basketville #5 - 6 aprile 2009
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n.5 - 6 aprile 2009
LA BANDA DEI QUATTROMilano arpiona Teramo. Aspettando il recuperoTreviso-Roma, un poker a caccia del terzo posto
> I tifosi di Biella
> Ettore Messina
> Speciale donne A1 e A2
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LA LAVAGNA TECNICAUSATA DAI PIÙ IMPORTANTIALLENATORI PROFESSIONISTI
Italiane in Europa. Riflettendo con Messina
Ettore Messina torna una settimana in Italia,dopo aver concluso in testa la stagioneregolare del campionato russo e dopo che ilCska è stata l'unica squadra a vincere 3-0 ilsuo turno di playoff di Eurolega. Come nonstimolare, allora, sulle italiane in Europa, laprima, grande firma di basketville?«Purtroppo e per ragioni che non conosco,
Siena non ha affrontato come la vera Siena questa serie», dice Ettore. «AllaMontepaschi è mancata convinzione, determinazione soprattutto in gara 3, laprima dopo l'impresa di Atene. E' come se quel successo li abbia illusi, piùche convincerli. Ora aspettiamoci qualche ricaduta anche sul campionato.Capitò a noi della Benetton, dopo aver perso una finalissima a Barcellona, nel2003, di trovarci incredibilmente sotto 0-2 nei playoff scudetto contro ReggioCalabria, anche se poi quel titolo lo rivincemmo. Oggi la Montepaschi èsicuramente un po' più vulnerabile, faticherà magari nel beve periodo, maresto convinto che in Italia, al meglio delle cinque o delle sette partite diplayoff resti la più forte, che o strapotere fin qui espresso sia ancoraconfermabile».
Meno pressione, ma delusione simile, per Treviso in Eurocup. «Difficilestabilire del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Forse era mezzo pieno allavigilia, poi ci si aspettava che a Torino la Benetton facesse un poco più distrada, peccato. Più in generale, considerato che anche la Virtus Bologna a finemese giocherà una finale europea, il nostro basket ha ottenuto risultati nel suocomplesso positivi, anche se non siamo la Spagna né la Grecia. Che manderà,è vero, due squadre alla Final Four di Eurolega di Berlino, ma che sono dueclub quasi extraterrestri, molto più forti della media delle altre formazioni delloro campionato».
Più o meno come Siena in Italia, comunque. Supremazia per la quale MassimoBulleri ha suggerito un antidoto, ma per una cura non immediata: avereformazioni con un nucleo italiano sempre più importante. «Soluzionesuggestiva», conclude Messina, «purché gli italiani, soprattutto quelli giovani,si diano una mossa. Come ad esempio sta facendo Poeta a Teramo. Perché sepoi vedo che in La Fortezza- Eldo, un duello prolungato è stato quello fraChiacig, classe 1974, e Frosini, 1972, mi complimento con loro. Però mipreoccupo per il movimento».
Franco [email protected]
l’E-ditoriale
www.basketville.itNumero 4 – 30 marzo 2009
Direttore ResponsabileFRANCO [email protected]
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Serie A6 La Fortezza-Eldo
di Franco Montorro
7 Armani Jeans-Banca Tercasdi Paolo Corio
8 Angelico-Ngcdi Stefano Zavagli
9 Solsonica-Montepaschidi Franco Orsi
10 Premiata-Scavolini Spardi Alessio Berdini
11 Carife-Snaiderodi Mauro Cavina
12 Air-Gmacdi Raffaello Califano
14 Finale Eurocupdi Stefano Zavagli
Legadue13 Il punto
di Lorenzo Settepanella
Primo Piano16 La riforma dei campionati
di Piero Parisini
Donne18 Serie A1
di Roberto Perticaroli
20 Serie A2di Roberto Perticaroli
21 Coppa Italia A2di Roberto Perticaroli
22 Giovani talentidi Damiano Montanari
International23 Spagna, Tau-Barcellona
di Angelo Potenza
24 Spagna, prospetti NBAdi Angelo Potenza
28 Nba, Phoenixdi Enrico Bonali
3 l’ E-ditoriale26 Io, Ettore29 Playground Style31 Play on/off32 Il test
È un periodo di lavoro fisico intensificato per La Fortezza.Che non brilla nemmeno contro Caserta, ma mette in saccoccia altri due punti preziosi
Serie A
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Virtus,appesantita ma pensante
Qui Bologna 86La brillantezza Bologna la lascia alle pastigliette per la
lavastoviglie, però questa squadra tiene capa tosta e
contro la rognosetta Caserta che all'andata l'aveva
infilzata a mo' di tordo Boniciolli ritrova al momento
decisivo il Boykins (nella foto) semidisperso nel derby e
buone pennellate le dà pure Righetti, che contro la
Fortitudo era rimasto in panchina... Ma sì, diciamolo
obtorto collo. Nell'altra metà campo, sull'altra panchina
nerobianca, Frates ha Michelori e Slay solo per onor di
firma, ma giostra bene i sette in doppia cifra di
minutaggio prendendosi anche qualche vantaggio
confortante e godendosi perfino il lusso di facciata -
ovvero inutile, ma fa colpo – di prendersela a ragione con
un paio di decisioni arbitrali che forse, chissà, nemmeno
lo spagnolo di Montepaschi-Panathinaikos gara quattro
avrebbe preso: un fallo su tiro da 3, un'infrazione di
campo, piccole fischiate di pessimo gusto. La Virtus ha
fatto e sta facendo pesi, il momento strategico, propizio e
obbligato è questo e dunque paga. Ma vince e adesso
aspetta il recupero di Treviso-Roma e poi la partita a
Teramo prima che siano sciolte le campane di Pasqua
per sapere se il 16, contro Siena, potrà giocare con:
a) Concentrazione, come si conviene ad una rinnovata
classica;
b) Nervosismo, perché il vantaggio sulle inseguitrici è
tornato esiguo;
c) Tranquilla di essere cattiva, perché i quattro punti
autorizzano a mettere il match sul piano della grande
rivincita.
Qui Caserta 81Quattro ex a referto e i tre in campo si prendono la giusta
razione di applausi di riconoscenza alla presentazione e
di fischi di paura in campo specialmente Brkic che ad un
certo punto viaggia a 3/3 nelle bombe. Idem Di Bella, che
non va mai fuori giri, e Frosini che però finisce in calando
e che si dimentica la confidenza con il canestro
avversario. A fine gara Frates si dice soddisfatto, per una
partita davvero bella dei suoi e onestamente riconosce
che è stata giocata con un'avversaria troppo più forte,
smaliziata, estesa. La Juve seguita e incitata da un bel
po' di tifosi, irrobustiti dagli affiliati Fortitudo, è vissuta
bene nel primo tempo quando c'erano tutte le energie per
correre secndo la sua natura, ma ha tenuto banco anche
per larghissimi tratti della ripresa, patendo però troppo a
rimbalzo e finendo in chiaro debito di ossigeno e
sovraccarico di acido lattico. L'innesto fresco,
Marmarinos, allungherà le rotazioni, Diaz ha dato un'altra
conferma di importanza capitale nel sistema casertano.
In quanto a Foster c'è una mira da registrare.
di Franco Montorro
Serie A
Armani Jeans, la sestavale il quarto (posto)Ennesima vittoria di fila dell’Olimpia che raggiunge così la Tercas in classifica. Inarrestabile Hawkins
Qui Milano 97La società annuncia un Palalido esaurito già a metà settimana, ma a
giudicare dai seggiolini vuoti e dalle gradinate libere tanti milanesi devono
aver avuto impegni dell'ultima ora... Comunque sia, gli assenti hanno ancora
una volta torto: perché l'Armani Jeans infila la sesta vittoria consecutiva e
s'insedia al quarto posto con una partita tatticamente non eccezionale ma
certo intensa e determinata. A far la differenza per Milano, oltre che
l'inarginabile Hawkins del secondo tempo (18 su 21 equamente suddivisi
nelle ultime due frazioni), anche una prova balistica da oltre l'arco in cui
eccellono un Mordente (4/5) positivo anche per intensità difensiva e un Vitali
(3/6) che con triple e assist si fa perdonare le tante distrazioni in copertura.
Tra i lunghi, con Sow in una delle sue serate inconsistenti e Rocca a lottare
come sempre sotto canestro malgrado una settimana di sofferenze
intestinali, la notizia viene invece dalla prova del "calabrese" Maurice Taylor:
10 punti e 5 rimbalzi in 15', ma soprattutto un atteggiamento vincente che
ben influenza tutta la squadra. Con più allenamenti nelle gambe e
conseguente più fiato nei polmoni, il numero 23 potrebbe davvero rivelarsi
l'arma in più dell'AJ in chiave playoff. E magari far riflettere coach Bucchi
sulla possibilità di scalare di uno tutto i ruoli, con Hawkins guardia e Hall ala
piccola a creare non pochi problemi di marcatura alle avversarie di turno,
inclusa la "predestinata" Siena.
Qui Teramo 88Pronta a giocarsela con chiunque e su qualunque campo: Teramo fa onore
alla sua fama e di fatto cede all'AJ solo negli ultimi cinque minuti del match.
