionati che mi scrivono e mi seguononelle mie esibizioni non solo italiane. Lo scorso anno sono stataaccolta con grande simpatia in “Traviata”.

- Lei parla un italiano perfetto…“Sono nata in Russia e ho subito evidenziato una grande passio-ne per il canto. A tre anni cantavo. I miei genitori non si occupa-vano di musica, sono ingegneri, solo un mio bisnonno era violini-sta. Però in famiglia hanno capito che avevo un talento da colti-vare e quando avevo 10 anni hanno fatto il sacrificio di venire inItalia, la patria del belcanto per farmi studiare. Ho frequentatoqui medie e liceo e mi sono iscritta al Conservatorio di Milano dadove sono uscita con il diploma a 18 anni. Io amo l’Italia: mi pia-

Gilda, la russa ce la gente, trovo la natura splendida, la cucina è meravigliosa. Epoi adoro la vostra cultura. Quando sono lontano per lavoro, mimanca”.

- Parliamo del personaggio di Gilda…“Gilda è una figura affascinante. E’ pura e innocente. Vuole benea suo padre ma è travolta dal suo primo amore che si manifestain tutta la sua tragicità. E compie un sacrificio immenso facendo-si ammazzare al posto del Duca. Ho un debole per Verdi…

- Nonostante la giovane età, ha al suo attivo molti ruoli..Cosa manca? Cosa le piacerebbe fare?“In effetti ho già debuttato tredici parti diverse. Il mio sogno eraVioletta e l’ho già interpretata. Ho fatto molte Mimì, recente-mente sono stata Liù in Cina, ora arriva Gilda. Debbo considerareche la mia voce tenderà a cambiare per cui nel futuro vedo opereche al momento non potrei affrontare: penso a Trovatore, Mac-beth, Norma. Bisogna sapersi adattare alla evoluzione delle pro-prie potenzialità vocali”.

- Un’esperienza che ricorda con particolare emozione?“Qui a Genova oltre a lavorare con un mostro sacro come Rolan-do Panerai che a 93 anni sembra un ragazzino, ritrovo Leo Nucciche è un mio mito. Sotto la sua regia interpretai Adina in “L’elò-sir d’amore. E fu un momento importante della mia carriera. Poiho cantato con lui il secondo atto di Rigoletto in un concertocelebrativo per i cinquant’anni della sua carriera. Alla fine miabbracciò dicendomi: ho trovato la mia Gilda”.

- Un consiglio ai giovani cantanti…“Di riflettere molto sulla propria volontà di fare questa carriera.Occorre avere talento vero ed essere decisi ad affrontare grandisacrifici. La mia vita è il canto, al momento non ho altro. E’appagante ma lo si deve sapere. Gli unici baci attualmente li dosul palcoscenico!”

- Una cantante alla quale pensa come a un modello?“Tante, ma dico subito Tebaldi e Callas. Non partecipo per nes-suna delle due. Sono state entrambe incredibili, pur nella lorodiversità”.

Nicole OIivieri

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Il primo tempo è un lungo Adagio, insolitamente, e si intitola “Lapiazza del Palazzo”; un’atmofera di raggelata ed immota staticitàè resa dalle frasi vitree degli archi su cui si innestano cupi rintoc-chi di timpano ed echi di trombe in lontananza, che intonano duetemi di canti rivoluzionari. Il seguente Allegro “Il 9 Gennaio” rap-presenta la minaccia repressiva incombente e la carica dei soldati,descritta attraverso un climax violento e percussivo, raffigurantela brutalità della reazione. Il terzo movimento “In memoriam” èun requiem ai caduti. Le sonorità brunite degli archi “scuri” dipa-nano una mesta melodia, tipicamente russa, sviluppata secondoprospettive contrappuntistiche preziose ed elevatissime, dove l’e-sperienza e la confidenza con Bach ed i sinfonisti precedenti aShostakovich, si avverte con evidenza.Chiude il consueto Allegro ma non troppo “Allarmi”: un rintoccoforte di campana, introduce una frase di violoncelli e contrabbas-si quasi a modo di canone, per lasciare poi spazio ad un concita-to e mosso episodio, simboleggiante la folla in un’auspicata ed at-tiva rivolta. Inutile però voler vedere toni puramente trionfalisti-ci e celebrativi in tale conclusione: la dominanza del modo mino-re controbilancia le incursioni vittoriose di due canti rivoluziona-ri, rappresentando forse una necessità di rivolta non propriamen-te sfolgorante.Rifiutando perciò con forza di relegare la Sinfonia a mera paginacelebrativa, sembra inevitabile ravvisare in essa l’orrore per i fat-ti cruenti uniti alla pietà per i caduti e la volontà di ribellione, maanche l’ esperita convinzione (vissuta dall’autore sulla propria pel-le), che la successiva rivoluzione del 1917, attesa allora da molticome momento liberante e risarcitorio, nei fatti altro non era sta-ta che il Prologo di analoghe e perduranti repressioni e sanguina-rie prassi politiche, giocate da altri attori ma con medesimi effet-ti sul popolo russo.

