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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi Villa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003 Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS) contiene I. R. «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Chiesaviva ANNO XXXVI - N° 380 FEBBRAIO 2006 Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia. Abbonamento annuo: ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5 (inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità ... ma anche satana (il serpente) fa la storia!.. ... ma anche satana (il serpente) fa la storia!..

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Page 1: Chiesa viva 380 F mensile.pdf“Porta di bronzo” della Basilica di San Pietro, e in particolare in una for-mella della “Porta del be-ne e del male”, la figura raffigurante Paolo

MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi VillaDirezione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 12125123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS)contiene I. R.

«LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32)

ChiesavivaANNO XXXVI - N° 380FEBBRAIO 2006

Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia.Abbonamento annuo:ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5(inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postaleLe richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituitiOgni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità

...... mmaa aanncchhee ssaattaannaa ((iill sseerrppeennttee))

ffaa llaa ssttoorriiaa!!....

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la supina acquiescenza alla volontà dei più forti, deiprepotenti detentori del potere e della ricchezza.Fra le battaglie di don Villa ce n’è stata una in cuiha duramente lottato per dimostrare la reale natura egli aspetti negativi della personalità di Paolo VI, al se-colo Giambattista Montini, come uomo cattolico.Lotta resa più dura dal fatto di essere il Montini natoe vissuto nella provincia di Brescia e dunque sostenu-to dai bresciani con forte impegno, anche per ragionidi “campanile”. Don Luigi, per sostenere la propriabattaglia, ha scritto e pubblicato un’opera impo-nente, importantissima, denominata “Trilologiamontiniana”, costituita da tre volumi dai titoli signi-

C hi è Don Luigi Villa? È un sacerdote, dotto-re in teologia, che ho avuto il piacere di co-noscere di recente. È stato un piacere per-

ché considero persone particolari, e meritevoli digrande rispetto, coloro che, per sostenere le buonecause e per il trionfo dei princìpi, delle regole e delleidee che costituiscono il filo conduttore della loro vitae del loro cammino, sono pronti alla lotta e alle rinun-ce. Lottare contro l’ostracismo, la discriminazione,l’emarginazione e la ghettizzazione da parte di coloroper i quali rappresentano degli scomodi importuni, deifastidiosi ostacoli alle loro prevaricazioni. Rinunciarealla vita comoda e a tutti i vantaggi che derivano dal-

DON LUIGI VILLAIL VITTORIOSO

“AVVOCATO DEL DIAVOLO”

Avv. Salvatore MaccaPresidente emerito della Corte d’Appello di BresciaPresidente on. Aggiunto della Corte di Cassazione

Cavaliere di Gran Croce

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ficativi, e cioè “Paolo VI… beato?”, “Paolo VI: pro-cesso a un Papa”, e “La ‘Nuova Chiesa’ di PaoloVI” (Editrice Civiltà, Brescia, Via Galileo Galilei 121).L’autore ha portato avanti la sua lotta con argomen-tazioni e documenti di valore ineccepibile. Perbloccare e impedire la beatificazione si è avvalso an-che della regola, voluta dalla stessa Chiesa, o meglio,dalla Congregazione per la causa dei Santi, secondocui, nel soggetto proposto per la beatificazione, si de-vono riconoscere i segnisoprannaturali dell’appro-vazione divina, cercando diveder chiaro sulla “reputa-zione della santità dellavita” per poi studiarne “laeroicità delle virtù”. Peral-tro, il diritto di cercare no-tizie e di fornire informa-zioni, è riconosciuto achiunque, e non soltanto asoggetti qualificati, quale ècertamente un sacerdote. Per la verità, anch’io, qual-che anno fa, ho avuto perle mani un libro, di cui èautore Franco Bellegran-di, Cameriere di Spada eCappa di Sua Santità, daltitolo “Nichitaroncalli”, fi-nito di stampare nell’agostodel 1994 (Edizioni interna-zionali di letteratura escienze, EILES di Roma,Tipografica edizioni grafi-che Manfredi, s.n.c., Via G.Mazzoni, 39 A, Roma), incui l’autore, molto informa-to dei fatti per la carica allo-ra rivestita, scrisse cosesconvolgenti sul Pontefi-ce in questione, cheproiettavano una luce scon-certante e sinistra sulla suapersonalità, e che, in man-canza di una qualsiasicontestazione dell’inte-ressato, si devono dareper ammesse. Si trattavadi comportamenti disonore-voli per qualunque personadotata di normale dignità eche, a maggior ragione, ri-ferendosi a un personaggiodi così alto livello, contra-stavano clamorosamentecon la reputazione della santità della vita, ed esclu-devano la dote della eroicità delle virtù. Per i fattiappresi dal libro, neanche un uomo comune si sareb-be potuto definire virtuoso, e men che meno eroica-

mente virtuoso. Allora, nel capitolo del libro scrittoda me per l’esame di un altro problema, non volli ripe-tere, né propalare, per una sorta di riservatezzaestrema, e per non infierire sul personaggio, i com-portamenti molto degradanti che avevo appresoleggendo l’opera di Bellegrandi.Tornando a Don Luigi Villa, nei tre volumi della “Tri-logia”, l’autore illustra tutto ciò che Paolo VI, violandole regole dell’ortodossia cattolica, fece contro quelli

che erano sempre stati iprincìpi vigenti, riconosciuti,applicati e rispettati dal cle-ro e dai fedeli osservanti.Soprattutto mise in eviden-za la sua attrazione “fa-tale” per la massoneria,corredando le affermazio-ni enunciate con docu-mentazione fotograficaassai convincente. Perfinola famiglia materna del Pa-pa, la famiglia Alghisi diVerolavecchia, non era im-mune dal culto dissacrantedella massoneria. Nel ci-mitero di tale cittadina, in-fatti, dove sono sepolti al-cuni membri della citatafamiglia, è dato rilevare,sui monumenti funebri, lasimbologia massonica.Quanto allo scrupolo eall’impegno di don Luigiper la sua battaglia, non sidimentichi che non glisfuggì un particolare im-portantissimo e moltograve. Egli, infatti, segnalòa chi di dovere, che sulla“Porta di bronzo” dellaBasilica di San Pietro, ein particolare in una for-mella della “Porta del be-ne e del male”, la figuraraffigurante Paolo VI, adifferenza di quelle riguar-danti gli altri Papi, era collo-cata di profilo. Ciò per loscopo evidente di con-sentire che venisse offertoalla vista del pubblico il dor-so della mano sinistra diPaolo VI su cui era scol-pita la “Stella a cinquepunte”, ossia il “Pentalfa

massonico”. Proprio per la segnalazione di DonVilla, dalla scultura fu cancellato il “Pentalfa”.All’opera di Don Luigi, diretta a evidenziare la au-tentica devozione del Montini per la massoneria, si è

Particolare della simbologia massonica che appare sul tomba-le della famiglia Alghisi (la famiglia materna di Paolo VI) nelcimitero di Verolavecchia (Brescia).

Paticolare della formella originale n° 12 delle “Porte di Bronzo”della Basilica di S. Pietro, raffigurante Paolo VI con la “Stella acinque punte” (il simbolo massonico “marchio della Bestia”)inciso sul dorso della Sua mano sinistra.

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affiancata anche quella di un ingegnere bresciano,Franco Adessa (Editrice Civiltà, Brescia, Via GalileoGalilei, 121), il quale ha pubblicato un libro, “APaolo VI, un monumento massonico”, in eleganteveste editoriale e corredato da numerose fotografie eda disegni tecnici appositamente studiati per meglioillustrare la pubblicazione. L’autore si occupa di unmonumento in bronzo, collocato sul Sacro Monte diVarese, dedicato a Paolo VI dallo scultore FlorianoBodini, che a suo tempo suscitò non poche polemi-che. Adessa, con dettagliata e minuziosa analisi delcomplesso dell’opera e dei suoi particolari, dimostra,traendone le dovute conclusioni, che il monumento,sebbene apparentemente dedicato al Papa Pao-lo VI, serve ad esaltare la massoneria e, con essa,il massone Paolo VI.Tutta la struttura dell’opera,compreso il basamento, è per-meata dalle immagini e dalsimbolismo massonico, com-presa una pecora a cinquezampe, mentre immagini esimbolismi cattolici sono quasiignorati e passano inosservati.E dunque, si finisce col notareed onorare, nel monumento,non un Papa che esalta iprincìpi, le regole, il rituale, leispirazioni della liturgia cattoli-ca, della quale dovrebbe esse-re il principe e il sostenitore,bensì quelli della massoneria,cioè di una sètta ben lontanada ciò che un Papa ha il dove-re di esaltare. Non si dimentichi, peraltro, chel’inaugurazione del monu-mento avvenne il 24 maggio1986, alla presenza dell’allo-ra ministro degli esteri GiulioAndreotti, e del segretario diStato del Vaticano, CardinaleAgostino Casaroli, che bene-disse l’opera. Ispiratore di que-sta era stato monsignor Pa-squale Macchi, segretario diPaolo VI e arciprete del Sa-cro Monte. Com’è noto, An-dreotti, Macchi e Casaroli ap-partenevano alla massoneria, come Adessa dimo-stra nel suo libro con ineccepibile documentazione.D’altronde, tornando alle regole relative alla reputa-zione della santità della vita, non posso non ricor-dare che il partigiano comunista e terrorista Leo-nardo Speziale, che nell’autunno del 1943 comin-ciò ad operare a Brescia e provincia, costruiva or-digni esplosivi con tubi metallici imbottiti di tritolo,costruiti in casa Montini a Concesio. Il primo fu fat-to esplodere la sera del 31 ottobre 1943, in via Spalti

S. Marco, al passaggio, in bicicletta, del direttore dellecarceri giudiziarie di Brescia, dott. Ciro Miraglia, unpadre di famiglia con 4 o 5 figli, e del suo accompa-gnatore, un giovane milite diciannovenne di Ghedi,Andrea Lanfredi, che vennero dilaniati dallo scoppio.Come risulta dalla biografia dello Speziale, non scrit-ta da lui perché analfabeta, ma, in base alle sue di-chiarazioni registrate, da certi Gianfranco Porta eMaurizio Magri, lo Speziale ebbe a dire che i Monti-ni di Concesio erano “tutti cattolici”, aggiungendopoi: “non conosco quali legami esistessero tra lo-ro e la famiglia di Paolo VI, ma sono certo che traloro esistessero legami di parentela”. Giambatti-sta Montini, nato il 26 settembre 1897, figlio di un av-vocato, all’epoca aveva 46 anni, e apparteneva a unafamiglia di antifascisti. Nonostante i riferimenti piutto-

sto generici e ambigui, non sisa bene se così voluti dalloSpeziale o dagli estensori dellesue narrazioni, sembra di poterritenere che la famiglia Monti-ni che l’ospitava nella pro-pria casa di Concesio, e cheera pienamente consapevoledel lavoro preparatorio di attidi terrorismo che egli compi-va in quella casa, e che, oltrea dargli alloggio, gli sommini-strava vitto e vestiario per sé eper i suoi compagni, fosse pro-prio quella del futuro Papa. Senon altro perché era una fami-glia dalle forti disponibilità eco-nomiche e finanziarie, in gradodi fornire, non solo danaro, maanche generi in natura, alimen-ti e vestiario, allora difficilmentereperibili a causa delle restri-zioni belliche.E dunque? Le conclusioni le la-scio a chi vorrà leggere i libri aiquali ho fatto richiamo e tenerconto delle mie personali no-zioni. Una cosa è certa, però.Che la beatificazione di Pao-lo VI, un Papa tutt’altro chebeatificabile, non andò inporto soprattutto per meritopressoché esclusivo di don

Luigi Villa, il vittorioso “Avvocato del diavolo”,funzione abolita - dicesi - da Papa Wojtyla, che servi-va a definire il ruolo di chi svolgeva il compito del pub-blico ministero nei processi di beatificazione. Senzadimenticare il lavoro dell’ingegnere Franco Adessavalidamente affiancato a quello di don Luigi.Sarei ora curioso di sapere se ci sia qualcuno chepossa essersi rammaricato, o che si rammarichi, perla mancata beatificazione di un personaggio comequello di cui mi sono occupato in queste note!

Particolare del monumento massonico a Paolo VI sulSacro Monte di Varese, raffigurante il Papa che indossaun monile quadrangolare: ingegnosa rappresentazio-ne dell’Ephod, che Caifa indossava quando con-dannò a morte Gesù Cristo!

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Q ueste mie osservazionie obiezioni su questoprocesso per una even-

tuale beatificazione-canonizzazio-ne del defunto Giovanni Paolo II,sono un dovere all’editto del cardi-nale Ruini, Vicario generale delPapa Benedetto XVI per la diocesidi Roma, in cui invita tutti i fedeli acomunicare al Vicario di Roma o achi designato ad hoc, ogni notizia,ogni elemento che fosse favorevo-le o contrario alla riputazione disantità del sopraddetto “servitoredi Dio”.Dunque, anche le mie osservazioniintellettuali, frutto di ricerche distudio diretto su questo tema, pos-sono essere permesse alla cono-scenza del popolo di Dio, anche secontrarie alla sua presunta riputazio-ne di santità.Convinto della verità dei miei argo-menti, già espressi in altri miei prece-denti scritti, e che nessuno ha maisaputo confutare e annullare, credodi poter riportare ancora, qui, una purbreve sintesi dei suoi insegnamentiche non legittimano, certo, una suacanonizzazione, dopo aver lasciato laChiesa in uno stato di crisi senza pre-cedenti. Lo stesso cardinale Ratzin-ger alla vigilia della morte, predican-do, al suo posto, la “Via crucis” alColosseo, lo disse, a voce alta: «Si-gnore, Signore, la sua Chiesa cisembra una barca che sta peraffondare, una barca che fa acquada tutte le parti!».Chissà quante volte anche PapaWojtyla avrà riflettuto su quello sfa-celo di Fede e di Morale in tutto il

personalmente Wojtyla, oltre che itesti biblici, il catechismo classico,la liturgia di sempre; cristiani disinistra che, in faccia al Pontefice,gridavano sempre: “viva il Papa”,ma che poi votarono l’aborto, ildivorzio, la scuola laica, il matri-monio gay; suore che vogliono ilsacerdozio; frati che vogliono ilmatrimonio, e via dicendo, ma ora,tutti in piazza S. Pietro, per il Papamorto. Tutti, sì, anche gli eretici edi pagani, mentre i veri cattolici, eti-chettati con disprezzo come “tra-dizionalisti” e “pre-conciliari”,non furono neppure invitati perchénon desiderati!Certo, Giovanni Paolo II è stato

un Papa che ha messo a dura provala nostra fede tradizionale, comequando, ad Assisi, lasciò mettere lastatua di Buddha sul Tabernacolocon dentro il Santissimo; comequando baciò il Corano; come quan-do partecipò alle libagioni in onoredegli antenati, fatte nelle forestedel Togo; come quando si fece se-gnare la sua fronte di Vicario diCristo con il segno di Shiva...Eppure, nella commemorazione fune-bre che si fece di Lui lo si disse “il di-fensore della Fede” (?) e che il suofu un magistero “fecondo” (!!). Si ve-de che la morte autorizza a mentire,e che un Papa deve esibire la suapersonalità, come ha sempre fatto Luiinvece di “confermare nella Fede” ifedeli di Cristo e della Chiesa cattoli-ca, invece di lavorare apostolicamen-te per il ritorno, o per l’entrata nell’ovi-le di Cristo di tutti quelli che sonousciti (come i Protestanti e gli Orto-

GIOVANNI PAOLO II... SANTO?

del sac. dott. Luigi Villa

mondo cattolico, e non si sia resoconto che con tutte quelle fantastichestrategie dei suoi viaggi si rendevacolpevole principale della noncuranzadel gregge che a Lui era stato affida-to da Gesù Cristo stesso!C’è proprio da domandarsi come maitutta quella massa di persone venutea Roma per il suo funerale, compostaanche dai potenti della terra, civili,militari, religiosi, ma che s’erano giàdimostrati capi di Stato atei, massoni,pagani, ebrei, ecc.. che avevano di-chiarato apertamente il loro disprezzoper l’insegnamento della Chiesa; per-secutori e sprezzanti di Gesù Cristo edella Sua Chiesa (come Zapatero, inSpagna, Fidel Castro, a Cuba, granmassacratore di cristiani, ecc.); teolo-gi che avevano disprezzato anche

Giovanni Paolo II.

