bollettino di medicus mundi italia

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È certamente banale dirlo ma devo confermare che quanto ho rica- vato dagli anni della mia esperienza professionale è la necessità di cogliere, di fronte ad ogni situazione, ciò che è essenziale, sfronda- to dal ridondante e accessorio. Tornato dopo tanti anni a confrontarmi con i temi della povertà e del sottosviluppo delle aree tropicali – dopo un lungo bagno nel mondo della marginalità dell’AIDS nella realtà italiana – ho cerca- to di identificare un momento unificante di approccio alle proble- matiche della malnutrizione, della carenza di igiene, di accessibi- lità sanitaria, di alfabetizzazione e scolarizzazione. Mi è apparso che le patologie ivi prevalenti, che sono ad eziologia soprattutto infettiva (AIDS, malaria, tubercolosi, parassitosi, ma- lattie diarroiche, infezioni respiratorie acute) cosi come le patolo- gie materno-infantili, necessitassero di un approccio globale che realizzasse quei programmi “orizzontali” preconizzati dall’OMS in luogo di programmi “verticali”. Infatti questi ultimi, in cui si selezionano specifiche casistiche, sono certamente più gratificanti nell’immediato per chi includa una componente di ricerca nell’assistenza, ma non concorrono ad ele- vare il tenore socio sanitario della popolazione generale, cosicché fatalmente riprodurranno condizioni sfavorevoli per lo stesso spe- cifico programma “verticale”. In sostanza, la lezione che ho appreso e che vorrei trasmettere è che solo lavorando sul contesto – istruzione, igiene, sanità, formazione – e sulla globalità delle patologie e solo trasferendo nel contesto le co- noscenze e le metodologie appropriate, Medicus Mundi potrà conti- nuare a fare un lavoro utile nell’approccio alla patologia tropicale. Ovviamente si tratta poi di fare i conti con la limitatezza delle risor- se, che è abissale confrontata ai bisogni. Penso ci si debba muovere nella proposizione e realizzazione di modelli anche modesti ma riproducibili che mantengano e rispec- chino questo approccio olistico sia verso la popolazione sia verso i singoli individui. Giampiero Carosi Un viaggio per rinnovate sensazioni e per un nuovo programma di cooperazione sanitaria internazionale Riflessioni del Presidente, prof. Giampiero Carosi, dopo la recente missione in Burkina Faso. Periodico Sped. in abb. post. - 70% - Filiale di Brescia Sotto l’albero di Natale, metti in regalo Medicus Mundi Italia “Momenti della lectio magistralis tenuta dal prof. Giampiero Carosi presso l'Università di Ouagadougou e un momento di vita comunitaria a Reo”.

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Periodico di informazione delle attività di MMI

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Page 1: Bollettino di Medicus Mundi Italia

È certamente banale dirlo ma devo confermare che quanto ho rica-vato dagli anni della mia esperienza professionale è la necessità dicogliere, di fronte ad ogni situazione, ciò che è essenziale, sfronda-to dal ridondante e accessorio.Tornato dopo tanti anni a confrontarmi con i temi della povertà edel sottosviluppo delle aree tropicali – dopo un lungo bagno nelmondo della marginalità dell’AIDS nella realtà italiana – ho cerca-to di identificare un momento unificante di approccio alle proble-matiche della malnutrizione, della carenza di igiene, di accessibi-lità sanitaria, di alfabetizzazione e scolarizzazione.Mi è apparso che le patologie ivi prevalenti, che sono ad eziologiasoprattutto infettiva (AIDS, malaria, tubercolosi, parassitosi, ma-lattie diarroiche, infezioni respiratorie acute) cosi come le patolo-gie materno-infantili, necessitassero di un approccio globale cherealizzasse quei programmi “orizzontali” preconizzati dall’OMSin luogo di programmi “verticali”.Infatti questi ultimi, in cui si selezionano specifiche casistiche, sono

certamente più gratificanti nell’immediato per chi includa unacomponente di ricerca nell’assistenza, ma non concorrono ad ele-vare il tenore socio sanitario della popolazione generale, cosicchéfatalmente riprodurranno condizioni sfavorevoli per lo stesso spe-cifico programma “verticale”. In sostanza, la lezione che ho appreso e che vorrei trasmettere è chesolo lavorando sul contesto – istruzione, igiene, sanità, formazione –e sulla globalità delle patologie e solo trasferendo nel contesto le co-noscenze e le metodologie appropriate, Medicus Mundi potrà conti-nuare a fare un lavoro utile nell’approccio alla patologia tropicale.Ovviamente si tratta poi di fare i conti con la limitatezza delle risor-se, che è abissale confrontata ai bisogni.Penso ci si debba muovere nella proposizione e realizzazione dimodelli anche modesti ma riproducibili che mantengano e rispec-chino questo approccio olistico sia verso la popolazione sia verso isingoli individui.

