città intelligenti per comunità intelligenti - smart city italia - energia media 2015

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Citt à intelligenti per comunit à intelligenti Smart city fra tecnologia, cultura, cittadinanza e partecipazione

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Le SmART City sono città che diventano "intelligenti" grazie all'impiego di tecnologie in continua evoluzione. Città efficienti che erogano servizi ad alto valore aggiunto. Si tratta certamente di un importante passo avanti, ma che da solo non basta. Le città sono innanzitutto il luogo dove le persone abitano, lavorano, creano opportunità, spendono il loro tempo libero e dunque, costruiscono le proprie vite. Una città smart è anche un luogo dove si creano solide e profonde relazioni fra gli abitanti che non siano solo vincolate da ragioni di lavoro o di interesse. In essa deve prendere forma la comunità, intesa come spazio fecondo dove tutti possano essere inclusi, sentirsi partecipi, esprimere le proprie attitudini e nel caso possano trovare sostegno e aiuto.

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Page 1: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Città intelligenti per comunità intelligentiSmart city fra tecnologia, cultura, cittadinanza e partecipazione

Page 2: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

©Energia Media srl, Milano 2015

DirettoreEmanuele Martinelli

Gestione del progettoAlessandro Seregni

Hanno collaboratoRaffaele Di Stefano, Anna Galbiati, Diego Gavagnin, Marta Mazzanti

Energia Media srl Sede di MilanoVia San Marco, 46 - 20121 Milano Tel. +39 02.78622540 Fax +39 02.78622540Sede di RomaV.le Trastevere, 40 - 00153 RomaTel. +39 06.5810501 email: comunicazione@energiamedia.itwww.smartcityitalia.netwww.industriaenergia.itwww.cybersecurityenergia.itwww.acquaoggi.it

Energia Media – EM nasce nel 2013, a Milano, dall’esperienza maturata da un gruppo di persone in oltre vent’anni di lavoro nel campo dell’informazione e delle relazioni nei settori energy e utility. EM sviluppa strategie comunicative, elabora contenuti e informazione e facilita le relazioni. La competenza nei settori energy e utility è unita alla conoscenza di un tema sempre più centrale: le città “smart”. Il nostro approccio è fortemente orientato verso chi vive il territorio: Pubblica Amministrazione, industria, cittadini. 

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Città intelligenti per comunità intelligentiSmart city fra tecnologia, cultura, cittadinanza e partecipazione

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Le Smart City sono città che diventano “intelligenti” grazie all’impiego di tecno-

logie in continua evoluzione. Città efficienti che erogano servizi ad alto valore

aggiunto. Si tratta certamente di un importante passo in avanti, ma che da solo

non basta.

Le città sono innanzitutto il luogo dove le persone abitano, lavorano, creano op-

portunità, spendono il loro tempo libero e dunque, costruiscono le proprie vite.

Una città smart è anche un luogo dove si creano solide e profonde relazioni fra

gli abitanti che non siano solo vincolate da ragioni di lavoro o di interesse. In es-

sa deve prendere forma la comunità, intesa come spazio fecondo dove tutti pos-

sano essere inclusi, sentirsi partecipi, esprimere le proprie attitudini e nel caso

possano trovare sostegno e aiuto.

Uno spazio solidale in senso ampio.

L’ART, scritto tutto in maiuscolo è il simbolo della nostra proposta. Le idee e l’ar-

te diventano “cosa pubblica”, etica prima che estetica, un nuovo modo per dia-

logare, connettersi, confrontarsi, essere resilienti ovvero capaci di riprogettarsi

mutevoli e dinamiche nel contemporaneo. Grazie alla potenzialità delle arti e

alle applicazioni delle nuove tecnologie, le città trovano nuove forme di vita,

con la creazione di servizi, posti di lavoro, opportunità economiche e capacità

da parte dei cittadini di “far fruttare” l’arte in cui sono immersi. SmART City, ov-

vero città intelligenti e belle. Città che rendono felici coloro che vi abitano, lavo-

rano, passano momenti di tempo libero. Città dove i servizi funzionano, sono

integrati ed efficienti oltre che ambientalmente sostenibili.

Città solidali, partecipate, inclusive. Città dove le diverse componenti, pubbli-

che e private (dalle istituzioni alle imprese fino alla ricerca, alle associazioni e al-

le reti civiche) dialogano e collaborano attivamente alla realizzazione di progetti

comuni di sviluppo - sostenibile - sul territorio.

Il presente ebook prende spunto dalle riflessioni e dai dibattiti emersi durante

la tre giorni SmART City Italia > Palermo (27-28-29 novembre 2014). Il racconto

illustrato di quei giorni è disponibile gratuitamente su piattaforma ISSUU e

iBookStore

SmART City Italia

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A destra: Illustrazione per la prima

edizione di Utopia di Tommaso Moro

(1516).

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Assistiamo sempre più alla disumanizzazione dei rapporti fra le persone.

Ognuno di noi, secondo recenti studi, consulta lo schermo del proprio

smartphone fra le 150 e le 220 volte al giorno. Le parole digitate si stanno

sempre più sostituendo ai rapporti umani reali.

Siamo dunque destinati ad essere sempre più soltanto schiavi di una tec-

nologia che, pensata per aiutare e rendere più felice la vita, rischia piutto-

sto di renderci lontani dalla realtà? Non possiamo negare che oggi que-

sto sia un rischio.

Un rischio evidente anche sul piano della partecipazione democratica: ai

grandi, grandissimi numeri dei social network, “luoghi” nei quali la parte-

cipazione rischia di essere un esercizio puramente virtuale, corrisponde

una sempre maggiore disaffezione alla vita politica e amministrativa delle

nostre comunità, di cui l’astensione dal voto è la parte più evidente.

Gli amministratori pubblici hanno quindi un grande compito che, non pa-

radossalmente, deve vederli accanto ed alleati con coloro che la tecnolo-

gia conoscono e promuovono, perché non è certo questo il momento di

chiuderci in anacronistici appelli al “ritorno al passato” né di demonizzare

la tecnologia in quanto tale.

Dobbiamo sempre più creare e promuovere strumenti di conoscenza facil-

mente accessibili, che siano strumenti di condivisione e circolazione delle

idee e quindi di controllo e partecipazione vera.

Appare piuttosto urgente e necessario, e in questa direzione si muove

questo ebook, che quel percorso già avviato dal movimento delle “Smart

city” diventi percorso condiviso e diffuso, prima di tutto come movimen-

to culturale, per il recupero di una dimensione “strumentale” delle nuove

tecnologie e perché attraverso di esso si sviluppi un nuovo senso di comu-

nità: una comunità intelligente perché partecipata e partecipata perché

intelligente.

Prefazione

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Leoluca Orlando*

*Sindaco di Palermo

A destra: Illustrazione per l’edizione

dell’opera Nuova Atlantide di Francis

Bacon (1627).

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Smart City. La città intelligente, il futuro prossimo delle metropoli in

espansione. Centro di aggregazione di persone, culture, opportunità.

Il termine intende un processo di innovazione tecnologica che grazie

a svariate applicazioni dovrebbe aumentare il grado di “intelligenza”

delle nostre città: per agevolare la vita dei cittadini, l'accesso ai servi-

zi sociali e sanitari, la mobilità pubblica e privata e quanto altro le im-

prese e i “maker faire” sapranno ideare e proporre.

Nella realtà però il termine smart, applicato alle città ed ai connessi

temi energetici e tecnologici, è terribilmente abusato, tanto che spes-

so si rischia di perderne l'autentico senso, lasciando la sgradevole

sensazione o palesando il rischio di uno sviluppo tecnologico incapa-

ce di inter leggere la realtà metropolitana. Quindi fine a se stesso, o

al limite finalizzato esclusivamente agli affari. Viene da chiedersi: la

penetrazione diffusa e pervasiva delle nuove tecnologie dell'informa-

zione e delle telecomunicazioni nella vita nelle città, nelle case, nei

condomini, nelle strade, aumenterà o ridurrà la capacità di comunica-

re ed interagire? Aumenterà o ridurrà la distanza tra le persone, e tra

queste e l'Amministrazione? Cresceranno o si perderanno forse per

sempre il senso di comunità, l'intraprendenza solidale, lo spirito civi-

co, il senso di partecipazione ad un obiettivo comune?

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Diego Gavagnin*

Riflessioni introduttive

Tecnologia sì, se espande la libertà nella comunità

*senior advisor Energia Media

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Energia Media, società che si occupa professionalmente della promozione delle tecnologie che sup-

portano le Smart City, ha sentito l’impellenza di queste domande. E’ nata così l’idea di interrogare

ed interagire con le istituzioni cittadine, il mondo della cultura e dell'arte, dell'associazionismo e del

volontariato, con iniziative che coinvolgessero direttamente anche i cittadini in momenti di riflessio-

ne partecipata, in concerti, esposizioni d'arte e fieristiche ed altri momenti aggregativi e di confron-

to. Ciò che qualifica una città come intelligente non può essere il mero grado di pervasività delle

tecnologie, bensì deve trovare la ragione d'essere nei cittadini, nelle loro intime esigenze di qualità

della vita, come persone e come partecipanti alla collettività. E allora il dialogo con gli artisti, la cui

sensibilità è in grado di immaginare ed anticipare i fenomeni sociali, gli stili di vita, il cangiante sen-

so del bello, con i filosofi per ridisegnare il senso autentico della comunità, con gli architetti che de-

vono materialmente plasmare la forma e la funzionalità della città, con gli ingegneri che devono da-

re solidità e durata ai sogni ed ai bisogni.

Poi il confronto e l'interazione con le imprese ed i fornitori di servizi locali, nazionali e internazionali,

da cui dipendono in buona parte la qualità della vita delle città e dei suoi abitanti.

L'esperienza di Palermo, descritta in questo report, ha fatto emergere i molti problemi e le difficoltà

soprattutto culturali, che si frappongono all'introduzione veramente partecipata delle nuove tecno-

logie, difficoltà accentuate dalla crisi economica e dalla profonda divisione tra chi sa usare i nuovi

strumenti informatici e chi no. Palermo rappresenta per Energia Media l'inizio di una presa di co-

scienza della sterilità di una diffusione di nuove tecnologie che non siano intimamente vissute dai

cittadini e ne risolvano reali esigenze, e non nuove e magari inutili imposte dalla comunicazione.

Innovazioni sentite ed utilizzate come individui e società, come espansione delle proprie opportuni-

tà di vita e di relazione. Questa presa di coscienza ha riguardato da una parte il ruolo che devono

svolgere la politica e le amministrazioni, chiamate a gestire il gravoso compito di coniugare il dove-

roso impulso al cambiamento con la gestione di situazioni sociali ed economiche complesse, dall'al-

tro il ruolo etico e di responsabilità sociale che devono assumere le imprese.

Tecnica e tecnologia devono saper espandere libertà e partecipazione alla comunità, per ottenere

partecipata crescita sociale.

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Il deterioramento della qualità della vita umana in molte città

che sono cresciute con ritmo tumultuoso e sono diventate invivi-

bili ed inefficienti nell’impiego delle risorse primarie (energia ed

acqua) pone il problema di ripensare l’approccio alla pianifica-

zione dello sviluppo dei territori e delle città.

La complessità associata al tema dello sviluppo sostenibile non

è facilmente affrontabile con gli strumenti oggi a disposizione

dei saperi distinti. “Le conoscenze frammentarie ed isolate pos-

sono diventare una forma d’ignoranza se fanno resistenza ad in-

tegrarsi con una visione più ampia della realtà.”…”Oggi l’analisi

dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti

umani, familiari, lavorativi, urbani e dalla relazione di ciascuna

persona con se stessa, che genera un determinato modo di rela-

zionarsi con gli altri…’. Tale visione più ampia ricomprende la

tecnologia solo come ‘strumento’ per una migliore condivisione

delle risorse e non come fine ultimo nell’implementazione del

concetto di smart city.

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Eleonora Riva Sanseverino*

L’umanesimo della tecnologia nelle comunità intelligenti

* Professoressa di Smart grids e Componenti e sistemi elettroenergetici Università degli Studi di Palermo

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Un’analisi del ciclo di vita per ciascuna delle azioni identificate dalle amministrazioni locali per l’in-

cremento dell’efficienza delle città consentirebbe di preservare l’ambiente (smart environment) e

la dimensione sociale anche attraverso una piena condivisione dei cittadini. D’altra parte, non bi-

sogna tralasciare il ruolo della formazione nella crescita culturale delle comunità (smart people),

che oggi più che mai sono chiamate a condividere ed esprimere un parere consapevole sugli indi-

rizzi politici della smart governance delle città.

Quindi certamente coinvolgimento dei cittadini, ma anche pervasività dell’informazione e libertà

culturale nella ricerca e nella formazione. La promozione dell’accoglienza come valore fondante

dell’arricchimento culturale dei territori, la tutela dei deboli all’interno delle comunità e la promo-

zione di un sistema socio-economico che sia in grado di integrare il contributo di ciascuno sono la

sfida degli amministratori delle moderne comunità intelligenti.

Il grado di soddisfazione dell’individuo nel vivere in un ambiente urbano accogliente e la sua liber-

tà di espressione anche creativa (smart living) devono infatti essere preoccupazioni primarie degli

amministratori delle smart city. La possibilità di svolgere un lavoro creativo per i cittadini e il dove-

re degli amministratori di promuovere un’economia dal basso fatta anche di piccole e medie im-

prese territoriali sono infine gli ingredienti alla base della smart economy.

Una comunità intelligente è quindi il luogo nel quale si realizza un nuovo umanesimo della tecno-

logia; un organismo vitale in cui ogni parte è in relazione con le altre, che non consuma risorse

che dovrebbero essere dedicate alle generazioni future, che non pretende di dominare l’ambien-

te, ma che usa la tecnologia per incrementare l’efficienza energetica, innalzare il livello culturale e

consentire la condivisione delle risorse.

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L’invenzione della stampa. In alto: Una pagina della cosiddetta Bibbia di Gutemberg, primo libro stam-

pato con la nuova tecnica dei caratteri mobili (1452-1456). Conservata presso il Ransom Center of the

University of Texas, Austin.

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Ogni città è intelligente a modo suo, soprattutto nel

nostro Paese, dove la ricchezza sta proprio nella mol-

teplicità di vocazioni, caratteri, culture. Riflettere sul-

la smart city significa riflettere sul futuro della città,

luogo privilegiato dagli esseri umani per trascorrere

e realizzare le proprie vite. In questo senso, la

SmART City può divenire cuore di una nuova strate-

gia di sviluppo per il Paese?