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dossi), o che non sono ancora entra-ti. E così, Giovanni Paolo II seminònon poche perplessità, generò nonpoco indifferentismo e talora diedescandalo, tra i fedeli della Chiesa cat-tolica, assolvendo coloro che ne sonofuori.Per tutto questo, e altro, come si puòdire che Giovanni Paolo II fu un au-tentico “uomo di Dio”, quando, inve-ce, non fu né fedele amministratoredell’autentica dottrina di Cristo e deimisteri di Cristo? (Cfr. 2A Tim. 3, 17;1a Cor. 4, 1).Certo, fu incoerente fin dall’iniziodel suo pontificato, dopo aver ri-nunciato al “triregno”, pur cono-scendone il significato religioso e spi-rituale. In quell’occasione, poi, nellacerimonia della Messa, ignorò il“Canone Romano”, benché fosseprescritto per le cerimonie solenni, efece sparire il “plurale maiestatis”,benché dovuto durante l’ufficio, persostituirlo con l’io.– Denunciò, sì, l’attuale disastro ec-clesiale, ma elogiò, però, “in toto”,l’operato dei suoi predecessori (ben-ché lo stesso Giovanni XXIII si fossereso conto di aver perduto il controllodella “Assemblea conciliare”; ebenché persino Paolo VI si fosse det-to preoccupato per gli “effetti” disa-strosi del post Concilio!). E alloraperché non mise freno alla strumen-talizzazione avversiva dell’Assembleaconciliare?..– Dichiarò anche - ma genericamen-te! - che il Concilio deve essere inter-pretato alla luce della Tradizione, manon dissipò ambiguità, né la fece dis-sipare dalla “Commissione perl’esatta interpretazione del Vatica-no II”; e così l’auto-demolizione del-la Chiesa e il “fumo di Satana” con-tinuarono a inquinare il Tempio di Dio!– A Puebla, Giovanni Paolo II hasottolineato, sì, le aberrazioni della“teologia della liberazione”, ma poi,al ritorno da Puebla, il 21 febbraio1979, in pubblica udienza, davanti amil ioni di giovani, ha usato diquell’espressione “teologia della li-berazione” dicendo che non dove-va essere vanto solo dell’AmericaLatina, ma che era “universale” eche doveva essere ripreso il tema“liberazione” anche nell’insegna-mento della Chiesa, nella teologiae nella pastorale. Così, l’indegnoteologo francescano Boff ha potutoscrivere che poche correnti teologi-che, come la “teologia della libera-zione”, avevano ricevuto, in così po-co tempo, una legittimazione e persi-no un appoggio papale (cfr. “GrandeSinal”, maggio 1979).– Per l’uccisione di mons. Romero,arcivescovo di El Salvador, lo accre-ditò come un “martire della Fede”,

usavano “materia invalida” per l’Eu-carestia!.. Quanti sacrilegi!..– Ha tentato di opporsi anche Luialla “Comunione sulla mano”, mapoi, Lui stesso, in Germania, ha capi-tolato!– Ha richiamato sulla “confessioneauricolare”, dando persino Lui stes-so l’esempio (in un confessionale diS. Pietro), ma non è mai intervenu-to a richiamare al dovere tanti sa-cerdoti che permettono ai fedeli adaccostarsi alla Comunione senzaconfessarsi, anche se in peccatomortale!– Persino su la devozione marianaha lasciato continuare l’offusca-mento della dottrina mariana, inimmagini e lavoro blasfemi! (Cfr.“si si no no”, a. VI, n. 12, p. 14. “Lavia crucis”, in Brasile politico-prole-taria; e a. VII, n. 16, p. 5 ss: “Un cer-to Gesù - Una farsa sacrilega conimprimatur”). Diffusi dal clero col be-nestare della gerarchia. Ma anche ilPapa, nel 1980, ha assistito, senzareagire, a “L’interrogatorio a Ma-ria»”!..– Ha richiamato anche i “tribunaliecclesiastici” alla legge dell’indis-solubilità, ma senza intervenirecon forza sulla Gerarchia respon-sabile; tanto che il cardinale Feliceha dovuto denunciare, a più riprese, igravi scandali delle numerose “sen-tenze” dichiarative di nullità di ma-trimoniale, sì da essere detto “il di-vorzio ecclesiastico” in pratica”!– Per il “referendum” in cui i catto-lici italiani furono chiamati a sce-gliere tra un aborto e un mini-abor-to, Giovanni Paolo II ha taciuto. Perdi più, si è lasciato fotografare ac-canto all’on. Andreotti in atteggia-mento amichevole, nonostante cheAndreotti, in qualità di Capo di Sta-to avesse resa esecutiva, con la suafirma, la legge abortista in Italia.– Anche nelle nomine al cardinala-to si è mostrato di stampo moder-nista, facendo cardinale uno dei peg-giori vescovi francesi, mons. Etche-garay; il gesuita P. Carlo MariaMartini, un responsabile dell’auto-de-molizione dell’esegesi biblica; l’arci-vescovo di Parigi, mons. Lustiger,che si era sempre dichiarato “giu-deo” e che tale voleva sempre re-stare; e così anche in tante altre no-mine di vescovi modernisti, ovun-que... (cfr. “Si si no no” a. VI nn. 7-8: “Profanazioni”).– Confermò nei loro uffici i princi-pali guastatori post-conciliari, qua-li un cardinal Pironio, (ai Religiosi),un Poupard, un Jadot... Si è tenutovicino un Casaroli e un Silvestrini,nonostante evidenti demeriti!..– Pure per le Università cattoliche,dopo averne esaltato il primato della

6 “Chiesa Viva” *** Febbraio 2006

anche se era accertata la sua inge-renza politica, ispirata alla filo-marxi-sta “teologia della liberazione”.– Sembrò preoccuparsi dello sban-damento catechistico, allora in atto,ma poi non ha mai ordinato unapulizia di quei testi aberranti chefacevano capo al catechismo olande-se!..– Ha esaltato anche la Tradizione,ma poi ha lasciato che la Radio Va-ticana fosse al servizio del moder-

nismo e del progressismo; e lasciòche l’“Osservatore Romano” conti-nuasse un disservizio in un disa-stro dottrinale con tanto di precisinominativi; come pure lasciò che“La Civiltà Cattolica” continuassead essere diretta da uomini pro-gressisti e modernisti, per cui, que-sto procedere incoraggiò gli altri mez-zi di comunicazione sociale e caseeditrici cattoliche a propagare confu-sione, dubbi ed errori!– Anche sull’ecumenismo richiamòpiù volte alla lealtà del dialogo, mapoi lasciò che la Gerarchia e il cle-ro continuassero a predicare unecumenismo equivoco e dannoso.– Anche sull’Eucarestia denunciòabusi e profanazioni, anche in do-cumenti ufficiali (cfr. “Dominicae Ce-nae”, “Inaestimabile Donum”), la-sciando, poi, che i Dicasteri com-petenti non intervenissero a biso-gno. Quanti “Canoni, per esempio,in Francia!.. Quanti sacerdoti che

Giovanni Paolo II.

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tradizione, lasciò propagare unacancrena di eversione dottrinale emorale, come all’Università Latera-nense, “l’Università dei Papi!), do-ve lo stesso Paolo VI aveva dovutomandare per una “Visita Apostoli-ca” (vanificata, però, in periodo di“sede vacante”!) un Commissariostraordinario, mons. Pancrazio,contro ogni norma canonica, per cuigli “inquisiti” rimasero al loro po-sto, e l’eversione continuò più diprima!..– Lo stesso avvenne per i Semina-ri, dopo che Giovanni Paolo II disseche erano la pupilla dei suoi occhi el’indice della vitalità di una diocesi,ma che però non fece alcuna rina-scita, nonostante la nefasta gestionedei Seminari da parte del cardinaleGarrone!..– Si può dire che nulla fu la sua vi-gilanza sulla Chiesa. Le Conferen-ze Episcopali d’ogni Nazione, ben-ché fossero di tendenze errate epersino pericolose, pure il suo inter-vento correttivo fu sempre inefficace.Si vedano i testi del Sinodo Olande-se, del Sinodo Brasiliano, di quellidell’America Latina, le tendenzecentrifughe delle Chiese africane,l’americanismo negli USA e nel Ca-nada...– In genere, si pensi al cedimentosulla veste talare del clero, benchéappena eletto pontefice, aveva chie-sto il ritorno alla veste talare, ma poi,tutto come prima; anzi, l’obbligo del-la talare scomparve persino dalnuovo Codice di Diritto Canonico,e Lui si vide subito tra ecclesiasticitutti in borghese!..– E niente ha fatto per i fantasiosi“carismatici” che, anzi, ha accolti eincoraggiati, assieme al loro patrono,il card. Suenens, il guastatore dellaChiesa belga, l’animatore della “pil-lola cattolica”, l’aperto contestatoredella “Humanae vitae”...– Parve subito che non si rendessepienamente conto dei gravi inquina-menti dogmatici e morali della“Pro Civitate”, delle sfasate azionidi Assisi, delle associazioni teologi-che equivoche, e dei tanti sbandatifalsi teologi e vescovi che demolivanola fede, come Rahner, il gesuita te-desco che abbatteva e sradicava ifondamenti stessi della fede catto-lica, introducendo l’apriori immanenti-stico-ateo del pensiero moderno sullalinea Kant-Hegel-Heidegger (cfr. Illibro “Getsemani” del card. Giu-seppe Siri, Roma, 1980), non pren-dendo mai alcuna posizione d’auto-rità contro di lui!.. Lo stesso compor-tamento l’ebbe con Küng, l’eretico-apostata che rieccheggia Rahner,dicendo persino che Dio è “l’esseredi tutto ciò che è”!..

– E che dire della sua politica del“dialogo” e dell’amicizia con i regi-mi comunisti, tra cui la Cina rossa,che continua a perseguitare la Chie-sa, tenendosi vicino il card Casaroli,il maggior propagatore dell’Ostpolitike predecessore del card Sodano, nelcreare la “Linea” del “Partito delSegretario di Stato”, che si potreb-be chiamare la “nuova Chiesadell’Adattamento”?..E cosa dire di quel suo affeziona-mento a Mikhail Gorbacev, benchéavesse ripetutamente ammesso diessere ancora un leninista e le cuifondazioni, esentasse in tutto il mon-do, promuovono l’uso dell’abortoe della contraccezione indiscrimi-nati, per eliminare più di 4 miliardidi persone nel mondo, e che avevadifeso l’invasione dell’Afghanistan,quando era ancora il Capo del Parti-to Comunista Sovietico, pur sapendoche era un vero genocidio, ancheper l’utilizzo che si fece delle mine, aforma di giocattolo, causando mi-gliaia di morti e di mutilazioni di bam-bini e di fanciulli afghani?.. Eppure, il27 giugno 2000, questo mostromarxista entrò in Vaticano per cele-brare quel nuovo cambiamento dellaChiesa. Non solo, ma questo dirigen-te della civiltà della morte, fu di nuo-vo onorato dal Vaticano, il 4 novem-bre 2000, facendolo parlare in pre-senza del papa e di altri Prelati, al“Giubileo dei Politici”, che racco-glieva più di 5.000 regnanti di Statisenza Dio!..

***

E potrei continuare ancora “sine fi-

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ne”, dato il pluralismo ormai introdot-to dovunque, benché equivoco, per-ché dà spazio a tutti (anche agli stu-pidi!), eccetto a quelli che voglionorestare fedeli alla Fede e alla Tradi-zione, per i quali, o la Verità scaccial’errore, o l’errore scaccia la Verità!È chiaro, perciò, che molti atti delpontificato di Giovanni Paolo II,molti silenzi e molte lodi hannocontraddetto il suo Magistero.I “fatti” sono quelli che abbiamo detti- anche se pochissimi! - che hannomesso in silenzio il “pasce ovesmeas” e il “pasce agnos meos” intutti i campi della Teologia, della Litur-gia, del Diritto, delle Discipline e, diconseguenza, in quello pastorale,non riflettendo che toccava a Lui libe-rarsi da chi e da ciò che lo condizio-navano.Noi ci domandiamo: ma l’enciclica“Pascendi”, il decreto “Lamentabi-li”, il Motu Proprio del 18 novem-bre 1907 (che scomunica gli eccle-siastici modernisti e chi li protegge)sono tuttora validi?.. Se sì, perchésono tuttora lettera morta, mentre ilmodernismo dilaga ogni giorno di più,nei Seminari, nelle Università cattoli-che, tra il Clero e i Religiosi e gli stes-si fedeli?.. Se no, (ma come può es-serlo?) perché si è lasciato togliere gliargini e si è lasciato che tutto venissetravolto?È evidente, ormai, che ci sono dueChiese, con due indirizzi opposti,tra i quali non c’è, né ci può esserealcuna conciliazione, appunto perchéla Chiesa di Cristo è una sola!Sarebbe logico, quindi, se è dall’altoche è venuto il decadimento, sia an-che dall’alto che venga la sana re-staurazione!

