cenni biografici dei più noti trovatori e trovieri

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Cenni biografici dei piùnoti Trovatori e Trovieri Cenni biografici dei più noti Trovatori e Trovieri Adam de la Halle (Adan de la Hale): Soprannominato Adam “il Gobbo” in quanto figlio del maestro Enrico le Bossu, impiegato nel tribunale di Arras, nacque tra il 1240 e il 1250. Iniziò gli studi nell’abbazia cistercense di Vancelle (Cambrai) ma non prese i voti, bensì fece ritorno ad Arras dove sposò una fanciulla, chiamata Maroie, da lui tanto amata. Successivamente avrebbe desiderato completare gli studi a Parigi, ma impossibilitato dal diniego paterno, visse alcuni anni di vita dissoluta ad Arras. Fu poeta e musico del conte Roberto II d’Artois che accompagnò in vari luoghi: in un viaggio in Sicilia e a Napoli, dove passò alla corte di Carlo I d’Angiò per il quale scrisse il suo Jeu de Robin e Marion. Morì probabilmente a Napoli verso il 1288, o in un luogo sconosciuto del sud Italia (Calabria?) intorno al 1306. Adam de la Halle appartiene all’ultima generazione dei Trovieri, quelli di estrazione prevalentemente borghese. La sua fama è legata al Jeu de Robin et Marion che costituisce il primo esempio di teatro medievale, sganciato dai moduli del dramma liturgico e proiettato in un’atmosfera di vivace profanità. Quest’opera è una “pastorella dramatica” che, sviluppando il tema delle pastourelles liriche, mette in scena personaggi del mondo agreste e un cavaliere con i suoi tentativi di seduzione, in pratica il classico triangolo amoroso del pastore Robin, della pastorella Marion e del cavaliere Aubert. Non mancano in esso legami con il Jeu-parti, una delle forme poetiche predilette dalla Francia del nord, la cui tipica articolazione di domanda e risposta è ravvisabile nel “gioco di società” organizzato nel corso della festa campestre. http://www.jongleurs.it/menu.htm (1 di 11)03/12/2006 23.42.06

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Cenni biografici dei piùnoti Trovatori e Trovieri

Cenni biografici dei più noti Trovatori e Trovieri

Adam de la Halle (Adan de la Hale):

Soprannominato Adam “il Gobbo” in quanto figlio del maestro Enrico le Bossu, impiegato nel tribunale di Arras, nacque tra il 1240 e il 1250. Iniziò gli studi nell’abbazia cistercense di Vancelle (Cambrai) ma non prese i voti, bensì fece ritorno ad Arras dove sposò una fanciulla, chiamata Maroie, da lui tanto amata. Successivamente avrebbe desiderato completare gli studi a Parigi, ma impossibilitato dal diniego paterno, visse alcuni anni di vita dissoluta ad Arras.

Fu poeta e musico del conte Roberto II d’Artois che accompagnò in vari luoghi: in un viaggio in Sicilia e a Napoli, dove passò alla corte di Carlo I d’Angiò per il quale scrisse il suo Jeu de Robin e Marion.

Morì probabilmente a Napoli verso il 1288, o in un luogo sconosciuto del sud Italia (Calabria?) intorno al 1306.

Adam de la Halle appartiene all’ultima generazione dei Trovieri, quelli di estrazione prevalentemente borghese. La sua fama è legata al Jeu de Robin et Marion che costituisce il primo esempio di teatro medievale, sganciato dai moduli del dramma liturgico e proiettato in un’atmosfera di vivace profanità. Quest’opera è una “pastorella dramatica” che, sviluppando il tema delle pastourelles liriche, mette in scena personaggi del mondo agreste e un cavaliere con i suoi tentativi di seduzione, in pratica il classico triangolo amoroso del pastore Robin, della pastorella Marion e del cavaliere Aubert.

Non mancano in esso legami con il Jeu-parti, una delle forme poetiche predilette dalla Francia del nord, la cui tipica articolazione di domanda e risposta è ravvisabile nel “gioco di società” organizzato nel corso della festa campestre.

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Cenni biografici dei piùnoti Trovatori e Trovieri

Ai versi letterari si alternano brani cantati le cui melodie, vivaci e popolaresche, potrebbero essere talvolta delle semplici citazioni di melodie preesistenti. La notazione si riferisce alla melodia del canto che viene sostenuto da strumenti che ritmano i passi di danza (treske).

