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BULLI IN LETTERATURA
GLI “AMICI” DI CALANDRINO
Da qualche anno, in ambito scolastico, il triste fenomeno del bullismo
è diventato sempre più preoccupante. Il termine indica una serie di
azioni fisiche o verbali messe in atto contro persone ritenute più deboli
allo scopo di vessarle. Gli attori sono sempre il bullo o il gruppo dei
bulli, la vittima e gli “spettatori”, che anziché denunciare i fatti di loro
conoscenza, si limitano ad osservare, alimentando così il circolo
vizioso.
Se l’espressione bullismo è abbastanza recente, esempi di
comportamenti di prepotenza e di sopraffazione ci giungono da uno dei
testi fondamentali della letteratura italiana delle origini. Si tratta della
novella di Calandrino e l’elitropia, compresa nel Decamerone,
composto da Giovanni Boccaccio nel Trecento.
Abbiamo provato a illustrarla per voi!!!
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A Firenze un certo Maso, noto per la sua facilità allo scherzo, fa credere
al pittore Calandrino, conosciuto come un gran credulone, che in riva
al fiume Mugnone, poco lontano dalla città, era possibile trovare
l’elitropia, una pietra in grado di rendere invisibili le persone.
Dunque, il povero Maso appare fin da subito come la vittima prescelta
per una serie di meccanismi a catena, che lo porteranno a subire e a
vendicarsi a propria volta, in un crescendo di violenza emotiva e fisica.
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Calandrino, in estasi per quella rivelazione, lo confida a Bruno e
Buffalmacco, suoi presunti amici. Questi, anziché metterlo in guardia
della beffa ideata a suo danno, fingono di crederci, Anzi, per rincarare
la dose, si offrono di accompagnarlo nella ricerca della pieta
miracolosa.
Sembrerebbe solo uno scherzo. Forse neanche loro riescono a
prevedere la bufera che è in arrivo!!!
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Il gioco è fatto!!! I tre raggiungono la riva del Mugnone.
Il povero Calandrino inizia a raccogliere dei comuni sassi, convinto
trattarsi della miracolosa elitropia.
Gli altri due lo osservano divertiti.
Solitamente i bulli provano piacere nel vedere la vittima arrancare nella
completa ignoranza delle macchinazioni organizzate a suo discapito.
Prima Maso, poi Bruno e Buffalmacco, si calano perfettamente nel
ruolo.
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Bruno e Buffalmacco fingono di non vedere Calandrino, per fargli
credere di essere diventato invisibile.
Poi iniziano a tirargli delle pietre, passando così dalla violenza
psicologica a quella fisica.
Il povero Calandrino, per dimostrare di essere diventato invisibile, non
si lamenta, ma incassa i colpi dei sassi.
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Giunto il mezzogiorno, Calandrino decide di tornare a casa. Bruno e
Buffalmacco, che lo seguono, continuano a lanciargli pietre, ma il
povero malcapitato prosegue imperterrito senza emettere il pur minimo
lamento.
Al passaggio da Porta San Gallo anche le guardie, avvisate anzitempo
dai due bulli, fingono di non vederlo, e Calandrino passa esaltato,
sempre più convinto dei poteri della magica elitropia.
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Arrivato a casa, Calandrino viene rimproverato dalla moglie per il
ritardo. Lui, credendo che la donna abbia annullato il potere
dell’elitropia, la picchia furibondo.
Così alla violenza si aggiunge violenza.
Calandrino, vittima dell’inganno organizzato da Maso, Bruno e
Buffalmacco, si sfoga sulla povera donna, nuova vittima di una serie di
burle e inganni che nessuno ha avuto il coraggio di fermare.
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Ma non è finita. Bruno e Buffalmacco, che hanno assistito alla scena,
rincarano la dose. Dicono a Calandrino che avrebbe dovuto sapere che
le donne hanno il potere di annullare l’effetto dell’elitropia. Perciò, è
tutta colpa sua.
Poi i due se ne vanno sghignazzando a spifferare l’accaduto per tutta
Firenze.
Povero Calandrino!!! Non solo il danno, ma anche la beffa!!! Una beffa
colossale!!!
A quel tempo non esistevano i social. Ma allora come oggi la malafede
e la prepotenza possono causare danni anche irreparabili.
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Sono passati sette secoli dall’epoca di Boccaccio. Ma non è cambiato
molto. Ancora oggi molte persone, anche giovani, pensano che
prendere in giro gli altri sia un innocuo passatempo. Magari si servono
anche dei social, così il passaparola diventa megagalattico. Per le
vittime, però, non è un semplice scherzo, e troppo spesso le
conseguenze sono tristissime.
Soprattutto, nell’amicizia, non può esserci posto per la prepotenza
fisica, emotiva o verbale.
Un vero amico è una persona disposta ad aiutare non ad abbattere.
Nell’amicizia non può esserci il … BULLISMO!!!