cento anni dell`unitÁ d´italia: i protagonisti · quel terribile inverno di budapest la sua...

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BUONA PASQUA A TUTTI Anno - Año V - Nº. 3 Boletin gratuito Septiembre 2010 CURSOS 2010 - 2011 INSCRIPCIÓN ABIERTA SOCIEDAD DANTE ALIGHIERI Calle Ayala 23, 1E - 29002 Málaga Tel. 952 35 95 07 - www.ladante.es [email protected] Giuseppe Mazzini Le ville venete l´Arena di Verona I Giorgio Perlasca Gli Autori l significato dell´ Arte Il cappello degli Alpinl Mi verano in Málaga La Feria de Málaga La gran tradición Cinema Italiano Agenda Ma tosto ruppe le dolci ragioni un alber che trovammo in mezza strada con pomi a odor soavi e buoni; e come abete in alto si degrada di ramo in ramo, così quello in giuso, cred `ìo, perchè persona su non vada. Purgatorio,CantoXXII . vv.130-154 El Rincón de la poesía Pippo era chiamato in famiglia e dalle persone intime, forse per affezione al sopranome deriva anche il nome preferito "Filoppo Strozzi" usato per copertura negli anni successivi, con il quale firmò anche parecchi articolo e opuscoli. Nacque a Genova il 22 Giugno 1805 , la famiglia apparteneva alla borghesia di professionisti con ristrette possibilità economiche, ma con la ferma fede in principi morali e civili. Il padre medico era un cattolico osservante e aveva una formazione culturale integrata con le idee illuministiche imperanti in quel periodo, e non cambiò opinione anche in seguito alle lotte politiche e di pensiero di Genova che seguivano l'impulso della Rivoluzione Francese, nelle quali partecipò dovendo pagare probabilmente anche con l'esilio. Attraverso una rigida educazione inculcò nel figlio idee di libertà e anticonformismo. Cresciuto in questo contesto crebbe ben presto in Giuseppe un malessere esteso verso la monarchia, che individuava col sinonimo di tirannide e verso quelle forme di formalismo religioso che in quei tempi inculcava la società in diversi momenti. Già nell'ambiente scolastico - universitario era conosciuto come una matricola turbolenta e mordace dal gesto impulsivo. Nel 1827 si laurea in diritto canonico e civile (ma non eserciterà mai l'avvocatura), e nello stesso periodo risale la sua affiliazione ai movimenti carbonari genovesi. Collabora successivamente con alcuni giornali reazionari quali "Indicatore Genovese " e "Indicatore Livornese" , viaggia in Toscana e compie affiliazioni anche con i lombardi per reclutare adepti alla carboneria. Viene riconosciuto Maestro dell'ordine nel 1830, ma successivamente viene arrestato in seguito ad una provocazione poliziesca e rinchiuso poi nel carcere di Savona dove verrà liberato per mancanza di prove 1831. Subisce tuttavia una misura punitiva che lo obbliga a scegliere tra l'esilio e il confino; preferisce l'esilio e il 10 febbraio si rifugia a Ginevra, da dove passa subito a Lione e quindi a Marsiglia, dove fonda la Giovine Italia. L'ambizione di Mazzini, fondando la Giovine Italia era di formare uno Stato italiano "indipendente, libero e repubblicano". Per comprendere appieno la concezione mazziniana della storia, gli individui e i popoli devono contribuire al bene dell'umanità: gli individui nella cosciente attuazione dei propri personali doveri devono fare dell'Italia tramite una "rivoluzione di popolo" una nazione saldamente unita, indipendente dallo straniero, libera nei suoi ordinamenti e sovrana, padrona cioè di sé e del suo destino; fondare una repubblica democratica basata sul suffragio universale, in quanto solo il popolo, senza distinzione di classe, di ricchezza o di religione, è sovrano e ha quindi diritto di auto governarsi; lottare per un sistema sociale migliore sulla base di una più giusta distribuzione delle ricchezze; rinnegare il predominio di una nazione sull'altra e contribuire invece al pacifico progresso di tutta l'umanità. Al seguito del dilagare fra la popolazione Italiana delle idee repubblicane e democratiche promosse dalla carboneria e dall'operato di Mazzini lo stato piemontese nel 1833 svolge diversi processi politici con i quali cerca di troncare la diffusione della "Giovine Italia", condannando a morte in contumacia Giuseppe Mazzini. GIUSEPPE MAZZINI CENTO ANNI DELL`UNITÁ D´ITALIA: I PROTAGONISTI Fonte: Internet

