biblioteche3. connessioni.condivisione. conoscenza

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1 BIBLIOTECHE 3 CONNESSIONI. CONDIVISIONE. CONOSCENZA.

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Tesi di laurea specialistica in Design della Comunicazione - Politecnico di Milano questo progetto analizza le potenzialità ipertestuali della rete e le sue peculiari dinamiche, e cerca di applicarle ad un ambiente reale, fisico, quello della biblioteca, attraverso progetti comunicativi che generino percorsi di conoscenza nuovi e arricchiti e mettano in atto relazioni e interazioni condivise.

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BIBLIOTECHE3CONNESSIONI. CONDIVISIONE. CONOSCENZABIBLIOTECHE3

CONNESSIONI. CONDIVISIONE. CONOSCENZA

BIBLIOTECHE3

CONNESSIONI. CONDIVISIONE. CONOSCENZA.BIBLIOTECHE3CONNESSIONI. CONDIVISIONE. CONOSCENZA

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Corso di Laurea in Design della ComunicazioneFacoltà del DesignPolitecnico di Milano

relatore: Federico Vidaricorrelatore: Sebastiano Bagnara Francesca Valsecchi

di Milena Sgaramella

Biblioteche3

Connessioni. Condivisione. Conoscenza.

Milano, 25 luglio 2007

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[...] chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinato-ria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immignazioni?

Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere conti-

nuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.

Italo Calvino

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INDICE

INDICE

INTRODUZIONE

01 LA BIBLIOTECA POSTMODERNA

PERCHÈ IL POSTMODERNO

FRAMMENTARIETÀ DEL SAPERE

MENTE E TECNOLOGIA

02 DINAMICHE DI RETE

SAPERE COLLETTIVO

COSA VUOL DIRE WIKIPEDIA?QUESTIONE DI FILTRI

03 LA CONOSCENZA TRA PASSATO E FUTURO

PUNTI DI VISTA

DIGITALIZZARE LA CULTURA

RUOLO DI MEDIAZIONE

04 BIBLIOTECHE IN TRASFORMZIONE

QUESTIONI TERMINOLOGICHE

BIBLIOTECARIO: MEDIATORE DI INFORMAZIONI

05 LA STRUTTURA IPERTESTUALE DEL PENSIERO

LA BIBLIOTECA COME IPERTESTO

TESTO E IPERTESTO

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06 IL PROGETTO

INTRODUZIONE

L’OGGETTO PROGETTUALE: LE BIBLIOTECHE

METODOLOGIA

LO STATO DELL’ARTE

OBIETTIVI PROGETTUALI

ANALISI

OSSERVAZIONI ETNOGRAFICHE

DESIGN LIBRARY

POLITECA

DERGANO - BOVISA

I TRE SPAZI A CONFRONTO

QUESTIONARI

CONCEPT

DESIGN LIBRARY

DERGANO - BOVISA

POLITECA

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

BIBLIOGRAFIA

GRAZIE!

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INTRODUZIONE

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(…) credo nell’inclusione non nell’esclusione. Un futuro sia di stampa che di comunicazione elettronica, sia di testo lineare che di ipertesto, sia di accesso mediato che diretto, sia di raccolte fisiche che elettroniche.Credo in biblioteche del futuro che siano edificio ed interfaccia, che offrano servizi oltre le pareti, ma che siano anche posti ben distinti con servizi precisi sul posto.1

Quest’affermazione di Walt Crawford racchiude perfettamente in due intense e esaustive frasi tutto il percorso concettuale che sta alla base di questo lavoro di tesi.Difficilmente sarei riuscita a spiegare in modo altrettanto preciso i punti di partenza, i percorsi, le riflessioni e i traguardi di questa avventura.Il discorso si inserisce in un fervente e attualissimo dibattito, quello scaturito in relazione alle trasformazioni che le tecnolo-gie digitali e le dinamiche di rete stanno attuando sulla produ-zione e diffusione della conoscenza. L’evoluzione delle tecnologie dà origine ad una nuova e più matura consapevolezza nei confronti della risorsa “informa-zione”, consapevolezza che si traduce in un ruolo sempre più attivo dell’utente nella generazione di contenuti e circolazione di risorse informative.Il sistema della conoscenza, dunque, è in corso di radicale ri-strutturazione; parallelamente, muta il ruolo dei diversi sogget-ti che vi concorrono, le loro esigenze e le loro abitudini.

1. Walt Crawford (1998), The danger of the digital library, in The Electronic Library, 16:1

Walt Crawford, già presidente del LITA (Library and Information Technology Association) è attualmente

“information architect” presso il RLG (Research Library Group).

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In questo scenario di “crisi postmoderna della conoscenza”, in cui è impossibile concepire un universo del sapere unitario e oggettivo, e dove, al contrario, si diffondono una pluralità di conoscenze, di voci e punti di vista, ho scelto di indagare l’ambito specifico delle biblioteche, per analizzare quali sono i cambiamenti in atto, quali le dinamiche di trasformazione che stanno interessando il “luogo del sapere” per eccellenza.

Un contesto in movimento dunque, che vede le biblioteche alla ricerca di un loro riposizionamento nel complesso sistema di comunicazione e conoscenza. Consapevole di dover ridefinire ruoli, finalità e servizi, l’istituto bibliotecario si trova a dover affrontare la sfida tecnologica e a mettere in atto tentativi di contatto con il mondo digitale, che vanno dall’introduzione, più o meno massiccia, delle tecnologie all’interno delle biblioteche, al totale spostamento delle stesse nel mondo virtuale.

Affiorano così nuove terminologie per definire gli assetti che si vanno delineando: espressioni quali “biblioteca virtuale”, “bi-blioteca digitale”, e, più di recente, “biblioteca ibrida”, stanno avendo particolare successo, sebbene nessuna di esse sembra soddisfare l’esigenza di chiarezza e trasparenza che il discorso meriterebbe.Questa tesi vuole proporre degli scenari di intermediazione tra il mondo digitale e quello fisico, nell’ambito delle biblioteche, con la profonda convinzione che il digitale non sostituirà mai il nostro essere reali, e non porterà all’estinzione dell’oggetto libro, come qualcuno ha predetto.Le tecnologie offrono una ricchezza indiscutibile dei nostri patrimoni informativi e un accrescimento delle nostre attività cognitive; pervadono le attività che svolgiamo quotidiana-mente e sono in grado di condizionare le forme del nostro apprendimento: da questa consapevolezza la biblioteca deve partire per ridefinirsi e riabilitarsi da una posizione che rischia di lasciarla troppo ancorata al passato.

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La sfida che l’universo bibliotecario deve cogliere è quella di comprendere le potenzialità della rete e farne un uso qualifi-cante, studiarne i meccanismi sottesi e interpretarli, individua-re i nuovi canali utili per organizzare le attuali conoscenze e imporre il proprio incisivo ruolo nella produzione e dissemina-zione della conoscenza.

I primi capitoli di questo lavoro hanno l’obiettivo di inqua-drare il discorso sull’evoluzione della biblioteca in un contesto più generale, storico, con la forte convinzione che una macro-analisi dei fenomeni socioculturale che definiscono la realtà odierna debba necessariamente precedere una micro-analisi bibliotecaria.Dunque, si è condotta una riflessione sulle “grandi teorie del mondo contemporaneo”, vale a dire il postmoderno e la società dell’informazione; gli strumenti d’analisi offerti da quest’insie-me di teorie sono risultate di particolare efficacia nel ricono-scere i caratteri e definire il contesto attuale in cui le bibliote-che sono chiamate ad operare.Gli obiettivi dei primi due capitoli sono stati quelli di com-prendere, in primo luogo, le peculiarità del passaggio dalla società moderna a quella postmoderna, identificare i principali aspetti del pensiero e della società postmoderna, con partico-lare riguardo agli ambiti di interesse di questo lavoro, ovvero la conoscenza e l’informazione; in secondo luogo, analizzare i caratteri, le dinamiche e i meccanismi di quella che Castells chiama network society, “la società in rete”, dato che è proprio l’idea di rete a rappresentare l’epoca attuale, anzi a costituire il perno attorno a cui ruota l’intera società.Dunque, come si delineano e definiscono gli spazi della co-noscenza in un mondo caratterizzato dalla rete, costituito da nodi, ognuno con pari dignità, ma diverso da tutti gli altri? Come avviene la produzione di conoscenza in una società che, nella metafora di Negroponte, non scambia atomi, corpi, ma bit, informazioni?

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E qual è il ruolo di un luogo come la biblioteca, da sempre proteso a fare da intermediario tra il sapere e gli individui, in questa nuova società dell’informazione che è per definizione flessibile, articolata e globale, in cui tutti possono comunicare con tutti in modo diretto, senza intermediazioni?In una società che vive in uno spazio unico, in cui non vi sono tante città e paesi, ma un unico “villaggio globale”, dove tutti e tutto sono a portata di click, la biblioteca può continuare ad assumere la storica funzione di cerniera tra informazione e individuo?

La tesi che si sostiene nella relazione è che questo ruolo di “mediazione” mostrerà tutta la sua efficacia e utilità proprio in un mondo in cui la possibilità di accedere in maniera diretta ed immediata ad una quantità assai elevata di dati, porta con sé il rischio di non riuscire facilmente a reperire l’informazione cercata, sempre più nascosta e avvolta da quel rumore di fondo causato dall’eccesso di fonti non attendibili che popolano la rete.La biblioteca diventerà per l’utente uno “strumento” per supe-rare il vuoto cognitivo generato dal sovraccarico informativo da cui è quotidianamente sopraffatto, un luogo in cui non solo accedere all’informazione, ma soprattutto trovare l’informazio-ne davvero utile alla sua ricerca. Tuttavia, per riuscire a conquistare una tale posizione tra informazione e utente, è necessario che la biblioteca si adegui ai cambiamenti che hanno determinato sia l’informazione, nei formati e nei supporti, sia l’utente, divenuto sempre più soggetto attivo nella produzione di contenuti.

Due sono le dinamiche che la biblioteca deve importare dalla rete e fare proprie:- la possibilità di connettere non solo le risorse informative e gli utenti, ma soprattutto gli individui fra loro, e le informazioni stesse tra loro, favorire cioè collegamenti e nessi nuovi, non lineari, interazioni individuali contestuali, arricchite di volta in volta dalle interazioni complessive della molteplicità degli individui;

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- la possibilità di condividere la conoscenza, i pensieri, le idee e i percorsi compiuti, per formare un pensiero collettivo e connettivo, che è il pensiero di una conoscenza resa ibrida per l’azione e costruzione da parte di un soggetto attivo e molte-plice.

La parte teorica della tesi fa da cornice introduttiva al capitolo finale che presenta delle proposte progettuali per la costruzione di una biblioteca “postmoderna”, un luogo di interazioni, con-nessioni e condivisioni tra gli utenti, tra essi e le risorse infor-mative, che favorisca la natura non lineare della conoscenza, intendendola come un processo collettivo, creato dalle relazioni tra persone, oggetti ed esperienze.La metodologia progettuale adottata è quella dello user cen-tred design, ovvero il design centrato sull’utente, parte attiva del design; si è attuata la conduzione di attente indagini per l’individuazione dei requisiti-utente, prevedendo come metodo ortodosso di lavoro la modifica del sistema, grazie ad un pro-cesso altamente iterativo che consente di testare ciclicamente la corrispondenza del sistema ai bisogni del target.Le biblioteche sono genericamente luoghi del sapere ma esi-stono differenti tipologie e contesti, ognuno caratterizzato da peculiarità proprie.

Questo lavoro va ad indagare 3 distinti tipi di biblioteca, molto differenti tra loro:1. una biblioteca “universitaria”, la Politeca, la cui specificità sta nell’utenza (la comunità studentesca) che in essa si ritrova;2. una biblioteca “di settore”, la Design Library, in cui è il con-tenuto e la tipologia della collezione a fare la differenza;3. una biblioteca “rionale”, la biblioteca Dergano – Bovisa.

Dall’analisi di ognuno di questi contesti sono emerse proble-matiche, bisogni e opportunità differenti, legate ai caratteri specifici del luogo, all’utenza di riferimento e alle interazioni che si svolgono all’interno: le proposte progettuali formulate, quindi, rispecchiano fortemente le esigenze contestuali.

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Tuttavia, si è cercato di trovare delle soluzioni di progetto che mettano in atto dinamiche di interazione e condivisione facilmente applicabili anche a contesti differenti di quelli scelti, con l’obiettivo di dar vita a processi più che prodotti, a nuove forme di esperienza collettiva e connettiva dove la conoscenza derivi dalla condivisione.

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LA BIBLIOTECA POSTMODERNA

PERCHÈ IL POSTMODERNO

A partire dalla seconda metà del secolo sono intervenute delle profonde trasformazioni, in tutti i campi della società, dell’eco-nomia, della cultura, che hanno dato vita ad un complessivo mutamento di sensibilità, a cui è stato assegnato il termine “postmoderno”.

…un mutamento epocale, che ci ha cambiato nel profondo, che ha agito sulla nostra struttura percettiva stessa, di pensiero e di com-portamento, sui nostri rapporti con la natura e la società, sui modi del lavoro e della produzione, su quelli della conoscenza e dell’im-maginario, sui modi della comunicazione.2

Gli strumenti di analisi offerti dalla teoria del postmoderno sono di particolare efficacia anche nel riconoscere e definire il contesto entro cui l’universo delle biblioteche si è trovato a vivere i profondi cambiamenti degli ultimi anni, trasformazioni che hanno modificato a fondo attitudini e funzioni, ruolo e ambiti del luogo.

Fornire una definizione di “postmoderno” che sia esaustiva e soddisfacente è compito arduo che ha interessato diversi studiosi e interi volumi, dato che esso si configura come una miniera di nozioni fra loro in conflitto 3.

2. Remo Ceserani (1997), Raccontare il postmoderno, Torino, Bollati Boringhieri, p.9.3. David Harvey (1997), La crisi della modernità, Milano, Il Saggiatore.

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In questa sede per postmoderno si intenderà un periodo storico, una visione filosofica, una dimensione culturale, una corrente letteraria o artistica, o come afferma Michela Nacci un clima, un’aria che si respira, una sorta di spirito dei tempi 4.E’ necessario, tuttavia, quantomeno tracciare delle linee di ten-denza, enuclearne gli aspetti fondamentali, trovare un fil rouge, un orientamento epistemologico e culturale comune ai diversi settori coinvolti nel cambiamento.

Partiamo dalla questione del “post-“ e di cosa sta ad indicare, se un “dopo”, un “contro”, un “ancora”, per stabilire cioè se il postmoderno si pone come il superamento della fase preceden-te (l’età moderna), se determina una rottura con essa, negan-done alcuni aspetti, o se ne costituisce una forma più o meno consapevole di continuità.

[…] l’epoca della postmodernità. Da intendersi non come momento conclusivo della modernità, ma appunto, come inizio di un nuovo ciclo della storia: una proposta di civilizzazione ancora allo stadio nascente forse non culturalmente egemone ma certamente condivisa e diffusa. L’epoca della modernità continua a permeare ancora molte delle nostre scelte e permarrà a lungo e non ha certo esaurito il suo potenziale di progettualità e razionalità. […] Ma, in prospettiva, il futuro sarà della postmodernità, la società nuova in cui stiamo entrando e che già impronta tanta parte del nostro essere.5

Per una componente centrale del pensiero postmoderno6, il rapporto tra epoca moderna e postmoderna si definisce non solo in termini di superamento dei grandi miti della modernità (l’ordine razionale, l’efficienza tecnologica, il primato della produzione industriale, il consumatore di massa) ma soprattut-to come contrapposizione netta al suo obiettivo fondamentale, ovvero la costruzione di teorie onnicomprensive, totalizzanti,

4. Michela Nacci (1991), Postmoderno, in La filosofia, diretta da Paolo Rossi, v.4, Stili e modelli teorici del Novecen-to, Torino, Utet, p. 3625. Giampaolo Fabris (2003), Il nuovo consumatore: verso il postmoderno, Milano, Franco Angeli, p. 15. 6. Di importanza centrale per lo sviluppo del pensiero postmoderno sono Jean-Francois Lyotard e Fredric Jame-son, Richard Rorty e il filosofo italiano Gianni Vattimo. A questa tematica sono anche associati nomi quali Michel Foucault, Jacques Derrida e Jean Baudrillard.

“post-” comesuperamento o continuità?

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interpretazioni globali della storia.Nella società postmoderna ogni generalizzazione diviene illusoria, il tempo si frammenta in una serie infinita di presenti in cui non è possibile rintracciare il senso della storia, dove lo spazio si contrae e dove l ’ubiquità e la simultaneità non appaiono categorie del metafisico, ma realtà, espressioni della nuova condizio-ne umana7.Il postmoderno predilige l’eterogeneità, la frammentazione, l’inderteminatezza, e una profonda sfiducia in tutti i linguaggi universalizzanti. Ne deriva che l’interpretazione più efficace del presente è l’immagine di una realtà complessa, sfaccettata, in cui una pluralità di strati antropologici, gnoseologici e culturali diversi e contrapposti coesistono in un’armonia fra contrari, in una coincidentia oppositorum d’antica memoria.

Fredric Jameson, studioso americano considerato il “profeta maggiore” del postmodernismo8, rintraccia gli elementi distin-tivi di questa età in: • fine della separazione tra cultura di elitè e cultura di massa; • totale colonizzazione della natura da parte della cultura e conseguente mercificazione della cultura stessa; • crisi del modello unitario di personalità tipico dell’epoca moderna e la nascita di un io frammentato, composito, con molteplici identità;• nuova percezione del tempo, svalutato nella sua profondi-tà storica a vantaggio di un “eterno presente” privo di peso e spessore ontologico;• diversa percezione dello spazio, esaltato nella sua dimensione di simultaneità sincronica determinata dall’estensione delle reti di comunicazione.

Il ruolo fondamentale di vero motore delle trasformazioni di cui si parla è assegnato in primo luogo agli sviluppi delle

7. Giampaolo Fabris, op.cit, p. 34 8. Si faccia riferimento a Fredric Jameson (1990) Postmodernism, or, The Cultural Logic of Late Capitalism, Durham, Duke University Press

Testo essenziale per un’analisi del postmoderno

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tecnologie e all’avvento degli strumenti di comunicazione e di diffusione dell’informazione.

il motore delle trasformazioni verso il postmoderno, e in un mondo tanto necessario e tanto inattaccabile, è la tecnica stessa intesa come tecnica dell’informazione e della comunicazione9.

E’ proprio alla luce dei poderosi sviluppi intervenuti nei sistemi di informazione e comunicazione che si può definire il pas-saggio dall’età moderna a quella postmoderna, dato che grazie alle sofisticate tecnologie dell’informazione e all’intensificarsi delle capacità informative si è prodotta, come sostiene Gian-ni Vattimo, quella dissoluzione dei punti di vista centrali10 che caratterizzano l’universo eterogeneo e multiforme della post-modernità.

LA FRAMMENTARIETA’ DEL SAPERE

Ciò che questo lavoro di ricerca intende analizzare e verificare è come, nel contesto appena delineato, il luogo della biblio-teca abbia aderito (o stia tuttora aderendo) a questa maniera d’intendere il reale, se abbia anch’essa tralasciato una visione oggettiva e razionalistica della società sposando piuttosto un approccio più frammentario e composito.Si tracceranno i punti salienti dell’evoluzione di cui le biblio-teche sono state e sono tutt’oggi protagoniste, tentando di rintracciare i meccanismi che hanno contribuito a tali trasfor-mazioni.In particolare, due sono le componenti che si andranno ad esaminare: la componente tecnologica, motore principale del cambiamento, e quella gnoseologica e culturale che rappresenta il sostrato più profondo di tale transizione.Partiamo da quest’ultimo aspetto.

9. Michela Nacci (2000), Pensare la tecnica. Un secolo di incomprensioni. Roma-Bari, Laterza, pag. 186 10. Gianni Vattimo (1989), La società trasparente, Milano, Garzanti, p. 7-20

tecnologie: il motore di trasformazione

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In un’epoca di tale frammentarietà e molteplicità si assiste ad una crisi della conoscenza, ovvero all’impossibilità di concepire un universo conoscitivo che non sia altrettanto molteplice e sfaccettato, costituito da una quantità di voci, di espressioni, di punti di vista. Ciò a cui si assiste è un vero e proprio “decentramento” del sa-pere, che favorisce il diffondersi di una pluralità di conoscenze, che si traduce a sua volta in un sovraccarico informativo ed allo stesso tempo in una povertà informativa.Questa situazione nega qualsiasi possibilità di una dissemina-zione e uso delle conoscenze che sia lineare e ordinata, e non permette ugualmente una strutturazione rigorosa del sapere stesso, possibile invece nella società moderna.Nell’epoca postmoderna, accanto alla perdita di peso e credibi-lità di teorie onnicomprensive e globali, si assiste ad un cambio di paradigma del convenzionale ordine del sapere: l’universo delle conoscenze cade a pezzi e il ruolo che il sapere ha per gli individui si trasforma.

Per definire la società contemporanea, le espressioni che ven-gono più frequentemente utilizzate sono: “società dell’informa-zione”, “società delle reti”, “società della conoscenza”.Questi lessemi non sono intercambiabili ma ognuno di essi pone l’accento su alcuni fenomeni socioculturali che è dovero-so analizzare ai fini di questa ricerca. La tecnologia modifica i comportamenti, le abitudini, e l’in-formatica non riguarda più solo i computer, diventa un vero e proprio modo di vivere: questa è la dimensione culturale di fronte alla quale possiamo reagire ma non fingere indifferenza.

