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a cura di Flavia Marcacci BIBLIOTECA GENERALE BEATO PIO IX MAGNA LONGEQUE ADMIRABILIA Astronomia e Cosmologia nel fondo antico della Biblioteca Beato Pio IX 001-003COLOPHON:BEGARELLI 16-11-2009 11:18 Pagina 1

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Page 1: BIBLIOTECA GENERALE BEATO PIO IX MAGNA LONGEQUE … · 2018. 3. 15. · Allestimento mostra Paolo Scuderi Agenzia fotografica B. M. srl Ricerca dei testi, cura redazionale del catalogo

a cura di Flavia Marcacci

BIBLIOTECA GENERALE BEATO PIO IX

MAGNA LONGEQUE ADMIRABILIAAstronomia e Cosmologia

nel fondo antico della Biblioteca Beato Pio IX

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MAGNA LONGEQUE ADMIRABILIAAstronomia e Cosmologia nel fondo antico della Biblioteca Beato Pio IXA cura di Flavia Marcacci29 novembre - 11 dicembre 2009

In occasione del Convegno 1609-2009. From Galilei’s telescope to Evolutionary Cosmology.Science, philosophy and theology in dialogue30 novembre - 2 dicembre 2009Pontificia Università Lateranense

LA MOSTRA E IL CATALOGO

Ideazione, programmazione e realizzazionePaolo Scuderi - Bibliotecario generale

Cura scientificaFlavia Marcacci

Allestimento mostraPaolo ScuderiAgenzia fotografica B. M. srl

Ricerca dei testi, cura redazionale del catalogoLaura Ciolli - Vice bibliotecarioLetizia D’Ambrosio

Fotografie e allestimento mostraAgenzia fotografica B. M. srlfoto realizzate da Claudio Bella

Schede bibliograficheArianna AscenziRossella BigonziIlaria CandidiIlaria CastroLaura CiolliLetizia D’Ambrosio

Lorenzo De BellisMarta De BianchiEleonora Petitti

Si ringraziano

• Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Rino Fisichella, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, per aver approvato e incoraggiato l’iniziativa

• il decano dalla Facoltà di FilosofiaMons. Gianfranco Basti

• gli Officiali maggiori della Pontificia Università LateranenseUlderico Conti - Segretario GeneraleFlaminia Sacerdoti - Economo GeneraleMons. Marco Gandolfo - Segretario particolare del Rettore Magnifico

• la Fondazione Civitas LateranensisPier Giovanni Carpitelli

• tutto il personale della bibliotecaFerdinando WerlenEmmanuele AdrianiMassimo D’IppolitoClaudio Lillisr. Ernestina Mira - per la collaborazione prestata alla realizzazione della mostra

• l’Ufficio grandi eventi: Rossana Bianchi• l’Ufficio affari generali: Pietro Brigliozzi

In copertinaVignetta calcografica, firmata da A. Boy e J. Allen, dal frontespizio dell’opera Johannis Hevelii Epistolae IV(Gedani: sumtibus autoris, typis Andreae Julii Molleri, 1654).(Cat. 75)

Calcographic vignette, signed by A. Boy and J. Allen, from the title page of the work Johannis Hevelii Epistolae IV(Gedani: sumtibus autoris, typis Andreae Julii Molleri, 1654).(Cat. 75)

MAGNA LONGEQUE ADMIRABILIAAstronomia e Cosmologia nel fondo anticodella Biblioteca Beato Pio IX

© 2009FRANCO COSIMO PANINI EDITORE S.p.A.Via Giardini 474/D - Direzionale 70 - 41100 Modena [email protected] - www.fcp.it

ISBN 978-88-570-0173-9

LATERAN UNIVERSITY PRESSPiazza San Giovanni in Laterano,4 - 00120 Città del [email protected]

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Indice

p. 4 PREMESSARINO FISICHELLA

p. 9 SAGGI

p. 10 PAOLO SCUDERI

L’Università del Papa, la Biblioteca di un papaThe University of the Pope, the Library of a pope

p. 18 GIANFRANCO BASTI

Scienza e metodo dell’astronomia osservativa:una questione storicaScience and methods in observational astronomy:a historical question

p. 24 FLAVIA MARCACCI

Dal cielo alle carte:osservazione e teoria del cielo tra XVI e XVIII secoloFrom the sky to maps: observation and theoryof the heavens between the 16th and the 18th century

SCHEDE

p. 53 Fonti e manuali cosmografici e cosmologici (secc. XVI-XVII)

p. 67 Sistemi del mondo a confronto: verso la nuova astronomia

p. 89 Osservazioni, effemeridi, calcoli astronomici, strumenti

p. 137 Astronomia e altre scienze

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Since the new library was officially opened up by Pope BenedictXVI on October 21, 2006, we have repeatedly sought to figureout how to disclose the hidden treasures it still enshrines. This

opportunity was provided by the convening of the Year of Astronomy for2009. The Lateran University intended to match this valuable and im-portant initiative, proposing an International Conference: “FromGalilei’s Telescope lo Evolutionary Cosmology: Science, Philosophyand Theology in Dialogue”.

In this circumstance we wanted our Library to be involved, by or-ganizing an exhibit that, while revisiting its literary material, couldopen it up to the public as a testimony of a constant care for science andas a privileged venue for dynamic con-servation.

The unique collections owned byour Library, outcome of centuries of on-going attention on the formation ofknowledge of entire generations, arenow exhibited with regard to thoseworks that connect to the Year of As-tronomy and more directly to the In-ternational Conference. We presentlibrary material that allows to verifyhow Cosmology, Astronomy, Science,Theology and Philosophy not onlyhave been in close contact in the past,but also how these must necessarilymaintain a sound scientific dialogue.

If it is true that, according toAnselm, fides quaerens intellectum, itis also true that a real science capableof looking deep down into nature, willfind the depth of a mystery that reasonalone is not able to fully analyze. Thecosmos, and its creation as a whole,have always caused astonishment andwonder to those who have watched itwith eyes full of intelligence. Actually,such astonishment was the source ofnew knowledge. The volumes on ex-hibit point out this wonder in writing,in contemplating a mystery that chal-lenges to never stop, but rather to en-

RINOFISICHELLA

Galileo nell’atto di mostrare i satelliti

di Giove alle personificazioni

dell’Ottica, dell’Astronomia e della Matematica

(Cat. 23).

Galileo showing Jupiter’s satellites

to personifications of Optics, Astronomy,

and Mathematics Stampati antico,

(Cat. 23).

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Dall’inaugurazione della nuova Biblioteca a opera di Papa Be-nedetto XVI il 21 ottobre 2006 ci siamo più volte posti l’in-terrogativo di come far conoscere i tesori nascosti che ancora

conserva gelosamente. L’opportunità è stata data dall’indizione del-l’anno dell’Astronomia per il 2009. L’Università Lateranense ha vo-luto corrispondere questa valida e importante iniziativa, proponendoun Convegno Internazionale, “From Galilei’s Telescope to Evolutio-nary Cosmology: Science, Philosophy and Theology in Dialogue”.

In questa circostanza abbiamo voluto che la nostra Bibliotecafosse presente organizzando una mostra che, rivisitando il propriopatrimonio librario, l’aprisse al pubblico come testimonianza di unacostante cura per la scienza e come luogo privilegiato per la dina-mica conservazione.

Il patrimonio unico che la nostra Biblioteca possiede, frutto disecoli che hanno visto la perenne attenzione per la formazione delsapere di intere generazioni, viene messo ora in esposizione riguardoquelle opere che legano l’anno dell’Astronomia e più direttamente ilCongresso Internazionale. Presentiamo un patrimonio librario chepermette di verificare come Cosmologia, Astronomia, Scienza, Teo-logia e Filosofia non solo siano state nel passato in stretto contatto,ma come queste debbano necessariamente mantenere fermo il dia-logo e il confronto scientifico.

Se è vero che, secondo l’anima anselmiana, fides quaerens in-tellectum, è pur sempre vero che una vera scienza capace di guardarenell’intimo la natura vi scopre la profondità di un mistero che la solaragione non è in grado di analizzare pienamente. Il cosmo, come tuttoil creato nella sua globalità, ha sempre provocato stupore e meravi-glia a quanti lo hanno guardato con occhi pieni di intelligenza. Pro-prio questo stupore è stato sorgente di nuova conoscenza. Quanto ivolumi esposti affermano non è altro che la meraviglia messa periscritto nel contemplare un mistero che provoca a non fermarsi mai,ma a impegnarsi nell’intelligibilità del creato per fornire un saperecorrispondente alle esigenze dell’uomo contemporaneo.

Visitare questa mostra non potrà essere soltanto un aggirarsi in-differente tra le vetrine che fanno bella mostra di antichi volumi;quanto, piuttosto, addentrarsi in un itinerario sapientemente trac-ciato che rende evidente l’intelligenza umana. Questa mostra per-mette di compiere una sorta di viaggio nel tempo. Proprio come unastronomo fornito di un moderno telescopio, il visitatore potrà scru-tare la luce proveniente dai confini della galassia del sapere. Nel-l’atto di osservare i libri esposti, si dovrà essere capaci di spingerelo sguardo verso un orizzonte di intenzioni, idee e conoscenze fati- 5

RINOFISICHELLA

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gage in understanding creation to provide a knowledge responding tothe needs of contemporary man.

Visiting this exhibit will not just be walking indifferently amongthe windows showing ancient volumes; but rather penetrating into askilfully outlined path that highlights human intelligence. This exhi-bition allows to make a journey through time. Just like an astronomerequipped with a modern telescope, the visitor will be able to observethe light coming from the borders of the galaxy of knowledge. Whilelooking at the books on exhibit, visitors will have to crane their gazefurther, towards a horizon of intentions, ideas and knowledge painstak-ingly worked out and fine-tuned over centuries.

Accordingly, magna longeque admirabilia, the exhibition isnamed after, are no longer just celestial bodies and shining stars thatwith enormous astonishment the great scientist from Pisa set out to de-scribe in his Sidereus nuncius. Magna longeque admirabilia are alsothese superb volumes coming to us from a remote past. They draw ourattention as splendid artefacts, sometimes of inestimable value for therich and precious engravings, magnificent title page or splendid firstpage, actual precious pearls, unique combination of deep know-howand rare beauty; but, above all, signs and tools of a knowledge that isnever fully attained.

I wish to properly thank the Head Librarian of the University Dr.Paolo Scuderi and the team who assisted him in this valuable re-arrangement. This catalogue bears witness to the passion firing theircommitment and remains a memory to keep alive a past whose richnessis a prerequisite for our present knowledge.

Laterano, October 28, 2009

✠ Rino FisichellaMagnificent Rector

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RINOFISICHELLA

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cosamente elaborate e portate a matura-zione nel corso dei secoli.

Magna longeque admirabilia, chedanno il nome alla Mostra, non sono più,quindi, i soli corpi celesti e gli astri lumi-nosi che con enorme stupore il grandescienziato originario di Pisa si accingeva adescrivere nel suo Sidereus nuncius. Magnalongeque admirabilia sono a ragione anchequesti magnifici volumi che giungono finoa noi da un remoto passato. Essi si pongonoalla nostra attenzione come splendidi ma-nufatti, a volte di inestimabile valore per lericche e preziose incisioni, i magnifici fron-tespizi o le splendidi antiporte, vere e pro-prie perle pregiate, sintesi unica di pro fondasapienza e rara bellezza; ma, soprattutto,segni e strumenti di un sapere che non co-nosce tramonto.

Un ringraziamento doveroso va al Bi-bliotecario Generale dell’Università il Dott.Paolo Scuderi e all’équipe che lo ha assi-stito in questa preziosa ricomposizione. Il

presente catalogo è un piccolo segno della passione che ha mosso illoro impegno e permane come memoria per mantenere vivo un pas-sato la cui ricchezza è presupposto per la nostra attuale conoscenza.

Laterano, 28 ottobre 2009

✠ Rino FisichellaRettore Magnifico

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RINOFISICHELLA

Johannes Hevelius, Selenographia, 1647 (Cat. 74).

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SAGGI

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If, as is set forth in the articles of our constitutionthat fully reiterate and implement a statementJohn Paul II made on the occasion of a histor-

ical, memorable visit to the Lateran University, onOctober 9, 1987, the Pontifical Lateran Universityis, for “special reasons”, the University of the Pope,I believe, and its name indirectly confirms this, wecan affirm that the Blessed Pius IX Library is theLibrary of a pope, if through this statement we justmean to recognize the special, almost exclusive rolethat this pope fulfilled in establishing the library.

Actually, before receiving the legacy of the lateGiovanni Maria Mastai Ferretti, the Library al-ready owned a substantial, rich collection of literaryworks made of valuable manuscripts, rare incunab-ula, precious 16th century books and other mate-rial; on the other hand, most of the volumes onexhibit here come from that collection. But certainlythe generous legacy of Pope Pious IX, i.e. his entireprivate library with the only exception of books ofhagiographic theme, enhanced the collection, mak-ing it even more precious and rich.

Since the scientific criteria for the design andthe setting up of the exhibition are explained here bythe Dean of the Faculty of History and Philosophy,Mons. Gianfranco Basti and by the scientific cura-tor, Prof. Flavia Marcacci, I deemed it advisable towrite a few lines of introduction to the Library. Notthough, as is usually the case on such occasions, tothe Library from which the Exhibition is drawn, i.e.the Library meant as all the Collections and the Lit-erary Material and Works. Mainly because, at leastin its general lines, the historical vicissitudes of thePius IX Library are fairly well known: its first corewas set up following the events and circumstancesthat in 1773 led, on the initiative of Clement XIV,to the establishment of the University; it was thenenhanced by precious collections, among which thelegacy of Pius IX that stands out for its value andextent. Therefore because, in my modest opinion, alot has been written on this subject in the past insome regards, but very little in others. A lot was writ-ten in the sense that, especially in some texts worked

out on the occasion of exhibitions organized in thepast, here, at the Lateran University, whose curatorwas my predecessor, Mons. Luigi Falcone, there isalready a clear and lucid summary of such events,and I honestly refer you to those texts,1 having noth-ing special to add to them. But very little, if oneconsiders that yet we do not have an exhaustive his-torical-critical work which clearly outlines and con-cludes, bringing up-to-date, the history of ourInstitution, and in particular of the Library and col-lections.

Therefore, there is no better opportunity thanan exhibition set up on the occasion of such a pres-tigious and significant conference: From Galilei’sTelescope to Evolutionary Cosmology: Science,Philosophy and Theology in Dialogue to speakabout the Library in the other sense, i.e. the Libraryas an institution that, thanks to its being an essen-tial and organic part of a very special, peculiar in-stitution, the University of the Pope, seeks to carryout consequential policies and choices.

Being, in fact, the Papal University is certainlyan honour and a privilege, but first of all is a com-mitment, for which we take on precise and ineludi-ble responsibilities. And we feel we can affirm thisexactly because of the unique, peculiar role that hasalways been fulfilled, since its establishment byChrist, by the Church, indissolubly connecting itshistory of salvation to the history of peoples and na-tions, through the diverse institutions that over timehave materialized Her teaching in the sphere of cul-ture, in creating and promoting, as well as conserv-ing, works of art, never conceived as an end inthemselves, but always instruments of human edifi-cation and promotion.

Always keeping its gaze fixed on this culturalhorizon, the Library seeks to fulfill its institutionalaims, carrying out its activity along two axes orguidelines. The first guideline is internal to the in-stitution, i.e. pursuing the natural objectives of safe-guarding, preserving and consulting the librarianmaterial linked to the objective of exploring and at-taining knowledge, but also divulging our institu-10

PAOLOSCUDERI The University of the Pope

The Library of a pope

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Se, come recitano i nostri articoli costitutivi cherecepiscono in pieno e fanno propria una pre-cisa affermazione di Giovanni Paolo II pro-

nunciata in occasione di una storica, memorabilevisita alla Lateranense, il 9 novembre del 1987, laPontificia Università Lateranense è, a “titolo spe-ciale”, l’Università del Papa, credo a ragione, e l’in-titolazione stessa ce ne dà in direttamente conferma,si possa affermare che la Biblioteca Beato Pio IX èla Biblioteca di un papa, se con questa asserzione,naturalmente, si intenda unicamente riconoscere ilruolo speciale, direi quasi esclusivo, che nella suacostituzione ebbe questo pontefice.

Non che precedentemente al lascito testa-mentario del fu al secolo Giovanni Maria MastaiFerretti la Biblioteca non possedesse già un suocospicuo, ricco fondo librario fatto di preziosi ma-noscritti, rari incunaboli, pregiate cinquecentine ealtro ancora; fondo dal quale, peraltro, sono in lar-ghissima parte tratti i volumi esposti in questa mo-stra; ma certamente il copioso lascito di papa PioIX, di fatto l’intera sua biblioteca privata con lasola eccezione dei libri a tema agiografico, impre-ziosì, e non poco, arricchendola, una raccolta diper sé già ricca e oltremodo pregiata.

Dal momento che i criteri scientifici di idea-zione e allestimento della mostra sono qui espostidal decano della Facoltà di Storia e Filosofia, Mons.Gianfranco Basti, e dalla curatrice scientifica dellastessa, la professoressa Flavia Marcacci, il sotto-scritto ha ritenuto opportuno scrivere alcune righedi presentazione della Biblioteca; non già però,come solitamente in questi casi avviene, della Bi-blioteca da cui è tratta la mostra, vale a dire la Bi-blioteca intesa come il complesso delle raccolte edei fondi librari che la costituiscono. Questo, in-nanzitutto, perché perlomeno nelle sue linee gene-rali le vicende storiche della Biblioteca Beato PioIX ci sono abbastanza note: costituitasi nel suoprimo nucleo a seguito delle vicende e circostanzeche nel 1773 determinarono per volere di ClementeXIV la costituzione dell’Università, si arricchiscein seguito di preziose raccolte, tra le quali spicca 11

per valore e ampiezza quella ricevuta per lascito te-stamentario di Pio IX. Quindi, perché, a mio mo-desto avviso, sull’argomento in passato si è scrittoper alcuni versi molto, per altri versi molto poco. Siè scritto molto nel senso che, soprattutto in alcunilavori redatti in occasione di mostre già in passatoallestite qui alla Lateranense a cura del mio pre-decessore Monsignor Luigi Falcone, vi è già unasintesi chiara e lucida di tali vicen de, alla qualeconviene con tutta onestà ri mandare1 se non si hanulla di particolare rilievo da aggiungere. Moltopoco, invece, se si considera che a tutt’oggi mancaun lavoro storico-critico esaustivo, che faccia ilpunto e tracci a chiare linee, aggiornandola, la sto-ria della nostra Istituzione, in particolare della Bi-blioteca e dei suoi fondi.

Nessuna occasione migliore, allora, di quellaofferta dall’allestimento di una mostra e in occa-sione di un convegno sì prestigioso e significativo:From Galilei’s Telescope to Evolutionary Cosmology:Science, Philosophy and Theology in Dialogue perparlare della Biblioteca nell’altra ac cezione, vale adire della Biblioteca quale istituzione che in ra-gione del suo essere parte essenziale e organica diuna realtà tutta particolare, tutta peculiare, qualel’Università del Papa, si sforza di attuare politichee scelte consequenziali.

Essere, infatti, l’Università del Papa è certoun onore e un privilegio, ma è prima ancora unonere e un impegno, che ci fa carico di precise,ineludibili responsabilità. E questo, ci sentiamo diaffermare, proprio in considerazione del ruolounico, peculiare, che fin dalla sua istituzione adopera di Cristo la Chiesa, legando in modo indis-solubile la sua storia di salvezza alla storia dellegenti e delle nazioni, attraverso le diverse e piùsvariate forme istituzionali che di volta in volta neltempo ne concretizzano l’insegnamento, da sem-pre svolge anche nel mondo della cultura, in qua-lità di creatrice e promotrice, prima ancora checustode di opere d’arte, mai concepite come fini asé stesse, sempre strumento di edificazione e pro-mozione umana.

PAOLOSCUDERIL’Università del Papa

La Biblioteca di un papa

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tion, its history, and in particular the history of theLibrary and its collections, of its literary works, oftheir formation and origin. Based on this primaryneed and these intentions, the relation of coopera-tion established one year ago through an agreementsigned by our Rector and the Rector of Tor VergataUniversity, resulting in some training internships inthe cataloguing project according to the ISBD(A)

of our 16th- century books, with a view to a partic-ipation of the Library in the edit16 project, i.e. theproject carried out by the Central Institute for theCollective Catalogue of Italian Libraries (ICCU):making an inventory of and describing all the booksprinted from 1501 and 1600 on the Italian terri-tory or abroad, in the Italian language. The otherproject, instead, is more specifically focused on pro-moting studies and research on our library mate-rial, its formation, and on our institution in general.The first fruit of this work has been the doctoral the-sis discussed by Ilaria Castro at Tor Vergata Uni-versity of Rome, its supervisor being prof. Mad dale naSignorini, dealing with the codicologic and paleo-graphic analysis of A Roman code from the Mo -nastery of St. Boniface and St. Alexis, dating backto the 11th century, also known as Lectionary of St.Alexis. The other outcome that we have good rea-son to hope will be soon achieved, with many others,is linked to the 3-year research doctorates run byDr. Arianna Ascenzi. From the “Blessed Pius IX Li-brary” to the “General Library of the PontificalLateran University”: a historical and bibliograph-ical journey is the title of this doctorate and a goodstarting point for research are exactly the three in-ventory volumes of the Pius IX Library, alreadyknown to Leopoldo Sandri2 and then presumed lost,but actually well conserved here at the Lateran Uni-versity.3

The second guideline, on the contrary, is ex-ternal and aims at promoting a dialogue with otherinstitutions like ours, that turn their gaze to thesame cultural horizon. The other event of outstand-ing importance for our Library and, I believe, notonly for ours, is to be related to our specific identity,to our peculiar nature of papal institutions. Draw-ing on an extensive experience of shared electroniccataloguing, obtained within the network of theUnion of Roman Scientific Libraries (URBS), theLibrary was planning to put that experience at thedisposal of the Union of Roman Ecclesiastical Li-braries (URBE), which in the meantime, the PiusIX Library had joined following a formal approval12

PAOLOSCUDERI

Suggestivo scorcio dellaSala Giovanni Paolo II –

Premio NazionaleIn/Arch-Ance 2009

per un intervento di nuova costruzione

Impressive view of the John Paul II Hall –In/Arch-Ance2009 National Award 2009 for a new constructionproject

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È con lo sguardo consapevolmente ben fisso aquesto orizzonte culturale che la Biblioteca cercaallora di adempiere i suoi fini istituzionali, svol-gendo la propria azione lungo due assi o direttrici:la prima direttrice è tutta interna all’istituzionestessa, e al conseguimento dei naturali obiettivi disalvaguardia, tutela e consultazione del patrimoniolibrario associa l’obiettivo di approfondire, cono-scere, ma anche far conoscere la nostra strut tura, lasua storia, in particolare la storia della Bibliotecae delle sue raccolte, dei suoi fondi, della loro for-mazione e provenienza.

Da questa primaria esigenza e con questi in-tenti nasce il rapporto di col laborazione avviatoormai da un anno grazie a un accordo sottoscrittodal nostro Rettore Magnifico e dal Rettore Magnificodell’Università degli Studi di Tor Vergata, sostan-ziatosi sotto forma di stages formativi nel pro getto dicatalogazione secondo i criteri della ISBD(A) dellenostre cinquecentine, ai fini di una partecipazionedella Biblioteca al progetto edit16, vale a dire ilprogetto condotto dall’ICCU (Istituto Centrale per ilCatalogo Unico) di censimento e descrizione di tuttii libri a stampa dal 1501 al 1600 su territorio ita-liano o all’estero in lingua italiana. L’altro progettoè, invece, più mirato a promuovere studi e ricerchesul nostro patrimonio librario, sulla sua formazione,e la nostra istituzione in generale. Il primo fruttoche abbiamo potuto con soddisfazione raccogliere èstata la tesi di dottorato discussa presso l’Universitàdegli Studi di Roma Tor Vergata, relatrice Madda-lena Signorini, da Ilaria Castro vertente sull’analisicodicologica e pa leografica di Un codice Romanodel Monastero dei SS. Bonifacio e Alessio, risalenteall’XI secolo, meglio noto come Lezionario di San-t’Alessio. L’altro frutto che, si ha ragione di sperare,insieme ad altri ancora, avremo ben presto il pia-cere di raccogliere è quello legato al dottorato trien-nale di ricerca condotto dalla dottoressa AriannaAscenzi. Dalla “Biblioteca Pia” alla “BibliotecaGenerale della Pon tificia Università Lateranense”:un percorso storico bibliografico è il titolo di questodottorato e un buon punto di avvio per la ricerca 13

sono proprio i tre volumi inventario della Biblio-teca Pia, già noti a Leopoldo Sandri2 e successiva-mente ritenuti dispersi, in realtà ben conservati quiin Lateranense.3

La seconda direttrice è, invece, esterna evolta a promuovere un dialogo con altre istituzionia noi affini, che come noi volgono il loro sguardo almedesimo orizzonte culturale. Proprio alla nostraspecifica identità, alla nostra peculiare natura diistituzioni pontificie, va infatti collegato l’altro av-venimento di straordinaria importanza per la no-stra Biblioteca e, credo, non solo per la nostra.Forte di una significativa esperienza nella catalo-gazione elettronica condivisa, maturata nell’ambitodella rete URBS (Unione Romana BibliotecheScientifiche) la Biblioteca si accingeva a porre taleesperienza al servizio del consorzio bibliotecarioURBE (Unione Romana Biblioteche Ecclesiasti-che) al quale, dietro formale richiesta approvatanell’assemblea dei Rettori Presidi di URBE del 26febbraio 2007, la Biblioteca Beato Pio IX nel frat-tempo aderiva. Fin troppo chiare e manifeste le ra-gioni di quella scelta: entrare in un contesto a noipiù congeniale, direi, anzi, nel nostro naturale con-testo, quello delle Pontificie Università e Istituti, einsieme a queste prestigiose realtà avviare un pro-getto teso a valorizzare un patrimonio librariounico per quantità e qualità, che abbia in un cata-logo unico incrementato secondo precise, scienti-fiche istanze descrittive catalografiche il punto diforza del progetto stesso. Da quel nostro ingresso,devo dire, la forte accelerazione al processo di in-tegrazione dei cataloghi delle 17 biblioteche conl’adozione unanime delle AACR2 quali regole perla intestazione, che ben fa sperare, proprio in oc-casione dell’ormai prossimo ventennale di URBE,nel 2011, circa l’adozione di un motore unico diricerca e, dunque, nel raggiungimento dell’ambi-zioso obiettivo del catalogo unico. La Bibliotecanon è, però, soltanto le sue raccolte e neanche sol-tanto le iniziative che la connotano. La Bibliotecaè anche l’edificio che la ospita e la custodisce. Lanostra splendida sala di lettura Giovanni Paolo II

PAOLOSCUDERI

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tension of the Pius IX Library and Renovation ofthe Benedetto XVI Conference Hall.

An award and a recognition, we must say, thatis prestigious both because of the authors of theaward, including also the National Architects As-sociation on the 50th anniversary of its foundationby Bruno Zevi, and for the spirit and aims movingthe event, that granting the awards, besides be-stowing a recognition to the designer, intends tohighlight the other two figures, that make their con-tribution to the full accomplishment of the work: thecommissioner and the builder.

In the prestigious Hall of the Pomodoro Foun-dation, in Milan, before distinguished guests, in-cluding Architect Renzo Piano, who received on thatoccasion a career award, in the words of the moti-vations read by the jury, even more authoritative forhaving, among its illustrious members, Arnaldo Po-modoro himself, we may find the deep meaning ofthe recognition: The experimentation with newforms of expression is the protagonist of this proj-ect which stands out through the logic of formal,structural and technical innovation in a contextthat represents the multiple difficulties of contem-porary architecture: presence of the past, conser-vative vocation of commissioners, preservation ofarchitectural heritage. The result is a sort of “geo-metric baroque” which dialogues with the religiousinstitutions: a construction that does not repudiatethe language of globalization, nor relinquish theattraction of historical vanguards.

Thus, an innovation that is never fruitless oran aim in itself, but is also conservation, traditionas invaluable and inexhaustible heritage of historyand ideas to maintain, preserve and, precisely,tradere, hand over to posterity: in the wake of thegreat syntheses, great mixtures of innovation andtradition in the fields of art, as well as architecture,town planning, and literature, constantly accom-plished by the Church in her dual and indivisibledimension, divine and earthly. Besides other count-less stories, all facets of the wider and more com-prehensive scenario of the History of Salvation, it is

in the meeting of the Rectors/Deans of URBE onFebruary 26, 2007. The reasons behind this choiceare even too clear and manifest: our intention toenter a context that suits us better, our natural con-text, that of the Papal Universities and Institutes,and initiate a project alongside these prestigious in-stitutions, aimed to capitalize on a book heritagethat is unique by quantity and quality, and whosecollective catalogue, enhanced according to precise,scientific descriptive catalographic needs, is thestrength of the project itself. Since our membership,we have witnessed a strong acceleration of the inte-gration process of the 17 libraries’ cataloguesthrough the unanimous adoption of AACR2 as rulesfor heading, that makes us hope that, on the occa-sion of the twentieth anniversary of URBE, in 2011,a single search engine will be adopted and, as aconsequence, the ambitious objective of a collectivecatalogue will be achieved. However, the Library isnot only its collections and its initiatives. It is alsomade up of the building that houses and protectsthe Library. Our splendid reading room GiovanniPaolo II has been created a few years ago. Its designwas commissioned by our Rector, Mons. Rino Fi si -chella, to the King & Rosselli architectural firm;then, it was officially opened up by Pope BenedictXVI on October 21, 2006. This facility is laid out onseven floors and is dominated, along the centralwall, by transparent displays of magazine stacks,conceived and arranged as a suggestive book tower.This enabled to triple the bookshelves, switchingfrom “closed” to “open” shelves. Inside, the collec-tions are organized in five major thematic sections:Works of general consultation, Philosophy and His-tory, Religion, Canon, Civil, and InternationalLaw. The last section is reserved for contemporarymagazines that are grouped per year. An outstand-ing architectural work of great technical value, asproven not only by the large number of requests tovisit the Library by scholars, young architects, andother visitors, but also, and mainly, by the presti-gious IN/ARCH-ANCE National Award, won thisyear for an Intervention of New Construction: Ex-14

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è ormai da alcuni anni una piacevole realtà. Ideatae progettata su commissione del nostro RettoreMagnifico, Mons. Rino Fisichella, dallo studio diarchitetti King & Roselli e inaugurata solenne-mente da Papa Benedetto XVI il 21 ottobre 2006,la struttura, disposta su sette livelli e dominatalungo tutta la parete centrale dai suoi trasparentiespositori di fascicoli di riviste, concepiti e strut-turati a guisa di una suggestiva torre cartacea, hapermesso di triplicare le scaffalature destinate aospitare i volumi, consentendo così il passaggio dauna tipologia del tipo a “scaffale chiuso” a una a“scaffale aperto”. Al suo interno le raccolte sonodistribuite in cinque grandi sezioni tematiche:Opere di consultazione generale, Filosofia e Sto-ria, Religione, Diritto canonico, civile e interna-zionale. L’ultima sezione è riservata alle annaterilegate delle riviste correnti. Un’opera architetto-nica di grande rilievo e spessore tecnico, come te-stimoniano non soltanto le numerosissime richiestedi visita della struttura da parte di visitatori, stu-diosi e giovani architetti, ma anche, e soprattutto,il prestigioso Premio Nazionale IN/ARCH-ANCE,per un Intervento di Nuova Costruzione: AMPLIA-MENTO DELLA BIBLIOTECA PIO IX e RISTRUTTURAZIONE

DELL’AULA MAGNA BENEDETTO XVI, che pro prioquest’anno le è stato conferito.

Un premio e un riconoscimento, va detto, pre-stigioso sia per la tipologia dei suoi ideatori, tra iquali figura l’Ordine nazionale degli Architetti alcinquantesimo dalla sua fondazione per una feliceintuizione di Bruno Zevi, sia per lo spirito e gli in-tenti che animano la manifestazione stessa, checon l’assegnazione dei premi, oltre a tributare ildoveroso ri conoscimento al progettista, si prefiggela valorizzazione delle altre due figure, che a pienotitolo concorrono alla realizzazione dell’opera: ilcommittente e il costruttore.

Nella prestigiosa sala della Fondazione Po-modoro, a Milano, alla presenza di illustri ospiti, etra questi l’architetto Renzo Piano, in quella occa-sione premiato alla carriera, nelle parole della mo-tivazione lette dalla giuria, ancor più autorevole per

la presenza tra i suoi illustri membri dello stessoArnaldo Pomodoro, il significato profondo del rico-noscimento: “La sperimentazione di nuove formeespressive è protagonista di questo progetto che siimpone con la logica dell’innovazione formale,strutturale e tecnica in un contesto che rappresentale molte difficoltà dell’architettura con temporanea:presenza del passato, vocazione conservatrice deicommittenti, vincoli monumentali. Ne risulta unasorta di ‘barocco geometrico’ con cui l’istituzionereligiosa dialoga: una costruzione che non rinnegail linguaggio della globalizzazione né rinuncia allesuggestioni delle avanguardie storiche”.

Innovazione, dunque, mai sterile o fine a séstessa, ma anche conservazione, tradizione comeinestimabile e inesauribile patrimonio di storia e diidee da custodire, preservare e, appunto, tradere,consegnare ai posteri. Ci si è posti, insomma, nelsolco di quelle grandi sintesi, di quei grandi con-nubi tra innovazione e tradizione nel campo del-l’arte come dell’architettura, dell’urbanistica comedella letteratura di continuo operati nella sua du-plice e inscindibile dimensione, divina e terrena,dalla Chiesa, che è pertanto, oltre a innumerevoli

PAOLOSCUDERI

Sua Santità Benedetto XVI e Mons. Rino Fisichella,Rettore Magnifico PUL,in occasione dell’inaugurazione della nuova Sala Giovanni Paolo II –21 ottobre 2006

His Holiness Benedict XVI and Rino Fisichella, Rector of the Pontifical Lateran University, on the occasion of the opening of the new John Paul II Hall – October 21, 2006

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also the history of big works commissioned in Rome,our splendid Rome, thus made “eternal”, its moreastonishing and impressive scenario.

