calen dario 2013 - cgil modenacalen dario 2013 “in tenda e nei primi giorni mi mancavano le...
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Coordinamento donne pensionate Spi Cgil di Modena
Donne per la ricostruzione
Io farò..... le piccole cose sono le grandi cose,
scrivi cosa è importante per ricominciare DONNE per la RICOSTRUZIONE
CALENDARIO 2 0 1 3
“In tenda e nei primi giorni mi mancavano le informazioni. Non sapere cosa accadeva intorno a me mi angosciava più delle scosse che si succedevano. Mi mancava la tv. Non potevo circolare libera per Mirandola, andare per le vie del centro storico dove sono nata e poter vedere con i miei occhi se e cosa era successo ai luoghi dove ho trascorso la mia infanzia. Poi qualcosa ho intravisto attraverso la “gabbia” che hanno costruito intorno alla zona rossa. Il muretto che circondava l’asilo delle suore di via Luosi che ho frequentato (e per qualche anno anche i miei figli) è crollato. La chiesa di S. Francesco, la mia preferita, é quasi completamente distrutta. Poi manca la privacy: quando si va dal medico ricevono, sono sempre più di uno, sotto una tenda aperta, così si ascoltano i problemi degli altri. E mi manca la quotidianità: andare in quel forno, in quel certo caffè, ma anche solo andar per vetrine. Così non ho più i miei posti di riferimento e mi è difficile preparare qualsiasi cosa”.
Maura, Mirandola
CALENDARIO 2013
Il coordinamento donne pensionate SPI CGIL di Modena promuove l’iniziativa del calendario 2013 allo scopo di raccogliere fondi da destinare all’acquisto di materiali didattici per le scuole dei territori terremotati.
Progetto di Adriana Barbolini Fotografie di Marzia Lodi
Il progetto s’intitola:
IO fARò...Donne per la ricostruzione: le piccole cose sono grandi cose
Nel calendario sono state fotografate quattordici donne, una per ogni paese fra quelli investiti dal terremoto, in rappresentanza del mondo femminile, così duramente colpito nel mese di maggio 2012.
A ciascuna donna fotografata è stato chiesto di raccontare con una frase il gesto della sua vita quotidiana che più le manca e dal quale vorrebbe riprendere una vita normale.
Affinché molte altre donne possano dare vita con la loro voce alla formulazione di un catalogo dei gesti della quotidianità, quelli che in questo periodo non sono stati possibili, sono stati distribuiti fogli su cui annotarli.
Il tema della raccolta è:
IO fARò...le piccole cose sono grandi cose, scrivi cosa è importante per ricominciare.
Fine di questo lavoro è ricostruire un’immagine della quotidianità abbandonata così forzatamente attraverso un elenco dei gesti normali ripetuti da sempre nelle case e nei luoghi, compito affidato alle donne custodi nel tempo di tanti dei saperi del vivere collettivo, domestico e sociale.
Ci sarà un’occasione pubblica, quella della presentazione del calendario, in cui le frasi scritte durante questa iniziativa verranno lette con l’intento di gettare un ponte tra un passato che non deve essere dimenticato e un futuro necessariamente rinnovato, pur nel legame con la tradizione.
Luoghi in cui sono state fotografate le donne del calendarioComune di CarpiComune di Novi e frazione di Rovereto sulla SecchiaComune di San Prospero sulla SecchiaComune di finale Emilia e frazione di Massa finaleseComune di San felice sul PanaroComune di CamposantoComune di MedollaComune di CavezzoComune di San PossidonioComune di Concordia sulla SecchiaComune di Mirandola e frazione di Quarantoli
“Tornerò ad avere la mia libertà, ritroverò i miei ritmi che sono cambiati. Tornerò a vivere la mia casa da sola, adesso siamo in sei”.
Marta, San Prospero sulla Secchia
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Maria Madre di Dio
ss. Nome del Signore
s. Genoveffa
s. Ermete
s. Amelia
Epifania di N. S.
s. Raimondo
s. Massimo
s. Giuliano martire
s. Aldo
s. Igino
s. Modesto
Battesimo del Signore
s. Felice
s. Mauro
s. Marcello Papa
s. Antonio ab.
s. Liberata
s. Mario
s. Sebastiano
s. Agnese
s. Vincenzo
s. Emerenziana
s. Francesco di Sales
Convers. s. Paolo
ss. Tito e Timoteo
s. Angela Merici
s. Tommaso d’Aquino
s. Costanzo
s. Martina
s. Geminiano
“Non voglio più comprare oggetti, quelli che avevo si sono rotti, non ne voglio più, le cose che mi sono rimaste mi bastano. Vorrei di nuovo portare i garofani per il 1° maggio, per raccogliere soldi”.
