business analysis gennaio 2015 - ubibanca.com alimentare … · la rilevanza del settore...
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Settore delle Industrie Alimentari e Bevande
Tendenze e prospettive strategiche
Business Analysis
Gennaio 2015
La rilevanza del settore agroalimentare
� In Italia il processo di produzione e distribuzione di prodotti agroalimentari coinvolge il 13,2% degli occupati
della nostra economia.
� Il settore agroalimentare italiano (composto da aziende agricole, imprese di trasformazione alimentare,
grossisti, grandi superfici distributive, piccoli negozi al dettaglio ed operatori della ristorazione) rappresenta
l’8,7% del PIL (ossia 119 miliardi di euro ).
� Se si considera anche l’indotto generato (vale a dire servizi essenziali quali trasporto, packaging, logistica,
energia, mezzi strumentali, servizi di comunicazione e promozione), il settore agroalimentare arriva a
2Business Analysis
rappresentare fino al 13,9% del PIL italiano , in tendenziale crescita dal 2008 ad oggi.
Il settore agroalimentare ha un rilevanza socio-economica tale da essere considerato un
asset strategico per l’economia del nostro Paese.
3Business Analysis
Settore INDUSTRIE ALIMENTARI
Industrie Alimentari (Ateco 10)Esportazioni
IndustrieAlimentari
cod.
AtecoSottocomparto Alimentare 2008 2009 2010 2011 2012 2013 CAGR
10.1 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI CARNE E PRODUZIONE DI PRODOTTI A BASE DI CARNE 2.108 2.039 2.428 2.697 2.827 2.904 6,6%
10.2 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI PESCE, CROSTACEI E MOLLUSCHI 327 319 324 328 321 347 1,2%
10.3 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI FRUTTA E ORTAGGI 2.603 2.561 2.686 2.838 3.001 3.088 3,5%
10.4 PRODUZIONE DI OLI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI 1.513 1.363 1.545 1.689 1.780 1.961 5,3%
10.5 INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA 1.798 1.772 2.147 2.388 2.474 2.600 7,6%
4Business Analysis Fonte elaborazioni UBI Banca su dati Istat
Le esportazioni di tutti i sottocomparti delle Indus trie Alimentari hanno registrato tassi di crescita medi annui decisamente positivi.Negli ultimi scorsi l’export è stato quindi il prin cipale motore di crescita per le imprese alimentari italiane ed è prevedibile che la spintaproseguirà nel corso dei prossimi anni.
10.6 LAVORAZIONE DELLE GRANAGLIE, PRODUZIONE DI AMIDI E DI PRODOTTI AMIDACEI 1.064 987 991 1.112 1.098 1.127 1,2%
10.7 PRODUZIONE DI PRODOTTI DA FORNO E FARINACEI 2.743 2.569 2.649 2.862 3.097 3.245 3,4%
10.8 PROD. ALTRI PRODOTTI ALIMENTARI (zucchero, cacao, tè, caffè, condimenti e spezie, piatti preparati) 3.556 3.460 3.833 4.272 4.772 4.979 7,0%
10.9 PRODUZIONE DI PRODOTTI PER L'ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI 318 284 335 407 467 515 10,1%
10 TOTALE INDUSTRIE ALIMENTARI 16.030 15.355 16.938 18.592 19.836 20.766 5,3%
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Valore Medio Unitario
Industrie AlimentariEsportazioni – Valore, volume e valore unitario medi o
IndustrieAlimentari
10.000
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mil
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Valore
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6.000.000
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10.000.000
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Volume
CAGR2,1%
5Business Analysis
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2008 2009 2010 2011 2012 20130
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2008 2009 2010 2011 2012 2013
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4.000.000
2008 2009 2010 2011 2012 2013
Fonte Istat Fonte Istat Fonte elaborazioni UBI Banca su dati Istat
A partire dal 2010, le esportazioni delle Industrie Alimentari sono cresciute tanto in volume quanto in valore medio unitario. Questosignifica che è progressivamente cresciuta la quot a di valore aggiunto inclusa nei prodotti.