L’attuale contesto socioculturale in cui viviamo attribuisce alla dimensione informativa un ruolo determinante: l’informazione permea ogni aspetto della nostra vita quotidiana.…è come se fossimo calati dentro il mondo dell’informazione, ed è come se questa ci circondasse e agisse come una specie di liquido amniotico.11

11. Silvano Tagliagambe (1998), Rete. Paradigma della conoscenza, Cagliari, 21 gennaio 1998.

la crisi della conoscenza

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Verrà tralasciata un’indagine semantica sul significato del termine “informazione”12, che appare contrassegnato da una profonda ambiguità e che racchiude denotazioni e connotazio-ni diverse a seconda dei contesti d’uso e degli ambiti tematici, professionali o disciplinari in cui viene utilizzato; ciò che inte-ressa è rintracciare gli aspetti salienti della “società dell’infor-mazione”, per analizzare il ruolo e la funzione della biblioteca all’interno di un tale contesto storico, culturale e sociale.L’informazione, dunque, viene assunta ad icona di questa nuova società, la postindustriale, nata dalle ceneri della prece-dente età industriale, dalla quale si discosta per il passaggio da un’economia fondata sui tradizionali beni materiali ad un’eco-nomia di servizi.E’ la società della tecnologia, che assume un ruolo chiave nei processi economici e culturali, che si configura come vera e propria forza trainante, imponendo una straordinaria accelera-zione ai diversi ambiti socioeconomici e culturali.Questi fenomeni complessi e in continua evoluzione non solo hanno influenzato tutte le sfere dell’attività umana, ma hanno inciso a fondo sull’universo del sapere, dando origine ad una vera e propria riconfigurazione delle conoscenze intorno a modelli assai diversi dai precedenti. Ad esempio, la rivoluzione tecnologica ha portato alla sosti-tuzione del supporto cartaceo con i media elettronici, condu-cendo ad una riorganizzazione dei sistemi di memorizzazione e reperimento dell’informazione basati sul computer, “simbolo cruciale” della società dell’informazione:

stiamo evolvendo da una società in cui per secoli la comunicazione formale si è basata sulla stampa, ad una in cui la comunicazione formale è ampiamente paperless (cioè elettronica.)13

12. La bibliografia sull’argomento è sterminata; Renè Thom, con una definizione delle più acute, ha definito l’infor-mazione un vero e proprio “Proteo della semantica” uscito “dal vaso di Pandora dei concetti indefiniti”.Renè Thom, (1985), Un Proteo della Semantica, in Modelli matematici della morfogenesi, Torino, Einaudi.13. F. Wilfrid Lancaster, (1978) Whither libraries?or, wither libraries?, “College & Research Libraries” 39.

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Non interessa decretare il vincitore del dibattito che vede schierati da un lato i sostenitori della carta stampata contro chi prevede la morte del libro, quanto soffermarci sulle implicazio-ni che tali stravolgimenti hanno per le biblioteche e per la loro funzione. Non si vuole di certo sposare l’affermazione di chi sostiene che, in un contesto dominato dalle tecnologie elettroniche, le biblio-teche possono anche tramontare14, ne porre in dubbio l’utilità che le strutture bibliotecarie continueranno ad avere anche in un ambiente nel quale i dati grezzi con cui esse hanno avuto tradi-zionalmente a che fare non sono più disponibili in forma stampata, ma sono immediatamente accessibili su richiesta per chiunque sia in possesso di un terminale15; tuttavia è necessario ammettere che le biblioteche debbano assolutamente modificarsi e reinventare il loro ruolo in questo nuovo contesto epocale.

MENTE E TECNOLOGIA

Un cambiamento di importanza decisiva è stato determinato dall’avvento delle reti e dalla crescita esponenziale del world wide web, non tanto perché Internet è divenuto il più impor-tante strumento d’informazione della nostra epoca, ma soprat-tutto per i mutamenti che ha provocato nei nostri modelli di organizzazione e trasmissione delle conoscenze. Per sua natura, il web è una rete pervasa da una struttura iper-testuale delle informazioni: ciò significa organizzazione non sequenziale e lineare, ma discontinua, dei pacchetti informati-vi senza un inizio, un centro e una fine. Si potrebbe dire che il web è un perfetto ambiente postmo-derno, o che quantomeno si presenta come uno specchio che riflette con precisione questi fenomeni: riproduce la frammen-tazione in atto nella società attraverso un universo informativo fatto di reti, nodi, legami senza gerarchia e linearità, attraver-so una miriade di forum di discussione, di social networks,

14. Hugh Folk, (1977), The impact of computers on book and journal publications, in The economics of library automa-tion, p. 79.15. F. Wilfried Lancaster (1978), op. cit.

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comunità virtuali, in cui gli individui possono dar vita ad una quantità indefinita di esperienze e di comportamenti e rico-prire identità diverse; è una realtà agerarchica, decentrata e pressoché priva di controlli; riproduce perfettamente quella contrazione spazio-temporale che è stata annoverata tra le caratteristiche dell’età postmoderna: la connettività totale ci permette di essere online 24 ore al giorno per 365 giorni, age-volando scambi informativi e comunicativi, in uno spazio che ha le caratteristiche di simultaneità e sincronicità.Il ruolo dell’utente, di conseguenza, si modifica profondamen-te: esso può esplorare le informazioni seguendo un percorso del tutto personale, avvicinandosi o allontanandosi, ampliando o restringendo l’oggetto del suo interesse conoscitivo, scardinan-do del tutto la logica lineare della lettura tradizionale.L’utente della rete trova nell’ambiente telematico un terreno fertile per qualsiasi sua necessità: egli può stabilire rapporti non più basati sulla contiguità fisica o territoriale, ma sui contenuti che preferisce, sulle tendenze, sui suoi stili di vita, per discutere di una quantità di argomenti, per intrattenersi, per traccia-re interazioni molti a molti, e infine per produrre egli stesso informazione.Il fenomeno della network society è decisamente rilevante per comprendere appieno le dinamiche sociali e culturali della realtà odierna, con la finalità specifica di indagare come le reti abbiano causato trasformazioni nelle strutture cognitive della società e nelle modalità di trasmissione del sapere, e quale sia la loro influenza sulla vita delle biblioteche.

Le opinioni elaborate sull’argomento sono tra le più disparate e contrastanti: se sono in molti coloro che manifestano atteg-giamenti apologetici nei confronti della rete, proclamando le qualità salvifiche che essa avrebbe, altrettanto numerosi sono quelli che guardano ad essa in modo severo, accusandola di produrre effetti quanto mai negativi sulla società, sulla cultura e la vita quotidiana.Effettuare una rassegna esaustiva di tali opinioni ci allontane-

dibattiti e opinioni

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rebbe per troppo tempo dal nostro focus di indagine; tuttavia, è utile annoverare i contribuiti di pensiero di alcuni degli studio-si più influenti della materia.Partiamo da Clifford Stoll, docente all’università di Berkeley, che paragonando l’intero web ad un immenso centro commer-ciale, ad un vero e proprio “McDonald’s dell’informazione”, si colloca tra coloro che sostengono la natura intrinsecamente nociva di Internet, in cui migliaia di dati e notizie vengono divorate senza alcun approfondimento critico e di qualità.Secondo Stoll, inoltre, la rete avrebbe degli influssi negativi anche sugli aspetti psicologici dell’individuo: il suo utilizzo, sempre più massiccio, provocherebbe fenomeni di alienazione e solitudine, provocando una degenerazione delle interazioni sociali.Di posizioni radicalmente opposte sono il filosofo Paul Virilio, convinto che le tecnologie digitali abbiano tutte le capacità di accrescere le facoltà umane, e il famoso Nicholas Negroponte, direttore del Media Lab, il gruppo di ricerca sulle nuove tecno-logie del Massachussetts Institute of Technology. Quest’ultimo ha spinto a livelli estremi la propria fede nell’avvento di un mondo totalmente virtualizzato, tanto da ribadire che l’epoca odierna è caratterizzata da una forma tecnologica (quella del digitale) che opererà una totale riconversione di ogni attività umana. Lo studioso si avventura anche in una teoria del cambiamen-to sociale, affermando che stiamo entrando in una nuova era, successiva a quella dell’informazione, che era caratterizzata per la presenza di forme di comunicazione (quella dei network televisivi e la stampa) con un pubblico vasto; oggi, nell’ era post-informazione, il pubblico si riduce ad una perso-na sola. Ogni cosa viene fatta su ordinazione e l ’informazione è estremamente personalizzata. In termini generali, si può dire che viene portato all’estremo il concetto di narrowcasting, ossia di co-municazione focalizzata dell’epoca precedente: dal grande pubblico si va verso gruppi sempre più piccoli, per arrivare infine al singolo individuo.16

contrari...

...e favorevoli

16. Nicholas Negroponte (1995), Essere digitali, Milano, Sperling & Kupfer, p.170.

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Nonostante la visione esageratamente radicale, Negroponte mette in luce un fenomeno rilevante per la vita delle biblio-teche, ovvero quella della “disintermediazione” tipica della realtà odierna, la tendenza di bypassare il ruolo convenzionale di raccordo fra le informazioni e gli utenti tradizionalmente svolto dalle strutture bibliotecarie, sostituendolo con una serie di servizi, strumenti e interfacce che permettono un utilizzo autonomo delle risorse informative.Su posizioni altrettanto definitive si colloca lo studioso con-siderato l’erede del guru McLuhan, vale a dire Derrick De Kerckhove. Egli analizza l’impatto delle tecnologie elettro-niche sia sugli aspetti psicologi (parlando alla Mcluhan delle tecnologie come “estensioni” delle facoltà mentali), sia sulla realtà contemporanea. A tal proposito usa i termini “tecnop-sicologie” e “psicotecnologie”, per designare rispettivamente “la condizione psicologica delle persone sotto l’effetto delle innovazioni tecnologiche” e “qualsiasi tecnologia emuli, esten-da o amplifichi il potere della nostra mente”. De Kerckhove è convinto che le realtà virtuali incombano su di noi a tal punto da rendere difficile distinguere fra la nostra identità naturale e le estensioni elettroniche; postula l’”immersione totale” nella nuova dimensione, ipertecnologica e globalizzata che chiama “cybercultura”.

Il contributo più rilevante e decisamente più tenue dei pre-cedenti, è quello di Pierre Levy, docente al Dipartimento di ipermedia dell’università di Parigi e autore di una fitta serie di contributi su Internet e le reti digitali.Partendo dall’ affermazione che il concetto di virtuale non è af-fatto contrapposto a quello di reale (ovvero al mondo fenome-nico), ma piuttosto all”attuale” e che dunque “virtualizzazione” non significa smaterializzazione (come pensavano Virilio e De Kerckhove) o “derealizzazione“, Levy sostiene che il passaggio ad una dimensione virtuale può dar vita a processi evolutivi particolarmente avanzati, grazie ad una liberazione delle ener-gie creative e all’emancipazione dalle costrizioni dell’attualità (hic et nunc).

Pierre Lèvy e il concetto di

intelligenza collettiva

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Accanto alla teoria sul virtuale come fondamento di una nuova prospettiva socioculturale, lo studioso vi associa un’altra fondamentale nozione, quella di intelligenza collettiva, ossia l’insieme delle facoltà intellettive che sono in grado di manife-starsi ed esprimersi grazie alle tecnologie digitali e a Internet in particolare: è proprio la dimensione delle reti che consente infatti la messa in comune di un patrimonio cognitivo ampio e complesso, basato su una mescolanza di conoscenze, esperienze e capacità. Levy è dunque convinto che i supporti delle tecnologie trasfor-mano ed estendono le nostre capacità cognitive: la nostra memoria con le banche dati, gli ipertesti e gli iperdocu-menti, la nostra immaginazione con tutti i sistemi di simulazione, la nostra percezione con gli strumenti per produrre immagini a partire dai dati17

Le nuove tecnologie, dunque, modificano il nostro rapporto col il sapere, attraverso una costante accelerazione dei diversi processi cognitivi; il mondo virtuale che esprime un’intelligen-za o immaginazione collettiva, che arricchisce il singolo e gli apre nuove possibilità.

17. Pierre Lèvy (1997), Evoluzione del concetto di sapere nell’era telematica, Venezia, 7/3/1997 <http://mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/levy02.htm>

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Se la rete assume una rilevanza sempre crescente nel dibattito sulla conoscenza e sul sapere, analizzare approfonditamente i meccanismi sociali e culturali che si generano al suo interno è indispensabile per comprendere le trasformazioni del “luogo del sapere” per eccellenza, che è la biblioteca.

IL SAPERE COLLETTIVO

Fare network significa creare reti di relazione, condividere esperien-ze e idee, realizzare contesti in cui le persone possano sentirsi libere di comunicare e di creare artisticamente, in maniera “orizzontale”, in modo che emittente e destinatario, artista e pubblico si confonda-no, perdano il loro significato originario.18

Nel mondo della rete gli spazi del sapere si moltiplicano: una pluralità di conoscenze e dati si raccolgono e distribuiscono, interazioni e relazioni si creano e si espandono.Pervenire ad una visione univoca del sapere non è possibile, costituito com’è da una molteplicità di voci, di espressioni e punti di vista; piuttosto, si delineano forme di cooperazione del sapere dove ognuno riceve secondo i suoi bisogni e offre secondo le sue capacità. La rete, infatti, definisce la conoscenza un processo collettivo, dove l’eccezionalità del sapere individuale viene meno, a favore della cooperazione nell’acquisizione e nella costruzione di un sapere di gruppo, che diventa un patrimonio collettivo aperto pronto a ricevere costanti apporti, sia demolendo che amplian-do il già conosciuto.

18. Tatiana Bazzichelli (2006), Networking.La rete come arte, Costlan editori s.r.l., Milano, pag. 25.

DINAMICHE DI RETE

O2

Rappresentazioni di reti

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In rete si manifesta la propensione a mettere in comune le conoscenze, a pensare il network come luogo di decentramento del soggetto singolo, di dissoluzione delle identità partecipanti, dove il proprio io è un io flessibile, un collage di frammenti sottoposti a un incessante divenire, sempre aperto a nuove esperienze19.

Scambio di conoscenze, dunque, su cui si fondano relazioni sociali e reti di rapporti in cui ogni individuo, con le sue parti-colari inclinazioni, preferenze e connessioni, diventa un nodo centrale attivo di produzione e ricezione di informazioni.

Il confine tradizionale tra produttore e consumatore di infor-mazione, nel mondo digitale si fa labile: il consumer si evolve e diventa anche producer, dando forma ad una nuova figura definita da una nuova parola: prosumer20.

Con l’estensione della rete internet, cambia anche il modo in cui noi ci posizioniamo all’interno del flusso di informazioni: oggi la rete ci permette di diffondere i nostri pensieri in maniera globale e mentre prima queste affermazioni erano solo un’utopia, ora le sperimentia-mo come un fenomeno concreto. La struttura del medium condizio-na anche la percezione della propria individualità: diventare per-sonalmente un nodo attivo di distribuzione e creazione di contenuti digitali, determina anche un cambiamento nelle strutture di rete e nel nostro modo di comunicare e di rapportarci verso l’esterno.21

In questa nuova socialità, l’utente, soggetto attivo, porta con sé la dimensione locale della propria soggettività; interpreta le informazioni, le elabora e le proietta nella rete globale.

Tim ‘OReilly, editore americano e profeta della DIY (“do it yourself ”) parla di “nuova architettura della partecipazione”.

19. Richard Sennet, (1999), L’uomo flessibile. Le conseguenze del nuovo capitalismo sulla vita personale, Milano, Feltri-nelli, p. 134.20. Il termine prosumer è stato coniano nel 1980 da Alvin Toffler nel libro The third wave.21. Derrick de Kerckhove, Prefazione di Tatiana Bazzichelli, Networking.La rete come arte, op. cit., pag. 28.

il consumatore attivo: prosumer

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Un tempo vedevi un film o ascoltavi una musica e gridavi al genio - una certa persona ricca di talento e un grande apparato hanno messo insieme quest’opera d’arte unica che tanto apprezziamo. Ma dopo aver sbirciato dietro le quinte, cominci a realizzare che potresti essere tu quella persona.22

COSA VUOL DIRE WIKIPEDIA?

Nel gennaio del 2001, un facoltoso option trader chiamato Jimmy Wales decise di costruire un’imponente enciclopedia online in un modo che rompeva del tutto gli schemi tradizio-nali della produzione del sapere: decise di avvalersi della cultu-ra collettiva di milioni di esperti, semiesperti e gente normale che pensava di sapere qualcosa. Questa enciclopedia sarebbe stata accessibile a chiunque, gratuitamente, e soprattutto avrebbe accolto la partecipazione di chiunque nel progetto redazionale. Wales utilizzò un’applicazione software chiamata Wiki (che in lingua hawaiana vuol dire “rapido”, “veloce”), che consente a ogni individuo connesso al web di andare su un sito e correggere, cancellare o integrare il materiale già presente.

L’obiettivo: realizzare un progetto grandioso di deposito dello scibile umano, paragonabile all’antica biblioteca di Alessandria. E chiamarlo Wikipedia.Ovviamente all’inizio l’idea parve insensata: redigere le voci di un’enciclopedia era storicamente compito di studiosi autorevoli e delle menti più brillanti, non certo di persone d’ogni genere.Oggi Wikipedia offre più di 860.000 articoli in inglese, realiz-zati grazie al contributo di più di 16.000 utenti-autori, contro gli 80.000 articoli dell’Encyclopedia Britannica.

Basta un collegamento ad internet e ognuno di noi può dare il suo contributo.

22. Chris Anderson (2007), La lunga coda, Codice Editore, pag. 94

Il deposito dello scibile umano

Logo Wikipedia

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Se aprite quella grande enciclopedia [la Britannica] e non trovate la voce che cercate o la trovate ma non vi sembra esaustiva, non potete fare altro che battere un pugno sul tavolo o scrivere una lettera al curatore 8non aspettatevi che vi rispondano). Nel caso di Wikipedia, invece, potete correggere l’articolo o crearlo voi stessi.Proprio in questo passaggio, dal risentimento passivo alla parteci-pazione attiva, sta la grande differenza.23

Nonostante le critiche che sono state mosse a questo progetto, così come anche ai blog e a tutti i fenomeni di contenuto ge-nerato dall’utente, in virtù della impossibilità di attribuire una comprovata autorevolezza e qualità ai contributi apportati, ciò che interessa in questa sede è dove risiede il vantaggio dell’uti-lizzo di un modello di questo tipo.A rendere Wikipedia, così come il fenomeno blog e il feno-meno Google, interessante e assolutamente rivoluzionaria è la potenziale “infinitezza” del sistema: trattandosi di un modello che prevede la collaborazione dell’utente, consente un costante aggiornamento, una lunghezza illimitata delle voci e la possibi-lità di prevedere svariati link che collegano a materiale integra-tivo presente altrove.

E’ una comunità vivente, non un’opera statica di consultazione.24

QUESTIONE DI FILTRI

La vera dimostrazione di come l’utente divenga il contenuto di internet, abbandonando così la dimensione di contenitore di informazioni a lui esterne per diventare produttore attivo di queste stesse informazioni, sono i sistemi di tagging e social bookmarking.Per tagging si intende una pratica connettiva (tipica della struttura ipertestuale del web), di link continui tra frammenti di testo, dal quale emergono le parole chiave, i concetti princi-pali che danno il via alle libere associazioni degli utenti.

23. Ibidem pag. 6024. Ibidem, pag. 64

etichettare le risorse informative

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Le parole chiave vengono associate tra loro dall’azione connet-tiva degli utenti che ne condividono la pertinenza nell’ambien-te ipertestuale della rete, in cui è integrata la loro esperienza cognitiva diretta. Derrick De Kerchove ha coniato a tal proposito il concetto di “ipertinenza”, per descrivere:la progressiva precisione nel rapporto tra la domanda e l ’offerta di contenuti in internet e fra la domanda di informazioni e il contesto informativo che viene creato in rete25.

Piattaforme di socializzazione come Del.icio.us <http://del.icio.us>, Flickr <www.flickr.com>, sono esempi perfetti di questa dinamica: esse danno la possibilità agli utenti di ospitare i propri bookmark, pubblicarli on-line e gestirli per mezzo di tag che ne imprimono le parole chiave. Il tutto viene condiviso con gli altri utenti, che a loro volta etichettano i siti preferiti, linkando ciò che li riguarda (ipertinenza) e procedendo così ad una riorganizzazione delle informazioni più funzionale ai loro bisogni e desideri.Attraverso piattaforme di social networking come queste si passa da rapporti di collaborazione più o meno anonima sulla rete, alla formazione di un’intelligenza collettiva diffusa che coinvolge al suo interno diversi individui con i loro interessi specifici.

In queste forme di connettività vedo il riemergere dell’aura, vista come quell’alone tattile e impercettibile allo stesso tempo, formato dalle connessioni informazionali di ciascuno di noi, come i nostri legami affettivi, personali, amicali, organizzati in un tutt’uno espanso, una rete di relazioni che rappresenta come noi ci rapportia-mo al mondo e ciò che abbiamo condiviso finora.26

25. Derrick de Kerckhove, (2006), Prefazione di Tatiana Bazzichelli, op.cit.26. Derrick de Kerckhove, (2006), Prefazione di Tatiana Bazzichelli, op.cit.

Piattaforme di social network

Network sociali

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Vorrei fare solo un breve accenno al risvolto economico che le nuove forme di socialità e connettività delle rete stanno avendo nelle dinamiche del mercato.Chris Anderson, nel libro “La coda lunga”, un brillante volume che si sta imponendo come la teoria del mercato del futuro, in-titola un capitolo “Le formiche hanno i megafoni: cosa stanno dicendo?”.Ciò di cui si parla in quelle pagine è proprio il potere sempre crescente che l’intelligenza collettiva assume nelle regole del mercato, dove la fede nella pubblicità e nelle istituzioni che la finanziano sta declinando, a favore di una fede sempre maggio-re negli individui. I pari si fidano dei pari. La forza del passaparola dal basso sta guadagnando potere a scapito del marketing tradizionale, perché:

“per la nuova generazione di clienti abituati a cercare prodotti tramite un motore di ricerca, il marchio di una società non è più quello che la società dice di essere ma quello che Google dice che è. I nuovi taskmakers siamo noi. Il passaparola è oggi una conversazio-ne pubblica, che avviene nei commenti dei blog e nelle recensioni dei clienti, raccolte e misurate in modo esaustivo. Le formiche hanno i megafoni.”27

I blog, le recensioni, i link, i sistemi di tagging, stanno diven-tando uno strumento molto influente di filtraggio di informa-zioni e soprattutto di indirizzamento del comportamento di consumo.

Stiamo assistendo all’emergere di una nuova fase nell’econo-mia dell’informazione, quella che Benkler chiama “economia dell’informazione in rete” (networked information economy)28, la quale sta sostituendo l’economia dell’informazione industriale che ha caratterizzato la produzione di contenuti a partire dalla seconda metà circa del XIX secolo e per tutto il XX secolo.

27. Chris Anderson (2007), La lunga coda, op. cit, p. 123.28. Yochai Benkler (2007), La ricchezza delle reti, Università Bocconi Editore, Milano.

il passaparola strumento di marketing

la forza del passaparola

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L’attrezzatura materiale necessaria per produrre e comunicare informazione in modo efficiente ora è nelle mani di un nu-mero di individui molto maggiore di quello di due decenni fa, quando il numero dei proprietari dei mezzi indispensabili per produrre e scambiare informazione era limitato.Azioni individuali decentrate giocano un ruolo determinante nell’economia del mercato, in quanto sono potenzialmente in grado di raggiungere e informare milioni di persone in tutto il mondo.Yochai Benkler, giurista della Yale University, nel suo libro intitolato “The wealth of networks” , sostiene con vigore che “i modelli di produzione attuali non fondati sul mercato e basati sui commons sono l’alternativa allo stato e al mercato”29, e che i cambiamenti in atto sono buoni e vanno pertanto sostenuti. Man mano che l’economia dell’informazione pervade sempre più aree della nostra vita, la capacità di partecipare alla sua produzione aumenta il raggio delle possibilità a disposizione dei singoli individui. Un sempre maggiore numero di persone si trova in situazioni che ha scelto e non subìto, e sulle quali ha più controllo rispetto a quanto ne avessero nell’economia industriale.