Tuttavia, pur apprezzando l'assenza di qualsiasi timore reverenziale da parte
degli abruzzesi, la scelta di coach Capobianco di affidare Hawkins a Poeta
pare da subito mossa fin troppo azzardata, pagata poi di fatto con una
perdita di lucidità offensiva del play ospite con il passare dei minuti e con la
parallela crescita del "falco" milanese, bravo a sfruttare la superiorità
muscolare per volare ripetutamente da match-winner nell'area colorata
avversaria. Ma se in quella marcatura irrisolta (ci ha provato pure Moss, con
esiti sempre deficitari) sta molto della sconfitta di Teramo, pesano anche un
generale scarso apporto della panchina (16 punti sugli 88 totali) e la prova
decisamente sottotono di Amoroso (3 punti, 2 rimbalzi, 1 persa in 16'), che
soffre sia Taylor sia un Hall come lui sottotono. Eccellente invece la
prestazione di Brown (19 + 10 rimbalzi in 30'), trionfatore nel duello con Sow,
così come positive sono quelle di Carroll (16) e Moss (17), che con Poeta
(altri 17) certificano tutta la qualità della trazione posteriore della squadra di
Capobianco. Che da parte sua, rebus Hawkins a parte, alla fine vede proprio
in un teramano il giocatore capace di girare la partita: peccato che lo sia di
nascita e non di maglia... ovvero Marco Mordente.
di Paolo Corio
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Serie A
Cantù corsara,una mano sui playoff
Impresa esterna della squadra di Dal Monte, che infligge a Bechi un k.o. inatteso
Qui BiellaLa stecca l’Angelico, sbagliando il piano partita, si gioca al tiro
al bersaglio ed entrambe le compagini in avvio prendono di
continuo il centro. Dopo 10’ ci sono segnati a referto già 61
punti, è un botta e riposta, sarà la fortuna della Ngc e il cruccio
dell’Angelico. Che anziché farsi prendere dalla gola si doveva
approcciare con altro stile, provando a dettare l’inerzia
partendo da una difesa più stretta e non ballerina. Biella ha
patito le percentuali dalla lunga dei canturini, ma anche negli
uno contro uno. Così Biella ha guidato fino a metà di secondo
quarto (+7, 40-33), per poi perdere il filo conduttore. La svolta
è arrivata a inizio del secondo tempo, in quegli attimi è
aumentata la pressione e sono stati guai. E’ la seconda volta
che accade. L’Angelico quando ha l’occasione di spiccare il
volo finisce per diventare improduttiva, poteva centrare contro
Rieti il poker e la scena già in quella circostanza è stata simile
a questa. Dice Atripaldi: “Quando cambia la pressione,
cambiano anche i nostri volti”. Così la Ngc ha proseguito nella
sua onesta partita, scavando il solco e in finale i rossoblù si
sono appellati al fallo sistematico, ma la frittata ormai era
servita. A livello individuale prosegue il momentaccio no di
Reece Gaines, è quasi un fantasma. Nel girone di ritorno non
è mai riuscito una volta ad essere incisivo e ormai ha perso la
fiducia nei propri mezzi. Colui che doveva essere il primo
terminale offensivo, non attacca più.
Qui CantùDecisiva in trasferta, trasportata dai suoi americani, trova una
serata al tiro eccezionale. Pronti via scrive alla statistica da due
7 su 7, chiuderà con il 66% da due e un folgorante 12/26 da
tre. A girare più di tutti dopo Montegranaro, è stato per
l’ennesima volta Bj Elder, ha segnato 25 punti e non solo. I suoi
canestri sono stati spesso decisivi, arrivati in attimi importanti,
quando Biella cercava con la forza della disperazione tra la fine
del terzo quarto e l’inizio dell’ultimo di riprendere in mano le
redini dell’incontro. Invece il talento di Elder e l’atipicità di Toure
hanno permesso al quintetto di coach Dalmonte di non
sbandare mai. Dice il tecnico imolese al capolinea: “Nel
secondo e terzo periodo abbiamo concesso a Biella appena 30
punti, abbiamo preso le misure, poi le alte percentuali al tiro
hanno reso tutto più semplice”. Pinkney e compagni hanno
subito nelle battute iniziali appena, poi una volta trovata la
soluzione, hanno dato chiari segnali di continuità. A questo
punto della stagione, quando si è vicini alla Pasqua e al
termine della stagione regolare, i biancoblù hanno un passo e
mezzo dentro al tabellone playoff. Conclude Dalmonte: “Ora le
nostre certezze si dovranno costruire negli incontri casalinghi”.
di Stefano Zavagli
Cantù corsara,una mano sui playoff
Serie A
Qui Rieti 54Se doveva cercare due punti di speranza, la Sebastiani non
poteva illudersi di trovarli contro Siena, nemmeno sfruttando il
logico disappunto in casa Montepaschi dopo la bruciante
delusione in Eurolega. “Ma perché non provarci?” è stato per
lunghi tratti il leit motiv per una squadra dalle rotazioni ridotte
all'osso. Ma da quei sei stakanovisti (Green, Campbell,
Hubalek, Gigena, Sklavos e Thomas) Lardo sa cavare il meglio
ed ecco che per tre quarti di gara la Solsonica non molla, resta
incollata, combatte e chissà se anche si illude, almeno fino ad
un contestato antisportivo a Campbell o più probabilmente fino
alla doppia tripla subita da Carraretto che annulla le residue
speranze, dopo che i reatini erano arrivati fino a -5 nell'ultimo
periodo. Immediato resettaggio e proiezione verso le restanti
gare per la salvezza. Un ciclo terribile che inizia a Roma, la
vigilia di Pasqua. Anni fa ci fu un miracolo. Sabato prossimo lo
sarebbe doppio, ma questa Rieti ha insegnato a tutti che chi
pensa di non farcela ha sicuramente ragione. Nota a margine:
qualche protesta per l'arbitraggio. Normale amministrazione,
verrebbe da dire. Insomma, niente di scandaloso, in una
settimana che qualche polemica assai veemente l'ha riservata.
Chiedere a Siena, purtroppo, per conferme.
Qui Siena 69Montepaschi, già, fuori dall'Eurolega con qualche rammarico e
più di una recriminazione per un arbitraggio discutibilissimo in
gara 4. Passato, da cancellare in fretta, delusione da
metabolizzare ed allora Rieti poteva essere un campo agevole
per ricominciare. Almeno a leggere la classifica. Poi però c'era
sempre il ricordo dell'inopinata sconfitta in casa Fortitudo e, se
non bastava, ecco il brio di Rieti a far tenere alta la guardia a
coach Pianigiani. Dell'andamento della gara s'è detto, a lungo in
equilibrio fino al break provocato da Carraretto e che ad un certo
punto ha portato il divario fra le due formazioni fino ad un non
legittimo +18 per la Montepaschi. I campioni d'Italia hanno avuto
buone cose da Sato, Stonerook e soprattutto da Finley, l'ex di
turno, per l'occasione micidiale da oltre l'arco. Ma in una gara a
ritmo non sempre elevato, Siena priva di McIntyre, non ha
goduto del consueto contributo da parte di Eze e Kaukenas. A
Rieti il loro contributo è stato minimo. Normale rotazione di
rendimento o normali postumi di una grande delusione? Sabato
prossimo a Pesaro, un altro banco di prova per una formazione
che poi nell'anticipo settimanale andrà a far visita alla Fortezza e
quello sì, per mille ragioni, che sarà una cartina di tornasole per
l'aprile dei tricolori.
di Franco Orsi
Solsonica, per trequarti pari ai campioniEra una Mission Impossible,per questa Sebastiani,che cercava di approfittaredi una Montepaschidelusa in coppa,ma...
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Serie A
Qui Montegranaro 87La Premiata è riuscita nell’”impresa” di vincere il derbymarchigiano in casa. Infatti, sebbene i precedenti in serie Asiano stati pochi, solo 3, il derby lo aveva sempre vinto lasquadra in trasferta. E questa è davvero una vittoria chevale doppio: sono due punti di fondamentale importanzaper la salvezza, sempre più vicina, ma anche per continuarea inseguire il sogno playoff: «E una vittoriaimportantissima» dice coach Finelli «che ci avvicina alnostro obiettivo: la salvezza. Ottenerla è il nostro scudetto.Poi ci sarebbero anche i playoff, qualche vittoria più in là.Quelli invece sono la nostra Eurolega». E se gioca cosìcome ha fatto oggi la Premiata è davvero da playoff per duemotivi: in primo luogo la voglia, l’intensità difensiva seguitada lucidità in attacco, la continuità messe in mostra daMontegranaro oggi come quasi sempre accade in casa,sono indice di una squadra che potrebbe avere più punti diquanti ne abbia attualmente. L’MVP della partita è propriol’intera squadra, che così dà un calcio alle polemiche sortein settimana dopo la sconfitta in trasferta a Cantù. A questoproposito Finelli ha voluto dire la sua opinione in difesa deisuoi ragazzi, prendendo così lui stesso la posizione dileader: «Spero che i tifosi, cui è dedicata la vittoria,capiscano che noi magari non vinciamo sempre, perché èimpossibile, ma in ogni partita mettiamo il nostro impegnoe questo non deve mai essere messo in discussione» (nellafoto, Minard).