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BUONA PASQUA A TUTTI

FELIZ SEMANA SANTA

Anno - Año V - Nº. 3Boletin gratuitoSeptiembre 2010

CURSOS 2010 - 2011INSCRIPCIÓN ABIERTA

SOCIEDAD DANTE ALIGHIERICalle Ayala 23, 1E - 29002 MálagaTel. 952 35 95 07 - [email protected]

Giuseppe Mazzini

Le ville venete

l´Arena di Verona

I

Giorgio Perlasca

Gli Autori

l significato dell´ Arte

Il cappello degli Alpinl

Mi verano in Málaga

La Feria de Málaga

La gran tradición

Cinema Italiano

Agenda

Ma tosto ruppe le dolci ragioniun alber che trovammo in mezza stradacon pomi a odor soavi e buoni;e come abete in alto si degradadi ramo in ramo, così quello in giuso,cred `ìo, perchè persona su non vada.Purgatorio,CantoXXII . vv.130-154

El Rincón de la poesía

Da Internet

Pippo era chiamato in famiglia e dalle persone intime, forse per affezione al sopranomederiva anche il nome preferito "Filoppo Strozzi" usato per copertura negli annisuccessivi, con il quale firmò anche parecchi articolo e opuscoli.Nacque a Genova il 22 Giugno 1805 , la famiglia apparteneva alla borghesia diprofessionisti con ristrette possibilità economiche, ma con la ferma fede in principimorali e civili. Il padre medico era un cattolico osservante e aveva una formazioneculturale integrata con le idee illuministiche imperanti in quel periodo, e non cambiòopinione anche in seguito alle lotte politiche e di pensiero di Genova che seguivanol'impulso della Rivoluzione Francese, nelle quali partecipò dovendo pagareprobabilmente anche con l'esilio. Attraverso una rigida educazione inculcò nel figlioidee di libertà e anticonformismo.Cresciuto in questo contesto crebbe ben presto in Giuseppe un malessere esteso verso lamonarchia, che individuava col sinonimo di tirannide e verso quelle forme diformalismo religioso che in quei tempi inculcava la società in diversi momenti. Giànell'ambiente scolastico - universitario era conosciuto come una matricola turbolenta emordace dal gesto impulsivo. Nel 1827 si laurea in diritto canonico e civile (ma noneserciterà mai l'avvocatura), e nello stesso periodo risale la sua affiliazione aimovimenti carbonari genovesi.Collabora successivamente con alcuni giornali reazionari quali "Indicatore Genovese " e"Indicatore Livornese" , viaggia in Toscana e compie affiliazioni anche con i lombardiper reclutare adepti alla carboneria. Viene riconosciuto Maestro dell'ordine nel 1830, masuccessivamente viene arrestato in seguito ad una provocazione poliziesca e rinchiusopoi nel carcere di Savona dove verrà liberato per mancanza di prove 1831. Subiscetuttavia una misura punitiva che lo obbliga a scegliere tra l'esilio e il confino; preferiscel'esilio e il 10 febbraio si rifugia a Ginevra, da dove passa subito a Lione e quindi aMarsiglia, dove fonda la Giovine Italia.

L'ambizione di Mazzini, fondando la Giovine Italia era di formare uno Stato

italiano "indipendente, libero e repubblicano". Per comprendere appieno la

concezione mazziniana della storia, gli individui e i popoli devono contribuire al

bene dell'umanità: gli individui nella cosciente attuazione dei propri personali

doveri devono fare dell'Italia tramite una "rivoluzione di popolo" una nazione

saldamente unita, indipendente dallo straniero, libera nei suoi ordinamenti e

sovrana, padrona cioè di sé e del suo destino; fondare una repubblica democratica

basata sul suffragio universale, in quanto solo il popolo, senza distinzione di classe,

di ricchezza o di religione, è sovrano e ha quindi diritto di auto governarsi; lottare

per un sistema sociale migliore sulla base di una più giusta distribuzione delle

ricchezze; rinnegare il predominio di una nazione sull'altra e contribuire invece al

pacifico progresso di tutta l'umanità. Al seguito del dilagare fra la popolazione

Italiana delle idee repubblicane e democratiche promosse dalla carboneria e

dall'operato di Mazzini lo stato piemontese nel 1833 svolge diversi processi politici

con i quali cerca di troncare la diffusione della "Giovine Italia", condannando a

morte in contumacia Giuseppe Mazzini.