Industrie Alimentari Esportazioni, importazioni e saldo commerciale
dati in migliaia di euro
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014F 2015F 2016F
Valore della produzione 97.992.917 93.475.503 96.306.380 101.949.858 103.200.481 103.448.971 101.897.236 105.168.969 109.143.644
Importazioni 20.921.402 19.260.006 21.811.925 23.933.474 23.747.493 24.725.383 25.783.900 26.557.417 27.301.025
Esportazioni 16.030.435 15.354.807 16.938.286 18.591.991 19.835.876 20.766.171 21.325.249 22.178.259 23.287.172
Saldo commerciale (4.890.967) (3.905.199) (4.873.639) (5.341.483) (3.911.617) (3.959.212) (4.458.651) (4.379.158) (4.013.853)
Mercato interno 102.883.884 97.380.702 101.180.019 107.291.341 107.112.098 107.408.183 106.355.887 109.548.127 113.157.497
IndustrieAlimentari
6Business Analysis Fonte elaborazioni UBI Banca su dati Istat
15.000
16.000
17.000
18.000
19.000
20.000
21.000
22.000
23.000
24.000
mil
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Esportazioni
15.000
17.000
19.000
21.000
23.000
25.000
27.000
29.000
mil
ion
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Importazioni
-6.000
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-3.000
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mil
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Saldo commerciale
CAGR4,8%
CAGR3,4%
Industrie Alimentari Esportazioni per paese di destinazione
Le esportazioni del settore alimentare sono dirette prevale ntemente verso i Paesidell’Unione Europea. Tuttavia negli ultimi tre anni l’expo rt verso i Paesi extra-UE ècresciuto a tassi molto maggiori, sebbene da valori iniziali relativamente bassi.
Le esportazioni del settore alimentare sono dirette prevale ntemente verso i Paesidell’Unione Europea. Tuttavia negli ultimi tre anni l’expo rt verso i Paesi extra-UE ècresciuto a tassi molto maggiori, sebbene da valori iniziali relativamente bassi.
IndustrieAlimentari
12.000.000.000
14.000.000.000
16.000.000.000
Esportazioni italiane di Alimentari per paesi di destinazione
(migliaia di euro)CAGR3,8%
7Business Analysis Fonte elaborazioni UBI Banca su dati Istat
Unione Europea 28 Altri Europa NAFTA Altri America Cina Altri Asia Africa Oceania
2011 12.903.199.637 1.356.428.067 1.600.305.802 229.529.142 153.284.721 1.434.113.921 593.031.769 322.097.806
2012 13.417.302.022 1.470.888.997 1.762.624.794 247.285.751 196.945.373 1.693.971.116 699.531.278 347.326.463
2013 13.906.036.436 1.624.851.637 1.827.402.519 287.009.838 213.596.565 1.786.790.617 739.305.095 381.178.644
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CAGR9,4%
CAGR6,8%
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CAGR18,0%
CAGR11,6%
CAGR11,6%
CAGR8,8%
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Industrie Alimentari Fatturato totale, domestico e estero
� Il fatturato totale delleIndustrie Alimentari haevidenziato del periodo2000 – 2014* un CAGR del2,7%
� Nel medesimo periodo ilCAGR del fatturato estero
IndustrieAlimentari
CAGR 2000-2014 = 5,7%
CAGR 2000-2014= 2,7%
CAGR 2000-2014= 2,2%
8Business Analysis
0
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Fatturato totale Fatturato domesticoFatturato estero
CAGR del fatturato esteroè stato del 5,7%, mentreper il mercato domestico siè attestato intorno al 2,2%
Fonte elaborazioni UBI Banca su dati Istat
* dati aggiornati a settembre 2014
Industrie Alimentari (Ateco 10)Dati chiave del settore
dati in migliaia di euro
2008 2009 2010 2011 2012* 2013F 2014F 2015F 2016F
Numero delle imprese 57.549 54.990 54.349 55.203 54.585 54.317 54.311 54.484 54.487
Fatturato 103.119.607 97.435.801 100.331.680 106.497.311 107.850.888 108.239.784 106.616.187 110.039.437 114.198.183
Costo delle materie prime e servizi 86.293.683 79.276.343 81.987.996 89.435.345 88.696.088 88.534.267 90.420.975 93.714.381 97.362.011
Costo del personale 9.837.758 10.592.671 10.628.987 10.615.268 11.220.683 11.286.544 11.514.710 12.083.830 12.548.731
MOL 7.125.428 7.169.082 8.447.697 8.087.862 6.405.994 6.985.218 7.702.059 8.308.740 8.862.034
Investimenti 4.272.918 4.362.739 3.933.591 3.248.386 3.323.772 3.441.922 3.650.542 3.918.883 4.068.000
Occupazione 400.964 392.157 393.810 306.282 298.340 293.794 292.606 297.517 312.013
IndustrieAlimentari
9Business Analysis Fonte elaborazioni UBI Banca su dati Istat
Fatturato medio per impresa 1.792 1.772 1.846 1.929 1.976 1.993 1.963 2.020 2.096
MOL/Fatturato 6,9% 7,4% 8,4% 7,6% 5,9% 6,5% 7,2% 7,6% 7,8%
Investimenti/Fatturato 4,1% 4,5% 3,9% 3,1% 3,1% 3,2% 3,4% 3,6% 3,6%
Fatturato medio per dipendente 257 248 255 348 362 368 364 370 366
Costo medio per dipendente 240 229 235 327 335 340 348 356 352
* stime UBI Banca su dati Istat
Nei prossimi anni si prevede un aumento del MOL in percentuale del fatturato per effetto del recupero del mark-up, che è statofortemente penalizzato dalla pressione esercitata dal la Grande Distribuzione Organizzata
Gli investimenti dovrebbero tornare a crescere in p ercentuale del fatturato dopo il declino registrato nel corso degli ultimi tre anni
Industrie Alimentari (Ateco 10)Margine EBITDA e prezzi delle materie prime aliment ari
IndustrieAlimentari
0,0%
5,0%
10,0%
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MOL/Fatturato e prezzi delle materie prime
10Business Analysis Fonte elaborazioni UBI Banca su dati Istat
-15,0%
-10,0%
-5,0%
5,0%
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2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014
MOL/Fatturato (sx) CRB Materie Prime Alimentari - var. annua (dx)
Nel comparto alimentare, le fasi di rialzo dei prezzi delle mate rie prime sono seguite da fasi di ripresa delrapporto MOL/fatturato. Poiché prevediamo che la fase di co ntrazione delle quotazioni delle commodities delsettore proseguirà, il margine MOL/fatturato aumenterà.
