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Copyright © 2014 McGraw-Hill Education S.r.l. Dornbusch, Fischer, Startz, Canullo, Pettenati, Macroeconomia 11e Capitolo 2 Contabilità nazionale

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Capitolo 2

Contabilità nazionale

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Oggetto della contabilità nazionale

• La misura fondamentale del prodotto aggregato in un sistema economico è il Prodotto Interno Lordo (PIL)

– valore di tutti i beni e servizi finali prodotti all’interno del Paese in un determinato periodo di tempo (un anno, un trimestre, ecc.)

• Il PIL dell’Italia nel 2012 è stato pari a circa a 1.567 miliardi di euro (con un PIL pro capite di 26.100 euro).

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Il flusso circolare del reddito

• Fra gli operatori del sistema economico si realizzano dei flussi monetari e reali di scambio.

• Il flusso circolare del reddito mette in evidenza che il risultato economico di un paese, in un determinato anno, può essere rappresentato da tre aggregati principali:– prodotto finale

– reddito dei fattori

– spesa delle famiglie

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Il valore dei beni e servizi finali prodotti dalle imprese e comprati dalle famiglie è esattamente uguale ai redditi erogati dalle imprese e guadagnati dalle famiglie.

È possibile trascurare lo Stato?

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Lo Stato con la sua politica di bilancio gioca un ruolo rilevante nella produzione di beni e servizi finali e nella distribuzione del reddito.

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Aggiungendo lo Stato (politica fiscale), il Resto del mondo e i mercati finanziari osserviamo lo schema di flusso circolare per una moderna economia aperta.

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I flussi esaminati vengono rilevati dall’ISTAT e presentati in una struttura coerente di conti economici del Paese.

Ogni conto rappresenta un particolare circuito economico.

La registrazione dei flussi avviene secondo le regole della partita doppia: ciascun flusso viene registrato una volta in uscita in un conto e una volta in entrata in un altro conto.

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Conto delle risorse e degli impieghi

rappresenta il mercato dei servizi e dei beni finali mettendo in evidenza l’offerta aggregata (le risorse = PIL + importazioni) e la domanda aggregata (gli impieghi = consumi + investimenti lordi + esportazioni).

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Conto della distribuzione del PIL

• mette in evidenza come il PIL si trasformi in redditi dei fattori produttivi che hanno contribuito a realizzarlo

• il PIL al costo dei fattori coincide con i redditi da lavoro dipendente + il risultato lordo di gestione (interessi, profitti, rendite e redditi da lavoro autonomo) = PILpdm + contributi dalle PA e UE - imposte indirette alle PA e UE.

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Conto del reddito

• mette in evidenza il reddito nazionale lordo disponibile come somma dei redditi (al netto delle imposte e dei contributi sociali) delle famiglie che hanno il centro dei propri interessi (residenti) nel Paese e delle entrate della PA nazionali.

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Conto dell’utilizzazione del reddito

• mette in evidenza come il Paese utilizza il reddito nazionale lordo disponibile

• la prima fondamentale decisione da prendere è quanta parte del reddito nazionale destinare al consumo e quanta parte destinare al risparmio.

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Conto della formazione del capitale

• mette in evidenza come vengono finanziati gli investimenti

• fra le entrate troviamo le fonti di finanziamento degli investimenti (il risparmio nazionale lordo è la fonte principale), mentre le uscite evidenziano le spese sostenute per la formazione del capitale, gli investimenti.

• se gli investimenti sono superiori ai risparmi il Paese si è finanziato indebitandosi all’estero; viceversa se si registra un accreditamento verso l’estero.

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Conto delle transazioni internazionali

• riepiloga le transazioni tra l’economia nazionale e il resto del mondo

• è costruito dal punto di vista del resto del mondo (esportazioni, ad esempio, determinano un flusso di denaro in uscita dal resto del mondo e diretto al nostro Paese)

• il saldo è lo stesso del conto della formazione del capitale ma si trova nella sezione opposta.

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Prodotto Interno Lordo (PIL)

Misura il valore di tutti i beni e servizi finali prodotti all’interno di un paese in un determinato periodo di tempo (di solito l’anno)

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Prodotto Nazionale Lordo (PNL)

• Misura del valore di tutti i beni e servizi finali prodotti dai fattori produttivi residenti in una nazione in un determinato periodo di tempo

• PNL=PIL + RNE

dove RNE = redditi netti dall’estero ovvero redditi ottenuti all’estero da cittadini e imprese residenti in Italia meno redditi ottenuti in Italia da cittadini e imprese residenti all’estero

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Prodotto Lordo (PIL) e netto (PIN)

• Gli ammortamenti rappresentano la stima del consumo di capitale che avviene nel corso del processo produttivo e che deve essere reintegrato se si vuole lasciare inalterata la capacità produttiva.

• L’aggettivo lordo in un aggregato di Contabilità Nazionale segnala che il valore dell’aggregato comprende gli ammortamenti.