Diva, Finale Emilia
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s. Verdiana
Presentazione del Signore
s. Biagio
s. Gilberto
s. Agata
s. Paolo Miki
s. Romualdo
s. Girolamo E.
s. Apollonia
s. Arnaldo
N.S. di Lourdes
s. Eulalia
Le Ceneri
s. Valentino
s. Faustino
s. Giuliana
1a di Quaresima
s. Giulia
s. Mansueto
s. Eleuterio
s. Eleonora
s. Margherita
s. Policarpo
2a di Quaresima
s. Cesario
s. Nestore
s. Leandro
s. Romano
“I danni sono stati immensi, per ricostruire ci vorrà tanto tempo, però mi ripeto che dobbiamo andare avanti, reagire con forza e vorrei al più presto non dovere parlare più del terremoto. Io, come tutti, ho perso la tranquillità”.
Luisa, Carpi
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s. Basilio
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s. Lucio
s. Adriano
s. Coletta
s. Felicita
s. Giovanni di Dio
s. Perpetua
4a di Quaresima
s. Costantino
s. Massimiliano
s. Arrigo
s. Matilde
s. Luisa
s. Eriberto
5a di Quaresima
s. Cirillo di Gerusalemme
s. Giuseppe
s. Claudia
s. Benedetto
s. Lea
s. Turibio de Mogrovejo
Le Palme
Annunciazione del Signore
s. Emanuele
s. Augusto
s. Sisto III Papa
s. Secondo di Asti
s. Amedeo
Pasqua di Resurrezione
“Farò ancora i miei ragù, le mie torte, i tortellini per le mie amiche. Curerò il mio giardino. Farò le passeggiate col mio cane. Farò le pulizie quotidiane in casa. Farò tanti viaggi con mio marito”.
Patrizia, San Possidonio
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s. Francesco di Paola
s. Riccardo vescovo
s. Isidoro
s. Vincenzo F.
s. Celestino I Papa
s. Ermanno
s. Alberto Dionigi
s. Gualtiero
s. Terenzio Martire
s. Stanislao vescovo
s. Zenone
s. Ermenegildo
s. Abbondio
s. Annibale
s. Bernadette
s. Aniceto Papa
s. Galdino
s. Emma
s. Adalgisa
s. Anselmo
s. Leonida
s. Giorgio
s. Fedele
Anniv. Liberazione
s. Marcellino
s. Zita
s. Valeria
s. Caterina da Siena
s. Pio V Papa
“Vorrò ritrovare il sorriso, la comunicazione con la gente perché non c’è più voglia di niente. Dopo il terremoto mia madre, abbandonata dalla badante, ha trovato ricovero a 235 chilometri da qui e per questo, provo un gran dispiacere, ma sono anche contenta perché ho ospitato dei terremotati nella mia casa, che è agibile”.
Laura, Quarantoli
Maggio 20131
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s. Giuseppe artigiano
s. Cesare
ss. Filippo e Giacomo
s. Silvano
s. Tosca
s. Giuditta
s. Flavia
s. Vittore
s. Gregorio
s. Antonino
s. Fabio
Ascensione del Signore
B.V. Maria di Fatima
s. Mattia ap.
s. Torquato
s. Ubaldo
s. Pasquale
s. Giovanni I Papa
Pentecoste
s. Bernardino da Siena
s. Vittorio
s. Rita da Cascia
s. Desiderio
B.V. Maria Ausiliatrice
s. Beda
s. Filippo Neri
s. Agostino
s. Emilio
s. Massimino vescovo
s. Ferdinando
Visitazione B.V.M.
Festa dei Lavoratori
“Vorrei aprire gli occhi e scoprire che è stato solo un grande incubo. Alzarmi e portare i miei bambini a scuola come facevo tutti i giorni. Arrivare davanti a un polo scolastico nuovo e progettato con tutte le caratteristiche strutturali che danno la massima sicurezza”.
Antonella Baldini, Sindaco di Camposanto
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Festa della Repubblica
s. Carlo Lwanga
s. Quirino vescovo
s. Bonifacio vescovo
s. Norberto
s. Cuore di Gesù
s. Medardo
s. Efrem
s. Diana
s. Barnaba ap.
s. Basilide
s. Antonio da Padova
s. Eliseo profeta
s. Germana
s. Aureliano
s. Ranieri
s. Marina
ss. Gervasio e Protasio
s. Ettore
s. Luigi Gonzaga
s. Paolino da Nola
s. Lanfranco vescovo
Natività di S. Giovanni Battista
s. Guglielmo
s. Rodolfo
s. Cirillo D’Alessandria
s. Attilio
ss. Pietro e Paolo
ss. Primi Martiri
Corpus Domini
“In questo periodo, dopo il terremoto, vorrei ritrovare la fratellanza, pensare tutti insieme al futuro, tutti uniti per ricostruire. Ma il vero problema è il lavoro, come si farà... Dopo la guerra abbiamo cominciato a costruire perché c’era lavoro, ma oggi... come si può rico-minciare?”.
