camaleo aprile 2013

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2 GIORNALE D'ISTITUTO DEL LICEO VICO DI NAPOLI APRILE 2013 RACKET inchiesta FIRENZE / CANNES: IL BLOG DI VIAGGIO Quando anche i santi ti voltano le spalle per superare lo stallo politico, GIORGIO II napolitano accetta il reincarico tra le proteste della piazza

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Il giornale di aprile 2013 che analizza l'inticata situazione politica del paese. Ed inoltre focus su Città della Scienza a quasi un mese dall'incendio che l'ha devastata.

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Page 1: Camaleo Aprile 2013

2 GIORNALE D'ISTITUTO DEL LICEO VICO DI NAPOLIAPRILE 2013

RACKETinchiesta

FIRENZE / CANNES:IL BLOG DI VIAGGIO

Quando anche i santi ti voltano le spalle

per superare lo stallo politico,GIORGIO IInapolitano accetta il reincaricotra le proteste della piazza

Page 2: Camaleo Aprile 2013

E’ passato ormai un mese da Pasqua e molti di noi sono ancora intenti a mangiucchiare i rimasugli del Kinder Maxi. Un po’ troppo am-morbidito forse, ma conserva pur sempre quel sapore di festività, di oggi-niente-scuola che ci piace tanto. Godiamoci queste ultime gioie passeggere perché l’anno sta davvero per fini-re, ancora una trentina di giorni o giù di lì ( a se-conda di quanti filoni avete già programmato) e sarà davvero the end. Un ulteriore sforzo, i salti mortali per alzare di quel tantino la media per ottenere un credito in più. I tentativi per scap-pottarci quel debito in latino che ci obblighereb-be a portare il dizionario sotto l’ombrellone. E via. Siamo agli sgoccioli ! Così come anche la pazienza del popolo italiano. Ce lo ha ricorda-to qualche settimana fa il sindaco di Firenze, che un po’ per convinzione un po’ per apparire, entrando nei panni del grande protettore della patria ha sollecitato il suo partito (manifesta la frecciata a Bersani) e la politica tutta a non per-dere tempo, a fare e fare in fretta. Non si può dire che Bersani non abbia accolto l’invito, qual-cosa infatti l’ha fatta : ha presentato le proprie dimissioni come segretario del partito, dopo l’elezione come Presidente della Repubblica di Giorgio Napolitano, con la bellezza di 738 voti. E chi se lo aspettava un bis? Nell’immaginario collettivo appariva già con le valige in mano pronto per prendere i nipotini sulle ginocchia ed accompagnare la moglie al mercato ortofrutti-colo bio del sabato mattina. E invece ce lo ritro-viamo al Quirinale, con i suoi 88 anni suonati. Volevano un presidente giovane? L’abbiamo avuto. Napolitano vale per 4 giovani ventenni più un bambino di 8 anni; più giovane di così! Da quant’è che qui non si respira un po’ d’aria di regolarità? Un regolare cambio di Presiden-te o l’instaurazione e la continuità di uno ed un solo esecutivo. Noiose condizioni politiche che riguardano gli altri Paesi. Noi preferiamo l’avven-tura! Tre anni e mezzo di governo-teatrino tra Arcore e Montecarlo. Poi le ben note vicende italo-egiziane. I tecnici. Pre-elezioni: Berlusconi non prenderà mezzo voto né tantomeno Grillo. Post-elezioni: si sapeva che Berlusconi avreb-be ripreso consensi , l’Italia è corrotta, Grillo il nuovo Masaniello. Un gargoyle, un comico ed un ricottaro si contendono l’Italia (sembra la frase iniziale di una barzelletta) mentre il paese

continua a precipitare nel suo burrone oppure sceglie di appendersi volontariamente ad una corda nel proprio garage. Arrivano i Saggi a darci una mano. E adesso Napolitano 2.0, tutte noi ce le abbiamo. Qualcuno che ha mostrato a gran voce il suo dissenso nei confronti dell’at-tuale classe politica però c’è stato. Alla fine dello scorso mese Franco Battiato, recatosi a Bruxelles in quanto assessore al turismo della regione Sicilia, ha affermato: “ queste troie che si trovano in Parlamento farebbero di tutto, è inaccettabile. Dovrebbero aprire un casino!”. Queste parole hanno inevitabilmente dato il via ad una lunga serie di moralismi a difesa del femminismo a tutta forza, e tra una critica e l’altra hanno portato alla revoca dell’incarico del cantautore. Siamo sinceri, sappiamo bene che alcune donne (specie quando aspirano a rico-prire incarichi d’alto rango) sfoggiano innate ca-pacità d’influenza sul mondo maschile, e non si fanno scrupoli ad usare quella che la Litizzetto chiama “ la Iolanda” per arrivare ai propri sco-pi. Sono casi isolati, non si può di certo fare di tutta l’erba un fascio, ma pur sempre esistenti. Se elementi (o “elemente”) dai facili costumi esistono anche tra le mura del Vico lo scopri-remo presto, è sorta infatti da un paio di setti-mane una novità sulla comunità facebookese: Spotted Vico, pagina che nasce con lo scopo di divulgare inciuci e pettegolezzi sugli studenti della scuola, un’eco di Gossip Girl in poche pa-role. Ad oggi però non è stata ancora aggiorna-ta. Nel caso in cui l’iniziativa parta sul serio ne vedremo delle belle! A proposito di sorprese, come non citare l’ennesimo,disperato tentati-vo di boicottare l’inizio delle lezioni? Dopo razzi, creolina e cacca di topo ( topo o non topo? E’ questo il dilemma) martedì 16 mattina le scale dal secondo piano in su sono state trovate pie-ne di vernice. Nello stesso giorno alcune clas-si avevano simulazioni della maturità. Curiosa coincidenza. Dulcis in fundo di questo mese: la rivalorizzazione dell’ingresso principale della scuola su via Salvator Rosa. L’ingresso trion-fale a scuola dalle scale di marmo ci fa sentire un po’ più importanti, anche se non è del tutto lindo e pinto. Ma d’altronde i calcinacci al lato cancello cadevano come…come…come…una catapuuuulta!

Direttore Sarah Meraviglia

Vicedirettore EditorialeMaria Rosaria Barbaraci

Vicedirettore OrganizzativoCastrese Pio De Rosa

Attività di consulenzaStefano Scarpa

Docenti referentiMonica BrindicciMaria Rosaria Iorio

Stampato pressoBottega Creattivadi Dottorini GiuseppeTraversa di Via Nuova Toscanella, 47

progetto grafico

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CHECK IN

MERAVIGLIA

dritto per dritto

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WORLD

VOILA'!SI FA IL BIS

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ITALIA ◊ I SAGGI ◊

dopo le infruttuose consultazioni, napolitano prende tempo e convocadieci saggi che produrranno una relazione che il presidente lascerà«come consegna» e «come concreto testimone» al suo successore (se stesso!)

WORLD

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LUCIANO VIOLANTE

Di area Piddina, è stato giudice costituzionale nel 1996 e presidente della Consulta nel 2004 nonché presidente della Scuola superiore di magi-stratura.

Capogruppo del movimento Scelta Civica con Monti al Senato dopo essere stato vicepresidente del Parlamento Europeo dal 2004 al 2009. Prima di passare con Monti è stato nel PdL

53 anni, è espressione del Pdl di cui è stato vicepresidente vicario in Senato dal 2008, e uno dei più irriducibili supporters di B.

GAETANO QUAGLIARIELLO

Politico di lungo corso ed ex magistrato, presidente della Camera dal 1996 al 2001 e prima ancora della Commissione Antimafia dal 1992 al 1994. È allegramente rimbalzato dal Pci al Pd.

MARIO MAURO

Vicedirettore generale di banca d’Italia, e membro del direttorio dell'Istituto per la Vigilanza sulle assicurazioni e del cda del Centro internazionale di studi bancari e monetari di Ginevra.

VALERIO ONIDA SALVATORE ROSSI

COMMISSIONE ISTITUZIONI

D

opo lo tsunami elet-torale che ha diviso perfettamente in 3 il parlamento e i vani tentativi di formare un governo, con i princi-

pali partiti del paese arroccati ognuno sulle proprie posizioni e rivendicazioni e per niente desiderosi di cedere anche solo un minimo di terreno, Napolitano si è trovato a dover gestire una situa-zione a dir poco esplosiva sia livello istituzionale che politico. Impossibilita-to a sciogliere nuovamente le camere (solo il nuovo presidente della Repubbli-ca potrà farlo) e preoccupato dal dare stabilità allo Stato in un momento come questo di totale assenza di un governo democraticamente eletto, ha annuncia-to sabato 31 marzo (sabato Santo), non la vicina resurrezione di Cristo ma la nomina di 10 “Saggi” incaricati di for-nire proposte concrete, potenzialmente accettabili da parte di tutti gli schiera-menti e che riguardassero i temi su cui è urgente la necessità di un intervento. Inizialmente la proposta è parsa piacere

a tutti, ma il vento è cambiato quando si sono scoperti i nomi dei dieci, scelti tra uomini delle istituzioni (Valerio Onida ex presidente della corte costituzionale e Giovanni Pitruzzella Presidente dell’an-titrust), dell’economia (Salvatore Rossi membro del Direttorio della Banca d'Ita-lia) ed esponenti dei partiti di destra e sinistra (Luciano Violante del Pd, Gaeta-no Quagliarello Pdl, Giancarlo Giorgetti Lega) che hanno subito suscitato molte diffidenze e in alcuni casi aperte polemi-che. Questi Saggi, infatti, non sono pia-ciuti a molti tra politici, giornalisti e intel-lettuali, che li hanno accusati di essere l’ultima espressione di un sistema poli-tico basato sull’inciucio e sul malaffare. Particolarmente contestati sono stati i nomi dei “Saggi più politici”: Quagliariel-lo, fedelissimo di Berlusconi e strenuo sostenitore di tutte le leggi “ad perso-nam” e Violante, noto per la sua azione antimafia ma anche per il suo passato partitocratico. Questi sono subito parsi la garanzie concessa alla politica che i cambiamenti non sarebbero stati “trop-po radicali”. Difatti, le polemiche si sono

acuite subito dopo la consegna delle relazioni dei saggi a Napolitano, che le girerà al suo successore come “busso-la” da seguire nei prossimi mesi, visto che tra queste proposte figurano temi molto cari ad alcune fasce della politica. Vi è indicata, per esempio, l’impossibili-tà di eliminare il finanziamento pubblico ai partiti e vi sono numerose indicazioni per delle future riforme nel campo della giustizia, come la proposta di creare una corte ad hoc per i giudizi discipli-nari sui magistrati a composizione pre-valentemente politico tecnica (un terzo composto da magistrati uno da rappre-sentanti eletti dal parlamento e un altro

IL TENTATIVO

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Ministro degli Affari Europei ancora in carica con il governo Monti. Nel suo curriculum il ruolo di giudice presso la Corte di Giustizia europea e di direttore generale del Bureau of European Policy Advisors.

Presidente dell'Istat e dal 2001 direttore della Direzione Statistica dell'Ocse.

Attuale capogruppo della Lega alla Camera,è stato presidente della Commissione Bilancio di quest’ultima durante il governo Berlusconi.

Uomo di centrosinistra, è stato presidente della Regione Basilicata dal 2000 al 2005. e sottosegretario per lo Sviluppo nel secondo governo Prodi. Uomo di centrosinistra.

Presidente dell'authority garante della concorrenza dal 2011 e consulente giuri-dico dei presidentidel Consiglio Ciampi e Dini.

GIANCARLO GIORGETTI ENRICO GIOVANNINI ENZO MOAVERO MILANESI GIOVANNI PITRUZZELLAFILIPPO BUBBICO

COMMISSIONE ECONOMIA

130sono i giorni

senza un governo

che gode della fiducia

delle camere

nominato dal presidente della Repubblica). Va det-to, però, che quest’ultimo punto è stato giudicato da molti osservatori non inerente alla situazione di emergenza che ha generato la necessità di queste due commissioni. Si è quindi diffusa l’impressione che queste commissioni non abbiano fatto altro che consolidare lo status quo le cui conseguenze sono ora più che mai tangibili, senza indicare nes-sun “New Deal” che possa rinnovare la politica ita-liana ma generando delusione tra quanti si aspetta-vano proposte differenti. Bisogna però sottolineare che le due commissioni sono state chiamate a scopo meramente consultivo e che suddette pro-poste non hanno valore effettivo di legge, e che co-munque tra di esse figurano anche alcuni abbozzi di

riforma elettorale e istituzionale come ad esempio la riduzione del numero di parlamentari, alcune ga-ranzie per quanto riguarda il rispetto delle decisioni referendarie e un nuovo sistema misto con premio di governabilità. Ciononostante, la vera partita per quanto riguarda il futuro politico del nostro paese si svolgerà durante e dopo le elezioni del nuovo Presi-dente della Repubblica, e con un ipotetico governo di larghe intese oppure nuove elezioni che potreb-bero portare, tra crisi interna del PD e probabile ascesa dei 5 Stelle, a nuovi e imprevisti scenari politici in un paese che ha ora più che mai bisogno di riconoscersi nelle istituzioni e nei loro più alti rap-presentanti.

MATTIA OSTINATO

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ITALIA ◊ QUIRINALE ◊

convenienze, tatticismi e strumentalismi hanno condannato alla sterilità o ad esiti minimalistici i confronti tra le forze politiche e i dibattiti in Parlamento

WORLD

Quella di Napolitano è la prima rielezione nella storia della Repubblica (se si esclude il primo Presidente De Nicola; coincidenze, napole-

tano come l’attuale Presidente). So-stanzialmente è un segno di continuità col precedente mandato; ma profonde sono le differenze.Tutti sembrano essere soddisfatti del-la rielezione; ma di cosa si può essere soddisfatti, se la situazione è la stes-sa, nient’affatto cambiata, stesso im-mobilismo parlamentare, se non che ora si possono sciogliere le Camere? Ma non accadrà questo, a quanto pare: la rielezione di Napolitano è il primo passo verso un governo governissimo responsabile di larghe intese chiama-telo come volete voi (tra commissioni speciali e dieci saggi la fantasia per i nomi si spreca): una creatura inedita, una chimera istituzionale, con testa di Enrico Letta, corpo di Alfano, coda di Cancellieri e zampe di Monti, che supera i limiti di ogni più fervida immaginazione.