GIUSEPPE MAZZINI

CENTO ANNI DELL`UNITÁ D´ITALIA: I PROTAGONISTI

Fonte: Internet

GIORGIO PERLASCAun italiano scomodo

Gli AutoriDalbert Hallenstein, giornalista investigativo australiano, ha lavorato nel Sud-Est asiatico e inEuropa, soprattutto in Italia. Ha scritto per The Melbourne Age, The Sunday Times di Londra, TheEuropean e The International Herald Tribune. È autore di diversi saggi, fra i quali "The SuperPoison" con Tom Margerison e Marjorie Wallace (Macmillan, 1979) e "Doing Business in Italy"(BBC Books, 1990). Ha collaborato con Ferruccio Pinotti e Udo Gümpel al libro "BerlusconiZampano. Die Karriere eines genialen Trickspielers" (Riemann Verlag, 2006). Attualmente abita inuna sperduta contrada delle colline veronesi dove coltiva olivi e suona il flauto.

Carlotta Zavattiero, giornalista e scrittrice padovana, ha lavorato per diverse testatelocali come Il Corriere di Verona, L’Arena, Il Verona e come corrispondente perRadio24. Ha pubblicato "Alessandro il Macedone. Il pensiero e il cuore di AlessandroMagno" (Bonaccorso, 2005) e ha collaborato con Ferruccio Pinotti al libro "Olocaustobianco" (Bur, 2008). Vive a Verona, dove insegna italiano, greco e latino. Appassionatadi lingue straniere, collabora con l’agenzia Piccolo Moresco di Madrid.

Il libro sarà presentato a Málaganel Centro Andaluz de las Letras

il 15 Novembre 2010 alle ore 20:00

2 Fonte Internet

Quella di Giorgio Perlasca è la straordinaria vicenda di un uomo che,pressoché da solo, nell’inverno del 1944-1945 a Budapest riuscì asalvare dallo sterminio nazista migliaia di ungheresi di religione ebraicainventandosi un ruolo, quello di Console spagnolo, lui che non era nédiplomaticoné spagnoloTornato in Italia dopo la guerra la sua storia non la racconta a nessuno,nemmeno in famiglia, semplicemente perché riteneva d’aver fatto ilproprio dovere, nulla di più e nulla di meno.Se non fosse stato per alcune donne ebree ungheresi da lui salvate inquel terribile inverno di Budapest la sua storia sarebbe andata dispersa.Queste donne, a fine degli anni ’80 misero sul giornale della Comunitàebraica di Budapest un avviso di ricerca di un diplomatico spagnolo,Jorge Perlasca, che aveva salvato loro e tanti altri correligionari durantequei mesi terribili della persecuzione nazista a Budapest e alla fine dellaricerca ritrovarono un italiano di nome Giorgio Perlasca.Il destino decise che la storia di Giorgio Perlasca venisse conosciuta eora il suo nome si trova a Gerusalemme, tra i Giusti fra le Nazioni, e unalbero a suo ricordo è piantato sulle colline che circondano il Museo delloYad-Vashem.La storia di Giorgio Perlasca dimostra come per ogni individuo è semprepossibile fare delle scelte alternative anche nelle situazioni peggiori, incui l’assassinio è legge di stato e il genocidio parte di un progettopolitico.A chi gli chiedeva perché lo aveva fatto, rispondeva semplicemente: “. .. ma lei, avendo la possibilità di fare qualcosa, cosa avrebbe fattovedendo uomini, donne e bambini massacrati senza un motivo se nonl’odio e la violenza?Tra la fine del 1944 ed il principio del 1945, fingendosi Console spagnoloa Budapest, fu il protagonista di una vicensa surreale in cui il suocoraggio, riuscí a contestare le barbarie dell´ antisemitismo nazista.Salvó oltre 5200 ebrei ungheresi.

Giorgio Perlasca (31 gennaio 1910 - 15 agosto 1992) combatte prima in Etiopia e poi comevolontario in Spagna con i falangisti di Franco. Per lavoro viaggia nell’Europa in guerra. A Zagabriae a Belgrado assiste ai primi massacri fatti dai nazisti. A Budapest si adopera con ogni mezzo infavore degli ebrei. Tornato in Italia, fa i mestieri più diversi (“Tutto tranne il ladro”). Ungheria,Israele, Spagna lo premiano per la sua attività, Washington lo festeggia. Finalmente, nel 1990, la tvpubblica italiana racconta la sua storia. Arrivano i primi riconoscimenti ufficiali. Ma è tardi. Muorecon il rammarico di non aver ricevuto dallo Stato ciò che gli spettava. Nel 2002 la Rai manda inonda il film di Alberto Negrin: "Perlasca. Un eroe italiano", con Luca Zingaretti.