11Business Analysis
Settore delle BEVANDE
Industrie delle Bevande (Ateco 11) Esportazioni
Settore Bevande
dati in milioni di euro
cod.
AtecoSottocomparto Bevande 2008 2009 2010 2011 2012 2013 CAGR
11.01 Distillazione, rettifica e miscelatura degli alcolici 476 461 526 592 600 659 6,7%
11.02 Produzione di vini da uve 3.673 3.511 3.918 4.405 4.696 5.042 6,5%
11.03 Produzione di sidro e di altri vini a base di frutta 21 28 38 42 47 59 23,2%
11.04 Produzione di altre bevande fermentate non distillate 153 138 151 154 172 185 3,9%
12Business Analysis Fonte elaborazioni UBI Banca su dati Istat
Nell’ambito delle bevande, le esportazioni di vino h anno registrato tassi di crescita medi annui decisa mente eccezionali.
11.05 Produzione di birra 75 81 115 121 134 133 12,2%
11.06 Produzione di malto 2 2 1 2 2 2 -4,3%
11.07 Industria delle bibite analcoliche, delle acque minerali e di altre acque in bottiglia 456 437 473 489 575 641 7,1%
11 TOTALE INDUSTRIA DELLE BEVANDE 4.856 4.658 5.222 5.806 6.225 6.722 6,7%
115
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Valore Medio Unitario
4.000
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Valore
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Volume
Industrie delle BevandeEsportazioni – Valore, volume e valore medio unitari o
Settore Bevande
13Business Analysis
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2008 2009 2010 2011 2012 2013
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2008 2009 2010 2011 2012 2013
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2008 2009 2010 2011 2012 2013
ton
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Fonte Istat Fonte Istat Fonte elaborazioni UBI Banca su dati Istat
CAGR1,4%
Industrie delle BevandeEsportazioni, importazioni e saldo commerciale
Settore Bevande
dati in migliaia di euro
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014F 2015F 2016F
Valore della produzione 15.869.138 14.475.319 16.234.687 18.784.248 19.151.397 18.707.753 18.333.598 19.160.877 20.202.096
Importazioni 1.349.468 1.229.416 1.330.832 1.367.042 1.382.601 1.366.974 1.286.496 1.305.794 1.331.910
Esportazioni 4.856.322 4.658.072 5.222.208 5.805.851 6.225.382 6.721.535 6.779.460 7.050.638 7.473.677
Saldo commerciale 3.506.854 3.428.656 3.891.376 4.438.809 4.842.781 5.354.561 5.492.963 5.744.844 6.141.767
Mercato interno 12.362.284 11.046.663 12.343.311 14.345.439 14.308.616 13.353.192 12.840.634 13.416.033 14.060.330
14Business Analysis Fonte elaborazioni UBI Banca su dati Istat
4.000
5.000
6.000
7.000
8.000
mil
ion
i d
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Esportazioni
1.200
1.250
1.300
1.350
1.400
mil
ion
i d
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uro
Importazioni
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
mil
ion
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Saldo commerciale
CAGR5,54%
CAGR-0,16%
Industrie delle BevandeEsportazioni per paese di destinazione
� Gran parte delle esportazioni italiane sono rivolte all’Eur opa, mentre mercatipotenzialmente amplissimi e con elevato potenziale quali Asi a e Cina sono ancorapoco battuti dalle imprese italiane.