A qualcuno potrebbe sembrare meglio, a questo punto, non averne proprio uno di governo, com’è accaduto in Belgio. Vi-sti, però, i risvolti indipendentisti prodot-ti da quest’anomala situazione, meglio evitare: qualcuno potrebbe pensare a una macro-secessione. Circola anche il nome di Amato come candidato alla Presidenza del Consiglio; un novello Gio-litti, insomma.Napolitano era stato il Presidente - ago della bilancia del bipolarismo PD - PDL: ora si trova a destreggiarsi in questo tripolarismo zoppo, in cui nessuna delle tre parti sa o vuole reggersi alle altre. Grillo e i grillini gridino al golpe e al gol-pettino; ma se l’inciucio si farà, cosa hanno fatto per evitarlo? La risalita di Berlusconi, ad esempio, da quando il Movimento siede al Parlamento non è una coincidenza, ma il risultato, seppur indiretto, dell’ostinato atteggiamento dei cinquestellati, giusto o sbagliato che sia. Avere a che fare in Parlamento col Movimento 5 Stelle è come giocare a un videogame con la CPU: ti costringe a fare le tue mosse e conduce il gioco

dove vuole.Tuttavia, a volte è davvero difficile ca-pire se le infallibili capacità oracolari di Grillo siano dovute più alla condotta

politica del suo Movimento o al reitera-to autolesionismo del PD. Ancora una volta, il masochismo del centro–sinistra

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738sono i voti con

cui è stato rieletto Giorgio

napolitano.è la Prima voltA

di un bis al quirinale

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sconfina nella perversione. Michele Serra l’ave-va lanciata la sfida, dall’imperturbabile tranquilli-tà della sua amaca, al PD, a Bersani: accettare di votare Rodotà e sfidare Grillo a trarne le con-seguenze. La conseguenza poteva essere una sola: accettare di far parte della maggioranza a sostegno del suo Governo o esser costretti a tradire la fiducia avuta con l’elezione di Rodotà. Il suo nome era fortemente voluto dalla popola-zione, che per la prima volta si era così interes-sata all’elezione del Presidente. Il caso ha voluto che si sia ripresentata la stessa situazione del ’92, quando, il 3 giugno, Napolitano fu preferito proprio a Rodotà alla Presidenza della Camera.Il PD ha preferito forse quella che lo stesso Serra aveva definito, a proposito dell’elezione di Napo-litano nel ’92 nella sua rubrica Cuore de L’Unità, una vittoria ambigua a una limpida sconfitta? Certo, Napolitano è un suo candidato, ma è sta-to rieletto grazie ai voti del PDL, che nel 2006 lo criticava per il suo passato comunista. In que-sto il PD è sicuramente molto democratico, per-ché non fa scontento nessuno: governissimo a Berlusconi e inciucio servito per l’affondo finale dei grillini. Più democratico di così?

GLI INQUIRINABILI:BURLE PER ANNULLARE

LE SCHEDE

workin progress

FOCUS

conte raffaellomascettiPIetra miliare dell'Italia, o meglio, della cinematografia italiana, è uno dei protagonisti del celeberrimo film di Monicelli "Amici Miei". Interpretato da Ugo Tognazzi, il Conte è celebre per la "super-cazzola": Antani, come se fosse antani, anche per il direttore, la supercazzola con scappellamento.

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Un voto al primo scrutinio

VALERIA MARINIEra più che prevedibile che la discussa candidatura dell'ex se-natore Franco Marini al soglio quirinalizio avrebbe solleticato la creatività di qualche buontempone pronto a votare la più formo-sa Valeriona nazionale. Un minuto di svago in una giornata tesissima.

Un voto al primo scrutinio

VERONICALARIOSe la candidatura di Prodi aveva sollevato l'ira del PDL, il voto a Veronica Lario ha fatto venire un brivido di freddo al Cav.La sentenza di separazione fissa a 3 milioni di euro mensili l'as-segno di mantenimento che Silvio Berlusconi sta versando alla sua ex-moglie. Di certo, un candidato poco gradito.

Un voto al primo scrutinio

ROCCO SIFFREDIComplice il "votate scheda bianca" ordinato da PD e PDL, ecco che il burlone di turno lancia la provocazione votando l'"attore" abbruzzese. Una nuova soddisfazione da aggiungere al proprio curriculum con la consapevolezza di non essere minimamente vicino alla figura richiesta per il Quirinale. Forse per Palazzo Chigi...

Un voto al secondo scrutinio

MICHELECUCUZZACapita a molti VIP di ricevere un voto durante le elezioni del Capo dello Stato, ma riceverne due nella stessa votazione è molto difficile. Ciò dimostra che il conduttore di Uno Mattina sia stato il primo nome venuto in mente a due grandi elettori situati in due punti di Montecitorio. Anche queste sono soddisfazioni!

Due voti al secondo scrutinio

CLAUDIOSABELLI FIORETTI"Un giorno da pecora" o 7 anni al Quirinale? Ha dell'incredibile quello che è successo al giornalista radiofonico di Radio 2 Rai. Proposto per scherzo al primo scrutinio, ha suscitato il giocoso interesse dei grandi elettori con ben 8 voti al terzo scrutinio.Merito delle della "consulenze" del Divino Otelma?

Un voto al primo, due al secondo ed 8 al terzo

AMEDEO DE CHIARA

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C ìhissenefrega! No non stiamo facendo i simpa-tici e questa non è una battuta di spirito per apri-re un intervista che spe-riamo sarà per voi meno

noiosa di quanto pensiate, cari lettori. Questa è una esatta constatazione di una precisa ed evidente situazione culturale: del "secondo gran rifiuto dopo settecento anni"… chissenefrega. Sia-mo soprattutto noi ragazzi i principali testimoni e dimostrazione chiarissima di questo aspetto della nostra cultura. Chi più chi meno, ormai poco addentrati in certe meccaniche storiche e culturali, nati e cresciuti in un ambiente educa-tivo che non ci consente facilmente di effettuare letture più profonde della partecipazione dell'istituzione ecclesia-stica alla vita politica ed alla storia del nostro paese e della comunità interna-zionale in cui è inserito. Ma se il peso culturale di certi eventi pare più diffici-le da cogliere, quello politico, spesso abusato, è fin troppo evidente, e sen-za che ce ne accorgiamo ci riconduce nuovamente in meandri di etica, morale

e teologia da fiera di paese in cui ci si perde quando ci si sofferma sull'argo-mento “Chiesa”. Eccoci allora in mezzo al mare del web e della televisore in preda alla febbre da Papa Francesco, fra gli ennesimi complottismi e dietro-logismi sempre possibili grazie alla di-sinformazione del pubblico televisivo e degli internauti. Queste certezze vi possiamo dare: primo, un evento di tale portata può minare l'autorità della mis-sione del vescovo di Roma avendo cre-ato un "precedente" di dimissioni nella storia moderna; secondo, non aspetta-tevi grandi riforme da Papa Francesco semplicemente perché questo tipo di riforma non è fattibile per adesso (ma aspettatevene di significative); terzo, il Camaleo possiede fonti ed esperti invi-diatici da molti e non vede l'ora di farle parlare.Per voi dunque siamo andati ad intervi-stare il Professor Del Vecchio, docente di religione presso il nostro istituto.

Buon giorno professore!Buongiorno

Le posso rubare qualche minuto? La classe è liberissima di seguire l'intervi-sta e magari farci da testimone.Certo, basta che stanno attenti!

Allora entriamo subito nel vivo, ormai è passato un pò di tempo dall'insedia-mento del nuovo Papa che inoltre è av-venuto poco prima dell'evento centrale della cristianità, la Pasqua. Come si è comportato durante la celebrazione della Santa Festa?Bene direi, anche se mi ha lasciato fortemente perplesso il modo in cui ha condotto il rito della lavanda dei piedi nelle carceri.

Si spieghiIl rito avvenuto a porte chiuse è una rievocazione precisa dell'evento euca-ristico, se avesse proposto qualcosa come la celebrazione nelle chiese in vari momenti dell'anno della lavanda e non solo il Giovedì Santo l'avrei capito. Ma svolgere il rito alla presenza di donne o fedeli di altre religioni mina l'autenticità della rievocazione.

HABEMUSBERGOGlio

CHIESAWORLD

Voi sapete che il dovere del conclave era di dare

un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli

cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine

del mondo, ma siamo qui.

IL SALUTO

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In tutta onesta, aveva fatto pronostici, aveva delle preferenze fra i possibili can-didati al titolo di Vescovo di Roma?No nessuno!

C'è stato un gran dibattito intorno alla nazionalità, per la prima volta un Papa non europeo. Lei cosa ne pensa?Penso che a prescindere da quale sareb-be stata la nazionalità del Papa ognuno è bravo a tirare acqua al proprio mulino. E comunque nella scelta del Pontefice giocano un ruolo anche tutta una seria di alleanze e compromessi di cui non si può non tenere conto.

Ha ragione dunque chi afferma che l'Eu-ropa ha perso la sua "vena santa"?Non ci sono due papi e Benedetto XVI, di fatto, non è più il vescovo di Roma. Il ti-tolo di Papa emerito non ha niente a che vedere con il pontificato effettivo, non mette in discussione in alcun modo l'au-torità dell'attuale Papa in merito a nes-suna questione relativa alle funzioni del Pontefice ed al suo ruolo nella comunità cattolica. Il titolo di Papa emerito a ripro-va di ciò è previsto dal diritto canonico.

Un'altra domanda impegnativa, le dimis-sioni di Benedetto XVI sono state un bene?Un gran bene. A mio parere Ratzinger ha visto giusto in una questione importante ed ha preferito non fare la fine Giovanni Paolo II. Karol Wojtyla, ha condotto l'ulti-mo periodo del suo Papato da schifo, preda della malattia perse molta della sua facoltà di intendere e di volere e ciò lo rese estremamente manovrabile da parte del suo entourage, e come si sa il potere corrompe. Ratzinger gli fu accan-

to per buona parte del suo pontificato, assistette a cosa gli stava accadendo ed ha deciso di effettuare una scelta prima che l'età avanzasse e non potes-se più operare con lucidità su questa od altre faccende.

Il nuovo Papa appartiene all'ordine dei Gesuiti, la cosa è stata riferita spesso e in varie occasioni, soprattutto nei pri-mi tempi. La sua appartenenza all'ordine effettivamente cosa comporta?Semplice, più vescovi gesuiti. Inoltre i go-verni da sempre operano cercando un’a-pertura di dialogo con la Santa Sede. Ora, dato che Francesco si è rivelato essere un Papa decisamente “pastora-lista” è probabile che anche il governo incomincerà a prendere in maggior con-siderazione certe figure dell'ambiente gesuita e a circondarsi di queste il prima possibile.

Cosa intende per “pastoralista”?Intendo dire che nella storia si sono de-lineati, nel complesso, due modi di fare il Papa e quindi due tipologie differenti di pontefici : il pastoralista e il Papa d'uf-ficio. Questa suddivisione si è venuta a creare inevitabilmente poiché fare il Papa non vuol dire solo occuparsi delle questioni teologiche e della diocesi ro-mana come il titolo di Vescovo di Roma potrebbe far intendere. Il Papa oltre che pastore del suo popolo è anche inevita-bilmente un capo politico, Città del vati-cano è a tutti gli effetti uno stato e, a differenza di qualunque altro vescovo, il Pontefice ha sotto la sua responsabilità tutte le diocesi della Chiesa cattolica, e solo quelle italiane sono trecento.

Personalmente, si aspetta qualche cam-

biamento importante con il pontificato di Francesco?Se ce ne saranno è improbabile che av-vengano sul piano dottrinale. Auspico, invece, riforme che vadano nella direzio-ne di una migliore trasparenza dell'impe-gno per i poveri, e chiaramente, spero in un maggior investimento di capitali in questo senso.

Ma se lei in prima persona dovesse ope-rare un cambiamento nella dottrina, qua-le sarebbe? Probabilmente cercherei di chiarire defi-nitivamente la questione sul divorzio e sul fatto che chi ne sia stato la causa, non di certo chi l'ha subito, possa o meno ricevere l'eucarestia. Personalmente io, e credo ciò accada anche in molte altre parrocchie, pur avvertendo del peccato commesso lascio alla responsabilità in-dividuale la decisione di ricevere o meno il sacramento.

Si può fare una cosa del genere?Certamente. Il codice canonico non a caso è definito fra i più elastici al mondo. Esso alla "condanna" in qualunque sen-so, fa precedere una serie di richiami atti ad accertarsi della consapevolezza dell'errore. La scomunica stessa non è permanente ed è preceduta da un lungo iter di accertamenti prima di essere ap-plicata, per cui è più che logico lasciare al fedele la libertà di decidere in coscien-za su questioni che inoltre non sono sta-te ancora chiarite.

Per concludere, una domanda semplice: Francesco è un buon Papa?Per saperlo dovremo aspettare almeno dieci anni!

FRANCESCO DI LUCREZIA

LO STEMMALo stemma scelto dal pontefice è lo stesso scelto al momento della sua consacrazione episcopale, fatti salvi i simboli della dignità

pontificia. Lo scudo è azzurro che in araldica simboleggia, a causa della sua relazione con il cielo, tutte le virtù più elevate e, tra

quelle spirituali, devozione, fedeltà, castità, giustizia, santità

IL NOME FRANCESCOBergoglio è stato il primo pontefice ad assumere il nome di Francesco, scegliendo per la prima volta dopo undici secoli, dai tempi di papa Lando, di adottare un nome mai utilizzato da un predecessore (se si esclude Giovanni Paolo I, il quale unì i nomi dei suoi due immediati predecessori. Il 17 marzo, durante il suo primo angelus, ha inoltre precisato che, scegliendo il nome del patrono d'Italia, "rafforza" il suo "legame spirituale" con l'Italia. BUONASERA

È il primo gesuita a diventare papa ed il primo pontefice proveniente dal continente

americano (nonché il primo extraeuropeo dai tempi di Gregorio III). Nel suo primo discorso

pubblico dopo aver salutato affettuosamente la folla con un cordiale e semplice

"buonasera", ha poi chiesto ai fedeli di pregare anche per lui,sottolineando questo

momento chinando il capo e rimanendo in silenzio per qualche istante.

NIENTE OROL'Anello del Pescatore è il principale simbolo del ministero petrino. Papa Francesco ha scelto fra i bozzetti disegnati dall'artista Enrico Manfrini per Paolo VI il simbolo di Pietro con le chiavi, il simbolo, cioè, del potere di amministrare la misericordia divina.L'anello è stato realizzato in argento dorato.

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NAPOLIWORLD

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ZTARANTELL

«I soliti casinisti della situazione!» », «manifesta-te solo per perdere tempo!» cavalli di battaglia dei classici adulti “sòtuttoio”. E cosa succede quando a fare “tarantelle” sono loro? L’abbia-mo scoperto mercoledì 10 Aprile. Bombe carta, spintoni e manganelli di fronte al

comune di Napoli, no questa volta gli studenti medi sono inno-centi. A manifestare sono stati commercianti di tutto il centro storico e via Roma, i quali tra un “kitammuorto” e un altro urla-vano contro il sindaco e contro la giunta comunale per risolve-re la situazione riguardante la ZTL.