Villa Valmarama ai Nani

Ville Palladiane lungo il Brenta

L`ARENA di VERONALa mancanza di fonti scritte circa l'inaugurazione dell 'anfiteatro rendemolto difficile fornire una cronologia sicura, tanto che in passato, dadiversi studi, sono emerse date molto differenti, un periodo di tempo

che va dal I al III secolo, anche se ormai è dimostrato che non può esserestato costruito dopo il I secolo. Lo storico Pirro Marconi propendeva in

particolare per la costruzione tra il secondo ed il terzo decennio del I

secolo, cioè tra la fine del periodo Augusteo e l'inizio di quello Tiberiano,

mentre più recentemente Luigi Beschi propendeva per la metà dellostesso secolo. In effetti, la storia dell Arena è per lo piú sconosciuta, magiá ne 69 d. C. esisteva l`anfiteatro costruito fuori le mura di Verona.

La leggenda dice che la sua costruzione fosse opera del demonioPerché nessun essere umano avrebbe potuto a quei tempi realizzare

una costruzione cosi enorme; l`Arena di Verona è la storica ed una dellepiù suggestive cornici dell opera. Il suo palcoscenico, il più grande al

mondo. Scrive il giornalista Giovanni Gavazzini: “l` Arena è Il luogo pereccellenza dove vedi l opera, prima ancora che ascoltarla, con tutta lasua maestosità e meravigliosità.”

« Dalla sommità del colle il Castello guarda davanti a sé,

verso la città,

fatto con arte degna di Dedalo, con gallerie buie,

il nobile, distinto, memorabile, grande teatro [l'Arena],

costruito a tuo decoro, sacra Verona.Grande Verona, addio, vivi nei secoli sempre

e celebrino il tuo nome nel mondo tutte le genti. »

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Arena di Verona

Scenario dell´Aida

La Ville Venete

Abbiamo già parlato delle Ville Venete nello scorso anno, per l´anniversario dei 500 anni di

Andrea Palladio. Riprendiamo l argomento perchè riteniamo che questo patrimonio veneto e

italiano debba avere una giusta rivalorizzazione. Concentrato nelle due Regioni confinanti,

Veneto e Friuli-Venezia Giulia, questo patrimonio monumentale, unico in Europa, sia per le

dimensioni che per le caratteristiche culturali e la ricchezza architettonica , è nato e si è

sviluppato nei tre secoli dello splendore della Repubblica Serenissima di Venezia, esattamente tra

il XVº e XVIIIº Secolo. I nobili veneziani, già proprietari terrieri dell entroterra, iniziarono a

coltivare la terra con tecniche nuove, creando in breve tempo un`organizzazione sia del territorio

come dello sviluppo socio-economico. Nacque la civiltà delle Ville Venete, meravigliose dimore,

nate in principio per le attività agricole e successivamente divennero suntuose residenze estive

per la nobiltà veneta. Le Ville inserite in un contesto naturale fantastico, ripettando tutt`oggi il

paesaggio. mantenendolo intatto ed incontaminato, ma la parte più bella è che continuano a

vivere non come musei, ma bensi continuando a creare rispettando le più antiche tradizioni

famigliari, producendo prodotti enogastronomici di alta qualità, in particolare oli e vini DOC.

Alcune non solo aprono le porte alle visite turistiche (ci sono ancora meravigliosi affreschi, pitture,

sculture e mobili d` epoca di grande valore)ma offrono un soggiorno originale in un contesto

ambientale carico di storia e di leggende. Altre come la Villa Manin di Pasian di Prato, ospitano

durante l estate un bellissimo calendario di eventi culturali ad alto livello. Le Ville Venete, un

patrimonio che invitiamo tutti a scoprire perchè non solo sono fonte di ricchezza culturale, ma

arricchiscono corpo ed anima, con paesaggi (parchi secolari e le famose Riviere), opere d`arte e il

rispetto alla grande tradizione agricola, che ha saputo sposare l arte con l`agricoltura. Intinerari

splendidi da visitare e vivere intensamente.

