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Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 02/03/2005 - Spediz. in abb. postale: postatarget creative - CENTRO 1/02524/11.2014 - Posteitaliane Anno XV - n° 161 Dicembre 2015 Dicembre 2015 Dicembre 2015 Dicembre 2015 Dicembre 2015 Miscellanea natalizia segue a pag. 2 L’ondata emotiva, giustissima ma anche pericolosa, che ha accompagnato i fatti di Parigi sta finalmente perdendo la sua in- tensità, per lasciare il posto a considera- zioni più distaccate e razionali. Queste ri- guardano una serie di interrogativi. Pro- viamo ad elencarli. La guerra è la migliore risposta? L’Italia che ruolo deve avere? So- prattutto: quale deve essere il rapporto con l’Islam? La prima risposta è ampiamente negativa: no, la guerra non è la risposta migliore, con buona pace di un ministro della difesa di- stratto che già voleva mandare con grande faciloneria i nostri militari in Libia e che ogni tanto si lascia prendere dall’uzzolo di at- teggiarsi a grande potenza. Crispi ebbe lo stesso atteggiamento, e ci fece alleare con la Germania guglielmina, dalla quale fu ne- cessario staccarci per riuscire ad avere Trento e Trieste. Giolitti commise lo stesso errore, e la Libia ci fu data solo perché lo stesso sultano di Costantinopoli non ne voleva sapere di quello scatolone di sab- Non possiamo non aprire que- sto nostro editoriale, l'ultimo del 2015, senza ricordare, con legittimo orgoglio, questa no- stra "avventura editoriale" che è giunta, ormai, al n.161 ed al tredicesimo anno di vita. Abbiamo vissuto momenti dif- ficili, legati anche alla grave crisi che ha colpito il nostro paese dal 2008 e che solo da alcuni mesi manifesta final- mente confortanti sintomi di ripresa come confermano gli ultimi dati degli Istituti specia- lizzati (ISTAT-Fondo Moneta- rio Internazionale - Banca Eu- ropea degli Investimenti - Ban- ca d'Italia). Dati ufficiali e non discutibili che, però, come al solito, ven- gono sistematicamente disco- nosciuti da tutte le opposizio- ni di destra e di sinistra, per non parlare degli esponenti 5stelle che, per la verità, non so dove collocare. Tutte le scelte ed i provvedi- menti assunti dal governo ven- gono, infatti, sistematicamen- te contestati e bocciati: non uno che abbia,seppure parzial- mente, trovato il consenso o, almeno, la disponibilità a di- “Signore, liberaci dalla bischeraggine, perché solo Tu puoi” L’Editoriale di Enrico Dello Sbarba [email protected] segue a pag. 2 bia pieno di tribù rissose ed irascibili. Sem- mai l’Italia, con la sua posizione strategica e geografica, è fatta per mediare, non per conquistare. Certe velleità lasciamole ai francesi: oggi vittime innocenti, ieri respon- sabili del caos libico, domani forse di un altrettanto fallimento in Siria. Dispiace dir- lo, ma la risposta di Hollande agli attentati (al di là di una necessaria risposta immedia- ta: non si prende uno schiaffo del genere senza replicare) è ricalcata su quella di Ge- orge W. Bush dopo le Torri Gemelle. La guerra in Iraq fu la madre di tutti gli errori. e ci ha regalato (quella, non gli immigrati che continuano a morire sulle spiagge del Me- diterraneo) l’Isis. In più, da un leader so- cialista ci si avrebbe potuto aspettare un maggior rispetto per le Nazioni Unite ed il loro ruolo. Ma certe cose sono finezze an- che dalle parti di Parigi almeno dai tempi dell’Operazione Tuquoise in Africa, ed an- che questo è un precedente su cui biso- gnerebbe riflettere. C’è poi un ultimo spunto di riflessione. Subito prima e subito dopo gli attentati sono emersi due errori spe- culari e parimenti peri- colosi, nell’opinione pubblica italiana e non. Il primo è un sen- timento di marcato an- tislamismo. Il secondo - e siamo sotto Natale - l’idea che rinunciare ai nostri simboli reli- giosi potrebbe essere di Nicola Graziani La redazione augura Buon Natale e Felice Anno Nuovo La redazione augura Buon Natale e Felice Anno Nuovo

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il centro dicembre 2015

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Page 1: Centro Dic2015

Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 02/03/2005 - Spediz. in abb. postale: postatarget creative - CENTRO 1/02524/11.2014 - Posteitaliane Anno XV - n° 161 Dicembre 2015 Dicembre 2015 Dicembre 2015 Dicembre 2015 Dicembre 2015

Miscellaneanatalizia

segue a pag. 2

L’ondata emotiva, giustissima ma anchepericolosa, che ha accompagnato i fatti diParigi sta finalmente perdendo la sua in-tensità, per lasciare il posto a considera-zioni più distaccate e razionali. Queste ri-guardano una serie di interrogativi. Pro-viamo ad elencarli. La guerra è la migliorerisposta? L’Italia che ruolo deve avere? So-prattutto: quale deve essere il rapporto conl’Islam?La prima risposta è ampiamente negativa:no, la guerra non è la risposta migliore, conbuona pace di un ministro della difesa di-stratto che già voleva mandare con grandefaciloneria i nostri militari in Libia e che ognitanto si lascia prendere dall’uzzolo di at-teggiarsi a grande potenza. Crispi ebbe lostesso atteggiamento, e ci fece alleare conla Germania guglielmina, dalla quale fu ne-cessario staccarci per riuscire ad avereTrento e Trieste. Giolitti commise lo stessoerrore, e la Libia ci fu data solo perché lostesso sultano di Costantinopoli non nevoleva sapere di quello scatolone di sab-

Non possiamo non aprire que-sto nostro editoriale, l'ultimodel 2015, senza ricordare, conlegittimo orgoglio, questa no-stra "avventura editoriale"che è giunta, ormai, al n.161ed al tredicesimo anno di vita.Abbiamo vissuto momenti dif-ficili, legati anche alla gravecrisi che ha colpito il nostropaese dal 2008 e che solo daalcuni mesi manifesta final-mente confortanti sintomi diripresa come confermano gliultimi dati degli Istituti specia-lizzati (ISTAT-Fondo Moneta-rio Internazionale - Banca Eu-ropea degli Investimenti - Ban-ca d'Italia).Dati ufficiali e non discutibiliche, però, come al solito, ven-gono sistematicamente disco-nosciuti da tutte le opposizio-ni di destra e di sinistra, pernon parlare degli esponenti5stelle che, per la verità, nonso dove collocare.Tutte le scelte ed i provvedi-menti assunti dal governo ven-gono, infatti, sistematicamen-te contestati e bocciati: nonuno che abbia,seppure parzial-mente, trovato il consenso o,almeno, la disponibilità a di-

“Signore, liberacidalla bischeraggine,perché solo Tu puoi”

L’Editorialedi Enrico Dello Sbarba

[email protected]

segue a pag. 2

bia pieno di tribù rissose ed irascibili. Sem-mai l’Italia, con la sua posizione strategicae geografica, è fatta per mediare, non perconquistare. Certe velleità lasciamole aifrancesi: oggi vittime innocenti, ieri respon-sabili del caos libico, domani forse di unaltrettanto fallimento in Siria. Dispiace dir-lo, ma la risposta di Hollande agli attentati(al di là di una necessaria risposta immedia-ta: non si prende uno schiaffo del generesenza replicare) è ricalcata su quella di Ge-orge W. Bush dopo le Torri Gemelle. Laguerra in Iraq fu la madre di tutti gli errori. eci ha regalato (quella, non gli immigrati checontinuano a morire sulle spiagge del Me-diterraneo) l’Isis. In più, da un leader so-cialista ci si avrebbe potuto aspettare unmaggior rispetto per le Nazioni Unite ed illoro ruolo. Ma certe cose sono finezze an-che dalle parti di Parigi almeno dai tempidell’Operazione Tuquoise in Africa, ed an-che questo è un precedente su cui biso-gnerebbe riflettere.C’è poi un ultimo spunto di riflessione.

Subito prima e subitodopo gli attentati sonoemersi due errori spe-culari e parimenti peri-colosi, nell’opinionepubblica italiana enon. Il primo è un sen-timento di marcato an-tislamismo. Il secondo- e siamo sotto Natale- l’idea che rinunciareai nostri simboli reli-giosi potrebbe essere

di Nicola Graziani

La redazioneauguraBuon Natalee Felice Anno Nuovo

La redazioneauguraBuon Natalee Felice Anno Nuovo

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Miscellaneanatalizia

dalla prima pagina

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scuterne.Ma tornando, dopo questa necessariadigressione,a parlare del nostro record,non possiamo certamente dimenticare ilruolo essenziale e determinante svoltoed assicurato dai nostri fedelissimisponsor (alcuni, specialmente quelli delrosignanese, ci sostengono dai primianni '80 quando dirigevamo un mensi-le chiamato Presenza D.C.!!!).E' esclusivo merito loro, oltre dellagrande passione di chi scrive questenote, se Il Centro è ancora presente trai nostri lettori, nelle edicole, in alcuniesercizi commerciali, negli abbonati, enegli oltre 1000 contatti via internet.Inutile aggiungere che siamo legittima-mente orgogliosi di questa "continui-tà" che ci viene riconosciuta da molti.Purtroppo si riduce, sempre di più, ilcoinvolgimento dei giovani i quali, inparte per imprescindibili esigenze pro-fessionali si sono dovuti allontanare daLivorno ma altri per impreviste ed in-scusabili "defaillance" avvenute, e que-sto è l'aspetto che maggiormente ci di-sturba, dopo che sono divenuti "pub-blicisti" solo ed esclusivamente attra-verso la collaborazione e la disponibi-lità del nostro periodico.Abbiamo voluto sollevare anche que-sto aspetto, così serio perchè l'esigenzadi un ricambio generazionale è legatoalla disponibilità ed alla presenza deigiovani, elemento indispensabile per ilfuturo.Fatte queste premesse, ogni tanto ne-cessarie, un breve commento alle dram-matiche vicende legate al fenomeno delterrorismo islamico che sta provocandolutti e danni enormi oltre ad alimentarela insicurezza e i timori delle popola-zioni del vecchio continente.Anche in questo campo, così delicato,dove sarebbe indispensabile un'ampiasolidarietà e comune visione, si assistequotidianamente ad una serie di presedi posizione assurde ed irresponsabili.Si parte dalle scriteriate proposte delladestra, dove Forza Italia ormai sta as-sumendo "l'umile ruolo" di portatored'acqua all'estremismo razzista dellaLega, guidata da un leader carismati-co e di elevato livello intellettuale, qua-

le sicuramente è Matteo Salvini (sic!),quelle "qualunquiste e di difficile let-tura" del M5S che sembra propendereper un completo disimpegno del nostropaese da qualsiasi iniziativa assuntadalla comunità internazionale, per rin-chiuderci in una difesa asettica sul no-stro territorio.Regna, insomma, nelle opposizioni laconfusione ed il pressapochismo piùpacchiano e la confusione più ampiacondita da contrasti e contraddizioniche rendono impossibile una unanimeed organica valutazione del gravissi-mo handicap che rischia seriamente dicompromettere la sicurezza e le antichecertezze dell'Europa.Manca, insomma, una visione organi-ca e la più possibile unitaria come ac-cadde negli anni del terrorismo che ven-ne prima combattuto e poi debellatoproprio dal formarsi di una solidarietànazionale che andava, molto al di là,degli interessi di bottega oggi preva-lenti.Accennavo in apertura, all'attenuarsidella grave crisi che ha sconvolto il no-stro paese e non solo.Ebbene vi sono crescenti sintomi, sep-pure non ancora completamente emer-si, anche a causa di concomitanzeesterne, di una progressiva e lieve ri-presa dei livelli occupazionali. Resta,purtroppo, largamente irrisolto il gra-ve dramma della disoccupazione gio-vanile che può essere debellata sola-mente attraverso una seria e sana po-litica di investimenti e di riammoder-namento dell'intero sistema produtti-vo: un'esigenza, quest'ultima, che deveessere completamente fatta propriaanche dai sindacati, troppo cocciuta-mente legati a logiche ormai desuete esuperate. Stentano a capire, anche percomprensibili motivazioni di soprav-vivenza, che certi atteggiamenti, in-sieme al mantenimento di anacronisti-che chiusure ed antichi privilegi or-mai non pagano più.Egualmente dicasi per il mondo impren-ditoriale il quale deve rendersi contoche le rendite finanziarie o di posizionesono ormai completamente superate equanto sia invece urgente adeguarsi alleesigenze imprescindibili di un processodi rinnovamento tecnologico non piùrinviabile.Avremmo ancora da fare altre conside-razioni sulla decomposizione del siste-ma politico e partitico che sta caratte-

Signore,liberacila via per assicurare la coesistenza possi-bile. Peggiori errori non potrebbero esse-re commessi. L’Islam è religione di pace,chi ammazza nel suo nome bestemmia esat-tamente come chi lo fa nel nome di Cristo.Per quanto riguarda la seconda questio-ne, colpisce che qualche preside sparsoper l’Italia pensi una cosa così assurda.Soprattutto perché né a Firenze, né a Roz-zano, si è alzata la vice di un musulmano achiedere che si bloccasse la visita al Cro-cifisso di Chagall o si interrompesse l’alle-stimento del presepe. Non è allora che tan-ta intolleranza mascherata da autodifesadelle minoranze culturali non nascondaquello spirito laicista che, sotto le mentitespoglie del politicamente corretto, cercadi fare terra bruciata attorno all’idea stes-sa di fede religiosa? Invece di impedire diandare a vedere Chagall, si rifletta sullapotenza del messaggio di un uomo che,ebreo, quando i nazisti uccidono i suoiparenti in Russia dipinge le strade dellasua città natale con tanti ebrei crocifissilungo le strade, proprio come Cristo. E sispieghi a tutti che quel Bambino nato il 25dicembre è stato l’uomo (minimo comunedenominatore per tutte le religioni rivela-te, questo) che ha insegnato all’Occiden-te l’umanesimo. Che è stato un rabbinodissenziente la cui sapienza ha reso gliebrei maestri di tutti gli altri popoli, lorofratelli minori. Che e’ un profeta per queimilioni di uomini e di donne che si abban-donano a “Dio l’onnipotente e il miseri-cordioso” il quale loro parla attraverso ilCorano.Ma le solerti vestali del politicamente cor-retto questo non lo colgono, e non c’èniente di peggio di quando uno vuol tene-re gli occhi chiusi. La stupidità, dicevaSchiller, è un nemico potente contro cuicombattono, inutilmente, gli dei e i titani.Sulla base di questo laico, laicissimo inse-gnamento, ci abbandoniamo ad una pre-ghiera di Natale: “Signore, liberaci dallabischeraggine, perché solo Tu puoi”.

rizzando questa fase storica del nostropaese ed in particolare del M5S ma, unpo' per la lunghezza di questo editoria-le, un po' per i fatti o misfatti che stan-no caratterizzando Livorno, guidata daigrillini, vi rimandiamo al prossimo nu-mero.Ed allora non ci resta che inviare a tuttivoi, cari amici lettori ed in particolareai nostri inserzionisti i migliori auguridi di Buon Natale.

