avventura n. 7 - 2008

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Avventura Anno XXXIV - n. 23 6 ottobre 2008 Settimanale Poste italiane s.p.a. Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA Avventura

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La Rivista degli Esploratori e delle Guide dell'Agesci

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Page 1: Avventura n. 7 - 2008

AvventuraAnno XXXIV - n. 23

6 ottobre 2008 Settimanale

Poste italiane s.p.a.Spedizione periodico

in abbonamento postaleL. 46/04 art. 1 comma 2,

DCB BOLOGNA

Avventura

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SOM

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RIO

Avventura 7/2008

Direttore Responsabile: Sergio Gatti

Redattore Capo: Giorgio Cusma

In redazione: Mauro Bonomini, Lu-cio Costantini, Dario Fontanesca,Chiara Fontanot, Stefano Garzaro,Giorgio Infante, Don Damiano Mari-no, Stefania Martiniello, Don LucaMeacci, Sara Meloni, Andrea Provini,Enrico Rocchetti, Isabella Samà, Si-mona Spadaro, Salvo Tomarchio,Paolo Vanzini, Jean Claudio Vinci

Grazie a: Valter Bigazzi, Silvia Bon-tempi, Francesco Lano, Nicola Ma-strodicasa, Fabrizio Tancioni, Allievidi Scuolavventura, Corrispondenti diAvventura

Progetto grafico: ART Group srl

Grafica: ART Group srl

Disegni di: Martina Acazi, B.-P.,Giorgio Cusma, Elisabetta Damini,Chiara Fontanot, Pierre Joubert, Si-mona Spadaro

Foto di: Giorgio Cusma, Corrado Da-pretto, Carmelo di Mauro, Marco Pu-sceddu, Paolo Vanzini, Giorgia Zane,archivi di: Base di Cantalupa, Base diMarineo, regione Trentino-Alto Adi-ge, L’Esploratore-ASCI

Copertina: foto di Andrea Simone

Per scrivere, inviare materiale, corri-spondere con Avventura ecco il re-capito da riportare esattamente sullabusta:

AGESCI – Redazione di Avventura –Piazza Pasquale Paoli, 18 – 00186ROMA RM

E-mail: [email protected]

Avventura on line:www.agesci.org/eg/

Webmaster: Emanuele Cesena

Manoscritti, disegni, fotografie, ecc.inviati alla redazione non vengonorestituiti.

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S O M M A R I O

Inserto: Quattordicesima chiacchierata

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Parliamo di...Parliamo di... Parliamo di...Parliamo di...Parliamo di...Parliamo di...

A CURA DELLA REDAZIONE DI AVVENTURA

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Alzabandiera sotto la pioggia (Foto di Giorgio Cusma)

Parliam

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aParliamo di...

aDove si nasconde Dio

aIl Settore della competenza

aNon ci siamo scelti ma cresceremo insieme

aGiulietta e le specialità

aLa Specialità di Squadriglia: sogni realizzati S.P.A.

aCome funzionano le Specialità

aEntrare nel Reparto

aIl campo regionale del Trentino - Alto Adige

aLa base di Cantalupa

aTopo di biblioteca

aC’è posta per voi

… SOLUZIONE di IL DELITTO NELLA SEDE (apparso nell’inserto del numero precedente) - Sia-mo certi che tutti conoscete molto bene questa soluzione ma vogliamo comunque dirvela. L’assassi-no era nella stanza al momento del delitto, infatti ha sparato alla schiena della vittima. Dopoessersi liberato della pistola ha svolto, in sequenza, le seguenti azioni:Ha preso la chiave della stanzaHa tolto il distintivo dall’asola del risvolto della giacca della vittima (ecco perché il distintivo era sultavolo) Ha fatto passare nell’asola uno spago, tenendo in mano le due estremitàHa fatto passare lo spago nello spioncino sopra alla portaHa chiuso la porta a chiaveHa infilato la chiave nello spago: solo in una delle due estremitàManovrando dallo spioncino, ha fatto scorrere la chiave come una teleferica, guidandola per farla poicadere nel taschino della giacca (ecco perchè la chiave è stata trovata lì)Ha recuperato lo spago lasciandone libera un’estremità ed è scappatoSperiamo di essere stati chiari nella spiegazione… altrimenti ditecelo! La gara a premi che avevamo lanciato per scoprire se tra voi c’erano degli investigatori particolar-mente in gamba non ha avuto un vincitore, almeno fino al momento in cui andiamo in stampa. Po-trebbe esserci un colpo di scena, se così fosse ve lo faremo sapere nel prossimo numero. Molti cihanno inviato le loro soluzioni ma nessuno ha indovinato quella giusta.

… GIORNATA DEL PENSIERO 2009 - Il prossimo 22 febbraio, a ricordo dell’anniversario del-la data di nascita di B.-P., come ogni anno il WAGGGS (L’organizzazione mondiale delle Guide)lancia un tema su cui impegnarsi per tutto il corso del 2009. Ricorderete che l’anno scorso si parlòdella conservazione e tutela dell’acqua potabile, quest’anno invece riguarderà interventi per direbasta alla diffusione di AIDS, malaria ed altre malattie. Sarà possibile acquistare un distinti-vo disegnato per l’occasione, e partecipare a molte attività che, a breve, il WAGGGS pubblicherà sulproprio sito (è in inglese, ma per voi non sarà un problema!):

www.worldthinkingday.org/en/news/963.L’iniziativa si inserisce nel programma, più a vasto raggio, dell’impegno del WAGGS su “insiemepossiamo cambiare il nostro mondo“.

… GIORNATA DEL PENSIERO 2008 – No, non abbiamo sbagliato anno! Vogliamo proporviuna collaborazione sul tema della Giornata del Pensiero dello scorso febbraio.A tutte le Squadri-glie che hanno la Specialità di Giornalismo, ma anche a tutte le altre, ed a tutti gli E/G chehanno la “penna facile” chiediamo di inviarci un resoconto di come, nella loro realtà, hanno realizza-to la Giornata del Pensiero al 22 febbraio 2008… giorno più, giorno meno. Mandateci dei testiaccompagnati da buone fotografie, in uniforme: i migliori articoli verranno pubblicati su que-ste pagine. Datevi da fare allora: aspettiamo di leggervi quanto prima!

… QUALITÀ DI STAMPA - Ci scusiamo con tutti voi per la qualità veramente scadente dellastampa del numero precedente, il n. 6.Non dipende da noi che, materialmente, “riempiamo” queste pagine. Altri, dopo di noi, provve-dono a comporlo e stamparlo, ed è proprio in questa ultima fase che il risultato del nostro im-pegno viene danneggiato con l’uso non corretto dei colori. L’Incaricato Nazionale Stampa si staimpegnando affinchè questi problemi non si presentino più. Speriamo pertanto che tali inconve-nienti non si ripetano e voi possiate godere della piena leggibilità delle nostre pagine.

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TESTO DI DON LUCA MEACCI - AE NAZIONALE DI BRANCA E/GILLUSTRAZIONI DI ELISABETTA DAMINI

DOVE SI NASCONDE DIO

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P uò sembrarvi stranoquesto titolo, quasi

volesse mettere in evidenzache a Dio piace nasconder-si, o comunque faccia ditutto per non farsi trovare.Ma state tranquilli, Dio nonvuole nascondersi, né tantomeno restare nascosto ainostri occhi: ha fatto di tut-to pur di farsi conoscere edentrare in relazione conl’Umanità. In tutto ciò cheha fatto e detto, il suo gran-de desiderio è stato quellodi rivelarsi, cioè mostrare ilsuo volto e il suo amore, af-finchè ogni uomo e donna, imparassero a ricono-scerlo come Padre e a ricambiarlo con lo stessoamore.L’elenco di episodi in cui Dio si è rivelato, po-trebbe essere lungo, ma credo che il gesto piùcompleto sia l’incarnazione del Figlio Suo. Nelmistero di Dio che si fa uomo, c’è tutta la vogliae il desiderio di entrare in relazione con l’Uomo,di mettersi “faccia a faccia” per poter stringerecon noi un patto di amicizia valido per tutti i se-coli.Però, se ho voluto intitolare così questo miocontributo, forse un pizzico di verità c’è…..Credo di aver imparato questo da Dio, che nonama le cose scontate come il rapporto con Lui:quante persone credono di sapere tutto di Dio,di conoscerlo e di conoscere quello che Lui de-sidera, ma invece non sanno nulla, se non qualche

GIOCA A NASCONDINO...E POI LIBERA TUTTI!!!

nozione imparata al cate-chismo tanto tempo fa. Edè per questo che ha inven-tato un gioco che sicura-mente conoscete ed avetegiocato: ebbene sì, Dio èl’inventore del “Nascondi-no”. Un gioco che appas-siona ancora oggi centinaiadi ragazzi e ragazze; io stes-so ho passato serate interea giocarlo con i miei amicie solo adesso ho scopertoche l’inventore è Dio.Lo scopo del gioco è quel-lo di nascondersi e non far-si trovare o vedere da chi

ha il compito di “bombarci”, dalle mie parti si di-ce così, ma sono certo che in altri paesi si usanotermini diversi; cioè andare a cercare gli altri do-po aver chiuso gli occhi e contato per un certotempo. Chi è nascosto deve poi fare “bomba” persalvarsi personalmente, oppure, se ultimo, “bom-ba libero tutti” per salvare tutti i componenti delgioco che in precedenza erano stati “bombati”,cioè scoperti da colui che li cercava. Compren-dete che se colui che si nasconde, resta semprenascosto, il gioco finisce ben presto perché passala voglia di cercare.Questo gioco, non può che averlo inventatoDio e il suo ruolo è quello di chi va a nascon-dersi, non quello che cerca, perché chi si na-sconde: costringe l’altro a cercarti; ha comescopo la vittoria finale, cioè liberare tutti.Vi suggerisco di fare uno sforzo di fantasia e diimmaginare un mega nascondino con Dio, doveLui si nasconde e noi tutti, dopo aver abbondan-temente contato fino a più di 100, ci mettiamoalla sua ricerca. Dio si nasconde, ma non per re-stare sempre nascosto, ma perché noi lo cer-chiamo senza stancarci e Lui, nel tentativo disalvarci tutti, si mostra e si fa vedere. Sicura-mente qualcuno si sarà già posta questa doman-da: “Ma se noi lo “bombiamo” come fa a salvarci?” Provate a fare una corsa con Dio verso il luo-go della “bomba” e poi ditemi chi vince……Diocorre più veloce di noi, perché è spinto dal-l’Amore che vuole tutti noi salvi.Il suo “nascondersi” è un invito:

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Vorrei provare adesso ad elencare, anche se sarà un elenco molto incompleto, quelle situazioni, perso-ne, luoghi, che in qualche modo offrono a Dio la possibilità di “nascondersi”.

In questi giorni mi trovo in Valle d’Aosta e nelle varie escursioni ho la possibilità di ammirare la bel-lezza della natura e ciò che vedo mi spinge a proclamare il Salmo 8:“O Signore nostro Dio quanto ègrande il tuo nome su tutta la terra…”; riconoscendo che Dio non solo ne è il Creatore, ma questebellezze mi parlano di lui.

Quando vedo un Reparto che gioca, impegnato nelle varie Imprese, come non pensare che Dio èpresente in ciascuno di quegli E/G.

Una mia amica, di nome Laura è in attesa, insieme con Alessandro suo marito, di un bambino e tuttele volte che li vedo insieme, lei con quel bel “pancione”, io vedo la presenza di Dio. Come lo sguar-do di un bambino, di un debole, oppure i volti smarriti di quelle persone disperate che arrivano sullenostre coste a cercare fortuna: tutti questi sono segno di una presenza di Dio che ci interpella enon può lasciarci indifferenti.

Un grande santo, esperto di carità, San Vincenzo de Paoli, diceva che se sei a fare l’adorazione da-vanti a Gesù eucaristia, e alla porta suona un povero, puoi lasciare l’adorazione e andare alla porta,perché in quel povero che ha bussato alla tua porta, è presente Gesù.

a cercarlo, asaper ricono-scere doveama nascon-dersi;ad andare ol-tre a ciò chevediamo;a saper guarda-re in profondi-

tà nel cuore delle persone;a guardare il Creato per leggere i segni della suapresenza e del suo amore per noi.Nessuno di noi deve accontentarsi di quello chesa di Dio, ma deve fare di tutto per conoscerlo inprofondità e se ciò non bastasse, mettersi a cer-carlo perché sappiamo che non vuole stare sem-pre nascosto; Dio confida in noi che siamo Esplo-ratori e Guide, cioè ragazzi e ragazze che amanol’Avventura, che non si tirano mai indietro dinanzia nuove sfide, a nuove e sempre più impegnative

Imprese. In questa ricerca non sentitevi soli, convoi ci sono i vostri Capi e i vostri Assistenti: an-che loro giocano a nascondino con Dio. Chiedeteconsiglio, affidatevi a loro, perché sono un po’ piùesperti nel saper riconoscere la presenza di Dio.

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Avventura - Tutto positivo,quindi?Specializzazioni: Purtroppo dal punto di vista tecnico il campo di competenza oggi ci sembra un’occasionemolto superiore a quella che mediamente si vive nei Reparti. Dico “purtroppo” perché il nostro scopo èquello di proporre le tecniche che caratterizzano la vita di Reparto, sperimentate a un livello superiore econ opportunità che normalmente nella propria realtà non si hanno;ma uno degli obiettivi è anche quello dipermettere ai ragazzi e ragazze che vivono queste esperienze di essere protagonisti una volta tornati a casaattraverso la condivisione concreta di quanto appreso. Se fino a qualche anno fa arrivavano ragazzi che neiloro reparti avevano acquisito le competenze di base, quello che si faceva ai campi del settore specializzazio-ni permetteva loro di sperimentare forme diverse e di approfondirle; adesso in molti casi imparano cosecompletamente nuove e in queste situazioni diventa più difficile raggiungere l’obiettivo di renderli così com-petenti da poter essere dei veri “master” di tecnica. Questo ci fa preoccupare perché ci dà l’idea che dalpunto di vista tecnico non vivano, nei loro reparti, le piene potenzialitàche lo scautismo offre.