A mio parere, la più grande novità di questo cambiamento, e anche quella più difficile da comprendere, è l’affermarsi di grandi progetti cooperativi su larga scala dediti alla produzione orizzontale di informazione, conoscenza e cultura, esemplifi-cati dall’emergere del free software e del software open source. Questo modello si sta espandendo in tutti i settori dell’infor-mazione e della produzione culturale, dalla produzione peer-to-peer di enciclopedie, alle news e agli editoriali fino all’intratte-nimento.

29. Yochai Benkler, (2007), op. cit., pag. 57

I commons: un’alternativa al mercato

e allo stato

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I capitoli precedenti sono serviti per introdurre in modo sintetico lo scenario sociale e tecnologico in cui la biblioteca sta lottando per conservare il suo ruolo di sistema di raccolta, organizzazione, trattamento, mediazione ed utilizzo delle infor-mazioni e dei documenti30.E’ opinione condivisa che, in un mercato in cui la richiesta si va spostando in percentuali sempre più massicce verso il con-sumo in tempo reale di dati in costante produzione, la bibliote-ca deve ridefinire il proprio posizionamento, i propri obiettivi e servizi, per non rischiare di essere bypassata da una forma di consumo dell’informazione casa-fonte informativa.

Molti hanno semplicisticamente individuato come soluzioni a tale richiesta di modernità l’introduzione massiccia delle tec-nologie digitali all’interno delle biblioteche, o il totale sposta-mento delle stesse nel mondo virtuale.A mio parere il digitale non sostituirà mai il nostro essere reali, e non porterà all’estinzione dell’oggetto libro, come qualcuno ha predetto.Sono convinta piuttosto che le tecnologie offrono una ricchez-za dei nostri patrimoni informativi indiscutibile e soprattutto un accrescimento delle nostre attività cognitive.Per questo, la sfida che l’universo bibliotecario deve cogliere è quella di comprendere le potenzialità della rete e farne un uso qualificante, studiarne i meccanismi sottesi e interpretarli, individuare i nuovi canali utili per organizzare le attuali cono-scenze e imporre il proprio incisivo ruolo nella produzione e disseminazione della conoscenza.

30. Giovanni Solimine, (1995), Introduzione allo studio della biblioteconomia. Riflessioni e documenti, Manzian, Vec-chierelli, pag.208.

LA CONOSCENZA TRA PASSATO E FUTURO

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Il digitale e la conoscenza

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PUNTI DI VISTA

La tematica in questione ha dato vita a posizioni estreme e contrapposte, volte da un lato a celebrare, dall’altro a demo-nizzare le ripercussioni dei nuovi fenomeni messi in luce dal contesto tecnologico sulle strutture bibliotecarie.Molti osservatori hanno esaltato le opportunità della rete ed evidenziato le rivoluzionarie possibilità di scambio e di acces-so alle informazioni offerte dal nuovo sistema di connettività globale, considerando impellente l’urgenza per le biblioteche di affrontare le sfide poste dalle tecnologie digitali.Un gran numero di bibliotecari stessi hanno abbracciato con fiducia le innovazioni tecnologiche, consapevoli del fatto che queste tendono a modificare il loro ruolo, reindirizzandolo nella direzione del cybrarian31.

Dall’altro versante, un’opposta corrente di pensiero32 si dimo-stra ostile alla tecnologia e alle sue applicazioni nelle bibliote-che, manifestando un atteggiamento decisamente conservatore: vengono ribaditi come prioritari i valori storici di cui le biblio-teche si sono fatte portatrici nei secoli (libertà intellettuale, istruzione e apprendimento, equità di accesso alle informazio-ni), ritenendo che gli stessi vengano ora messi in pericolo dalla soffocante presenza dei sistemi digitali.

…gli edifici che ora chiamiamo biblioteche sono stati demoliti o con-vertiti in mercati al coperto, piste di pattinaggio, cyber caffè, riparo per persone senza casa o qualsiasi altra struttura possibile […]; la maggior parte dei libri e degli altri documenti stampati presenti nelle biblioteche di ricerca sono stati trasferiti in magazzini enormi (ovviamente in singola copia) dislocati nella nazione; […];

31. Si veda ad esempio Paul McCauley (2000), From Librarian to cybrarian: coping with acceleratine change in libra-ries, <Ohio Media Spectrum>, 51. Anche in Italia l’espressione ha riscosso un certo successo: Anna Maria Tammaro (1995), Il cybrarian, ovvero il bibliotecario mutante. Come le prospettive da Internet possono incidere sul futuro della professione, <Biblioteche Oggi>, 13.32. Il più illustre osservatore che appartiene a questa corrente di pensiero è senz’altro Michael Gorman, in parti-colare in M. Gorman (2002), I nostri valori. La biblioteconomia nel XXI secolo, traduzione di Agnese Galeffi, Forum, Udine.

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la maggior parte delle persone leggerà brevi testi dallo schermo del computer o stampati al momento; i più giovani hanno una cultura di base, pochi sono capaci di leggere, diventando così una facile pre-da delle manipolazioni commerciali, politiche e sociali provenienti dai centri di intrattenimento multimediali.33

DIGITALIZZARE LA CULTURA

Tuttavia, il dibattito più recente e interessante non è tanto quello incentrato sulle posizione dicotomiche di apocalittici e integrati, quanto piuttosto la discussione scaturita dal progetto, annunciato alla fine del 2004, volto a digitalizzare una quantità assai elevata di libri.Il progetto, che ha preso il nome di Google Book Search, in quanto è stato messo in atto dalla società che gestisce Google (il più importante motore di ricerca per il web), ha subito coin-volto importanti e prestigiose università americane e britanni-che, quali quelle del Michigan, di Oxford, Harvard e Stanford, oltre alla New York Public Library, dando il via ad un’intensa attività di digitalizzazione che, in poco meno di un anno, ha trasformato una quantità impressionante di pagine cartacee in formato digitale. Molto interessante è dunque la discussione che l’iniziativa ha provocato nel mondo bibliotecario, dando vita anche qui a posizioni divergenti: da un lato, infatti, è stata messa in luce la capacità del digitale di estendere le conoscenze ad una platea infinitamente vasta, a cui è permesso un accesso davvero ampio e democratico; dall’altra si sono registrate forti preoccupazioni circa lo svuotamento del ruolo tipico delle biblioteche, quello di raccogliere e gestire le informazioni, operazioni che passe-rebbero nelle mani di un’impresa for-profit, del tutto estranea a finalità bibliotecarie. Google rimane un’organizzazione commerciale e il suo con-trollo sui documenti può essere visto come il primo passo verso la privatizzazione dell’eredità culturale a livello mondiale.

33. Michael Gorman (2002), op. cit., p. 103

ampliamento della conosceneza

o fine della biblioteca?

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La tesi sostenuta in questo lavoro è che difficilmente gli strumenti digitali potranno surrogare quelli messi in atto dalle biblioteche, che sono rivestiti di un valore aggiunto provenien-te da una lunga tradizione di studio e ricerca. Inoltre le biblioteche, intese in senso fisico, rimangono uno spazio umano e sociale di estrema importanza e rilevanza cul-turale, che non potranno mai essere sostituite dal cyberspazio. Tuttavia, è altrettanto doveroso convenire con l’importanza che anche i supporti digitali, accanto a quelli cartacei, rivestono nel progetto di ampliamento continuo dell’informazione e del sapere.Le insolite prospettive, legate soprattutto alla diversificazione dei supporti e alla pluralità di formati che convogliano una quantità di concetti e punti di vista, insidiano sempre più il ruolo della raccolta e della organizzazione del sapere.Se si parte col ricordare l’insegnamento di McLuhan: il me-dium è il messaggio34, si giunge a ribadire l’integrazione strettis-sima tra la diversificazione dei formati e la diversificazione dei contenuti che tali formati veicolano. Ora, dato che la biblioteca assume una posizione intermedia all’interno del classico schema di Shannon e Weaver, (secondo cui l’informazione si trasmette da una fonte ad un destinatario attraverso un canale di comunicazione), essendo il luogo di cerniera tra fonte d’informazione e destinatario, si comprende come questo ruolo di mediazione sia stato messo alla prova dalla perdita di unitarietà dei supporti attraverso cui l’informa-zione veniva veicolata.Fintanto che il canale di comunicazione è restato univoco, (per circa due mila anni il supporto è stato rappresentato dall’unico formato del codice prima e del libro a stampa poi), le bibliote-che hanno mantenuto intatto e stabile il loro compito di filtro dei processi di trasmissione informativa.Esse hanno elaborato strumenti di straordinaria efficacia che hanno reso possibile l’organizzazione e l’ ordinamento del sapere concepito e veicolato da un unico e universale formato.

34. Marshall McLuhan (1967), Gli strumenti del comunicare, Il saggiatore, Milano

organizzazione del sapere: formati e supporti

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Anzi, possiamo affermare, con molta semplificazione, che è stato lo stesso medium, il libro, ad influenzare il messaggio e la sua rappresentazione sistematica: infatti, le conoscenze, vei-colate in formato cartaceo, appaiono strutturate e organizzate secondo una logica unilineare, organica e sequenziale.Ciò ha naturalmente affidato alle biblioteche un ruolo centrale nel ciclo di trasmissione e ricezione del sapere.

RUOLO DI MEDIAZIONE

Le tecnologie dell’informazione stanno portando ad un sostan-ziale mutamento dei modi di creare, conservare e trasmettere la conoscenza; hanno segnato il passaggio da una cultura basata sul possesso di materiali ad una basata sull’accesso35 all’ infor-mazione e al sapere: gli individui, grazie agli strumenti multi-mediali ed interattivi, soprattutto ad Internet, hanno sempre maggiori possibilità di accesso a miliardi di contenuti, diretta-mente dalla proprie case, e possono facilmente creare informa-zioni per pubblicare sulla rete (il consumer diventa prosumer).

Non è un caso se la società contemporanea è definita “società dell’informazione”, proprio per la opportunità ipoteticamente infinita di permettere l’accesso a tutta l’informazione, attraver-so le infrastrutture di rete e le piattaforme tecnologiche.Inoltre, l’ipertestualità e l’integrazione delle risorse informative creano nuovi collegamenti, nuovi saperi, dànno un forte impul-so all’interdisciplinarietà che, a sua volta, crea nuovi metodi di ricerca e di recupero dell’informazione.

La ricerca non è più un’applicazione autonoma, uno strumento utile ma impersonale per trovare qualcosa su un nuovo medium chiamato World wide web. E’ diventata lo strumento attraverso il quale comprendiamo noi stessi, il nostro mondo e il nostro posto all’interno di quel mondo. E’ il modo in cui navighiamo in quel-

35. Si veda James Rifkin (2000), L’era dell’accesso. La rivoluzione della new economy, Milano, Mondadori

l’era dell’accesso

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l ’unica risorsa infinita che governa le sorti della cultura umana: la conoscenza.36

In simile quadro storico, culturale e sociale, il ruolo della bi-blioteca come luogo di organizzazione di un sapere unico viene messo in discussione.La biblico-teca perde la sua etimologica funzione di “raccolta di libri”, per divenire un servizio per l’accesso all’informazione. Essa non assume più la funzione di procurare il libro giusto al lettore, ma piuttosto quello di reperire un’informazione ade-guata e precisa e nel formato più adatto.Il compito della biblioteconomia diventa quello di rispondere nella maniera più idonea alle esigenze di un’utenza variegata e composita, che richiede servizi personalizzati e accesso alle informazioni tagliato su misura.

Paradossalmente, proprio la possibilità di accedere in maniera diretta ed immediata ad una quantità assai elevata di dati, porta con sé il rischio di non riuscire facilmente a reperire l’informazione cercata, sempre più nascosta e avvolta da quel rumore di fondo causato dall’eccesso di fonti non attendibili che popolano la rete.L’esigenza dell’utente è quella di identificare le risorse infor-mative e le informazioni pertinenti e rilevanti riducendo il sovraccarico di informazioni da cui è quotidianamente so-praffatto, e superare il vuoto cognitivo che non gli permette di procedere nella sua attività di recupero di informazione a scopo personale, professionale, per motivi di studio etc.

Venire incontro ai bisogni dell’utente, dunque, per consentire il pieno appagamento dei suoi bisogni informativi, ridurre il gap tra utente e l’informazione: questo è il ruolo che la biblioteca è chiamata ad assumere oggi, un ruolo di “mediazione” all’inter-no dell’attività di acquisizione e trasferimento di conoscenza.

36. John Battelle (2006), The search. How Google and its rivals rewrote the rules of business and transformed our culture, tradotto in italiano: Google e gli altri: come hanno trasformato la nostra cultura e riscritto le regole del business, Cortina, p.328.John Battelle è stato tra i fondatori di “Wired”, una delle riviste fondamentali nella storia della rete e delle realtà digitali.

overload informativo

eccesso di informazioni

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...esiste la possibilità , e forse la necessità, di riproporre e rilanciare i valori fondamentali su cui si fondano la biblioteca e la professione del bibliotecario […]. Una presenza incisiva delle biblioteche in questo contesto si fonda anche sulla consapevolezza di quella che è stata in passato la loro funzione, sintetizzabile ora come allora nel favorire l ’incontro fra gli utenti, da una parte, e i documenti che essi vorrebbero utilizzare, dall’altra.37

Di fronte all’eccesso di informazione con la quale si confronta l’utente, questo servizio di intermediazione mostra tutta la sua potenzialità di servizio ad alto valore aggiunto, dato che la ricerca in biblioteca garantisce quella validità e autorevolezza che i risultati di una navigazione online non confermano.La possibilità, per l’utente, di recuperare autonomamente molte informazioni di primo livello tramite Internet fa sì che il servizio si orienti sempre di più verso richieste più complesse o, comunque, non di facile risposta e, nel medesimo tempo, presti maggior attenzione all’ immediatezza del contatto col bibliote-cario, ma soprattutto alla qualità.

37. Giovanni Solimine (2004), La biblioteca : scenari, culture, pratiche di servizio, Roma-Bari, Laterza, p. 6.

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QUESTIONI TERMINOLOGICHE

La consapevolezza da parte degli istituti bibliotecari di dover rispondere ai cambiamenti imposti dall’avvento del digitale, ha portato all’integrazione tra i sistemi tradizionali e quelli digitali. La conseguenza è stata l’esplosione di nuove terminologie e definizioni, in riferimento ai nuovi assetti che si vanno a delineare: particolare successo hanno avuto espressioni quali “biblioteca virtuale”, “biblioteca digitale”, e, più di recente, “biblioteca ibrida”, termini che tuttavia peccano di quella chia-rezza terminologica necessaria alla comprensione di qualsiasi fenomeno e che paiono inadatti a sostenere il carico semantico di un discorso che non è solo di natura tecnica ma anche socio-culturale.Le varie dizioni, infatti, spesso si inseguono e si sovrappongo-no, generando confusioni e lacune di significato.Esaminiamo brevemente le tre locuzioni.La “biblioteca virtuale” suggerisce l’idea di una biblioteca non legata ad un luogo fisico ma distribuita nello spazio attraver-so l’interconnessione delle reti; è la biblioteca online, un’idea perfettamente in sincronia con chi annuncia l’avvento di una società del tutto paperless.38 Il primo ad usare questo termine è stato lo stesso autore del Web, Tim Berners-Lee, come nome del sito Virtualy Library39, che realizza il concetto di una collezione di documenti tema-tici collegati tra loro, costituito da banche dati e pagine web

38. F. Wilfrid Lancaster annuncia in Libraries and librarians in age of electronics: “La logia conclusione di questo trend sarà la scomparsa della biblioteca”.39. Sito visibile all’indirizzo: <http://vlib.org>

BIBLIOTECHE IN TRASFORMAZIONE

O4

biblioteca “virtuale”

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realizzate da migliaia di autori. L’aggettivo “virtuale” indica che la biblioteca non c’è.

Il termine “biblioteca digitale” è apparso intorno alla fine degli anni Ottanta, ma non è stato coniato dai bibliotecari. Per primi lo hanno utilizzato informatici e ricercatori, intendendo con questo termine collezioni di documenti digitali organizzate per contenuto e finalizzate a specifiche categorie di utenti. Solo recentemente anche i bibliotecari hanno cominciato ad inte-ressarsi delle opportunità della biblioteca digitale intesa come servizio.Una definizione di biblioteca digitale che risulta molto sod-disfacente è questa: uno spazio in cui mettere insieme collezioni, servizi e persone a supporto dell’intero ciclo di vita della creazione, uso, preservazione di dati, informazione e conoscenza.40

La definizione mette in luce le tre componenti essenziali della biblioteca digitale:- la collezione digitale;- i servizi di accesso remoto;- l’utente del servizio (a cui viene ribadita una centralità asso-luta).La biblioteca digitale è dunque quello spazio informativo e co-municativo in cui un utente, o una comunità di utenti, è facilitato, grazie a dei servizi personalizzati, nell’accesso a una collezione di documenti rilevanti per il suo interesse e nella creazione e diffusione di nuova conoscenza.41 L’aspetto più rilevante del concetto è senz’altro la centralità affidata all’utente, vero attore principale nella biblioteca digita-le. Introdurre, nella gestione del sistema biblioteca, il concetto di orientamento all’utente ha una rilevanza notevole, anche perché pone l’accento sull’importanza di una valutazione della soddisfazione degli utenti, in merito all’attività svolta dalla biblioteca.

40. Questa definizione è stata usata durante il Workshop on distributed knowledge work environments: digital libraries, svoltosi dal 9 all’11 marzo 1997 a Santa Fe, in New Mexico. 41. Anna Maria Tammaro (2000), La biblioteca Digitale, Editrice Bibliografica, Milano, pag. 108.

biblioteca “digitale”

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Soprattutto nei paesi anglosassoni e americani, questi studi sono oggetto di continuo interesse, per cercare di capire quale sia il livello della qualità dei servizi erogati.

Inizialmente la qualità veniva valutata attraverso gli indici di prestazione, mentre ora il concetto viene ampliato anche al senso di user satisfaction, in modo da includere nell’analisi la valutazione delle prestazioni in rapporto alle percezioni degli utenti. Questo implica che per la misurazione di un carattere oggettivo quale la qualità, si ricorre oltre che alla raccolta di dati oggettivi, anche ad un’analisi soggettiva chiedendo agli utenti di esprimere la loro opinione relativamente al livello personale di gradimento del servizio.

La nozione di “biblioteca ibrida” può essere indagata da due punti di vista: dal punto di vista delle risorse informative, e da quello dell’accesso alle risorse.Sulla tipologia delle risorse, la biblioteca può essere ibrida per le risorse di diversa natura presenti a da essa rese disponibile. In realtà, guardando alla storia delle biblioteche, non è difficile affermare che esse siano sempre state un po’ ibride, a partire da quelle dell’antico Egitto che conservavano sia tavolette d’argilla che rotoli di papiro, fino all’epoca recente, quando la compresenza di supporti diversi (manoscritti, testi a stampa, fotografie, pellicole, nastri ecc.) diventa la norma.Tutte le nostre biblioteche sono già, qualcuna più qualcuna meno, delle mediateche, intendendo il termine nel senso più ampio possibile come il centro onnicomprensivo di tutte le teche possibili: fototeca, discoteca, videoteca, nastroteca.42

Più rilevante è senza dubbio la tematica dell’accesso alle ri-sorse; da tale punto di vista, la biblioteca ibrida deve garantire l’accesso a risorse presenti su supporti differenti senza soluzio-ne di continuità, agevolando gli utenti ad utilizzare i documen-ti che più si addicono alle loro necessità, cartacei o elettronici che siano.

42. Gianna Landucci (1992), Mediateca, Roma, AIB, p. 10.

biblioteca “ibrida”

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The name Hybrid library is intended to reflect the transitional state of the library, which today can neither be fully print nor fully digital.43

La nozione di biblioteca ibrida sta, dunque, ad indicare una fase di profonda trasformazione e transizione del sistema, impegnato in un processo continuo di allargamento alle risorse elettroniche immateriali.

Per concludere, penso sia più utile prescindere dalle dispute terminologiche e constatare la necessità per le biblioteche di una maggiore integrazione e ibridazione delle risorse e, ancor più, dei servizi.Il digitale pervade le nostre quotidiane attività ed è già in grado di condizionare le forme e gli oggetti del nostro appren-dimento.Una istituzione, come la biblioteca, che fa della conoscenza la sua materia di indagine, non può non tenere conto dei con-tenuti informativi che derivano dal digitale, e in generale da tutti i contenuti che si presentano in nuovi formati e su nuovi supporti.La virtualizzazione è un percorso iniziato da tempo, nel quale le biblioteche e i bibliotecari sono chiamati (come tutti) a par-tecipare, senza che nè le une nè gli altri debbano mai abdicare al proprio ruolo di sempre, ovvero alla mediazione fra offerta informativa del docuverso44 e domanda informativa degli utenti, da effettuare con le più aggiornate tecnologie di volta in volta disponibili.Solo così il nostro mestiere cambierà incessantemente per restare quello di sempre, quello di chi collega domanda e offerta informati-va, solo così diventeremo ciò che già siamo.45

43. Chris Rusbridge, Towards the Hybrid library, “D-Lib Magazine”, July/August 1998 <http://www.dlib.org/dlib/july98/rusbridge/07rusbridge.html, p.5>44. Il termine “docuverse” tradotto in italiano come “docuverso” è stato coniato da Theodor Holm Nelson nel 1965 nel contesto di Xanadu: universo informativo globale ed orizzontale costituito da una sconfinata rete ipertestuale distribuita su una rete mondiale di computer. Il termine viene utilizzato attualmente in ambito biblioteconomico a indicare l’univer-so dei documenti disponibili in contesti fortemente integrati con l’informatizzazione.45. Riccardo Ridi (Maggio 1996), La biblioteca virtuale come ipertesto, pubblicato in “Biblioteche Oggi”, vol. XIV, n. 4, pag 18.