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è CAF, via Cecconi 40 - Tel. 0586/811809 - Livornoè Patronato, via degli Apostoli 5 - Tel. 800740044 - Livorno

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ai lavoratori, ai giovani,ai migranti, alle famiglie

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Livorno

(Luca Lischi) - Nelle prime due settimanedi novembre Fiesole ha ospitato la mo-stra su Alcide De Gasperi: “Dalla ricostru-zione dell’Italia alla costruzione dell’Eu-ropa” in coincidenza con il Convegno na-zionale Ecclesiale di Firenze. Un’occasio-ne per ricordare un sommo statista “cheera un cristiano dedicato alla politica, unuomo di seria e profonda pietà” che haprofuso un nobile impegno per il nostropaese e per la costruzione dell’Europa.La mostra ha ricevuto il patrocinio dallaRegione Toscana che ha messo a disposi-zione dei visitatori anche le copie della Co-stituzione in una edizione speciale realiz-zata per gli studenti delle scuole con il sa-luto del presidente Enrico Rossi e dell’as-sessore all’istruzione Cristina Grieco, dal-la Città metropolitana di Firenze e dal Co-mune di Fiesole. Alla mostra hanno fattoda cornice ben due convegni ospitati nel-la Sala Toniolo del Seminario Vescovile diFiesole. Anche questo un bel segno e untributo al beato Toniolo che tanto ha con-tribuito con il suo pensiero per la dottrinasociale della Chiesa.L’evento è stato promosso e curato dalCircolo culturale il Centro con il suo presi-dente Enrico Dello Sbarba e dal Collega-mento Sociale Cristiano- Supplemento del-l’Anima con il suo presidente Angelo Pas-saleva ed è stato accolto con grande par-tecipazione e interesse nella cittadina fie-solana .La mostra formata da trenta pannelli cheillustravano le vicende sociali e politichedel paese e coprono un periodo che vadal 1946 (anno della costituente) al 1954.è stata aperta, di fronte ad una sala gremi-ta e partecipe, dal primo convegno che havisto la partecipazione della figlia dellostatista, la signora Maria Romana che haricordato del padre la sua profonda visio-ne di apertura all’Europa, un Europa chedeve essere più coesa e più incisiva difronte alle sfide della globalizzazione; aquesta sono seguite le riflessioni di Giu-seppe Matulli, di Ivo Butini e di Pier LuigiBallini. Il secondo convegno, che ha chiu-so la mostra, è stato coordinato da EnricoDello Sbarba che prima di aprire il dibatti-to ha chiesto un minuto di riflessione euna preghiera per i caduti nell’attentatoterroristico di Parigi e ha, quindi, ringra-ziato il vescovo emerito Monsignor Ga-

stone Simoni per la sensibilità dimostratanell’ospitare la mostra a Fiesole.Hanno partecipato Giuseppe Sangiorgi,Francesco Butini, Angelo Passaleva eLuca Lischi con interventi che hanno sot-tolineato la necessità di ricordare e di met-tere al centro la straordinaria personalitàreligiosa di De Gasperi e la sua alta dimen-sione etica della politica. Il rischio che ca-dano nell’oblio nobili personaggi che sonostati testimoni e costruttori della vita po-litica del nostro paese deve essere supe-rato con una costante azione di impegno

da parte dei cattolici nel ricordarli e nelfarli conoscere alle nuove generazioni.Ha concluso monsignor Simoni che haespresso apprezzamenti per l’eventosuggerendo di arricchire la mostra conaltri pannelli che illustrino, ad esempio, ilrapporto tra Sturzo- De Gasperi e La Pirae quello tra De Gasperi e la figlia suora, eha invitato i presenti ad andare avanti, “a darsi daffare tutti perché la fiamma dellatestimonianza delle nobili figure che han-no dato slancio alla nostra democrazia siatenuta sempre accesa”.Adesso la mostra sarà accolta a Cutiglia-no (Pistoia) dal sindaco Tommaso Brac-cesi. Un paese che ha una una scuola euna statua dedicata allo statista e chedurante le feste natalizie offrirà ai citta-dini e turisti la possibilità di ricordareAlcide De Gasperi e i sessant’anni dellaCostituente, quel 1946 che ha dato unasvolta democratica alla nostra Italia Re-pubblicana.

De Gasperi ricordato a FiesoleCon una mostra-convegno organizzata dal nostro Circolo Culturale "Il Centro"

Da sin.: Francesco Butini, Enrico Dello Sbarba e Mons. Gastone Simoni.

Alcuni pannelli esposti.

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e-mail: [email protected] Attualità

Davvero Enrico Matteiaveva scelto il Mali?

L’ultima volta che incontrai il PRINCIPA-LE al 20° piano del PALAZZO ENI a Romaera la fine del settembre 1962: eravamo soli:Lui aveva voluto vedermi avendo saputoche ero appena tornato dal MALI e cheavevo detto ai miei Capi (MELODIA D.G..Estero e MILARDI Capo dell’Africa) cheil Paese era molto povero e realizzare unarete di stazioni di servizio, anche poche,mi sembrava non conveniente. Entrandonella Sua stanza fece una cosa che nonaveva fatto mai (io l’avevo incontrato tan-te volte: ricordo che in una settimana del-l’aprile ’62 mi chiamò 5 volte!!): uscì dallascrivania, si mise in poltrona e mi invitò asedermi su un divano davanti a Lui.E cominciò così “Sei stato in Mali? Quan-do eri ragazzo non avresti mai pensatoche un giorno saresti andato a vederepaesi così lontani, no? Raccontami”.Ed io cominciai a raccontare quanto ave-vo visto:veramente avevo girato nelle zonepiù trafficate del Paese (Timbuctu, Gao):la colonizzazione francese aveva fatto stra-de larghe 15 metri ma solo 5 metri eranoasfaltati: e per preservare le strade duran-te le piogge ogni 20 Km. c’erano i barragede pluie che fermavano la circolazione finoa 6 ore dopo-sic!- la fine della pioggia: unbarrage toccò a me, ma sarebbe troppolungo parlarne.Torno all’incontro e man mano che rac-contavo mi rendevo conto che Lui eramolto interessato al MALI; ed allora io,che, certo, non ero un autolesionista,cominciavo a rettificare il mio giudizio ne-gativo: alla fine mi disse: “Hai trovato ilterreno per un deposito?”. A quel puntonon potei fare a meno di dire che non pen-savo proprio di fare un deposito perché aBAMAKO c’era un Deposito MOBIL cheserviva tutte le Società presenti (MOBILSHELL TOTAL); avrei chiesto benzina egasolio in Mali e avrei fatto la restituzionein Italia o in TunisiaMa restai senza fiato quando Lui mi ri-spose usando un aggettivo diminutivo

(per Lui tutto erasempre troppopiccolo: in Italiadovevamo fare lestazioni di servi-zio AGIP su gran-di terreni perchénon dovevamopensare alle ven-dite nei prossimi 5/10 anni ma fra15/20 anni (-sic!!),e mi disse: “No nofai un depositinocosì non ci man-da via nessuno”, pensate un po’..Naturalmente concluse torna in MALI efammi sapere: non posso fare a meno diaggiungere che con l’approccio di cui so-pra era stato si molto gentile ma soprat-tutto mi aveva caricato per la prossima mis-sione, no? magari avrebbe potuto dirminon mi fare perdere tempo e torna in Malìe fai il progetto, ma non lo fece e conclu-se con un BUONAFORTUNA.Naturalmente qualche settimana a fineOttobre ripartii per il MALI e arrivai aBAMAKO il 26 ottobre 1962: alloggiai inun c.d. grande Albergo –non quello cheho visto oggi in TV - dove c’era anche ilcrew dell’AIR MALI che mi aveva portatoda ABIDJAN a BAMAKO, un ILUISCIN14, l’imitazione russa del DC3 degli ameri-cani: anche i piloti erano Sovietici perchèda quando il Presidente MODIBO KEITA-uomo di sinistra- aveva preso le distanzedalla FRANCIA (e per sottolineare questafrattura fece saltare un tratto della Ferro-via che legava BAMAKO a DAKAR inSenegal una cosa importantissima perchècollegava al mare un Paese all’interno del-l’Africa) aveva chiesto assistenza ai Russiche arrivarono in forze: e anzichè il FrancoCFA come tutti i Paesi del West Africa exFrancese scese un Franco Maliano chepoteva circolare solo all’interno del Paese.Provo a tagliare corto:al mattino del 28ottobre trovai un messaggio in portineriadel DELEGATO dell’ONU in MALI, un

polacco, che mi invitava a prendere uncaffè da Lui (io non sapevo nemmeno cheesistesse un Delegato ONU ma Lui sape-va che c’era uno dell’AGIP tanto per direquanto eravamo seguiti,no?. Entrato in casami chiese subito se io conoscessi le novi-tà dall’Italia: dissi di no e allora Lui mi feceentrare in casa e appena mi vide seduto miraccontò che l’Ing. MATTEI era morto lasera prima -sabato- in un incidente aereo.Lascio immaginare come restai: chiesi su-bito se potevamo sentire la Radio Italianae Lui si collegò con RADIO BARI, la sta-zione che allora poteva essere sentita inAfrica: ma era domenica e quindi dovettiaspettare perché prima del giornale radiola domenica c’era la radiocronaca dellepartite di calcio; tornato in Albergo tele-fonai a Roma per sapere se dovevo conti-nuare la missione e incontrare il Ministro:Milardi mi rispose di sì e quindi non poteiessere a Roma per il funerale..Provo a sintetizzare: perchè Enrico MAT-TEI era interessato al MALI? Lui non melo disse ma lo capii dopo: il MALI era ilprimo Paese dell’Africa Francese che ave-va “osato” ribellarsi alla soggezione, es-senzialmente finanziaria, della Franciacolonizzatrice:e in quel quadrante Africa-no tanti erano i piccoli Paesi ex francesiper cui il MALI come esperimento di sini-stra avrebbe potuto anche costituire unprecedente da seguire: perciò l’Ing. MAT-TEI voleva già esserci.Non c’è dubbio che Lui facesse anchepolitica estera, no? e anche una diversada quella del nostro Ministro degli Esteri(mi disse 2 volte: non ci andare dall’Am-basciatore perchè tanto non Ti aiuta: edera così perchè il nostro rappresentava unPaese che aveva perso la II^ guerra mon-diale: invece noi AGIP inviati da MATTEInon avevamo nessun problema: e per anniin quella Zona Ex Francese dell’Africa cihanno chiamati “les garcons de MATTEI”.Grazie dell’attenzione.

*ex VicePresidente e Amminisratore Delegato Agip Petroli

53 anni fa a Bamako io c’ero

Enrico Mattei

di Giuseppe Accorinti*

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 5Attualità

Ad avercela davanti agli occhi oggi, quel-l’Oriana Fallaci della quale già il prossimoanno si commemorerà il decennale dellamorte, sarebbe da dirle “Oriana, non cre-dere alle sentenze di chi oggi, nell’imme-diato post-Parigi, ti cita: non avevi affattoragione!”.Gli spari al Bataclan, quelli nei pressi diCanal Saint-Martin, come prevedibile – edin parte giusto se non comprensibile, avoler esser realistici – hanno concessoparola a chiunque, e permesso a molti – subasi completamente soggettive, poichéindividuali – di attribuirsi una qualche au-torità in ambito Islam, terrorismo, geopoli-tica, integrazione sociale, e a seguire adlibitum, chè mai come in questi giorni l’on-niscienza totale è esclusiva di tutti, e quin-di in fondo di nessuno.Attacchiamoli via terra; attacchiamoli viamare; a fianco del compagno Putin - maho personalmente e di recente sentito an-che un ma Papa Francesco non ha dettoche darebbe un pugno a chi gli offendela mamma?E poi, appunto, la Fallaci che diventa virale.Avevi ragione, Oriana – afferma fiero chigià ne difendeva le opinioni dopo l’attac-co alle Torri Gemelle, e con il capo copertodi cenere chi invece all’epoca la tacciavadi razzismo: avevi ragione, Oriana: scu-saci.L’attestazione di preveggenza di cui so-pra si basa sul libro La Rabbia e l’Orgo-glio, che la Fallaci pubblica poco tempodopo i fatti dell’undici settembre, ed è ne-cessaria una piccola premessa personaleche aiuti a chiarire la totale mancanza dipre-giudizi del sottoscritto: per quanto miriguarda, chiunque ha il diritto di avere leidee che ha, ossia: non esistono opinioni

e idee che per legge non possano esiste-re, e quindi esternarsi. In altre parole, iodifendo il diritto all’esistenza delle ideedei reduci di Salò, dei neo-hitleriani, degliaspiranti brigatisti rossi e, perfino, di co-loro che impostano le proprie vite sullafede religiosa (e difendo, quindi, l’esisten-za delle idee di coloro che in queste cate-gorie individuano dei nemici).Va da sé, quindi, che difenda anche il di-ritto della Fallaci di scrivere che “intimi-diti come siete dalla paura d’andar con-tro corrente cio d’apparire razzisti (pa-rola oltretutto impropria perch il discor-so non su una razza, su una religione),non capite o non volete capire che quiin atto una Crociata alla rovescia. Unaguerra che essi chiamano Jihad. GuerraSanta. Una guerra che non mira alla con-quista del nostro territorio, forse, ma checertamente mira alla conquista dellenostre anime; il concetto di guerra allaFallaci piace parecchio, se vero come veroche nel libro in questione dichiara, inestrema sintesi, che i terroristi musulmani

