beyond the gaap italia #11 luglio 2014
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La Newsletter di Mazars sui principi contabili italiani ed internazionaliTRANSCRIPT
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Beyond the GAAP- Italia n°11 – luglio 2014
BEYOND THE GAAP - ITALIA
La Newsletter di Mazars sui principi contabili n°11 – luglio 2014
Sommario
Editoriale
La stagione dei bilanci si sta progressivamente
chiudendo e già partono le relazioni semestrali al
30 giugno 2014 (pag.14) che rappresenteranno il
primo test applicativo dei nuovi IFRS relativi al
consolidamento e cioè IFRS 10 “Bilancio
consolidato”, IFRS 11 “Accordi a controllo
congiunto” ed IFRS 12 "Informativa sulle
partecipazioni in altre entità” e su eventuali
differenze rispetto al precedente IAS 27 e IAS 31,
in particolare sarà interessante verificare
eventuali variazioni nell’area di consolidamento a
seguito della modifiche introdotte dall’IFRS 10 e
dal passaggio dal proporzionale all’equity per la
maggior parte delle Joint-Ventures. E’ infatti
probabile che i maggiori impatti in termini di
consolidamento e deconsolidamento siano
individuati nel settore finanziario, in particolare nei
fondi, ed assicurativo, mentre l’IFRS 11 potrebbe
avere impatti significativi per il settore delle
infrastrutture e costruzioni, dove il modello delle
Joint-venture è particolarmente applicato.
I. IFRS news pag 3
II. News principi contabili italiani pag 5
III. Macro Hedging pag 8
IV. ESMA public consultation on APM measures pag 12
V. IFRS applicabili al 30 giugno 2014 pag 14
Redazione:
Emmanuele Berselli, Stefano Bianchi, Paola Pedotti, Rosanna Vicari
Contatti:
Mazars S.p.A. Technique & Innovation Corso di Porta Vigentina, 35 - 20122 Milano Tel: 02 58 20 10 E-mail: [email protected]
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Beyond the GAAP- Italia n°11 – luglio 2014
La sezione dedicata ai principi contabili italiani
(pag.5) si sofferma si sofferma poi sul dibattito in
corso sui criteri di contabilizzazione da applicare
in relazione alla regolamentazione del sistema
tariffario idrico definito dall’AEEGSI.
Continuiamo infine l’analisi dedicata al nuovo
IFRS 9 con la tematica del macro-hedging (pag.
8).
Si segnale poi come a livello europeo è in corso
una discussione guidata dall’ESMA relativamente
agli indicatori non contabili - Alternative
Performance Measures” (APM).- inseriti nelle
relazioni di gestione e note che accompagnano i
bilanci (pag. 12).
Buona lettura!
Stefano Bianchi Rosanna Vicari
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I. IFRS NEWS
IFRIC 21 - Tributi
E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale L 175 del
14 giugno 2014 il Regolamento (UE) 634/2014
della Commissione del 13 giugno 2014 che adotta
l’Interpretazione IFRIC 21 “Tributi”.
L’Interpretazione tratta la contabilizzazione di una
passività relativa al pagamento di un tributo nel
caso in cui tale passività rientri nell’ambito di
applicazione dello IAS 37 nonché la
contabilizzazione di una passività relativa al
pagamento di un tributo la cui tempistica e il cui
importo sono incerti.
L’Interpretazione considera differenti tipologie di
tributi:
- il tributo sorge progressivamente nel momento
in cui l’entità genera ricavi: l’obligating event è la
generazione dei ricavi, come previsto dalla
normativa locale;
- Il tributo sorge interamente quando l’entità
genera i primi ricavi in un dato esercizio;
- Il tributo sorge interamente se la società è
operativa ad una certa data;
- Il tributo è generato se l’entità genera ricavi
sopra una certa specificata soglia minima:
l’obbligazione sorge soltanto rilevando ricavi
sopra una certa soglia e solo in quel momento è
registrata una passività, indipendentemente dalla
probabilità/ragionevole certezza di superamento
di detta soglia.
L’IFRIC 21 si applica a partire dagli esercizi
finanziari che iniziano il 17 giugno 2014.
IFRS 15 – Revenue from Contracts with
Customers
E’ stato pubblicato il nuovo standard relativo alla
contabilizzazione dei ricavi “IFRS 15 Revenue
from Contracts with Customers”; è un principio
molto atteso, considerato che i ricavi
rappresentano una voce evidentemente cruciale
per la lettura dei bilanci e la comprensione delle
performance. L'IFRS 15 sostituirà, dal 2017, lo
IAS 18 “Ricavi” e lo IAS 11 ”Lavori su
ordinazione”.
L’IFRS 15 è stato emesso congiuntamente
dall’International Accounting Standards Board
(IASB) e dal Financial Accounting Standards
Board (FASB), lo standard-setter USA.
L’IFRS 15 definisce un modello basato su 5 step:
- Step 1: ideintificare il contratto con il cliente;
-Step 2: identificare le diverse componenti di
performance previsti dal contratto;
- Step 3: determinare il prezzo previsto dal
contratto;
- Step 4: allocare il prezzo alle diverse
componenti;
- Step 5: contabilizzare i ricavi.
Estensione dell’applicabilità degli IAS/IFRS
ai bilanci d’esercizio delle non quotate
Il Decreto Legge n. 91 del 24 giugno 2014,
pubblicato nella G.U. n. 144 del 24 giugno 2014,
prevede all'art. 20 la modificazione dell'art. 4,
comma 6, del D.Lgs. 28 febbraio 2005, n. 38. In
particolare, il Decreto Legge prevede la
soppressione della parole "a partire dall'esercizio
individuato con decreto del Ministro dell'economia
e delle finanze e del Ministro della Giustizia"
relativamente alle società:
- non quotate in borsa;
- non rientranti nei settori «particolari» previsti dal
D.Lgs. 38/2005 (banche, finanziarie,
assicurazioni);
- non obbligate alla redazione del bilancio
consolidato di gruppo.