Giampiero Carosi

Un viaggio per rinnovate sensazioni e per un nuovoprogramma di cooperazione sanitaria internazionale

Riflessioni del Presidente, prof. Giampiero Carosi, dopo la recente missione in Burkina Faso.

PeriodicoSped. in abb. post. - 70% - Filiale di Brescia

Sotto l’albero di Natale, metti in regalo Medicus Mundi Italia

“Momenti della lectio magistralis tenuta dal prof. Giampiero Carosi presso l'Università di Ouagadougou e un momento di vita comunitaria a Reo”.

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2 Bollettino della Medicus Mundi Italia

La storia di Cynthia Aparicio mette in discussione la veridicità diun proverbio molto popolare, ovvero «il buongiorno si vede dalmattino». In realtà, se il suo percorso di studio e di vita in Italia, ea Brescia in particolare, si fosse dovuto basare sull’accoglienzache ebbe in ambasciata a Roma il giorno del suo arrivo nel nostroPaese, sarebbe stato un disastro.“Mi ero da poco laureata in Medicina a La Paz, in Bolivia, e stavolavorando nei cantieri dei minatori alla periferia della città - rac-conta - quando decisi di tentare la carta della borsa di studio inItalia per poter coronare un sogno, quello di specializzarmi in Pe-diatria e Patologia neonatale. Feci la domanda e dopo pochi gior-ni ero sull’aereo diretto a Roma. In tasca, un foglio sul quale erascritto che avevo vinto la borsa di studio. Ma a Roma non ne sape-vano nulla e mi «spedirono» a Milano. Da qui è iniziata l’avven-tura. Dove andare? Mi ricordai delle suore incontrate in Bolivia ecosì presi il treno per Bergamo, alla volta delle Orsoline di Soma-sca e, grazie a loro, venni ospitata a Seriate dalla famiglia di unvolontario che viveva in Bolivia. Lavorai al Bolognini in Patolo-gia neonatale. Dopo sei mesi, tentai la carta bresciana, perchéquello che volevo era entrare in specialità». Ed è a questo puntoche nella vita di Cynthia entra Maria Rosa Inzoli, primo primariodonna nella nostra città, per anni figura di riferimento delSant’Orsola Fatebenefratelli e «anima» di Medicus Mundi, l’or-ganizzazione non governativa che ha sede a Brescia. «Me la trovai davanti impaurita ma determinata e capii che conlei avremmo potuto percorrere un lunghissimo tratto di strada in-sieme. A Brescia e in Bolivia, nel solco delle finalità di MedicusMundi, che sono quelle di facilitare la formazione qui per poi ac-compagnare le persone nel loro Paese e supportarle affinché met-tano a frutto quello che hanno imparato in Europa. E lo faccianoper migliorare le condizioni di cura e di assistenza della loro gen-te» dichiara Inzoli.Era il 1991 e, nell’autunno di quell’anno, la dott. Aparicio si pre-sentò alla segreteria della facoltà di Medicina dell’Università diBrescia per iscriversi alla scuola di specializzazione, dopo averincontrato il professor Alberto Ugazio, direttore della Clinica pe-diatrica. «In segreteria, un’altra doccia fredda: mi dissero che nonpotevo iscrivermi, perché la mia laurea non era equiparata. Mal-grado la borsa di studio dell’ambasciata, dovetti peregrinare tut-