Lorenzo Costa

Mercoledì 6 dicembre, ore 15,30Visita alla Mostra “Domenico Piola.Percorsi di pittura baroccaPalazzo Lomellino, via Garibaldi, 7.

Mercoledì 31 gennaio 2018, ore 16Visita alla Mostra: “La città della Lanterna”Museo di Palazzo Reale, via Balbi

Mercoledì 14 febbraio, ore 16Visita alla Mostra “Picasso”Palazzo Ducale, piazza Matteotti

Sabato 28 aprile 2018Gita a TorinoTeatro Regio: I Lombardi alla pri-ma Crociata di Giuseppe VerdiProtagonista Francesco Meli.Prenotazioni entro il 10 gennaio

2018. (tel. 340.6365750)

Domenica 6 maggio 2018Gita a PiacenzaTeatro Municipale: Il Corsaro diGiuseppe VerdiCon Serena Gamberoni.

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L’approfondimento

La Sinfonia L’Anno 1905

ANDAR per Mostre e teatri

Domenica 9 Gennaio 1905, davanti al Palazzo d’invernodi San Pietroburgo andava in scena quella che Lenin definì la prova generale della Rivoluzione del 1917.

U na folla di centocinquantamila persone, il cui porta-voce era il prete ortodosso Gabon, si mosse lenta-mente verso il Palazzo, con l’intento di consegnare

una petizione allo zar Nicola II, una lista di richieste per tutelare idiritti di poveri, contadini, braccianti.Lo scenario doveva presentarsi assai simile a quello che apre ilprologo del Boris Godunov di Musorgskij. Era una mattina di un freddo pungente a San Pietroburgo e l’e-norme folla si avvicinò lentamente, in silenzio, aspettando chequalche rappresentante fosse ricevuto. Il popolo si avvicinò ulte-riormente e qualcuno (non lo zar che era nella residenza di Tsar-skoye Selo) impartì lo scellerato ordine di caricare la massa iner-me, pacifica e stremata dal freddo. Al fuoco dei Cosacchi caddero40 persone e più di un centinaio furono ferite.Padre Gabon venne travolto e le sue ultime parole pare siano sta-te: “Non c’è più nessun Dio e nessuno Zar”.Dopo quattro giorni analoga manifestazione si tenne a Riga, in Let-tonia, con eguale risposta:settanta morti e duecento feriti.Manifestazione studentesche vennero represse con eguale bruta-lità: a seguito della furia repressiva del decadente egime zarista,Rimsky Korsakov si dimise dalla cattedra al Conservatorio, orche-strò per protesta la canzone popolare Dubinushka e concepì la suaultima opera, Il Gallo d’oro, estrema e pungente satira di uno reimmaginario, stupido e assente. L’opera venne proibita e fu messain scena dopo la morte dell’autore. Nel 1957 Dmitri Shostakovichdecise di comporre la sua Undicesima Sinfonia in sol minore, a ri-cordo dei fatti della Domenica di sangue, il 9 Gennaio 1905.L’Undicesima è la prima sinfonia di Shostakovich con un dichiara-to intento programmatico. Articolata nei canonici quattro movi-menti, la sinfonia mantiene la struttura tradizionale, e l’intentodescrittivo ed evocativo è raggiunto con la consueta maestriacompositiva dell’autore.Verso l’Undicesima persistono alcune riserve: musica da film, poe-ma sinfonico prolungato, effetti descrittivi da colonna sonora.Parte del secondo movimento è stata a più riprese utilizzata co-me commento sonoro a documentari e filmati sulle pagine piùtragiche dell’Unione Sovietica. Come sempre ad estrapolare unepisodio musicale dal contesto, si fa sempre torto all’opera nelsuo complesso. Un ascolto attento e completo, svelerà non solol’efficacia narrativa infusa nel lavoro, ma anche, come sempre inShostakovich, un’arte della costruzione musicale che si pone in li-nea con gli illustri precedenti di Bruckner e Mahler.