And I would like to recollect here, at last, an-other very meaningful and special event for our in-stitution: the Church, repository of the mostauthentic and genuine traditions and values, rootand source of our civilization at the same time, wasaddressed by our Oriana Fallaci, just before passingaway, driven by feelings of friendship and appreci-ation for our Rector and profound admiration forBenedict XVI, who received her in a private audi-ence. She decided to donate her precious volumes tothe University of the Pope and to its Library, the li-brary of a pope.

Please allow me to conclude by wholeheartedlyand duly extending my thanks: first of all, to ourRector Mons. Rino Fisichella, who so benevolentlyasked and received me in the Library of the Pontif-ical Lateran University, giving me the chance to livesignificant and unique experiences, such as this one.To him goes my gratitude and endless thankfulness.To his Personal Secretary, Mons. Marco Gandolfo,for his precious work of coordination carried outthroughout these years between the Rectorate andthe Library; to our Dean of Philosophy, Mons. Gi-anfranco Basti, who made his valuable contribu-tion to our catalogue; to my colleagues AcademicAuthorities, Secretary General Dr. Ulderico Conti,and Bursar General Eng. Flaminia Sacerdoti, butalso to the Secretary of the Civitas Lateranensis

Foundation, Dr. Pier Giovanni Carpitelli, that havealways provided their support and professional con-tribution to all our initiatives; to the scientific cu-rator of the exhibition, Prof. Flavia Marcacci, toour colleagues Dr. Laura Ciolli, Deputy Librarian,and Dr. Letizia D’Ambrosio, who have painstakinglyworked on the selection of texts and images and tothe layout and editing of catalographic files; to Dr.Claudio Bella and his coworkers for the shootingand processing of pictures and the precious help andcooperation throughout the setting up of the exhibi-tion; to all the cataloguers of our ancient librarymaterial: Dr. Eleonora Petitti, Dr. Arianna Ascenzi,Dr. Ilaria Castro, Dr. Dr. Rossella Bigonzi, Dr. Mar -ta Bianchi and Dr. Lorenzo De Bellis; to Dr. Ferdi-nando Werlen, to Mr. Mauro Onorati and SisterErnestina Mira; to Mr. Massimo D’Ippolito, Mr.Claudio Lilli and Mr. Emmanuele Andriani, intheir daily, exhausting work of picking up and mov-ing the volumes, to Dr. Rossana Bianchi for organ-izing the event, to Dr. Pietro Brigliozzi for hisprecious job of technical logistical support in settingup and laying out the displays and the exhibitionspaces; to all those which have made their contri-bution to the success of the event, to all these people,my sincerest thanks,

Dr. Paolo ScuderiHead Librarian

Pontifical Lateran University

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1. L. Falcone, La Biblioteca Privata di Pio IX al Laterano. Le letture diPio IX: manoscritti e libri dalla sua raccolta libraria conservati presso laPontificia Università Lateranense, Città del Vaticano, P.U.L. – Mursia,1997; L. Falcone, Incunaboli e cinquecentine della Biblioteca di Grego-rio XIII Boncompagni: Dal collegio Germanico alla Pontificia UniversitàLateranense, Città del Vaticano, P.U.L. – Mursia, 1998; L. Falcone, Luo -ghi di Terra Santa: sulle orme di Gesù. Incisioni e stampe della Pontifi-

cia Università Lateranense, Città del Vaticano, P.U.L. – Mursia, 1999.

2. L. Sandri, La Biblioteca privata di Pio IX, «Rassegna storica delRisorgimento» (1938), pp. 1426-1435.

3. Indice della Privata Biblioteca di Sua Santità Papa Pio IX, voll. III, coll.214 A 14-16.

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altre storie, tutte sfaccettature del più ampio e on-nicomprensivo scenario di una Storia della sal-vezza, anche storia di grandi committenze; e Roma,la nostra splendida Roma, resa perciò “eterna”, neè forse lo stupefacente e più suggestivo scenario.

Proprio alla Chiesa – voglio ricordare richia-mando, volutamente da ultimo, un altro eventodavvero significativo e particolare per la nostraistituzione – depositaria delle tradizioni e dei va-lori più autentici e genuini, al tempo stesso radicee fonte della nostra civiltà, si rivolgeva spinta dasentimenti di amicizia e stima nei confronti del no-stro Rettore Magnifico e di profonda ammirazioneper la persona di Benedetto XVI, che la riceveva inudienza privata, la nostra Oriana Fallaci, quandopoco prima di spegnersi decideva di donare i suoipreziosi volumi all’Università del Papa e alla suaBiblioteca, la Biblioteca di un papa.

Alcuni sentiti, doverosi ringraziamenti misiano infine consentiti in calce a queste righe: alnostro Rettore Magnifico, innanzitutto, Mons. RinoFisichella, che tanto benevolmente mi ha voluto eaccolto nella Biblioteca della Pontificia UniversitàLateranense, donandomi così l’opportunità di vi-vere esperienze significative e uniche quali questa.A lui la mia gratitudine e infinita riconoscenza. Alsuo Segretario Particolare, Mons. Marco Gandolfo,per la preziosa opera di coordinamento svolta intutti questi anni tra il Rettorato e la Biblioteca; alnostro Decano di Filosofia, Mons. Gianfranco Basti,che ha voluto arricchire con il suo prezioso contri-buto questo nostro catalogo; ai miei colleghi Auto-rità accademiche, il Segretario Generale, dott.Ulderico Conti, ed Economo Generale, ing. Flami-

nia Sacerdoti, ma anche al Segretario della Fonda-zione Civitas Lateranensis, dottor Pier GiovanniCarpitelli, che mai hanno fatto mancare il loro so-stegno e l’apporto professionale a tutte le nostre ini-ziative; alla curatrice scientifica della mostra, laprofessoressa Flavia Marcacci, alle colleghe dotto-resse Laura Ciolli, vicebibliotecaria, e LetiziaD’Ambrosio che con pazienza certosina hanno la-vorato alla scelta dei testi e delle immagini e allaimpostazione e correzione delle schede catalogra-fiche; al dottor Claudio Bella e ai suoi collaboratoriper l’opera di allestimento della mostra, per loscatto e la lavorazione delle immagini; alle catalo-gatrici e ai catalogatori tutti del nostro patrimoniolibrario dell’antico: le dottoresse Eleonora Petitti,Arianna Ascenzi, Ilaria Castro, Ilaria Candidi, Ros-sella Bigonzi, Marta Bianchi e il dottore LorenzoDe Bellis; al dottor Ferdinando Werlen, al signorMauro Onorati e Suor Ernestina Mira; ai signoriMassimo D’Ippolito, Claudio Lilli e EmmanueleAndriani, nel quotidiano, faticoso lavoro di prelievoe spostamento dei volumi, alla dottoressa RossanaBianchi per il lavoro di or ganizzazione dell’evento,al dottor Pietro Brigliozzi nel prezioso lavoro di sup-porto tecnico logistico di montaggio e predisposi-zione degli espositori e degli spazi adibiti allamostra; a quan ti, infine, a vario titolo hanno colla-borato per la felice riuscita dell’evento, a tutti co-storo, il mio sincero ringraziamento.

Dottor Paolo ScuderiBibliotecario Generale

Pontificia Università Lateranense

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1. L. Falcone, La Biblioteca Privata di Pio IX al Laterano. Le letture diPio IX: manoscritti e libri dalla sua raccolta libraria conservati presso laPontificia Università Lateranense, Città del Vaticano, P.U.L.-Mursia, 1997;L. Falcone, Incunaboli e cinquecentine della Biblioteca di Gregorio XIII Bon-compagni: Dal collegio Germanico alla Pontificia Università Lateranen-se, Città del Vaticano, P.U.L.-Mursia, 1998; L. Falcone, Luoghi di Terra San-ta: sulle orme di Gesù. Incisione e stampe della Pontificia Università Late-

ranense, Città del Vaticano, P.U.L.-Mursia, 1999.

2. L. Sandri, La Biblioteca privata di Pio IX, in “Rassegna storica del Ri-sorgimento” (1938), pp. 1426-1435.

3. Indice della Privata Biblioteca di Sua Santità Pio IX, voll. III, coll.214 A 14-16.

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On the occasion of the International Confer-ence, 1609-2009. From Galileo’s Telescopeto Evolutionary Cosmology: Science, Phi-

losophy and Theology in Dialogue, which will offi-cially close here, at the Papal Lateran University,the celebrations of the Holy See for the Year ofGalileo, in the framework of 2009, InternationalYear of Astronomy, the initiative organized by PiusXI Library’s Director Dr. Paolo Scuderi and his staff– to open to the public the ancient collections andliterary material owned by the Lateran University,concerning the inception of this discipline – is ex-tremely appropriate.

During this Conference – organized by thePontifical Lateran University in cooperation withthe Pontifical Academy of Sciences – distinguishedscientists, philosophers and theologians from all overthe world will debate the most current topics of ob-servational astronomy. A discipline that was initi-ated exactly four hundred years ago through thefirst telescopic observations of Galileo, that has lit-erally changed, not only the scientific, but also thephilosophical and theological history of modernworld. On the other hand, this discipline neverstopped, and will probably never stop surprising us,both for the constant development of technologicalequipment it can leverage, and for the overwhelmingfindings it is possible to obtain thanks to the in-creasingly deep observation of the universe in space,but, for a century now, also in time. The discoveryand experimental control of the assumptions of therelativity theory, that have drawn the theoreticalconsequences of the discovery of the finite characterof light speed – empirical evidence already known toobservational astronomers since the time of Newton– have actually revealed that looking further andfurther in space, also means going increasingly backin time, up to the origins of the universe itself. Theseare consequences that certainly Galilei did not evenimagine, but that have become known not only tothe scientific community, but also to increasinglywide population groups the world over.

Observational astronomy has therefore devel-oped, especially over the last one hundred years,around a theoretical-disciplinary standard, and a

methodological practice, that in four centuries hasdramatically multiplied its tools. We have more andmore powerful telescopes, which scan outer space notonly in the spectrum of visible light, but also in theinfra-red and radio-waves, below the visible, and inthe ultraviolet, of X and Gamma rays, above the vis-ible. Our observational capabilities are further en-hanced by the fact that these devices are oftenmoun ted on probes and satellites that, getting beyondthe powerful veil of the Earth’s atmosphere, can drivethe observation up to twelve billion light years ofspace-time distance and further, providing an in-creasingly large and valid amount of observed data.If then, on one hand, technology tools are continuallyand constantly upgraded with a view to pushing fur-ther and further the exploration of astrophysical re-ality, on the other the ongoing gathering of new dataquestions theories, refuting or validating certain as-sumptions, and suggesting new ones. Accordingly,scientists keep working on developing more and morepowerful theories, in order to make sense of collecteddata, thanks to the most advanced observational toolsthat theoretical development is able to design and im-plement, while experimental evidence and theoreti-cal support run after each other, making scientificresearch an “endless” research, now and ever.

Our Conference moves inside these research do-mains. And it is exciting to realize that the debateon the origins of modern astronomy – i.e. “observa-tional” and instrumental – inspired by our Exhibitof ancient books, reveals how since its inception thisdiscipline has moved inside similar practices: gath-ering data and finding explanatory theories, sug-gesting and enabling new observations. The use ofnew tools, in fact, had widely extended siderealspaces, disclosing new celestial bodies: everyoneknows very well the difficulties of the history of sci-ence in adapting the new data collected to old oremerging theoretical paradigms. The story of Ga -lileo is perhaps the most painful historical episode,laden with consequences, so much so that it gives usthe sense of how hectic and painstaking must havebeen the transition from the old to the new science,from the old to the new astronomy.

It is exactly about this historical period, cran-18

GIANFRANCOBASTI Science and methods in observational

astronomy: a historical question

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In concomitanza al Congresso Internazionale1609-2009. From Galileo’s Telescope to Evolu-tionary Cosmology: Science, Philosophy and

Theology in Dialogue, che chiuderà ufficialmente,qui alla Pontificia Università Lateranense, le cele-brazioni della Santa Sede per l’Anno Galileiano,nell’ambito del 2009, International Year of Astro-nomy, giunge estremamente propizia l’iniziativa vo-luta dalla Biblioteca Pio IX, nella persona del suoDirettore, dott. Paolo Scuderi, e grazie al lavoro suoe dei suoi collaboratori, di portare al pubblico ilfondo antico posseduto dall’Università Lateranenserelativo alla nascita di questa disciplina.

Durante questo Congresso – organizzato dallaPontificia Università Lateranense in collaborazionecon la Pontificia Accademia delle Scienze – illustriscienziati, filosofi e teologi da tutto il mondo si con-fronteranno sulle tematiche più attuali dell’astro-nomia osservativa.

Una disciplina inaugurata esat tamente quat-trocento anni fa dalle prime osservazioni telescopi-che di Galileo, e che ha letteralmente cambiato lastoria, non solo scientifica, ma anche filosofica eteologica del mondo moderno. D’altra parte, que-sta disciplina non ha affatto finito di stupirci e pro-babilmente non finirà mai, sia per il continuosvi luppo di mezzi tecnologici messi a sua disposi-zione, sia per i ri sultati, sconvolgenti, che la rendein grado di offrire l’osservazione sempre più pro-fonda dell’universo nello spazio, e, ormai da un se-colo a questa parte, anche nel tempo. La scopertae il controllo sperimentale delle ipotesi della teoriadella relatività, che hanno sviluppato le conse-guenze teoriche della scoperta del carattere finitodella velocità della luce – evidenza empirica pe-raltro nota all’astronomia osservativa fin dai tempidi Newton – ci hanno infatti rivelato che guardaresempre più lontano nello spazio significa anche ri-salire sempre più indietro nel tempo, fino alle ori-gini dell’universo stesso. Si tratta di conseguenze,queste, che Galilei sicuramente neanche immagi-nava, ma che sono ormai realtà nota non solo allacomunità scientifica, ma anche a strati sempre piùampi della popolazione, in tutto il mondo.

L’astronomia osservativa si è dunque configu-rata, soprattutto in questi ultimi cento anni, attornoa uno standard teorico-disciplinare e a una prassimetodologica che in quattro secoli ha moltiplicatograndemente i suoi strumenti. Abbiamo telescopisempre più potenti, che scrutano lo spazio non solonello spettro della luce visibile, ma anche dell’in-frarosso e delle onde-radio, al di sotto del visibile,e dell’ultravioletto, dei raggi X e gamma, al di so -pra del visibile. Le nostre capacità osservative sonoulteriormente amplificate dal fatto che questi stru-menti sono spesso oggi montati su sonde e satellitiche, superando il velo potente dell’atmosfera terre-stre, possono spingere l’osservazione fino a dodicimiliardi di anni luce di distanza spazio-temporalee oltre, fornendoci una quantità sempre più ampia

Scienza e metodo dell’astronomiaosservativa: una questione storica

GIANFRANCOBASTI

John Keill, Institutions astronomiques, 1746 (Cat. 37).

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ing our gaze also beyond the Galileo story, that itbecomes essential to go back to sources: where therehave been problematic turning points in history,simplifying for the purpose of interpreting seldomworks. Whilst real vicissitudes are always richerand, in some regards, more intriguing. The periodcovered by the Exhibition of the Pontifical LateranUniversity reviews texts that made the history of ob-servational astronomy. It spans a time period be-tween the 16th century – i.e. soon before theinvention of the telescope and at the same time asthe publication of Copernicus’ De revolutionibus or-bium celestium (1543) – and the 17th century,when the new science had finally overcome manydoubts and perplexities, finding sound theoreticalelements, capable of holding together a host of con-flicting new data – most of all obviously the New-ton’s law of gravity. Almost three centuries of history,within which the millenary practice of geometric as-tronomy turned round inside new reference pointsand new methodologies: the work of scientists hadchanged, the perception of the world had changed,the sky had changed, that for thousands of years

had dominated mankind, until they had watched itjust with the naked eye. It would be naive to believe– and no one actually does – that such a changehas been painless and simple: it’s not by chance thatpeople talk about a scientific “revolution”.

In this time span scientific knowledge, and evenmore philosophical and theological knowledge, weretorn between astonishment and resistance, excitementand perplexities. The texts that have really made thehistory of these centuries contain this variety of per-ceptions. Initially we find an astronomy that finds ithard to get out of mathematical ranks, and when itattempts to do so, it intertwines its soul with that ofearth geography. This is shown by what we can iden-tify as the first encyclopedia in a modern sense, i.e.the Margarita philosophica by G. Reisch, where ge-ography and astronomy are dealt with in one singlesection. Late medieval and Renaissance manuals arestill greatly linked to the Ptolemaic perception of theuniverse; yet, a work such as that of A. Piccolominifinds its place here, seeking to give a more graphicalsense to the observation of celestial bodies, initiatingthe practice of representing the magnitude of stars.

GIANFRANCOBASTI

Giovanni Battista Riccioli,

Astronomiae reformatae tomi duo,

1665 (Cat. 76).

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e valida di dati osservativi. Se dunque, da unaparte, la tecnologia si adopera continuamente e co-stantemente per potenziare questi strumenti, con lasperanza di spingere sempre più a fondo l’esplora-zione della realtà astrofisica, dall’altra è propriol’acquisizione di dati sempre nuovi che interroga lateoria, confutando o controllando positivamente al-cune ipotesi, e suggerendone di nuove. Il lavorodegli scienziati è così volto alla costruzione di teo-rie sempre più potenti che sappiano spiegare la to-talità continuamente crescente dei dati acquisiti,grazie a strumenti di osservazione sempre più evo-luti che proprio lo sviluppo teorico è in grado disuggerire e rendere tecnologicamente realizzabili,in una rincorsa fra evidenza sperimentale e sup-porto teorico che rende la ricerca scientifica una“ricerca che non ha fine”, né mai potrà averne.

Il nostro Congresso si muove entro questi spazidi ricerca. Ed è entusiasmante costatare che il con-fronto con le origini dell’astronomia moderna – ov-vero “osservativa” di tipo strumentale – sollecitatodalla nostra mostra di libri antichi svela come findal suo nascere questa disciplina si sia mossa entroconsuetudini simili: accumulare dati e trovare teo-rie esplicative, che suggeriscono e rendono possi-bili nuove osservazioni.

L’utilizzo di nuovi strumenti, infatti, aveva am-pliato abbondantemente gli spazi siderali, rendendonoti allo scienziato nuovi oggetti celesti: sono piùche note le difficoltà che l’adattamento delle novitàacquisite a paradigmi teorici vecchi o nascenti pro-curarono alla storia della scienza. Il caso Galileo necostituisce forse la didascalia storica più sofferta ecarica di conseguenze, tanto che possiamo ben direche dà la cifra di quanto convulso e faticoso dovesseessere stato il passaggio dalla vecchia alla nuovascienza, dalla vecchia alla nuova astronomia.

È proprio su questo frangente storico, gettandolo sguardo anche oltre il caso Galileo, che diventaessenziale tornare alle fonti: laddove si sono avutisnodi problematici nella storia, raramente funzio-nano le semplificazioni interpretative, mentre le vi-cende reali sono sempre più ricche e, per certi versi,più affascinanti. Il periodo, al quale la Mostra dellaPontificia Università Lateranense si rivolge, esa-

mina testi che hanno fatto la storia dell’astronomiaosservativa. Essa abbraccia un arco di tempo com-preso tra il XVI secolo – ovvero poco pri ma del l’in-venzione del telescopio e con tem po raneamente allapubblicazione del De r e vo lu tionibus orbium cele-stium di Copernico (1543) – e il secolo XVIII, quandoormai la nuova scienza aveva superato molti dubbie perplessità, trovando elementi teorici forti, capacidi tenere insieme una congerie contrastante di nuovidati – e su tutti è ovviamente la legge di gravità diNewton. Quasi tre secoli di storia, entro i quali laprassi millenaria dell’astronomia geometrica si vedesovvertita entro nuovi punti di riferimento e nuovemetodologie: cambia di fatto l’attività dello scien-ziato, cambia la percezione del mondo, cambia ilcielo che per migliaia di anni aveva sovrastatol’uomo, finché lo ha guardato solo a occhio nudo.Sarebbe ingenuo credere – e nessuno lo crede, d’al-tronde – che tale cambiamento sia stato innocuo esemplice: non per nulla si parla di “rivoluzione”scientifica.

In questo arco di tempo la coscienza scienti-fica, e più ancora quella filosofica e teologica, si tro-varono divise tra stupore e resistenza, tra en tusiasmoe perplessità. I testi che realmente hanno fatto la sto-ria di questi secoli collezionano questa varietà dipercezioni. Inizialmente troviamo un’astro nomia chedifficilmente riesce a fuoriuscire dai ranghi mate-matici, e quando prova a farlo lo fa intrecciando lasua anima a quella della geografia terrestre. Ne dà lacifra quella che possiamo identificare come la primaenciclopedia in senso moderno, ovvero la Margaritaphilosophica di G. Reisch, dove geografia e astrono-mia costituiscono un’unica sezione. La manualisticatardomedievale e rinascimentale è ancora molto le-gata alla percezione tolemaica dell’universo; eppuretrova spazio un’opera come quella di A. Piccolominiche cerca di dare un maggior senso grafico all’os-servazione degli oggetti celesti, creando la prassi dirappresentare la magnitudine delle stelle.

Ma il dopo-Copernico e il dopo-Galileo nonsono così semplici da rielaborare: la produzioneseicentesca di astronomia è ancora molto perplessadi fronte ai nuovi sistemi del mondo. Si comprendefin da subito che lo sforzo da fare è nella direzione

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But the post Copernicus and the post Galileoare not so easy to figure out: the 17th century pro-duction of astronomy was still very perplexed beforethe new systems of the world. It was promptly real-ized that efforts were to be made in the direction ofa theoretical compendium of the many new obser-vations, but the route to take was not at all com-fortable. There are countless volumes reportingephe merides and observed data computed accord-ingly to the systems of the Ptolemaic, Thyconic,Copernican and Galilean world: N. Mulerius, G.Biancani, N. Mercator, up to the attempts by G. Ric-cioli and G. D. Cassini, show the “mathematical”tension underlying the data reported.

But this was also the case for the much more di-alectic works by G. Polacco and G. Grandi, by H.Fabri, J. G. Locher and O. Grassi. The dispute nur-tured heated debates within the Church: a large num-ber of priests devoted themselves to astronomy andindulged in the controversies of the centuries, not onlyC. Clavius, C. Griengberger e C. Scheiner, but alsoR. Baranzanus, R. G. Boscovich and F. Bianchini.

All this confirms what has been proven by his-torical studies over the last decades: history isneeded by science and philosophy, because withouthistory the evolutionary dynamics of contents andmethods cannot be understood. It is not question-able that the criteria of scientific validity changeaccording to times: each time one or another systemof judgement is assumed as “scientific validity”. Ifnature presents itself to scientists as “nature”, to berendered as soon as possible within a network ofquantities and relations, nature presents itself to his-torians (or historiographers) as “history”, not at allalike throughout the centuries. The Greek term his-toría, in fact, comes from ístor, the “one who sees”,according to the Indo-European root. Seeing throughhistory means seeing more widely. In a sense, wemight say that the proclaimed distinction betweenhuman sciences and natural sciences is actually re-moved, if we grasp the historicity of man looking atnature – or of nature that, observed differently, ex-poses its details better, revealing its “history”. Yes,because this is the most disruptive innovation thatobservational astronomy initiated by Galileo has

brought with it: not only does mankind have a his-tory, which was well known to ancient people, butalso the universe has a history. The history is notonly that of res gestae of men, but also that of resgestae of a universe that, in its development, “couldtake different ways”, as usually happens for peoplesand individuals, since it is made of innumerable ce-lestial bodies, that “are born” and “die” like humanbeings – even though on space-time scales incom-mensurables with our human ones, both in the “in-finitely small” and in the “infinitely big”.

In brief, it is clear that to quicken its step to-wards its evolutionary dimension, but also towardsthe historical dimension of its physical object of ob-servation, modern science must abandon, as it hasalready done for over a century, the notion of at-taining absolute, fully deterministic knowledge –even though many intellectuals and opinion makersappear not to notice this “genetic mutation”.

And now let’s go back to observational astron-omy: never before have we seen such a search for atheoretical support which could make sense of thenew instrumental data constantly collected. To goback to actually rely upon the observation of natureto have powerful explanatory theories, yes, but notjust hypothetical exercises of mathematical creativ-ity – often intentionally passed on by media as cer-tainties of Galilean science. Rather, and in a trulyGalilean fashion, go back to, and at the same timestart from, empirical observation and measurement.This is the point of arrival which is always a pointof (re-)departure, being aware that we share the fa-tigue of the journey with our predecessors, that noachievement has been too simple and that the mar-vellous and compelling adventure of authentic sci-ence and of true knowledge will never end. Just like“the number of stars” that the Genesis (1, 6) asksmen of all time to look at, with the naked eye orwith the help of powerful tools, with undiminishedastonishment and ever growing fear and reverencetowards the Mystery hidden “beyond” the sky.

* I would like to thank Prof. Flavia Marcacci, from the Pon-tifical Lateran University, for her precious historical consult-ing that has greatly enhanced this brief text.

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di un compendio teorico delle tante nuove osser-vazioni, ma la strada da tracciare non è per nullaagevole. Innumerevoli sono i volumi che riportanoeffemeridi e dati osservativi calcolati secondo i si-stemi del mondo tolemaico, ticonico, copernicanoe galileiano: N. Mulerius, G. Biancani, N. Merca-tor, fino ai tentativi di G. Riccioli e G. D. Cassini,mostrano la tensione “matematica” esistente al disotto dei dati riportati.

Ma altrettanto si può dire delle opere ben piùdialettiche di G. Polacco e G. Grandi, di H. Fabri,J. G. Locher e O. Grassi. La disputa creò dibattitivivacissimi all’interno della Chiesa: sono numero-sissimi gli ecclesiastici che si dedicarono al-l’astronomia e si attardarono sulle controversie delsecolo, non solo C. Clavius, C. Griengberger e C.Scheiner, ma anche R. Baranzanus, R. G. Bosco-vich e F. Bianchini.

Tutto questo conferma quanto è ormai assodatodagli ultimi decenni di ricerche storiografiche: lastoria serve alla scienza e alla filosofia, perché senzadi essa non si possono comprendere le dinamicheevolutive di contenuti e metodi. Non è opinabile cheil criterio di scientificità varia secondo i tempi: divolta in volta si è assunto come “validità scientifica”uno o un altro sistema di giudizio. Se la natura sipresenta allo scienziato come “natura”, da rendereal più presto entro una rete di quantità e relazioni,la natura si presenta allo storico (o allo storiografo)come “storia”, per nulla affatto identica a se stessanel corso dei secoli. D’altra parte lo stesso terminegreco historía è un derivato di ístor, “colui chevede”, secondo radice indeuropea. Vedere nella sto-ria è, allora, vedere con maggiore ampiezza. In uncerto senso potremmo dire che la pro clamata di-stinzione tra scienze umane e scienze na turali è difatto abbattuta quando cogliamo la storicità del-l’uomo che guarda alla natura – o della natura chediversamente osservata si espone mag giormente neisuoi dettagli, rivelando la sua “storia”. Sì, perchéquesta è forse la più sconvolgente novità che l’astro-nomia osservativa inaugurata da Galilei ha portato:non solo l’umanità ha una storia, cosa ben notaanche agli antichi, ma anche l’universo ha una sto-ria. La storia non è solo quella delle res gestae degli

uomini, ma anche quella delle res gestae di un uni-verso che, nel suo sviluppo, “poteva prendere stradediverse”, un po’ come accade ai popoli e agli indi-vidui, essendo composto di in numerevoli corpi ce-lesti che “nascono” e “muoiono” come i viventi –anche se su scale spazio-temporali incommensura-bili alle nostre, umane, sia nell’infinitamente pic-colo, sia nell’infinitamente grande.

È chiaro, insomma, che per poter allungare ilpasso verso la sua propria dimensione evolutiva,ma anche verso la dimensione storica del suo og-getto fisico di osservazione, la scienza modernadeve abbandonare, come ha già fatto ormai da piùdi un secolo, l’idea di poter ottenere un sapere as-soluto, completamente deterministico – anche sedi questa “mutazione genetica” molti fra gli uominidi cultura e fra gli opinion maker non sembra vo-gliano ancora accorgersi.

E torniamo allora all’astronomia osservativa.Mai come ora si è in cerca di un approfondimentoteorico che dia conto delle nuove acquisizioni stru-mentali. Tornare a fondarsi davvero sull’osserva-zione della natura per avere teorie esplicativepotenti, sì, ma che non siano solo esercizi ipoteticidi creatività matematica – spesso colpevolmente ri-venduti dai media come certezze di scienza galile-iana – ma che invece, e davvero ga lileianamente,tornino alla, e insieme partano dalla, osservazionee misurazione empirica. Questo è il punto di arrivo,oggi, dell’astronomia osservativa. Un punto di ar-rivo che è sempre un punto di (ri)partenza, co-scienti che la fatica del cammino ci accomuna ainostri predecessori, che nessuna conquista è statatroppo semplice e che la meravigliosa e avvincenteavventura della scienza, quella autentica, e dellaconoscenza, quella vera, non avrà mai fine. Propriocome lo è “il numero delle stelle” cui la Genesi (1,6) invita l’uomo di ogni tempo a guardare, a occhionudo o con l’aiuto di potenti mezzi, con immutatostupore e sempre crescente timore e riverenza versoil Mistero celato “al di là” del cielo.

* Ringrazio la prof.ssa Flavia Marcacci della Pontificia Uni-versità Lateranense per la preziosa consulenza storica chearricchisce in maniera consistente questo breve scritto.

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The exciting blue of the oceans had to lose itselfin that of the heavens and indicate the direc-tion and heart of the generations that were pro-

tagonists of one of the most enthralling eras of thehistory of mankind: the passage from medieval tomodern times. In the 15th and 16th centuries geo-graphic discoveries had made the world bigger thanwhat had ever been imagined and between the 16th

and 17th centuries the heavens had opened them-selves to eyes now capable of observing them moreclosely, thanks to new instruments. The events thatgave birth to observational astronomy are all inter-twined in this amazement with looking out on anddelving into the great unknown, amazement whichwould have risked falling into despair had it notbeen sustained by the intellect and optimism whichillustrious scholars were able to impart in the face ofthese new scenarios.

Magna longeque admirabilia, reads the openingstatement of Sidereus Nuncius of Galileo (1564-1642); Domus Dei in qua de mirabilibus coeli to-taque astrologia proclaims, not without rhetoric, thetitle of the astrological work of the French doctor N.Caussin (1583-1653) (Cat. 103); and thus, enteringinto the more subtle recesses of the works that distin-guished the 16th and 17th centuries we can find, be-fore all ulterior historical interpretations, the attentiveand vigilant gaze, which at times becomes feverish, ofthe scholars of the sky who became forefathers of thosewho today dedicate themselves to that branch of as-tronomy appropriately called “observational”.

This is perhaps the most precious opportunitythat the PUL expo can offer to this year 2009, whichis so important for the celebration of astronomy: to fa-miliarize ourselves once again with authors and sub-jects that are less known in the vulgata, but arecapable of giving us back that spirit which formed theorigins of the new astronomy with its doubts and itstrepidations, its dreams and its projects, its conquestsand its failures. Most likely the image that willemerge may seem unusual to those not involved in theprofession, but we hope that it will at least be famil-iar to those who experienced that story first hand, byliving it and writing it. Thus, from the sea to the sky,the exploration of these antique documents could gobeyond the usual and open our view to the richness ofhistory.

Writing heavens and earth: sources and man-uals from the 16th and 17th century

The Middle Ages had revived, especially after the9th century, by way of the Latins, the geocentric systeminherited from the Greek authors, readopting the an-tecedent positions of authors such as Isidore of Seville(560-636 ca.) or the Venerable Bede (673-735 ca.). Inparticular, the calculation of the calendar, the so-called “computus”, around which the majority of as-tronomic studies took place in order to define theecclesiastical calendar, was considered central; fromthe second half of the 9th century, however, the com-putus was finally viewed in relation to the necessarydevelopment of a physical and geometric cosmology,with an enormous development of mathematical mod-els and the drafting of celestial maps relative to thegroupings of the stars. The fundamental problem wasto connect the solar period, the lunar period and theweekly period, the first two of which are immeasura-ble. The importance of the reform of the Julian calen-dar is noteworthy. A very famous personality, whomwe will return to shortly, was assigned by Pope SixtusV to this task, the Regiomontanus: but he died, in un-clear circumstances, shortly before beginning (Cat.48). In connection to the calculation of the calendarproblem, the use of the astrolabe, a very ancient in-strument which had fallen into disuse in the HighMiddle Ages that was initially used to calculate hours,months and days, was becoming popular: the complexgeometry (plane and spherical) required by the in-strument will be understood only later on.

The greater contact with the works of Plinius,Calcidius, Macrobius and Martianus Capella (withthe problematic rotation of Venus and Mercury aroundthe Sun in De nuptiis) had provided a vast amount ofdata and geometric notions relative to the movementof the stars and planets; beside these texts, we shouldalso consider the Astronomicon of Manilius, writtenbetween 9 and 15 A.C., which also consisted of a lit-erary text in which mythology and astrology werecombined together to honor the stars as a divinity(Cat.6). On the other hand, the term “astrology” wasalso used to indicate the predicting of celestial phe-nomena, maintaining an attitude of suspicion espe-cially where this meant turning instead to theprediction of facts and situations linked to persons and

FLAVIAMARCACCI From the sky to maps: observation

and theory of the heavens between the 16th and the 18th century

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L’azzurro emozionante degli oceani doveva con-fondersi con quello dei cieli e segnare lo sguardoe il cuore delle generazioni che furono protago-

niste di un’epoca tra le più avvincenti della storia del-l’uomo: il trapasso dall’età medievale a quella mo derna.Nei secoli XV-XVI le scoperte geografiche avevano resoil mondo più grande di quello pensato e tra i secoli XVI

e XVII il cielo aveva aperto i suoi spazi a occhi capaciora di osservarlo più a fondo, grazie a nuovi strumenti.Le vicende che diedero i natali all’astronomia osser-vativa sono tutte intrecciate a questo stupore di affac-ciarsi e affaccendarsi sopra un ignoto meraviglioso,stupore che avrebbe rischiato di scivolare nello sgo-mento se non fosse stato sorretto dall’intelletto e dal-l’ottimismo che illustri studiosi seppero imprimere aquesti nuovi scenari.

