casarossa dicembre 2011
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organo di informazione dell'associazione politico culturale casarossaTRANSCRIPT
PRIMA PAGINA 1
E ORA COSA FACCIAMO?
ORGANO DI ESPRESSIONE DELL’ASSOCIAZIONE POLITICO CULTURALE CASAROSSA
[email protected] www.casarossa.tk
Cresce la disoccupazione in Europa e
cresce la disoccupazione in Italia. Se-
c o n d o i d a t i p ubb l i c a t i og -
gi dall’Eurostat rispetto all’ottobre scor-
so la disoccupazione, nei 17 paese
dell’euro è salita dal 10,1% al 10,3%
ed è in crescita anche rispetto a set-
tembre (10,2%). Identica la situazione
in Italia, 8,5% oggi rispetto a 8,4% lo
scorso anno e a 8,3% il mese scorso.
La vita è bella. Possano le genera-zioni future liberarla da ogni ma-le, oppressione e violenza, e go-derla in tutto il suo splendore'' Leon Trotsky
QUALE SOLUZIONE?
Ridurre le spese?
Aumentare le entrate?
INTOCCABILI EVASORI: “B O C C I A-
TA” ANCHE LA TASSA SUI CAPITALI
QUALE LE SOLUZIONI PER SALVARE IL PAESE
E CACCIARE LA POLITICA CAPITALISTA?
L’ UNICA SOLUZIONE PERCORRIBILE:
FRONTE UNICO
ANTICAPITALISTA
IN QUESTO NUMERO:
PARTITO COMUNISTA DELLA FEDERA-ZIONE RUSSA: ECCO IL PIANO CONTRO LA CRISI ECONOMICA CAPITALISTICA
Poveri in barca a vela e Mercedes
I comunisti russi aumentano in modo esponenziale, mentre i compagni trozchisti della federazio-
ne russa sono ridotti al prefesso telefonico. Chissà se accuseranno ancora lo stalismo?
Il merito principale di Zyuganov consiste nell'avere epurato dal partito gli accessi anarcoidi e soverchianti di una cultura
sfascista, che in italia e in spagna ha colorato le piazze dei furenti indignati, e aver ricomposto il partito sulle basi di posizioni d'avanguardia, che mescalano la prassi leninista del partito che si irradia nei livelli più ramificati della società all'inserimento di nuove posizioni teoriche, che alzano lo sguardo su una "middle class" risucchiata nelle fauci del salario da terza settimana. Saper rompere il dogma del marxismo teorico utilizzando la dialettica marxista è il miglior insegnamento che i com-pagni della federazione russa possono insegnarci. L'era comunista si infiltra nuovamente tra le mattonelle di un giardino capitalistico che è entrato, da circa dieci anni nella sua fase suprema. L'errore di chi pensa di occupare infiniti palazzi d'inverno lo rende paragonabile al don chisciotte dei mille mulini a vento. I comunisti devono riempire il vuoto che si crea in una realtà macrosistemica che il capitale abbandona per coltivare le elite sacrali della propria liturgia, consistenti nei flussi finanziari della grande impresa, nella centralità del sistema bancario sulle transazioni che riducono il credito al mondo del lavoro e diventano il centro pulsante della speculazione, che controlla e governa le sovranità nazionali. Laddove si è in grado di occupare i gangli dell'economia reale (attraverso l'uso di nuove forme di cooperativismo e l'assegnazione delle aziende decotte al controllo dei lavoratori) e di creare reti di microcredito che consentano agli espropriati della dignità collettiva del benessere di riattivare le proprie progettualità allora si è comunisti del XXI secolo. Se si rimane ad una forte opposizione da barricata, che barrica i soli titolari di quel falso operaismo, millantato da trent'anni dai partiti comunisti occidentali, ma guarda con ostilità al popolo delle partite ive (false ma vero sotto-proletariato) resta confinato a maniera .. difesa corporativa di maniera. Credo che i compagni di Zyuganov siano in grado di illustrarci con i risultati alla mano la differenza tra politica ed estremismo, tra analisi e prassi verso la propaganda di un sindacalismo che guarda alla conservazione delle tesse-re. E questa è la strada che intendiamo percorrere.