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Il sign ificato dell`ar te. La poesia

La poesia è sempre esistita e sempre vivrà .Comporre poesie, canzoni, pitture, sculture,música,

da sempre ha accompagnato la vita dell uomo. Tutti i disegni prestorici che si incontrano nella

caverne, disegni di uomini primitivi, quando uscivano all aperto ed incontravano un animale, lo

disegnavano sulle pareti di pietra. Questi erano rifless i di quanto le cose ti parlano e ti toccano

interiormente. La poesia è un fatto antropologico. È un fatto che riguarda l uomo prima della

cultura. Molte volte si creano equivoci attorno all`arte, ma quando si tocca l arte si tocca

l`uomo. Comprendere l arte quindi diventa un fatto educativo. Quando qualche cosa ti

colpisce, non si riesce più a parlare “normalmente” ma si inventa, si crea poesia. Ci s i accorge

che non bastano più le parole solite, comuni, ma si va alla ricerca di parole più incis ive che si

avvicinano ai nostri sentimenti. Questa esperienza della vita , div enta cosi` una base della

poesia e quindi dell arte. L`arte è il grande sogno dell`uomo di esprimere i suoi sentimenti i

suoi valori, e trasmetterli al mondo, per far si che si conosca meglio la vita. La crisi dell arte

diventa quindi una cris i della coscienza, cris i della libertà . In effetti la libertà non è quello che

vogliamo M a la vera libertà è quella se ha ancora spazio in noi stessi per lasciarci colpire da

qualche cosa. Dante Allighieri diceva “Quando amore detta dentro, scrivo”. Cioè quando la

realtà parla l`essere umano scrive, compone, costruisce. Le parole della poesia, sono parole

che mettono a fuoco il mondo, per questo le poesie antiche sono ancora vive, perchè, dopo

millenni da quando sono state scritte, mettono a fuoco il mondo di oggi. Imparare a capire

l`arte è capire che succede quache cosa fuori di noi, l´ arte in fondo è proprio esperienza di

obbidienza, di ascolto. L` arte ci dice qualcosa sulla nostra natura; l arte ci fa pensare all`

infinito. È quindi una questione di libertà.

Sapete cos'è un cappello alpino ?

E' il mio sudore che l'ha bagnato e le lacrime che gli occhi piangevano etu dicevi: "nebbia schifa".Polvere di strade, sole di estati, pioggia e fango di terre balorde, gli hannodato il colore.Neve e vento e freddo di notti infinite, pesi di zaini e sacchi, colpi d'armi eimpronte di sassi, gli hanno dato la forma.Un cappello così hanno messo sulle croci dei morti, sepolti nella terrascura, lo hanno baciato i moribondi come baciano la mamma.

L'han tenuto come una bandiera.

Lo hanno portato sempre.

Insegna nel combattimento e guanciale per le notti.

Vangelo per i giuramenti e coppa per la sete.

Amore per il cuore e canzone di dolore.

Per un Alpino il suo CAPPELLO E' TUTTO

100 ANNI

Lionello Grifo, pseudonimo di Ornello Vagge, poeta italiano della generazione del 50, nato aRoma nel 1934, da famiglia genovese, toccò le terre marmenorensi nel 1990. Questopaesaggio lo impressionò tanto che rimase a vivere per un periodo nei pressi del Mar Menor, equi riunì i suoi versi poetici nel libro “La mia poesia”(1989). Nel 1997 pubblicò con un sottotitoloPoesia compagna dell’infinito : (Regazo susurante de poesia).

L’itinerario cronologico dei luoghi che il poeta ha visitato va dal 1951 al 1989. Pubblicò nel 1980a Torino Sottovoce, parole in cerca di musica, dedicato ad Anna Lanzone. Grifo ha saputoscoprire “una nuova classicità dialettica e cosmologica del Mediterraneo”.Come la donna di cui parla Shakespeare in una delle sue tragedie, rispetto all’uomo, mi sonosoffermata all’altezza del cuore del poeta; perché il cuore anche se non sembra, è piùequanime della mente. La luce del cuore è serena, tranquillizza; quella della mente luccicatroppo e può trarre in inganno:La dedica dell’autore al lettore è un invito a com porre “ il m osaico/difficile/di questa nostraumanità…”, che si perde nella corsa andante del la “ tribolata giornata”.Ma ci sono luoghi sereni dove ritrovare noi stessi in quel “Mar Menor/ del Sud-est del laSpagna”. Un mare speciale che ha il potere con il morm orio delle acque di ricreare “ le piùantiche parole d’amore”:

