carolin-a 'd savoja 1 - cameratacoralelagrangia.it 'd... · al di sopra dei desideri...

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Carolina di Savoja Vogliono sposare la bella Carolina /e le vogliono far sposare il duca di Sassonia!/ «Oh quanto preferirei un povero contadino/ al duca di Sassonia che abita così lontano !»/ «Un povero contadino non è degno di voi,/ il duca di Sassonia è un gran signore!»/ «Oh quanto preferirei un cavaliere di Corte/al duca di Sassonia che è un gran signore!»/ «Un cavaliere di Corte non è degno di voi,/ il duca di Sassonia è un gran signore!»/ «Dal momento che è questo il mio destino/ faremo un giro tutt’intorno a Torino!»/ «Buongiorno caro papà, buongiorno cara mamma/ perché io vado in Sassonia ch’è tanto lontano./ Cara la mia cognata, datemi la mano./ vi raccomando soprattutto la mia mamma»./Quando son giunti sul ponte, oltre Vercelli,/ dà l’ultimo saluto ai suoi fratelli:/ «Fratelli, fratelli miei, datemi la mano/ perché io vado in Sassonia ch’è tanto lontano!/ Datemi la mano, amici, miei cari amici/e con il fior del giglio arrivederci in Paradiso… Nella cappella del Real Castello di Moncalieri, il dì 29 settembre 1781, alle ore 4 dopo il mezzodì, stavano inginocchiati dinanzi all’altare la principessa Maria Carolina Antonietta di Savoja e Carlo Emanuele principe di Piemonte, incaricato questi di sposare per procura la sua sorella in nome del principe Antonio Clemente duca di Sassonia. Assistevano alla cerimonia il re Vittorio Amedeo III e la regina Maria Antonietta Ferdinanda, infanta di Spagna, genitori della sposa e tutta la real famiglia. Il grande elemosiniere del re uscì pontificalmente dalla sacristia e, dopo essersi inginocchiato all’altare ed inchinato al re e alla regina, fece agli sposi la consueta interrogazione. Il principe di Piemonte rispose immantinente, ma la principessa, alzatasi, prima di rispondere fece la filiale riverenza ai suoi genitori e, rimessasi in ginocchio, rispose anch’essa affermativamente. Allora il prelato diede loro la benedizione nuziale e recitò il discorso d’uso. (Da Canti popolari del Piemonte C.Nigra 1888) Il canto di Carolina di Savoia si riallaccia alla tematica più ampia del matrimonio combinato, come tutela non sempre solo di interessi personali, ma più spesso di esigenze legate a un particolare gruppo sociale o alla collettività che, in una società di tipo tradizionale, come quella di cui i nostri canti sono l’es-pressione, esercita sempre un forte controllo sulle decisioni e le scelte individuali. Del resto, anche la ragione di stato che prevale nei matrimoni delle famiglie regnanti, come l’esigenza dinastica o di salva-guardia di un certo prestigio, che è il presupposto dei matri-moni presso le classi nobili o alto-borghesi, risponde a quella medesima esigenza di ossequio alle regole di quel tipo di società in cui l’interesse dello stato, della comunità o di una classe è al di sopra dei desideri personali. Sullo sfondo di questo modello di società conformista, che Edward Shorter definisce “tradizionale” proprio perché legata a dei valori che antepongono la collettività all’individuo (al contrario della società moderna in cui prevale invece la volontà di afferma-zione personale) si inserisce il canto di Carolina di Savoia. Questo canto fu pubblicato per la prima volta da Costantino Nigra nel 1862 nella «Rivista contemporanea» e succes-sivamente inserito, insieme ad altre due versioni, nella raccolta di Canti popolari del Piemonte. Storica è la vicenda e storici sono i personaggi: Maria Carolina Antonietta di Savoia, figlia di Vittorio Amedeo II, e il principe Antonio Clemen-te, duca di Sassonia, sposati per procura nella cappella del Castello di Moncalieri il 29 settem-bre 1781; come storico è il corteo nuziale che ac-compagnò la principessa nel giro attraverso le vie di Torino e poi fino a Vercelli, dove avvenne la separazione, secondo le notizie, basate su docu-menti dell’Archivio del Regno e riportate dal Nigra. [..] Da Vercelli, la giovine sposa (non ancora diciottenne n.d.r.) continuò il viaggio passando per Milano, Rovereto ed Innsbruck, affidata al conte della Marmora… Giunta in Augusta fu …consegnata… ai commissari di Sassonia il 14 ottobre 1781.. Trascorso un anno la principessa moriva di vaiuolo a Dresda. Il canto di Carolina di Savoia, come gli altri canti composti in occasione di matrimoni di principesse della Casa Savoia, hanno un riscontro in un canto più antico “Matrimonio inglese” come annotava Julien Tiersot in:Chansons populaires requeillies dans les Alpes Françaises (Savoie et Dauphinè) 1903 Fernanda Zuppini Palenzona (Da Canti popolari del vecchio Piemonte. Piemonte Amoroso. R.C.A C.C.La Grangia 1981