Ne conseguirebbe quindi che tali società hanno la
facoltà di redigere il bilancio di esercizio in
conformità ai principi contabili internazionali
IAS/IFRS. Si avrebbe così un ulteriore estensione
(della possibilità) di adottare i principi contabili
internazionali IAS/IFRS da parte delle imprese
(s.r.l., s.p.a., cooperative, s.a.p.a.) non obbligate
alla redazione del bilancio in forma c.d.
«abbreviata». Si ricorda come in precedenza era
possibile applicare gli IAS/IFRS solo in presenza
di un bilancio consolidato IAS/IFRS.
Il Decreto Legge è stato trasmesso alle Camere
per la conversione in Legge entro 60 giorni.
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IFRS IC continua l’esame della
classificazione delle componenti
passività/patrimonio netto degli strumenti
finanziari obbligatoriamente convertibili in
azioni
L’IFRS Interpretations Committee continua la sua
discussione in relazione agli strumenti finanziari
che sono obbligatoriamente convertibili in azioni e
la loro classificazione secondo quanto richiesto
dallo IAS 32 per gli strumenti che hanno le
seguenti caratteristiche:
- Lo strumento finanziario ha una scadenza
definita e alla maturity l’emittente deve
distribuire un numero variabile di azioni
pari ad un ammontare prefissato. Il
numero variabile di azioni ha comunque
un cap ed un floor;
- Lo strumento finanziario ha un tasso fisso
ed il pagamento degli interessi è
obbligatorio.
L’IFRS IC ha deciso che la sostanza contrattuale
dello strumento finanziario è un’obbligazione a
distribuire azioni alla maturity date, perciò l’intera
obbligazione rappresenta una passività
finanziaria, mentre la componente derivativa del
numero variabile di azioni deve essere
considerata come un’opzione.
Acquisizioni di quote nelle Joint Operations
Lo IASB ha pubblicato le modifiche all’IFRS 11
“Accordi congiunti”.
L’IFRS 11 classifica gli accordi congiunti in due
tipologie:
- joint ventures, che sono consolidate
usando il metodo del patrimonio netto
(equity method);
- joint operations, che sono contabilizzate
proquota per la parte di attività, passività,
ricavi e costi di competenza.
Le modifiche pubblicate chiariscono che le
acquisizioni di quote di joint-operations sono
l’acquisizione di un business da contabilizzare
secondo l’IFRS 3. Le modifiche indicano che la
contabilizzazione secondo l’IFRS 3 è permesssa
fino a quando non siano in contrasto con quanto
richiesto dall’IFRS 10.
IASB pubblica Clarification of Acceptable
Methods of Depreciation and Amortisation
(Amendments to IAS 16 and IAS 38)
Lo IASB ha pubblicato in maggio 2014
Clarification of Acceptable Methods of
Depreciation and Amortisation (Amendments to
IAS 16 and IAS 38), con l’obiettivo di chiarire che
un metodo di ammortamento basato sui ricavi
generati dall’asset (c.d. revenue-based method)
non è ritenuto appropriato in quanto riflette
esclusivamente il flusso di ricavi generati da tale
asset e non, invece, la modalità di consumo dei
benefici economici incorporati nell’asset.
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II. NEWS PRINCIPI CONTABILI ITALIANI
Commenti a OIC sulla regolamentazione del sistema tariffario idrico- AEEGSI
L’autorità ed i compiti
L'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico (AEEGSI) è un organismo indipendente, istituito con la legge 14 novembre 1995, n. 481 con il compito di tutelare gli interessi dei consumatori e di promuovere la concorrenza, l'efficienza e la diffusione di servizi con adeguati livelli di qualità, attraverso l'attività di regolazione e di controllo. L'Autorità svolge inoltre una funzione consultiva nei confronti di Parlamento e Governo ai quali può formulare segnalazioni e proposte; presenta annualmente una Relazione Annuale sullo stato dei servizi e sull'attività svolta.
Con il decreto n.201/11, convertito nella legge n. 214/11, all'Autorità sono state attribuite competenze anche in materia di servizi idrici. Infatti, l'articolo 21, comma 19, prevede che: "con riguardo all'Agenzia nazionale per la regolazione e la vigilanza in materia di acqua, sono trasferite all'Autorità per l'energia elettrica e il gas le funzioni attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici, che vengono esercitate con i medesimi poteri attribuiti all'Autorità stessa dalla legge 14 novembre 1995, n. 481.