INVITO AL MAR MENORQuando ti raccontai del Mar Menor Cuando te hablé del Mar Menordel Sudest del la Spagna del sureste de Españami domandasti me pediste

di portarti que te llevaraun poco d’acqua un poco de aguadi questo mare speciale de este mar especialdi che ho fatto del que hizeirretìto fascinadomia dimora. mi dimora.Privilegia to paesaggio d’acqua Privilegiado paisaje de aguasinuoso e mutevole sinuoso y mutable,inondato di sole inundado de sole abitato dal vento, y habitado por el viento,incantato scenario encantado escenariodi tutti gl i azzurri, de todos los azulesche ammicca al l’aurora que parpadea a la auroraalzando un sipario alzando un telóncolor albicocca color de albaricoquesull’isole scure sobre las islas oscuras,e verso i l finire del g iorno al atardecer

coi rossi più accesi con los rojos más encendidostormenta di bracia rovente tormenta de brasa ardienteil lungo estenuante tramonto! el largo extenuante ocaso.Quando ti raccontai del Mar Menor Cuando te hablé del Mar Menordel Sud est di Spagna del sureste de Españami domandasti me pedistedi portarti que te llevara

un poco d’acqua un poco de aguadi questo mare speciale de este mar especial,…ma io t’invito qui …pero te invito aquía coglierla tu stessa a cogerla tu mismanel cavo della mano en el hueco de la mano,e per istanti di luce y en instantes de luzsenza tempo sin tiempoimmergervi il corpo e ilcapo sumergir en él, cuerpo y cabezae come me lasciarvi y, como yo, en élla tua pena dejar tus penas.Vuole l’antico rito Quiere el antiguo ritoche noi si vada a lui que vayamos hacia él,a braccia tese attraversando l’onde a brazos tendidos

a piedi nudi accarezzando atravesando las olasl’alghe fresche a pies desnudos, acariciandoad occhi ch iusi offrendo las frescas algas,il nostro canto a ojos cerrados ofreciendoal sol calante! nuestro canto al sol poniente!Perciò ti dico vieni… por eso digo ven…ritroverai in quest’acque reencotrarás en estas aguasil mormorio indistinto el murmullo indistintodelle più antiche paro le d’amore de las más antiguas palabras de amorritroverai i l sapore reencontrarás el sabord’un primo bacio cui non credesti , de un primer beso en el que no creisterisentirai nel grembo sentirás de nuevo en el regazo

il di ffuso calore el dilatado calordel tuo primo amplesso de tu primer abrazo.

Vieni! ¡ Ven!

(Commento e traduzione delle poesie di Paola Sebastiani)

El Rincon de la poesia

di Paola Sebastiani

Mar Menor (Murcia)

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Lionello Grifo

Lionello Grifo

Cuando te hablé del Mar Menordel sureste de Españame pedisteque te llevaraun poco de aguade este mar especialdel que hicefascinadomi demora.privilegiado paisaje de aguasinuoso y mutable,inundado de soly habitado por el viento,encantado escenariode todos los azulesque parpadea a la auroraalzando un telóncolor de albaricoquesobre las islas oscuras,al atardecercon los rojos más encendidostormenta de brasa ardienteel largo extenuante ocaso.Cuando te hablé del Mar Menordel sureste de Españame pedisteque te llevaraun poco de aguade este mar especial,... pero te invito aquía cogerla tú mismaen el hueco de la mano,y en instantes de luzsin tiemposumergir en él, cuerpo y cabezay, como yo, en éldejar tus penas.Quiere el antiguo ritoque vayamos hacia él,a brazos tendidosatravesando las olasa pies desnudos, acariciandolas frescas algas,a ojos cerrados ofreciendonuestro canto al sol poniente!por eso digo ven...reencontrarás en estas aguasel murmullo indistintode las más antiguas palabras de amorreencontrarás el saborde un primer beso enel que no creístesentirás de nuevo en el regazoel dilatado calorde tu primer abrazo¡Ven!