Qui Pesaro 79Non è bastata la decisione della società di portare in ritiro lasquadra dopo la sconfitta interna di domenica scorsacontro Treviso. Anzi. La squadra che entra in campo nelprimo quarto è molle, svogliata e quasi impauritadall’aggressività della Premiata. Quella che per blasone trale due squadre marchigiane dovrebbe essere il leoneinvece recita la parte dell’agnellino per almeno 20 minuti. Lasveglia arriva solo nel terzo quarto, quando i pesaresicoprono lo svantaggio di 14 punti, con cui avevano chiusoil primo tempo, tornando a -2. Ma ormai è troppo tardi. Lachiave della sconfitta la spiega, o almeno ci prova, coachSacripanti, comunque soddisfatto perché i suoi ragazzi peralmeno 20 minuti hanno giocato una buona pallacanestro,cosa che non era successa in casa con la Benetton:«Abbiamo avuto tanta frenesia, troppa voglia di giocare erisolvere la situazione da soli. Per questo non abbiamoragionato e perso troppi palloni, regalando a loro i primi duequarti». La strada per i playoff si complica, anche perchéora in compagnia di Pesaro a quota 22 c’è la Premiata, chenei confronti diretti è 2 a 0.
di Alessio Berdini
Premiata: casa dolce casa. Il derbymarchigiano è suoCon una grande prestazione di squadra Montegranaro si aggiudica il derby delle Marche e raggiunge in classifica i cugini, per i quali i playoff si allontanano
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Serie A
Qui Ferrara 93Sette vittorie nelle ultime dodici gare sono un bilancio più
che soddisfacente per una squadra che punta alla salvezza
e che, dopo la vittoria con la Snaidero, la vede sempre più
vicina. Certo, la Carife ha ancora un po’ di strada da fare,
ma può dire di essersi messa definitivamente alle spalle
almeno una squadra, Udine, e l’ha fatto dominando una
gara che alla vigilia doveva essere una sfida salvezza rude,
drammatica, emotivamente intensa, che invece è stata
tutt’altra cosa.
Una passeggiata, o quasi, dove la Carife che ha messo a
nudo tutti i limiti della Snaidero. O meglio, ha mostrato
ancora una volta (dopo le gare con Gmac e Lottomatica)
come il lavoro di Giorgio Valli (nella foto, insieme a Collins)
stia finalmente pagando e come la solidità di una squadra
possa avere la meglio su un insieme di giocatori, alcuni
pure di talento. Tanto che Ferrara con due strappi arriva
fino al +22 a fine secondo quarto, resiste alla sfuriata di
Anderson e Allen (-6 al 28’), ma poi riprende in mano la
gara, scatta fino all’83-60 e chiude in fretta la pratica Udine,
scalando un’altra posizione di classifica. In una gara in cui
ogni singolo elemento è stato a suo modo importante.
«Ringrazio i giocatori perché dimostrano sempre grande
attaccamento alla maglia e lavorano con grande
abnegazione – ha detto Valli -.
Abbiamo fatto un bel passo verso la salvezza, ma
dobbiamo fare altra strada». Tutto nel giorno in cui Ferrara
ha salutato il ritorno del general manager Alessandro
Crovetti, di nuovo operativo dopo un periodo di assenza.
Qui Udine 75Quello che doveva essere il giorno della riscossa s’è
trasformato nel momento della resa. Definitiva o no a
cinque giornate dalla fine Udine è sempre desolatamente
ultima in classifica e da quanto mostrato sul campo di
Ferrara pur priva di quel sacro fuoco di chi vuole cercare
almeno di vendere cara la pelle fino alla fine.
Troppo molle la Snaidero per reggere alla determinazione
di Ferrara. Troppo poco squadra per tenere testa ad un
sistema di gioco organizzato che basa tutto o quasi sulla
tenuta in difesa. E a parità di talento e obiettivi, il divario tra
Udine e Ferrara è risultato evidente.
Per tutti i primi due quarti è stato il gioco corale della Carife
a mettere in crisi Udine, ostaggio di giocatori come Forte
che continuava a fare (o meglio, a disfare) tutto da solo. A
conferma di ciò l’unico momento in cui la Snaidero ha
recuperato è stato nel terzo quarto.
Le scorribande personali di Allen e Anderson sono state
solo un fuoco di paglia. Un momento in cui Ferrara ha perso
il controllo della gara, per poi riprenderlo poco più in là
guarda caso stringendo le maglie in difesa.
A fine gara laconico, ma significativo, il commento di
Romeo Sacchetti: «Abbiamo offerto uno spettacolo indegno
nel primo tempo. Mi vergogno come uomo di quel che è
successo. Dopo una prestazione così non c’è nulla da dire,
devo solo stare zitto».
PasseggiataCarife Baratro FerraraDa una parte solidità di squadra,dall'altra una formazioneormai rassegnataalla inevitabile retrocessione
di Mauro Cavina
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Serie A
Qui Avellino 73Fischi stizziti all’intervallo ed applausi convinti alla sirena.Contro la Fortitudo, la Scandone non si risparmia proprionulla... Abulica e rinunciataria anzi, addirittura irritante nelprimo tempo. Bella, ‘cattiva’ e concentrata nella ripresa. Inmezzo le consuete alchimie tattiche di coach Markovski che– dopo il provvidenziale pit stop – trova l’assetto giusto perribaltare una gara difficile ed importante. Così come 15giorni fa contro Montegranaro, ‘la vecchia guardia’ regalaad Avellino un successo che la tiene ancora in corsa per iplayoff (uno degli obiettivi di inizio stagione). L’Air rinunciaa Tusek ma – come d’incanto – svuota un’infermeria maicosì colma (un paio di allenamenti – durante la settimanaprecedente la partita – sono saltati per mancanza delnumero legale...). Una volta in campo – però – qualcosa nonva. E – ancora una volta – il veterano Best (indisponente esvogliato) sale sul banco degli imputati. Forse – prestazionie risultati alla mano – è stato proprio lui il principaleproblema della formazione biancoverde. Il tecnicomacedone – comprensibilmente – lo tiene a lungo inpanchina, trasferendo il bastone del comando nelle sapientimani di Diener e ‘cavalcando’ i protagonisti dello scorsoanno. ‘Il professor’ Radulovic porta a scuola chiunque glicapiti a tiro ed ispira la rimonta. Il colosso Williams spazzavia Papadopoulos e completa l’opera.
Qui Fortitudo 68Un déjà vu. Tanto di cappello per il suo talento e la suafisicità ma – quando gli avversari alzano il volume dellaradio in difesa ed elevano giusto un po’ il livello di intensità– la Gmac perde la testa e la partita. Eppure – contro un’Airneppure trascendentale – la compagine felsinea arriva invantaggio sino all’ultimo quarto, prima di gettarel’ennesima occasione alle ortiche: a causa di una marea dipalle perse (molte delle quali – ad onor del vero – provocatedalla retroguardia irpina). Come di consueto coachPancotto ha le idee chiare: buca ‘la zonetta’ della Scandoneconquistando il cuore dell’area colorata e – grazie a qualchemis match favorevole – punisce spesso Avellino in postbasso. Il fioretto di Huertas e la sciabola di Gordon –supportati dalla verve di Mancinelli – consentono allaFortitudo di scappare sino al più 11 della pausa. Il playbrasiliano e la guardia Usa rispondono presente anche nelsecondo tempo. Il mancino biancoazzurro ed i suoicompagni invece – a cominciare da un imbarazzanteStrawberry – cominciano lentamente (ma inesorabilmente)a perdere colpi ed a lasciar strada alle scorribande dei lupi.La pesante assenza del fantasista Scales – con ogniprobabilità – frena oltremodo il possibile volo delle aquile.La panchina bolognese offre poco o nulla al suo allenatore(solo 15 contro 31 il fatturato in punti delle cosiddetteseconde linee) che – nelle fasi topiche del match – non sapiù a quale Santo votarsi. Simpatico – alla fine – ilgemellaggio tra gli Original Fans e la Fossa dei Leoni.
La vecchia guardiatiene su l'AirMa c'è il problema Best.Gmac: talento e fisicitànon bastano quando il ritmo sale
di Raffaello Califano
Passando al fotofinish a Reggio Emilia grazie ad una prodezza
di Randy Childress (nella foto) a 24 centesimi dal gong (ma
presa per mano per gran parte della gara da un sontuoso
Galanda, capace di segnarne 24 con 7/11 dal campo), la
Cimberio Varese mette una seria ipoteca sul primo posto finale
e di conseguenza sulla promozione diretta, a conferma di una
stagione vincente seppure non dominante come da pronostico.
Nonostante la grande regolarità del duo Hatten-Killigsworth,
Veroli passa sul difficile parquet di Brindisi alzando l’intensità
nell’ultimo quarto, e quindi tenendo costante la distanza da
Varese, ma il passare delle giornate senza tonfi varesini
assottiglia le chances di primato della Prima, obbligata a
battere Roseto giovedì prossimo, nella speranza di una
concomitante, ma improbabile, sconfitta casalinga di Varese
contro Brindisi. Battendo una Pavia estremamente combattiva
e animata da un Marigney indomabile (32 punti con un ottimo
11/18 dal campo), Soresina tiene in vita la possibilità
matematica ma oggettivamente non realistica di agguantare il
primato (6 punti in palio, 3 partite alla fine), e il suo obbiettivo
concreto rimane il miglior piazzamento possibile. Cioppi spera
infatti di poter agguantare, Veroli permettendo, il secondo
posto o nella peggiore ipotesi il terzo, ma ad attenderlo ha,
eccezion fatta per il prossimo turno (contro Imola a Faenza) un
calendario feroce (Varese in casa, Casale Monferrato fuori).
Terzo posto alla portata anche di Casale Monferrato, alle prese
con un calendario un po’ più agevole ma anche due punti in
meno della Vanoli. Ma in virtù del colossale equilibrio in gioco,
gli ultimi tre turni di stagione regolare saranno fortemente
determinanti per i piazzamenti playoff, magari aiutati
dall’algebra per tener conto delle differenze canestri negli
scontri diretti.