L'Autorità regola i settori di competenza, attraverso provvedimenti (deliberazioni) e, in particolare:
•Stabilisce le tariffe per l'utilizzo delle infrastrutture, garantisce la parità d'accesso, promuove, attraverso la regolazione incentivante gli investimenti con particolare riferimento all'adeguatezza, l'efficienza e la sicurezza;
•Assicura la pubblicità e la trasparenza delle condizioni di servizio;
•Promuove più alti livelli di concorrenza e più adeguati standard di sicurezza negli approvvigionamenti, con particolare attenzione all'armonizzazione della regolazione per l'integrazione dei mercati e delle reti a livello internazionale;
•Definisce i livelli minimi di qualità dei servizi per gli aspetti tecnici, contrattuali e per gli standard di servizio;
•Promuove l'uso razionale dell'energia, con particolare riferimento alla diffusione
dell'efficienza energetica e all'adozione di misure per uno sviluppo sostenibile;
•Aggiorna trimestralmente le condizioni economiche di riferimento per i clienti che non hanno scelto il mercato libero;
•Accresce i livelli di tutela, di consapevolezza e l'informazione ai consumatori;
•Adotta provvedimenti tariffari e provvede all'attività di raccolta dati e informazioni in materia di servizi idrici;
•Svolge attività di monitoraggio, di vigilanza e controllo anche in collaborazione con la Guardia di Finanza e altri organismi, fra i quali la Cassa Conguaglio per il settore elettrico, il GSE, su qualità del servizio, sicurezza, accesso alle reti, tariffe, incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate e in materia di Robin Hood Tax.
•Può imporre sanzioni e valutare ed eventualmente accettare impegni delle imprese a ripristinare gli interessi lesi (dlgs 93/11).
OIC
OIC ha intenzione di predisporre un documento in merito al trattamento contabile del metodo tariffario specifico introdotto dall’AEEGSI, in quanto contiene molti aspetti dubbi e di difficile applicazione. Vediamo in dettaglio in cosa consiste la regolamentazione.
Evoluzione regolamentare
La regolazione del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.), a partire dal 2011 assegnava all’AEEGSI il compito di definire un nuovo meccanismo tariffario; il precedente meccanismo, denominato Metodo Tariffario Normalizzato, (MTN) si basava su tariffe determinate con le competenti Autorità di ambito territoriale ottimali (AATO) in funzione della qualità del servizio fornito e dei costi di produzione sostenuti, al fine di consentire ai gestori la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio e di assicurare un congruo rendimento sul capitale investito. Tale metodo è rimasto in applicazione sino ai bilanci chiusi al 31 dicembre 2011. Il 28 dicembre 2012 l’Autorità ha emesso un provvedimento, la delibera 585, con cui ha approvato il Metodo Tariffario Transitorio (MTT) di determinazione delle tariffe degli anni 2012 e 2013.
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Aspetti metodologici e contabili
La metodologia introdotta riguarda tutte le gestioni del SII e si differenzia rispetto alla precedente nel fatto che, mentre prima la tariffa traeva origine da costi preventivati, riconosciuti ma non ancora sostenuti, con il MTT la tariffa si basa su costi riconosciuti e già sostenuti dal gestore.
La Delibera stabilisce i criteri operativi per determinare, sia per il 2012 che per il 2013, le componenti di costo riconosciute ai fini tariffari nell’ambito dell’importo complessivo annuo del “Vincolo ai Ricavi del Gestore del SII” (“VRG”).
A livello procedurale gli enti di ambito dovevano predisporre le tariffe entro il 30 aprile 2013, ed entro i tre mesi successivi l’autorità doveva approvarle.
Poiché il nuovo metodo tariffario stabiliva dei limiti di tariffa per anno, i VRG sono contabilizzati a conto economico nell’anno di riferimento (nel rispetto del principio di competenza economica), mentre sono registrate delle fatture da emettere per la differenza tra i ricavi tariffari determinati dall’applicazione delle tariffe provvisorie e quelle calcolate sulla base del VRG (conguagli).
Successivamente con la delibera 643 del 27 dicembre 2013 che introduce il metodo tariffario idrico (MTI) in vigore per il biennio 2014- 2015, si è chiarito il concetto di recuperabilità dei conguagli pregressi, in particolare i conguagli relativi ai periodi precedenti all’entrata in vigore del MTT. Entro il 30 giugno 2014 le autorità d’ambito quantificano ed approvano i conguagli relativi ai periodi precedenti al MTT, e rendono obbligatorio esplicitare il periodo di riferimento dei conguagli.
Alla luce di quanto sopra, permangono tuttavia alcune incertezze connesse agli effetti sul trattamento contabile della tariffa e delle componenti, che si riferiscono in modo specifico:
al recupero dei valori pregressi con riferimento agli esercizi in cui viene revisionata la tariffa, al fine di compensare le partite pregresse: il nuovo prezzo dovrà essere applicato alle forniture che verranno erogate in quell’esercizio agli
utenti, e tali valori non sono determinati o determinabili prima di tale momento;
alle penali imputate ai gestori ove non rispettino le richieste di informativa necessarie al corretto funzionamento della regolamentazione tariffaria sino alla definitiva approvazione da parte dell’autorità;
alla realizzazione dei volumi da erogare da parte dei gestori negli esercizi a+2 e a+3 successivi all’approvazione della tariffa. Infatti, il meccanismo di recupero indiretto, da attuarsi mediante l’inserimento delle componenti di conguaglio nel calcolo del VRGa+2 e VRGa+3, si realizza in modo integrale solo a condizione che i volumi effettivamente erogati dal Gestore in quegli anni coincidano con quelli ipotizzati ex-ante, nella fase di determinazione della revisione tariffaria.
Alla previsione della delibera di costituzione di un fondo presso il Gestore del Servizio Idrico Integrato destinato ai nuovi investimenti, e che tal fondo (Fo.NI.) sia destinato esclusivamente alla realizzazione dei nuovi investimenti nel territorio servito o al finanziamento di agevolazioni tariffarie a carattere sociale.