Beatriz de Dia:

Tra le poetesse che fecero parte del movimento trovadorico si eleva Beatrice, sovente indicata come “comtessa de Dia”.

I contorni della sua figura sono appena delineati e non sufficienti a trarla dalla leggenda nella quale è avvolta. Potrebbe trattarsi di Isoarda, figlia di Isoard di Dia (attualmente Die, nella regione del Drome) andata sposa a Raimon d’Agot, anche se la “vida” la identifica come Beatrice moglie di Guglielmo II di Poitiers, se non che questi non aveva tra i suoi titoli quello di conte di Dia.

La tradizione vuole Beatrice innamorata di Raimbaut d’Aurenga e da lui poeticamente ispirata. La fama comunque di questa poetessa la si deve anche al fatto che Beatrice è l’unica “trobairitz” della quale ci sia pervenuta una composizione musicale: A chantar m’er de so qu’eu no volria, una “canso” amorosa in cui lamenta, ma con dignitosa fermezza, il disinteresse del suo amante.

Berenguier de Palazol:

Attivo dopo la prima metà del se. XII, Berenguier è tradizionalmente considerato come il primo dei “trobadors” catalani.

Anche in questo caso, è difficile l’identificazione del personaggio. Infatti, tra Rossiglione e Catalogna, il toponimo “Palou”, “Palon” (da cui l’appellativo “Palazol”) è molto diffuso e diversi sono i personaggi contemporanei, originari della zona, che assumono il nome di Berenguier.

Il nostro trovatore comunque operò al servizio di Jaufre III, conte d’Avignone, e di lui ci sono pervenute 12 cansos, 8 delle quali con relative melodie. Tra queste ricordiamo: Tant m’abelis.

Bernart de Ventadorn:

Ebbe umili natali (tra il 1125 e il 1135) nel castello di Ventadorn nel Limosino, da padre fornaio (o soldato) e madre cuciniera.

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Di bell’aspetto e di nobile portamento, fu stimato dal visconte di Ventadorn, Eble II (o forse il figlio di questi Eble III) il quale inoltre fu probabilmente anche suo maestro.

A causa di un amore – corrisposto – per la bella viscontessa, il giovane Bernart fu allontanato da Ventadorn e fu accolto dalla corte di Eleonora d’Aquitania, probabilmente a Poitiers, divenendo ben presto il favorito tra quanti poeti e cantori animavano la corte della nipote di Guglielmo IX (primo trovatore).

Allorché Eleonora andò sposa in seconde nozze con Enrico II il Plantageneto e da questi, divenuto re d’Inghilterra, fu portata oltre Manica, Bernart secondo alcune fonti restò in territorio francese “triste e addolorato”, ma secondo altri seguì i sovrani in Inghilterra dove sarebbe venuto in contatto con Chrétien de Troyes.

Tornato nel continente, Bernart si recò a Tolosa dove amò la contessa Ermengarda e dove rimase fino alla morte del suo protettore Raimondo V. Successivamente, si ritirò nell’abbazia di Dalon nella quale chiuse i suoi giorni (forse nel 1195).

Can vei la lauzeta mover è il titolo della sua composizione più celebre, ma altre ce ne sono pervenute con la melodia: Be m’an perdut; Pois preyatz me senhor.

Colin Muset:

Troviere la cui attività poetica si colloca tra il 1234 e il 1254 circa. I riferimenti nei suoi scritti a personaggi di rango che protessero la sua movimentata vita di jongleur consentono di affermare che, se incerto è il luogo di origine, sicuramente visse ed operò nella regione situata ai confini tra la Champagne, la Borgogna e la Lorena.

Il suo soprannome Muset richiama il suono della cornamusa e quindi la sua attività artistica di giullare gaudente, squattrinato e in costante ricerca di mezzi di sostentamento per moglie e figlia.

L’ideale di vita che traspare dalle sue composizioni è, d’inverno, trascorrere le ore accanto al caminetto, ben fornito di saporite vivande, di buon vino e con

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l’immancabile compagnia di una dolce fanciulla, in primavera, girovagare di corte in corte, divertire con la sua musica le belle dame ed i potenti signori, nella sempre auspicata generosa ricompensa.

Tali ideali ovviamente sono ben lungi dagli stereotipi della concezione dell’amor cortese che comunque, in Colin Muset, si rivitalizza in forme più vivaci e brillanti.