Giovanni Paolo iI.

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IL DOGMA DEL “PECCATO ORIGINALE”

NELLE TEORIE MODERNISTEsaggio critico del dott. Vittorio Icardi

H o letto sulla rivista “Note di pa-storale giovanile” (n° 2 feb-braio 1976) del Centro pastorale

giovanile di Torino, un articolo di FrancoArdusso: “Cristo Salvatore aiutal’umanità a prendere coscienza delPeccato Orginale”, e, dato che non con-divido il pensiero del suddetto Autore, hopensato di esporre i miei rilievi critici sullequestioni trattate.Non è esatto sostenere che il “PeccatoOriginale”, come fatto storico, sia legatoad una concezione fissista dell’universo:infatti, anche volendo ammettere che ilcorpo di Adamo si sia formato, per mira-colosa evoluzione, da quello di un antro-poide, resta certo che l’anima spirituale eimmortale è stata creata “ex nihilo” daDio, essendo metafisicamente impossibi-le che una sostanza semplice (ossia noncomposta di parti) possa essere derivataper via evolutiva dalla materia cosmica(composta di particelle sub-atomiche).Non contrasta con la teoria delI’evoluzio-ne il fatto che Dio abbia voluto creare laprima coppia umana in uno stato supe-riore a quello di “pura natura, come vie-ne affermato dalla Bibbia; Dio, infatti,avrebbe deciso “ab eterno” di elevarel’uomo allo stato soprannaturale e preter-naturale.L’infinita Giustizia Divina esigeva, però,che al dono gratuito corrispondesseun’adeguata prova di fedeltà e obbedien-za da parte dei nostri progenitori, intesaa “meritarlo” per loro e per tutta l’uma-nità futura che esisteva “virtualmente”in loro. D’altra parte, la “naturalis ratio’’ci fa comprendere che Dio, Bontà Infinita,non poteva certo creare il primo uomo ela prima donna, senza loro colpa, in unostato di pura natura, soggetti al dolore, almale morale, all’ignoranza, alle malattiee alla morte: in tal caso la vita sarebbestate una “condanna gratuita”, indegnaanche dell’Infinita Giustizia Divina.

È perciò da escludere, anche da partedella ragione, che i nostri progenitori sia-no stati creati nello stato di “pura natu-ra”. Vi è poi l’infallibile parola di S. Paolo(Rom. 5, 12), ispirata da Dio: «Per colpadi un solo uomo il peccato entrò nelmondo, e con il peccato la morte, e co-sì la morte si è estesa a tutti gli uomini,perché tutti in Adamo hanno peccato».

Ciò conferma che prima della ColpaOriginale non esistevano il peccato ela morte, e che in Adamo era contenuta“virtualmente” la natura umana di tutti isuoi discendenti: il Peccato originale fu,quindi, una colpa “di natura” che privòAdamo e tutta l’umanità della “giustiziaoriginale” e provocò anche l’insorgeredella concupiscenza, ossia del contrastotra le tendenze dell’anima e quelle delcorpo, non più “armonizzato” con essaper effetto della Grazia Santificante e deidoni preternaturali. La concupiscenza,che resta nella natura umana, anche do-po il Battesimo, non è peccato, come èstato definito dal Concilio di Trento.La caduta nello stato di “pura natura”portò ovviamente nel mondo il peccato, lemalatt ie e la morte, oltre al dolore,all’oscuramento della ragione e all’inde-bolimento della volontà, non più illumina-te e rafforzate dai doni preternaturali edalla Grazia: in sintesi, la caduta nellostato di “pura natura” non fu un peggio-ramento nei confronti di quest’ultima, mabensì solo in relazione al suo stato origi-nario di elevazione, la preternaturale esoprannaturale. L’uomo “materialmen-te” cadde nello stato di “pura natura”,ma non “formalmente”, ossia rispetto alsuo fine trascendente: la natura umanarimase buona (anche se soggetta all’at-trazione del male) e mantenne la suaaspirazione verso Dio e la capacità di fa-re il bene morale, almeno in una certa mi-sura; restò tuttavia “sminuita” della VitaSoprannaturale e dei doni preternatu-rali, mentre in uno stato originario di “pu-ra natura” l’assenza di essi sarebbe sta-ta una semplice “imperfezione”, propriadi ogni essere “finito”, invece, nello sta-to attuale, costituisce un vero decadimen-to, per privazione di doni che, secondo lagratuita decisione divina, ci erano stati at-tribuiti per costituire quell’armonia supe-riore, necessaria al fine di ovviare alle de-

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ficienze intrinseche della “pura naturaumana”. Si potrebbe dire che lo stato di“Peccato Originale” differisce da quellodi “pura natura”, come la situazione dimiseria di un ricco che ha perduto tutto sidifferenzia da quella di chi è nato povero.Il sostituire al genuino concetto di “pec-cato di natura” le vuote e insulse formu-le moderniste (“alterazione dialogale”tra Dio e l’uomo, e simili), porterebbe atrasferire in Dio, come creatore di unanatura necessariamente peccatrice findall’origine, la causa del male nell’uomo.Ciò significa che l’esclusione del primo“peccato di natura”, liberamente com-piuto dalla prima coppia umana e tra-smesso (come lo stato di privazione del-la “giustizia originale”) ai suoi discen-denti, renderebbe assolutamente incon-ciliabile l’esistenza di Dio con quella delmale nel mondo, ossia porterebbe allanegazione stessa di Dio, essendo impos-sibile ammettere che Dio sia causa delmale.Per quanto concerne il problema deibambini morti senza Battesimo, osser-vo che la tesi per cui essi andrebberoall’inferno è categoricamente respintadalla Chiesa Cattolica: si ritiene che essiraggiungano uno stato di felicità naturalecommisurato alla loro capacità di cono-scere Dio, ma non possono considerarsidei privilegiati. È ovvio, inoltre, che la pri-vazione della “giustizia originale” è lamedesima nel bambino e nell’adulto.È necessario ammettere il “monogeni-smo”, ossia la derivazione dell’interaumanità da un’unica coppia umana origi-naria; infatti, detta teoria, oltre ad essereaffermata chiaramente nella S. Scrittura(S. Paolo, epistola ai Romani 5-12, ecosi pure nel libro della Genesi), è stataribadita dal magistero infallibile del Papa(Pio XII - enciclica “Humani generis”)ed è infine confermata dall’esperienzastorica dell’universalità dell’inclinazione almale: se l’umanità fosse derivata da piùcoppie, si dovrebbe ammettere, cosa in-verosimile, che tutte siano cadute di fron-te alla prova loro proposta da Dio; infatti,nel caso di superamento positivo di essada parte di qualche coppia, dovrebberoesservi tuttora uomini rimasti nello statodi “giustizia originale”, il che è propriocontraddetto dall’esperienza.Anche la “teoria della rappresentan-za”, che sostiene la creazione (o la deri-vazione per via evolutiva) di più coppieumane, e la scelta, da parte di Dio, di unasola di esse, per sottoporla alla prova ori-ginale, urta contro difficoltà insuperabili:come mai Dio, pur “vedendo”, nella suaprescienza, la caduta, avrebbe scelto talecoppia e non un’altra?Oltre a ciò, l’imputazione delle conse-guenze negative del “Peccato Origina-le” effetto della sola rappresentanza, an-che a quella parte di umanità non discesaper via di generazione naturale da Ada-mo ed Eva, sarebbe stata arbitraria gra-tuita e porterebbe alla negazione dellabontà e giustizia di Dio.

Riflettendo sullo “stato di privazionedella giustizia originale”, noi compren-diamo che le singole anime umane, all’at-to della loro creazione dal nulla, pur es-sendo integre, non vengono più arricchitecon i doni preternaturali e non sono piùtrasformate mediante la “comunicazio-ne” della Vita Divina. La concupiscenzasorge dalla trasmissione, per via biologi-ca, dello “stato di privazione della giu-stizia originale”, che rende possibile ilcontrasto tra l’anima e il corpo. Lo statodi “pura natura” andò peggiorando,nel corso dei millenni, per effetto dellecolpe liberamente commesse e dellemalattie e tare ereditarie acquisite daidiscendenti di Adamo.Non è affatto vero che la concezioneclassica del Peccato Originale sia mes-sa in crisi dalla scienza, dall’antropologia,dagli studi sulla Bibbia e dall’aggiorna-mento (?!) della teologia. Esaminerò se-paratamente questi quattro punti.

PRIMO PUNTO

La scienza si domanderebbe come sipossa conciliare la dottrina del “Pec-cato Originale” con la concezione mo-derna di un universo in evoluzione.Rispondo: l’evoluzione della natura og-gettiva non esclude affatto la possibilità diuna “scelta morale libera”, compiutadal primo uomo.All’affermazione gratuita che gli uominiprimitivi erano solo “bestie evolute, in-capaci di una scelta fondamentale co-me quella proposta loro da Dio”, ri-spondo:

1°) Prima del “Peccato originale”, l’uo-mo non era affatto una “bestia evolu-ta”, ma bensì una creatura di eccezione,elevata da Dio, mediante la Grazia Santi-ficante, al livello della Vita Soprannatura-le: quindi, doveva avere, necessariamen-te, un’anima spirituale e immortale, crea-ta “ex nihilo’’ da Dio, essendo impossi-bile la sua derivazione dalla materia (dauna realtà composta di parti, non può maioriginarsi una sostanza “semplice”, astrat-ta, immateriale, come le idee che esprimein se stessa). L’immortalità dello spiritoumano è proprio conseguenza della suaimpossibilità di scindersi nei suoi elementie alla morte del corpo, non essendo com-posto di parti e avendo una dipendenzapuramente estrinseca da esso. 2°) La ricerca scientifica archeologicaconferma che l’uomo primitivo, anche do-po il “Peccato Originale”, conservò lasua intelligenza, rivelatrice della sua ani-ma: mi riferisco ai graffiti preistorici, sco-perti nelle grotte di Altamira e di La-scaux, come pure le sculture dellagrotta di Montespan. Essi risalgono a15.000-20.000 anni or sono e dimostranoche gli uomini primitivi avevano il sensodell’arte, di cui sono prive le bestie. Gliuomini preistorici, inoltre, erano religiosi,come si può dedurre dal loro culto deimorti e degli spiriti, rivelatore della fede inDio e nell’immortalità dell’anima. Il sensoreligioso, estetico, morale, come pure l’in-telligenza e il libero arbitrio, mancano in-vece completamente nelle bestie: anchele più evolute fisicamente non hanno pro-gredito “intellettualmente” e restanoferme al livello istintivo di quelle dei tempipreistorici.3°) Il monoteismo, la fede nell’anima,la moralità naturale, originaria, sonoanche confermati dai moderni studi etno-logici sui popoli attuali rimasti realmente“primitivi”.1

All’affermazione che “la morte è destinonaturale di ogni essere umano finito”,rispondo che ciò, oltre ad essere in con-trasto con la parola di Dio, rivelata nellaSacra Scrittura (libri delle Genesi e del-la Sapienza ed epistola di S. Paolo aiRomani), è anche contraddetto dall’uni-versale esperienza interiore, per la qualetutti sentiamo la morte come qualcosad’irrazionale, assurdo e contro natura.I dolori e i mali della vita, le malattie e lamorte, il travaglio della conoscenza e lalotta per il dominio razionale delle passio-ni possono essere accettati dall’uomosoltanto come una “punizione di natu-ra”, voluta dall’infinita Giustizia Divinaquale conseguenza del Peccato Origina-le, ma non certo come “facenti partedell’ordine naturale delle cose”. Se co-si fosse, dovremmo, a ragione, dubitaredella Bontà e Giustizia di Dio, e sarem-mo, quindi, portati a negare la sua stessaesistenza. Senza il “Peccato Originale”, comepeccato di natura trasmesso a tuttal’umanità, l’Incarnazione, Passione e

1 Cfr. Koppers, “La religione dell’uomo primitivo” e “L’uomo primitivo e il suo mondo”, Ed. Vita e Pensiero, Milano; Schulien, “L’unità del ge-nere umano”, Ed. Vita e Pensiero; Servier, “L’uomo e l’invisibile”, Ed. Rusconi, Milano.

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Morte Redentrice di Gesù Cristo diver-rebbero una parodia senza senso, anziperfettamente inutili: se la Grazia nonfosse necessaria, non lo sarebbe nep-pure la Redenzione.