La componente Fo.Ni. I ricavi tariffari così determinati, ove si prevede un incremento tariffario, al fine di incentivare nuovi investimenti, saranno assoggetti ad un vincolo per la quota parte corrispondente da destinare esclusivamente a investimenti o agevolazioni sociali. La Delibera infatti, al fine di favorire gli investimenti nel settore dei servizi idrici, ha previsto l’introduzione di un’apposita componente tariffaria (appunto, il Fo.Ni.), che andrebbe ad alimentare un “fondo” assistito da un preciso vincolo di scopo. Il vincolo di destinazione ai ricavi corrispondenti alla quota Fo.Ni., che deve essere rappresentato negli schemi di bilancio (e non solo nella Nota Integrativa) potrà essere attuato in due modi diversi:
a) con la destinazione, con la delibera assembleare che approva il bilancio, di una quota dell’utile d’esercizio alla creazione di una riserva a destinazione
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speciale (riserva non distribuibile), ma che “rimane nella disponibilità del gestore del SII”;
b) con l’iscrizione della Quota Fo.Ni. in un fondo per oneri o per rischi, se si ritiene di essere in presenza di una passività attuale per l’obbligo di finanziamento dei nuovi investimenti.
Nel primo caso, che sembra il criterio preferibile, considerata la natura della voce e le premesse, trattandosi di ricavi realizzati, il sistema, salvo eccezioni specifiche previste dalla legge, ne impone l’iscrizione nel conto economico ed il concorso alla determinazione dell’utile/perdita d’esercizio. L’obbligo di destinazione esclusiva alla realizzazione di nuovi investimenti o al finanziamento di agevolazioni tariffarie di carattere sociale, è coerente con l’esclusione dalla distribuzione ai soci di una quota dell’utile netto, che si attua con l’iscrizione, nell’ambito del patrimonio netto, di una riserva non distribuibile. Da un punto di vista opposto, l’esclusione di una parte dei ricavi ed il loro accantonamento diretto ad una riserva speciale sembra di dubbia legittimità, e potrebbe creare conseguenze gravi in ipotesi di un risultato economico costituito da una perdita d’esercizio, specie se questa imponesse l’adozione dei provvedimenti ex art. 2446 Cod. Civ.. Inoltre, l’esclusione dal conto economico potrebbe sostenersi solo se si trattasse di ricavi non realizzati. Tuttavia l’imputazione a conto economico, se l’utile netto d’esercizio è inferiore alla quota Fo.Ni., non consentirebbe l’integrale accantonamento del suo importo ad una riserva non distribuibile, ma solo un accantonamento di importo ridotto: ciò pare in contrasto con le prescrizioni, di natura regolamentare, della Delibera dell’Autorità, per cui l’accantonamento non può essere inferiore all’importo della Quota Fo.Ni.. La seconda metodologia consentita, che prevede l’iscrizione della Quota Fo.Ni in un fondo rischi o fondo oneri è concepibile solo se, alla data di chiusura dell’esercizio, vi è una passività certa (fondo oneri) o probabile (fondo rischi);tuttavia, il vincolo dei ricavi “non comporta l’esistenza di una passività alla data di chiusura dell’esercizio, perché ad esso non corrisponde un obbligo
giuridico attuale di esecuzione, ad una data futura, di una prestazione patrimoniale.”. Inoltre, contabilmente, la contropartita reddituale di un fondo rischi o di un fondo oneri è un costo, e non un ricavo, come si riterrebbe essere la natura della quota Fo.Ni..( a tal proposito, l’art. 154 del d.lgs. n. 152/2006, secondo cui “tutte le quote della tariffa del servizio idrico integrato hanno natura di corrispettivo”.) Un’ulteriore trattamento contabile è quello che riconosce, quale corrispettivo di competenza dell’esercizio non più l’intera quota Fo.Ni. investita secondo le prescrizioni dell’art.42, bensì solo una parte di essa, pari alla relativa incidenza economica nell’anno, rappresentata dagli ammortamenti e dagli oneri finanziari e fiscali relativi ai nuovi investimenti (in analogia con quanto stabilità dall’art.26 All.A), nonché dai costi per agevolazioni tariffarie. In questo modo, la quota Fo.Ni. spesa nel rispettivo vincolo di destinazione, dovrebbe essere riconosciuta come un ricavo di competenza dell’esercizio limitatamente all’importo che corrisponde all’incidenza economica dell’investimento effettuato, così come la stessa viene rilevata nel costo della produzione di quell’esercizio; la parte della quota Fo.Ni. eccedente, invece, non essendo un ricavo “strettamente” di competenza, dovrebbe essere stornata dal conto economico attraverso la rilevazione di un risconto passivo.
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III. MACRO HEDGING
La contabilizzazione del ”dynamic risk management” (macro hedging): l’essenza del progetto IFRS 9 in 20 Q&A
In data 19 novembre 2013 lo IASB ha emesso la parte principale della Fase 3 del principio IFRS 9, denominata “General Hedge Accounting”, mentre per quanto concerne la parte residua relativa alle disposizioni relative alla contabilizzazioni di macro-copertura, il 17 Aprile 2014 lo IASB ha pubblicato un Discussion Paper intitolato “Accounting for Dynamic Risk Management: a Portfolio Revaluation Approach to Macro
Hedging”. In questo studio offriamo
un’introduzione al documento ed agli argomenti in
esso trattati in 20 domande e risposte. 1. Di cosa tratta il Discussion Paper (DP) ? La gestione del rischio è un elemento cruciale per il business, con livelli di formalizzazione e organizzazione che variano da società a società, in funzione della dimensione e del settore. Nel settore finanziario frequentemente, sebbene non sempre, implica l’uso di strumenti derivati. IFRS 9 offre un modello contabile per le operazioni di copertura basate su strumenti derivati. Tuttavia queste indicazioni non vengono sempre applicate alle attività di gestione dinamica dei rischi . L’obiettivo del DP è quello di presentare un approccio possibile che rifletta la gestione dinamica del rischio effettuato dalle società nelle scritture contabili. 2. Quali società sono interessate?