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Tanti secoli fa il monaco bibliotecario cercava le informazioni contenute fra i suoi pochi libri aggirandosi direttamente fra gli scaffali. Poi i libri aumentarono e furono inventate le rubriche, gli inventari, i cataloghi su carta e su schede, infine i computer e gli archivi elettronici, tutto per maneggiare simboli invece che cose ed evitare di percorrere, magari a vuoto, chilometri e chilometri. Infine, il cybrarian ed i suoi knowbot entreranno nel computer e compulseranno di nuovo con la mano gli scaffali, stavolta virtuali. Nulla sarà cambiato, se non la mole infinitamente superiore di dati maneggiabili.46

BIBLIOTECARIO: MEDIATORE DI INFORMAZIONI

Nel contesto di trasformazioni e ridefinizioni di cui discorria-mo, anche l’immagine tradizionale del bibliotecario come mero custode della raccolta libraria deve essere ripensata e rivista.Fino a poco tempo fa, si pensava al bibliotecario come un soggetto proveniente da una formazione universitaria umani-stica che approdava alla biblioteca a partire dalla passione per l’oggetto libro maturata nel corso degli studi, molto attento soprattutto alla buona conservazione dei documenti. Questa visione è oggi superata da una definizione del biblio-tecario come figura professionale che sa pensare in termini di servizio e di comunicazione fra risorse documentarie e utenti, in linea con i requisiti del mercato del lavoro della società del-l’informazione, in cui le attività lavorative consistono sempre più nell’elaborazione di informazioni esistenti e nella creazione di informazioni nuove.Il bibliotecario è colui che mette in relazione positiva le due entità su cui si basa essenzialmente la professione bibliotecaria, ovvero gli utenti e i documenti. Oggi, in una realtà di “inquinamento da informazione” (in-fopollution), dove da una parte cresce la mole del materia-le accessibile in rete ma, dall’altra, aumenta la difficoltà di trovare ciò di cui abbiamo bisogno in modo efficiente, l’attività

46. Riccardo Ridi, (1996), op. cit., pag. 20

I bibliotecari di un tempo

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“chiave” del servizio bibliotecario è l’assistenza nel reperimen-to delle informazioni, nel superamento del vuoto cognitivo dell’utente: un’attività ricca di sfaccettature psicologiche, rela-zionali, formative, di implicazioni maieutiche, tanto da essere definita dall’antropologa americana Bonnie Nardi “terapia informativa”47.Rendere l’informazione disponibile non è sufficiente. Rendere l’informazione utile è la chiave.

Questa è la sfida di fronte alla quale bibliotecario si trova, cioè offrire un’intermediazione umana, specialistica, un’esperienza, delle conoscenze, delle competenze ad alto livello in un conte-sto informativo sempre più vario e complesso. Per poter far ciò è necessario comprendere i bisogni e i com-portamenti degli utenti e le modalità di comportamento nel recupero delle informazioni, impegnarsi in attività di studio e di analisi dei nuovi contesti di ricerca e dei nuovi atteggiamenti degli utenti.Un utente medio, uno studente impegnato in una ricerca, non è in grado di valutare il prodotto informativo nella sua globa-lità, non si accorge della sua incompletezza o parzialità; egli rimane affascinato da un prodotto ben fatto e che, nell’arco di pochi secondi, gli metta a disposizione una mole di infor-mazione per la quale, in altri tempi, ci sarebbero voluti giorni, settimane di ricerche, di visite in biblioteca, di viaggi. Solo il bibliotecario, studioso accorto e meticoloso può accor-gersi delle insufficienze, delle carenze, della necessità di usare altri strumenti complementari.Egli deve saper riconoscere, interpretare, utilizzare e a volte personalizzare il lavoro catalografico fatto da altri, sfruttando la possibilità delle reti di utilizzare forme efficaci di catalogazione derivata o partecipata. Sono convinta che il ruolo del bibliotecario non solo è ancora possibile in un presente (e futuro) di “disintermediazione”, ma è proprio in questo scenario che mostra tutta la sua potenziali-tà di servizio ad alto valore aggiunto.

47. Bonnie A. Nardi (1998), Information Ecologies, Library of Congress.

<http://lcwewb.loc.gov/rr/digiref/nardi.html>

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LA BIBLIOTECA COME IPERTESTO

Quando si affronta il discorso delle biblioteche, inevitabilmen-te ci si trova a citare J.L.Borges, perché evidenti e celebrati sono i nessi fra il “mondo di Borges” e il “mondo delle biblio-teche” .Forse ciò accade perchè, come afferma Umberto Eco, Borges è un autore che ha parlato di tutto. Non si può individuare nella storia della cultura un tema su cui Borges non si sia soffermato anche solo per un momento.48

In ogni caso, biblioteche, libri, cataloghi e classificazioni, ma anche enciclopedie (soprattutto le varie edizioni della Bri-tannica), dizionari, bibliografie, repertori affollano le pagine borghesiane, facendo di lui il “bibliotecario letterario” per eccellenza (in realtà Borges il bibliotecario lo ha fatto davvero).Il testo di riferimento è senza dubbio “La Biblioteca di Babe-le”, una dei racconti più emozionanti della raccolta Finzioni, scritta nel 1934.Inizia così: L’universo (che altri chiama la Biblioteca) si compone di un numero indefinito, o forse infinito, di gallerie esagonali con vasti pozzi di ventilazione nel mezzo, bordati di basse ringhiere.49

Le innumerevoli interpretazioni dello scritto, alla ricerca in-saziabile di significati mistici e previsioni futuristiche, trovano tutti concordi nel rintracciare nella biblioteca di Babele una

48. Umberto Eco (2002), Borges e la mia angoscia dell’influenza, in Sulla Letteratura, Bompiani, Milano, p. 14049. Jorge Luise Borges, (1935), La biblioteca di Babele, in “Ficciones”, Mondadori Meridiani, Milano, p. 683-684

LA NATURA IPERTESTUALE DEL PENSIERO

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metaforica allusione alla conoscenza, al sapere nella sua totalità e infinitezza.Da queste premesse incontrovertibili dedusse che la Biblioteca è totale, e che i suoi scaffali registrano tutte le possibili combinazioni dei venticinque simboli ortografici (numero, anche se vastissimo, non infinito) cioè tutto ciò ch’è dato di esprimere, in tutte le lingue. Tutto: la storia minuziosa dell’avvenire, le autobiografie degli arcangeli, il catalogo fedele della Biblioteca, migliaia e migliaia di cataloghi falsi, la dimostrazione della falsità di questi cataloghi, la dimostrazione della falsità del catalogo autentico, [...] la traduzione di ogni libro in tutte le lingue, le interpolazioni di ogni libro in tutti i libri.50

Di frequente, l’idea della babelica biblioteca di tutte le possibili permutazioni dei caratteri alfabetici è stata letta anche come una sorta di profezia nei confronti di quella che oggi è la realtà di Internet, o meglio della struttura ipertestuale della rete, ambiente che contiene ogni tipo di documento prodotto, e nel quale solo la giusta combinazione di lettere fa apparire il testo voluto.

Il concetto di ipertesto è uno dei più analizzati e discussi; sono state elaborate diverse definizioni del termine, data la sua ver-satilità e applicazione nei più disparati ambiti.La definizione a mio parere più interessante e più utile ai fini di questo discorso è quella formulata da Pierre Lèvy: Un ipertesto è una matrice di testi potenziali, di cui solo alcuni si realizzeranno per effetto dell’interazione con un utente.51

E’ proprio nella “potenzialità” e nel ruolo determinante attri-buito al soggetto, che sta la chiave per la progettazione di modi nuovi di interazione e produzione di conoscenza.L’ipertesto, dunque, è caratterizzato da una struttura aperta e multisequenziale che destruttura e ridefinisce la nozione di testualità. Si può affermare che, in questo senso, l’ipertesto è metatesto,

50. Jorge Louise Borges, (1934), La biblioteca di Babele, op. cit., p. 40. 51. Pierre Levy (1997), Il virtuale, tr. It. Di M.Calò e M.Di Sopra, Milano: Cortina, p.30

Il concetto di ipertesto

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in quanto letteralmente è “al di là” del testo e della testualità tradizionale. I concetti di scrittura, lettura, fruizione mediale, testo, narra-zione sono ridefiniti da questa nuova tecnologia che impone un approccio cognitivo differente nella fruizione testuale, il procedere secondo percorsi mutevoli, la possibilità di combi-nare lettura, ascolto, visione di filmati, impone un andare oltre, al di là, appunto, delle strutture convenzionali della testualità classica.

Il progettista di comunicazione ha il compito di studiare come l’informazione (in tutte le sue forme) viene creata, memoriz-zata e come si evolve, per giungere a definire concept strate-gici che migliorino l’interazione tra l’uomo e la conoscenza, a seconda dei contesti in cui l’informazione è generata.Dunque, il problema che si pone è quello di capire se la testua-lità tradizionale, lineare e sequenziale, sia qualcosa di naturale o di culturale.In fondo le intuizioni di Bush sull’archiviazione delle infor-mazioni partivano proprio dalla considerazione che la mente umana funziona per associazione. Con una sola informazione in suo possesso, essa scatta immediatamente alla prossima che viene suggerita per associazione di idee, conformemente a un’ intricata rete di percorsi sostenuta dalle cellule del cervello.52

Questa osservazione indurrebbe a ritenere che, da un punto di vista prettamente cognitivo, il tradizionale testo lineare non ri-specchia i processi associativi con cui procede la mente umana. Per dirla come McLuhan, probabilmente è stato il medium a determinare il messaggio, ovvero la natura tecnica del suppor-to, la carta, la pergamena, il volumen, il libro stampato, etc., ha determinato le caratteristiche semiostrutturali della testualità, per forza lineare e sequenziale. Se l’ipertestualità consente di esplicitare le connessioni ed i

52. Vannevar Bush (1945), As we may think, in The Atlantic Monthly, vol. 176, n.1, trad. italiana: Come possiamo pensare, in Da Memex a Hypertext. Vannevar Bush e la macchina della mente (1992), Padova, franco Muzzio Editore, p.55.

la natura associativa della mente

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processi associativi, la sua struttura è più vicina a quella dei processi cognitivi della mente. Come nota lo psicologo Giuseppe Mantovani, gli ipertesti e gli ipermedia, in quanto adottano il paradigma non sequenziale, si propongono come più aderenti e fedeli alle caratteristiche dei processi del pensiero”, e consentono “di superare la frattura, propria del fun-zionamento cognitivo umano, tra processi di pensiero, non sequen-ziali, e modalità di trasmissione dell’informazione, sequenziali e vincolate da un ordine.53

Non voglio sposare le opinioni di chi nella dialettica tra iperte-sto digitale e testo stampato tradizionale ha finito per esaltare oltre il dovuto gli aspetti innovativi del primo; anche perché a mio parere ipertestualità, intratestualtà e intertestualità sono innanzitutto modalità fruitive di qualsiasi testo, e solo in un secondo momento tecnologie testuali.

TESTO E IPERTESTO

Anche la testualità tradizionale si presta ad essere elaborata in maniera ipertestuale, con un lettore che coopera alla costruzio-ne del senso del testo, operando spostamenti a livello seman-tico e intertestuale e rielaborando, secondo strategie enuncia-zionali soggettive, la presunta assoluta rigidità e sequenzialità della struttura testuale classica.Inoltre, esempi di rottura con la sequenzialità tradizionale si possono rintracciare sin dal Medioevo, quando nella possibilità di lasciare commenti sui commenti sui manoscritti, che pas-savano di mano in mano e vi si aggiungevano note a margine, disegni, ulteriori commenti, si può intravedere la possibilità di avere dei testi aperti. E ancora, numerosi sono gli esempi illustri di geni della let-teratura che, ben prima della diffusione dei computer, aveva-no tentato di rompere la rigida linearità del libro, cercando di produrre opere che molto hanno in comune con i sistemi ipertestuali che oggi caratterizzano la rete ed altre forme di comunicazione.

53. Giuseppe Mantovani (1995), L’interazione uomo-computer, Bologna, Il Mulino, pag.58

testo: struttura lineare

ipertesto: rottura delle linearità

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Pensiamo a Borges e Joyce, ai loro tentativi di costruire opere che avessero un certo grado di ipertestualità, avvicinandosi ad una apertura dell’opera che l’ipertesto manifesta come caratte-ristica fondamentale.Pensiamo a William Burroughs54 e al suo approccio fram-mentario e non lineare alla narrativa contemporanea, atraverso l’acquisizione delle tecniche del collage per sviluppare con-nessioni inedite e inaspettate di blocchi di testo, salti logici non immaginabili, con lo scopo di provocare la coscienza e la reazione del lettore.Pensiamo a Raimond Queneau, e al suo “One Hundred Trillion Poems” del 1961, un lavoro composto da dieci sonetti, ognuno dei quali è stampato su un singolo foglio; ogni foglio tagliato in quattordici strisce, ciascuna delle quali corrisponde ad un verso. Mescolando casualmente le strisce il lettore crea un nuovo e personale sonetto. Il numero delle composizioni possibili è dato quindi da 14 alla dieci, ovvero cento trilioni di poemi.Altrettanto interessante è l’opera “Composition N.1” di Marc Saporta, una novella in forma di gioco di carte.La narrazione non è lineare ma fondata sulla rottura di ogni possibile intreccio prestabilito. L’autore ricorre a un contenitore di pagine sciolte, che dunque non hanno alcuna numerazione; ciascuna di esse racchiude una possibile sequenza narrativa, limitata dal numero di righe previste per ogni pagina. Le combinazioni sempre nuove e irripetibili e possono essere stabilizzate solo “legando” tra loro le pagine messe in sequenza dal lettore. Nella presentazione editoriale dell’opera (collocata sul retro del frontespizio), si legge: Dall’ordine in cui si susseguiranno i singoli episodi dipende anche che la storia finisca bene o male. Una vita si compone di parecchi elementi. Ma infinito è il numero delle possibili combinazioni.55

54. William Burroughs è uno scrittore statunitense vissuto nel 900, appartenente alla cosiddetta beat generation.Egli utilizzò una particolare tecnica di (de)costruzione delle sue opere letterarie, chiamata cut-up, che consisteva nel tagliare la pagina in quattro sezioni e poi dare a queste una nuova sequenza. Poi si prosegue spezzettando le parti in unità ancor più piccole e così via.55. Marc Saporta, (1962), Composition N.1, tr.it. di E. Capriolo, Milano, Lerici

book concept di Queneau

Composition N.1 di Saporta

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Come ultimo esempio, vorrei citare anche un progetto italiano in tal senso di uno degli autori che maggiormente amo, ovvero Italo Calvino. “Il castello dei destini incrociati” è un racconto costruito attra-verso l’intreccio dei tarocchi: le carte appoggiate sul tavolo si intersecano in righe e colonne, formando sempre nuove storie.Quasi senza che il lettore se ne renda conto, i tarocchi cambia-no il loro significato a seconda della posizione in cui si trovano: automaticamente si innesca una lettura multilineare.

Dalla stessa consapevolezza che l’organizzazione lineare e se-quenziale di un testo tradizionale non rispecchia la spontanea aggregazione dei pensieri secondo modelli sincronici e associa-zionisti, è partito Vannevar Bush, nella creazione di Memex, una sorta di scrivania meccanica in grado di organizzare e gestire in maniera complessa i documenti archiviati in essa.L’obiettivo era quello di realizzare un supporto capace di age-volare una manipolazione diretta delle unità di informazione secondo i modelli mentali più naturali.Memex è un congegno in cui l’utente archivia libri documenti e comunicazioni, meccanizzato in modo da poter essere con-sultato con una certa velocità e duttilità.La maggiore potenzialità di Memex è, secondo me, la possibi-lità di prendere nota sui documenti e collegare idee tra di loro. Scrivere sui libri, lasciare su di essi le tracce di ricerche senza danneggiarli, trasmettere documenti annotati ad altri, sono funzionalità assolutamente desiderabili e utili per chiunque.

L’ipertesto dunque, non è un concetto inerente solo all’infor-matica.Tuttavia è solo con i computer che è effettivamente possibile costruirne di efficaci.

L’incredibile potenziale del concetto di ipertesto emerge completamente nel progetto che ha il nome di Xanadu, figlio di Theodor Holm Nelson, il riconosciuto padre dell’ipertesto elettronico (nonché inventore della parola stessa).

I tarocchi di Calvino

Memex, la scrivania meccanica

di Bush

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Nelle intenzioni del suo ideatore, Xanadu è un programma che gira su una miriade di calcolatori collegati in rete planetaria e che sostituisce completamente ogni altro genere di archivia-zione (anche casalinga). Qualsiasi tipo di documento risiede su Xanadu, protetto dagli sguardi altrui finché l’autore non decide di renderli pubblici, cioè disponibili sull’intera rete. Da qualsiasi documento si può passare a qualsiasi altro, se-guendo qualsiasi tipo di associazione. La scrittura avviene direttamente sul sistema, che salva ogni successiva versione del testo e che permette di citare qualsiasi altro documento presente sulla rete semplicemente aprendo una finestra iperte-stuale su di esso. Si tratta di un progetto utopico, un ipertesto globale unico, che non so se sarà mai possibile.Tuttavia ci sono degli aspetti che si dovrebbero analizzare e cercare di applicare.

E’ quello che ho voluto fare io in questo progetto di tesi: ana-lizzare le potenzialità ipertestuali della rete e le sue peculiari dinamiche, e cercare di applicarle ad un ambiente reale, fisico, quello della biblioteca, attraverso progetti comunicativi che generino percorsi di conoscenza nuovi e arricchiti e mettano in atto relazioni e interazioni condivise.

Diagramma originale di Nelson

per illustrare schematicamente

Xanadu

Un ‘altra immagine di Xanadu

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INTRODUZIONE

I concept che presenterò in queste pagine rappresentano dei tentativi di progettare nuove condizioni di condivisione della cultura e di connessioni tra le persone, che rilancino la natu-ra non lineare della nostra conoscenza, all’interno del luogo biblioteca.Una progettazione di design si colloca al crocevia di discipline diverse, provenienti da aree lontane o contrapposte, quindi si trova a dover affrontare diversi tipi di sfide:

.una sfida culturaleper cercare di coniugare il sapere umanistico (le biblioteche) con quello tecno-scientifico (la rete e le tecnologie digitali), tentando di integrare e fondere il più possibile i due campi;.una sfida sociologicapartendo dalla consapevolezza che l’informazione è la materia prima per produrre una conoscenza non rivolta solo al singolo ma alla società nel suo complesso;.una sfida tecnologicariconoscendo che le tecnologie non cambiano da sole il mondo, ma solo con la nostra capacità di usarle in un certo modo.

Il fine generale del progetto è la ridefinizione del ruolo della biblioteca intesa come luogo attivo di scambio e partecipazio-ne, per la generazione di una conoscenza condivisa e collettiva.La biblioteca è il luogo principe di accesso al sapere, e questa è un’affermazione banale.

IL PROGETTO

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Più interessante è soffermarsi, invece, sulla definizione di biblioteca come centro di una rete delle relazioni che si in-staurano tra i suoi utenti, i lettori, i navigatori, il personale e il materiale a disposizione. Un luogo, appunto, di condivisione.

Un vero e proprio flusso informativo si mette in moto tra il soggetto e l’informazione ricercata, ed è tale flusso che elabora percorsi, collegamenti, e che genera conoscenza.Inoltre, al suo interno, si integrano altre componenti fonda-mentali:1. una conoscenza pregressa del soggetto, attore attivo nella dinamica, che porta con se il suo bagaglio personale di saperi e lo mette a disposizione del contesto;2. una conoscenza contestuale, dinamica, che emerge dall’am-biente e dalle persone che lo attraversano;3. una conoscenza relazionale, quella tra le varie unità e oggetti d’informazione che vengono collegati durante la ricerca.

La cultura, di cui un individuo fa parte, rappresenta la cornice in cui l’interazione si svolge e dalla quale essa non può assolu-tamente prescindere. Allo stesso tempo, però, la cultura e le sue norme derivano anche dagli spazi che i gruppi sociali condivi-dono.

1. Conoscenza pregressa 2. Conoscenza contestuale 3. Conoscenza relazionale

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Vygotsky, fondatore della scuola storico culturale, afferma che: La cognizione e l ’intelligenza non sono proprietà dell’individuo, ma derivano dall’interazione di un individuo con l’ambiente fisico, sociale e culturale in cui vive.56

La mente non potrebbe esistere senza la cultura:La cultura plasma la mente, ci fornisce gli strumenti mediante i quali costruiamo il nostro mondo e la nostra concezione di noi stessi e delle nostre capacità.[…] Nell’atto di comprendere, si opera per cogliere il posto occupato da un’idea, un fatto, in una più generale struttura di conoscenza.57

All’interno di spazi pubblici il comportamento degli indivi-dui è fortemente influenzato dal contesto sociale circostante formato dalle norme associate alla vita in un certo spazio e dalle persone con le quali lo spazio viene condiviso: tutto ciò influenza anche i modi di comunicare all’interno dello spazio. La biblioteca è uno spazio sociale, uno spazio pubblico che di-verse persone si trovano a condividere durante lo svolgimento della loro attività di visita. L’individuo agisce sullo spazio modificandone alcune caratte-ristiche, rendendo poi disponibili le informazioni alla fruizione degli altri.

56. Lev Vygotskij, (1962), Thought and Language, MIT Press, Cambridge, p.4357. Jerome Bruner (1997) La cultura dell’educazione, Feltrinelli, Milano, p.26

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L’OGGETTO PROGETTUALE: LE BIBLIOTECHE

Le biblioteche genericamente sono luoghi del sapere, è vero, ma esistono differenti tipologie e contesti, ognuno caratteriz-zato da peculiarità proprie.Vi sono biblioteche che si definiscono per le tipologie di uten-ze che in esse si aggregano, altre specializzate in collezioni su un’unica disciplina.Questo lavoro va ad indagare 3 distinti tipi di biblioteca, molto differenti tra loro:1. una biblioteca “universitaria”, ovvero la cui specificità sta nell’utenza (la comunità studentesca) che in essa si ritrova;2. una biblioteca “di settore”, in cui è il contenuto e la tipologia della collezione a fare la differenza;3. una biblioteca “rionale”, quindi legata maggiormanete al territorio e al quartiere in cui è posizionata.Ognuna di loro ha i suoi obiettivi e finalità, che vanno dalla necessità di rendere sempre più agevolmente fruibili i docu-menti a un pubblico selezionato di studiosi, esperti, studenti (per le prime due tipologie), alla necessità di un accesso conti-nuamente aggiornato al sapere dell’attualità, dell’informazione, del cambiamento.

La scelta di focalizzare l’analisi su tre luoghi distinti e a sè stanti risponde a motivazioni precise: innanzitutto, a voler fornire uno sguardo complessivo sul mondo bibliotecario, ma ripreso da diverse angolazioni; inoltre, ritengo necessario che un’analisi affidabile di un sistema tenga conto delle differenze e delle contraddizioni insite nel sistema stesso; infine, rispecchia la mia personale conoscenza di queste tipologie di biblioteca, quelle che a cui mi sono avvicinata maggiormente negli anni per motivi legati ora allo studio, ora alle miei passioni, ora al tessuto territoriale in cui ho vissuto.