SECONDO PUNTO

L’antropologia presenterebbe le se-guenti difficoltà: come si può parlaredi natura peccatrice prima di ogni con-senso libero? Perché il caso del bam-bino deve ritenersi “caso privilegia-to”?Rispondo:1°) La natura umana in Adamo nonvenne creata già “peccatrice” bensì in-tegra, elevata dalla Grazia e dai donipreternaturali; egli, però, essendo libe-ro, aveva la possibilità di peccare, ossiadi non superare la prova voluta da Dio, edi fatto peccò per superbia e disubbidien-za; solo allora la sua natura divennepeccatrice “in atto”, ma Adamo con-servò il libero arbitrio.Se Dio avesse dato “gratuitamente” adAdamo una libertà “impeccabile”,avrebbe contraddetto la sua Infinita Giu-stizia, che esigeva dal primo uomo (nelquale era “virtualmente” la natura deisuoi discendenti) almeno una prova difedeltà e ubbidienza, per meritare i do-ni preternaturali e la Grazia Santifican-te, pegno della Vita Eterna.2°) Il caso del bambino, che muoresenza Battesimo e si salva senza meri-to, non costituisce privilegio perché eglinon raggiunge la contemplazione so-prannaturale di Dio, ma solo una feli-cità naturale, adatta al suo stato di “pu-ra natura”, privo della Grazia e dei donipreternaturali.3°) Anche se noi, discendenti di Adamo,non abbiamo commesso personalmenteil “Peccato Originale”, non possiamo

vantare diritti su ciò che non ci era dovutoin linea di pura giustizia: se un padre, persua colpa, dilapida il patrimonio, i figli nonhanno il diritto di accusare Dio, se ne re-stano privi.4°) Sbaglia gravemente Marx quandoafferma che “la dottrina del PeccatoOriginale porta ad una concezione fa-talistica ed alienante della religione”.Egli faceva osservare che, se le ingiusti-zie attuali sono la conseguenza di un di-sordine iniziale o di una primitiva colpa,non ci sarà altra via che accettare la sof-ferenza in questo mondo e proporsi la fe-licità nell’altro. In tal modo, la religione di-verrebbe oppio consolatore, ma anchealienante, nei confronti della responsabi-lità da assumere durante la vita terrena.È chiaro che l’errore marxista deriva dallaconcezione meccanicistica e necessitan-te del materialismo storico, dove si negail libero arbitrio e tutto avviene per cie-ca fatalità: se fossero coerenti, i marxistidovrebbero riconoscere che la loro dottri-na, riducendo gli uomini a “robot” senzalibertà, rende impossibile e inutile qual-siasi tentativo di modificare le strutturedella società, quindi, porta all’alienazionee alla disperazione, non essendovi alcunrimedio possibile al dolore e alle ingiusti-zie, né in questa vita né nell’altra, di cuinegano l’esistenza. È proprio la loro in-coerenza tra ideologia e prassi che rendepossibile la loro azione: essi, con la loroattività pratica, dimostrano di credereinconsciamente in quel libero arbitrioche negano nella teoria.Secondo la dottrina cattolica, le ingiusti-zie sociali non sono insuperabili e neppu-re necessariamente dipendenti dal Pec-cato Originale, ma bensì derivano dalcattivo uso della libertà da parte dei piùfortunati: si possono e si devono combat-tere, così come si correggono i nostri di-fetti: occorre trasformare le anime permigliorare il mondo.

La Religione Cattolica non comanda ilquietismo e una fatalistica rassegnazionedi fronte ai mali della vita, anzi ci esortaall’azione per sollevare dalle sue condi-zioni chi soffre o chi vive nell’indigenza. 5°) Ancora più assurda é la teoria etno-logica della psicanalisi di Freud,espressa nel suo libro “Totem e tabù”,dove si parla di un senso patologico dicolpa, originato, nei tempi preistorici,dall’uccisione dal padre (capo dell’ordaprimitiva) da parte dei figli.Detta teoria é stata da tempo abbando-nata da tutti gli etnologi seri, non essen-dovi alcuna prova, anzi risultando in stri-dente contrasto con i più recenti studi suipopoli primitivi.Alle affermazioni fantastiche, Freud ag-giunge anche il falso storico, sostenen-do che Mosé fu ucciso dagli Israeliti; dal-la Bibbia sappiamo, infatti, che Mosèmorì di morte naturale, poco prima che ilpopolo ebreo raggiungesse la Terra Pro-messa.S. Paolo fonda sull’ispirazione divina ilsuo concetto di “Peccato Originale”, enon certo sul “senso di colpevolezzadel popolo ebreo per l’uccisione diMosè” come sostiene Freud, che cercadi far entrare anche la Redenzione di Cri-sto nel suo sistema, attraverso i più gros-solani errori teologici. Noi sappiamo cheGesù-Dio è venuto nel mondo per espia-re il “Peccato Originale”, offesa a DioInfinito; quindi, solo Dio poteva redimerel’umanità, assumendo la natura umanaattraverso il mistero dell’Incarnazione,nella Persona Divina del Verbo Eterno.Non ha alcun fondamento storico la gra-tuita affermazione di Freud secondo laquale “Gesù volle scaricare l’angosciadel popolo Ebreo “provocata dal sen-so di colpa dovuto all’assassinio diMosè” (!!).

(continua)

Il gesuita massone ed ereticoTeilhard de Chardinsac. dott. Luigi Villa (pp. 96 - Euro 15)

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Chi legge queste pagine su Teilhard de Chardin, si sentirà inchiodato,quale che sia la sua disinvoltura; si sentirà scosso, quale che siano le suediverse sicurezze; si sentirà turbato, quali che siano le sue conoscenze asuo riguardo.Perché è un libro che vi porta alla conoscenza e alla riflessione di fatti edetti intrisi di errori filosofici, teologici, scientifici, pregni di pantei-smo, di poligenismo, di neo-darwinismo, della negazione del PeccatoOriginale, ecc.. Un libro, insomma, che vi scuoterà la mente e l’anima!

Novità

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“Chiesa Viva” *** Febbraio 2006 11

“HUMANUM GENUS”(Leone XIII - 20 aprile 1884)

EDUCAZIONE DELLA FAMIGLIA

Quanto al consorzio domestico, ecco tutta la dottri-na dei Naturalisti. Il matrimonio non è altro che uncontratto civile: può legittimamente rescindersi avolontà dei contraenti: il potere sul vincolo matri-moniale appartiene allo Stato. Nell’educare i figli,non s’imponga religione alcuna: cresciuti in età,ciascuno sia libero di scegliersi quella che più gli ag-grada.Ora, questi princìpi i Frammassoni li accettano senza riserva: e non pureli accettano, ma studiansi da gran tempo di fare in modo, che passinonei costumi e nell’uso della vita. In molti paesi, che pur si professanocattolici, si hanno giuridicamente per nulli i matrimoni non celebratinella forma civile: altrove, le leggi permettono il divorzio: altrove si fadi tutto perché questo sia quanto prima permesso. Così, corresi di granpasso all’intento di snaturare le nozze, riducendole a mutabili e passeg-gere unioni, da formarsi e da sciogliersi a talento.Ad impossessarsi altresì dell’educazione dei giovanetti mira con unani-me e tenace proposito la sètta dei Massoni. Comprendono ben essi, chequell’età tenera e flessibile lasciasi figurare e piegare a loro talento, eperò non esserci espediente più opportuno di questo per formare alloStato cittadini tali, quali essi vagheggiano. Quindi, nell’opera di educa-re e istruire i fanciulli non lasciano ai ministri della Chiesa parte al-cuna né di direzione, né di vigilanza: e, in molti luoghi, si è già tantoinnanzi, che l’educazione della gioventù è tutta in mano dei laici; edall’insegnamento morale ogni idea è sbandita di quei grandissimi e san-tissimi doveri, che l’uomo congiungono a Dio.Seguono le massime di scienza sociale. Dove i Naturalisti insegnano,che gli uomini hanno tutti gli stessi diritti, e sono di condizione perfetta-mente eguali: che ogni uomo è, per natura, indipendente: che nessunoha diritto di comandare agli altri: che voler gli uomini sottoposti ad altraautorità, da quella in fuori che emana da loro stessi, è tirannia. Quindi, ilpopolo è sovrano: chi comanda, non aver l’autorità di comandare se nonper mandato o concessione del popolo; tantochè, a talento di questo,egli può, voglia o non voglia, esser deposto. L’origine di tutti i diritti edoveri civili è nel popolo, ovvero nello Stato, che reggasi per altro se-condo i nuovi princìpi di libertà. Lo Stato, inoltre, dev’essere ateo: tra levarie religioni non esservi ragione di dar la preferenza ad alcuna: doversifare di tutte lo stesso conto.

Ora che queste massime piaccianougualmente ai Frammassoni, e chesu questo tipo e modello voglianoessi foggiati i governi, è cosa notis-sima, e che non ha bisogno di pro-va. Egli è un pezzo, di fatti, che,con quanto hanno di forze e di po-tere, apertamente lavorano perquesto, spianando così la via aquei non pochi più audaci di loro,e più avventati nel male, che va-gheggiano l’uguaglianza e comu-nanza di tutti i beni, fatta scompa-rire dal mondo ogni distinzione diaveri e di condizioni sociali.

(continua)

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Papa Leone XIII.

L’ALTRA FACCIA DEL TERRORISMO

Gli attentati di Londra? Neo pretesto,Contro l’Iran o Persia - analogìa,Con l’undici settembre - dove prestoVerrà esportata la “democrazìa”!

Il gioco è ormai palese e manifesto,Gestito da una ipocrita regìa,Con fine farisaico disonesto:La planetaria, ebraica egemonia!

Il prossimo attentato? In Vaticano!Non so se prima o dopo la partenza,Di Ratzinger, Pontefice Romano,

Al fin di prolungar la permanenza,In Israele, dove, piano piano,Andrà la Sampietrina residenza!

Prof. Arturo Sardini

Chiusa

Io sono pacifista, ma combattoChi sfrutta, affama e umilia il Terzo Mondo,Con milioni di morti, in sottofondoDi cui, purtroppo, non si parla affatto!

OFFERTA SPECIALE

Offro un servizio funebre speciale -Ripristinando il rito gregoriano,Sfrattato dal Concilio Vaticano -Gratùito, come sempre, musicale,

Alla sètta politica infernale,Complice del borioso americano,Che sta attuando il farisaico piano,Schiavistico-massonico globale!

Dal requiem iniziale,al Dies Irae,Con una variazione singolare:Senza l’“In Paradisum”, vale a dire,

Perché all’Inferno la vorrei mandare!Ragion per cui, la stimolo a “partire”,Se dell’offerta vuole approfittare!

Prof. Arturo Sardini

Variazione

Andate giù all’inferno, coi demoni,Dei quali, nella vita, siete statiServi obbedienti, servilmente proni,E per l’eternità siate dannati!

Occhi sulla Politica

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12 “Chiesa Viva” *** Febbraio 2006

Documenta-Facta

OMELIA... IN SEDIA A SDRAIO

Un sacerdote, nella chiesa di Menzingen, (Svizzera),

comodamente seduto su una sedia a sdraio,

mentre sta facendo l’omelia ai fedeli, durante la Messa.

PRETE PAGLIACCIOColle Don Bosco, 2001: Messa per ragazzi.Un sacerdote concelebra sull’altare indossan-do i paramenti sacri col volto ancora truccatoda clown.

UN PARROCO CHE DICE MESSA ... COL SUO CANE!

Dopo che si è sfrattato ilSignore dagli altari. Dopoche in chiesa si è fatto en-trare di tutto. Dopo che lechiese sono servite per tut-to: dai concerti rock alleproteste di piazza, ecc,.adesso un parroco che sifa accompagnare a direMessa dal suo cane!Domine, miserere!...(da: “Oggi” nov. 2005).

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“Chiesa Viva” *** Febbraio 2006 13

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E sprimo il mio non accordo con ladocumentazione ricevuta per la“Giornata nazionale delle mi-

grazioni”, Rivista “Servizio migrantes”sett./ott. 2004, per questi motivi: nel do-cumento si parla solo di “diritti” degliemigranti ad essere accolti; e di “doveridei cattolici di accoglierli”. Nella vitasociale reale, invece, tutti hanno sia dirittisia doveri. E nessun diritto è tale se nonè correlato da un dovere.Inoltre: la trattazione è sempre e solo alivello economico-sociologico. “Migran-tes” è organo della Chiesa di Gesù, enon una Agenzia ONU! E tuttavia: non siparla mai del settore anche religioso!Né si ricorda, ne si tiene presente che trai valori, che un popolo deve difendere,c’è anzitutto, il valore della vera religioneRivelata, vera FEDE, che precede il di-ritto stesso alla VITA: ed è questa la giu-stificazione di 2.000 anni di martirio cri-stiano!È contro la FEDE ed apostasia, ed ècontro i diritti socioculturali dei popoli cri-stiani, parlare solo del “dovere di acco-glienza” indistinto, quando si sa giàchiaramente - ed il card. G. Biffi lo ha be-ne espresso - che: «I musulmani ven-gono da noi, ben decisi i restare quel-lo che sono, in attesa di essere in nu-mero sufficiente per costringerci a di-ventare come loro».Oltre al «Saulo, Saulo, perché mi per-seguiti?» (At. 9, 4); la Parola di Dio diceanche: «Operiamo il bene verso tutti,soprattutto verso i fratelli nella fede»(Gal. 6, 10).Io trovo assurdo e anti-biblico che (comeho visto coi miei occhi a Roma) gli islami-ci affollino le mense delle “Caritas” cri-

paesi che li accolgono; distogliendoquelle risorse a quelle diocesi e a queicristiani in estrema necessità, che si ve-dono chiese, abitazioni, scuole, luoghi dilavoro, bruciati e distrutti, e i propri carimartirizzati, dai continui ricorrenti scoppidi fanatismo islamico!Esempio: in attesa della visita del S. Pa-dre in Sudan, il 6 febbr. 1993, mons.Paride Taban, Vescovo di Torit, allorapresidente dei Vescovi sudanesi, conse-gnò al S. Padre e poi all’opinione pubbli-ca un appello firmato dai Vescovi e da al-tri leaders religiosi cristiani: «S. Padre, non si faccia abbagliare daitappeti rossi che mercoledì stende-ranno in suo onore i governanti diKartoum. Sappia che le mani chestringerà grondano sangue di cristianisudanesi. Sono le stesse persone chehanno scatenato la “Jihad”, o guerrasanta, contro i cristiani del Sudan, chenon esitano a perseguitare, torturare,uccidere, preti, suore, catechisti. So-no le stesse persone che praticanoancora la schiavitù, catturando e ven-dendo i figli dell’Africa. La tragedia disuor Bakhita, è ancora vissuta da cen-tinaia di persone ogni anno...».Alcuni mesi fa, persino la rivista“L’Espresso” ha ripubblicato un’intervi-sta di Stefano Lorenzetti, già pubblicatada “Il giornale” del 23 maggio 2004, amons. C. Mazzolari, Vescovo di Rum-bek - Sud Sudan, in cui il Vescovo, oltreai soliti orrori della guerra e genocidioislamizzante, dichiarava: «Abbiamo or-mai rinunciato ad andare al mercatodegli schiavi a Khartoum a riscattare inostri giovani razziati nei nostri villag-gi e venduti a Khartoum come schiavi,

14 “Chiesa Viva” *** Febbraio 2006

PREOCCUPANTE PRESENZA ISLAMICA IN ITALIA

– DOCUMENTAZIONE –

stiane di Roma e di ovunque, mentre iloro capi politici-religiosi usarono fondienormi per costruire la più grande mo-schea d’Europa a Roma, e migliaia dimoschee ovunque in tutta Europa, manon hanno fondi per aiutare i loro correli-gionari, almeno a sottrarsi alla fame!E inoltre, sostengono, ovunque, tra i loropopoli, il dovere di famiglie molto nume-rose per l’Islam, al fine di usare le per-sone, con la pressione anche della fa-me, come proiettili per la conquistademografica dell’Occidente cristiano.Trovo inaccettabile ed assurdo, che tanterisorse ecclesiastiche, offerte dai cristia-ni, vengano, contro ogni loro volontà,spese per i musulmani che vengonoin Italia ed Europa per islamizzare i

del sac. D. E.

