biodiversità · scienze ecologiche della conservazione ambientale. le nazioni unite, nel 1987, ......
TRANSCRIPT
BiodiversitàAncora non si tiene in debito conto dell’importanza che
hanno le diverse specie di piante ed animali nella società.
L’uomo ha usato queste risorse per diversi scopi
cibo, vestiti, trasporto, lavoro,
prodotti chimici per l’industria e la medicina.
Tutti i biomi della Terra formano assieme la Biodiversità.
La perdita di una intera specie viene detta estinzione.
Nel corso della storia della Terra vi sono state diverse
estinzioni di massa.
Nonostante l’importanza vitale della biodiversità,
gli scienziati credono che l’attività umana sia fra le cause di una futura estinzione di massa,
la più grande della storia del Pianeta.
Attualmente si pensa che si estingua
almeno una specie al giorno.
I motivi per queste estinzioni sono fra gli altri
Perdita dell’Habitat naturale
Introduzione di nuove specie
Inquinamento e cambiamenti climatici
Raccolto, Caccia, Caccia/Pesca di frodo
Traffico di animali e piante esotici
Molti luoghi sulla Terra hanno condizioni climatiche simili, nonostante si trovino in aree geograficamente
diverse, come per es.
il clima mediterraneo
Come risultato della selezione naturale,
in queste aree seppur lontane fra loro si sono sviluppati ecosistemi simili.
Gli ecosistemi principali vengono chiamati biomi.
La distribuzione geografica e la produttività di questi biomi è controllata soprattutto
da fattori climatici,
in primis Temperatura e Precipitazioni
Distribuzione degli otto principali biomi
sul Pianeta Terra (Da: H.J. de Blij and
P.O. Miller. 1996. Physical Geography
of the Global Environment. John
Wiley, New York. Pp. 290.)
Attualmente La "Sustainability Science"
non è ancora una disciplina scientifica matura ma si tratta semplicemente di una convergenza di riflessione e ricerche derivanti
da discipline diverse quali:
Scienze ecologiche
(ecologia del paesaggio, del ripristino industriale)
Scienze economiche
(economia classica, economia ecologica)
Scienze sociali
(relativi all'apprendimento e all'adattamento, da parte dei giovani e soprattutto dei bambini, di uno stile di vita sostenibile
dall'ambiente)
Scienze ambientali, fisiche, chimiche, matematiche
Scienze ecologiche della conservazione ambientale
Le Nazioni Unite, nel 1987,
tramite il rapporto Our Common Future hanno introdotto il
concetto sviluppo sostenibile
ripreso successivamente al Summit delle Nazioni Unite
tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992.
La Commissione ha definito sviluppo sostenibile:
‘Lo sviluppo che risponde ai bisogni del presente senza
compromettere la capacità delle generazioni future
di rispondere ai loro propri bisogni
Lo sviluppo sostenibile costituisce un obiettivo trasversale e allo
stesso tempo uno dei settori di intervento della politica
ambientale dell’Unione europea, secondo il principio per cui
l’integrazione della dimensione ambientale nelle politiche dell’UE
permette appunto che la crescita odierna non metta in pericolo le
possibilità di crescita delle generazioni future.
Il nostro modo di vivere, di consumare, di comportarsi, decide la velocità del degrado entropico
(misura dello stato del disordine di un sistema), la velocità con cui viene dissipata l'energia utile e il periodo di
sopravvivenza della specie umana.
Si arriva così al concetto di sostenibilità, intesa come l'insieme di relazioni tra le attività umane la loro dinamica e la biosfera, con
le sue dinamiche, generalmente più lente. Queste relazioni devono essere tali di permettere alla vita umana
di continuare, agli individui di soddisfare i loro bisogni e alle diverse culture umane di svilupparsi, ma in modo tale che le
variazioni apportate alla natura dalle attività umane stiano entro certi limiti così da non da
non distruggere il contesto biofisico globale. Giorgio Nebbia nel suo saggio ('Lo sviluppo sostenibile',
Edizioni Cultura della Pace, Firenze 1991) conclude con un'importante osservazione:
“Occorre avviare un grande movimento di liberazione per sconfiggere le ingiustizie fra gli esseri umani e con la natura, una nuova protesta per la sopravvivenza capace di farci passare dalla
ideologia della crescita a quella dello sviluppo.