Magna longeque admirabilia, recita l’incipit delSidereus Nuncius di Galileo (1564-1642); Do mus Deiin qua de mirabilibus coeli totaque astrologia pro-clama, non senza retorica, il titolo del l’opera astrolo-gica del dotto francese N. Caussin (1583-1653) (Cat.103); e così, entrando nelle pieghe più sottili delleopere che distinsero i secoli XVI-XVIII si può ritrovare,prima di ogni ulteriore interpretazione storiografica,lo sguardo attento e vigile, che a tratti si fa febbrici-tante, degli studiosi del cielo che si fecero antenatidi coloro che ad oggi si dedicano a quella branca del-l’astronomia propriamente detta “osservativa”.

È forse questa l’oc casione più preziosa che la mo-stra PUL può offrire a questo anno 2009, così impor-tante per la celebrazione dell’astronomia: ritrovareconfidenza con autori e temi meno conosciuti nella vul-gata, ma capaci di restituirci quello spirito che fece leorigini della nuova astronomia con i suoi dubbi e le suetrepidazioni, con i suoi sogni e i suoi progetti, con le sueconquiste e i suoi fallimenti. Probabilmente l’immagineche ne uscirà potrà sembrare meno usuale ai non ad-detti al mestiere, ma si spera che sia almeno prossimaa quanti fecero in prima persona quella storia, viven-dola e scrivendola: così, dal mare e dal cielo, l’esplora-zione di queste carte antiche potrà oltrepassare ilconsueto e aprire la vista alla ricchezza della storia.

Scrivendo cieli e terra: fonti e manuali di XVI e XVII secolo

Il Medioevo aveva ripristinato, soprattutto dopo

il IX secolo, mediante i latini, il sistema geocentricoereditato dagli autori greci, riprendendo le posizioniantesignane di autori come Isidoro di Siviglia (560-636 ca) o Beda il Venerabile (673-735 ca). In parti-colare era ritenuto centrale il calcolo ca lendaristico, ilcosiddetto “computo”, attorno al quale si svolgeva lamaggior parte dello studio astronomico per l’esigenzadi definire il calendario ecclesiastico; dalla secondametà del IX secolo, però, il computo fu fi nalmentevisto in relazione al necessario sviluppo di una co-smologia fisica e geometrica, con un serio approfon-dimento di modelli matematici e la redazione dimappe celesti relative ai raggruppamenti delle stelle.Il problema fondamentale era connettere il periodosolare, il periodo lunare e il periodo settimanale, iprimi due dei quali incommensurabili. È nota l’im-portanza della riforma del calendario giuliano, nellaquale avrebbe dovuto essere impegnato su volere dipapa Sisto V anche una personalità di chiara famasul quale torneremo tra breve, il Regiomontano: maquesti morì, in circostanze non chiare, poco prima diiniziare (Cat. 48). In connessione al problema calen-drico si andava diffondendo l’uso dell’astrolabio,strumento molto antico ma caduto in disuso nell’AltoMedioevo, ini zialmente impiegato per il calcolo diore, mesi e anni: la complessa geometria (piana e sfe-

FLAVIAMARCACCIDal cielo alle carte: osservazione

e teoria del cielo tra XVI e XVIII secolo

Alessandro Piccolomini,De la sfera del mondo,1561 (Cat. 14).

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to the State. Not only was suspicion aroused by Chris-tians in the face of those predictions which pretendedto present themselves not as possibility but as neces-sity – and here among everyone Augustine comes tomind; suspicions were also aroused on the part of theRoman imperial authority, which in practice often sawin the calculation of the horoscope of an emperor thepremise for a betrayal. Distances from astrologicalknowledge were traced in various moments, and it ispossible to record attempts to restore a physical mean-ing (and not that of demons said to have populatedthe heavens) to the influence of the macrocosm on themicrocosm; an example of this is the theory of themoon’s influence on the tide elaborated by Bede. Afterthe Carolingian Renewal, astrology spread further,perfecting itself in its mathematical aspects and pro-viding numerous clues to an astronomy which stillhad to amply define its methods.

But it was above all the spreading of the Arabic-Hispanic translations of scientific treatises in the 13th

century that awakened a real interest in cosmologicalstudies. Nothing will be more useful to history than whenlater, after the discovery of America, it will be possible touse the numerous translations of treatises of land andastronomical geography of Aristotle and other Greek au-thors. Cosmography, the writing of the universe, wasdedicated to the description of the earthly and heavenlycosmos: this term, probably introduced by Ptolemy, be-

came widely used precisely during the 15th century, tothe point of including and developing the more mathe-matical (in particular trigonometrical) and technicalaspects of this activity. It is precisely thanks to astronomythat in this period the use of the Indo-Arabic method ofcalculation spread. And it was above all Spain that builta privileged center for the elaboration and proliferationof new ideas and instruments for astronomy, producinga large number of tables on the movements of the plan-ets. Among these, those that were most used and weremost well known, disseminated during the 14th centuryfrom Paris throughout all Europe, were most certainlythe Alfonsine Tables, requested in the 12th century by Al-fonso X, King of Castile and Leon, based on numerousobservations which allowed for the summarizing and up-dating of all preceding tables.

Johannes de Sacrobosco’s De sphaera mundidates back to the 13th century (Cat. 9). It is an intro-ductory work on astronomy, based on that of Ptolemyand integrated with Arabic astronomy: the Sphere pro-vides a foundation for the teaching of astronomy upuntil the 17th century, so much so that there are manyeditions and comments, among which that of Christo-pher Clavius (1538-1612). Certainly the spreading ofprinting in the second half of the 15th century greatlyfavored the work of European intellectuals who pre-pared themselves for the elaboration of astronomicalscience: two names, however, stand out over the others,specifically, Georg von Peurbach (1423-1461) (Cat.13) and Johannes Müller, known as Regiomontanus(1436-1476). (Cat. 48). Of the former the most famoustext was the Theoricae novae planetarum (1454, pub-lished only around 1472 and in six editions): it is awork profoundly inspired by classic and Arabic astron-omy, heavily based on the Alfonsine tables (in particu-lar those reviewed by the Italian astronomer GiovanniBianchini, 15th century), and in which Ptolemy’s theoryof the solid spheres of the heavens and the theory of pro-cession attributed to Tabit ibn Qurra are widespread.Regio mon tanus, precocious student of Peurbach, com- pleted the editing of the Almagest which had beenstarted by his master. He had been convinced by Re-giomontanus to undertake the translation of the work ofPtolemy, since the one translated from Greek in 1451 byGeorge of Trebizond, known as Trapezuntius (1395-1472/73) (Cat. 4), was said to be worse than that ofGerard of Cremona, translated from Arabic in the 12th

century. Thus, a Compendium of the Almagest wasproduced which will remain as the best text on Ptole-maic astronomy in circulation up until the 17th century.It should not be forgotten that at this point we are inthe heart of the humanistic era, and the names whichhave just been cited are those of refined intellectuals, inan era marked and enriched by the Council (1431-1439), which had called many Greek scholars to Flo-rence. It is in the court of Pope Nicholas V, elected in26

FLAVIAMARCACCI

Iohannes Regiomontanus,

Aures hic liber est, 1476 (Cat. 48).

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FLAVIAMARCACCI

rica) presupposta allo strumento sarà compresa solopiù avanti.

Il maggiore contatto con le opere di Plinio, Cal-cidio, Macrobio e Marziano Capella (con la proble-matica rotazione di Venere e Mercurio attorno al Solenel De nuptiis) aveva fornito un vasto numero di datie nozioni geometriche relativi al moto di stelle e pia-neti; a latere a questi testi si possono considerare gliAstronomicon di Manilio, scritti tra il 9 e il 15 d.C.,che pur consistevano in un testo letterario nel qualemitologia e astrologia erano fusi insieme per cele-brare gli astri come divinità (Cat. 6). D’altra parte,sotto il termine “astrologia”, venivano indicate anchele previsioni di fenomeni celesti, mantenendo un at-teggiamento sospetto soprattutto laddove essa inten-deva rivolgersi invece alla predizione di fatti esituazioni legate a persone e allo Stato. Non solo ilsospetto era destato da parte cristiana – e si pensi sututti ad Agostino – nei confronti di quelle previsioniche, anziché come possibilità, pretendevano confi-gurarsi come necessità; i sospetti erano suscitati an -che da parte del potere imperiale romano, cheso vente vedeva nella pratica nel calcolo dell’oro-scopo di un imperatore la premessa di un tradimento.Le distanze dal sapere astrologico furono tracciate invari momenti, e si possono registrare tentativi di ri-pristinare un senso fisico (e non dovuto ai demoniche avrebbero dovuto popolare i cieli) all’influsso delmacrocosmo sul microcosmo: ne è esempio la teoriadell’influsso della Luna sulle maree elaborata daBeda. Dopo la rinascita carolingia l’astrologia si dif-fuse ancora, perfezionandosi negli aspetti matema-tici e fornendo indizi numerosi a una astronomia chedoveva ancora definire ampiamente i suoi metodi.

Ma fu soprattutto la diffusione delle traduzioniarabo-ispaniche di trattati scientifici nel XIII secoloche ridestò un interesse reale verso gli studi cosmo-grafici. Nulla mai di più proficuo sarà per la storia,allorquando più tardi, dopo la scoperta delle Ameri-che, si potranno utilizzare le numerose traduzioni deitrattati di geografia terrestre e astronomica di Ari-stotele e altri autori greci. La cosmografia, la scrit-tura del cosmo, si atteneva alla descrizione del cosmoterrestre e celeste: il termine, introdotto probabil-mente da Tolomeo, divenne assai utilizzato proprionel XV secolo, fino a includere e sviluppare gli aspettimaggiormente matematici (in particolare trigonome-trici) e tecnici di questa attività. È proprio grazie al-l’astronomia che si diffuse in questo periodo l’uso delsistema di calcolo indo-arabico in Europa. E fu so-prattutto la Spagna a costituire un centro privilegiatodi elaborazione e diffusione di idee e strumenti nuoviper l’astronomia producendo un ampio numero di ta-vole dei moti dei pianeti: tra questi quelle che eb-bero maggiore uso e notorietà, diffuse nel XIV secoloin tutta Europa da Parigi, furono senz’altro le Tavole

alfonsine, volute nel XII secolo dal sovrano di Casti-glia e Léon Alfonso X, basate su numerose osserva-zioni che consentirono di compendiare e ag giornaretutte le tavole precedenti.

Risale al XIII secolo il De sphaera mundi di Gio-vanni di Sacrobosco (Cat. 9), un lavoro di taglio in-troduttivo all’astronomia, basato su quella tolemaicaintegrata con la araba: la Sfera fornì una base perl’insegnamento dell’astronomia fino al XVII secolo,tanto da contare molteplici edizioni e commenti, tracui quello di Cristoforo Clavio (1538-1612). Di certola diffusione della stampa dopo la metà del XV secolofavorì ampiamente il lavoro degli intellettuali euro-pei che si apprestarono all’approfondimento dellascienza astronomica: due nomi, però, si imposerosugli altri, e per la precisione Georg von Peurbach(1423-1461) (Cat. 13) e Johann Müller detto Regio-montano (1436-1476) (Cat. 48). Del primo il testopiù famoso fu la Theoricae novae planetarum (1454,pubblicata solo intorno al 1472 e avente poi sei edi-zioni): si tratta di un lavoro profondamente ispiratoall’astronomia classica e araba, ampiamente basatosulle tavole alfonsine (in particolare quelle riviste

Giovanni de Sacrobosco,Sphaera Ioannis de Sacro Boscoemendata, 1564 (Cat. 9).

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1447, that Trapezuntius worked, translating ancientworks not only of astronomy, but also of mathematicsand natural sciences. We should also underline the vasttranslation work by Regiomontanus, legate to Cardi-nal Bessarione and entrusted with resolving a disputebetween him and Trapezuntius regarding the short-comings of Theon of Alexandria’s comment on Ptolemy.

Another element that should be kept in mind isthe rebirth during this period of Aristotelianism, Pla-tonism and Neoplatonism: in particular among theAristotelians, Agostino Nifo (1473-1545 ca.) (Cat. 1)worked on translating his own source, while for thespreading and popularization of Plato and Plotinusthe analogous translation work of Marsilius Ficinus(1433-1499) (Cat. 7) is well known. In an intermedi-ary position between Aristotelians and Neo-platoni-ans there was the archbishop of Patras, AlessandroPiccolomini (1508-1578), particularly in relation tothe scientific status of mathematics, the certainty ofwhich does not come from its logical structure.

Without entering into the debates which these po-sitions provoked, involving intellectuals such as Nifo,Zabarella, Clavio, Pereira, Barozzi or Biancani, it isuseful to remember that Piccolomini distinguished

himself in his astronomical activity, realizing what canbe considered the first atlas of modern astronomy, Dela sfera del mondo (Cat. 14), «since it represents withthe use of grafts the stars ‘individually according totheir various sizes, and are depicted there in four dif-ferent ways’» (p. 97), that is, the stars are reproducedindividually according to their various magnitudes in48 tables representing the Ptolemaic constellations.

The work of the Carthusian monk Gregor Reisch(1470 ca. - 1525) Margarita philosophica (Cat. 16)published in 1503 will be a reference point for the en-tire 16th century. The Margarita is rightly consideredthe first printed encyclopedia, as it will constitute acompen dium of the technical and theoretical sciencesof its time: it was reprinted a dozen times, amplifiedand integrated from time to time. It should be notedthat the geography, although rich in imagery and ofa narrative nature, is associated with astronomy inchapters 50-52 of book VII De principiis astronomiaetractatus I, and are both listed among the mathemat-ical disciplines together with arithmetic, geometry andmusic, according to Medieval custom.

The commingling among mathematics, geometryand geography had to take shape amidst a standardprocedure which develops in the necessity to provide aunitary lexicographical support to these disciplines:that is the objective of the work Lexicon (Cat. 18) writ-ten by Girolamo Vitali in 1668, which to the entry “cos-28

FLAVIAMARCACCI

Georg von Peurbach,Theoricae novae

planetarum, 1591 (Cat. 13).

Claudius Ptolomaeus, Almagestum,

1528 (Cat. 4).

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dall’astronomo italiano Giovanni Bianchini), e nelquale sono rese note la teoria delle sfere solide deicieli di Tolomeo e la teoria della precessione attri-buita a Tabit ibn Qurra. Il Regiomontano, precoce al-lievo del Peurbach, completò il lavoro di redazionedell’Almagesto avviato dal maestro. Questi era statoconvinto da Regiomontano a intraprendere la tradu-zione dell’opera di Tolomeo, in quanto quella svoltadal greco nel 1451 per mano di Giorgio da Trebi-sonda, detto Trapezunzio (1395-1472/73) (Cat. 4),era stata giudicata peggiore di quella di Gerardo daCremona tradotta dall’arabo nel XII secolo. Si pro-dusse così un Compendio dell’Almagesto che resteràil migliore testo di astronomia tolemaica in circola-zione fino al XVII secolo. Non va dimenticato chesiamo ormai in piena epoca umanistica, e i nomi ap-pena fatti sono quelli di raffinati intellettuali, inun’epoca segnata e arricchita dal Concilio (1431-1439) che aveva richiamato a Firenze molti dottigreci. È alla corte del pontefice Niccolò V, eletto nel1447, che Trapezunzio lavorò, producendosi nelletraduzioni di opere antiche non solo di astronomia,ma anche di matematica e scienze naturali. Va ugual-mente sottolineata la vasta attività di traduttore delRegiomontano, legato al cardinale Bessarione e im- pegnato a sciogliere una disputa tra questi e il Tra-pezunzio circa i limiti del commento di TeoneAles sandrino a Tolomeo.

Un ulteriore elemento che va tenuto presente èla rinascita in questa epoca di Aristotelismo, Plato-nismo e Neoplatonismo: in particolare tra gli aristo-telici Agostino Nifo (1473-1545 ca.) (Cat. 1) siim pegnò anche in una attività di traduzione della suastessa fonte, mentre per la diffusione e divulgazionedi Platone e Plotino è ben nota l’analoga attività ditraduttore di Marsilio Ficino (1433-1499) (Cat. 7). Inuna posizione intermedia tra aristotelici e neoplato-nici si collocava l’arcivescovo di Patras AlessandroPiccolomini (1508-1578), specie in relazione allostatus scientifico delle matematiche, la certezza dellequali non scaturisce dalla loro struttura logica. Senzaaddentrarsi nei dibattiti che queste posizioni susci-tarono coinvolgendo intellettuali come Nifo, Zaba-rella, Clavio, Pereira, Barozzi o Biancani, è utilericordare che Piccolomini si distinse nella sua atti-vità di astronomo, realizzando quello che può essereconsiderato il primo atlante di astronomia moderna,De la sfera del mondo (Cat. 14), poiché con un espe-diente grafico vengono rappresentate le stelle «di-stintamente secondo le varie grandezze loro, e sendoesse quivi in quattro varii modi depinte» (p. 97), ov-vero le stelle vengono riprodotte secondo la diversamagnitudine all’interno di 48 tavole raffiguranti lecostellazioni tolemaiche.

A costituire un punto di riferimento per tutto ilXVI secolo sarà la Margarita philosophica del monaco

certosino Gregor Reisch (1470 ca - 1525) (Cat. 16)pubblicata nel 1503. La Margarita è a ragione con-siderata la prima enciclopedia a stampa, poiché va acostituire un compendio delle scienze tecniche e teo-riche del suo tempo: ebbe una decina di ristampe, divolta in volta ampliate e integrate. È da notare che lageografia, concepita in una dimensione immaginificae narrativa, è associata all’astronomia nei capitoli 50-52 del libro VII De principiis astronomiae tractatus I,e sono entrambe enumerate tra le discipline mate-matiche insieme ad aritmetica, geometria e musica,secondo l’uso medievale.

La commistione tra matematica, astronomia egeografia doveva configurarsi ormai entro una prassiusuale che sfocia nella necessità di fornire un sup-porto lessicografico unitario a queste discipline: tale èlo scopo del Lexicon di Girolamo Vitali del 1668 (Cat.18), che alla voce “cosmografia” recita «Cosmogra-phia dicitur artificiosa mundi descriptio, seu delineatiocaelorum simul, terraeque rationem continens, & con-nectens (…). Denique, ut uno verbo dicam, est Astro-nomiae, Geometriaeque summa ad praxim redacta, &complanata. Ei adeo affinis est Geographia» (p. 127).

Plotinus, De rebus philosophicislibri LIIII, 1540 (Cat. 7).

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mography” it is written «Cosmographia dicitur artifi-ciosa mundi descriptio, seu delineatio caelorum simul,terraeque rationem continens, & connectens (…).Denique, ut uno verbo dicam, est Astronomiae, Geome-triaeque summa ad praxim redacta, & complanata. Eiadeo affinis est Geographia» (p. 127). That does nottake away from the fact that Vitali gives much morespace to astronomical terms than to geographical andmathematical ones. His Lexicon was later amplified inits second edition in 1690, while continuing to be af-fected by many astrological opinions.

On the other hand, the interests in the descrip-tion of the cosmos had furnished in the past an excel-lent opportunity for confrontation and integrationamong cultures: an eloquent example is the work ofthe excellent Arab geographer Al-Idrīsī (1100-1166),who worked during the 12th century in the court ofRoger II in Palermo, coming into contact and collab-orating profoundly with Christian intellectuals, fromwhom he learned the instruments. His work laid thescientific foundations of the first Western geography.The “Book of Roger”, forgotten for more than fourcenturies, was printed for the first time in its originalArabic only in 1952 by Medici Press of Rome (thentranslated in Latin and published in Paris in 1619under the erroneous title Geographia Nubiensise, andin a French edition only in the years 1836-40) (Cat.8). In fact, it is in the humanistic era when Ptolemy’sGeographia also begins to circulate, and will consti-tute the point of departure of Renaissance geography.The new teachers respond to names such as S. Mün-ster, G. Frisio, G. Ruscelli, G. Magini and even A.Ortel and G. K. Mercator, simultaneously at the schoolof Nuremberg with Peurbach, Regiomontanus andother names that we will be able to come back to later.In each of these authors, geography intertwines con-stantly with astronomy: the issue of projection systemsin geographical maps, going beyond representationsof nautical books and beginning and refining the pro-duction of atlases, will also affect the assigning of co-ordinates in celestial maps.

The reference to geography will remain still inGiuseppe Biancani (1566-1624), A. Kircher (1602-1680) (Cat. 106), F. Bianchini (1662-1729) (Cat.107), just as in G. D. Cassini (Cat. 34) and in manytexts on navigation techniques. Astronomy, in fact,was necessary to geography especially when navigat-ing in the Southern Hemisphere, which the celestialmap did not yet encompass and where the skill of theastronomer was useful for orientating oneself in theroutes. Most probably the familiarity with geograph-ical matters must have been greater than that with as-tronomical matters, if Galileo himself in SidereusNuncius (at [68]) makes a geographical comparisonbetween a lunar crater and the map of Bohemia, as ifthe analogy were certainly understandable. Between

the sixteenth and seventeenth centuries, moreover, thequestion of determining the earthly longitude held al-ways more importance. The subject will be dealt withalready in the eighteenth century, like for example, inLa figure de la Terre, déterminée par les observationsde Messieurs De Maupertuis, Clairaut, Camus, LeMonnier, de l’Académie Royale de sciences, et deM. l’Abbé Outhier, correspondant de la même Aca -dé mie, accompagnés de M. Celsius, Professeur d’As-tronomie à Upsal, where the collective effort becomesevident based on a series of targeted observations (Cat.108). On the other hand, the observational techniqueshad already made their history. But this will be spo-ken of shortly.

New theories and new stars: world systems compared

The excursus just outlined denotes the complexbackground of the science in which observational as-tronomy had to trace its steps: if it is already indica-tive how the very term scientia alluded to a semanticfield very different with respect to that which we refer30

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Idrisi, De geographia

universali, 1592 (Cat. 8).

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Ciò non toglie che Vitali dia molto più spazio ai ter-mini astronomici che geografici e matematici. Il suoLexicon sarà ampliato ulteriormente nella seconda edi-zione del 1690, pur continuando a risentire di moltipregiudizi astrologici.

D’altra parte l’interesse alla descrizione delcosmo aveva fornito in passato un’ottima occasione diconfronto e integrazione tra culture: un esempio elo-quente è l’attività dell’eccellente geografo arabo Al-Idrīsī (1100-1166), che lavorò nel XII secolo al la cortedi Ruggero II a Palermo, venendo a contatto e colla-borando profondamente con in tellettuali cristiani, daiquali apprese molti strumenti. La sua opera gettò lebasi scientifiche della prima geografia dell’Occidente.Il “Libro di Ruggero”, dimenticato per oltre quattrosecoli, fu stampato per la prima volta in originalearabo soltanto nel 1592 presso la Tipografia Mediceadi Roma (poi tradotto in latino nel 1619 con l’erroneotitolo Geographia Nubiensise, pubblicato a Parigi, ein edizione francese solo negli anni 1836-40) (Cat. 8).Siamo infatti in epoca umanistica quando si cominciaa diffondere anche la Geographia di Tolomeo, che co-stituirà il punto di partenza della geografia rinasci-mentale. I nuovi maestri rispondono ai nomi di S.Münster, G. Frisio, G. Ruscelli, G. Magini fino a A.Ortel e G. K. Mercator, parallelamente alla scuola di

Norimberga con Peurbach, Regiomontano e altri stu-diosi sui quali torneremo. In ognuno di questi autorila geografia si intreccia costantemente con l’astrono-mia: la questione dei sistemi di proiezione nelle cartegeografiche, per superare le rappresentazioni dei por-tolani e avviare e perfezionare la produzione diatlanti, interesserà anche il conferimento delle coor-dinate nelle mappe celesti.

Il riferimento alla geografia permarrà ancora inGiuseppe Biancani (1566-1624), A. Kircher (1602-1680) (Cat. 106), F. Bianchini (1662-1729) (Cat.107), così come in G. D. Cassini (Cat. 34) e in moltitesti relativi alle tecniche di navigazione: l’astrono-mia, infatti, era necessaria alla geografia, soprattuttoquando si navigava nell’emisfero australe, del qualenon si conosceva ancora la mappa celeste e dove ser-viva l’abilità dell’astronomo per potersi orientarenelle rotte. Probabilmente la consuetudine alla ma-teria geografica doveva essere maggiore di quella allamateria astronomica, se lo stesso Galileo nel Side-reus Nuncius (al [68]) imposta un paragone geograficotra un cratere lunare e la carta della Boemia, come seil paragone fosse sicuramente comprensibile. TraCinquecento e Seicento, inoltre, ebbe sempre mag-giore importanza la questione della determinazionedella longitudine terrestre: ancora nel Settecento l’ar-gomento sarà trattato, come ad esempio ne La figurede la Terre, déterminée par les observations de Mes-

Francesco Bianchini, Observationes selectae,1737 (Cat. 107).

Giovanni Domenico Cassini, Divers ouvrages d’astronomie, 1736 (Cat. 34).

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to today, also the position of the sciences had to un-dergo profound re-examination. The canonical divi-sion of same, including that of the Ratio studiorumof the College of Jesuits, foresaw the positioning of as-tronomy among mixed mathematics, halfway betweenphysics and mathematics. A pleasant example of thelongevity of this approach is the first book of Operumphilosophicorum of J. B. du Hamel (1624-1706)(Cat. 33), which still in 1681 dissolves in the literarydress of dialogue, evidently considered more enjoyablefor the reader, mathematical passages underlying theunderstanding of heavenly things. However, precisely“mixed mathematics”, understood as mathematics at-tributed to the objects of natural philosophy, changedits position in the “system of the sciences”, progres-sively supplanting natural philosophy and renderingpossible the forming of mathematical physics as wethink of it today. Besides all of this, the acquisition ofa conglomeration of totally new observed data re-ceived a lot of attention, because learned with the useof new instruments, mainly the telescope.

However, without wanting to speak of “scientificrevolution”, already at the beginning of the 12th cen-tury, as B. Cohen exhibited contrasting the historicalpraxis of Koyreian and Kuhnian derivation, it is easyto find a coexistence of intellectual and technical fer-mentations that render this century particularly com-plex right from its inception.

The dominance of Aristotelian philosophy neverfailed to enumerate opponents such as T. Campanella,G. Bruno or B. Telesio, even F. Bacon, whose influ-ence on the definition of new relations among the sci-ences was definitely critical. In the field of Astronomyin particular, the position of Nicholas of Cusa (1401-1464), Cardinal of Brixen, was important. By elabo-rating mystical speculations, he deemed the Earth’simmobility at the center of the universe impossible.Perhaps also referring to these speculations Re-giomontanus argued against the motion of Earth inhis Compendio to Ptolemy. The subject of the motionof the Earth attracts the attention of many authorssince the 15th century, including the well known C.Calcagnini (1479-1541) as he exhibits in Quodcoelum stet, Terra moveatur, vel de per eum motuTer rae (1525, published posthumous in 1544). Therewas no lack, in this perspective, of attempts to rein-vigorate the Ptolemaic system, including those of G.Fracastoro (1483-1553) and G. B. Amici (1511-1538) whom we will mention again later on.

Precisely in the middle of the century, in 1543,the De revolutionibus of N. Copernicus (1473-1543)was sent to press, after thousands of reservations on thepart of the author, reservations which were finally over-come thanks to the insistence of one of his followers,the renowned G. J. Rheticus. The news of a completelynew world system had already spread, thanks also to

the previous circulation of a brief synthesis of his sys-tem prepared by Copernicus in Commentariolus: allthe more since the way in which this system was pre-sented presupposed a reader who was familiar withPtolemy. It seems that Copernicus was moved by thedivergences among the scholars regarding the motionof the planets. Noticing the debate that had been cre-ated around the motion of the Earth, he took the hy-pothesis seriously and observed that it provided validsimplifications to many aspects of the motion of theplanets: in particular, Copernicus attributed to theEarth a daily motion of rotation around its axis andan annual motion of revolution around the Sun, leav-ing out, however, the motion of equinoxes. While notlingering too long on Copernicus, it is clear that theemotional and scientific impact caused by his work isundeniable. When in 1536 Cardinal N. Schönberg,archbishop of Capua, had urged Copernicus to makeknown his doctrines, the astronomer abstained fearingthat his bold theories would not have been understood.It was Rheticus who did so, going to see Co pernicus32

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Cosmographieintroductio,

1550 (Cat. 104).

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sieurs De Maupertuis, Clairaut, Camus, Le Monnier,de l’Académie Royale de sciences, et de M. l’Abbé Ou-thier, correspondant de la même Académie, accompa-gnés de M. Celsius, Professeur d’Astronomie à Upsal,dove si fa evidente lo sforzo collettivo basato soprauna serie di osservazioni mirate (Cat. 108). D’altraparte, le tecniche osservative avevano già fatto la lorostoria. Ma di questo si parlerà tra breve.

Nuove teorie e nuove stelle: sistemi del mondo a confronto

L’excursus appena tracciato denota lo sfondocomplesso della scienza entro il quale l’astronomiaosservativa dovette tracciare i suoi passi: se già è in-dicativo quanto lo stesso termine scientia alludesse aun campo semantico ben diverso rispetto a quello acui si riferisce ai nostri tempi, anche la collocazionedelle scienze doveva subire profondi ripensamenti.La divisione canonica di queste, inclusa quella dellaRatio studiorum dei Collegi dei Gesuiti, prevedevala collocazione dell’astronomia tra le matematichemiste, intermedie tra fisica e matematica. Un grade-vole esempio della longevità di questo approccio è ilprimo libro di Operum philosophicorum di J. B. duHamel (1624-1706) (Cat. 33), che ancora nel 1681scioglie nella veste letteraria del dialogo, evidente-mente reputata più godibile per il lettore, passaggimatematici sottostanti la comprensione delle cose ce-lesti. Ma proprio la “matematica mista”, intesa comematematica riferita agli oggetti della filosofia naturale,mutò la sua posizione nel “sistema delle scienze”, sop-piantando progressivamente la filosofia naturale e ren-dendo possibile il configurarsi della fisica matematicacome oggi la pensiamo. Accanto a tutto questo, ot-tenne una grandissima attenzione l’acquisizione diuna congerie di dati osservativi totalmente nuovi,perché appresi mediante l’uso di nuovi strumenti, inprimis il telescopio.

Ma senza voler parlare di “rivoluzione scienti-fica” già all’inizio del XVII secolo, come B. Cohen haesibito contrastando la prassi storiografica di deriva-zione koyreiana e kuhniana, è facile trovare una coe-sistenza di fermenti intellettuali e tecnici cherendono questo secolo particolarmente complesso findal suo sorgere.

Il predominio della filosofia aristotelica nonmancava di enumerare oppositori come T. Campa-nella, G. Bruno o B. Telesio, fino a F. Bacon, il cuipeso per la definizione dei nuovi rapporti tra lescienze fu senz’altro determinante. In ambito astro-nomico in particolare fu rilevante la posizione di N.Cusano (1401-1464), cardinale di Bressanone, che,approfondendo speculazioni mistiche, ritenne im-possibile l’immobilità della Terra al centro dell’uni-verso. Forse anche riferendosi a queste speculazioni

Regiomontano argomentava contro il moto dellaTerra nel suo Compendio a Tolomeo. Il tema del motodella Terra attrae l’attenzione di molti autori fin dalXV secolo, tra i quali su tutti è noto C. Calcagnini(1479-1541) che si espose nel Quod coelum stet,Terra moveatur, vel de per eum motu Terrae (1525,pubblicato postumo nel 1544). Non mancarono, inquesta ottica, tentativi di rinvigorire il sistema tole-maico, tra i quali quelli di G. Fracastoro (1483-1553)e G. B. Amici (1511-1538) che torneremo a nomi-nare più avanti.

Proprio a metà del secolo, nel 1543, veniva datoalle stampe il De revolutionibus di N. Copernico(1473-1543), dopo le mille reticenze dell’autore, re-ticenze finalmente superate grazie alle insistenze diun suo seguace, il noto G. J. Rheticus. La notizia diun sistema del mondo completamente nuovo si eragià diffusa, grazie anche alla pregressa circolazionedi una breve sintesi del suo sistema preparata da Co-pernico nel Commentariolus: tanto più che la modalitàcon cui questo sistema veniva presentato pre suppo-neva un lettore a cui Tolomeo fosse familiare. Sembrache Copernico si sia mosso dalle divergenze tra glistudiosi circa i moti planetari. Notando il dibattitocreatosi attorno al moto della Terra, prese l’ipotesisul serio e constatò che essa forniva valide semplifi-cazioni a molti aspetti del moto dei pianeti: specifi-catamente Copernico attribuì alla Terra un motodiurno di rotazione attorno al proprio asse e un motoannuale di rivoluzione intorno al Sole, tralasciando di

Jean Baptise du Hamel,Operum philosophicorumtomus I, 1681 (Cat. 33).

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and staying with him for two years, composing theNarratio prima, printed then in Danzig in 1540, wherehe relates the results learned reading the canon’s notesand sending it all to his friend J. Schöner. Thanks tothese publications Erasmus Reihold was able to cal-culate the tables relative to the new system, attachingto his edition of Theoricae by Peurbach in 1542, ta-bles that were adopted in England ever since 1556. Itis in later circumstances that the printing of De revo-lutionibus will be sustained first under the directionof Rethicus and then Andreas Osiander: the latter, aLutheran theologian, gave the new system a real ex-planatory capacity, but nothing more. In the Lutheranperspective astronomy would never have been able topronounce itself on the reality of the heavens, all themore so since many observations were missing: in fact,those cited by Copernicus were too few.

It thus became clear how impressive the effortshad become of those who tired to unify observationalastronomy (which was still always a part of mathe-matical astronomy) with cosmology. These two areas,entrusted to astronomers on the one hand and tophilosophers on the other, had to begin to work in uni-son. And this is perhaps the true beginning of the “sci-entific revolution”, considering what immediatelyemerges in the intentions of some of its undisputed pro-tagonists, such as T. Brahe (1546-1601), J. Kepler(1571-1630) and G. Galilei; besides these names wecould also name, among others, G. Bruno (1548-1600) and T. Campanella (1568-1639), who weremore deeply involved in the philosophical question.