Quelle di Sassari, Livorno, Rimini e Scafati sono vittorie
pesantissime perché sono le vittorie della salvezza
matematica, ottenuta ad una quota altissima (28 punti), rispetto
a quella decisamente più bassa delle stagioni successive, a
dimostrazione di un contesto molto livellato, seppur
qualitativamente non elevatissimo oltre che ricco di situazioni
traballanti dal punto di vista economico. E a salvezza archiviata
la formazione di Cavina soprattutto avrà argomenti da far
valere anche in chiave playoff.
Matematica che non offre ancora certezze nella zona più calda
della classifica, ma per la verità per Imola e Roseto la
retrocessione è soltanto una questione di tempo. Il crollo di
Venezia a Livorno (determinante in negativo l’inusuale magra
nel tiro pesante di Janicenoks) e lo scivolone di Pistoia a Rimini
(dove il duello Scarone-McCullough prefigurava un ritorno al
passato, anche se a decidere la gara è la prova totale di Phil
Goss, 23 punti e ben 11 recuperi) tengono la classifica
cristallizzata ma se Imola non può oggettivamente competere
con Casale Monferrato, allo stesso modo Roseto, che ottiene
da Holland il minimo storico, combatte e picchia duro, ma non
ha sufficiente qualità per mettere sottosopra il Banco di Cavina.
Randy allo scaderesistema per la Cimberiouna delle ultime tessereper la promozione.In coda, Imola e Rosetosono ormai disperate
Childress,operazione 24per una Vareseormai su
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Legadue
di Lorenzo Settepanella
C’è il Grande Fratello e c’è la
Grande Famiglia. Scrivi
“ultrà” e pensi solo persone
squallide senza valori. Che non conosco-
no il rispetto a la voglia di socializzare.
Le terre non sono tutte uguali. Quella di
Biella, ad esempio, è più unica che rara,
la curva è tra le più passionali della Serie
A e vive in un mondo tutto suo. Dietro a
quei volti, i volti della fede rossoblu, ci
sono persone che al lunedì vanno a
lavorare, piccoli imprenditori, operai,
impiegati. Ce ne per tutti i gusti. Tante
volte tengono famiglia e non disdegnano
di portare il figlioletto in tribuna. Altre
volte partono all’avventura solo per
l'Angelico, tornano a casa all’alba, non
vanno nemmeno a dormire e alle 6 fir-
mano il cartellino all’ingresso della fabbri-
ca.
Due settimane fa in una dozzina sono
partiti dal Piemonte e sono andati a sup-
portare la squadra a Caserta. Macché
Capodichino, macché alta velocità, anda-
ta e ritorno su un furgoncino: 1600 chilo-
metri senza fiatare, con rientro alle 20.30
dopo la vittoria e arrivo in città alle 4.30
del mattino. Si chiama fede. Questo
accanimento. Che a Biella vede il fulcro
in due realtà: “Dannati” e “Trivero
Alcoolica”. Sono i due gruppi organizzati
dei tifosi, due entità asettiche, ma sem-
pre pronte a collaborare, quando si tratta
di difendere i colori rossoblu.
I Dannati nascono nel 1997, ma già del
1995 alcuni pionieri si davano appunta-
mento al palazzetto di via Paietta muniti
di sciarpa e trombetta. Ai tempi occupa-
vano lo spicchio sopra la panchina della
Pallacanestro Biella, la curva nemmeno
esisteva e al suo posto nel vecchio
impianto di Biella svettava solo una porta
da calcetto. Poi il gruppo si è ingrandito,
soprattutto grazie a Claudio Porta, figura
di riferimento, sempre pronto a far da
legante tra tifosi e società. Nel bene e
anche nei momenti più difficili. In settima-
na lo vedi in via Italia, affaccendato, con
tanto di giacca e cravatta. Manda avanti
un’assicurazione e da tutti è stimano
come professionista. Alla domenica si
trasforma, abbandona le polizze e impu-
gna il megafono. Chissà, se ha mai pen-
sato di assicurare l’incolumità dei tifosi,
sempre stipati all’inverosimile.
Nel frattempo, a Trivero, nasce la
Alcoolica, Biella dalle vallate Sesia e
Serrera resta defilata e allora ecco il
secondo gruppo, pronto ad affiancare i
Dannati in curva. Nasce uno zoccolo
duro di 500 persone. Che tifano, ma
fanno anche sistema. Sono tra i pochi,
fortunati, ad aver l’onore di viaggiare in
bus con i componenti del consiglio di
amministrazione del club. E’ successo
pure questa settimana. Sponsor
Massimo Angelico e il socio Alfredo Botto
Poala in prima fila sul torpedone a scher-
zare con i tifosi e a intonare i cori. Si
fanno voler bene e da cosa nasce cosa.
Fino a organizzare questo bus affittato
non per andare in trasferta, ma per
recarsi a Caluso ospiti del vicepresidente
Antonio Forni per una cena definita della
grande unione. Tifosi e soci, compreso il
presidente Atripaldi, a tavola insieme.
Pane e salame. Per iniziare. E avanti
tutta. Un banchetto che ha preso l’atten-
zione, anomalo, ma non è tutto qui.
Denso di significati in un momento per il
territorio difficile, con il lavoro sempre più
traballante e incerto, si è consumato un
confronto che vale come fenomeno
sociale, di aggregazione e di unione. Il
basket unisce i ceti sociali. Non c’è solo il
gioco, il parquet e i punti in palio. C’è
un’essenza degna di un reality riuscito,
qui senza telecamere.
Sconfitti domenica, contro gli eterni rivali
di Cantù, la squadra della curva ha conti-
nuato a cantare comunque fino alla fine
della partita. Con il risultato indigesto già
scritto. Per alcuni la pallacanestro è
moda e tendenza. Invece per lo zoccolo
duro è questione di unione. Di telefonate
di conforto. Di amicizia. Di aiuti reciproci.
E poco importa. Se al mattino vai in roc-
catura oppure parti per la Cina in cerca
dell’affare del secolo.
di Stefano Zavagli
Serie A
]14
Biella con anima.La curva Angelico
Viaggio sul pianeta dei supporter biancoblù.Una curva passionale e tutto sommato fatta a modo suo
[15
Biella con anima.La curva Angelico
di Piero Parisini
]16
Primo piano
Fuga dai costie “bufala”sui giovani italianiLa fase della riforma dei campionati sta per entrare nel concreto.Tante proposte, un paio di considerazioni sul principale obiettivo esu una cruda realtà.
Il male si avvicina all’osso. Nel senso che la riforma dei
campionati sta passando dalla fase delle chiacchiere a
quella lunga e dolorosa della concretezza. Progetti fanno
capolino un po’ qui e un po’ là, così tanto per vedere che
tempo fa, che aria tira. In questi giorni alcuni organi di stam-
pa ne hanno pubblicato uno, bocciato da chi di dovere in un
amen, così almeno mi dicono fonti sicure. Prevedeva di
lasciare l’A1 così com’è, mentre la A2 diventava un campio-
nato non più professionistico, con 32 squadre su due gironi
invece delle attuali 16, mantenendo però un certo tono per
la prevista presenza di ben 64 giocatori extracomunitari
ovviamente, anche loro, non professionisti, si fa per dire. Poi
a seguire tutto scendeva di un gradino, B1 a 48 squadre, la
B2 a 96, mentre la C tornava ad essere un campionato
sostanzialmente regionale. D’altri progetti ho notizie ancora
più vaghe, ma un paio d’elementi sono comuni un po’ a tutti:
la fuga dai vincoli e soprattutto dai costi della Legge 91, il
professionismo cioè, e l’inserimento di un certo numero di
Under d’età, ovunque, in ogni campionato ovviamente non
professionistico perché quello professionistico già ne ha
abbastanza fra comunitari e non, di formazione, passapor-
tati, figli di un mio amico e così via. Beh allora dico la mia.
Fuga dai costi del professionismo, che di quello si tratta.
Sarà meglio mettersi d’accordo prima con l’ENPALS che da
un paio d’anni dà la caccia, senza successo va detto, a
compensi superiori ai 4.500 euro annui pagati agli istruttori
di minibasket. Figurarsi adesso che ha fatto ufficialmente
conoscenza con il nostro mondo grazie all’accordo siglato di
recente con la FIP. Glielo andate a spiegare voi che il signor
tal dei tali è venuto da Houston a giocare da non professio-
nista in una delle nostre ridenti città e per questo il compen-
so che gli viene riconosciuto è solo un modesto rimborso
spese da non sottoporre ad alcuna imposizione contributiva.
Per non parlare dell’altro nuovo collaboratore della FIP,
l’Agenzia delle Entrate. Dice niente questo nome? Gli under.
Nobile è lo scopo: obbligare le società a far giocare quanti
più giovani è possibile così diventano bravi. Bene, peccato
che raramente norme di questo genere raggiungono lo
[17
Primo piano
Fuga dai costie “bufala”sui giovani italiani
scopo per cui sono state fatte. E il perché è presto detto.