CAMORRAAppena è iniziata la manifestazione sono iniziate a girare voci riguardo famelici brutti ceffi che hanno minacciato di far “male” ai commercianti che non avrebbero chiuso le serrande nel giorno della protesta. In realtà, come anche nelle manifestazioni studentesche, co-loro che per una ragione o per l’altra hanno scelto di non parte-cipare, sono stati insultati dai commercianti in protesta come quelli che entrano a scuola nonostante la classe intera scenda in piazza. C’è stato quindi un tentativo di strumentalizzazione della protesta. È molto più facile far credere che sia la camorra a spingere i commercianti a manifestare piuttosto che riflet-tere sulle reali problematiche della ZTL. È da escludere che sia stata la malavita ad organizzare la manifestazione ma è ovvio che la ZTL, che in futuro dovrebbe includere anche i Quartie-

ri Spagnoli, non vada poi tanto a genio neanche agli esercizi commerciali di rinomata gestione malavitosa o alla mentalità da quartiere (se vogliamo passare in tre sul motorino contro mano, senza casco, nessuno ci deve rompere le scatole!).

PERCHÈ NON VACiò che ha messo in ginocchio i negozianti dell’area ZTL è sta-ta la completa mancanza di possibilità di parcheggio e l’inef-ficienza dei trasporti pubblici: «Basti pensare - ci racconta un commerciante - che il giorno stesso di Pasqua la metropolita-na linea 1 è rimasta chiusa per due ore (dall’una e mezzo alle tre e mezzo) poiché ben sei macchinisti si erano dati malati. Una ZTL concepita come questa senza mezzi pubblici è dun-que impensabile». Questa chiusura del traffico nel centro cit-tadino sta favorendo enormemente i grandi centri commerciali dell’hinterland campano. Mettetevi nei panni di una famiglia di Acerra che il sabato vuole andare a fare compere. Troverà più comodo prendere la macchina, parcheggiarla altrove, prendere una metropolitana mal funzionante e finalmente arrivare nella city con tutti i suoi negozi da esplorare? Oppure prendere l’au-to e recarsi in un mega centro commerciale, lasciare la mac-china nel parcheggio gratuito e trovare tutto (servizi igienici compresi)?

PROPOSTEI commercianti napoletani, contrariamente a ciò che si potreb-

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PIERO WEBER

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ZTARANTELLbe pensare, sono favorevoli, in linea di principio, alla ZTL a pat-to che ci sia un apparato che possa sostenerla. I negozianti hanno suggerito all’assessore alla mobilità Donati delle idee per far funzionare la limitazione del traffico. Per esempio co-struire ampie aree di parcheggio in zone facilmente collegabili al centro cittadino (zona portuale e Capodimonte) con delle navette. Altro problema legato alla ZTL, per la già nominata famiglia di Acerra che quel sabato vuole spendere i soldi, è quello del ri-torno. La famiglia preferirà mangiare una pizza in fretta e in fu-ria in una delle storiche pizzerie avendo il vincolo della chiusura della metro alle 22:45, oppure mangeranno con tutta calma al Mc Donald’s del centro commerciale? Visto che in due anni di ZTL non si è minimamente risolto il problema dei mezzi pubblici i commercianti richiedono che vengano limitati almeno gli orari di chiusura al traffico.

SEMPRE COLPA DELLA CRISI“Wa fra non ci sta un euro. C’è crisi” frase oramai tra le più dette negli ultimi anni. I commercianti riconoscono la forza del-la crisi nella discesa del potere d’acquisto degli utenti e in un periodo delicato quanto questo l’istituzione di una zona traffi-co limitato dovrebbe aiutare i negozi incentivando le vendite. Visto che ciò non è accaduto si è scelto di schierarsi contro De Magistris poiché la ZTL un volto ce l’ha, e cioè il suo, la crisi invece no.

Chi di voi non è stato ad Amster-dam con l’unico scopo di ammira-re l’assoluta efficienza della zona traffico limitato olandese? La cit-tà rappresenta un chiaro esem-pio di pedonalizzazione riuscita grazie alla realizzazione di par-cheggi gratuiti o convenzionati attorno alla città e alla presenza

di 4 linee metropolitane funzio-nanti. Senza aggiungere poi l’ab-bondanza di corsie ciclabili che udite udite sono delle vere e pro-prie corsie separate dalla strada e non disegni amorfi ai bordi del-le strade che si cancellano dopo tre mesi.

ALTROVE ÈUN SUCCESSO

workin progress

Il centro commerciale della città è interamente pedonalizzato e collegato attreverso una rete di tram che riuniscono i vari punti

in pochissimi minuti (dato che la maggior parte delle strade è sgombra dalle auto).

Le piste ciclabili sono segnalate da una diversa colorazione dell'a-sfalto e sono vietate ai pedoni.

Nel caso in cui si guidi un motori-no è possibile farlo senza casco.

CONFRONTO

SARAH MERAVIGLIA

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SCUOLA

mariarosaria

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Firenze. Perché scegliere una città lontana come meta di un viaggio di istruzione? Londra, Berlino, Praga, Madrid, Barcellona sono sicu-ramente posti magnifici e ambiti da tutti, dopotutto, perché andare all’estero quando non si conoscono le miniere del proprio paese, che attraggono milioni di turisti ogni anno?Non si riscontrano problemi con la lingua, non si deve affrontare un viaggio troppo lungo e si approfondisce la conoscenza della propria storia. Quest’anno alcune classi del classico e dello scientifico han-no avuto l’opportunità di immergersi nella realtà di Firenze. In quattro giorni si è visto così tanto e così poco allo stesso tempo...ma non vogliamo annoiarvi con il vero e proprio resoconto del viaggio. Certe cose sono belle da vivere e non da leggere. Non sono mancati sicuramente quegli istanti gradevoli e di svago che difficilmente verranno cancellati dalla memoria, in particolare per noi della IV A, che siamo riusciti a portare a buon termine l’or-ganizzazione di una festa a sorpresa per un nostro compagno di classe. Non è stato facile tenere nascosta la torta, cogliere il mo-mento adatto per tirarla fuori e portarla di soppiatto nell’autogrill, sotto gli occhi dei passanti. Il festeggiato, nonostante l’evidenza di un’eventuale sorpresa è stato colto alla sprovvista. Tra i cori stonati

di compagni e professori ha spento le candeline tra le mura di un au-togrill toscano, cosa che sicuramente non avrebbe mai immaginato.Questo è solo il primo dei tanti episodi avvenuti in questi giorni. Che dire dell’arrivo in albergo di ragazzi torinesi che con la loro spaval-deria hanno messo a soqquadro l’intera struttura arrecando così disagio a tutti? I professori di questi studenti erano talmente “at-tenti e premurosi” da considerare anche noi del Vico loro studenti,

ci incontravano e ci chiedevano con estrema serietà: ”Ma voi state con noi?”. Indimenticabile poi l’atteggiamento di superiorità mostra-ta nei nostri confronti, dal momento che noi eravamo napoletani e loro del nord. Non c’è niente da fare: i pregiudizi ci saranno sempre.Stavolta però sono stati i nordisti a fare “ammuina”: nel cuore della notte i professori torinesi stavano cercando i loro alunni che si era-

Di solito è semplice scrivere un articolo, soprattutto se si tratta del-la cronaca di un evento vissuto in prima persona. Ad uno come me, studente della V A, invece risulta quasi impossibile scrivere di Firen-ze, perché noi, in quel posto, abbiamo veramente lasciato una parte di noi, e non si tratta di una banale affermazione retorica. In quei

quattro giorni ed in quelle quattro notti abbiamo veramente scritto un capitolo importantissimo nel nostro romanzo di formazione, col-tivando le nostre relazioni interpersonali con compagni e professori, ampliando il nostro bagaglio culturale per poi tornare alla vita scola-

stica di tutti i giorni ricchi di esperienze ed esperienze nuove.L’emozione di svoltare un angolo della galleria degli Uffizi e trovar-si davanti agli occhi la “Primavera” del Botticelli, e poi quando final-mente si trova la forza per staccare lo sguardo da quella meraviglia scoprire che nella stessa stanza un’altra donna bellissima si lascia ammirare dalle persone che accorrono da tutto il mondo solo per vederla, la “Nascita di Venere”.L’emozione di contare quante opere d’arte di valore inestimabile ci sono a Palazzo Pitti, terza residenza della famiglia Medici, per poi comprendere fino in fondo perché si dice che l’Italia sia il paese con il più grande patrimonio artistico al mondo.L’emozione di trovare nella stessa città tutti questi capolavori visti solo sui libri di testo e capire quanto le pagine non rendano giustizia all’arte.Questo viaggio è stato il completamento del nostro percorso scola-stico. Questo è il motivo per cui i nostri docenti hanno scelto Firenze per noi. Questa è la ragione per la quale abbiamo quasi preteso che la nostra insegnante di Italiano (che per via di un imprevisto non avrebbe potuto partecipare alla visita) entrasse con noi nella basili-

I professori torinesi erano talmente attenti e premurosi da considerare

anche noi loro studenti. ci incontravano e ci chiedevano con estrema

serietà: Ma voi state con noi?

A TRAVELIN FLORENCE

Duomo di Firenze

SE NEMMENO I PROF. TI RICONOSCONO

castresePalazzo Pitti

IL PIACERE DELL'EMOZIONE

Porteremo con noi il ricordo della veduta dal Campanile di Giotto,

del gusto del Caffè alle Giubbe Rosse, della tristezza del viaggio di

ritorno, quando realizzammo che quella sarebbe stata l’ultima esperienza di viaggio insieme

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MARIAROSARIA BARBARACI

Firenzemariarosaria

Piazza della Signoriacamaleo

Firenzemariarosaria

Ponte Vecchiocastrese

Firenzecamaleo

Firenzemariarosaria

Santa Crocecastrese

Firenzemariarosaria

no spostati dalle loro stanze e facevano confusione lungo i corridoi. I ragazzini che si erano accorti dei prof., si erano rifugiati nelle nostre stanze, ma per loro sfortuna, sono poi stati scoperti. Ma questo è solo l’antefatto! Verso le due di notte, proprio come agenti anti-droga, professori e dipen-denti dell’albergo hanno ispezionato le camere disturbando e svegliando anche noi studenti napoletani. Dulcis in fundo, ci hanno accusato di essere stati “complici” e una volta ap-preso il loro errore se la sono cavata con un “jateve a cuccà” mal pronunciato.Nonostante le condizioni meteorologiche non siano state delle migliori, Firenze ha mantenuto integro il suo splendore, anzi probabilmente la pioggia ha reso il percorso ancora più suggestivo. Vedere la città dalla cupola del Brunelleschi è stata un’emozione indimenticabile. Dopo ben 463 scalini, di fronte a noi si apriva uno scenario a dir poco favoloso, il cielo nuvoloso e una leggera foschia davano l’impressione di stare sul tetto del mondo.Non è bastata un’ora per convincerci a scendere!

ca di Santa Croce. In quel luogo riposano Galilei, Machiavelli, Mi-chelangelo, Rossini, Alfieri, Foscolo, tutti nomi sentiti tra i banchi di scuola, ma che in quel momento giganteggiavano davanti a noi, testimoni della loro grandezza. Vedere le loro tombe, senti-re la magnificenza e la solennità di quella chiesa, ci ha donato qualcosa che nessun altro posto avrebbe potuto darci, proprio perché rappresentava per noi la chiosa perfetta dei nostri cin-que anni.Porteremo con noi il ricordo della splendida veduta dal “Campa-nile di Giotto”, della vista da Ponte Vecchio, del gusto del Caffè alle “Giubbe Rosse”, storico caffè letterario di Firenze, della tri-stezza del viaggio di ritorno, quando realizzammo che quella sa-rebbe stata l’ultima esperienza di viaggio d’istruzione insieme.Per il resto non c’è ringraziamento che possa ripagare un’espe-rienza del genere. Vi consiglio assolutamente la città di Firenze come vostra prossima meta, per un viaggio con gli amici, con la famiglia, ma soprattutto per un viaggio d’istruzione perché nessun’altra città al mondo può assumere l’egemonia in campo culturale ed artistico come Firenze.

CASTRESE PIO DE ROSA

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Firenzemariarosaria

Piazza della Signoriacamaleo

Firenzemariarosaria

Ponte Vecchiocastrese

Firenzecamaleo

Firenzemariarosaria

Santa Crocecastrese

Firenzemariarosaria

CANNES:SE IL VIAGGIO È CHIC!

WELCOME TO SAINT TROPEZAvete presente il tormentone “Welcome to Saint Tropez”? Bene. E’ così che inizia la settimana più straordinaria della nostra vita. Arriviamo a Cannes a metà mattinata, ci acco-glie un sole accecante ed una pista d’atterraggio costrui-ta praticamente sul mare e iniziamo ad intonare le note del celebre pezzo. E’ subito atmosfera vacanziera. Il luogo in cui abbiamo alloggiato era un piccolo villaggio-residence. Una costruzione psichedelica, a mò di alveare il cui ingegnere ha collezionato una vasta gamma di imprecazioni da parte nostra ogniqualvolta dovevamo fare giri chilometrici per rag-giungere un’altra stanza. Sia di giorno che di notte. Eh si! Al calar del sole non ci siamo mica fermati! Scelto un quartier generale per la settimana (la stanza 339) abbiamo organizzato ogni sera festini-strafogo nei nostri mini appar-tamenti con cucina allegata. Il pretesto iniziale è stato quello di fornire nutrimento a quelli tra noi che meno avevano gradi-to la cuisine française, ma già dal secondo giorno era diven-tato un must, un ritrovo abituale al calar del sole. “Stasera? Già saje”. Impossibile prendere sonno per i dormiglioni della situazione, i quali, ogni qual volta cadevano dolcemente fra le braccia di Morfeo, venivano risvegliati dall’aria calda del phon sparato in faccia a potenza massima! Tra una risata ed una carbonara le nottate passavano velocemente .

BONJOUR!Il risveglio era spettacolare ogni singolo giorno: i balconi vi-sta mare lasciavano intravedere la spiaggia, le isole all’oriz-zonte e i riflessi del sole nell’acqua cristallina. Mozzafiato. Ogni mattina, dopo la colazione, ci recavamo con i mezzi pubblici al Collège, la scuola internazionale a pochi metri dal mare, dove seguivamo i corsi di francese. Un coagulo di ra-gazzi di nazioni diverse. Ci è capitato spesso di stare seduti a tavola con dei messicani, ottima occasione per mettere alla prova le nostre conoscenze linguistiche. Invece in disco-teca (situata nel campus stesso), chi altri avremmo potuto notare se non le It-girls per eccellenza? Stiamo parlando di fanciulle americane of course, che sfoggiavano le proprie grazie in piedi sopra i tavoli cantando a squarciagola l’ultima hit del momento “ I’m gonna pop some taaaags” (Thrift Shop

sarahCannes

DEMERDEZ VOUS

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SE IL VIAGGIO È CHIC!

di Macklemore ovviamente) ingollate alle bottiglie di vodka. E poi dicono che sono gli italiani i casinisti della situazione!