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In particolare, i luoghi che ho scelto di analizzare sono:. la POLItecacome biblioteca universitaria; un luogo che ho frequentato spesso in questi anni, una comunità di cui mi sento parte e che è stata essenziale per le mie ricerche universitarie;. la Design Libraryla prima biblioteca italiana dedicata al design, che raccoglie libri, riviste, cataloghi e tutto quanto gravita attorno al sistema design; per la mia esperienza, essa è anche e soprattutto un luogo d’incontro di esperti del settore, una location per confe-renze, eventi e mostre;. la Biblioteca Dergano-Bovisa di via Baldinucciuna biblioteca rionale, radicata nel quartiere della Bovisa, la zona che ho frequentato maggiormente in questi anni.

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METODOLOGIA

La metodologia di progettazione seguita nella concezione di questo lavoro è stata la progettazione User Centred Design (UCD), ovvero la progettazione incentrata sull’utente.Parlando di UCD parliamo per semplicità di metodologia an-che se sarebbe più corretto citarla come una filosofia di fondo nella progettazione uomo-macchina, che si articola in differen-ti metodologie applicative a seconda del tipo di progettazione in cui ci si cimenta.Lo UCD realizza una progettazione incentrata sull’utente rendendolo parte attiva del design, attraverso la conduzione di attente indagini per l’individuazione dei requisiti-utente, e prevedendo come metodo ortodosso di lavoro la modifica del sistema, grazie ad un processo altamente iterativo che consente di testare ciclicamente la corrispondenza del sistema ai bisogni del target.Il fine è:una tecnologia al servizio dell’utente, un contesto in cui questa risulti appropriata all’attività da svolgere e la complessità presente sia quella insita nell’attività stessa e non nello strumento.58

Coinvolgere l’utenza nella progettazione significa innanzitutto impegnarsi a conoscerla circa le abilità tecnologiche e fisiche, studiare il contesto culturale in cui vive, le sue motivazioni, le abitudini, le preferenze, l’attività da supportare e il suo am-biente. Lo studio dell’utenza serve a fondare i criteri di usabili-tà sui principi del rendere le operazioni ovvie, il design sem-plice e chiaro, fornendo sempre dei feedback alle operazioni compiute in modo da semplificare il controllo e la libertà dello user e non sovraccaricarlo cognitivamente.

58. Norman D.A. (1998) The invisible computer, Reading, Mass.: The MIT Press, p.191

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Il coinvolgimento dello user durante la progettazione avviene innanzitutto per identificarne le caratteristiche, utilizzando di-verse tecniche che vedono la loro origine applicativa in scienze come l’antropologia, l’etnologia, la psicologia. Fra le più utiliz-zate, i focus group con gli stakeholder, interviste e questionari per gli utilizzatori del sistema, osservazioni etnografiche delle attività svolte dagli utilizzatori.La collezione delle informazioni sul target, l’attività e il contesto d’uso consentono di formulare un modello astratto dell’attività che condurrà alla fase creativa di esplorazione delle soluzioni possibili e alla creazione dei primi prototipi del sistema. La semplicità del prototipo, pur consentendo di valutare la rispondenza del sistema ai requisiti dell’utenza, facilita ai progettisti, psicologicamente, la sua eventuale distruzione, e quindi la distruzione dell’idea che ne era alla base, qualora una soluzione migliore e più efficace venga pensata.

User centred design

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LO STATO DELL’ARTE

Prima di partire con l’analisi dei luoghi scelti, addentrarmi cioè nelle specificità delle tre biblioteche, per evidenziare le caratte-ristiche e le problematiche proprie di ognuna di loro,ho tentato di descrivere lo stato dell’arte della biblioteca intesa genericamente, secondo tre chiavi di lettura, tre paramenti orientativi per effettuare una radiografia sintetica del sistema.Tali paramentri sono i tre termini che compaiono nel titolo della tesi:

CONNESSIONI. CONDIVISIONI. CONOSCENZA

Guardare le CONNESSIONI all’interno della biblioteca significa rilevare quali e che tipo di rapporti e interazioni si formano durante la visita, e chi sono i soggetti coinvolti. Ho ritenuto essenziale verificare se e in che forme avviene un processo di CONDIVISIONE tra risorse, oggetti e soggetti, durante le attività della biblioteca.

Infine, non potevo non considerare una verifica delle attività che la biblioteca offre come servizi legati al suo principale obiettivo, ovvero l’accrescimento della CONOSCENZA dell’utente.

Il passo successivo è stato analizzare quali fossero le proble-matiche emerse, in termini di bisogni insoddisfatti, e quali le opprtunità.

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Una prima, seppur poco approfondita, riflessione sullo stato attuale delle biblioteche e sui servizi offerti fa emergere una serie di problematiche legate essenzialmente all’esperienza che l’utente solitamente vive in biblioteca: un’esperienza indivi-duale, che si risolve nella ricerca e consultazione di documenti volti all’ampliamento di una conoscenza intesa come processo individuale.Da questa considerazione ne segue che le biblioteche non fa-voriscono quasi mai le condizioni per condivisioni di ricerche, connessioni tra le varie risorse informative, nè tantomeno relazioni tra gli utenti, ponendosi come luogo di accesso ad una conoscenza che è rinchiusa negli oggetti, e non nelle persone.

Connessioni Condivisione Conoscenza

cercare

consultare

prendere in prestito

fotocopiare/scansionare

ricerca online

visione/ascolto

chiedere aiuto ai bibliotecari

incontrare amici

stato dell’artecosa posso fare

in biblioteca

problematichebisogni insoddisfatti

��

interagirecon le persone

?

accesso ai contenuti ma non a informazioni sui contenuti

nessuna attività orientata alloscambio tra soggetti e oggetti

la conoscenza è negli oggetti, e non nelle persone

conoscenza = processo INDIVIDUALE

nessuna connessionetra le risorse informative

pochi contesti per ricerche o lavori di gruppo

utente = soggetto PASSIVOnella produzione di contenuti

obiettivifinalità di progetto � .accrescere la partecipazione

dal basso

.creare reti di relazione

.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni

.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

blog piattaforma disocial network

inserire delle comment card nei libri

lasciare post-it

guestbook

ampliare il databaseaggiungendo tabellecommenti

ricerca per ISBN o RFID

area personalemy biblioteca

conceptcome fare � user

password

punto di vista

scambiareinformazionie opinioni

cercare personeche hanno fatto ricerche simili

accedere ameta informazioni

lasciare traccia delle mie ricerce

domani cosa vorrei poter fare

in più� commentare

segnalare

votare

taggare

�.facilitare il recupero di dati e informazioni

ridefinizione obiettiviin base al contesto

�ridefinizione obiettiviin base al contesto

�ridefinizione obiettiviin base al contesto

.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

.facilitare il recupero di dati e informazioni

.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

.facilitare il recupero di dati e informazioni

.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

Page 68: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

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OBIETTIVI PROGETTUALI

La biblioteca è uno spazio sociale, uno spazio pubblico che di-verse persone si trovano a condividere durante lo svolgimento della loro attività di visita. L’individuo agisce sullo spazio modificandone alcune caratte-ristiche, rendendo poi disponibili le informazioni alla fruizione degli altri. I progetti presentati in questa tesi hanno l’obiettivo di am-plificare questa condivisione, elaborando degli strumenti che permettano di catturare e lasciar traccia delle istanze informa-tive degli utenti che possano a loro volta essere utilizzate da altri utenti, mettendo in modo un circolo di trasformazioni da informazione a conoscenza.Ho tentato di riassumere gli obiettivi del progetto in modo sintetico e schematico, per rendere espliciti i concetti spiegati nelle pagine precedenti.Il progetto si propone di attivare modalità di interazione che:.favoriscano la natura non lineare della conoscenza, intenden-dola come un processo collettivo.accrescano la partecipazione dal basso, ovvero degli utenti.creino reti di relazione basate sulla condivisione della cono-scenza.favoriscano connessioni tra persone, oggetti e informazioni.favoriscano la condivisione di risorse, opinioni ed esperienze.generino percorsi di conoscenza condivisi.propongano nuove modalità di ricerca, per rendere l’informa-zione non solo disponibile ma soprattutto utile.creino meta contenuti, ovvero informazioni aggiuntive sui documenti ricercati, creati dagli utenti stessi, sottoforma di commenti, parole chiave, votazioni e segnalazioni.

Connessioni Condivisione Conoscenza

cercare

consultare

prendere in prestito

fotocopiare/scansionare

ricerca online

visione/ascolto

chiedere aiuto ai bibliotecari

incontrare amici

stato dell’artecosa posso fare

in biblioteca

problematichebisogni insoddisfatti

��

interagirecon le persone

?

accesso ai contenuti ma non a informazioni sui contenuti

nessuna attività orientata alloscambio tra soggetti e oggetti

la conoscenza è negli oggetti, e non nelle persone

conoscenza = processo INDIVIDUALE

nessuna connessionetra le risorse informative

pochi contesti per ricerche o lavori di gruppo

utente = soggetto PASSIVOnella produzione di contenuti

obiettivifinalità di progetto � .accrescere la partecipazione

dal basso

.creare reti di relazione

.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni

.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

blog piattaforma disocial network

inserire delle comment card nei libri

lasciare post-it

guestbook

ampliare il databaseaggiungendo tabellecommenti

ricerca per ISBN o RFID

area personalemy biblioteca

conceptcome fare � user

password

punto di vista

scambiareinformazionie opinioni

cercare personeche hanno fatto ricerche simili

accedere ameta informazioni

lasciare traccia delle mie ricerce

domani cosa vorrei poter fare

in più� commentare

segnalare

votare

taggare

�.facilitare il recupero di dati e informazioni

ridefinizione obiettiviin base al contesto

�ridefinizione obiettiviin base al contesto

�ridefinizione obiettiviin base al contesto

.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

.facilitare il recupero di dati e informazioni

.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

.facilitare il recupero di dati e informazioni

.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

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ANALISI

Una buona progettazione nasce solo da un’attenta analisi dei requisiti del sistema in cui si vuole intervenire.Analizzare i requisiti significa esaminare quell’insieme di caratteristiche e funzionalità che il prodotto finale dovrà avere, in relazione al contesto. Un elemento fondamentale è dato dal fatto che i requisiti non vengono individuati una volta per tutte all’inizio del processo di design, ma possono essere ridefiniti e messi più volte in discussione durante lo sviluppo del progetto.

Il primo passo, prima di iniziare in maniera operativa con la fase di osservazione, è stata quella di definire schematicamente gli obiettivi dell’analisi stessa, e di individuare degli elementi determinanti da considerare, in modo da poter facilmente con-frontare i risultati derivati dai 3 luoghi esaminati.

OBIETTIVI1. Capire chi sono gli utenti, individuare tutte le tipologie di utilizzatori del sistema.2. Conoscere l’attività.3. Definire il contesto, individuarne le caratteristiche.

ELEMENTI RILEVANTI PER L’ANALISIAnalizzare un luogo come la “biblioteca” significa tener conto di tutti i fattori che influenzano le attività al suo interno, quin-di non solo fattori umani e di relazione, ma anche elementi statici, come la forma dello spazio e le caratteristiche architet-toniche che influenzano la visita.Ho scelto di considerare 2 tipologie di elementi:

.fattori staticiovvero legati alla struttura non cangiante dello spazio, elementi legati alle caratteristiche architettoniche del luogo in analisi, agli elementi mobili presenti nello spazio (porte, scale, finestre, scaffali, disposizione dei volumi ecc.);

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.fattori dinamiciovvero quelli legati al cambiamento del contesto della visita sia a causa di fattori “esterni” legati agli utenti o a condizioni non modificabili, sia di fattori interni, cioè legati a scelte contin-genti, in un certo senso gestibili dalla biblioteca. Sono fattori dinamici perché la loro presenza è determinata da eventi mutevoli nel tempo e nello spazio.

Ho creato, dunque, una sorta di griglia per l’osservazione, sca-turita dalla combinazione di obiettivi + fattori.

Analizzare gli utenti vuol dire considerare i requisiti oggettivi necessari all’accesso ai servizi offerti, e le caratteristiche sog-gettive ( età media, professione, oggetti d’uso, background ecc);analizzare l’attività significa da un lato individuare i servizi of-ferti all’interno della biblioteca e le modalità di utilizzo dei vari media presenti, dall’altro capire come sono strutturati i flussi informativi, tra chi e come avvengono le interazioni;infine, per identificare il contesto, bisogna osservare le caratte-ristiche architettoniche dello spazio (materiali, finestre, porte, scaffali ecc.) e gli elementi percettivi some suoni, luce e tempe-ratura.

capire chi sono gli utenti

identificare il contesto

conoscere l’attività

FATTORI STATICI FATTORI DINAMICI

tra utenti

età professione

entrata

accesso ai servizi oggetti d’uso

servizi offerti

tra informazioni tra utenti e bibliotecari

lucesuonitemperatura

materialifinestrescaffali

caratteristichearchitettoniche

caratteristiche soggettive

requisiti oggettivi

interazioni

elementi percettivi

tipologiedi attività

media utilizzatiaddetti ai lavori

OB

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IVI

ELEMENTI ANALIZZATI

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OSSERVAZIONI ETNOGRAFICHE

Il passo successivo è stato dunque quello dell’osservazione dei luoghi scelti.Le osservazioni etnografiche vengono utilizzate nell’ambito della ricerca antropologica e sociologica per lo studio in situ che permetta la raccolta di dati approfonditi dell’attività e del contesto, illustrando come l’attività viene realmente eseguita e non un suo modello normativo59. L’efficacia delle osservazioni etnografiche risiede nell’integrazione di molteplici modalità di studio dell’utente (osservazioni, interviste, questionari) e quindi di disporre di vari tipi di dati d’analisi.

[…]recarsi dai potenziali utenti di un prodotto, osservarne le atti-vità, i tipi di interazione nonché la sottocultura nella quale vivono, lavorano, imparano e giocano. L’etnografia rapida è estremamente importante per l’invenzione di una nuova classe di prodotti.[...] L’obiettivo è far partecipare le persone sotto osservazione al processo della scoperta delle loro esigenze concrete.60

59. Il riferimento è H. Garfinkel (1967), Che cos’è l ’etnometodologia, in P. P. Giglioli e A. dal Lago ( a cura di), Etno-

metodologia, Bologna, Il Mulino, 1983

60. D. A. Norman (1998), The invisible computer, MIT Press Cambridge, MA

strumenti di analisi etnografica

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La Design Library è la prima biblioteca italiana dedicata al design, posizionata in zona Tortona, quartiere milanese rico-nosciuto a livello internazionale come il polo di riferimento del design e della creatività. Progettata da James Irvine e Maddalena Casadei, architetti di alto calibro, la Design Library è un esempio ottimamente riuscito di come le scelte architettoniche possano comunicare il senso del luogo anche senza ulteriori indicazioni: dai pri-mi passi è chiaro a chiunque di trovarsi in un contesto d’arte, molto ricercato e di nicchia, in cui ogni dettaglio è studiato per ricreare un’atmosfera suggestiva e creativa. I materiali, le luci e la musica di sottofondo aiutano a calarsi in uno spazio che chiaramente si propone non solo come una biblioteca in senso stretto, ovvero luogo di ricerche e approfon-dimento per esperti del settore, ma anche e soprattutto come un luogo di incontri, di eventi per tutta la comunità del design.

Infatti, oltre alle consuete attività di consultazione di libri, riviste, annuari, pubblicazioni intorno al sistema design, la De-sign Library è un vero e proprio motore di scambi culturali e location per eventi e presentazioni: si può affermare che il suo concepimento risponde alla naturale evoluzione della biblio-teca tradizionale, da tempio del libro e della lettura a centro di dialogo e conversazione. A mio parere, in Design Library questa seconda anima evi-dentemente predomina sulla prima: basti considerare l’afflusso di gente che visita la biblioteca quotidianamente per studio o ricerca (afflusso molto basso) a quello che riempie le sale durante i “giovedì del design” o in occasione di altri simili circostanze.Ai fini di questo progetto, si è scelto di analizzare la biblioteca in questa più attuale veste.

DESIGN LIBRARY

Interno della Design Library

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RISULTATI ANALISI

GLI UTENTI

La comunità a cui è rivolta l’attività della Design Library (luo-go di eventi) è costituita principalmente da esperti del settore, appassionati di design, giovani designer e in secondo luogo dalle imprese consorziate in partnership con la biblioteca, con le quali DL stipula accordi volti a realizzare progetti on e off-line. L’età è un parametro vario, dunque irrilevante.Per quel che riguarda l’utenza quotidiana della biblioteca, essa è rappresentata da giornalisti e studenti, principalmente stra-nieri, con un alto livello di conoscenza tecnologica.

Il requisito oggettivo per l’accesso finalizzato a ricerche e approfondimenti, è quello di un tesseramento/iscrizione alla biblioteca, formulato in due versioni differenti (per studenti/per professionisti), ma entrambe di spesa consistente. Associandosi, l’iscritto ha diritto a tutti i servizi offerti, dall’ac-cesso e consultazione dei materiali, all’assistenza e consulenza, al servizio internet, stampe, fotocopie e scansioni, al servizio caffetteria gratuita, e allo sconto del 10% sull’acquisto di libri su prenotazione.Al contrario, l’accesso alle serate e agli incontri è assolutamen-te gratuito.

L’ATTIVITÀ

La Design Library è un centro polifunzionale che offre diversi servizi:1. consultazione libri/riviste/pubblicazioni/cataloghi/ricerche di mercato/contenuti video e tutto quanto gravita attorno al sistema design;2. assistenza e consulenza per informazioni e per la ricerca del materiale 3. accesso ad internet tramite postazioni iMac o via wireless con il proprio laptop4. servizio stampa, fotocopie e scansioni5. servizio caffetteria

Sala consultazione

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Inoltre, essa organizza mostre, presentazioni di pubblicazioni e progetti di design.

Più che di biblio-teca sarebbe più corretto parlare di media-teca, in quanto sono presenti diversi media ad uso dell’utente, o che, in qualche modo, ne condizionano la visita: oltre ai volu-mi, sono presenti 4 postazioni computer e 3 schermi LCD che ripropongono costantemente in modalità on-line la schermata del portale www.design-italia.it

Le interazione che si verificano all’interno di DL sono del tutto differenti se analizziamo il contesto della biblioteca come luogo di ricerca o come location di eventi. Nel primo caso, l’interazione tra utente/utente è nulla e tra utente/bibliotecario molto bassa, nel secondo caso invece essa è molto alta sia tra utenti sia tra utenti/bibliotecari.

IL CONTESTO

.fattori statici

bancone informativo

angolo caffetteria

schermi LCD

tavolo studio: 18 posti a sedere

scaffali libri

schermo LCD

4 postazioni iMAC

2 tavoli: 8 posti a sedere

scaffali riviste

[DESIGN LIBRARY]scala 1:100

[POLITECA]

scaffali

3 postazioni iMac

postazioni PCbancone informazioni

tavoli studio: 48 posti a sedere

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.fattori dinamici

La Design Library è uno spazio molto luminoso, dato che dispone di una fila di vetrate per un intero lato del perimetro.La scelta dei materiali e dei colori dell’arredamento risponde a precise scelte architettoniche, nel tentativo (riuscito) di creare uno spazio di design molto minimale e raffinato.I materiali usati per i tavoli dedicati allo studio sono a mio parere poco funzionali all’attività preposta: il ? è un materiale freddo, che non accumula il calore e dunque poco adatto a delle superfici in cui il contatto fisico (con le braccia e le mani) è costante.

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POLITECA

La Politeca è un centro di documentazione della facoltà del Design, che raccoglie una vasta quantità di materiali informa-tivi e tecnici, sia in formato cartaceo che digitale, dei diversi settori design oriented (ovvero prodotto, interni, materiali, comunicazione e moda).Essa è disposta in un’ala del Politecnico, e si sviluppa su due piani, uno dedicato ai contenuti su product, interiors e com-munication design (SALA BLU, piano terra), l’altro dedicato al fashion e textile design (SALA ROSSA, piano superiore).Molto consistente è la documentazione a disposizione, che va dai testi specifici sul design e materiali a cataloghi, listini, sche-de tecniche, campionari e documentazione settoriale.In questa sede, ho analizzato solo la sala BLU, quella che ho frequentato maggiormente come studentessa di Design della Comunicazione.

GLI UTENTI

L’utenza della Politeca è costituita principalmente da sogget-ti interni e associati al Politecnico, dunque studenti iscritti, docenti, ricercatori.L’iscrizione alla Facoltà risulta dunque il requisito di base per accedere alla biblioteca; inoltre, per usufruire dei servizi offerti da questa, è necessario un ulteriore registrazione, tramite il sito della politeca stessa.Si può dire che il luogo in questione sia costituito da una comunità implicita, i cui componenti sono accomunati da una scelta professionale, che è anche il motivo principale della condivisione di quel contesto.I frequentatori della politeca sono principalmente studenti, caratterizzati da un’ altissima domestichezza con le tecnologie (quasi tutti dispongono di un laptop, di un lettore mp3 e di dispositivi di memoria portatile), costantemente connessi alla rete, molto vicini a quelli che Derricke De Kerckove chiama “screen-agers” 61.

61. L’espressione “Screen-agers” è stata coniata da Derricke de Kerckove, direttore del McLuhan Program a Toron-

to, per designare la generazione attuale dei ragazzi dai 14 anni in su, che vivono costantemente connessi, dotati di

cellulari e computer, che affidano la loro voce ad internet per una impellente urgenza di comunicare.

Immagini della Politeca

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L’ATTIVITA’

Le attività supportate dalla Politeca sono:- consultazione di tutto il patrimonio documentario, in loco e in modalità a scaffale chiuso- assistenza e reference per ricerche e approfondimenti- servizio fotocopie e scansioni- accesso internet con connessione Wi-fi - segnalazione documenti non presenti in Politeca

Il patrimonio POLIteca comprende:- cataloghi aziendali (analogici e digitali) suddivisi in diversi settori merceologici;- documentazione di settore, quadro macroeconomico e ten-denze;- campioni, schede cartacee e banca dati sui principali materia-li;- elaborati di studenti relativi a processi produttivi o dossier di indagine settoriale;- rassegna stampa settoriale;- normative;- biblioteca (materiali, tecnologie, innovazione, settoriale, ecc.);- emeroteca (periodici di settore, editi da aziende e/o associa-zioni di categoria, ecc.).