Lilia, Rovereto sulla Secchia
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s. Maria Goretti
s. Claudio
s. Priscilla
s. Letizia
s. Vittoria
s. Benedetto
s. Fortunato
s. Enrico
s. Camillo de L.
s. Bonaventura
B.V. del Carmelo
s. Alessio
s. Federico
s. Giusta
s. Elia profeta
s. Lorenzo
s. Maria Maddalena
s. Brigida
s. Cristina
s. Giacomo ap.
ss. Gioacchino e Anna
s. Liliana
ss. Nazario e Celso
s. Marta
s. Pietro Crisologo vescovo
s. Ignazio di Loyola
“La prima cosa che farò, sarà rifare il letto e scuotere fuori dalla finestra le lenzuola ascoltando in sottofondo la musica di Mozart... dormirò sul divano con la TV accesa di notte, poi andrò a letto e non dormirò. Farò anche tante uscite con i miei amici per parlare, parlare...”.
Laila, Concordia
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s. Eusebio
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s. Nicodemo
s. Osvaldo
Trasfig. del Signore
s. Gaetano
s. Domenico
s. Fermo
s. Lorenzo
s. Chiara
s. Ercolano
s. Ippolito
s. Alfredo
Assunzione di Maria Vergine
s. Rocco
s. Giacinto
s. Elena
s. Ludovico
s. Bernardo
s. Pio X Papa
Beata Vergine Maria Regina
s. Rosa da Lima
s. Bartolomeo
s. Lodovico
s. Alessandro
s. Monica
s. Agostino
Martirio di s. Giovanni Batt.
s. Faustina
s. Aristide
“Starò tranquilla a letto, andrò al piano superiore, in mansarda, a fare le mie cose senza ansia. Mi impegnerò per dare fiducia a chi ha perso tutto e sosterrò le persone che si sentono ancora spaventate. E ringrazierò i medici che oggi lavorano al caldo sotto le tende”.
Loredana, Massa Finalese
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s. Umberto
s. Regina
Natività di B.V. Maria
s. Sergio
s. Pulcheria
s. Giacinto
ss. Nome di Maria
s. Maurilio
Esaltazione S. Croce
B.V. Maria Addolorata
s. Cornelio
s. Roberto B.
s. Sofia
s. Gennaro
s. Candida
s. Matteo ev.
s. Maurizio
s. Pio da Pietrelcina
s. Pacifico
s. Aurelia
ss. Cosma e Damiano
s. Vincenzo de’ Paoli
s. Venceslao
ss. Michele Gabriele Raffaele Arc.
s. Girolamo
“Bisogna ridare realtà al pensiero, perché oggi penso: “Vado a casa”, ma la mia casa non c’è più. Allora è davvero indispensabile non doverlo solo pensare, ma occorre che tutti tornino a casa al più presto”.
Luisa Turci, Sindaco di Novi di Modena
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s. Francesco d’Assisi
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s. Bruno
B.V.M. del Rosario
s. Pelagia
s. Dionigi
s. Daniele
b. Giovanni XXIII
s. Serafino
s. Edoardo
s. Callisto
s. Teresa d’Avila
s. Margherita Alac.
s. Daria
s. Evaristo
s. Fiorenzo
ss. Simone e Giuda
b. Michele Rua
s. Germano
s. Lucilla
s. Ignazio d’Antiochia
s. Luca ev.
s. Laura
s. Irene
s. Orsola
s. Donato
s. Giovanni da Capestrano
s. Luigi Guanella
“Ritornerò a tavola per il pranzo domenicale con i miei figli e le loro famiglie”.
Renata, Cavezzo
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s. Zaccaria
s. Leonardo
s. Ernesto
s. Goffredo
s. Oreste
s. Leone Magno
s. Martino di Tours
s. Renato
s. Diego
s. Giocondo
s. Alberto Magno
s. Margherita di S.
s. Caterina
b. Giacomo Alberione
s. Virgilio
s. Livia
s. Giacomo
s. Andrea
s. Elisabetta d’Ungheria
s. Oddone abate
s. Fausto
s. Ottavio
Presentazione B.V.M.
s. Cecilia
s. Clemente
Cristo Re
“Nelle notti passate in tenda, pensavo a tutte le cose che non potevo fare... mi dicevo: farò la doccia, riavrò un lavandino e la mia cucina. Rifarò le tigelle ai miei ragazzi, rifarò le cose di una donna di casa: lavare, stirare, le pulizie...”.