CES ITALIENSIl pregiudizio che però non siamo riusciti a smentire è stato quel-lo dell’eterno ritardo dei napoletani. Anche se di pochissimi minuti, siamo sempre arrivati in ritardo a lezione. C’è poco da fare, ce l’ab-biamo scritto nei cromosomi. Le nostre prof acquisite però ci hanno sempre accolto con un benevolo sorriso e ci sono passate sopra allegramente.

B COME BOULANGERIEDopo il dovere però tocca al piacere. Il programma delle escursioni pomeridiane era molto vario. Il centro di Cannes l’abbiamo percorso da cima a fondo, la mattina o la sera, con il sole o con la pioggia. Quando ci siamo andati per l’ultima volta, il mattino della partenza, lo conoscevamo ormai come le nostre tasche. E’ una città bombonie-ra. A destra il lungomare della Croisette, negozi super chic da Prada a Louis Vuitton, il palazzo del Festival con il red carpet e gli alberghi di lusso, residenza annuale delle Star che accorrono di gran carriera per ottenere le tanto anelate statuette dorate. A sinistra invece, le strade dello shopping per comuni mortali non miliardari, i piccoli bou-levards con boutiques ad ogni angolo ed il profumo inconfondibile delle boulangeries, le cui vetrine esponevano perennemente tartes, croissants ed ogni sorta di dolci burrosi ad alto, altissimo, conte-nuto calorico. I nostri trigliceridi ballavano la samba ogni volta che intravedevano una crêpe.Ma sono sapori che fanno bene all’anima, non solo al palato. Una piccola curiosità: scommetto che nel vostro immaginario il francese tipo gira per strada con la sua immancabile baguette sotto braccio. Vi chiedete se è un’esagerazione di tutti i non-francofoni? La risposta è NO! I francesi girano davvero con ba-guette in mano a tutte le ore del giorno. Incredibile ma vero.

TUFFO DI TESTA O A CANDELA?Tra i momenti clou del viaggio, annoveriamo sicuramente la visita all’isola di Sainte Marguerite. Un minuscolo paradiso naturale, immer-so nel verde, a pochi km al largo della costa Azzurra. La percorria-mo da cima a fondo con temperature quasi caraibiche. Lo specchio d’acqua turchese, gli alberi e i mille fiori. Un incantesimo. Visitiamo anche le segrete del castello dell’isola, nelle quali, secondo la leg-genda, fu imprigionato il celeberrimo portatore della maschera di ferro. (Le lettrici ricorderanno sicuramente il film con Leo Di Caprio...sorrisetto d’intesa [ndr]). Tornati sulla terra ferma non abbiamo retto più al caldo e alla smania di sperimentare le gelide acque francesi. I più temerari si sono tuffati in acqua, chi del tutto, chi solo fino alla vita. Il rischio di una febbre da cavallo c’era ovviamente, ma voglia-mo parlare della soddisfazione? Impagabile.

A COME ARTE E AMMUINAGiornata memorabile è stata sicuramente anche la domenica in cui abbiamo visitato il museo di Chagall. Tutt’altra storia rispetto alla noiosità che può suscitare in voi la parola MUSEO. Chagall ci ha fatti rimanere senza fiato. I suoi quadri sono una corrente continua di co-lori, vivi e brillanti, che si compenetrano e proclamano alla persona che li guarda il proprio messaggio trascinandola in un turbine d’emo-zioni. Davvero indescrivibile. Arrivati nel cuore di Nizza, ci ritroviamo invece nel bel mezzo di una parata di Carnevale. Bambini ed adulti travestiti ci riempivano di coriandoli e stelle filanti. La musica, le ri-sate a squarciagola, la folla in festa. Un’atmosfera che ti obbligava a prender parte alla gioia della città.

M COME…Parola d’ordine della settimana è stata sicuramente “merde”. Lo decretano all’unanimità tutti i partecipanti. La struttura alberghiera non ha infatti fornito nei primi giorni materiale per l’igiene ( parlando papale papale: la carta igienica) e nel momento in cui ci siamo recati al Collège per far il presente il problema a chi di dovere, una delle responsabili ci ha fornito quanto richiesto pronunciando un sono : POUR VOUS DEMERDER! E grasse risate a seguire. Insomma, Can-nes ce la porteremo nel cuore, e se pure questo dovesse dimen-ticarsene, qualche altra parte del nostro corpo che è forse meglio non nominare, non dimenticherà con tanta facilità!

Ogni mattina andavamo al Collège,la scuola internazionale a

pochi metri dal mare, dove seguivamo i corsi di francese.

Un coagulo di ragazzi di nazioni diverse

DEMERDEZ VOUS

SARAH MERAVIGLIA

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MIXZONE

▄▀ Quando anche i santi ti voltano le spalle ▄▀

▄▀ Arriverà un sant'Antonio per la riscossione di una tassa mensile al fine di proteggere il negozio ▄▀

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RACK

ET

INCHIESTA

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nn Artù, mettitm nu poc e’ prusutt miez o pan» così esordisce un affiliato della camorra nel celebre film di De Crescenzo (“Così parlò Bellavista”) nel momento in cui entra nel negozio di ar-ticoli sacri al 157bis di via

Duomo per riscuotere dal proprietario dell’attività la tangente mensile alias il pizzo. Questo termine si riferisce all’obbligo che la malavita organizzata impone ai commercianti, di pagare a scadenza fissa una determinata somma di denaro in cambio di protezione. Protezione da cosa? Dalle minacce effettive o eventuali contro il titolare (minacce di morte, di distruzione del locale, di violenze da commettersi contro il proprietario o con-tro suoi familiari ed amici), minacce che provengono però dagli stessi criminali. Insomma un controsenso in tutti i sensi. Nel caso in cui gli esattori siano particolarmente clementi questa somma è pari ad una determinata percentuale del guadagno dell’attività commerciale in questione; più frequentemente la tariffa è fissa, indipendente quindi dalle entrate mensili del negozio o dell’impresa. Nel dialetto siciliano l’antico detto “va-gnari u pizzu” significa “bagnare il becco” nel senso di dare una ricompensa (in passato un bicchiere di vino) come ringra-ziamento ad una persona dalla quale si avesse ricevuto un favore. Verso fine ‘800 il modo di dire ha iniziato ad essere usato in riferimento al racket. Oggi il fenomeno interessa circa 160 mila commercianti l’anno i quali perdono in media 5 miliar-di e mezzo di euro all’anno (dati resi noti dal tredicesimo rap-porto Confesercenti e Sosimpresa). E’ per questo motivo che nell’ultimo decennio in Italia si sono moltiplicate le associazioni antiracket, unite tutte nel FAI (federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane). In occasione del 19 marzo, giornata in memoria delle vittime della camorra, la federazione ha organizzato un incontro a Pomigliano d’Arco per promuove-

re l’iniziativa Consumo Critico, che si prefigge come obiettivo quello di portare quanti più enti commerciali possibile a pronun-ciare a gran voce il proprio “no!” al pizzo, assicurando ai propri clienti la possibilità di scegliere di investire il proprio denaro in negozi ed imprese “pizzo-free”. Hanno preso parte all’iniziativa numerosi giovani i quali, aggirandosi sotto la pioggia tra i negozi del centro cittadino invitavano i commercianti a prender parte all’iniziativa apponendo il bollino arancione del Consumo Critico alle proprie vetrine. Tutti i negozi interpellati hanno affermato di non pagare e di non aver mai pagato il pizzo. Le reazioni dei commercianti a domande in un campo tanto delicato quanto quello dell’illegalità, sono state alquanto variegate. La maggior parte si è buttata immediatamente sulla difensiva marcando una linea netta tra la malavita e la propria attività, e questo è avvenuto anche in negozi di cui erano noti da fonti ufficiose i rapporti con la camorra. In un paio di occasioni non sono man-cati sorrisetti o alzate di sopracciglia rivolti al proprio collega. Allusioni forse? Chissà. Lasciavano però di stucco quelli della serie “tuscendidallestelle” : “E cos’è il pizzo?” oppure “Perché esiste davvero la camorra a Pomigliano? ”. Ci sono o ci fanno? Ai posteri l’ardua sentenza. Gli interlocutori più partecipativi sono state due commesse di un negozio di una nota catena d’abbigliamento che hanno riferito di aver trovato una mattina di 8 anni fa (nel 2005) una letterina sotto la saracinesca del proprio negozio. Questa sorta di volantino preannunciava l’ar-rivo di un “Sant’Antonio” per la riscossione di una tassa men-sile al fine di proteggere il negozio. Le stesse epistole erano state inviate a tutti i negozi della strada in questione, cioè via Ercole Cantone. Ricordando quest’avvenimento ai negozianti che avevano negato qualsiasi episodio di racket nella zona, ci rispondono che “ erano fatti di poca cosa” e che “alla fine quello delle lettere era stato uno scherzo ingenuo”. Fatto sta, che dopo le denunce dei commercianti non si è sentito più nulla da nessuno. Forse opera di qualche baby gang alle prime armi o di una camorra mal-organizzata. La situazione a Napoli non O

5,5MILIARDI

ADDIOPIZZO

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Sono i soldi che ogni anno sono versati come pizzo da oltre 160mila commercianti

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▄▀

É la prima esperienza di consumo critico legata all'estorsione: consumatori che orientano i propri con-sumi verso un'economia le-gale, premiando coloro che si oppongono al racket

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state promosse anche nei comuni delle singole città; a Roma il sindaco Alemanno propose qualche anno fa l’esenzione dalla tasse per tutti i commercianti che avessero denunciato richie-ste di Pizzo. Qui a casa nostra invece il sindaco De Magistris ha approvato nell’ottobre 2011 la creazione di un elenco di tutti gli operatori economici e delle imprese che avendo denunciato il pizzo saranno tra i primi ad esser presi in considerazione per quanto riguarda l’affidamento di lavori, servizi e forniture. (Un aiuto indubbiamente per i malcapitati ma motivo di confusione in più nei già torbidi meccanismi delle gare d’appalto made in Naples).Nei casi in cui le estorsioni interessino rinomate attività (come avvenne per la pizzeria Sorbillo l’anno scorso) le vicende di-ventano subito note e circolano di bocca in bocca alla velocità della luce; quando invece si tratta di persone comuni la ten-denza è quella di insabbiare la storia e dimenticare. Sono stati pochissimi gli accenni dei media al suicidio di Joseph Sumith, per esempio. L’imprenditore trentenne di origini cingalesi aveva aperto a Napoli 4 attività ( due alimentari rispettivamente nel quartiere Sanità e all’Avvocata e due internet point nei Quar-tieri Spagnoli). Arrivano immediatamente le richieste del boss dell’area: due zone diverse occupate dunque pizzo doppio. Il giovane imprenditore decide di sporgere denuncia portando così alla cattura del boss Ciro Lepre (detto O’sceriff) e di due dei suoi scagnozzi nell’Aprile 2012. Alla vigilia del processo però, Joseph non regge più, la tensione per la sua testimo-nianza contro i malavitosi è troppo alta e la preoccupazione che la malavita possa nuocere alla sua famiglia è terrificante. Rassegnato, si toglie la vita lo scorso Novembre impiccando-si con un lenzuolo nel suo appartamento nella Sanità in Vico Miracoli. Nella Sanità però nessuno sa niente. A quanto pare tutti i negozianti dell’area “non sono della zona”o “hanno aper-

SILVANA FUCITO

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Silvana Fucito è una commerciante di vernici nel quartiere San Giovanni, diventata nel 2002 mira degli appetiti di tre clan diversi I Cuccaro, gli Aprea ed i Rinaldi.La sua denuncia ha portato all’arresto di 15 persone. La pena minima assegnata ammonta a 12 anni di carcere

è molto diversa da quella di Pomigliano. Anche nel capoluogo campano le attività commerciali della zona di Salvator Rosa, del Vomero e del centro cittadino si mostrano assolutamente estranee alla vicenda. « Pizzo? Macchè! Mai è stato chiesto a noi o ai negozi in zona per quanto ne sappia. Maimaimaimaimai. » Come spiegare allora i reiterati casi di racket nella zona? Sia-mo andati a chiederlo al sig. Seccia, proprietario dell’omonimo bar sito in via Monteoliveto. Le richieste di pizzo da parte del clan Prinno iniziano nel 2001, dopo una quindicina di giorni dalla prima “visita” (che imponeva una tangente pari a 2 milioni di lire al mese) il titolare decide di denunciare tutto alle autorità. Finiscono in manette 5 affiliati del clan e la faccenda appare conclusa. Dopo 9 anni però, il primo gennaio 2010, il bar viene distrutto da un incendio doloso, la causa: il risveglio della mala-vita del quartiere. « L’effetto che avevano fatto la denuncia e le 5 condanne era finito ed io rappresentavo il capro espiatorio di tutti i commercianti della zona» Dopo l’accaduto il sig. Seccia ha sporto denuncia per la seconda volta, questa volta però la polizia non è riuscita a risalire ai responsabili dell’incendio. Il sig. Seccia dice di essersi sentito del tutto tutelato dalla giu-stizia nel corso della vicenda (anche grazie alla vicinanza della questura) e dallo Stato, il quale gli ha fornito un risarcimento danni. La legge n.44 del 23 febbraio 1999, ci spiega il com-missario straordinario del governo (si parla del governo Monti ovviamente) per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura Elisabetta Belgiorno, sancisce la creazione di un fon-do di solidarietà per tutti gli enti economici che siano stati dan-neggiati materialmente o fisicamente dal racket. Iniziative per scoraggiare la sottomissione dei negozianti all’illegalità sono

44 legge

del 1999

10/2011

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to da pochissimo” e non sono quindi in grado di fornirci alcun tipo di indicazione. Persino i proprietari dei negozi di fronte la casa di Sumith dicono di non averlo mai visto, tutti ci ripetono meccanicamente la stessa frase: “ Vai al bar in fondo al vico, lì sapranno dirti tutto”. La locanda in questione sembra essere luogo di raduno delle facce meno promettenti che si possano immaginare; appena sentito nominare il suicidio dell’impren-ditore cingalese affiorano di scatto dalla cappa di fumo nella quale erano immersi e con fare scontroso riferiscono di non avere idea di cosa stiamo parlando. Le persone, commercianti e non solo, tacciono ovviamente per paura. Certo, una paura più che legittima data l’imprevedibilità degli inciuci di quartiere che arrivano in men che non si dica alle orecchie sbagliate, ma pur sempre un atto di sottomissione ed una rinuncia ai propri diritti. Dopotutto, dire di no è possibile, ce lo dice il sig. Seccia, secondo il quale quello di cui tutti i commercianti avrebbero bisogno è un po’ di coraggio e un pizzico di buonsenso, e ne è chiara testimone Silvana Fucito. Commerciante di vernici nel quartiere San Giovanni, diventa nel 2002 mira degli appetiti di tre clan diversi I Cuccaro, gli Aprea e i Rinaldi. Le prime richieste ammontano a qualche chilo di vernice, chiudendo un occhio la faccenda resta a tacere, ma quando iniziano ad imporre il pagamento dell’esorbitante cifra di 150 mila euro la donna dice basta. La risposta della camorra è chiarissima: il negozio viene dato alle fiamme. La notte stessa dell’incendio Silvana decide, insieme a suo marito, di rivolgersi alle autorità: il suo gesto ha portato all’arresto di 15 persone. La pena minima assegnata ammonta a 12 anni di carcere. Da allora è diventata parte at-tiva nella lotta al racket italiano ed è stata inserita nell’elenco degli eroi del 2005 dalla nota testata americana “Time”. Ruolo cardine nella lotta alla camorra sul territorio napoletano è so-prattutto quello del commissario provinciale dei carabinieri, il