• L’aggettivo netto indica invece che dal valore lordo sono stati detratti gli ammortamenti.

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Metodi di calcolo del PIL

• Dal punto di vista della produzione 1. somma dei valori di tutti i beni e servizi finali

prodotti in un Paese• per evitare errori di doppia contabilizzazione i beni

intermedi sono esclusi dal calcolo del PIL

2. differenza fra il valore della produzione totale e il valore dei beni e servizi intermedi utilizzati nel processo produttivo e incorporati nei beni finali• tale differenza è il valore aggiunto del PIL

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Metodi di calcolo del PIL

3. somma dei valori aggiunti di tutte le unità produttive

• ad ogni fase di produzione si somma la differenza fra il valore della produzione dell’unità produttiva e il valore dei beni intermedi utilizzati, ottenendo il valore aggiunto aggregato

4. somma dei redditi guadagnati dai fattori produttivi impiegati in tutte le fasi di produzione (salari e stipendi, rendite, affitti, interessi e profitti)

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Applicazione 2.1

• Supponiamo che la produzione di pane avvenga con il concorso di 3 imprese:– 1 agricola (produce grano) A– 1 industriale (acquista grano, lo trasforma in farina e poi

in pane) I– 1 commerciale (acquista il pane e lo distribuisce nei

negozi) C

• Ipotesi semplificatrici: no imposte indirette e contributi alla produzione, né variazione delle scorte

→ valore della produzione = ricavi di vendita

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Bilancio impresa A

COSTI (euro) Ricavi (euro)Beni intermedi 0 Vendite 200

Salari e stipendi 140 Variazioni scorte 0

Rendite (affitti) 20

Interessi 20

Profitti 20

Totale 200 Totale 200

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Bilancio impresa I

COSTI (euro) Ricavi (euro)Beni intermedi 200 Vendite 700

Salari e stipendi 250 Variazioni scorte 0

Rendite (affitti) 60

Interessi 100

Profitti 90

Totale 700 Totale 700

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Bilancio impresa C

COSTI (euro) Ricavi (euro)Beni intermedi 700 Vendite 1000

Salari e stipendi 100 Variazioni scorte 0

Rendite (affitti) 10

Interessi 50

Profitti 140

Totale 1000 Totale 1000

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Applicazione 2.1Imprese Costi Valore della

produzione

Beni intermedi

Redditi dei fattori

Valori aggiunti

A - 200 200 200

I 200 500 500 700

C 700 300 300 1000

900 1000 1000 1900

1. PIL = valore produzione delle imprese finali (qui C) = 1000

2. PIL = valore della produzione totale (delle 3 imprese) meno valore beni intermedi = 1900 -900 =1000

3. PIL = VAA+ VAI +VAC = 200 + 500 + 300 = 1000

4. PIL = Σ redditi di A, I e C = 200 + 500 + 300 =1000

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Applicazione 2.1

• VALORE AGGIUNTO AGGREGATO - valore aggiunto di A + valore aggiunto di I +

valore aggiunto di C = 200 + 500 + 300 = 1000 euro = PIL

• PIL = somma dei redditi dei fattori salari e stipendi 490 + rendite e affitti 90 + interessi 170 + profitti 250 = TOTALE 1000

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Problemi relativi al calcolo del PIL• Il PIL è la misura della produzione finale, cioè delle

nuove risorse reali create dal sistema economico nel periodo considerato– il PIL indica il valore della produzione corrente

• E’ considerata attività economica la produzione di beni (e servizi) scarsi capaci di soddisfare i bisogni umani;

• Per contribuire al PIL un’attività economica deve produrre beni per il mercato o almeno per lo scambio

• Sono quindi escluse dal PIL le attività di produzione svolte all’interno della famiglia

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Problemi relativi al calcolo del PIL

• Il PIL non fornisce una misura precisa né della produzione né del benessere:– alcuni beni non sono scambiati sul mercato (ad esempio

il lavoro in casa)– nel PIL sono inclusi con valore positivo i frutti di attività

che servono a produrre “mali” invece che beni (ad esempio attività criminale) o comunque servizi che rispondono a un bisogno umano ma non sono legati al concetto di “stare bene” (ad esempio servizi per la salute)

– le statistiche ufficiali non riescono a tener conto con precisione del perfezionamento nella qualità dei beni (ad esempio i computer)

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Metodi di calcolo del PIL

• Dal punto di vista della domanda di prodotti il PIL può essere considerato la somma di 3 componenti:

– CONSUMI FINALI INTERNI

– INVESTIMENTI LORDI• Investimenti fissi lordi + variazione delle scorte

– ESPORTAZIONI NETTE • esportazioni - importazioni (saldo commerciale)

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Componenti del PIL

• L’aggettivo interno si riferisce a ciò che avviene all’interno del paese, indipendentemente dalla nazionalità di chi produce o consuma;

• L’aggettivo nazionale si riferisce ai residenti del paese

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PIL nominale e PIL reale

• PIL nominale (a prezzi correnti) = valore della produzione di un determinato anno ai prezzi di quell’anno, cioè in moneta a valore corrente.