Rina, Medolla
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s. Bibiana
s. Francesco S.
s. Barbara
s. Giulio
s. Nicola di Bari
s. Ambrogio
Immacolata Concezione2a d’Avvento
s. Siro
B. V. di Loreto
s. Damaso I Papa
s. Giovanna
s. Lucia
s. Venanzio
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s. Adelaide
Natività del Signore
s. Stefano
s. Giovanni ev.
ss. Innocenti Martiri
s. Davide
S. Eugenio vescovo
s. Silvestro I Papa
s. Lazzaro
s. Graziano Vescovo
s. Dario
s. Liberato
s. Pietro Canisio
4a d’Avvento
s. Giovanni di Kenty
s. Adele
“Il giorno dopo il terremoto io e mio marito abbiamo fatto una scelta: accettare questa cosa brutta per allontanare la paura, nonostante ogni giorno da allora, in cortile, trovi acqua e sabbia che escono come da piccoli vulcani. Con la forza e la volontà faremo tutto il pos-sibile per sistemare la casa, aiutare i figli, i nipoti, i vicini di casa e tutti coloro che ne hanno bisogno”.
Ester, San Felice sul Panaro
Gli incontri con le donne dei paesi terremotati si sono svolti nel mese di luglio 2012, in questo periodo sono state raccolte 52 testimonian-ze e altrettante fotografie.
Sia i testi che le immagini sono di forte impatto emotivo, infatti, le parole che esprimono i desideri e le paure, riportano con lucidità, in modo scarno e puntuale, alla concretezza degli avvenimenti. Alla fine, queste donne, consapevoli della distruzione di cui sono state partecipi e che in molti casi hanno perso con la casa tutta una lunga storia di tradizioni materiali e affettive, rimandano di sé un’im-magine “operativa”, sono pronte a ricostruire, indicano le priorità e chiedono solamente aiuto alle istituzioni per gli atti legislativi ed eco-nomici che non dipendono da loro. È indicativo del carattere delle donne emiliane il fatto che alcune esprimono come priorità quella di poter riprendere al più presto le attività di volontariato.
Le fotografie trasmettono con grande impatto la relazione tra perso-ne e territorio. Nel calendario ci sono quattordici ritratti. È importante notare come le immagini integrino i testi, infatti nei volti fotografati è possibile leggere quello che le parole a volte non sono riuscite a dire. Inoltre i segni più o meno evidenti delle lesioni del territorio, sullo sfondo dei ritratti, mettono in rapporto passato e presente, quello che è accaduto, quello che accade. Nei volti delle donne non si scorge una lacrima, ma nei loro occhi si legge lo smarrimento di chi ancora fatica a credere che ciò che vede sia vero; si è come in attesa di svegliarsi da un incubo e si sorride con grande dignità.
I testi che non sono nel calendario si possono leggere in una piccola agenda, un settimanale, uno per ogni pagina, corredato dal ritratto di chi lo ho scritto.
Una sintesi significativa viene, dalle parole di Franca e Luisa:
“Cosa è venuto a mancare? A tutti indistintamente, anche a chi è stato fortunato e non ha perso casa e/o lavoro, è comunque venuta a mancare la serenità.Ritornare in casa a dormire, a lavarsi, a leggere un libro assieme ai familiari, ai vicini, agli amici è già una piccola conquista che ci fa capire come le “piccole cose” siano “grandi cose”. Ricominciare dalle piccole cose è quindi importantissimo, è un pic-colo passo che deve essere consentito a tutti! Per la serenità e la ripresa ci vorranno tempo e l’aiuto di tutti”.
“Io la tranquillità, come penso tutti, non l’ho più. Però bisogna re-agire, andare avanti. Se penso a tutto quello che c’è da fare, ci sarebbero tante cose: mettere in sicurezza scuole e fabbriche perché ci si possa andare senza paura. Penso con grande dispiacere alle persone che hanno perso tutto. L’ansia che abbiamo ogni giorno ci porta sempre all’instabilità. Spero che in questo grande territorio col-pito dal terremoto tutto venga ricostruito al più presto in modo che la gente possa ritornare alle proprie dimore assieme ai suoi familiari e ai propri posti di lavoro. I danni sono stati immensi, per ricostruire ci vorrà tanto tempo, però mi ripeto che dobbiamo reagire con forza e vorrei al più presto non doverne parlare più. Dobbiamo ringraziare la CGIL che ha fatto tanto e sta ancora facendo tanto per tranquilliz-zare le persone che hanno tanti problemi”.
Stampa TEM Modena
Nel retro: mappa della zona rossa di Novi di Modena