si sconfiggono solo -appunto - con le armi.Portando la guerra a casa loro, va da s,poich apparirebbe eccessivo forse ancheper la Fallaci andare a stanare nelle lorocamerette francesi quei francesissimi ter-roristi che in Francia sono nati e cresciuti.Sono coerente: difendo il diritto della Fal-laci a voler portare la guerra in Iraq, inIran, in Siria, in Afghanistan; dovunque.Ma chi dice che la Fallaci aveva ragionepi in malafede della Fallaci, poich dimenti-ca o ignora che la guerra da quelle partinoi l’abbiamo gi portata: che dopo l’undi-ci settembre abbiamo occupato con i no-stri militari il Corno d’Africa, per la pre-sunta iniziativa anti-terroristica trans-sahariana (Trans-Saharan Counter Ter-rorism Initiative); e abbiamo bombardatol’Iraq, con l’alloraSegretario di Stato americano Colin Powellche durante un Consiglio Onu tira fuoriuna fialetta di antrace e dice •gl’Iraq cista minacciando, hanno l’antrace, hannole armi nucleari, abbiamo le prove!•h, epoi le prove erano tutte false; e abbiamofatto la Guerra in Libano, e abbiamo fattola guerra a Gaza, e abbiamo bombardatol’Afghanistan, e siamo entrati in Pakistan;e adesso attaccheremo in Siria.E abbiamo reso l’integralismo radicale piùradicato, e, di conseguenza, il terrorismopiù pericoloso di quanto era prima.Tornare indietro? Forse è troppo tardi –che è un modo per dire che, nel difendereil diritto di chiunque a esprimere qualsiasiidea, devo difendere anche il pensiero dicoloro che dicono che a questo punto at-taccare è l’unica via. Ma siamo sicuri che,almeno per una volta, saper quel che silascia sia peggiore di non saper quel chesi troverà?

Avevi ragione, Oriana...di Paolo Arzilli

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Oriana Fallaci (Firenze 1929 - 2006)

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e-mail: [email protected] Attualità

La relazione del sottosegretario del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territoriodopo il seminario del novembre scorso al Terminal Crocere

L'on. Velo e la Carta di LivornoAd un anno dal seminario che si tenne pres-so il terminal crociere e che varò la Carta diLivorno - vedi in calce il testo della notaapparsa su www.ognisette.it - l'on. SilviaVelo ci ha fatto pervenire una relazione sul-lo stato della attuazione della carta. Eccoladi seguito:

Carta di Livorno-2014-2015

DRAGAGGI NEI PORTIIl Ministero dell’Ambiente, anche in vistadella riforma del sistema portuale italianoavviata dal Governo, sta procedendo ademanare tre regolamenti e una modifica nor-mativa, che porteranno, in tempi brevi, asuperare le difficoltà tecniche e operativeche sono state riscontrate in questi anninella realizzazione delle opere di dragaggio.DI COSA SI TRATTAPer quanto riguarda i tre regolamenti, il pri-mo tratta le modalità di dragaggio nelle areeportuali e marino-costiere che ricadono al-l’interno dei SIN, i Siti di Interesse Nazio-nale (ad esempio Livorno, Piombino e Car-rara).Il secondo, in attuazione dell'art. 109 delD.Lgs 152/2006, è il regolamento che disci-plina la procedura per l'approvazione deiprogetti di dragaggio al di fuori delle areeSIN, le modalità e i criteri per la gestione delmateriale dragato, tra cui l'immersione inmare dei materiali di escavo dei fondali ma-rini.GLI ALTRI PROVVEDIMENTICon un emendamento al Collegato Ambien-tale (provvedimento già approvato in Se-nato e in attesa dell’ok definitivo della Ca-

lute, ISPRA, ISS e il CNR, sono state defi-nite le linee guida e i valori di riferimentoche consentono l’automatica deperimetra-zione delle aree a mare da SIN a SIR (Siti diInteresse Regionale).I DRAGAGGICOME UN’OPPORTUNITA’Sviluppo economico e sostenibilità ambien-tale non sono in antitesi. I dragaggi devo-no essere un asset fondamentale per losviluppo della blue economy, ma lo devo-no diventare anche dal punto di vista am-bientale.QUALI BENEFICIDA QUESTE RIFORMEAvremo, finalmente, un quadro regolamen-tare chiaro, certezza e semplificazione delleprocedure; in sintesi una normativa cheaffronta in maniera organica la questionedei dragaggi nelle varie tipologie dei portiitaliani. In breve tempo saranno superate ledifficoltà riscontrate in questi anni durantele operazioni di dragaggio e nella gestionedel materiale dragato nei vari usi consenti-ti, casse di colmata, immersione a mare eripascimento.Si tratta di un percorso di riforma atteso daanni che va nella direzione della semplifica-zione normativa e che favorirà l'utilizzo del-le migliori tecnologie disponibili per l'ese-cuzione degli interventi.QUALI RIFLESSIPER LA COSTA TOSCANAMentre Piombino ha già effettuato impor-tanti opere di infrastrutturazione e di dra-gaggio portando i fondali a – 20 mt (e lo hafatto utilizzando in via sperimentale alcuneprocedure inserite nei nuovi regolamentiche andremo a definire), Livorno e Carrarapotranno beneficiare delle semplificazioniin via di approvazione nelle opere di dra-gaggio e gestione dei sedimenti, sia nel-l’eventuale realizzazione delle casse di col-mata.I TEMPIE’ un percorso che prevede tempi diversi,trattandosi di un insieme di provvedimentidistinti, ma il traguardo che ci siamo posti èquello di concludere questo percorso di ri-forma entro la fine dell’anno.EROSIONE E STRATEGIA MARINAOltre ai nuovi regolamenti per le operazionidi dragaggio, il Ministero dell’Ambiente è

L'on. Silvia Velo

mera) semplifichiamo i criteri di costruzio-ne delle casse di colmata e delle vasche diraccolta. Oggi, le casse di colmata, le va-sche di raccolta o le strutture di conteni-mento vengono costruite, anche dove nonsi è in presenza di materiali pericolosi, conparametri di permeabilità pari a quelli pre-visti per il contenimento dei rifiuti dal De-creto legislativo 36/2003. Con questa mo-difica normativa tuteliamo le acque e il suo-lo attraverso le migliori tecnologie dispo-nibili, tendendo conto della tipologia di ma-teriale che si va a trattare caso per caso.Ma è stato fatto di più.Con un’altra modifica al Collegato Ambien-tale e grazie al lavoro svolto da un gruppodi lavoro istituito, presso il Ministero del-l'Ambiente, a cui hanno preso parte il Mi-nistero dei Trasporti, il Ministero della Sa-

segue a pag. 7Veduta area di una parte del porto di Livorno (foto Onorati)

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 7Attualità 7

al lavoro per contrastare il fenomeno del-l’erosione delle coste italiane e per mette-re in campo misure ambientali per il rilan-cio dell’economia del mare.Un lavoro che nasce per favorire lo svi-luppo delle attività economiche legate almare, attraverso un'idea moderna ed effi-ciente di sviluppo sostenibile.Il prossimo anno, il tavolo di lavoro istitu-ito presso il Ministero tra Regioni, Ispra emondo scientifico promosso nell' ambitodell'attuazione della Strategia Marina edella Carta di Livorno, arriverà alla defini-zione delle linee guida nazionali per la lot-ta all’erosione costiera e degli effetti deicambiamenti climatici.L' Italia avrà così, per la prima volta, lelinee guida nazionali per la difesa della co-sta dai fenomeni dell' erosione. Ci arrive-remo attraverso la creazione di un geo-database nazionale e regionale sullo sta-to dell' erosione delle coste italiane e conl' analisi puntuale delle misure di adatta-mento e di mitigazione del fenomeno ero-sivo messe in campo.Un fenomeno preoccupante - come ha sot-tolineato il Sottosegretario Velo - perchénon si tratta soltanto di un problema am-bientale di erosione fisica della costa ita-liana, ma anche di una vera e propria ero-sione di Pil.Turismo, logistica, pesca, energia, tra-sporto marittimo, le attività che ruotanointorno all' economia del Mare, nel lorocomplesso producono annualmente benie servizi per un valore di 41,5 miliardi dieuro. Numeri importanti, che attestano laproduttività e le potenzialità del nostrocomparto marittimo.Prosegue anche il lavoro sull'attuazione del-la Direttiva Europea sulla Strategia Marinaper cui stiamo definendo i programmi dimisure per raggiungere l' obiettivo del buonstato ambientale della acque da qui al 2020.L’Italia è tra i primi in Europa per quantoriguarda il raggiungimento degli obiettiviprevisti assieme a Germania e Olanda. Unlavoro che prosegue incessantemente eche vede il coinvolgimento di diversi sog-getti legati al mare, Istituzioni, mondoscientifico, stakeholders e associazioni,nella convinzione che la tutela della risorsa mare sia l’obiettivo condiviso da tutti.Anche alla vigilia della Cop21 di Parigi, inun momento in cui si discute su come ri-durre le emissioni di C02, va ricordato cheil mare assorbe oltre il 40% dell’anidridecarbonica presente nell’atmosfera e, di con-seguenza, la buona salute delle acque di-venta determinante per questo processo.

Carta di Livorno: il dibattito sull'economia del MareUna governance unitaria, una connessione terra-mare, efficacia dei controlli e iniziative di comuni-cazione. Questi sono i tre cardini sui quali ruota la ‘Carta di Livorno’ stilata il 15 novembre altermine del seminario sul Mare come motore di sviluppo, con un sottotitolo che richiama l’inizia-tiva della Commissione Europea ‘Blue Growth’.Organizzato dal Ministero dell’Ambiente e presieduto dal sottosegretario Silvia Velo - già Sindacodi Campiglia Marittima – ha visto la partecipazione del presidente della Regione Friuli-VeneziaGiulia, Debora Serracchiani.Di notevole efficacia le sintesi dei lavori in commissione che sotto la guida di Donatella Bianchi –presidente del WWF Italia e giornalista Rai famosa per le battaglie in favore del Mare: "Vorreisconfiggere l'indifferenza generale e soprattutto politica nei confronti del mare" – sono state dettatedai coordinatori.Le riportiamo: a) Paola Imperiale. Attuare la convenzione di Barcellona per mare e coste, approvata40 anni fa, e combattere l’inquinamento del nostro Mediterraneo.b) Francesco La Camera. Sfruttare tutte le opportunità della Blue e della Green economy; valoriz-zare il binomio crescita/sviluppo sostenibile. Migliorare la efficacia dei controlli. Giungere ad unagovernance comprensiva di tutte le parti in causa.c) Renato Grimaldi. Effettuare oggi scelte rinviate in passato su porti, autostrade del mare ecc. perarrivare a definire qual è la vocazione del nostro paese. Ciò è stato accettato e voluto da tutti ipresenti alla commissione in rappresentanza di tutti i settori ed al più alto livello. Tutti hannomanifestato l’ansia di essere parte di una comunità del Mare.Il Sottosegretario Silvia velo ha concluso i lavori ringraziando la Comunità di scienziati, operatori,istituzioni ed associazioni ed impegnandosi a far sì che il Governo decida di mettere - e nonrimettere perché sarà la prima volta – il Mare al centro come motore di sviluppo e la tuteladell’ambiente come fattore di crescita.Tra le sue parole anche: "..inventiamoci qualcosa sul Mare per ottenere sostenibilità degli investi-menti e una governance partecipata".Con la ‘Carta di Livorno’ inizierà un lavoro senza soste che vedrà anche l’attivazione di tavoli atema.In conclusione abbiamo ascoltato impegni precisi confortati da una pubblicazione fitta di datiraccolti dal Ministero dell’Ambiente e da Unioncamere che meritano un’attenta lettura.Proprio per questo debbo ricordare che qualcosa del genere in passato l’ho già vissuto in occasionedi due appuntamenti voluti ed organizzati in grande stile dalla Regione Toscana: il primo nel 2001ed il secondo nel 2007 nell’Aula Magna dell’Accademia Navale proprio qui a Livorno. Il temaallora fu :’’La economia del Mare’’. I risultati sono stati oltremodo deludenti. Vedi : http://www.ambientesc.it/nl/02/02.pdfMa oggi ci sono altri governanti e la crisi non dà tregua.

daNovembre 2014

da pag. 6

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e-mail: [email protected] Cinguettare

Arriva il nuovo anno, il 2015 ci lascia epossiamo fare un consuntivo. Vediamo dicogliere il positivo, le tante potenzialitàche il nostro bellissimo territorio della pro-vincia di Livorno ha espresso in questoanno attraverso alcune realtà che lo con-traddistinguono.Siamo una provincia a valenza turistica: iltempo atmosferico del 2015 ci è stato diaiuto e ha permesso una presenza di turi-sti da primato. A questo hanno contribui-to luoghi di eccellenza e strutture di acco-glienza di qualità che devono essere unvanto per tutti.Ne citiamo alcuni quale segno di ricono-scimento per gli investimenti imprendito-riali fatti in questi anni. Abbiamo luoghi diattrazione quale il Cavallino Matto cheoffre un luogo sano di divertimento per ipiù piccoli e una pausa di relax per i piùgrandi. Un parco divertimenti educativoordinato e curato in modo maniacale.Un’oasi di stampo nordico per l’etichettacon cui si presenta, anche al più distrattovisitatore. Un luogo che senti immediata-mente familiare e che ha messo la famigliaal centro dell’attenzione per offrire un’oc-casione di gioia e di rilassatezza attraver-so il gioco ma anche con spettacoli cultu-rali e di intrattenimento di prestigio inter-nazionale e con attività didattiche che pri-vilegiano l’educazione ambientale.