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raccolta è rimasta custodita nella Li-brary of Congress di Washington. Poinel 2016 la Curci ne ha curato un’edi-zione a stampa. Proietti e i suoi “com-pagni d’avventura” si sono tuttavia ba-sati per la loro incisione sul manoscrit-to originale.“Perché tanto amore per Shakespeare ?– scrive Proietti – Oltre che per la verti-ginosa altezza universale del poeta, ilcompositore afferma che i suoi testi ‘ri-chiedevano una collaborazione musicalecome elemento necessario a completarel’espressione poetica’ e nota anche come‘il suo inglese è una lingua assolutamen-te musicale: oserei dire che in esso siuniscono la sottigliezza spirituale dell’in-glese con lo splendore sonoro dell’italiano”.Pagine di estrema raffinatezza, in una stret-ta coordinazione fra l’elemento vocale e ilsupporto pianistico, discreto e ricco insieme,

Il titolo prende spuntodal celebre scritto diEduard Moricke “Mo-zart in viaggio versoPraga” scritto nel 1856e ispirato al viaggio in-trapreso da Amadeusda Vienna a Praga perandare a mettere inscena “Don Giovanni”.Il titolo di Guidarini siriferisce al primo di un-dici brevi racconti inse-riti nel volume.

V ioloncellista e diretto-re d’orchestra, Marco

Guidarini ha sempre af-fiancato alla sua intensaattività musicale gli studiumanistici. Ama leggere spaziando invari settori e ama scrivere.E il libro da poco edito dalMelangolo, “Gulda in viag-gio verso Praga”, è un pia-cevolissimo saggio lettera-rio che riunisce le passionidell’autore.

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Una vera rarità nel panorama musicalenazionale e internazionale: la riscoperta

dei Sonetti di Shakespeare musicati da MarioCastelnuovo Tedesco, uno dei più importanticompositori italiani della prima metà del No-vecento. A proporre queste pagine di note-vole interesse un CD realizzato dalla “BrillantClassic” e interpretato da Valentina Colado-nato, soprano, Mirko Guadagnini, tenore, Fi-lippo Bettoschi, baritono, il “Genova VocalEnsemble & Sibi Consoni Accademia Vocale diGenova” sotto la direzione di Roberta Para-ninfo e il pianista Claudio Proietti.I “Shakespeare Sonnets” sono stati compo-sti durante l’esilio negli Stati Uniti e sono ri-masti inediti fino a pochi mesi fa. Come hascritto Proietti (cui si deve l’attuale riscoper-ta) “il totale dei Sonetti musicati arriva a 32(su 154 del canone shakespeariano), di cuitre destinasti al coro”. Per cinquant’anni la

Libri & Dischi

castelnuovo tedesco canta shakespeare

I raccontI dI GuIdarInI

“Ciascuno – scrive Guidarini – racchiudealmeno un fotogramma, un gesto o unafrase musicale che sono entrate nella miavita e le appartengono a diverso titolo, de-finendola per quello che è stata fino adoggi”. Un libro, dunque, che nasce daun’esigenza autobiografica e che coinvolgepersonaggi reali o personaggi immaginari,con rimandi al mondo musicale, ma anchecon crude rappresentazioni della vita rea-le colta in momenti storici anche difficili. Stile elegante, leggero e profondo insie-me: una bella lettura.

r.i.

i “Shakespeare sonnets” vengono restituitidagli interpreti con maestria espressiva eprofondo affiatamento.

r.i.

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Il Consiglio Direttivo eletto nell’as-semblesa dei soci del 23 ottobre, si èriunito il 29 novembre per l’attribu-zione delle cariche sociali, conferman-dole per intero. Il Consiglio risultacosì composto:

GUENDALINA CATTANEO della VOLTAPresidente Onorario

GIUSEPPE ISOLERIPresidente e Tesoriere

LAURA GIORGIVice Presidente

MARIA GRAZIA ROMANOSegretaria

LORENZO COSTADirettore Artistico

UGO ARMONIConsigliere

MARIA TERESA MARSILIConsigliere

GABRIELLA TASSARAConsigliere

relativi ai primi anni della Scuola di musica.Nelle sezioni successive Davide Viziano, SaraRulli e Camilla Piccardo raccontano le ultimesedi dell’Istituto, mentre Tiziana Canfori,Maurizio Tarrini e Carmela Bongiovannitrattano i beni dell’Istituto, dagli strumenti

all’archivio storico alla bi-blioteca. Una ricca galleriafotografica a colori introdu-ce nelle ultime due parti: itre precedenti direttori (An-gelo Guaragna, PatriziaConti e Claudio Proietti) of-frono una loro testimonian-za, Anna Maria Bordin, af-fronta la ricerca artistica,Caterina Picasso scrive sultema dell’armonizzazionedel sistema musicale nazio-nale. Infine il direttore Ro-berto Iovino inquadra ilConservatorio nella sua faseattuale.