DALL’INTERVISTA CON GLI INCARICATI NAZIONALI DEL SETTORE SILVIA BONTEMPI E FABRIZIO TANCIONI, A CURA DI PAOLO VANZINI FOTO DI GIORGIO CUSMA, GIORGIA ZANE ED ARCHIVIO BASE DI MARINEO

IL SETTORE DELLACOMPETENZA

TANTE BASI PER CRESCERE

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Spe come… Spettine, spettacolare, Specializzazioni!Eccoci arrivati a raccontare uno dei settori dell’Agesci che più di tutti gli altririesce a entrare nella nostra vita di Reparto: il settore Specializzazioni.Alzi la mano chi non ne ha mai sentito parlare! Tu?! Non posso cre-

derci… allora seguici nella lettura di queste pagine e chiedi al tuo Ca-po Reparto come fare per andare in una delle sue Basi.

Come sempre abbiamo puntato al “massimo” all’incaricato in persona,anche se non si chiama Massimo ma Fabrizio. Sentiamo cosa hanno dadirci, perché c’è anche Silvia, l’Incaricata. La prima domanda che facciamoè la più classica:Avventura - Chi siete, e soprattutto, come siete arrivati a questiincarichi?

Ciao, sono Silvia, nata a Fornovo, provincia di Parma, in casa, dinotte, senza troppo clamore. Sono l’ultima di cinque figli.Quando ero piccola, durante una passeggiata in montagna,ho visto magicamente una padella scendere da una pianta, che sogno!! Era un meravi-glioso angolo di Squadriglia: lì è scattata la scintilla per lo scautismo! Appena ho potutomi sono iscritta, 30 km mi separavano dall Agesci, e non me ne sono mai pentita.Quindi, con piacere, ho accolto l’idea di prestare il mio servizio nel Settore “che aiu-

ta i ragazzi a relizzare sogni“.

Sono Fabrizio, nato a Roma, ho fatto la Promessa a 17 anni sul Gran Sas-so e pur non avendo vissuto il Reparto da Esploratore, mi sono legatostrettamente alla branca E/G come Capo Reparto e poi come Incarica-to regionale del Lazio. Un giorno del 2005 mi è stato chiesto di dareuna mano nel settore Specializzazioni, che mi aveva sempre affascinato, ecosì eccomi qua.

Silvia Bontempi

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Avventura - Cos’è e come funziona il Settore Specializzazioni?Specializzazioni: Il Settore è nato circa 40 anni fa, per iniziativa di alcuni capi di Piacenza che voleva-no offrire agli E/G la possibilità di vivere esperienze di competenza a un livello superiore a quello chegià vivevano nei Reparti. Spettine è stata la prima base, dove, da subito, si colse anche la ricchezza cheoffrivano questi Campetti Nazionali, come esperienza di incontro e confronto tra “scautismi” di zonediverse d’Italia. L’idea ha attecchito rapidamente, tanto che oggi esistono altre 12 basi in tutta Italia, chepropongono un centinaio di Campi di Specializzazione ogni anno.Oltre a Spettine, in Emilia Romagna, che è la base più grande e più attiva, abbiamo Cantalupa in Pie-

monte, Melegnano, Piazzole e Colico in Lombardia, An-dreis in Friuli Venezia Giulia, Costigiola e Mazzorbetto (at-tualmente in ristrutturazione) in Veneto, Bracciano nel Lazio,Treia nelle Marche, Cassano Murge in Puglia, Marineo inSicilia e S. Martino in Sardegna.Tutti i campi fanno riferimento ad una comune idea d’Impresaperfezionata nel tempo con le esperienze e i relativi commen-ti e suggerimenti raccolti dai capi e dai partecipanti. Questacaratteristica permette di mantenere l’alto livello dei Campi inmodo omogeneo in tutte le basi. Le differenze quindi tra uncampo in Sicilia o in Lombardia sono legate alle ricchezze spe-cifiche dell’ambiente, alle particolarità delle singole basi e chia-ramente alla tipologia di Campo, ma il livello tecnico, la qualitàe lo spirito d’avventura sono gli stessi.

Avventura - Cosa fate di particolare per la branca E/G?Specializzazioni: Lavoriamo moltissimo con la branca E/G, inun continuo confronto che ci fa essere protagonisti di oppor-tunità per crescere, formare il carattere, relazionarsi con gli al-tri, e maturare capacità tecniche. Capacità che sono solo unaparte del nostro scopo, perché si acquisiscono all’interno diuna vita da Campo completa. Non tecnica e basta maCampi completi di tutte le loro potenzialità, propriocome quelli che si vivono in Reparto, ma con la ricchezza di vi-verli con ragazzi di provenienze ed esperienze differenti.

Avventura - State facendo qualcosa in questo senso?Specializzazioni: Recentemente la branca EG ha lavorato bene inquesta direzione, ma si fa molto presto a perdere terreno, mentre sifa molta più fatica a recuperarlo. L’opportunità che i Campetti dannoper loro natura ai ragazzi, serve molto: partendo dalla fratellanza edal confronto, si dà l’occasione di sperimentare la diversità facendolonelle esperienze concrete, nel lavoro, in quella stanchezza che tifa svegliare la mattina più felice ed entusiasta di aver realiz-

zato qualcosa.Magari si arriva un po’ sbruffoni, mostran-do di non avere niente da imparare, per pa-voneggiarsi o solo per difendersi in un am-biente sconosciuto. Alla fine del Campo, ilsolo fatto di costruire qualcosa insieme,che sia lo spettacolo, la torre o il percorsoin canoa, ci fa tornare a casa diversi. È signi-ficativo che quasi sempre i partecipanti vo-gliano portarsi a casa quello che hanno costruito: a volte li vedi andar via conoggetti più grandi del loro zaino, perché fatti con le loro mani e la loro testa. Ea distanza di 40 anni se si toccano queste corde i ragazzi volano eccome, equando ritornano in Reparto fanno la differenza.

Vuoi sapere dove si trovano le Basi del Settore Specializzazioni? Vai su questo sito:http://www.agesci.org/settori/demanio/case/index.phpSe invece, a febbraio, vorrai avere notizie sui Campi di Competenza, andrai su questo:http://www.agesci.org/eventi/campi/speceg.php

Avventura - Prima il sentiero era di 4 tappe, e venivano i ragazziin terza e quarta.Chi può venire ora?

Specializzazioni: Il Campo si dovrebbe fare in una fase avanzata del Sentie-ro, idealmente nella fase avanzata della Tappa della Competenza oppure nellafase successiva della Responsabilità. In realtà chiediamo, che i ragazzi sianoalmeno nella Tappa della Competenza e abbiano già tracciato il loroprogetto di competenza, che abbiano cioè chiaro il loro sentiero. Nonabbiamo un’indicazione precisa di età o di Tappa, perché lavoriamo su un’ideadi “stile di vita competente” non semplicemente di un Brevetto.

Dalla base di Colico

Dalla base di Andreis

Dalla base di Marineo

Dalla base di Piazzole

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TESTO DI LUCIO COSTANTINI - LUPO CHE CANTADISEGNI DI SIMONA SPADARO

NON CI SIAMO SCELTI,MACRESCEREMO INSIEME...

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C on l’apertura di un nuovo anno scout leSquadriglie si preparano ad accogliere i ra-

gazzi che provengono dai Lupetti e i novizi chearrivano dall’esterno.

Per i Capisquadriglia è sempre un momento digrande trepidazione, consapevoli come in gene-re sono che un ragazzo che provenga dai Lupet-ti è sempre un buon “acquisto”; però, a volte,anche un Novizio assolutamente digiuno discautismo può costituire una felice sorpresa.Comunque sia, quando i Capi sapranno quali equanti Lupetti passeranno al Reparto, faranno inmodo, sentiti i Capisquadriglia riunitiin Consiglio, da distribuire equamen-te i ragazzi nella varie Squadriglie.Certo, magari le Aquile, che da tem-po soffrono di…carenza di effettiviavranno bisogno di essere rimpolpa-te, mentre i Castori, chissà perchésempre esuberanti quanto a numerodi squadriglieri, non avranno la stes-so esigenza… quel che conta è giun-gere al nuovo anno con il numerodei componenti le Squadriglie checrei un giusto equilibrio tra esse, perpotere iniziare bene le danze!

È praticamente impossibile che le Squadriglievengano formate da persone che si conosconoe si frequentano da tempo, salvo rari casi in cuidegli amici per la pelle chiedano ai Capi di re-stare insieme.Quella che all’inizio dell’anno può sembrare unadifficoltà, dovuta al fatto che i ragazzi non si so-no scelti tra loro, si può rivelare invece una sti-molante opportunità, soprattutto se i Capisqua-driglia sono disposti a comprendere che la diffe-renza può essere una vera ricchezza, nel sensoche ciò che fa originale una Squadriglia, è pro-prio quel modo particolare di essere, a volteunico, di ciascun ragazzo.Nel corso dell’anno si srotolerà un’altra partedi sentiero: per i più giovani denso di cose asso-lutamente ignote, per gli altri foriero comunquedi nuove avventure che portino verso luoghi edeventi inesplorati.Viene quasi da dire, con riferi-mento ai tre livelli della progressione personale,“tappa dopo tappa”!Provate a immaginare quanto si possa renderedenso di attività un anno scout, nell’ambito dellavita di Squadriglia, semplicemente riflettendosulle tante e tante cose di cui può essere “riem-pito” il programma, a partire dalle riunioni setti-manali nella base – che si avrà cura di caratte-rizzare con giochi, canti, momenti di espressivi-tà, ma anche di riflessione e di preghiera, di co-noscenza e trasmissione di tecniche legate alla

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vita all’aperto – fino alle uscite di Squadriglia, aiCampi brevi, per giungere preparati all’avventu-ra più entusiasmante, il Campo Estivo. Un saccodi attività da inventare, da proporre, da appro-fondire, da affinare.Tante conoscenze che i più anziani possono/de-vono trasmettere ai più giovani, per accompa-gnarli per gradi lungo il sentiero.Così, strada facendo, quei ragazzi che all’iniziodell’anno non si sono scelti, cresceranno insie-me, trasformando un rapporto iniziale di sem-plice conoscenza, in un’amicizia coi fiocchi. Diquel genere di amicizie che poi ti porterai den-tro, cosa preziosa, per tutta la vita. Eh! sì,perché lo scautismo ha in sé qualcosa che èdifficile da spiegare a voce a chi non lo co-nosca, ma che ti prende, penetra nell’animo,e ti fa sentire diverso, di giorno in giornomigliore. Gli ingredienti che compongonoquesta sorta di “pozione magica” sono mol-teplici e se sono ben amalgamati tra loro,l’effetto può essere davvero dirompente, nelsenso migliore del termine. Non sono tantole più diverse attività, in se stesse, a rendereefficace la “pozione”, quanto il modo in cuile si svolge. Caratterizzato innanzitutto dallacura che ogni Scout che ami definirsi tale,deve a se stesso, pensando a sviluppare inmaniera armoniosa, seguendo l’esempio deiCapi, il proprio corpo, la propria mente, ilproprio spirito. In secondo luogo dall’atten-zione verso gli altri, a cominciare dai più de-boli, dai più piccoli, proprio dentro la Squa-

driglia, cercando di capire iloro bisogni, di cogliere le lo-ro aspettative, aiutandoli asviluppare i loro interessi,per gradi, con pazienza. Iltutto avendo come riferi-mento la Legge, decalogo po-sitivo nel quale rispecchiarsi.La vita di Squadriglia poi sicaratterizza per degli ele-menti esclusivi: ha le sue ce-rimonie per accogliere i no-vizi; ha, occorre dirlo? il suoGrido di Squadriglia, caratte-rizzante e significativo, maibanale o sbracato; il suo can-to, la sua preghiera; ha, econserva, le sue tradizioni;cura il Libro di Bordo su cui

si trascrive l’attività svolta; custodisce come co-sa preziosa il Libro d’Oro, sulle cui pagine reste-ranno i nomi degli squadriglieri e la composizio-ne della Squadriglia anno dopo anno.Un bel regalo per chi verrà dopo! Insomma, laSquadriglia, anche se formata da persone chenon si sono scelte, ha in sé delle risorse prezio-se per far sì che tutti i suoi componenti al suointerno si trovino a loro agio, crescano, ciascunodando il meglio di sé, con il costante desiderio,con riferimento al motto così caro ai Lupetti, difare del proprio meglio!