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Da Palermo, le idee per la città del futuro

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Partiamo da una domanda: quando è ancora attuale e rappresentativa

l’espressione “smart city”?

Per MAURIZIO CARTA, professore di Urbanistica presso l’Università degli

Studi di Palermo, “smart city” è diventata un’espressione entrata nell’uso

comune che, tuttavia, avrebbe bisogno di essere riconsiderata, rivista nei

suoi significati, anche profondi. Una parola che da sola non funziona più.

Non negando l’importanza rivestita al momento della sua introduzione

nel lessico, attualmente ha perso parte della sua forza e del suo significa-

to. Il soggetto principale, allora, non può che essere la città stessa. Ecco

perché tra le parole “smart” e “city” è fondamentale porre l’accento sulla

seconda. Perché è la seconda il vero oggetto della sfida del futuro.

La città è stata, sin da subito, un potente motore nello sviluppo delle

civiltà. Circa 8 mila anni fa, degli individui hanno fondato Uruk, in Me-

sopotamia, convinti nel voler dare vita a un luogo dove poter coopera-

re, vivere più sicuri, poter realizzare i propri progetti ed esprimere le

proprie attitudini.

Inoltre, l’idea che le città dovessero essere “intelligenti” non è un’in-

venzione degli ultimi anni. Basta pensare a un affresco del 1339 “Alle-

goria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo sulla città e sul conta-

do” di Ambrogio Lorenzetti contenuto nel palazzo Pubblico di Siena

nella sala dei Nove.

Si tratta, in quel caso, di una smart city ante litteram, un luogo, una città

bella, curata, mantenuta, che tiene insieme il sistema decisionale ma non

dimentica l’ultimo dei lavoratori, anzi lo agevola, che guarda alla dimen-

sione urbana ma non perde quella produttiva, insieme a quella naturale.

Uno spazio che unisce tutti gli elementi. Un modello di città intelligente,

sostenibile, resiliente.

Lo dice Steven Johnson nel libro “Dove nascono le grandi idee. Storia na-

turale dell’innovazione”, in cui uno dei più importanti scienziati divulgato-

ri americani prende come modello la città medievale italiana consideran-

dola - insieme al web o alla barriera corallina - uno straordinario esempio

di ecosistema forte, mirabile modello di innovazione e di creatività. Lo stu-

dioso americano ricorda, inoltre, che la città nasce per essere un ambien-

te di condivisione, di cooperazione, di integrazione tra i componenti e di

bellezza.

Sembra che, dopo secoli, la smart city esca dai libri di storia dell’arte per

entrare nell’agenda politica.

Tra le parole “Smart” e “City” è fondamentale porre l’accento sulla seconda. Perché è la seconda il vero oggetto della sfida del futuro

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Le vere smart city sono, infatti, il risultato dell’unione, della combinazione

creativa, della interazione feconda di diversi elementi quali le persone,

l’ambiente, gli stili di vita e le forme di socialità, l’economia, la mobilità,

l’energia.

La smart city non si potrà mai sottrarre a una dimensione di innovazione

tecnologica, fondamentale per un suo sviluppo. Tuttavia, essa dovrà utiliz-

zare la tecnologia come fattore abilitante per tutti gli altri elementi in ma-

niera da renderle vive e operanti. Nella tre giorni – e tre notti – palermita-

na questa metamorfosi della interazione cyber/physical è accaduta grazie

all’unione di soggetti diversi, rappresentanti delle differenti componenti e

sensibilità della smart city.

Oggi, il progetto SmART City Italia dispone di una caratteristica che tanti

appuntamenti incentrati sulle Smart City non hanno: saper riequilibrare il

peso e l’incidenza della tecnologia nelle città. In questo modo – pur man-

tenendo una posizione di rilevanza – lo sviluppo tecnologico smette di es-

sere considerato come la principale, se non l’unica, componente della

“città intelligente”. Ma soltanto una delle sue parti.

A questa potente invenzione – che noi chiamiamo città – con il passare

dei millenni, si sono aggiunti degli aggettivi che ne hanno descritto, via

via le peculiarità e i caratteri salienti. Ma sempre di città si tratta. E l’agget-

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Le vere Smart City sono il risultato dell’unione, della combinazione creativa, della interazione feconda di diversi elementi quali le persone, l’ambiente, gli stili di vita e le forme di socialità, l’economia, la mobilità, l’energia.

In alto: Ambrogio Lorenzetti, Effet-

ti del Buon Governo in città, 1338-

1340, Sala della Pace, Palazzo Pub-

blico, Siena.

Page 17: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

tivo “smart” non è che l’ultima e importante specificazione a cui prestare

cura e attenzione.

Per CESARE LAPIANA, assessore all’Innovazione e all’Ambiente del Co-

mune di Palermo, ragionare sulle smart city significa soprattutto ragionare

sulla città nella sua interezza, progettarne lo sviluppo futuro, decidere co-

sa questo organismo complesso e vitale desidera diventare. Per farlo è

fondamentale coinvolgere chi la città la vive, ne occupa gli spazi. Il con-

cetto di “comunità intelligente” è, a questo proposito, più esplicativo

e calzante.

SmART City Italia, con l’obiettivo di unire arte, cultura, turismo e innova-

zione tecnologica, si configura come l’occasione per creare legami trasver-

sali tra le diverse componenti di una città e per far incontrare soggetti che

spesso – tutti insieme – non hanno l’opportunità di confrontarsi. Ammini-

stratori, imprenditori, ricercatori, esponenti della cultura e delle associa-

zioni, cittadini desiderosi di partecipare e dare il proprio contributo alla

vita della comunità. In un modo nuovo, integrando tecnologia e bisogni

reali, per programmare interventi durevoli, per creare servizi efficienti e

spazi di socialità che arricchiscano e diano senso proprio al concetto di

comunità. Passi indispensabili per dare vita a una nuova coscienza.

Per costruire una smart city è necessario prendere in considerazione la cit-

tà nella sua totalità. Come spiega INA MACAIONE, assessore ai Sassi e

all’Urbanistica del Comune di Matera, bisogna partire con il confronto co-

struttivo con le varie componenti che costituiscono una città e cercare di

declinare le idee smart nel concreto. Partendo dal raccontare la città - “la

grande invenzione” - per citare lo storico Fernand Braudel, incontrando le

persone, servendosi di tutto ciò che è smart, dalla tecnologia ai social net-

work, in un’ottica di interdisciplinarità che coinvolga architettura, urbanisti-

ca, sociologia e antropologia.

In questo racconto non possono essere esclusi gli artisti. Per ENZO FIAM-METTA, direttore Fondazione Orestiadi, l’arte comunica meglio rispetto

ai canali consueti perché gli artisti hanno capacità di visione e sintesi. An-

che quando si tratta di unire il linguaggio dell’arte con quello della tecno-

logia. Un legame che ha un’origine lontana come nel caso della fotogra-

fia. Sin dall’inizio, le fotografie non si limitavano a espressioni di pura

tecnica ma acquistavano un senso altro e differente; l’arte riusciva a dare

una proiezione in avanti lasciando trasparire dei territori non indagati

dai più.

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È fondamentale coinvolgere chi la città la vive, ne occupa gli spazi. Il concetto di “comunità intelligente” è, a questo proposito, più esplicativo e calzante.

Sono gli artisti coloro che possiedono la maggiore capacità di visione e sintesi.

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La capacità di visione degli artisti nel loro interpretare o reinterpeta-

re la tecnologia appare evidente in altri due casi, molto specifici ma

significativi. Il primo si riferisce a “La Casa Elettrica”, esposta nel

1930 in occasione della IV Esposizione Triennale Internazionale del-

le Arti Decorative ed Industriali Moderne di Monza, in cui venivano

mostrate tutte le più avanzate tecnologie dell’epoca. Il secondo ri-

manda agli anni Settanta e a un esperimento realizzato dall’architetto

Ugo La Pietra chiamato “La Casa Telematica”.

Oggi, tuttavia, il ruolo dell’artista è cambiato quanto è mutata la so-

cietà nel suo complesso. Il clima culturale odierno è molto diverso

rispetto a quello degli anni Sessanta e Settanta e alle mutate inter-

pretazioni – anche da un punto di vista valoriale – di concetti quali

solidarietà e di comunità. E, di conseguenza, l’intervento dell’artista

in città e sulla città.

Un altro aspetto importante che coinvolge nel profondo una città

intesa anche come comunità locale territoriale è il riflettere sulla

propria attuale identità. E anche in questo caso le persone più adat-

te ad affrontarlo sono gli artisti. È sufficiente pensare all’identità me-

diterranea. Il tema è tanto profondo quanto sfuggente, difficile da

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definire poiché la stessa identità è fatta da nuove relazioni multiculturali,

che emergono in maniera più chiara proprio dalla musica e dalle arti.

Quindi, per poter ragionare sulla nuova identità delle città, sulla pluralità

di influenze e contaminazioni, è necessario aprirsi e ascoltare a ciò che arte e

musica propongono.

Ciò non significa che il nostro quotidiano e la nostra vita non cambino:

non si modificano le necessità reali. Senza dubbio nell’attesa della città

intelligente, nell’evoluzione costante delle cose, nel procedere della vita,

sembrano mancare le emozioni. Ciò che manca o è presente in maniera

minore è una reale aspettativa rispetto alla dimensione collettiva e al pro-

cesso di comunità. Oggi, rispetto a quarant’anni fa, quando il progetto di

comunità era collettivo, è individuale e personale. Ognuno trova le emo-

zioni solo dentro se stesso.

FABIO MONTAGNINO, direttore del Consorzio Arca, afferma che ogni

intervento sulla città deve partire da una riflessione sugli obiettivi che si

desidera raggiungere. La trasformazione di una città, intesa come luogo

di appartenenza a una comunità, deve comportare un ragionamento di

sistema, condiviso e collettivo. Nello specifico, è indispensabile che la di-

mensione di cambiamento diventi un tema popolare e in grado di far sì

che il cittadino voglia davvero la trasformazione del luogo in cui abita. A

Palermo e, più in generale in Italia, è necessario un trasferimento di que-

ste cifre nel pensiero collettivo, da elitario e d’avanguardia a condiviso.

Chiunque immagini operazioni di trasformazione deve impegnarsi quoti-

dianamente per fare in modo che tale pensiero si diffonda.

Progettare città intelligenti e dunque affrontare il tema della smart city si-

gnifica anche fuggire alla frammentarietà dei tanti progetti che sono stati

portati avanti in questi anni. SIMONA VICARI, sottosegretario Ministero

dello Sviluppo Economico, spiega come per la prima volta il governo na-

zionale abbia deciso – come elemento strategico – di individuare nel Mi-

SE l’unico soggetto interlocutore per il raccordo di tutte le attività legate

al tema smart city.

Una scelta politica importante e carica di conseguenze future ma che in

questa prima fase è stata soprattutto di ricognizione e di messa a sistema

di tutte le conoscenze e le pratiche che sono state portate avanti fino ad

ora. Se nel nostro Paese la smart city è vista ancora alla stregua di un pro-

getto di informazione e miglioramento ambientale, in altre nazioni – con

gli Stati Uniti in testa – i progetti di smart city sono considerati alla stre-

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La trasformazione di una città, intesa come luogo di appartenenza a una comunità, deve essere un ragionamento di sistema, condiviso e collettivo.

A sinistra, (dal basso): Bansky,

Sweep at Hoxton, Londra / Loggia

delle cariatidi, V sec. a.C., Acropoli,

Atene / Antoni Gaudì, Casa Batló,

1875, Barcellona / Anonimo, Città

ideale, fine XV sec., Galleria Nazio-

nale delle Marche a Urbino.

Page 20: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

gua di vere e proprie politiche di sviluppo economico-industriali. Una di-

versa interpretazione carica di conseguenze quando si tratta di attivarsi

davvero per realizzare servizi pubblici di qualità, standard di vita e operati-

vità per i cittadini e per le imprese, nuove opportunità di lavoro attraverso

un innovativo ecosistema imprenditoriale; oltre che – naturalmente – di

un miglioramento ambientale attraverso le azioni dei singoli cittadini.

Un cambio di mentalità e di approccio che devono radicarsi anche in Ita-

lia. A partire dalla modalità con cui procedere per dare forma e tradurre

in pratica i progetti. In questo senso pubblico e privato possono e devo-

no lavorare in partnenariato, elemento indispensabile per una reale pro-

grammazione delle azioni e per l’attivazione di risorse economiche (come

i fondi di Horizon 2020 dimostrano).

La smart city deve diventare l’opportunità per dare l’avvio a un nuovo rina-

scimento per le città italiane, tra efficienza energetica, attenzione ai costi,

servizi, sulla base delle esigenze dell’utenza, integrazione tra rete elettrica

intelligente, internet, tecnologie mature e innovazione di frontiera genera-

te da start up. La comunicazione è una parte, seppur importante, di que-

sto processo. Specialmente quando si tratta di spingere sull’inclusione so-

ciale, sulla partecipazione attiva dei cittadini, sul loro essere informati e a

conoscenza delle potenzialità di ciò che è stato realizzato.

Il MiSE ora deve operare in direzione di una sistematizzazione e semplifi-

cazione della mole di informazioni disponibili e dei tanti progetti attivi.

Una galassia frammentata che deve essere semplificata e ridotta, ponen-

do criteri più chiari anche sulla stessa definizione di smart city (e di caratte-

ri che rendono una città tale). Il nuovo approccio vuol essere il più possibi-

le completo, olistico.

In passato – ed era comprensibile – si è puntato molto sulle tecnologie,

unendo strettamente ad esse il concetto stesso di smart city. Oggi le tec-

nologie rimangono importanti, ma emergono anche i temi dell’accessibili-

tà alle stesse, della partecipazione, della socialità, della qualità della vita

e delle relazioni, in una virtuosa e fertile integrazione fra le diverse compo-

nenti della città.

Per CLEO LI CALZI, assessore al Turismo Regione Sicilia, in Italia e ancor

di più in una regione come la Sicilia, il concetto di smart city non può esse-

re svincolato da un settore con un peso tanto rilevante quanto il turismo.

Secondo i dati di Bankitalia, infatti, quello turistico è l’unico settore nel

Paese che non è stato toccato dalla crisi economica. Anche in Sicilia dove

La smart city deve diventare l’opportunità per dare l’avvio a un nuovo rinascimento per le città italiane.