A mio parere, la caratteristica peculiare della Sala Blu della Politeca è quella di essere per gli studenti una sorta di aula scolastica, dove incontrare i colleghi di università, scambiarsi opinioni, appunti, condividere appunto lo studio, potendo disporre direttamente del materiale utile alla ricerca.Le interazioni sono alte non solo tra studenti, ma anche con il personale al front-office (spesso ex-studenti della facoltà), costantemente impegnato nella consulenza e nell’assistenza: il tutto rende la biblioteca un luogo di stimolo, molto vivo e ac-cogliente, legato in modo imprescindibile all’attività di studio.

Attività di reference

Attività di consultazione

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IL CONTESTO

.fattori statici

A supporto della ricerca sono presenti nella struttura:- 12 postazioni informatizzate (PC) con accesso internet, delle quali:- 1 postazione (PC) utilizzabile anche per la consultazione di materiale digitale (CD/DVD) e acquisizione immagini- 3 postazioni (PC) dotate di masterizzatore CD con priorità di utilizzo per gli studenti erasmus - 1 fotocopiatrice

POLITECA - SALA BLU

bancone informativo

angolo caffetteria

schermi LCD

tavolo studio: 18 posti a sedere

scaffali libri

schermo LCD

4 postazioni iMAC

2 tavoli: 8 posti a sedere

scaffali riviste

[DESIGN LIBRARY]scala 1:100

[POLITECA]

scaffali

3 postazioni iMac

postazioni PCbancone informazioni

tavoli studio: 48 posti a sedere

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.fattori dinamici

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BIBLIOTECA DERGANO – BOVISA

La Biblioteca Dergano – Bovisa, situata in via Baldinucci, nel quartiere della Bovisa, è una biblioteca rionale, fortemente ancorata al suo territorio e alla popolazione residente in zona.E’ una biblioteca molto accogliente, dagli orari flessibili e da un vastissimo patrimonio di libri.Sono presenti, infatti, oltre 20.000 volumi tra romanzi, saggi e varie opere di consultazione, e oltre 100 quotidiani e riviste.Molto fornita è anche la selezione di libri in lingua originale, soprattutto in lingua cinese, ricevuti nel 2003 in dono dalla Biblioteca di Shanghai nell’ambito di un accordo tra i due istituti.

GLI UTENTI

Non è possibile definire in modo univoco l’utenza che frequen-ta la biblioteca Dergano: essa si caratterizza per una rilevante eterogeneità sia per l’età che per l’etnia d’origine.I maggiori utilizzatori sono gli studenti universitari, che fre-quentano la biblioteca soprattutto in determinate fasce orarie e giorni settimanali; spesso si incontrano anche bambini dai 4 ai 12 anni, per l’offerta della biblioteca di uno spazio a loro dedicato.Molto frequenti sono le visite di ragazzi/adulti extracomunita-ri, delle diverse etnie, che trovano nella Dergano un luogo dove guardare gratuitamente un film, ascoltare un cd o leggere un libro.In particolare, la comunità cinese è fortemente presente, sia per la vicinanza della biblioteca di soli 200 m alla Moschea cinese, sia per la presenza di una collezione di libri in lingua cinese.

Lo scenario, dunque, è quello di un contesto multiculturale, molto aperto alle diversità e ospitale per chiunque.Più di tutte le altre analizzate, questa biblioteca racchiude il senso della biblioteca come servizio pubblico gratuito e aperto alla comunità.

Vedute esterna della biblioteca

Utenti

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L’accesso alla biblioteca è del tutto gratuito, così come la consultazione (libera) di tutti i tipi di documenti, e la ricerca online. L’unica attività che richiede un tesseramento, anch’esso gratui-to, è il prestito.

L’ ATTIVITÀ

I servizi che la Biblioteca offre sono vari e multicanale:oltre alla consultazione libera, al prestito a domicilio, alle consulenze e al servizio fotocopie, si può effettuare una ri-cerca online in modo del tutto gratuito, oppure consultare i quotidiani del giorno e quelli in archivio, le riviste settimanali e mensili e periodici vari. Inoltre è possibile vedere un film (VHS – DVD) a scelta tra quelli disponibili, ascoltare un CD, o accedere ad altri documenti audio.Per qualsiasi attività, è possibile chiedere la consulenza del personale, qualificato e disponibile, sebbene e interazioni non sono molto frequenti, né tra utenti e bibliotecari, né tra utenti.Essendo una biblioteca pubblica, le aule sono silenziose e le attività prettamente individuali, con qualche eccezione nelle postazioni del giardino che circonda la biblioteca, dove spesso i ragazzi si ritrovano a scambiare e condividere momenti di pausa.

IL CONTESTO

La struttura architettonica della biblioteca, un perimetro cir-colare il cui centro esatto è costituito dal bancone informativo, attribuisce allo spazio un’aria di ospitalità e accoglienza, tipica degli spazi circolari.In più, le sale sono molto spaziose e il giardino che le circonda (con panchine) arricchisce il luogo di uno spazio molto rilas-sante per la lettura, silenzioso e a contatto con la vegetazione.

Immagini della biblioteca

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PIANTA DELLA BIBLIOTECA DERGANO

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I 3 SPAZI A CONFRONTO

Una volta effettuata l’analisi dei 3 luoghi scelti come casi studio, in modalità separata l’un dall’altro, ho ritenuto impor-tante confrontare i risultati emersi per evidenziare disparità e somiglianze, che mi sarebbero state utili per la formulazione successiva delle mie scelte progettuali.

I parametri che mi ha interessato confrontare riguardano in particolare l’utenza (cardine fondamentale di ogni progetto di design centrato sull’utente), e le relazioni e connessioni che avvengono all’interno del luogo, per verificare quante e quali interazioni necessitano di essere sviluppate o del tutto imple-mentate.

Strettamente connesso alla tipologia di utenza delle bibliote-che è il fattore motivazione della visita, ovvero ciò che spinge i soggetti a recarsi in quel luogo.

Questo elemento è di estrema importanza per chiarire quali sono i bisogni dell’utente e progettare soluzioni di interaction design che soddisfino tali esigenze.E’ interessante notare come in un contesto specialistico e di tendenza, quale la Design Library, la visita è mossa principal-mente da motivazioni che ho definito emotive, ovvero legate ad una passione, a interessi vicini a quelli specifici del luogo, o al bisogno di trascorrere momenti di svago in una location rilassante e stimolante.Molto meno frequenti sono le visite alla DL spinte da moti-

POLItecaDesign Library Dergano/Bovisa

studentidocenti

ricercatori

studentiadulti

bambiniextracomunitari

esperti appassionati

studenti designgiornalisti

imprese del settore

chi sono gli utenti? �studioricerca

approfondimento

fattori EMOTIVI fattori STRUMENTALI fattori EMOTIVI/STRUMENTALIquali sono le motivazioni

che spingono alla visita? � passioneinteresse

svagosvago/studio

quanto alto/basso è il senso di appartenenza? �quali sono gli aspettisu cui riflettere? �

ALTOforte desiderio

consapevoledi appartenenza

la condivisionedeve essere contestuale al

luogo e al tempo

la progettazionedella condivisione

non può prescinderedall’attività

i processi di condivisionedevono considerare

la presenza di etnie diverse

MEDIO/ALTOappartenenza

implicita, latentealla comunità

BASSO/NULLOnessun senso

di appartenenza al luogo

POLItecaDesign Library Dergano/Bovisa

studentidocenti

ricercatori

studentiadulti

bambiniextracomunitari

esperti appassionati

studenti designgiornalisti

imprese del settore

chi sono gli utenti? �studioricerca

approfondimento

fattori EMOTIVI fattori STRUMENTALI fattori EMOTIVI/STRUMENTALIquali sono le motivazioni

che spingono alla visita? � passioneinteresse

svagosvago/studio

quanto alto/basso è il senso di appartenenza? �quali sono gli aspettisu cui riflettere? �

ALTOforte desiderio

consapevoledi appartenenza

la condivisionedeve essere contestuale al

luogo e al tempo

la progettazionedella condivisione

non può prescinderedall’attività

i processi di condivisionedevono considerare

la presenza di etnie diverse

MEDIO/ALTOappartenenza

implicita, latentealla comunità

BASSO/NULLOnessun senso

di appartenenza al luogo

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84

vazioni strumentali, ovvero legate ad attività di studio, ricerca, approfondimenti tematici.Al contrario, sono proprio queste ultime esigenze a spingere la frequentazione di una biblioteca universitaria come la POLIte-ca, dove gli studenti si ritrovano per obiettivi di studio, ricerca, strettamente connesso con l’universo d’appartenenza. La biblioteca Dergano – Bovisa è, invece, un luogo dove non ci sono fattori determinanti a giustificare la visita: dato che l’utenza è molto variegata e composita, altrettanto differenti sono le motivazioni che spingono gli utenti a frequentare la biblioteca; gli studenti sono principalmente spinti da esigenze di studio, mentre è altrettanto frequente incontrare chi è lì per rilassarsi leggendo un libro, guardando un film, o navigando in rete.

Un ulteriore elemento che ho voluto evidenziare nel confronto tra i tre spazi è il senso di appartenenza alla comunità della biblioteca, per capire quanto forte (o debole) è il grado di coin-volgimento degli utenti al luogo.

Questa componente è strettamente dipendente al raggiun-gimento degli obiettivi prefissati nel progetto, che aspirano a amplificare la condivisione dell’esperienza in biblioteca, per generare una conoscenza collettiva e condivisa.In occasione degli eventi che la Design Library organizza, si ritrovano nello stesso luogo persone, tra di loro non sempre legate da rapporti di conoscenza o amicizia, ma tutte apparte-nenti al mondo del design e fortemente consapevoli di esserlo. E’ proprio questa appartenenza al sistema design che lega tutti in maniera molto evidente e forte, producendo una comunità compatta. In questo caso, il luogo (la biblioteca) gioca un ruolo determi-nante nella formazione della comunità: essa è il contesto in cui la comunità si forma, emerge ed entro cui vive la sua esperien-

POLItecaDesign Library Dergano/Bovisa

studentidocenti

ricercatori

studentiadulti

bambiniextracomunitari

esperti appassionati

studenti designgiornalisti

imprese del settore

chi sono gli utenti? �studioricerca

approfondimento

fattori EMOTIVI fattori STRUMENTALI fattori EMOTIVI/STRUMENTALIquali sono le motivazioni

che spingono alla visita? � passioneinteresse

svagosvago/studio

quanto alto/basso è il senso di appartenenza? �quali sono gli aspettisu cui riflettere? �

ALTOforte desiderio

consapevoledi appartenenza

la condivisionedeve essere contestuale al

luogo e al tempo

la progettazionedella condivisione

non può prescinderedall’attività

i processi di condivisionedevono considerare

la presenza di etnie diverse

MEDIO/ALTOappartenenza

implicita, latentealla comunità

BASSO/NULLOnessun senso

di appartenenza al luogo

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85

za comune; è una sorta di collante potentissimo che tiene uniti dei soggetti e un luogo, all’interno del quale la comunità esiste ed è forte, ma fuori del quale quella stessa comunità cessa di esserci.

Questa considerazione ci porta ad affermare che un progetto di condivisione da realizzarsi per la Design Library non potrà es-sere mai slegato dal luogo fisico della biblioteca, fuori del quale il discorso perde del tutto valore.Se consideriamo la POLIteca, invece, ci si accorge che è l ’attività il fattore che giustifica la comunità, la condivisione e l’appartenenza al luogo.Infatti, sebbene anche qui il senso di appartenenza è abbastan-za alto, si tratta di una comunità implicita, latente, generata dall’essere iscritti (o in qualche modo legati) alla facoltà del Design del Politecnico di Milano.Le attività e i servizi che la Politeca offre sono le motivazioni principali per cui gli utenti si ritrovano al suo interno e si sen-tono appartenere ad un gruppo: una progettazione per questo luogo, dunque, non potrà essere svincolata da questi fattori.In ultima analisi, in una biblioteca rionale come la Dergano – Bovisa, che si caratterizza per una utenza variegata e la cui visita è motivata da diversi fattori, non si rintraccia una comu-nità legata dall’appartenenza alla biblioteca come luogo.Tuttavia, la biblioteca conta tra i suoi frequentatori numerosi cittadini extracomunitari, soprattutto di madre lingua cinesi, data l’offerta di uno scaffale multiculturale e di una vasta quan-tità di libri in lingua originale.Sebbene permanga la difficoltà nella consultazione dei cata-loghi in linea (che non supporta caratteri cinesi), nella repe-ribilità dei documenti e nella comprensione di diversi testi, le iscrizioni dei cittadini cinesi alla biblioteca sono aumentate molto negli anni (da 207 iscritti al 31.12.02 a 372 al 31.01.06 su 3879 utenti del 2005).

A mio parere, questo aspetto muliculturale è un nodo inte-ressante su cui riflettere e lavorare per progettare soluzioni di design che accrescano la partecipazione dell’utenza straniera ai

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servizi della biblioteca, e divengano parte attiva del processo di condivisione della conoscenza.

POLItecaDesign Library Dergano/Bovisa

studentidocenti

ricercatori

studentiadulti

bambiniextracomunitari

esperti appassionati

studenti designgiornalisti

imprese del settore

chi sono gli utenti? �studioricerca

approfondimento

fattori EMOTIVI fattori STRUMENTALI fattori EMOTIVI/STRUMENTALIquali sono le motivazioni

che spingono alla visita? � passioneinteresse

svagosvago/studio

quanto alto/basso è il senso di appartenenza? �quali sono gli aspettisu cui riflettere? �

ALTOforte desiderio

consapevoledi appartenenza

la condivisionedeve essere contestuale al

luogo e al tempo

la progettazionedella condivisione

non può prescinderedall’attività

i processi di condivisionedevono considerare

la presenza di etnie diverse

MEDIO/ALTOappartenenza

implicita, latentealla comunità

BASSO/NULLOnessun senso

di appartenenza al luogo

Page 87: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

87

I QUESTIONARI

La prima parte di analisi dei luoghi mi ha portato a formu-lare delle prime considerazioni e conclusioni, per così dire a mettere dei primi punti fermi per la successiva elaborazione dei concept.In secondo luogo ho preparato un questionario semi-struttura-to, che è stato somministrato a circa 100 soggetti, finalizzato ad individuare:• le motivazioni principali che spingono gli utenti a frequentare la biblioteca (intesa come luogo generico);• quali sono gli strumenti maggiormente utilizzati per effettua-re delle ricerche e qual è il comportamento di ricerca;• qual è il livello di soddisfazione successivo alla ricerca in bi-blioteca e quale quello derivante dall’utilizzo di altri strumenti;• qual è la posizione dei soggetti circa la possibilità di usufrui-re, in biblioteca, di strumenti di condivisione delle ricerche e dell’esperienza in generale;• stimolare suggerimenti progettuali.

La tipologia di questionario (domande aperte/chiuse) rap-presenta uno strumento veloce e poco costoso per ottenere informazioni su:• obiettivi e contenuto delle attività svolte dagli utenti• strumenti utilizzati• flussi di comunicazione• problemi più rilevanti• bisogni principali• attività di maggior successoPermettono di ottenere un maggiore dettaglio su tematiche poco esplorate o difficili da comprendere con la sola osserva-zione in situ.

Page 88: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

88

ELABORAZIONE RISULTATI

La popolazione campione a cui è stato somministrato il que-stionario è così caratterizzata:

Dato che la percentuale di disoccupati risulta irrisoria rispetto alle altre due categorie, si è deciso di elaborare i risultati solo dei gruppi studenti e lavoratori, confrontando le loro risposte.

FREQUENZA DELLA VISITA IN BIBLIOTECA

Quante volte ha frequentato una biblioteca negli ultimi due mesi?

Si nota chiaramente come, sia per gli studenti che per chi la-vora, la frequentazione in biblioteca non è molto alta: si aggira al contrario su una volta al mese per la maggior parte degli intervistati. Questo dato conduce ad affermare che probabilmente la bi-blioteca non è ancora un luogo vissuto come spazio sociale, di incontro e aggregazione, come nei propositi di diversi inter-venti comunali e nazionali.

mai

una volta al mese

qualche volta al mese

una volta alla settimana

più di una volta a settimana

tutti i giorni

frequenza

percentuale risposte

0 20% 40% 60% 80% 100%

studentilavoratori

studenti (19/26)

disoccupati (26/33)

lavoratori (25/38)

60%

35%

5%

60%40%

Page 89: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

89

MOTIVAZIONI DI VISITA

Quali sono le motivazioni principali della sua visita in biblioteca?

I fattori che determinano la visita sono essenzialmente due, per entrambe le categorie: consultare materiale e usufruire del prestito bibliotecario.E’ rilevante come neppure tra gli studenti sia mai stata scelta l’opzione “incontrare amici/colleghi”: ciò evidenzia come quasi nulla sia l’abitudine a vedere la biblioteca come uno spazio di condivisione dello studio e delle ricerche.

COMPORTAMENTO DI RICERCA

Quando deve effettuare una ricerca quali risorse utilizza?

trascorrere qualche ora in relax

incontrare amici/colleghi

effettuare una ricerca nell’OPAC

consultare libri/riviste/risorse elettroniche

utilizzare il servizio di prestito

studiare con materiale proprio

motivazioni

percentuale risposte

0 20% 40% 60% 80% 100%

studentilavoratori

I risorsa

internet

biblioteca

studenti lavoratori

libreria

info da amici/parenti

altro

55%45% 20%85%

II risorsa 45%

30%

20%

5%

10%

10%

80%

Page 90: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

90

Come si nota dai grafici, entrambe le categorie (studenti e lavoratori) effettuano in percentuale maggiore come prima scelta la risorsa internet; tuttavia mentre per gli studenti l’uti-lizzo della biblioteca come luogo di ricerca è molto frequente, per chi lavora la frequenza scende tantissimo, a favore di altri luoghi come le librerie.

LIVELLO DI SODDISFAZIONE DELLA RICERCA

Come valuta solitamente il suo livello di soddisfazione dopo aver effettuato la ricerca in biblioteca?Come valuta solitamente il suo livello di soddisfazione dopo avereffettuato la ricerca sul web?

Gli intervistati si dichiarono mediamente soddisfatti delle ricerche effettuate sia in biblioteca che internet. In particolare, gli studenti si sono espressi in maniera positiva soprattutto di internet.

studenti lavoratori

biblioteca

molto soddisfatto

soddisfatto

indifferente

insoddisfatto

del tutto insoddisfatto

90%

10%

40%30%

20%

internet 90%

10%

100%

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VALUTAZIONE DEGLI UTENTI CIRCA LA POSSIBILITÀ DI CONDIVI-DERE E LASCIARE TRACCIA DELLE PROPRIE RICERCHE IN BIBLIO-TECA, DI USUFRUIRE DI STRUMENTI DI CONDIVISIONE.

Come trova la possibilità che la rete offre di scambiarsi informa-zioni e opinioni circa un argomento?

Se durante la sua visita in biblioteca, potesse visualizzare i com-menti degli altri utenti sul documento che sta consultando, come troverebbe questo servizio?

Se ad ogni utente della biblioteca fosse data l’opportunità di attribuire delle parole chiave per ogni documento consultato, lei utilizzerebbe il servizio?

studenti

studenti lavoratori

studenti lavoratori

lavoratori

essenziale

molto utile

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poco utile

inutile

100%

100% 90%

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sempre

qualche volta

raramente

quasi mai

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5%

studenti

studenti lavoratori

studenti lavoratori

lavoratori

essenziale

molto utile

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indifferente

poco utile

inutile

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100% 90%

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sempre

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studenti

studenti lavoratori

studenti lavoratori

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molto utile

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5%

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Sarebbe d’accordo se i passi effettuati da lei durante la sua ricerca e i risultati ottenuti, fossero disponibili e visibili anche agli altri utenti della biblioteca?

Questi dati non necessitano di molti commenti, sono abba-stanza espliciti: quasi la totalità degli intervistati si dichiarano favorevoli alla possibilità di condividere le proprie ricerche, di lasciare commenti e visualizzare quelli altrui sui documenti consultati, attribuire tags, ovvero importare dinamiche tipiche delle piattaforme di social networks all’interno del contesto fisico delle biblioteche.

Un ultima considerazione va fatta sulla domanda finale del questionario, ovvero: Ha qualche suggerimento da lasciare circa delle modalità di condi-visione delle informazioni che Le piacerebbe trovare e utilizzare in biblioteca? Penso che alcune risposte meritano di essere citate.

***Mi piacerebbe avere la possibilità d segnalare all’interno dei libri alcuni passaggi interessanti.. creare un “nuovo libro” che sia di sapere condiviso....

***Ritengo che sarebbe molto utile l’attribuzione di parole chiave per ogni documento consultato, ma sarebbe anche utile sapere chi l’ha consultato per sapere se le opinioni sono date da persone che effettuavano ricerche per il mio stesso motivo (per esempio: studente dello stesso corso, con gli stessi interessi, stesso lavoro)

studenti

studenti lavoratori

studenti lavoratori

lavoratori

essenziale

molto utile

si

no

indifferente

poco utile

inutile

100%

100% 90%

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sempre

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raramente

quasi mai

mai

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5%

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** Si potrebbe stampare una classifica settimanale delle tema-tiche più ricercate con il riferimento ai libri consultati così che non si debba partire ogni volta da zero.

**Per i libri che non sono presenti in biblioteca sarebbe bello che li mettessero in comune i privati, anche in forma di fotoco-pia in una sorta di piccola o grande biblioteca interna, o forse sarebbe meglio chiamarla “copiteca”.

Page 94: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

94

I CONCEPT

La fase di progettazione è quella che immagina soluzioni per gli spazi progettuali individuati nella fase di analisi dell’attività.In questa fase la rapresentazione delle idee è un aspetto fonda-mentale sia per il ragionamento di progetto che per la valuta-zione delle idee stesse.

Ho tentato di formulare dei concept che rispondessero alle finalità generali del progetto, ma in stretta relazione ai bisogni specifici emersi da ogni contesto.Una progettazione sistemica tiene conto del contesto, tanto quanto di utenti, bisogni e attori e immagina soluzioni per gli spazi progettuali individuati.

Tuttavia, si è cercato di trovare delle soluzioni di progetto che mettano in atto dinamiche di interazione e condivisione fa-cilmente applicabili anche a contesti differenti da quelli scelti, con l’obiettivo di dar vita a processi più che prodotti, a nuove forme di esperienza collettiva e connettiva dove la conoscenza derivi dalla condivisione.

In una prima fase, tutte le idee prodotte sono state segnate e rappresentate; in secondo momento, tra i vari concept sono stati scelti quelli da realizzare e prototipare.