to l’inverno, di docente in docente, sperando che mi riconoscessel’esame sostenuto a La Paz. Nei casi contrari, dovetti rifare l’esa-me, con margini di pochi giorni di tempo per prepararmi, perchéavevo poco tempo, pena la perdita della «borsa». L’italiano? Beh,per lo stress l’avevo imparato in pochissimo tempo».Cynthia ha un bellissimo carattere. Sorride, nel ricordare il «pel-legrinaggio» e le difficoltà burocratiche ha dovuto affrontare.Sorride, pensando all’entusiasmo e al senso dell’umorismo che lehanno consentito di continuare. E lo fa perché, poi, una volta en-trata in specialità, la sua esperienza è stata indimenticabile. «Lasoddisfazione è stata enorme. Lavoravo con persone eccezionalied ero seguita con grande umanità e professionalità dal professorUgazio. Certo, le tecniche allora adottate in pediatria ed in pato-logia neonatale, in cui riuscii a rimanere un anno ancora dopo laspecializzazione, erano molto all’avanguardia rispetto a quelloche avevo imparato in Bolivia e non era sempre facile, per me».A «casa» Cynthia ritornò nell’estate del 1997. Con un bagaglio diconoscenze che, se fosse stato pesato alla dogana, avrebbe dovutopagare una penale salatissima tanto era pesante.La lunga permanenza bresciana le ha permesso di farsi conoscereed apprezzare da molte realtà per le sue doti umane e professio-nali. Due organizzazioni, in particolare, decisero di scommetteresu di lei per migliorare la cura e l’assistenza in ambito della salutedelle donne e dell’infanzia a La Paz: Medicus Mundi, grazie allaquale Cynthia è potuta rimanere ospite a Brescia per il periodo dispecializzazione, e Sipec. Realtà che, all’inizio del 1998, presenta-rono alla Comunità europea la richiesta di finanziamento per laristrutturazione dell’Ospedale «Giovanni XXIII» a La Paz e la co-struzione della patologia neonatale e della Scuola per infermieri,oltre all’intensificazione dell’Anestesia e della Rianimazione.Una realtà nella quale la professionalità di Cynthia è fondamen-tale. L’inaugurazione nell’estate 2002 grazie all’aiuto economicodella Comunità europea, di Medicus mundi (35% dei costi) e del-la Diocesi di Bergamo. Ma non c’è solo il «Giovanni XIII». «Un giorno ero nella sala d’at-tesa dell’ospedale delle donne, un ospedale pubblico di terzo li-

DOSSIER AMERICA LATINA

Bolivia - La storia di Cynthia Aparicio, pediatra a La Paz

Itaobim, 15 maggio 2011. Le dott.sse Inzoli e Aparicio con mons. Enzo Rinaldini(✝ 24.10.2011).

Ospedale Giovanni XXIII di La Paz (Bolivia):la prima incubatrice.

Ospedale Giovanni XXIII, La Paz (Bolivia).Controllo del peso con una nuova bilancia.

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Page 3: Bollettino di Medicus Mundi Italia

Bollettino della Medicus Mundi Italia 3

vello specializzato in ginecologia ed ostetricia - racconta -. Stavoaspettando una mia amica che stava per terminare il turno quan-do proprio lei mi raggiunse trafelata dalla sala parto dicendo chedovevo immediatamente intervenire perché era nato un bambinoche stava male e che non riuscivano a rintracciare il medico. Miprecipitai e solo dopo qualcuno mi appoggiò sulle spalle il camiceverde, ma quel che contava era salvare il neonato. Quando arrivòil collega, mi chiese chi fossi e, soprattutto, come mai ero lì vestitain quel modo. Qualche giorno dopo, venni chiamata a lavorareanche all’ospedale pubblico. Due anni di volontariato senza sti-pendio, prima di essere assunta. Intanto, continuavo - e continuo- al «Giovanni XXIII». Potrebbe apparire una contraddizione, quiin Italia. Ma da noi, se non si lavora almeno in due ospedali, nonsi riesce ad avere uno stipendio almeno dignitoso per vivere».L’Ospedale delle donne è a 3200 metri di altitudine; il «GiovanniXXIII» a 3800: su e giù ogni giorno, anche più volte in una stessagiornata, per un lavoro non facile. «Ho iniziato in pediatria appli-cando quello che avevo imparato in Italia: all’inizio venni osteg-giata. Ricordo che mettevano i bigliettini sui letti dei pazienti conla scritta “modello Aparicio». Ora non accade più, perché il «mo-dello» internazionale è diventato parte del modo di assistere e dicurare i pazienti ed ha permesso di migliorare moltissimo l’assi-stenza pediatrica».

Anna Della Moretta

Carissimicome programmato, il primo di ottobre èfinalmente iniziato il servizio di emodialisidell’Ospedale di Itaobim. Attualmente so-no 72 pazienti, distribuiti in 3 turni giorna-lieri per 3 volte alla settimana, che usufrui-scono del servizio. La prospettiva, con l’ac-quisto di altre macchine, è di arrivare ad at-tendere i circa 100 pazienti della Regione.I pazienti sono stati felici di raccorciaremolto le distanze da percorrere tre volte al-la settimana e di poter far rientro a casa pri-ma. Hanno elogiato la struttura molto bellae il personale medico e infermieristico.Il 10 ottobre, giorno dell’inaugurazione delservizio, sono venuti in visita il Segretariodella Sanitá di Minas Gerais ed alcuni Sin-daci della Regione; il Segretario ha pro-messo di finanziare la costruzione del Cen-tro di Terapia Intensiva all’interno del no-stro ospedale: un ulteriore segno di ricono-scimento pubblico del valore e della stimaper l’Ospedale di Itaobim.Approfitto ancora una volta per ringrazia-re di cuore a nome del la Direzionedell’Ospedale, dei pazienti e della popola-zione in generale, per il consistente impe-

gno di Medicus Mundi Italia nel prendersia cuore il progetto, nella realizzazione enella ricerca di finanziamenti all’uopo.Un ringraziamento speciale alla dottoressaInzoli e a voi tutti che avete seguito il pro-getto. Vi mando alcune fotografie.A tutti un abbraccio e un affettuoso saluto.