Fino a che rimarrà in piedi l’attuale sistema di campionati
concatenati gli uni agli altri, una società che partecipa ad
uno di questi ha una sola “mission” come si dice oggi: o vin-
cere il proprio scudetto, che per quasi tutti vuole dire promo-
zione ad un campionato superiore, oppure non retrocedere
ad uno inferiore. Non hanno e non possono avere altri obiet-
tivi, perché è il sistema che li obbliga. Solo a quello pensa-
no: a vincere o a non perdere, stop. Il resto non conta oppu-
re conta poco. E allora perché obbligarli? Se uno vuole alle-
vare giovani virgulti lo faccia per sua scelta, convinto che è
la cosa giusta da fare. Vi dedicherà le necessarie, ma giuste
e ragionevoli risorse compatibili con le proprie disponibilità e
vedrete che farà le cose come si devono fare. Ma non obbli-
gate nessuno, perché chi non è convinto avrà solo una rot-
tura in più e forse anche qualche costo in più e visto come
vanno le cose, direi che non è proprio il caso. E poi se un
giocatore giovane è buono, vedrai che gioca, non ha biso-
gno di “quote rosa”, va e spacca il mondo nel suo campio-
nato. Se poi si vogliono produrre atleti d’alto livello, quelli per
il massimo campionato o per la nazionale, beh allora forse
è meglio pensare ad un qualcosa di diverso, ma ne parlere-
mo un’altra volta.
Super Marija:eric salvanapoliCon 32 punti e 36 di valutazione del play serbo la squadra partenopea conquista nono posto e salvezza diretta al termine di una stagionecontorta e tribolata. Viterbo scende in A2
E ravamo tutti in attesa dell’ultima giornata perché c’erano
ancora parecchi verdetti da emettere. Ed invece è stata
movimentata e vivace anche la settimana che ha
preceduto l’epilogo della regular-season. Si è incominciato dalla
paventata (e per fortuna non concretizzata) prospettiva da parte
di Viterbo di non raggiungere Umbertide per la partita conclusiva
fino alla “querelle” di Carpreaux a Ribera.
Il giorno successivo al recupero del match interno vinto con
Napoli, la società ha convocato il play belga chiedendole
spiegazioni riguardo ad atteggiamenti indecorosi, scorretti ed
antiprofessionali messi in mostra durante il match: così venivano
giudicati in un comunicato stampa della stessa società. E ci
fermiamo qui, ai comunicati ufficiali, perché preferiamo evitare di
rincorrere voci che possono essere non attendibili.
Fatto sta che, senza preavviso, la giocatrice ha raggiunto
l’aereoporto di Palermo abbandonando Ribera. Il procuratore
della giocatrice, Stefano Luigini, da noi contattato ha preferito
non commentare l’accaduto. Ma veniamo al basket giocato.
Taranto, reduce dal + 12 con cui ha piegato il Galatasaray nella
gara di andata della finale di Eurocup, ha espugnato il Taliercio di
Mestre conquistando il primo posto e relegando al terzo Venezia.
Oltre alla sconfitta, Venezia esce da questa partita con un nuovo
infortunio al ginocchio di Giorgia Sottana. «Una partita già in
clima da playoff, intensa e vibrante dove la differenza l’hanna
fatta gli episodi» dice Massimo Riga, coach della Reyer.
«Probabilmente Taranto nei momenti in cui sidecideva la partita è stato più cinico di noi». «E’ stata la vittoria che ha mostrato la maturità
della squadra: non era facile venire a vincere suquesto campo. Le ragazze lo hanno fattodimostrando carattere ed intelligenza tattica». Questo invece il commento di Roberto Ricchini (nella foto),
che da subito penserà al match di ritorno con le turche: al
Palamazzola verrà installato un maxischermo per i tifosi rimasti a
Taranto e che non potranno seguire direttamente la squadra ad
Istanbul. Nell’altro big-match della giornata Faenza, pur essendo
già sicura del quarto posto, ha onorato il campionato battendo
dopo un supplementare Schio, trascinata da Adriana-superstar
(30 punti e 33 di valutazione).
Per le scledensi la piazza d’onore. Oltre alla salvezza di Napoli,
l’ultima giornata ha definito il quinto posto di Parma (che ha
avuto parecchie difficoltà per sconfiggere Ribera, necessitando di
cinque minuti supplementari), il Sesto del Geas, il settimo di
Priolo e l’ottavo di Como (-30 a Priolo senza Smith). Ai playout
invece Ribera, Livorno, Pozzuoli ed Umbertide. Viterbo, al
termine di una stagione simile
ad un calvario, la
retrocessione in A2, la
seconda consecutiva.
Eravamo tutti in attesa dell’ultima giornata perché c’erano ancoraparecchi verdetti da emettere. Ed invece è stata movimentata evivace anche la settimana che ha preceduto l’epilogo dellaregular-season. Si è incominciato dalla paventata (e per fortunanon concretizzata) prospettiva da parte di Viterbo di nonraggiungere Umbertide per la partita conclusiva fino alla“querelle” di Carpreaux a Ribera. Il giorno successivo al recuperodel match interno vinto con Napoli, la società ha convocato il playbelga chiedendole spiegazioni riguardo ad atteggiamentiindecorosi, scorretti ed antiprofessionali messi in mostra duranteil match: così venivano giudicati in un comunicato stampa della
stessa società. E ci fermiamo qui, ai comunicati ufficiali, perchépreferiamo evitare di rincorrere voci che possono essere nonattendibili. Fatto sta che, senza preavviso, la giocatrice haraggiunto l’aereoporto di Palermo abbandonando Ribera. Ilprocuratore della giocatrice, Stefano Luigini, da noi contattato hapreferito non commentare l’accaduto. Ma veniamo al basketgiocato. Taranto, reduce dal + 12 con cui ha piegato il Galatasaraynella gara di andata della finale di Eurocup, ha espugnato ilTaliercio di Mestre conquistando il primo posto e relegando alterzo Venezia. Oltre alla sconfitta, Venezia esce da questa partitacon un nuovo infortunio al ginocchio di Giorgia Sottana. «Una
PLAyoFF e PLAyout QuAnte SFIDe gIà DeCISIVe!
di Roberto Perticaroli
]18
Donne A1
di Roberto Perticaroli
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partita già in clima da playoff, intensa e vibrante dove ladifferenza l’hanna fatta gli episodi» dice Massimo Riga, coachdella Reyer. «Probabilmente Taranto nei momenti in cui sidecideva la partita è stato più cinico di noi». «E’ stata la vittoria che ha mostrato la maturità della squadra: nonera facile venire a vincere su questo campo. Le ragazze lo hannofatto dimostrando carattere ed intelligenza tattica». Questo inveceil commento di Roberto Ricchini (nella foto), che da subitopenserà al match di ritorno con le turche: al Palamazzola verràinstallato un maxischermo per i tifosi rimasti a Taranto e che nonpotranno seguire direttamente la squadra ad Istanbul. Nell’altrobig-match della giornata Faenza, pur essendo già sicura del
quarto posto, ha onorato il campionato battendo dopo unsupplementare Schio, trascinata da Adriana-superstar (30 punti e33 di valutazione). Per le scledensi la piazza d’onore. Oltre allasalvezza di Napoli, l’ultima giornata ha definito il quinto posto diParma (che ha avuto parecchie difficoltà per sconfiggere Ribera,necessitando di cinque minuti supplementari), il Sesto del Geas,il settimo di Priolo e l’ottavo di Como (-30 a Priolo senza Smith). Ai playout invece Ribera, Livorno, Pozzuoli ed Umbertide.Viterbo, al termine di una stagione simile ad un calvario, laretrocessione in A2, la seconda consecutiva.
G.B.
Donne - Serie A1
Partiamo dalla coda: brividì anche lì. Sospesa per impra-
ticabilità di campo il match tra Ribera e Napoli con le
partenopee avanti di venti lunghezze. Incontro da recu-
perare, fondamentale per decidere la retrocessione diretta. 30
punti e 30 di valutazione per Tillis nella vittoria
del Geas a Livorno. Giornata interlocutoria in attesa del match
di Schio del lunedì pomeriggio tra le scledensi e Parma (impor-
tante per la griglia playoff) e, soprattutto, dell’ultimo turno quan-
do il destino ha deciso che si debbano incontrare le prime quat-
tro tra loro, con in cartellone Venezia-Taranto e Faenza-Schio.
Ed in ballo c’è anche il primo posto, mica poco.
Diciamo comunque qualcosa di questa venticinquesima gior-
nata che ha visto le vittorie esterne di Priolo con un punteggio
da “maschile” (e cinque in doppia cifra) sul sempre difficile
campo di Pozzuoli, di Venezia (bene Nadalin, nella foto, e
Hayden) a Como e di Geas (con una grande Tillis, nella ) a
Livorno. Taranto, in attesa della partita di giovedì in Coppa, si
è allenato battendo piuttosto nettamente Umbertide mentre c’è
voluto lo sfiancato Viterbo con il suo organico ridotto all’osso
per far tornare alla vittoria Faenza dopo il trionfo in Coppa
Italia.
Curiosità a Ribera: partita sospesa nell’ultimo quarto con
Napoli in vantaggio di venti punti. Partita da recuperare e deci-
siva per determinare chi tra le siciliane e Viterbo retrocederà
subito in A2 e chi invece disputerà i playout.
A questo punto, prepariamoci con carta e penna ad attendere
la prossima giornata che, ovviamente, vedrà le partite disputa-
te tutte in contemporanea alle 18,30 della domenica. E, preve-
dendo parecchi arrivi a pari punti, anche a più squadre, qual-
che calcolo (piccolo o grande che sia) andrà fatta Intanto,
come da noi già annunciato alcune settimane fa, è ufficiale la
candidaduta di Pasquale Panza a Presidente della LegA.
Sono i minuti che mancano al termine della stagione regolare. Nell'ultimo turno di fronte le prime quattro: Venezia-Taranto e Faenza-Schiodi Roberto Perticaroli
20]
Campionato, brividi diffusi a meno 40
Al via giovedì a Chieti la Final Four: in programma il derby toscanocon Lucca e lo scontro tra Marghera, vincitrice del trofeo nel 2007,e le locali del Cus.
di Roberto Perticaroli
Coppa Italia:sarà Pontedera-bis?