Nessuno ci salverà se non le nostre mani, il nostro senso di responsabilità verso le generazioni future, verso il "prossimo del futuro" di cui non conosceremo mai il volto, ma cui la vita, la cui felicità dipendono da quello che noi faremo o non faremo domani
e nei decenni futuri.
La costruzione di uno sviluppo sostenibile e la pace si conquistano soltanto con la giustizia nell'uso dei beni della Terra,
unica nostra casa comune nello spazio, con una giustizia planetaria per un uomo planetario,[Ernesto Balducci].
Senza giustizia nell'uso dei beni comuni della casa comune, del pianeta Terra, non ci sarà mai pace”.
1.
La Terra è un sistema che la vita stessa aiuta a controllare.
I processi biologici interagiscono fortemente con i processi chimici e fisici ma giocano un ruolo superiore nella regolazione
dell'abitabilità della Terra
2.
Il cambiamento globale è molto più che il cambiamento climatico. E' reale, sta avvenendo e va sempre più accelerandosi
influenzando le attività umane
3.
Le attività umane determinano disparati effetti che, interagendo con il sistema Terra, modificano l'ambiente che
l'uomo stesso abita
4.
Le dinamiche della Terra sono caratterizzate da soglie critiche e cambiamenti repentini. Le attività umane possono
inavvertitamente scatenare cambiamenti, talvolta irreversibili, con conseguenze catastrofiche per il nostro pianeta
5. I cambiamenti che oggi interessano il pianeta sono senza
precedenti
6. In poche generazioni l'umanità ha quasi esaurito le risorse di
combustibili fossili generate in milioni di anni
7. La concentrazione dei gas serra nell'atmosfera (soprattutto
CO2 e CH4) è aumentata pericolosamente determinando il fenomeno del riscaldamento globale
8.
A causa dell'intervento umano circa il 50% della superficie terrestre è stata modificata con gravi conseguenze sulla
biodiversità, suolo e clima
Politica Ambientale Europea
La politica ambientale dell’Unione Europea concerne la salvaguardia, la tutela e il miglioramento della qualità
dell'ambiente, nonché la protezione della salute umana, l'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, la promozione, di misure destinate a risolvere i problemi dell'ambiente
a livello regionale e mondiale.La politica ambientale è fondata sui principi di
precauzione, di azione preventiva, di correzione alla fonte e
sul principio “chi inquina paga”
http://europa.eu.int/comm/environment/index_en.htm
L’educazione ambientale
considera l’ambiente come sistema di relazioni e l’uomo come uno degli
organismi che in quel sistema vive;
concepisce l’uomo come uno dei fattori
dell’eco-socio-sistema, anche se quasi
sempre con il ruolo di protagonista;
fonda il processo cognitivo-apprenditivo sul principio sistemico, cioè sulla
capacità di cogliere le relazioni e le diversità,
permette, quindi, di inserire i soggetti che partecipano al progetto nella dimensione della complessità e
nell'orizzonte della sostenibilità.
Obiettivi Strategici e Documento di Lavoro 2005-2009
La Commissione ha adottato gli obiettivi strategici 2005-2009 il 26 Gennaio 2005.
Tra gli obiettivi di Prosperità, Solidarietà e Sicurezza, l’Ambiente è stato incluso tra le Priorità
di Solidarietà con l’obiettivo di Sostenere, rinforzare e proteggere l’ambiente.
Il documento di Lavoro e il programma Legislativo include una serie di iniziative concrete per trasformare gli obiettivi strategici in azione.
Le 6 iniziative ambientali della DG Ambiente
adottate nel corso del 2005-2006
1. Strategia tematica sull’inquinamento atmosferico
2. Strategia tematia sulla prevenzione e riciclo dei rifiuti
3. Strategia tematica sulla conservazione e protezione
dell’ambiente marino
4. Strategia tematica sull’uso sostenibile dei pesticidi
5. Strategia tematica sull’uso sostenibile e gestione delle risorse
6. Strategia tematica sull’ambiente urbano
Ed inoltre Comunicazione della Commissione su
Cambiamento climatico
Comunicazione sulla biodiversità
http://europa.eu.int/comm/environment/newprg/strategies_en.htm
Vertice Mondiale sullo Sviluppo
Sostenibile Johannesburg 2002
Il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile di Johannesburg 2002 ha riunito capi di Stato e di Governo, delegati nazionali e i leader di organizzazioni non governative (NGOs), del mondo degli affari ed altri principali gruppi al fine di focalizzare l’attenzione del mondo sulle azioni necessarie per raggiungere lo sviluppo sostenibile.