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la stagnazione economica è grave, il turismo costituisce ancora un fattore

di crescita, pur con delle difficoltà dovute a una non sempre ottimale orga-

nizzazione del sistema.

In questo caso poi l’aggettivo smart deve superare i confini cittadini, allar-

gando il campo di analisi e azione al territorio in cui le città sono contenu-

te. Di conseguenza, i servizi smart pensati per esse, in ottica turistica, do-

vranno essere estesi anche alla Regione, in maniera da creare un ambien-

te competitivo che attragga investimenti e una nuova governance in termi-

ni di strategia e pianificazione, in grado di aumentare il valore del territo-

rio anche in una logica di inclusione dei cittadini e dei turisti. L’obiettivo è

arrivare a una sempre minore distinzione tra gli uni e gli altri, così da offri-

re servizi di alto livello ad entrambi. Anche perché il turista, per il tempo

del suo soggiorno, pur non essendo ufficialmente un “residente”, di fatto

risiede sul territorio siciliano come un qualsiasi cittadino.

In questo senso la creazione e implementazione di infrastrutture digitali

possono aumentare le opportunità di sviluppo. Così come una rete di tra-

sporti solida ed efficiente. E i finanziamenti previsti con i fondi europei

stanziati all’interno del programma 2020 diventano occasioni da non mancare.

Se il punto di partenza sono senza dubbio le grandi città, il territorio deve

operare e attrezzarsi per diventare “intelligente”. È importante ragionare

20

L’aggettivo smart deve superare i confini cittadini, allargando il campo di analisi e azione al territorio in cui le città sono contenute.

In alto: Filarete, progetto di

Sforzinda, 1464.

Page 22: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

in termini strategici, trovare sinergie, connettendo il territorio con i motori

di sviluppo a maggior concentrazione come sono le città e creando con

esse un dialogo competitivo, in grado di generare frutti.

Servizi al cittadino funzionanti ed efficienti: ecco il tratto distintivo di una

città smart. Alla loro realizzazione concorrono diversi soggetti, primi fra

tutti le società municipalizzate che si occupano della gestione dell’illumi-

nazione, della distribuzione di energia elettrica, gas, acqua, trasporti e mo-

bilità, e smaltimento dei rifiuti. MARIO LI CASTRI, di AMG Energia e Co-

mune di Palermo, è convinto che una società per azioni comunale ha il do-

vere di partecipare a una riflessione sulla smart city. AMG si occupa di di-

stribuzione di energia, della rete del gas e della pubblica illuminazione.

La società è passata dall’essere una municipalizzata a un’azienda speciale,

una società per azioni partecipata dal Comune. AMG si è trasformata e,

non senza difficoltà, operando moderne scelte nell’utilizzo delle reti di

energia, provando per la prima volta sistemi di smart grid per il gas tra-

sformando il sistema di lettura dei contatori in qualcosa di intelligente. È

iniziato un dialogo con 140.000 utenti, creando una rete diffusa che resti-

tuisce informazioni e consente di essere efficienti anche ai fini della sicurez-

za. Il rifacimento degli impianti ha permesso non solo una logica riduzio-

ne consumi, ma ha consentito di far diventare il sistema della rete intelli-

gente e al servizio della città. Ugualmente importante è l’aver iniziato un

lavoro sinergico con le altre società partecipate fornendo tecnologie e ser-

vizi intelligenti, in una logica sempre più integrata e di sistema.

Lavoro, sinergie e progettualità: tutti elementi irrinunciabili, anche se ciò

che può decretare successo o insuccesso sono i cittadini, coloro che ren-

dono viva la città. GIOVANNI MARGIOTTA, presidente dell’Ordine degli

Ingegneri di Palermo, spiega che il ruolo dell’ingegnere è quello di dare

corpo ai progetti, di tradurli in realtà. Un’opera che, tuttavia, da sola non

basta. Il lavoro dei tecnici deve essere condotto in stretta sinergia con le

altre figure interessate nello sviluppo di una smart city (informazione, par-

tecipazione e consapevolezza degli abitanti).

La partecipazione cittadini resta, infatti, un elemento centrale. Per questa

ragione è fondamentale trovare un sistema facile e chiaro per raccogliere

le esigenze del territorio e delle singole aree della città, per capirne e car-

pirne i bisogni e le esigenze. Primo passo per un’effettiva traduzione nella

pratica. Un progetto ambizioso che porta con sé una sfida altrettanto am-

biziosa. Nello sviluppo della smart city l’apporto dei privati è di capitale

Il lavoro dei tecnici deve essere condotto in stretta sinergia con le altre figure interessate nello sviluppo di una smart city (informazione, partecipazione e consapevolezza degli abitanti).

21

Una società per azioni comunale ha il dovere di partecipare a una riflessione sulla smart city.

Page 23: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

importanza. Senza di essi, senza il loro know-how, tecnologie e capitali

non sarebbe pensabile un approcci verso “città intelligenti”.

GIANLUCA STEFANINI di Vodafone Italia ritiene che sia fondamentale

per le aziende essere a fianco delle amministrazioni sul territorio; per sti-

molare e supportare il percorso verso un’era digitale che possa portare

una rivoluzione al servizio del cittadino.

La smart city deve uscire da una fase sperimentale per farsi realtà concre-

ta nelle città. E la partnership tra amministrazioni cittadine, grandi gruppi

privati e Università è la strada migliore per tradurre in pratica e sul territo-

rio l’idea di città intelligente, partendo dalla richiesta fondi (con le oppor-

tunità di piani come Horizon 2020) fino all’identificazione di un quartiere o

di una zona dove poter operare e realizzare una serie di interventi fra di

loro coordinati in maniera da testare la consistenza dei vantaggi (di pro-

cesso dei servizi) derivanti per la cittadinanza.

Servizi che riguardano molti ambiti: mobilità sostenibile, sanità, comunica-

zioni, scuola ma anche sistema idrico per esempio. In maniera sempre più

integrata e connessa.

LUIGI ORIFICI di Enel ricorda lo stretto legame tra energia e città, consi-

derando che l’80% è consumata nei centri urbani dove si stima che nel

2050 vi abiterà il 65% della popolazione mondiale. Le città, dunque, sono

il problema da affrontare e contemporaneamente la soluzione dello stes-

so. Migliorando le città si potrà favorire in modo progressivo il processo

di urbanizzazione. In questo senso Enel svolge un ruolo importante nel

campo dell’innovazione nel mondo delle smart city.

Nell’ambito delle reti, in passato, il cliente assorbiva energia in modo pas-

sivo mentre oggi è divenuto un “prosumer” che produce, consuma e ri-

mette in rete; senza dubbio, la rete stessa può essere dunque un fattore abili-

tante per le tecnologie della smart city.

L’integrazione tra pubblico e privato è la base su cui costruire progetti di

smart city che possano tradursi in realtà concrete.

Come ricorda MAURIZIO TONDI di Italtel, nel corso degli anni si è svilup-

pata una forte sensibilità da parte dell’amministrazione pubblica riguardo

al fatto che duplicare infrastrutture per singoli servizi ai cittadini non sia la

strada da seguire, ma che la chiave è costruire infrastrutture di rete che –

a livello nazionale – siano fortemente condivise e interoperabili; e che con-

sentano di aggiungere la piattaforma dei servizi digitali che trovano nella

22

La smart city deve uscire da una fase sperimentale per farsi realtà concreta nelle città. E la partnership tra amministrazioni cittadine, grandi gruppi privati e Università è la strada migliore per arrivare a un risultato.

L’80% dell’energia è consumata nelle città e si ipotizza che nel 2050 vi abiterà il 65% della popolazione mondiale. Le città, dunque, sono il problema da affrontare e contemporaneamente la soluzione dello stesso.

Page 24: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

smart city, di cui la rete e l’infrastruttura sono gli elementi principali, un

punto di arrivo.

Realizzare una smart city necessita di risorse, di investimenti e, dunque,

di capitali. Le banche e gli istituti di credito non potranno sottrarsi a

questa sfida. Come spiega VALERIO CAPIZZI di ING Direct, nell’ambi-

to dei finanziamenti e dell’accesso al credito per progetti come quelli

che riguardano una città intelligente o che coinvolgono l’ambito energy

(efficientamento energetico, per esempio) gli istituti di credito dovran-

no sempre di più tenere in considerazione e comprendere le continue

innovazioni spinte anche dalla ricerca.

23

La chiave è costruire infrastrutture di rete che – a livello nazionale – siano fortemente condivise e interoperabili e che consentano di aggiungere la piattaforma dei servizi digitali.

Page 25: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Le banche sentono la necessità del cambiamento e in molte stanno attrez-

zandosi per fare dell’innovazione una linea guida dei loro piani di svilup-

po futuri. Non è possibile essere estranei al mondo dell’innovazione.

Da tanti centri di produzione si passa all’autoconsumo che reinventa pro-

gressivamente il mercato dell’energia e i servizi che vi sono associati. Nel

settore bancario è necessario continuare a svolgere un’attività di servizi

finanziari nell’ottica di un’ulteriore innovazione di cui si conosce l’origine

ma di cui è più difficile individuare l’evoluzione.

Il mercato di riferimento si modifica così come cambiano l’atteggiamento

e il comportamento dei clienti; di conseguenza, i servizi offerti al mercato

dovranno evolversi adeguandosi al nuovo panorama. I prodotti non posso-

no essere massivi, bensì ritagliati su misura per incontrare le esigenze che

la tecnologia oggi sollecita in continuazione.

24

Le banche sentono la necessità del cambiamento e in molte stanno attrezzandosi per fare dell’innovazione una linea guida dei loro piani di sviluppo futuri.

Page 26: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Nell’ottica di una sinergia tra le componenti della cit-

tà, un contributo forte al processo di sviluppo della

smart city deve giungere dal mondo della Ricerca e

dell’Università. Solo attraverso un lavoro di studio e di

confronto che coinvolge tutte le discipline (non solo

quelle tecniche) è possibile arrivare a una progettazio-

ne integrata che riesca a trasformarsi con l’aiuto delle

imprese, della pubblica amministrazione e dei cittadini

in una realtà operante sul territorio.

2

Università e ricerca per la SmART City

Page 27: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

L’approccio tecnologico in ottica smart city non è più sufficiente. Occorre tro-

varne uno diverso, che integri e coinvolga in maniera multidisciplinare e allar-

gata tutte le discipline universitarie, per rendere la costruzione della città in-

telligente un qualcosa di armonico, partecipato e dunque in grado di funzio-

nare nel quotidiano, realmente parte della vita della città.

È possibile che una migliore integrazione della componente sociale con quel-

la tecnologica, produca luoghi migliori, diversi, qualitativamente più rilevanti

nelle nostre città? Siamo in grado davvero di modificare le nostre città, modi-

ficando i nostri comportamenti e viceversa? MAURIZIO CARTA, professore

di Urbanistica presso l’Università degli Studi di Palermo, afferma che è possi-

bile partire dalla scomposizione del termine smart city. Quando si parla di cit-

tà è opportuno tenere conto di elementi quali la grandezza, la posizione, la

popolazione. Per cui, uno degli obiettivi primari è capire quali soluzioni sono

più adatte a seconda della scala di grandezza considerata: nazionale, regiona-

le o metropolitana; quali soluzioni sono più adeguate a quella della città e

quali, invece, a quella del quartiere. E proprio quest’ultimo deve diventare il

tassello di sperimentazione.

In cosa consiste la futura Palermo Smart City? Innanzitutto, in una capacità di

mappatura intelligente, perché basata su un approccio diverso. Non è infatti

quello tradizionale, fatto di strati tematici che provengono da studi specifici

dedicati che erodono tempo e risorse economiche non indifferenti e spesso

arrivano troppo tardi rispetto alle esigenze del problema. Si immagini una cit-

tà che sia in grado di sentire, per settare meglio la propria vita e il proprio me-

tabolismo. Un approccio che guardi in modo diverso i vari strati che la com-

pongono e che permetta di passare da un sistema che collabora e coopera -

dove però ognuno rimane nella propria competenza e nella propria autono-

mia - a quello che in ecologia si chiama superorganismo, cioè un organismo

dove tutte le componenti hanno una specializzazione, una funzione e ognuna

di esse – come negli alveari o nei formicai – è componente di un sistema mol-

to più complesso il cui valore aggiunto è maggiore della somma delle parti.

Ovviamente non sarà facile.

Intanto l’Università di Palermo partecipa e si occupa di città smart, anche at-

traverso l’azione dello Smart Planning Lab, laboratorio di ricerca applicata

per la promozione della cultura delle smart cities and communities. Lo Smart

Planning Lab lavora sui sensori, sulle visioni, sulle capacità, sugli strumenti,

sulle valutazioni e sui protocolli, per arrivare a uno schema concettuale che

Passare da un sistema che collabora e coopera dove però ognuno rimane nella propria competenza e nella propria autonomia a quello che – in ecologia – si chiama “superorganismo”.

26

Page 28: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Le sfide che la società dovrà affrontare partono non più solo dall’avanzamento su un gradino tecnologico specifico ma, al contrario, dall’integrazione di aspetti molto diversi tra loro.

porti a un’integrazione dimensioni diverse: sociale, civica, economica attraver-

so la produzione di applicativi di varia natura.

Anche per MAURIZIO CELLURA, professore di Ingegneria dell'Informazione

e Modelli Matematici, l’approccio interdisciplinare di SmART City Italia è im-

portante e significativo per capire come operare in futuro. Horizon 2020, l’ulti-

mo programma dell’Unione Europea, è emblematico da questo punto di vi-

sta; le sfide che la società dovrà affrontare non partono più solo dall’avanza-

mento su un gradino tecnologico specifico ma, al contrario, dall’integrazione

di aspetti molto diversi tra loro – tra cui quelli socio-culturali - indispensabili

per poter affrontare e vincere sfide di grande portata. Da oggi al 2050 si do-

vranno ridurre le emissioni di gas e climalteranti del 90% per poter contenere

di soli due gradi l’aumento della temperatura sul pianeta Terra. Si tratta di

una vera e propria rivoluzione per la quale si necessitano di organismi intelli-

genti, connessi in rete, che siano in grado di governare la complessità.

Bisogna dunque insistere, in questo momento, sul tema fondamentale della

decarbonizzazione dell’economia. Tutte le innovazioni tecnologiche sono utili

se si riuscirà a ottenere di più con meno, se si diventerà più efficienti emetten-

do meno gas inquinanti; questo vincolo imposto deve diventare un’opportu-

nità e un driver d’innovazione.