[21
Donne - Serie A2
Èil primo appuntamento importante della stagione per il
secondo campionato femminile, una sorta di spartiac-
que tra la regular-season appena conclusa ed i pla-
yoff e playout che prenderanno il via il fine settimana succes-
sivo alle festività pasquali. Un anno dopo Ancona, sarà Chieti
ad ospitare la Final Four di Coppa Italia, manifestazione
vinta lo scorso anno da Pontedera in finale proprio contro le
padrone di casa. Delle quatto squadre che lo scorso anno si
affrontarono al PalaRossini, solo quella allenata da Carretti
rappresenta la continuità perché le contendenti che si trove-
ranno di fronte Martinello e compagne rappresentanto una
novità, almeno rispetto alla passata edizione. Se si esclude
l’ex giocatrice di Maddaloni e Viterbo (e di tante altre squa-
dre) e Martiradonna, è rimasto solo il nome sociale visto che
la rosa è stata cambiata pressoché radicalmente e rinnova-
menti ci sono stati anche in panchina e in società. C’è curio-
sità per vedere Lucca (nella foto), ottima nel Girone Nord;
Marghera e Chieti sono reduci invece da una stagione fin qui
non esaltante per tutta una serie di motivi e proprio in
Abruzzo (specialmente il Cus che giocherà accompagnato
dal sostegno del pubblico amico di Colle dell’Ara) potrebbero
trovare lo slancio per il loro finale di stagione. Ma vediamo
ora nel dettaglio il programma degli incontri. Lucca-
Pontedera: la sterminata batteria di esterne e l’esperienza di
Pontedera contro la rivelazione Lucca, neo-promossa che ha
messo in mostra una giocatrice come Consolini da categoria
superiore ed un’omogeneità di squadra da fare invidia.
Pontedera favorito ma non crediamo ad una passeggiata. La
formazione di Diamanti non ha nulla da perdere. Pronostico:
Pontedera 75% - Lucca 25%. Chieti-Marghera: gli infortuni
hanno caratterizzato l’annata di queste squadre. Quello del
play ceco Uhrova (stagione finita a gennaio) ha penalizzato
non poco le universitarie ben fornite sottocanestro ma che
hanno dovuto chiedere gli straordinari alla giovane Diodati,
comunque sia uno degli elementi positivi della stagione. A
Marghera l’assenza di Borroni e Falzari in contemporanea ha
penalizzato la compagine di Giuliani ed una serie di sei scon-
fitte consecutive ha fatto scendere la compagine veneta di
qualche posizione rispetto ai pronostici estivi. Si è anche par-
lato di dimissioni del coach dopo il -20 di Reggio Emilia ma
tutto sembra rientrato ed ora si cerca di far bene in una mani-
festazione che la squadra in provincia di Venezia ha già vinto
nel 2007. In sede di previsione, piccolo vantaggio abruzzese
per il fattore campo. Pronostico: Chieti 55% - Marghera 45%.
Un sogno nel cassetto. Dentro,
un pallone da basket e tutti gli
ingredienti perché la fantasia
diventi realtà: cuore, entusia-
smo, passione, determinazione. Poi, per
forza, il talento emerge. E trasforma il
diamante allo stato grezzo in pietra pre-
ziosa e luminosa. Storia nata ai bordi
della periferia di Caserta, a Maddaloni,
terra promessa in cui è nata quella che
oggi è molto più di una semplice speran-
za del basket in rosa: Debora Carangelo,
17 anni compiuti lo scorso 10 febbraio,
play-maker titolare di Cervia nel campio-
nato di A2. La natura le ha donato un fisi-
co reattivo (1,63 m per 62 kg), ma soprat-
tutto la capacità di saper leggere le situa-
zioni prima che si verifichino, qualità che
le ha permesso di bruciare le tappe in un
cursus honorum da predestinata. «Iniziai
a giocare a basket nel vivaio di
Maddaloni a 5 anni – racconta infatti
Debora – esordendo in prima squadra a
14, giocando 19' contro Priolo alla prima
giornata del campionato di A1. Fu
un'emozione indescrivibile”. Che tuttavia
non frenò la crescita del piccolo folletto
campano, capace di imporsi all'attenzio-
ne degli addetti ai lavori e di chiudere con
un high di 10 punti contro Cavezzo. Poi,
in seguito al fallimento della società, la
scelta di vita. “Avevo avuto proposte da
Parma, in A1, ma fu Cervia a convincer-
mi». Per Debora una categoria in meno,
la A2, ma la consapevolezza di avere il
giusto spazio per fiorire. E così è stato.
Nella stagione 2007-08 il giovane play è
infatti esploso, aiutando Cervia a conqui-
stare la salvezza e togliendosi la soddi-
sfazione di stabilire l'attuale record di
punti segnato da una giocatrice Under 16
in A2: 34 in 32' contro Sesto San
Giovanni. Numeri importanti che hanno
catapultato Debora nella Nazionale
Under 16 di Giovanni Lucchesi, dove il
suo talento è riemerso in modo consi-
stente, come dimostra l'Argento conqui-
stato agli ultimi Europei di Katowice. Un
traguardo importante, per cui Debora
non si monta comunque la testa: «Penso
ad andare avanti nel modo migliore e a
centrare la salvezza con Cervia». Con un
occhio al campo da basket ed uno ai
banchi di scuola. «Frequento l'Istituto
Alberghiero e sono contenta dei miei
risultati». Senza dimenticare la famiglia.
«Qui vivo nella foresteria della società
insieme alle mie compagne Giulia Cani,
Ludovica Storer ed Ursula Colabello e
mia madre Maria e mio padre Vincenzo
vengono su a trovarmi una volta al mese.
La lontananza? Mi dispiace, ma la mia
scelta è stata fatta in accordo coi miei
genitori che credono in me e che, come
me, desiderano che io vada avanti con il
basket». Ricordando la sorella Antonella
('84), il fratello Domenico ('87) ed il
gemello Giovanni, che gioca a basket
come “3” proprio a Maddaloni. Terra
madre di Debora, piccola grande stella
destinata a brillare a lungo.
Debora Carangelo: nel segno del destino A soli 17 anni si è imposta come una delle più promettenti giovani ditutto il panorama cestistico femminile.
di Damiano Montanari
]22
Donne - Nuovi talenti
di Angelo Potenza
[23
Spagna
Derby iberico in eurolega: si va a gara 5I catalani hanno portato a termine l'impresa, arrivando a giocarsi labella in casa. Dove quest'anno, però, ha vinto proprio solo il Tau
Il Barcellona è riuscito nell’impresa.
Dopo una gara tre gagliarda in dife-
sa ma mal gestita in attacco (anche
e soprattutto a causa dell’assenza di
Navarro), in gara quattro i catalani sono
riusciti a sbancare il feudo basco di
Vitoria per 84-63 ed ora si giocherà la
bella in casa, dove in questa edizione di
Eurolega ha perso solo una volta (proprio
contro Vitoria in gara uno di questi quarti
di finale), al contrario del Tau che anno-
vera tre sconfitte a domicilio (contro
Roma, l’Olympiakos e da giovedì il
Barcellona). Da notare come in queste
quattro gare il Barcellona abbia rifilato
più di venti punti a partita al Tau nelle sue
due vittorie , mentre in gara 1 e gara 3 i
catalani hanno perso rispettivamente di 9
e di 7, segno di come i giocatori di coach
Pascual siano subito riusciti a prendere
fiducia al primo scarto significativo in loro
favore al fine da non permettere ai baschi
di ricucire lo strappo, grazie a scelte di
tiro azzeccate e ad un’intensità difensiva
elevata e constante. Un’altra chiave di
lettura della serie è rappresentato dal
rendimento dei lunghi. Quando i catalani
sono riusciti a far valere la loro maggiore
fisicità e pericolosità offensiva sotto le
plance, il Tau sembrava non poter far
nulla. Non a caso, in gara tre il peggiore
dei catalani è stato Ilyasova che due gior-
ni dopo invece sfornava una più che
buona prestazione (11 punti e 8 rimbalzi
per lui). Ma il vero eroe di gara quattro è
stato Andersen (il primo a sinistra, nella
foto), finalmente tornato (forse per la
prima volta da quando è a Barcellona) ai
livelli di Mosca ed autore di 9 punti con-
secutivi nel terzo periodo (saranno 11
alla fine) che hanno tagliato le gambe ai
baschi nel momento in cui stavano eser-
citando il maggior sforzo per poter rien-
trare in partita dal meno 14. Grazie all’au-
straliano, il Barcellona è arrivato addirit-
tura fino al più 20 nonostante la difesa
del Tau fosse probabilmente nel suo più
alto livello di intensità. C’è da dire
comunque che sia in attacco che in dife-
sa tutti i giocatori di Pascual hanno gio-
cato una partita gagliarda. L’inizio partita
ha visto in Ilyasova e Basile (13 punti con
3/5 da tre per il solo alfiere italico rimasto
nella massima competizione europea)
molto prolifici in attacco. Poi all’inizio del
secondo quarto, nel solo vero momento
di difficoltà per i catalani, con i baschi
saliti a più 8, ci ha pensato Navarro a
ricucire lo strappo (come si è sentita la
sua assenza, soprattutto in attaccco, in
gara tre). Per il Tau questa sconfitta è
ancora una volta figlia di brutte prestazio-
ni da parte dei lunghi. Mentre in gara due
fu Splitter, subito caricato di falli da
Santiago, a lasciare i suoi compagni privi
del proprio riferimento sotto le plance, in
gara quattro sono stati Teletovic (uno
degli eroi di gara tre, che in gara quattro
ha terminato con 1 solo punto e -5 di
valutazione in più di 25 minuti giocati) e
McDonald (limitato dai falli, per lui solo 4
punti e -1 di valutazione in appena 13
minuti) a fallirle la propria prestazione.