Luca Pastura
Prendere esempio da Zyuganov
“Se sopravvivremo all'allunga-
mento dell'età pensionabile, alla
diminuzione della pensione, alla
riduzione degli stipendi perché
dice la Fornero che da vecchi
produciamo meno, all'aumento
delle bollette ed al ripristino
dell'ICI, fino a che riusciremo
ancora a respirare vi frontegge-
remo con orgoglio e a testa alta.
Io penso che vi convenga ripen-
sarci, abbiamo un motivo di più
per vivere a lungo. Generazione
ribelle, ancora comunisti, sem-
pre in trincea. Giovani sveglia-
tevi!”
Daniela Cortese
GRAMSCI E LA SITUAZIONE ATTUALE 2
Mentre milioni di italiani onesti fanno i conti con il ritorno dell'Ici e l'au-
mento della benzina, altri milioni di concittadini continuano a farsi beffe
del fisco: il 42,4% delle 42mila barche di lusso su cui si dovrà pagare la
patrimoniale voluta dal governo Monti è intestato a contribuenti che de-
nunciano 20mila euro l'anno.
Il Sole 24 Ore riporta oggi i dati dell'Anagrafe tributaria utili a pesare
l'impatto della patrimoniale Monti. E così si scopre, si fa per dire, quello
che è sotto gli occhi di tutti: in tempi difficili c'è chi riesce a viaggiare in
Bmw o Mercedes con cilindrata elevata pur denunciando 20-50mila euro
l'anno al Fisco. Anzi, gli italiani in questione sono più di 200mila.
I numeri dell'Agenzia delle entrate
Poveri in barca a vela e Mercedes
PARTITO COMUNISTA SOVIETICO 3
Il Partito Comunista della Federazione Russa (PKRF) elabora e distribuisce in milioni di
copie un programma che toglie ai ricchi per dare ai poveri. I comunisti italiani dovrebbero
prendere esempio dai compagni russi.
Una vera forza politica che si oppone alla politica senza vie d’uscita del potere e propone
un piano efficace di misure anti-crisi è il Partito Comunista della Federazione Russa
(PKRF).
Il nostro piano è basato sulle esperienze dei Paesi avanzati, sulle proposte dei migliori
specialisti di Russia.
Il piano è sviluppato nei punti del Programma del KPRF, approvato al XIII Congresso del
partito.
Primo. Ritorno alla proprietà pubblica del settore minerario e dei settori chiave dell'econo-
mia. Introduzione della gestione diretta governativa (statale) dei settori particolarmente
colpiti dalla crisi. Creazione di un'autorità centralizzata per la gestione dell'economia na-
zionale, per la mobilitazione e l'utilizzo efficace dei fondi necessari per ricostruire il Pae-
se.
Secondo. Il fondo valutario statale andrà utilizzato per l'uso esclusivo nell'economia na-
zionale. Introduzione di misure rigorose per impedire il deflusso di capitali all'estero. Na-
zionalizzazione delle banche settoriali. Creazione di un sistema di investimenti statali nei
settori reali dell'economia.
Terzo. Stabilire uno stretto controllo del sistema finanziario. Quelle banche e i monopoli
che si avvalgono degli sussidi dello Stato non potranno utilizzare durante il tempo in cui
ne fruiscono di tali contributi per pagare gli stipendi ai loro dirigenti superiori a 100 mila
rubli al mese, così come i bonus, premi e altre forme di compensi. Non consegnare i divi-
dendi agli azionisti di queste società. Gli utili delle banche e delle società che abbiano
ricevuto i prestiti dallo Stato dovranno essere versati allo Stato per il rimborso del prestito
da esso ricevuto.Un tale provvedimento fermerebbe l’intenzione di ottenere dei fondi dal
budget statale a condizioni agevolate a coloro che non hanno bisogno di aiuti, ma soltan-
to cercano di sfruttare la situazione di crisi per il proprio arricchimento.
Quarto. Emissione delle obbligazioni anti-crisi del prestito statale per l'acquisto da parte
di tutti gli interessati. Rendere obbligatorio l'acquisto di questi titoli per i cittadini la cui
proprietà familiare totale (denaro, beni mobili e immobili) supera i 3 milioni USD. Le obbli-
gazioni devono essere acquistate da costoro ogni anno in misura corrispondente almeno
al 2-3% della proprietà indicata sino alla fine della crisi. Il termine imposto per il rimborso
dei titoli sarà di 10-15 anni. I fondi mobilitati in questo modo sono da utilizzare per finan-
ziare i programmi anti-crisi.