La norma prevede la creazione di un fondo di solidarietà per tutti gli enti economici che siano stati danneggiati materialmente o fisicamente dal racket

Il Comune ha istituito un elenco di tutti gli operatori che avendo denunciato il pizzo saranno tra i primi ad esser presi in considerazione per l’affidamento di lavori, servizi e forniture

ROBERTO SAVIANO

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"Lo faccio perché così tu e i bambini siete salvi e potete tornare al nostro paese" con le ultime parole di Joseph Sumith alla moglie, Saviano ha voluto ricordare il piccolo imprenditore di 33 anni morto suicida. Joseph Aveva denunciato Ciro Lepre, detto 'o sceriffo, e pare avesse ricevuto minacce proprio alla vigilia del processo. Nella Sanità nessuno sa niente. Tutti i negozianti dell’area “non sono della zona”o “hanno aperto da pochissimo” e non sono quindi in grado di fornire indicazioni.

quale, con fare un po’ poetico dice «La camorra naviga tranquil-lamente nel mare dell’illegalità, sta a noi fargli avvertire le onde della nostra voce. » A dir la verità ci sarebbe più bisogno di uno tsunami! Un grido più che una voce, come quello di De Cre-scenzo nel suo film, quando si rivolge direttamente al camor-rista esattore: « Voi invece siete coraggiosi? La notte mettete una bomba sotto ad una saracinesca e vi sentite degli eroi. Magari o pian e sopra ci sta nu pover vicchiariell che dorme e c’appizz a’pell, ma a vuij c’ v n m’port? Vuj sit disoccupat. Avete l’alibi morale! Siete Napoletani e ammazzate Napoli! Eh già, per-ché ci stanno i commercianti che falliscono, le industrie che chiudono, i ragazzi che sono costretti ad emigrare. Ma tutto sommato, nun è ca facit na vit e’ merd? Perché penso io,Gesù, fate pure i miliardi, guadagnate, però vi ammazzate tra di voi. E poi anche quando non vi ammazzate tra di voi ci sono le ven-dette trasversali, vi ammazzano le mamme, le sorelle, i figli. Ma vi siete fatto bene i conti? Vi conviene?»

SARAH MERAVIGLIA

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VISITA ALLA CITTÀ DELLA SCIENZA: CON L'AIUTO DI TUTTI RIAPRIRÀ IN MENO DI UN MESE. CI TORNERÒ INSIEME ALLE

SCUOLE, QUELLA È CASA LORO

«PIERO GRASSO

PRESIDENTE SENATO

iamme e terrore a Bagnoli, in quella che era l'ex area dell'Italsider. Un incendio di vaste proporzioni si è sviluppato in tarda serata nel complesso di Città della Scienza, il "polo

tencologico" aperto a Napoli negli anni '90 dalla Fondazione Idis che comprende incubatori per imprese e un centro di divulgazione scientifica sul modello de La Villette a Parigi. Fortunamente nessuna persona è stata coinvolta, visto che di lunedì la struttura è chiusa. Ve lo ricordate? Questo è l'incipit di un articolo de "La Repubblica" sui fatti del 4 marzo.L'unico progetto che era stato portato a buon fine dall'as-sociazione "Bagnoli Futura", per molti un carrozzone di voti clientielari, nell'area dell'ex ItalSider era andato distrutto.L'azienda siderurgica andandosene da Napoli lasciò un in-

tero quartiere, che era stato costruito in funzione di tale fabbrica, senza lavoro e con un altissimo tasso di inquina-mento. In una zona dove il picco dei tumori per il popolo di Bagnoli è ancora a divenire, esistono vari comitati e laboratori politici che organizzano e incanalano il disagio.Per analizzare la situazione post-incendio sono andato a parlare con due attivisti del Laboratorio Politico Iskra.Fin da subito entrambi hanno chiarito, onde evitare frainten-dimenti, che l'incendio alla Città della Scienza è stata una dura ferita inferta all'intera cittadinanza.Nonostante tutto hanno fatto intendere che quello era sol-tanto l'ultimo di una lunga serie di abusi subiti dalla cittadi-nanza di Bagnoli.E' troppo facile puntare il dito contro la camorra, spiegano. La camorra non avrebbe avuto alcun interesse a radere al

LA SCIENZA AL ROGO

F

MIXZONEAPPROFONDIMENTO

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Page 21: Camaleo Aprile 2013

OGGI MIGLIAIA DI RAGAZZI E BAMBINI DI NAPOLI SI SONO SVEGLIATI PIANGENDO

PER LA DISTRUZIONE DI CITTÀ DELLA SCIENZA, NAPOLI È SOTTO ATTACCO!

LA SCIENZA AL ROGO

«»LUIGI DE MAGISTRIS

sindaco di napoli

suolo Città della Scienza se non per poi ricevere l'appalto della ricostruzione.Proprio per questo è necessario capire bene quali erano gli interessi di coloro che hanno dato fuoco ai sogni di tanti bambini, mandando in fumo l'unico servizio che era garanti-to, se pur con mille limiti, a Bagnoli.E' importante anche non fermarsi alla ricostruzione di Cit-tà della Scienza, bensì pensare una volta per tutte ad una vera riqualificazione dell'intero quartiere. Un quartiere che non può fruire del proprio mare, inquinato dall'ItalSider. Un quartiere che è stato avvelenato dall'unica azienda ca-pace di fornire lavoro a gran parte della popolazione.Un quartiere che si vede preso in giro da una classe politica che promette riqualificazione, grandi opere, grandi bonifi-che in periodo di campagna elettorale e che viene puntual-

mente abbandonato.Ed è per questo che l'incendio dura da anni.Gli impiegati di Città della Scienza erano senza stipendio da tempo, nei casi peggiori addirittura 11 mesi. E ora? Ora sono in Cassa Integrazione e il loro futuro è la Mobilità o la Disoccupazione.Le casse dell'associazione Bagnoli Futura erano in profondo rosso.Quindi in ogni caso il primo polo museale di divulgazione scientifica del Sud Italia in breve tempo sarebbe stato co-stretto a chiudere.In una situazione del genere, ri-affermano infine gli attivisti, è importante vedere la ricostruzione di Città della Scienza come opportunità di rinascita di Bagnoli.

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CIRO AMITRANO

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domenica mattina presto, sono all’incirca le 8 e mezzo, quando entro in metropolitana. Cambio alla stazione Museo e prendo la linea 2 a Cavour. Il treno tarda, mentre all’altro bina-rio, come sempre, ne passano tanti, troppi, per la pazienza di molti. Quando arriva, non è quello giusto: ferma a Campi Flegrei; salgo lo stesso. Ai Campi Flegrei, incontro un gruppo

di signori con delle bandiere in mano: sono dell’A.Fe.P.A.T. (As-sociazione Ferrovieri Pensionati Amici del Treno): anche loro vanno alla manifestazione. Insieme, saliamo sul treno diretto a Bagnoli. Una volta sceso li perdo di vista; non so più dove andare, ma per fortuna incontro una donna, un’insegnante dell’istituto Nitti. Insieme, arriviamo all’Arenile: lì sono già tutti

DIARIO DI UNAMANIFESTAZIONE

STORIA

Dopo una fase di sperimentazione avviatasi nel 1987 con programmi di attività temporanee da un'idea di Vittorio Silvestrini, nacque la prima edizione di “Futuro Remoto”, che si svolse alla Mostra d'Oltremare. A seguito del grande successo riscosso dall'iniziativa dal 1989 al 1992, fu co-stituita e riconosciuta la “Fondazio-ne Idis”. Nell'operazione, Silvestrini coinvolse Vincenzo Lipardi, giovanissimo laure-ato in filosofia. La vicinanza agli aspet-ti politici e sociali della grande crisi industriale che si stava consumando in quegli anni negli stabilimenti dell'I-talsider di Bagnoli portò Silvestrini e Lipardi a immaginare fin dall'inizio la realizzazione di un vero e proprio science centre nell'area di Bagnoli, favorendo la riconversione della zona in un polo high-tech che argi-nasse al tempo stesso l'emorragia di

posti di lavoro nello storico quartiere operaio. Città della Scienza è stata realizzata dalla stessa Fondazione grazie ad un "Accordo di Program-ma" sottoscritto nel 1996 fra Mini-stero del Bilancio, Regione Campa-nia, Provincia di Napoli e Comune di Napoli e la Fondazione IDIS. Negli anni 1992-93 fu elaborato il progetto di Città della Scienza e venne inau-gurato il primo insediamento a Ba-gnoli. Nel 1994 la Regione Campania e il MIUR approvarono il progetto. Mentre, nel 1996 fu possibile aprire al pubblico il primo, embrionale, nucleo del complesso museale. Nel 2001 fu inaugurato il Science Centre nella sua configurazione finale e nel 2003 il progetto fu completo con l'a-pertura del “Centro Congressi”, del “Centro di Alta Formazione” e del Business Innovation Centre.

è

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LA CITTÀ DELLA SCIENZA DI NAPOLI CHE BRUCIA MENTRE NOI SIAMO QUI A CHIEDERCI

CHE FARANNO I MARZIANI DI GRILLO ÈIL SEGNO DI UN PAESE SPERSO

«»

ANDREA VIANELLODIRETTORE RAI 3

€161.669è la somma raccolta attraverso il social

network napoletano derev.com per la ricostruzione di città della scienza

pronti per partire. Ritrovo molti amici qui: c’è Fabrizio Pignatelli, direttore de L’Obelisco, lo storico giornale del Genovesi; c’è Gabriele Turco, del Palizzi, attivissimo rappresentante della Consulta Provinciale degli Studenti di Napoli; c’è Gigi, un mio giovane compagno di scuola; c’è Giuliano Russo, studente in Scienze Politiche alla Federico II, con la passione per il gior-nalismo, che libera sulla sua Pagina Facebook TG Smile. Con lui raggiungo pian piano la testa del corteo; ci sono tante per-sone; forse non quante ce ne sarebbe stato bisogno, ma co-munque tante. Ci sono le scuole di Bagnoli: non solo i bambini delle elementari, che abbiamo ascoltato così spesso, ma an-che i ragazzi delle medie e degli istituti superiori. Ci si accorge che Città della Scienza significava davvero molto per loro. Ci sono le Agende Rosse, venute a presidiare la legalità. Incon-tro un uomo con un cappello verde a falda larga, tanti cartelli appesi addosso, un mazzo di mimose nella mano sinistra e uno strano bastone nella destra: è Andrea Colaianni, col suo megafono silente. Con lui parlo dei temi che gli stanno più a cuore, che manifesta, artista, nelle sue opere: il femminici-dio (ecco il perché delle mimose), lo sdegno per la corruzio-ne, la partecipazione attiva nella società. Incontro Salvatore Fruguglietti, della Direzione dei progetti scientifici de Le Nu-vole, all’interno di CdS. Ci dice che Città della Scienza non si è mai fermata, che lato monte è completamente operativa, che non spostano di un centimetro, nemmeno sul punto della ricostruzione di CdS. Il colpo subìto non dovrebbe intaccare il loro livello occupazionale, ci dice, ma il danno economico è grande: a occhio circa 40 milioni di euro. Alla domanda se CdS ce la farà a ripartire da sola, ci elenca altre realtà europee: La Villette di Parigi: 150 milioni di euro dallo Stato; il Deutch Mu-seum 500 milioni solo quest’anno per un riallestimento; tutto

il progetto di Città della Scienza: 80 milioni. Ma dice che ce la faranno, perché lo devono a loro stessi, alla città, ai ragazzi, ai giovani, a chi è stato loro vicino. Incontro il capogruppo alla Camera di Sel, Gennaro Migliore. Mettiamo da parte la politica e parliamo di CdS, di cui è stato una guida, al tempo in cui era studente di fisica, al tempo degli esordi della mostra futuro remoto: col beneficio del dubbio e l’attesa di conferme dalle indagini, parla del rogo come di un’intimidazione mafiosa, un attentato al cuore di un’istituzione culturale. Da qui riparte la ricostruzione di Napoli e del Mezzogiorno, dice: una ricostru-zione prima di tutto simbolica, poi materiale. Invita poi tutti a partecipare a questa azione di solidarietà e ricostruzione della città, che tutti i cittadini si aspettano. Per questo chiede al Sindaco di assegnare a CdS la massima priorità. Il Sindaco lo incontro poco dopo; riesco incredibilmente ad avvicinarlo e a farmi riconoscere come studente del Vico. “Il mio compito è di tener unita la città e le istituzioni per ritrovare i fondi ne-cessari alla ricostruzione: Bagnoli chiama Napoli e Napoli con dignità chiede aiuto all’Italia, al Governo.” afferma. Denuncia che il 95% degli investimenti delle fondazioni bancarie sono rivolti nel territorio italiano da Roma in su; elude un po’, invece, da una risposta sullo stato dei collegamenti del trasporto pub-blico, così inadeguati per raggiungere Bagnoli, come diceva prima anche Fruguglietti, parlando, invece, della riqualifica del quartiere, della linea di costa, della spiaggia, lavori per i quali si aspetta l’attenzione del nuovo Parlamento. Parla di una gran voglia di unità, che ha visto crescere nella stragrande mag-gioranza di napoletani. Che in quella mattinata si sono riuniti e coperti la faccia di carbone e per sessanta secondi hanno gridato una sola parola: BASTA!

AMEDEO DE CHIARA

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Page 24: Camaleo Aprile 2013

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INSIDERSpassato un mese dal rogo di Città della Scienza. Cosa avete fatto in questo tempo voi de Le Nuvole?Abbiamo pensato di non perdere la nostra programmazione teatrale, spostandola in buona parte nella sala Newton di Città del-

la Scienza, messaci a disposizione dalla Direzione della Fondazione Idis (Istituto per la Divulgazione Scientifica in Italia). Altre produzioni, le abbiamo portate in giro per altre realtà museali e teatri napoletani.