Spagna
Prospetti nba: non solo RickySembra probabile che Rubio vada al draft solo nel 2010.Ma già quest'anno, altri spagnoli potrebbero essere sceltidi Angelo Potenza
In questi giorni in Spagna rimbalza la notizia che Ricky Rubio
(nella foto) stia ridiscutendo con lo Joventud di Badalona l’NBA
escape dell’anno prossimo per poter attraversare l’Atlantico nel
2010. Sembra quindi molto probabile che non lo vedremo al
draft di quest’anno. Ciò nonostante, è possibile che tra le pros-
sime scelte delle franchigie americane ci siano giovani promes-
se iberiche, probabilmente al secondo giro. I più accreditati
sono Sergio Llull del Real Madrid (nella foto, contro Milano) e
Victor Clavier del Pamesa Valencia.
Sergio Llull è un play che ha nell’aggressività e nell’atletismo le
sue armi migliori. Il giovane maiorchino (ha compiuto 21 anni a
novembre) si è ritagliato uno spazio importante tra le fila del
sorprendente Real di quest’anno, dimostrando di aver ormai
acquisito quella continuità di rendimento necessaria per poter
giocare ad alto livello. Anche per questo coach Plaza continua
a dargli fiducia e responsabilità sia in Eurolega, che in campio-
nato, dove Llull gioca 22 minuti a partita con 2,7 assist e 8,8
punti di media, con il 42% nel tiro da 3. In Europa le sue stati-
stiche calano un po’, anche se è proprio nella massima compe-
tizione europea che ha sfornato la miglior prestazione della sta-
gione, esattamente nel primo incontro di Top16 contro il
Barcellona. Autore di 18 punti con 5/7 da 2 e 2/3 dall’arco, Llull
risultò il match-winner della partita dopo che, all’ inizio del quar-
to quarto con il Real sotto di 10, trascinò i compagni alla vitto-
ria con due triple, una palla rubata con schiacciata finale e due
liberi in meno di 8 minuti. Oltreoceano è salito alla ribalta nel-
l’ottobre del 2007, quando neanche ventenne rifilò 17 punti ai
Toronto Raptors in amichevole ed ora viene pronosticato come
possibile seconda scelta da alcuni siti specializzati come nba-
draft e hoopshype. Lo stessonon vale per Victor Clavier, clas-
se 1988 che ha perso gran parte della stagione a causa di una
frattura alla gamba sinistra subita a Dicembre. Ritornato solo a
marzo, quest’ala di 2.05 metri che in Spagna viene paragona-
to a Garbajosa ma che in realtà in prospettiva NBA potrebbe
ricalcare le orme di Bostian Nachbar, è un ottimo rimbalzista
(5,5 a partita finora in ACB) e un buon realizzatore(10,5 punti ).
Salito alle ribalte durante i playoff del 2007, quando a neanche
19 anni segnava più di 11 punti a partita, anche quest’anno
Clavier gode di molta fiducia sia da parte di Spahija, che lo fa
giocare quasi 30 minuti a parita in ACB , sia da parte di Scariolo
che lo ha inserito nella sua lista allargata per gli Europei nono-
stante fosse ancora infortunato. Clavier non ha ancora deciso
se presentarsi al draft di quest’anno, anche se ha intenzione di
fare la Summer League come l’anno scorso, per poter prepa-
rare il cammino verso l’approdo in NBA. Nonostante abbia
maturato una certa esperienza in Europa, gli mancano un
po’ di chili e una migliore percentuale nei tiri liberi, oltre
che una maggior attitudine defensiva, per potersi pre-
sentare pronto all’appuntamento con l’NBA come
ala versatile, alla Tayshaun Prince per intender-
ci. Ed è per questo che Llull sembra più pron-
to di lui al salto, in quanto più completo e
con un pedigree europeo migliore,
avendo maturato una certa espe-
rienza anche in Eurolega, e non
solo in Uleb/Eurocup. E si sa che
gli scout NBA, dopo le recenti
esperienze (vedi il caso Milicic su
tutti), sono restii a valutare positi-
vamente giovani europei con
poca esperienza a livello interna-
zionale.
]24
[25
Abbiamo avuto un anno più difficiledegli altri, abbiamo cambiato moltigiocatori però siamo ancora alla
Final Four, per la settima voltaconsecutiva, credo un record imbattibileper il mio club. Proprio il club, intesocome dirigenti e persone che lavoranonegli uffici penso meritino un grandericonoscimento per la serietà e ilsostegno continuo che danno a tecnici egiocatori. Solo J.R.Holden è statosempre presente in queste sette squadredel Cska che sono arrivate all'ultimo attodella competizione e credo sia unnotevole record anche questo.
Abbiamo affrontato il Partizan. Moltipensavano avremmo vinto in tre partitema pochi avevano chiaro che la squadradi Vujosevic era per noi particolarmenteindigesta per la sua fisicità e per lastazza fisica che non ci permetteva diavere molti mismatch a favore.L'inserimento di Viktor Khryapa (nellafoto) nel quintetto delle prime due partiteci ha permesso di avere più potenza e unmaggior controllo dei rimbalzi, senzaperdere fluidità in attacco, vista l'abilitàdi Viktor nel passare la palla. Inoltrequesto ci ha permesso di dosare ilminutaggio del nostro miglioreattaccante, Siskauskas, avendolo così
sempre fresco nei momenti cruciali dellagara.
Abbiamo avuto grande difesa in tutte lepartite, disciplina mentale, intendendo lapazienza di cercare il compagno liberoanche dopo tre o quattro passaggi, latesta per giocare contro una ricercaesasperata del contatto.
È stata un'esperienza incredibile giocaredavanti a 23.000 persone in un palazzocompletamente bianconero che non hainquietato solo Lele Molin (nella foto),noto juventino che è riuscito anche ascherzarci sopra a pochi secondi dallapalla a due.
Adesso affronteremo la vincente tra Taue Barcellona, con i primi che hannoancora perso in casa la partita decisiva,come, purtroppo per loro, è capitatomolte volte negli ultimi anni. Penso cheil Barça di Basile, Navarro, Andersen nonsi farà scappare l'occasione, soprattuttodopo la vittoria molto autoritaria di garaquattro.
Non avevo dubbi, ricorderete, sullavittoria dell'Olympiakos, con piùgiocatori abituati a queste serie di playoffe un Bouroussis che sta giocando la sua
io, Ettore
Ci siamo ancora!Scusate ma sonoproprio contento.Settima finale consecutiva per il Cska. L'ultima è arrivata altermine di una stagione non esattamente facile facile
di Ettore Messina
]26
migliore stagione internazionale, al puntoda permettere alla sua squadra di vinceregara quattro senza Nikola Vujcic.
Infine resta il rammarico per Siena: hannogiocato una grande stagione di Eurolega ehanno perso contro un Panathinaikoscapace di due grandi partite al PalaSclavo,veramente uno dei campi più difficilid'Europa. Le imperfette condizioni dialcuni giocatori hanno sicuramentecondizionato la serie e, nei signorilicommenti di Minucci e Pianigiani, credoresti un po' di rammarico per non averavuto la squadra al livello di un paio dimesi prima. Hanno giocato tre Final Fournegli ultimi sette anni e sono convinto checi riproveranno l'anno prossimo, ancorapiù forti dopo questa esperienza.
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]28
NBA
Sole nero,sul deserto di PhoenixStagione pessima per i Suns, probabilmente alla fine di un ciclo.Anche per scelte disastrose al draft di Enrico Bonali
Campionato nefasto per i Suns.
Porter, il nuovo coach, è stato cac-
ciato per promuoverne l’assisten-
te, Raja Bell e Boris Diaw sono
stati spediti a Charlotte per J-Rich
e le voci di mercato su una possi-
bile cessione di uno fra O’Neal o
Stoudemire si sono esaurite solo
col chiudersi della finestra di mer-
cato. Si è arrivati alla fine del ciclo
della bella Phoenix che vinceva e
divertiva, traordinario gruppo che
però non è mai riuscito a raggiun-
gere nemmeno una finale e che
adesso si ritrova parzialmente
smembrato, in là con gli anni
(Shaq 37, Hill 37, Nash 35)?
Si accusava D’Antoni di non aver
utilizzato la panchina in modo
adeguato, dimenticandosi però
che questa presentava elementi
quali un Piatkowski sfiatato, un
limitato Skinner, Strawberry,
Marks, Burke e Jalen Rose che
più che essere alla frutta sembra-
va già arrivato all’amaro.
Un gruppo di giocatori insufficienti
più Barbosa e Thomas, unici a
dare un vero contributo. Qual è
stata la causa di questo mancato
ricambio di forze fresche?
Scelte al draft. Negli ultimi anni i
Suns hanno selezionato giocatori
inadatti come il già citato
Strawberry, Alando Tucker, Robin
Lopez. Il front office si è anche
macchiato di un peccato peggiore:
le scelte cedute.
Nel 2005 i Suns cedettero la loro
21, che diventò Nate Robinson,
per riuscire a mettere le mani su
Kurt Thomas.