27

Page 29: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Grazie all’esperienza di “i-Next” diversi enti di ricerca stanno lavoran-

do su aspetti complementari e integrabili: alcuni si occupano di edifici,

altri di mobilità sostenibile, di pianificazione, di sistemi tecnologici nuo-

vi. Si è introdotto il concetto meritorio e ambizioso di “metrica della

sostenibilità” che permette di confrontare le diverse scelte strategiche

e di capirne i riflessi in termini di emissioni di gas climalteranti. La con-

sapevolezza delle scelte fatte permette di intavolare un dibattito molto

più costruttivo, ampio e partecipato. Da una querelle sul “sì” o “no”

aprioristico - che ha contraddistinto tutto il dibattito sulle battaglie am-

bientali in Italia degli ultimi 50 anni - ci si è evoluti in un confronto sano

e aperto, basato sui numeri, che permette di prendere delle decisioni

consapevoli.

La sfida in atto rimane di grande portata. È fortemente necessario met-

tere l’accento sul building che rappresenta il 40% di consumo di ener-

gia primaria e il 30 % di emissione di gas serra a livello mondiale; se

non si lavora in quest’ambito, non si può pensare di raggiungere gli

obiettivi di sostenibilità né di arrivare a una città smart. L’intuizione nuo-

va e forte dell’Unione Europea comporta una rivoluzione: dal 2019 sarà

necessario costruire edifici a energia netta zero e dal 2021 tutti gli edifi-

28

L’interdisciplinarietà diventa una vera palestra di confronto e l’unico percorso vincente, al quale non ci sono alternative.

In alto: Biblioteca José Vasconce-

los, Città del Messico, opera del-

l’architetto messicano Alberto Ka-

lach.

Page 30: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

ci dovranno essere a energia netta zero, o quasi. Bisognerà, poi affrontare la

questione dell’immagazzinamento di energia rinnovabile, prodotta dal buil-

ding, per poterla utilizzare quando necessario. L’interdisciplinarietà diventa,

di conseguenza, una vera palestra di confronto e l’unico percorso vincente al

quale non ci sono alternative.

Osservando le componenti tecnologiche che possono rendere “intelligente”

la città e le sue reti, lo smart metering occupa una posizione rilevante. Come

spiega FURIO CASCETTA, professore di Ingegneria Industriale presso la 2ª

Università degli Studi di Napoli, se il termine smart city rimane abbastanza

ampio e spesso indefinito, lo smart metering è già più preciso e identificabi-

le.

Quando l’aggettivo “smart” si lega alla parola “meter” si ha un misuratore

intelligente che svolge una doppia funzione: misurare una grandezza corretta-

mente e veicolare questo dato attraverso una rete di trasmissione. Gli smart

meter sono il punto di partenza per le smart grid elettriche, anche se attual-

mente si ragiona in termini di network: smart network, water network, gas net-

work, con un coinvolgimento di tutte le reti energetiche nel processo evolutivo.

La generazione dell’informazione è un punto fondamentale per gestire al me-

glio le reti intelligenti di una città. I nuovi contatori e misuratori e la sensoristi-

ca di qualsiasi tipo devono avere questa doppia funzione, ovvero svolgere un

ruolo di misurazione (considerando che è cambiata anche l’architettura delle

reti, non esistendo più una produzione centralizzata) e misurare in maniera

sempre più precisa e veloce, accelerando anche il processo di comunicazione

del dato. Infatti, parlare di reti intelligenti significa occuparsi di reti di comuni-

cazione; lo smart metering non esiste senza un’infrastruttura di comunicazio-

ne. La città diventa intelligente quando comincia a dotarsi di un’infrastruttura

di telecomunicazione distribuita, quando lungo le strade è possibile vedere

antenne di ripetitori che in virtù di protocolli aperti, di modalità radio, tra-

smettono informazioni. La città diventa, dunque, intelligente nella misura in

cui ha un sistema nervoso distribuito che permette la comunicazione tra tutte

le parti dell’organismo.

Intorno allo smart metering spesso si generano confusione e fraintendimenti,

credendo che la sua adozione massiva sia un’opportunità solo per il distribu-

tore (sia elettrico che gas e acqua). In realtà ci sono tre attori tutti fondamen-

tali: il distributore, il sistema paese e il cittadino. Quest’ultimo, aiutato da in-

formazioni disponibili e leggibili – su internet o sui mobile device – deve di-

ventare sempre consapevole sui propri consumi e sui comportamenti da adot-

La città diventa intelligente nella misura in cui ha un sistema nervoso distribuito che permette la comunicazione tra tutte le parti dell’organismo.

29

La generazione dell’informazione è un punto fondamentale per gestire al meglio le reti intelligenti di una città.

Page 31: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

tare per ridurli. Con vantaggi sia in termini economici (bollette meno salate)

che ambientali (meno emissioni di CO2). Un aspetto ribadito anche nel Piano

Horizon 2020 dell’Unione Europea: per massimizzare l’efficienza si passa attra-

verso la misura e il monitoraggio costante. È indispensabile spostarsi dalla

logica di prodotto a quella di sistema, che non sia, dunque, a vantaggio del

singolo operatore ma della cittadinanza e, in ultima analisi, del Paese.

Il rapporto con l’ambiente, gli spazi verdi e la campagna circostante sono ele-

menti da non trascurare in ottica smart city. Per PAOLO INGLESE, professore

di Arboricoltura dell’Università degli Studi di Palermo, nell’area urbana, il ver-

de pubblico ha molte funzioni non solo come spazio di ristoro o ricreazione.

È legato al mondo della tecnologia, della salute e dell’alimentazione. Il rap-

porto con il mondo agricolo e l’ingresso di spazi agricoli in città sono temi

sempre più attuai e sentiti. Le esperienze non mancano: il Green Market o

Farm Market, i G.A.S. (i gruppi di acquisto solidale), il bilancio energetico, la

Urban Multiculture ossia la produzione agricola in città, la progettazione ver-

de e la creazione dei corridoi verdi che permettano di collegare le varie aree

verdi di una città, spesso lontane le une dalle altre e isolate in alcune aree.

Emblematico è il caso di New York dove in alcuni quartieri si concentrano i

luoghi del pensiero moderno riguardo al food e all’agricoltura; uno fra tutti, il

Green Market che occupa più di 5.000 metri quadri sui quali insistono 35.000

ettari di agricoltura dello Stato di New York. Tramite smartphone è possibile

visualizzare la mappa del Farmer Market (che in Italia equivale all’indicazione

della Coldiretti), avere informazioni in merito ai punti vendita, ai prodotti ac-

quistabili e alla loro prenotazione. Nel nostro Paese l’unione tra tecnologia e

territorio è ancora disorganica, non essendo ancora possibile trovare informa-

zioni che permettano alle iniziative di food e di agricoltura di dialogare le une

con le altre; i cittadini non sono adeguatamente aggiornati, motivo per il qua-

le è necessario provvedere con riflessioni e progetti d’azione concreti.

Bisogna sottolineare, poi, l’importanza in una città del sistema di parchi che

garantisce dei servizi “ecosistemici”. La presenza di una rete verde urbana è

emblematica dell’intelligenza della città, oggi come in passato; esistono, in-

fatti, molti parchi storici progettati dagli esponenti delle classi portavoce di

intelligenza e di cultura, oltre che di disponibilità economica necessaria a fi-

nanziarli.

Gli edifici sono gli elementi che più di tutti danno forma alla città. In una real-

tà che vuole diventare sempre più intelligente è obbligatorio rendere gli edifi-

ci sempre più efficienti ed energeticamente e ambientalmente sostenibili.

Il verde pubblico ha molte funzione non solo come spazio di ristoro o ricreazione. È legato al mondo della tecnologia, della salute e dell’alimentazione.

30

Page 32: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Building: realizzare un sistema integrato di elementi costruttivi e impiantistici,dove tecnologia ed estetica siano il più possibile integrate.

Una soluzione è l’integrazione del fotovoltaico nel building. In questo s’inseri-

sce Smart Building Skin, startup innovativa e spin-off accademico dell’Univer-

sità di Palermo che sviluppa prodotti edilizi innovativi per l’Architettura soste-

nibile. ROSSELLA CORRAO, architetto, docente presso l’Università degli Stu-

di di Palermo, co-founder della startup, insiste sulla necessità di integrare il

fotovoltaico nell’involucro degli edifici, non soltanto sulle coperture ma an-

che sulle superfici verticali delle costruzioni attraverso una tecnologia innova-

tiva di terza generazione del fotovoltaico in un componente edilizia tradizio-

nale, il vetro mattone. Il materiale, che ha avuto in passato un grande succes-

so, viene reso innovativo adeguandolo all’attualità. L’idea è avere un compo-

nente che contestualmente riesca a rappresentare sia l’involucro dell’edificio

da un punto di vista fisico ma anche l’impianto fotovoltaico, evitando l’instal-

lazione di campi fotovoltaici che sottraggono suolo all’agricoltura. L’obiettivo

è realizzare un sistema integrato di elemento costruttivo e impiantistico, defi-

nendo un pannello che sia anche gradevole. Un aspetto importante è che la

città intelligente, tecnologica e smart sia anche piacevole, in modo che i citta-

dini possano beneficiarne da un punto di vista estetico e psicologico.

Le città, dunque non devono essere solo “intelligenti”, ma anche belle. VI-VIANA TRAPANI, professoressa della facoltà di Disegno Industriale, Universi-

tà degli Studi di Palermo, ribadisce il contributo importante dato dal design

31

In alto: Central Park, New York

City.

Page 33: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

industriale all’estetica del bello. Benché tradizionalmente venga perce-

pito come una forma di progettualità parziale, poiché legato solo al

disegno della forma delle cose materiali, il design industriale porta con

sé valenze molto più profonde. L’obiettivo, infatti, è di disegnare og-

getti con un valore estetico aggiunto al semplice prodotto industriale,

che consenta di far aumentare i consumi e le vendite. Tuttavia, l’aspet-

to più significativo è che, fin dalle sue origini, il design industriale ha

riflettuto la volontà di trasformare gli avanzamenti scientifici e tecnolo-

gici in fatti sociali e culturali attraverso progetti di elaborazione proces-

suale. Oggi il design si presenta come un’articolazione strategica del

progetto, con una finalità che risiede nella società e nella sua cultura e,

di conseguenza, diventa sistemico poiché considera diversi aspetti qua-

li produzione, tipo di fruizione, tipo di fruitore, cultura. Superato il para-

digma industriale tradizionale, il design è orientato a capire il fruitore,

entrando in relazione con le necessità, i desideri e con l’intelligenza di

chi se ne servirà.

Design, bellezza, fruibilità. ANGELO PANTINA, architetto, docente

presso l’Università degli Studi di Palermo, è convinto che sia necessa-

rio che la smart city tenga in considerazione i bisogni reali delle perso-

32

L’aspetto più significativo è che, fin dalle sue origini, il design industriale ha riflettuto la volontà di trasformare gli avanzamenti scientifici e tecnologici in fatti sociali e culturali attraverso progetti di elaborazione processuale.

In alto: Henry Dreyfuss, Scale an-

tropometriche “Joe” e “Josephi-

ne”, 1955.

Page 34: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

ne avendo come obiettivo primario la risoluzione dei problemi quotidiani del-

la gente. Nella città di Palermo si è notato l’abbandono progressivo da parte

dei commercianti dei negozi e delle strutture artigianali situati nel centro sto-

rico. In questo modo la città rischia di diventare deserta durante la giornata -

venendo meno la vivacità del commercio nella zona centrale - mentre la sera

riprende vita e si anima grazie a una popolazione giovane che frequenta i nu-

merosi locali. La finalità è fare operazioni efficaci in grado di rendere la città

viva, in cui attività produttive e sociali si possano il più possibile integrare.

Intervenire sulla città e in particolare sul suo patrimonio artistico non è sem-

pre un’operazione facile. FABIO SANFRATELLO, presidente ANCE Palermo,

porta l’attenzione sulla contraddizione esistente tra la volontà di conservazio-

ne dei beni culturali e la necessità di rimodernare ed efficientare gli edifici.

Una difficoltà aumentata da pastoie burocratiche che ritardano o impedisco-

no la riqualificazione di molti edifici storici. Spesso si ragiona in termini di op-

posizione, dove innovazione e conservazione sono termini che si escludono

l’un l’altro. Come superare questa dicotomia? È senza dubbio necessario far

avvicinare i cittadini a queste realtà trasmettendo l’idea che l’amore per la

propria città passa per il rispetto del suolo pubblico, del verde, dell’arredo

urbano e dei beni culturali, storici, artistici. Riguardo a questi ultimi è, tutta-

via, urgente trovare un modo per farli fruttare nel loro più grande rispetto.

Un approccio diverso, dunque, a partire dalla formazione e dall’universo scuo-

la. In un mondo che cambia, il modo di formare i cittadini di domani - l’istru-

zione - è rimasto sostanzialmente invariato. Per UMBERTO LA COMMARE,

presidente del Consorzio Arca, l’Università e la scuola non riescono a esplici-

tare al meglio le loro potenzialità, tuttora troppo concentrate sulla produzio-

ne di pensiero quando, invece, sarebbe necessaria una continuità nella filiera

della conoscenza. L’Università deve essere non solo luogo di pensiero e stu-

dio ma anche di creazione di cose, di oggetti e di produzione di valore eco-

nomico. Ciò è possibile solamente se si riesce a interpretare correttamente il

rapporto risorse-bisogni, indispensabile per permettere la creazione di lavoro

per i giovani senza i quali le idee più belle e smart non si possono concretizza-

re. All’interno dell’incubatore d’impresa Arca si sta provando a superare que-

ste barriere, unendo produzione di pensiero, di cose e di valore economico

perché attraverso questa triplice convergenza è più facile arrivare a una cono-

scenza della società e fare in modo che la scienza dia buoni frutti a più livelli.

33

Patrimonio artistico e culturale. Spesso si ragiona in termini di opposizione, dove innovazione e conservazione sono termini che si escludono l’un l’altro.

L’Università deve essere non solo luogo di pensiero e studio ma anche creazione di cose, di oggetti e di produzione di valore economico.

Page 35: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

34

Page 36: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

L’incredibile potenziale fornito dalle nuove tecnologie,

le ridotte risorse economiche dei Comuni, interlocuto-

ri - imprese e cittadini - ancora poco ricettivi. È davve-

ro possibile dare il via a una nuova era per i servizi di

pubblica utilità in grado di cambiare le nostre città?