La famiglia Manfredini ha investito in unterritorio vocato al turismo e continua ainnovarsi annualmente con attrazioni ac-cattivanti che fanno la gioia dei bambini edegli adolescenti mantenendo il primatodel parco divertimenti più verde d’Italia.Viene poi il Calidario che continua adessere un punto di riferimento importanteper la sua valenza termale e di benesserepersonale. I fratelli D’Onofrio rappresen-tano un imprenditorialità capace e radica-ta nel territorio, che sente il bisogno diinnovare e di fornire al cliente sempre unmaggior comfort e una straordinaria ac-coglienza con servizi di qualità.Anche questa struttura è un vanto per ilnostro territorio, capace di intercettare unpubblico variegato che trova nelle acquetermali un momento di sano relax con ser-vizi di cura della persona e di ristorazioneche promuovono la cucina e la enogastro-nomia del territorio della Val di Cornia.E poi l’Aquavillage, il parco d’acqua e digiochi che è una attrazione per i più gio-vani ma anche per intere famiglie con ipiccoli. Un luogo che permette attraverso

Cinguettaredi Luca Lischi

attrezzature quali scivoli e piscine a gettod’acqua di attrarre moltissimi clienti perun sano divertimento in uno spazio benstrutturato con servizi di qualità e una ri-storazione a portata di tutti.A Livorno l’Acquario (il più grande dellaToscana) gestito da Costa Edutainment haassunto un ruolo dinamico di interesse edi qualità e grazie anche al sistema mostrepotrà aspirare ad una sempre maggiorecapacità ricettiva.A fianco di queste attrazioni gestite inmodo professionale dai privati il turistatrova il sistema dei parchi della Val diCornia con luoghi di interesse archeolo-gico etrusco, mineralogico e naturalisticodi forte attrazione e interesse. Se poi ag-giungiamo una capacità ricettiva in cre-scita qualitativa e una ristorazione da pri-mato (con cibi e vini che non hanno biso-gno di commenti se non che sono un ben-godi!) il territorio della provincia con unmare classificato” da bandiere blu” danord a sud, e un retroterra con borghi ca-paci di far incantare anche i più disattenti,rappresenta un’eccellenza da primato(dopo Firenze la provincia con il maggiornumero di turisti in Toscana e con unamaggior permanenza media, grazie allevacanze balneari).Comunque ha ancora un forte potenziale dicrescita anche per le ben cinque isole chela coronano! E che isole! Isola d’Elba ilprimis ma anche altre con potenzialità enor-mi: si pensi a Capraia, Gorgona e Isola diPianosa! Basterebbero attività imprendi-toriali di elevatissima qualità per fare diquesto arcipelago un luogo da primato perun turismo “lento e consapevole”!Auguriamoci che sull’esempio positivo del2015 l’anno che verrà porti lumi, saggezzae intraprendenza per favorire più lavoro,benessere, maggior qualità della vita ecrescita nella provincia di Livorno.

Cavallino Matto,Calidario,

Acquavillage,Acquario,

parchi e isolele nostre eccellenze

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Otello

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 9 Spigolature

Uno su quattro!Quarto anno in un Liceo Scientifico a Li-vorno. Il professore sta illustrando un av-venimento storico accaduto nell'anno do-mini 1400. Così per caso, gli viene in men-te di chiedere alla classe quanti anni sonotrascorsi da quella data ad oggi.La risposta di tre studenti: "715 profes-sore". Un quarto, dopo avere messo incolonna i due riferimenti numerici rispon-de esatto: "615 anni".Superfluo alcun commento!!

Assunto il marito,bufera a Ragusasull'assessore M5STutti speravano di essere riassunti in unanuova cooperativa, ma a Ragusa uno soloce la fa. Il marito dell'assessore eletta sot-to le cinque stelle di Grillo. E scoppia ilpandemonio perchè la capitale del baroc-co è una delle roccaforti del Movimentoche è riuscito a piazzare un suo sindaco,ovviamente contro tutti gli altri partiti,considerati corrotti e clientelari.Adesso il boomerang di una assunzione"in famiglia" rischia di travolgere l'imma-gine del Primo Cittadino ragusano lietodelle dimissioni dell'assessore alla cultu-ra convinta di essere vittima di ingiustisospetti! (a cura di Felice Cavallaropresumibilmente corrispondente dellaStampa di Torino, giornale su cui è ap-parsa la "inveroconda notizia" che co-mincia a mettere in rilievo " sconvenien-ti comportamenti" che rischiano di met-tere in discussione "la celeste purezzadei grillini").Aggiungiamo che ormai questi casi sistanno moltiplicando per cui, cari neofitidella purezza, "chi è senza peccato scaglila prima pietra": ma Gesù Cristo questimessaggi li poteva inviare....

Ed a propositodei grillini.... Contrordine compagni: il Dux massimo -Beppe Grillo - ha deciso, motu proprio, dinon fare più riferimento al suo "nobilecognome" nella normale fraseologia po-litica del Movimento da lui fondato: sichiamerò, d'ora in poi, solo Movimento 5stelle (M5S). Ci dicono gli esperti che sono tutte ma-novre in vista dell'ineluttabile conquista

Spigol

ature

della maggioranza assoluta che avverrà,presumibilmente in occasione delle ele-zioni politiche previste per il 2018: forseabbiamo ancora il tempo per prepararegli inevitabili "barconi" per la fuga in Li-bia!!.

Denuncia alla ProcuraLa minipasionaria Mancini - consiglieracomunale di Rosignano del M5S - seb-bene disdettata dal gruppo- ma in pos-sesso esclusivo della licenza di rappre-sentanza rilasciata dal "Beppe naziona-le" continua la sua personale battagliacontro tutto e tutti.Qualche giorno fa, secondo quanto ri-portato dai quotidiani locali, ha inviatoun esposto non solo al Prefetto che do-vrà provvedere ad un nuovo armadio, perraccogliere le continue missive della con-sigliera pentastellata che, evidentemen-te, ignora come dal 1970 le prefetture nonhanno più competenza sugli atti dei Co-muni, ma ora sta cominciando ad inviarele sue "pepate" denunce anche alla Pro-cura della Repubblica!!Che Iddio ci assista in previsione di quan-to potrà avvenire dopo le elezioni del2018!!

Ultimi davveroHo visto il film "Gli ultimi saranno gli ul-timi". Un film insignificante, (coprodottoda Rai Cinema), che non meritava lo spre-co di attori come Alessandro Gassman,Paola Cortellese e Fabrizio Bentivoglio.Quella,però, che mi ha più mi ha colpito èstata le lettura,nei titoli di coda,che a taleproduzione è stato concesso il contribu-to dello Stato per l'alto valore educativodel suo contenuto.Un valore che non ho trovato nella storiadi un poliziotto fallito, nella sofferenza diun transessuale, in una famiglia sganghe-

rata e, tanto meno, nella descrizione fol-cloristica di una cittadina laziale.

Spinelli e Nogarina pranzo insieme:chi avrà pagato?(Mario Di Luca ) - Così titolava lunedi 16c.m il Tirreno in cronaca.Finalmente il Sindaco, a quanto afferma-va Spinelli, riceveva il Presidente per par-lare del futuro del campo da gioco e dellesuecondizioni a detta di rischio chiusura. Lostaff composto presente era sia da partedella Società Sportiva che quella comu-nale in tutto di 5 persone. Luogo del ri-trovo, il ristorante La Barcarola che dasempre ospita personaggi di rilievo. Pran-zo, immagino, a base di pesce di qualitàche il sig. Beppino avrà servito con i do-vuti riguardi.Dopo aver letto tale notizia mi è venutaspontanea questa domanda: "chi avràpagato il conto?".Poco probabile che lo abbia fatto "SCIU" Aldo conoscendone le sue qualità, OT-TIME, di SPARAGNINO; tuttalpiù avràfatto accomodare, dopo il pranzo, su co-mode poltroncine i 4 personaggi in tribu-na d'onore a godersi l'incontro che si di-sputava dopo il convivio.Più probabilmente sarà stato il SindacoNogarin a fare gli onori di casa ed aprireil proprio portafoglio....?!

Ricordiamo che “il Centro”è sempre aperto a commen-ti, contributi e collaborazio-ni dei lettori che possonoinviare i loro testi a:

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e-mail: [email protected] Livorno

AAMPS - Di sicurosaranno i livornesi a pagare

Mentre andiamo in stampa la vicenda è però ancora aperta

Esigenze tipografiche ci costringono auscire con un commento prematuro sullavicenda AAMPS, cioè che non può tenerconto delle decisioni finali, ma temiamonon definitive, del sindaco Nogarin e del-la sua giunta. Alcune considerazioni sonoperò già possibili, anzi molte addiritturascontate derivanti da posizioni ideologi-che assunte da qualche tempo.Insomma una guerra che, come tutte leguerre, conta morti e feriti (politicamente)ancora magari non ben definiti ma che neigiorni prossimi saranno evidenti. Non cisono invece dubbi su chi pagherà il contofinale: i cittadini livornesi.La dura realtà, che il nostro sindaco esor-cizza con impegno degno di miglior causa,ci insegna che i soldi non spuntano dalnulla e che un’azienda che da anni perde isoldi non smetterà se non con una radica-

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le ristrutturazione.Questo significa anche che le aziendegrandi e piccole creditrici di AAMPSnon accetteranno il concordato di con-tinuità, ammesso che il giudice lo ap-provi, se non sono sicure di riscuoterepiù di quello che prenderebbero dal fal-limento, perciò i livornesi, oltre a pa-gare gli insoluti della vecchia TIA comegià fanno, si avviano anche a pagarein una maniera o nell’altra anche il rifi-nanziamento di AAMPS.Per ora I danni più gravi si sono registratinella Giunta che ha perso l’assessore allamobilità e all’ambiente Gordiani, spina nelfianco del sindaco per la sua libertà di giu-dizio, che si è fatto volutamente cacciare.Quest’amministrazione non ha costruitoin diciotto mesi alcun dialogo con le altreforze politiche anzi ha ridotto anche il con-fronto con la propria parte, adesso con ledimissioni della Presidente del Consiglio

comunale Cepparello, che, provenendodalla formazione di Bongiorno Livorno fa-ceva intravedere una possibile concordan-za, almeno nella critica al PD livornese, econ la presa di distanza di tre consiglieridel movimento che confluiranno probabil-mente nel gruppo misto, possono venire amancare anche i numeri.Sessanta anni d’amministrazione della si-nistra avevano ingessata la città pagandocambiali al Partito comunista ed ai suoi suc-cessori e, sicuramente, l’AAMPS era unadi queste ma in questi diciotto mesi di go-verno il M5S ha, se possibile, peggiorato lasituazione con i numerosi cambi didirigenza,dimostrando anche ai più ottusiquanto sia più facile promettere di aprire,come scatolette, giunte, aziende e parlamen-ti che amministrare qualcosa di più di uncondominio.Se qualcuno crede che tra i vincitori ci sia ilsindacato (cioè la CGIL) corre i rischi di unaprossima forte delusione. La protesta ali-mentata dalla paura e da un’evidente venadi collateralismo con il PD non fornisce lesoluzioni intelligenti promesse, e salvarel’azienda chiederà sacrifici assai più grandidella rinuncia, offerta a fatica, alla riscos-sione degli straordinari.Insomma se è legittimo, e anche salutare,smantellare il sistema di potere, alleanze econvenienze costruito intorno al PD, il Sin-daco deve capire che è stato eletto, in ma-niera rocambolesca, per far andare avantila città, per dire i “no” necessari ma anchecostruire progetti e soluzioni condivise edunificanti. Altrimenti dimentichi per un mo-mento, Casaleggio, Grillo, le elezioni roma-ne etc. e con uno scatto di coscienza con-sideri terminata la sua esperienza e dia ledimissioni.

di Franco Spugnesi

Così si presentava la città nei giorni scorsi per lo sciopero dei dipendenti AAMPS.

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 11Livorno

Un'ottima iniziativaLa piantagione di 100 alberi da parte degli alunni a Villa Regina

Nei giorni scorsi sono stati piantati dai bam-bini del circolo didattico Brin, del Sacro Cuo-re e delle Scuole Medie cento alberi nel Parcodi Villa Regina in attuazione del progetto "Unbosco per la città" ideato dal Prof. Mario Pia-nesi (ideatore, fondatore e Presidente dell'As-sociazione Internazionale UPM). L'iniziativaè stata promossa dal Comune di Livorno incollaborazione con l'UPM.Un Punto Macrobiotico di Livorno ha resopossibile la realizzazione di un piccolo boscoall'interno del territorio urbano al fine di mi-gliorare la qualità dell'aria, bene assoluto del-l'umanità.I bambini sono stati simpaticamente accoltidalle note della Banda Musicale della SVS,poi immediatamente dopo, con l'aiuto del Cor-po Forestale, ogni bambino ha proceduto allapiantumazione dell'alberello lasciandoci ilnome ed il suo pensiero: ha partecipato l'as-sessore Alessandro Aurigi del Comune di Li-vorno.L'ottima iniziativa ha avuto il patrocinio diONU - UNESCO - UNCDD - i Ministeridell'Ambiente e delle Politiche Agricole e delCorpo Forestale-Il Centro si congratula con il Sindaco per l'ot-tima iniziativa lacui realizzazioneera attesa da moltianni.Dobbiamo peròfare un'osserva-zione sul numerodelle piante: ad oc-chio e croce cisembra che ne ab-biano piantatetroppe e troppofitte.Quanto prima do-vranno essere con-cimate, a suo tem-po, annacquate epotate e, se neces-sario, disinfestate.Avranno bisogno diun'attenta e tempe-stiva manutenzionee con i precedentiabbiamodelle per-plessità.Ed infine dovràessere evitata,l'usanza tutta li-vornese di utlizzar-la per portarci icani che, proprio difronte, hanno unospazio, dall'altrolato della via Cala-tafini a loro com-pleta disposizione.