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perché ci siamo accorti che le ripetuterazzie e riscatti, ci privavano delle po-che risorse che abbiamo per la vitadella diocesi».Per la sua incolumità, quando viene inItalia, il Vescovo deve passare clandesti-namente la frontiera con l’Uganda eprendere il volo dall’Uganda (!). Auspi-chiamo che divenga così anche per i Ve-scovi italiani?Vittorio Messori osserva: «Si sa cheoggi, per essere buoni cattolici, con-viene parlare con convintoentusiasmo di ogni religio-ne, tranne della propria!»1.Se, in quest’ottica, non è statoaggiornato e stravolto, finoratra le “Opere di misericor-dia” c’é sempre stato anche:“Ammonire i peccatori”, spe-cie “chi uccide, chi rendeschiavi, chi froda il salario aglioperai...”.Perché l’Ufficio Migrantes e laCaritas non fanno notare ai si-gnorotti islamici, sia agli islami-ci che vengono in Europa spin-ti dalla programmata miseriaendemica dei loro paesi, chedevono svegliarsi e ribellarsi ailoro signorotti, esigendo menosfruttamento e più giustizia so-ciale; e che è un scandalo chei signorotti islamici abbiano ric-chezze personali favolose:jets, palazzi per sè, per i proprifigli, e harem, che non hannouso temporaneo neppure i pre-sidenti di Stato Europei. E cheè uno scandalo che l’enormericchezza dell’estrazione delpetrolio finisca nelle tasche ebanche di pochissimi, mentrela popolazione locale è inten-zionalmente conservata nellamiseria, per usarla come trup-pa da conquista demografi-ca?..A noi, la giustizia sociale e i “diritti dellapersona” son costati sangue e vittime,non solo a parole. Che si sveglino, che siimpegnino anche loro per la giustizia so-ciale. Cominciando da casa loro. Dalleloro moschee, e dal loro divino Corano!

Anche restando al solo piano economi-

co-sociologico: è evidente che i diritti so-no proporzionati ai doveri.È oggettivamente ingiusto ed assurdoche gli islamici pretendano, e noi ricono-sciamo loro, tutta una serie di diritti, cheinvece nei paesi islamici non vengono ri-conosciuti né ai nativi cristiani, ed ancormeno agli emigranti, specie se cristiani.È oggettivamente scandaloso che, perevitare che l’immigrato-rifugiato politico,disoccupato, delinqua, gli si conceda unassegno mensile, che si avvicina alla

pensione minima pagata agli italiani chehanno lavorato e versato i contributi assi-curativi per tutta la vita!È oggettivamente un’ingiustizia che chi,da tutta la vita, ha pagato tasse e tratte-nute, poi, se ha bisogno di un eco-car-diogramma urgente, o visita medica,debba mettersi in lista ed aspettare an-che 6 mesi; dato che la lista si allunga,

perché c’è anche chi pretende e ottienelo stesso servizio sanitario, senza avermai pagato un solo centesimo allo Statoitaliano per quel servizio!Idem per tutti gli altri servizi pubblici.Idem per le liste di collocamento di ricer-ca del lavoro; idem per le assegnazionidelle case, ecc..

Da anni, Segreteria di Stato, Congrega-zioni per la Dottrina della Fede, Confe-renze episcopali varie, si lamentano della

“apostasia crescente” deipopoli europei.E allora, perché coll’unilateraleanti-biblico (cfr. 2 Gv. 9-10:«Chi non si attiene alla dottri-na del Cristo, non possiedeDio. Non ricevetelo!») suppo-sto “dovere indistinto di ac-coglienza”, si favorisce l’im-migrazione islamica che, da14 secoli di storia a tutt’oggi,ha sempre portato o alla di-struzione della Chiesa di Ge-sù Cristo, o al conflitto socia-le? E che ora sono evidenti al-leati anticristiani del Mondiali-smo massonico marxista?È noto il fatto del 1985 tra i ver-tici dei poteri forti in USA coivertici dell’OCI (Organizzazio-ne delle Conferenze Islami-che): «Voi ci lasciate metterele mani sulle zone petroliferee allentate la morsa su Israe-le, e noi vi lasciamo metterele mani sull’Europa», che, co-sì indebolita, non ci farà piùconcorrenza...Di questo piano di compra-ven-dita dell’Europa ne parlano, daprima della guerra dei Balcani(= un antipasto: con formazio-ne di due nuovi Stati islamici inEuropa: Kossovo e Bosnia), daoltre 15 anni le riviste e arti-

coli di geopolitica e decine di siti in-ternet sul Nuovo Ordine Mondiale(New World Order).2Ne va di mezzo il futuro, sia politico chereligioso, dell’Europa. Perché non se neparla? Perché anche il mondo ecclesia-stico finge di non sapere, e tace?

(continua)

1 Cfr. “Il Timone”, dic. 2004, p. 36.2 Cfr. G. Valli, “Il vero volto dell’Immigrazione”, Ed. Civlità BS; LuigiVilla, “L’islam alla riscossa”, Ed. Civiltà BS; A. Socci, “I nuovi perse-guitati”, Ed. P.M. Casale M.; C. Eid, “A morte in nome di Allah”, Ed.P.M. Casale M.; M. Blondet, “Israele, USA, terrorismo islamico”, Ed.Effedieffe, MI; “Chiesa viva”, Ed. Civiltà BS, Riv. mensile “Conoscerela Massoneria”, articoli vari; “Alfa e Omega” Riv. bim, Ed. Segno, UD;“Limes” Riv. quadr. Ed. L’Espresso; AA.VV. “La Massoneria: societàsegreta”, Ed. Civiltà, BS; “La Massoneria: ecco il nemico”, Ed. Ci-viltà, BS; P. Mantero, “La faccia occulta della storia”, Ed. Segno, UD;“Quale ordine per un mondo nuovo”, Ed. Frat. Sac. S. Pio X, Rimini;M. Blondet, “Chi comanda in America?”, Ed. Effedieffe, MI; M. Blon-

det, “Schiavi delle banche”, Ed. Effedieffe, MI; M. Di Giovanni, “Inda-gini sul mondialismo”, Ed. Effedieffe, MI.

Cfr: www.nwo/nwo.html + L’origine del potere delle elite che governanoil mondo; + L’Israele britannico; + L’Europa delle lobby; + La faccia na-scosta della storia; + Il governo invisibile; + I Signori del mondo; + Gli Il-luminati nel dollaro USA; + Le banche centrali;www.barruel.com/indinf.html + qui sème le vent + maisqui gouvernel’Amerique? + La face caché del l’histoire; + Gouvernement mondial; +de la théorie du complot permanent.

http://cosco-giuseppe.tripod.com/ + la faccia occulta della storia.

Musulmani in preghiera davanti al Duomo di Milano.

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di A. Z.

I SOGNI

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LA PROFEZIA DELLE DUE DATE

Mentre santificavansi le anime, si an-davano compiendo nuovi lavori per laChiesa di Maria Ausilatrice. Ciascunodei due campanili, fiancheggianti lafacciata, doveva essere sormontatoda un angelo in rame battuto e indo-rato, dell’altezza di due metri e mez-zo. Don Bosco ne aveva dato il dise-gno, e si vedono ancora. A destra, un angelo, recante con lamano sinistra una bandiera, in cui, atraforo nel metallo e a grossi caratteri,è scritto: “Lepanto” (1571). A sinistra, un altro angelo, in atto difornire con la mano destra una coronad’alloro alla Santa Vergine, domina-trice sulla cupola.In un primo disegno, che noi abbiamovisto, anche il secondo angelo solle-vava una bandiera sulla quale era,pure a traforo, la cifra 19.. seguita dadue fori. Indicava una nuova data ecioè il mille novecento, omesse le de-cine ed unità di anni. Si mise poi, co-me si è detto, in mano all’angelo unacorona: ma noi non abbiamo mai di-menticato quella data misteriosa, laquale, a parer nostro, indicava unnuovo trionfo della Madonna. Che questosi affretti e attiri tutte le genti sotto il man-to di Maria!L’esecuzione di questi angeli venne affi-data ai fratelli Broggi di Milano per ilprezzo di lire 3.300; e le statue riuscironodecorose e di bell’effetto (Da Lémoyne,“Memorie biografiche”, v. IX , p. 583).È noto anche un altro fatto. Il pittore delquadro di Maria Ausiliatrice non riusciva adipingere il volto della Vergine come vole-va Don Bosco, e pregò il santo di risolve-re lui stesso il problema. Miracolosa-mente, il pittore lo trovò già dipinto,come appare oggi neIla basilica torine-se di Maria Ausiliatrice.

LOTTA TRA LUCE E TENEBRE

Era notte oscura. Gli uomini non poteva-no più discernere quale fosse la via da te-nere per far ritorno ai loro paesi, quandoapparve in cielo una luce splendidissimache rischiarava i passi dei viaggiatori, co-me al mezzodì. In quel momento, fu ve-duta una moltitudine di uomini, di donne,di fanciulli e di vecchi, di monaci e di mo-nache e di sacerdoti, con alla testa il Pon-tefice, uscire dal Vaticano e schierarsi informa di processione.

Ma ecco un furioso temporale oscura-re alquanto quella luce. Sembrava in-gaggiarsi battaglia fra la luce e le te-nebre. Intanto, si giunse ad una pic-cola spiaggia coperta di morti e di feri-ti, parecchi dei quali domandavano adalta voce conforto. Le file della pro-cessione si diradavano assai. Dopo diaver camminato per un tempo checorrisponde a duecento levate di sole,ognuno si accorse che non era più aRoma. Lo sgomento invade l’anima ditutti, e ognuno si rivolge al Ponteficeper tutelarne la persona ed assisterlonei suoi bisogni.In quel momento, furono veduti dueAngeli che portando uno stendardo loandavano a presentare al SommoPontefice dicendo: «Ricevi il vessillodi Colei che combatte e disperde i piùforti eserciti della terra. I suoi nemicisono scomparsi, invocano il tuo ritor-no. Portando lo sguardo sullo sten-dardo, vedevasi scritto da una parte“Regina sine labe originali concep-ta... ”».Il Santo Pontefice prese con gioia lostendardo, riunendo il piccolo numerodi coloro che erano rimasti intorno alui, e divenne afflittissimo.

I due Angeli aggiunsero: «Va’ tosto aconsolare i tuoi figli, scrivi ai tuoi figli di-spersi nelle varie parti del mondo: è ne-cessaria una riforma nei costumi degli uo-mini. Ciò non si otterrà se non spezzandoai popoli il pane della divina parola e ca-techizzando i fanciulli, predicando il di-stacco delle cose terrene. È venuto iltempo, come dissero gli Angeli, che i po-poli saranno evangelizzatori dei popoli, ei leviti saranno recati tra la zappa e lavanga e il martello, affinchè si compianole parole di Davide: «Dio ha sollevato ilpovero dalla terra per collocarlo sultrono dei principi del suo popolo».Ciò udito, il Pontefice si mosse e le file

S. Giovanni Bosco.

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della processione si ingrossarono. Quan-do, poi, pose il piede nella santa Città, simise a piangere per la desolazione in cuierano i cittadini, molti dei quali non eranopiù.Rientrato a S. Pietro, intona il “Te Deum”,cui rispose un coro di Angeli cantando:“Gloria in excelsis Deo”!Terminato il canto, cessò affatto l’oscuritàe si manifestò un fulgidissimo sole. Lecittà, i paesi e le campagne erano assaidiminuite di popolazione, la terra pestada un acquazzone, da un uragano e dagrandine non mai veduta. E le genti an-davano l’una verso l’altra con animo com-mosso: «Est Deus in Israel!». Dal princi-pio dell ’esil io sino al canto del “TeDeum”, il sole si levò duecento (200) vol-te; tutto il tempo che passò durante ilcompimento di queste cose corrisponde a400 levate di sole.

Interpretazione

La profezia prende le mosse dal buionel quale gli uomini «non potevanopiù discernere la via» che li portaalla propria patria (il Paradiso): glismarriti ritrovano la via mettendosi inprocessione dietro il Papa.Tra luce e tenebre, però, si ingaggiauna lotta furiosa che lascia sullaspiaggia morti e feriti (modernismo, ri-voluzioni, guerre). Anche la proces-sione di coloro che seguono il Papa sisfilaccia, e lo stesso Papa si eclissada Roma per duecento giorni, pro-vocando lo smarrimento dei fedeli, daiquali viene poi assistito.Dal Cielo, allora, interviene la ReginaImmacolata, e il Papa riprende co-raggio e unisce attorno a sé il gruppoesiguo di fedelissimi per una nuovaevangelizzazione del mondo. Allora,la processione si ingrossa e il Papaintona l’inno di ringraziamento a Dio(altri 200 giorni).Sulla terra devastata dalla grande tri-bolazione (che oggi sta per venire sulmondo intero) e cosparsa di cadave-ri, torna a risplendere il sole, e i rima-sti elevano l’inno di vittoria: «C’è Dioin Israele»!

***

A completamento delle profezie diDon Bosco, riportiamo anche questa,di cui non abbiamo altra indicazionedella fonte se non il periodico “Il Ga-lantuomo”.Vi saranno guerre tra principi e suddi-ti, tra il Dogma e l’errore, tra la luce e letenebre, tra il povero e il ricco: indizioquesto che qualche avvenimento di gran-dioso sta maturandosi nel Cielo, tale dafar stupire la gente.Si farà grande impasto fra tutte le nazionie il mondo andrà rimescolandosi comeun polentone. Si rimescoleranno tra loroRussi, Austriaci, Prussiani, Cosacchi Per-siani, Polacchi, Francesi, Italiani. E perfi-no nella Cina e nell’India vi sarà la ribel-lione, ma s’invocherà a calmare i popolila vera Religione.Mai la grande marmitta della società

se una fifa blu. Si arrabbiò, si consultòcon i teologi della facoltà di Torino, chegli rimisero il cuore in pace.– Il 5 gennaio 1855, si ammalò la Regi-na Madre Maria Teresa. Morì il 12 gen-naio, dopo aver ripetuto al figlio che mori-va di dispiacere per causa sua. Aveva 54anni. Il 16 gennaio si celebrarono i fune-rali. – Lo stesso giorno, ricevette il Viatico laRegina Maria Adelaide, che quattrogiorni prima aveva dato alla luce un bam-bino. Morì il 20 gennaio 1855, a 33 anni. – La sera stessa, il Viatico fu portato an-che al fratello del Re, il Principe Ferdi-nando, Duca di Genova. Morì la notte trail 10 e l’11 febbraio. – Il 17 maggio 1855, morì anche l’ultimofiglio di Maria Adelaide.