In this project of unification between astronomyand cosmology, the element which became decisivewas precisely the acquisition of new observationaldata. Thus, scientific and philosophical history wasunequivocally marked by the invention of the tele-scope. The fact that the instrument, for many and ob-vious reasons, immediately received great notorietyand diffusion is attested to by the fact that already in1656 a text was published to resolve the dispute Devero telescopii inventore, where the author P. Borelassigned (without receiving a true reception) the titleto the Zeelander S. Janssen, against the Dutch bid-ders Lipperhay and J. Metius. In other words, not evenfifty years after the invention and first use for scientificpurposes of the telescope, the title of its inventor wasdefinitely desirable. The question of most interest toour objectives regards, obviously, the revolution thatinstrument brought to science when Galileo, buildinghimself one that was not overly sophisticated, decidedto point it at the sky to observe the Moon and the stars.This occurred in 1609, and in 1610 Galileo obtainedhis surprising results to a test destined to give birth tomodern observational astronomy: Sidereus Nuncius.The work published in Venice by T. Baglioni, was im-possible to find after only a few months. Besides the

Frankfurtian copy of that same year (Paltheniano1610), there are two other editions from the 1650’s:one of these is collected together with the Institutio as-tronomica by P. Gassendi (1592-1655) in 1653 inLondon (then Londini 1682 and Devalda, Amsterdam1682); the other is part of the collection of Works ofGalileo Galilei requested by the editor Manolessi ofBologna in 1656 (with title page showing the date1655) (Cat. 23).

The accelerated march towards the new astron-omy had thus begun: Catholic circles by no meansfound themselves outside such circumstances. It is bynow clear to historiography the role played by indi-vidual persons, such as B. Castelli, C. Clavio or M.Mersenne (1588-1648). A second aspect that shouldbe put in light regarded those institutions which wereinvolved in the intellectual formation of many scien-tists of this era, including non-religious ones, such asCassini or Descartes. Still a third aspect regarded thebuilding of the first observatories, which in Europe fol-lowed the one built by T. Brahe on the Island of Hvenafter 1586 and which multiplied only after the seven-teenth century (in Danzig with Hevelius, then in Lei-den at the request of the University, in Copenhagenthanks to the Dane, C. Sørensen, known as Lon-gomontanus, in Paris the Observatoire followed by theAcadémie des Sciences, and finally the Observatory ofGreenwich where J. Flamsteed worked) while in Rome34

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Galileo Galilei, Opere,

1656 (Cat. 23).

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comprendere peraltro il moto di retrocessione degliequinozi. Pur non indugiando troppo su Copernico, èchiaro che l’impatto emotivo e scientifico procuratodall’opera fu inequivocabile: quando nel 1536 il car-dinale N. Schönberg, arcivescovo di Capua, avevaesortato Copernico a rendere note le sue dottrine,l’astronomo se ne era astenuto temendo che le sueardite teorie non sarebbero state comprese. Ci pensòRheticus, che recandosi da Copernico e permanendopresso di lui circa due anni, compose la Narratioprima, stampata poi a Danzica nel 1540, dove rela-ziona i risultati appresi leggendo gli appunti del ca-nonico e indirizzando il tutto all’amico J. Schöner.Grazie a questa pubblicazione Erasmo Reinhold potècalcolare le tavole relative al nuovo sistema, alle-gandole alla sua edizione delle Theoricae di Peur-bach nel 1542 e adottate in Inghilterra fin dal 1556.È in circostanze successive che la stampa del De re-volutionibus verrà sostenuta sotto le cure di Rethicusprima e Andrea Osiander poi: questi, teologo lute-rano, accordò al nuovo sistema una reale capacitàesplicativa, ma nulla di più. Nella prospettiva lute-rana mai l’astronomia si sarebbe potuta pronunciaresulla realtà dei cieli. Tanto più che mancavano al-l’appello molte osservazioni: troppo poche, infatti,erano quelle che riportava Copernico.

Diviene chiaro, così, come si fece imponente losforzo di coloro che tentavano di unificare l’astrono-mia osservativa (che era pur sempre una parte del-l’astronomia matematica) con la cosmologia: questidue ambiti, affidati ad astronomi da una parte e a fi-losofi dall’altra, dovevano iniziare a lavorare all’uni-sono. Ed è forse questo il vero avvio della “ri voluzionescientifica”, considerando quanto fin da subito emergenelle intenzioni di alcuni dei suoi protagonisti indi-scussi, come T. Brahe (1546-1601), J. Kepler (1571-1630) e G. Galilei; accanto a questi nomi si possonoaccostare, tra gli altri, quelli di G. Bruno (1548-1600)e T. Campanella (1568-1639), i quali furono più pro-fondamente coinvolti nella questione filosofica.

In questo progetto di unificazione tra astronomiae cosmologia, l’elemento che divenne determinantefu proprio l’acquisizione di nuovi dati os servativi: lastoria scientifica e filosofica, così, fu inequivocabil-mente segnata dall’invenzione del telescopio. Che lostrumento, per molti e ovvi motivi, abbia subito go-duto di grande notorietà e diffusione lo attesta il fattoche già nel 1656 venne pubblicato un testo per ri-solvere la contesa De vero telescopii inventore, dovel’autore P. Borel assegnò (senza ottenere un veroascolto) il titolo allo zelandese S. Janssen, contro ipretendenti olandesi Lipperhay e J. Metius. In altreparole, neanche cinquant’anni dopo l’invenzione e ilprimo uso a scopo scientifico del telescopio, il titolodi suo inventore era decisamente desiderabile. Laquestione che più interessa al nostro scopo riguarda,

ovviamente, la rivoluzione che questo strumentoportò nella scienza quando Galileo, costruendoseneuno di fattura non troppo sofisticata, pensò di pun-tarlo al cielo per osservare la Luna e le stelle. Ciòavvenne nel 1609, e nel 1610 Galileo consegnava isuoi sorprendenti risultati a un testo destinato a darei natali all’astronomia osservativa moderna: il Side-reus Nuncius. L’opera, stampata a Venezia presso T.Baglioni, divenne introvabile nel giro di poco tempo.Oltre all’esemplare francofortese dello stesso anno(Paltheniano 1610), si trovano altre due edizionidegli anni ’50 del Seicento: una di queste è raccoltainsieme alla Institutio astronomica di P. Gassendi(1592-1655) nel 1653 a Londra (poi Londini 1682 eDevalda, Amsterdam 1682); l’altra facente partedella raccolta di Opere di Galileo Galilei voluta dal-l’editore Manolessi di Bologna nel 1656 (con fronte-spizio recante la data 1655) (Cat. 23).

La marcia d’accelerazione verso la nuova astro-nomia era ormai iniziata: i circuiti cattolici non si tro-varono affatto al di fuori di tali circostanze. È ormaichiaro alla storiografia il ruolo giocato da singole per-sonalità, come B. Castelli, C. Clavio o M. Mersenne(1588-1648). Un secondo aspetto da mettere in luceriguarda quelle istituzioni che furono coinvolte nellaformazione intellettuale di moltissimi scienziati diquesto tempo, anche non religiosi, come Cassini o De-scartes; un terzo aspetto ancora attiene la costruzionedei primi osservatori, che in Europa furono susse-guenti a quello costruito da T. Brahe nell’Isola di Hvendopo il 1586 e che si moltiplicarono solo dopo il Sei-cento (a Danzica con Hevelius, poi a Leida per volontàdell’Università, a Copenaghen grazie al danese C. Sø-rensen detto Longomontano, a Parigi l’Observatoiresusseguito alla costituenda Académie des Sciences, einfine l’Osservatorio di Greenwich dove lavorò J.Flamsteed) mentre a Roma funzionava già l’Osserva-torio del Collegio Romano dal 1572 grazie a C. Clavio,per non contare quello bolognese, annesso alla StatoPontificio e diretto da E. Manfredi dai primi anni delXVIII secolo su volontà del conte Luigi FerdinandoMarsili (1658-1730). I tre aspetti della questione siintrecciano quando troviamo scienziati religiosi checoncorsero ampiamente alla costruzione della scienzamoderna, nell’appartenenza a un ordine. Tale è su tuttiil caso di C. Clavio e della Compagnia di Gesù, conl’attenzione specialissima destinata alla matematicanel Collegio Romano. Ma qualcosa di analogo si puòdire anche per il caso dei Minimi e M. Mersenne, ilquale coordinò gli scambi epistolari di quella che fudefinita la “Repubblica delle lettere”. Figure questeche mostrano quanto la posizione del mondo cattolicorispetto alla nuova scienza fosse eclettica, curiosa diinterrogare l’epistemologia che si stava delineando.Accanto alle difficoltà create dalle posizioni inquisi-torie, nelle quali convergono resistenze scientifiche e

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the Observatory of the Roman College functionedsince 1572 thanks to C. Clavio, not to mention the onein Bologna , attached to the Pontifical State and di-rected by E. Manfredi from the early years of the 18th

century at the request of Count Luigi FerdinandoMarsili (1658-1730). The three aspects of the ques-tion intertwine with one another in the cases where wefind religious scientists who significantly contributedto the construction of modern science, while belong-ing to a religious order. This is the case, among many,of C. Clavio and of the Company of Jesus, with specialattention given to mathematics in the Roman College.However, something similar could also be said of theMinims and M. Mersenne, who coordinated the epis-tolary exchanges of that which was defined as the“Republic of the Letters”. They are all figures whoshow how eclectic the position of the Catholic worldwas with respect to new science, curious to questionthe epistemology that was taking form. Beside the dif-ficulties created by the inquisitorial positions, in whichscientific resistance and pastoral perplexities converge,we find intellectuals such as R. Baranzano (1590-1622) (Cat. 28), A. Kircher (1602-1680) (Cat. 116),G. Schott (1608-1666) (Cat. 124) or P. Casati (1617-1707) (Cat. 109), striving to understand the new nat-ural philosophy. To all of this we must add thepossibility of enriching scientific interests with the mis-sionary aspect: in the travels of religious men through-out the world experiences and observations weregathered capable of integrating and amplifying thework carried out in the official centers: in Europe outof everyone there comes to mind L. Feuillée (1660-1732), particularly active in the Académie des Sci-ences and involved in the French missions, or the caseof the Pole Jan Mikolaj Smogulecki (1610-1656) whoalso studied in Italy (Cat. 72) and was involved in themissions to China, as was also the famous Jesuit M.Ricci (1552-1610), missions that carried within thema sort of “mathematical mission” proposing the teach-ing of new disciplines in new lands.

Within the framework outlined up until thispoint, the 17th century, in particular under the aspectof the comparison between religion and science, wasprofoundly marked by the Galilean question. Thenames involved in same were many, and this is not theplace to deal with it extensively. We will recall onlythe main points, linked mainly to the question of thetwo processes that indirectly and directly involvedGalileo. In fact, it was on March 5, 1616, that it wasreported in the Roman Announcements the news ofthe emanation of the decree in which the Congrega-tion of the Index banned the heliocentric theory as“false in philosophy and erroneous in faith” becausecontrary to the Scriptures: the condemned works in-cluded De revolutionibus orbium coelestium libri VIby N. Copernicus, Commentaria in Job by Diego de

Zúniga and Lettera sopra l’opinione de’ Pittagorici,e del Copernico by the Carmelite Paolo Antonio Fos-carini. Galileo was formally informed of the decree onMay 26, 1616, together with the warning regardingteaching the Copernican doctrine, in which CardinalBellarmino played a fundamental role. The warningto abandon the Copernican doctrine of the mobility ofthe Earth will continue to spread until, on August 23,1634, Galileo’s Dialogo sopra i due massimi delmondo will also be included in the Index librorumprohibitorum, following the condemnation on June22, 1633, resulting from the embitterment of relationsbetween the Pisan scientist and Pope Urban VIII.

The repeal of the prohibition came in two subse-quent moments: partially, in 1758, when on the ini-tiative of Pope Benedict XIV a new Index librorumprohibitorum was issued; definitively, in 1822, afterthe case of G. Settele, following the results of Fr.Guglielmini (1789-92) and of Calandrelli (1806) rel-ative to the definitive demonstration of the revolutionand rotation of the earth. In 1818, Settele obtainedthe publication of the second volume of his Elementidi ottica e astronomia, admittedly heliocentric, not -with standing the oppositions of the Dominican F. An-fossi. In 1820, thanks to the intervention of theDo minican Olivieri and the approval of Pope Pius VII,the condemnation of 1616 was revoked. Two wholecenturies that engaged the Catholic Church on theissue, which will then be uninterruptedly rethoughtuntil our times and amply taken up again, especiallyafter the Dei verbum of Paul VI (1965).

The echoes of the difficult relationship betweenChurch and heliocentrism were heard, however, im-mediately. Not only in the wrangling in which Galileowas personally involved – the disputes about sunspotswith Fr. C. Scheiner (1573-1650) (Cat. 24), aboutcomets with the Aristotelian O. Grassi (Cat. 25), andespecially the theological issues raised in the so-calledCopernican letters (to B. Castelli, P. Dini, and Chris-tine of Lorraine, 1613-1625) – but also in the publi-cations that were circulating. The Anticopernicuscatholicus seu de Terrae statione et de Solis motu,contra sistema Copernicanum, Catholicae Assertio -nes (1644) (Cat. 31) by Giorgio Polacco Veneto pro-vides obvious proof: the 195 claims to restore the exactsystem of the world are incorporated into the text ofthe condemnation of Galileo in 1633, almost tostrengthen the evidentiary purpose of the work. In thesame way, Giovanni Battista Riccioli participated inthis “anticopernican insurgency” publishing Alma -gestum novum (1651), Astronomiae reformatae tomiduo (1665) (Cat, 76) and Argomento fisicomattem-atico del Gio. Battista Riccioli ... contro il moto di-urno della Terra (1668) (Cat. 22). In Astronomiareformatae, assisted by the splendid tables of Fr.Grimaldi, Riccioli could claim to perform his calcu-36

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al contempo perplessità pastorali, troviamo intellet-tuali come R. Baranzani (1590-1622) (Cat. 28), A. Kir-cher (1602-1680) (Cat. 116), G. Schott (1608-1666)(Cat. 124) o P. Casati (1617-1707) (Cat. 109), protesia comprendere la nuova filosofia naturale. A tutto que-sto dovette aggiungersi la possibilità di arricchire gliinteressi scientifici con l’aspetto missionario; nel mo-vimento dei religiosi nel mondo furono raccolte espe-rienze e osservazioni capaci di integrare e ampliarequello che si faceva nelle sede ufficiali: in Europa sipuò pensare su tutti a L. Feuillée (1660-1732), parti-colarmente attivo nella Académie des Sciences e coin-volto nelle missioni francesi, o al caso del polacco JanMikolaj Smogulecki (1610-1656) che studiò anche inItalia (Cat. 72) e fu coinvolto nelle missioni verso laCina, come anche il noto gesuita M. Ricci (1552-1610), missioni tali da implicare una sorta di “mis-sione matematica” proponendo l’insegnamento dellenuove discipline nelle nuove terre.

All’interno del quadro finora delineato il XVII

secolo fu profondamente segnato dalla questione ga-lileiana, in particolare sotto l’aspetto del confrontotra religione e scienza. I nomi coinvolti in essa fu-

rono moltissimi e non è questo il luogo per trattarneestesamente. Ne ricorderemo soltanto i punti salienti,legati principalmente alla questione dei due processiche in maniera indiretta e diretta videro coinvoltoGalileo. È infatti del 5 marzo 1616 la notizia negliAvvisi di Roma dell’emanazione del decreto nel qualela Congregazione dell’Indice proibiva la teoria elio-centrica come “falsa in filosofia ed erronea nellafede”, poiché contraria alla Scrittura: le opere con-dannate erano il De revolutionibus orbium coelestiumlibri VI di N. Copernico, Commentaria in Job diDiego de Zúniga e la Lettera sopra l’opinione de’ Pit-tagorici, e del Copernico del carmelitano Paolo An-tonio Foscarini. Galileo ebbe comunicazione formaledel decreto il 26 maggio 1616, oltre alla diffida a in-segnare la dottrina copernicana nella quale giocò unruolo fondamentale il cardinale R. Bellarmino. Il mo-nito ad abbandonare la dottrina copernicana dellamobilità della Terra si diffonderà ulteriormente finoa quando, il 23 agosto 1634, sarà incluso nell’Indexlibrorum prohibitorum anche il Dialogo sopra i duemassimi sistemi del mondo di Galileo, in seguito allacondanna del 22 giugno 1633 conseguita all’inaspri-mento dei rapporti tra lo scienziato pisano e papa Ur-bano VIII.

L’abrogazione della proibizione venne in duesuccessivi momenti: parzialmente nel 1758, quandosu iniziativa di papa Benedetto XIV fu emesso unnuovo Index librorum prohibitorum; in maniera defi-nitiva nel 1822, dopo il caso di G. Settele, successivoai risultati di fr. Guglielmini (1789-92) e di Calan-drelli (1806) relativi alla dimostrazione definitivadella rivoluzione e della rotazione terrestre. Nel 1818Settele ottenne la pubblicazione del secondo volumedel suo Elementi di ottica e astronomia, dichiarata-mente eliocentrico, nonostante le opposizioni del do-menicano F. Anfossi. Nel 1820 grazie all’interventodel domenicano Olivieri e al benestare di papa PioVII venne revocata la condanna del 1616. Due in-teri secoli, che impegnarono la Chiesa cattolica sullaquestione, che sarà ripensata poi ininterrottamentefino ai nostri giorni e ampiamente ripresa soprattuttodopo la Dei verbum di Paolo VI (1965).

Gli echi della vicenda dei rapporti tra Chiesaed eliocentrismo si sentirono, però, fin da subito. Nonsolo nelle querelles che videro impegnato in primapersona Galileo – le dispute sulle macchie solari conp. C. Scheiner (1573-1650) (Cat. 24), quelle sulle co-mete con l’aristotelico O. Grassi (Cat. 25) e special-mente le questioni teologiche sollevate nellecosiddette lettere copernicane (a B. Castelli, P. Dinie Cristina di Lorena, 1613-1625) – ma anche nellepubblicazioni che si andarono diffondendo. L’Anti-copernicus catholicus seu de Terrae statione et de Solismotu, contra sistema Copernicanum, Catholicae As-sertiones (1644) (Cat. 31) di Giorgio Polacco Veneto

Gaspar Schott, Cursus mathematicus,1661 (Cat. 124).

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lations using telescopic observations: however, Riccioliwas trying to mention all the problematic aspects ofthe new astronomy, reporting the results of the coun-terparty. The anticopernican topics that were studiedtouched the very nerves of that system: this is what theJesuit mathematician H. Fabri (1607-1668) who be-came the teacher of well-known scholars such as G.D. Cassini (Cat. 34) and Ph. de la Hiré (Cat. 79),seemed to be doing (Cat. 30) in the text of 1665 Di-alogi physici in quibus de motu terrae disputatur.Proposing his arguments in dialogue form, Fabri fo-cused on the issue of the rising and falling of the tides,that Galileo had considered the litmus test for his sys-tem, identifying the correct cause of the action of theMoon on the Sun. Over seventy years later many stillfelt the urgency to come out in defense of Galileo, evenon issues not directly related to astronomy. For in-stance, consider in 1712 the volume of G. GrandiRisposta apologetica (1712) that focuses on problemsof physics (Cat. 36).

It was not just for ideological reasons: the tech-nical problem of determining the reference system wasalso linked to the fact that the old Ptolemaic system ofderivation with the circular orbits was effective for amathematical reason that only later was understood.The mechanism of epicycles and differentials was away to reduce the motions of the planets to the trigono-metric sine functions: the modernists demonstrated theequivalence between a function and its developmentinto a series of periodic functions only after the seriesexpansion of J. Fourier (1768-1830). AbandoningPtolemy (with his system of epicycles, differentials,and equants) was costly: he was holding a calcula-tion method that in many cases gave evidence of beingfunctional.

An interesting position in this respect was that ofPh. van Lansbergen, a skilled mathematician and ex-pert in trigonometry, whose most famous work is per-haps Uranometriae (Middelburg, 1631) (Cat. 70). Inhis writings on astronomy he supported the Copernicanideas, and for this he was attacked by Morin in hisFamosi et antiqui problematis de telluris motu vel ...(Paris 1631) and by Libert Froidmond in Anti-Ari -starchus; sive orbis-terrae immobilis; liber I (Ant werp1631). Although he was a follower of Copernicus, vanLansbergen did not accept Kepler’s planetary theory.His Tabulae motuum coelestium per petuae (Middel-burg 1632), based on the theory of epicycles, weremuch more used by astronomers, although they wereworth less than the Rudolphine tables of Kepler of1627 (so called because dedicated to the EmperorRudolph II).

In search of observational data

Thus began, of course, a diligent search for ob-

servational data. We find an unexpected abundanceof publications devoted to the collection and compar-ison of observation tables. In a single volume, the re-sults could be organized according to the Ptolemaictables, the Alfonsine tables, the tables of Reinhold(called Prutenic), the Tychonic tables, the Galileantables and so on; simultaneously the details of the rel-evant theoretical systems of the world were provided.Witness to this are the approximately contemporary ef-forts in Sidereus Nuncius of the Tabulae Frisicaelunae-solares quadruplices of N. Mulerius (1564-1630) (Cat. 20) and of the Disquisitiones mathemat-icae of J. G. Locher (around 1592-1633) (Cat. 35), aswell as the successive works of G. Biancani (1566-1624) (Cat. 21), L. Eichstadt (1596-1660) (Cat. 73)and N. Mercator (1620-1687) (Cat. 32). The simplequestion of honesty forced a debate about the coexis-tence of alternative systems: that seems to have beenthe motivation of the Jesuit A. Kircher (1602-1680)for setting a comparison between the Ptolemaic, Pla-tonic, Egyptian, tychonic, semi-tychonic and Coper-nican systems in the ninth paragraph of his Iterexstaticum coeleste (1671) (Cat. 29).

This was also the problem of comparing systemsof reference in the techniques of making globes, towhich we will return later: this is made manifest inInstitution astronomique de l’usage des globes etsphères célestes et terrestres, comprise en deux par-ties, l’une suivant l’hypothèse de Ptolémeée... l’autreselon l’intention de Copernicus ... by W. J. Bleau(1571-1638) (Cat. 69).

One can say that the Galilean telescope, or thetelescope which was pointed at the sky and perfectedin a short time until it became the mirror telescope ofNewton, was the true protagonist of the story of a cen-tury. All scientists, Catholic or not, were quick to getthe best one available: we have already named Ricci-oli, but we can think of his pupil Cassini, who becamewell known because of his comments, then used anddistributed by E. Manfredi (1674-1739) in Novissi-mae Ephemerides motuum coelestium e cassinianistabulis ad meridianum Bononiae Supputatae (1725)(Cat. 86). Cassini himself was distinguished for hav-ing developed the Ga lileo project to calculate longitudeusing terrestrial satellites of Jupiter (EphemeridesBononienses Me di ceorum syderum, 1668; Les Hy-poteses et les tables des satellites de Jupiter, inDivers ouvrages d’astronomie, pp. [363]-548) (Cat.34). We shall return later on the consequences of thismeasurement for geodesy.

So the efforts of astronomers in the collection ofdata multiplied, not only in relation to determining theproper reference system, as has already been said, butalso in relation to the description of specific phenom-ena and other celestial objects. These were obviously in-volved in the quaestio magna: the solar and lunar38

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ne è una evidente prova: le 195 asserzioni per rista-bilire l’esatto sistema del mondo sono integrate daltesto della condanna del 1633 a Galileo, quasi a raf-forzare la finalità probatoria dell’opera. Analoga-mente a questa “resistenza anticopernicana” aderìGiovanni Battista Riccioli, pubblicando l’Almage-stum novum (1651), l’ Astronomiae reformatae tomiduo (1665) (Cat. 76) e l’Argomento fisicomattematicodel Gio. Battista Riccioli ... contro il moto diurnodella Terra (1668) (Cat. 22). Nell’Astronomia refor-matae, coadiuvato dalle splen dide tavole del P. Gri-maldi, Riccioli poteva vantare di eseguire i suoicalcoli utilizzando le osservazioni telescopiche: tut-tavia, Riccioli cercava di menzionare tutti gli aspettiproblematici della nuova astronomia, rendicontandoi risultati della controparte. Gli argomenti antico-pernicani vengono studiati toccando proprio i nerviscoperti di quel sistema: è quanto sembra fare il ge-suita matematico H. Fabri (1607-1668), che saràmaestro di noti studiosi come G. Cassini (Cat. 34) ePh. de la Hire (Cat. 79), nel testo del 1665 Dialogiphysici in quibus de motu terrae disputatur (Cat. 30);proponendo i suoi argomenti in forma dialogica,Fabri si sofferma sulla questione del flusso e riflussodel mare, ovvero quella che Galileo aveva conside-rato la prova decisiva per il suo sistema, individuan-done la giusta causa nell’azione della Luna sul Sole.

Più di settant’anni dopo si sentiva ancora l’ur-genza di scendere in difesa di Galileo, sebbene su te-matiche non direttamente inerenti l’astronomia. È talela presenza nel 1712 del volume di G. Grandi Rispostaapologetica che verte su problemi di fisica (Cat. 36).

Non si tratta solo di motivi ideologici: il problematecnico della determinazione del sistema di riferi-mento era anche legato al fatto che i vecchi sistemi diderivazione tolemaica con le orbite circolari erano ef-ficaci per un motivo matematico che solo più tardi sicapirà. Il meccanismo di epicicli e deferenti era unmodo per ridurre i moti dei pianeti a funzioni trigono-metriche sinusoidali: i moderni dimostrarono l’equi-valenza tra una funzione e il suo sviluppo in una seriedi funzioni periodiche solo dopo lo sviluppo in serie diJ. Fourier (1768-1830). Ecco perché abbandonare To-lomeo (con il suo sistema a epicicli, deferenti, equanti)costava caro: nascondeva un metodo di calcolo che inmolti casi dava prova di essere funzionante.

Una posizione interessante in questo senso èquella di Ph. van Lansbergen, abile matematico e fineesperto di trigonometria, la cui opera più nota è forsela Uranometriae (Middelburg, 1631) (Cat. 70). Negliscritti di astronomia sostiene le idee copernicane eper questo fu attaccato da Morin nel suo Famosi etantiqui problematis de telluris motu vel … (Paris 1631)e da Libert Froidmond in Anti-Aristarchus; sive orbis-terrae immobilis; liber I (Antwerp 1631). Sebbenefosse un seguace di Copernico, van Lansbergen nonaccettò le teorie planetarie di Kepler. Le sue Tabulaemotuum coelestium perpetuae (Middelburg, 1632), ba-sate sulla teoria degli epicicli, erano molto più usatedagli astronomi, sebbene fossero di valore molto infe-riore alle tavole rudolfine di Kepler del 1627 (cosìdette perché dedicate all’imperatore Rodolfo II).

Alla ricerca di dati osservativi

Iniziò così, evidentemente, una ricerca assiduadi dati osservativi. Troviamo un’abbondanza impen-sata di pubblicazioni dedicate alla raccolta e al con-fronto tra tavole osservative: sovente nello stessovolume sono riportati i computi organizzati secondo letavole tolemaiche, le tavole alfonsine, le tavole diReinhold (le cosiddette pruteniche), le tavole tychoni-che, le tavole galileiane e via dicendo; contempora-neamente vengono forniti i dettagli teorici dei relativisistemi del mondo. Ne danno testimonianza gli sforzisostanzialmente contemporanei al Sidereus Nunciusdelle Tabulae Frisicae lunae-solares quadruplices di N.Mulerius (1564-1630) (Cat. 20) e delle Disquisitionesmathematicae di J. G. Locher (1592-1633 circa) (Cat.35), nonché i successivi lavori di G. Biancani (1566-1624) (Cat. 21), L. Eichstadt (1596-1660) (Cat. 73) eN. Mercator (1620-1687) (Cat. 32). Così divenne im-pensabile non disquisire circa la compresenza di si-

Orazio Grassi, Ratio Ponderum, 1627 (Cat. 25).

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eclipses, the description of the lunar surface, the obser-vation of planets like Venus, Saturn and Jupiter, aber-ration, determining the longitudes, and so on. We willtry to comment briefly on this wealth of experience.Solar and lunar eclipses have always been an issue ofinterest especially for the philosophers of nature, somuch so that the man who is considered the firstphilosopher of the West predicted one and therebygreatly impressed his countrymen (eclipse of 585 BC,Herodotus I 74.2). This practice was never suspendedand we find it again in the period we are studying, inG. Eberbach (fl. 1573-1577), who between 1573 and1576 published several texts on the issue (Cat. 53, 54,57). Shortly after, we find L. Eichstadt with Pars prima[-altera] ephemeridum novarum dated 1634-39 whodedicates a specific section to the problem (Cat. 73); toindicate that the interest in the issue remains constantin the following two centuries, we can refer to Scientiaeclipsium ex imperio, et commercio sinarum illustrata,complectens Integras constructiones astronomicas P.Jacobi Philippi Simonelli, Observationes sinicas et c.P. Ignatii Kegler, Investigationes ordinis eclipsium P.Melchioris a Briga, published in Rome between 1744and 1747 (Cat. 96), up to Relazione delle osservazionifatte in Spagna durante l’eclisse totale del 18 luglio1860 by A. Secchi (1818-1878) (Cat. 98).

The interest in calculating the ephemeris, whichis intertwined with issues related with how to calculatethe local longitude, is broader and cuts across. This

topic was launched by Regiomontanus, who in 1474published the Ephemerides in Nuremberg, whichrecorded the positions of celestial bodies from 1475 to1506. This work was used by Christopher Columbus(1451-1506) and Amerigo Vespucci (1451-1516). Ina broader sense, the ephemerides are found in the writ-ings of G. Moleti (1531-1588) (Cat. 52) then of E.Zanotti (1709-1782) (Cat. 89, 90), E. Manfredi (Cat.87), and A. De Cesaris (1749-1832) (Cat. 95). Wemust mention again Eichstadt, who was the directsuccessor to Kepler from 1665 to 1680 in publishingthe annual ephemerides of the Sun, Moon and plan-ets: in this publication, launched in 1617, Kepler ap-plied his innovative principles (according to the firstand second law of the same Kepler, which will be ex-plained later). The same continued under the direc-tion of J. Hecker until 1680 and then again for theAcadémie des Sciences in Paris under the title of Con-naissance des temps. It is a clear example of how, fordecades, observational astronomy abundantly verifiedthe hypotheses of Kepler, even when it was used to re-solve the dispute between the tables of Kepler and thoseof Van Lansbergen, which has already been mentionedand which ended with the corrections brought aboutby J. Horrocks.

Instead the observation of individual celestial ob-jects was a more specific concern. Saturn, Jupiter andVenus had an obviously special position within the dis-putes about the world system, as already since Galileo40

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Nicolaus Mulerius, Tabulae Frisicae,

1611 (Cat. 20).

Giuseppe Biancani,Sphaera mundi,

1653-1654 (Cat. 21).

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stemi alternativi, per una semplice questione di one-stà: tale sembra essere stata l’intenzione del gesuita A.Kircher (1602-1680) quando ha impostato una com-parazione tra il sistema tolemaico, platonico, egizio,tychonico, semi-tychonico e copernicano nel nono pa-ragrafo del suo Iter exstaticum coeleste (1671) (Cat. 29).

Tale rimase anche il problema di confrontare isistemi di riferimento nelle tecniche di costruzionedei globi, argomento sul quale si tornerà più avanti:ne danno testimonianza le Institution astronomiquede l’usage des globes et sphères célestes et terrestres,comprise en deux parties, l’une suivant l’hypothèse dePtolémeée ... l’autre selon l’intention de Copernicus ...di W. J. Blaeu (1571-1638) (Cat. 69).

Si può dire che il telescopio galileiano, ovveroil telescopio puntato al cielo e perfezionato nel girodi poco tempo fino a divenire il telescopio a spec-chio di Newton, si fa il vero protagonista della storiadi un secolo. Tutti gli scienziati, cattolici o non, si af-frettarono a procurarsene uno quanto migliore pos-sibile: abbiamo già nominato Riccioli, ma si puòpensare al suo allievo Cassini, che divenne assai notoproprio per le sue osservazioni, utilizzate e diffusepoi da E. Manfredi (1674-1739) in Novissimae Ephe-merides motuum coelestium e cassinianis tabulis admeridianum Bononiae Supputatae (1725) (Cat. 86).Lo stesso Cassini si era distinto per aver realizzato ilprogetto galileiano di calcolare la longitudine terre-stre mediante i satelliti di Giove (Ephemerides Bo-nonienses Mediceorum syderum, 1668; Les Hypoteseset les tables des satellites de Jupiter, in Divers ouvra-ges d’astronomie, pp. [363]-548) (Cat. 34). Avremomodo di tornare più avanti sulle conseguenze di que-sta misurazione per la geodesia.

Così si moltiplicarono gli sforzi degli astronominella raccolta di dati: non solo in relazione della de-terminazione del giusto sistema di riferimento, come èstato già detto. Ma anche in relazione alla descrizionedi altri specifici fenomeni e oggetti celesti, che eranoovviamente coinvolti nella quaestio magna: le eclissisolari e lunari, la descrizione della superficie lunare,l’osservazione dei pianeti come Venere, Saturno eGiove, l’aberrazione, la determinazione delle longitu-dini e così via. Proveremo a commentare brevementequesta ricchezza di esperienze. Le eclissi solari e lu-nari avevano da sempre impegnato particolarmente ifilosofi della natura, tanto che proprio colui che è con-siderato primo filosofo dell’Occidente ne predisse unae con ciò impressionò grandemente i suoi compatrioti(eclissi del 585 a.C., Herodotus I 74.2). La pratica nonfu mai sospesa e la ritroviamo nel periodo di nostro in-teresse con G. Eberbach (fl. 1573-1577), che tra il1573 e 1576 pubblicò diversi testi relativi alla que-stione (Cat. 53, 54, 57). Poco dopo troviamo L. Ei-chstadt con la Pars prima [-altera] ephemeridumnovarum del 1634-39 che dedica una parte specifica

al problema (Cat. 73); a testimonianza che l’interessenon venne mai meno nei due secoli seguenti, si trovala Scientia eclipsium ex imperio, et commercio sinarumillustrata, complectens Integras constructiones astrono-micas P. Jacobi Philippi Simonelli, Observationes sini-cas et c. P. Ignatii Kegler, Investigationes ordiniseclipsium P. Melchioris a Briga, pubblicata a Roma trail 1744 e il 1747 (Cat. 96), fino alla Relazione delle os-servazioni fatte in Spagna durante l’eclisse totale del18 luglio 1860 di p. A. Secchi (1818-1878) (Cat. 98).