Settore Bevande
3.500.000.000
4.000.000.000
Esportazioni italiane di Bevande per paesi di destinazione
(migliaia di euro)CAGR7,0%
15Business Analysis Fonte elaborazioni UBI Banca su dati Istat
Unione Europea 28 Altri Europa NAFTA Altri America Cina Altri Asia Africa Oceania
2011 3.188.380.079 636.876.814 1.465.235.781 77.021.516 71.232.395 270.754.769 33.969.479 62.380.145
2012 3.344.814.147 680.122.955 1.601.518.913 72.924.028 82.187.529 324.001.839 45.119.080 74.693.959
2013 3.650.551.618 732.934.577 1.685.734.223 74.898.692 83.056.174 341.206.721 70.179.325 82.973.764
0
500.000.000
1.000.000.000
1.500.000.000
2.000.000.000
2.500.000.000
3.000.000.000
CAGR7,3%
CAGR7,3%
CAGR-1,4%
CAGR8,0%
CAGR12,3% CAGR
43,7%CAGR15,3%
100
150
200
250
Industrie delle Bevande Fatturato totale, domestico e estero
� Il fatturato totale delSettore Bevande haevidenziato del periodo2000 – 2014* un CAGRdel 2,4%.
� Nel medesimo periodo ilCAGR del fatturato estero
Settore Bevande
CAGR 2000-2014= 5,6%
CAGR 2000-2014 = 2,4%
16Business Analysis
0
50
Fatturato totale Fatturato domesticoFatturato estero
CAGR del fatturato esteroè stato del 5,6% annuo,mentre per il mercatodomestico si è attestatointorno all’ 1,4%
Fonte elaborazioni UBI Banca su dati Istat
CAGR 2000-2014= 1,4%
* dati aggiornati a settembre 2014
Industrie delle Bevande (Ateco 11)Dati chiave del settore
Settore Bevande
dati in migliaia di euro
2008 2009 2010 2011 2012* 2013F 2014F 2015F 2016F
Numero delle imprese 2.866 2.758 2.786 2.871 2.854 2.850 2.850 2.863 2.863
Fatturato 15.993.355 14.881.172 16.046.798 18.908.327 19.154.495 18.736.837 18.362.100 19.190.666 20.233.504
Costo delle materie prime e servizi 13.250.223 11.682.945 12.499.439 15.252.047 14.880.761 14.462.828 14.923.803 15.634.541 16.525.099
Costo del personale 1.481.262 1.441.284 1.532.131 1.566.508 1.786.662 1.744.936 1.790.302 1.889.798 1.993.540
MOL 930.277 1.260.100 2.067.527 2.439.963 1.666.959 1.711.938 1.781.140 1.938.780 2.040.787
Investimenti 745.643 676.850 685.425 631.286 846.847 824.803 850.418 908.991 961.713
Occupazione 37.243 35.977 35.763 35.878 31.354 30.972 31.209 31.658 33.579
17Business Analysis Fonte elaborazioni UBI Banca su dati Istat
Fatturato medio per impresa 5.580 5.396 5.760 6.586 6.711 6.574 6.442 6.703 7.067
MOL/Fatturato 5,8% 8,5% 12,9% 12,9% 8,7% 9,1% 9,7% 10,1% 10,1%
Investimenti/Fatturato 4,7% 4,5% 4,3% 3,3% 4,4% 4,4% 4,6% 4,7% 4,8%
Fatturato medio per dipendente 429 414 449 527 611 605 588 606 603
Costo medio per dipendente 396 365 392 469 532 523 536 554 551
* stime UBI Banca su dati Istat
Nei prossimi anni si prevede un aumento del MOL in percentuale del fatturato per effetto del recupero del mark-up, che è statofortemente penalizzato dalla pressione esercitata dal la Grande Distribuzione Organizzata
Gli investimenti dovrebbero tornare a crescere in p ercentuale del fatturato dopo il declino registrato nel corso degli ultimi tre anni
18Business Analysis
Analisi STRATEGICA
La questione dimensionale
Nel contesto della crescente internazionalizzazione del settore, le dimensioni aziendali, tendenzialmente molto contenute e a controllo
familiare rappresentano un limite allo sviluppo. Il settore alimentare italiano è infatti estremamente frammentato, con migliaia di aziende
con fatturati molto bassi.
18,1%
2,0% 0,2%
Industrie Alimentari: 33.676 aziende
4,8% 0,8%
Industria delle Bevande: 1.696 aziende
Settore Alimentari & Bevande
19Business Analysis
79,6%
18,1%
3 - 9 addetti 10 - 49 addetti 50 -249 addetti >250 addetti
64,9%
29,5%
3 - 9 addetti 10 - 49 addetti 50 -249 addetti >250 addetti
Fonte elaborazioni UBI Banca su dati Istat - Censimento dell'industria e dei servizi 2011 (pubblicato in novembre 2013)
La questione dimensionaleImprese e addetti per classi di fatturato dell’indu stria alimentare, delle bevande e del tabacco e nell’industria manifatturiera in Italia(anni 2007 e 2010 – composizione %)
Settore Anno < 50.000tra 50.000 e
500.000
tra 500.000 e
1.000.000
tra 1.000.000 e
2.000.000 > 2.000.000
Totale
(valore assoluto)
2007 23,3 58,4 6,2 4,0 8,1 63.136
2010 24,9 56,1 6,4 4,1 8,5 57.145
2007 27,4 45,9 9,2 6,8 10,7 474.202
Imprese
Classi di fatturato in euro
Industria alimentare, delle
bevande e del tabacco
20Business Analysis Fonte : ISMEA, Istat
2007 27,4 45,9 9,2 6,8 10,7 474.202
2010 31,0 44,0 8,8 6,3 9,9 426.734
2007 4,6 28,4 7,0 5,8 54,2 447.424
2010 5,9 26,5 7,1 6,0 54,4 432.794
2007 3,7 16,5 8,1 8,7 63,0 4.449.481
2010 5,9 16,3 8,0 8,4 61,5 4.007.946
Addetti
Industria alimentare, delle
bevande e del tabacco
Industria manifatturiera
Industria manifatturiera
Circa l’80% del totale delle imprese dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco presentano un fatturato inferiore a 500 mila
euro. D’altra parte solo l’8,5% del totale delle imprese del settore realizza un fatturato superiore a 2 milioni di euro. Queste ultime, però,
impiegano oltre la metà degli addetti del settore.