E la legge contro i conventi passò, nono-stante gli avvisi di don Bosco e la fifa diVittorio Emanuele II.

Gli storici hanno deprecato comesleale questo sistema di don Boscod’interferire nella cosa pubblica mi-nacciando castighi dall’alto. A noi pa-re non meno sleale che gli storicipretendano di esprimere giudizi sufatti preternaturali, come le rivelazionidei santi.Una nuova serie di disgrazie colpìancora Vittorio Emanuele II, dodicianni dopo, senza che intervenissedon Bosco. Il 30 maggio 1867, si celebrarono lenozze di Amedeo, duca d’Aosta,con Maria dal Pozzo della Cisterna. Ilmatrimonio iniziò sotto i migliori au-spici. Non era ancora sorta l’alba,che venne trovata impiccata la pri-ma dama d’onore. Stringeva tra lemani i fiori d’arancio della sposa.Nell’attesa dei Principi, un colonnel-lo delle guardie cadde ucciso daun colpo di sole. Uno dei custodi,preso da sgomento, dimenticò diaprire i cancelli e costrinse il corteo afermarsi. Angosciato per la vergo-gnosa dimenticanza, si uccise.Amedeo e Maria arrivarono a firmare’gli atti, ma l’ufficiale civile, a quelpunto, si afflosciò per terra, colpitoda apoplessia per l’emozione.Gli sposi e il corteo si recarono allastazione, dove li attendeva un trenonuziale per Stupinigi. Ma il caposta-zione era stato investito da un tre-no in manovra e maciullato. VittorioEmanuele Il impallidisce e ordina:«Niente più treno. Andiamo a Stupi-nigi in carrozza». Ma il conte Vara-sis di Castiglione, che funge da

scudiero degli sposi, cade di cassetta efinisce sotto le ruote. Intanto il Re è giàavanti e attende l’arrivo della carrozzanuziale e del seguito. Quando arrivano,s’accorge che è successo qualcosa dibrutto. Glielo dicono: «Castiglione èmorto». A questo punto - afferma lo sto-rico - al sesto cadavere di quell’infaustomattino, Vittorio Emanule compì davantialle Dame e a tutta la Corte un gesto discongiuro assai poco protocollare.E noi ci stupiamo che l’Italia, nata da unRe così scarognato, sia ancora piena diguai?

umana ha bollito più fortemente, mai s’èveduto un simile turbamento! Sarà quelloun periodo terribile di spavento e di con-fusione.Vorrei presagirvi tutto quello che capiterà,ma non vogliate credermi profeta finchètutto non sia avverato. Vedremo, dopociò, ancora qualche vicenda piena d’af-fanno prima che le cose arrivino liete alproprio destino.Ma poi spunterà un raggio a consolare itimorosi, i quali da un pezzo sentono ilgelo nelle ossa. Ritornerà cattolica laPrussia e l’Inghilterra; sarà pacificatal’Italia e la Turchia andrà per terra.Si conquisteranno i luoghi santi della Pa-lestina e, sulla cima di quelle cupole, s’in-nalzerà la Croce latina. Allora, vi saràproprio pace, una pace universale!Sarà così grande vittoria che nessunone vide una uguale.

***

Come fu che san Giovanni Bosco predisse molte disgrazie a VittorioEmanuele Il e non le predisse tutte

Tra il 1854 e il 1855 si dibatteva al Parla-mento piemontese la “Legge Rattazzi”,che proponeva la soppressione dei con-venti. San Giovanni Bosco fece due so-gni: vide un valletto di corte che gli an-nunciava: «Grande funerale a corte» e,la seconda volta: «Grandi funerali a cor-te»! Comunicò i sogni al Re. VittorioEmanuele, che era superstizioso, si pre-

Madonna mediatrice di Grazie.

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I novatori del sacro, più che pregarecon gli idolatri, più che compiacersidelle folle oceaniche osannanti

l’uomo-Papa (di sicuro non il Papato!),farebbero meglio a rivedere le proprieposizioni teologiche e a riflettere sullecause del diffuso degrado spirituale.Il retrivo buonismo non può contribuirealla pace e alla fratellanza, soprattutto serispetta tutti, comprende le ragioni di tutti,tranne quelle dei veri seguaci di Cristo,verso i quali fomenta atteggiamenti di di-sprezzo.Nei giorni scorsi, abbiamo assistito al-l’ubriacatura di Halloween, propaganda-ta da giornali e televisione e imposta,nelle scuole, ai nostri figli dalla stessaclasse docente che, in ossequio al’inter-cultura e all’alterità, ha eliminato il Divi-no Bambino dal presepe, con l’assen-so di una massa sempre più indiffe-rente e paganizzata.La diffusione di un’usanza di chiara ma-trice esoterica, che ha sostituito di fatto lacelebrazione della festa di tutti i Santi, ladice lunga sull’attenzione di certa Ge-rarchia Ecclesiale, schiava del prag-matismo, che si ostina a voler chiude-re gli occhi sullo stato di devastazionein cui versa il cattolicesimo, ormai in-quinato dai veleni del permissivismo.Quando il male assurge a mito, la re-sponsabilità è da attribuirsi non solo al si-stema mediatico che se ne fa paladino,ma anche all’intera collettività che, accet-tandolo, se ne rende partecipe, alimen-tandolo con il suo “humus”, deprecabilemistura di vile acquiescenza, moderni-smo e relativismo dottrinale, in apertocontrasto all’integralismo evangelico.L’abbandono dell’anatema e la rinun-cia alla decisa stigmatizzazione delpeccato sociale, fatto apparire oltretuttomeno grave da aggiustamenti diplomaticie dal consenso ecumenico a culture di-chiaratamente anti-cristiane, sono il ri-tratto di una nuova genìa di Pastori,rinnegatrice della tradizione di SantaRomana Chiesa, i cui dettati secolari so-no definiti dai suoi stessi ministri solotappe di un processo di crescita, da rela-

zionare ai tempi, a favore esclusivodell’uomo.Orami, Cristo e la SS.ma Vergine sonoposti alla mercé degli emissari di sata-na, i quali, pavidamente, si astengonodall’offendere gli idoli delle altre religioni,consapevoli di ciò che li attenderebbe.Cristo è paziente e misericordioso... per-dona tutti... che paura può fare? Che importano gli oltraggi contro di Luiperpetrati, se utili alla carriera, al denaro,al potere?Lo sradicamento dei princìpi cattolici hareso gli individui, animali senz’anima, roz-zi e tracotanti, che hanno fatto della vol-garità il loro pane quotidiano.I frutti putrescenti del “progresso” edell’emancipazione dalle Leggi di Diostanno appestando l’aria con i loro mia-smi infernali.

Ultimamente, i nemici di Cristo agisco-no “allo scoperto”, senza vergogna etemerariamente, ben sapendo di resta-re impuniti, almeno su questa terra. Es-si, in un crescendo di sacrilegi, imperterri-ti, calpestano quanto vi è di più sacroper cattolici, senza che si levi una so-la voce di severo monito!In proposito, c’è da segnalare anche lacopertina del libro, edito da Kowalski(www.Kowalskieditore.it), di Luigi Gar-lando con prefazione di Gene Gnocchi,dal titolo: “Nostra Signora del dischet-to”, illustrata da un certo Marco Ceruti,cover design (infernal design?) MichelaTozzini, la quale reca l’effigie che richia-ma espressamente la SS.ma Madre diDio, opportunamente imbellettata, vesti-ta di un manto a righe bianche e nere (icolori della Juventus?), con le manigiunte avvolte da un cordoncino, a mo’di Rosario, da cui pende un fischietto daarbitro.L’immagine parla da sè e indica lo statodi miseria interiore in cui versano i suoiautori che non esitano ad offendere Dio.Non c’è da stupirsi: Halloween, satireblasfeme, Crocifissi usati per scopipornografici e le tante altre trivialità so-no le conseguenziali manfestazioni del-l’apostasia dilagante di cui tutti si dovràrispondere un giorno, sebbene alla mo-derna teologia faccia comodo ricorda-re solo la Misericordia di Dio.Da soldati di Cristo, evitiamo il silenziocolpevole; avversiamo certa stampa, lefeste pagane e tutti i prodotti pubblicizzatiattraverso lo spregio dei santi segni dellanostra Fede.Riappropriamoci della nostra identità cat-tolica, prima che sia troppo tardi. Osteg-giamo, in nome di Cristo le innumerevolieresie e le terribili ideologie propaganda-te da lupi vestiti da agnello, nelle parroc-chie e nella vita pubblica: il loro obiettivoè l’annientamento di Cristo nei cuori enella storia.I sudditi di mammona nemmeno dinanzia Dio tremano: ben triste è il traguardoche attende loro e chi li segue, se non siravvedono!

NUOVA PENTECOSTE?– IGNORANZA, PROFANAZIONI, SACRILEGI -

della dott.ssa Maria Pia Mancini

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“Chiesa Viva” *** Febbraio 2006 19

di P. Giorgio Dall’Aglio

I “BACI”: SONO PERICOLOSI?

L a festa di San Valentino, o giornodegli innamorati, tristemente s’ètrasformata nel giorno del vizio

con tutte le sue conseguenze. Sembrache il famoso “bacio alla francese”, obacio profondo con interscambio di salivatra i due innamorati, non sia tanto bene-detto da Dio. Parliamone.Il bacio con interscambio di saliva puòtrasmettere il virus HIV del AIDSNel 1987, il dott. L. A. Kay, della Royalinfirmary of Sutherland, UK, scrisse nelprestigioso “British Journal of medici-ne”: «Durante questo tipo di bacio, lagiustaposizione dei denti e delle mucosevascolari della bocca porta con se il ri-schio di micro-ferite delle mucose e san-guinamento per entrambi i “partners”.Per di più, sono molto frequenti lesioniorali, come herpes labiale, ulcere aftose,gengiviti, e l’abrasione con lo spazzolinoda denti i quali espongono i capillari (vasisanguigni fragili)».Nel 1989, ricercatori italiani fecero unostudio confermando la presenza di san-gue nella saliva del 91% delle “coppie”dopo un tale bacio. Durante questo ba-cio, le due mucose entrano in intimo con-tatto e il sangue può passare direttamen-te da una persona all’altra. Questo effettocapillare è utilizzato per i medicinali su-blinguali. Il rossore intenso che accompa-gna questo tipo di bacio favorisce questopassaggio... e se il sangue di uno dei due“partners” è contaminato dall’AIDS, puòpassare nel circuito sanguigno dell’altro.Il fatto di lavarsi i denti, prima del bacio,provoca spesso un sanguinamento inten-so.I risultati di questo studio indicano che ilbacio appassionato non può essere con-siderato “sesso sicuro” per la trasmis-sione dell’AIDS. Contrariamente a ciòche si cerca di far credere alla gente, lasaliva del portatore di AIDS è strapie-na di virus infeziosi. Ricercatori delloArmand-Frappier Institut, il reparto den-tistico del Jewish General Hospital, laFacoltà di Odontologia Mac Gill Uni-versity e la Facoltà di Medicinadell’Università di Montreal, hanno di-mostrato che i leucociti infettati (cellulebianche del sangue) passano nella salivaal ritmo di un milione al minuto... fino a

10 milioni al minuto, nel caso di malattiedella mucosa bucale, frequenti negli am-malati di AIDS e nelle donne utilizzatricidella pillola contraccettiva.Le investigazioni mostrarono una presen-za più elevata di HIV (AIDS) nei linfocitisalivari e non nei linfociti del sangue peri-ferico (sotto braccio) negli ammalati diAIDS. Questo fa pensare che i linfociti in-fettati ricevono una stimolazione antigeni-ca e/o mitogenica della flora buccale(batteri nella cavità buccale) avendo perconseguenza una più alta espressionedel virus.Tristemente, molti “ufficiali” della sanità,del settore pubblico, al livello nazionaleeuropeo o mondiale, così come i mezzi dicomunicazione, le scuole, continuano aseminare le bugie criminali che il virusdell’AIDS è poco presente nella saliva,che il bacio alla francese non può tra-smettere il virus, che sarebbero necessa-ri litri di saliva per farlo, che la saliva “di-sattiva” il virus, che la carica virale neces-

saria per l’infezione non è abbastanzaelevata nella saliva (ciò che è falso, vistoche il virus HIV è un retrovisrus lentiviruse che basta uno per trasmettere la malat-tia!), che troveremo il Vaccino miracoloper permettere a tutti di peccare tranquil-lamente (altra bugia, visto che il virus sialloggia sulle spalle dei linfociti T-Cell sol-dati del corpo e distrugge il sistema im-munitario necessario a una reazione vac-cinale), che il virus è molto fragile e gen-tilmente morirebbe in pochi minuti fuoridel corpo. Falso e criminale!Numerosi studi francesi e americanimostrano che questo virus è estrema-mente resistente. Il dott. James Slaff delNational Institute of Health riporta che,al contrario degli altri retrovirus, il virusdell’AIDS può sopravvivere fuori del cor-po da ore a giorni! Il giornale medico“The Lancet” del 28 sett. 1985, pubblicòuno studio dal Viral Oncology Unit alPasteur Institute rivelando che «il lenti-virus dell’AIDS è ancora infettivo dopo 15giorni a temperatura ambiente, fino a 56gradi centigradi».Il poco sangue presente nell’ago di unasiringa contaminata è sufficiente per tra-smettere l’AIDS. E abbiamo visto che ilvirus è più concentrato nella saliva chenel sangue.Cosa vogliono quelli che propagano que-ste bugie e pretendono lottare contro Dioe saperne più di Lui, uccidendo i nostri fi-gli e il nostro futuro? Chi approfitta diquesto crimine? Chi è all ’originedell’AIDS? Chi ha creato questo virus in-sieme a quelli della SARS, della Polmoni-te dei polli... ed altri? Chi finanzia questiprogetti diabolici? Risposta in un prossimo articolo.In conclusione, gioventù e voi genitori,non lasciatevi ingannare dai nemici dellavostra Fede, della vostra felicità e del vo-stro paese. In generale, un ragazzo ouna ragazza che si danno questo generedi bacio, hanno già avuto o cadrannomolto rapidamente in una relazione ses-suale di fornicazione o prematrimoniale.Sesso sicuro significa rispettare la ra-gazza o il ragazzo fino al matrimonioed essere fedele dopo.Dire “NO”, prima che sia troppo tardi perdirlo. Che Dio vi benedica!