3

Imprese e amministrazioni pubbliche per servizi efficienti

Page 37: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Una nuova cultura attraversa le pubbliche amministrazioni. In Italia esistono

progetti smart city in misura sufficiente da far pensare a un Paese cresciuto

da questo punto di vista, capace di pianificare, fare strategie, investire con

mezzi adeguati. Ma è davvero così? C’è stata una reale riflessione di sistema

o sono state le singole amministrazioni a muoversi, a mutuare dall’Europa

nuovi modelli pubblico-privato, ad “affezionarsi” e aderire al Patto dei Sinda-

ci spesso però senza gli strumenti adeguati per presentare progetti credibili?

Sarà fondamentale in ogni caso sviluppare idee solide sulle diverse città valo-

rizzando le singole vocazioni e capire, aumentando conoscenza e cultura, se

si può realmente agire, se ci sono strumenti adeguati per portare valore a im-

prese e cittadini.

Migliorare il sistema della mobilità è tra i primi obiettivi che una città deve

porsi per potersi fregiare del titolo di “intelligente”.

ANTONIO MAZZON, ingegnere, consulente del Comune di Palermo, spie-

ga come il percorso di Palermo verso una mobilità urbana più efficiente e so-

stenibile sia partito almeno 15 anni fa. Una problematica sulla quale si lavora

ancora oggi e che si è scelto di risolvere con l’adozione di sistemi tecnologi-

camente avanzati. In particolare si crede che la realizzazione di una serie di

interventi sarà possibile grazie all’utilizzo dei fondi del PON Metro. Gli inter-

venti programmati dall’amministrazione verteranno su sistemi di controllo del-

la mobilità (apertura di aree pedonalizzate, bike e car sharing, migliore con-

nettività, potenziamento delle linee di tram e autobus), ma pure sull’amplia-

mento dell’offerta di servizi, tra cui l’efficientamento degli edifici comunali at-

traverso sistemi di monitoraggio e di controllo dei consumi energetici e infi-

ne con l’adozione di sistemi di produzione energetica da fonti rinnovabili.

Scopo ultimo dell’introduzione di tecnologie intelligenti è il benessere di chi

vive quotidianamente la città e di chi la visita. Entrambi devono poter avere

un’esperienza diretta della città il più ricca e positiva possibile.

Il processo di cambiamento inoltre porta, o meglio ha già portato, alla natura-

le creazione di nuove figure professionali, tra cui quella dell’energy manager

che dovrà essere sempre presente in tutte le realtà che si dotino di sistemi

intelligenti e di qualità, il cui ruolo sarà tenere la regia dei sistemi adottati per

garantire la miglior utilizzazione dei servizi di pubblica utilità.

Sempre in tema di mobilità si segnalano numerose iniziative imprenditoriali

e di ricerca che propongono innovativi sistemi di car pooling, gestiti da piatta-

forme software e in cui gli utenti interagiscono attraverso applicazioni mobi-

le, in ottica social. Fra di essi da citare: City Free, Push e Muovity.

Adottare sistemi intelligenti per generare benessere per chi vive quotidianamente la città e per chi la visita, cioè cittadini e turisti. Entrambi devono poter avere un’esperienza il più ricca e positiva possibile.

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Page 38: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

La misurazione diviene indispensabile per poter meglio pianificare qualsiasi azione in ottica smart

Avere il controllo sui dati, poter misurare l’effetto degli interventi, monitorare

nel tempo le performance. Sono elementi indispensabili per valutare l’impat-

to delle trasformazioni in senso smart all’interno di una città, specialmente

quando si parla di efficienza e risparmio energetico. SALVATORE PIAZZA di

Italtel insiste sulla necessità di avere a disposizione strumenti di misurazione

adeguati e pratici nell’utilizzo. Avere una conoscenza misurabile tanto del co-

sto dell’energia come del suo utilizzo diventa una potente leva nell’assunzio-

ne di comportamenti sostenibili e pratiche virtuose, orientate al risparmio e

all’attenzione agli sprechi.

L’edificio e la sua gestione ne sono un classico esempio. Per migliorare le pre-

stazioni energetiche del building è possibile intervenire migliorando il guscio

architettonico e con la sostituzione di elementi quali lampade, infissi, condi-

zionatori e climatizzatori. Interventi importanti anche da un punto di vista eco-

nomico, ma che non garantiscono in sé e per sé un risparmio se i comporta-

menti degli occupanti non sono accorti. Se i cittadini in primis non hanno la

reale percezione dell’energia prodotta ed erogata si corre il rischio di vanifica-

re – almeno in parte – il beneficio dato dalla sostituzione. Il monitoraggio di-

viene allora un elemento fondamentale nel processo di efficienza energetica.

Attraverso device installati nei quadri elettrici centrali si ottengono dati reali

sui consumi del building e dei singoli occupanti, permettendo di intervenire

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Page 39: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

dove è realmente necessario. La misurazione diviene indispensabile

per poter meglio pianificare qualsiasi azione di energy management.

Un interesse verso la misurazione arriva direttamente dalla Commissio-

ne Europea, con la creazione di un’apposita commissione che si occu-

pa delle azioni di monitoraggio energetico e che studia l’utilizzo otti-

male delle fonti. Un primo risultato è che il solo controllo dell’utilizzo

dell’energia porta a un risparmio del 10% senza costi aggiuntivi. Come

dire: il solo fatto di sapere quanto si consuma implica un risparmio.

Anche MAURIZIO CELLURA, professore di Energia dell’Università de-

gli Studi di Palermo, è convinto che avere una metrica del reale vantag-

gio energetico e ambientale delle opzioni smart sia fondamentale per

raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas

serra e di un uso più efficiente delle fonti energetiche. Specialmente nel

building.

Di fronte a questi dati, si scopre che il ruolo del settore civile di utenza

degli edifici ha un peso enorme, dato che il 40% dei consumi energeti-

ci dei 27 Paesi dell’Unione Europea sono riconducibili ad essi.

È in atto una vera e propria rivoluzione con un cambiamento energeti-

co netto: i nuovi edifici dovranno essere concepiti a energia netta zero,

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Page 40: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

cioè dovranno produrre tanta energia quanta ne consumano. Per arrivare a

questo risultato è imprescindibile ricorrere massicciamente a tecnologie ali-

mentate da fonti energetiche rinnovabili integrate nel building. Quindi non

più enormi impianti fotovoltaici ma l’energia prodotta laddove serve. Questo

comporterà un grandissimo utilizzo di energia distribuita, la creazione di reti

smart, la capacità di gestire un afflusso molto diffuso e puntuale dell’energia

e la necessità di accumulare energia da utilizzare quando serve.

Un quadro quindi molto complesso, che va progettato e governato, nel qua-

le la formazione deve giocare un ruolo primario, imparando a lavorare in

modo interdisciplinare e ridando forza e qualità alla progettazione.

Le azioni da intraprendere sono almeno cinque. Innanzitutto, si deve genera-

re lavoro attraverso manufatti energeticamente avanzati e che si integrano

perfettamente negli edifici, guardando all’aspetto sistemico dell’approccio e

mai a una sola soluzione. Secondariamente, sono necessarie politiche energe-

ticamente orientate efficaci per superare le barriere di mercato e favorire le

tecnologie per fonti rinnovabili.

In terzo luogo, bisogna attuare nuove strategie di sviluppo e dare spazio a

nuove tecnologie supportate da politiche per guidare le diverse soluzioni al

di là della cosiddetta “valle della morte”. Le start up sono invenzioni straordi-

narie ma il loro tasso di mortalità è alto, quindi bisogna porsi il problema di

come aiutarle a crescere, magari incoraggiandole e scardinando la mentalità

italiana di “se il progetto fallisce sei un fallito.”

Quarto, la valorizzazione dei cascami energetici, così che ogni risorsa venga

utilizzata senza troppi sprechi.

Infine, sono necessari codici e regolamenti edilizi energeticamente orientati

per le nazioni emergenti. Bisogna rafforzare gli standard e i marchi di qualità,

stabilendo un sistema virtuoso di green pubblic procurement che faccia cre-

scere il sistema e ne possa misurare la sostenibilità, pur con metriche e misu-

re perfettibili e in una prima fase anche non precisissime negli edifici e nei

componenti edilizi. In questo contesto, da qui al 2050, l’attuale e straordina-

ria rivoluzione tecnologica in atto dovrà portare non solo alla crescita di com-

petenze nuove e di nuovi modi di lavorare ma alla crescita di un tessuto socio

culturale connettivo che consenta la crescita personale. Le due grandi oppor-

tunità vanno colte. Il messaggio di speranza è che in questo modo si crea la-

voro, e lo si crea davvero per tutti.

GIUSY TOMARCHIO, di STMicroelectronics, considera lo smart energy un

tema di stretta attualità, anche in considerazione del sempre maggior aumen-

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Avere una metrica del reale vantaggio energetico e ambientale delle opzioni smart è fondamentale per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti e di un uso più efficiente delle fonti energetiche. Specialmente nel building.

Page 41: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

to della domanda di energia a livello globale che, secondo le stime crescerà

del 30% nei prossimi 10 anni. In questo senso è obbligatorio muoversi con

decisione verso una logica di ottimizzazione. La Commissione Europea ha

messo in evidenza quali siano gli sforzi verso cui bisogna tendere con alcune

politiche e modalità che da locali devono, per forza, diventare regionali e

mondiali.

In un sistema smart, tuttavia, l’essere umano rimane al centro. È l’uomo che

determina tutti gli sforzi e le direzioni verso cui bisogna andare. Il sistema è

connesso, aperto e conosce la realtà, controllando ogni variazione avendo gli

strumenti per monitorarlo. L’innovazione tecnologica deve considerare

l’aspetto umano e ambientale in cui gli individui si muovono, anche in termini

di sviluppo socio-economico. È sufficiente pensare alle colonnine di ricarica o

agli impianti fotovoltaici e al loro impatto sul territorio sia in termini di presen-

za che di provenienza, considerando che certe componenti potrebbero esser

prodotte da aziende presenti nella zona dove poi vengono installati. L’innova-

zione, in questo senso, non solo viene applicata, ma anche generata portan-

do con sé opportunità di sviluppo e un’idea di identità. Non sempre il tema

delle smart city ha a che fare solo con la pura tecnologia. Molto spesso il biso-

gno primario delle persone che abitano gli spazi urbani non è quello di poter

accedere in real time alle ultime tecnologie disponibili sul mercato, ma di ave-

re servizi funzionanti che rendano la vita in città di qualità, anche da un punto

di vista sociale.

Sempre in merito all’efficientamento degli edifici, STEFANO BIANCHI, rap-

presentante di ANIE e Vimar, afferma che lo smart building è sostanzialmente

un sistema integrato che unisce le strutture e gli impianti per cercare di: a) ot-

timizzare l’efficienza energetica, b) fornire sicurezza sulle cose e sulle persone

che vi abitano, c) migliorare la fruibilità e il comfort, d) creare l’interconnessio-

ne tra i sistemi e verso l’esterno, e) - elemento importantissimo - lavorare su

un impianto elettrico a norma.

Da un’indagine condotta da Demoskopea nel 2010, è emerso che 10-12 milio-

ni di abitazioni italiane hanno impianti non a norma; ciò significa che il 10% di

questi è a rischio incendio, mentre il 52% è a rischio folgorazione.

Non è possibile parlare di smart building se prima non si mettono a norma

gli impianti. Per questo ANIE e Prosiel, associazione nata a livello consumato-

ri per promuovere nel tessuto sociale l’uso razionale, efficiente e sicuro del-

l’energia, stanno cercando insieme al Ministero dello Sviluppo Economico di

stilare un libretto d’impianto - come prima era già successo per le caldaie -

L’innovazione tecnologica deve considerare l’aspetto umano e ambientale in cui gli individui si muovono, anche in termini di sviluppo socio-economico.

Non è possibile parlare di smart building se prima non si mettono a norma gli impianti.

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Page 42: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

per la messa a punto e la corretta gestione dell’impianto elettrico sia nel mo-

mento della costruzione che della messa a punto durante tutto il corso della

sua vita d’utilizzo.

Sistemi di misurazione e di stima dei consumi sia per le amministrazioni pub-

bliche che per i privati cittadini, che possono così capire con precisione dove in-

tervenire per ridurre gli sprechi e ottimizzare l’uso di energia. In questo senso va

Kiui la piattaforma di energy management presentata da VALERIA FERRO di

Midori. L’idea nasce dalla volontà di aiutare comuni e famiglie italiane a fare

una stima reale dei propri consumi energetici. Un sistema in più per individua-

re soluzioni per risparmiare in bolletta attraverso l’adozione di accorgimenti e

comportamenti adeguati. L’analisi disaggregata dei consumi – in grado di

mostrare l’incidenza delle singole fonti di consumo – non solo permette di

capire dove intervenire con una sostituzione (di un vecchio apparecchio, per

esempio), ma consente un reale cambio nelle abitudini di utilizzo.

Si è spesso detto che il comportamento dei cittadini è un elemento determi-

nante per il successo o l’insuccesso di soluzioni e sistemi intelligenti. Tra gli

ambiti in cui il peso dell’azione individuale è più forte vi è quello dei rifiuti ur-

bani, la loro raccolta e smaltimento. Per SERGIO MARINO di RAP, gestire in

maniera efficace quest’ambito è, senza dubbio, una delle questioni centrali

di una smart city. Una questione che chiama in causa aspetti organizzativi, tec-

nologici e anche sociali. L’inefficienza nella raccolta ha impatti immediati sulla

città, generando problemi tangibili e visibili sin da subito. Per questa ragione

la situazione va governata sia in ottica di lungo periodo, con un progetto chia-

ro, sia con tempestività e immediatezza, per superare le urgenze e le criticità

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Page 43: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

quotidiane. In una città quale Palermo è necessario rivoluzionare il sistema e

la cultura dei rifiuti, a partire proprio dalla raccolta differenziata. Sia a livello

di waste management che a livello di consapevolezza del cittadino: il rifiuto

deve essere, d’ora in poi, inteso come un bene che può essere riutilizzato, re-

cuperato e riciclato.