Della produzione di questo troviere ci sono pervenute 21 composizioni, 11 delle quali con la melodia e, tra queste, le più conosciute sono: Sire cuens, j’ai viélé; Quan je voi iver retorner; En mai, quant li rossignolez; Voulez oïr la muse muset?

Giraut de Borneill:

Ebbe umili natali, probabilmente a Excideuil (Dordogne) nel 1140 ca., ma divenne ben presto personaggio di alta statura culturale e morale. Dante ne fu influenzato a tal punto che, nel De vulgari eloquentia, lo definisce “poeta rectitudinis” per eccellenza.

Mentre nel periodo invernale svolgeva l’attività di insegnante di lettere nelle scuole, d’estate girovagava nelle corti con due cantori al seguito che eseguivano le sue canzoni. Non si sposò mai e di tutto il denaro che guadagnava ne beneficiavano i suoi parenti poveri e la chiesa del suo paese.

Si suppone che abbia preso parte alla III Crociata, al seguito di Riccardo Cuor di Leone (per la cui morte compose un “planh”), dal momento che due suoi componimenti fanno riferimento alla crociata del 1188-89.

Di ritorno da questa impresa, soggiornò probabilmente alla corte di Boemondo III in Antiochia e ritornò in patria nel 1192.

La sua produzione poetica tramandataci è ampia (n. 79 componimenti), ma soltanto di tre “cansos” e di una “tenso” ci sono pervenute le melodie. Spicca tra queste per bellezza il Reis glorios.

Giraut Riquier:

Viene considerato come l’ultimo dei trovatori. Di lui non si tramanda alcuna vida, pertanto le uniche notizie biografiche possiamo ricavarle soltanto dai riferimenti personali che compaiono nei suoi versi.

Nacque probabilmente a Narbona, all’incirca nel 1230, e qui rimase sino al 1270. Dopo la morte del suo mecenate, Amalrich IV Visconte di Narbonne per

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il quale compose il planh intitolato “Ples de trishr”, si trasferì in Spagna dove soggiornò per nove anni alla corte di Alfonso X ElSabio, re di Castiglia e Leon, al quale, come abbiamo già ricordato (vedi la sezione “Il Significato”), rivolse la supplica di voler statuire, con declaratio regia, quali persone dedite all’intrattenimento e alla musica, potessero a buon diritto fregiarsi del titolo di “giullare”.

Nel 1279 tornò in Francia e, sino alla fine dei suoi giorni, fu al servizio di Enrico II Conte di Rodez.

Giraut Riquier è l’ultimo trovatore ma è anche quello che ci ha lasciato il maggior numero di componimenti poetici: 101 dei quali ben 48 completi di melodia.

Guillaume d’Amiens:

Troviere, della città d’Amiens, che operò nella seconda metà del XIII secolo. Fu contemporaneo di Adam de la Halle e scrisse un poemetto di quattordici strofe intitolato “Vers d’amour”.

Della sua produzione si conservano 3 chansons e 10 rondeaux. Delle canzoni solo una presenta la melodia: E dame jolie.

Guillaume de Poitiers (Guglielmo di Poitiers):

Vissuto tra il 1071 ca. ed il 1127, Gugliemo di Poitiers viene considerato tradizionalmente come il primo poeta medievale ad usare la lingua volgare nelle sue composizioni e comunque è senz’altro il primo trovatore del quale ci sono note le sue opere.

Nacque da stirpe nobile tant’è che, alla morte del padre, divenne VII Conte di Poitiers e IX Duca d’Aquitania ed i cui domini, poiché si sviluppavano su un vastissimo territorio dalla Loira ai Pirenei, lo resero politicamente più potente dello stesso re di Francia del quale era pur sempre un vassallo.

La vida, riportata sui codici, ce lo descrive come un uomo “ingannatore di donne” (triehador de dompnas), ma in grado di saper ben trobar e cantare.

La sua produzione poetica pervenutaci consta di 11 poesie, una soltanto con relativa melodia mentre di una seconda composizione la melodia risulta incompleta.

Fu avo di una delle donne più famose del Medioevo Eleonora d’Aquitania, sposa in seconde nozze di Enrico II il Plantageneto, e quindi regina d’Inghilterra, nonché madre di Riccardo Cuor di Leone.

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Guiot de Dijon:

Troviere, originario della città di Digione, operò nel primo quarto del secolo XIII al seguito di tre signori della Champagne del sud, tra loro imparentati: Erart II de Chassenay, Andrieu III di Montbard e Jehan I d’Arcis.