Chiude l’interessante e articolato volume,una ricca appendice curata da Maurizio Tar-rini.

Nicole Olivieri

Èuscito nei giorni scorsi il terzo numerodella rivista annuale del Conservatorio

“Il Paganini” edita da De Ferrari. Nel cinquantesimo anniversario della statiz-zazione dell’Istituto, il nuovo volume è inte-ramente dedicato alla storia del Conservato-rio e costituisce un documen-to prezioso non solo per se-guire lo sviluppo dell’Istituto,ma anche per inquadrarlonella storia genovese e na-zionale. Si articola in diversesezioni. Nella prima (“Le ori-gini”) Cinzia Faldi e MarinaGarau Chessa affrontano ilcontesto storico in cui è natae si è sviluppata la Scuola dimusica, mentre Gian EnricoCortese si sofferma sugli an-tecedenti dell’Istituto e sullastruttura didattica dei primianni. La storia dell’Istitutodalle origini alla statizzazio-ne è tratta invece dal volume pubblicato nel1980 da Salvatore Pintacuda; infine FlavioMenardi e Maurizio Tarrini riuniscono unaantologia di articoli della Gazzetta di Genova

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Adagio Wo043 n. 2, Sonatina Wo043 n. 1,Sonatina Wo044 n. 1 diL. van Beethoven e laSonata op. 36 di H.Vieuxtemps. I due mu-sicisti si sono fatti ap-prezzare per la qualitàdel suono e l’affiata-mento ottenendo uncaloroso successo.

Il Duo Zaleo, composto da Mario DavidLeonardi, viola e Ales-sia Zanghi, pianoforte,ha dato vita ad unosplendido concerto il 28novembre interpretan-do Cinque antiche danzefrancesi di M. Marais,Sonata D 821 “Arpeg-gione” di F. Schubert,

“Pastorale” di L. van Beethoven, Scherzo n.4 di J. Brahms, La leggende di San France-sco da Paola di F. Liszt e Carnevale op. 26 diR. Schumann. Il giovane pianista, già affer-mato e conosciuto in Italia e all’estero pernumerose tourneés ha suscitato l’entusia-smo dei nostri Soci presenti che lo hannomeritatamente applaudito.

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I nostri Concertia cura di Giuseppe Isoleri

Dopo il primo trionfale concerto di inau-gurazione della stagione musicale al

Circolo Unificato dell’Esercito con VashtyUnter, violoncello e Maurizio Barboro, pia-noforte, il 17 ottobre abbiamo conosciutoun nuovo talento: Bruno Francesco Leoneche, al pianoforte, ha affrontato un pro-gramma comprendente Sonata op. 28 n. 15

un nuovo talento

Apeiron Duo, ossia Paola Delucchi, violinoe Albert Lau, pianoforte. I due giovani

artisti, residenti in Inghilterra (Delucchi) eGermania (Lau) sono tornati a suonare pernoi e offrirci un pomeriggio di grande musi-ca: Sonata KV 301 di W.A.Mozart, Sonataop. 105 di R.Schumann, Suite Italienne di I.Stravinsky. Completavano il programma bel-lissime musiche di Ottorino Respighi rara-mente eseguite: Due pezzi dai sei per violinoe pianoforte e la Sonata in Si minore che,per moltissimi di noi, è risultata una scoper-

Bruno Francesco Leone

apeIron duo grandissimo successo

duo Zaleo

BeatrIce FerrarI

Parafrasando il titolo di un film degli an-ni ’60 potremmo dire: “E’ nata una stel-

la”. Infatti il 14 novembre abbiamo ascolta-to, in quello che forse è il primo concerto di-nanzi ad un vero pubblico, una giovanissimaviolinista: Beatrice Ferrari di appena sedicianni. Beatrice frequenta il VII anno con laprof. Donella Terenzio al Conservatorio Pa-ganini e già dimostra tutte le caratteristichemusicali di una maturità poco frequente inartisti così giovani. Ha suonato la Sonata n.1 op. 12 di L.van Beethoven, la Romanza diWieniawsky dal Concerto n. 2 op. 22, ilConcerto n. 1 op. 26 di M. Bruch e Zigeu-nerweisen n. 1 op. 20 di P. Sarasate.Beatrice era magistralmente accompagnataal pianoforte da un nostro validissmo amico:Roberto Mingarini apprezzato e conosciutoin ogni parte per la splendida musicalità e ca-pacità di sostegno.

ta stupefacente. Grandissimo successo e ri-chieste di pronto ritorno già concordato.