Page 6: Avventura n. 7 - 2008

Giulietta era in Reparto da qualche mese, maaveva già le idee ben chiare. Guardando alle

uniformi della compagne più grandi, aveva deci-so che la camiciadella sua unifor-me era decisa-mente troppospoglia. Ancoranessun distintivo,nessuna Specia-lità: vedendola sicapiva subito cheera una “di primoanno”, come le ri-petevano le ami-che della Sq. Inve-ce Giulietta vole-va essere unacompetente, vole-va riempire la ma-nica destra dellasua camicia ditanti distintivi

colorati, così che vedendola, tutti avrebbero ca-pito subito che era una in gamba, con ormai unacerta esperienza del Reparto.A dire il vero, però, nonostante la sua buona vo-lontà, tutto il sistema delle Specialità non le eraperfettamente chiaro. Quello che aveva capitoera soltanto che per meritare il prezioso distin-tivo avrebbe dovuto fare “cose” in determinati“ambiti”.Dato che gli ambiti le erano piuttosto oscuriaveva catalogato le Specialità secondo una suaripartizione personale. Queste venivano rag-gruppate in una serie minuziosa di categorie cheprocedevano dalle “diffuse-diffusissime” finoalle “rare-rarissime-praticamente-introva-bili” a seconda della frequenza con la quale Giu-lietta le vedeva cucite sulle camicie dei compagnidi Reparto.Le Specialità finivano nella categoria “diffuse-o-molto-diffuse” nel caso in cui i relativi distinti-vi apparissero cuciti alla maggioranza delle cami-cie dei suoi amici (categoria nella quale facevano

bella mostra di sé: maestro dei giochi, dise-gnatore, fotografo) o nella categoria “tanto-diffuse-tra-tutti-che-era-come-averle” (inquesta categoria rientrava ad esempio la ben no-ta triade: infermiere, campeggiatore, cuci-niere) , oppure per esclusione potevano finirenel gruppo “rare-perchè-difficili”, se in giro cen’erano solo sulle camicie dei più costanti (geo-logo o nocchiere o pennese). Così di catego-ria in categoria si finiva fino agli ampi e temibiliinsiemi delle Specialità “rare-perchè-scono-sciute-ai-più” (hebertista, guida marina ogiocattolaio) di quelle “rare-in-quanto-incomprensibili” (esperantista, filatelico,numismatico) o peggio “mai-viste-nè-senti-te-dunque-misteriose” (muratore, model-lista navale, maglierista).E questa era l’idea che Giulietta si era fatta delleSpecialità.Ora, da brava Guida diligente quale era, Giuliettaaveva deciso di scegliere le Specialità da conqui-stare secondo un criterio rigorosamente razio-nale. Il suo impegno per gli anni seguenti sarebbestato: conquistare una Specialità per ogni cate-goria. Così, tanto per andare sul sicuro.Per iniziare bene, e trovarsi già avvantaggiata,decise disorteggia-re la primaSpecia l i tàda prende-re nella ca-tegoria piùrara delle“ m i s t e -r i o s e ” ,pensando,non senzauna puntadi soddi-s f a z i o n e ,alla facciache avreb-bero fattoi suoi amici

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TESTO DI FRANCESCA TRAINIDISEGNI DI GIORGIO CUSMA

GIULIETTA E LE SPECIALITÀ

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nel vederle cucito sulla camicia un distintivo tan-to raro e, per questo secondo Giulietta, moltoprezioso. Così senza esitazione iniziò a lavoraresulla Specialità di boscaiolo.Quando aveva spiegato le sue intenzioni ai Capi-reparto questi erano stati un po’ scettici. Nonperchè credevano lei non fosse in grado di pren-dere la Specialità, ma sembrava che non riuscis-sero a capire che lei volesse lavorare a una Spe-cialità senza una passione precisa per quello chedoveva imparare. “Una passione”, avevano det-to proprio così. A Giulietta questo sembravamolto strano.Cosa c’entravano le passioni con le Spe-cialità? In ogni caso i suoi Capi non si erano opposti alsuo progetto e Giulietta aveva iniziato a trascor-rere molti sabati pomeriggio con il suo Mae-stro di Specialità, Mauro, un signore simpaticoed esperto, proprietario di una piccola segheria.Mauro la accompagnava nei boschi intorno alsuo paesino, le insegnava a riconoscere gli alberi,le proprietà dei diversi tipi di legno, quali eranopiù adatti alle diverse costruzioni, finchè, quandoritenne che Giulietta aveva imparato tutte le co-se più importanti, le insegnò come facevano iboscaioli, con funi e seghe ad abbattere gli alberiin sicurezza. A Giulietta quel lavoro piacque tan-tissimo. Le piaceva riconoscere gli alberi, ma an-cora di più le piaceva girare nel bosco e scopriresentieri e posti nuovi.Una volta conquistata la Specialità di boscaiolodecise quindi di prendere quella di topografo,per imparare a leggere bene le cartine e potersicosì avventurare da sola in posti nuovi. In realtàquesta decisionenon era del tuttocoerente col si-stema delle cate-gorie. Stava pas-sando nella nonmolto prestigiosacategoria delleSpecialità diffuse,ma imparare adecifrare le pre-ziose cartine delluogo le interes-sava troppo. Cosìdecise di fare un‘eccezione e si ri-promise che perla prossima Spe-cial ità sarebbe

tornata ad attenersi alle sue classificazioni. La to-pografia le piacque molto, così prese la Specialitàmolto in fretta. Prendendo la Specialità scoprìche le piaceva moltissimo soprattutto valutare ilterreno da percorrere, le distanze e i tempi. E lepiaceva cercare punti di riferimento intorno a sée orientarsi con quelli.La Specialità seguente fu dunque quella di os-servatore.In seguito decise di imparare ad orientarsi senzal’aiuto di cartine, e prese la Specialità di astrono-mo, e poi, avendo preso la mano disegnando ri-lievi e cartine per tutto quel tempo, decise dicontinuare a lavorare alla Specialità di disegna-tore.Così, di Specialità in Specialità aveva scopertoun sacco di cose che le piacevano. E ogni voltache scopriva una nuova passione, ecco che tro-

vava facilmente una Specialità perapprofondirla. Ecco cosa centra-vano le passioni con le Specia-lità! Le sue preziose categorie nonvennero affatto rispettate ma il suoscopo era stato ampiamente rag-giunto: “una Guida competente,esperta della vita del Reparto” eadesso Giulietta lo era davvero. Isuoi distintivi suscitavano l’ammira-zione delle più piccole ed era di-vertente. Ma era molto più diver-tente quando, vedendo un distinti-vo, la sceglievano come Maestro diSpecialità o le chiedevano di aiutar-le a fare qualcosa per il Reparto.Così, con la scusa di rendersi utileagli altri, poteva passare un saccodi tempo facendo le cose che leG

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Intendo la sostanza dei sogni come quella cosa chepermette ai sogni di essere reali. Per spiegarmi: unsogno è un sogno. Quello di notte, per capirci, è unsogno senza sostanza, rimane confinato dentro i li-miti del nostro sonno, al massimo può essere rac-contato ma rimane lì, insomma. C’è poi il sogno cherimane confinato nel mondo dei desideri: per dire, ame piacerebbe vincere la medaglia d’oro nei centometri, ma credo che questo rimarrà, appunto, solo

un sogno. Invece, ci sonosogni che assumono unasostanza. Cioè sogni chenon rimangono confinatidentro ai nostri pisolini,né nella nostra immagina-zione. Sono sogni che vo-gliono diventare reali. Ed isogni che diventano realihanno tutto un loro cam-mino. Come possiamo ve-dere dalla Squadriglia delnostro racconto, a diffe-renza dei sogni della fantasia e del semplice deside-rio (la mia medaglia d’oro…), non sono perfetti. Isogni con la sostanza sono imperfetti, strani, siscontrano con la realtà (i nostri amici di Squadrigliache non sono dei geni come vorremmo, il pocotempo a disposizione, noi che a scuola non andia-mo al massimo e la mamma ci dice che non possia-mo passare tutto il giorno alla sede degli Scoutecc.) Chiaro, perché un sogno abbia sostanza c’è bi-sogno di lavoro duro, impegno, sudore.Vi diamo al-cuni consigli sparsi tenendo come guida l’idea delsogno e della sua sostanza.

2. Quali attenzioni? Come fare a mantenereforma e sostanza del sogno.Per fare in modo che anche con gli occhi aperti conti-nuiate a sognare, avete bisogno di un ingrediente fonda-mentale: l’Avventura è quel tocco che vi permette dinon far mai finire il sogno. Puntate a delle imprese chegiochino con l’avventura, che vi portino col cuore e con ipiedi lontani dalle sedi; sfidatevi, fate in modo di finire ilpercorso per la conquista della specialità diversi da comel’avete cominciato, più grandi, più forti, più uniti. E, vedre-te, il sogno continuerà.

1. Cosa spinge? Cioè: qual è la molla che fa decidere ad una Sq. di lavorare per una spe-cialità di Sq.Ci sono tanti modi in cui un gruppo di persone decide di seguire un sogno comune. Ecco alcunipossibili spinte per una Sq.:

a) un membro vuole conquistare un brevetto e nel suo percorso gli vengono alla mente impresestraordinarie in cui tutta la Sq. può essere chiamata a dare il proprio contributo; il membro in que-stione proporrà allora a tutti il proprio sogno e se tutti sono sintonizzati… perché no?

b) siamo scarsi su un certo ambito di competenza e i veri sogni per noi sono migliorare dove c’èpiù bisogno… straordinario!

c) vogliamo conquistare il Guidoncino Verde, anzi il nostro sogno è vincere la gara dei Guidonciniverdi (non c’è in tutte le regioni, ma in molte sì)… beh, non pensate che questa sia una motivazione piùdebole delle altre: un sogno che nasce con la voglia di competere, se poi sostenuto da un lavoro validoe che tenga conto del coinvolgimento di tutti, non è per niente da scartare; poi, se non si arriva o se siperde… l’importante è tenere nella giusta considerazione tutto il lavoro e l’impegno spesi e i veri risul-tati che la Sq. ha saputo raggiungere.Badate bene: non scegliete tanto per scegliere. Un sognoha bisogno di diventare concreto a partire dal modo in cuisi sceglie. Soprattutto dovete scegliere con l’idea delGRUPPO. È questo il vero segreto: un sogno, quando è diuno solo, non diventa mai vero. È vero quando in tantisi comincia a crederci, a lavorarci.

Quest’anno abbiamo proprio lavorato come bestie. Con Marco che non ha mai voglia di far niente; conLucio (il mio Vice) che è convinto di saper fare tutto e vuole sempre gli spazi di tutti gli altri; con Sandro

che sta sempre da una parte, se la ride e quando le cose nonvanno se ne esce sempre fuori sghignazzando “ve l’avevo det-to io…!”; con Michele che pensa solo alle Guide; con Francoche è così timido che non è mai riuscito a dire non solo ciòche gli piacerebbe fare ma neanche “ahi!” quando Sandro glisale sopra a un piede; con Matteo poi che invece non si è maifatto vedere e il solito Sandro dice che non sa neanche comeè fatto (“Matteo? Matteo chi?”).Ma quest’anno me lo sentivo che non sarebbe stato cometutti gli altri anni. Sapevo che la scintilla prima o poi sarebbescoccata. Be’, non era proprio amore, ma all’improvviso èscoppiata la voglia di realizzare quel ponte come se fosse lacosa più importante dei nostri pomeriggi e alla fine ce l’abbia-mo fatta: Marco ha provato a darsi un po’ una mossa, un gior-no ha pure retto un palo; Lucio, dopo che (contemporanea-mente reggendo quattro pali, tirando le funi, guadando il fiu-me, assicurando il passaggio) il fiume lo ha portato a valle sot-

to un oceano di pali, si è un po’ ridimensionato e, tutto ingessato, ha cominciato a non poter fare piùniente e finalmente ha cominciato a dare consigli utili; Sandro continua a sghignazzare ma adesso lo faanche su se stesso, dopo che si è accorto che, se le cose le fa e non le giu-dica e basta, è imbranato quanto noi; Michele, dopo il quarto no ricevutodalle Guide, ha cominciato a pensare che anche il ponte in fondo potevaessere un buon diversivo; e Franco… bèh, Franco ha parlato! Ha detto“ehi!” e poi ha addirittura aggiunto “Però!” quando ha visto Lucio traspor-tato a valle dalla corrente che gli chiedeva di chiamare i soccorsi; per Mat-teo si è compiuto il miracolo: il giorno dell’inaugurazione del ponte è ap-parso, è stata come una visione, e il solito Sandro, dopo che lo ha visto, hadetto “ehi, ragazzi, c’è coso qui… Mino… no Gianni… va beh, c’è coso!”.Ma alla fine il ponte si è fatto, è riuscito e anche bene.Tutti hanno dato pre-cisamente quanto potevano e forse anche quel qualcosina in più. Dopo ilponte siamo andati avanti e poi ancora più avanti, con un’altra Impresa econ la missione: siamo diventati un fiume in piena e trascinavamo tutto etutti.

C’era qualcosa (non mi ricordo se un film, un libro, un qualcosa insom-ma) che si chiamava la “sostanza dei sogni” . Se penso a qualcosa che perme rappresenti alla perfezione la “sostanza dei sogni” è proprio la Spe-cialità di Squadriglia. E non perché la conquista del Guidoncino Verde sia

un sogno irrealizzabile o qualcosadi semplicemente fantastico.

TESTO DI NICOLA MASTRODICASA - PATTUGLIA NAZIONALE E/GFOTO DI GIORGIO CUSMA

LA SPECIALITÀDI SQUADRIGLIA:SOGNI REALIZZATI S.P.A.

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TUTTI INSIEME PER REALIZZARE SOGNI

In realtà so che cosa è ma voglio lanciarvi un’esca: si tratta diuna citazione usata da due autori. Uno molto illustre, inglese,vissuto circa 400 anni fa e un altro, italiano, meno illustre mamolto conosciuto, che l’ha appena usata in un suo testo…CHI INDOVINERÀ?

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Quattordicesimachiacchierata

Vedere senza essere visti

Quattordicesimachiacchierata

Vedere senza essere visti

IIll rraaggnnoo ee llaa mmoossccaaNNuummeerroo ddii ggiiooccaattoorrii: una o più SquadriglieMMaatteerriiaallee ooccccoorrrreennttee: carta e penna per cia-scun giocatoreCome “ragnatela” si sceglie un tratto dicampagna, o un settore della città, di circaun chilometro e mezzo di lato, facendo at-tenzione che sia ben delimitato; si fissa an-che l’ora in cui devono cessare le operazio-ni. Una o mezza Squadriglia, fa la parte del“ragno” e sceglie un posto per nascondersi. L’altra Squadriglia (o mezzaSquadriglia) parte un quarto d’ora più tardi e fa la “mosca” che va a cer-care il ragno. I ragazzi possono sparpagliarsi come vogliono, ma devonoriferire al loro Capo tutto quello che scoprono.Ognuna delle due squadre è accompagnata da un arbitro.Se entro il tempo stabilito, la mosca non è riuscita a scoprire il ragno, ilragno ha vinto. A loro volta i ragni scrivono i nomi di tutte le moscheche vedono, mentre le mosche scrivono quelle dei ragni che scoprono,ed il loro preciso nascondiglio.