Cosa ha fatto, invece, Città della Scienza?Oltre al mantenimento delle attività precedenti, Città della Scienza è partita con la progettazione di nuovi spazi espo-sitivi partendo da ciò che è rimasto in piedi, proprio per lan-ciare un messaggio chiaro: Città della Scienza non è morta, perché ci sono dei suoi spazi assolutamente ancora integri, perché le persone che lavorano a Città della Scienza hanno desiderio di rimanere qui; tutti i lavoratori sono rimasti, nes-suno escluso, seppur in cassa integrazione straordinaria.Dal 10 aprile Città della Scienza inaugura sei nuove mostre, prestateci da molti partner italiani, tra cui I giochi di Einstein, GNAM, una mostra sui vulcani ed una sulla sismologia e l’Epidottera (una mostra sulle farfalle).

Qual è stata l’attenzione a Città della Scienza dopo il rogo? Avete ricevuto numerose visite, vero?Abbiamo ricevuto molta attenzione dalle istituzioni: un’ot-tima risposta. Abbiamo ricevuto numerose visite, tra cui il Presidente del Senato Grasso e il Ministro dell’Istruzio-ne Profumo, il Ministro dell’Interno Cancellieri e quello della Giustizia, Severino, il Presidente della Regione Caldoro e il Sindaco De Magistris. Ma cosa ancor più bella dall’11 aprile sono tornati in visita i ragazzi: ben 400 solo il primo giorno! Il 9 aprile, invece, al Parlamento Europei i parlamentari ita-liani di concerto con 200 responsabili di istituzioni scienti-fiche hanno organizzato una seduta dedicata a Città della Scienza, da cui è emerso che ì deve essere ricostruita lì dov’è attualmente e che ci sono dei fondi già allocati nel bilancio europeo per ricostruirla.

Per la ricostruzione cosa si attende?SI è aperto un dibattito che personalmente trovo stupido, nel quale si avanzano proposte di delocalizzazione di Città della Scienza. Dal punto di vista economico è una scioc-chezza, perché costa molto meno ricostruirla così dov’è (34-35 milioni di euro), piuttosto che attuare solo la boni-fica dell’Italsider (ca.70 milioni di euro). Città della Scienza deve essere ricostruita dov’era; ciò non costituisce affatto una violazione del piano regolatore di Napoli. Questo, infat-ti, risale al 1998, Città della Scienza nasce da un accor-do tra la Fondazione Idis e Comune, Regione e Ministero risalente al 1992, recepito poi in toto dal piano regolatore.

La ricostruzione di questo presidio, unico nel quartiere, è un problema culturale e sociale: chi ha distrutto Città della Scienza non deve averla vinta, ottenendo la sua delocaliz-zazione, men che mai la sua chiusura.Per quanto riguarda il recupero della linea di costa di 150 m di fronte a Città della Scienza: con un mare non balneabile, se non tra 150 anni, ed un’area completamente desertifica-ta, non fruibile dai cittadini, Città della Scienza costituisce l’unica realtà, spuntata quasi come un fiore in un deserto, una ginestra leopardiana. Bisogna solo lasciare un imme-diato e libero accesso al mare. Lancio una sfida agli ammini-stratori: se vogliono recuperare i 150 metri di linea di costa di Città della Scienza, abbiano prima la capacità politico-amministrativa e gestionale di recuperare i restanti due km della colmata e di abbattere le case del villaggio di Coroglio.

La ricostruzione di Città della Scienza può risollevare l’at-tenzione verso la sua raggiungibilità e verso il trasporto pubblico a Bagnoli e per Bagnoli?Come qualcuno avrà già potuto notare, via Coroglio è at-traversata da binari che, da lato monte, entrano lato mare all’interno di Città della Scienza. Questi binari collegavano la nostra struttura, quando era ancora una fabbrica di prodotti chimici, alla linea ferroviaria metropolitana, per il carico e lo scarico di materiali. Si discuteva nel 2012 che nel sistema integrato dei trasporti di Napoli si utilizzasse questo tratto di linea ferroviaria per collegare Città della Scienza al tra-sporto pubblico. Tutto dipende dalla volontà dei politici.

Come si potranno tutelare in futuro Bagnoli e Città della Scienza?A tutelare Città della Scienza ci pensano le persone che ci hanno dimostrato e continuano a dimostrarci affetto. Per Bagnoli c’era il piano urbanistica di De Lucia, c’era la varian-te per le periferie, c’era Bagnoli futura. Tutto si basa sulla volontà; il pubblico ha mezzi e risorse, eppure, ha la capaci-tà di non fare, per problemi burocratici e altri intoppi.

Qual è la volontà che manca nelle istituzioni?Tutte le istituzioni si sono strette attorno a Città della Scien-za e questo ci ha rassicurati. Tuttavia, la Regione Campania tiene congelati i fondi di Città della Scienza per la lentezza della burocrazia, creando una difficoltà finanziaria, non eco-nomica: Città della Scienza ha un bilancio in attivo. Il Comu-ne di Napoli, invece, non ha chiarito la sua posizione circa la ricostruzione. Al MIUR contesto che, nonostante un decreto già in gazzetta ufficiale, i soldi per attività rendicontate non siano ancora arrivati dopo 5 anni e non possono ancora arrivare, dal momento che le Commissioni parlamentari non si sono ancora insediate.

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AMEDEO DE CHIARA

città della scienza non è morta. ad aprile abbiamo

innaugurato ben sei mostre

la regione campania ha congelato i fondi di città della scienza creando una

difficoltà finanziaria

Page 25: Camaleo Aprile 2013

UPDATE

Quando iBeatlese eranola boy-bandSottile riflessione sull'industria musicale ed i prodotti artefatti a tavolino: quando i Beatles e gliOne Direction sembrano esclusivamente padri e figli.

27Il gran ritorno di Lara Croft a diciassette anni di distanza dal primo videogame

30Spotted:

la bacheca anonima 2.0 che affascina

la social generation

32Ecco Pavegen,

quando camminare produce energia

pulita

34Le lettere a

Don Pio, l'ultima spiaggia per chivuole una mano

INSIDERS

Page 26: Camaleo Aprile 2013

uest’anno gli amanti degli ac-tion game possono sentirsi più che soddisfatti con il ritorno di Dante, Raiden e Lara Croft. Ma non soltanto loro saranno i pro-tagonisti del 2013 poichè an-

che Kratos ritorna su ps3 in God of War Ascension, prequel della saga, introdu-cendo un grande novità: il Multipalyer.Quest’innovazione ha però suscitato aspre critiche contro la Santa Monica Stu-dios (il team di sviluppatori) poiché il Mul-tiplayer sembrava un’aggiunta superflua che avrebbe reso la trama piuttosto fiac-ca, ma al rilascio della Beta del Multiplayer e di una demo del gioco, molti dei gioca-tori che avevano puntato il dito contro la Santa Monica si sono dovuti ricredere.

Trama ▄ Kratos ha appena sciolto il suo patto con Ares che lo rese servo del dio e che lo costrinse ad uccidere la propria fa-miglia; per questa ragione viene intrappo-lato e torturato dalle tre Furie che hanno il ruolo di punire coloro che tradiscono i patti intrapresi con gli dei. Lo Spartano scoprirà che sotto c’è molto altro... (niente spoilers)Questa volta la trama, meno lineare del solito, è composta da due lunghissimi fla-shback che però, per chi ben conosce la serie, non salvano del tutto la sua poca

originalità.In combattimento il giocatore utilizzerà le solite spade del caos che proseguendo nel gioco acquisteranno quattro diversi poteri elementari: “fuoco” di Ares, “fol-gore” di Zeus, “ghiaccio” di Poseidone e “anime” di Ade. Ognuno di questi avrà a disposizione at-tacchi e magie diverse (qualche arma in più non avrebbe guastato...) gli scontri spettacolari con nemici e con i quattro boss (ne avrei messo qualcuno in più...) finiranno sempre con i classici quick time events.Nei puzzle oltre all’ingegno si disporrà di tre oggetti magici che renderanno l’espe-rienza del giocatore molto varia è che torneranno utili anche in combattimento... molto utili.Graficamente questa serie è diventata un colossal soprattutto in questo capitolo, la fluidità oscilla tra i 30 e i 60 fotogrammi al secondo... succedono talmente tante cose su schermo che quasi non si riesce a seguire tutto.

MULTIPLAYER ▄ Nel Multi Il giocatore potrà decidere, innanzitutto, a quale divinità es-sere devoto tra Zeus, Poseidone, Ade e le Erinni, ognuna delle quali presenta un per-corso con specifiche armi ed abilità, op-pure scegliere un personaggio multiclasse

in grado di cambiare armi.Si potranno equipaggiare oggetti e re-liquie, che danno ulteriori bonus di stati-stiche o potenziamenti passivi, ma anche armi, elmi, armature, pantaloni e stivali; insomma potremo customizzare il nostro eroe a nostro piacimento salendo pian piano di livello. Diverse sono le modalità per crescere di livello sia da solo che in cooperativa online, ad esempio: “Prova degli dei” consiste nell’affrontare in se-quenza cinque round di nemici senza ec-cedere nel limite di tempo consentito. Le mappe sono: Deserto delle anime per-dute, Anfiteatro di Ercole e Rotonda del Monte Olimpo.Ovviamente il multiplayer non finisce qui, troviamo il classico Cattura la Bandiera e tante altre modalità.Tecnicamente Ascension non ha niente da invidiare ai suoi fratelli “maggiori”, soltan-to la trama risulta meno epica ma i colpi di scena, ottimamente doppiati, e le spet-tacolari ambientazioni (basti soltanto ve-dere la statua di Apollo sull’isola di Delo) risultano più che piacevoli, mentre il multi-play aggiunge altro tempo alla longevità di gioco non più limitata dalle solite 10 ore. Troverete il gioco in tre edizioni: standard, special e collection (con una “gustosa” statuetta di kratos)

UPDATE

Q

THE EXPERT

AS

SAID

God of War Ascension

MARIO CICELYN

FOCUS

God of War è il primo videogioco della saga. Allo Spike Video Game Award 2005 ha ricevuto il premio "Gioco d'azione dell'anno" e David Jaffe, il suo crea-tore, ha ricevuto il premio "Sviluppatore dell'anno".

God of War II è stato pubblicato pubblicato negli Stati Uniti nel 2007. Il vi-

deogioco ha vinto i premi BAFTA 2007 nelle

categorie Technical Achievement e Story and

Character.

God of War: Betrayal ossia "Tradimento" è un videogioco per telefoni

cellulari appartenente alla serie di God of War. Qui

si conosceranno le azioni di Kratos tra il primo e il

secondo capitolo.

God of War: Chains of Olympus è il terzo

titolo della serie. Prequel del primo God of War, il

gioco è stato pubblicato nel 2008 in America. È il

secondo progetto per PSP della Ready at Dawn.

God of War III è il terzo capitolo della serie e pub-blicato esclusivamente

per PlayStation 3. Ha ricevuto un'acclama-

zione universale da parte della critica

specializzata.

God of War: Ghost of Sparta narra le vicende

intercorse tra God of War e God of War:

Betrayal, nel periodo immediatamente

successivo alla disfatta di Ares.

FOCUS

videogames

Page 27: Camaleo Aprile 2013

i sono due tipi di giocatori al mondo: quelli che giocano per il piacere di farlo e quelli che giocano consapevoli di tutti gli aspetti tecnici dei videogiochi.Se appartenete alla seconda

categoria cambiate pagina e leggetevi gli articoli di politica.Se invece fate parte di quella massa di persone che premono tasti e fanno click inconsapevoli delle diavolerie tecniche che si celano dietro un gioco, allora prego, accomodatevi.Se questa recensione fosse seria, legge-reste che il nuovo capitolo di Tomb Raider, uscito il 5 marzo di quest’anno, è stato sviluppato dalla Crystal Dynamics e pub-blicato dalla Square Enix, già osannata per creazioni come Final Fantasy e King-dom Hearts.Ma, dal momento che, come annuncia il titolo, qui non troverete nulla di tecnico e attendibile, ripeto, a chi non lo avesse re-cepito al primo suggerimento, di cambiare pagina.L’archeologa inglese bella e di dubbia ap-partenenza al genere umano per capacità di resistenza fisica è tornata e per chi, come la sottoscritta, ha iniziato quel lun-go rapporto di amore-odio col pc a quattro anni con i primi capitoli della saga di Tomb Raider, conoscere una Lara Croft inesper-ta e che dice ‘’i hate tombs’’, è fantastico quanto scioccante.Dal momento, però, che una recensione,

per quanto poco seria possa essere, ha bisogno comunque di aspetti da analiz-zare, prendiamo in considerazione alcuni campi.

Trama ▄ La regina del sole, Himiko, è oggetto di studio dell’equipaggio dell’En-durance, di cui fa parte anche Lara. Dopo un naufragio sull’isola, patria di Himiko, che da tempo stavano cercando, i membri dell’Endurance si ritrovano separati. In par-ticolare, Lara compie una ricerca dispera-ta dell’amica Sam, discendete della regina e rapita da un gruppo di fanatici, i Solarii, che venerano Himiko, la cui ira impedisce, a chiunque provi, di lasciare l’isola. Scopo dei Solarii è placare la collera di Himiko li-berando la sua anima e trasferendola nel corpo di Sam. Tutta la trama è, quindi, in-centrata sulla ricerca di Lara e sul suo di-segno per lasciare l’isola.Un po’ deludente, considerate le avventu-re precedenti a cavallo tra mondo reale e mitologico come in Legend, o preistorico come in Anniversary.

DIFFICOLTà ▄ Oltre alla classica pistola (in questo episodio una sola), oltre ai soliti fucile d’assalto e fucile a pompa, nuova arma dell’arsenale della Croft è un arco. Si impara subito a mirare, sparare e scocca-re frecce micidiali. Anche risolvere quesiti e sbrogliare problemi non risulta partico-larmente complicato. Per la prima volta, le munizioni delle pistole non sono infinite. Il

mirino non è automatico e colpire in deter-minati punti provocherà più danni.

REALISMO ▄ Lara Croft e aderenza alla realtà sono come l’acqua e l’olio. Dopo aver acceso un fiammifero sott’acqua in Tomb Raider 2, dopo aver sfiorato Avalon in Legend, ucciso un T-Rex in anniversary e una piovra gigante in Underworld, non dovrebbe sorprendere una poco più che ventenne che cade da altezze smisurate cavandosela con un gemito di dolore e una rotolata; ma la sopraccitata resisten-za dell’archeologa non smette mai di sor-prendere, rischiando, in alcuni momenti, di rovinare l’atmosfera rendendo tutto trop-po facile.

GRAFICA E SUONI ▄ Texture impeccabile. Tutte le scenografie sono curatissime e il doppiaggio, inclusi rumori ambientali, spa-ri, frecce scoccate e picconi che fendono l’aria sono realistici. Unica nota negativa: quando Lara parla alla radio diventa un’ot-tima ventriloqua.In conclusione, è un buon gioco, ma otti-mo solo per chi segue Lara da sempre e ha, così, occasione di vederla ‘’prima di tutto’’.D’altra parte, se non ci fosse qualcuno ca-pace di saltare e aggrapparsi al ciglio di un burrone all’ultimo secondo, non ci sarebbe Lara Croft.