Più trasversale e ampio è l’interesse al calcolodelle effemeridi, che si intreccia a questioni correlatecome il calcolo delle longitudini locali. Questo generesembra avviato dal Regiomontano, che nel 1474 pub-blicò a Norimberga le Ephemerides, che riportavano leposizioni dei corpi celesti dal 1475 al 1506. Di que-st’opera fecero uso Cristoforo Colombo (1451-1506) eAmerigo Vespucci (1451-1516). In senso più ampio ilgenere delle effemeridi trova traccia negli scritti di G.Moleti (1531-1588) (Cat. 52) e poi di E. Zanotti (1709-1782) (Cat. 89, 90), E. Manfredi (Cat. 87), A. De Ce-saris (1749-1832) (Cat. 95). Va invece nominatoan cora una volta Eichstadt, che fu il successore di Ke-pler nel dirigere dal 1665 al 1680 la pubblicazionedelle effemeridi annuali di Sole, Luna e pianeti: inqueste pubblicazioni, avviate nel 1617, Kepler appli-cava i suoi innovativi principi (relativi alla prima e se-conda legge di Kepler, delle quali si dirà più avanti).Le medesime proseguirono sotto la direzione di J.Hecker fino al 1680, e poi ancora per l’Académie desSciences di Parigi sotto il titolo di Connaissance des

Athanasius Kircher, Iter exstaticum, 1671 (Cat. 29).

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they had been presented as special objects of the newastronomy: F. Bianchini (1662-1729) – an intellec-tual who distinguished himself in the reconstruction ofthe Julian calendar, the construction of the sundial inthe church of St. Mary of the Angels in Rome, and thereprinting of the Liber pontificalis commissioned byPope Benedict XIII, published in 1728 the famousHesperi et Phosphori nova phaenomena (Cat. 80).This text also provides instructions for constructing theglobe of Venus (which he had already constructed theprevious year) and sets the value of the constant of theinclination of the axis in reference to the orbit of theplanet. Bianchini had in fact carefully studied thisplanet, attempting to discover its spots and its rota-tion time (these measurements, in reality, were onlyachieved effectively with modern radar techniques).

The Jesuit Boschovich (1711-1787), mathema -tician of the Roman College, published in 1756 De in-aequalitatibus quas Saturnus et Jupiter sibi mutuovidentur inducere praesertim circa tempus conjunc-tionis (Cat. 93). Also interested in the problem of theaberration of light and in the measurement of themeridian between Rome and Rimini, he contributed tothe topographic research on the Pontifical State. Aboveall, however, in Theoria Philosophiae Naturalis(1758), he disseminated Newtonianism, affirming theuniversal value of gravitation in all physical phenom-ena, conceiving matter as consisting of an ensemble ofindivisible particles, and influencing pro foundly thefollowing wave of physicists.

Other short-term considerations cannot excludethe observation of the lunar surface. The first drawingsof the Moon, as is well known, were made with the useof the telescope in the Sidereus Nucius by the hand ofGalileo: they became authoritative in the matter and ina short time a true selenography could be put together.This term, in particular, gives its title to the famouswork of J. Hevelius (1611-1687), Selenographia in1647 (Cat. 74): here, for the first time, the lunar li-bration was represented, more than half-moon (usingtwo overlapping circles) and the issue of the similaritybetween earth and moon was revived. But Hevelius hadhad predecessors: in 1616 Fr. Scheiner and in 1619Malapaert had graphed the lunar surface, althoughthey were largely overshadowed by Claude Mellan,who had lent his sharp artistry to Peiresc and Gas -sendi, reproducing the first quarter, the full moon andthe last quarter. Later, in 1645, Van Langren repre-sented the moon calling the dark spots “sea”, “ocean”... convinced that they were expanses of water. As far asnaming lunar sites, however, Riccioli brought im-provements: going back to the work of Hevelius and as-sisted by Fr. Grimaldi (who discovered the diffractionof light), he introduced simpler names. The seleno-graphic activity would not stop, however, with Ricci-oli, but would continue with Kircher, Cassini and Fr.de la Hire (1640-1718) and many others.

Finally, one must not forget the interest in theSun: starting from the work of Fr. Scheiner and hisSol elliptic of 1615 (Cat. 66), Secchi made it the ob-ject of his study. The famous Italian astronomer, pro-fessor at the Gregorian University and director of theAstronomical Observatory of the Roman College (Cat.97), perfected observation techniques with the spec-troscope, founding astrophysics. Through this method,he got amazing results in many areas, including thestudy of the solar limb, disclosed in the work Le soleil(Cat. 99), published in Paris between 1875 and 1877.

The emergence of the issue of observation is closelylinked to the experimental question. The new scientificmethod had irrevocably introduced this dimension; bothin theory and in practical terms it was felt that therewas a need to delineate the standards by which toprogress. Never before had the theorists worked in thisfashion alongside the technicians: a case in point is es-tablished by the brothers Petrus and Jan van Mus schen-broek. With their families they were engaged in themanufacturing and construction of instruments, somuch so that they were mentioned also by C. Huygensand other scientists of the time as manufacturers of tel-escopes. Jan (1687-1748) collaborated with W. J. Gra -vesande (1688-1742), who extensively used his tools.These could be studied in the book of Gravesande,Physices elementa matematica experimentis confir-mata (Leiden 1720-21; 2 ed. 1742) (Cat. 128) andcontributed vastly to the framing of Gravesande’s nat-42

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Angelo Secchi, Relazione

delle osservazioni fatte in Spagna, 1860 (Cat. 98).

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temps. È un evidente esempio di come, per decenni, ful’astronomia osservativa a verificare abbondantementele ipotesi di Kepler. Anche quando si trattò di verifi-care la disputa tra le tavole di Kepler e quelle di vanLansbergen, a cui già si è fatto cenno e che si con-cluse con le correzioni che J. Horrocks apportò.

Più specifico è invece l’interessamento all’os-servazione di singoli oggetti celesti. Saturno, Giove eVenere godono evidentemente di una posizione parti-colare entro le dispute sul sistema del mondo, inquanto già da Galileo si erano presentati come oggettispeciali della nuova astronomia. F. Bianchini (1662-1729), intellettuale che si distinguerà per la ricostru-zione del calendario giuliano, per la costruzione dellameridiana nella chiesa di S. Maria degli Angeli inRoma e per la ristampa del Liber pontificalis su inca-rico di papa Benedetto XIII, pubblica nel 1728 il ce-lebre Hesperi et Phosphori nova phaenomena (Cat.80). In questo testo fornisce anche le istruzioni per larealizzazione del globo di Venere (da lui già realiz-zato l’anno precedente) e stabilisce l’inclinazionedella costante inclinazione dell’asse al piano dell’or-bita. Bian chini aveva infatti studiato accuratamente ilpianeta Venere, credendo di scoprirne le macchie e iltempo di rotazione (misurazione in realtà realizzataefficacemente solo con le moderne tecniche radar).

Il gesuita Boschovich (1711-1787), matematicodel Collegio romano, nel 1756 pubblicò il De inae-qualitatibus quas Saturnus et Jupiter sibi mutuo vi-dentur inducere praesertim circa tempus conjunctionis(Cat. 93). Interessato anche al problema dell’aberra-zione della luce e della misura del meridiano tra Ro -ma e Rimini, contribuì a ricerche topografiche sulloStato Pontificio. Soprattutto, però, nella Theoria Phi-losophiae Naturalis (1758) diffuse il newtonianesimo,affermò il valore universale del l’attrazione in tutti ifenomeni fisici e concepì la materia come costituitada un insieme di punti materiali indivisibili, influen-zando profondamente la fisica successiva.

Altre brevi considerazioni non possono esclu-dere l’osservazione della superficie lunare. I primidisegni della Luna fatti con l’uso del telescopio si eb-bero, come è ben noto, nel Sidereus Nuncius per lamano di Galileo: essi si imposero con vincente vigorese nel giro di pochissimi lustri potè configurarsi unavera e propria selenografia. Questo termine, in par-ticolare, dà il titolo alla celebre opera di J. Hevelius(1611-1687), la Selenographia del 1647 (Cat. 74):qui per la prima volta fu rappresentata la librazionelunare, ovvero più di mezza Luna (ricorrendo a duecerchi sovrapposti) e si tornò a insistere sulla somi-glianza tra Terra e luna. Ma Hevelius aveva avuto deipredecessori: nel 1616 p. Scheiner e nel 1619 Mala-paert avevano rappresentato graficamente la super-ficie lunare, sebbene ampiamente superati da ClaudeMellan, il quale aveva prestato la propria arte inci-

soria a Peiresc e Gassendi, riproducendo primo quar -to, Luna piena e ultimo quarto. In seguito nel 1645van Langren aveva rappresentato la Luna denomi-nando le macchie scure “mare”, “oceano”, … con-vinto che si trattasse di distese d’acqua. Rispetto allanomenclatura dei luoghi lunari sarà però Riccioli adavere la meglio: riprendendo i lavori di Hevelius ecoadiuvato da p. Grimaldi (colui che scoprirà la dif-frazione della luce), inserirà denominazioni più sem-plici. L’attività selenografica non si fermerà certo conRiccioli, ma proseguirà con Kircher, Cassini e P. dela Hire (1640-1718) e molti altri ancora.

Non va infine dimenticato l’interesse per il Sole:a partire dal p. Scheiner e il suo Sol elliptic del 1615(Cat. 66), esso fu oggetto di studio da parte di Secchi.Il noto astronomo italiano, professore all’Universitàgregoriana e direttore dell’Osservatorio astronomicodel Collegio romano (Cat. 97), perfezionò le tecnichedi osservazione con lo spettroscopio, fondando l’astro- fisica. Ottenne così risultati sorprendenti in molti am-biti, tra cui proprio quello dello studio del bordosolare, divulgati nell’opera Le soleil (Cat. 99), pubbli-cata a Parigi tra il 1875 e il 1877.

L’imporsi della questione osservativa si intrec-ciò alla questione sperimentale. Il nuovo metododella scienza prevedeva irrevocabilmente questa di-mensione, tanto che sia sul piano teorico sia sulpiano pratico si sentì il bisogno di delineare gli stan-

Eustachio Zanotti, Ephemerides motuumcaelestium, 1762 (Cat. 89).

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ural philosophy (Philosophiae Newtonianae institu-tiones, in usus academicos G. J’s Gravesande, 1749(Cat. 111)). Petrus van Musschenbroek (1692-1761)(Cat. 112, 113), with his brother, cultivated a friendshipwith Gravesande. He developed an experimental phi-losophy along the lines of Gravesande and Newton,using the tools of his brother, and soon became knownthroughout Europe.

Soon the dissemination of real books for the use oftechniques and astronomical instruments became nec-essary. A strong emphasis was placed on the use of theastrolabe and watches for determining time: already in1549 the Jesuits had been using the manual of Fr.Catena (Cat. 50), and a little more than thirty yearslater the same Clavius contributed greatly to the reso-lution of these technical problems with more works(Gnomonices libri octo, 1581 (Cat. 58); Fabrica etusus instrumenti ad horologiorum descriptionem pe- rop portuni, 1586 (Cat. 60); Astrolabium, 1593 (Cat.61); Horologiorum nova descriptio, 1599 (Cat. 62);Compendium brevissimum describendorum horolo-giorum horizontalium ac declinantium, 1603 (Cat. 59);

Tabulae astronomicae nonnullae ad horologiorum con-structionem …, 1605 (Cat. 56)). There were also minorcontributions by V. Regnard (fl. 1610) (Cat. 64), G. B.Vimercati (16th century) (Cat. 77) and L. Quadri (1700-1748) (Cat. 91), up to those of G. Fuligatti (1549-1633) (Cat. 65) and Kircher (1602-1680) (Cat. 67).

The production of terrestrial and celestial globeswas significant: we already named F. Bianchini forthe construction of the globe of Venus. But this prac-tice was far more extensive, and carried an element ofprestige for many technicians. Among these craftsmen,we must remember the aforementioned Bleau, and theless renowned N. Bion. The latter, whose laboratorywas in Paris, received the title of Engineer of the Kingfor Mathematical Tools, although no major technicalinnovation can be attributed to him. He was un-doubtedly very clever in manually constructing globes,sundials and mathematical instruments, but in par-ticular, unlike his colleagues, he published severalpamphlets and treatises that must have made himsomewhat famous: among them is L’usage des globescelestes et terrestres, published in some six editionsbetween 1699 and 1751 (Cat. 78). Something similarcould be said of G. Adams (1720-1773), who worked44

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Angelo Secchi, Descrizione del nuovo

osservatorio, 1856 (Cat. 97).

Angelo Secchi, Le soleil,

1875-1877 (Cat. 99).

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dard entro i quali potersi muovere. Mai come in que-sto momenti i teorici lavorarono a fianco dei tecnici:un caso emblematico è costituito dai fratelli Petrus eJan van Musschenbroek. Con i loro familiari eranoimpegnati nella manifattura e costruzione di stru-menti, tanto da essere citati anche da C. Huygens eda altri scienziati del tempo come costruttori di tele-scopi. Jan (1687-1748) collaborò con W. J. Grave-sande (1688-1742), che utilizzò ampiamente i suoistrumenti. Questi poterono essere studiati proprio nellibro di Gravesande Physices elementa matematicaexperimentis confirmata (Leiden 1720-21; 2 ed.1742) (Cat. 128) e contribuirono ampiamente alla de-lineazione della filosofia naturale del medesimo(Philosophiae Newtonianae institutiones, in usus aca-demicos G. J’s Gravesande, 1749 (Cat. 111)). Petrusvan Musschenbroek (1692-1761) (Cat. 112, 113) col-tivò col fratello l’amicizia e la filosofia di Grave-sande. Elaborò una filosofia sperimentale sulle lineedi Gravesande e Newton, usando gli strumenti delfratello e divenendo ben presto noto in tutta Europa.

Si rese così necessaria la diffusione di veri e pro-pri manuali per l’uso delle tecniche e degli strumentiastronomici. Una forte attenzione riguardò l’uso del-l’astrolabio e degli orologi per la determinazione delleore: già nel 1549 i Gesuiti si erano premuniti del ma-nuale di P. Catena (Cat. 50), e poco più di trent’annidopo lo stesso Clavio contribuì enormemente a que-sti problemi tecnici con più opere (Gnomonices libriocto, 1581 (Cat. 58); Fabrica et usus instrumenti adhorologiorum descriptionem peropportuni, 1586 (Cat.60); Astrolabium, 1593 (Cat. 61); Horologiorum novadescriptio, 1599 (Cat. 62); Compendium brevissimumdescribendorum horologiorum horizontalium ac decli-nantium, 1603 (Cat. 59); Tabulae astronomicae non-nullae ad horologiorum constructionem …, 1605 (Cat.56)). Si hanno ancora i contributi minori di V. Re-gnard (fl. 1610) (Cat. 64), G. B. Vimercati (sec. XVI)(Cat. 77) e L. Quadri (1700-1748) (Cat. 91), fino aquelli di G. Fuligatti (1549-1633) (Cat. 65) e Kircher(1602-1680) (Cat. 67).

Significativa la produzione di globi celesti e ter-restri: è stato già nominato F. Bianchini in relazionealla costruzione del globo di Venere. Ma questa prassiera ben più ampia, e costituì per molti tecnici un ele-mento di prestigio. Tra questi artigiani va ricordato ilgià citato Bleau, e il minore N. Bion. Quest’ultimo, ilcui laboratorio era a Parigi, ricevette il titolo di inge-gnere del re per gli strumenti matematici, pur se nes-suna importante innovazione tecnica gli può essereattribuita. Senza dubbio doveva essere molto abilemanualmente nella costruzione di globi, meridiane estrumenti matematici; soprattutto, diversamente daicolleghi, pubblicò alcuni libelli e trattati che gli do-vettero rendere una certa fama, tra questi L’usage desglobes celeste et terrestre, pubblicato in ben sei edi-

zioni tra il 1699 e il 1751 (Cat. 78). Qualcosa di ana-logo si potrebbe dire di G. Adams (1720-1773), chelavorò al servizio del re Giorgio III; tra le sue opere lapiù conosciuta è A Treatise describing new celestialand terrestrial Globes, edito nel 1766 e in quinta edi-zione nel 1782 (Cat. 94).

Il Seicento e il Settecento: la definizione di uno standard disciplinareper l’astronomia e l’ottica

Descrivendo l’aspetto più pratico dell’astrono-mia siamo stati costretti a spingerci fino alla secondametà del XVIII. Vanno però chiarite alcune questionirelative alla definizione della materia emerse già du-rante il XVI secolo. È stata fatta menzione del Side-reus Nuncius, che rappresenta un contrassegnosto riografico per l’avvio di nuove tecniche e risultatiosservativi. Ma il secolo è aperto da un altro studioche ha segnato l’avvio della nuova astronomia: l’Astro- nomia nova, pubblicata da Johannes Kepler nel 1609,fornisce importanti novità cercando di fornire moti-vazioni teoriche, elaborate negli anni di assistentatoa Tycho Brahe. Prima di tutto egli sta bilisce la posi-zione del Sole al centro del cosmo, assegnandogli lacapacità di influire sul moto dei corpi circostanti.Kepler si rifà al principio copernicano per cui au-mentando la distanza dal Sole diminuisce la velocitàdei pianeti, sia rispetto al sole (velocità angolare) cherispetto alle loro orbite (velocità lineare), ricondu-cendolo al metodo tolemaico dell’equante applicato,però, a una circonferenza avente per centro il Sole.Sfruttando ampiamente le osservazioni di Tycho e del

Cristoph Grienberger, Catalogus, 1612 (Cat. 68).

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in the service of King George III; the best known of hisworks is A Treatise Describing New Celestial andTerrestrial Globes, published in 1766 and again witha fifth edition in 1782 (Cat. 94).

The seventeenth and eighteenth centuries:the definition of a discipline standard for astronomy and optics

To describe the more practical aspects of astron-omy, we are forced to go into the second half of theeighteenth century. We must, however, clarify some is-sues concerning the definition of matter that were al-ready emerging during the sixteenth century. Mentionhas been made of the Sidereus Nuncius, which is ahistoriographic marker for the start of new techniquesand observational results. But the century was openedwith another study that marked the start of the newastronomy: the Astronomia nova, published by Jo-hannes Kepler in 1609, demonstrates innovative ap-proaches to providing theoretical explanations thatwere developed over years of assistance to TychoBrahe. First of all, he establishes the position of thesun at the center of the cosmos, giving it the ability toinfluence the motion of bodies around. Kepler refersto the Copernican principle that increasing the dis-

tance from the Sun decreases the speed of the planets,both relative to the sun (angular velocity) and rela-tive to their orbits (linear velocity). However, he at-tributes it to the Ptolemaic method of the appliedequant, in a circle having the Sun as its center. Mak-ing ample use of the observations of Tycho and his col-laborator Longomontanus, Kepler devoted great effortto determine the motion of Mars and, through wind-ing paths not always easy to understand, he came tothe determination of the so-called “law of areas” (or“second law of Kepler”) while maintaining the circu-larity of orbits. Later, he came to the determination ofelliptic orbits (“Kepler’s first law”). Ten years later, inHarmonices mundi (1619), Kepler formulated the so-called “third law,” on the proportionality between thesquares of the periods of revolution of the planets andthe cubes of the semiaxis major of their orbits.

Kepler’s approach to astronomy is completely op-posite to that of Galileo, which was much more under-standable to the layman. The principles of astro nomyof Galileo were centered around the equality of celestialphysics with that of Earth, as demonstrated by themountains seen on the Moon; the satellites of Jupitermade the earth only one of the planets to have satellites;sunspots showed the corruptibility of the celestial body;and especially the phases of Venus showed the planet’srotation around the Sun. Because of the harsh diffi-culties Galileo had with the Catholic world, he adoptedthe Copernican system along with that of Tycho, safe-guarding the centrality of Earth in the Universe, therevolution of the sun and moon around it, and the rev-olution of the planets (Mercury, Venus, Mars, Jupiterand Saturn) around the Sun. Of course the weak pointof the theory of Galileo was still his attempt to justifythe Earth’s motion by the tides; however this did notprevent, especially outside of Italy, Catholics such asGassendi to openly support Copernicus.

One could say that the seventeenth century closedwith two most prominent names: J. Flamsteed (1646-1719), who made possible the confirmation of Hor-rocks’ theory of the moon, aligning the laws of Keplerwith the data recorded during the eclipses; and con-nectedly E. Halley (1656-1742), whose first significantexperiences in astronomy were linked to an expeditionto the island of St. Helen (1676-78) to produce a starmap of the southern hemisphere. Joining I. Newton,Halley was encouraged to take up those studies thatwould result in the establishment of Principia mathe-matica (Cat. 71) and on the basis of which he was thenable to locate the comet which still bears his name.

It was Newton who built the synthesis needed bymodern science and astronomy: from a theoretical pointof view the formulation of the law of gravitation (theinverse of the square) and of the three laws of dynam-ics (inertia principle, the principle of proportionality be-tween force and acceleration of the body to which it is46

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Angelo Secchi, Le soleil,

1875-1877 (Cat. 99).

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suo collaboratore Longomontano, Kepler dedicògrandi fatiche alla determinazione del moto di Martee, per vie tortuose e non sempre facilmente intuibili,giunse alla determinazione della cosiddetta “leggedelle aree” (o “seconda legge di Kepler”), pur man-tenendo circolari le orbite. In un secondo momentogiunse alla determinazione delle orbite ellittiche(“prima legge di Kepler”). Dieci anni più tardi, negli

Harmonices mundi del 1619, Kepler formulò la co-sid detta “terza legge” sulla proporzionalità tra i qua-drati dei periodi di rivoluzione dei pianeti e i cubidei semiassi maggiori delle loro orbite.

L’approccio di Kepler all’astronomia è di segnocompletamente opposto a quello di Galileo, che in-vece era molto più comprensibile anche ai non addettiai lavori. I principi dell’astronomia di Galileo eranol’uguaglianza della fisica celeste con quella terrestre,dimostrata dalle montagne osservate sulla Luna; i sa-telliti di Giove rendevano la Terra solo uno dei pianetiaventi satelliti; le macchie solari dimostravano la cor-ruttibilità del corpo celeste; e soprattutto le fasi di Ve-nere dimostravano la rotazione del pianeta attorno alSole. In virtù delle aspre difficoltà avute da Galileocon il mondo cattolico, si ovviò al sistema copernicanocon quello di Tycho, capace di salvaguardare la cen-tralità della Terra nell’Universo, attorno al quale ruo-tano Sole e Luna, mentre i pianeti (Mercurio, Venere,

Marte, Giove e Saturno) ruotano attorno al Sole. Certoil punto debole della teoria di Galileo restava la pre-tesa di individuare nelle maree la prova definitiva delmoto della Terra; ciò però non impedì, soprattutto fuoridell’Italia, a cattolici come Gassendi di sostenereapertamente il copernicanesimo.

Si potrebbe dire che il Seicento si chiuse conaltri due nomi di spicco. J. Flamsteed (1646-1719)

rese possibile la conferma della teoria della Luna diHorrocks, capace di accordare le leggi di Kepler coni dati registrati durante le eclissi; a Flamsteed si legail nome di E. Halley (1656-1742), le cui prime si-gnificative esperienze di astronomo furono legate auna spedizione nell’Isola di S. Elena (1676-78) perredigere una mappa stellare dell’emisfero australe.Si giunse così a I. Newton, incoraggiato dallo stessoHalley a intraprendere quegli studi che lo avrebberoportato alla stesura dei Philosophiae naturalis prin-cipia mathematica (Cat. 71) e in base ai quali fu poicapace di individuare quella cometa che ancoraporta il suo nome.

Sarà comunque Newton a costruire la sintesi dicui la scienza moderna, e anche l’astronomia, avevaormai bisogno: da un punto di vista teorico fu impre-scindibile la formulazione della legge di gravitazione(quella dell’inverso del quadrato) e delle tre leggidella dinamica (principio di inerzia, principio della

Christoph Clavius, Fabrica et usus instrumenti, 1586 (Cat. 60).

Christoph Clavius, Astrolabium, 1586 (Cat. 61).

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applied, and the principle of action-reaction) were es-sential, as well as the significant contributions to op-tics. Newton was also able to give an importantcontribution to method, integrating Cartesian directivesand Galilean experiments with the deductive methodthrough which the Principia were presented. At thesame time he gave the mathematical tools to physicsthat were useful for the definition and understanding ofmany problems. Referring in particular to astronomy,Newton dealt with several issues, including the librationand irregularities of the motions of the moon and theproblem of the ellipsoidal shape of the Earth.

This had particular resonance because of the re-search done for the determination of longitude, res-olutely initiated by Picard between 1668 and 1670 atthe Paris Observatory. His data was refined by G. D.Cassini, as was mentioned above, and by the as-tronomer’s son, Jacques. The latter refined the datapublished in 1720 in De la grandeur et de la figure dela Terre, and it was distributed in manuscript form byL. M. de Maupertuis (1698-1759) under the title Ex-trait chine Dissertation de M. Cassini le jeune Sur laFigure de la Terre , along with other writings (Cat.108). It was indeed Maupertuis who would lead the

expedition to Lapland to measure the earth’s merid-ian, where they established the certainty of the polarflattening of the Earth. Studies of the meridian con-tinued, aided by the French and British governmentswho needed accurate data to avoid errors in the de-termination of trade routes and thus avoid the risk oflosses. In the Papal States, around the middle of theeighteenth century, the measurements of Boschovichand C. Maire were important. But it took until themethod of least squares of N. Bowditch (1773-1838)for calculations to be more uniform: in the nineteenthcentury, then, the problem of the shape of the Earthchanged, under the leadership of F. W. Bessel (1784-1846), in determining the form in relation to thechange in density of the earth’s surface, giving as aresult what is called “geoid.”

The eighteenth century would continue on thesedirectives, asking cosmological questions and makinguse of still new instrumentation, as well as a morepowerful mathematics involving the names from Eulerand Lagrange to Gauss. This allowed for a precisionthat made the astronomy the “queen of sciences” inthe opinion of the historian W. Whewell (1794-1866).Astronomie (1792) and Mécanique Celeste (1798-99) by J. J. Le Français de Lalande (1732-1807),seemed to give a symbolic closing to the century withthe collected and arranged observations of Delambrefrom Paris based on the theories of Laplace (an Ital-ian edition of Lalande was curated in 1796 by AbbotV. Chiminello (Cat. 47)). Before concluding this briefframework one cannot help making mention of a dis-cipline with which the observational astronomy wasdeeply intertwined and to which it had to give creditfor many of its achievements: optics.

After Galileo’s telescope was pointed at the sky,Kepler was the person who realized the urgency to setup a science of laws of that usage. His Ad Vitellionemparalipomeni, quibus astronomiae pars optica tradi-tur (1604) had already introduced optics to the pe-riod, formulating a theory of vision to explain theformation of images: he had been urged along theselines by T. Brahe, who had described the solar eclipseof 1598 through a camera obscura, or a perforatedpanel that collected light from the hole onto a screen.The puzzling thing was that the pictures were not tak-ing the shape of the hole but were always circular(even if the hole was, for example, square). Keplergave the correct explanation of the phenomenon (with-out knowing that it had already been given by Mau-rolico in Photismi de lumine in 1521), noting that atgood distance, the image takes the form of the sourceof light, while if it were decomposed, it divided intotiny overlapping copies of the form of the hole. He feltthat astronomy would never have progressed if it didnot have access to a complete theory of light. So, in1611 he published the Dioptrice, where he compared48

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Pietro Catena, Astrolabii,

1549 (Cat. 50).

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proporzionalità tra una forza e l’accelerazione delcorpo a cui è applicata, principio di azione-reazione),come anche dei notevoli contributi dati all’ottica;Newton seppe però dare anche una importante indi-cazione, integrando le direttive cartesiane e le speri-mentazioni galileiane al metodo deduttivo con ilquale i Principia si presentano; al contempo diedealla fisica gli strumenti matematici dell’analisi utilialla definizione e comprensione di molti problemi.Riferendosi in particolare all’astronomia, Newtontrattò diverse questioni, tra cui la librazione e le ir-regolarità dei moti della Luna e il problema dellaforma ellissoidale della Terra.

Quest’ultimo ebbe particolare risonanza, invirtù delle ricerche fatte per la determinazione dellalongitudine, avviata in maniera risolutiva da Picardtra il 1668 e il 1670 presso l’Osservatorio di Parigi.I suoi dati furono perfezionati da G. D. Cassini, comeè stato sopra accennato, e dal figlio dell’astronomoJacques. Costui raffinò il dato pubblicato poi nel1720 in De la grandeur et de la figure de la Terre,diffuso in forma manoscritta da L. M. de Maupertuis(1698-1759) con il titolo Extrait chine Dissertationde M. Cassini le jeune Sur la Figure de la Terre, in-sieme ad altri scritti (Cat. 108). Era stato infatti Mau-pertuis a guidare la spedizione in Lapponia per lamisurazione del meridiano terrestre: ne usciva concertezza lo schiac ciamento polare della Terra. Glistudi sul meridiano continuarono, sovvenzionati daigoverni francesi e inglesi che necessitavano di datiprecisi per evitare errori nella determinazione dellerotte commerciali e dunque evitare il rischio dellaperdita di carichi. Nello Stato pontificio intorno allametà del Settecento furono importanti le misurazionidi Boschovich e C. Maire. Ma bisognerà aspettare ilmetodo dei minimi quadrati di N. Bowditch (1773-1838) per avere calcoli maggiormente uniformi: nelcorso dell’Ottocento, poi, il problema della formadella Terra si modificò, sotto la guida di F. W. Bessel(1784-1846), in quello della determinazione dellaforma in relazione alla variazione di densità della su-perficie terrestre, dando come esito ciò che si chia-merà “geoide”.

Per tornare al Settecento, il secolo proseguirà suqueste direttive, interrogandosi su questioni cosmo-logiche e avvalendosi di ancora nuove strumentazioni,oltre che di una matematica ancora più potente checoinvolse i nomi da Euler, Lagrange fino a Gauss. Ciòconsentì il raggiungimento di una precisione che resel’astronomia la “regina delle scienze” nel giudiziodello storico W. Whewell (1794-1866): sembra avereun valore simbolico a chiusura del secolo la Astrono-mie (1792) e la Mécanique céleste (1798-99) di J. J. LeFrançais de Lalande (1732-1807), dove sono raccoltee sistemate la osservazioni di Parigi dovute a Delam-bre e basate sulle teorie di Laplace (una edizione ita-

liana di Lalande fu curata nel 1796 dall’abate V. Chi-minello (Cat. 47)). Prima di concludere questo sinte-tico quadro non si può non fare menzione di unadisciplina con la quale l’astronomia osservativa in-trecciò profondamente le sorti e alla quale dovette as-segnare il merito di molte delle sue conquiste: l’ottica.

Dopo che Galileo aveva puntato al cielo il tele-scopio chi si era reso conto dell’urgenza di impostareuna scienza delle leggi di tale uso fu Kepler. I suoi AdVitellionem paralipomeni, quibus astronomiae pars op-tica traditur (1604) avevano già aperto il secolo all’ot-tica, formulando una teoria della visione per spiegarela formazione delle immagini: su questa di rezione erastato sollecitato da T. Brahe che aveva descrittol’eclissi di sole del 1598 mediante una camera obscura,ovvero una tavola forata che raccoglieva la luce dalforo a uno schermo. La cosa che lasciava perplessi erache l’immagine raccolta non assumeva la forma delforo ma diveniva sempre circolare (anche se il foro era,ad esempio, quadrato). Kepler diede la giusta spiega-zione del fenomeno (senza sapere che era stata già datada Maurolico nel Photismi de lumine del 1521) rile-vando che a una distanza abbondante l’immagine as-sume la forma della sorgente luminosa, mentre se la siscomponeva risultava suddivisa in minutissime ripro-duzioni sovrapposte della forma del foro. Ritenne chel’astronomia non avrebbe mai progredito veramente senon avesse avuto a disposizione una teoria completadella luce. Così pubblicò nel 1611 la Dioptrice, doveparagonò l’occhio a una sfera colma d’acqua, nella

Giovanni Lodovico Quadri, Tavole gnomoniche, 1743 (Cat. 91).

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the eye to a sphere filled with water, in which the phe-nomenon of vision was similar to that of a lens. Thus,he was able to explain the operation of the lenses in thetelescope of Galileo, although it would only be B. Cav-alieri to identify the positioning of the focal points,around the middle of the century. These theoretical el-ements were essential to making the most powerful tel-escopes. Kepler’s theories were taken up, synthesizedand disseminated by Descartes in Dioptrique, spread-ing analyses for light’s phenomena such as refraction,rectilinear reflection, and propagation. The Frenchphilosopher gave a large contribution to optics (geo-metric) and publicized the use of the prism throughwhich he developed the “theory of change” (by whichthe colors are modifications of the sunlight).