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Coordinamento editoriale: Giorgio Cusma

Progetto grafico e Impaginazione:Art GROUP - TS

Testi di:Mauro BonominiChiara FontanotStefania MartinielloEnrico RocchettiFrancesco ScoppolaSalvo Tomarchio

Disegni di:B.-P.Martina AcaziChiara BeucciGiorgio CusmaAnna DemurtasChiara FontanotSara Palombo

Vedere senza essere vi-sti…cosa vi viene inmente? Scagli la primapietra chi non accoppia,al tempo di Internet, TVsatellitari e telefoniniche fanno anche il caf-fè; l’esperienza di osser-vare, vedere, guardaresenza che si corra il “ri-schio” di essere visti, al-le mille occasioni che cioffre la tecnologia deinostri giorni. Eppurenon staremo qui certo aparlare di Grande Fra-tello, perché tanti annifa B.-P. ha immaginatoGuide e Scout capaci diavventure ben più ecci-tanti e “rischiose” diquella quotidiana chevede molti ragazzi ve-getare sul divano del

soggiorno. Siamo sicuriche anche tra coloroche leggeranno questepagine, ci saranno ra-gazze e ragazzi curiosidi scoprire l’arte di ap-postarsi, nascondersi ecamuffarsi in mezzo al-la Natura, piuttosto chel’arte di cambiare cana-le o appostarsi o con-fondersi tra il divano eil frigorifero.E allora via a scopriretutte le tecniche per ve-dere senza essere visti,perché « quando tendeun agguato a un anima-le selvatico, un cacciato-re sta completamentenascosto. E così fal’esploratore militarequando osserva il nemi-co ». Magari pochi di voi

DI SALVO TOMARCHIODISEGNI DI B.-P.

TOM IL PIEDE TENERO – N.8 – Tom all’agguato: “…state giù, quandospiate il nemico…” Ma può venir interpretato in due modi, come Tom ora sa!

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avranno nemici da sco-vare o animali selvaticida catturare, ma ap-prendere le tecniche e iconsigli di B.-P., vi daràla possibilità di impara-re a muovervi nel bo-sco da veri esploratori,di riuscire a nasconder-vi facendo attenzionealla scelta del luogo edei vestiti più adatti: «in questo modo, unoScout può sfuggirespesso all’osservazione,anche restando alloscoperto ». B.-P. pensaanche a spiegarci comeci si deve muovere, co-me si segue una perso-na o un animale sfrut-tando il vento, comeriuscire a camminaresenza fare rumore e co-

me camuffarsi all’inter-no di un territorio ne-mico. Pensandoci benepossono essere mille leattività e le occasioniin cui sapersi muoverebene senza essere visti,sapersi appostare e na-scondersi può tornareutile e divertente. Ap-prendendo le tecnichegiuste, non vi sarà dif-ficile riuscire a scoprireche il bosco è popolatoda mille creature e se viarmate di macchina fo-tografica potrete an-che “cacciare” tanti ani-mali senza torcere loroun pelo. Oppure vi ba-sti pensare al vantag-gio che “vedere senzaessere visti” può daredurante i grandi giochi:

quante volte per averindossato una magliet-ta rossa siete stati sco-perti anche a un migliodi distanza? Quantevolte per il movimentobrusco di una Piede Te-nera la vostra Squadri-glia è stata scovata? Coraggio dunque: ini-ziamo ad apprenderequella che B.-P. chiama“scienza dei boschi” escopriremo un mododiverso di vivere la Na-tura. Lo Scout non ècerto come quei vacan-zieri che a volte infe-stano i boschi turbandola quiete di alberi seco-lari e luoghi quasi ma-gici. Lo Scout quando èil momento, sa esseresi lenzioso, attento,

pronto a co-gliere ognimovimento eogni cambia-mento nel-l’aria. Lo Scoutsa ascoltare ilrespiro dellaNatura, è ingrado quasi discomparire, dic o n f o n d e r s itra alberi e ce-spugli e di sbu-care fuori sol-tanto al mo-mento giusto.Gli indigeni australiani si avvicinano agli struzzi con addosso una pelle di struzzo; por-

tano un boomerang in mano e una lancia fra le dita dei piedi.

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Essere invisibili, vederesenza essere visti, na-scondersi…uno dei de-sideri più ricorrenti trale persone, eppure unsogno non ancora com-pletamente realizza-to…oppure no?Esistono infatti millemodi. quantomeno uti-li, per nascondersi, chese proprio non ci ren-dono iinnvviissiibbiillii, almenoci rendono ppooccoovviissiibbiillii!Se ci fermiamo un atti-mo a pensare a comeciò avviene in natura,riusciamo ad otteneredegli esempi molto piùche risolutivi. Gli ani-mali infatti utilizzanovarie tecniche per na-scondersi, che però tut-

te fanno capo ad ununico principio, che èquello della mmiimmeessii.Mimetizzarsi è un’arte,che però con pochi efondamentali consiglisi può apprendere e fa-re propria per poi esse-re utilizzata all’occor-renza.Chi vuole mimetizzarsi,deve innanzitutto cer-care di diventare tut-t’uno con l’ambienteche lo circonda: quindiè necessario guardarsiintorno e cogliere le ca-ratteristiche più evi-denti, come i ccoolloorrii ddoo--mmiinnaannttii e le ll iinneeeedd’’oorriizzzzoonnttee.Una volta stabilito que-sto, bisogna decidere ache scopo ci si deve na-

scondere. Se ad esem-pio è per un ggiiooccoo ddiimmoovviimmeennttoo, per unaccaacccciiaa, o per qualsiasialtro scopo che preve-de degli spostamenti,bisogna studiare un ve-ro e proprio ttrraavveessttii--mmeennttoo mmiimmeettiiccoo e seinvece è per aavvvviissttaa--mmeennttii ddii aanniimmaallii oo ppeerr--ssoonnee, bisogna pensarealla costruzione di ppiicc--ccoollii rriiffuuggii perfettamen-te integrati nell’am-biente circostante.In entrambi i casi pos-siamo attingere alla na-tura per avere delle ot-time idee. Pensate in-fatti a quelle specie, so-prattutto prede, checambiano colore dellapelliccia o del piumag-gio in base alla stagio-ne, sfoggiando candidimantelli in periodi ne-vosi, e vestendosi deitoni caldi della terra edel legno, in quelli piùcaldi. Oppure a quegliuccelli che costruisco-no splendidi nidi, per-fettamente mimetizza-ti nell’ambiente, pertenere al sicuro le loro

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TESTO DI STEFANIA MARTINIELLO

ILLUSTRAZIONI DI SARA PALOMBOEssere invisibili...

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uova, e per poter osser-vare senza essere visti,eventuali predatori.Così noi indosseremocandidi abiti, o usere-mo delle bianche len-zuola per avvolgerci, sedovremo nasconderciin ambienti innevati,preferiremo le tonalitàmarroni e verdi per gi-rare inosservati in unbosco e sceglieremo in-vece quelli delle terrenaturali e delle sabbieper ambienti aridi e in-colti. Potremmo ancheusare dei veri e propritravestimenti da ani-male (stando attenti asceglierne qualcunodella fauna del luogo!)o anche da vegetale (ein questo caso ci si do-vrà muovere moltolentamente).Per costruire capanniinvece, sceglieremo i

materiali che ci offrel’ambiente stesso: can-ne o piante acquatiche,se ci troviamo ai bordidi un fiume o di un la-go, frasche e rami dipiante basse, se siamonel bosco.In entrambi i casi, do-vremmo imitare gli ani-mali, non solo nel mo-do di vestirci, ma anchenel comportamento.

Saremo così estrema-mente silenziosi, facen-do attenzione a dovemettiamo i piedi pernon far rumore e nonlasciare tracce, cammi-nando adagio e in pun-ta di piedi. Ci muovere-mo sempre cercando distare sottovento rispet-to all’animale o allapersona che non devevederci, e non ci espor-remo mai, anche a lun-ga distanza, in ambien-ti dove la nostra siluet-te sarebbe troppo evi-dente (ricordi l’esempioche fa B.-P. sull’esplora-tore fermo sulla crestadella collina?). Infineavremo tanta tanta pa-zienza, dote che, se-condo il nostro fonda-tore, è fondamentaleper divenire davveroinvisibili!

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TESTO DI FRANCESCO SCOPPOLA

ILLUSTRAZIONI DI GIORGIO CUSMADa soli o in squadriglia

Un vero Scout, quandosi incammina dentro unbosco, deve essere mol-to abile nel sapersimuovere senza farsi ve-dere da altri compagnicon i quali magari stagiocando, oppure daanimali che potrebberoessere pericolosi.In tante situazioni è in-fatti importante na-scondersi per prosegui-re, più spediti e sicuri,Vediamo nel dettagliouna serie di piccoli con-sigli da seguire, nel casone abbiate bisogno.La prima regola da se-guire, sotto il punto divista del rumore chepotreste provocare, èquello di ccaammmmiinnaarree ssii--

lleennzziioossaammeennttee: per co-municare tra di voi po-trete usare un codiceconvenzionale fatto diggeessttii ee sseeggnnii ccoonn llee mmaa--nnii. (Fig.1)State poi attenti, nelcamminare, a nnoonn ppoogg--ggiiaarree ttuuttttaa llaa ppiiaannttaa ddeellppiieeddee sul terreno e so-prattutto a schivare ilegni sul suolo che, secalpestati, provoche-rebbero uno schioccoche vi farebbe indivi-duare con facilità.In genere quando dove-te attraversare un bo-sco, specialmente da so-li, potete indossare unabbigliamento che, neicolori, ricalchi i coloridella vegetazione. Pur

mantenendo infatti lavostra uniforme, potre-te usare un coprizainoed una giacca a ventoche producano l’effettodi farvi parzialmentemmiimmeettiizzzzaarree.Se il bosco si presentamolto fitto, fate buonuso degli alberi e dei ce-spugli presenti, utiliz-zandoli per nascondervied, in modo ancora piùutile, come luoghi privi-legiati per appostarvi eosservare il terreno cir-costante. In questo ca-so è opportuno che nonci si concentri tutti inuno stesso punto, mache si pensi a dividersiper eevviittaarree aaffffoollllaammeennttiittrrooppppoo rruummoorroossii.Qualora ci si sposti conun gruppo abbastanzanumeroso, due E/G, ge-neralmente il CapoSquadriglia ed un altroche non sia il Vice, sispingono avanti perscegliere il percorso piùagevole e veloce, stan-do però attenti a cam-minare senza farsi ve-dere e a tenere il restodella Squadriglia bennascosta dietro a massiod alberi.

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Sempre per avere unabuona visuale dell’am-biente che vi circonda,potrete usare uno sche-ma di cammino a rom-bo con il CSQ davanti, icomponenti della Sq aidue lati destro e sinistroed il Vice dietro: questoschema vi consentireb-be, nelle vicinanze piùstrette, di avere una pa-noramica e una visualea 360 gradi sul territo-rio da attraversare.(Fig.2)Tante volte nelle vostreuscite vi sarà capitatodi dover attraversareun guado od un fiumeposizionato sul vostropercorso: ricordate be-ne che attraversarlo,passandoci dentro, pro-vocherebbe un forte ru-

more esoprat -tutto vir e n d e -rebbe vi-s i b i l i .PPrroovvaatteeqq uu ii nn dd iiaadd aaggggii--rraarrlloo eettrroovvaarreeuunn ppuunn--ttoo ddii mmii--nnoorree vvii--ss ii bb ii ll ii tt ààche vi consenta comun-que di superarlo.Un accorgimento da se-guire è quello di nonporsi mmaaii in situazionedi centralità, come sali-re ssuu uunnaa ggrraannddee rroocccciiaa,,ssppoorrggeerrvvii ddaall pprrooffiilloo ddiiuunn’’aallttuurraa aavveennddoo iill cciieelloolliibbeerroo ddiieettrroo ddii vvooii od

aappppoossttaarrvvii ssuu uunn aallbbeerrooche vi renderebbero vi-sibili a grande distanza.(Fig.3)A questo punto non viresta che partire: porta-te con voi un binocoloche faciliti la vostra vi-sione e ricordate…iinnppuunnttaa ddii ppiieeddii!!

FIG. 2

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TESTI DI ENRICO ROCCHETTI

ILLUSTRAZIONI DI MARTINA ACAZIAlla scoperta delle tracce del passato

L’osservazione deglianimali è una praticamolto interessanteperché il loro avvista-mento premia delleore spese nell’attesa.E’ importante innanzi-tutto imparare a com-portarsi in modo cor-retto. Ci si inoltra ne-gli ambienti naturaliparlando a voce alta esi vestono abiti troppocolorati. Non ci ren-

diamo conto che, dalmomento in cui si en-tra in un bosco o inuna palude, si diventaaanniimmaallee ttrraa ggll iiaanniimmaallii. In natura ilrumore predominanteè il ssiilleennzziioo e i ccoolloorriihanno tutti un parti-colare significato. UUnnuuoommoo cchhee ggrriiddaa,, qquuiinn--

ddii,, ccoossttiittuuiissccee qquuaallccoo--ssaa ddii aannoorrmmaallee cchheessppaavveennttaa..Fatta questa premessaandiamo a considerareuno degli strumentiindispensabili ai fini diun buon appostamen-to: il ccaappaannnnoo ddii oosssseerr--vvaazziioonnee. Premesso chequesto non necessa-riamente deve essereuna costruzione esa-gerata, partiamo dal

valutare alcuni aspettiessenziali prima dellasua costruzione.Innanzitutto la ppoossii--zziioonnee: se volessimopiazzarlo nel bel mez-zo di una radura, pro-babilmente sconvolge-remmo quella che è lamorfologia del terrenoa cui gli animali, fre-

quentatori del luogo,sono abituati. Quindiè meglio privilegiareuna zona alberata ocespugliosa in modoche il nostro punto diosservazione si possaben mimetizzare conl’ambiente.Altra cosa importan-tissima è la ddiirreezziioonneeddeell vveennttoo pprreeddoommii --nnaannttee:: se siamo inprossimità di uno sta-gno, dove gli animalisi abbeverano, faccia-mo in modo che il no-stro odore, che noinon percepiamo, maloro sì , non vengaportato dalla brezza ailoro sensibili nasi.La costruzione quindidovrà essere ssoottttoo--vveennttoo. Il vento cioè,dovrà venire dalle be-stie verso di noi.I mmaatteerriiaallii ddii ccoossttrruu--zziioonnee sono indispensa-bili: usare teli di pla-stica potrebbe risulta-re rumoroso e quindi èpprreeffeerriibbiillee llaa tteellaa.Che sia a terra o so-praelevato, è necessa-rio che sia ssoolliiddoo, chela struttura non simuova scricchiolando

o peggio rischiando dicrollare nel bel mezzodella nostra osserva-zione.A seconda di quantisiamo, dovremo co-struire un luogo che cicontenga tutti abba-stanza ccoommooddaammeennttee:non ci devono essereandirivieni continui,disturberebbero lafauna inutilmente.Stabilita la ggrraannddeezzzzaa,possiamo costruire unambiente non esage-ratamente alto, se aterra e neppure trop-po al di fuori della ve-getazione che lo cir-conda, se preferiamouna costruzione aerea.Pensate a che effetto

può fare ilvostro ca-panno sta-g l i a n d o s isullo sfondodel cielo: sa-rebbe imme-diatamenteiinnddiivviidduuaabbii--llee a scapitodella riuscitadell’attività.Il punto diosservazio-ne dovrebbeessere mon-tato quandoil sole non èancora sor-to , quindi

calcolate i tempi di la-voro occorrenti.Se vi trovate a tirareteli e legare pali alledieci del mattino, do-vrete considerare an-data una giornata in-tera di osservazione.