Infine l’illuminazione, altro tassello importante per un centro urbano, grande

e piccolo. STEFANO PERBONI di Unique Lights, ritiene che il tema dell’illu-

minazione vada affrontato in maniera smart perché non riguarda solo l’ambi-

to del risparmio e dell’efficienza energetica bensì coinvolge molti altri aspetti

della vita degli abitanti di una città. Si tratta di elementi quali il comfort visivo

delle persone, la salute, la qualità dell’ambiente e la sicurezza: tutti fattori

che di rado sono considerati quando si sceglie una soluzione piuttosto che

un’altra; anche in sede di gara d’appalto si insiste solo su caratteristiche co-

me il costo delle lampade (logica del massimo ribasso) e l’energia consuma-

ta, a discapito delle aziende d’eccellenza come quelle italiane che puntano

sulla qualità. L’illuminazione ha un altro grandissimo vantaggio: ci permette

di parlare di efficienza in tutte le situazioni perché riguarda tutti, i cittadini, le

aziende, il terziario e gli ambienti pubblici. È il modo migliore per sensibilizza-

re e far comprendere l’importanza dell’efficienza energetica, senza la quale la

smart city non potrà mai davvero attuarsi.

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L’illuminazione non riguarda solo l’ambito del risparmio e dell’efficienza energetica il comfort visivo delle persone, la salute, la qualità dell’ambiente e la sicurezza dei cittadini.

Page 44: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

L’importanza delle SmART City per un nuovo rapporto

pubblico privato: innovazione ed efficienza (energeti-

ca, gestionale), sostenibilità, vocazione del territorio,

responsabilità sociale, nuovi modelli di business.

Questi i punti di vista dai quali partire per approcciare

le problematiche relative al tessuto produttivo siciliano

e non solo.

4

Innovazione e crescita sostenibile nelle città intelligenti

Page 45: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Per VALENTINO BOBBIO, economista, il fermento di una città come Paler-

mo è esempio di come la ricchezza culturale di un antico passato fatto di con-

taminazioni e stratificazioni possa, oggi, generare nuove idee.

Bisogna riuscire a far diventare sistema il fiorire d’iniziative e di spunti d’inno-

vazione che riguardano la dimensione complessiva della persona e non solo

l’aspetto economico, che rimane fondamentale ma non l’unico; la felicità deri-

va dalla ricchezza delle relazioni, dall’autostima, dal conseguimento di obietti-

vi importanti. L’unico modo per raggiungere lo scopo è attivarsi come cittadi-

ni, nelle scelte quotidiane di investimento e di consumo, premiando le azien-

de che si muovono in modo responsabile e che sono attente alla dimensione

sociale; e muoversi come impresa, imparando a valorizzare la dimensione so-

ciale e di attenzione verso il territorio.

Nonostante il grande lavoro fatto in questi anni, per MARCELLO CAPRA,

Ministero dello Sviluppo Economico, le idee e quindi i progetti di smart city

non sono decollati come ci si aspettava. Inizialmente si è puntato tutto sul la-

to green e sull’energia. L’Italia ha avuto, tra i Paesi europei, il più alto numero

di comuni aderenti al Patto dei Sindaci ma questo, purtroppo, non si è sem-

pre tradotto in iniziative e in progetti concreti; i partenariati pubblico-privati

devono ancora trovare una loro forza in maniera strutturata; non c’è un inven-

tario delle iniziative né una standardizzazione dei progetti stessi.

Il Governo desidera intercettare la domanda di regolamentazione e di inter-

vento pubblico e, nel frattempo, coniugare la disponibilità delle risorse comu-

nitarie e strutturali a valenza regionale e locale con il processo di sviluppo del-

le smart city. Il Ministero dello Sviluppo Economico non vuole solo fare strate-

gia politica, ma ricerca concretezza e attuabilità delle iniziative. Tuttavia, la

situazione sta cambiando; la recente creazione di una delega politica per la

smart city conferita alla sottosegretario Vicari è un segnale sicuramente positi-

vo e di svolta per il futuro.

Per quanto riguarda il futuro delle smart city, fondamentale è il discorso sui

finanziamenti e sulla governance. Il termine smart city è nato proprio in ambi-

to energetico ed è significativo il fatto che i 2/3 dell’energia in Europa si con-

sumino in ambito urbano. Questo tema è stato trattato in modo amplio in oc-

casione del Set Plan europeo, ovvero lo Strategic Energy Technology Plan, il

contenitore della ricerca e dell’innovazione per l’energia che la Commissione

Europea ha voluto affiancare ai tre obiettivi del 20-20-20; sono state prese de-

cisioni vincolanti su emissioni, efficienza e rinnovabili; si è voluta dare anche

una prospettiva di sviluppo delle tecnologie perché, se oggi si lavora solo ai

Bisogna riuscire a far diventare sistema il fiorire d’iniziative e di spunti d’innovazione che riguardano la dimensione complessiva della persona e non solo l’aspetto economico.

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Il termine smart city è nato in ambito energetico ed è significativo il fatto che i 2/3 dell’energia in Europa si consumino in ambito urbano.

A sinistra : Schermata da

SimCity, serie di videogiochi di

simulazione sviluppata da Maxis

e distribuita da Electronic Arts.

Page 46: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

target, si rischia fra qualche decennio di non avere le tecnologie ade-

guate e di doverle comprare all’estero. Il Set Plan ha stabilito dei setto-

ri prioritari nell’ottica della crescita industriale e commerciale per dare

forza alla ricerca e allo sviluppo.

La smart city è un laboratorio ideale di integrazione delle tecnologie.

Gli esperti dei vari settori devono lavorare sempre di più per sviluppa-

re congiuntamente progetti ed efficienza energetica. Tutte le tecnolo-

gie abilitanti, come le smart grid e lo smart meter, trovano nella città la

loro applicazione ottimale a livello di integrazione.

Infine, si percepisce l’esigenza di superare la frammentazione tipica

del sistema di ricerca italiano sia nei finanziamenti che nella gestione

autonoma degli stessi da parte dei vari ministeri; questo è possibile an-

che grazie all’allineamento con le priorità del Set Plan europeo. Si de-

ve considerare la sinergia tra i fondi d’innovazione e i fondi di coesio-

ne, sempre tenendo presente che la stagione dei contributi a fondo

perduto sta per chiudersi. Horizon li prevede - anche al 100% - per pro-

getti universitari ad elevato rischio ma il futuro è nei partenariati pubbli-

co-privati, nei fondi di garanzia, nei finanziamenti rotativi, con attenzio-

ne anche alla cooperazione intersettoriale.

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La Smart City è un laboratorio ideale di integrazione delle tecnologie. Gli esperti dei vari settori devono lavorare sempre di più per sviluppare congiuntamente progetti ed efficienza energetica.

Page 47: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Fra le problematiche da affrontare è di primaria importanza la condivisione di

una piattaforma sui servizi, specialmente nel settore dell’ICT.

Secondo BRUNO LO TORTO, Ordine degli Ingegneri di Palermo, questo set-

tore è ancora trattato dalle pubbliche amministrazioni come una commodity

o come una fornitura di beni e servizi. Spesso l’assenza di una vera pianifica-

zione alle spalle non permette che si inneschi il procedimento virtuoso che

prevede che si strutturino dei progetti a cui segua una gara, un’assegnazione

a un’impresa e un collaudo. Trattandosi di commodity si ricerca in primo luo-

go uno sconto sull’importo del valore e non la qualità dell’offerta. Bisogna

puntare invece ad alti standard qualitativi soprattutto in questo momento, in

cui i vari enti stanno cercando di identificare una piattaforma sui servizi in

modo che tutti i progetti sulla smart city siano replicabili e si possano mette-

re a fattor comune le best practices. La smart city di cui si discute a Francofor-

te non può essere la stessa di cui si parla a Palermo; è necessario standardiz-

zare sempre tenendo in considerazione però il territorio e la sua vocazione.

Per GIOVANNI BATTISTA ZORZOLI, economista, sta avanzando una

rivoluzione economico produttiva che non offrirà su un piatto d’argento la so-

luzione ai problemi italiani in fatto di occupazione e crescita ma che, se colta,

permetterà di riportare in Italia attività di alta tecnologia, di lavoro qualificato

e quindi sviluppo. Tra le numerose tecnologie la prima è la stampante 3D. Al-

l’inizio si riuscivano a realizzare solo piccoli oggetti di plastica mentre oggi si

lavora anche il titanio. In Cina è stato possibile realizzare in due giorni una ca-

sa di tre piani componendo diversi moduli; si fanno regolarmente arti artificia-

li con questo mezzo e recentemente, in America, si sono messi a punto dei

vasi sanguigni artificiali realizzabili appunto con stampanti 3D. Il costo della

stampante è relativamente accessibile; la qualità vera non sta nell’hardware

bensì nel software all’interno. È possibile che tra pochi anni si svilupperà un

neo artigianato e quello che oggi viene prodotto su larga scala, fuori dall’Ita-

lia, verrà riportato sulle nostre coste e sarà realizzato grazie a nuove tecnolo-

gie, soddisfacendo le esigenze personali del cliente. La stampante permette-

rà di creare prodotti di qualità, tipici del made in Italy, a prezzi che stanno di-

minuendo. Si generano così dei vantaggi: si crea un lavoro articolato e con-

temporaneamente adeguato al territorio nel quale si installa perché la stam-

pante può realizzare i prodotti tipici, che mantengano viva la tradizione. Inol-

tre, mentre oggi la maggior parte dei prodotti sono “per sottrazione” con la

creazione di scarti, la stampante 3D lavora per sovrapposizione di uno strato

all’altro secondo le forme volute, senza scorie, permettendo la produzione

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La smart city di cui si discute a Francoforte non può essere la stessa di cui si parla a Palermo; è necessario standardizzare sempre tenendo in considerazione il territorio e la sua vocazione.

Sta avanzando una rivoluzione economico produttiva basata su nuovissime tecnologie a costo sempre più basso. Una fra tutte? La stampante 3D.

Page 48: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

degli oggetti in loco, con minori oneri di trasporto, minor inquinamen-

to e minore ingombro.

Il secondo aspetto è la rivoluzione organizzativa e tecnologica che ri-

guarda l’economia circolare, per la quale ci sono fondi e programmi a

livello europeo, che sarebbe un peccato non utilizzare. La grande im-

presa in questo ambito su scala industriale è Philips, che non vende

più lampadine ai comuni bensì servizi di illuminazione nel modo più

efficiente, con grande risparmio energetico e un buon guadagno, deci-

dendo autonomamente quando sostituire i vari sistemi di illuminazione

con quelli più avanzati. Ha imposto ai propri fornitori di progettare e

realizzare le componentistiche in modo che possano, una volta recupe-

rate, essere smontate e interamente rimontate. Si tratta di una grande

rivoluzione per combattere lo spreco. Questa filosofia si diffonde sem-

pre di più nei diversi settori; H&M ha avviato un programma per cui vie-

ne dato un bonus agli acquirenti che restituiscono gli abiti usati che, a

loro volta, verranno riciclati nel sistema locale. La Renault sta recupe-

rando una serie di prodotti pregiati all’interno delle proprie autovettu-

re in ottica di riciclo.

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Terzo aspetto riguarda la “biomimetica”, ovvero realizzare tecnologicamente ciò che fa la natura.

Un altro aspetto di questa rivoluzione riguarda la cosiddetta “economia circolare”.

Page 49: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Il terzo aspetto riguarda la biomimetica, molto importante perché legata al

territorio e alla realtà. La biomimetica è una modalità di realizzare tecnologi-

camente ciò che fa la natura. Ad esempio, un architetto ha studiato come le

termiti riescono a realizzare le strutture dove vivono e si muovono, al cui inter-

no – alle temperature dell’Africa Equatoriale – c’è sufficientemente fresco da

permettere loro di sopravvivere. Si è potuto realizzare un edificio in Tanzania

con le stesse modalità, che consuma il 20 % dell’energia rispetto al più avan-

zato edificio tradizionale.

A questo punto una city diventa veramente smart perché è anche sede di

neo-artigianato, con attività di ricerca e innovazione che non vengono calate

dall’alto ma che rispondono alle esigenze locali e con esse si evolvono.

Per FABIO MONTAGNINO, direttore del Consorzio Arca, esistono diverse

“tecnologie distruttive”, ovvero in grado di cambiare in modo radicale e strut-

turale il sistema industriale; ad esempio il settore della gestione delle merci

verrà modificato totalmente dalla robotica autonoma, come già sta succeden-

do con l’internet delle cose.

Ogni settore è minacciato da una tecnologia che ne altera totalmente le rego-

le ma contemporaneamente è reso dinamico proprio da queste opportunità.

Bisogna riuscire a trasformare questa disponibilità di soluzioni in valore eco-

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In alto: Sächsische Maschinenfa-

brik a Chemnitz, Germania,

1868.

Page 50: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

nomico per la comunità a cui si appartiene, individuando e sostenendo un

talento. Nella riuscita di un progetto, solamente una piccola frazione è deter-

minata dal talento mentre le prerogative di successo sono consentita dalle

condizioni in cui questo si può sviluppare e dalla capacità di strutturare e in-

traprendere le attività organizzative e ordinarie relative al mercato. A Palermo

bisogna costruire le condizioni in grado di permettere ai talenti, agli innovato-

ri e agli studenti di sviluppare - sul territorio - idee e progetti.

Il tema delle smart city diventa una risposta alla crisi strutturale delle città del

mondo occidentale, che porta a ripensare i nuclei urbani in un’ottica di eco-

nomia circolare la quale, ritornando sugli stessi processi, migliora costante-

mente e produce valore. Il processo di crescita palermitano (ma anche italia-

no) non è paragonabile e non può seguire i modelli delle città emergenti. A

Izmir (Smirne, Turchia), ad esempio, si è passati da 500.000 a 4 milioni di abi-

tanti, importando le infrastrutture industriali europee. Quel tipo di crescita è

assolutamente diverso rispetto a quello di una realtà come quella palermita-

na. Serve una presenza superiore di grandi imprese sul territorio che percepi-

scano la città non come un mercato ma come un luogo dove si possa svilup-

pare valore. Il passaggio è cruciale: se non si insediano laboratori di sviluppo

di imprese di grande dimensione, se non si estende il sistema di accompa-

gnamento alle start up in modo più diffuso e pervasivo e se il controllo della

spesa pubblica non permette finanziamenti, non si riuscirà ad avere uno svi-

luppo e un futuro. La tensione verso quello che è possibile realizzare nella cit-

tà deve partire da una riflessione sugli obiettivi che si vogliono raggiungere.