Don Giuseppe [email protected]

Il 22 ottobre u.s., don Giuseppe Ghittici scrive da Itaobim (Brasile)

Hospital Juan XXIIIdi La Paz (Bolivia).

DOSSIERAMERICA

LATINA

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4 Bollettino della Medicus Mundi Italia

Il messaggio di fondo emerso dal Forumsulla Cooperazione Internazionale del 1 e2 ottobre voluto dal Ministro Riccardi, alquale Medicus Mundi Italia ha partecipa-to con interesse, è che la cooperazione in-ternazionale non è un lusso, ma una neces-sità, una delle strade per uscire dalla crisi.“Fare cooperazione è nell’interesse di tut-ti. Un paese che non coopera è destinato aldeclino, mentre un paese che coopera cre-sce”. I due giorni del Forum hanno ribadi-to che, di fronte a un mondo in continua eprofonda trasformazione, anche il mondodella cooperazione internazionale devesapersi rinnovare, conoscere e affrontarele complessità, con i rischi e le opportunitàche ne derivano. In un “Sistema Italia” di cooperazione,composto da attori pubblici e privati, pro-fit e non profit, noi ONG, sulla base dellanostra cultura e delle nostre esperienze,del lavoro con i partner del Sud e del con-tatto diretto con le comunità locali, voglia-mo continuare ad essere protagonisti e afare la differenza. L’incremento dell’aiutopubblico allo sviluppo e la possibilità dicontare su risorse certe, sufficienti e pro-grammate sono fattori necessari per com-battere povertà e ingiustizie; ma ciò è soloil primo passo per ottenere molto di più:un modello di sviluppo basato sulla soste-nibilità per tutti, più eguaglianza e rispet-to dei diritti umani (il diritto alla salute inprimis!), perché senza diritti garantiti euna società civile, libera e attiva non esistelo sviluppo. Dal documento comune emanato dalle re-ti di ONG al termine del Forum si leggeche: “Se,come è stato ribadito in occasionedel Forum, la cooperazione è priorità delPaese, il rilancio degli aiuti non può essereancora rinviato, pena il rischio di vedereulteriormente ridotta la credibilità delPaese nella lotta alla povertà e lo svilupposostenibile. È possibile e necessario rifor-

mare il sistema della cooperazione per da-re sostanza alle affermazioni condivise nelForum che richiedono che la cooperazioneinternazionale ai fini dello sviluppo siarappresentata in maniere forte e direttanelle attività e decisioni di governo. Ab-biamo bisogno di un sistema per la coope-razione all’altezza delle sfide del nuovosecolo. La cooperazione si deve aprire atutti gli attori che decidono di aderire aquei principi di difesa dei diritti umani edel rispetto delle priorità di sviluppo dellecomunità dei Paesi con i quali collaboria-mo in spirito di partenariato, come ribadi-to anche a livello internazionale. I soggettipubblici e privati devono aderire a questiprincipi per realizzare una cooperazioneinternazionale allo sviluppo efficace e mo-derna. Le nostre organizzazioni si impe-gnano a continuare il lavoro di promozio-ne di una rinnovata cooperazione. I tra-guardi per i quali lavorare sono immedia-ti: la realizzazione degli impegni per piùrisorse e per una nuova legge”.Con riferimento ai tavoli di lavoro prepa-ratori, ai numerosi argomenti di discussio-ne e al documento conclusivo del forum ,mi preme mettere in evidenza quanto se-gue, anche in relazione a Medicus MundiItalia e alle sfide che ci troveremo ad af-frontare nel futuro immediato:• ribadire la necessità di rispettare gli im-pegni presi dall’Italia nelle organizzazioniinternazionali, in particolare verso il Glo-bal Fund contro l’AIDS, la tubercolosi e lamalaria, partecipando attivamente alladefinizione di una nuova governance glo-bale dell’aiuto; • individuare i propri punti di forza, indi-