C

CHIARA SATURNO

simply

USER

Tomb Raider

LARA CROFTLara Croft è la protagoni-sta della saga Tomb Rai-der. Nel 2006 le fu asse-gnata una stella nella "Walk of Game", e fu inserita anche nel "Guinness World Record" come "L'eroina dei videogame più famosa al mondo".In Inghilterra, il tratto di cir-convallazione interna tra Osmaston Road e Burton Road a Derby, è stato

chiamato "Lara Croft Way". La cittadina inglese di Der-by, in cui è situata la via, è stata sede della Core Design, software house che creò primi capitoli della serie Tomb Raider. Secon-do un sondaggio online, nel 2009, ben l'89% dei vo-tanti era favorevole a dare alla via il nome della famo-sa eroina videoludica.

videogames

Page 28: Camaleo Aprile 2013

UPDATE

ivertente ma reale, innocen-za ma serietà: questo è il film di Riccardo Milani, “Benvenuto Presidente!”. Tre arrivisti, intral-lazzatori e disonesti esponenti di fazioni politiche diverse cer-

cano di mandare un messaggio alla gente. Ognuno, quindi, decide di far votare alle elezioni del Presidente della Repubblica un personaggio storico eppure rivolu-zionario, molto amato; tutti e tre si ritro-veranno ad aver scelto e fatto eleggere Giuseppe Garibaldi. Intanto, in un piccolo paesino di montagna, si trova Giuseppe, per tutti Peppino, un bibliotecario ingenuo e onesto, appassionato pescatore di tro-te, che vive una vita semplice e tranquilla; completamente diverso da lui è il figlio op-portunista, venditore di attrezzi sportivi, pronto a tutto pur di guadagnare. Dopo alcune ricerche, si scopre che in Ita-lia ci sono 5 Giuseppe Garibaldi, ma solo uno ha le carte in regola per diventare Pre-sidente della Repubblica; ed è proprio il

personaggio che abbiamo lasciato prima. Strappato alla sua vita, Peppino si ritrova ad essere corrotto dai tre esponenti poli-tici, pur di rinunciare alla carica; ma dopo aver preparato il discorso di rinuncia, pen-sa di poter dare uno scossone alla politica e decide di “rinunciare alla rinuncia”. Insieme alla sua assistente Janis intra-prenderà questo viaggio in un mondo che non gli appartiene: mettendo in ogni sua azione l'ingenuità e la bontà che lo con-traddistinguono. Sarà proprio questo a farlo amare dalla gente: e la sua ingenui-tà farà degli incontri diplomatici, i miglior legami mai stretti con presidenti stranieri. I tre politici, disperati, cercheranno di inca-strarlo in qualche vicenda losca, ma, per sua natura, Peppino non è mai stato una persona disonesta; infatti non raccoman-derà neanche il figlio nonostante le sue insistente. La gente che lo segue da casa è affascinata dal suo comportamento e crede che sia l'uomo giusto per cambiare la situazione; ma al momento che Peppino

si ritroverà davanti alla possibilità di svela-re tutti i mal affari degli italiani dovrà deci-dere se essere onesto, come lo è sempre stato, o fare i propri interessi, come tutti gli altri. L'intero paese verrà sconvolto dal-la decisione che prenderà il Presidente e molte opinioni su di lui cambieranno.Claudio Bisio, nel ruolo di Peppino, inter-preta molto bene le espressioni di stupore e ingenuità che caratterizzano il personag-gio lungo tutto il film, realizzate in modo tal-mente spontaneo che aggiungono un tono in più di ilarità al film. “Benvenuto Presiden-te!” è un film che sotto l'umorismo e una comicità paradossale, nasconde la verità di un paese dove l'essere onesti è punibi-le dalle logiche dell'interesse personale. Il Presidente rappresenta il personaggio che tutti sogniamo: un uomo che possa ridare speranza al paese e faccia capire ciò che davvero è importante, perché governare significa far tutto ciò che è necessario al paese e ai suoi cittadini senza pensare al proprio tornaconto personale.

Benvenuto Presidente!

CINEMA

D

ALESSANDRO DE CHIARA

NELLESALE

SCARY MOVIE 5Quinto episodio di uno dei franchise di maggior successo degli ultimi anni. Il nuovo capitolo della saga punterà stavolta i fari della parodia su Para-normal Activity, Il Cigno Nero, 127 ore, L’Alba del Pianeta delle Scimmie e molti altri. Pierre, regista di una compagnia di ballo france-se, sta organizzando una grande produzione e le due amiche Jody e Kendra sono interessate entrambe ad ottenere la parte della protagoni-sta. Ci penserà la madre di Jody, ex ballerina frustrata, a far ottenere alla figlia il ruolo.

REGIA: Malcolm D. LeeCON: Lindsay Lohan, Charles Sheen, Ashley Ti-sdale, Sarah Hyland, Kate Walsh, Molly Shannon

IRON MAN 3Lo sfacciato ma brillante industriale Tony Stark/Iron Man, stavolta deve misurarsi con un’impresa che metterà a dura prova il suo coraggio in ogni momento. Con le spalle al muro dovrà sopravvi-vere senza i dispositivi da lui creati, fidandosi solo del proprio ingegno e istinto per proteggere-le persone che ama. Mentre trova tutte le forze per reagire, Stark trova la risposta alla domanda che lo ha sempre segretamente perseguitato: è l’uomo che fa l’armatura o è l’armatura che fa l’uomo?

REGIA: Shane BlackCON: Robert Downey Jr., Gwyneth Paltrow, Guy Pearce, Don Cheadle, Rebecca Hall28

Page 29: Camaleo Aprile 2013

UPDATE

ono belli, di successo, attorniati da ragazzine urlanti che si ven-derebbero l’anima per toccarli, sentirli parlare o poterne maga-ri strappare qualche pezzo.Stiamo chiaramente parlando di

qualsiasi stereotipato artista pop moder-no, che, privo di attitudine musicale, basa il suo successo sulla capacità di far esal-tare adolescenti insicure.Se fino alla prima metà dello scorso se-colo la musica è stata un fenomeno per pochi, al pari delle arti figurative, durante la seconda metà ha velocemente subi-to un fenomeno di commercializzazione (ancora in atto) che l’ha portata da arte a mezzo produttivo: la oramai celebre indu-stria musicale.Ovviamente ogni industria ha bisogno di qualcuno che acquisti il proprio prodotto, e qui entrano in ballo i Favolosi 4.I Beatles sono tra i primi (ma sicuramente quelli che meglio ci sono riusciti) a basarsi su una fan base psicologicamente insicu-ra, ovvero la classica ragazzina che chie-de solo una faccia pulita e un bel sorriso, per avere un punto di riferimento.

La musica diventa solo un ornamento, ergo non è buona in quanto buona, ma buona perché fatta da gente bona.Ovviamente il fenomeno non è così facil-mente semplificabile, dato che i Beatles artisti (ben lontani dai Beatles fantocci) sono stati grandi sperimentatori e innova-tori, ma tutti questi intenti di rinnovamento musicale non hanno niente in comune con i ben levigati 45 e 33 giri , almeno nella pri-ma e più delicata parte della loro carriera.Bisogna però ricordare che in quegli anni uscivano capolavori indiscussi come “In the court of the Crimson king“ o “Foxtrot” che ottennero un successo strepitoso senza però sacrificare la sperimentazio-ne e l’ars (ancora oggi, usare la parola Genesis in pubblico provoca compiaciuti sorrisi da parte di numerosi over 50).Se la plastificazione musicale è un feno-meno di nascita americana, la totale frat-tura tra i Beatles artisti e quattro fantocci “cacasoldi” si ebbe proprio in concomitan-za con i loro tour americani.Evitando di tracciarne la storia (che esi-sterebbe a fare Wikipedia sennò?) ba-sti ricordare che in queste occasioni ,e

soprattutto nei concerti tenutisi in stadi (dove urla di ragazzine rendevano inudibile la musica) si incominciò a capire l’enorme potenziale economico di eventi simili.Ricordando il precedente/contemporaneo Elvis (la cui carriera, però fu anche cine-matografica) si nota quanto l’America sia sempre stato covo di isterie, cavalcate ieri come oggi da malvagi produttori. Da notare quanto la maggio parte della buona musica sia di origine Europea, che è e ri-marrà sempre la terra del buon gusto.Che si tratti di Elvis, dei Beatles, di Rihan-na o dei Muse la sostanza è sempre la stessa: proporre materiale scontato e ac-cattivante usando bellocci/e per ottene-re l’attenzione delle giovani e controllabili generazioni.Per quanto possa sembrare un atteggia-mento estremistico viene quasi da sé che questo tipo di espressione NON È MUSICA.Chiamatela come volete: cacca, pupù, escremento, ma l’arte della composizione dei suoni è qualcosa di lontano anni luce.

Perché i Beatles sono gliantenati dei One Direction

MUSICA

s

È stato un gruppo rock britannico, originario di Liverpool e attivo dal 1960 al 1970.Ha segnato un'epoca nella musica, nel costume, nella moda e nella pop art. Ritenuti un fenomeno di comunicazione di massa di proporzioni mondiali e considera-ti tra le maggiori espressioni della musica contemporanea, a distanza di vari decenni

dal loro scioglimento ufficiale – e dopo la morte di due dei quattro componenti – i Beatles contano ancora un enorme seguito e numerosi sono i loro fan club esistenti in ogni parte del mondo.Per la rivista Rolling Stone i Beatles sono i più grandi artisti di tutti i tempi.

ABABACAR DIOUF

NIAL HORANZAYN MALIKLIAM PAYNEHARRY STYLESLOUIS TOMLINSON

COMPONENTI

JOHN LENNONPAUL McCARTNEYGEORGE HARRISONRINGO STARR

COMPONENTI

Sono una boy band di origini anglo-irlandesi, conosciuta per aver partecipato e per es-sere arrivata terza alla settima edizione di X Factor. Dopo il successo avuto grazie al talent show, hanno firmano un contratto con la Syco Music e con la Sony Music. I loro primi due album Up All Night e Take Me

Home hanno avuto un notevole successo commerciale, piazzandosi in cima a diverse classifiche internazionali.Qualcuno li considera come una nuova "British Invasion" negli Stati Uniti, dopo aver venduto 14 milioni di singoli ed 8 milioni di album.

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UPDATE

senza dubbio la moda del mo-mento contro il costo degli sms oppure la fatica di reperire un tanto agognato numero di cellu-lare. La spotted mania è sbar-cata anche in Italia, e Napoli è

senza dubbio una delle capitali. Le pagine “spotted”, presenti su Facebook, sono pa-gine di scuole, università oppure dedicate a luoghi frequentati regolarmente, dove la gente può dichiarare il proprio amore in totale anonimato oppure scrivere apprez-zamenti o qualsiasi altra cosa su profes-sori o altra gente. L’elemento vincente è il completo anonimato che caratterizza tutti i messaggi.

La storia prende il via nel 2010. Rich Martell (nella foto in basso), studente d'informati-ca della UCL (University College London), decise di creare un sito dove lui e i suoi amici avessero potuto scrivere commenti anonimi sulle ragazze che avvistano in bi-blioteca. FitFinder era una piattaforma di "microblogging anonimo localizzato". che in meno di due mesi riuscì a coinvolgere 52 diverse università britanniche e oltre 250 mila utenti, per un totale di 5 milioni di pagine visualizzate.il 28 maggio 2010, a poco più di due mesi dalla creazione, FitFinder fu costretto alla chiusura a causa dei numerosi reclami e proteste. L'idea, dopotutto, non dispiacque al web, trasferendola su un altro social network: Facebook. Ciononostante, le polemiche restano. A desempio, sulla pagina del-la York University è possibile leggere il seguente messaggio: "Abbiamo dovuto censurare alcuni messaggi inopportuni o al limite del bullismo. […] Volevamo dare a tutti l'opportuinità per farsi due risate e magari sentirsi lusingati leggendo un post positivo su di loro" scrivono gli ammini-stratori; "A causa della petizione contro la pagina e delle crescenti preoccupazioni, non posteremo più messaggi".A Napoli, intanto è boom, tanto che il 18 aprile, il giovedì universitario di un noto lo-cale di Agnano, si è trasformato nel primo «Spotted Party» targato Unina. La Federi-co II risulta essere leader nelle pagine di spotted con oltre 21 mila fan. Per fare un paragone con un altro celebre ateneo ita-liano, la Bocconi conta solo (!) 5759 fan.

Spotted:bacheche 2.0

WEB

È

ABABACAR DIOUF

Internet si muove ad una velocità spaventosa: una società che sintetizza in pochi anni mutamenti per i quali che nel mondo reale c’è bisogno del passag-gio di generazioni.Nonostante questa azione enzimatica, ci sono sempre piccoli frammenti che rimangono inspie-gati, schegge prive di uno scopo, o con uno scopo che non ci è dato conoscere.Si accumulano di anno in anno, creati per goliardia, marketing o semplice gusto dell'inquietante, sfio-rando l'arte moderna, ma tenendosene a doverosa distanza.Come nel caso di Underground Fortess, inquietante sito di matrice giappo.Per raggiungerlo bisogna cercare su Google “Un-dergroundfortress.web” . Strano ma vero, ricerche come “Underground Fortess” non produrranno nes-sun risultato utile.Da una pagina iniziale, costellata dalla stesso in-quietante volto (di cui parleremo dopo) è possibile accedere a varie sezioni da pulsanti a schermo.La terza pagina è formata da vari album fotografici di donne, probabilmente modelle, le altre quattro trattano invece di dipinti e scultura.Aprendole ci si trova davanti a tante piccole antepri-me, che cliccate permettono di visualizzare i dipinti, corredati da una data e un nome, tutto ovviamente in Giapponese.Tutti i personaggi rappresentati hanno in comune enormi cicatrici sulla pancia, volti sfigurati e deformi e spesso mancano di occhi.La seconda galleria è dedicata invece alla statua-ria. Teste di bambole antropomorfe sofferenti o tristi, anche esse come bruciate, piangenti e de-formi, corpicini chiusi in bare bianche, con costole mancanti, come strappate a forza.Si arriva ad'un'altra galleria.Qui però le immagini (sullo stesso tema) non sono ingrandibili, ma capeggia in alto a destra un'unica parole in caratteri romani.Maria.Probabilmente le foto di una mostra, data anche la presenza di una data e immagini di una donna che posa, senza sorridere, accanto ai dipinti.Inutile cercare informazioni sul sito: a parte piccole citazioni è stato come ignorato e dimenticato dal resto della rete; indecifrabile il senso del sito che probabilmente dovrebbe essere una pubblicità, nonostante sia lacunoso di date, nomi e qualsiasi altra informazione utile.