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Attività sociale

Periodico d’informazione musicaleDirettore responsabile

Roberto IovinoAssociazione Amici del Carlo Felice

e del Conservatorio N. PaganiniPresidente: Giuseppe Isoleri

Segreteria: Maria Grazia RomanoTel. 010 583355 - Cell. 347 0814676

www.AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.orgcontatti@AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.org

Stampa: Arti Grafiche Francescane - Genova

ATTIVITÀ SOCIALE DAL 2 DICEMBRE 2017 AL 27 FEBBRAIO 2018Salone di Rappresentanza del Circolo Unificato - Concerti del Martedì, ore 16,00dell’Esercito - Via S. Vincenzo, 68: - Conferenze Musicali del Martedì e - Un Palco all’Opera, ore 15,30Auditorium “E. Montale” del Teatro Carlo Felice: - Conferenze illustrative - Professione Direttore!, ore 16,00Concerti nei Musei, ore 16.30 in collaborazione con la GOG

Sabato 2 dicembre, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: LE CONFERENZE ILLUSTRATIVERIGOLETTO di G. VerdiRelatore Roberto Iovino,

Martedì 5 dicembre, ore 15,30DA BROADWAY A HOLLIWOOD: I GRANDI AUTORI (III^)A cura di Enrico Cinquini,

Mercoledì 6 dicembre, ore 15,30 Palazzo Lomellino, via GaribaldiVisita alla Mostra” DOMENICO PIOLA. PERCORSI DI PITTURABAROCCA”,

Martedì 12 dicembre, ore 16CONCERTO DI NATALEPAOLA MOLFINO E PAOLA BRACCHI, soprano e pianoforte

2018

Martedì 9 gennaio, ore 15,30DAS LIED VON DER ERDE di G. Mahlera cura di Lorenzo Costa,

Sabato 13 gennaio, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: PROFESSIONE, DIRETTORE!BACCHETTE ITALIANE DAGLI ANNI ‘60 AD OGGI (II)Relatore Lorenzo Costa,

Martedì 16 gennaio, ore 16CONCERTO DI MICHELE CARRARO E CLARISSA CARAFApianoforte a quattro mani,

Sabato 20 gennaio, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: LE CONFERENZE ILLUSTRATIVENORMA di V. BelliniRelatore Massimo Arduino,

Martedì 23 gennaio, ore 15,30DA BROADWAY A HOLLIWOOD: I GRANDI AUTORI (IV^)A cura di Enrico Cinquini,Mercoledì 24 gennaio, ore 16, Museo di Palazzo RealeVisita alla Mostra “LA CITTA’ DELLA LANTERNA”,

Martedì 30 gennaio, ore 16CONCERTO DI FEDERICO BAROZZI, pianoforteVenrdì 2 febbraio, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: UN BALLO IN MASCHERA di G. Verdia cura di Maria Luisa Firpo,

Sabato 3 febbraio, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: PROFESSIONE, DIRETTORE!LEONARD BERNSTEIN: MUSICA A 360° (I)Relatore Lorenzo Costa,

Martedì 6 febbraio, ore 15,30PASSEGGIATA NELLA STORIA IN COMPAGNIA DI UN FLAUTOa cura di Flavio Menardi Noguera, voce e Michele Menardi Noguera, flauto,

Mercoledì 7 febbraio, ore 16, Palazzo DucaleVisita alla Mostra “PICASSO”,

Martedì 13 febbraio, ore 16CONCERTO DEL DUO SCHIAFFINO – PROCOPIO, flauto e chitarraSabato 17 febbraio, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: LE CONFERENZE ILLUSTRATIVEMISERIA E NOBILTA’ di M. TutinoRelatore Marco Tutino presentato da Lorenzo Costa,

Martedì 20 febbraio, ore 15,30LO SCAPIGLIATO CHE INFLUENZO’ VERDI: ARRIGO BOITOA cura di Athos Tromboni,

Martedì 27 febbraio, ore 16CONCERTO DI YESENIA VICENTINI, violino e VALENTINA MESSA, pianoforte

Accademia Ligustica di Belle Arti

Accademia Ligustica di Belle Arti

Si ringraziano per la concreta collaborazione

con il contributo del

COMUNE DI GENOVA