(f.s.) - Nel 2016 ricorre il 200° anniversa-rio della ordinazione sacerdotale di donGiovanni Battista Quilici, prete livornese,di cui è in corso la causa di beatificazione.Per sottolineare questo importante anni-versario sono state programmate varie ini-ziative. La prima di queste è la ristampa diuna volumetto scritto da don Roberto An-geli, dedicato alla vita del Quilici nel 1937ormai introvabile.I due sacerdoti hanno condiviso, pur nelladiversità dei tempi e delle modalità, unaintelligente passione per i fratelli più disa-giati e per l'educazione della gioventù.Il libro intitolato "Due preti una città" èarricchito da contributi di Enrica Talà teo-loga, Gianluca Della Maggiore ricercatoreIstoreco, suor Agnese Didu superiora Fi-glie del Crocifisso, Don Raffello Schiavo-ne parroco dei " Tre Angeli", sarà presenta-to il 15 dicembre alle ore 17 nella Sala delConsiglio della provincia di Livorno dalDott. Claudio Frontera ex presidente dellaprovincia e suora Raffaella Spiezio presi-dente della Fondazione Caritas di Livorno.

(e.d.s.) - Lunedi 30 novembre ho avu-to la ventura, anzi l'ho voluta tentare,di assistere, si fa per dire, alla "infuo-cata" seduta del Consiglio Comunale.Naturalmente non mi è stato possibileentrare "nell'emiciclo" anche perchéne era impedito l'accesso stante "lostato di permanente occupazione deilavoratori AMPS" ed allora mi sonoseduto su una delle poltroncine dispo-nibili nell'androne adiacente la salaconsiliare. Sono rimasto, più o meno,una mezz'oretta perché, a parte l'enor-me confusione dovuta alla concitazio-ne del momento, era problematico an-che seguire il dibattito "in streaming"a causa della furiosa contestazione al-l'interno ed all'esterno oltre ad unamassiccia presenza di vigili urbani eforze dell'ordine.Con grande delusione e con compren-sibile nostalgia ho vissuto quei pochimomenti così drammatici della storiademocratica della nostra città: il mo-mento è drammatico stante i clamorosierrori commessi dalla sconcertantemaggioranza che sta "sgovernando"da ormai un anno e mezzo Livorno.Se è vero che ormai i consessi istitu-zionali (compresi i due rami del parla-mento nazionale) rischiano di trasfor-marsi in bivacchi, è doloroso vivere levicende che si stanno svolgendo a Li-vorno e che, ancora una volta, espon-gono all'opinione pubblica, il volto de-formato di questa sfortunata città:eventi che lasceranno sicuramente unsegno negativo con tutte le conse-guenze sul suo futuro.Una circostanza ci ha particolarmentecolpito: nella ripresa televisiva, ad uncerto momento, sono stati ripresi i ban-chi dei consiglieri comunali: ebbene

l'unico degli eletti, in silen-zio e visibilmente allibito,con giacca e cravatta, era ilconsigliere Marco Cannito(nel riquadro) del gruppoCittà diversa.Sento l'esigenza ed il dove-

re di ringraziarlo perchè ho visto nelcomportamento, anche estetico, diCannito la volontà di rispettare la di-gnità ed il prestigio della più impor-tante istituzione democratica della cit-tà ormai avviata verso una precipitosadecadenza.

Sedutainfuocata

Due preti una città

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e-mail: [email protected] Livorno

GIALLO CORALLOLa parola a Silvia Menicagli presidende dell'associazione onlus per il recupero del complesso

La storia delle Terme del Corallo e del bel-lissimo complesso liberty si intreccia conquella della nostra città e dell’acqua. L’edi-ficio, da anni chiuso ed abbandonato, hacominciato a vedere qualche spiraglio daquando è stata firmata una convenzioneper la costruzione di alcuni edifici nuovi,già ultimati.Ma il percorso per l’edificio delle terme èancora lungo e difficile. Ne sa qualcosaSilvia Menicagli, presidente della associa-zione culturale Onlus per il recupero:www.termedelcorallo.com- Ormai da tempo hai preso le redini delrecupero delle Terme del Corallo...Qualcuno doveva pur farlo, dal 1968 moltine hanno parlato attraverso articoli di gior-nali, sostenendo laureandi coraggiosi chesi addentravano in una non ben chiara sto-ria delle Terme, tentativi di acquisto rovi-nosamente falliti da parte di società e diprivati, insomma una serie di lampi nel buioche non hanno dato la luce a questo pro-blema annoso. Sia chiaro, non mi sentol’unta del Signore ma un impegno costan-te da circa 16 anni lo sto mettendo, se nonaltro come sollecitazione continua e insi-stente attraverso ogni canale di diffusio-ne possibile, e dal 2013 attraverso l’Asso-ciazione o.n.l.u.s. “Terme del Corallo” cheho fondato.- Tutto nasce se non sbaglio dal proble-ma dell’acqua bene primario per la cittàda sempre; inizia da qui il tuo racconto?Come è risaputo gli agglomerati umaninascono intorno ai corsi d’acqua e lungoessi si stanziano, lasciando testimonianzasotto forma di necropoli, o resti di abita-zioni e suppellettili così come attrezzi dalavoro. Quindi dove c’è acqua la popola-zione cresce e crescendo richiede più ac-qua e così riprende a crescere e a chiedereancora acqua e così via all’infinito. Que-sta è stata l’eterna ricerca di Livorno, unacontinua lotta per la sopravvivenza, gio-cata tra lei e il bene idrico.Uno studio del Funaro del 1900, riportache la nostra città di ormai 100.000 abitantiera assetata, difatti si stimava una capaci-tà di consumi al massimo di 7,9 litri perabitante al giorno, quando per esempioLucca ne vantava 20, Parigi 50, Napoli 200e Roma ben 700, possiamo ben compren-dere quale fosse la pressione sul proble-

ma. Mi chiederete, che c’entrano le Termedel Corallo con tutto questo? Tutto co-minciò nel lontano 1907, allorché il Comu-ne di Livorno chiese alla Società Acquedella Salute alcuni terreni per costruirvi lanuova Stazione Ferroviaria.Dal momento che la società genovese ave-va acquistato ettari di terreni, intorno aquello che doveva essere il sito sul qualeerigere il meraviglioso stabilimento, percercarvi sorgenti di particolari salinità cheandassero a costituire una ampia offertadi acque minerali, la zona si poteva dire diproprietà di tale società.Il cavalier Audisio, presidente, trattò inConsiglio comunale una serie di terreni daalienare al Comune, in cambio della pro-messa di non aprire “scaturigini” o pozzipoiché questi avrebbero potuto impove-rire la portata delle polle dalle quali si estra-evano le acque salsoiodiche per lo stabili-mento. Essendo tali terreni a monte delleTerme e dato che nel sottosuolo esistevauna rete di sacche e canali tali da costitu-ire un reticolato acquifero che si bilancia-va sul principio dei vasi comunicanti, unaapertura in quei territori avrebbe potutointercettare le acque che alimentavano lesorgenti delle “Acque della Salute”. Talefu l’accordo tra società e comune.- Come sono andate le cose negli annidelle due guerre?Il contraccolpo più importante si è avuto

con la seconda guerra mondiale, per varimotivi. Il primo e determinante fu cheChayes ebreo proprietario delle Termedovette cedere in fretta ad un amico in-dustriale il complesso termale a causadelle leggi razziali. Questo implicò che altermine del conflitto, il compratore riaprìl’attività di produzione acqua e bibiteCorallo ma non l’attività termale, non disuo interesse. Il secondo è definitivo ful’arrivo degli americani e quindi del co-losso di Atlanta, la Coca-Cola, che fago-citò l’attività di produzione Corallo da li apoco.- Ma facciamo un salto temporale e arri-viamo alle date fatidiche degli anni ‘60del secolo scorso e qual’è il quadro chesi prospetta?Il problema è quello dell’acqua quale ap-provvigionamento per i terreni del circon-dario, dal viale degli Acquedotti quasi finoalla Padula e alla Puzzolente. I conduttorio proprietari dei fondi agricoli e industrialidi tali zone iniziano a chiedere al Comunele concessioni per scavare pozzi, anche iproprietari dei numerosi orti e piccole at-tività industriali necessitano di acqua emolta, tanto che intorno al 1964-66 scop-pia una vera e propria battaglia per l’ac-qua, lo si legge nelle cronache del tempo.- Si ma il Prg del Comune aveva eviden-temente permesso gli insediamenti di cuiparla; non c’è una contraddizione op-pure una violazione degli accordi?Probabilmente non aveva riflettuto sullapossibilità di richieste di erogazioni diacque sotterranee, oppure era allo scurodell’antico vincolo o della possibilità diinterferire sulle portate d’acqua necessa-rie alla produzione Corallo. Ripeto, que-ste sono supposizioni che scaturisconodalla lettura di questioni sollevate in que-gli anni sulla stampa locale.- Nel frattempo era anche cresciuta laproduzione delle acque e bibite Coralloe poi della Coca-Cola?La situazione vede da un lato un forte uti-lizzo di acqua dal sottosuolo per le attivi-tà di imbottigliamento dei prodotti Coral-lo (bibite e acqua da tavola) nonché perla produzione dei prodotti Coca-Cola ini-zialmente, poi supportata esclusivamen-te dall’acquedotto cittadino, fino ad arri-vare ad una produzione di 60.000 litri al

Silvia Menicagli

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giorno. Dall’altro lato è pressante la ri-chiesta di apertura pozzi da parte di privatiper agricoltura e industria. Si legge su 30giorni Livorno del 1964 “Acqua per tuttidue metri sottoterra... purtroppo un privi-legio sfruttabile da pochi”, e ancora: “peruna clausola restrittiva dei terreni cedutial Comune non è possibile sfruttare inmaniera intensiva questa fortunata ed ot-tima vena... ...nemmeno per una serie dipiccole condutture locali”. Poi prosegue“...non sarebbe possibile sfruttare in ma-niera intensiva questa fortunata ed ottimavena senza il rischio di prosciugare i pozzidella zona, compresa la fonte del Corallocon conseguenze pratiche e legali facil-mente comprensibili”. Ed ancora:...”l’estensione del bene è nelle mani del-l’amministrazione comunale”. Questo ac-cadeva quando la produzione era ai suoimassimi storici, da li a poco, l’allora diret-tore della S.T.I.B. Annuncia sul quotidia-no “il Tirreno” che la produzione dei pro-dotti Corallo cesserà per l’insufficienteportata della sorgente, tutta la produzionesarà quindi deviata su quella della Coca-Cola che invece utilizza acqua dell’acque-dotto trattata e non necessità di acqua disorgente.Pressioni? Accordi? Chi lo sa, ma sonoidee che sorgono spontanee.- Come si radicano i problemi ed i con-trasti?Riflettiamo un attimo quindi: La societàdelle Terme utilizzava un bene comune ecollettivo che è l’acqua, presente in granquantità nei terreni, che veniva prevalen-temente utilizzato per scopo commercialelucrativo, per contro esisteva una pressan-te richiesta di un utilizzo a scopo familiare,piccolo industriale e di sussistenza.E’ chiaro che a questo punto a molti fareb-be piacere che la società Corallo chiudes-se, per il bene di una collettività.

L’anno determinante è quello che cono-sciamo tutti è il ‘68!La Corallo smette di produrre le sue bibitee la famosa acqua con la stellina, le Termeprendono fuoco, e quindi anche una pro-babile ripresa di attività termale viene ini-bita, l’acqua quindi non è più cooptatadalla società Corallo è libera, non ci sonopiù spettri di cause legali.Adesso l’acqua è per tutti.- Quindi la società chiude e l’immobilecosì importante e grande che fine fa?Che fine fa? Lo abbiamo sotto gli occhi!Una parola sola, abbandono, deliberato.Ma siamo sicuri che a nessuno tornerà inmente di riattivare l’impianto del Corallo?E ricominciare con le lamentele e le pres-sioni di chi vuole acqua libera?Per risolvere la questione nel 1982 ci pen-sa qualcuno, che con una idea geniale de-cide di costruirvi davanti un bel ponte perscavalcare la ferrovia, da adesso non sipotranno aprire neanche i cancelli...e pertutti quelli, amministratori e sindaci com-presi, che hanno con spavalderia afferma-to che ciò è successo perchè l’acqua nonc’era più, a tutti quanti dico che quandosi perforò il terreno per i plinti di sostegnodel cavalca ferrovia, l’acqua zampillò pergiorni con forza da terreno, quell’acqua“fantasma” che per tutti non esisteva più.- Ma la proprietà non si è attivata perdifendersi?Chi lo sa, comunque ricordiamoci che laproprietà era la Coca-Cola, e una volta fat-ta fuori la produzione Corallo, a lei del-l’acqua sorgiva non importava poiché im-bottigliava con l’acqua dell’acquedottocomunale. Viene da chiedersi chi decisedi sacrificate la produzione Corallo: i diri-genti di allora? perchè lasciarono che ciòaccadesse? Che accordi ci furono? Que-sto non lo scopriremo mai.L’opinione pubblica è stata indottrinata a

pensare che l’acqua fosse finita, o inqui-nate nelle falde, menzogne! Anche que-sto fa parte della costruzione di un pianodi abbattimento delle Terme. D’altrondenon è possibile capacitarsi come mai dal1968 nessuno sia mai riuscito a recupe-rare il complesso Liberty.La stessa sorte è toccata in quei soliti annidella lotta per l’acqua, nei confronti dellasorgente della Puzzolente. Questa fu ne-gata alla popolazione per non potabilità acausa di inquinamento, quando invecestudi fatti dimostrarono che era effettiva-mente inquinata ma non per infiltrazionenella falda freatica, bensì per inquinamen-to da depositi organici della vasca di rac-colta, la quale con una periodica pulituraavrebbe consentito un normale utilizzo ditale acqua ma evidentemente anche quel-l’acqua faceva comodo ad altri.- Puoi precisare queste circostanze conqualche riferimento?Leggete “Trentagiorni Livorno” dal 1964al 1966, ci sono molti articoli sui problemilegati all’acqua e al “problema” Terme delCorallo in particolare.Cari amici, raccontiamo una storia asprache ha portato alla decadenza delle Ter-me del Corallo, una storia fatta di interes-si, di necessità, di scelte che abbiamo de-sunto dalle notizie trovate.- Tu hai creato un’associazione-comita-to in difesa del complesso delle terme edhai anche un certo numero di soci ed unsito web. Che cosa avete fatto e qualiprospettive ci sono? Per adesso facciamo divulgazione dellanecessità del recupero di un monumentotra i più importanti non solo per Livornoma nella storia dell’igiene in Italia. Graziealla nostra attività la RAI ha mandato suitelegiornali della rete 1, 2 e 3, servizi sulleTerme del Corallo. Fotografi di fama inter-nazionale sono venuti a documentare loscempio e la bellezza di questo luogo pro-fanato con servizi passati anche su SK-YArte. Facciamo da ponte tra le richiestee le visite e abbiamo sostenuto gli stu-denti universitari delle facoltà di ingegne-ria e architettura, di Pisa, Firenze e Torinoche realizzano tesi sulle Terme livornesi.Le Terme del Corallo sono inserite nel pro-gramma Artbonus del MiBACT e tra leurgenze della Fondazione Artwatch ita-lia.Inoltre organizziamo eventi culturali - ab-biamo anche un bel filmato realizzato daIvo Falchini - per autofinanziarci e porta-re avanti la nostra missione: salvare leTerme del Corallo.Se ci riusciremo non lo so ma possiamodire di aver fatto il possibile.