Generalmente la gestione dinamica del rischio (attualmente denominata nello IAS 39 come macro-hedging) è associata alla gestione di attività/ passività di istituzioni finanziarie (banche e società di assicurazione), per la gestione del rischio di tassi di interesse. Di conseguenza, normalmente, gli esempi di DP sono collegati a questa attività. Tuttavia, l’approccio utilizzato in questo DP non è finalizzato a risolvere i problemi di un unico settore, nè a essere limitato a rischi finanziari. Nella pratica, le società sono interessate dal DP anche per la gestione dei rischi di valuta o del rischio prezzo delle merci. Questo DP dunque riguarda qualunque società interessata alla gestione dinamica di uno o più rischi, sia finanziari che di altra natura.
3. Come si interfacciano queste proposte con l’IFRS 9? L’attuale IAS 39 tratta sia i requisiti generali per la contabilizzazione delle operazioni di copertura che le disposizioni specifiche per le copertura del rischio di tasso di interesse di un portafoglio (previsto in modo più specifico per la gestione ALM di attività/passività per le banche).
Con l’IFRS 9, il Board ha seguito un percorso differente; il principio offre solo indicazioni generali sulle contabilizzazioni di copertura. I requisiti del DP vanno di conseguenza visti nell’ottica di un IFRS diverso, ma complementare allo IFRS 9, che sostituirà le regole dello IAS 39 sulla copertura del rischio di tasso di interesse di un portafoglio.
4. Quali sono i principi più importanti? Le proposte del Board si basano sui seguenti principi: - lo strumento di copertura è rivalutato al fair value ed i successivi cambiamenti di valore sono registrati a conto economico; - anche l’esposizione del rischio gestito è rivalutata al fair value, ma solo per la parte di rischio gestit: gli aggiustamenti di fair value di questa componente sono registrati a conto economico; - i due meccanismi di rivalutazione presentati avranno un effetto netto a conto economico. Gli scostamenti nella gestione dell’esposizione del rischio verranno automaticamente riflessi a conto economico del periodo. Questo approccio quindi prevede la rivalutazione della componente di copertura, e vuole essere applicato a gruppi di strumenti, da cui il nome: Portfolio Revaluation Approach (PRA).
5. Il PRA equivale a “full fair value”? Qual’è la differenza tra il PRA e la copertura di fair value hedging dello IAS 39 e dello IFRS 9? Sebbene si basi sul concetto di rivalutazione, il PRA non è un approccio “full fair value”, perché l’esposizione al rischio è rivalutata solo per la parte di rischio gestito; inoltre il PRA differisce dalla copertura specifica di fair value perché non richiede nessun collegamento univoco tra strumento di copertura e oggetto coperto. L’assenza di questo collegamento permette di considerare la gestione dinamica, ad esempio su un portafoglio di strumenti aperto (un portafoglio da cui o a cui gli strumenti vengono regolarmente aggiunti o eliminati).
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6. Il nuovo approccio sarà obbligatorio? Questa domanda è una di quelle poste dal Board nel Discussion Paper. Non è stata ancora presa una decisione.
7. Il modello proposto sarà adatto a tutti i tipi di gestione dinamica del rischio? Il modello proposto si basa sul principio di rivalutazione del rischio di copertura. Pertanto è più adeguato ad un approccio coerente con la gestione del fair value piuttosto che con una gestione dei flussi di cassa. Probabilmente alcuni metodi di gestione si adatteranno meglio all’approccio del PRA che ad altri. Il Board incoraggia i commentatori a informarlo se alcuni dei modelli di gestione del rischio proposti richiedano interventi correttivi. La richiesta di commenti è anche un’opportunità per segnalare al Board eventuali pratiche di gestione dinamica del rischio che potrebbero non essere rilflesse in modo adeguato nel PRA, al fine di sviluppare eventuali modelli supplementari.
8. Come dovrebbe essere regolata la rivalutazione della voce coperta? La rivalutazione deve essere applicata utilizzando le metodologie standard di calcolo delle valutazioni. Il cash flows da considerare dovrà essere definito in modo coerente con l’attribuzione del rischio gestito e potrà prendere in considerazione diversi fattori di aggiustamento, quali le assunzioni comportamentali. I tassi di sconto dovranno considerare anche i valori alla data di valutazione. La scelta del tasso di sconto dipende dal rischio gestito. Il DP prevede l’uso di curve differenti (tassi di raccolta, tassi benchmark, curve usate per deteminare i prezzi alla clientela, etc.).
9. L’obiettivo del PRA sono i rischi gestiti o i rischi coperti? È una delle domande poste nel DP. Entrambi gli approcci sono contemplati e soggetti a commenti: - Rivalutazione dell’esposizione complessiva gestita: in questo caso, una posizione gestita ma non coperta dovrà essere rivalutata e avrà un effetto sul conto economico. Questo sembra a prima vista il metodo più semplice da adottare,
tuttavia introdurrebbe volatilità a conto economico. - Rivalutare solo l’esposizione gestita e coperta: in questo caso il rischio non coperto continuerebbe ad essere valutato secondo le regole generali. Il limite principale di questo approccio è che c’è bisogno di distinguere tra parti coperte e le parti non coperte dell’esposizione gestita, e solo la parte coperta dovrà essere rivalutata.