A dir il vero questa non fu una
mossa totalmente negativa, anzi
in quel momento fu vista come un
vero e proprio colpaccio. Peccato
che solo 2 anni dopo lo stesso
Thomas fu ceduto a Seattle in
cambio di…niente, scambiato
solo per abbassare il tetto salaria-
le!
Quella stessa chiamata n°21 era
stata acquistata nel draft prece-
dente (assieme a Jackson
Vroman…) quando Phoenix
cedette la numero 7 ai Bulls; i
quali selezionarono Luol Deng, un
2.06 che può svariare nei ruoli:
non è ancora sbocciato, ma rima-
ne un ottimo giocatore, con un
affidabilissimo tiro dalla media e
buona propensione per i rimbalzi.
Il vero dramma è stato però 2006
quando i Celtics acquistarono la
scelta numero 21 di Phoenix, in
cambio di una scelta futura e
denaro, trasformandola in Rajon
Rondo, fondamentale e super
atletico play che ha aiutato Boston
a vincere il titolo e che proprio
Nash (nella foto) ha dimostrato di
soffrire molto negli scontri diretti.
Nel 2007 i Suns cedettero la loro
24 a Portland in cambio di solo
denaro e così facendo si videro
scappare un ragazzo bianco, dal-
l’atletismo e tiro sconfinato: Rudy
Fernandez.
Non è poi da dimenticare la san-
guinosa cessione di Joe Johnson
al quale, l’anno precedente la sca-
denza del contratto, era stata rifiu-
tata un estensione di 6 anni a 36
milioni di dollari, salvo poi veder-
selo strappare dagli Hawks. In
cambio arrivò Diaw.
€ 20,50
di Davide Cerruto - Appunto
SNEAKER CORNER - PUMA FIRST ROUNDNate per il basket ma adorate anche dagli skater, le Puma First
Round Repeat II non hanno perso un briciolo della loro aura vin-
tage in questa rivisitazione glam operata dal marchio tedesco: il
collarino alto imbottito, la suola in gomma e la tomaia in suede
sono sempre lì dove erano stati messi oltre vent'anni fa. Si
chiamano Repeat perché su tutta la superficie delle sneaker è
ripetuta in rilievo una stilosissima micro-silhouette delle scar-
pe.
100 €
99 €
STREET WEAR - GIACCA QUIKSILVER Bianco con grafiche stampate all over, Kalis Printed è un giubbi-
no sportivo corto, con polsini, vita e collo in maglia di cotone.
Dentro è foderato in microrete che ti mantiene bello fresco, fuori
ti protegge quando arriva il vento o l'acquazzone primaverile.
Insomma se hai bisogno di una giacca leggera e versatile questa
di Quiksilver ti torna comoda per il normale uso quotidiano ma
anche per gli sport outdoor.
BASKET MUSIC - 808S & HEARTBREAK808s & Heartbreak è un potente concept sull'amore firmato Kanye
West, guru dell'era post-hip hop che forgia beat costruiti mettendo
insieme elettronica pura, violini e pianoforti e liriche minimali cantate
(non rappate). L'808 del titolo richiama il nome di una drum machine
molto celebre tra i producer hip hop, la mitica Roland TR-808, che può
battere così forte da far tremare i vetri della macchina e può simulare
il battito di un cuore.
6,50 €
Sole nero,sul deserto di Phoenix
URBAN KIT - VANS SPICOLI 2 SHADES Ma chi l'ha detto che un paio di occhiali deve costare 200 euro per
essere cool? Prendi ad esempio i Vans Spicoli 2 Shades: sono
occhiali in celluloide con lenti tinte che aiutano a filtrare la luce,
montatura colorata e logo del brand californiano stampato di lato
sulle stanghette. Disponibili in vari colori, ti proteggono dai raggi solari, hanno un
loro stile ben preciso e ti costano meno di una pizza margherita.
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2.390 Euro
HI DEFINITION - LG W2452VPer guardare un film al massimo della risoluzione non sei obbligato acomprare un televisore di ultima generazione. L'alternativa? Un moni-tor Full-HD da collegare al tuo PC: tra un film e l'altro, ti troverai a gio-care e a lavorare su un desktop ampio come non l'hai mai visto. Sepensi che uno schermo così non sia alla tua portata, ecco la buonanotizia: LG W2452V costa poco più di 200 euro. Per questa cifra tiporti a casa un monitor da 22 pollici, dal design intrigante e piuttostosottile, perfetto per collegare l'Xbox360 o la Playstation 3, ma anche iltuo lettore Blu-ray o la videocamera ad alta definizione.
TECH WALK - TOSHIBA PORTéGé M750Un notebook che costa come un ultra slim di lusso ma non puntasul design: la particolarità è che si trasforma in un tablet PC conuna semplice rotazione dello schermo tattile. Il vantaggio? Lopuoi usare con una mano sola, magari per disegnare a manolibera oppure per navigare o chattare. Ma puoi anche utilizzar-lo per leggere un libro elettronico (eBook) sul basket durante ilweekend in montagna. M750 ha una tastiera virtuale per scri-vere e uno stilo in dotazione (ma anche le dita vanno benis-simo). Quando vuoi, lo 'riconverti' in un semplice portatile etorni al mouse a alla keyboard 'reale'.
IL BOSS DEL GHETTO - GRAND THEFT AUTO: CHINATOWN WARSUno dei giochi più 'cattivi' della storia sulla console più 'innocente' che c'è:arricchito da un comparto grafico 3D di livello top, GTA approda su NintendoDS senza perdere un grammo della propria immorale carica criminale e conun gameplay fatto di brevi, sanguinose missioni e devastanti scorribande inauto. La città è vasta e tutta esplorabile, mentre il sistema di business èlegato al commercio della droga e alle sue oscillazioni sul mercato. Percompletare il tutto, ci sono anche un'ottima modalità multiplayer e la com-munity online.
249 Euro
44,90 Euro
di Giuliano Mannini - Appunto
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Il test
Se per caso vi è capitato, durante gli
scorsi torridi giorni di basket europeo, di
tastare l’umore della piazza riguardo gli
italiani in campo, avrete senz’altro notato
la ricorrenza dell’aggettivo “inadeguato”.
Hanno ragione, ci mancherebbe altro.
Ma vediamo qualche esempio di giocato-
re adeguatissimo al livello del barrage di
Eurolega, che nonostante la giovane età,
parrebbe aver già convinto la stragrande
maggioranza di critica e pubblico.
Sergio Llull: 4 partite, 14 minuti di media,
2.5 punti con 3-15 (20% tondo tondo) dal
campo e –1 complessivo di valutazione.
Victor Sada 4 partite, 12 minuti di media,
0.5 punti con 0-7 dal campo e –3 com-
plessivo di valutazione. Milos Teodosic 2
partite, 12 minuti di media, 1 punto con 1-
5 dal campo e –3 complessivo di valuta-
zione.
Ecco, rabbrividiamo (alla maniera di
Natolia quando presentava il numero dei
Bulgari) al solo pensiero di ciò che
potremmo leggere e/o sentire se questa
roba la mettesse su un Peppino Poeta,
peraltro esordiente in Eurolega.
Gianluca Basile.
Ma non si era detto che quest’annoavrebbe riscritto la storia delGuinness dei Primati, facendo l’agita-tore di asciugamani più pagato delmondo?
Ma a proposito di adeguatezza, comevalutare serenamente il contributo diEze e Stonerook alla campagna anti-Panathinaikos?Ormai è ufficiale: andate in un supermer-
cato di Kaunas, prendete 5 persone a
caso tra quelle in coda per il pane fresco,
aggiungete il tizio al banco della carne
come sesto uomo e buttatele su un par-
quet. Avrete una squadra di pallacanestro.
Charles Judson Wallace sublima il con-
cetto di “eccesso di zelo”. Gary Neal
subisce un contatto duro e finisce per
terra. Si mette seduto per riprendersi un
attimo, quando accorre lo zampettante
CJ ad offrire una mano per rialzarsi. Solo
che questo scivola e gli pianta una ginoc-
chiata alla bocca dello stomaco,
(ri)abbattendolo. Cioè, in pratica il negati-
vo di Hatzivrettas.
Fine serie a Siena. Obradovic si avvia a
centro campo, avendo cura di salutare
chiunque gli capiti a tiro. Si imbatte in
McIntyre e gli tributa il giusto onore con
grande trasporto, prendendogli la testa
fra le mani e sussurrandogli, il labiale è
inequivocabile, “bravo” (dice: “embè?
Cosa doveva dirgli, “cattivo”?). Mmmmh,
quanta tenerezza. Non è che per caso
abbiamo assistito all’inizio dell’operazio-
ne “grazie di tutto”, riferita a Jasikevicius
Benetton-Lietuvos arriva ai minuti crucia-
li. Il commentatore, di cui al momento
della stesura del pezzo ci sfugge il nome,
e al quale chiediamo (a)venia, si protube-
ra in una profezia che fa più o meno così:
“tutto è apparecchiato per la vittoria trevi-
giana”. Occhiata alla sovrimpressione:
mancano 3 minuti e 50 secondi alla fine
e il punteggio dice Treviso 70 Rytas 71.
Ora, al di là dell’opportunità scaramanti-
ca dell’affermazione, la domanda sorge
spontanea e rigogliosa: “Ma perché?”.
Serie di “pallini” a libera scelta. Costruitevi da soli un team di primizie, tardizie, scoperte... di Vittorio Marotta
Chi è, per voi, inadeguato?