Connessioni Condivisione Conoscenza

cercare

consultare

prendere in prestito

fotocopiare/scansionare

ricerca online

visione/ascolto

chiedere aiuto ai bibliotecari

incontrare amici

stato dell’artecosa posso fare

in biblioteca

problematichebisogni insoddisfatti

��

interagirecon le persone

?

accesso ai contenuti ma non a informazioni sui contenuti

nessuna attività orientata alloscambio tra soggetti e oggetti

la conoscenza è negli oggetti, e non nelle persone

conoscenza = processo INDIVIDUALE

nessuna connessionetra le risorse informative

pochi contesti per ricerche o lavori di gruppo

utente = soggetto PASSIVOnella produzione di contenuti

obiettivifinalità di progetto � .accrescere la partecipazione

dal basso

.creare reti di relazione

.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni

.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

blog piattaforma disocial network

inserire delle comment card nei libri

lasciare post-it

guestbook

ampliare il databaseaggiungendo tabellecommenti

ricerca per ISBN o RFID

area personalemy biblioteca

conceptcome fare � user

password

punto di vista

scambiareinformazionie opinioni

cercare personeche hanno fatto ricerche simili

accedere ameta informazioni

lasciare traccia delle mie ricerce

domani cosa vorrei poter fare

in più� commentare

segnalare

votare

taggare

�.facilitare il recupero di dati e informazioni

ridefinizione obiettiviin base al contesto

�ridefinizione obiettiviin base al contesto

�ridefinizione obiettiviin base al contesto

.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

.facilitare il recupero di dati e informazioni

.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

.facilitare il recupero di dati e informazioni

.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

Page 95: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

95

CONTESTO 1

DESIGN LIBRARY

Dall’analisi effettuata sulla Design Library, tentiamo di fissare sintetizzare schematicamente i nodi fondamentali da conside-rare per la progettazione.

Dunque, ho riformulato gli obietti progettuali in relazione al contesto e ai bisogni emersi; un progetto di interazione e condivisione all’interno di un luogo come la Design Library sarà finalizzato:.a favorire la creazione di una rete di relazioni sociali all’inter-no di una comunità già coesa e legata da una passione comune..ad accrescere maggiormente la partecipazione dal basso, nel contesto dell’evento, per rendere l’utente non mero spettatore ma vero attore e produttore di conoscenza ulteriore condivisa..a facilitare la possibilità di scambiare e condividere opinioni, idee, commenti circa l’evento, non in tempi successivi, ma contestualmente all’evento stesso, quando la comunità emerge

Biblioteca vissuta come luogo di EVENTI

Senso della comunità ALTO

in occasione degli eventi

Utenza di nicchia,tecnologicamente

avanzata

Visita motivata da fattori emotivi

(interesse, passione)

Interazione legata al CONTESTO

Design Library�Differenti tipologie

di risorse informative

Senso della comunità MEDIO - ALTO

Utenza IMPLICITA,costituita dagli studenti

interni al Politecnico

Visita motivata da fattori strumentali

(ricerca, studio)

Interazione legata all’ATTIVITA’

Politeca �

Impostazione tradizionaledella biblioteca

Senso della comunità

NULLO

Presenza cospicua diutenti EXTRACOMUNITARI

Utenza fortementeETEROGENEA

per età e provenienza

Dergano - Bovisa�

Connessioni Condivisione Conoscenza

cercare

consultare

prendere in prestito

fotocopiare/scansionare

ricerca online

visione/ascolto

chiedere aiuto ai bibliotecari

incontrare amici

stato dell’artecosa posso fare

in biblioteca

problematichebisogni insoddisfatti

��

interagirecon le persone

?

accesso ai contenuti ma non a informazioni sui contenuti

nessuna attività orientata alloscambio tra soggetti e oggetti

la conoscenza è negli oggetti, e non nelle persone

conoscenza = processo INDIVIDUALE

nessuna connessionetra le risorse informative

pochi contesti per ricerche o lavori di gruppo

utente = soggetto PASSIVOnella produzione di contenuti

obiettivifinalità di progetto � .accrescere la partecipazione

dal basso

.creare reti di relazione

.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni

.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

blog piattaforma disocial network

inserire delle comment card nei libri

lasciare post-it

guestbook

ampliare il databaseaggiungendo tabellecommenti

ricerca per ISBN o RFID

area personalemy biblioteca

conceptcome fare � user

password

punto di vista

scambiareinformazionie opinioni

cercare personeche hanno fatto ricerche simili

accedere ameta informazioni

lasciare traccia delle mie ricerce

domani cosa vorrei poter fare

in più� commentare

segnalare

votare

taggare

�.facilitare il recupero di dati e informazioni

ridefinizione obiettiviin base al contesto

�ridefinizione obiettiviin base al contesto

�ridefinizione obiettiviin base al contesto

.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

.facilitare il recupero di dati e informazioni

.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

.facilitare il recupero di dati e informazioni

.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

Page 96: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

96

ed è compatta.L’IDEA

LIVEBLOG

Liveblog è uno strumento che favorisce l’interazione, la condivisione e le relazioni contestualmente alla realizzazione dell’evento stesso.Si tratta di una piattaforma blog focalizzata sul calendario di eventi e incontri che la biblioteca organizza, che prevede la possibilità di inserire post, commenti, votazioni e suggerimenti nel luogo e tempo in cui l’evento si verifica. Un blog dal vivo, appunto, un liveblog.L’utente che partecipa all’evento organizzato dalla biblioteca avrà la possibilità di lasciare un commento sull’evento, fare una segnalazione o un intervento, attraverso il blog, trasmesso in continuo aggiornamento durante l’evento stesso.

Page 97: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

97

L’INTERAZIONE

1. Durante l’evento sarà posizionato sul tavolo d’ingresso della biblioteca un pc portatile connesso alla rete wireless, che pre-senterà la schermata principale del blog.2. Inoltre durante l’evento circolerà tra i partecipanti un tablet pc con penna ottica, o un pda connessi alla rete, che servirà all’utente seduto o lontano dal pc all’ingresso per lasciare il suo commento sull’evento.3. La Design Library dispone di diversi schermi LCD che saranno utilizzati per proiettare il blog e aggiornare in tem-po reale le segnalazioni, i commenti degli utenti partecipanti all’evento.4. Chiunque disponga di un computer portatile potrà connet-tersi alla rete wireless e accedere al blog. Tuttavia la possibilità di lasciare commenti sarà limitata agli IP interni all’intranet della biblioteca.

TECNOLOGIE IMPIEGATE

-1 o più schermi LCD appesi alla parete, in una posizione alta e centrata rispetto allo spazio, per essere visibile da tutti i punti della sala;-1 o più dispositivi palmari che girino per la sala come fossero dei guestbooks digitali;-1 o più postazioni internet che siano collocate all’ingresso della sala per attirare subito l’attenzione dell’utente sull’intera-zione;- server locale su cui fargirare una piattaforma wordpress da personalizzare- connessione wireless- piattaforma blog

Page 98: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

98

IL BLOG

La piattaforma da costruire per effettuare l’interazione pro-gettata dovrà avere le potenzialità tipiche di un blog, e in più integrare qualche funzionalità aggiuntiva di una piattaforma di social network.Nel dettaglio dovrà dare la possibilità di:- inserire post- commentare e rispondere ai post esistenti- attribuire tag e parole chiave- dare una valutazione agli eventi- prevedere un archivio degli eventi passati- visualizzare gli eventi secondo diverse categorie - archiviare immagini e fotografie- registrarsi, inserire il proprio profilo - visualizzare i profili degli altri utenti registrati

PERCHE’ UN BLOG?

Cos’è secondo me la rivoluzione del blog?È il fatto che si costruisce comunicazione orizzontale...Questo sembra un linguaggio tecnico, ma in concreto che significa?Significa che io scrivo, ho un migliaio di lettori quotidiani ma quei lettori non sono un pubblico, non sono spettatori, sono allo stesso piano dell’autore, assolutamente sullo stesso mio piano perché costruiscono con me l’intelaiatura quotidiana del blog, con i loro commenti, con le loro reazioni e molto spesso anche con i loro insul-ti... insomma, costruiamo un luogo dove chi scrive, cioè il pulpito da dove parte il messaggio e chi lo ascolta e lo recepisce sono, ad un certo punto, completamente livellati.Mario Adinolfi, giornalista e blogger, risponde alla domanda “What is a blog?” per www.theweblogproject.c om, the first open–source movie documentary about blogs and bloggers.

Page 99: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

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Ico Migliore e Mara Servetto

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ottobrenovembregennaiofebbraiomarzoaprilemaggiogiugno

architettura comunicazione

concorsi design diritto

grafica imprese moda

L’evento raccontato in direttaut

enti

utente anonimo

Ico Migliorini e Mara Servetto ci salutano..hanno finito...bellissima serata..

ore 22.52

utente anonimo

La presentazione è finita..posso salvarla sulla mia usb?

a tutti gli interessati domani posterò sul mio blog un abstractdi questa presentazione.www.angelocerri.org

angelocerri

ore 22.50

ore 22.45

commenta

Design Libray Liveblog il primo blog di eventi in diretta

registratilogin

Design Libray Liveblog il primo blog di eventi in diretta

registratilogin

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Propone visivamente:- il LUOGO- l’INTERAZIONE

Possibilità di registrarsi al bloge di creare una pagina personale

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Possibilità di reffettuare il loginper inserire un commento con il proprio nickname

Barra costituita da unCALENDARIO degli eventi.La grafica riprende il logo della Design Library.La grandezza delle barre cambia a seconda del numero di post inseriti per quell’evento

Cliccando sull’eventola barra scende ecompare il nome dell’autore invitato

LA TESTATA

lOGIN E REGISTRAZIONE

BARRA DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

FINESTRA COMMENTI

[

larghezza = n commenti inseriti

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Page 102: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

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CONTESTO 2

DERGANO – BOVISA

Progettare delle modalità di interazione e condivisione per un contesto così variegato per età e provenienza dell’utenza, e anche per la diversità dei numerosi documenti che raccoglie, non è cosa semplice, soprattutto se si vuole non abbandonare l’obiettivo di fornire un servizio aggiuntivo accessibile a tutti.In più, un fattore determinante da considerare, conseguenza della tipologia di utenza della biblioteca, è la mancanza, per alcune categorie, di dimestichezza avanzata con le tecnologie. Questo elemento mi ha portato a pensare ad una soluzione progettuale che, almeno nella sua prima definizione, non pre-veda il ricorso alla tecnologia e alla rete. Rinunciare al digitale significa essere consapevoli di dover far fronte a problemi di quantità, raccolta e conservazione, che altrimenti non sussisterebbero. Tuttavia, proprio per tale motivo, lavorare in questo contesto mi ha entusiasmato e coinvolto più degli altri: è una sfida che ho accettato con energia, motivata soprattutto dal desiderio di riuscire a realizzare un progetto di condivisione della cono-scenza ricorrendo unicamente a supporti materiali, più vicini alla fisicità di un libro.

La seconda sfida che ho dovuto raccogliere è stata quella di considerare la provenienza geografica e culturale dell’utenza come uno degli elementi maggiormente rilevanti: la diversità di lingua, cultura, e abitudini sociali, mi ha obbligato a pensare ad una soluzione che fosse:- di immediata comprensione, quindi molto iconica e con poco testo;- ntuitiva nelle modalità di utilizzo;- abbastanza attraente, da attirare l’attenzione e invogliare l’uso;- con una modalità d’interazione molto semplice per risolvere in parte il problema della conservazione.

Page 103: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

103

Ridefinendo anche in questo caso gli obiettivi di progetto, il concept avrebbe dovuto:.accrescere la partecipazione degli utenti alla vita della bibliote-ca, per creare e rafforzare il senso di appartenenza al luogo;.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni, dando la possibilità agli utenti di lasciare una traccia della loro esperien-za di lettura/ricerca, e metterla a disposizione degli altri utenti;.creare meta contenuti, attraverso commenti e valutazioni sul documento consultato, per favorire il processo di collettivizza-zione della conoscenza.

Biblioteca vissuta come luogo di EVENTI

Senso della comunità ALTO

in occasione degli eventi

Utenza di nicchia,tecnologicamente

avanzata

Visita motivata da fattori emotivi

(interesse, passione)

Interazione legata al CONTESTO

Design Library�

Differenti tipologiedi risorse informative

Senso della comunità MEDIO - ALTO

Utenza IMPLICITA,costituita dagli studenti

interni al Politecnico

Visita motivata da fattori strumentali

(ricerca, studio)

Interazione legata all’ATTIVITA’

Politeca �

Impostazione tradizionaledella biblioteca

Senso della comunità

NULLO

Presenza cospicua diutenti EXTRACOMUNITARI

Utenza fortementeETEROGENEA

per età e provenienza

Dergano - Bovisa�

Connessioni Condivisione Conoscenza

cercare

consultare

prendere in prestito

fotocopiare/scansionare

ricerca online

visione/ascolto

chiedere aiuto ai bibliotecari

incontrare amici

stato dell’artecosa posso fare

in biblioteca

problematichebisogni insoddisfatti

��

interagirecon le persone

?

accesso ai contenuti ma non a informazioni sui contenuti

nessuna attività orientata alloscambio tra soggetti e oggetti

la conoscenza è negli oggetti, e non nelle persone

conoscenza = processo INDIVIDUALE

nessuna connessionetra le risorse informative

pochi contesti per ricerche o lavori di gruppo

utente = soggetto PASSIVOnella produzione di contenuti

obiettivifinalità di progetto � .accrescere la partecipazione

dal basso

.creare reti di relazione

.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni

.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

blog piattaforma disocial network

inserire delle comment card nei libri

lasciare post-it

guestbook

ampliare il databaseaggiungendo tabellecommenti

ricerca per ISBN o RFID

area personalemy biblioteca

conceptcome fare � user

password

punto di vista

scambiareinformazionie opinioni

cercare personeche hanno fatto ricerche simili

accedere ameta informazioni

lasciare traccia delle mie ricerce

domani cosa vorrei poter fare

in più� commentare

segnalare

votare

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�.facilitare il recupero di dati e informazioni

ridefinizione obiettiviin base al contesto

�ridefinizione obiettiviin base al contesto

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.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

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.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

Page 104: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

104

L’IDEA

.PUNTI DI VISTA

L’idea che ho portato avanti fino alla prototipazione, è stata quella di realizzare delle comment card, ovvero delle cartoline (formato biglietto del tram) su cui l’utente avrebbe lasciato il suo commento sul libro appena letto.Si tratta, dunque, di un’idea molto semplice, che vuole ripro-porre esattamente la possibilità che la rete offre di commentare e votare qualsiasi tipo di contenuti digitali.

Tuttavia realizzare un proposito del genere utilizzando la carta significa cadere presto nella trappola della quantità del ma-teriale da conservare: se ogni utente della biblioteca dovesse lasciare un commento sulla sua esperienza su un post-it in formato testuale, dopo poche ore ci sarebbero quantità notevoli di foglietti da archiviare.Inoltre, pensare di utilizzare un unico supporto su cui com-mentare metteva in evidenza la necessità di utilizzare un formato poster, o comunque molto grande.

LE PRIME IDEE

La mia soluzione a tali esigenze è stata innanzitutto quella di trovare una soluzione che portasse l’utente a lasciare sì la sua traccia, ma nella modalità meno invasiva possibile: scrivere solo un punto.Per realizzare ciò, era necessario definire una griglia che orien-tasse al massimo l’utente e che rendesse esplicita la posizione espressa.

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105

Utilizzare una griglia iconica di questo tipo, molto scarna di elementi grafici, risolve prima di tutto il problema della quan-tità di puntini che possono essere disegnati. Essa infatti può raccogliere un numero abbastanza consistente di segnalazioni.

Per rendere più chiaro il significato delle icone, ho pensato di utilizzare il retro della card come spazio di spiegazione.

La prima versione delle card prevedeva una spiegazione in lin-gua italiana, ma poi si è aggiunta anche una traduzione in altre lingue (inglese, cinese).

PARAMETRI DI VALUTAZIONE

Un ulteriore avanzamento del progetto mi ha portato alla defi-nizione di altri parametri di valutazione. Infatti, accanto ad un parametro generico e soggettivo (te lo consiglio/non te consiglio), era necessario attribuire all’utente la possibilità di esprimere un giudizio più specializzato e og-gettivo, che accrescesse effettivamente le informazioni rispetto al contenuto del documento.Un parametro che non fosse teso a definire oggettivamente la tipologia di contenuto (per esempio, si tratta di un romanzo, un saggio, un giallo, che sono informazioni facilmente rin-tracciabili), ma che veicolasse un’informazione aggiuntiva in qualche modo utile ad una maggiore e più profonda consape-volezza di cosa si sta per consultare.Ovviamente, un parametro di questo tipo è strettamente legato alla tipologia di contenuto, perciò deve adattarsi al genere letterario in analisi.

te lo consiglio/non te lo consiglio

Page 106: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

106

Da qui, la scelta di suddividere l’attività della lettura in due macrocategorie, e associare arbitrariamente un colore a ciascu-na:- lettura di svago (colore magenta)- lettura di studio/approfondimento (colore ciano)

Per ognuna delle due tipologie ho cercato di rintracciare quali fossero le informazioni che l’utente potrebbe voler sapere prima di iniziare la lettura, utili per effettuare una scelta più consapevole.

consigliato/sconsigliatopiacevole/noioso

emozionante/riflessivoleggero/impegnativosolitaria/condivisibile

consigliato/sconsigliatoteorico/progettuale

classico/d’avanguardia

di svago

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romanziracconti

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cronaca

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cosa vorrei sapereprima di leggere

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cosa vorrei sapereprima di leggere

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107

Ad esempio, se ho scelto di iniziare la lettura di un romanzo (lettura di svago, di relax), mi interesserà sapere se si tratta di una lettura soporifera o al contrario così travolgente da tener desta la mia attenzione.Invece, se sto consultando un libro di studio, o di approfondi-mento di una disciplina come il design, mi sarebbe molto utile sapere, prima di iniziare la consultazione, se si tratta di un libro teorico/fondativo o se presenta esempi progettuali.

Ho dunque tentato di rappresentare i parametri individuati con un linguaggio iconico semplice e immediato.

Un’ulteriore sviluppo della progettazione delle card è stato il tentativo di combinare insieme i due paramentri, quello gene-rale e quello più specifico, all’interno della stessa carta.

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te lo consiglio/non te lo consiglioemozionate / riflessivo

lettura solitaria / lettura condivisa teorico / progettuale

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I DISTRIBUTORI DI CARD

Un ulteriore interrogativo da risolvere è stato il seguente: dove l’utente avrebbe trovato le card da compilare e inserire nel libro?In un primo momento la soluzione sembrava essere quella di lasciare le card a disposizione sui banconi della biblioteca, alla facile portata di tutti.Parlando con i bibliotecari della Dergano, tuttavia, mi è stato sconsigliato di procedere in tal modo, perché in quella posi-zione le card sarebbero state o ignorate del tutto, o strappate e comunque non utilizzate nel giusto modo.Allora, ho tentato di creare una sorta di dispenser di carte, facile da trovare ma posizionato in modo da evitare utilizzi erronei.Ho pensato di posizionare sulla facciata di ogni scaffale un manifesto verticale che fungesse da spiegazione introduttiva dell’interazione messa in atto e da dispenser di card.

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punto di vista.

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basta fare un punto nel diagramma

.inserisci nel libro

punto di vista.

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basta fare un punto nel diagramma

.inserisci nel libro

te lo consiglio/non te lo consiglio te lo consiglio/non te lo consiglio

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L’INTERAZIONE

Posizionare i distributori delle card sulla facciata degli scaf-fali, ad altezza occhi, ha la duplice finalità di andare incontro all’utente nel momento della scelta della tipologia di libro (e quindi della tipologia di card) e di essere facilmente visibili da tutti i punti della biblioteca.

Sulla facciata di ogni scaffale saranno affissi i manifesti verticali esplicativi della modalità d’interazione: essi rappresentano in modo schematico e iconico come si utiliz-zano le comment card e fungono da dispenser delle card. Ognuno potrà staccarne una per poi utilizzarla.1

L‘utente riconsegna o ricolloca il libro al suo postolasciando al suo interno la card su cui ha lasciatoil suo punto di vista.4

Dopo aver effettuato la lettura del libro scelto l’utente compila la comment card seguendo le indica-zioni sul retro.

Basta segnare con un puntino la propria preferenza in un semplice diagramma

2

3

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PROTOTIPO E IMPLEMENTAZIONE

Il progetto “.punto di vista” è stato presentato e discusso con il signor Francesco, responsabile della biblioteca Dergano, il quale, insieme ai suoi colleghi bibliotecari, ha trovato molto interessante da un punto di vista teorico le finalità di condivi-sione del progetto, e ha voluto implementare il servizio all’in-terno della biblioteca.

Adottare strumenti che favoriscano la partecipazione e lo scambio tra gli utenti all’interno di un luogo del sapere come una biblioteca è un progetto degno di lode. Francesco, bibliotecario responsabile della Dergano

Per problematiche di tempo, per il momento, sono stati affissi i manifesti di spiegazione davanti agli scaffali, ma senza fungere da distributori di card.Le card, in numero di 100 copie, sono invece disponibili sul bancone informativo, in modo da essere distribuite agli utenti quando prendono in prestito o riconsegnano un libro.In futuro, il progetto verrà messo a punto, ridefinito grafi-camente per esigenze burocratiche (deve esserci il logo del comune, i colori devono essere quelli istituzionali della biblio-teca ecc.), e finanziato dalla biblioteca insieme al Comune di Milano.

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ULTERIORI SVILUPPI

L’idea di favorire una qualche condivisione dell’esperienza della lettura attraverso delle carte reali su cui segnare il proprio punto di vista, racchiude nella sua stessa forza anche il suo limite. Un limite che deriva dalla specificità della carta intesa come materiale, soggetta all’usura del tempo, alla quantità di dati che può ospitare, alla facile possibilità di esssere stracciata, rovinata, cestinata.Inoltre, il progetto .punti di vista nasce e acquisisce valore in stretta relazione con il contesto per il quale è stato pensato.

Nella consapevolezza di questi limiti intrinsechi del progetto, ho tentato di elaborare degli scenari ulterori del concept inizia-le, pensando a dei modi alternativi, a degli sviluppi in un’altra chiave da applicare alle carte, per renderle maggiormente fles-sibili e applicabili a contesti diversi dalla biblioteca Dergano.

INNESCARE UN MECCANISMO VIRALE

Data la maneggevolezza, leggerezza e piccola dimensione le carte sono un oggetto facilmente poco ingombrante, comodo da trasportare e semplicemente mimetizzabile.Ho messo in atto un esperimento di marketing virale, utiliz-zando come oggetto virus le carte, nel tentativo di innescare un meccanismo virale che favorisse la condivisione dell’esperienza.Questo tipo di marketing ha un potere di crescita esponenzia-le e, inoltre, comporta uno sforzo effettivo soltanto in fase di start-up. La vera e propria fase di crescita, la fase esplosiva, è tutta nelle mani di singoli attori che incorrono nel messaggio.Come ha scritto Ralph Wilson, guru del web marketing, Il marketing virale descrive ogni strategia che incoraggia dei singoli a passare ad altri un messaggio pubblicitario, creando il potenziale per la crescita esponenziale del messaggio stesso.62

Lo stesso Wilson, ne “The six principles of viral marketing” ha esplicitato una lista di sei elementi che una strategia virale di vendita dovrebbe contenere.