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20 “Chiesa Viva” *** Febbraio 2006

La Gran Bretagna

A scuola ci fecero, secondo una bellaespressione dialettale, «‘na capa tanta»di luoghi comuni, su ciò che fu la storiadell’umanità, prima che il “progressodei popoli”, soprattutto dopo ed in con-seguenza della “Gloriosa” Rivoluzionefrancese, spazzasse via dal mondo i re-sidui del Medioevo. In particolare, se c’èun istituto verso il quale si sono concen-trate critiche e lazzi, questo è stato il po-tere temporale dei Papi. Oggi, persinomolti preti sostengono che la riduzione ai“minimi termini” di tale istituto è statoun bene. Ma è davvero stato così?Cominciamo col chiarire un punto che,purtroppo, continua a sfuggire a tanti. Ilpiù grande filosofo cattolico italiano diquesti ultimi 50 anni, Augusto Del Noce,ha scritto che il cosiddetto “Risorgimen-to” e la cosiddetta “Resistenza” altronon sono stati che capitoli della storiadell’imperialismo anglo-americano.I “risorgimentali” poterono trionfare gra-zie esclusivamente al sostegno diploma-tico e militare di mezzo mondo, Franciaed Inghilterra in prima fila.Cominciamo a dare un’occhiata all’atteg-giamento britannico.In effetti, tale atteggiamento fu influenza-to da vicende in cui l’aspetto politico nonpuò essere assolutamente distinto daquello religioso. In pratica, tutto il “Risor-gimento” italiano coincise con il lungogoverno a Londra del massone LordPalmerston (1831-1865), appoggiato dai“fondamentalisti” evangelici di LordShaftesbury che esplicitamente si eradato l’obiettivo di estirpare il cattolice-simo dall’Italia, facendone un paeseprotestante. Proprio per questo motivoappoggiò le correnti risorgimentali più ar-rabbiate. Espresso in questa forma cosìesplicita era il programma di una fazionedi estremisti religiosi che, però, intantomieteva successi, perché si rendeva in-terprete di sentimenti popolari diffusi.I giornalisti britannici diffondevanonell’opinione pubblica il concetto che sidoveva appoggiare il “risorgimento”non tanto e non solo per favorire il raffor-zamento di un paese amico, quanto per

vour attizzarono questi sentimenti, affer-mando più volte che la fine del poteretemporale avrebbe impedito definitiva-mente questi comportamenti.Quando nel 1855, Vittorio Emanuele IIvisitò l’Inghilterra, fu accolto da ovazionipopolari. L’essere stato scomunicato dalPapa era, ai loro occhi, titolo di meritosufficiente per passare da grande eroe.Papa Pio IX più volte affermò che ilsuo peggior nemico era il ministro de-gli Esteri inglese, Lord John Russel.Quest’ultimo, il 27 ottobre 1860, quandoun barlume di biasimo internazionale sta-va coagulandosi contro il Piemonte, inseguito all’invasione dello Stato pontificioe di quello napoletano, scese personal-mente in campo, inviando un dispaccioche non solo approvava gli eventi italiani,ma anzi li paragonava alla rivoluzione in-glese del 1688. Non contento di questeenunciazioni di princìpio, affermava ilconcetto, precursore della moderna “in-gerenza umanitaria”, per cui, mentre unpaese poteva inviare dei volontari ad as-salirne un altro, senza dichiarazione diguerra (praticamente l’impresa di Gari-baldi), il sovrano legittimo non aveva ildiritto di chiedere aiuto ad altri prìncipi.Dobbiamo ricordare che le minoranzecattoliche di tutto l’impero britannico, tan-to nella madrepatria, quanto nelle coloniesparse in tutti i cinque continenti, si mo-bilitarono in modo esemplare contro ilGoverno. Manifestazioni antigovernativepraticamente non mancarono mai. Forse,uno dei motivi per cui il governatore delSudan, Gordon Pascià, fu abbandonatoa Khartoum, assediata dai ribelli, (i rinfor-zi si fermarono per anni lungo il Nilo egiunsero a destinazione solo subito dopola sua morte!) è che egli era un cattoli-co fervente.Forse, le ambiguità italiane in politicaestera e le sue scarse propensioni milita-ri, sono dovute proprio al fatto che lo Sta-to non è nato combattendo contro stra-nieri, ma, al contrario, si è affermatocombattendo altri italiani (il cosiddetto“brigantaggio”), forte dell’appoggio stra-niero.Non per caso fu scelto il 20 settembreper l’assalto finale che portò alla breccia

completare l’opera dei loro avi, distrug-gendo la “degradante teocrazia”, con-tro la quale si erano ribellati nel XVI se-colo.Non a caso Malta, colonia inglese, fu ilcentro tanto della propaganda risorgimen-talistica, quanto di quella protestante, en-trambe dirette dall’ex prete GiacintoAchilli. Il primo giornale protestante in lin-gua italiana, “L’indicatore”, era stampa-to a Malta e da lì diffuso in tutt’Italia.I buoni cattolici maltesi, invano, protesta-rono. Però, ebbero la soddisfazione discacciare Garibaldi, quando venne in vi-sita a Malta nel 1864, al grido di: “Cane”e “Nemico di DIO”. Non dimentichiamoche, al suo ingresso in Napoli nell’infau-sto 1860, il “Times” lo aveva invitatoad aprire la teca con il sangue di SanGennaro. I già diffusi sentimenti anti-cat-tolici si rafforzarono quando, nel 1848,papa Pio IX, per la prima volta, da oltre250 anni, nominò dei Vescovi per Inghil-terra e Galles e ve li inviò. Mazzini e Ca-

di Raffaello Minimi

BEGHE INTERNAZIONALICONTRO LA CHIESA

– NEL SECOLO SCORSO –

Luigi Napoleone (Napoleone III) carbonaro,alla richiesta di Cavour (1860) di invadere gliStati Potifici, rispose: «Fatelo, ma fate pre-sto!».

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“Chiesa Viva” *** Febbraio 2006 21

di Porta Pia. Quella data è l’iniziodell’anno massonico.Il primo civile che entrò in Roma, al se-guito dei bersaglieri, fu il missionario pro-testante Luigi Ciari, con un carretto dibibbie trainato da un cane, a cui avevamesso il nome: “Pio Nono”.La Provvidenza ha impedito la realizza-zione dei progetti di coloro che volevanoestirpare il Cattolicesimo dall’Italia. Sfor-tunatamente, se ne occupa, oggi, l’auto-demolizione della Chiesa, seguita al Con-cilio Vaticano II. Ma questa è un’altra sto-ria.

La Francia

Come vedemmo, il vero obiettivo era ilpotere temporale dei Papi. Si capivabene che, colpendolo, si sarebbe resavulnerabile la Chiesa stessa.Tutti i nemici della Chiesa, dai bizantiniscismatici (così si dovrebbero chiamare isedicenti “Ortodossi”) ai ghibellini estre-misti, ai Protestanti, avevano sempre ri-coperto lo Stato pontificio d’insulti e lazzid’ogni genere, dipingendoli come il regnodell’inefficienza e della corruzione.Però, fino all’avvento dell’illuminismofrancese del ‘700, nessuno aveva conte-stato il diritto stesso all’esistenza di taleStato. Furono questi signori che, ufficial-mente, dicevano di credere solo nei “lu-mi” della Ragione, ed in ciò che potevaessere spiegato da essi, e poi, all’ombradi logge e retrologge massoniche e car-bonare, si trastullavano con l’occulto, chescoprirono che per la Chiesa non avere ilpeso del potere temporale avrebbe gio-vato all’apostolato. Quando Padre Piosentiva ripetere tale sofisma, subito zitti-va l’incauto al grido: «Taci, tu che noncapisci niente»!Il ruolo degli Stati europei nella distruzio-ne di tale potere va comunque ribadito.Nel precedente episodio abbiamo visto ilruolo dell’Inghilterra. Questa volta, ci oc-cuperemo della Francia.La Francia, “Figlia primogenita della

Chiesa” è stata anche la patria della Ri-voluzione. Le armi francesi già due voltedistrussero lo Stato Pontificio (nel 1796-98 e nel 1806), giungendo ad imprigiona-re il Papa.Nel 1830, la restaurata monarchia borbo-nica di Carlo X era stata spazzata viadalla Rivoluzione di Luglio che aveva im-posto la monarchia borghese di Luigi Fi-lippo d’Orleans. Per inciso, faccio notare come delle que-stioni spinose, ancora oggi dolorosamen-te aperte come quella algerina, comincia-rono allora. Basti pensare che, in quel-l’anno, i francesi occuparono tale paeseafricano. Inizialmente accolti come libera-tori, sono velocemente “schifati”. Tantoper dirne una, da subito è concessa lacittadinanza francese a tutti gli Ebrei lo-cali, mentre i Cristiani ed i Musulmani sela vedono concessa con il contagocce. Inquesti ultimi tempi, poi, molti immigraticlandestini in Francia hanno ottenuto lacittadinanza francese, proprio sfruttandole leggi di Luigi Filippo, contraendo verio, più spesso, falsi matrimoni con discen-denti degli ebrei algerini.La Rivoluzione, come suo costume, divo-ra i propri figli. Nel 1848, tutto il mondo è scosso da motiinsurrezionali, nel corso dei quali fanno laloro prima comparsa le bandiere rosse equelle nere. Proprio in quell’anno, CarloMarx stende il “Manifesto del PartitoComunista”.Le sollevazioni di febbraio scacciano Lui-gi Filippo. È proclamata la repubblica, aicui vertici giunge rapidamente Luigi Na-poleone. In quello stesso periodo, sem-pre in seguito a moti insurrezionali, PapaPio IX è scacciato da Roma. È proclama-ta la Repubblica romana con a capo Giu-seppe Mazzini.Luigi Napoleone manda, allora, delletruppe a restaurare il Pontefice. Avevaforse Napoleone girato le spalle ai suoiantichi compagni di cospirazione? Forseche in lui si era risvegliato un barlume diriconoscenza per coloro che lo avevanoaccolto esule, nel 1815, quando, schifato

ed evitato da coloro che avevano fattocarriera all’ombra del “piccolo grandecòrso”, aveva trovato asilo con tutta lafamiglia solo presso quel Pio VII che dalprimo Napoleone non aveva avuto altroche carcere e persecuzione?Purtroppo no! Era rimasto la stessa ser-pe che, nel 1831, aveva cospirato controi propri benefattori, entrando nella carbo-neria e partecipando ai moti di Romagna.Luigi Napoleone aveva restauratoPio IX solo perché aveva bisogno dei votidei cattolici francesi. Senza contare che,battendo sul tempo altre potenze, eracerto di acquisire una sorta di “protetto-rato” sullo Stato Pontificio. Così avreb-be potuto distruggerlo gradualmente.Da quel momento, una guarnigione fran-cese fu sempre presente a Roma. Pio IXintuì subito l’atteggiamento di Napoleo-ne III (nome che assunse quando re-staurò l’impero), era ambiguo.Non sapeva spiegarsi altrimenti comemai tutti i tentativi di mons. De Merodedi creare un’efficiente armata pontificia,inquadrando i volontari che, da tutto ilmondo (ci furono, tra gli altri, anche unpolinesiano, un congolese, 135 canadesi,14 statunitensi, un messicano ed un tar-taro di etnìa circassa) accorrevano, quasifosse una nuova crociata, per difenderela città eterna dai nuovi Brenno che la in-sidiavano, fossero sabotati dal coman-do francese.Quando nell’agosto dell’infausto - specieper noi meridionali - 1860, Cavour chie-se il permesso di invadere lo StatoPontificio, Napoleone III rispose: «Fa-telo, ma fate presto!».L’altra Francia, quella del beato CarloMagno, di San Luigi IX e di Carlo X, ilconte di Chambord, il legittimo re En-rico V, morto in esilio a Gorizia, ed il cuicorpo, oggi, riposa in terra slovena: «Lacaduta della sovranità più augusta almondo, trascinerebbe quella di tutte lesovranità. Oltre e più che il suo poteretemporale, è il potere spirituale che laRivoluzione vuole colpire. È a DIOstesso che muove guerra!».

Diminuzione del senso del peccatosac. dott. Luigi Villa Ristampa (pp. 140 - Euro 10)

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Troppe cose ci fanno perdere la coscienza del peccato. Tutto è divenuto, ormai, ba-nale, quasi normale. Si parla d’istinti, di subcoscienza, di impulsi, di condizionamen-ti, così che il peccato è divenuto come una realtà quotidiana dell’esistenza, unrifiuto dell’amore di Dio.Anche i Santi hanno dovuto combattere tutta la vita le loro debolezze, sia per libe-rarsi dal peccato, sia per progredire nell’amore di Dio. Anch’essi sentivano in sè –dice S. Paolo – come due uomini: l’uno, che voleva il bene; l’altro, no; l’uno che ri-fiutava il male, l’altro che cadeva nel peccato. Anche noi, quindi, chiamati dal Signo-re alla santità, dobbiamo lottare per essere sempre più disponibili all’amore di Dio!