Non abiamo documenti per ricostruire, sia pur sommariamente, la sua vicenda umana. Verosimilmente fece parte di quella schiera di poeti di non elevata estrazione sociale che praticarono la poesia per mestiere, assecondando le esigenze e i gusti dei committenti per i quali lavoravano.

A Guiot vengono attribuite 16 o 17 chansons (10 di dubbia e 6 di sicura autenticità) delle quali solo 10 provviste di melodia. Tra queste ultime compare Chanterai por mon coraige, canzone a metà tra la cosiddetta “Chanson de femme” (gioco, fiction poetica, in cui il troviere si nasconde sotto le spoglie della fanciulla che parla) e, più precisamente, la “chanson de croisade”.

Nella seconda ipotesi, il canto fu scritto ai tempi della quinta crociata, alorché Erard II de Chassenay e Jehan I d’Arcis si trovavano assieme in Terrasanta e probabilmente nei mesi successivi alla cattura di entrambi, avenuta nell’agosto 1219. Guiot avrebbe quindi espresso i sentimenti della giovane Matilde de Chassenay, fidanzata con uno dei signori partiti per la crociata e fatto prigioniero in Egitto.

Jean Bodel:

Uno dei maestri della “Scuola” di Arras, insieme ad Adam de la Halle, è Jean Bodel il quale nacque tra il 1165 e il 1170 e fece il suo ingresso nella carriera letteraria intorno al 1190.

Di professione “jongleur”, sappiamo però che, nel 1194, rivestì anche l’incarico di usciere giudiziario nel tribunale di Arras.

Colpito dalla lebbra, dal giugno all’agosto 1202, compose commossi congedi dagli amici di Arras e fu quindi ricoverato nel lebbrosario di Beaurain, dove morì nel febbraio (o marzo) del 1210.

Nota è la sua “pastourelle” Contre le douz tans novel.

Jehan Erars:

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Troviere, vissuto tra il 1205 e il 1258 ca., del quale non conosciamo il paese di origine ma sappiamo per certo che visse, per gran parte della sua vita, ad Arras dove peraltro morì.

Questo legame con la città di Arras affiora dalle composizioni poetiche con i riferimenti che l’artista fa a personaggi contemporanei del luogo. Anche la testimonianza della sua morte avvenuta ad Arras la ricaviamo dal “Nécrologe de la Confrérie des Jongleurs et des Bourgeois d’Arras”.

Di Jehan Erars ci sono pervenuti 25 componimenti, tutti con melodia: 11 sono “pastourelles” e 14 sono “chansons”. Alcuni titoli di brani più noti: Au tems pascor; Dehors loncpré el bosquel; Puis que d’amors.

Jaufre Rudel:

La “vida”, che riferisce notizie su questo trovatore, lo definisce con la qualifica di “principe di Blaia” (o Blaja), l’odierna Blaye sulla riva destra della Gironda, nella Saintonge.

Si ritiene che partecipò (ma non è certo) alla Seconda Crociata (1147 - 49), ipotesi che taluni avvalorano con il fatto che il coevo trovatore Marcabru riferisce di aver inviato a “Jaufre Rudel oltra mar” il proprio “vers” Cortezamen vuelh comensar.

La poetica amorosa di Jaufre Rudel esalta il tema de “l’amor de lonh” (amore lontano) che non solo ricorre nelle sue composizioni, ma fornisce anche spunti biografici. Infatti, nella composizione Quan li rius de la fontana si narra che il poeta ama “ses vezer” (senza averla conosciuta) la contessa di Tripoli (in Siria), una figura di dama identificata in Odierne, moglie di Raimondo I, o della loro figlia Melisenda.

Questo motivo ha dato origine alla leggenda secondo la quale Jaufre Rudel si fece crociato per andare a visitare i luoghi dove viveva la donna vagheggiata, ma quando vi giunse era ormai moribondo e potè soltanto morire tra le braccia dell’amata.

Di Jaufre Rudel ci sono pervenuti 6 componimenti, 4 dei quali con le melodie e tra questi il più celebre è quello intitolato Lanquan li jorn son lonc, en mai.

Marcabru:

Il nome Marcabru e la variante Marcabrun designano un trovatore della prima metà del XII secolo, originario forse della Guascogna e denominato anche con l’appellativo di “Panperdut”.

Le scarse notizie che lo riguardano sono di diretta provenienza delle sue stesse poesie, a partire dalla sua nascita, umilissima, da una donna chiamata Marcabruna.