La questione dimensionaleDimensione media delle imprese dell’industria alime ntare, delle bevande e del tabacco e dell’industria manifatturiera per alcuni Paesi dell ’UE27 e Dimensione media delle imprese dell’industria alimentare e delle bevande e dell’in dustria manifatturiera in Italia (numero di addetti per impresa - anno 2010)
26,8
51,7
33,1
30
40
50
60
7,8
14,0
8,8
10,6
8,1
12,7
8,6
9,9
7,2
13,8
7,8
9,5
6,4
12,4
6,8
9,0
7,3
12,8
7,6
9,4
8
10
12
14
16
21Business Analysis Fonte : ISMEA, Istat
7,610,5
13,3
5,9
9,4
14,6
10,7
20,4
6,6
0
10
20
Italia Francia Germania Spgna Gran Bretagna UE27
Alimentare Totale
Le dimensioni aziendali del settore in Italia sono minori di quelle rilevate nei principali Paesi europei.
6,4
0
2
4
6
Industria alimentare Industria delle bevande Industria alimentare, dell
bevande e del tabacco
Industria manifatturiera
1971 1981 1991 2001 2010
La questione del valore aggiunto
� La debolezza strutturale derivante da dimensioni molto ridotte trova riflesso nel fatto che le imprese dell’industria alimentare
si appropriano di una quota bassa del valore aggiunto prodotto dall’intera filiera agroalimentare.
� Nel 2011 (ultimo dato disponibile) fatto 100 il valore totale del valore aggiunto prodotto dall’intera filiera agroalimentare, la
quota relativa all’industria alimentare era pari solo al 10,3%.
� Inoltre questa quota è diminuita nel 2011 (ultimo dato disponibile) rispetto al livello registrato nel 2008 ed è molto probabile
che si sia verificato un calo ulteriore nel corso degli ultimi tre anni.
Settore Alimentari & Bevande
22Business Analysis
che si sia verificato un calo ulteriore nel corso degli ultimi tre anni.
� Negli ultimi anni, infatti, dovrebbe essere cresciuta la quota del valore aggiunto a beneficio del commercio per effetto della
pressione che la Grande Distribuzione Organizzata ha esercitato sul mark-up delle imprese alimentari per far fronte al calo
dei consumi che ha riguardato anche i generi alimentari.
� La quota di valore aggiunto delle imprese italiane dell’industria alimentare e delle bevande è molto inferiore a quella delle
imprese tedesche e francesi.
La questione del valore aggiuntoRipartizione del valore aggiunto lordo fra gli atto ri della filiera (2008 e 2011)
8,3
8,7
10,7
10,3
6,1
5,1
24,2
24,1
15,2
15,8
16,5
16,5
19
19,5
2008
2011
23Business Analysis Fonte : elaborazioni UBI Banca su dati ISMEA
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Prodotti esteri destinati al consumo VA prodotti alimentari trasformati VA prodotti agricoli
VA trasporto e commercio VA altri settori Import di beni intermedi
Imposte
Fatto 100 il valore aggiunto lordo complessivamente realizzato dall’intera filiera agroalimentare italiana, nel
2011 soltanto il 10,3% è andato a remunerazione dell’industria alimentare
5,3
5,3
1,9
1,6
10,3
2,9
3,0
3,1
2,7
3,1
2,4
2,0
1,1
0,7
10,9
2008
2011
2008
2011
2008
Il comparto della trasformazione alimentare: dal valore aggiunto lordo al NOPAT
Agricoltura
Commercio
Industria alimentare
Totale valore aggiunto
10,6
10,3
6,1
5,0
24,3
24Business Analysis
10,6
5,7
6,1
3,3
2,7
2,8
10,2
6,8
6,8
0 5 10 15 20 25
2011
2008
2011
Salari Ammortamenti Risultato netto
Fonte : elaborazioni UBI Banca
Commercioe trasporto
Altri settori
24,1
15,2
15,7
Nel 2011 il risultato netto dell’industria alimentare era equivalente solo al 2,0% del valore aggiunto lordo totale
prodotto dall’intera filiera agroalimentare italiana
Le risposte strategicheLa qualità come principale punto di forza competiti va
� Nell’industria alimentare e delle bevande italiana la qualità è stata individuata come principale leva competitiva dalla quasitotalità delle imprese (dalle piccole alle grandi). L’obbiettivo strategico principale, quindi, è acquisire un vantaggio competitivofacendo leva sulla qualità dei prodotti, non sul prezzo
� Indipendentemente dalla dimensione, infatti, il prezzo è indicato come punto di forza competitiva solo da circa un terzo delcampione del settore alimentare, mentre nel settore delle bevande questa percentuale risulta essere lievemente più alta.