Come si presenta oggi l'edificio principale delle Terme del Corallo di Livorno.

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e-mail: [email protected] Livorno

Presentato il libro che raccoglie gli articoli pubblicati su Il CentroI 150 annidel LiceoClassico

Nel 1856-si legge sul registro rinve-nuto all’Archivio di Stato-gli alunnierano 18.I 150 anni del Niccolini-Guerrazzi sonostati ricordati dalla Associazione “Au-rili” che da anni sostiene con entusia-smo Il Liceo Classico,con una iniziati-va che ha visto accanto agli ex stu-denti (parecchi con i capelli bianchi) egli studenti dell’anno 2015-16.A solennizzare l’avvenimento la pre-senza dell’on. Luigi Berlinguer che fuMinistro della Pubblica Istruzione dal18 maggio 1996 al 26 aprile 2000. Du-rante questo periodo fu contestatopiuttosto a lungo da parte dei docentiper un provvedimento di valutazione(poi annullato). Come conseguenza ilMinistro fu costretto a lasciare l’inca-rico. Questo per la verità storica.L’intervento dell’on. Berlinguer era at-teso in un momento di particolare at-tenzione per l’applicazione della BUO-NA SCUOLA che tuttavia non sem-bra intaccare,per il momento,i program-mi dell’istruzione secondaria.Non ha deluso l’uditorio l’on. Berlin-guer che ha difeso l’indirizzo CLAS-SICO il quale, cifre alla mano, vienescelto appena dal 5,4 per cento deglistudenti a livello nazionale e ha au-spicato un adeguamento delle mate-rie alle esigenze della societàIl dr. Manfellotto, che non dimenticaLivorno, ha coordinato i vari interventiprovenienti sia da parte di qualche exinsegnante che da parte degli studen-ti.Chi scrive conosce bene la situazionedel LICEO fin dal 1990 e al di là del-l’inserimento di alcuni Indirizzi chehanno dato “ossigeno” all’indirizzoCLASSICOoggi è stato scelto da un numero esi-guo in linea con la percentuale nazio-nale sopra indicata.A questo punto occorre una “cura”energica per sopravvivere.Un appello all’Associazione Auriliperché suggerisca iniziative mirate.

Mario Lorenzini

Una intera vita spesa per la scuola quella di MarioAugusto Lorenzini, responsabile politico-sinda-cale e operatore dal secondo dopoguerra ad oggi,ha trovato la giusta collocazione nel libro "LaScuola di Livorno", edito dal periodico del Circo-lo Culturale Il Centro, di cui è presidente e diret-tore Enrico Dello Sbarba, che ha avuto il meritodi aprire nel suo giornale una pagina dedicata allascuola, affidandone la cura ad una persona di lun-ga esperienza, quale appunto Lorenzini. Il libro èstato presentato in Provincia da Enrico DelloSbarba e da Carla Roncaglia, ex assessore all'istru-zione, davanti ad un pubblico molto numeroso epartecipe, sia per l'argomento in sé, sia per l'af-fetto e la stima che l'autore si è guadagnato inoltre cinquanta anni di militanza in un settoresempre in discussione.L'incontro è stata l'occasione per rievocare ilpassato e per fare il punto della situazione al pre-sente con uno sguardo obbiettivo, suggerito dallibro stesso, un libro sui generis questo, che con-tiene una interessantissima Rassegna Stampa diarticoli sulla scuola di Lorenzini, pubblicati su "IlCentro" dal 2008 al 2015 compreso, corredatada un breve ma esaustivo profilo sinottico dellalegislazione scolastica, da un quadro delle scuolecittadine e della loro storia, nonché dalle motiva-te e avvincenti introduzioni di Enrico Dello Sbar-ba e dello stesso Lorenzini.Proprio questo singolare mix di intenso impegnopolitico-sindacale e di assoluta oggettività degliarticoli ha offerto lo spunto per analizzare pregie limiti, conquiste e delusioni di "casa nostra": lastagione degli organi collegiali e il suo tramon-to, l'autonomia scolastica, il precariato degli in-segnanti e la precarietà della scuola fino allanota dolente della dispersione scolastica, cheaffligge gravemente la nostra città, fenomeniquesti su cui si è basato il caloroso intervento diCarla Roncaglia. "Gli articoli di Lorenzini- harilevato- si presentano come una serie di istan-tanee sulla scuola, ma hanno materia per assu-mere le dimensioni di un quadro più complesso e

approfondito. Anche chi non ha letto regolar-mente il mensile Il Centro, può rimettere infila una serie di aspetti che danno della scuolalivornese l'immagine di un corpo vivo che cam-bia e che si rinnova". Ed ha ricordato i duefulcri della nostra modernità: il Villaggio diCorea fondato da Don Nesi negli anni Cinquan-ta e il Liceo Sperimentale Cecioni, fortementevoluto dal preside Luciano Castelli.Enrico Dello Sbarba ricordato l'incontro colsindacalista e politico Lorenzini, che aveva ungrande interesse per la diffusione corretta dellenotizie e per l'informazione sulle leggi scolasti-che: la figura giusta per collaborare col Centroin una materia tanto delicata.Ha fatto eco l'appassionato amarcord di Loren-zini, che "figlio di capostazione" ha trascorso"Una giovinezza nelle stazioni" (titolo di suoscritto), quindi è entrato nella scuola come se-gretario: da quel momento il suo impegno è sta-to totale, per promuovere un modo nuovo di"pensare" la scuola. Storiche le sue battaglie perdifendere i posti di lavoro al momento degliaccorpamenti e perché anche il personale di se-greteria e i bidelli fossero considerati "educato-ri" impiegati in un settore diverso da quello deldocente, ma affine negli intenti. Nel suo excur-sus Lorenzini ha ricordato come promotrice di"una scuola diversa" la Preside Luciana Cappa-nera che invitava a giudicare un alunno non soloper quello che rendeva, ma per quello che puòrendere e a valutarlo non solo per quello che sa,ma per quello che è .Concetti che nel lontano1961 suonavano rivoluzionari e che non sem-pre furono compresi. E ad altre due personalitàdella scuola sono state troppo velocemente di-menticate, il Preside Luciano Castelli e il Prof.Guido Vannucci, ai quali Lorenzini ha dedicato illibro ed ai quali ritiene che la città avrebbe dovu-to dedicare almeno una strada."Oggi -è stata l'amara costatazione di Lorenzi-ni- si è persa l'umanità del preside, l'eccessivaburocrazia ha prodotto il preside sceriffo".Ed anche Carla Roncaglia ha osservato con ram-marico che oggi è cambiata l'organizzazione dellavoro, il modello produttivo, l'economia e, conquesti aspetti, sono cambiati i modelli educativi,il ruolo della scuola, che incide sempre menonella formazione dell'alunno, come anche altreistituzioni : la Chiesa, la famiglia, i partiti. Si èentrati in crisi e la crisi si è generalizzata.Agli interventi, così intensi e ricchi di proposte,ha fatto seguito, come era naturale, un dibattitomolto vivace al quale hanno dato un significati-vo apporto Maria Avogadri, Spugnesi, la figliastessa di Lorenzini e tanti insegnanti.

La Scuola di Mario Lorenzinidi Angela Simini

Carla Roncaglia, Enrico Dello Sbarba e MarioLorenzini durante la presentazione del libro.

I ringraziamentidel ministro

Stefania GianniniGent. Signor Lorenzinia nome del Ministro Stefania Giannini de-sideriamo ringraziarla per l'invio graditis-simo della Sua raccolta di articoli LA SCUO-LA DI LIVORNO.L'occasione è gradita per inviarLe cordialisaluti.Marica Vittoria FisicaroUfficio Cerimoniale - Ministro dell'Istru-zione Università e della Ricerca - ROMA

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Nello scorso mese di ottobre il Presidentedella Camera di Commercio - il dott.SergioCostalli - è stato ospite del Circolo Il Centroper una conferenza sui temi principali del-l'economia di Livorno e Provincia.Diciamo subito che l'attesa non è andatadelusa pechè l'oratore, dotato di un pragma-tismo non comune - è stato un alto dirigentedel sistema cooperativo nazionale oltre adaltre importanti funzioni svolte sempre nelsettore - è stato incisivo e, altro aspetto nonsecondario, estremamente convincente.Nel corso del suo intervento, a cui ha fattoseguito un nutrito dibattito, l'oratore ha espo-sto, con apprezzato realismo, le complessedifficoltà dell'economia della città che sta vi-vendo, indubbiamente"un tempo comples-so e problematico" stante le dimensioni diuna crisi che semba senza fine, frutto anchedi ritardi e di una visione dello sviluppo chesi pensava fosse legato all'indotto automo-bilistico che invece, alla distanza, si è rivela-ta una scelta fallimentare.Ma anche la carenza di quella "vivacità im-prenditoriale" che caratterizza da sempre lacittà di Livorno legata, nel passato alle atti-vità portuali e a una massiccia presenza diindustrie legate alle partecipazino statali ve-nute completamente meno, ha contribuito alla

grave crisi che stiamo vivendo.In questo contesto il ruolo della Camera diCommercio è stato importante e significati-vo che, malgrado la contrazione delle entra-te provocate dalle politiche governative, staconcorrendo, con interventi finanziari mira-ti, tendenti a facilitare l'apertura di nuove at-tività imprenditoriali.Il Presidente Costalli ha poi accennato, an-che in risposta ad alcune domande dei pre-senti, a quello che sarà il futuro delle Cameredi Commercio: sacrificare il ruolo svolto dal-le Camere di Commercio resta una scelta di-scutibile perchè rischia di mortificare una

Gallantiriconfermato

per altri sei mesiLa firma del Ministro delle Infrastrut-ture e dei Trasporti, Graziano Del Rio,è arrivata in tarda mattinata e mette unsigillo sulla conferma di Giuliano Gal-lanti (nel ri-quadro) comecommissariostraordinariodell’AutoritàPortuale di Li-vorno, ente alcui vertice sie-de dal 2011.Gallanti rimarràin carica per al-tri sei mesi ofino a che non verrà nominato il nuo-vo presidente. Sarà dunque l’avvoca-to dei moli a portare a destino il bandoper la ricerca dell’investitore privatodella Piattaforma Europa.«Ringrazio ancora una volta il Mini-stro per la fiducia accordatami – ha di-chiarato Gallanti non appena saputodella conferma - abbiamo chiuso unmandato faticoso ma soddisfacente,soprattutto per i numerosi progettimessi in cantiere, continueremo sullastrada che abbiamo imboccato speran-do di raggiungere i risultati che Livor-no merita».

Sergio Costalli a Il CentroInteressante dibattito al nostro Circolo con il Presidente della Camera di Commercio

Come commissario straordinariodell’Autorità Portuale di Livorno

Massimo Provinciali: sarà ancora lui a guidare la macchina amministrativa dell’AutoritàPortuale di Livorno. E lo farà almeno fino a che non verrà nominato il nuovo presidentedell’APL, o, comunque, per non più di sette mesi a partire dal prossimo 23 novembre.

Nel giorno della prima apparizione in Comitato Portuale delcomandante del porto di Livorno, Vincenzo di Marco, è sta-to difatti prorogato, su proposta del commissario straordi-nario dell’Ente, Giuliano Gallanti, e su input del Ministerodelle Infrastrutture e dei Trasporti, l’incarico dell’attuale se-gretario generale, legando sostanzialmente il rinnovo dellacarica alla scadenza del mandato del numero uno dello scalolabronico: questo per consentire al futuro presidente di farele proprie scelte liberamente, senza alcun tipo di vincolo.Il Parlamentino di Palazzo Rosciano (con l’assenza non pre-annunciata del Comune di Livorno) ha dato il via libera al-l’unanimità alla proroga dell’incarico, confermando l’apprez-zamento per quanto fatto sino ad oggi da Provinciali. Che,

per assicurare continuità al funzionamento tecnico-amministrativo dell’Ente, rimarrà incarica anche per i trenta giorni successivi alla scadenza di Gallanti, ovvero sino al 17giugno 2016.«Ringrazio il comitato portuale e il commissario Gallanti per la fiducia – ha commentatoil numero due della Port Authority –: quattro anni fa ho promesso che avrei dedicato aquesta attività il massimo impegno quotidiano. Garantisco lo stesso impegno per iprossimi sette mesi. La portualità vive una stagione di scarsa stabilità: speriamo che lariforma promessa dal Governo arrivi presto: occorre un quadro giuridico certo».

presenza che ha dimostrato, invece, di esse-re un traino allo sviluppo economico dei ter-ritori.Proprio per evitare "guai maggiori" abbia-mo avviato l'accorpamento di Grosseto conLivorno per evitarre, anche, connubi inna-turali imposti dall'alto.Ed infine non è stato ignorato quello che, perl'economia cittadina, rappresenta il sistemaportuale livornese che, dopo anni di ingiusti-ficati ritardi, ha iniziato un programma di rilan-cio che trova nel Piano Regolatore Portualeun punto di rilancio di grande valenza per ilfuturo dell'economia livornese.