Proverbiale è la sua lingua malevola che lo rese noto e ovunque temuto ma che, secondo una fonte non confermata, fu anche causa della sua probabile

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morte violenta per mano dei castellani di Guyenne, dei quali avrebbe molto sparlato.

Marcabru fu invero spirito bizzarro, a tratti feroce fustigatore dei costumi: rimarchevole è il suo atteggiamento contrario all’ideale cortese dell’amore dei Trovatori, nel quale egli non vede altro che volgare adulterio.

Il suo linguaggio tagliente e l’uso frequente di metafore, allegorie e simbolismo, di difficile decodificazione, fanno sì che Marcabru sia stato a lungo considerato l’iniziatore del cosiddetto “trobar clus”.

Delle 43 composizioni conservate, solo 4 riportano le melodie e, tra queste, le più note sono: Pax in nomine Domini (canzone di crociata contro i Mori di Spagna) e L’autrier jost’una sebissa, forse la più celebre delle “pastourelles”.

Moniot d’Arras:

Troviere, vissuto all’incirca tra il 1190 e il 1239, più volte scambiato con altri trouvères. Di lui infatti sono stati individuati nomi alternativi (ad esempio Perron) poi risultati errati.

Sembrerebbe che fosse monaco ad Arras, nell’abbazia di San Vaast, e quindi il nome Moniot non sarebbe altro che il diminutivo di “moine” (monaco) da lui assunto al momento dell’abbandono dello stato religioso per tornare alla condizione laicale, al pari di tanti altri poeti del numeroso circolo attivo ad Arras.

La notorietà di Moniot, uno dei trovieri più importanti del secolo XIII, è attestata da numerosi “contrafacta” operati dalle sue liriche.

I componimenti a lui attribuiti nei manoscritti sono 23, ma soltanto 16 possono considerarsi sicuramente suoi, tra questi la “reverdi” Ce fu en mai.

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Peire Vidal:

Nato forse a Tolosa nel 1160 ca., era figlio di un mercante di pellicce del quale continuò l’attività che lo rese ricco al punto di potersi guadagnare l’ammissione in ambienti aristocratici prestando denaro ai nobili.

La sua attività poetica si situa tra il 1180 e il 1205 ed è scandita da una vita tra le più irrequiete e ricca di vagabondaggi e di amori, come lui stesso dichiara in un componimento: “trop sojornar et estar en un loc”.

Fu amico ed ebbe la protezione di numerosi signori nelle cui corti soggiornò (Linguadoca, Provenza, Spagna, Monferrato, Ungheria, Malta).

Fra gli episodi più notevoli della sua vita, spesso avvolta in avvenimenti del tutto leggendari, si ricordano il suo amore per la moglie del visconte di Marsiglia, Barral di Baux (della quale cantò la bellezza insieme all’altro trovatore Folchetto) e le sue peregrinazioni verso la Terrasanta, al seguito di Riccardo Cuor di Leone, nonché il suo matrimonio con una giovane greca a lui presentata come la nipote dell’imperatore di Costantinopoli e, in nome della quale, il poeta avanzò pretese al trono imperiale.

La sua presenza in Italia registra una partecipazione attiva ed alterna alle lotte politiche del tempo parteggiando ora per i Genovesi, ora per i Pisani e inoltre è ricordata dalla sua amicizia con Bonifacio del Monferrato e Alberto Malaspina, contro il quale, mutando i suoi volubili umori, inviò l’ultima sua canzone piena di ingiurie e di invettive.

Sarebbe morto a Salonicco verso il 1205.

Della sua produzione poetica ci rimangono circa 50 composizioni, dodici delle quali con la melodia e, tra queste, assai nota è Pos tornatz sui en Proensa.

Raimbaut de Vaqueiras:

Nato a Vaqueiras nel 1155 ca., fu uno dei primi trovatori che passarono le Alpi, spinto forse dalle sue modeste condizioni di figlio di Peirol, povero cavaliere di Provenza, a cercare fortuna e successo, come giullare, presso le corti liguri (Genova), lombarde (Tortona) e piemontesi.

Quasi tutta la sua attività poetica, eccettuate alcune composizioni dei primi anni dedicate al conte d’Orange, si svolge in Italia al seguito di signori feudali: i Malaspina ma soprattutto il marchese Bonifacio I del Monferrato che lo ospitò con riguardo e al quale Raimbaut restò fedele fino alla morte.