Quinto. Inserire la tassazione progressiva iniziando dal reddito di 100 mila rubli. È inac-
cettabile che un insegnante di un villaggio e il magnate (oligarca) del petrolio paghino le
tasse nella stessa misura del 13%. I ricchi hanno l'obbligo di sborsare. E' necessario intro-
durre un credito preferenziale del 5% per le imprese industriali e il settore agricolo a fini
di investimento senza diritto dell’impiego per altri scopi.
Sesto. Aumentare la domanda effettiva della popolazione tramite degli aumenti di salari,
pensioni, borse di studio e assegni familiari. Fissare i prezzi massimi consentiti dei beni di
prima necessità. Ridurre di almeno 2 volte il prezzo di carburanti e lubrificanti, nonché le
tariffe-passeggeri ferroviarie, aeree, fluviali, marittime e degli autobus. Affitti e le spese
per i servizi di pubblica utilità non possono superare il 10% del reddito complessivo fami-
liare mensile. Proibire lo sfratto dai loro appartamenti per le famiglie con bambini, invali-
di, pensionati e persone che vivono sotto la soglia di povertà.
Settimo. Aumentare notevolmente gli stanziamenti per la costruzione di nuovi alloggi a
prezzi accessibili e per il ripristino del sistema dei servizi pubblici comunali per le ripara-
zioni degli stabili abitativi e degli alloggi. Comprare a spese del governo al prezzo del co-
sto di costruzione gli appartamenti invenduti dalle imprese edili per passarli al fondo so-
ciale per la distribuzione tra i bisognosi e i cittadini in lista d'attesa di una abitazione.
Ottavo. Stanziare per l'agricoltura sino a 10% delle spese di bilancio. Creare le cooperati-
ve dei consumatori per acquisto, stoccaggio, trasformazione e commercializzazione dei
prodotti agricoli. Nella vendita di prodotti agricoli al dettaglio determinare la norma limite
del sovrapprezzo commerciale (50-70%).
Nonо. Ristabilire l’ordine nell’utilizzo dei terreni, adottare le misure per coinvolgere nella
rotazione agraria delle superfici abbandonate. Azionare la mobilitazione di risorse statali
per il lavoro dei campi in primavera: fornire i contadini di macchinari agricoltori, carburan-
te, fertilizzanti e di credito finanziario. Stipulare contratti per l'acquisto di prodotti con
l'uso di pagamenti in acconto anticipati.
Decimo. Annunciare sgravi fiscali per le piccole e medie imprese. Arrivare ad un condono
fiscale per le imprese agricole, fatta eccezione per i pagamenti sulla terra e per i fondi
pensione. Consentire alle piccole e medie imprese di acquistare locali in affitto sul valore
residuo. Sostenere lo sviluppo delle piccole imprese di produzione di beni per la popola-
zione, per garantire la sostituzione delle importazioni, soprattutto nella produzione di ali-
mentari e di medicine. Fare un taglio delle tasse, in particolare dell'IVA, vietare la crescita
delle tariffe dei monopoli naturali. Adottare misure per tutelare i posti di lavoro esistenti e
per crearne nuovi.
PARTITO COMUNISTA DELLA FEDERAZIONE RUSSA: ECCO IL PIANO CONTRO LA CRISI ECONOMICA CAPITALISTICA
Undicesimo. Ripristinare il sistema energetico unitario sotto il controllo statale. Ripristi-
nare le tariffe dell'elettricità ai prezzi che esistevano al 1° gennaio 2008.
Dodicesimo. Rilanciare l’industria meccanica, soprattutto della aeronautica, delle co-
struzioni navali, della costruzione di strumenti di controllo e di misurazione, della co-
struzione delle macchine utensili. Garantire la ricezione di fondi pubblici (statali) a que-
sti settori. Adottare misure urgenti per rilanciare l'industria leggera, fornendo alto assor-
bimento dei fondi d’investimento da consentire di sostituire le importazioni di beni di
consumo per la popolazione.
Tredicesimo. Vigorosamente sviluppare le infrastrutture di trasporto, anche nelle zone
della Siberia e dell'Estremo Oriente. Ciò richiederà il coinvolgimento di risorse di lavoro
e contribuirà a ridurre la disoccupazione.
Quattordicesimo. Aumentare in modo sostanziale di 2-3 volte la spesa per la ricerca e
lo sviluppo. Coinvolgere i rappresentanti dei centri di ricerca nella gestione economica.