Lo sviluppo sostenibile richiede un miglioramento della qualità della vita per tutti i popoli del mondo senza dover aumentare l’uso delle
nostre risorse naturali oltre la capacità di sopportazione del pianeta. Se vogliamo raggiungere uno sviluppo sostenibile, dovremo dimostrare una maggiore responsabilità nei confronti degli
ecosistemi dai quali dipende ogni forma di vita, considerandoci parte di una sola comunità umana, e nei confronti delle generazioni
che seguiranno la nostra.
Nel 2001, l'UNESCO ha ampliato il concetto di sviluppo sostenibile indicando che
"la diversità culturale è necessaria per l'umanità quanto la biodiversità per la natura (...)
La diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita economica, ma anche come un mezzo per
condurre una esistenza più soddisfacente sul piano intellettuale, emozionale, morale e spirituale".
(Art 1 and 3, Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale, UNESCO, 2001).
In questa visione, la diversità culturale diventa il quarto pilastro dello sviluppo sostenibile, accanto al tradizionale equilibrio
delle tre E, cioè ecologia, equità, economia.
giusto rapporto tra sviluppo economico, equità sociale, rispetto dell'ambiente.
Il rapporto Brundtland ha ispirato alcune importanti conferenze delle Nazioni Unite, documenti di programmazione economica e
legislazioni nazionali ed internazionali.
Il protocollo di Kyoto è stato creato e sottoscritto nel 1997 un accordo internazionale noto come protocollo di Kyoto, con il quale 118 nazioni del mondo si sono impegnate a ridurre le
emissioni di gas serra per rimediare
ai cambiamenti climatici in atto.
Grandi assenti furono gli Stati Uniti, i primi produttori di gas serra nel mondo, ma mancano ancora molti paesi, tra cui Cina
ed Australia
Per raggiungere questi obiettivi ora si lavora su due vie:
il risparmio energetico attraverso l'ottimizzazione sia nella fase di produzione che negli usi finali (impianti, edifici e sistemi ad alta
efficienza, nonché educazione al consumo consapevole),
lo sviluppo delle fonti alternative di energia invece del consumo massiccio di combustibili fossili.
Il nostro modo di vivere, di consumare, di comportarsi, onfatti decide la velocità del degrado entropico
(misura dello stato del disordine di un sistema),
la velocità con la quale viene dissipata l'energia utile e il periodo di sopravvivenza della specie umana.
Si arriva così al concetto di sostenibilità, intesa come l'insieme di relazioni tra le attività umane, la loro dinamica e la biosfera che
ha delle dinamiche generalmente più lente.
Queste relazioni devono essere tali di permettere alla vita umana di continuare, agli individui di soddisfare le loro necessità e alle diverse culture umane di svilupparsi, ma in modo tale che le
variazioni apportate alla natura dalle attività umane stiano entro certi limiti così da
non da non distruggere il contesto biofisico globale.
Se riusciremo ad arrivare a un'economia da equilibrio sostenibile come indicato da Herman Daly, le future generazioni potranno
avere almeno le stesse opportunità che la nostra generazione ha avuto: è un rapporto tra economia ed ecologia,
in gran parte ancora da costruire,
che passa dalla strada dell'equilibrio sostenibile.
In conclusione, in una società sostenibile e stabile,
ognuno deve avere un eguale diritto ai benefici delle risorse naturali
indipendentemente dalla data e dal luogo di nascita.
I bisogni fondamentali devono essere soddisfatti e la qualità ambientale deve essere preservata
in termini di alimentazione, abitazione, salute,
aria ed acqua pulite, biodiversità, condizioni climatiche,
stato di conservazione del territorio e del mare.
Non può esservi un'economia ecocompatibile
se non cambia il modello di sviluppo, spinto e dissennato, senza nuovi stili di vita.
Cosa ci potrà mai dire questa bimba del Mato Grosso se tra qualche anno
troverà un ambiente distrutto dalla
politica errata dei governi più influenti del mondo, che non hanno seguito gli avvertimenti per
contrastare i cambiamenti
climatici sorti per fattori antropici.