• Quando vogliamo misurare la variazione nel tempo del PIL (cioè la crescita del benessere materiale) usare i dati a prezzi correnti non è corretto.

• PIL reale (a prezzi costanti) = valore assunto nel corso del tempo dalla produzione di beni e servizi finali, valutati in anni diversi agli stessi prezzi, cioè in moneta a valore costante.

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n

1iititt pqPILpc

PIL a prezzi correnti

Il PIL a prezzi correnti di un qualunque anno t

è una sommatoria di n quantità di beni finali prodotte nell’anno t (q) per i rispettivi prezzi (p) dell’anno t.

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• Le variazioni nel tempo del PIL a prezzi correnti possono derivare sia da variazioni delle quantità (q) sia da variazioni dei prezzi (p).

• Soltanto l’aumento delle quantità può tuttavia essere considerato un indicatore di sviluppo economico e quindi di maggior benessere materiale della popolazione.

PIL nominale e PIL reale

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• se per ipotesi tra l’anno t-1 e l’anno t i prezzi (ed i redditi) raddoppiano e le quantità rimangono invariate è difficile sostenere che il benessere materiale della popolazione è raddoppiato

• l’aumento dei prezzi rappresenta invece un fenomeno di inflazione.

• Un modo per mettere in evidenza le variazioni nel tempo delle sole quantità è quello di usare i prezzi di un certo anno, scelto come base, per valutare le quantità degli anni successivi (PIL reale o a prezzi costanti).

PIL a prezzi costanti

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PIL a prezzi costanti

Il PIL dell’anno t a prezzi dell’anno precedente è una sommatoria di n quantità di beni finali prodotte nell’anno t (q) per i rispettivi prezzi (p) dell’anno t-1.

n

1i1-ititt pqPILpap

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In questo caso è chiaro che le variazioni del PIL tra l’anno t-1 e l’anno t riflettono unicamente variazioni di quantità.

L’andamento del PIL italiano a prezzi correnti e a prezzi costanti fra il 2005 e il 2012 è riportato nel grafico seguente:

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Tasso di crescita del PIL reale

∆PILpapt / PILpct-1 =

= [PILpapt – PILpct-1] / PILpct-1 =

= PILpapt / PILpct-1 – 1

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indice implicito dei prezzi del PIL

(detto anche “DEFLATORE” del PIL)

100*100*PILpap

PILpcI m

1ii0it

m

1iitit

t

tP

pq

pq

• se l’anno base è il periodo 0 • è un indice dei prezzi di tipo Paasche

- sottostima l’inflazione

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Indice dei prezzi di Laspeyres

100*I m

1ii0i0

m

1iiti0

L

pq

pq

• se l’anno base è il periodo 0 • tende a sovrastimare l’inflazione

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Esercizio 2.1 Indici di Paasche e Laspeyres

IP = (110x180 + 145x80+55x250) / (110x150 + 145x100+ 55x200) = 45150/42000= 1,075

IL = (100x180 + 130x80+60x250) / (100x150 + 130x100+ 60x200) =43400/40000=1,085

πP = 1,075 - 1 = 0,075 = 7,5%

πL = 1,085 - 1 = 0,085 = 8,5%

Anno 1 Anno 2

Quantità Prezzo Quantità Prezzo

100 150 110 180

130 100 145 80

60 200 55 250

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Per deflazionare (depurare dall’aumento dei prezzi) un aggregato a prezzi correnti basta dividerlo per l’appropriato indice dei prezzi: ad es. per l’anno 2006: 1493/102*100=1468

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Alcune importanti identità

• Economia chiusa senza Stato

o Y ≡ C + Io Y ≡ C + So C + I ≡ Y ≡ C + So I ≡ S– l’investimento è esattamente pari al

risparmio

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Alcune importanti identità

• Economia aperta con la presenza dello Stato

o Y ≡ C + I + G + NXo YD ≡ Y + TR – TAo YD ≡ C + So YD – TR + TA ≡ C + I + G + NXo C + S – TR + TA ≡ C + I + G + NX

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Alcune importanti identità

• Economia aperta con la presenza dello Stato

o C + S – TR + TA ≡ C + I + G + NXo (S – I ) ≡ (G + TR – TA) + NX

– l’eccesso di risparmio sugli investimenti nel settore privato è pari alla somma del disavanzo del bilancio pubblico e dell’avanzo della bilancia commerciale

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(S – I ) ≡ (G + TR – TA) + NX

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La Figura 2.4 mostra che dal 1970 il saldo della bilancia commerciale dell’Italia ha oscillato intorno allo zero, mentre il saldo del bilancio pubblico è stato sempre negativo

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Ciò si è tradotto in un forte accumulo di debito pubblico, un fatto ricorrente nella storia dell’Italia