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Cinema e didattica della filosofia di Enzo Ruffaldi

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Page 1: Cinema e didattica della filosofia di Enzo Ruffaldi

Cinema e

didattica della filosofiadi Enzo Ruffaldi

Page 2: Cinema e didattica della filosofia di Enzo Ruffaldi

Due domande:

Perché il rapporto della filosofia con il cinema è importante da un punto di vista filosofico?

Perché il rapporto della filosofia con il cinema è importante da un punto di vista didattico?

Page 3: Cinema e didattica della filosofia di Enzo Ruffaldi

Perché il rapporto con il cinema è importante da un punto di vista

filosofico?

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«… il lavoro documentato in questo testo dimostra in maniera incontrovertibile fino a che punto, ormai, l'esigenza di valorizzare una lettura filosofica del cinema si sia diffusa e stia conquistando una vera e propria preminenza. Dopo decenni di assenza, o di marginalità, una pluralità di segnali diversi - fra i quali, non ultimo, questo stesso libro - concorrono nel sottolineare che lo sforzo per far emergere dalle opere cinematografiche il "pensiero" che esse custodiscono si è ormai affrancato da ogni necessità di giustificazione, e si sta invece imponendo come modalità autonoma dì interrogazione dei testi filmici. In altre parole, la migliore, la più brillante e più convincente `legittimazione" dell'approccio praticato dai saggi qui contenuti è offerta dai saggi stessi, dalla suggestione, dalla pertinenza e dalla capacità di penetrazione che essi dimostrano, confermando che sono ormai maturi i tempi per sostituire la congiunzione con una copula, riconoscendo che il cinema è filosofia»

Umberto Curi, Prefazione

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«È possibile “imparare” e “ragionare” guardando le immagini, meglio e più facilmente di quanto non possa accadere con l'esercizio filosofico tradizionale. Anzi. La poiesis (e, al suo interno, anche quella forma di mimesis che è il cinema) è cosa “più filosofica” della storia, proprio perché ci mette in contatto con l'universale. Inoltre, ciò che viene abitualmente considerato il vero “principio” del filosofare, e cioè la meraviglia, può più naturalmente scaturire da quella connessione verosimile-imprevisto che si è ritrovata quale connotato fondamentale di un racconto “ben costituito”. Insomma, non soltanto il cinema non è altra cosa rispetto a quell’“imparare” e “ragionare” in cui consiste la filosofia. Ma il guardare le immagini è in se stesso philosophoteron, la “cosa più filosofica”, in quanto consente di apprendere le prime conoscenze, sollecita la meraviglia e permette di manthanein (imparare) e sylloghizestai (ragionare)». (p. 30)

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Aspetto negativo: perdita dell’aura, come nella fotografia.

Aspetto positivo: fruizione collettiva simultanea.

Aspetto bivalente: capacità di insinuarsi nella mente dello spettatore, modificandone la percezione di tratti della realtà o il pensiero stesso, senza che intervenga una riflessione critica.

- Duplicità del cinema che, trasmettendo il pensiero mediante il sentimento e l’immedesimazione, può essere strumento di propaganda e di indottrinamento, ma può anche al contrario suggerire una coscienza critica e uno sguardo pluriprospettico sui problemi trattati.

Questo diverso esito dipende dal tipo di film, ma anche da come è usato in quanto mezzo di comunicazione.

Walter BenjaminWalter Benjamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, 1936:

affronta forse per la prima volta il rapporto tra filosofia e cinema

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Gilles DeleuzeGilles Deleuze, L'immagine-movimento (1983) e L'immagine-tempo (1985).

I grandi autori del cinema, quelli che raggiungono l’espressione artistica, in più rispetto agli altri artisti riescono a trasmettere concetti, mediante le immagini-movimento e le immagini-tempo.

Richiamo alla concezione del tempo e del movimento di Bergson: gli istanti come perle dei fotogrammi (il tempo spazializzato) diventano tempo come durata, tempo della coscienza nell’azione filmica e per lo spettatore.