cando nel partenariato e nella cooperazio-ne fra territori, la chiave della cooperazio-ne del futuro; • la nostra presenza va concentrata in unnumero ristretto di paesi, per razionaliz-zare le risorse ed ottenere un maggiore im-patto (Burkina Faso e Mozambico sono frai Paesi indicati come prioritari per la futu-ra cooperazione italiana); • diviene sempre più importante il coin-volgimento delle comunità migranti, fa-vorendo l’impiego delle rimesse nel pro-cesso di sviluppo dei propri paesi d’origi-ne (“co-sviluppo”). Medicus Mundi Italiasta sperimentando una interessante espe-rienza di co-sviluppo in Burkina Faso; • non è sufficiente fare cooperazione ma ènecessario comunicarlo ad un pubblicopiù ampio, anche attraverso strumenti in-novativi; • è prioritario sostenere e rafforzare per-corsi di educazione alla cittadinanza glo-bale, rivolti in particolare ai giovani; • pur nel rispetto dei diversi obiettivi, di-venta sempre più importante rapportarsianche con il mondo produttivo, non soloper richiedere alle imprese l’esercizio del-la responsabilità sociale ma per anche perindurle a collaborare con il settore pubbli-co e non profit alla ricerca di soluzioni perlo sviluppo umano e sostenibile. Il documento finale del forum si concludecosì: “la cooperazione può e deve fare lasua parte per destare nel Paese la voglia dicrescere, di ottimismo e di fiducia nel futu-ro. C’è bisogno di coraggio per guardarelontano, così come di scelte di impegno epassione civile. Chi in questi anni ha lavo-rato, chi ha sperato, chi si è sentito solo, og-gi è riproiettato nel futuro e riscopre di es-sere parte di un disegno più grande.Ognuno faccia la sua parte. L’Italia saràmigliore”.

Massimo ChiappaDirettore di Medicus Mundi Italia

Il dopo-Forum della Cooperazione

CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEAA norma dello Statuto Sociale è convocatal’Assemblea Generale Ordinaria, in prima convocazione domenica 09-12-2012 ore 22;

in seconda convocazione Lunedì 10 Dicembre 2012, ore 17.00presso la sede sociale Via Martinengo da Barco 6/a Bresciacon il seguente ordine del giorno:• Presentazione del Bilancio Preventivo 2013• Piano illustrativo attività MMI per il 2013• Discussione ed approvazione del Bilancio Preventivo 2013• Provvedimenti conseguenti• Varie ed eventuali Il Presidente Prof. Giampiero Carosi

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Page 5: Bollettino di Medicus Mundi Italia

Giugno 2012 - Parte per il Burkina Faso la dott.ssa MariannaBettinzoli, che si occuperà degli aspetti sanitari relativi al pro-getto “Acqua, salute, igiene e sviluppo socio-economiconell’area rurale di Béguédo (Burkina Faso)”.

Giugno 2012 - Presenza del dott. Fabian Schumacher comeconsulente nell’ambito dei progetti di sostegno pediatrico inBurkina Faso.

Agosto 2012 - La dott.ssa Francesca Pezzolo parte per la Re-pubblica Centrafricana dove svolgerà attività pediatrica pres-so l’Ospedale di Maigaro.

Luglio 2012 - La pediatra Marta Arrighini parte per il BurkinaFaso per 2 mesi per una esperienza presso il Centre Médical St.Camille di Ouagadougou.

Agosto 2012 - La pediatra Fabiana Barbieri parte per il BurkinaFaso per 5 mesi per una esperienza presso il Centre Médical St.Camille di Ouagadougou.

Settembre 2012 - La dott.ssa Gemma Cattaneo sostituisce ildott. Alessandro Pini nell’ambito del progetto dal titolo “Pro-getto di urgenza contro la malnutrizione acuta severa nella Re-gione del Centre-Ouest”.

Ottobre 2012 - L’ing. Luca Rondi del Cetamb dell’Università diIngegneria di Brescia, parte per il Burkina Faso per la supervi-sione tecnica delle attività del progetto “Acqua, salute, igiene esviluppo socio-economico nell’area rurale di Béguédo (Burki-na Faso)”.

Ottobre 2012 - L’infermiera professionale Daniela Faccio di Ve-rona raggiunge in Ecuador la nostra dott.ssa Chiara Poppi peroccuparsi delle attività di formazione dei volontari di salutenella gestione del progetto «Rafforzamento dei servizi di dia-gnosi, formazione e prevenzione in ambito di salute di baseper le Comunità della “Manga del Cura” (Ecuador)»; vi ri-marrà sino a marzo 2013.

Ottobre 2012 - Missione di verifica del dott. Massimo Chiappa,accompagnato dal sig, Mario Bina, nell’ambito del progetto“Brescia per il Mozambico - Formazione agrozootecnica multi-livello e promozione della sanità comunitaria per lo svilupporurale del Distretto di Morrumbene (Provincia di Inhambane -Mozambico)”, co-finanziato dal Ministero degli Affari Esteri eda CEI e Comune di Brescia.