Among those who helped seriously further the de-velopment of both geometric and physical optics, mustbe mentioned T. Hobbes, Fr. Grimaldi, and Hooke, whorespectively set up the problems of the particle vision oflight, diffraction and microscopic vision; among the Je-suits, we find F. Kircher and Eschinardi (1623-1703)(Cat. 117). In the eighteenth century optics rested onpreviously achieved results and concentrated on thegreat debate between particle theory and wave theory.The work that opened and dominated the century wascertainly Optiks by Newton (1704, later published inLatin in 1740 edited by S. Clarke (Cat. 119)), where heexpands the results presented in prior years on the de-composition of solar light in rays of different colors.Having worked on the laws of refraction, Newton alsoreduced the phenomena of reflection and diffraction toattractive and repulsive forces at short range betweenmatter and particles of light. The opposite side was sup-ported by C. Huygens, who in 1690 had presented hiswave theory in the Traité de la lumière, proposing whatis now known as the “Huygens’ principle”. Adopting aCartesian approach to the theory of light (where thelight is propagating as vibrations through elastic etherin short range), N. Malebranche (1638-1715) tried tointegrate this vision with Newton’s color theory: in thisway, each color was determined to have a frequency. J.II Bernoulli picked up these ideas and brought aboutnew ones, still without unifying the wave theory: thatrole fell to Euler, who in 1746 published his Nova theo-ria lucis et colorum. It would be the experimental re-search of T. Young (1773-1829) to provide new andessential perspectives on the controversy. But as dealingwith it would go beyond this exposé, it is desirable tobring up the name of A. Secchi, which has already beenmentioned. Following these discussions and subsequentstudies of spectrum analysis, Secchi thought to put be-fore the telescope an optical prism capable of splittingthe light from the stars and, in this fashion, initiatingthe physical-chemical study of celestial bodies: usingthe photographic and spectroscopic techniques that werebeing developed during the nineteenth century, Secchilaid the foundation of astrophysics and was able to ob-

tain good results in the classification of stars based onspectroscopic analysis.

And so, between the sixteenth and eighteenthcenturies, with the advancing scientific techniques andtheories, astronomy became more and more auto no -mous from astrology, with which it had long been con-nected or even confused, as evidenced by the title ofthe textbook of mathematics of J. Muñoz (1520-1592)Institutiones Arithmeticae ad percipiendam astrolo-giam of 1566 and by the astronomical and astrolog-ical activity of most scholars of the sixteenth andse venteenth century.

It is helpful to recall that there were other mar-ginal contacts between astronomy and meteorology(from C. Javello, sixteenth century (Cat. 15) to G.Toaldo, eighteenth century (Cat. 120)), but mostlyand most significantly with physics and mathemat-ics. This is not the proper place to go in depth into thatrelationship, but the connection between the advance-ment of trigonometric knowledge and the progress ofthe techniques of infinitesimal calculus is obvious, aswell as the connection with the new mechanics andthe new science of motion.50

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George Adams, New celestial

and terrestrial globes,1782 (Cat. 94).

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quale il fenomeno della visione era assimilabile aquello di una lente. In questo modo era in grado dispiegare il funzionamento delle lenti nel telescopio diGalileo, sebbene sarà soltanto B. Cavalieri, intorno allametà del secolo, a individuare il posizionamento deipunti focali. Questi elementi teorici erano indispensa-bili per rendere maggiormente potenti i telescopi. Leteorie di Kepler furono riprese, sintetizzate e divulgateda Descartes nella Dioptrique, diffondendo analisi re-lative ai fenomeni della luce quali rifrazione, rifles-sione e propagazione rettilinea. Il filosofo francesediede un ampio contributo all’ottica (geometrica) e afar conoscere l’uso del prisma, grazie al quale avevaelaborato la “teoria della modificazione” (per cui i co-lori sono modificazione della luce solare).

Tra coloro che contribuirono ulteriormente e se-riamente allo sviluppo dell’ottica, sia geometrica chefisica, vanno menzionati T. Hobbes, p. Grimaldi eHooke, che impostarono rispettivamente il problemadella visione corpuscolare della luce, della diffrazionee della visione microscopica; tra i Gesuiti troviamo Kir-cher e F. Eschinardi (1623-1703) (Cat. 117). Nel Set-tecento l’ottica sostò sui risultati precedentemente

raggiunti e si concentrò sulla grande diatriba tra teoriacorpuscolare e teoria ondulatoria. L’opera che apre edomina il secolo è senz’altro l’Optiks di Newton (1704,poi anche in edizione latina curata nel 1740 da S.Clarke (Cat. 119)), dove ampliava i risultati espostianni prima relativi alla scomposizione della luce so-lare in raggi di diversi colori. Avendo lavorato allalegge di rifrazione, Newton ridusse anche i fenomenidi riflessione e diffrazione a forze attrattive e repulsivea corto raggio tra la materia e i corpuscoli di luce. Laparte opposta era sostenuta da C. Huygens che nel1690 aveva esposto la sua teoria ondulatoria nel Traitéde la lumière, proponendo quello che oggi è conosciutocome “principio di Huygens”. Recuperando un ap-proccio cartesiano alla teoria della luce (nel quale laluce consisteva in vibrazioni propagantesi attraversoun etere elastico secondo brevi raggi d’azione) N. Ma-lebranche (1638-1715) provò a integrare questa visionecon la teoria dei colori di Newton: in questo modo ognicolore veniva ad avere una frequenza determinata. J. IIBernoulli riprese queste idee e ne apportò nuove, purnon unificando la teoria ondulatoria: tale ruolo spettò aEuler, che nel 1746 pubblicò la Nova theoria lucis etcolorum. Saranno le ricerche sperimentali di T. Young(1773-1829) a introdurre nella diatriba nuove e im-prescindibili prospettive. Ma poiché trattarne esule-rebbe dal presente lavoro, è preferibile fare un cennoal nome di A. Secchi, del resto già menzionato. Propriosulla scia di questi dibattiti e sui successivi studi del-l’analisi spettrale, Secchi pensò di anteporre al tele-scopio un prisma ottico, capace di scomporre la luceproveniente dalle stelle e avviare così lo studio fisico-chimico dei corpi celesti: ricorrendo alle tecniche fo-tografiche e spettroscopiche che si stavano sviluppandonel corso dell’Ottocento, Secchi gettò le basi del-l’astrofisica e poté ottenere ottimi risultati nella classi-ficazione delle stelle su base spettroscopica.

Tra XVI e XVIII secolo, così, con l’avanzare delletecniche e delle teorie scientifiche, l’astronomia si potérendere sempre più autonoma dall’astrologia, in con-nessione alla quale per lungo tempo era stata concepitao addirittura confusa, come si evince dal titolo del ma-nuale di matematica di J. Muñoz (1520-1592) Institu-tiones arithmeticae ad percipiendam astrologiam del1566 e dall’attività astronomica e astrologica di granparte degli studiosi del XVI e XVII secolo.

Altre frange di contatto che è utile ricordare sihanno tra astronomia e meteorologia (da C. Javello,XVI secolo (Cat. 15), a G. Toaldo, XVIII secolo (Cat.120)), ma soprattutto e in maniera significativa con lafisica e la matematica: non è questo il luogo per ap-profondire adeguatamente tale relazione, ma è ovviala connessione che si viene a stabilire tra l’appro-fondimento delle conoscenze trigonometriche el’avanzamento delle tecniche infinitesimali di cal-colo, come anche quella con la nuova meccanica e lanuova scienza del moto.

Crisostomo Javello, Epitome super sphaeram, 1577 (Cat. 15).

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Girolamo Vitali, Lexicon mathematicum,

1668 (Cat. 18).

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FONTI E MANUALICOSMOGRAFICIE COSMOLOGICI(SECC. XVI-XVII)

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1 Aristoteles (384-322 a.C.)

Aristotelis Stagiritae De coelo et mundo libri quatuor, eGraeco in Latinum ab Augustino Nipho philosopho Sues-sano conversi, et ab eodem etiam praeclara, neque nonlonge omnibus aliis in hac scientia resolutiore aucti ex-positione: post omnes omnium editiones nunc demumsumma cura, exactissimaque diligentia excusi, in lucemprodeunt. Additis scilicet dictionibus Graecis quae dee-rant, itemque expositionum et notabilium indice, seu ta-bula apposita.Venetiis: apud Hieronymum Scotum, 1549 (Venetis:apud Hironymum Scotum, 1549)[6], 159, [1] c.: ill.; fol.Collocazione: Stampati antico - 81 B 1

Claudii Ptolemaei Pelusiensis Alexandrini omnia quaeextant opera, praeter Geographiam, quam non dissimiliforma nuperrime aedidimus summa cura et diligentiacastigata ab Erasmo Osualdo Schrekhenfuchsio, et abeodem Isagoica in Almagestum praefatione, et fidelissi-mis in priores libros annotationibus illustrata, quemad-modum sequens pagina catalogo indicat.Basileae: [s.n.], [s.d.] (Basileae: in officina HenrichiPetri, mense martio, anno 1551) [88], 386, [6] p., [2] c. di tav.; 2°Nota ms. di possesso sul frontespizio. Abrasioni a inchiostro e non didiverse parti del testo. Stemmi dell’ordine dei Gesuiti (JHS) e di Gre-gorio XIII sul dorso. Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani.Precedente appartenenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup. Precedenticollocazioni: T II 53. Collocazione: Stampati antico - 761 A 23

2 Claudius Ptolemaeus (100-178 circa)

Fonti e manualicosmograficie cosmologici

(secc. XVI-XVII)

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Fonti e manualicosmograficie cosmologici(secc. XVI-XVII)

La geografia di Claudio Ptolemeo alessandrino, con al-cuni comenti et aggiunte fattevi da Sebastiano Munsteroalamanno, con le tavole non solamente antiche et mo-derne solite di stamparsi, ma altre nuove aggiuntevi dimesser Iacopo Gastaldo piamontese cosmographo, ridottain volgare italiano da m. Pietro Andrea Mattiolo ...In Venetia: per Gioa. Baptista Pedrezano, 1548 (In Ve-netia: ad istantia di messer Giovan Battista Pedrezanolibraro al segno della Torre a pie del ponte di Rialto,stampato per Nicolò Bascarini, nel Anno del Signore1547 del mese di Ottobre) [8], 214, [2], 60 c. di tav. calcogr. doppie, [64] c.: ill.; 8°Esemplare mutilo. Nota ms. sul front.: “Reg. Cart. 22” e su c.[†]2r.Stemmi dell’ordine dei Gesuiti (JHS) e di Gregorio XIII sul dorso.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente appar-tenenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup. Precedenti collocazioni: OIX 63. Collocazione: Stampati antico - 137 G 23

3 Claudius Ptolemaeus (100-178 circa)

Claudii Ptolemaei Pheludiensis Alexandrini Almage-stum seu Magnae constructionis mathematicae opusplane divinum latina donatum lingua ab Georgio Tra-pezuntio ... Per Lucam Gauricum ... in alma urbe venetaorbis regina recognitum anno salutis 1528 labente ...[Venezia: Lucantonio Giunta], 1528 (In urbe Veneta ur-bium et orbis regina [...]: Luceantonii Iunta officina aereproprio ac typis excussa, horoscopante Iovua stella [...],ad calcem redactam est anno Christi 1528 labente [...])[6], 1434, [1] c.: ill.; fol.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Prove di penna.Mss. sul frontespizio. Precedente appartenenza: Monastero di San-t’Alessio (S. A.). Precedenti collocazioni: D 16; T I 22. Collocazione: Stampati antico - 761 A 22

4 Claudius Ptolemaeus (100-178 circa)

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Cl. Ptolemaei ... Opus de siderum iudiciis quadriparti-tum e graeco codice in latinum sermonem per AntoniumGogavam Graviensem iampridem translatum, cum ap-probatione Gemmae Frisii ... Praepositis ad singula ca-pita breviarijs, vel notationibus D. Placidi de TitisPerusini ...Patavii: typis Pauli Frambotti, 165816, 192, 212, 4, p.; 12°Note mss. all’interno del testo. Ex libris di Ferdinand Carpiani. Pre-cedente appartenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Prece-dente collocazione: T IX 23.Collocazione: Stampati antico - 745 B 13

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Fonti e manualicosmograficie cosmologici(secc. XVI-XII)

5 Claudius Ptolemaeus (100-178 circa)

M. Manilii Astronomicon libri quinque. Iosephus ScaligerIul. Caes. F. recensuit, ac pristino ordini suo restituit. Eiu-sdem Ios. Scaligeri Commentarius in eosdem libros, etcastigationum explicationes. Lectiones variae e ms. Bi-bliotecae Palatinae, et aliis, cum notis F. Iuni Biturigis.[Heidelberg]: in officina Santandreana, 15903 pt. ([16], 136, [8]; 415, [17]; 131, [5] p.: ill.; 8°Esemplare mutilo dei fascicoli a8 A-G8 della pt. 1. Stemma dell’or-dine dei Gesuiti (JHS) e di Gregorio XIII sul dorso. Timbri: Biblio-teca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedenti collocazioni: T IX 7. Collocazione: Stampati antico - 663 B 8

6 Marcus Manilius (sec. I)

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Fonti e manualicosmograficie cosmologici(secc. XVI-XII)

Plotini ... de rebus philosophicis libri LIIII. in enneadessex distributi, a Marsilio Ficino Florentino e graeca lin-gua in latinam versi, et ab eodem doctissimis commen-tarijs illustrati.[Solingen]: apud Salingiacum Ioannes Soter excudebat,1540[8], cc, cciii, [1] c.; fol.Contiene lettera dedicatoria a Lorenzo de’ MediciCollocazione: Stampati antico - 82 H 14

7 Plotinus (203/6-270)

De geographia universali. Hortulus cultissimus, mireorbis regiones, provincias, insulas, urbes, earum[que] di-mensiones et orizonta describens.Romae: in Typographia Medicea, 1592[168] c.; 4°Frontespizio in arabo con traduzione in latino; testo in-teramente in araboStemma dell’ordine dei Gesuiti (JHS) e di Gregorio XIII sul dorso.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Note mss. all’in-terno del testo. Precedente appartenenza: Collegio Germanico - Bibl.Sup. Precedente collocazione: X XIII 4. Collocazione: Stampati antico - 643 E 28

8 Idrisi (1100-1166 circa)

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Sphaera Ioannis de Sacro Bosco emendata. Cum addi-tionibus in margine, et indice rerum et locorum memo-rabilium, et familiarissimis scholijs, nunc recentercompertis et collectis a Francisco Iunctino ... Interfertaetiam sunt Eliae Vineti Santonis ... Adiunximus huiclibro compendium in Sphaeram per Pierium ValerianumBellunensem, et Petri Nonij Salaciensis demonstratio-nem eorum ...

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Fonti e manualicosmograficie cosmologici

(secc. XVI-XVII)

9 Giovanni de Sacrobosco (floruit 1230)

Lugduni: apud haeredes Iacobi Iunctae, 1564 (Lug-duni: excudebat Symphorianus Barbier)[32], 207, [1] p.; 8°Stemma dell’ordine dei Gesuiti (JHS) e di Gregorio XIII sul dorso.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Collegio Germanico - [...] Ex libris di Antronij [...] diAugusta. Precedenti collocazioni: T IX 5; Int B 2.Collocazione: Stampati antico - 743 E 32

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Fonti e manualicosmograficie cosmologici(secc. XVI-XVII)

10 Thomas Aquinas(1225-1274 circa)

D. Tho. Aquinatis In Meteora Aristotelis commentaria;Cum triplici textus interpretatione, antiqua videlicet,quam D. Thomas exponit: Francisci Vatabli, et Franci-sci a Vicomercato. Ad vetustiorum exemplarium lectio-nem collata, et a plurimis quibus referta erant erroribuslimata ...Venetiis: apud Iuntas, 1565[10], 76 c.; 2°Precedenti collocazioni: 96 B 16; 88 S 16.Collocazione: Stampati antico - 80 F 13 int. 3

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Divi Thomae Aquinatis ... Opera omnia.Romae: [apud haeredes Antonij Bladi, et IoannemOsmarinum Liliotum socios], 157018 tomi: 1 ritr.; fol.Nel secondo tomo: … d. Thomae Aquinatis doctoris an-gelici, complectens Expositionem, in octo libros de phy-sico auditu. In quatuor libros de caelo et mundo, et inlibros de generatione, et corruptione, Aristotelis ...Postille mss. all’interno del testo. Timbri: Pontificio Seminario Ro-mano; Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente appar-tenenza: Bibliotheca Seminarii Romani C.J. Precedenti col locazioni:I.E.1. H.5.17. Collocazione: Stampati antico - 80 F 14

11 s. Thomas Aquinas(1225-1274 circa)

Fonti e manualicosmograficie cosmologici

(secc. XVI-XVII)

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Fonti e manualicosmograficie cosmologici(secc. XVI-XVII)

Theoricarum novarum textus Georgii Purbachii cumutili ac preclarissima expositione domini Francisci Ca-puani de Manfredonia. Item in eadem reverendi patrisfratris Sylvestri de Prierio perfamiliaris commentatio.Insuper Iacobi Fabri Stapulensis astronomicum. Omnianuper summa diligentia emendata cum figuris ac com-modatissimis longe castigatius insculptis quam prius fuisin locis adiectis.[Parigi]: venundatur hoc opus Parrhisiis ubi noviter im-pressum in vico divi Iacobi sub Lilio aureo ([Parigi]: inalma Parrhisiorum Academia (sed nusquam antea) so-

12 Georg von Peurbach (1423-1461)

lertia: et caracteribus Michaelis Lesclencher artis for-mularie industrii opificis: sumptibus vero honestorumbibliopolarum Iohannis Parvi et Reginaldi Chauderon(apud quos venales habentur), Anno Christi omniumRedemptoris 1515)xci, [1] c.: ill.; fol.Stemmi dell’ordine dei Gesuiti (JHS) e di Gregorio XIII sul dorso.Sottolineature all’interno del testo. Timbri: Pontificio Seminario Ro-mano; Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente appar-tenenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup. Precedenti collocazioni:T III 20. Collocazione: Stampati antico - 761 A 24

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13 Georg von Peurbach (1423-1461)

Theoricae novae planetarum Georgij Purbachij ... Fran-cisci Maurolyci computus ecclesiasticus ... Henrici Gla-reani, Helvetii, De geographia ...Coloniae Agrippinae: in officina Birckmannica: sum-ptibus Arnoldi Mylij, 1591 (Coloniae Agrippinae: typisGodefridi Kempensis)[16], 256 p., [1] c. di tav. ripieg.; 8°Stato di conservazione: legatura da restaurare. Timbri: BibliothecaPia Pont. Seminarii Romani. Precedenti collocazioni: T IX 11. Collocazione: Stampati antico - 761 A 25

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Fonti e manualicosmograficie cosmologici

(secc. XVI-XVII)

De la sfera del mondo di M. Alessandro Piccolomini libriquattro, nuovamente da lui emendati, et di molte ag-giunte in diversi luoghi largamente ampliati. De le stellefisse del medesimo auttore libro uno, con le loro favole,figure, nascimenti, et nascondimenti da lui nuovamenteriveduto, et corretto.In Venetia: per Giovanni Varisco, et compagni, 1561[8], 189, [7] c.: ill.; 4°Stemma dell’ordine dei Gesuiti (JHS) e di Gregorio XIII sul dorso.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Collegio Germanico. Precedenti collocazioni: T V 66. Collocazione: Stampati antico - 749 G 22

14 Alessandro Piccolomini(1508-1578)

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Fonti e manualicosmograficie cosmologici(secc. XVI-XVII)

D. Chrysostomi Iavelli ... Totius rationalis, naturalis, di-vinae ac moralis philosophiae compendium, innumerisfere locis castigatum, et in duos tomos digestum: ... Hisadiecimus in libros Physicorum, de anima, et Metaphy-sicorum eiusdem quaestiones ...Venetiis: apud haeredem Hieronymi Scoti, 1577Titolo del tomo terzo: ... Epitome super sphaeram3 voll.; 2°Collocazione: Stampati antico - 80 E 5

15 Crisostomo Javello(1538 circa)

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Fonti e manualicosmograficie cosmologici

(secc. XVI-XVII)

Margarita philosophica, hoc est, Habituum seu discipli-narum omnium, quotquot philosophiae syncerioris am-bitu continentur, perfectissima kyklopaideia a F. GregorioReisch, dialogismis primum tradita: dein ab Orontio Fi-naeo ... necessarijs aliquot auctarijs locupletata. Nuncvero innumeris in locis restituta ... Indicem librorum se-quens docebit pagina.Basileae: per Sebastianum Henricpetri, [1583] (Basi-leae: per Sebastianum Henricpetri, 1583)[40], 1403, [5] p., 2 c. di tav. ripieg.: ill., mus.; 4°L’impianto dell’opera comprende due parti: la prima puramente en-ciclopedica, divisa in 12 capitoli tematici che osservano la suddi-visione delle discipline del sapere del tempo. La seconda,Appendices in Margaritam Philosophicam, contiene trattati specificirelativi alle suddette discipline; Appendices in VII librum include:Tractatus de compositione Instrumentorum Astronomicorum, De com-positione et utilitatibus quadrantum, De compositione astrolabii Mes-sehalath, Canones Torqueti, Nova Terrae descriptio secundumNeotericum observantiam e l’opera di Johannes Honter Rudimento-rum Cosmographiae libri duo, pubblicata con la Margarita Philo-sophica, da c. 1362 a c. 1377La Margarita philosophica è così suddivisa: I. De latinae gramma-

16a Gregor Reisch(† 1525)

16a 16a

ticae rudimentis; II. De principiis logicae; III. De partibus oratio-nis rhetoricae; IIII. De principiis utriusque arithmeticae, theoricaeet practicae; V. De principiis musicae; VI. De elementis geome-triae; VII. De principiis astronomiae; VIII. De principiis rerum na-turalium; IX. De origine rerum naturalium; X. De anima vegetativaet sensitiva; XI. De natura, origine ac immortalitate animae; XII.De principiis philosophiae moralisErrori nella cucitura dei fascicoli Nn e AA. Note mss. all’interno deltestoCollocazione: Stampati antico - 583 E 32

16b Johannes Honter (1498-1549)Iannis Honteri coronensis rudimentorum cosmographiaelibri duo.Contenuto in Margarita philosophica …[Basileae: per Sebastianum Henricpetri, 1599]23 p.; 4°La carta di tavola ripiegata rappresenta un planisfero, diviso in cin-que zone climatiche, disegnato e inciso dall’autoreCollocazione: Stampati antico - 583 E 32

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Fonti e manualicosmograficie cosmologici(secc. XVI-XVII)

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Novae quaestiones sphaerae, hoc est, de circulis coele-stibus, et primo mobili, in gratiam studiosae iuventutisscriptae A M. Sebastiano Theodorico Vuinshemio, Ma-thematum Professore.Witebergae: [s.n.], 1570 (Witebergae: excudebat Io-hannes Crato, 1570)[16], 320 p., [3] c. di tavole ripiegate: ill.; 8°Abrasioni (a inchiostro) sul frontespizio. Note mss. sul frontespizio e al-l’interno del testo. Prove di penna all’interno del testo. Stemma dell’or-dine dei Gesuiti (JHS) e di Gregorio XIII sul dorso. Timbri: BibliothecaPia Pont. Seminarii Romani. Precedenti collocazioni: T IX 9. Collocazione: Stampati antico - 749 H 9

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Fonti e manualicosmograficie cosmologici

(secc. XVI-XVII)

17 Sebastianus Theodoricus (1521-1574)

Lexicon mathematicum astronomicum geometricum, hocest Rerum omnium ad utramque immò et ad omnem ferèmathesim quomodocumque spectantium, collectio, et ex-plicatio. Adiecta brevi novorum theorematum expen-sione, verborumque exoticorum dilucidatione ut noninjura ... Auctore Hieronimo Vitali Capuano ...Parisiis: ex Officina Ludovic. Billaine, 1668[50], 540, 100 p.; 8°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Collegio Germanico - Bibl. Inf. Precedenti collocazioni:Int a 7; T VII 58. Collocazione: Stampati antico - 411 F 14

18 Girolamo Vitali (1624-1698)

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SISTEMI DEL MONDOA CONFRONTO: VERSOLA NUOVA ASTRONOMIA

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Guilielmi Gilberti Colcestrensis, medici regii, De mundonostro sublunari philosophia nova. Opus posthumum, abauthoris fratre collectum pridem et dispositum, nunc exduobus mss. codicibus editum. Ex museio viri perillustrisGuilielmi Boswelli …Amstelodami: apud Ludovicum Elzevirium, 1651[12], 316 p., 1 c. di tav.: ill.; 4°Titolo dell’occhietto: Physiologiae. Iniziali e fregi xilo-grafici a cura di Isaac Gruterus, il cui nome apparenella prefazione. Frontespizio stampato in nero e rossoNota ms. di possesso. Timbri: Pontificio Seminario Romano; Biblio-theca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente appartenenza: Mona-stero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti collocazioni: T VII 231. Collocazione: Stampati antico - 250 B 4

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Sistemi del mondoa confronto:

verso la nuovaastronomia

19 William Gilbert (1540-1603)

20 Nicolaus Mulerius (1564-1630)

Tabulae Frisicae lunae-solares quadruplices: è fontibusCl. Ptolemaei, Regis Alfonsi, Nic. Copernici, et TychonisBrahe, recens constructae. Operâ et studio Nicolai Mu-leri ... quibus accessêre Solis tabulae totidem; hypothe-ses Tychonis illustratae; Kalendarium Rom. vetus, cummethodo Paschali emendatâ.Alcmariae: excudebat Iacobus Meesterus typographusordinarius, 1611 Amstelrodami: apud Wilhelmum Ian-ssonium1-136, [4], 137-464, [28], 77, [3] p.: ill., tav.; 4°Stemma di Gregorio XIII e dell’ordine dei Gesuiti (JHS) sul dorso.A p. 8 firma autografa dell’autore Nicolaus Mulerius, apposta sottoillustrazione xilografica con stemma della Frisia sorretto da figuremaschili in armi. Precedenti collocazioni: 156 (sul dorso); T IV 40;T XI 10. Collocazione: Stampati antico - 761 A 10

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Sistemi del mondoa confronto:verso la nuovaastronomia

21 Giuseppe Biancani(1566-1624)

Sphaera mundi seu cosmographia demonstrativa, ac fa-cili methodo tradita, in qua totius mundi fabrica, una cumnovis Tychonis, Kepleri, Galilaei aliorumque astronomo-rum adinuentis continetur. Accessere 1. Brevis introductioad geographiam. 2. Apparatus ad ma thematicarum stu-dium. 3. Echometria, idest geometrica tractatio de echo. 4.Novum instrumentum ad horologia describenda, opus po-sthumum. Authore Iosepho Blancano, Bonon., e Soc. Iesu,mathematicarum in Gymnasio Parmensi professore ...Mutinae: ex typographia Andreae Cassiani, 1653-16542 pt., [12], 232, 24, [2] p. [4] c. di tav., [1] c. di tav. ri-pieg.: ill.; fol.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente appar-tenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.).Collocazione: Stampati antico - 761 A 27

22 Giovanni Battista Riccioli(1598-1671)

Argomento fisicomattematico del Gio. Battista Riccioli... contro il moto diurno della Terra confermato di nuovocon l’occasione della Risposta alle considerazioni soprala forza del detto argomento etc. fatte dal M. R. Fr. Ste-fano de gli Angeli ...In Bologna: per Emilio Maria, e fratelli de’ Manolessi,1668[8], 93, [3] p.: ill.; 4°Nota ms. di possesso. Timbri: Pontificio Seminario Romano; Biblio-theca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente appartenenza: Mona-stero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti collocazioni: T XIV 72. Collocazione: Stampati antico - 761 A 31

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Sistemi del mondoa confronto:

verso la nuovaastronomia

23 Galileo Galilei (1564-1642)

Opere di Galileo Galilei linceo nobile fiorentino ...In questa nuova edizione insieme raccolte, e di varijtrattati dell’istesso autore non più stampati accresciute.Al serenissimo Ferdinando II Gran Duca di Toscana InBologna: per gli hh. del Dozza, 16562 voll.: ill. ritr. tav.; 4°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Collegio Germanico - Bibl. Inf. Precedenti collocazioni:T IV 25.Collocazione: Stampati antico - 705 E 8-9

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Sistemi del mondoa confronto:verso la nuovaastronomia

Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari e loroaccidenti comparse in tre lettere scritte all’illustrissimoMarco Velseri Linceo ... dal signor Galileo Galilei ... Siaggiungono nel fine lettere, e disquisizioni del finto Apelle.In Roma: appresso Giacomo Mascardi, 16134, 164, 55 p., 1 c. di tav. doppia: ill. in parte calcogr.,1 ritratto calcografico; 4°Ritratto dell’autore in calcografia a c. 5. Il finto Apelle è lo pseu-donimo di Christian Scheiner.Alle pp. 57-94 Disegni delle macchie del sole vedute e osservate dalsig. Galileo Galilei nel mese di giugno, e parte di luglio 1612, giornoper giornoStemma dell’ordine dei Gesuiti (JHS) e di Gregorio XIII sul dorso. Note mss. nell’interno. Mutilo del frontespizio. Timbri: PontificioSeminario Romano; Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Pre-cedente appartenenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup. Precedenticollocazioni: T IV 55. Collocazione: Stampati antico - 705 E 10

24 Galileo Galilei (1564-1642)

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Ratio ponderum librae et simbellae: in qua quid e’ Lo-tharii Sarsii libra astronomica, quidque e’ Galilei Gali-lei simbellatore, de cometis statuendum sit, collatisutriusque rationum momentis, philosophorum arbitrioproponitur. Auctore Lothario Sarsio Sigensano.Neapoli: excudebat Matthaeus Nuccius, 16278,149, 3 p.: 1 c. di tav.: ill. calcogr; 4°Lotharius Sarsius Sigensanus è l’anagramma del nome dell’autoreHoratius Grassius Salonensis, usato dallo stesso come pseudonimoNota ms. di possesso. Stemma di Gregorio XIII e dell’ordine deiGesuiti (JHS) sul dorso. Timbri: Pontificio Seminario Romano; Bi-bliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente appartenenza:Collegio Germanico - Bibl. Sup. Precedenti collocazioni: T V 61. Collocazione: Stampati antico - 761 A 20

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Sistemi del mondoa confronto:

verso la nuovaastronomia

25 Orazio Grassi(1583-1654)

Discorso delle comete di Mario Guiducci fatto da lui nel-l’Accademia fiorentina nel suo medesimo consolato.Firenze: nella stamperia di Pietro Cecconcelli, allestelle medicee, 1619[4], 54 p.: ill. 4°Stemma dell’ordine dei Gesuiti (JHS) e di Gregorio XII sul dorso.Precedente appartenenza: Collegio Germanico. Collocazione: Stampati antico - 705 D 1

26 Mario Guiducci (1585-1646)

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Sistemi del mondoa confronto:verso la nuovaastronomia

Uranoscopia seu De coelo in qua universa coelorum doc-trina ... traditur ... Facillimus de modo, quo libelli, quivulgo dicuntur Almanach, componuntur, proponiturmodus, et brevis planetarum theoria cum varijs tabulis,exponitur ... Authore R.P.D. Redempto Baranzano Ver-cellensi ...Coloniae Allobrogum: apud Petrum et Iacobum Cho-uët, 1617271 p., 4 c. di tav.: ill.; 4°Sottolineature all’interno del testo. Timbri: Bibliotheca Pia Pont.Seminarii Romani. Precedente appartenenza: Monastero di San-t’Alessio (S. A.). Precedenti collocazioni: T VI 23.Collocazione: Stampati antico - 749 G 13 int. 1

27 Redento Baranzani(1590-1622)

Nova de motu terrae Copernicaeo iuxta summi Pontifi-cis mentem disputatio authore reverendo padre D. Re-dempto Baranzani.(Coloniae Allobrogum: apud Petrum et Iacobum Cho-uët, 1617)29, [2] p.; 4°Collocazione: Stampati antico - 749 G 13 int. 2

28 Redento Baranzani(1590-1622)

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Sistemi del mondoa confronto:

verso la nuovaastronomia

R. P. Athanasii Kircheri e Societate Jesu Iter exstaticumcoeleste, quo mundi opificium, idest, coelestis expansi,siderumque ...Hac secunda editione praelusionibus et scholiis illu-stratum; ... a P. Gaspare Schotto Regiscuriano ... Ac-cessit ejusdem auctoris Iter exstaticum terrestre, etSynopsis mundi subterraneiHerbipoli: sumptibus Johannis Andreae Endteri, etWolfgangi junioris haeredum, prostat Norimbergaeapud eosdem, 1671[24], 689, [14] p., 8 c. di tav.: antip., ill. e stemma cal-cogr.; 4°Collocazione: Stampati antico - 743 A 14

29 Athanasius Kircher (1602-1680)

Dialogi physici in quibus de motu terrae disputatur, ma-rini aestus nova causa proponitur, necnon aquarum etMercurij supra libellam elevatio examinatur ... AuctoreR. P. Honorato Fabri.Lugduni: sumptibus Christophori Fourmy, 1665[4], 218, [16] p.: ill.; 4°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti colloca-zioni: T VI 33. Collocazione: Stampati antico - 747 I 13

30 Honoré Fabri(1607-1668)

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Sistemi del mondoa confronto:verso la nuovaastronomia

Anticopernicus catholicus, seu de terrae statione, et desolis motu, contra systema Copernicanum, catholicae as-sertiones. Auctore Giorgio Polacco Veneto.Venetiis: apud Guerilios, 1644[8], 107 p.: ill.; 4°Nota ms. di possesso. Stemma di Gregorio XIII e dell’ordine dei Gesuiti (JHS) sul dorso.Timbri: Pontificio Seminario Romano; Bibliotheca Pia Pont. Semi-narii Romani. Precedente appartenenza: Collegio Germanico etHungarico. Precedenti collocazioni: T VI 71. Collocazione: Stampati antico - 761 A 26

31 Giorgio Polacco (sec. XVII)

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Sistemi del mondoa confronto:

verso la nuovaastronomia

Nicolai Mercatoris Holsati ... Institutionum astronomi-carum libri duo. De motu astrorum communi, et proprio,secundum hypotheses veterum, et recentiorum praecipuas... Cum tabulis Tychonianis solaribus, lunaribus, lunaesolaribus ... et Rudolphinis solis, fixarum, et quinque er-rantium ...Patavii: ex typogr. Seminarij, opera Augustini Candiani,168516, 223, [1], 64, [4] p.: ill. tav.; 4°Timbri: Pontificio Seminario Romano; Bibliotheca Pia Pont. Semi-narii Romani. Precedente appartenenza: Monastero di Sant’Ales-sio (S. A.). Precedenti collocazioni: T IV 26.Collocazione: Stampati antico - 749 F 13