Mediante il montaggio e gli strumenti del linguaggio filmico che mettono in relazione le immagini (inquadratura, piano, campo, ecc.), il tempo viene dilatato o contratto, va in avanti o indietro, segue insomma i ritmi della durata e non quelli della spazializzazione lineare.

A differenza delle arti “statiche” (pittura, scultura, architettura) il cinema è movimento, divenire, dialettica. Non definisce, ma mette in discussione.

L’inquadratura come punto di vista, necessariamente parziale e “orientato”.

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Deleuze distingue varie tipologie del cinema, legate ai diversi ambiti culturali, quasi diverse filosofie o visioni del mondo: tendenza organica americana, dialettica sovietica, spiritualistica francese e espressionistica tedesca.

Classificazione delle immagini: immagini affezione e immagini pulsione (il primo piano che esprime sentimenti), immagini azione (privilegiate nel realismo), immagini relazione. Nelle immagini relazione le immagini rimandano a un significato simbolico convenzionalmente associato ad esse.

Classificazione delle immagini-tempo: immagini ottico-sonore, immagini ricordo, immagini sogno, fino ad arrivare alle immagini cristallo. Queste si producono quando "l'immagine ottica attuale si cristallizza con la propria immagine virtuale". L’immagine presenta una doppia faccia, quella reale e quella virtuale (ad esempio un personaggio di fronte allo specchio, ma anche l’intersecarsi di passato e presente, o di diverse possibilità, come in Sliding doors).

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In filosofia, tradizionale predominio della ragione contro passione e sentimenti (filosofia apatica)

Il pathos è invece importante nell’arte in generale e in particolare nel cinema

Recupero anche in filosofia di un equilibrio tra ragione e sensibilità: logopatia (logos + pathos)

Filosofi “patici” o “cinematografici”: Schopenhauer, Kierkegaard, Nietzsche, Heidegger.

Esprimere concetti senza eliminare il coinvolgimento emotivo: concettimmagine (vs concettidea)

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Cabrera distingue tra:

concettimmagini

concettidea

I tradizionali concetti della filosofia scritta, costruiti astraendo alcuni elementi universali dalle cose particolari e basati sulla ragione.

Concetti rappresentati tramite immagini, non necessariamente in movimento e neppure necessariamente visive (possono essere suggerite dalle parole, come in letteratura o in filosofia). Anche i miti di Platone o i personaggi dell’Iliade e dell’Odissea sono concettimmagine, poiché rappresentano un contenuto concettuale mediante immagini.

… essendo le favole, come sopra si è dimostrato, generi fantastici, le mitologie devon essere state le loro propie allegorie. …(come d’Achille, un’idea di valore comune a tutti i forti; come d’Ulisse, un’idea di prudenza comune a tutti i saggi) …

G. B. Vico

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- hanno la caratteristica di includere anche affettività ed emotività;

- inseriscono i concetti in un’esperienza, in una situazione

- pur ancorandosi ad esperienze e a situazioni, esprimono l’universale (altrimenti non sarebbero concetti)

I concettimmagine

- Sono propri anche della filosofia e della letteratura

“Ciò che offre in più il cinema è una specie di superpotenziamento delle possibilità concettuali della letteratura, riuscendo infatti ad amplificare notevolmente l’impressione di realtà e quindi la creazione di quell’esperienza indispensabile allo sviluppo del concettimmagine, con conseguente aumento dell’impatto emotivo che lo caratterizza”. (p. 15)

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La tecnica cinematografica possiede alcune caratteristiche specifiche:

- Il multiprospettivismo (vedere le cose con gli occhi del protagonista, o della macchina da presa, o di altri personaggi, alternando queste visioni)

- La capacità di manipolazione del tempo e dello spazio (possibilità di avanzare e retrocedere nel racconto, di visualizzare tipi di spazialità e di temporalità diversi da quelli dell’esperienza e possibili soltanto nel sogno).

- Il montaggio, l’assemblaggio delle immagini e le molteplici potenzialità espressive che apre (molteplici possibilità di connessione delle immagini).