Quindi io vi consigliosia a terra che in aria,una costruzione cubi-ca, la più alta natural-mente posizionata suuna solida torre di pa-li.Alcuni consigli: nonconsiderate gli animalicome prede, ma come“aammiiccii” che desiderate“spiare”.EEvviittaattee ddii ppoorrttaarrvvii ddaammaannggiiaarree nel capanno,soprattutto bibite cheall’apertura fanno ru-more o sacchetti di pa-tatine.Pensate di dover re-stare diverso tempo equindi è importanteessere ccoommooddii: cuscinio altro possono esseremolto utili.Bene, detto questonon mi resta che au-gurarvi una buona..osservazione.

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Non sono “bubbole”,sono un momento incui la Squadriglia devedimostrare a pieno lesue capacità e le capa-cità dei singoli compo-nenti. Nei GG, per ot-tenere la vittoria, o al-meno per comportarsidecorosamente, è ne-cessario miscelare congiudizio molte carat-teristiche: strategia,pianificazioni, sfrutta-mento delle capacitàdei singoli. Ognunoavrà il suo ruolo, sianella programmazio-ne, che nel gioco veroe proprio.

La scelta dell’equipag-giamento corretto, èuna delle componentiimportanti ed è parteintegrante della pro-g r a m m a z i o n e / p i a -nificazione. Per orga-nizzare un g iustoequipaggiamento perprima cosa dobbiamoconoscere il terreno, lasituazione climatica (ele previsioni del tem-po, se possibile), i tipidi giochi che verrannoproposti. Andiamo conordine, individuando,per ogni situazione, lesoluzioni migliori.TTeerrrreennoo

Per quanto riguarda leccaallzzaattuurree, al di là delledifferenze del terrenodi gioco (terreno com-patto, fango, terrenosdrucciolevole) è sem-pre consigliabile sce-gliere calzature da tre-king o scarponcini leg-geri, con una suola ro-busta e bene incisa (ilfamoso “ccaarrrraarrmmaattoo”,insomma). Sono unpo’ più pesanti dellescarpe da ginnastica,ma ci proteggono dadistorsioni e permet-tono una solida presasu qualsiasi terreno.Per quanto riguarda lavveeggeettaazziioonnee, se gio-chiamo in sottoboscofitto (specie se in not-turna) sono consiglia-te ccaammiiccee rroobbuussttee ccoonnmmaanniicchhee lluunngghhee, perproteggerci dalle spinee dall’intrico dei rami.Se giochiamo in spazipiù aperti, mmaagglliieettttee aammeezzzzee mmaanniicchhee posso-no essere sufficienti.Per proteggere legambe non sono indi-

TESTO DI MAURO BONOMINI

ILLUSTRAZIONI DI ANNA DEMURTAS

Scarponi con suola carrarmato

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spensabili i calzonilunghi, anzi, su qual-siasi terreno si corremeglio con calzoncini(robusti), lluunngghhii ffiinnooaall ggiinnoocccchhiioo e nnoonn ““aa

ccoosscciiaa””, di giusta misu-ra (non attillati nétroppo larghi o bassidi cavallo) e ccaallzzeettttoo--nnii aallttii ssiinnoo aall ggiinnoocc--cchhiioo.Questa soluzione pprroo--tteeggggee benissimo dallespine e garantisce unaottima vveelloocciittàà di cor-sa. Per nasconderciagli avversari è oppor-

tuno indossare vestiti(se non propr ioespressamente mmiimmee--tt iiccii ) d i co lorevveerrddee//mmaarrrroonnee;sonossccoonnssiigglliiaattiissssiimmii ii ccoo--

lloorrii cchhiiaarrii ee ssqquuiill--llaannttii , lo stessovale per il cap-pello.SSiittuuaazziioonnee cclliimmaa--ttiiccaaSe il clima è sta-bile non ci sarànecessità di usa-re materiale im-permeabile, mase il gioco avràanche uno svol-gimento nottur-no,un ppoonncchhoo èmolto consiglia-bile. Per la not-turna un ponchodi colore scuro èsufficiente, mapotrebbe essere

un buoni n v e s t i -m e n t ocercare inun mer-c a t i n ouno deip o n c h om i l i t a r iscur i inte la mi-m e t i c a ,

utilizzabile anche nel-le ore diurne. Lo si puòusare per nascondigli,ma anche per facilita-re la mimetizzazionepersonale. Per renderepiù liberi i movimentisi può ffiissssaarree aallllaa vviittaaccoonn uunnaa cciinnttuurraa oo uunnccoorrddiinnoo. Questi pon-cho possono essereimpermeabilizzati consostanze specifiche(paraffina ecc.) o conspray impermeabiliz-zanti.Infine uno zzaaiinneettttoo,anch’esso magari recu-perato tra i mercatinidi materiale militare,verde o marrone, percontenere bboorrrraacccciiaa,,ccoorrddiinnoo ee mmaatteerriiaallee ddiieemmeerrggeennzzaa oollttrree aalllleecciibbaarriiee, quando il gio-co prevede il pranzo(o la cena) “in azione”.

Zainetto militare mitico

Calzettoni al ginocchio

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AAppppoossttaammeennttoo aall cceerrvvooNNuummeerroo ddii ggiiooccaattoorrii: una o più SquadriglieIl Capo Reparto rappresenta il cervo: non si nasconde ma resta in piedi e simuove ogni tanto di qualche metro. Gli scouts partono alla caccia del cer-vo, ed ognuno cerca di avvicinarlo per conto suo senza essere visto. Appe-na il cervo vede uno Scout gli fa cenno nominandolo, e questi si alza inpiedi sul posto. Dopo uncerto tempo, il Capo Re-parto dà il segnale di finegioco e tutti si alzano inpiedi nel posto in cui sonogiunti. Vince lo Scout che ègiunto più vicino al cervo. Variante: il cervo ha gli oc-chi bendati. Ogni Scout aturno, comincia il suo avvi-cinamento partendo dauna distanza di 100 metriche deve percorrere entroun certo tempo. Lo Scoutdeve fermarsi sul posto se la sua direzione viene correttamente indicatadal Capo Reparto, o se è scaduto il suo tempo limite. Vince lo Scout che riesce ad arrivare più vicino al cervo o addirittura atoccarlo.

OOsssseerrvvaarree ee rriiffeerriirreeNNuummeerroo ddii ggiiooccaattoorrii: una o piùSquadriglieIl Capo Reparto si mette in un luo-go e manda a circa 800 metri di di-stanza, in diverse direzioni, tuttigli Scouts soli, o a coppie. Quandoagita una bandiera come segnale diinizio, tutti si nascondono e comin-ciano a spiare le sue mosse, stri-sciando verso di lui e osservandotutto quello che fa. Quando agita

TESTO DI CHIARA FONTANOT

ILLUSTRAZIONI DELL’AUTRICE E DI CHIARA BEUCCI

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nuovamente la bandiera, gli Scouts si alzano, ritornano e – secondo quan-to viene chiesto loro – gli riferiscono a turno ciò che il Capo ha fatto, op-pure consegnano un rapporto scritto. Durante il gioco il Capo ha conti-nuato a guardare tutt’intorno, ed ogni volta che vede uno Scout lo pena-lizza di due punti. Inoltre compie un certo numero di piccoli gesti, comesedersi, inginocchiarsi, guardare col binocolo, usare il fazzoletto, togliersiper un po’ di tempo il cappello, camminare in cerchio per un certo numerodi volte, in modo da dare agli Scouts qualcosa da annotare e riferire. Vengono dati tre punti a ogni Scout per ogni gesto riferito corretta-mente.

CCaacccciiaa aallll’’eesspplloorraattoorreeNNuummeerroo ddii ggiiooccaattoorrii: una o piùSquadriglieSi dà a uno Scout un certo tem-po per nascondersi, poi il restodel Reparto parte alla sua ricer-ca. Scopo dello Scout nascosto,è di tornare al punto di parten-za senza essere toccato: se hascelto un nascondiglio lonta-no, i cercatori saranno sparpa-gliati quando lo raggiungono, ma la distanza che il ricercato dovrà com-piere per rientrare alla base sarà maggiore. È importante fissare un tempo limite e una zona tabù per i cacciatori in-torno alla base.

LL’’iimmbboossccaattaaNNuummeerroo ddii ggiiooccaattoorrii: più SquadriglieIl Reparto si divide in due squadre, una delle quali parte con un certo van-taggio e va a nascondersi in cespugli ai bordi della strada. L’altra squadrasegue, e chiama fuori dal loro nascondiglio gli Scouts che riesce a vedere,senza lasciare la strada. Si continua così a piacimento,alternando i ruoli delle squadre.All’inizio bisognerà dare moltovantaggio alla squadra che va anascondersi; in seguito, via viache divengono esperti, sarannoin grado di nascondersi semprepiù rapidamente.

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Si può cogliere l’occasione, quando qualche Scout si allontana dal gruppo,se il terreno lo consente, per far nascondere tutti gli altri in un batterd’occhio. Così, quando quello Scout che si era allontanato ritorna, tutto ilReparto è sparito come per miracolo.

PPeeddiinnaammeennttooNNuummeerroo ddii ggiiooccaattoorrii: due o più Squadriglie

Una Squadriglia ha il compito di pedinareun gruppo nemico (un’altra Squadriglia oil resto del Reparto) che avanza attraver-so la campagna. La Squadriglia dovrà se-guire i movimenti del gruppo più da vici-no possibile, ma sarà opportuno che inviiavanti uno o due Scouts per segnalarequando si può avanzare senza pericolo.Appena un nemico scorge un pedinatoregli può dare la caccia e, se lo cattura (pre-sa a tocco), il prigioniero deve marciarecol gruppo. Questo può anche dividersi,tendere imboscate ai pedinatori: ma vin-cono i pedinatori se entro una certa distanza (per esempio tre chilometri)i nemici non riescono a far perdere le loro tracce o a catturare più di metàdei pedinatori. Può anche essere giocato nel corso di una marcia di trasferimento, colvantaggio di avere sempre un terreno diverso.

CCoorrssaa ddeell mmeessssaaggggiiooNNuummeerroo ddii ggiiooccaattoorrii: una o più SquadriglieUno Scout viene incaricato di portare da lontano un messaggio in un datoluogo, o casa, entro un tempo determinato. Altri Scout “nemici” sono in-vece incaricati di impedireche qualunque messaggiovenga portato in quel luogo,e si nascondono in diversipunti per intercettare il cor-riere.Per catturarlo, bisogna chedue Scout tocchino il corrie-re prima che egli raggiungail luogo dove deve conse-gnare il messaggio.

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CCaacccciiaa aallllaa bbaannddiieerraaNNuummeerroo ddii ggiiooccaattoorrii: quattro o più SquadriglieMMaatteerriiaallee ooccccoorrrreennttee: sei bandiere o lanterne, carta e penna per ciascungiocatoreGiocheranno due o piùSquadriglie per parte. Ognisquadra costruisce un postoavanzato, entro un deter-minato tratto di terreno, edeve proteggere tre bandie-re (oppure di notte, tre lan-terne appese a 60 cm daterra), poste a non meno di200 m da esso (100 m se dinotte). Il posto avanzatosarà collocato in un puntonascosto, e i ragazzi staran-no tutti insieme o dissemi-nati a coppie.Ogni campo manderà poi qualche Scout in esplorazione per scoprire laposizione nemica: una volta individuata, essi cercheranno di aggirarla,strisciando e mantenendosi fuori di vista, per arrivare ad impadronirsidelle bandiere e portarsele nelle proprie linee. Ogni scout non può porta-re via più di una bandiera per volta.Ecco la disposizione della Squadriglia in questo tipo di gioco: ogni Scoutche arriverà a meno di 50 m da un gruppo nemico più forte, sarà dichiara-to fuori dal combattimento non appena visto dal nemico, se invece riescea strisciare accanto senza farsi accorgere, è salvo.Gli Scouts di guardia nei posti avanzati possono muoversi dal loro posto,ma la loro forza conta come doppia, e possono mandare messaggeri isola-ti tanto ai posti vicini, come agli Scouts in esplorazione.Presso ogni posto di guardia, e con ogni squadra in esplorazione, dovràesserci un arbitro.Le operazioni cessano ad un’ora stabilita, e tutti si riuniscono nel luogoconvenuto per consegnare i loro rapporti.Verranno attribuiti i seguenti punti:- Per ogni bandiera, o lanterna, catturata e consegnata 5 punti;- Per ogni rapporto, o disegno, sulla disposizione dei posti di guardia ne-

mici 5 punti;- Per ogni rapporto sui movimenti delle squadre di esploratori nemici 2

punti;Vince la squadra che ha ottenuto il maggiore punteggio.

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Per quelle che riguardano lo scouting, invece, il di-scorso è completamente diverso e infatti, le cono-scenze acquisite nel raggiungere la Specialità sonoimportanti per la vita del Campo e questo fa si chela Specialità venga sempre utilizzata.Ovviamente, come in ogni Reparto, si passa da unestremo all’ altro: c’è chi fa delle Specialità la propriaragione di vita e chi, invece, non gliene importa nulla.Per questo motivo i Capi hanno stabilito che il nu-mero massimo di Brevetti raggiungibili è due, perevitare che alcune persone conquistino Specialitàper il solo gusto di farlo.