Settore Alimentari & Bevande
89% 90%90%
100%
Industrie Alimentari e delle Bevande - Principali punti di forza competitiva delle imprese per attività
economica (in % del totale aziende) - Anno 2011
25Business Analysis
30%
38%
24%
29%
20% 20%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
Industrie alimentari Industria delle bevande
% s
ul
tota
le a
zie
nd
e d
el
sett
ore
Prezzo
Qualità
Flessibilità produttiva
Diversificazione Produttiva
Fonte : elaborazioni UBI Banca su dati ISTAT
Le risposte strategiche Le imprese alimentari sulla difensiva
� Se la qualità rappresenta la principale leva competitiva delle imprese italiane tanto dell’industria alimentare quanto dellebevande, le strategie adottate differiscono fra i due comparti
� Nell’industria alimentare, infatti, la strategia principale consiste nel difendere la quota di mercato
� Tuttavia, al crescere della dimensione aziendale assumono un rilevo crescente le strategie di sviluppo. Fra le imprese con oltre50 addetti, infatti, difesa della quota di mercato, aumento della gamma prodotti e accesso a nuovi mercati sono indicate comestrategie adottate dalla stessa percentuale di imprese.
Settore Alimentare
90%
Industrie Alimentari - Principali strategie adottate dalle imprese per attività economica (in % sul
totale) - Anno 2011
26Business Analysis
72%75%
68%
71%
40%
53%
67%
77%
23%
50%
69% 68%
6%
11%13% 13%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
3-9 addetti 10 - 49 addetti 50 - 249 addetti > 250 addetti
% s
ul
tota
le a
zie
nd
e d
el
sett
ore
Difesa della quota di mercato
Aumento gamma prodotti/servizi
Accesso a nuovi mercati
Attivazione/incremento di relazioni tra imprese
Fonte : elaborazioni UBI Banca su dati ISTAT
Le risposte strategiche Le imprese delle bevande all’offensiva
� Le imprese del settore bevande appaiono molto più orientate di quelle alimentari verso strategie di sviluppo. Infatti l’accesso anuovi mercati viene indicata dal 73,3% del campione complessivo quale strategia principale.
� Questa quota è stabile attraverso le classi dimensionali, a differenza di quanto osservato nel settore alimentare. Quindi leimprese italiane delle bevande sono fortemente orientate allo sviluppo delle vendite all’estero anche quando le dimensioniaziendali sono molto contenute.
Settore Bevande
79%
90%
Industria delle Bevande - Principali strategie adottate dalle imprese per attività economica (in % sul
totale) - Anno 2011
27Business Analysis
63%
68% 70%
77%
38%
50%
61%
69%70%
78% 79%
46%
14%
8%
12%
8%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
3-9 addetti 10 - 49 addetti 50 - 249 addetti > 250 addetti
% s
ul
tota
le a
zie
nd
e d
el
sett
ore
Difesa della quota di mercato
Aumento gamma prodotti/servizi
Accesso a nuovi mercati
Attivazione/incremento di relazioni tra imprese
Fonte : elaborazioni UBI Banca su dati ISTAT
Le risposte strategiche Il livello di internazionalizzazione
� La maggior rilevanza strategica delle vendite all’estero nel settore delle bevande rispetto a quello alimentare trova riflesso neldiverso livello di internazionalizzazione delle imprese. Infatti mentre nel settore alimentare solo il 24% delle imprese ha l’esterocome principale mercato di riferimento, questa percentuale sale al 76% nel settore delle bevande.
Settore Alimentari & Bevande
24%90%
100%
Industrie Alimentari e delle Bevande per mercato di riferimento (in % del totale aziende) -
Anno 2011
28Business Analysis
60%
6%
16%
18%
24%
76%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
Industrie alimentari Industria delle bevande
% s
ul
tota
le a
zie
nd
e d
el
sett
ore
Mercati esteri
Mercato nazionale
Mercato locale
Fonte : elaborazioni UBI Banca su dati ISTAT
Le risposte strategicheIl livello di internazionalizzazione
� Nel settore alimentare la quota di fatturato realizzata nei mercati esteri è direttamente proporzionale alle dimensioni aziendali.Infatti mentre l’estero rappresenta il mercato di riferimento solo per il 17% delle piccole imprese, questa quota sale all’89% perle imprese con oltre 250 addetti.