Ottobre 2012 - Missione in Burkina Faso per verifica progettied iniziative in loco del Presidente di Medicus Mundi Italia,prof. Giampiero Carosi e del Vice-Presidente, dott. Silvio Cali-garis. Nell’occasione il prof. Carosi ha tenuto una “lectio magi-stralis” presso l’Aula Magna dell’Università di Ouagadougou.

Novembre 2012 - La dott.ssa Marta Zaffaroni parte per il Bu-rundi, dove resterà 18 mesi, per le attività di educazione e for-mazione previste nel progetto “Brescia per il Burundi – Proget-to integrato per la promozione della donna e lo sviluppo dellecomunità rurali a Ngozi, Muyinga e Kirundo.

Presenze a convegni e incontri

24-25 maggio 2012, Ginevra - Il dott. Fabian Schumacher rap-presenta Medicus Mundi Italia all’Assemblea di MedicusMundi International. Nell’ambito dell’Assemblea, il dott. F.Schumacher è stato eletto nel Executive Board di MedicusMundi International.

13 giugno 2012, Milano - Il dott. Massimo Chiappa rappresen-ta Medicus Mundi Italia all’Assemblea di Colomba.

6 luglio 2012, Roma - Il dott. Giovanni Zoppi partecipa all’in-contro formativo organizzato dalla Focsiv sulla rendicontazio-ne dei progetti.

17 settembre 2012, Milano - La dott.ssa Monica Franchi rap-presenta Medicus Mundi Italia all’Assemblea dell’Istituto Ita-liano della Donazione.

1-2 ottobre, Milano - I dott. Massimo Chiappa e Monica Fran-chi partecipano al Forum della Cooperazione Internazionale“Muovi l’Italia cambia il mondo”.

3 ottobre 2012, Milano - La dott.ssa Monica Franchi partecipaalla 2a Edizione di Sodalitas Social Innovation.

1-19 ottobre 2012, Brescia - Svolgimento della XXV edizionedel Corso di aggiornamento in Malattie Tropicali.

10-11 ottobre 2012, Amsterdam - Il dott. Fabian Schumacherrappresenta Medicus Mundi International al meeting del Me-dicus Mundi International Network.

24 ottobre 2012, Milano - La dott.ssa Monica Franchi partecipaad un workshop tematico sulla normativa del DL 231/2001presso l’Istituto Italiano della Donazione.

14 novembre 2012, Milano - I dott. Massimo Chiappa e Moni-ca Franchi partecipano alla 7a Conferenza della Donazione“Come il Non Profit può contribuire alla crescita”.

20 novembre 2012, Milano - La dott.ssa Monica Franchi parte-cipa ad un workshop tematico “La misurazione dell’efficacianel Non Profit”, presso l’Istituto Italiano della Donazione.

PRESENZE NEI PVS

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PROGETTI DI MEDICUS MUNDI ITALIA

IN CORSO

AFRICA

Burkina Faso Projet d’Urgence contre la malnutrition Aigue Sévère au Burkina Faso» Commissione Europea-ECHOin consorzio con LVIA-Associazione Internazionale Volontari Laici (capofila) (Dir.Gen. Aiuti Umanitari

e Protezione Civile)

Burkina Faso Acqua, salute, igiene e sviluppo socio-economico nell'area rurale di Béguédo Comune di BresciaMMI capofila, in consorzio con Fon.Sipec e Fon.Tov Rotary Milano Sempione

Burkina Faso Lotta all’AIDS pediatrico nel centro medico S.Camillo di Ouagadogou Fondi privati

Burkina Faso Miglioramento delle prestazioni prenatali nel Distretto sanitario di Nanoro Fondazionedella Comunità Bresciana

Burkina Faso Sviluppo della produzione locale, della promozione e commercializzazione Fondazione Cariplo/di farine di complemento alimentare per la lotta alla malnutrizione Regione Lombardiainfantile nelle Provincie di Kadiogo, Boulkiemdè e Oubritenga (Burkina Faso) MMI capofila, in consorzio con LVIA-Associazione InternazionaleVolontari Laici e Mani Tese

Burundi Progetto integrato per la promozione della donna e lo sviluppo delle Comune di Bresciacomunità rurali a Ngozi e Muyinga e Kirundo - in consorzio con SVI Consulta per la Cooperazione,(capofila), Fon.Tov, Fon.Sipec, Centro Missionario Diocesano di Brescia la Pace, la Solidarietà