Partecipò al seguito del marchese Bonifacio a molti fatti d’arme, sino a meritare il cingolo di cavaliere durante la spedizione in Sicilia (1194-95).

Quando nel Concilio di Soissons (1201) Bonifacio del Monferrato fu eletto capo della IV Crociata, Raimbaut compose in suo onore un vigoroso canto di crociata e quindi lo seguì nella spedizione combattendo e morendo al suo fianco, in Tracia, nel 1207, durante la battaglia contro i Bulgari.

Le composizioni poetiche di Raimbaut pervenuteci sono 35 (7 di dubbia attribuzione), ma soltanto sette hanno la melodia; tra queste spicca la notissima Kalenda maya.

Richard Coeur de Lion (Richard The Lionheart):

Nato ad Oxford nel settembre 1157, terzogenito di Enrico II Plantageneto e di Eleonora d’Aquitania, nipote di Guglielmo IX (primo trovatore), fu conte di Poitou dal 1169, duca d’Aquitania dal 1171 e re d’Inghilterra dal 1189.

Appartiene alla prima generazione dei Trouvères e di lui si conservano http://www.jongleurs.it/menu.htm (9 di 11)03/12/2006 23.42.06

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soltanto due composizioni entrambe di carattere politico: Dalfin, je’us voill deresnier e Ja nus hons pris ne dira sa raison della quale ci è giunta anche la melodia. Quest’ultima costituisce uno dei più antichi esempi di “routrouenge” in cui il sovrano rievoca il periodo di cattività seguito all’arresto da parte dell’imperatore Enrico VI.

Morì durante l’assalto al castello di Chalus, presso Limoges, l’11 aprile 1199.

Thibaut IV de Champagne (Roi de Navarre):

Nacque a Troyes, il 30 maggio 1201, pochi giorni dopo la morte di suo padre Thibaut III che si era fatto promotore della Quarta Crociata. La madre, Bianca di Navarra, lo pose sotto la protezione del re di Francia Filippo Augusto, salvaguardandone in tal modo i diritti dinastici contro le rivendicazioni dei cugini, figli di Enrico II, fino a quando il giovane Thibaut potè assumere dapprima (1222) il governo della contea di Champagne e di Brie e successivamente (1234), alla morte dello zio materno Sancio il Forte,il titolo di Re di Navarra.

Nel 1230, era partito, nel frattempo, da Marsiglia a capo di una crociata che fallì miseramente a Gaza, ad opera delle gelosie sorte tra i baroni.

Tornato dalla Terrasanta, visse tra la Champagne e la Navarra e, dopo un pellegrinaggio a Roma (1248), si dedicò per il resto della vita alla protezione di conventi ed università.

Ebbe tre mogli, ma la musa ispiratrice delle sue chansons fu Bianca di Castiglia anche se, per la verità, si tratta di una leggenda che dovrebbe alludere ad una riconciliazione politica tra la feudalità e la regina avvenuta nel 1227. Morì a Pamplona il 7 luglio 1253.

Le composizioni musicali di Thibaut, sicuramente attribuibili a lui, sono 61 (su un totale di 79): 36 chansons; 9 jeux-partis; 5 débats; 3 chansons de croisade; 2 pastourelles; 1 sirventese; 5 composizioni religiose. Citiamo alcuni titoli di brani più conosciuti: Ausi comme unicorne sui; Comencerai a fere un lai; Costume est bien; En mai la rousée; Robert veez de Perron; Seigneurs, sachiez (composta per incoraggiare l’intervento alla Crociata del 1239).

Fonti bibliografiche:C. Di Girolamo, I Trovatori. Bollati Boringhieri editore s.r.l., Torino 1989H. I. Marrou, I Trovatori. Editoriale Jaca Book S.p.A., Milano 1983

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Cenni biografici dei piùnoti Trovatori e Trovieri

G. Cattin, La monodia nel Medioevo (vol. 2 della “Storia della Musica” a cura della Società Italiana di Musicologia). E.D.T., Torino 1991G. Reese, La musica nel Medioevo. Sansoni Editore, Firenze 1980 M.N. Massaro, La scrittura musicale antica – guida alla trascrizione dal canto gregoriano alla musica strumentale del XVI secolo. ZANIBON – BMG RICORDI A.p.A., Milano 1979D.E.U.M.M. (Dizionario Enciclopedico della Musica e dei Musicisti), UTET Torino 1985

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