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“Ovvio che il presupposto basilare affinché il cinema abbia effettivamente quelle caratteristiche menzionate nella formulazione del concettimmagine è che ci disponiamo a leggere il film filosoficamente, ossia a trattarlo in quanto oggetto concettuale, che in questo caso è un concetto visuale in movimento. […] Non si vuol dire che il film sia filosofico "in sé"; è evidente che si tratta solo di una possibile lettura fra molte altre. Il cinema può venir considerato "filosofico" nella misura in cui ci sia possibile analizzare film dal punto di vista concettuale, considerandoli cioè successioni di concetti mostrati o concetti visti.Il che non implica che si proietti a tutti i costi nei film una coerenza intellettuale che non stia in piedi. L'immagine filmica, infatti, produce un tipo di concetto comprensivo del reale assai diverso, dal quale non ci si deve aspettare lo stesso tipo di coerenza proprio del concetto tradizionale. Il film non intende ostentare una concatenazione argomentativa o deduttiva di concetti tipici della tradizionale esposizione filosofica, ma certo concettualizza immaginativamente ciò a cui si riferisce, articolandolo e conferendogli intelligibilità”. (p. 27)

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La valenza filosofica di un film:

a. non è legata a un contenuto esplicitamente filosofico

b. non è maggiore nei film “impegnati” o “d’avanguardia”, ma può essere presente anche in film di largo successo o appartenenti a generi apparentemente lontani dalla filosofia (fantascienza, western, ecc.)

c. a volte i concettimmagine sono presenti soltanto in alcune sequenze di un film, altre volte un intero film può essere considerato un solo concettimmagine

d. secondo Cabrera, in genere un intero film può essere considerato come “un macro-concettimmagine, composto a sua volta da concettimmagini minori” (p. 11)

e. anche quando c’è, il significato filosofico non è quasi mai autoevidente: occorre imparare a leggere filosoficamente i film

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Importanza delle immagini, delle metafore, degli esempi all’interno delle argomentazioni filosofiche:

- Platone- Pascal- Cartesio- Locke- Hume- Schopenhauer- Nietzsche- Bergson- ma anche Kant, Hegel, ecc.

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L’uomo contempli, dunque, la natura tutt’intera nella sua alta e piena maestà, allontanando lo sguardo dagli oggetti meschini che lo circondano. Miri quella luce sfolgorante, collocata come una lampada eterna a illuminare l’universo; la terra gli apparisca come un punto in confronto dell’immenso giro che quell’astro descrive, e lo riempia di stupore il fatto che questo stesso vasto giro è soltanto un tratto minutissimo in confronto di quello descritto dagli astri roteanti nel firmamento. […] L’uomo, ritornato a sé, consideri quel che è in confronto a quel che esiste. Si veda come sperduto in questo remoto angolo della natura; e da quest’angusta prigione dove si trova, intendo dire l’universo, impari a stimare al giusto valore la terra, i reami, le città e se stesso. Che cos’è un uomo nell’infinito? Ma per presentargli un altro prodigio altrettanto meraviglioso, cerchi, tra quel che conosce, le cose più minute. Un àcaro gli offra, nella piccolezza del suo corpo, parti incomparabilmente più piccole: zampe con giunture, vene in queste zampe, sangue in queste vene, umori in questo sangue, gocce in questi umori, vapori in queste gocce. […] Egli crederà forse che sia questa l’estrema minuzia della natura. Voglio mostrargli là dentro un nuovo abisso. Voglio raffigurargli non solo l’universo visibile, ma l’immensità naturale che si può concepire nell’àmbito di quello scorcio di atomo. Ci scorga un’infinità di universi, ciascuno dei quali avente il suo firmamento, i suoi pianeti, la sua terra, nelle stesse proporzioni del mondo visibile; e, in quella terra, animali e, infine, altri àcari, nei quali ritroverà quel che ha scoperto nei primi.

Come in un film …

Pascal, Pensieri

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Perché il rapporto con il cinema è importante dal punto di vista didattico?