Internazionale e i Diritti Umani

Mozambico Progetto integrato di sviluppo multisettoriale a Mocodoene e Mongue Conf. Episcopale Italiana/Provincia di Inhambane - In consorzio con Fon.Tov (capofila), SCAIP, Comune di BresciaSVI e Fon.Sipec - Programma "Brescia per il Mozambico" Consulta per la Cooperazione,

la Pace, la SolidarietàInternazionale e i Diritti Umani

Mozambico Formazione agrozootecnica multilivello e promozione della salute Ministero degli Affari Estericomunitaria per lo sviluppo rurale del Distretto di MorrumbeneIn consorzio con SCAIP - Programma "Brescia per il Mozambico"

AMERICA LATINA

Ecuador Rafforzamento dei servizi di analisi, formazione e prevenzione Conf. Episcopale Italianain ambito di salute di base per le Comunita’ della “Manga del Cura”

ASIA

India Promozione della donna a Sayalkudi Fondazione S. Zeno di Verona(consortile con Tovini capofila e Fond. Sipec)

PROGETTI IN STESURA

Brasile Sostegno al miglioramento della salute, accesso all’acqua potabile Conf. Episcopale Italianae generazione di reddito per le comunità quilombole disant'antonio-penalva (Maranhao) - In consorzio con Aquilone onlus

Paese Progetto Co-finanziatore

6 Bollettino della Medicus Mundi Italia

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Page 7: Bollettino di Medicus Mundi Italia

Bollettino della Medicus Mundi Italia 7

La malaria, è ancora stabilmentepresente nelle fasce intertropicalidei due emisferi, interessando ben4 continenti. Le aree di endemia siestendono fino al 40° paralleloNord, che comprende anche l’Eu-ropa. La malaria sembra interessa-re ben 106 Paesi del mondo, distri-buendosi “a pelle di leopardo”, conlivelli di endemia diversi.Il continente maggiormente colpitorimane quello africano dove la ma-laria è principalmente concentratanei Paesi sub-sahariani e centrali edove l’agente patogeno predomi-nante è Plasmodium falciparum, laspecie responsabile della quasi to-talità dei casi mortali per malaria.Nel continente africano dobbiamoconsiderare le zone a endemia sta-bile, con livelli di trasmissione ele-vati durante tutto l’arco dell’anno:sono queste le zone di iperende-mia, dove i casi mortali sono con-centrati nella fascia di età 0-5 anni enelle donne in gravidanza e dovel’elevato e continuo numero dipunture infettanti conferisce alti li-velli di immunità e comunque dibreve durata. Vi sono anche le zonecon malaria instabile (aree semide-sertiche, altopiani) caratterizzateda brevi periodi e da debole inten-sità di trasmissione, dove la popo-lazione presenta bassi livelli di im-munità. In queste zone la malaria può im-provvisamente assumere anda-mento epidemico in seguito a even-ti particolari (inondazioni, movi-menti di popolazioni, guerre), concasi mortali distribuiti in tutte le fa-sce d’età di una popolazione nonimmune.

Nella maggior parte degli altricontinenti la specie di plasmodiopredominante è P. vivax. Tuttaviasono presenti aree di iperendemiada P. falciparum anche nel BacinoAmazzonico, nel Sub-continenteIndiano e in alcune isole del Pacifi-co orientaleSecondo i dati più recenti dell’Or-ganizzazione Mondiale della Sa-nità (OMS) e della partnershipRoll Back Malaria (Rbm), su unapopolazione a rischio di 3,3 miliar-di di persone, a fine 2011 sarebbero247 milioni i casi di malaria stimatinel mondo dei quali 212 in Africa,21 milioni in Asia, 8,1 in MedioOriente e 2,7 nel continente ameri-cano. Degli 881.000 decessi, ben801.000 (91%) si verificherebberonella sola africa, l’85% dei quali trabambini di età inferiore ai 5 anni. Strategie e interventi

Sono stati fatti sicuramente dei pro-gressi a livello internazionale nelraggiungimento degli obiettivi dicontrollo della malaria stabiliti peril 2010 e per il 2015 dal Roll BackMalaria: ridurre la mortalità per lamalaria del 50% entro il 2010 e del75% entro il 2015, attraverso inter-venti diversificati soprattutto in ba-se alle differenti risorse economi-che dei Paesi colpiti.Rbm a metà 2011 ha aggiornato gliobiettivi da raggiungere per la finedel 2015 ed ha stabilito tre puntiprincipali:- azzerare la mortalità globale permalaria- ridurre i casi globali del 75% ri-spetto al 2000- eliminare la malaria da 10 nuoviPaesi rispetto al 2008Le nuove strategie di controllo daapplicare in maniera differente a

