cicerone la prima catilinaria

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La prima Catilinaria Cicerone fu un grande oratore grazie soprattutto alla sua competenza retorica. “L’oratore perfetto è colui che, qualunque sia l’argomento che dovrà essere illustrato con la parola saprà parlare con cognizione di causa (inventio), con ordine (dispositio), con eleganza (elocutio), con buona memoria (memoria) e con una certa dignità di gesti (actio)” . La retorica è la teoria dell’eloquenza che un oratore deve saper applicare nelle sue orazioni per essere perfetto. Caratteristico fu lo stile di Cicerone, che era solito utilizzare il parallelismo (concinnitas), ovvero coordinazione spesso per asindeto, lessico vario e alternanza di stili: atticismo (senza artifici retorici), rodiese (moderato) e asianesimo (magniloquente e barocco). Esistono diverse classificazioni dell’oratoria: tipo giudiziario (accusa e difesa nei processi), politico (come comportarsi nelle assemblee) e dimostrativo (discorsi di lode e biasimo). Introduzione alla retorica e all’oratoria

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Page 1: Cicerone la prima catilinaria

La prima Catilinaria

Cicerone fu un grande oratore grazie soprattutto alla sua competenza retorica. “L’oratore perfetto è colui che, qualunque sia l’argomento che dovrà essere illustrato con la parola saprà parlare con cognizione di causa (inventio), con ordine (dispositio), con eleganza (elocutio), con buona memoria (memoria) e con una certa dignità di gesti (actio)” . La retorica è la teoria dell’eloquenza che un oratore deve saper applicare nelle sue orazioni per essere perfetto. Caratteristico fu lo stile di Cicerone, che era solito utilizzare il parallelismo (concinnitas), ovvero coordinazione spesso per asindeto, lessico vario e alternanza di stili: atticismo (senza artifici retorici), rodiese (moderato) e asianesimo (magniloquente e barocco).Esistono diverse classificazioni dell’oratoria: tipo giudiziario (accusa e difesa nei processi), politico (come comportarsi nelle assemblee) e dimostrativo (discorsi di lode e biasimo).

Introduzione alla retorica e all’oratoria

Page 2: Cicerone la prima catilinaria

Le Catilinarie sono quattro orazioni politiche scritte nel 60 a.C. che scrisse Cicerone per condannare Catilina e i suoi seguaci.

Catilina cercò più e più volte di diventare console, ma dopo le numerose sconfitte abbracciò la causa della rivoluzione armata, Cicerone dopo averlo scoperto dichiarò “stato di emergenza” e smascherò Catilina davanti ai senatori.

Cicerone pronunciò la prima e la quarta orazione davanti al senato, e la seconda e la terza davanti al popolo.

Vi riportiamo la prima Catilinaria, nella quale Cicerone si scaglia con

veemenza contro Catilina, denunciandone l’aggressività e la prepotenza. La particolarità di questa orazione risiede nell’exordium ex abrupto, che consiste nell’eliminazione della parte introduttiva della causa, per giungere direttamente all’accusa. Inoltre Cicerone utilizza una serie di interrogative dirette coordinate per asindeto, che creano un ritmo incalzante per tutta la durata dell’orazione. In più Cicerone accentua particolarmente la funzione conativa (o persuasiva) con un largo uso della seconda persona singolare di domande retoriche e di imperativi.

Page 3: Cicerone la prima catilinaria

“Quo usque tandem” Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? quamdiu etiam furor iste tuus nos

eludet? quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? Nihilne te nocturnum praesidium Palati, nihil urbis vigiliae, nihil timor populi, nihil concursus bonorum omnium, nihil hic munitissimus habendi senatus locus, nihil horum ora voltusque moverunt? Patere tua consilia non sentis, constrictam iam horum omnium scientia teneri coniurationem tuam non vides? Quid proxima, quid superiore nocte egeris, ubi fueris, quos convocaveris, quid consilii ceperis, quem nostrum ignorare arbitraris? O tempora, o mores! Senatus haec intellegit. Consul videt; hic tamen vivit. Vivit? immo vero etiam in senatum venit, fit publici consilii particeps, notat et designat oculis ad caedem unumquemque nostrum. Nos autem, fortes viri, satis facere rei publicae videmur, si istius furorem ac tela vitemus. Ad mortem te, Catilina, duci iussu consulis iam pridem oportebat, in te conferri pestem, quam tu in nos omnes iam diu machinaris.

Legenda:• Quo.. quam.. quem = Poliptoto• Nihil, nihil, nihil… = anafora• Habendi = Gerundivo con valore finale• Ora voltusque = endiade• Tua consilia.. Coniurationem tuam = chiasmo• Quid.. quid.. quos.. quid.. quem = poliptoto• O tempora, o mores = accusativi escamativi• Intellegit.. videt.. vivit = trikolon• Venit.. Fit.. Notat.. Designat = tetrakolon• Fortes viri = Ironico riferimento all’inerzia dei senatori• Furorem ac tela = endiade

Page 4: Cicerone la prima catilinaria

“Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?”

“Fino a che punto, dunque Catilina abuserai della nostra accondiscendenza?”

Attraverso questa e le succesive domande Cicerone intende sostenere che la presenza di Catilina in senato, nonostante le sue trame eversive siano ormai note a tutti, costituisce un intollerabile affronto.

Abutere = principale (abuteris), interrogativa diretta di tipo retorico

Patientia nostra = ablativo strumentale retto da abutere. Essendo plurale si riferisce ai senatori che permettono questo scempio, e ai cittadini che sono rappresentati dai patres conscripti.

Page 5: Cicerone la prima catilinaria

“Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet?”

“Per quanto a lungo codesta tua follia si prenderà gioco di noi?”

Eludet = principale, interrogativa diretta di tipo retorico, coordinata per asindeto ad “abutere” del periodo precedente

Tuus nos = accostamento antitetico Furor = accezione negativa sottolineata dallo sprezzante “iste” .

Furor deriva da “furo, is, furere” che significa “essere fuori di se” e designa uno stato di alienazione mentale.

Page 6: Cicerone la prima catilinaria

“Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?”

“Fino a quanto la tua insolenza spadroneggerà senza freno?”

Iactabit = Interrogativa diretta di tipo retorico, coordinata per asindeto a “abutere” e a “eludet” dei periodi precedenti

Nonostante il possessivo “tua” non è presente, è riconducibile al “tuus” della frase precendente.

Effrenata = deriva da e/ex + frenum (privo di freni), accresce la valenza negativa di audacia

Audacia = deriva da “audeo” (oso) ed ha un’accezione negativa di temerarietà, arroganza e insolenza. Cicerone lo utilizza con chi cerca di modificare con iniziative radicali l’ordine costituito.

Page 7: Cicerone la prima catilinaria

“Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?”

“Fino a quanto la tua insolenza spadroneggerà senza freno?”

Iactabit = Interrogativa diretta di tipo retorico, coordinata per asindeto a “abutere” e a “eludet” dei periodi precedenti

Nonostante il possessivo “tua” non è presente, è riconducibile al “tuus” della frase precendente.

Effrenata = deriva da e/ex + frenum (privo di freni), accresce la valenza negativa di audacia

Audacia = deriva da “audeo” (oso) ed ha un’accezione negativa di temerarietà, arroganza e insolenza. Cicerone lo utilizza con chi cerca di modificare con iniziative radicali l’ordine costituito.