Matteo Lelli – Livorno 10

Per conquistare le Spe-cialità ci vengono asse-gnate delle prove che bi-sogna, bene o male, por-tare a termine; poi se iCapi Reparto vedonol’impegno che mettiamonella vita scout, ci agevo-lano. Le prove vengonoassegnate dai Capi e gliAiuti Capi Reparto, in-sieme allo specializzan-do. Il maestro di Specia-lità non deve essere perforza un Capo ma puòessere anche un’altrapersona di cui i capi Re-parto si fidano. Il mo-mento della consegnaavviene in “Consiglio

della Legge” quando siamo in quadrato. Di solito il“Consiglio” avviene alla fine di un Campo o di unaUscita. Ad un singolo E/G ho visto assegnare nonpiù di 3 Specialità.

Mirko Grammatico – Empoli 3

Le Specialità, si sa, sono le Competenze scout in cuiuno si specializza durante l’arco del suo cammino.Certo, potresti anche viver senza di esse. È anchevero che poter aiutare gli altri in un argomento incui ti senti più dotato, può compensarti della faticache hai impiegato per diventare competente. Pre-metto che nel mio Reparto è dura prendere Specia-

lità, dato che negli scorsi anni sono state date Spe-cialità a chi non se le meritava affatto, per cui, meglioimpegnarsi tutto l’anno per ottenerle. Noi “aspirantispecialisti” dobbiamo far perlomeno tre o più proveper testimoniare di essere competenti in quel cam-po. Più che altro l’importante è non arrendersi op-pure, ancora meglio, concentrarsi su Specialità im-portanti, come Topografo o Campeggiatore. Fino allafine del Campo Estivo credevo che i Capi si sareb-bero scordati della consegna delle Specialità!! L’ulti-mo giorno, o comunque dopo il Consiglio della Leg-ge invece, ci hanno consegnato i bollini delle Specia-lità. È poi una bella soddisfazione prendere il meritoalla fine dell’anno, ti appaga degli sforzi compiuti e tisprona a continuare per l’anno prossimo.

Riccardo Gori – Follonica 2

A che servono le Specialità? Beh, io personalmentele ho sfruttate per il Brevetto di Competenza, ma èdavvero quello lo scopo finale?! Principalmente iocredo che servano come stimolo, come una piccolaméta da raggiungere, per dimostrare le proprie com-petenze in un determinato campo o anche per sod-disfazione personale...! Conquistare una Specialità è molto semplice:ognunodi noi ha delle attitudini innate (chi per disegnare, chiper costruire, chi per fotografare ecc ecc), basta solocoltivarle e creare qualcosa per dimostrare a tutti dicosa si è capaci.Il Maestro di Specialità può essere chiunque! Un ca-po Reparto, uno dello staff, un’altro del Reparto operfino una persona esterna. Io stessa ho preso laspecialità di Falegname lavoricchiando con il legno ecostruendo dei trofei di fine campo, con tecniche in-segnatemi da mio fratello maggiore! Il momento della consegna del distintivo è delizioso!Si sta tutti in quadrato.. e il capo Reparto cerca di fa-re il solenne: -“…Consegniamo la Specialità di... .Fo-tografa… alla… Guidaaaaaaaa… SSSSSaraaaaaa!!!!!!”e poi giù gli applausi mentre l’interessato/a assumeuna sfumatura grigio-violetto! Ummm... Credo di essere stata la Guida ad averneconquistate di più:ne ho conquistate ben nove:Cam-peggiatore, Mani abili, Cu-ciniere, Attrice, Fotografa,Falegname, Lavoratore incuoio, Sarta e Pennese.Per quanto riguarda gliEsploratori, ahimè, se neconquistano quattro per ilBrevetto è già un traguar-do. Solo uno, il nostro pic-colo genio, ne ha conqui-stato dodici! chissà que-st’anno quante ne avrà ag-giunte al suo repertorio.

Valeria Porceddu –Iglesias 6

Per conquistare le Spe-cialità bisogna lavoraresodo. Le prove per laSpecialità vanno chiesteal Capo Reparto o an-che a un altro Capodello staff, che provve-derà a darti degli obiet-tivi sulla base delle pro-prie competenze. LeSpecialità, secondo noi,sono una grande op-portunità poichè ti fan-no scoprire argomentiche prima non avevipreso in considerazio-ne. Quando hai finito iltuo lavoro, e hai la Spe-cialità cucita sulla mani-ca, ti rendi conto che

te la sei meritata, ed è una grande soddisfazione. IlMaestro di Specialità è quasi sempre un Capo Re-parto, ma a volte può essere anche il Capo Squadri-glia o una persona che ha delle ottime competenzenell’ambito richiesto. Le Specialità vengono conse-gnate durante i Consigli della Legge, è un momentomolto atteso, dove ognuno riceve le Specialità che siè davvero meritato.

Alessia Marcantonio e Fabia D’Eramo Sulmona 1

Credo che le Specialità sianoutilissime, grandi occasioniper migliorare noi stessi, es-sere utili nel Reparto e in Sq.(mi viene in mente il titolodell’agenda scout di quest’an-no:”essere competenti peressere utili”!), ma anche peraprire gli occhi e vedere ilmondo che ci circonda in unmodo nuovo...Per conquistare le Specialitàdobbiamo realizzare tre im-pegni, concordati insieme alMaestro di Specialità, che è di

solito uno dei capi. Gli impegni sono appunto treper poter approfondire più tecniche.Tutto il lavorosvolto va presentato al Reparto, di solito si fa permezzo di un cartellone, ma logicamente dipendedalla Specialità! La consegna è un momento ufficiale,si fa quindi in Reparto, in uniforme...

Alessia Matrisciano – Rovereto 1

Un pezzetto di stoffa stretto nella mano,un quadrati-no colorato sulla manica. Qualcosa in più nel cuore,una nuova lente attraverso cui capire la realtà. Unnuovo segreto strappato all’universo che ci circonda,quel segreto che si vede brillare ad un tratto negliocchi di chi l’ha colto. Tutta questa magia, quella diconquistare una Specialità, da noi è stata per moltoun impegno dimenticato, per poi tornare a conosce-re una nuova fioritura quest’anno. Con estrema sod-disfazione sono state finalmente riconosciute le piùsvariate Specialità al Consigli della Legge, mentre ilReparto acquistava persone aperte a nuove tecnicheed entusiaste per aver assaggiato le possibilità infiniteche la vita, in questo caso scout, ci può offrire.

Costanza Galanti – Roma 22

Nel nostro Reparto le Specialità sono molto im-portanti, per poterle ottenere bisogna portare atermine delle prove che ci vengono assegnate dalnostro Capo (Maestro di Specialità),da noi ogni Ca-po ha delle competenze in cui è specializzato.A se-

conda della Specialità che vo-gliamo ottenere ci dobbiamo ri-volgere con un Capo diverso, luici darà le prove.Alla riunione diReparto più vicina, dopo avercompletato le prove, le presen-tiamo ed a discrezione dei Capi,otteniamo la Specialità.Marta Giovannini – Pesaro 2

Nel nostro Reparto le Specialitàsono, per la maggior parte, deiriconoscimenti attribuiti a unapersona e spesso rimangono talie non vengono sfruttati nelle at-tività.

AAvventura 7/2008vventura 7/2008AAvventura 7/2008vventura 7/2008

TESTI DI CORRISPONDENTI DI AVVENTURAFOTO DI GIORGIO CUSMA

COME FUNZIONANOLE SPECIALITÀ

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SONO MOMENTI IMPORTANTI PER IL PROPRIO SENTIERO

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LA VERSIONE INTEGRALE DI QUESTO ARTICOLO È DISPONIBILE SUL NOSTRO SITO

I nostri Corrispondenti son sempre pronti a rispondere alle nostre domande. Stavolta abbiamo ri-volto loro il seguente quesito:

Come funziona con le Specialità nel vostro Reparto?Leggete quanto ci hanno risposto e confrontate le risposte con la vostra realtà.Se avete opinioni diverse… scriveteci! Saremo felici di dare dello spazio anche a voi.

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TESTI DEGLI ALLIEVI DI SCUOLAVVENTURAFOTO DI GIORGIO CUSMA, CORRADO DAPRETTO E MARCO PUSCEDDU, DISEGNO DALL’ESPLORATORE-ASCI 1961

ENTRARENEL REPARTO

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di questi ragazzi gran-dissimi che cammina-vano velocemente, e laCapo Reparto che cidiceva di sbrigarci… aripensarci ora vienequasi da ridere!

Miriam Fiorenza

Il 25 Ottobre 2003 siè conclusa la primafase del mio cammi-no Scout: il Branco.

Da quel momento si apriva per me e per altrifratellini un nuovo orizzonte, a base di costruzio-ni e tende. Solo ora che anche questa tappa dellamia Avventura si è conclusa posso tirare un bi-lancio. Nei quattro anni che ho trascorso con labranca E/G ho imparato cos’è la vera amicizia,quella che va oltre l’età e il colore della pelle:credo che questa sia la cosa più bella che si possacomprendere.Voto finale? 10 +.

Francesca Morelli

Quella sera di sabato, di un umido weekend di fi-ne settembre, tutto il CdA del Popolo Liberoaveva compiuto un grande passo: entrare in Re-parto.Il sabato successivo erano state formate le Squa-driglie: il timore era aumentato perché avevopaura di finire con la Capo acida o con quella fri-vola o con quella bella ma imbranata. La fortunavolle che capitai con la migliore che potessi ave-re: la Capo Sq premurosa , che ti sorride sempree ti dimostra la sua fiducia.Nel Reparto tutti erano molto disponibili con lenovizie, soprattutto quando si dovevano lavare ipiatti alle Uscite: era noto che questa mansionespettava di “diritto” ai nuovi entrati! Il primo Campo è rimasto nei miei ricordi comeuno tra i migliori cui abbia partecipato: il climadella mia Sq. mi aveva fatto sentire a mio agio, co-

me se fossi inuna grande fa-miglia.

Elena Bassoli

Le Sq avevanoappena finito gliurli ed io stavoancora cercandodi riprendermida quell’indige-stione di infor-mazioni sul Re-parto quando unCapo mi si avvi-cinò di soppiatto

e, sfilatosi il fazzolettone, me lo mise sugli occhi.Prendendomi per mano mi fece sedere sulle ginoc-chia di una ragazza che avrei dovuto riconoscere. Iomi sentivo avvampare: ero sicura che non l’avrei mairiconosciuta solo dalla vo-ce, e stavo appollaiata sul-le sue ginocchia cercandoil modo di scappare via ilpiù in fretta possibile. Poimi parve di riconoscerla.Gridai il suo nome e misbendarono. Ce l’avevofatta: ero in Reparto!

Annachiara Vicini

Entrare nella “branca dimezzo”, come la defini-scono alcuni, è una espe-rienza già di per sé unica,che comporta da subito laperdita di certe abitudini,del linguaggio e del com-portamento, per far spa-zio a nuove abitudini. Solitamente i più giovani ri-mangono emozionati e increduli davanti ai raccontiche sentono dai più grandi:- Eh, quella volta che siamo andati a “rocciare” su a2000 m…- - Ah, quella volta che abbiamo fatto quella bellissimacamminata per raggiungere quel rifugio…-- Ti ricordi di quella volta che Pierino si è fatto qua-si mordere da una vipera…-In conclusione: l’entrata in Reparto è un’esperienzaunica che segna l’inizio di quella meravigliosa Avven-tura nel mondo E/G con tutte le sue gioie e i suoidolori.

Giacomo Vendrametto

Quando, nel lontano 2002 miiscrissi alla grande famiglia degliScout, entrai, per una scelta deiCapi, direttamente in Repartoanche se avrei dovuto frequen-tare l’ultimo anno di Branco.Al-l’inizio rimasi un po’ deluso per-ché volevo stare con gli amiciche conoscevo, che erano negliScout fin da piccoli, e mi piacevasentire delle piccole Avventurecui avevano partecipato, in que-sto mondo per me ancora sco-nosciuto e ricco di novità. Comunque andai avantilo stesso e mi ritrovai in mezzo a ragazzi e ragazzeanche di 5 anni più grandi di me! Mi sentivo un pe-sce fuor d’acqua! Ero, ovviamente, il più piccolo ditutti (almeno 20-25 cm di altezza in meno del piùbasso) e come fosse il primo giorno in una nuovascuola, dove tutti si conoscono, tutti tranne te.

Michele Salvagno

I RICORDI DI QUEL MOMENTOIMPORTANTE

LA VERSIONE INTEGRALE DI QUESTO ARTICOLO È DISPONIBILE SUL NOSTRO SITO

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Mi sembra ie-ri, quando il 9ottobre 2005morivo dallavoglia di anda-re ad attivitànelle Cocci-nelle: l’ultimaattività da pic-cola del grup-po, per passa-re finalmenteai piani più al-ti, “la vita diReparto”!Appena var-cata la soglia, iCapi mi inse-rirono nella“SquadrigliaOrsi”, perchéla ritenevanopiù adatta alla

mia personalità; infatti, vi ho trascorso un anno indi-menticabile. In seguito sono stata spostata nellaSquadriglia Antilopi, dove ho passato gli ultimi treanni, anch’essi magnifici, ricchi di emozioni e nuoveamicizie.Quando sono entrata, non sapevo cosa mi aspetta-va, però tutti mi dicevano: “vedrai che ti divertirai, èbellissimo” . Infatti, è stato così.

Marta Vidoz.

Dopo un fiume di esperienze assieme al mio ama-tissimo Reparto, della prima riunione e seguito ri-cordo … Provenivo da un altro Gruppo scout edero l’unica new entry! Che ansia! Ma la Sq. Scoiat-toli mi accolse calorosa. Bruciammo i nostri deside-ri e le nostre paure scritte sulla carta. Scrissi:“viverecon il mio nuovo gruppo grandi ideali”. Poi la pro-posta dell’Eurojam per Squadriglie! Tutto era colle-gato! L’idea mi catturò, ma non trovò riscontro frale altre Guide. Così in “the sound of silence” sognai

il Jamboree del centenario! Progettare fin dall’iniziopuò portare a grandi risultati! Ve lo assicuro… ;-)

Francesca Tarter

Eravamo in dieci, molto diversi. Eppure avevamo lostesso sguardo, quello di qualcuno che, lasciandosiindietro tutto, si inerpica su una nuova strada. Lanuova strada era il Reparto.Erano davvero grandi, quei ragazzi che ci circonda-rono con le torce. Eppure i loro volti sembravanovivaci, accoglienti. Essi ci trasportarono gli zaini, cifecero sistemare nelle tende e prepararono per noiun bel bivacco.Lo ammetto, eravamo timorosi all’inizio, ma invece i“veterani” di Reparto dimostrarono che si può sta-re bene insieme anche senza essere coetanei. Lasera, andando a dormire nella mia nuova tenda, unsorriso illuminò il mio volto, mentre sprofondavonel sonno: sarebbero stati quattro anni meravigliosi.E ora che quei quattro anni sono quasi finiti, riaffio-ra il sorriso di quella sera.Con una lacrima in più.