Garantire il finanziamento statale per la preparazione degli specialisti nel campo dell'i-
struzione universitaria. Aumentare notevolmente gli stipendi del personale docente e
insegnante. Fornire le scuole e le università di moderne strutture didattiche.
Quindicesimo. Garantire la protezione sociale per bambini e giovani: alunni delle scuole
dell’obbligo, studenti delle scuole speciali e delle università. Inserire nelle misure anti-
crisi come prioritarie la garanzia di conservazione dei posti a copertura del budget pub-
blico negli istituti di istruzione generale, l’organizzazione di pasti caldi nelle scuole e la
fornitura di corse gratuite per scolari e studenti nel trasporto pubblico.
Queste proposte non sono sentimentali e benevoli sogni. “Solo con la nazionalizzazione
delle banche siamo in grado di assicurare che lo Stato saprà dove e come, da dove,
quando e il tempo in cui vengono trasferiti i milioni e i miliardi. Soltanto con il controllo
sulle banche – il centro, il cardine principale e il meccanismo primario della circolazio-
ne monetaria capitalista – , si svilupperebbe in pratica, non a parole, il controllo su
tutta la vita economica, su produzione e distribuzione dei beni più importanti, per realiz-
zare la regolazione giusta della vita economica, che altrimenti sarebbe inevitabilmente
destinata a rimanere una frase ministeriale per imbrogliare il popolino”.
Questa ricetta per l’uscita dalla crisi era stata scritta oltre 90 anni fa da Lenin. Allora si
trattava della crisi in cui il Governo provvisorio portò il Paese. Esso, per fortuna, ammi-
nistrò la Russia non così a lungo come quello odierno. Ma la situazione di allora ci ricor-
da sempre più questa di oggi. E il pensiero perspicace leninista ci indica nuovamente
l’uscita dall’inevitabile catastrofe. In questo sta la grandezza del pensatore e pratico,
che i teorici e pratici di tendenza borghese, che non valgono un suo mignolo, ebbero
tanta fretta di consegnare all’archivio.
Tuttavia secondo i risultati del voto popolare nel concorso : "Nome della Russia", a
dispetto di tutti i trucchi dell’autorità al potere, i primi posti sono state assegnati a Vla-
dimir Il'ič Lenin e a Iosif Vissarionovič Stalin.
Nelle masse popolari è in atto l’invisibile, ma potentissima reinterpretazione del passa-
to. Il popolo respinge “in toto” il fango televisivo, rendendosi conto che la rinascita della
Russia deve basarsi non sul collasso e sullo sfacelo del Paese, ma sul solido fonda-
mento del nostro passato sovietico. (traduzione dal russo di Tatiana Bogdanova)
LETTERE ALLA REDAZIONE 4
L’UAAR parte dall'assunto che le religioni (tutte) le dovrebbe sostenere chi le pro-
fessa. Ciò non accade, quantomeno in Italia, grazie a un numero considerevole di
leggi e normative emanate in favore delle comunità di fede. Nessuno è al corrente
dell’entità dei fondi pubblici e delle esenzioni di cui, annualmente, beneficia la reli-
gione che ne gode incomparabilmente più delle altre, la Chiesa cattolica nelle sue
articolazioni (Santa Sede, CEI, ordini e movimenti religiosi, associazionismo, ecce-
tera). Non la rendono nota né la Conferenza Episcopale Italiana, né lo Stato. È per
questo motivo che l’UAAR ha deciso di dar vita alla piattaforma I costi della Chiesa:
l’obiettivo è di presentare una stima di massima che sia la più attendibile e accura-
ta possibile, citando estesamente le fonti e utilizzando metodologie trasparenti.
Il compito non è per nulla facile, perché la cifra reale e precisa è quasi sicuramente
ignota sia allo Stato, sia alla Chiesa. Occorrerebbe infatti esaminare, delibera per
delibera, capitolo di spesa per capitolo di spesa, il bilancio dello Stato e quelli di
tutte le Regioni, le Province, i Comuni, gli enti pubblici, le società a partecipazione
pubblica. Occorrerebbe inoltre disporre di tutti i bilanci delle diocesi, delle parroc-
chie, degli enti ecclesiastici, delle associazioni cattoliche. Un’impresa impossibile
per chiunque.