Marco Thiene

Mi verano en Malaga

Durante mis paseos por la ciudad de Málaga, que, a decir la verdad, son bastantesfrecuentes, me gusta observar el cambio de las estaciones a mi alrededor y cuandonoto que ya hay distintos olores y colores y se acompañan por una luz vivaz y másduradera que en otros periodos del año, me doy cuenta que ha llegado por fin elverano y con él crece la gana de quedarme más tiempo afuera para poder disfrutarde estos días tan bonitos.Cada momento del día tiene sus características y su encanto, y si cada uno denosotros puede hacer caso a esto, se dará cuenta de cómo en realidad nos dicte,suavemente y sin bruscos cambios, las pautas en nuestra vida cotidiana durante ellargo verano malagueño.Hasta todos los comentarios de la gente que cruzamos en la calle, en el mercado,en el trabajo, hacen parte de un papel escrito y recitado ya muchas veces, frente acada vez un distinto público, como una representación teatral de éxito, como aquelSueño de una Noche de Verano. Habrá que esforzarse para no reírse, a veces, delos tópicos que utilizan como verdades superiores las personas mayores, ¡quizás undía nos tocará a nosotros! Pero todo encaja bien y mantiene intacta su pequeñatarea de fascinar al oyente.El telón se abre y empieza la primera escena: la mañana. Quizás todavía la partedel día, aún un poco más fresca, el ideal para salir después de nuestro desayuno ycumplir con las pequeñas tareas domesticas, de modo que fácilmente podamosdisfrutar en seguida de un baño en el mar, escuchar el canto de sus olas y el reflejodel joven sol en él, respirar todo esto y caminar secándonos a lo largo de la arena ysentirnos otra vez vivos y hambrientos.La segunda escena es la más larga y para mí la más sugestiva, la tarde. La partemás calurosa del día siempre me recuerda los veranos de mi niñez que pasaba enel sur de Italia, en casa de mi bisabuela, en particular cuando los mayoresdescansaban la siesta y tú libremente te echaba a la calle como si fuera sólo y todatuya, nadie te controlaba y te sentía dueño de un mundo que los mayoresdesconocían. Aunque ya no sea así, siempre queda algo del niño que éramos ybuscamos otra vez este mundo, esta vez sentándonos en el parque, acompañadospor un libro o curioseando en las calles donde los pocos que hay son los turistas,ignaros de tus pensamientos y de los secretos que esconde la ciudad, o sólo,sentados en un “bareto” observando, sin leer, el periódico, escuchando músicasuave que nos devuelve antiguos recuerdos, aquello veranos pasados, aquellosamigos, aquellos amores, hasta echamos de menos los regaños que nos hacíannuestros padres.La tercera escena ya prepara el final. Son el atardecer y el aparecer de lasestrellas, que nos sugieren un último momento ante de dormir, acompañando eltodo con un suave perfume de la “Dama de Noche”, que nos invita a rebuscar ennuestra intimidad, en nuestros pensamientos, en nuestros propósitos y en nuestrossueños, y crea a veces unos momentos mágicos donde mirando en los ojos nossentirnos parte única con la persona que amamos. Esto es un momento de felicidadque no tiene comparaciones y que no se si se lo debo a Málaga pero ella me loregala, sin pedir nada en compensación, por esto, con estas pequeñas palabras yun poco de fantasía quería que supiera que le doy las gracias.

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La fe ria d i a go sto d i M a la ga , con osciu ta p op olar me nte co me G ran Fie sta de lV era n o (gr an de fe sta de ll'e sta te) do n a a Ma lag a un ca ra tte re co smo po lita edin te rn a zion ale. Q ue sta festa e stiva , ch e r isal e a lla fi ne de ll’8 00 , du ra circa 1 0 gio rn i ed halu og o ne lla pa rte cen tra le de l m ese di ag osto pe r co mm em ora re la ric on qu ista d i M ala gad a pa rte d ei r e ca tto lic i ch e e ntra ro no in città n ell ’ag osto de l 14 87 .Ne lla pr ima ser a, i c ittad in i s i r iun isco no sul le sp ia gg e d el la M ala g ue ta , pe r a scolta re il“P re go n de la fer ia” , o vve ro l’ ina ug ur azion e de lla festa. A m ezza no tte , a l p orto e n ell ezon e a ntista nti, ini z ian o g li spe ttaco li pir ote cnic i. P er circa u n’ora , i fu och i d’a rtif ic i ori em pio no la città d i lu ci e colo ri e mo lti tur isti in vaca n za in Co sta d el So l, gi un go no da llelo cali tà pe r go de rsi q ue sto me ra vig lioso spe tta colo.Ne l P ase o d el P ar qu e, si i na ug ur a l’ illu min a zion e a rtistica e ne lla p laza de la Mar ina sisvolgo no var i sp e tta coli m usi cali: f la me nco , m usica po p ecc…Du ra nte i g io rn i d i fe ria , d all a ma ttin a fino a tar da se ra , og ni via a tti ra l’a tte n zion e de icittad in i e d ei turi sti , con sp ettaco li di og n i g en er e e m ovime nto.Ne lla cal le L ar ios , si svolg o no le fe ria s d e V er diale s e ne lla p laza de la Ma rin a, i l Festiva lInte rna cio na l d el Fol klor e, d ove i ritm i, l e m usi che e le d an ze di tutto i l mo nd o si fo nd on op er c rea re , con un u nico lin g ua gg io un iver sale , un le g am e co n le for me di esp re ssion e d io gn i lu og o.No n m an can o g li sp etta coli te atra li , s ia p er ad ulti ch e pe r b am bin i, ne lle Ca setta In fan ti le,Ca setta d i V e rd iale s, C ase tta de l Flam en co e la Co pla e Ca setta de lla Giove ntù Q ua situtte le do nn e e le b am bin e in do ssan o i cl assici a biti d el la tra di zion e d a g itan as (g on nelu ng he a ba lze co n pizzi e co rp etto fa scian te) , e n on è r ar o in con tra re do nn e co n i cap el lile ga ti con lo chig no n , i l gr an de pe tti ne e la m an ti lla ne ra, co sì com e si ve sti van o inS pa gn a fin o al p rin cipi o de l X X seco lo . Vien e in oltre ele tta la Re gina d el la festa , sce ltetra l e do n ne p iù b e lle d el la città.