La trasformazione di uno spazio urbano, inteso come luogo di appartenenza

a una comunità, deve basarsi su un ragionamento di sistema, condiviso e col-

lettivo; la dimensione di cambiamento delle città del Mediterraneo deve di-

ventare un tema popolare e in grado di far sì che il cittadino voglia davvero la

trasformazione del luogo in cui abita.

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Serve una presenza superiore di grandi imprese sul territorio, che percepiscano la città non come un mercato ma come un luogo dove si possa sviluppare valore.

Page 51: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

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Page 52: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Cultura e religioni, commerci e tecnologie, inclusione

tra popoli: la contemporaneità è fatta di contaminazio-

ni, che offrono nuove possibilità e che a Palermo pos-

sono trovare nuova espressione

La posizione geografica è importante ma ancor più lo

è quella culturale. Se più volte abbiamo atteso e disat-

teso strategie Paese che ci posizionassero all’incrocio

di corridoi fondamentali, per esempio per l’intercon-

nessione energetica, forse è proprio la cultura, la sto-

ria, la predisposizione storica agli scambi che può favo-

rire un’evoluzione in tal senso.

5

In rete con il mondo

Page 53: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Nel ripensamento della strategia delle imprese e del Paese aumenta l’impor-

tanza della dimensione ambientale e il valore della questione sociale. Come

spiega VALENTINO BOBBIO, di NextEconomia, la competizione internazio-

nale è forte e, di conseguenza, cresce la pressione sui nostri lavoratori. Non si

deve competere al ribasso ma ragionare sulle nostre competenze forti.

L’attenzione alla dimensione ambientale e sociale nelle imprese porta a cam-

biare gli obiettivi e a porre accanto ai necessari risultati economici degli sco-

pi di rispetto ambientale e attenzione al sociale. Le imprese non riescono ad

avere una motivazione forte su questi temi se non per una richiesta del merca-

to; il cittadino ha una reale capacità di pressione sulle imprese e può condi-

zionare il mercato agendo in modo consapevole, esercitando il potere nell’ac-

quistare, investendo in imprese rispettose dell’ambiente e della dimensione

sociale, partendo dai fornitori - anche nella catena lunga della fornitura che

arriva fino a Paesi terzi.

I cittadini sono, al contempo, lavoratori, consumatori e investitori. L’interesse

lungimirante è di armonia tra questi ruoli e bisogna orientare il peso di merca-

to di tutti in maniera da far diventare conveniente alle aziende l’essere soste-

nibili, per diverse ragioni.

In primo luogo, la cultura dei cittadini cambia; negli ultimi due anni si è regi-

strato un ulteriore calo dei consumi, il primo del 2.5%, il secondo del 3%; ma

il consumo dei prodotti equosolidali è aumentato un anno del 14% e il suc-

cessivo del 17%. Nel 2004, il 30% degli intervistati già affermava la disponibili-

tà di spendere di più per l’acquisto di un prodotto rispettoso dell’ambiente e

delle persone, mentre nel 2014 la percentuale è salita al 45%.

In secondo luogo, cambiano le aziende che si adeguano per tempo e seguo-

no questo filone perché in esso intravedono una crescita futura e un migliore

posizionamento. Esiste una possibilità di differenziazione strategica; se si

compra un prodotto a basso costo, il prezzo ambientale e sociale dello stes-

so è altissimo. Non è nell’interesse dei consumatori pagarlo poco, poiché si

produce delocalizzazione, inquinamento, cambiamenti climatici e sofferenza

sociale altrove. Conviene incentivare le aziende a differenziarsi su una strate-

gia che ponga l’accento sulla valorizzazione sia ambientale sia delle persone,

che diventano, in un secondo momento, anche strumento di comunicazione

e di marketing.

Un terzo aspetto è la necessità di contrasto alla normativa rigida e soffocante

che è la risposta istituzionale ai problemi ambientali e sociali. Per far fronte a

questa situazione incontrollata, si aggiungono nuove norme e vincoli che

Il cittadino ha una reale capacità di pressione sulle imprese e può condizionare il mercato agendo in modo consapevole, esercitando il potere nell’acquistare, investendo in imprese rispettose dell’ambiente e della dimensione sociale, partendo dai fornitori

52

A sinistra: particolare dalla

mappa dell’Europa realizzata

dal cartografo olandese Henri-

cus Hondius II (1623).

Page 54: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

spesso ingessano la gestione delle imprese e la scoraggiano; un atteg-

giamento responsabile premia tutto il settore produttivo e permette

l’introduzione di un sistema di soft law.

La quarta motivazione è la convenienza anche per le imprese. Le cause

sono molteplici, partendo dalla produttività; le indagini rivelano che le

aziende in cui i dipendenti sono fortemente coinvolti sono più produtti-

ve, poiché sentono di dare un contributo reale. Un’altra motivazione è

il sostegno costante dei consumatori, anche quando l’azienda compie

un errore. Emblematico il caso Toyota quando è stato prodotto un si-

stema frenante non adeguato; dopo le pubbliche scuse, la casa giap-

ponese ha mantenuto il supporto dei clienti poiché è stata percepita

come un’azienda affidabile e seria. Un’altra causa è la riduzione di

“conflitti”; le imprese pesantemente orientate verso il profitto, che

non considerano gli stakeholder come interlocutori seri da tenere in

considerazione, hanno un livello di conflittualità e costi legali superiori.

Inoltre, bisogna considerare il miglioramento della reputazione: le

aziende vivono della fiducia che creano nei cittadini; il miglioramento

della reputazione dell’azienda può essere monetizzato ed è un fattore

economico importante.

53

Un atteggiamento responsabile premia tutto il settore produttivo e permette l’introduzione di un sistema di soft law.

Page 55: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Come ultima ragione, vi è lo stimolo all’innovazione e alla proattività; le im-

prese attente alla dimensione sociale e ambientale investono in questi settori

e, quindi, quando i vincoli legislativi in questi ambiti aumentano, tali aziende

si trovano in una situazione avvantaggiata poiché già rispettano i nuovi stan-

dard.

Dunque, una realtà smart si caratterizza per la spinta verso innovazione e ri-

schio d’impresa delle sue aziende. Investimenti da effettuare anche all’estero,

specialmente nel bacino del Mediterraneo.

Fino a qualche anno fa come spiega ALESSANDRO RUBINO di RES4MED il

trend generale era installare nei Paesi del nord, per sfruttare al sud; un esem-

pio noto, il caso Desertec che si è concluso nell’ottobre 2014. Quest’iniziativa

industriale – a guida tedesca per la maggioranza - si proponeva di installare

ingenti capacità di generazione nel deserto e, poi, tramite interconnessioni

che passavano da diversi Paesi, avrebbe esportato questa capacità di genera-

zione rinnovabile nel Nord Europa. I Paesi target del progetto non hanno ap-

prezzato questa iniziativa che è stata abbandonata, anche per una non soste-

nibilità socio-economica.

Dal punto di vista metodologico, l’energia è chiamata a soddisfare tre aspet-

ti, il “trilemma energetico”: essere ambientalmente sostenibile, essere econo-

mica e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti. Si aggiunga una quar-

ta gamma: la sostenibilità sociale.

Il grado di accettazione degli investimenti, l’aspetto di sostenibilità e di inte-

grazione con il tessuto economico e sociale sono aspetti che hanno acquisito

sempre maggior peso, sia in Europa che fuori. Qualsiasi tipo di investimento,

anche quelli dal forte valore economico necessari all’approvvigionamento

energetico in qualsiasi parte del Mediterraneo, implica complessità di relazio-

ni politiche, economiche, sociali e strategiche affinché venga accettato.

Di conseguenza, l’aspetto sociale di questo genere di interventi deve essere

curato in maniera particolare. Il vantaggio delle fonti rinnovabili è nel minor

impatto ambientale e, in secondo luogo, nella forte integrazione nel tessuto

sociale ed economico. Ad esempio, quando le fonti rinnovabili vengono svi-

luppate in maniera integrata all’interno della rete e quando sono abbondanti

sul territorio richiedono un dialogo bidirezionale tra gli operatori, sia di rete

(smart grid) che degli impianti. Il sistema energetico - così come era concepi-

to fino a quarant’anni fa - è stato profondamente cambiato dalle rinnovabili e

dalle tecnologie smart. Un cittadino diventa ora contemporaneamente consu-

matore e produttore di energia; questo processo implica un cambiamento

54

Il grado di accettazione degli investimenti, l’aspetto di sostenibilità e di integrazione con il tessuto economico e sociale sono aspetti che hanno acquisito sempre maggior peso, sia in Europa che fuori.

Page 56: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

nella modalità di comunicazione tra i diversi aspetti del sistema ed è più evi-

dente su scala regionale (come nel Mediterraneo) che nazionale.

Le fonti rinnovabili possono essere complementari al sistema esistente, so-

prattutto in alcuni dei Paesi delle sponde sud ed est del Mediterraneo.

In questi territori, infatti, le reti di trasporto non sono molto diffuse e le fonti

rinnovabili servono ad approvvigionare di energia elettrica le comunità rurali

e gli insediamenti informali intorno alle “megacities”; e gli impianti non devo-

no essere necessariamente collegati alla rete di trasmissione nazionale. Le

rinnovabili hanno anche da un punto di vista sociale una grande importanza.

Queste comunità - parliamo di Algeria, Tunisia, Egitto, Libia - difficilmente po-

trebbero attrarre investimenti ingenti per permettere alle reti di attraversare i

grandi spazi del deserto, con operazioni dall’elevata difficoltà, anche se è for-

te il bisogno energetico da parte di scuole, ospedali e varie altre strutture

pubbliche. Il ruolo delle rinnovabili in questo contesto diventa quindi fonda-

mentale; fornire impianti anche di piccola taglia consente una maggiore sco-

larità sia in zone remote dell’area Mediterranea che nei Paesi in via di svilup-

po. Inoltre, ha un forte impatto nell’ambito della gender equality; l’accesso

all’energia elettrica consente di affrancare le donne da una serie di attività

che prenderebbero una gran parte della loro giornata.

55

Il sistema energetico - così come era concepito fino a quarant’anni fa - è stato profondamente cambiato dalle rinnovabili e dalle tecnologie smart. Un cittadino diventa ora contemporaneamente consumatore e produttore di energia.

Page 57: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Il ruolo di questi interventi per le comunità del Mediterraneo è decisi-

vo, sia per quelle lontane dai centri più importanti sia per le realtà inse-

rite nella rete di trasporto del Mediterraneo, che probabilmente verrà

sviluppata in futuro tra la sponda nord e quella sud.

È necessario sostenere dei costi, se si ritiene che i benefici superino gli

investimenti. Potenzialmente, l’Italia ha un ruolo di guida nel bacino,

per questa ragione deve provare a sviluppare risorse e opportunità di

cui beneficino soprattutto le comunità locali.

I motivi che portano a investire nei territori del Mediterraneo sono, sen-

za dubbio, legati alle risorse presenti in quest’area geografica, come

sostiene GIOVANNI BRIANZA di Edison. In questa zona sono concen-

trate circa il 4% delle riserve mondiali di petrolio e circa il 5% di quelle

di gas; l’80% di queste sono tra Algeria, Libia, Egitto, Siria e Italia. Inol-

tre, il Mediterraneo ha vento, sole e acqua. Per una società energetica

questi sono tre fattori fondamentali e diventeranno progressivamente

sempre più importanti. Lo segnala il fatto che l’energia prodotta da

queste tre fonti - dal 2005 al 2013 - è aumentata del 66%.

Ad oggi, l’8% della domanda mondiale di energia riguarda il bacino

del Mediterraneo, una percentuale destinata a crescere non per merito

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In alto: La città di Fès, in Marocco.

Page 58: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

dell’Europa - la cui richiesta è stagnante - ma per il South East, una zona che

importa energia per il 45%, nonostante le risorse proprie.

Tra il 2008 e il 2013 sono stati spesi 10 miliardi di dollari nell’esplorazione e

nella produzione di idrocarburi nel Mediterraneo e, tra il 2013 e 2017, si stima

di spenderne altri 16. Questi investimenti saranno concentrati nei bacini che

contribuiranno ad aumentare l’offerta energetica dell’area: Israele, Libano,

Italia e le coste della ex Jugoslavia, zone dall’alto potenziale. La Sicilia oggi

contribuisce al 12% della produzione nazionale di petrolio e al 5% della pro-

duzione di gas italiano. Edison ha destinato 800 milioni di euro da investire in

Sicilia fra il 2015 e 2020 per sviluppare Vega, Ibleo e Clara, tre campi ritenuti

strategici.

Il Mediterraneo può diventare un hub, catalizzatore di domanda e offerta. Sa-

rà strategico anche lo sviluppo delle infrastrutture che permetteranno a que-

sta zona e all’Europa di diventare competitive, attraendo nuove fonti energe-

tiche con riferimento al corridoio sud, che cerca di portare gas dall’Azerbai-

jan all’Europa e i terminali GNL che attireranno gas da tutto il mondo. E le

infrastrutture sono la conditio sine qua non per attrarre importazioni.

La Sicilia ha un percorso interessante poiché c’è un terminale GNL in via di

sviluppo; oggi vi transitano il 37% delle importazioni per l’Italia, acquisendo

così un ruolo chiave per il nostro Paese. Edison ha contributo a sviluppare il

terminale GNL che si trova di fronte a Rovigo, con 8 miliardi di metri cubi di

importazione.

La terza opportunità è legata alla capacità di cogliere la domanda nel South

East, in particolare per l’energia elettrica. L’interconnessione è un fattore fon-

damentale, anche se bisogna pensare in modo laterale per capire se è possi-

bile attivarsi, già da adesso, in attesa che le interconnessioni si strutturino se-

condo tutto il programma di sviluppo.

Per quanto riguarda in particolare la Sicilia ci sono altri due temi importanti: il

primo è quello delle rinnovabili; 1750 megawatt di eolico, 1256 megawatt di

fotovoltaico, con un indotto per il territorio molto importante nella costruzio-

ne e nell’attività che ruota intorno a questi asset. Anche se il tempo degli in-

centivi è finito, non significa che si concluda quel tipo di business. Oggi se si

costruisce un impianto fotovoltaico nel centro e nel sud d’Italia, con una par-

te di energia che va in autoconsumo, non si ha più bisogno degli incentivi;

l’iniziativa si sostenta anche senza gli aiuti da parte dello Stato. In questo

modo si aprono grandi possibilità, soprattutto per il piccolo fotovoltaico.