32 Nicolaus Mercator (1620-1687)

Johannis Baptistae du Hamel Operum philosophicorumtomus I [-II].Norimbergae: sumptibus Johannis Ziegeri, Bibliopolae:literis Christophori Gerhardi, 16812 voll: ill.; 4°Contenuto del primo vol.: Johannis Baptistae du Hamel Operumphilosophicorum Tomus 1. In quo continentur tractatus hi sequen-tes: 1. Astronomia physica. 2. De meteoris et fossilibus libri duo. 3.De consensu veteris et novae philosophiae Antiporta calcograficaeseguita da Cornelius Nicolaus Schurzs a Norimberga nel 1581Note mss. sul frontespizio. Timbri: Bibliotheca Pia Pont. SeminariiRomani. Precedenti collocazioni: S VI 21. Collocazione: Stampati antico - 743 B 10

33 Jean Baptiste du Hamel (1624-1706)

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Sistemi del mondoa confronto:verso la nuovaastronomia

Divers ouvrages d’astronomie par M. Cassini.A Amsterdam: Chez Pierre Mortier, 1736[2], 548 p.: tab.; 4°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedenti collo-cazioni: T III 2. Collocazione: Stampati antico - 749 F 4

34 Giovanni Domenico Cassini (1625-1712)

Disquisitiones mathematicae, de controversiis et novita-tibus astronomicis quas sub praesidio Christophori Schei-ner ... publice disputandas posuit, propugnavit menseseptembri, die 5 ... Ioannes Georgius Locher ...Ingolstadii: ex typographeo Ederiano, apud Elisabe-tham Angermariam, 1614[2], 90, [4] p.: ill.; 4°Piatti in cartone rivestiti utilizzando pagine manoscritte. Su carta diguardia ex libris con motto Georg. Brentel 1615. Esemplare mutilodelle pp. 81-82; Note ms. di possesso. Timbri: Pontificio Semina-rio Romano; Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedenteappartenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti collo-cazioni: i R 001, T IV 63. Note mss. sul frontespizio e all’interno deltesto.Collocazione: Stampati antico - 749 L 1 int. 1

35 Johann Georg Locher (1592-1633 circa)

35a

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Sistemi del mondoa confronto:

verso la nuovaastronomia

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Sistemi del mondoa confronto:verso la nuovaastronomia

Risposta apologetica del p. maestro D. Guido Grandi ca-maldolese ... alle opposizioni fattegli dal signor dottoreA. M. nella sua dotta lettera diretta all’eccellenza delsig. B.T. Si difendono, con tale occasione, il Galileo, edil Viviani, e s’illustrano molte dottrine circa la resistenzade’ corpi duri e circa la forza dell’infinito ...In Lucca: per Pellegrino Frediani, 1712[16], 288 p.: ill.; 4°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S.A.). Precedenti colloca-zioni: T VI 53; Y I. Collocazione: Stampati antico - 761 A 28 int. 1

36 Guido Grandi (1671-1742)

Institutions astronomiques, ou leçons elementairesd’astronomie, pour servir d’introduction à la physiquecéleste, et à la science des longitudes, avec de nouvellestables d’equation corrigées, et particulierement les tablesdu soleil, de la lune et des satellites, précedées d’un essaisur l’histoire de l’astronomie moderne [John Keill].A Paris: chez Hyppolite-Louis Guerin, et Jacques Gue-rin, 1746[4], 660 p., xlvii c. di tavole ripiegate: ill.; 4°Tavole disegnate e incise da Dheulland. Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedenti collo-cazioni: T III 5; G 7.Collocazione: Stampati antico - 749 F 5

37 John Keill (1671-1721)

37a

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Sistemi del mondoa confronto:

verso la nuovaastronomia

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Sistemi del mondoa confronto:verso la nuovaastronomia

Joannis Keill ... Introductiones ad veram physicam etveram astronomiam. Quibus accedunt Trigonometria.De viribus centralibus. De legibus attractionis.Lugduni Batavorum: apud Joh. et Herm. Verbeek Bi-bliop., 1725

38 John Keill (1671-1721)

[4], 636, [12] p., xlvii c. di tav. ripieg.: ill.; 4°Prove di penna sulla carta di guardia. Timbri: Bibliotheca Pia Pont.Seminarii Romani. Precedente appartenenza: Monastero di San-t’Alessio (S. A.). Precedenti collocazioni: T III 43. Collocazione: Stampati antico - 749 F 6

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Nouvelle theorie des mouvemens de la terre et de la lunedans la quelle l’auteur etabilit selon les loix de la me-chanique, un nouveau mouvement de la terre ... par M.Grante D’Iverk.A Paris: chez Ph. N. Lottin, imprimeur-libraire, rue S.Jacques, à la verité, et J. H. Butard, libraire, dans lamême maison, 1740

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Sistemi del mondoa confronto:

verso la nuovaastronomia

39 Grante d’Iverk (sec. XVIII)

98 p., [1] c. di tav. ripieg.; 8°Nota ms. di possesso. Timbri: Pontificio Seminario Romano; Bi-bliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente appartenenza:Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti collocazioni: T V 42. Collocazione: Stampati antico - 749 G 19 int. 1

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Sistemi del mondoa confronto:verso la nuovaastronomia

Francisci Leverae Romani Prodromus universae astro-nomiae restitutae de anni solaris, et siderei, ac dierummagnitudine in omni aevo, et de reliquis periodis, moti-bus, et circulationibus solaribus admirandis, adhuc in-cognitis, ac etiam sidereis, ab authore exploratis, etinventis, ac plenè dilucidatis per demonstrationes ari-thmeticas, aliasque plures probationes.Romae: ex typographia Angeli Bernabò, 1663[8], 417, [15] p., 1 c. di tav.: antip. calcogr.; 2°Esemplare mutilo. Stemma di Gregorio XIII e dell’ordine dei Ge-suiti (JHS) sul dorso. Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Ro-mani. Precedenti collocazioni: T II 29. Collocazione: Stampati antico - 749 I 16

40 Francesco Levera (sec. XVII)

Dialogus contra duas hic transcriptas epistolas nupereditas in prodromum Francisci Leverae in quo eiusdemprodromi doctrina et usus uberrime confirmatur autoreSavinio Muto.Romae: Typis Angeli Bernabò, 1664 63, [1] p.Savinius Mutus è lo pseudonimo di Francesco LeveraStemma di Gregorio XIII e dell’ordine dei Gesuiti (JHS) sul dorso.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup. Precedenti colloca-zioni: T II 30. Collocazione: Stampati antico - 749 I 18 int. 1

41 Francesco Levera (sec. XVII)

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Francisci Leverae Romani De inerrantium stellarum vi-ribus, et excellentia secundum quatuor positus earum in-signes, relativos ad polos zodiaci; ad polos mundi; adaequinoctialem ... una cum tabula locupletissima decli-nationum, ascensionum rectarum …Romae: Typis Angeli Bernabò, 1664105, [5] p.: tav.; fol.Stemma di Gregorio XIII e dell’ordine dei Gesuiti (JHS) sul dorso.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup. Precedenti colloca-zioni: T II 30. Collocazione: Stampati antico - 749 I 18 int. 3

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Novae ephemerides motuum solis ab anno 1664 usquead annum 1670 completum. A Petro Palatio Brixiensi ...Romae: Typis Angeli Bernabò, 16646, 60, [4] p.; fol.Prefazione a cura di Savinio Muto, pseudonimo di Fran-cesco LeveraStemma di Gregorio XIII e dell’ordine dei Gesuiti (JHS) sul dorso.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup. Precedenti colloca-zioni: T II 30. Collocazione: Stampati antico - 749 I 18 int. 2

Sistemi del mondoa confronto:

verso la nuovaastronomia

42 Pietro Palazzi (sec. XVII)

43 Francesco Levera (sec. XVII)

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Sistemi del mondoa confronto:verso la nuovaastronomia

De lunae atmosphaera dissertatio auctore P. Rogerio Jo-sepho Boscovich Societatis Jesu Publico matheseos pro-fessore in Collegio Romano.Romae: ex typographia Generosi Salomoni, 1753lxxv, [3] p., 1 c. di tav. ripieg,; 4°Timbri: Pontificio Seminario Romano; Bibliotheca Pia Pont. Semi-narii Romani. Precedente appartenenza: Monastero di Sant’Ales-sio (S. A.). Precedente collocazione: T VI 4. Collocazione: Stampati antico - 749 G 10

44 Ruggiero Giuseppe Boscovich (1711-1787)

45 Jean Sylvain Bailly (1736-1793)

Histoire de l’astronomie moderne, depuis la fondationde l’Ecole d’Alexandrie, jusqu’à l’époque de MDCCXXXpar M. Bailly ...Nouvelle édition A Paris: Chez De Bure, 17853 voll.: ill., tav.; 4°Sul primo vol. nota ms. Ex dono Pii IX A. 1865. Timbri: BibliothecaPia Pont. Seminarii Romani. Precedenti collocazioni dei tre tomi: TV 77, 78, 79. Collocazione: Stampati antico - 749 G 1-2-3

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Histoire de l’astronomie ancienne, depuis son origine ju-squ’à l’etablissement de l’Ecole d’Alexandrie par M.Bailly ...A Paris: Chez les Freres Debure, 1775 xxxii, 526 p.: ill., tav.; 4°Tavole disegnate da Fossier e incise da Y. Le Gouaz. La tavola 3 ri-produce un’immagine già pubblicata da Francesco Bianchini in Hi-

Sistemi del mondoa confronto:

verso la nuovaastronomia

46 Jean Sylvain Bailly (1736-1793)

stoire de l’Academie Royale des Sciences. Année MDCCVIII (Paris,1709) con il titolo Fragmentum planisphaery Aegypty et Graeci ... Sitratta della riproduzione di un frammento di marmo, trovato daBianchini – anche archeologo – durante uno scavo effettuato nel1705, relativo a un planisfero celeste di origine greco-egiziana.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedenti collo-cazioni: T V 76. Collocazione: Stampati antico - 749 G 4

46a 46b

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Compendio di astronomia del Signor De La Lande.Seconda edizione migliorata ed accresciuta dal SignorAbate D. Vincenzo ChiminelloPadova: in seminario appresso T. Bettinelli, 1796xxviii, 302, [10] c. di tav.: ill.; 4°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Ex Dono Pii IX. an. 1865. Precedenti collocazioni: T V80. Collocazione: Stampati antico - 749 H 25

Sistemi del mondoa confronto:verso la nuovaastronomia

47 Joseph Jérôme Le Français de Lalande (1732-1807)

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Sistemi del mondoa confronto:

verso la nuovaastronomia

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OSSERVAZIONI, EFFEMERIDI,CALCOLI ASTRONOMICI,STRUMENTI

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Aureus hic liber est: non est preciosior ulla Gemma ka-lendario: quod docetistud opus. Aureus hic numerus:lunae: solisque labores Monstrantur facile: cuntaquesigna poli: Quotque sub hoc libro terrae per longa re-gantur Tempora: quisque dies: mensis: et annus erit. Sci-tur in instanti quaecumque sit hora diei. Hunc ematastrologus qui velit esse cito.Venetijs: Bernardus pictor de Augusta, Petrus Losleinde Langencen, Erhardus ratdolt de Augusta, 1476 [30] c.: ill.; 2°Esemplare mutilo, identificato dal confronto con altri OPAC bi-bliografici. Vari disegni acquerellati in giallo in riferimento al com-puto delle eclissi solari e lunari. Del calendario resta solo la paginadel mese di dicembre con le indicazioni dei santi del giorno, delsegno zodiacale, dei movimenti del sole e della luna. Segue una Ta-bula regionum; le cc. 3r-4v contengono i dati delle eclissi di luna edi sole per gli anni 1475, 1476, 1478, 1479, 1480, 1481, 1482,1519, 1520, 1522, 1523, 1525, 1526, 1527, 1530. Seguono: Ta-bula festorum mobilium, Tabula solis, Tabula radicum lunae, Ta-bula quantitatis dierum. Altri argomenti trattati sono: De horologiohorizontali, De noticia horarum aequinoctialium, De horis tempora-libus, De aureo numero, De cyclo solari et littera dominicali, De in-dictione, e De intervallo et festis mobilibus. Sebbene mancante didiverse parti, l’esemplare è di grande interesse se si consideranogli studi sul calendario promossi da papa Gregorio XIII e le consi-derevoli trasformazioni, riguardo al computo del tempo, avvenutesotto il suo pontificatoNote mss. all’interno del testo. Prove di penna sul retro della cartadi guardia posteriore. Collocazione: Stampati antico - 1 A 12

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

48 Iohannes Regiomontanus (1436-1476)

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Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

Elucidatio fabricae ususque astrolabii, Ioanne StoflerinoIustingensi authore ...Parisiis: apud Hieronymum de Marnef et GulielmumCavellat, 1564[16], 172 c., 2 tav. ripieg.: ill.; 4°Prove di penna sul frontespizio. Stemma di Gregorio XIII e dell’or-dine dei Gesuiti (JHS) sul dorso. Precedente appartenenza: Colle-gij Germanici. Precedenti collocazioni: a 2. Collocazione: Stampati antico - 749 H 18

49 Johann Stoeffler(1452-1531)

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

49c 49d

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Astrolabii quo primi mobilis motus deprehenduntur ca-nones: diligentia Petri Catena ...Paduae: industria et expensis Iacobi Fabriani, 1549(Patavii: Iacobus Fabrianus, 1549)[24] c.; 8°Le carte dell’esemplare sono state rifilate. L’ultima carta reca unaserie di nomi di città mss. Sottolineature e postille mss. all’internodel testo. Stemma di Gregorio XIII e dell’ordine dei Gesuiti (JHS)sul dorso. Precedente appartenenza: Collegij Germanici. Collocazione: Stampati antico - 749 H 17

Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

50 Pietro Catena (1501-1577)

Io. Paduanii Veronensis. Liberalium artium professorisViridarium mathematicorum : in quo omnia fere, quaein rebus astronomicis desiderari possunt, facillime per-tractantur. Adiecta sunt etiam instrumenta nonnulla abeo nuper excogitata, quibus brevissime omnia assequun-tur, quae magno labore, atque assiduis supputationibusper astronomicas tabulas, ac astrolabio, alijsque instru-mentis antea habebantur.Venetiis: apud Bologninum Zalterium, 1563[16], 208, [8] p., [3] c. di tav. ripieg.: ill.; 4°Timbri: Biblioteca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedenti collo-cazioni: T VI GG. Collocazione: Stampati antico - 749 I 23

51 Giovanni Padovani (n. 1512 circa)

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Ephemerides Iosephi Moletii mathematici annis vigintiinservientes, incipientes que ab anno 1564, et desinentesad annum 1584; ad meridianum inclytae Venetiarumurbis exacte supputatae. Isagogica, sive introductionesadditae sunt ... Tabula rerum omnium quae in intro-ductionibus tractantur apposita est copiosissima.Venetiis: in officina Pacis, apud Franciscum Franci-schium senensem, 1564[6], 106, [280] c.; 4°Postille mss. all’interno del testo. Stemma dell’ordine dei Gesuiti(JHS) sul dorso e sul frontespizio. Stemma di Gregorio XIII suldorso. Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedenteappartenenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup. Precedenti colloca-zioni: B 9; T IV 45; T XI 5. Collocazione: Stampati antico - 761 A 35

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

52 Giuseppe Moleti (1531-1588)

Eclipseos lunaris anno mdlxxiii mense decembri futuraeepilogismus et typus: brevéque de ea iuxta Ptolomaejdoctrinam conscriptum prognosticon autore GodescalcoAperbacho.Erffordiae: in aedibus Georgii Bawmani, 1573[28] c.: ill., tav.; 4°Collocazione: Stampati antico - 749 L 1 int. 4

53 Gottschalk Eberbach (floruit 1573-1577)

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Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

Ratio eclipseos lunaris, quae hoc anno m.d.lxxii. ver-tente accidet, geometricè demonstrata, de[que]; effec-tuum ipsius exordio et significatione expositio GodescalciEberbachij. Cum demonstratione verae Erphordiae aboccidente distantiae, deq[ue] vero et exquisito temporedeliquij, lunaris anno m.d.lxxiii mense xbri conspectiGodescalco Eberbachij.Erphordiae: apud Georgium Bauman, 1576[24] c.: ill.; 4°Note mss. sul frontespizio e all’interno del testo. Piatti in cartone ri-vestiti utilizzando pagine manoscritte. Su carta di guardia ex libriscon motto Georg. Brentel 1615. Esemplare mutilo delle pp. 81-82;Note ms. di possesso. Timbri: Pontificio Seminario Romano; Bi-bliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente appartenenza:Monastero di Sant’Alessio (S.A.). Precedenti collocazioni: i R 001,T IV 63.Collocazione: Stampati antico - 749 L 1 int. 6

54 Gottschalk Eberbach (floruit 1573-1577)

Parisiis: apud Iacobum Kerver, via Iacobea, sub SignoUnicornis, 1583[1], 32 c., [9] c. di tav., [1] c.; 8° Iniziali e fregi xilografati. In calce al frontespizio Cum PrivilegioGregorij XIII summi pontificis, et Henrici III. Gallorum simul ac Po-lonorum regis christianissimi. Sul verso del frontespizio Extraict duPrivilege du Roy. Stampato con inchiostro nero e rossoTimbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedenti collo-cazioni: 757. 1710; [?]. 6. 55; L. V. 59; L. VI. 68; [?]. 109. n°10. Collocazione: Stampati antico - 137 E 26

55 Kalendarium Gregorianum perpetuum

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

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Tabulae astronomicae nonnullae ad horologiorum con-structionem maxime utiles et notae in novam horologio-rum descriptionem, quae ad horologia extruenda plurimumetiam conducunt auctore Christophoro Clavio ...Romae: ex tipographia Aloysii Zannetti, 1605149, [3] p.: ill.; 4°Rilegato con Compendium brevissimum describendorum horologio-rum horizontalium ... e con Tabula altitudinum solis ... Note mss.con numeri sul verso del piatto posterioreCollocazione: Stampati antico - 743 E 7 int. 3

Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

56 Christoph Clavius(1538-1612)

Calculus eclipseos solaris anno M.D.LXXIIII. futurae, adV. VI. et IX. climata subductus ex tabulis prutenicis cae-lestium motuum, Erasmi Reinholdi ... Tabulis resolutisex prioribus derivatis autore Godescalco Eberbachio.Erphordiae: per Georgium Bauuman, 1574[22] c.; 4°Collocazione: Stampati antico - 749 L 1 int. 5

57 Gottschalk Eberbach (floruit 1573-1577)

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

Gnomonices libri octo, in quibus non solum horologio-rum solarium, sed aliarum quoq[ue] rerum, quae ex gno-monis umbra cognosci possunt, descriptiones geometricedemonstrantur. Auctore Christophoro Clavio Bamber-gensi Societatis Iesu.Romae: apud Franciscum Zanettum, 1581 (Romae:apud Franciscum Zanettum, 1581)[16], 654, [2] p.: ill.; fol.Nota ms. sulla carta di guardia anteriore: Cub. SS. Petri et Pauli.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Collegio Germanico. Precedenti collocazioni: T II 22. Collocazione: Stampati antico - 761 A 13

58 Christoph Clavius(1538-1612)

Compendium brevissimum describendorum horologio-rum horizontalium ac declinantium Auctore Christo-phoro Clavio ...Romae: apud Aloysium Zannettum, 160335 p.: ill.; 4°Note mss. sul frontespizio cancellate a inchiostro. Rilegato con: Ta-bula altitudinum solis ... e con Tabulae astronomicae nonnullae adhorologiorum constructionem ... Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Se-minarii Romani. Precedenti collocazioni: T VI 64 Collegio Germa-nico - Bibl. Inf. Cubiculi S. Thomae. Collocazione: Stampati antico - 743 E 7 int. 1

59 Christoph Clavius(1538-1612)

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Fabrica et usus instrumenti ad horologiorum descrip-tionem peropportuni ... auctore Christophoro ClavioBambergensi Societatis Iesu.Romae: apud Bartholomaeum Grassium, 1586 [ApudIacobum Ruffinellum]8, [4], 9-151 p.,29 p. di tav.: ill.; 4°Nota ms. sul frontespizio. Indorsatura in carta manoscritta. Prece-dente appartenenza: Collegio Germanico. Collocazione: Stampati antico - 743 E 6

Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

60 Christoph Clavius(1538-1612)

Christophori Clavii Bambergensis e Societate Iesu. Astro-labium.Romae: impensis Bartholomaei Grassi, ex typografiaGabiana, 1593[47], 759 (i.e. 749), [4] p.: ill.; 4°Note mss. sul frontespizio. Legatura in pergamena floscia; tracce dilacci sulla coperta anteriore e posteriore. Timbri: Bibliotheca PiaPont. Seminarii Romani. Precedente appartenenza: Collegij Ger-manici. Precedenti collocazioni: G 4; T VII 34. Collocazione: Stampati antico - 743 E 3

61 Christoph Clavius(1538-1612)

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Christophori Clavii Bambergensis ex Societate Iesu Ho-rologiorum nova descriptio.Romae: apud Aloysium Zannettum, 1599 (Romae:apud Aloysium Zannettum, 1599)[12], 240 p.: ill.; 4°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente appar-tenenza: Collegio Germanico. Precedenti collocazioni: C 4; T VI 54. Collocazione: Stampati antico - 743 E 5

Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

62 Christoph Clavius(1538-1612)

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Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

Tabula altitudinum solis pro horis astronomicis in si-gnorum initiis, ad omnes gradus altitudinis poli borea-lis supputata per Christophorum Clavium ...Romae: apud Aloysium Zannettum, 160343, [1] p.: tav.; 4°Rilegato con Compendium brevissimum describendorum horologio-rum horizontalium ... e Tabulae astronomicae nonnullae ad horolo-giorum constructionem ...Collocazione: Stampati antico - 743 E 7 int. 2

63 Christoph Clavius(1538-1612)

Astrolabiorum seu utriusque planispherij universalis, etparticularis usus. Per modum compendii traditus a Va-leriano Regnartio Belga ...Romae: apud Bartholomaeum Zannettum, 161057, [3] p., [18] c. di tav. (3 ripieg.): illustrazione calco-grafica; 4°Stemma dell’ordine dei Gesuiti (JHS) e di Gregorio XIII sul dorso.Note mss. sul frontespizio. Timbri: Bibliotheca Pia Pont. SeminariiRomani. Precedente appartenenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup.Precedenti collocazioni: T VI 69. Collocazione: Stampati antico - 749 H 16

64 Valeriaen Regnard (floruit 1610)

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De gli horiuoli a sole ... del P. Giulio Fuligatti ...Ferrara: presso Vittorio Baldini Stampatore Camerale,1616[16], 248 [i. e. 246], [2] p.; 4°Sul frontespizio abrasione a inchiostro dell’ex libris. Postille mss.all’interno del testo. Timbri: Pontificio Seminario Romano. Prece-denti collocazioni: T Vi 56; XXV C. Collocazione: Stampati antico - 761 A 17

Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

65 Giulio Fuligatti (1549-1633)

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Sol elliptic: hoc est novum et perpetuum solis contra hisoliti phaenomenon, quodnoviter inventum, strenae loco,reverendissimo atque serenissimo principi ... Maximi-liano, archiduci Austriae, ... offert, dicat, donat, Chri-stophorus Scheiner Societatis Iesu.Augustae Vindelicorum: Typis Christophori Mangij,1615[4], 34, [2] p.: ill., tav.; 4°Collocazione: Stampati antico - 749 L 1 int. 2

Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

66 Christoph Scheiner(1575-1650)

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Primitiae gnomonicae catoptricae hoc est Horologio-graphiae novae specularis ... Authore R.P. AthanasioKircher Buchonio, e Societate Iesu ... Mathematum etOrientalium linguarum Professore.Avenione: ex typographia I. Piot, S. Officij Typographivia Aromataria, 1635[8], 228, [18] p., [2] c. di tav.: ill., antip. calcogr.; 4°Stemma di Gregorio XIII e dell’ordine dei Gesuiti (JHS) sul dorso.Note mss. sul frontespizio: Donum Authoris. Precedente apparte-nenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup. Precedenti collocazioni: A 4. Collocazione: Stampati antico - 743 A 12

Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

67 Athanasius Kircher (1602-1680)

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Catalogus veteres affixarum longitudines, ac latitudinesconferens cum novis. Imaginum Caelestium prospectivaduplex. Altera rara ex polis mundi ... Altera novi exmundi centro ... utraque caelo et accuratioribus Tycho-nis observationibus quam simillima. Christophori Grien-bergeri ... calculo ac delineatione elaborata.Romae: apud Bartholomaeum Zannettum, 1612[8], 88, [14] c.: ill. calc.; 8°La parte più cospicua delle tavole numerate (in tutto 88) è rappre-sentata da Catalogi stellarum fixarum (tavv. 1-52, suddivise in treparti); seguono altre tabelle facenti riferimento agli studi di TychoBrahe. Le ultime 14 tavole non numerate raffigurano 26 costella-zioni e furono disegnate dallo stesso GrienbergerTimbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani; Pontificio Semi-nario Romano. Precedente appartenenza: Monastero di Sant’Ales-sio (S. A.). Precedenti collocazioni: T VI 59.Collocazione: Stampati antico - 761 A 33

Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

68 Christoph Grienberger (1561-1636)

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Institution astronomique de l’usage des globes et sphèrescélestes et terrestres, comprise en deux parties, l’une sui-vant l’hypothèse de Ptolémeée ... l’autre selon l’intentionde Copernicus ... par Guillaume Blaeu.A amstredam: Jean et Corneille Blaeu, 1642[18], 277 p.: ill.; 4°Timbri: Pontificio Seminario Romano; Bibliotheca Pia Pont. Semi-narii Romani. Precedente appartenenza: Monastero di Sant’Ales-sio (S. A.). Precedenti collocazioni: T V 44. Collocazione: Stampati antico - 643 E 2

Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

69 Willem Janszoon Blaeu (1571-1638)

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Philippi Lansbergi Uranometriae libri tres. In quibus,Lunae, Solis, et reliquorum planetarum, et inerrantiumstellarum distantiae à Terra, et magnitudines, hactenusignoratae perspicue demonstrantur ...Middelburgi Zelandiae: apud Zachariam Romanum, bi-bliopolam, 1631 (Lugduni Batavorum: ex officina ty-pographica Guilielmi Christiani, 1631)[24], 134, [2] p.: ill.; 4°Timbri: Pontificio Seminario Romano; Bibliotheca Pia Pont. Semi-narii Romani. Precedente appartenenza: Monastero di Sant’Ales-sio (S. A.). Precedenti collocazioni: T I 1. Collocazione: Stampati antico - 761 B 47

Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

70 Philips van Lansbergen (1561-1632)

Philosophiae naturalis Principia mathematica ... Per-petuis commentariis illustrata, communi studio PP. Tho-mae Le Seur et Francisci Jacquier.Genevae: typis Barillot et Filii bibliop., 1739 17402 voll.: ill., graf., tav.; 4°Frontespizio in rosso e nero con vignetta calcograficaincisa da Jean Louis DaudetTimbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti colloca-zioni: H.3. Collocazione: Stampati antico - 745 G 21-22

71 Isaac Newton(1642-1727)

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Sol illustratus ac propugnatus ab illustri ac generoso do-mino, domino Ioanne Nicolao a Smogulecz Smogulecki,et c., maioris congregationis academicae Friburgi Pri-sgoiae praefecto, mathematicarum scientiarum, atquephilosophiae studioso ... Praeside Georgio Schönberger,Societatis Iesu, Matheseos Professore Ordinario.Friburgi Brisgoiae: excudebat Theodorus Meyer, 1626[8], 125, [7] p.: ill.; 4°Stemma di Gregorio XIII e dell’ordine dei Gesuiti (JHS) sul dorso.Precedente appartenenza: Collegio Germanico et Hungarico. Pre-cedenti collocazioni: sul dorso B 9. Collocazione: Stampati antico - 761 B 50

Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

72 Jan Mikolaj Smogulecki (1610-1656)

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Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

Pars prima [-altera] ephemeridum novarum et motuumcoelestium quinquennalis [- decennalis] ad annos aeraechristianae 1636. 1637.1638. 1639. 1640. [- ab annoaerae christianae 1641 incipientum, et in annum 1650.definentium] ... in Luminarium motibus et Eclipsibus extabulis danicis Christiani S. Longomontani, in reliquisPlanetis et Tabulis Rudolphinis Joannis Kepleri juxtaexquisita Nob. Tychonis Brahei observationes construc-tis, debitâ diligentia elaborata et supputata a LaurentioEichstadio ...Stetini: typis et impensis Davidis Rehtii, 1634-16392 voll. in 1: ill., tab.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti colloca-zioni: T IV 41. Collocazione: Stampati antico - 761 A 7

73 Lorenz Eichstadt (1596-1660)

Johannis Hevelii Selenographia: sive, Lunæ descriptio;atque accurata ... delineatio. In quâ simul cæterorumomnium planetarum nativa facies, variæque observatio-nes ... figuris accuratissime æri incisis, sub aspectum po-nuntur ... Addita est, lentes expoliendi nova ratio ...Gedani: autoris sumtibus, Typis Hünefeldianis, 1647[26], 563, [67] c. di tav., [3] c. di tavole doppie, [18] p.di tavole + 1 tav. (Fig. T*): ill., ritr.; fol.Sulla carta di tav. 1 ritratto dell’autore con dedica. Tavole delle fasilunari disegnate e incise dallo stesso autoreAlla p. 35 foglio con note mss. con ceralacca. Timbri: BibliothecaPia Pont. Seminarii Romani. Precedente appartenenza: Monasterodi Sant’Alessio (S. A.). Precedenti collocazioni: Q 5; T II 16. Collocazione: Stampati antico - 749 L 2 int. 1

74 Johannes Hevelius (1611-1687)

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

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Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

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Johannis Hevelii Epistolae IV. I: De observatione deli-quii solis anno 1649 habita ... II: De eclipsi solis anno1652 observata ... III: De motu lunae libratorio ... IV:De utriusque luminaris defectu anni 1654 ...Gedani: sumtibus autoris, typis Andreae Julii Molleri,1654[18], 72 p., 6 c. di tav.: ill. calcogr.; fol.Epistola I: ad Laurentium Eichestadium; Epistola II:ad Pet. Gassendum et Ism. Bullialdum; EpistolaIII: ad P. Joh. Bapt. Ricciolum, Soc. Ies.; Epistola IV: adPetrum NoceriumVignetta calcografica sul frontespizio firmata da A. Boy e J. Allen,

Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

75 Johannes Hevelius (1611-1687)

con allegoria dell’osservazione astronomica. Sono raffigurati: da de-stra un nibbio, rapace dalla vista diurna eccezionale, simbolo dellalucidità mentale; al centro un gufo, rapace dalla acuta vista not-turna, simbolo di profezie negative che insegna a imparare dal pas-sato; a sinistra una gru, simbolo della luna, che rappresenta laconoscenza di segreti e la capacità di vedere attraverso le acque. Aidue fianchi del gufo una clessidra e una candela, simboli rispetti-vamente della misurazione del tempo diurno e notturno. Al centrodella vignetta, in medaglione, sullo sfondo veduta notturna del portodi Danzica, città natale di Hevelius e luogo di stampa del volume.In primo piano scene di osservazione del cielo con telescopio, se-stante e sfera armillare; nel cielo luna, stelle e festone con segnizodiacaliCollocazione: Stampati antico - 749 L 2 int. 2

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Astronomiae reformatae tomi duo, quorum prior obser-vationes, hypotheses et fundamenta tabularum, posteriorpraecepta pro usu Tabularum Astronomicarum, et ipsastabulas astronomicas 102 continet. Prioris tomi indecem libros divisi, argumenta pagina sequenti exponi-tur. Auctore P. Ioanne Baptista Ricciolo ...Bononiae: ex typographia haeredis Victorij Benatij,16652 voll. in 1: ill., tav.; fol.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani; Pontificio Semi-nario Romano. Precedente appartenenza: Collegio Germanico -Bibl. Sup. ... 1696. Precedenti collocazioni: T II 5. Collocazione: Stampati antico - 749 I 15

Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

76 Giovanni Battista Riccioli(1598-1671)

Dialogo de gli horologi solari del molto reverendo padreD. Gio. Battista Vimercato milanese monaco di certosa ...Nuovamente ristampato con le sue figure, postille inmargine, et con un agiunta di un Horologio da servir-sene al lume della Luna, ò à i raggi di essa per saperqual hora sij della notte, et in fine una figura di un Ho-rologio Orizontale ...In Venetia: appresso i Gioliti, 1585 Et ristampato in Pa-dova: per il Pasquati, 1672[28], 1-79, [1], 89-331 [i.e. 131], [1] p., [2] c. di tav.doppie e [2] c. di tav. ripieg.: ill.; 4°Precedente appartenenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup. Prece-denti collocazioni: T VI 58.Collocazione: Stampati antico - 761 A 15

77 Giovanni Battista Vimercati (sec. XVI)

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L’usage des globes celeste et terrestre, et des spheres sui-vant les differens systemes du monde. Précedé d’un traitéde cosmographie ... Seconde edition reveue, corrigée etaugmentée par le sieur Bion ingenieur pour les instru-mens de mathematique, sur le Quay de l’Horloge du Pa-lais, au Soleil d’or, où l’on trouve des Spheres et desGlobes des toutes facons.A Paris: chez Laurent D’Houry, rue Saint Severin, au

Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

78 Nicholas Bion (1652-1733)

Saint Esprit, vis a vis la rue Zacharie. Et chez JeanBoudot, Imprimeur du Roy et de l’Academie Royaledes Sciences, rue S. Jacques, au Soleil d’or, 1703[18], 459, [31] c. di tav. ripieg.: ill., tav.; 12°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti colloca-zioni: T VII 64. Collocazione: Stampati antico - 749 H 6

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Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

Tabulae astronomicae Ludovici Magni jussu et munifi-centia exaratae et in lucem editae. In quibus Solis,Lunae reliquorumque Planetarum motus ex ipsis obser-vationibus, nullâ adhibitâ hypothesi, traduntur ...Adiecta sunt Descriptio, Constructio et Usus Instrumen-torum Astronomiae ... Ad Meridianum ObservatoriiRegii Parisiensis in quo habitae sunt observationes abipso Autore Philippo De La Hire, Regio Matheseos Pro-fessore et Regio Scientiarum Academiae Socio.Secunda editio Parisiis: apud Montalant, Typographumet Bibliopolam, ad Ripam pp. Augustinorum, propepontem S. Michaelis, 1727[14], 102, [4], 81, [7] p., 4 c. di tav. ripieg.: ill.; 4°Collocazione: Stampati antico - 761 A 9