Novità

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del dott. Franco Adessa

Conoscere la Massoneria

La MAFIA di Mazzini

«Il gruppo finanziario dei Seligman, insieme ad altre ban-che sioniste di Wall Street, appoggiò come candidato presi-denziale democratico, Seymor, quello scelto da AugustBelmont (l’uomo dei Rothschild negli Stati Uniti), e gliprepararono un programma in cui veniva richiestal’abolizione del proclama di emancipazione di Lincolncon il quale era stata abolita la schiavitù»1.Sullo stesso libro, poche pagine prima, a proposito della fa-miglia Seligman, leggiamo: «... nel 1843, fu fondata l’AltaMassoneria Ebraica dei B’nai B’rith, chiamata anche“Gran Loggia Costituzionale dell’Ordine dei Figli delPatto d’Alleanza”, come branca riconosciuta dalla Masso-neria di Rito Scozzese Antico ed Accettato, per gli ebreinegli Stati Uniti. Il B’nai B’rith ebbe quartier generale al nu-mero 450 di Grand Street, a Manhattan, nella casa di Jo-seph Seligaman, un ricco mercante “commerciante ditessuti”. Seligman è un nome che si incontra tuttora aWall Street, insieme a quello dei suoi contemporanei, qualiAugust Belmont, Loeb, Schiff e Lazard. (...). La funzionedell’Alta Massoneria dei B’nai B’rith era quella di funge-re da copertura ad operazioni di spionaggio per contodei Montefiore e dei Rothschild. L’organo americano ditale organizzazione, il “Menorah”, non poteva certo na-scondere i suoi legami coi Rothschild e, quindi, preferìostentarli: “In tutti i paesi, il nome dei Rothschild è sinoni-mo di onore e generosità e non ci sono altri nomi in Euro-pa che godano di una così meritata e vasta popolarità...”»2.«Le stesse banche (associate ai Seligman) controllavano,poi, il generale Albert Pike ed i suoi tagliagole incappuc-ciati, il Ku Klux Klan (che Macheca ed i suoi gangster sidavano gran pena ad imitare, croce di Malta inclusa). Pikee Macheca e le loro unità irregolari scatenarono una taleondata di violenza in tutto il Sud degli Stati Uniti da distrug-gere, pochi anni dopo il suo assassinio, tutto il programmadi ricostruzione che Lincoln aveva messo a punto.I dati storici mostrano che il gruppo di Macheca a New Or-leans, che aveva cominciato la sua carriera sparando ai ne-gri per conto delle banche filo-sudiste di New York, avevadimostrato di che pasta era fatto. Egli divenne il punto dipartenza per l’organizzazione della malavita negli StatiUniti. Fu Macheca che s’incaricò di preparare il terreno per Giu-seppe Esposito, l’uomo che, per conto di Mazzini, diedela prima base organizzativa alla struttura della MAFIAnegli USA. Molto legato a Mazzini, Esposito lasciò la Si-cilia verso il 1870 ed arrivò a New Orleans, dove presecontatti con Macheca. Esposito fece un giro organizzativoin tutti gli Stati Uniti, riunendo gruppi di società segretecomposte da italiani e creando, ex novo, reti di comunica-zione tra gruppi di città diverse. Il risultato del viaggio diEsposito fu di trasformare le società segrete di sicilianiin cellule del crimine organizzato.Il rappresentante di Mazzini (Esposito) aveva un’auto-rità assoluta sui padrini locali, perfino sul capo dell’orga-nizzazione madre di New Orleans (Macheca)»3. Secondo uno storico, “L’egemonia di Macheca sulla Ma-

fia fu messa in ombra, per un breve periodo, dal 1879 al1881, quando egli obbedì, temporaneamente, ad Esposi-to”4»5.Ma avvenne un fatto che impose una riorganizzazione dellaMafia negli Stati Uniti: «“Macheca fu linciato dalla folla diNew Orleans che lo strappò da una prigione, in cui era sta-to rinchiuso per l’assassinio di un poliziotto”6. Alla sua mor-te, le redini del comando furono prese dal suo braccio de-stro, Charles Matrenga. La scomparsa di Macheca su-scitò un’impressione profonda sulle varie organizzazionidella Mafia e, forse, fu a questo punto che venne presa ladecisione di “legalizzarsi”, e cioè di intraprendere attivitàlegali come paravento, inaugurando una strategia che fumolto seguita da allora in poi.Per poter portare a termine questa operazione, la banda diMatrenga si rivolse all’aristocrazia sionista.Fu un ebreo rumeno, Samuel Zemurray, un immigrato pro-veniente dalla Bessarabia che, nel 1900, aiutò a trasformarele cosche di New Orleans in “affari puliti”. Zemurray riuscìad ottenere un finanziamento dal solito gruppo di banche diNew York e Boston, per acquistare una parte della flottamercantile della banda di Macheca. Uno storico commenta:“La flotta di Macheca si fuse con altre quattro linee dinavigazione per formare la “United Fruit Company”, cherimane una delle più grosse industrie di tutti gi Stati Uniti”7.La United Fruit - ridenominata recentemente United BrandsCompany - sceglie tradizionalmente i suoi dirigenti tra l’élitedei banchieri sionisti di New York. Nonostante tutto, la ban-da dei siciliani era ricordata con nostalgia. “Quando Char-les Matrenga morì nel 1943, l’intero Consiglio di ammi-nistrazione della United Fruit presenziò ai funerali”8»9.

Giuseppe Mazzini fu alla direzione del pro-gramma rivoluzionario mondiale degli Illumi-nati, dal 1834 al 1872.

1 K. Kalimtgis, D. Goldman, J. Steinberg, “Droga S.p.a.”, EdizioniLogos, Roma 1978, p. 43.2 Cfr. Benjamin Peixotto, ed. “The Menorah”, organo ufficiale delB’nai B’rith, New York, 1° sett. 1886.3 Kalimtgis, Goldman, Steinberg, op. cit., pp. 43-44.4 Cfr. D. L. Chandler, “Brothers in blood”, p. 79.5 Kalimtgis, Goldman, Steinberg, op. cit., p. 44.6,7,8 Cfr. D. L. Chandler, op. cit., pp. 95-98.9 Kalimtgis, Goldman, Steinberg, op. cit., pp. 44-45.

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MEMOIRS POUR SERVIR AL’HISTOIRE DU JACOBINISMEdell’abbé Augustin Barruel(in due tomi)

Questo libro dell’abate Barruel(1741-1829) fu stampato per laprima volta a Londra nel 1797-1798. L’opera ebbe un successostraordinario.Fu poi reeditata sette volte, inversione integrale, nel XVIII, XIX,XX secolo, e nove volte in ver-sione-sunto, e fu tradotta nelleprincipali lingue europee.Quest’opera ebbe un enorme in-flusso nella storia delle idee perla sua importanza e il suo ruolonell’istoriografia rivoluzionaria ein tutta la corrente del pensierocontro-rivoluzionario e anti-mas-sonico.Questa nuova edizione merita difigurare in tutte le grandi bibliote-che e in tutti gli Istituti di ricerca,interessati alla storia delle idee eall’istoriografia rivoluzionaria.

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Editions de Chiré86190 Chiré-en-Montreuil

“Chiesa Viva” *** Febbraio 2006 23

Lettere alla Direzione

SEGNALIAMO:

«Guardati dall’uomo cheha letto un solo libro».

(S. Tommaso d’Aquino)

In Libreria

Rev.do e caro P. Villa,(...) per il suo compleanno La ricor-

derò in modo particolare nella preghie-ra... che il Signore Le doni forza per potercontinuare a vivere nel suo servizio cosìintenso. Auguri!Memento mei ad altare Dei!

(P. P. R. - Roma)

***

Spettabile Direzione,(...). Saluto con deferenza e gratitu-

dine il Rev.do Sacerdote L. Villa per ilsuo coraggio della verità.Auguri di buon lavoro!

(Ing. P. G. - Foggia)

***

Rev.do Don Villa,sempre la ricordo con tanta affettuo-

sa gratitudine per i suoi insegnamenti,per il suo coraggio nella lotta impari checonduce ogni giorno da così tanto tempo.A Lei e alle sue dolcissime Suore che Lacoadiuvano in questo difficile compito,va, soprattutto in questo periodo natali-zio, il mio ricordo, la mia preghiera, il mioaffetto, con l’augurio che l’anno nuovoporti davvero del nuovo, secondo le no-stre attese e speranze.Aff.mo in Cristo.

(U. Z. - Roma)

***

Rev.do P. Villa,grazie a Lei per il suo nuovo studio

al di sopra dei molti anni!

Le auguro ogni bene e tante “grazie” alleSorelle!

(P. V. - Milano)

***

Carissimo P. Villa,approfitto per mandare a Lei e alle

Sorelle i più vivi auguri di Buon Natale eFelice Anno nuovo!Avanti sempre con grinta e coraggio!In Domino!

(p. L. G. - Verona)

***

Carissimo Don Villa,voglio ringraziarLa di tutto cuore. Già

da tempo leggo “Chiesa viva” con gioia.Lei è molto coraggioso e preciso. Bravo!“Giovanni Paolo II: un pontificatoenigma” è un altro capolavoro! Auguri! Quando aprirannno gli occhi inVaticano?..In unione di preghiera nei SS. Cuori diGesù e Maria!

(don D. E. - Roma)

***

Molto rev.do Mons. Villa,(...). Il mio scrivere (giornalista) è un

grido di dolore al quale spero Lei possadare, con la sua maggiore statura di di-fensore della Fede, un più forte risalto. A Lei tutta la mia riconoscenza e la spe-ranza che Gesù La protegga e La con-servi molto, molto a lungo!Suo aff.mo ammiratore.

(M. M. - Roma)

RAGAZZE e SIGNORINE

in cerca vocazionale, se desiderate diventare Religiose-Missionarie” – sia in terra di missione, sia restando in Italia –

per opere apostoliche, con la preghiera e il sacrificio, potete mettervi in contatto, scrivendo o telefonando a:

“ISTITUTO RELIGIOSO MISSIONARIO”

Via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax: 030 3700003

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24 “Chiesa Viva” *** Febbraio 2006

2 Don Luigi Villa: il vittorioso “avvocato del diavolo”del presidente Macca avv. Salvatore

5 Giovanni Paolo II... santo?del sac. dott. Luigi Villa

8 Il Dogma del “Peccato Originale”nelle teorie moderniste (1)del dott. V. Icardi

11 Occhi sulla politica

12 Documenta-Facta

14 Preoccupante presenza islamica in Italia - documentazione - (2)del sac. D. E.

16 I sogni di Don Bosco (3)di A. Z.

18 Nuova Pentecoste?- ignoranza, profanazioni, sacrilegi - della dott.ssa M. Pia Mancini

19 I “baci”: sono pericolosi?di P. G. Dall’Aglio

20 Beghe internazionali contro la Chiesa, nel secolo scorsodi Raffaello Minimi

22 Conoscere la Massoneria

23 Lettere alla Direzione - In Libreria

24 Conoscere il Comunismo

FEBBRAIO 2006

SOMMARIO N. 380

GIOVANNI PAOLO II... SANTO?

SCHEMI DI PREDICAZIONE

Epistole e VangeliAnno B

di mons. Nicolino Sarale

(Dalla VII Domenica del Tempo Ord.alla II Domenica di Quaresima)

Yao Dongqing MariaReligiosa. Nata nel 1915-16, entrò a farparte delle missionarie Osf, delle quali eraSuperiora provinciale. Venne fucilata il 13marzo 1951, in città a Xinyang, per aver ri-fiutato di firmare una dichiarazione che ac-cusava i missionari di essere delle spie.

Zang Shiping LuigiCatechista. Di circa 46 anni, venne fuci-lato il 13 marzo 1951, per aver rifiutato difirmare una dichiarazione che accusava imissionari di essere delle spie.

Diocesi di ZhumadianStaccata dal Vicariato Apostolico diNanyang e dalla Prefettura Apostolica diXinxiang, il 2 marzo 1933, è affidata alclero secolare locale.

Tian Shisheng TitoSacerdote. Vicario Generale. Originario diJingang, diocesi di Nanyang, vi era natonel 1907. Nel 1927, fu a Roma, al Collegiodi Propaganda Fide, per gli studi teologici.Ordinato sacerdote il 22 dic. 1934, tornò inCina nel 1935. Nel settembre 1956, venneimprigionato per la prima volta e, liberatodopo un anno, fu subito arrestato e con-dannato a 15 anni di “rieducazione attra-verso il lavoro”. Scontata la sentenza, nonriottenne mai la libertà. Il 12 luglio 1981,assieme ai sacerdoti Jin Dechen, ZhangShengtang e Zhu Bayoyu, fu condanna-to ad altri 15 anni di “rieducazione attra-verso il lavoro”. Morì il 25 maggio 1983,privo di cure mediche e di cibo adeguatoalle sue condizioni fisiche.

MARTIRI NELLA PROVINCIA DI HENAN

Conoscere il Comunismo

Martiri in Cina

che ne permettessero il consolidamentoe la crescita.L’incontro con lui durò poco più di un’ora.Una conversazione animatissima, con-dotta soprattutto da lui che, per la primavolta, in oltre 40 anni, incontrava un stra-niero, un missionario del Pime. Volevasapere tutto di quegli antichi nomi di pre-ti, ormai tutti morti.«Mi è stato chiesto tante volte di confes-sare le mie colpe. Ma io ho vissuto soloper il Vangelo; ho desiderato solo Dio.Non ho mai nemmeno immaginato diconsiderare una colpa quello in cui credo.Se un uomo perde se stesso e la Perso-na che più gli sta a cuore, se ammettessiper un solo istante che di Dio non me neimporta, che cosa mi rimarrebbe?».

(continua)

Mons. Giuseppe Jin DechenEra uno di quegli uomini che da sempreavevano colpito la mia fantasia, fin daquando, giovanissimo, ebbi modo di leg-gere di lui. Nanyang è una missione nellaquale hanno lavorato tantissimo i missio-nari del Pime, fin dal secolo scorso.All’arrivo del nuovo regime, tutti furonoespulsi dal Paese e la diocesi si trovòcon pochi sacerdoti. Giuseppe Jin De-chen, allora giovane prete, divenne re-sponsabile della comunità diocesana.A seguito dell’incontro di Pechino, quan-do venne fondata l’Associazione Pa-triottica dei cattolici cinesi, nell’estatedel 1957, don Giuseppe fu uno di quelliche non tacquero la propria preoccupa-zione, e fece sentire la sua assoluta fe-deltà al Vangelo e alla Chiesa. Sparì,condannato a i lavori forzati per 15 anni.Nel 1973, fatto rientrare a Nanyang, do-vette accudire ai maiali per nove anni. In-tanto, nei primi anni Ottanta, la nuova po-litica di apertura, iniziata da Deng Xiao-ping, permise un minimo di attività pasto-rale. Fu sufficiente per essere arrestatodi nuovo e vedersi infliggere un’altra con-danna di 15 anni di lager.Ne uscì soltanto nel 1992, dopo che unavasta campagna internazionale, per chie-derne la liberazione, aveva messo in im-barazzo il Governo. Tornato finalmente alsuo vecchio villaggio, debole, anziano emalandato, riprese il suo legittimo compi-to alla guida della comunità diocesana,con impegno e decisione. Occorreva ri-costruire tutto; non solo i muri ma, so-prattutto la vita di Fede e gli strumenti

contro Dio

contro l’uomo

di Giancarlo Politi