� Nel settore delle bevande il livello di internazionalizzazione delle vendite è elevato anche per le piccole imprese. Infatti l’esterorappresenta il mercato di riferimento per il 71% delle piccole imprese, una percentuale non lontana dall’85% rilevato fra leimprese con oltre 250 addetti.
Settore Alimentari & Bevande
Industrie Alimentari per mercato di riferimento (in % del totale aziende) - Anno 2011 Industria delle Bevande per mercato di riferimento (in % del totale aziende) - Anno 2011
29Business Analysis
69%
32%
8%
14%
24%
20%
17%
44%
72%
89%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
3-9 addetti 10 - 49 addetti 50 - 249 addetti > 250 addetti
% s
ul to
ta
le a
zie
nd
e d
el
se
tto
re
Mercati esteri
Mercato nazionale
Mercato locale
8%3% 2%
21%
14%7% 15%
71%
83%90%
85%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
3-9 addetti 10 - 49 addetti 50 - 249 addetti > 250 addetti
% s
ul
to
ta
le a
zie
nd
e d
el
se
tto
re
Mercati esteri
Mercato nazionale
Mercato locale
Gli ostacoli alla competitivitàMancanza di finanza oppure di domanda?
� La mancanza di risorse finanziarie è un ostacolo per la competitività per il 45% delle imprese alimentari e per il 39% delleimprese delle bevande.
� Tuttavia questa percentuali scendono drasticamente all’aumentare delle dimensioni aziendali: per le imprese con oltre 250addetti la mancanza di risorse finanziarie è un ostacolo per la competitività solo per il 21% delle imprese alimentari e per il 15%di quelle delle bevande.
� Per le imprese di dimensioni maggiori è molto maggiore la quota di imprese che indica nella mancanza di domanda il principaleostacolo alla competitività.
Settore Alimentari & Bevande
50%
Industrie Alimentari e delle Bevande - Principali fattori che hanno ostacolato la competitività delle
imprese per attività economica (in % del totale aziende) - Anno 2011
30Business Analysis
45%
39%
26%
32%
36%
42%
22% 22%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
Industrie alimentari Industria delle bevande
% s
ul
tota
le a
zie
nd
e d
el
sett
ore
Mancanza di risorse finanziarie
Scarsità/mancanza di domanda
Oneri amministrativi e burocratici
Contesto socio ambientale
La questione della finanza
� Dai dati dell’ultimo censimento imprese dell’Istat emerge che la mancanza di risorse finanziarie è un ostacolo alla
competitività delle imprese del settore soltanto per le micro imprese.
� Queste evidenze coincidono con quanto rilevato elaborando i dati di bilancio delle medie imprese sia del settore alimentare
che delle bevande. Le nostre analisi mostrano infatti livelli di indebitamento in tendenziale diminuzione.
� Pertanto per le imprese del settore di dimensioni maggiori la finanza non costituisce in genere un ostacolo per lo sviluppo dei
piani aziendali. Esse dispongono di risorse sufficienti per finanziare sia i programmi di investimento per
l’internazionalizzazione che per l’eventuale crescita per linee esterne.
Settore Alimentari & Bevande
31Business Analysis
� In molti casi, infatti, le imprese maggiori del settore godono di un’elevata capacità di generazione di liquidità che potrebbe
consentire di aumentare i livelli di indebitamento rispetto a quelli correnti, sempre allo scopo di finanziare i programmi di
espansione, sia organici che per linee esterne.
Le risposte strategicheSintesi
� Per le imprese di piccole dimensioni , che hanno nel mercato interno il loro mercato di
riferimento, la strategia seguita dalla maggior parte dell e imprese è stata orientata alla
difesa della quota di mercato . L’atteggiamento strategico prevalente, quindi, è di carattere
difensivo .