10. Il PRA considera i limiti di rischio fissati dalle società nelle proprie politiche di gestione del rischio? Spesso le società fissano dei limiti al di sotto dei quali non prendono misure di riduzione del rischio; l’impresa interviene solo quando il rischio supera il limite stabilito. La domanda, se il PRA debba considerare anche questi limiti fissati dalle imprese, resta aperta, e dipende tra l’altro se il Board sceglierà di definire l’obiettivo del PRA come totalità del gestito anzichè delle esposizioni coperte (vedasi domanda precedente). Qualora il Board decidesse di aderire alla politica della gestione del rischio, il PRA non verrà applicato e una posizione potrebbe rimanere al di sotto dei limiti di gestione (i.e. l’esposizione non sarà rivalutata). Questa scelta solleva una serie di domanda sulla comparazione. Poiché i limiti di rischio possono variare da società a società, lo stesso livello di esposizione può essere trattato diversamente da un punto di vista contabile. Sebbene non abbia assunto una posizione chiara sull’argomento, il Board evidenzia che ha identificato una serie di svantaggi nel considerare questi limiti di rischio.
11. Saranno riconosciuto i derivati interni usati nella gestione dei rischi? Il Discussion Paper propone che l’uso di derivati interni sia riconosciuto nel PRA. Prendiamo ad esempio il caso in cui la funzione ALM di una banca voglia coprire un’esposizione con un derivato con il desk di trading, il quale può decidere di non effettuare esternamente la copertura della posizione. Il valore del contratto registra ad esempio un utile di 10 per la funzione ALM ed una perdita di 10 per il desk di trading. All’interno del gruppo l’operazione non ha teoricamente nessun impatto. Lo IAS 39 attualmente non riconosce i rapporti di copertura
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basati su derivati interni che non sono esternalizzati. Il DP propone invece di riconoscere il risultato di entrambe le attività al conto economico del periodo, registrando l’utile di 10 per la gestione rischio (contropartita dalla rivalutazione in accordo con il PRA), e la perdita di 10 per la negoziazione.
12. Il PRA considera le posizioni non ancora negoziate ? Questo argomento viene sollevato nel DP. Alcune società includono transazioni che non sono state ancora gestite contrattualmente dalla fuzione di gestione rischi, quali le offerte pubblicitarie di mutui a tassi di interesse fissi (per i quali non esiste ancora una base contrattuale). Se si considerano operazioni come questa nel PRA, si rifletterebbe il rischio di gestione, ma si solleverebbero molti dubbi concettuali. In particolare, poiché il PRA porta a rivalutare le esposizioni, il fatto di considerare flussi non ancora contrattualizzati potrebbe essere in conflitto con la definizione di un’attività secondo il conceptual Framework dello IASB.
13. Il PRA prenderà in considerazione gli approcci comprtamentali ? La gestione del rischio secondo alcune società definisce i flussi di cassa futuri con riferimento ad assunzioni comportamentali. L’esempio più semplice è legato l’opzione di prepagamento di un finanziamento. Spesso una banca utilizza delle stime per determinare la durata alla quale i suoi finanziamenti verranno ripagati a breve. Il Board invita a fornire commenti sulla questione se considerare nel PRA questi aspetti comportamentali. Analogamente, l’impatto contabile dei cambiamenti nelle precedenti assunzioni sui comportamenti della clientela è aperto ad ulteriori studi (dovrebbero essere riconosciuti a conto economico?).
14. Il PRA riuscirà a considerare la scadenza economica della domanda di depositi raccolta dalle banche? Si tratta di un argomento molto sensibile, perché è fondamentale per le finalità del Board di riflettere la reale sostanza della gestione del rischio della banca. Il Board ha destinato una sezione del DP a questo argomento e indica la propria intenzione a prendere in considerazione il
profilo economico, e nota inoltre che ha individuato delle difficoltà applicative. Il documento affronta anche l’argomento dell’esposizione ‘sub-Libor’.
15. La macro copertura adottata dalle banche europee è dipesa da un approccio di livello di base che ha limitato gli impatti a conto econimico quando la banca si trovava sotto-coperta. Questo approccio è stato adottato dal PRA ? È una delle domande poste nel DP, che non riesce a prendere nessuna decisione sull’argomento ma evidenzia alcuni problemi operativi legati ad assumere questo approccio nel PRA. La difficoltà principale consiste nella necessità di identificare, nella posizione di rishcio gestito, quelle esposizioni che costituiscono il ‘segmento di base” perché possano essere rivalutati come rischio gestito. Il Board evidenzia che la distinzione tra la parte gestita e coperta dell’esposizione e la parte gestita ma non coperta potrebbe generare alcune difficoltà operative.
16. Il PRA considera anche un modello equity book nella gestione del rischio di tasso di interesse? Alcune società, in particolare banche, modellano il loro capitale come strumenti con un profilo di rischio di tasso d’interesse e li includono nella gestione complessiva del rischio. Anche l’inclusione o meno dell’EBM (Equiy Book Model) nel PRA è una delle domande poste nel DP.
17. Il DP prevede un impatto sulla presentazione della posizione finanziaria e sul conto economico? Nel caso della posizione finanziaria, il DP considera tre alternative alla presentazione degli aggiustamenti da rivalutazione dei rischi gestiti:
Rimisurazione linea per linea;
Presentazionie degli effetti degli aggiustamenti da rivalutazione su una linea per le attività ed una per le passività; e
Presentazione dell’aggiustamento netto da rivalutazione in un’unica riga, nelle attività o passività a seconda del caso.
