“ci vuole un villaggio per fare crescere un figlio” educatori insegnanti amici parenti...
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“Ci vuole un villaggio per fare crescere un figlio”
educatori
insegnanti
amici parenti
istituzioni
genitori
un proverbio …
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DIVENTARE GENITORE
Mettere al mondo un figlio non
avviene semplicemente
una volta, ma ogni giorno.
Soprattutto nell’infanzia e
nell’adolescenza.
Fino ad alcuni decenni fa il modello familiare dominante era quello di tipo più tradizionalmente “autoritario”, imperniato sulla disciplina e l’obbedienza, ritenuti punti di riferimento indiscutibili per ogni sistema familiare.
L’educazione era concepita molto rigidamente e fondata sul rispetto delle regole, sul senso di colpa e la paura del dolore fisico o mentale della punizione.
Oggi la famiglia ha subito numerose trasformazioni rendendo più fluidi i confini fra i vari ruoli e meno rigide le sue regole di condotta. Si è posta molta attenzione all’affettività e al benessere dei suoi membri.
Le famiglie attuali lasciano maggiore spazio agli affetti e ai bisogni individuali.
Tra i tuoi compiti c’è quello di accettare i tuoi propri limiti e
perdonare l’imperfezione che ci accompagna tutti: si può sbagliare .L’importante è ammettere l’errore
con te stesso e con tuo figlio
E’ soprattutto tuo figlio, se sarai in grado di ascoltarlo, che può aiutarti a capire i tuoi difetti e a “correggere la rotta”.
ASCOLTARE ….. COME ASCOLTARE?
concedimi solamente qualche istante. Accetta quello che vivo, quello che sento,
senza reticenza , senza giudicare.
non bombardarmi di domande, consigli, idee. Non sentirti obbligato
a risolvere le mie difficoltà
Ascoltami…
I bisogni nella comunicazione …ASCOLTO…
• Ascoltare un bambino/ragazzo vuol dire trasmettergli il riconoscimento e la capacità di comprensione, compiere lo sforzo di metterti nei suoi panni, decentrarti da te, cercare di vedere la realtà per qualche istante dal suo punto di vista.
• Sii aperto ai messaggi e alle richieste che ti invia…
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1. GUARDALO NEGLI OCCHI
2. MOSTRA DI ESSERE INTERESSATO A CIÒ CHE DICE
3. FAI DOMANDE DI APPROFONDIMENTO
4. CERCA DI NON INTERROMPERLO
5. GESTISCI LA TUA REAZIONE EMOTIVA: MOSTRA PAZIENZA, EVITA DI DISTRARTI E DI AVERE PREGIUDIZI.
6. UTILIZZA I TERMINI UTILIZZATI DA LUI PER RISPONDERE E PER FARE CONOSCERE IL TUO PUNTO DI VISTA
7. METTI DA PARTE I TUOI BISOGNI PERSONALI (DI FARTI VALERE, DI AVERE RAGIONE, DI SQUALIFICARE, DI DIFENDERTI….)
COME ASCOLTARE?
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ESSERE GENITORE:Impara a riflettere su…
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Aiutarlo nello studio è …… • Accompagnare,
guidarlo …
all’esperienza delle cose.
• Renderlo partecipe del senso, della
bellezza, della bontà del quotidiano.
FAVORIRE LA MOTIVAZIONEFAVORIRE LA MOTIVAZIONE
Non “lavora sodo”, ma “ fai cosi...cosi”;
“ prova..”
FORNIRE IDEE CONCRETE
su modalità, tempi, mezzi, ...,per raggiungere le mete incoraggiando nella gestione delle difficoltà,
senza mai sostituirti.
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Il tuo ruolo di genitore 1
Cosa fare?
Condividere le ragioni,
il senso dei compiti, dentro una storia
di apprendimento umano
COSA HAI
IMPARATO
OGGI ?
dipendenza
autonomia
ambivalenza
…La crescita…
Evento critico
DisorganizzazionDisorganizzazionee
Ricerca Ricerca soluzionisoluzioni
stallostallo
riorganizzazione
riorganizzazione
La cosa migliore da fare è “resistere” e continuare a fargli sentire la tua presenza: questo gli dà sicurezza. Non metterti sullo stesso piano di tuo figlio reagendo aggressivamente alle sue intemperanze. Ci sono orari, doveri, regole alle quali attenersi: anche se lui tende a non rispettarli.
E il castigo, la punizione?
- la lode è sempre più efficace del premio - tra premio e castigo è certamente meglio il premio
Il castigo per essere efficace deve essere: immediato,
proporzionato, “amoroso”.
In ogni caso, bisogna evitare
l'indifferenza.
E nel conflitto con tuo figlio…
• Non entrare nel turbinio delle sue emozioni…
• Cerca di intuire il sentimento e il senso che possono avere le cose per lui
• Mettiti accanto a lui e non su un piano superiore
ATTENZIONE AI MESSAGGI…
• Dare ordini: “metti a posto!”• Minacciare: “se non metti a posto….”• Fare la predica: “non dovresti…”• Diagnosticare: “vuoi stare al centro
dell’attenzione”• Montare in cattedra: “perché una
buona volta non ubbidisci?”• Prendere in giro:” ecco è arrivato
il…”
Messaggio-tu e messaggio-io
Il messaggio-tu non comunica al figlio nulla dei TUOI sentimenti e dei TUOI bisogni in quel momento
•Con il messaggio-io comunichi a tuo figlio quale effetto abbia su DI TE un comportamento inaccettabile ….
PUOI ATTIVARE CIOE’ I SENTIMENTI DI TUOI FIGLIO SE
TU MOSTRI I TUOI SENTIMENTI…
• TU sei insopportabile……• invece…• IO provo un dolore grande per questo tuo
comportamento….
autostima
Bisogni fisiologici di accudimento
Autorealizzazione
bis. di appartenenza
bisogno di sicurezza
La piramide dei bisogni
Nella comunicazione salvaguarda
LA SUA AUTOSTIMA
L’autostima è un pilastro del nostro essere ,una base di sostegno.
Una sana autostima significa: “mi sento bene, ho un valore perché esisto”
Attraverso il gioco tuo figlio
mantiene libera la propria mente da qualsiasi pensiero,
e ha modo di poter scaricare la sua emotività e la
sua istintività.
Il gioco è un potente strumento formativo per
l'infanzia ed un valido supporto nell‘adolescenza e
nell’intera esistenza.
Racchiude in sé la capacità di combinare ed elaborare in
modo differente i dati e le informazioni che si
possiedono o che devono essere acquisite.
Il gioco insomma ci
deve accompagnare dalla nascita, aiutando la formazione nell'infanzia dei bambini, nella crescita
e nel passaggio da
ragazzi ad adulti.
Il Gioco cifa sorridere e divertire nella
vita...
Per aiutare i nostri figli a crescere, mostriamo loro di essere adulti capaci di
felicità.
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