Imprese di
piccole
dimensioni
Imprese di
dimensioni
� Per le imprese di dimensioni medie la strategia adottata è stata più complessa : per una
quota elevata delle imprese, infatti, la difesa della quota di mercato si è accompagnata
Settore Alimentari & Bevande
32Business Analysis
medie
Imprese di
dimensioni
maggiori
� Per le imprese di dimensioni maggiori l’accesso ai nuovi mercati è stata una strategia
fortemente adottata per dare spinta alla crescita . Tuttavia questa strategia è stata unita
all’allargamento della gamma prodotti. Infatti ampliare l’offerta di gamma consente di
ottimizzare la scala relativamente ai costi di marketing e distribuzione, un obiettivo
particolarmente rilevante quando si sostengono i costi di ingresso nei mercati esteri
infatti alla ricerca di nuovi accessi sui mercati esteri
Il quadro competitivo e le prospettive del settoreLimiti strutturali vs potenzialità elevate
STRENGHT
Forte patrimonio di produzioni tradizionali
Notorietà mondiale dei prodotti tipici
Stretto legame fra prodotti tipici e territorio
WEAKNESS
Prevalenza di piccole imprese
Dipendenza elevata dal mercato interno
Scarsità di marchi propri
SWOT
33Business Analysis
OPPORTUNITY
Crescita per linee esterne
Accesso nuovi mercati
Ampliamento gamma prodotti
THREATH
Redditività inadeguata
Pressione crescente da parte della GDO
Costi elevati di internazionalizzazione
SWOT
Linee di sviluppo
• I limiti della dimensione aziendale rappresentano un vincolo sia per la crescita, sia per la redditività dell’impresa. Il loro superamento rappresenta quindi una condizione imprescindibile per raggiungere ritorni adeguati che consentano di creare valore.
Consolidamento
•Marketing e distribuzione presentano delle forti economie di scala. Quindi l’incidenza dei rispettivi costi sul fatturato tende a diminuire al crescere dei volumi venduti. Ciò rende attraente l’allargamento del perimetro dei prodotti commercializzati/distribuiti attraverso i canali già esistenti, sia allargando il perimetro a prodotti collaterali a quelli già venduti, sia creando dei nuovi filoni di prodotti che possono essere distribuiti mediante la piattaforma commerciale e logistica già esistente.
Allargamento gamma prodotti
34Business Analysis
•Sia nel mercato nazionale che in quelli esteri la redditività può essere migliorata se il prodotto viene caratterizzato da un marchio proprio fortemente riconosciuto. Questa necessità diviene ancor più sentita in questa fase in cui la grande distribuzione organizzata tende a ridurre il numero delle referenze, concentrandosi soltanto su quelle che raggiungono un turnover soddisfacente.
Sviluppo marchi propri
•L’internazionalizzazione richiede investimenti elevati quando si tratta di entrare nella distribuzione organizzata estera. Questi investimenti non riguardano solo il marketing, ma anche la produzione (che deve essere in linea con gli standard di sicurezza alimentare richiesti) e la logistica. Pertanto anche l’internazionalizzazione richiede dimensioni minime adeguate.
Sviluppoestero
Conclusioni
• L’industria alimentare e delle bevande italiana presenta dei limiti strutturali legati principalmente
alle ridotte dimensioni aziendali.
• Nell’attuale fase di crisi dei consumi interni anche di generi alimentari e di conseguente forte
pressione commerciale da parte della GDO, il settore realizza dei ritorni insufficienti per creare
valore.
• In questo quadro le piccole imprese del settore alimentare sono orientate verso strategie
puramente difensive, mentre nel settore delle bevande tutte le imprese, comprese quelle piccole,
sono orientate verso strategie di sviluppo, in particolare per quanto riguarda l’accesso ai mercati
esteri.
• Le imprese alimentari di dimensioni maggiori, però, sembrano più propense ad adottare strategie
• L’industria alimentare e delle bevande italiana presenta dei limiti strutturali legati principalmente
alle ridotte dimensioni aziendali.
• Nell’attuale fase di crisi dei consumi interni anche di generi alimentari e di conseguente forte
pressione commerciale da parte della GDO, il settore realizza dei ritorni insufficienti per creare
valore.
• In questo quadro le piccole imprese del settore alimentare sono orientate verso strategie
puramente difensive, mentre nel settore delle bevande tutte le imprese, comprese quelle piccole,
sono orientate verso strategie di sviluppo, in particolare per quanto riguarda l’accesso ai mercati
esteri.
• Le imprese alimentari di dimensioni maggiori, però, sembrano più propense ad adottare strategie
35Business Analysis
• Le imprese alimentari di dimensioni maggiori, però, sembrano più propense ad adottare strategie
di sviluppo basate sia sull’internazionalizzazione che sull’allargamento della gamma prodotti. Nel
complesso, quindi, l’intero settore appare dinamicamente orientato a cogliere le opportunità di
crescita legati ai mercati esteri.
• Le imprese alimentari di dimensioni maggiori, però, sembrano più propense ad adottare strategie
di sviluppo basate sia sull’internazionalizzazione che sull’allargamento della gamma prodotti. Nel
complesso, quindi, l’intero settore appare dinamicamente orientato a cogliere le opportunità di
crescita legati ai mercati esteri.
Per realizzare queste strategie di sviluppo, è prevedibile che nei prossimi due anni accelererà il
processo di crescita per linee esterne ed allo stesso aumenteranno gli investimenti per il
potenziamento organico della capacità produttiva.
Per realizzare queste strategie di sviluppo, è prevedibile che nei prossimi due anni accelererà il
processo di crescita per linee esterne ed allo stesso aumenteranno gli investimenti per il
potenziamento organico della capacità produttiva.