Per quanto riguarda il conto economico, escludendo il caso dei derivati interni citati in precedenza, si considerano due diversi approcci:
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Beyond the GAAP- Italia n°11 – luglio 2014
Presentare la performance dell’attività senza considerare la gestione del rischio, per poi presentare in due righe distinte l’impatto netto degli strumenti di gestione dei rischi (interessi maturati su swap, ad esempio) e l’impatto delle rivalutazioni in applicazione del PRA (cambiamento del clean price sugli strumenti di copertura e sugli elementi di copertura che rappresentano la stima corrente dei futuri disallineamenti); o
Presentare la performance in termini di risk management target (assumendo che abbia funzionato perfettamente), e poi presentare la differenza tra performance attuale e finale della gestione del rischio su una riga separata, illustrando come è stato efficace.
18. Ci sono nuovi obblighi relative alle note esplicative? Si, il D P identifica 4 aree :
informativa qualitativa sugli obiettivi e politiche di gestione dinamica del rischio;
informazioni qualitative e quantitative sulla posizione di rischio;
applicazione del PRA; e
informazioni qualitative e quantitative sull’impatto della gestione dinamica del rischio sulla performance attuale e futura della società.
19. La maggior parte degli esempi viene dalla gestione dei tassi di interesse del settore bancario. Il DP proporrà approcci anche per altri tipi e altri settori? Il Board ha impiegato molti anni a comprendere la gestione del rischio di tasso di interesse nelle banche. Questo è il motivo per cui la maggior parte degli esempi esposti nel DP riguardano quest’area. Tuttavia, il Board non vuole ridurre il proprio approccio alla gestione del solo rischio di tasso di interesse nel settore bancario. Il Discussion Paper infatti cita anche l’argomento della gestione del tasso di cambio valuta e dei commodity risks. Alcune delle pratiche comunemente utilizzate dalle società per la gestione rischi saranno già gestite correttamente con le indicazioni generali dell’IRFS 9. Per le altre, il PRA può fornire una soluzione, e il Board invita le società a sottoporre esempi di gestione del rischio che potranno essere correttemente approntare con il PRA.
Nonostante ciò, il PRA non potrà fornire una soluzione universale, visto che dipende dalla rivalutazione dell’esposizione. Il principio non è compatibile, ad esempio, con le operazioni future, la cui rivalutazione non soddisfa la definizione di attivo contabilizzato secondo gli IFRSs. Tuttavia, escludendo il modello PRA, il DP può essere un’occasione per le società di ogni settore, per segnalare all’attenzione del Board l’esistenza di pratiche in uso di gestione dinamica del rischio e svilupparne le riflessioni.
20. Quali sono i passi successivi? I commenti possono essere inviati al Board sino al 17 ottobre 2014, dopodiché il Board annuncerà come intende proseguire il progetto sulla base delle risposte ricevute.
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Beyond the GAAP- Italia n°11 – luglio 2014
IV. ESMA Public Consultation on Alternative Performance Measures
In data 13 febbraio 2014 è stato messo in
consultazione pubblica il documento “ESMA
linee guida on Alternative Performance
Measures” (APM).
ESMA è l’Autorità europea sui mercati e sulle
azioni, che è stata fondata a seguito del
regolamento europeo n.1095/2010, e con questo
documento richiede commenti a tutti i soggetti
responsabili della governance e della
predisposizione di informativa finanziaria degli
emittenti, agli utilizzatori di tale informativa, e altri
soggetti interessati. La fase di consultazione si è
conclusa il 14 maggio, e la risposta con la
pubblicazione delle linee guida finali è attesa per
il quarto trimestre 2014.
Il documento è suddiviso in cinque parti, e
contiene 3 allegati:
I. Executive summary
II. Introduzione
III. Scopo e finalità delle “linee guida”
IV. Conformità e obblighi di reportistica
V. Linee guida sulle APM
Nel primo capitolo si definiscono le ragioni che
hanno indotto ESMA a mettere in consultazione
delle linee guida. Si ricorda innanzitutto che la
raccomandazione del 2005 del CESR sul
medesimo argomento era stata emessa
prevalentemente al fine di rafforzare gli obbiettivi
del regolamento 1606/2002 del parlamento
europeo sull’applicazione dei principi contabili
internazionali; dopo otto anni dalla emanazione di
questo documento, ESMA ritiene che sia
opportuno rivederlo al fine di rafforzare
ulteriormente i principi in esso contenuti.
Nel secondo capitolo quindi ESMA indica le
ragioni e, facendo leva sulle proprio ruolo di
promotore di un’efficace e consistente
applicazione della normativa europea in materia
di reporting finanziario, intende fornire una guida
unica per tutto il mercato europeo. Partendo dalla
informativa finanziaria contenuta nel bilancio,
ESMA considera che ci possa essere la necessità
da parte di vari utilizzatori di avere a disposizione
ulteriori informazioni che permettano di
comprendere aspetti particolari legati alla
performance aziendale, al business o più
semplicemente per avere informazioni più
dettagliate su alcune voci. Poiché gli APM
possono se gestiti liberamente, generare
confusione, le linee guida riguardano
essenzialmente:
I concetti e le definizioni di APM;
Una guida alla presentazione;
Coerenza nel loro uso.
Il terzo capitolo indica quando le linee guida si
applicano e la loro interazione con il bilancio. In
particolare, specifica che le linee guida si
applicano a tutti gli APM inclusi in tutti i documenti
pubblici emessi che contengono informazioni
regolamentate (tra i quali i prospetti informativi).
Su questo capitolo le controparti sono chiamate a
dare la propria approvazione sulla applicazione
delle linee guida a tutti gli emittenti, sulla
applicazione agli APM inclusi nei bilanci e in tutti
gli altri documenti che contengano informazioni
regolamentate rese pubbliche, e devono motivare
l’eventuale risposta negativa.