seconda dell’area e dell’obiettivospecifico da raggiungere sono statesostanzialmente individuate traqueste quattro:• la diagnosi rapida di malaria,passando da quella presuntiva ba-sata sulla sola presenza di febbre al-la conferma parassitologica, sia conl’esecuzione dell’emoscopia (goc-cia spessa) che con l’impiego dei te-st diagnostici rapidi immunocro-matografici per evidenziare, in par-ticolare, i casi di malaria da p. falci-parum;• la disponibilità di una terapiaprecoce, da utilizzare nei casi difebbre, con il risparmio di quei far-maci da utilizzare come prima li-nea, ossia da riservare ai soli casi dap. falciparum (Artemisin Combina-tion Therapy, ACT);• l’interruzione del contatto vetto-re-uomo mediante l’utilizzo di zan-

zariere da posizionare sul letto, im-pregnate di permetrina soprattuttoper la protezione dei gruppi più arischio (bambini al di sotto dei 5 an-ni e donne gravide);• interventi contro i vettori adultiendofili con l’impiego di insetticidiper il trattamento delle pareti inter-ne delle abitazioni.Negli ultimi anni alcuni Paesi afri-cani, grazie ad intensi interventi dicontrollo sulla malattia da partedell’OMS, hanno evidenziato unariduzione del 50% sia nei casi con-fermati di malaria sia nelle ospeda-lizzazioni e nei decessi, altri invecehanno mostrato riduzioni tra il 25ed il 50%. Nel 2010 la Regione Eu-ropea ha riportato 176 casi di mala-ria autoctona.

I recenti casi della GreciaSei casi autoctoni di malaria da P.vivax sono stati riportati in Grecianel 2012. Si tratta di soggetti chenon avevano mai effettuato un

Rubrica del medico Si riuscirà a fermare la malaria?

Distribuzione dei casi di malariaautoctona in Grecia.

Presenza di anopheles in Europa e in Italia, potenziali vettori di malaria.

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viaggio al di fuori della Grecia o solo da più di cinqueanni.Nel 2011, erano già stati riportati in Grecia 63 casi dimalaria autoctona, tra il 29 maggio ed 9 dicembre.Trentatrè di questi avevano riguardato cittadini greciche non avevano mai lasciato il loro paese. Il principalefocolaio era stato nella valle di Evrotas in Lakonia, do-ve furono osservati anche gli altri 30 casi, che riguarda-vano viaggiatori migranti. Gli altri casi erano avvenutiin alcune municipalità del’Attica, d’Evoia, di Viota eLarissa.Sebbene l’Europa sia stata dichiarata ufficialmentedall’OMS malaria free, negli ultimi decenni sono stati ri-portati casi contratti localmente, in quasi tutti i Paesidel continente. I casi di malaria di importazione (con-tratta dai viaggiatori in zona di endemia) sono annual-mente circa 15.000 mentre i casi autoctoni sono dell’or-dina di alcune decine.La maggior parte di questi sembrano causati da even-ti occasionali come l’importazione col bagaglio con ivoli internazionali di zanzare anofeli infette, qualchevolta sono in causa le trasfusioni di sangue o le puntu-re accidentali con aghi infetti.I casi che maggiormente ci devono preoccupare sonorappresentati da quelli definiti di malaria autoctonaintrodotta e dovuti alla trasmissione del plasmo-dium da parte di anofeli indigene (infettate per im-

portazione), ancora presenti soprattutto nei Paesi eu-ropei che si affacciano sul mediterraneo. Si tratta dipotenziali vettori responsabili di casi di malaria au-toctona sporadici in Italia e Corsica (Anopheles labran-chiae) in Spagna (Anopheles atroparvus) e soprattuttoin Grecia (Anopheles Sacharovi e Anopheles superpictus).Si è trattato, prima dei più recenti casi che hanno col-pito la Grecia, di una ventina di casi (di cui un anchein Italia) dovuti per la quasi totalità a P. vivax, agentedi una delle forme benigne di malaria.Il costante aumento della temperatura media, le modi-fiche ambientali dovute agli interventi dell’uomo, in-cominciano a destare preoccupazione circa un possi-bile ritorno dell’endemia malarica nell’Europa meri-dionale.

BibliografiaEpicentro - Il portale dell’epidemiologia per la sanitàpubblicaa cura del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorve-glianza e Promozione della Salute (ISS 2011). Il risk as-sessment Ecdc (sett 2011): Authchtonus Plasmodiumvivax malaria in Greece.

Silvio CaligarisClinica Malattie Infettivee Tropicali - Spedali Civili

di Brescia - MMI

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