79 Philippe de La Hire (1640-1718)

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Hesperi et Phosphori nova phaenomena, sive observatio-nes circa planetam Veneris unde colligitur. ... Nunc pri-mum editae sub auspiciis sacrae regiae majestatisJoannis V. ... a Francisco Blanchino Veronensi.Romae: apud Joannem Mariam Salvioni TypographumVaticanum, 1728viii, 92 p., x c. di tav. ripieg.: ill.; fol.Antiporta incisa da Stefano e Rocco Pozzi con ritratto di GiovanniV del Portogallo, a cui è dedicata l’opera. Sul frontespizio vignettacalcografica con stemma reale del Portogallo. Le tavole VII e VIII ri-producono il telescopio da “100 palmi romani” (21 m) costruito daGiuseppe Campani appositamente per le osservazioni di Bianchinia Roma dal 1726. A p. 86: Epistola admodum Reverendi Patris Mel-chioris a Briga ... ad Illustrissimum ac Reverendissimum ... Franci-scum BlanchinumSulla carta di guardia: Ex libris Felici Nerini. Alla p. 61 rinvenuto fo-glio mss. Precedente appartenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Collocazione: Stampati antico - 749 I 8

Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

80 Francesco Bianchini(1662-1729)

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Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

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Davidis Gregorii ... Astronomiae physicae et geometri-cae elementa.Secunda editio revisa et correcta. Accesserunt praefatioeditoris; Cometographia Halleiana in modum appendi-cis; brevis ad calcem Horologiorum Sciotericorum trac-tatus et duplex Index, primus sectionum et pro positionum,alter rerum et verborum copiosusGenevae: apud Marcum-Michaelem Bousquet et socios,17262 voll.: ill., tav.; 4°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti colloca-zioni: T III 37-38.Collocazione: Stampati antico - 749 F 7- 8

Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

81 David Gregory (1661-1708)

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

Dissertazione sopra le aurore boreali, dove con sistemaparticolare fondato sopra i newtoniani principj, sopra leleggi della meccanica, e sopra le migliori, e più accurateosservazioni si tratta delle medesime, e dove si riferisceprincipalmente la storia, e le cagioni dell’aurora, vedutaqui in Venezia li 16. dicembre verso le ore 2. della nottedell’anno 1737. Di Eusebio Sguario viniziano.In Venezia: appresso Pietro Bassaglia, 1738119, [1] p., [2], II c. di tav. di cui 3 ripieg.: ill.; 4°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani; Pontificio Semi-nario Romano. Precedenti collocazioni: T I 48. Collocazione: Stampati antico - 749 F 9

82 Eusebio Sguario (sec. XVIII)

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Histoire celeste ou recueil de toutes les observations astro-nomiques faites par ordre du Roy ... avec un discours pré-liminaire sur le progrès de l’astronomie ... par M. LeMonnier, de l’Académie Royale des Sciences et de la So-cieté Royale de Londres.A Paris: chez Briasson, Libraire, rue Saint Jacques,1741 (Paris: de l’imprimerie de C. F Simon, Fils, 1741)[10], xcii, 368, [2] p., iv c. di tav. ripieg.: ill; 4°Nota ms. sul contropiatto: A l’ usage de D. Felix Nerini, 1745. Tim-bri: Bibliotheca Pia Pont. Seminario Romano. Precedente apparte-nenza: Monastero Sant’Alessio (S. A.). Precedenti collocazioni: TIII 18. Collocazione: Stampati antico - 749 F 11

Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

83 Pierre Charles Le Monnier (1715-1799)

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

Trattato della sfera celeste composto da P. GiovanniMarchelli della Compagnia di Gesù ad istruzione de’convittori del Collegio de’ Nobili di Milano.In Milano: per il Mazzucchelli, successore Malatesta[s.d.]276 p.; 8°Pubblicato presumibilmente nel 1757, data dell’Imprimatur. La pa-gina precedente il frontespizio riproduce la difesa delle tesi del-l’autore P. Marchelli da parte del “Signor Marchese FrancescoCastelli primo Assessore nell’Accademia de’ vigorosi del Collegiode’ Nobili della Compagnia di Gesù”Esemplare privo della coperta. Precedente appartenenza: CollegioGermanico - Bibl. Sup. Collocazione: Stampati antico - 749 H 4

84 Giovanni Marchelli (1713-1764)

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Novissimae Ephemerides motuum coelestium e cassinia-nis tabulis ad meridianum Bononiae supputatae ... auc-toribus Eustachio Manfredio Bononiensis scientiaruminstituti astronomo et sociis.Bononiae: typis Constantini Pisarri S. Inquisitionis im-pressoris sub signo S. Michaelis, 1725[10], 415 p.: ill.; fol.Precedente appartenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Pre-cedenti collocazioni: D 3.Collocazione: Stampati antico - 761 A 4

Eustachii Manfredij bononiensis scientiarum instituti astro-nomi de annuis inerrantium stellarum aberrationibus.Bononiae: typis Constantini Pisarri S. Inquisitionis im-pressoris sub signo S. Michaelis, 1729[12], 184, [20] p.; fol.Sul frontespizio dedica al cardinale Giovanni AntonioDe Via. In calce al frontespizio: Superiorum PermissuNota ms. di possesso. Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Ro-mani. Precedente appartenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.).Precedenti collocazioni: T III 54. Collocazione: Stampati antico - 749 G 11

Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

85 Eustachio Manfredi (1674-1739)

86 Eustachio Manfredi (1674-1739)

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

Eustachij Manfredij Ephemerides motuum coelestium exanno 1715 in annum 1725 e Cassinianis tabulis ad me-ridianum Bononiae supputatae ...Bononiae: typis Constantini Pisarri, 1715[16], 143, [1], 179, [1] p., [1] c. di tav. ripieg.: ill., cal-cogr. tab.; 4°Nota ms. di possesso. Esemplare mutilo del frontespizio e del primofascicolo. Precedente appartenenza: Monastero di Sant’Alessio (S.A.). Precedenti collocazioni: V 7. Collocazione: Stampati antico - 761 A 5

87 Eustachio Manfredi (1674-1739)

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Eustachii Manfredii Introductio in Ephemerides cum op-portunis tabulis ad usum Bononiensis Scientiarum In-stituti.Editio altera in qua exempla, quae sub praeceptis propo-nuntur ad Ephemerides ex Anno 1751. in Annum 1762.novissime supputatas accomodata sunt; quaedam prae-terea Tabulae adjectae sunt, et Stellarum Catalogus exobservationibus in Bononiensi Specula recenter habitis Bononiae: typis Constantini Pisarri S. Inquisitionis im-pressoris sub signo S. Michaelis, 17502 pt. (xviii, [2], 143, [1], 192 p., 1 c. di tav. ripieg.): ill.,tab.; fol.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti colloca-zioni: A-8. Collocazione: Stampati antico - 761 A 6

Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

88 Eustachio Manfredi (1674-1739)

Ephemerides motuum caelestium ex anno 1763 inannum 1774 ad meridianum Bononiae ex Halleii tabu-lis supputatae auctoribus Eustachio Zanotto ... et sociisad usum Instituti.Bononiae: Ex typographia Laelii a Vulpe, 1762[2], x, 384 p., v c. di tav. ripieg.: ill., c. geogr., tab.; 4°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti colloca-zioni: T I 32; D 3. Collocazione: Stampati antico - 761 A 2

89 Eustachio Zanotti (1709-1782)

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Ephemerides motuum caelestium ex anno 1775 inannum 1786 ad meridianum Bononiae ex Halleii tabu-lis supputatae auctoribus Eustachio Zanotto ... et sociisad usum Instituti.Bononiae: Ex typographia Laelii a Vulpe, 1774vii, [1], 384 p., [2] c. di tav. inc., 1 ripieg.: ill., c. geogr.,tab.; 4°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti colloca-zioni: T I 31. Collocazione: Stampati antico - 761 A 3

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

90 Eustachio Zanotti (1709-1782)

Tavole gnomoniche per le ore oltramontane con altre ta-vole appartenenti alla construzione degli orologj a sole,e per altri usi calcolate da Gio. Lodovico Quadri ... conla descrizione di uno strumento per osservare con esat-tezza quanto l’ago calamitato declini dalla meridiana.In Bologna: nella stamperia di Lelio dalla Volpe, 1743[4], 136 p., [2] c. di tav.: ill., tab.; 4°Precedente appartenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Pre-cedenti collocazioni: Y 4. Collocazione: Stampati antico - 749 F 10

91 Giovanni Lodovico Quadri (1700-1748)

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Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

Phaenomena caelestia observata Romae [Giovanni Bat-tista Audiffredi].Romae: ex typographia Generosi Salomoni in foro San-cti Ignatii, 1754 (apud Venantium Monaldini bibliopo-lam in via Cursus)xx, 120, p., [2] c. di tav. ripieg.: ill; 8°Nota ms. di possesso: Inscriptus Bibliot. Col. Ger. Hung. Timbri:Pontificio Seminario Romano; Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Ro-mani. Precedente appartenenza: Collegio Germanico. Precedenticollocazioni: T VII 18.Collocazione: Stampati antico - 749 G 21

De inaequalitatibus quas Saturnus et Jupiter sibi mutuovidentur inducere praesertim circa tempus conjunctionis.Opusculum ad Parisiensem Academiam transmissum etnunc primum editum authore P. Rogerio Josepho Bo-scovich.Romae: ex typographia Generosi Salomoni, 1756xxiv, 187, [1] p., [4] c. di tav. ripieg.: diagr.; 8°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti colloca-zioni: T XI 15. Collocazione: Stampati antico - 749 H 3

92 Giovanni Battista Audiffredi (1714-1794)

93 Ruggiero Giuseppe Boscovich(1711-1787)

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A treatise describing the construction and explaining theuse of new celestial and terrestrial globes. Designed to il-lustrate, in the most easy and natural manner the phoe-nomena of the earth and heavens and to shew thecorrespondence of the two spheres. With a great variety ofastronomical and geographical problems. By GeorgeAdams, Mathematical Instruments Maker to His Majesty.The fifth edition, in which a comprehensive view of thesolar system is given; and the use of the globes is farthershewn in the explanation of spherical triangles

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

94 George Adams (1720-1773)

London: printed for and sold by the author, at TychoBrahe’s Head, n. 60, in Fleet-Sreet, 1782xxxviii, 345, [7] p., [11] c. di tav., [3] c. di tav. ripieg.:ill, tav.; 8°Sul piatto della coperta nota ms.: 9 Paisons 1792. In calce al fron-tespizio nota ms.: Ex Dono Pio IX an. 1865. Timbri: BibliothecaPia Pont. Seminarii Romani. Precedenti collocazioni: T VI 88. Collocazione: Stampati antico - 749 F 14

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Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

Ephemerides Astronomicae anni 1785. Ad MeridianumMediolanensem supputatae ab Angelo De Cesaris. Acce-dit appendix cum observationibus et opusculis.Mediolani: apud Joseph Galeatium Regium Typogra-phum, 1783231 p.: ill. calcogr.; 8°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti colloca-zioni: T IV 49. Nota ms. di possesso. Collocazione: Stampati antico - 761 A 8

95 Angelo Giovanni De Cesaris (1749-1832)

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Scientia eclipsium ex imperio, et commercio sinarum il-lustrata, complectens integras constructiones astronomi-cas P. Jacobi Philippi Simonelli, observationes sinicasP. Ignatii Kegler, investigationes ordinis eclipsium P.Melchioris a Briga.Romae: typis Anton De Rubeis et Lucae: apud Salv. etJo. Dom. Maresc., 1744-17474 voll. in 1: ill., c. geogr., tab.; 4°Esemplare mutilo dell’antiporta calcografica. Timbri: Pontificio Se-minario Romano; Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Prece-denti collocazioni: T XI 34; T III 59. Collocazione: Stampati antico - 749 G 5

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

96 [Scientia eclipsium...]

Descrizione del nuovo osservatorio del Collegio romanoD. C. D. G. e memoria sui lavori eseguiti dal 1852 atutto aprile 1856. del P. Angelo Secchi D. M. C.Roma: Tipografia delle belle arti, 1856159 p., 4 c. di tav.Sulla tavola parzialmente pieghevole prima del frontespizio: Co-pernico cratere della Luna come si vede col grande refrattore di Merzall’Osservatorio del Collegio Romano … Roma 19 novembre 1855Collocazione: Stampati antico - 761 B 1

97 Angelo Secchi(1818-1878)

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Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

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Relazione delle osservazioni fatte in Spagna durantel’eclisse totale del 18 luglio 1860 dal P. Angelo SecchiC. D. G.Roma: Tipografia delle belle arti, 186048 p.: 1 tav. pieg.; fol.Le carte di tavole riproducono osservazioni dell’eclisse solare to-tale del 18 luglio 1860, fotografata in SpagnaStemma di Pio IX sul piatto anteriore. Precedenti collocazioni: T II68. Stemma di Pio IX sulla coperta.Collocazione: Stampati antico - 761 B 24

Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

98 Angelo Secchi(1818-1878)

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

Le soleil par le P. A. Secchi S.J.2. éd. revue et augumentéeParis: Gauthier Villars, 1875-18772 voll., c. di tav.: ill.Le carte di tavola riportano, tra le altre, illustrazioni effettuate du-rante l’eclissi totale di sole, delle eruzioni e protuberanze del SoleRilegatura in pelle rossa, con decorazioni in oro. Stemma di Pio IXsui piatti.Collocazione: Stampati antico - 761 B 19-20

99 Angelo Secchi(1818-1878)

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Osservazioni,effemeridi,calcoli astronomici,strumenti

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Osservazioni,effemeridi,

calcoli astronomici,strumenti

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ASTRONOMIAE ALTRE SCIENZE

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Opera omnia Ioannis Pici, Mirandulae Concordiaquecomitis ... Item Cabala Reuchlini, ad intelligenda locaquaedam Pici magno usui futura lectori.Basileae: [per Heinricum Petri, 1557]2 voll.; 2°Stato di conservazione: legatura e carte da restaurare. Timbri: Bi-bliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente appartenenza:Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti collocazioni: S I 15. Collocazione: Stampati antico - 95 A 16-17

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Astronomiae altre scienze

100 Giovanni Pico della Mirandola (1463-1494)

De coniunctionibus magnis insignioribus superiorumplanetarum, solis defectionibus, et cometis, in quartamonarchia, cum eorundem effectuum historica exposi-tione. His ad calcem accessit prognosticon ab anno Do-mini 1564 in viginti sequentes annos. Auctore CyprianoLeovitio a Leonicia, Boemo, Hradecense, mathematico.Laugingae ad Danubium: excudebat Emanuel Salczer,1564[39] c.; 4°Collocazione: Stampati antico - 749 L 1 int. 3

101 Cyprian Leowitz (1524-1574)

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Astronomiae altre scienze

R. P. Campanellae ... Astrologicorum libri VII. In quibusAstrologia omni superstitione arabum, et iudaeorum eli-minata physiologicè tractatur, secundum S. Scripturas,et doctrinam S. Thomae, et Alberti, et summorum theo-logorum; Ita ut absque suspicione mala in ecclesia deimulta cum utilitate legi possint.Francofurti: [s. n.], 1630[8], 232, [8], 24 p.; 4°Alla c. a: Typographus lectori. Opus hoc ... sex libris, quos uno volu-mine compactos simul acceperam, ex ipsius authoris ... Cum autemiam quieuisset praelum, ecce, septimus hic liber allatus est ex Italia ...Esemplare restaurato nella legatura, frontespizio e carta di guardiaCollocazione: Stampati antico - 95 D 7a

102 Tommaso Campanella (1568-1639)

Domus Dei in qua de mirabilibus coeli totaque astrologia,et vita coelesti luculenter et copiose disseritur. Additur ...ephemeris astrologica et historica cum ob servationibusadversus supersticiosa de astris judicia autore R. P. Nico-lao Caussino Societatis Iesu.Coloniae Agrippinae: apud Ioannem Kinckium, 1652Nota ms. sul front.: “Bibl ... Inscript ... 1671”. Precedente appar-tenenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup.Collocazione: Stampati antico - 761 A 29

103 Nicolas Caussin (1583-1653)

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Cosmographiae introductio: cum quibusdam geometriaeac astronomiae principiis ad eam rem necessariis.Parisiis: apud Gulielmum Cavellat, in pingui gallina exadverso collegij Cameracensis, 155046, [2] c.: ill.; 8°Stemmi dell’ordine dei Gesuiti (JHS) e di Gregorio XIII sul dorso.Note mss. all’interno del testo. Precedente appartenenza: CollegioGermanico. Precedenti collocazioni: B A07Z. Collocazione: Stampati antico - 761 C 14

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Astronomiae altre scienze

104 [Cosmographiae introductio...]

Della sfera mondiale del signor Iacomo Micalori cano-nico d’Urbino libri quattro ne’ quali compendiosamentesi mostra quanto è necessario a generale intelligenza diSfera: con alcune cose curiose a tal materia appartenenti.In Urbino: appresso Marc’Antonio Mazzantini, 1626[4], 139, [3] p.: ill.; 8°Stemma di Gregorio XIII e dell’ordine dei Gesuiti (JHS) sul dorso.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Collegio Germanico. Precedenti collocazioni: T VII 38. Collocazione: Stampati antico - 749 H 15

105 Giacomo Micalori(1570-1645)

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Astronomiae altre scienze

Athanasii Kircheri e soc. iesu iter extaticum II. Qui etmundi subterranei prodromus dicitur. Quo geocosmi opi-ficium sive terrestris globi structura ... in III dialogos di-stinctum.Romae: Typis Mascardi, 1657Nota ms. sul frontespizio: ex dono authoris. Precedente apparte-nenza: Collegio Germanico. Precedente collocazione: T C 4. Collocazione: Stampati antico - 743 A 10

106 Athanasius Kircher (1602-1680)

107 Francesco Bianchini(1662-1729)

Francisci Blanchini Veronensis astronomicae, ac geo-graphicae observationes selectae ... ex iisdem observa-tionibus collecta et concinnata cura et studio EustachiiManfredi in Bononiensi Scientiarum Instituto Astro-nomi.Veronae: typis Dyonisii Ramanzini Bibliop., 1737[14], xiii, [1], 278, [2] p. [1] c. di tav. ripieg.: ill., 1 ritr.calcogr.Precede il frontespizio il ritratto calcografico dell’autore eseguitoda Pietro Antonio Rotari nel 1729. Vignetta calcografica sul fron-tespizio disegnata e incisa da Dionigi ValesiNote mss. sul verso della coperta. Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Se-minarii Romani. Precedente appartenenza: Monastero di San-t’Alessio (S. A.). Precedenti collocazioni: T II 45. Collocazione: Stampati antico - 749 I 14

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Astronomiae altre scienze

La figure de la Terre, déterminée par les observations deMessieurs De Maupertuis, Clairaut, Camus, Le Monnier,de l’Académie Royale des sciences, et de M. l’Abbé Ou-thier, correspondant de la même Académie, accompa-gnés de M. Celsius, Professeur d’Astronomie à Upsal;faites par ordre du Roy au Cercle Polaire. Par M. deMaupertuis.Nouvelle edition dans laquelle on a mis les figures auxpages où elles se rapportentA Paris: de l’Imprimerie Royale, 1739xxiv, [4], 1 c. di tav., 208 p., [1] c. di tav. ripieg.: gr. ill.tav.; 8°La carta di tavola riporta: Carte de l’Arc du Meridien mesuré au Cer-cle Polaire, incisa da Delahaye nel 1736. La carta di tavola ripie-

108 Pierre-Louis Moreau de Maupertuis (1698-1759)

gata prima della carta di guardia finale è: Carte des lieux où les dif-ferentes longueurs du pendule ... observées par divers Astronomes del’Academie R.le des Sciences, de la Societé R.le de Londres par ordredu Roy, pour déterminer la Figure de la Terre, avec les Tables calcu-lées ... par M. Newton, Bradley et de Maupertuis del 1740. Primadella carta di tavola ripiegata finale un manoscritto diviso in 4 partidi differenti autori: 1. Extrait du Discours de M. De Fonten: Sur laprolongation de la Meridienne de Paris, datato 1700, consistente di8 p.; 2. Extrait chine Dissertation de M. Cassini le jeune Sur la Fi-gure de la Terre, datato 1720 e consistente di 20 p.; 3. Extrait de LaDistance des lieux de la Mesure de la Terre par M. Picard, consi-stente di 8 p.; 4. De Problemate Kepleriano, auctore Sac. Hermanno,datato 25 feb. 1726 e consistente di 10 pagineNota ms. di possesso. Timbri: Pontificio Seminario Romano; Bi-bliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente appartenenza:Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedente collocazione: T V 42. Collocazione: Stampati antico - 749 G 19 int. 2

108a 108b

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Astronomiae altre scienze

Saggi di naturali esperienze fatte nell’Accademia del Ci-mento... e descritte dal segretario di essa Accademia.Seconda edizioneIn Firenze: nella nuova stamperia di Gio. Filippo Cec-chi, 1691[16], cclxix, [23] p., [1] c. di tav.: ill., ritr. calcogr., tav.; 2°Ritratto calcografico di Cosimo III Medici inciso da Arnold van We-sterhout. Insegna calcografica dell’Accademia del Cimento sul fron-tespizio. Testatine e finalini calcograficiTimbri: Pontificio Seminario Romano; Bibliotheca Pia Pont. Semi-narii Romani. Precedenti collocazioni: 6 D 36; T II 15; XII F.Collocazione: Stampati antico - 749 A 1

Terra machinis mota eiusque gravitas et dimensio dis-sertationes duae P. Pauli Casati Placentini e Soc. Iesuquas in Collegio Romano eiusdem societatis publicè ex-posuit, et eminentissimo Cardinali Friderico HassiaeLantgravio S.R.I. principi D.D.D. Antonius Comes deMontfort collegij Germanici et Hungarici convictor. Anno1655. Mense die.Romae: typis haeredum Corbelletti, 1655[6], 52 p.: ill.; 2°Stemma dell’ordine dei Gesuiti (JHS) e di Gregorio XIII sul dorso.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup. Precedenti colloca-zioni: T I 26. Collocazione: Stampati antico - 749 G 12

109 Paolo Casati (1617-1707)

110 Accademia del Cimento

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Astronomiae altre scienze

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Astronomiae altre scienze

Petri van Musschenbroek ... Physicae experimentales, etgeometricae, de magnete, tuborum capillarium vitreo-rumque speculorum attractione, magnitudine terrae, co-haerentia corporum firmorum dissertationes: ut etephe merides meteorologicae ultrajectinae.Lugduni Batavorum: apud Samuelem Luchtmans, 1729Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedenti collo-cazioni: T III 31. Collocazione: Stampati antico - 747 A 6

Philosophiae Newtonianae institutiones, in usus acade-micos G. J’s Gravesande.Editio prima Italica auctiorBassani: ex typographia Remondini, 1749Timbri: Pontificio Seminario Romano; Bibliotheca Pia Pont. Semi-narii Romani.Collocazione: Stampati antico - 95 H 15

111 Willem Jacob’s Gravesande (1688-1742)

112 Petrus van Musschenbroek (1692-1761)

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Astronomiae altre scienze

113 Petrus van Musschenbroek (1692-1761)

Tentamina experimentorum naturalium captorum inAcademia del Cimento sub auspiciis serenissimi princi-pis Leopoldi Magni Etruriae Ducis et ab ejus academiaesecretario conscriptorum: ex Italico in Latinum sermo-nem conversa. Quibus commentarios, nova experimenta,et orationem De methodo instituendi experimenta phy-sica addidit Petrus van Musschenbroek ...Lugduni Batavorum: apud Joan et. Herm. Verbeek Bi-bliop., 1731[12], xviii, [12], 191, p., xxxiii c. di tav. ripieg.: ill.; 4°Nota ms. di possesso. Timbri: Pontificio Seminario Romano; Bi-bliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente appartenenza:Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti collocazioni: T VI 17. Collocazione: Stampati antico - 747 A 7

Scienza della natura del p.d. Gio. Maria Della Torre ...In Napoli: per Serafino Porsile ... appresso RafaeleGessari, 1748-17492 voll.: ill., tav.; 4°Vol. 1: Scienza della natura generale; Vol. 2: Scienza della naturaparticolare: Il mondo terrestreTimbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedenti collo-cazioni: T IV 22. Collocazione: Stampati antico - 747 B 12-13

114 Giovanni Maria Della Torre(1710-1782)

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Astronomiae altre scienze

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Astronomiae altre scienze

De corporum motu rectilineo et curvilineo in mediis nonresistentibus libri duo. Auctore D. Coelestino Rollo ...Venetiis: apud Petrum Bassaleam, 1750xx, 236, [4] p., xv c. di tav. ripieg.: ill. calcogr.; 8°Note mss. di possesso. Timbri: Pontificio Seminario Romano; Bi-bliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente appartenenza:Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti collocazioni: T XI 11. Collocazione: Stampati antico - 747 I 25

115 Celestino Rollo († 1755)

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Athanasii Kircheri Fuldensis Buchonii e soc. Iesu pre-sbyteri ... Ars magna lucis et umbrae in decem libros di-gesta ...Romae: sumptibus Hermanni Scheus, ex typographiaLudovici Grignani, 1646[40], 935, [15] p.: ill., tav. in parte pieghevoliPrecedente appartenenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup... 1673Collocazione: Stampati antico - 743 A 7

Astronomiae altre scienze

116 Athanasius Kircher (1602-1680)

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Astronomiae altre scienze

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Centuriae opticae pars altera, seu Dialogi optici pars ter-tia in qua definitiones, seu explicatio terminorum: pro-blemata reliqua, quae desiderantur in prima parte adcomplendam centuriam ... Auctore Francisco Eschinardoe Societate Iesu. Romae: typis Nicolai Angeli Tinassij, 1668[16], 222 [i.e. 218], [2] p., [1] c. di tav. ripieg.: ill.; 4° Tit. del dorso: Centuria Problematum P. Eschinardo. Precedenti col-locazioni: T IV 92. Collocazione: Stampati antico - 747 H 1 int. 2

Centuria problematum opticorum, in qua praecipuae dif-ficultates catoptricae, et dioptricae, demonstrative so-luuntur seu Dialogi optici pars altera. Auctore FranciscoEschinardo e Societate Iesu.Romae: Typis HH. Corbelletti, 1666[10], 3-252, [2], 253-260 [i.e. 262] p., [3] c. di tav., dicui 1 doppia: ill.; 4° Note mss. sul frontespizio. Timbri: Bibliotheca Pia Pont. SeminariiRomani. Precedenti collocazioni: T IV 92. Collocazione: Stampati antico - 747 H 1 int. 1

Astronomiae altre scienze

117 Francesco Eschinardi(1623-1703)

118 Francesco Eschinardi(1623-1703)

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Optice: sive de reflexionibus, refractionibus, inflexionibuset coloribus lucis, libri tres. Auctore Isaaco Newton ... la-tinae reddidit Samuel Clarke.Editio novissimaLausanne et Genevae: sumpt. Marci-Michaelis Bou-squet et Sociorum, 1740[4], xxxii, 363, [1] p., [13] c. di tav.: ill. calcogr., ritr.; 4°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedenti collo-cazioni: T 6; A 4; T II 56. Collocazione: Stampati antico - 747 B 21

Astronomiae altre scienze

119 Isaac Newton(1642-1727)

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Della vera influenza degli astri, delle stagioni, e muta-zioni di tempo, saggio meteorologico fondato sopra lun-ghe osservazioni, ed applicato agli usi dell’agricoltura,medicina, nautica ecc. Di Giuseppe Toaldo ... Si ag-giungono i Pronostici di Arato tradotti dal sig. AntonioLuigi Bricci e la descrizione d’un nuovo pendolo a cor-rezione del Chiar.mo P. Boscovich.In Padova: nella Stamperia del Seminario, 1770[20], 222, p., [6] c. di tav. ripieg.: ill., tav.; 4°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S.A.). Precedenti colloca-zioni: A 3; T VI 12. Collocazione: Stampati antico - 761 C 7

Astronomiae altre scienze

Christophori Clavii Bambergensis ex Societate IesuOpera Mathematica V tomis distributa ab auctore nuncdenuo correcta, et plurimis locis aucta.Moguntiae: sumptibus Antonij Hierat: excudebat Rein-hardus Eltz, 16125 voll.: ill.; fol.Nel primo volume frontespizio calcografico con ritratto dell’autoreinciso da Johann Leypolt e dedica al vescovo di Bamberg. Stemmaxilografico dei Gesuiti sul frontespizio dei volumi 1-2, 4-5 dal titolo:Christophori Clavii Bambergensis e Societate Iesu Operum mathe-maticorum. Titolo del terzo volume: Christophori Clavii Bamber-gensis e Societate Iesu complectens Commentarium in SphaeramIoannis De Sacro Bosco et Astrolabium. I voll. 1-3 presentano la data1611 nei propri frontespizi, mentre i voll. 4-5 furono editi da AntonHierat e Johann Volmar e riportano la medesima data del fronte-spizio generale (1612).Stemma xilografico di Gregorio XIII e dell’ordine dei Gesuiti (JHS)sul dorso. Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Prece-dente appartenenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup. Precedenticollocazioni: T II 32. Collocazione: Stampati antico - 743 D 8-12

120 Giuseppe Toaldo (1719-1798)

121 Christoph Clavius(1538-1612)

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Astronomiae altre scienze

122 Galileo Galilei(1564-1642)

Di Galileo Galilei il compasso geometrico adulto peropera di Giacomo Lusvergh. Novamente stampato e datoalla luce da Domenico Lusvergh fabricatore d’istromentimatematici vicino al Collegio Romano.Roma: Per Dom. Ant. Ercole, 1698202, xx, [2] p., [6] c. di tav. ripieg.: ill., graf., calcogr.;12°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti colloca-zioni: T IX 22.Collocazione: Stampati antico - 745 E 6

Josephi Langii Caesaremontani Elementale mathema-ticum. Continens elementa arithmeticae vulgaris. Logi-sticae astronomicae. Geometriae. Astronomiae sphericae.Theoricae planetarum. Geographiae. Ex optimis scrip-toribus collecta, et metodice digesta: nunc vero plurimisadditionibus aucta, notis explicata, exemplis declarata,atque figuris illustrata. Lucubrationibus Isacii Habre-chti, Argentinensis ...Argentorati: sumptibus haeredum Lazari Zetzneri, 1625[20], 569 [i. e. 567], [9] p., [3] c. di tav. ripieg.: ill.; 4°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti colloca-zioni: T VII 27. Collocazione: Stampati antico - 743 E 16

123 Joseph Lang (1570-1615 circa)

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P. Gasparis Schotti ... Cursus mathematicus, sive abso-luta mathematicarum disciplinarum encyclopaedia, inlibros xxviii digesta ... Accesserunt in fine Theoreses me-chanicae novae.Herbipoli: sumptibus haeredum Joannis GodefridiSchonwetteri bibliopolae Francofurtensis, 1661 (Her-bipoli: excudebat Jobus Hertz typographus herbipo-lensis, 1661)[24], 660, [56] p. [43] c. di tav., [1] c. di tav. ripieg.: ill.,tav., antip. calcogr., musica; fol.Antiporta calcografica incisa da Andreas FrölichLiber VII: De Astronomia elementari; Liber VIII: De Astronomiatheorica; Liber IX: De Astronomia practicaTimbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Collegio Germanico - Bibl. Sup. Precedenti colloca-zioni: E S 30; T II 19. Collocazione: Stampati antico - 743 F 2

Astronomiae altre scienze

124 Gaspar Schott (1608-1666)

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Opera mathematica R.P. Andreae Tacquet Antuerpiensise Societate Iesu demonstrata et propugnata a SimoneLaurentio Veterani ex comitibus Montis Calvi, in colle-gio Societatis Iesu Lovanii anno 1668. mense Novemb.Antuerpiae: apud Iacobum Meursium, 1669[58], 356, [4], 303, [1], 168, [4] p.: ill., 88 c. di tav.quasi tutte ripieg., front. calcogr.; fol.Frontespizio calcografico seguito da tavola con ritratto del cardi-nale Giacomo Rospigliosi incisi da Richard CollinTimbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Collegio Germanico ... 28 Julij 1671. Precedenti col-locazioni: sul dorso: 288.; nn F S; sul verso della coperta: T II 31. Collocazione: Stampati antico - 743 E 1

Astronomiae altre scienze

125 André Tacquet (1612-1660)

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Astronomiae altre scienze

Corso matematico del padre Giacomo Maso Siracusanodella Compagnia di Giesù. Lettore già delle matemati-che ne’ collegi di Roma, e Malta, e nel presente di Pa-lermo. Parte quarta sferologica. Nella quale con ognifacilità, e brevità si spiega ciò, che appartiene alla sferaarmillare, o cognitione di tutti i cerchi immaginati nelcielo.In Palermo: per Giuseppe Bisagni, 1661[24], 481, [1] p., [1] c. di tav.: ill.; 4°Collocazione: Stampati antico - 749 H 5

126 Giacomo Maso(1624-1674)

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Physices elementa mathematica, experimentis confir-mata: Sive introductio ad philosophiam Newtonianamauctore Gulielmo Jacobo’s Gravesande.Editio tertia duplo auctiorLeide: apud Johannem Arnoldum Langerak: apud Jo-hannem et Hermannum Verbeek (1742)2 voll.: ill., tav.; 4°Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti colloca-zioni: T III 40. Collocazione: Stampati antico - 747 A 5

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Caelestis mathematicae … auctore D.Guarino Guarino.Mediolani: ex typographia Ludovici Montiae, 16832 voll.: ill., graf., tav.; fol.Timbri: Bibliotheca Pia Pont. Seminarii Romani. Precedente ap-partenenza: Monastero di Sant’Alessio (S. A.). Precedenti colloca-zioni: T II I. Collocazione: Stampati antico - 743 D 1

Astronomiae altre scienze

127 Guarino Guarini (1624-1683)

128 Willem Jacob’s Gravesande (1688-1742)

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Astronomiae altre scienze

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Finito di stamparenel mese di novembre 2009da Nuovagrafica, Carpi (MO)

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