Miriam Bonalumi

Il passaggio dai Lupetti al Reparto? Pochi ricordi ditanta tensione, forse quasi paura. L’inizio di unanuova Avventura che per alcuni è del tutto scono-sciuta. Emozioni ma anche qualche delusione. Nellostesso bivacco dei passaggi, è successa per me e peril mio Gruppo una cosa davvero importante; i Re-parti Ge24 e Ge1 si sono uniti a formare il Ge25. Sipossono immaginare le difficoltà da quella primatappa in-sieme.Al ritornodal luogodove sie r a n osvolti ipassaggi, imiei primir i c o r d i :noi piccoli“primi an-ni” in fon-do alla fila

Scuolavventura è la palestra in cui alcuni di voi iniziano una possibile carriera giornalistica. Si trat-ta di E/G che hanno già fatto delle esperienze come redattori in qualche evento o sono cresciu-ti nelle file dei Corrispondenti di Avventura.Alla base del loro impegno vi è una grande passioneper lo scrivere: diventeranno giornalisti? Non si sa… ma loro intanto ci provano e percorrono congrinta l’impegnativo percorso della Scuola.A loro abbiamo chiesto di parlarci dei ricordi che han-no dei momenti in cui sono entrati in Reparto.

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IL CAMPO REGIONALEDEL TRENTINO - ALTO ADIGE

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L’ attenzione all’impattoambientale, è massima. Il

mitico “Tintinnambolo”, gior-nalino del Campo che prendeil nome da un famoso campa-nile locale, raccomanda:“Perlasciare la piana miglioredi come l’hai trovata… èimportante la raccoltadifferenziata”. I sottocampisvolgono a turno il ”moduloservizio” sistemando pascoli,pulendo aree boschive, ecc. Il

percorso di fede, delicato e profondo, segue passoper passo le nostre attività. Al serviziosi collega il “modulo gioco”: un pome-riggio di sfide grazie alle quali nasconoamicizie e non solo… eheh!Il tema centrale del preparare con curail proprio cammino, si concretizza nel-l’Impresa di Squadriglie gemellate: èl’ultima tappa di un lungo percorso! Se-gue la cerimonia della consegna deiGuidoncini!!

Durante il Campo molti sono i momenti dedicatialle attività di Reparto… non si possono tralascia-re tradizioni come quella dei totem! Lo stesso valeper la Missione di Squadriglia.I fuochi di sottocampo, le olimpiadi di saltodella cacca di mucca, i risultati della giornatedi Specialità personali – villaggio tecniche -ogni cosa diventa ricordo indelebile.La fine del Campo segna la fine delle notti al fred-do, dei diluvi improvvisi, dei canti a squarciagola, deifuochi saturi di entusiasmo… ma tutto questo nonha significato se non torniamo a casa cresciutie con la voglia di preparare il nostro cammino por-tando avanti grandi ideali nelle piccole scelte.

M a voglio parlare della cosa più bella ed importante? Di tutti i bei mo-menti vissuti in Squadriglia? Piccoli episodi, ma anche grandi avventure

solo nostre, ci siamo sentite veramente un gruppo affiatato, una famiglia, ci sia-mo sorrette e confortate, abbiamo riso insieme, ci siamo confidate... perché èquesto che si ricorda con più gioia; un sorriso, una piccola difficoltà superata in-sieme.Per noi il Campo è cominciato con la Missione per il raggiungimento della Spe-cialità, fatta ai primi di giugno: abbiamo dormito, mangiato, viaggiato insieme, lot-tato sorridendo e cantando sotto una pioggia martellante.Poi il Campo. I primi giorni faticosi: dovevamo montare la tenda rialzata e l’an-golo. Ce la siamo cavata! Ognuna di noi cercava di aiutare l’altra: non si faceva intempo a stancarsi che qualcuno ti diceva:-“…dai, lascia un attimo, faccio io!...”-.Ai lavandini, lavando le pentole, sentivo uno lamentarsi perchè inSq. nessuno voleva lavare e lui era obbligato a farlo... noi facevamoi turni: due lavavano, le altre riordinavano l’angolo, in breve tuttoera pronto e potevamo sederci sul prato a chiacchierare...L’Impresa non è stata particolarmente difficile. Noi avevamo scel-to la Specialità di Civitas e la nostra Sq gemellata Giornalismo: ab-biamo realizzato un articolo per rilevare le differenze etnico-cul-turali tra la popolazione ladina e gli abitanti di Trento. Ma non cre-devo che ce l’avremmo fatta a ricevere il mitico Guidoncino Ver-de. Quando, al fuoco di sottocampo, hanno chiamato le Squadri-glie per consegnare le Specialità, c’eravamo anche noi!!!Ma è stata un’emozione altrettanto bella quando Melany, la nostrasquadrigliera più giovane, ha fatto la Promessa. E poi l’inaspettatae grande felicità mia e di Meggy quando i Capi ci hanno consegna-to rispettivamente la Specialità e la Terza Tappa! Poi la mitica Missione di Sq! Carta alla mano, cantare camminandosu per le strade di montagna ... poi (!) ci siamo perse ma non cisiamo perse d’animo, ed abbiamo proseguito arrivando con solomezz’ora di ritardo! Tutto perchè abbiamo creduto in noi stesse.

Infine, il Consiglio di Squadriglia. Hoammirato tantissimo la sincerità, ilclima sereno e non “accusatorio”che c’era tra noi, il non imbarazzonel sottolineare i difetti e le mancan-ze delle altre.Abbiamo vissuto la grande avventuradel Campo, con un vero spiritoscout, lo spirito della condivisione,dell’amicizia, delle risate,mettendo ingioco ognuna, le proprie competen-ze e capacità! E, anche se magari nonce ne siamo accorte, siamo cresciutetanto.

FOTO DI CARMELO DI MAURO E DALL’ARCHIVIO REGIONALE TRENTINO-ALTO ADIGE

SEGUIRE L’AZIMUTH...

PARTECIPARE PER CRESCERETESTO DI FRANCESCA TARTER – DI SCUOLAVVENTURA

9 agosto 2008“…Calcola bene la giusta distanza, fra il tuo passo e ogni raggio di sole, e prepara con cura il cammino… eprepara con cura il cammino…”Così dopo mesi e mesi di intenso lavoro, di cammini programmati, di Sentieri preparati, inizia una

grande Avventura, quella del Campo Regionale EG del Trentino AltoAdige:“Azimut, attrezziamo il sentiero”.

A questo Campo hanno partecipato 536 E/G (89 Squadriglie) di tuttoil Trentino - Alto Adige, grazie a 120 Capi ed Aiuti che hanno collabo-rato alla realizzazione dell’evento, svoltosi a Passo Vezzena, nel Trenti-no orientale, al confine con il Veneto… a ben 1402 m slm! La zona,di malghe e pascoli, fu teatro di sanguinose battaglie durante la PrimaGuerra Mondiale ed è meta di turismo storico e non solo.

Aria di scoperta e di attesa, ragazzi sorridenti, mucche curiose, mucchestizzite, capi nervosi, Guide lanciate, turisti a bocca aperta! Il lavoro comincia subito… crescono lesopraelevate, i pianali singoli o a schiera, gli angoli comodi o con l’intenzione di esserlo… tre sotto-campi (Palù, Forte e Passo)! L’apertura del Campo avviene in plenaria sotto le stelle, dove si assiste

allo spettacolo di Rudy: la storia vera di un ragazzo ebreo condannato ai lavoriforzati che “in mezzo all’inferno sceglie di non affondare, di cercare anche il piùpiccolissimo punto di Paradiso”. I Capi Campo Federica, Paolo, Lorella e padreMichele accolgono i Reparti:“Il Campo è nelle vostre mani, serve il vostrocervello, ma anche le vostre mani, e soprattutto il vostro cuore”.

LA SQUADRIGLIA È PROTAGONISTATESTO DI ALESSIA MATRISCIANO – CORRISPONDENTE DI AVVENTURA

Potrei ricordare i grandi eventi celebrati tutti insieme, come l’apertura e lachiusura del Campo, l’esplosione di colori che invadeva il prato nello svento-lio dei fazzolettoni, o la Messa del Vescovo Bressan, finita in un acquazzone.Potrei ricordare il Grande Gioco e le attività di sottocampo, le nuove co-noscenze che ho fatto.Infine, potrei raccontare i bei momenti di Reparto, i fuochi, le canzoni....Sono stati tutti momenti splendidi, momenti degni di essere raccolti in unarticolo.Ma non scriverò di questo.

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STORIA DELLA BASE:La Base nasce nel 1977 con l’acquisto di una vecchia stalla e di un appezzamento di terreno. L’ambizioso intento

è quello di offrire ai Gruppi scout un luogo accogliente ed attrezzato dove poter vivere Uscite e Campi in un am-biente tipicamente scout. Il progetto della Base è a lunga scadenza e ha come obiettivo finale la ristrutturazione diun‘intera Borgata che permetterà di usufruire di un maggior numero di locali per l’ospitalità e lo svolgimento dellevarie iniziative. La “casa sotto” è ormai completamente ristruttu-rata e necessita solo di opere di manutenzione. Da quest’annoinizia l’ospitalità anche nella “casa sopra” ed è quindi possibileospitare più gruppi contemporaneamente, in spazi distinti tra lo-ro. La maggior parte del lavoro fino ad oggi svolto è frutto delServizio di tantissimi scout ospitati presso la Base.Da gennaio 2007 è diventata Base Nazionale del Settore AGESCISpecializzazioni. La Base è di proprietà di Emanuele Musso, men-tre Francesco Lano ne è il Responsabile.Informazioni logistiche sul sito:www.piemonte.agesci.it/settori/specializzazioni/ Prenotazioni ospitalità:Davide Borio 338/5641226 email: [email protected] Informazioni varie: Emanuele Musso email: [email protected]

Andiamo alla scoperta di una nuova Base del Settore Specializzazioni: quella di Cantalupa in provincia diTorino. Si trova ai piedi delle Alpi ed i monti la circondano donandole il fascino della montagna più vera,qui l’alpinismo è di casa. Provate a visitarla, magari partecipando ad un Campo di Competenza con tanta

montagna.

A CURA DI GIORGIO CUSMA CON LA COLLABORAZIONE DI FRANCESCO LANOFOTO DALL’ARCHIVIO DELLA BASE, DISEGNI DI PIERRE JOUBERT

TRA LE CIMEPIÙ ALTE

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PALA BASE DI CANTALUPA

DOVE SI TROVA?IN Borgata Bironera Alta - Via Scrivanda 29 - 10060 Cantalupa (TO)

COME ARRIVARCI?Il Comune di Cantalupa dista 35 Km da Torino e 9 Km da Pinerolo. La Base dista 2,5 Km dalla fermata dei bus diCantalupa (circa 30 minuti a piedi).Pinerolo e Piscina sono raggiungibili in treno (linea Torino-Pinerolo-Torre Pellice)La Base è raggiungibile anche in auto (ultimi 500 metri strada sterrata in ripida salita).

COM’È FATTA?Strutture al coperto:- La prima casa acquistata, la “casa sotto”, ormai completamente ristrutturata, mette a disposizione 25 postiletto, cucina attrezzata, bagni, due stanzoni per i momenti di ritrovo, riscaldamento con stufe a legna e camino.- Dal settembre 2007 è possibile essere ospitati anche presso la “casa sopra“ anche se la sua ristrutturazio-ne è ancora in corso. È possibile usufruire di un salone di 60 mq, di 35 posti letto, di un’ampia cucina attrezza-ta, di un servizio con doccia, riscaldamento con stufe a legna.- È a disposizione una cappella con circa 30 posti- Vi è anche una stanza autonoma con cucina e riscaldamento adatta per hyke personali o a coppie e momenti

di deserto.Strutture all’aperto:- Fuoco da campo e altare con sedili in pietra- Alzabandiera- Campo da gioco- 8 piazzole per tende di Squadriglia- Forno a legna Attrezzature:- Il bosco in proprietà, di quasi 50.000 mq, può essere utilizzatoper attività natura, pionieristica, esplorazione e grandi giochi.- La Base è provvista di tutte le attrezzature necessarie per leattività di Pionieristica e Mani Abili.

AAvventura 7/2008vventura 7/2008 AAvventura 7/2008vventura 7/2008La casa sopra

COSA OFFRE?La Base ospita Campi ed iniziative specifiche della base nell’am-bito del Settore Specializzazioni:- Campi di Competenza su tecniche di pionieristica, mani abili,espressione (per E/G ed R/S)- Stages per Capi su tecniche di pionieristica e mani abili- Campi per L/C, E/G ed R/S

ALTRE INFORMAZIONI:- Estensione della Base: 4,9 ettari di bosco prevalentemente dicastagno. Sono presenti anche betulle, faggi, conifere, noccioli eciliegi selvatici.- Clima: continentale temperato di mezza montagna (altitudinecirca 650 m s.l.m.).- Fauna: cinghiali, ghiri, scoiattoli, volpi, cerbiatti, tassi, ricci, lepri,poiane, ghiandaie, cinciallegre, picchi, salamandre.- La Base si estende su un territorio non pianeggiante con un di-slivello di circa 40 metri tra la casa “sotto” e la casa “sopra”.- La base è u di partenza per escursioni in montagna, quali i TreDenti, il Monte Freidour, il rifugio Melano e la Rocca Sbarua (conle sue stupende pareti adibite a palestra alpina di arrampicata).