QUEL SITOCHE NON

ESISTE

CURIOSITA'!

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Roba da Paz...

UPDATE

iventato l’antonomasia della generazione “dan-nata” del ’77 bolognese, Pazienza porta fuori tutti i suoi pensieri, le sue idee, la poesia, la perdizione.

L’anima di cui le sue opere sono im-bevute, ubriache, l’anima del “Gran-de Artista”, riflette tutto il travaglio, la sensualità, la genialità, la ferocia, la malinconia del suo tempo. Definito dallo stesso Mollica un “Rimbaud dei fumetti”, Pazienza non è altro che il portavoce e telecronista della vita di quegli anni, delle sue esperienze sregolate e a volte smodate.La prosa alternata alle tavole graf-fianti e scure delle vignette impa-

state in un calderone di stili (dalla Di-sney al background delle grandi case ed. americane) e le poesie senza punteggiatura appena schizzate sul foglio, ci lasciano presagire molto della personalità di questo perso-naggio contraddittorio e disorien-tante e i suoi personaggi prendono vita proprio dal suo essere, sono lo specchio della sua anima, quasi il suo alter Ego.Inoltre la sua satira, il suo erotismo, la sua critica lieve e sagace arricchi-scono ancora di più questa raccolta rendendo unico e innovativo il suo lavoro.

GIORGIA BONITO

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FUMETTI

PAZ,SCRITTI, DISEGNI, FUMETTI DI ANDREA PAZIENZA

ILCONSiGLIO

Edito da Einaudi a cura di Vincenzo Mollica con un racconto di Stefano Benni. Edito nel 1997, la raccolta è disponibile al prezzo di € 12.00 nelle migliori librerie.

TRA ZANARDI E PERTINIMassimo Zanardi è un personaggio dei fumetti crea-to da Andrea Pazienza, apparso per la prima volta in Giallo Scolastico, fumetto del 1981 pubblicato sulla rivista Frigidaire. Zanardi (detto Zanna) ha 21 anni, frequenta la quinta del liceo scientifico Fermi di Bo-logna insieme ai suoi due inseparabili compagni di avventure: Petrilli (Pietra) e Colasanti, (Colas). Ha ca-pelli biondi, lisci e lunghi, un viso spigoloso e un lungo naso a becco; si presenta dunque come l'opposto di Andrea Pazienza (quindi una sorta di alter-ego del suo creatore). È fondamentalmente cattivo e privo di morale.Fondamentali per capire tale personaggio sono le parole che lo stesso Pazienza pronunciò in un'intervi-sta: «La caratteristica principale di Zanardi è il vuoto. L'assoluto vuoto che permea ogni azione». Per que-sto tutti i giovani di quella generazione che viveva a Bologna alla fine degli anni settanta si identificarono totalmente con il personaggio, Zanardi era come loro: un ragazzo senza neanche un ideale in un'epoca di rivoluzioni (poiché le riteneva inutili), e soprattutto terribilmente annoiato (talmente annoiato che per

vincere questo malessere si diverte a far del male alle persone). Zanardi non è cattivo per scelta, non più di quanto non lo sia un banale narcisista, che si sente costretto dalla società ad essere così: si repu-ta il prodotto di un sistema in cui il male verso gli altri è l'unico modo per fare del bene a sé stessi. Tra i personaggi di Pazienza c'è anche Pertini, prota-gonista di un albo speciale "disegnato in tre giorni".

FOCUS

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Calpestando la luce

irettamente dall’Inghil-terra: Pavegen, le mat-tonelle che producono energia elettrica tramite il passaggio di una per-sona.

Le ha brevettate un ingegnere ingle-se appena 25enne, Laurence Kem-ball-Cook, che ha scoperto quali ef-fetti può avere la nuova tecnologia: é stato calcolato che dieci passi di una folla media, alla fermata di un mezzo pubblico, può produrre l’intera illuminazione a una fermata dell’au-

tobus. La mattonella green è già stata installata, con ottimi risultati, alla stazione West Ham della metro-politana di Londra (nella foto) e per-fino in un locale notturno, il Club Watt di Rotterdam. Molto presto arriverà sul mercato anche la versione ita-liana di Pavegen e sarà sicuramente un articolo di successo, visto che nel nostro Paese un intero distretto, in Emilia, è specializzato proprio nel-le mattonelle.

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UPDATE

greenonGREEN PAGECAMALEO

GIORGIA BONITO

ANOTHER PLASTIC LIFE

Vi siete mai chiesti come poter utilizzare una bot-tiglia!? Ovvio che no! Perché tutti sanno qual è la sua funzione. E se vi dicessi che potrebbe essere utilizzata in modo diverso?La plastica delle bottiglie riciclate, per esempio po-trebbe essere riutilizzata per le magliette che stia-mo indossando oppure per delle scarpe o borse. Inoltre fantasia e creatività non hanno limiti quan-do si tratta di dover riutilizzare, riusare, riciclare e trasformare materiale in qualcosa di nuovo, ecco alcuni consigli:potreste fare delle piccole roselline per dei pendagli,degli orecchini o dei braccialetti modellan-do la plastica con una fonte di calore, costruire un salvadanaio a forma di porcellino o riutilizzare i tappi colorati per fare puntaspilli, spille ecc.

IL MECCANISMO DI FUNZIONAMENTO DI PAVEGEN

GREEN TECH

CURIOSITA'!

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UPDATE

Ho sempre consigliato alle mie amiche di lasciarsi dopo San Valentino, almeno avrebbero accompa-

gnato i baci perugina alla delusione. E’ facile dare consigli sai? Chiamare le cose con il loro nome, osservare gli eventi in modo oggettivo,

freddo, distaccato. Quando la cosa non ti riguarda, quando non affoghi nelle emozioni, è fin troppo facile riconoscere

il vero dal falso, ammettere le proprie colpe quanto quelle degli altri, senza convincersi che sarà

diverso e che le persone cambieranno, che tu cambierai. Oggi mi sento persa e terribilmente vuota. Poggio i piedi sul pavimento gelido e mi avvicino allo stereo: musica. La tromba di Miles Davis invade

la mia stanza, mentre una sensazione di pace si fa largo in me. Lentamente mi avvicino al letto e mi siedo a gambe incrociate accanto al gatto che respira rumoro-

samente acciambellato su se stesso. Mi osservo nello specchio grande che ho di fronte: i capelli lunghi e stranamente lisci, il pullover

largo rubato a mio padre, i leggins verdi e un’espressione vuota disegnata sul volto. Dicono sempre che gli occhi sono lo specchio dell’anima; speranzosa osservo i miei in cerca di qual che chiarimento, di una risposta, ma non ci vedo altro che due macchie marrone scuro.

Delusa mi butto di colpo sul cuscino e quasi non provoco un infarto al gatto. Chiudo gli occhi pregando che qualche pensiero diverso mi avvolga e mi trascini nell’oscurità più

profonda, invece non succede nulla. La mia mente ripropone sempre le stesse immagini, le stesse

parole e le tue labbra piegate in quel sorrisetto del cavolo, espressione che s’impossessa del tuo viso

solitamente dopo che hai rivolto imbarazzato lo sguardo al cielo. Sbuffo. Non ho voglia di fare nulla, voglio rimanere ferma qui, immobile, sospesa. Non voglio pren-

dere decisioni, riflettere o piangere. Voglio andare avanti rimanendo ferma sui miei passi.

Guardo il soffitto e conto le ombre circolari create dal lampadario: “una, due, tre…” Mi sono sempre chiesta perché quando qualcosa finisce pensiamo sempre che sia colpa nostra, che

non abbiamo fatto abbastanza, ci addossiamo tutti gli errori anche quelli che non lo sono.

Forse perché la frase più ricorrente è “tu non hai sbagliato niente, sono io quello sbagliato” che poi

un giorno vorrei sapere chi è il cretino che ha inventato ‘sta cosa. Che vuol dire “sono io quello sba-

gliato?” Chi te l’ha detto, chi l’ha deciso? Io no di certo. E’ un meccanismo contorto che ti porta a riflettere, a cercare in ogni singolo dettaglio il pelo, l’in-

toppo a leggere in modo diverso, a distruggere anche i momenti che credevi perfetti. Un’altra di quelle cose che mi fa salire i nervi è “non sono quello giusto per te” Ma perché? Che ne

sai che non sei quello giusto e soprattutto che non lo sei per me. Questo, almeno questo dovrei dirlo

io se permetti e non l’ho mai pensato. La pura verità è che quando sosteniamo una cosa del genere è perché quella persona non ci va più a

genio, non la vogliamo più, non ci dà più emozioni. Solo emozioni, perché i sentimenti non posso svanire, dissolversi così da un giorno all’altro, quelli

restano, magari cambiano, ma non scompaiono. Le emozioni invece crescono, diminuiscono, vanno , tornano e tu fai come loro. Ogni volta che ne hai voglia, quando senti di nuovo le farfalle nello stomaco e quel dolce tremolio

percorrerti le gambe torni e io spero che sia per restare.

TORNA PER RESTAREwriting

MARIA CLAUDIA GATTO

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UPDATE

DON PIOLA POSTA DI

Da Marco 16 anni

Caro Luca, Gesù diceva di porre l’altra guancia, ma secondo me quando disse questa frase non ci credeva nemmeno lui.

Io personalmente ti consiglio di vedere un film che a me ha cambiato la vita, pieno di contenuti evangelici e intriso del messaggio cristiano: Karatè Kid. Perciò corri a cercare un maestro di arti marziali over ses-santa (possibilmente asiatico) e poi vedrai come li prendi a calci in boc-ca come Dio comanda!

Caro don Pio ,sono arrivato al punto massimo di sopportazione, lo so, non mi fa onore ma sono talmente esasperato che ho provato a farla finita con un cd di Gigi d’Alessio, alla fine però non ho avuto il coraggio di premere il tasto play. Sono da anni vittima di atti di bullismo da parte di ragazzi più grandi. Cosa dovrebbe fare un buon cristiano in una situazione così grave?

Caro Marco, non conosco nessuna psicologa (la psicologia è una scienza inutile e va contro i comandamenti di Dio) ma ti al-

lego il numero di una delle “pecorelle” del mio gregge. Non sarà laureata ma come ti fa fare esperienza lei non te la fa fare nessuno! Testata da me in persona, capisc’ a me!

Caro padre,frequento una ragazza da qualche mese ma non sono mai riuscito a baciarla, forse perché è la mia prima esperienza affettiva, mi può consi-gliare una buona psicologa per superare questa mia difficoltà?

Da LUCA 14 anni

Da MARIA 19 anni

Maria, quando ascolti un brano di Mozart o dei Black Sabbath non senti forse la mano del Signore? Quando guardi un film

di Butt Spencer non leggi il suo disegno? Quando mangi la parmigiana di melanzane non avverti la sua grandezza? Purtroppo però siamo co-stretti a convivere anche con l’operato di Satana: prendi per esempio la fame nel terzo mondo, tutte le guerre, i due punti di penalizzazione al Napoli, mannac’ a…

Santissimo don Pio, Il mondo è pieno di ingiustizie e cattiverie, questo è vero. Ma non posso fare altro che meravigliarmi della maestria che il Creatore ha adoperato nell’architettare il nostro mondo. Secondo lei, dove si può riscontrare la mano del Signore? E dove quella del maligno?

Caro Daniele, pure io sono stato ad Amsterdam ed ho prova-to le tue stesse sensazioni. Per quanto riguarda fare il mis-

sionario non lo so, ci sono tanti modi diversi di fare all’amore, sta a te scegliere quello che ti piace di più!

Caro Don Pio,quest’estate sono partito da solo verso un luogo di culto e sono stato rapito dalla bellezza del posto, mi sono meravigliato nel vedere quella gen-te che viveva in povertà poiché nonostante ciò, si leggeva chiaramente nei loro occhi la ricchezza di spirito e la semplicità. Quel luogo aveva tut-to, scenari esotici, animali rari ed è lì che mi sono sentito tutt’uno con il cosmo, una parte minuscola in un meccanismo che gira di cui soltanto il Signore poteva essere l’artefice. Mi sono sentito come il viandante sul mare di nebbia: minuscolo e grandissimo. Quelle sensazioni mi hanno ri-empito il cuore di gioia e mi hanno spinto a fare della mia vita un lungo viaggio per aiutare gli altri. Secondo lei la scelta di fare il missionario è giusta?

Da DANIELE 18 anni

MOZART

quando ascolti un brano di Mozart o dei Black

Sabbath non senti forse la mano del Signore. . .

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Un fatto ormai risaputo è che l’età più diffi-cile da affrontare è quel periodo che con-venzionalmente indichiamo con il nome di adolescenza. Proprio in questo periodo noi tutti siamo chiamati ad evolverci, a formare le nostre personalità e a considerare ogni evento un’occasione unica per migliorare e per far nascere in noi stessi degli indivi-dui nuovi che costituiranno la società del

futuro. Ma non sempre gli anni che vanno dai quattordici ai diciannove sono facili da affrontare. La consapevolezza delle molte responsabilità , le continue tempeste or-monali e le difficoltà di ogni giorno infatti, possono disorientare e talvolta far perdere la bussola ai ragazzi. Ma fortunatamente il dialogo è la migliore arma in quest’era di svolta ed è per questo che vi offriamo la

possibilità di presentare i vostri dubbi e le legittime ansie ad un uomo di Chiesa, un uomo dalla forte moralità ma anche aperto al frastagliato universo della modernità, il nostro caro Don Pio da Salvator Rosa. Qui verranno pubblicate le risposta alle doman-de o alle curiosità pervenute al suo indirizzo e-mail: piosscnapoli4ever.

Da PAOLO 15 anni

Paolo, lavati se ti senti sporco e non ti preoccupare all’Inferno ci va solo chi non ascolta Rock n’Roll!

Don Pio aiutami! Mi sento sporco. Ero un grande appassionato di musica Rock, ma ho sen-tito che in molte canzoni sono contenuti messaggi subliminali inneggianti al satanismo. E’ vero? E se sì, andrò all’Inferno?

Da TERESA 19 anni

Sì hai ragione tu.

Caro Padre, vorrei porle un quesito importante sugli angeli a cui non trovo risposta: gli angeli sono esseri perfetti che sono nella grazia di Dio. Essendo perfetti le loro scelte sono immutabili. Come hanno fatto i demoni che in prece-denza erano stati angeli ubbidienti a “cambiare idea” ed a disubbidire al Signore? Cioè, se gli esseri spirituali sono immutabili nelle loro scelte, come hanno potuto mutare da buoni a cattivi? Se hanno potuto mutare da buoni a cattivi perché non possono ancora mutare da cattivi a buoni?

mi sa che questo uomo di chiesa sia un ciarlatano: suggerisce sue amiche

psicologhe e pellegrinaggi ad amsterdam

al posto di porgere l'altra guancia, suggerisce karate kid? mah!

principali controversie

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THE FIRST VIRAL

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