Provinciali in carica fino a metà 2016Confermato per altri sette mesi il segretario generale dell’APL

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e-mail: [email protected] Rosignano

Ognuno nella vita può avere un chiodofisso: Sandra Bonsanti - già direttore de IlTirreno nei primi anni 90' - poi con incari-chi vari nell'Editrice L'Espresso - il suochiodo si chiama Andreotti - contro il qua-le sta conducendo una battaglia persona-le iniziata proprio durante il periodo nelquale il leader democristiano fu sottopo-sto ad una serie di processi per collusionicon la mafia ed addirittura accusato di es-sere il mandante dell'omicidio del giornali-sta Pecorelli.Tutte queste accuse si sono rivelate futilie false, come è stato confermato dalle sen-tenze dei tribunali, ma la nostra Sandra,

(e.d.s.) - La notizia apparsa sulla stampalocale secondo cui sembra si stia seria-mente concretizzando il progetto per larealizzazione di un ascensore nella splen-dida baia del Quercetano, all'altezza deibagni Italia ci riempe di vivo piacere an-che perchè l'argomento fu motivo, in gio-ventù, di "un doloroso niet" .Lo scrivente, come molti rosignanesi ecastiglioncellesi ricordano, specialmen-te quelli in età più avanzata, è stato, da-gli sessanta fino al 1975, consigliere co-munale e, per molto tempo anche capo-gruppo della D.C.Proprio a ridosso dell'inizio anni '70 fre-quentavo, insieme a mia moglie ed alledue figlie (Francesca, la più grande edElisa) i bagni Nettuno collocati su quel-lo che resta uno dei più affascinanti trat-ti di mare della nostra provincia e nonsolo.Ebbene era faticosissima, nelle ore piùcalde, l'ascesa delle scalette lunghe e tor-tuose, ed era obbligatorio" il riposino"su una piccola piattaforma dove sulmuro era dipinta una riproduzione diTopolino.Accogliendo le richieste di molti villeg-gianti, presentai una interrogazione inConsiglio Comunale chiedendo che laGiunta esaminasse, con serietà, l'oppor-tunità di dotare quella meravigliosa in-senatura di un ascensore che avrebbesoddisfatto, indipendentemente dallacollocazione, tutti i villeggianti frequen-tatori dei quattro bagni Nettuno, Roma,Italia ed Aurora che insistono su queltratto di costa.La risposta del Sindaco e dell'assessoreal ramo fu negativa. Furono addotte di-verse "motivazioni o scuse": quella pre-valente, la disarmonia che avrebbe pro-vocato sull'impatto ambientale una strut-tura del genere oltre alle difficoltà che,sicuramente, sarebbero emerse, da partedella Sovraintendenza alle Belle Arti.Insomma il mio tentativo si risolse in uncompleto fallimento e gli amici dei bagniNettuno, tra cui molti fiorentini, conscianche delle mie straripanti simpatie ju-ventine, mi dissero che non contavo"niente": l'espressione, per la verità, fumolto più colorita.Adesso, dopo tanti anni, sembra che gra-zie alla personale disponibilità del titola-

re della gestione dei bagni Italia e aduna "apertura" dell'AmministrazioneComunale ed addirittura della Sovrain-tendenza l'opera possa venire realizza-ta.Purtroppo la disponibilità, stando alle no-tizie apparse sulla stampa locale, sarà cir-coscritta solo agli utenti dei bagni Italia.Ci auguriamo che invece possa essereconsentito a tutti gli utenti l'utilizzo diquesta moderna struttura.

imperterrita, continua nelle sue disinvoltedenunce nei confronti di Andreotti .Il libroinsiste anche sull'omicidio di Aldo Moro,oltre alle tragiche vicende che hanno carat-terizzato la storia del nostro paese durante iltragico periodo del terrorismo e quello, nonmeno, drammatico, dei delitti di mafia.Niente da eccepire sulle considerazioni chela Bonsanti ha voluto ribadire sul suo libro"Il gioco del grande potere" presentato aRosignano Solvay, nei giorni scorsi, nelcorso di un incontro organizzato dal Circo-lo Libertà e Giustizia, quello che invece ènecessario stigmatizzare a questa continua,insistente, ossessiva denuncia contro An-dreotti, considerato la causa principale ditutti i misfatti accaduti in quel periodo nelnostro paese.Fin da quell'epoca contestai su Il Tirrenole tesi a senso unico ed oltranziste soste-nute dall'allora direttore del periodico li-vornese, attraverso un'ampia documenta-zione che ho fedelmente riportato anchesul mio libro, intitolato "la mia D.C, spez-zoni di vita politica ed i rapporti con ilSen:Andreotti ", presentato quest'anno invarie località delle provincia di Livorno edanche nella sala conferenze del ConsiglioRegionale.Ma la nostra Sandra non demorde e conti-nua questa sua infinita, battaglia nei con-fronti di un politico che, di fronte alla me-diocrità della classe dirigente attuale, hadato ampio lustro e prestigio al nostro pa-ese. (e.d.s.)

L'imperviascalinata

Per la discesa a mare al Quercetano

Sandra Bonsanticontro Andreotti

UNA BATTAGLIA CONTINUA

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 17Montecatini Val di Cecina

Tra le frazioni del Comune di MontecatiniVal di Cecina, La Sassa (o Sassa) rappre-senta quella ubicata più a Sud nel territo-rio comunale.La Sassa è posizionata su una collina cheguarda il versante del Fiume Sterza, postaa 390 metri di altezza sul livello del mare.Proseguendo dal Paese si arriva fino al“Poggio al Pruno”, che rappresenta ilmonte più alto del Comune di Montecati-ni con i suoi 619 metri di altezza e dal qua-le si gode di un panorama unico sulla co-sta tirrenica. Dal “Poggio al Pruno”, inpochi minuti a piedi scendendo dal ver-sante lato mare, si arriva a Bolgheri e aicipressi del Carducci.La Sassa è un paese molto antico, le primenotizie su questo insediamento risalgonoal 1.128. Per molti anni si era pensato cheaddirittura risalisse al 1.008, ma poi è sta-to accertato che molto probabilmente la“data di nascita” di Sassa può essere fis-sata al 1.128.Come si è detto, La Sassa ricade nel terri-torio del Comune di Montecatini Val diCecina, ma dal 1487 ha costituito Comuneautonomo, fino alle riforme Leopoldineche, nel 1.776 lo hanno accorpato al Co-mune di Montecatini Val di Cecina.Il Comune di Sassa era dotato anche diuno Statuto che regolava la vita della co-munità sassetana. Interessante è la pub-blicazione che ha curato il Liceo “G. Car-ducci” di Volterra “Statuto del ComuneRurale della Sassa”, che contiene la tra-duzione e foto del documento originale.Il borgo di Sassa è suddiviso in due parti,il Centro Storico, sul lato Nord e sulla zona

più altra del paese, e la parte a Sud, dicostruzione più recente.Nel Centro Storico spiccano essenzial-mente tre immobili: la Chiesa del Redento-re, la Chiesa parrocchiale di San Martinoe la Torre medicea.Purtroppo La Sassa è attualmente pocoabitata, basti pensare che nel Paese abita-no circa 70 persone, che aumentano sol-tanto nel periodo estivo e per le vacanzenatalizie, quando ex sassetani o chi maga-ri ci ha acquistato una casa, vengono pertrascorrere alcuni giorni in un postosenz’altro tranquillo e dalla caratteristichenon comuni.La Sassa è conosciuta anche per uno sto-rico ristorante aperto nel 1969 e tutt’ora inattività ed anche per la sua tradizionaleFesta Paesana che si tiene ogni anno a

Ferragosto, in località “Poggetto”, a menodi un chilometro dal Paese, in una zonadove è possibile godere di un panoramamozzafiato sulla vallata del fiume Sterza,ed è possibile ammirare le colline metalli-fere, il volterrano e un paesaggio che siperde a vista d’occhio.Si può dire che La Sassa ha una sua parti-colare caratteristica, che è rappresentatadal fatto che ha una sua piccolissima “fra-zione”, la Gabella, che è un agglomeratodi poche case con uno storico bar alimen-tari, posto sulla Strada Provinciale, a 6chilometri da Sassa, è che è conosciutosoprattutto per la tradizionale “Festa del-la Protezione Civile” che ormai vi si svol-ge da oltre 30 anni.Il Paese di Sassa si raggiunge attraversola Strada Provinciale dei 4 Comuni che daCasino di Terra porta a Canneto, e, da LaGabella, si percorre la strada comunale per6 chilometri, dove le curve la fanno dapadrone.E’ quindi un borgo da visitare, ricco distoria, di tradizioni, di bellezze naturali edove il tempo sembra si sia fermato.

Il tranquillo borgo di SassaNel Comune di Montecatini Val di Cecina

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Era il 1858 quando monsignor Gavi posela prima pietra della grande Cappella chene porta il nome ed è situata nel trattoiniziale della piazza dei Cappuccini, sullato sinistro per chi guarda la chiesa dellaSS. Trinità. Fu il parroco TommasoVannucci da Pistoia a inoltrare al Go-verno la domanda per ottenere il per-messo di costruzione del fabbricato cheservì per l’espletamento di numeroseattività religiose e fu richiesto anchecome seggio elettorale in occasione divotazioni politiche e amministrative.Funzionò pure da parrocchiale quandola chiesa della SS. Trinità fu tempora-neamente inagibile per lavori di restau-ro a seguito degli eventi bellici (dal giu-gno 1943 al 24 agosto 1957). Un mo-mento celebrativo rimasto nel ricordodella Parrocchia risale al 19 ottobre1930, quando la salma di mons. Gavi ,riesumata, rimase un’intera notte nellaCappella prima di ripartire per la Catte-drale.Poi, nel tempo, altre novità e necessità.Nei primi anni Sessanta l’edificio vienetrasformato in un grande Teatro-Cine-ma parrocchiale con 350 posti a sede-re, corredato di palcoscenico, riscalda-mento e macchina di proiezione.Tutto bene fino alla recente chiusura nel2008, quando un pezzo del soffitto vie-ne trovato per terra. Che fare? Si stu-diano nuovi progetti e preventivi di spe-sa sotto la supervisione della Belle Arti.I lavori , fatti i conti, incominciano nelfebbraio del 2015. La spesa di 233.000euro viene coperta grazie a diversi con-tributi : in particolare quelli provenientidall’ 8x1000 (euro 87.500), dai rispar-mi del Circolo Pio X° messi da parteper lo scopo (euro 50.000), dalla sotto-scrizione parrocchiale (euro 40.000) edalla raccolta domenicale (euro 40.000).Padre Mario ne ha parlato a suo tempodal pulpito, invitando i parrocchiani allagenerosità. Che non viene disattesa.Perché quella Cappella ingabbiata recla-ma l’attenzione di tutti. I lavori sonomirati e puntigliosi. Ora che il tetto è PISA - MONTECATINI VAL DI CECINA - Loc. LA BACCHETTONA

Il 'Cappellone' di Piazza Gavidi Marisa Speranza finito se ne possono ammi-

rare gli esiti entrando nellacappella ancora in “desha-billé”. A chi alza gli occhiappare in tutta la sua esten-sione la bella copertura inlegno (tetto a capriate) resaprima invisibile dal sottotet-to. Le travi, rimesse a nuo-vo, sono state anche igni-fugate. L’effetto ottico ègià grandioso. Anche semancano ancora le finestre,in ripulitura con i bei vetripolicromi d’epoca. Da met-tere ora in conto, imbian-catura e impianto elettrico,che richiederanno un sup-plemento di generosità col-lettiva. Intanto, tolte le im-palcature, la facciata dellaCappella, ridipinta con unintenso color ocra, fa bellamostra di sé come nellefoto d’epoca. E’ un pezzodi storia a cui Borgo Cap-puccini non poteva rinun-ciare. E l’ostinazione deifrati l’ha avuta vinta. Quan-do il teatro riaprirà, saràuna festa per tutti. Questacittà, che di teatri ne ha avutie persi tanti, ha saputo conservarne al-meno uno. E come recita la lapide ripu-lita posta sulla facciata della Cappella,ancora una volta il miracolo si è ripetu-

to “publicis collatis muneribus” (con ilconcorso di tutti). Il Cappellone di Piaz-za Gavi è tornato così ad essere prota-gonista.

Tornato ad essere protagonista dopo la recente ristrutturazione

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Omaggio a Giuseppe Fabio DonatiLa parrocchia di Tripalle ha ricordato il grande maestro di musica a 30 anni dalla sua scomparsa

di Laura Benvenuti

A trenta anni dalla morte del maestro di bandaGiuseppe Fabio Donati (nel riquadro in unafoto giovanile), la parrocchia di Tripalle con ilpatrocinio del Comune di Crespina Lorenzanagli ha reso omaggio mediante l’edizione di unlibro e due solenni manifestazioni nella chiesaparrocchiale.L’iniziativa è stata di Don Armando Zappoli-ni, parroco di Tripalle dal 1983 al 2011, diLaura Coltelli, pianista già allieva del Mae-stro, di Maurizio Camarlinghi, autore del libroe di Antonio Conforti, pronipote de Maestroper la ricerca documentale.Trovare notizie e testimonianze di vita del Ma-estro Donati non è stato facile: archivi di-strutti, pochi personaggi ancora in vita per ren-dere dichiarazioni e molti si dice... si raccon-ta... Il maestro è nato a Tripalle il 23-1-1888 edeceduto a Livorno il 5-1-1985. A venti anni èpartito militare arruolato nel 64° ReggimentoFanteria, ha combattuto nella guerra Italo Tur-ca e nella guerra del 1915/1918. Ha ottenutoper i meriti di guerra l’onorificenza di Cavalie-re di Vittorio Veneto. Tra una licenza militaree un’altra ha seguito da esterno tutti gli studinel conservatorio Pacini di Lucca dimostrandotendenze musicali spiccatissime. Nel Marzo1913 ha superato brillantemente gli esami dimaestro di banda alla Regia Accademia Filar-monica di Bologna con l’iscrizione all’AlboProfessionale.A Genova presso il Teatro Modena ed il Tea-tro dell’Alchivolto ha iniziato la sua attivitàcon spettacoli di varietà e rappresentazionimusicali stile operetta. In questo periodo tie-ne ottimi rapporti con parolieri, scrittori, po-eti, giornalisti quali Angelo Luigi Fiorita, Nan-do Vitali, maestri di musica come Nicola Ricci,Cesare Ferrari, Nino Altavilla, Nino Curti.Compone intermezzi per orchestre, fantasie,barcarole, marce, valzer, fox trot, one step slow-fox, czarda per vistuosi di violino e Cuba permandolino.Numerosi editori stampano la sua musica, al-cuni spartiti raggiungono anche le 5000 copie.E’ un precursore di alcuni generi musicali inItalia. Il suo brano “Kokil Trot” edito da Man-ni di Firenze, è uno dei primi fox-trot compo-sti in Italia ed è conservato nella BibliotecaComunale di Milano. “Lamento di un’anima”edito da G.P. Mignani di Firenze, è un valzer(hesitation), più lento del valzer lento, perpermettere ai ballerini coreografie artistiche.Le sue numerose composizioni come Fanta-sticando; In Arabia; Ah! Toledo, Bimbo Divi-no; Preghiera, Ma perché, Brighella, I Cadettidi Guascogna, Fantasia Africana, Yo has per-dido la cabeza, Momento musicale, ed altreopere sono sparse un po’ ovunque. Gli sparti-