Il quarto capitolo descrive come gli emittenti ed gli
organismi di vigilanza dovranno conformarsi alle
linee guida, ed in particolare precisa che questi
ultimi dovranno incorporarle nelle loro procedure
di vigilanza e verificarne l’applicazione da parte
degli emittenti .
Su questo capitolo le controparti sono chiamate a
esprimere la loro approvazione se le linee guida
rappresentino uno strumento utile a risolvere
eventuali problematiche nell’uso degli APM.
Il quinto capitolo descrive i criteri sottostanti alla
predisposizione delle linee guida e la spiegazione
ai principi forniti, inclusi nell’allegato III del
documento; è il capitolo più importante, perché
contiene le definizioni di APM.
Su questo capitolo infatti le controparti sono
chiamate a esprimere l’approvazione su molti
argomenti:
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Beyond the GAAP- Italia n°11 – luglio 2014
sulla definizione fornita,
sulla necessità di richiedere agli emittenti di
fornire sempre in appendice all’informativa
finanziaria la lista delle definizioni utilizzate,
sulla necessità di richiedere una riconciliazione
degli APM con le voci più significative del bilancio,
sul peso e sulla rilevanza da dare agli APM
illustrati al di fuori del bilancio, rispetto a quelli
inclusi nello stesso,
sulla necessità di richiedere che venga sempre
fornita lda spiegazione dei cambiamenti di
definizione, del calcolo degli APM con anni
precedenti,
e sulla richiesta di fornire il dato comparativo se
un APM cambia .
Alla fine del periodo di consultazione ESMA ha
ricevuto più di 50 risposte, disponibili al pubblico
sul sito istituzionale, da parte di alcuni standard
setters nazionali, da organismi internazionali, da
alcuni organismi di vigilanza e da emittenti quotati
su alcune piazze Europee.
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Beyond the GAAP- Italia n°11 – luglio 2014
V. IFRS applicabili al 30 giugno 2014
Con la chiusura delle relazioni semestrali IFRS al 30 giugno 2014 Beyond the GAAP- Italia presenta come ormai consueto per ogni esercizio un riepilogo dei recenti IFRS e un aggiornamento del loro status di endorsement da parte dell’Unione Europea sulla base del “The EU endorsement status report, position as at 12 May 2014” pubblicato dall’EFRAG (www.efrag.org). Per ogni standard viene indicato se obbligatori oppure se l’applicazione anticipata è consentita sulla base del processo di endorsement dell’Unione Europea (UE). Ricordiamo che in fase di prima applicazione di nuovi standards ed interpretazioni: A) IFRS draft standards non possono essere applicati se non quando definitivamente pubblicati da parte dello IASB; B) IFRS Standards pubblicati in maniera definitive da parte dello IASB ma non ancora endorsed da parte della UE possono essere applicati se prima dell’approvazione del bilancio da parte dell’assemblea vengono endorsed dalla UE (nella tabella riepilogativa sottostante quando viene indicato permesso significa che l’applicazione può essere anticipata su base volontaria).
Standard
Subject
Data di applicazione secondo lo
IASB
Data di approvazione da
parte della UE
Applicazione per I bilanci IFRS al 30
giugno 2014
Modifiche all’IFRS 7
Informazioni integrative sui trasferimenti di attività finanziarie
1/07/2011
29/12/2012
Obbligatoria
Modifiche allo IAS 32
Offsetting financial assets and financial liabilities
1/07/2014 E’ permessa l’applicazione anticipata
Obbligatoria
Modifiche allo IAS 36
Valore d’uso delle immobilizzazione non finanziarie
01/01/2014 E’ permessa l’applicazione anticipata
20/12/2013 Obbligatoria
Modifiche allo IAS 39
Novation of Derivatives and continuation of Hedge Accounting
01/01/2014 E’ permessa l’applicazione anticipata
20/12/2013 Obbligatoria
IFRS 10 Bilancio consolidato
IFRS 11 Accordi a controllo congiunto
IFRS 12 Informativa sulle partecipazioni in altre entità
01/01/2013E’ permessa l’applicazione anticipata
29/12/2012 Obbligatoria
IAS 27R Bilanci separati
IAS 28R Partecipazioni in società collegate e joint venture
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Beyond the GAAP- Italia n°11 – luglio 2014
Standard
Subject
Data di applicazione secondo lo
IASB
Data di approvazione da
parte della UE
Applicazione per I bilanci IFRS al 30
giugno 2014
Modifiche all’IFRS10, IFRS 11 ed IFRS 12
Transition guidance 01/01/2013
E’ permessa l’applicazione anticipata
5/04/2013 Obbligatoria
Modifiche all’IFRS10, IFRS 11 ed IFRS 12
Investment entities 01/01/2014
E’ permessa l’applicazione anticipata
21/11/2013 Obbligatoria
Annual Improvements IFRS (2010-2012)
Annual improvements 1/07/2014 E’ permessa l’applicazione anticipata
In attesa dell’endorsement
Permessa
IFRIC 21 Tributi 1/01/2014 E’ permessa l’applicazione anticipata
13/06/2014 Permessa
Beyond the GAAP - ITALIA, è la Newsletter trimestrale di Mazars in Italia, in lingua italiana, sui principi contabili nazionali ed internazionali. Se desidera riceverla in formato pdf, scriva a [email protected], oggetto
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Nonostante l’attenzione con cui è preparata la newsletter, Mazars non può essere ritenuta responsabile di eventuali errori od
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La redazione di questo numero è stata completata il 23 luglio 2014.
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