Mossi dalla voglia di avventurarsi in nuove Impresee verso nuove Competenze, diciotto ragazzi pro-venienti da varie parti di Italia, sono arrivati a Bar-donecchia dove una parte della staff li attendevaper portarli in Valle Stretta: valle un tempo italianae ora francese, dove avrebbero raggiunto il lorocampo base (2100 mt di altitudine) ospiti di DonPaolo e della sua “maison de chamois”.I quattro giorni di Campo si sono sviluppati attra-verso chiacchierate e sessioni, che avevano lo sco-po di introdurre e dare spiegazioni teoriche suquello che i ragazzi avrebbero osservato e fatto,ma soprattutto vissuto sulle proprie gambe lungo isentieri delle montagne della valle , raggiungendovette che, viste dal campo base, sembravano irrag-giungibili e che invece si sono dimostrate alla por-tata di tutti (per la cronaca la vetta di una dellemontagne raggiunge quasi i 3200 mt)

Mai come quest’anno, a se-guito del fatto che i mesi diaprile e maggio sono statimolto piovosi e freddi, le ci-me si presentavano ancoracoperte da molta neve. Que-sto rendeva molto piu’ lungala salita ma divertentissima ladiscesa nonostante i piedi esoprattutto i fondoschienabagnati.Sono state insegnate le tec-niche e le modalità di equi-paggiamento da adottarein alta quota, l’alimentazio-ne corretta da seguire, la ri-levazione topografica sul-le carte, di varia scala, delpunto in cui ci si trova edinoltre, nozioni base di pri-mo soccorso in montagna.Inoltre è stato spiegato qualecomportamento adotta unbuon alpinista: come cammi-nare in gruppo per raggiungere una cima, comecamminare lungo un nevaio, come discenderlo ecome saper riconoscere quale e’ il sentiero e ilpercorso migliore da prendere.Il tutto, adottando accorgimenti tecnici per esseresempre in sicurezza e pronti per un repentinorientro al campo base, in caso di improvviso mal-tempo.

AVVENTURA IN MONTAGNATESTO DI VALTER BIGAZZI

La casa sotto

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A CURA DI MAURO BONOMINI

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Vi presentiamo due nuovissimi manuali della collana pubblicata dalla Fiordaliso. Questi volumetti hanno trovato unaottima accoglienza da parte di tutti per la loro praticità, la facile realizzabilità delle proposte e la competenza tecnicadegli autori.Anche questi non sono da meno. Pensiamo che nella biblioteca di ogni guida ed esploratore non ne deb-ba mancare nemmeno uno… non si sa mai che possano venirci utili, sia per il conseguimento di un brevetto, sia perl’organizzazione di qualche speciale attività o impresa di squadriglia. Il costo contenuto ci avvantaggia!

Autore: Luigi FerrandoTitolo: AggiustatuttoEditrice: FiordalisoPrezzo: 6,00Non vi è mai capitato di avere un problema, tipo qualcosa che si rompe oppure un’azione dacompiere senza l’attrezzo giusto per farla? In questo manuale c’è di tutto e di più per diventareun mago nelle attività di riparazione e costruzione.Viene spiegato l’uso e le tipologie degli at-trezzi più comuni, i modi di costruirsi in proprio attrezzi con materiali di fortuna, le caratteristi-che di ogni materiale da utilizzare.Alla fine troverete suggerimenti utilissimi al bisogno. Quello

che il libro cerca di fare è mettere in grado una persona, anche non espertissima, di sapersela cavare in ogni frangen-te. La rappresentazione pratica dell’Estote Parati… vi ricorda niente?

Autore: Damiano MarinoTitolo: Scopri dove viviEditrice: FiordalisoPrezzo: 6,00La città in cui abitiamo ha sicuramente una sua storia e sue tradizioni. Inoltre fornisce ancheservizi ai propri abitanti e ai visitatori che vengono dalle nostre parti.Allora, che ci vuole per or-ganizzarsi e diventare delle perfette guide cittadine, dei veri amici del quartiere? La base è pro-prio questo libro, che vi aiuterà ad affrontare il non semplice lavoro di raccogliere e sistemareorganicamente le notizie storiche, i punti di riferimento, le indicazioni da fornire, i recapiti e inumeri di telefono.Volete dire che pensavate che fosse tutto più breve, una foto ricordo e poi

via? Assolutamente no! Ma non scoraggiamoci, seguiamo passo per passo i consigli e non avremo nulla da invidiare aiprofessionisti. E se poi abbiamo qualcosa di veramente interessante e particolare, magari un’attività tradizionale a cuipartecipa anche il Reparto, ricordiamoci che un bell’articolo su Avventura, scritto da voi, sarebbe il giusto corona-mento del vostro impegno.

Autrice: Cecilia RandallTitolo: hyperversum Il Falco e il LeoneEditore GiuntiPrezzo: 17,50Hyperversum è un programma molto avanzato di videogioco che è in grado, in particolari occa-sioni, di trasportare realmente le persone nel passato. Daniel nel primo libro ha lasciato la suaamata nel medioevo, ha passato anni cercando di ritornare, ma forse, ora, Hyperversum può ri-portarlo indietro. Ripiomberà in una guerra tra francesi ed inglesi e avrà occasione di far ancoranotare le sue qualità di cavaliere e guerriero.

Autore: AmcanTitolo: EsaregnumEditore CampanilaPrezzo: 18,90Vi sareste mai immaginati un libro fantasy che parla di Scautismo? Perché Esaregnum è proprioquesto: un fantasy in cui il personaggio principale è Markus, un Lupetto che sta per passare inReparto e che, nelle vacanze estive, vive una avventura concitata piena di magie e razze strane efantastiche. Lui e un gruppo di amici di queste razze, sfideranno personaggi malvagi e metteran-no a rischio la propria vita per tenere fede agli ideali Scout. Le azioni si susseguono concitate enon ci vorrà molto per appassionarsi e leggere cercando di prevedere come finirà la storia…

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Insomma, grazie al-le attività e ai gio-chi proposti, i ra-gazzi sono riusciti,nel poco tempo adisposizione, ad ap-prendere le nozionie le conoscenze diuna tecnica chedietro l’apparentesemplicità può na-scondere dei peri-coli soprattutto sesottovalutata nei

suoi fondamentiIl Campo stesso ha spinto i ragazzi a mettersi sem-pre e continuamente alla prova perché ogni giorna-ta richiedeva impegno e grinta per provare a supe-rare le proprie difficoltà e le proprie insicurezze,che sono state puntualmente superate sia dal grup-po che dal singolo.

Al Campo, non ci sono stati elementi negativi, aparte i pochi giorni a disposizione e il venire a co-noscenza, tramite una radio clandestina, della scon-fitta della nazionale italiana agli europei di calcio adopera della Spagna.Nei giorni trascorsi in alta valle, non c’e’ stata oc-casione per poter avvistare il leggendario “daù”, unmammifero ruminante, tipico delle Alpi Cozie diBardonecchia, simile al camoscio ma con la carat-teristica di avere le zampe di un fianco (sia quel-la anteriore che posteriore) più corte alle altredue del lato opposto: questo fa si che, a secondadi come nasce, sarà sempre costretto a correrenello stesso senso lungo il fianco delle montagne(solo così potrà stare in equilibrio).Il Campo ha poi avuto termine sempre in valle aipiedi della Guglia Rossa, l’ultima cima raggiunta,con una fiesta a base di carne alla trappeur cucina-ta al fuoco da campo allestito per il pernotto del-l’ultima sera.

LA PAROLA A FEDERICO, UN CAPO DELLA STAFF DEL CAMPOValter - da cosa nasce l’esigenza di far nascere questo campoFederico - Dall’esperienza, di inizio anni novanta, di un Campo di esplorazione e natura in cui si èvoluto portare l’esplorazione e l’avventura un po’ piùin alto, nell’ambiente alpinoValter - come mai si è voluto affrontare, e quin-di insegnare questa tecnica ai ragazziFederico - Questo è uno di quei Campi più inusuali. Iragazzi partecipano perché affascinati da questa tecnicae dal mondo dell’alpinismo, e perché vogliono aumen-tare le loro competenze in questo ambito. È anche ve-ro che nei pochi giorni a disposizione non si può en-trare nello specifico delle varie parti della tecnica stes-sa, perché è davvero complessa e che, già conoscendo-ne le basi ti consente di conseguire tranquillamenteuna SpecialitàValter - Quali sono state le difficoltà e le soddi-sfazioni incontrateFederico – L’unica difficoltà è stata quella di trovareun posto da dove si potesse godere di un fantasticopanorama sulle montagne circostanti, unita alla possibi-lità di poterle raggiungere senza impegnativi sposta-

m en t i .A tal ri-guardo ancora un ringraziamento a Don Paolo checi ha messo a disposizione la sua “Maison” come fos-se un vero e proprio rifugio alpino. Come staff, ab-biamo avuto la soddisfazione di avere al Campo ra-gazzi entusiasti nel voler imparare: alcuni ancheesperti. Ragazzi con cui è stato possibile creare, incosì poco tempo, un Reparto veramente affiatatoche ci ha permesso, non solo di proporre bene lanostra tecnica ma anche di far concludere con suc-cesso il Campo..

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A CURA DELLA REDAZIONE DI AVVENTURAFOTO DI GIORGIO CUSMA

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Eccovi un’altra “infornata di possibili Corrispondenti. Ci sono tanti altri in lista d’attesa ed i tempiper la pubblicazione sono un po’ lunghi ma, come vi abbiamo detto più volte, nell’attesa scrivete aquanti sono già comparsi su queste pagine.Se desiderate una corrispondenza solo via mail, ricordate che dovete trasmetterci sempre anche ilvostro indirizzo postale.

GGaallaatteeaa TTRROOTTTTAA - Ciao a tutti... ho 14 anni ,sono almio terzo anno di Reparto Antares - Bari 3. Ho dapoco preso la Specialità di corrispondente, ma co-munque vorrei continuare questa esperienza scam-biando idee con altri E\G d’Italia, su giochi, bans eattività di Reparto, ma non solo sullo scoutismo, sututto quello che vi interessa e vi piace fare...Sonouna ragazza molto, ma molto molto, chiacchiero-na. Amo ridere, scherzare, dire cose senza senso ele mie più grandi passioni sono la danza e lo scouti-smo. Dai non perdete tempo... se volete una corri-spondete simpatica e piena di entusiasmo sonoquella che fa per voi... contattatemi o su [email protected], oppure all’indirizzo di casa: Via Genera-le dalla Chiesa 10\a - 70124 Bari (BA)... Vi aspetto intantissimi...

RRoobbeerrttaa GGUUAARRRREERRAA - Salve a tutti! Sono unasquadrigliera della straordinaria Sq Cigni (a cuimando un grosso bacio) del reparto Cassiopea-Fiu-mefreddo 1. Sono una ragazza attiva, simpatica esportiva. Amo stare all’aria aperta, nell’Avventura, enon per niente sono una Scout.. inoltre amo i libri,la musica e lo sport. Sono qui per conquistare la spe-cialità di corrispondente e quindi vorrei corrispon-dere con voi, E/G di tutta Italia.. per scambiare idee,giochi, bans e curiosità sul vostro Gruppo,ecc... Se

siete ancora qui, apriteil computer e aggiun-gete ai vostri contattiMSN :[email protected] - > > Vi aspettonumerosi. Ciao!!!

RRaacchheellee SSAATTUURRNNIINNOO-- Ciao a tutti mi chia-mo e sono una Guidadel Reparto ConteMario di Carpegna delPalermo 15!!! Ho 13anni e cerco qualcunocon cui poter socializ-zare... amo leggere esto scrivendo un libro:una storia d’amore.Per chi volesse contat-tarmi per diventareamici io non ho pro-

blemi: anzi! Mifa piacere e sequalcuno desi-dera diventaremio amico dipenna può scri-vermi al mio in-dirizzo msn: [email protected] oppure almio indirizzo dicasa: via PapaGregorio Magno26- 90142 Paler-mo (PA) sperodi ricevere mol-te lettere... ri-sponderò e spe-ro di esservi sim-patica!!!! baci atutti

AAnnggeellaa BBAARRBBAATTOO -- Ciao a tutti!!!! - Ho 14 anni esono la Vice della Sq.Tigri del Reparto Nuovi Oriz-zonti e Nuove Aurore di Torri di Quartesolo (VI).Sono una ragzza simpatica, allegra un po’ timida,che ama la musica, cantare, ballare e recitare. Cer-co dei corrispondenti (sia ragazzi che ragazze) datutta Italia per parlare un po’ della vita in Reparto,delle attività, dei giochi e poi, perchè no, per cono-scere nuove persone con cui condividere idee edesperienze. Mi raccomando rispondete in tanti!Mi potete scrivere al mio indirizzo di casa: via Lo-renzoni 13 - Torri di Quartesolo (VI) 36040 oppureal mio indirizzo messenger: [email protected] grazie..... 1 bacio.....P.S.:risponderò a tutti perchè adoro conoscere per-sone nuove e perchè la lealtà è uno dei punti fon-damentali della nostra Legge!

MMoorreennaa DDII BBAATTTTIISSTTAA – Ciao a tutti, ho 12 anni efrequento il Reparto Mir-Mir – Lanciano 2. Faccioparte della Sq. Gufi. Sono allegra e solare, ma so-prattutto mi piace scrivere e parlare. Sto prenden-do la Specialità di Corrispondente e mi piacerebbemolto che mi arrivassero lettere da altri E/G. Il mioindirizzo è: Coda Colle Campitelli,32 66032 Lancia-no CH. Aspetto con ansia le vostre lettere. Mi rac-comando, scrivetemi in molti!

SCOUT - Anno XXXIV - n. 23 - 6 ottobre 2008 - Settimanale - Poste italiane s.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA - euro0,51 - Edito dall’Agesci - Direzione e pubblicità Piazza Pasquale Paoli 18 - 00186 Roma - Direttore responsabile: Sergio Gatti - registrato il 27 febbraio 1975 con il numero 15811 pressoil Tribunale di Roma - Stampa: Omnimedia, Via Lucrezia Romana, 58 - Ciampino (Roma) - tiratura di questo numero copie 62.000 - Finito di stampare nell’ottobre 2008

La rivista è stampata su carta riciclataAssociato all'Unio-ne Stampa Periodi-ca Italiana