Anche per l’UAAR, ovviamente. Anche perché non dispone certo di somme ragguar-
devoli da investire nell’inchiesta. Ciononostante, abbiamo ritenuto che fosse possi-
bile, con ragionevole approssimazione, cercare di quantificare la cifra. Anche altri ci
hanno provato nel recente passato: Piergiorgio Odifreddi (Perché non possiamo
essere cristiani, 2007) l’ha stimata in 9 miliardi di euro l'anno, Curzio Maltese (La
questua, 2008) in 4,5 miliardi, l’Ares (La casta dei casti, 2008) in 20 miliardi. Da
parte sua, il mondo cattolico fa quasi sempre riferimento alla replica al libro di Mal-
tese, intitolata La vera questua, scritta dal giornalista di Avvenire Umberto Folena e
liberamente scaricabile online, la quale non contiene però alcun totale.
A differenza dei precedenti sforzi, I costi della Chiesa rappresenta il tentativo da
parte dell’UAAR di raggiungere lo stesso obbiettivo in modo approfondito, attendibi-
le e dinamico. Perché di ogni singola voce presa in considerazione spieghiamo la
sua origine normativa, quali sono i dati a nostra disposizione e quali sono state le
valutazioni che ci hanno spinto ad attribuire loro un certo valore. Tutto questo, es-
sendo pubblicato online, è altresì a disposizione di chiunque, anche della stessa
Conferenza Episcopale, voglia integrare i dati, criticarli o commentarli. I costi della
Chiesa costituisce anzi uno stimolo per tutti a effettuare le proprie valutazioni e, di
conseguenza, a disporre nel tempo di una piattaforma, e delle stime che contiene,
sempre più affinate. Se poi la Chiesa e/o lo Stato presenteranno i propri totali sare-
mo ancora più contenti: vorrà dire che l’iniziativa avviata dall’UAAR ha raggiunto il
suo scopo, quello di discutere e confrontarsi sui costi pubblici della Chiesa cattoli-
ca.
Inchiesta UAAR sui fondi pubblici e le esenzioni di cui gode la Chiesa Cattolica
LETTERE ALLA REDAZIONE 5
Benzina, tasse e costi
Nel prezzo della benzina e’ compreso anche il costo per la guerra in Abissinia. Incredibile? No, e’ proprio cosi’ e non solo. Ora il governo ha deliberato un aumento
delle accise, in pratica una tassa, sul prezzo del carburante per coprire il buco di bilancio. Cio’ determinera’ un aumento degli introiti non solo per l’accisa ma an-
che per l’Iva che si applica sull’accisa, in sostanza una tassa, l’Iva viene applicata su una altra tassa, l’accisa. Dunque, doppio incasso per lo Stato. Riportiamo qui
sotto tutti gli eventi che hanno determinato un aumento delle accise sulla benzina.
* 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
* 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
* 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
* 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966;
* 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
* 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
* 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980;
* 205 lire per la missione in Libano del 1983;
* 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
* 2 centesimi per il rinnovo del contratto degli autoferrotranviari del 2004;
* 2 centesimi per il Fondo unico per lo spettacolo 2011;
* 4 centesimi per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011;
* 9,9 centesimi per la manovra economica Monti del 2011.
Totale 0,35 euro. Cioe’ un terzo di euro. Non male per sopperire alle emergenze, molte delle quali sono terminate da tempo.
Nel luglio 2008 il prezzo del petrolio era di 147 dollari (93 euro al cambio di allora) al barile e il prezzo della benzina era di 1,56 euro al litro.
A dicembre 2011, cioe’ oggi, il prezzo del petrolio e’ di 99 dollari al barile (74 euro al cambio attuale), quello della benzina e’ di 1,70 euro al litro.
C’e’ un differenza, in meno, di 48 dollari (19 euro) al barile. Considerando il cambio dollaro/euro di allora rispetto a quello attuale, cio’ vuol dire che, rispetto al
2008, il prezzo del petrolio al barile e’ diminuito di 48 dollari, cioe’ 19 euro. Come mai il prezzo della benzina nel frattempo non e’ calato? Domanda da girare
ai petrolieri e in particolare all’ENI che e’ una societa’, a forte capitale pubblico, che estrae, trasporta, raffina e distribuisce benzina. Qualche potere di inter-
venire sul prezzo della benzina lo avra’ o no?
VENEZUELA SOCIALISMO POSSIBILE 13
Venezuela, nasce la rete di negozi socialisti per combattere il capitalismo