62. R. F. Wilson, 2000, The six principles of viral marketing, Web marketing Today, n°70, February

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113

Il viral marketing: 1. Offre servizi o prodotti gratuiti 2. E’ facile da trasferire ad altri (amici e conoscenti) 3. Deve essere facilmente scalabile (*) 4. Contiene motivazioni e comportamenti comuni 5. Utilizza le reti di comunicazione usate attualmente 6. Approfitta delle risorse degli altri

Le carte .punti di vista sembrano contenere diversi di questi elementi.

I luoghi scelti per la diffusione del meccanismo sono stati quelli dove ha preso piede un altro fenomeno virale, il book-crossing.Il bookcrossing è stato inventato da un programmatore 36enne di Kansan City, con l’intento di difforndere la volontà di con-dividere libri e risorse. E’ poi diventua un’iniziativa a livello mondiale che lega la pas-sione per la lettura alla passione per le forme di condivisione del sapere. L’idea di base è quella di lasciare un libro “into the wild”, ovvero dovunque si preferisca, affinchè quel libro possa poi essere trovato da altre persone. L’iniziativa ruota intorno ad un sito web, www.bookcrossing.com, attraverso il quale è possibile dotare i volumi di un codice identificativo unico che permetterà di seguire i loro spostamenti a livello mondiale.

Nella città di Milano esistono dei luoghi di scambio ufficiali di libri contrassegnati dall’adesivo logo del bookcrossing.Ne ho visitato qualcuno, ho scelto tra quelli disponibili alcu-ni libri e ho inserito all’interno le mie comment card, con la speranza che che dopo di me consulterà quello stesso libro la trovi e generi un meccanismo virale di propagazione dell’inte-razione.

Logo del Bookcrossing

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114

CONTESTO 3

POLITECA, DESIGN KNOWLEDGE CENTER

Dall’analisi effettuata è emerso che la Politeca, in quanto bi-blioteca universitaria, raggruppa attorno a sé una comunità che possiamo definire implicita: sono studente di Design del Politec-nico, di conseguenza posso accedere alla Politeca.Si tratta di una comunità omogenea, in cui l’utente tipo sarà uno studente di design, mediamente creativo e avvezzo alle tecnologie, che frequenta la Politeca per motivi di studio, ricer-ca, approfondimenti su tematiche universitarie.

A mio parere un contesto tale, una biblioteca universitaria di design, rappresenta il terreno più fertile (tra quelli analizzati) per mettere in atto processi di condivisione della conoscenza attuando un trasferimento delle dinamiche e connessioni delle comunità di rete, all’interno di una comunità di design.Dalle analisi effettuate in situ e dalle testimonianze rilasciate da chi lavora in Politeca, ho avuto modo di vedere e sapere che sono in atto delle riflessioni in tal senso, e dei tentativi proget-tuali di attuare pratiche di questo tipo.Il mio intervento legato a questo luogo è teso innanzitutto a definire una metodologia progettuale che rintracci delle linee

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115

guida teoriche, per giungere solo infine a formulare un concept creativo.Ricoprendo allo stesso tempo il ruolo di progettista ma an-che di “utente tipo” (essendo studentessa del Politecnico e frequentatrice della Politeca), ho individuato delle lacune di funzionalità e delle esigenze che ho sempre avvertito, alle quali ho tentato di rispondere con delle soluzioni prima di tutto metodologiche.

1. CONNETTERE LE INFORMAZIONI

All’interno di un contesto universitario (scolastico in genere), le tematiche didattiche si ripropongono ciclicamente e spesso anche all’interno dello stesso ciclo di studi, in discipline simili.Quando uno studente deve effettuare una ricerca su una qualsiasi tematica, per prima cosa va alla ricerca di chi ha già compiuto una ricerca simile negli anni precedenti. Avere a disposizione delle tracce di chi precedentemente ha percorso strade simili a quella in cui siamo impegnati, sarebbe una funzionalità non solo utile all’utente ma soprattutto effica-ce a generare una ricchezza informativa e a favorire la condivi-sione della conoscenza personale.Inoltre, lasciare una traccia del proprio percorso di ricerca, delle informazioni rilevanti che si è trovato, dei libri che si è consultato circa un argomento, potrebbe favorire connessio-ni insolite tra le informazioni, stimolare ad esplorare campi di ricerca che non si conoscono, scoprire documenti che non

Connessioni Condivisione Conoscenza

cercare

consultare

prendere in prestito

fotocopiare/scansionare

ricerca online

visione/ascolto

chiedere aiuto ai bibliotecari

incontrare amici

stato dell’artecosa posso fare

in biblioteca

problematichebisogni insoddisfatti

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interagirecon le persone

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accesso ai contenuti ma non a informazioni sui contenuti

nessuna attività orientata alloscambio tra soggetti e oggetti

la conoscenza è negli oggetti, e non nelle persone

conoscenza = processo INDIVIDUALE

nessuna connessionetra le risorse informative

pochi contesti per ricerche o lavori di gruppo

utente = soggetto PASSIVOnella produzione di contenuti

obiettivifinalità di progetto � .accrescere la partecipazione

dal basso

.creare reti di relazione

.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni

.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

blog piattaforma disocial network

inserire delle comment card nei libri

lasciare post-it

guestbook

ampliare il databaseaggiungendo tabellecommenti

ricerca per ISBN o RFID

area personalemy biblioteca

conceptcome fare � user

password

punto di vista

scambiareinformazionie opinioni

cercare personeche hanno fatto ricerche simili

accedere ameta informazioni

lasciare traccia delle mie ricerce

domani cosa vorrei poter fare

in più� commentare

segnalare

votare

taggare

�.facilitare il recupero di dati e informazioni

ridefinizione obiettiviin base al contesto

�ridefinizione obiettiviin base al contesto

�ridefinizione obiettiviin base al contesto

.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

.facilitare il recupero di dati e informazioni

.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

.facilitare il recupero di dati e informazioni

.accrescere la partecipazionedal basso.creare reti di relazione.favorire la natura non lineare della conoscenza

.condividere esperienze e idee.rendere l’informazione non solo disponibile ma soprattutto utile

.favorire la condivisione delle risorse e delle opinioni.generare percorsi di conoscenza condivisi

.favorire connessioni trapersone, oggetti, e informazioni

.intendere la conoscenza come un processo collettivo

.proporre nuove modalità di ricerca

.creare meta contenuti

Page 116: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

116

sempre una ricerca da catalogo propone.

2. CONNETTERE LE PERSONE

Spesso la Politeca, oltre che fungere da biblioteca “classica” dove effettuare ricerche specifiche e individuali, è il contesto in cui avvengono ricerche di gruppo, lavori di progetto comuni, finalizzate al superamento degli esami universitari.Il lavoro di gruppo è la tipologia di lavoro più consona alle tematiche della progettazione e del design.Tuttavia, spesso la cooperazione all’interno della biblioteca avviene tra piccoli gruppi e quasi sempre isolati tra loro.Agevolare la formazione di una vera community della biblio-teca, in cui i legami sono costruiti attorno alla appartenenza collettiva alla facoltà, agevolerebbe gli scambi e le condivisioni non solo di informazioni e ricerche, ma anche degli approcci di lavoro, delle metodologie utilizzate, degli strumenti proget-tuali.

3. BIBLIOTECA PERSONALE, BIBLIOTECA PUBBLICA

Una esigenza che ho sempre personalmente avvertito ogni qualvolta sono stata impegnata in una ricerca in biblioteca (consultando l’Opac o la rete, è quella lasciare traccia dei passi effettuati durante la ricerca, per non dover ricominciare da zero in momenti successivi. In poche parole, avrei voluto poter utilizzare il computer della biblioteca come fosse il mio block-notes personale, appunta-re titoli e concetti, evidenziare, sottolineare, attribuire parole chiave, schizzarre schemi e percorsi, attribuire rilevanza diversa ai contenuti in base alla loro importanza per me.La rete ci ha fornito uno strumento che permette più o meno di assolvere a queste esigenze, quando siamo connessi online: le aree personali e i blog.

Poter disporre anche nel caso della biblioteca di uno spazio personale, una my biblioteca, in cui archiviare e gestire le ricer-che personali, raccogliere link utili, titoli di libri, bibliografie, pezzi di testo, segnalare letture preferite, sarebbe un servizio

Page 117: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

117

aggiuntivo della biblioteca universitaria di sicura validità.Ma ciò non basterebbe. La vera utilità per la formazione di una conoscenza basata su processi di condivisione sarebbe dare la possibilità di “aprire” il proprio spazio agli altri utenti, con cui scambiare risorse e documenti di lavoro prodotti sia in autonomia che in gruppo.

CONCEPT

La proposta progettuale che presento per la Politeca è una piattaforma di social network, che offra strumenti e possibilità di condivisione del sapere.

Si tratta di uno spazio riservato agli utenti della Politeca, in cui essi possano:- effettuare ricerche nel database della biblioteca, - consultare le risorse in vetrina, segnalate dagli studenti stessi mediante votazioni, segnalazioni- condividere ricerche, appunti, relazioni, programmi e stru-menti di studio- visualizzare le schede degli utenti iscritti, del loro profilo e delle collezioni create- visualizzare le schede dei gruppi iscritti, e la ricerca in cui sono impegnati- disporre di una propria pagina personale, in cui creare i propri scaffali, archiviare e gestire le ricerche, inserire libri, attribuire tag ai contenuti, creare gruppi di amici o colleghi, proporre link e suggerimenti in merito a tematiche specifiche, creare una propria tag cloud.- commentare le risorse, votarne l’importanza per il proprio lavoro, - evidenziare passi, frasi, segnalare errori ritrovati durante la lettura, altre edizioni, ecc.- visualizzare, cliccando sulla risorsa che interessa, il punteggio cumulativo e il numero di votazioni ottenute dalla stessa.

Page 118: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

118

ACCESSO

Tutti gli studenti iscritti al Politecnico dispongono di una matricola e di una password che permette loro di accedere al servizio Webpoliself. Si potrebbero utilizzare gli stessi dati, quindi lo stesso database di utenti, per implementare anche l’accesso alla my politeca.

FUNZIONALITÀ DEL SISTEMA

Nella creazione delle funzionalità della piattaforma ho sentito l’esigenza di indivuare i task di base che essa avrebbe dovuto consentire per poi definirli meglio in specifiche attività.

In seguito ho realizzato dei mock-up delle schermate del sito Mu politeca.

CERCARE

ricerca libro

scegliere un libro da una lista

ricerca per tag

VISUALIZZARE

informazioni sul libro scelto

informazioni sugli utenti

risorse condivise

libri più votati/commentati

utenti/gruppi online

AGIRE SUI CONTENUTI

commentare risorse

aggiungere tag

mettere in evidenza

raccomandare una risorsa

mettere in condivisione una ricerca

aggiungere allo scaffale

PERSONALIZZARE

identificarsi

creare il proprio profilo

creare gruppi

creare il proprio scaffale

Funzionalità della piattaformaMy Politeca

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in vetrina [i libri più votati della settimana]

tracce di studio

utenti online gruppi online

networksocietypuntidivista

ucd

categorie scaffali

LEZIONIAMERICANE

ItaloCalvino

IL NOMEDELLA ROSA

UmbertoEco

designnarrativacinemaletteraturamanualiprogettazione

archivio ricerce

lugliogiugnomaggioaprilemarzofebbraiogennaio

mario giulia i pazzi lab_carmi

cerca

scegli

condividi

gruppi

utenti

[le ultime ricerche in condivisione]

TITOLO: Ricerca sul rapporto tra Bruno Munari e l’infanziaUTENTE: GiuliaGRUPPO: I pazziDESCRIZIONE: La ricerca è partita dall’analisi di Bruno Munari...BIBLIOGRAFIA:

commenti (12) consultazioni (30) segnalazioni (3)

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Page 119: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

119

LE PRINCIPALI PAGINE E FUNZIONI

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MANIFESTO

POLI PENSIERO

connettere + condividere = conoscere.

afferma chela conoscenza nasce dalla condivisione dei pensieri

insiste sull’importanza che la nostra conoscenza

ha una struttura associativa e non lineare

riconosce ed esalta l’esistenza di sistemi di conoscenze

diversificati e plurali

incitanon solo al confronto

tra sistemi di conoscenza ma soprattutto alla loro

interconnessione

assume come suo motto:

costruiscestrumenti e competenze

che siano socialmente condivisi tra gli studenti;

POLITECA

riconosce come bisogni prioritari:

creare legami tra “prodotti” e “produttori”

della conoscenza; creare legami e connessioni tra le risorse a disposizione,

non solo favorendo link tra risorse di tipologia simile,

ma anche legami nuovi, non immediati, che stimolino percorsi nuovi e creativi;

costruire le condizioni affinché gli utenti siano stimolati a lasciare il loro contributo attivo

alla produzione di una conoscenza condivisa,

attraverso commenti, opinioni critiche e flussi di pensieri;

favorire le condizioni in cui gli utenti possano collaborare tra loro

e avere opportunità di confrontarele loro ricerche,

i percorsi di studio e le loro espressioni del pensiero

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connettere + condividere = conoscere.

afferma chela conoscenza nasce dalla condivisione dei pensieri

insiste sull’importanza che la nostra conoscenza

ha una struttura associativa e non lineare

riconosce ed esalta l’esistenza di sistemi di conoscenze

diversificati e plurali

incitanon solo al confronto

tra sistemi di conoscenza ma soprattutto alla loro

interconnessione

assume come suo motto:

costruiscestrumenti e competenze

che siano socialmente condivisi tra gli studenti;

POLITECA

riconosce come bisogni prioritari:

creare legami tra “prodotti” e “produttori”

della conoscenza; creare legami e connessioni tra le risorse a disposizione,

non solo favorendo link tra risorse di tipologia simile,

ma anche legami nuovi, non immediati, che stimolino percorsi nuovi e creativi;

costruire le condizioni affinché gli utenti siano stimolati a lasciare il loro contributo attivo

alla produzione di una conoscenza condivisa,

attraverso commenti, opinioni critiche e flussi di pensieri;

favorire le condizioni in cui gli utenti possano collaborare tra loro

e avere opportunità di confrontarele loro ricerche,

i percorsi di studio e le loro espressioni del pensiero

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TOTEM DI ACCESSO ALLA PIATTAFORMA

L’ulteriore avanzamento del progetto è stato volto alla pro-gettazione di un device che avesse la funzione di permettere l’accesso alla piattaforma my politeca.

Questo ulteriore passo risponde alla volontà di prevedere uno strumento che limiti l’utente ad una determinata funzionalità, l’accesso ad un determinato servizio della biblioteca.Infatti, l’accesso “ristretto” talvolta valorizza il luogo e le attivi-tà che in esso si svolgono.Ridurre il numero di possibilità, di scelte da compiere è uno dei principi di buon design che ci proviene da Norman.

La stessa tecnologia che semplifica la vita offrendo più funzioni in ciascun apparecchio la complica anche rendendo ildispositivo più difficile da imparare e da usare. Questo è il parados-so della tecnologia.63

La mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; […] soprattutto ho cercato di togliere peso alla strutturadel racconto e al linguaggio […] sono portato a considerare la legge-rezza un valore anziché un difetto.64

63. D. Norman (1990), La caffettiera del masochista, Giunti Editore, Milano

64. I. Calvino (2000), Lezioni americane, Mondadori, Milano

Page 123: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

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Il totem sarà posizionato in un posto qualsiasi della sala, a disposizione degli utenti

Esso sarà la postazione di accesso alla piattaforma Mypoliteca

schermo

porte usb

ingressi audio

sacchetti porta oggetti

connessione wireless

vaschetta lettore oggetti

Politeca

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Quando l’utente posiziona l’oggetto nella vaschetta sullo schermo appare la scheda correlata

E‘ possibile anche l’accesso in più persone

Il totem sarà il device di accesso alla piatta-forma.Data la varietà ed eterogeneità delle risorse informative presenti in Design net, il cata-logo della Politeca, si è pensato di prevedere la possibilità per l’utente di scegliere, come fosse in un supermercato, i prodotti di cui vuole conoscere più informazioni.Accanto al totem saranno a disposizione dei sacchetti in cui l’utente metterà le sue risorse (libri, oggetti, campioni di materiali, che successivamente collocherà nella vaschetta “lettore”, in cui varie tecnologie saranno in grado di leggere i codici identificativi del prodotto e restituire le schede informative sullo schermo.

Il totem sarà posizionato in un posto qualsiasi della sala, a disposizione degli utenti

Esso sarà la postazione di accesso alla piattaforma Mypoliteca

schermo

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ingressi audio

sacchetti porta oggetti

connessione wireless

vaschetta lettore oggetti

Politeca

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Quando l’utente posiziona l’oggetto nella vaschetta sullo schermo appare la scheda correlata

E‘ possibile anche l’accesso in più persone

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Questa tesi si inserisce in un dibattito molto attuale che coinvolge coloro che vivono e lavorano attorno al mondo delle biblioteche, ovvero quello relativo alla riflessione sul senso e ruolo del luogo biblioteca nella realtà odierna, realtà che sem-bra potersi definire attraverso tre elementi chiave: l’informazio-ne, la tecnologia, la conoscenza.L’informazione, come afferma Norman Stevens, è l’elemen-to chiave della nostra società; la tecnologia pervade la nostra quotidianità modificando non solo gli oggetti che utilizziamo, ma le attività stesse e di conseguenza anche le nostra facoltà cognitive; la conoscenza è l’obiettivo strategico che l’Unione Europea ha individuato qualche anno fa a Lisbona per il pros-simo decennio: …diventare la più competitiva e dinamica economia basata sulla conoscenza, capace di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale.

La biblioteca ha da sempre rappresentato il luogo per eccel-lenza di organizzazione e di trasmissione delle conoscenze, attraverso strumenti concettuali (schemi di classificazione) e operativi (cataloghi, repertori) che fanno da tramite tra l’utente e le informazioni.In una società estremamente più complessa, in cui concepire un universo del sapere unitario e ordinabile a piacimento non è più possibile, dal momento che esso appare costituito da una quantità di voci, espressioni, punti di vista provenienti dalle più diverse dimensioni culturali e cognitive, l’istituto bibliotecario deve rivedere le sue posizioni, le sue finalità.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

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Il digitale, le dinamiche di rete, le amplificate possibilità di accesso al sapere e alla conoscenza, sembrano minare le stori-che funzioni della biblioteca e preannunciare l’avvento di una società paperless, senza libri, dunque senza biblioteche.Mentre Google prepara la più grande biblioteca online, si deli-neano scenari di un mondo senza libri, in cui i volumi verranno archiviati in file elettronici e i testi verranno acquistati online o stampati a domicilio.La tesi sostenuta in questo lavoro è che il digitale non sostitui-rà il nostro essere reali, perché mente e corpo, insieme, parteci-pano all’esperienza dell’apprendimento e della conoscenza.Sono convinta che il valore culturale delle biblioteche, in una prospettiva quanto più attuale possibile, sta soprattutto nella natura sociale del luogo: la biblioteca è un luogo di scambio, di relazione, di condivisione delle esperienze e delle opinioni. Quanto più la biblioteca lavorerà in questa direzione, per pro-porsi come spazio attivo, non solo di accesso e circolazione del sapere, ma soprattutto di condivisione e produzione di nuova conoscenza, tanto più essa riuscirà a ribadire l’importanza vitale per il futuro della società.

I tre progetti presentati in queste pagine sono dei tentativi di attuare le trasformazioni di cui sopra all’interno delle bibliote-che, attraverso la progettazione di modalità nuove di interazio-ne che favoriscano la condivisione del sapere.Generare forme di condivisione e facilitare connessioni tra utenti, risorse e percorsi di ricerca, sono gli obiettivi fonda-mentali dei vari concept formulati, sebbene poi ognuno di essi costituisca un prodotto a se stante, perché strettamente corre-lato al contesto in relazione a cui è stato pensato.

Ho imparato in questi anni di studio che il contesto è uno degli attori fondamentali con il quale ci troviamo a ragionare in qualsiasi progetto di comunicazione. Il design risponde ai bisogni espressi ed emersi da un conte-sto specifico, progetta soluzioni legate in modo strettissimo ai luoghi e alle attività analizzati.

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Le proposte progettuali di questa tesi derivano da un’accurata analisi dei bisogni e delle attività di tre biblioteche milanesi, ognuna con le sue specificità e peculiarità.Esse nascono come soluzione alle problematiche emerse in quei luoghi, con l’obiettivo generale di fornire un approccio per una conoscenza condivisa.Questo metodo di lavoro, a mio parere, racchiude in sé sia la forza che la debolezza del mio lavoro: infatti, lavorare per contesti specifici (e non in termini generali) mi ha permesso di toccare con mano le opportunità e le problematiche di ognuno di quei luoghi, conoscere direttamente le caratteristiche degli utenti, dei vari soggetti che vi interagiscono, partecipare alle dinamiche messe in atto, e dunque di progettare delle soluzioni di interazione perfettamente applicabili (e in uno dei tre casi effettivamente applicata) ognuna al suo contesto di riferimen-to.D’altro canto, il rapporto vincolante che lega l’idea allo stato di cose per cui è progettato limita la possibilità di applicare quel-l’idea ad altri contesti, rischiando di riuscire a proporsi come prodotto e non come processo.Ho tentato di ovviare a questo limite, soffermandomi in particolar modo sulla descrizione delle modalità di interazione messe in atto, e fornendo degli spunti di riflessione ulteriori dei tre concept, nel tentativo di svincolarli dal contesto e di evidenziare la loro efficacia come progetti di interaction design.

Page 128: Biblioteche3. Connessioni.Condivisione. Conoscenza

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Il grazie più grande va.ai miei genitori, per il sostegno e la fiducia .ai miei adorati fratelli, per il nostro legame protetto da una combinazione smarrita.a Pierluigi e al 14 dicembre, per avermi regalato Giulia

Un grazie speciale .a Pippo, per avermi dimostrato che si può essere in due senza rinunciare a se stessi.agli amici di via dei Pittori, a quelli di sempre e a quelli delle serate milanesi.a Grazia, per le condivisioni, il sostentamento e l’alto livello di sopportazione

.a Federico e soprattutto a Francesca, per la presenza e la pazienza

GRAZIE !