Motivazione

Vicinanza al tipo di linguaggio (in senso lato) cui i giovani sono più abituati, il linguaggio per immagini e il linguaggio multimediale

Possibilità, inserendo il linguaggio filmico in un contesto filosofico, di “imparare a leggerlo” in modo critico e consapevole, invece che subirlo (estensione dell’abilità appresa anche alla lettura dei media con i quali si ha a che fare nella vita quotidiana).

Possibilità, partendo dall’esperienza quotidiana, di acquisire gli strumenti per comprenderla concettualmente.

Comprensione più efficace di concetti filosofici.

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Mettiamo insieme le motivazioni didattiche e quelle filosofiche del rapporto con il cinema e consideriamo

come può essere usato nel contesto dell’insegnamento della filosofia.

Le intelligenze multiple

Esperienza e concetti

Problematizzare e dibattere

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logopatia

multiprospettivismo

Teoria delle “intelligenze multiple”(H. Gardner, Formae mentis)

linguistica musicale logico-matematica spaziale corporeo-cinestetica intrapersonale interpersonale (naturalistica)(esistenziale)

“un insegnante capace è una persona capace di

aprire un gran numero di finestre su uno stesso

concetto”

“Mi sembra sempre più difficile contestare la convinzione che esistano diverse intelligenze, che queste siano relativamente indipendenti l'una dall'altra e che possano essere plasmate e combinate da individui e culture in una varietà di modi adattivi.”

Le intelligenze multiple

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La questione filosofica del rapporto tra cinema e filosofia è da vedere nel contesto più generale del rapporto tra il pensiero logico e le altre forme del pensiero umano. Il cinema davvero è un caso del tutto particolare, perché consente il ricorso non solo alle immagini, ma alla parola e al mondo dei suoni, ed ha quindi una completezza che “riproduce” in modo del tutto particolare la realtà.

Mario Trombino, Voce “Cinema e filosofia” del Dizionario di didattica della filosofia, in www.filosofiamo.com

Sarebbe interessante allargare l’analisi ad altri linguaggi e più in generale alle possibilità offerte dalla multimedialità (Internet, ipertesti, ecc.)

Esperienza e concetti

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Il cinema permette di legare meglio il pensiero astratto e l’esperienza, sia consentendo di concettualizzare la realtà empirica, raffigurata nel film, sia mostrando la rappresentazione esperenziale di concetti ad elevato livello di astrazione.

Concettualizzare l’esperienza Rappresentare i concetti

Imparare a leggere filosoficamente i film

ma anche

realizzare film valenza didattica

Esperienza e concetti

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multiprospettivismo coinvolgimento emotivo

rappresentazione “aperta” della realtà

problematizzazione dell’esperienza

dibattiti

Il concettimmagine si sviluppa in diretto contrasto con i concettidea; mette esplicitamente in scena ciò di cui il concettidea si limita a parlare o al quale si riferisce esteriormente. Il concettimmagine penetra invece nella cosa stessa […]Nei confronti della filosofia scritta il cinema mette in scena “l’universalità del possibile di fronte alla pretesa universalità del necessario”.

J. Cabrera, Da Aristotele a Spielberg, p. 26

Problematizzare e dibattere

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Esempio (tratto da Cabrera, Da Aristotele …):

- condanna della prostituzione, soprattutto minorile, come lesiva della dignità della persona, alla luce della morale kantiana;

- presentazione problematica degli stessi motivi mediante film che rappresentano “l’esperienza di vita” della prostituzione con i suoi diversi aspetti, dai quali possiamo derivare una posizione morale universalizzabile.

Approcci non alternativi ma complementari

- il primo fornisce i concetti interpretativi

- il secondo li problematizza e li mette a confronto con l’esperienza, con la realtà empirica

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L’uso didattico del cinema è particolarmente importante quando si desidera presentare casi problematici su cui riflettere, anche mediante il dialogo, applicando a situazioni della vita concetti filosofici già studiati. Infatti, poiché il film ha un particolare legame con la realtà, tra tutte le arti, e la sua fruizione può essere una esperienza collettiva, appare utile il ricorso al film per favorire dibattiti approfonditi tra studenti.

Mario Trombino, Voce “Cinema e filosofia” del Dizionario di didattica della filosofia, in www.filosofiamo.com

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