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ti “Siviglia” e “LaMarcia su Roma”sono custoditinella Reale Bi-blioteca di Ma-drid.A Tripalle, in tar-da età, ha iniziatol’attività di inse-gnate di musicaimpartendo lezio-ni di piano e dialtri strumenti.Non abbandonala sua vena di bril-lante composito-re scrivendo canzoni per le feste paesane e de-dicandosi a composizioni di carattere religioso.Domenica 8 Novembre è stato presentato il li-bro GIUSEPPE FABIO DONATI con il salutodel Vice Sindaco del Comune di Crespina Lo-renzana, di Padre Lorenzo D’Mello, parrocodella parrocchia di Tripalle, Crespina e Cenaia,Ha introdotto la cerimonia don Armando Zap-polini e sono intervenuti Maurizio Camarlinghiper la composizione e testo del libro, AntonioConforti per le ricerche sul servizio militare, glistudi e l’attività di compositore; con intervallimusicali di Laura Coltelli, Sandra Bertelli e Da-nilo Lulleri.Domenica 14 Novembre è stato programmatoun concerto corale e strumentale con moltissi-mi brani del Maestro, organizzato da Laura Col-telli la quale ha anche presentato la manifesta-zione. Si sono esibiti i cori: di Tripalle e Cre-

spina con due “Ave Maria”, “O Redentore”“La strana canzone” di Donati, diretto da LauraColtelli; il coro Giovanile, di Cenaia “Guarda-ti” “Resto Con te” “E’ venuta l’ora” di GenVerde, diretto da Arianna Chiavaccini; il coroOltre ogni confine di Perignano con “Invo-chiamo la tua presenza” di A. Napolitano e D.Bruno, “Meraviglioso sei” di K: Kuehn e Clark,C. Byers, diretto da Carlo Rossi, il coro Poli-fonico delle Colline Pisane con “La rosa d’in-verno” di A. McBroom, Padre Nostro” dal-l’aria sulla quarta corda di J.S: Bach, “O mioSignore ascolta” di L. Pietropoli “Invocazio-ne alla Madonna di Montenero” di Mascagnidiretto, da Benedetto Deri. Il fisarmonicistaDanilo Lulleri ha suonato “Donatella”, mazur-ca di Donati e “Piccola Musica notturna” diW.A. Mozart e “Va Pensiero” di G. Verdi.Giulio Fagiolini alla tastiera con “Drifter” diP.Watson e “To Build a Home di CinematicOrchestra; infine i canti finali eseguiti da tuttii cori presenti con “Vexilla” e “Al BimboDivino”di Donati.Si sono alternati all’organo F. Beccani, C.Carloni,A. Nannetti, R. Donati. Alla chitar-ra si sono esibiti A. Brogi, M. Salvini, F.Rosellini mentre al flauto abbiamo visto F.Gini.Sono state rilasciate pergamene ricordo e ser-vito un rinfresco a cura del Comune e delledonne di Tripalle. E’ stato un grande successoper la qualità del repertorio e l’abile interpre-tazione e per il pubblico, che ha gremito lachiesa sostando anche in piedi. Una manife-stazione che ricorderemo a lungo.

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Livorno, con Massimo Tortora,ai vertici della 'Sommellerie'

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Il vino, parte della nostra cultura e tradizio-ne, è un prodotto di eccellenza dell’Italia. Isommeliers sono le figure professionalideputate alla valorizzazione, promozio-ne e soprattutto diffusione del buon beree buon mangiare.Il sommelier non è la simpatica figura rap-presentata da Albanese che si limita a gi-rare all’infinito il vino in un bicchiere edire che è bianco o rosso e buono, è unvero professionista che, al termine di unpercorso di studio articolato (per l’Asso-ciazione Italiana Sommeliers tre corsi dilivello crescente) e di un esame comples-so, riesce a raggiungere il primo ricono-scimento quello appunto di sommelier.Al termine di questo ciclo di studi si co-noscono le basi sulle quali poter fare unragionamento sul vino, le pratiche eno-logiche, i vitigni, le specificità dei terre-ni, i tipi di clima, tutti elementi che nedeterminano la qualità. Si conoscono leprocedure di lavorazione e affinamentoin cantina, i vini prodotti in Italia e nelmondo e le loro caratteristiche. Per finirecon i metodi di abbinamento enogastro-nomico, perché vi sia sempre una perfet-ta armonia tra ciò che si mangia e il vinoche lo accompagna.Il bravo sommelier deve avere classe estile, una mente ordinata e aperta all’ap-profondimento e alle nuove conoscenze,deve conoscere i metodi di produzionedei vari vini, sapere gestire la cantina,sapersi comportare con affabilità nel ser-vizio e saper suggerire i giusti abbina-menti con il cibo. Per poter far ciò occor-re conoscere anche le caratteristiche deipiatti elaborati e le componenti degli stes-si siano essi carne, pesce, vegetali, pa-sta, riso, salumi, formaggi e quant’altro.Tutto questo rientra nel bagaglio delleconoscenze di base di un sommelier.Noi viviamo in una regione particolar-mente vocata per il vino e ancor più inuna zona che produce vini eccellenti alivello mondiale. Oggi possiamo dire chei sommeliers toscani e livornesi non sonoda meno. Miglior Sommelier d’Italia 2015AIS (Associazione Italiana Sommelier) èun giovane di Firenze, Andrea Galanti,secondo assoluto è un altro giovane,Massimo Tortora di Livorno.Massimo, titolare dell’enoteca “La Can-

tina di Massimo”, è giunto all’importan-te risultato dopo una serie di altre presti-giose affermazioni che danno una ideadell’impegno e dello studio necessarioper una approfondita conoscenza deivini: primo classificato Master Nebbio-

lo, Master Vermentino eMaster Lambrusco 2015,secondo classificato Ma-ster Soave, miglior Som-melier Toscana 2015 e in-fine secondo podio alconcorso nazionale AIS.Il risultato raggiunto è an-che la dimostrazione diuna motivazione, di unimpegno e di una vogliadi competere che sono labase di chi vuole affron-tare un mestiere con unaprofessionalità che sipuò tradurre in opportu-nità di lavoro e crescita.

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La primavera della Livorno delle Nazioni

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Giovanni Pascoli ci offre lo spunto di par-tenza per una riflessione profonda suivalori storico-culturali di Livorno. Nellasezione dedicata agli “alberi e fiori” dellasua ben nota raccolta di componimenti li-rici intitolata Myricae (traendo l’idea perl’originale titolo da un verso della IV Bu-colica di Virgilio che recita «Non omnesarbusta iuvant humilesque Myricae»,cioè “Non a tutti piacciono gli arbusti e leumili tamerici”), Pascoli inserisce il cantoX che riporta come titolo Il pesco e comesottotitolo ad effige di dedica A AdolfoCipriani.1 Il pesco presenta in aperturaun elemento già di per sé straordinarioall’interno delle Myricae pascoliane: ilpoeta non nomina quasi mai direttamenteuna città, mentre, in questo caso, già ilprimo verso recita «penso a Livorno».Pascoli, d’altronde, conosceva bene Li-vorno, ove egli ha abitato e, dal 1887 al1895, ha insegnato presso il Ginnasio-Li-ceo “Niccolini e Guerrazzi”, nel cui archi-vio si trovano ancora lettere e appuntiscritti di suo pugno.Al lettore della bella lirica, potrebbe sor-gere il desiderio di capire donde derivi taleispirazione; oppure quale sia l’oggetto ditensione lirica che ispira al poeta questadelicatissima lirica. Deve trattarsi, a tuttigli effetti, dell’antico cimitero greco orto-dosso un tempo sito di fronte al Cisterno-ne a Livorno, sul terreno dove oggi sorgeun palazzo di dubbio gusto architettoni-co che ne ha completamente cancellato letracce monumentali.2

La poesia del Pascoli lascia permeare, nellasua delicata bellezza, quella decadenzadelle strutture monumentali e del patrimo-nio culturale che ben conosciamo cometipici contrassegni della nostra città. Giàa fine ‘800 il cimitero era dismesso ed in

di Lorenzo Taccini

decadenza.3 Un vecchio cimitero di vec-chi morti; ove a dormir con essi niunopiù scende; sempre chiuso: così lo descri-ve Pascoli. Il cimitero è vecchio perchéoramai dismesso ed in decadenza; persi-no i morti sono vecchi, perché già da tem-po più nessuno vi si seppelliva (a dormircon essi niuno più scende). La sacralità ela spiritualità del luogo sono state spentee soffocate dall’incuria e dalla serrata chiu-sura del cancello dai logori cardini (di làdell’erto muro e delle porte ch’hannoobliato i cardini, si crede morta la Mor-te, anch’essa). Persino la Morte è “mor-ta”: è venuto a mancare finanche il rispet-to della morte, del rituale funerario. A con-trasto con la cupa sorte del cimitero, però,Pascoli mette un dono sacro della natura:un ramo di pesco che egli scorge in ungiorno di Aprile fare capolino dalle tetremura cimiteriali (in un bel dì d’Aprile, so-pra quel nero vidi, roseo, fresco,vivo, dalmuro sporgere un sottile ramo di pesco).Il rosa dei primi fiori rende una notazionecromatica di contrasto con il nero dell’am-biente dismesso: metafora coloristica del-la nuova vita che risorge persino dallamorte e dalle situazioni d’oblio. Un auspi-cio per il futuro? Uno sprone a riaprirequel cimitero da troppo tempo chiuso? Unaugurio di rifioritura culturale e civile nel-la ex Città delle Nazioni?Eppure nei primi anni del ‘900 il cimiteroverrà definitivamente smantellato e l’area

sarà occupata, dapprima da una villettain tardo Stile Liberty ed in seguito ai bom-bardamenti della seconda guerra mondia-le, da un grande palazzo progettato daLando Bartoli, originariamente alleggeri-to da numerose finestre di vetro e sedeun tempo di uffici, attualmente trasforma-to in un maxicondominio.

(Endnotes)1Il testo della lirica (riportato in cornice) èestratto da: Giovanni Pascoli, “Myricae”,a cura di P. V. Mengaldo, BUR, Torino1981.

A guida e fonte di spunti per l’analisi se-guente sono state utilizzate le opere di G.Panessa, M. T. Lazzarini, “La Livornodelle Nazioni. I luoghi della memoria”,Livorno 2006 e di G. Piombanti, “Guidastorica ed artistica della città e dei din-torni di Livorno”, Livorno 1903

Probabilmente il cimitero non era già inuso da più di un secolo, come lascerebbeintendere la cancellata serrata della raffi-gurazione del XVIII secolo (figura 1). Alposto della dismessa area sepolcrale, inseguito al decreto che forzava la costru-zione dei nuovi cimiteri al di fuori dellemura doganali, fu costruito nel 1840 il ci-mitero greco ortodosso di Via Mastacchi,affiancato da quello della Congregazioneolandese-alemanna.

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Venerdì 11dicembre, ore 20.30Domenica 13 dicembre, ore 16.30ZANETTO e CAVALLERIA RUSTICANAMusica di Pietro Mascagnidirettore Valerio Galli - regia AlessioPizzech. Orchestra Giovanile Istituto Mu-sicale “P. Mascagni” - Ripresa dell’edizio-ne 2011 a cura della Fondazione TeatroGoldoni Livorno

Mercoledì 16e giovedì 17 dicembre, ore 21Teatro del CarrettoILIADE da Omeroadattamento e regia Maria Grazia Cipria-ni, scene e costumi Graziano Gregori

Venerdì 18 dicembre, ore 21LIVORNO GOSPEL FESTIVALXII Edizione - Ideazione ed organizzazio-ne Associazione Jubilation Gospel ChoirLivorno, in collaborazione con ToscanaGospel Festival - Ospite internazionale TheCharleston Mass Choir (USA)direzione artistica Luca Del Tongo

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DIRETTORE RESPONSABILE:Enrico Dello Sbarba

Giornale chiuso in tipografia il 3/12/2015

Hanno collaborato a questo numero:Giuseppe Accorinti, Paolo Arzilli,Laura Benvenuti, Massimo Cappel-li, Sandro Cerri, Nicola Graziani, LucaLischi, Mario Lorenzini, Angela Si-mini, Marisa Speranza, Franco Spu-gnesi, Lorenzo Taccini.

COMITATO DI REDAZIONE:Massimo Cappelli,

Laura Conforti Benvenuti,Sergio Cini, Valeria Grillo,

Luca Lischi,Mario Lorenzini, Marisa Speranza,

Franco Spugnesi.

STAMPA: Editrice «Il Quadrifoglio»,Via Pisacane 7, tel. 0586/814033 - Livorno

Periodico mensiledel Circolo Culturale

Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 2/3/2005

Domenica 20 dicembre, ore 21ROMEO E GIULIETTAcoreografie di Davide Bombanamusica di Sergej Prokof’evproduzione Junior Balletto di Toscana

Lunedì 21 dicembre, ore 21Menicagli Pianoforti - LEG presentanoARTURO BRACHETTIin “Brachetti che sorpresa!”Un varietà magico di e con Arturo Bra-chettie con Luca Bono, Luca&Tino, Fran-cesco Scimemi, Kevin Michael Moore.Regia Davide Calabrese - Musiche origi-nali Fabio Valdemarin. Una produzioneArte Brachetti srl

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