La gran tradición del CINEMA ITALIANO

Transitar la historia del cine italiano no es solamente recorrer el camino de un hecho artístico.

Implica también analizar y comprender un tramo importante de la historia social, política ycultural, tanto sea de Italia como de varios países de Occidente.Con el invento del cinematógrafo se corona el antiguo sueño del hombre para reproducir la

realidad.El cine es un lenguaje universal que nos ha permitido durante muchos años descubrir mundos

que no conocíamos y que seguirá haciéndolo.El cine sobra todo nos ha permitido también de aprender muchas cosas como lugares,

tradiciones, culturas, costumbres, de gente muy diferente en el mundo.

El cine italiano ha siempre valorizado y promovido la cultura latina y mediterránea.

El cinema italiano refleja la sociedad, las varias épocas de la historia sobre personaje ysociedad con su alegría, drama, comicidad, pasión, el cine de Visconti, Risi, Fellini, Loy,

Muccino, Verdone, De Sica, Begnini y mas refleja el alma de Italia, una Italia a veces conelementos positivos y contradicciones que fascina los espectadores. La primera película

italiana fu Humberto y Margarita de Savoia paseando en el parque. de Vittorio Calcina en elaño 1896, las primeras películas eran documentarios que representaban la realidad.En el 1930 nace el primer film sonoro italiano “La canción del amor” que trae inspiración DA

UN OBRA LECTERARIA del gran escritor y dramaturgo siciliano Luigi Pirandello.La literatura será desde el comienzo del cinema la fuente primaria de esta fantástica nueva

forma de comunicación.Fellini, Visconti, Rossellini, han creado obras maestras universales con una estructura fuerte y

moderna, han formado generaciones de espectadores.Los tres elementos básicos del cine italiano son la crítica de comparación de la sociedad,

novedad en el lenguaje y la popularidad, se ha creado así el neorrealismo, el cinema devanguardia, el poético de Fellini e Pasolini el literario de Visconti el político y polémico deBellocchio y Ferrari.

Segundo la teoría del historiador del cine italiano Gian Piero Brunetta, autor del libro Storiadel cinema italiano” el cinema italiano se divide en etapas,

La primera es la del cine mudo, la segunda abarca a dos generaciones, del neorrealismo a laDolce Vita, la primera generación es la de Rossellini, De Sica, Visconti, Antonioni, Fellini, la

segunda las de Olmi, Pasolini, Bertolucci; Scola, Risi etc. Y sigue con el cine de vanguardia, lacomedia, los westerns a la italiana de Sergio Leone, el terror de Dario Argento una gran

escuela mundial del séptimo arteque sigue formando actores y directores en la vieja y nueva Europa.Concluyendo se puede decir que el cinema italiano es uno de los mas completo al mundo en

cuanto a estilo, géneros y fantasía, su aire mediterráneo se respira en cada película.Han contribuido también muchísimo los maestros de las columnas sonoras como Riz Ortolani

e Ennio Morriconi.

Roberto Benigni

Sofia Loren

Marcello Mastroianni

Anna Magnani

7

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AGENDAOctubre:Martes 5 de Octubre en el Centro Andaluz de las LetrasConferencia del Prof. Juan Antonio Sánchez UMA

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CINE ITALIANO AL CAC - MÁLAGA - Entrada libreCada Miércoles 6 - 13 - 20 y 27 de octubre a las 20:00 horas

Noviembre:Lunes 15 de Noviembre a las 20 horas en elCentro Andaluz de la letras - C/Alamos 24Presentación del libro sobre PERLASCAGiorgio Perlasca - Un italiano scomodopresentado para los autores Carlotta Zavattiero yel periodista australiano Dalbert Hallenstein