57

Nel bacino del Mediterraneo sono concentrate circa il 4% delle riserve mondiali di petrolio e circa il 5% di quelle di gas; l’80% di queste sono tra Algeria, Libia, Egitto, Siria e Italia. Inoltre, il Mediterraneo ha vento, sole e acqua.

Page 59: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Chi riuscirà a unire tecnologia, rete sul territorio e la base clienti per sviluppa-

re questo tipo di business avrà successo. La Sicilia, in questo ambito, ha un

potenziale enorme perché ha l’energia del sole. È probabile che presto succe-

derà lo stesso anche per l’eolico, diventando competitivo sul mercato.

Il secondo tema è l’efficienza energetica, una sfida che il Paese non può man-

care. Gli italiani hanno come patrimonio principale la casa e sono molto atten-

ti a ciò che la riguarda. In questo settore non bisogna commettere gli stessi

errori del passato per lo sviluppo delle rinnovabili, perché sono state incenti-

vate massivamente tecnologie che non erano prodotte in Italia. È auspicabile

che accada il contrario per quanto riguarda l’efficienza energetica, con lo svi-

luppo di un indotto intorno alla catena del valore che faccia nascere nuove

imprese e nuove tecnologie, e che l’Italia riesca finalmente a vendere nel

mondo i suoi prodotti. Come? Con innovazione, volontà di rischiare e aprirsi

a nuovi mercati fuori dal Paese.

Essere smart e aprirsi all’internazionalizzazione: fin dagli albori della civiltà, il

cosiddetto “diritto dei mercati” si è posto come ponte tra le imprese di nazio-

ni diverse. Già nel diritto romano, accanto allo ius civile – imposto dallo Stato

– i mercati hanno sempre sviluppato delle proprie regole per creare legami e

58

Innovazione, volontà di rischiare e aprirsi a nuovi mercati fuori dall’Italia. Le imprese per essere “smart” hanno bisogno di un sostegno legale quando affrontano avventure di questa portata.

Page 60: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

sicurezza nei traffici giuridici, come spiega LORENZO PAROLA, avvocato

dello studio legale Paul Hastings. La Rivoluzione Industriale e, quindi, la pro-

duzione di massa hanno portato all’affermazione di nuove regole di soft law,

cioè di un diritto che nasce dal mercato, con approccio di natura “bottom

up” e non “top down”, inteso a regolare le relazioni con i mercati creando un

ponte fra gli stati ma, ancora prima, tra le imprese; un fenomeno che ha avu-

to la massima espressione nel momento in cui i mercanti sono diventati cor-

poration.

Questo understanding comune riguardo alla gestione di determinati affari si

declina in tre fenomeni: il primo è definibile come “primato del contratto”.

Normalmente le corporations non fanno grande affidamento sulle leggi scrit-

te; nel contratto “what you see, is what you get”, quello che vi si trova deve

essere la legge. Solitamente le aziende chiedono la sicurezza che, nel mo-

mento in cui si stende un contratto, questo non sia superato da norme impe-

rative. Il secondo fenomeno è consentito dalla normativa internazionale, in

particolare dalla convenzione di Roma del 1980; le imprese tendono a sceglie-

re quel set di regole che meglio si attaglia alla fattispecie concreta. Un esem-

pio eclatante è nel diritto inglese, con le operazioni di finanziamento; si ritie-

ne che il diritto inglese sia quello più creditors friendly del mondo, in grado

di tutelare al massimo livello sia le banche che i creditori; quindi, anche nei

grandi finanziamenti in Italia, le banche tendono ad applicare il diritto ingle-

se. Un terzo fenomeno è quello della “extragiudizialità”; nelle grandi acquisi-

zioni internazionali, le società non fanno affidamento sui sistemi giudiziali na-

zionali bensì definiscono le regole del contratto e stabiliscono anche il set di

regole che si applicheranno in caso di eventuale contenzioso (è il fenomeno

degli arbitrati internazionali che prevalgono sulle corti nazionali). Ciò è parti-

colarmente vero nei settori specialistici come quello bancario, dei trasporti

internazionali e quello marittimo oltre che nel settore dell’energia, dove esi-

stono delle best practice che vengono applicate comunemente. In questo

settore, l’Italia è all’avanguardia perché ha il mercato energetico più avanzato

e complesso al mondo, in termini di regolazione e in termini tecnici. In Italia

si è dato seguito ai primi finanziamenti dei grandi cicli combinati, seguiti poi

dai parchi fotovoltaici, tanto da preparare la strada a numerosi altri Stati.

In questo senso, le best practice create, sia nel settore della regolazione che

tecnico, si sono sviluppate poi anche nel settore legale.

L’Italia nel settore del soft law – nelle prassi contrattuali e di bancabilità – è

un Paese che ha molto da insegnare. Per tanti anni il nostro Paese ha soffer-

Già nel diritto romano, accanto allo ius civile – imposto dallo Stato – i mercati hanno sempre sviluppato delle proprie regole per creare legami e sicurezza nei traffici giuridici.

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Page 61: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

to, dal punto di vista del diritto, di sudditanza rispetto al modello ingle-

se; ora la situazione è cambiata e si presenta una grande possibilità

per le imprese italiane. La consapevolezza sulle best practice che si so-

no create unitamente a una favorevole posizione geografica hanno fat-

to sì che si richieda spesso l’intervento di un avvocato di diritto italiano

e non più inglese in molte operazioni all’interno del Mediterraneo.

Esiste ormai un fenomeno di consapevolezza, comune alle diverse im-

prese nel modo, in cui certi affari si chiudono e si documentano; ad

esempio riguardo al set di garanzie, le business warranties che si chie-

dono quando si acquisisce un’azienda oppure nel contesto di rottura e

separazione dei partner di una joint venture.

Come ricorda ANDREA NURCHI, rappresentante dell’Assemblea Par-

lamentare del Mediterraneo (PAM), l’Italia gode di una posizione privi-

legiata all’interno nell’area. Il Mezzogiorno e la Sicilia in particolare han-

no una storia straordinaria di commistioni in materia linguistica, artisti-

ca, culturale. Queste caratteristiche garantiscono delle ottime condizio-

ni per fare da catalizzatore e per creare opportunità sia economiche

che d’impresa - per la creazione di posti di lavoro - ma anche sociali,

60

L’Italia nel settore del soft law – nelle prassi contrattuali e di bancabilità – è un Paese che ha molto da insegnare.

In alto: Commerci della Compa-

gnia delle Indie Orientali nella

città di Coylang, India, 1670 ca.

Page 62: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

che permettano lo sviluppo di un concetto di integrazione che diventerà fon-

dante nella formazione e nell’istruzione.

L’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (PAM) è un’organizzazione inter-

nazionale che riunisce i parlamenti degli Stati del Mediterraneo, dal Portogal-

lo fino alla Mauritania, passando da Italia, Balcani, Palestina e Israele. Tutti i

membri hanno lo stesso peso in termini di voti ed è attivo un meccanismo di

rotazione della Presidenza che si alterna ogni due anni, da uno Stato della

sponda settentrionale a uno di quella meridionale. PAM ha lo stato di osserva-

tore presso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che permette una stret-

ta sinergia nello sviluppo delle iniziative tra le due realtà.

Gli obiettivi principali del PAM sono il mantenimento degli equilibri politici e

lo sviluppo tra i Paesi del Mediterraneo. Attualmente, la situazione in questa

regione è molto fluida; la primavera araba, cominciata nel 2011 con punti di

partenza comuni si è sviluppata in modi molto differenti da Paese a Paese,

lasciando diversi elementi di instabilità per la regione (il caso libico è un chia-

ro esempio) da sommare alle questioni storiche riconducibili al conflitto israe-

lo-palestinese, del Sahara occidentale e dei Balcani. In questo contesto, trova-

re un equilibrio risulta particolarmente complicato. In numerosi Paesi c’è un

vuoto di potere che lascia spazio a movimenti estremisti con conseguenze

dal punto di vista dell’assistenza umanitaria, dell’immigrazione, dei rifugiati e

delle relazioni economiche a rischio. La stabilità politica è sia la precondizio-

ne che il risultato dello sviluppo economico.

FABIO MONTAGNINO, direttore del Consorzio Arca, ribadisce quanto l’Ita-

lia, la Sicilia e Palermo possano candidarsi ad assumere un ruolo di leader-

ship nel Mediterraneo sul tema della conversione del paradigma energetico

e della trasformazione delle città. Tuttavia è indispensabile avere coraggio,

credere e impegnarsi già oggi in progetti che potranno essere realizzati in un

arco di tempo di medio e lungo periodo. Si deve creare una situazione di di-

scontinuità passando da un adeguamento a un mainstream già esistente - di-

segnato altrove di risposte e tecnologie - a un luogo che, invece, pensa a so-

luzioni adatte a questo “mondo di confine”.

Metaforicamente, Palermo deve essere vista come una zona di faglia - non di

raccordo, ma di crinale - dove i blocchi si toccano e possono formare sia

splendidi paesaggi che generare terremoti. È necessario pensare alla propria

identità, alla situazione politica, al proprio passato di convivenza, di contami-

nazione e di scontro, tutti elementi che rendono questo territorio unico.

L’Italia gode di una posizione privilegiata all’interno nell’area; Il Mezzogiorno e la Sicilia in particolare hanno una storia straordinaria di commistioni in materia linguistica, artistica, culturale.

61

Si deve creare una situazione di discontinuità passando da un adeguamento a un mainstream già esistente, disegnato altrove di risposte e tecnologie, a un luogo che pensa soluzioni adatte a questo “mondo di confine”.

Page 63: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Bisogna, poi, lavorare sui contenuti e produrre novità cercando di concentra-

re a Palermo tecnologie nuove e generare modelli di business innovativi, im-

maginare i modelli con cui funziona la filiera di produzione e di distribuzione

dell’energia, che consentano di fare impresa anche dove si assottigliano le

marginalità legate agli incentivi per innovare sul piano del contenuto tecnolo-

gico e sul piano dei modelli d’impresa. È fondamentale prendere consapevo-

lezza di poter essere un punto di raccordo tra nord e sud del Mediterraneo,

in quanto in grado di capire le necessità di coloro che vivono a Francoforte,

senza dimenticare che bisogna dialogare anche con chi abita a Il Cairo.

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In basso: la Sicilia è stata da

sempre una terra esposta alle

diverse influenze culturali. L’ar-

chitettura a Palermo ne è un

chiaro esempio.

Page 64: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

In questi anni l'idea di Smart City si è diffusa incontrastata. L'idea che

la tecnologia possa allestire un ambiente urbano modello è davvero

molto seducente. In qualche modo è la nuova utopia; la figlia di quella

cultura europea rinascimentale che rivendicava all'uomo la forza di co-

struire luoghi di vita migliori, anzi ottimi; solo che oggi alla ragione del-

l'uomo è stata sostituita la capacità di sistemi artificiali di gestire i big

data, di effettuare analisi predittive, di interconnettere gli oggetti.

Di qui un fiorire di politiche pubbliche ispirate alla smartness, ingenti

finanziamenti pubblici e indiscriminata rincorsa alle applicazioni tecnologiche.

I colossi industriali, produttori e venditori di tecnologie, hanno impo-

sto questo modello di Smart City i cui benefici non sono per nulla evi-

denti a fronte dell'investimento pubblico effettuato.

Il punto è: la tecnologia rappresenta davvero una grande risorsa ma

bisogna concentrarsi su come questa debba essere impiegata al me-

glio per favorire benefici cambiamenti nella vita sociale ed economica

dei singoli, delle comunità e delle città.

Le città – i nuovi centri di governo del XXI secolo – sono in diretta com-

petizione tra loro per accreditarsi come polo di aggregazione e di svi-

luppo, costruendo basi economiche sostenibili e con essa opportunità

di occupazione, creazione di ricchezza e miglioramento delle infrastrut-

63*Partner Energia Media

In conclusione

SmART City Palermo. Progetto per una comunità intelligente e interconnessaRaffaele di Stefano*

Page 65: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

ture materiali e immateriali. In questa competizione non contano solo le infrastrutture tecnologiche e gli inve-

stimenti immessi artificialmente. Contano anche la capacità di avere una visione del futuro e degli obiettivi

strategici per realizzarla, e reti sociali e culturali per sostenerla. E l’ambiente, la storia, l’eredità culturale non

sono fattori indifferenti. Su questo presupposto abbiamo promosso e realizzato SmART City Italia - Palermo.

Lo sviluppo delle aree urbane di Palermo, come quello di tutte le città moderne, sta mettendo sotto pressio-

ne la qualità di vita dei cittadini e pone una serie di sfide alla comunità cittadina ed agli amministratori. Emer-

gono nuovi problemi di segregazione e marginalità sociale ed economica e di welfare in generale. Ma nel

contempo si offrono le condizioni per fondare nuove imprese, creare nuove opportunità di inclusione sociale

ed economica. Occorre raccontare di queste difficoltà e di queste opportunità, e riflettere come agire per

contrastare le prime e rafforzare le seconde. Occorre raccontare una nuova storia della città che sappia rende-

re partecipi i cittadini della trasformazione e dell’innovazione della loro città.

Questo significa creare una comunità intelligente ed interconnessa per saper superare le difficoltà e cogliere

a pieno le opportunità. L’intelligenza non è una questione di quantità di dati ma di capacità di analizzarli e di

utilizzarli. Questo è il lavoro che abbiamo iniziato con l’evento SmART City Italia a Palermo nel 2014; questo è

il lavoro che auguriamo Palermo possa proseguire.

64

Durante l’epoca dei Sumeri, nelle terre tra i fiumi Tigri ed Eufrate - a partire dal V millennio pri-

ma di Cristo - sono state fondate Ur, Uruk Lagash, primi insediamenti urbani con i caratteri di

città. In basso: Bassorilievo di età sumerica.

Page 66: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

Il 25 maggio del 2014 fu proposto ai berlinesi un referendum in cui si chiede-

va di salvare dal business immobiliare il Tempelhofer Feld, ex aeroporto di

Berlino Ovest. Oggi questo spazio di 300 ettari – superiore per esempio a

Central Park – è diventato il cuore della vita sociale della città. Installazioni

d’arte, orti biologici, fiere, sfilate, concerti; frequentato da tutti, studenti, arti-

sti, agricoltori, manager. Una realtà nata dal basso, grazie all’impegno prima

di chi ha bloccato i lavori di nuove case raccogliendo 220.000 firme e poi gra-

zie a un progetto scritto da professionisti di tutte le età che hanno voluto par-

tecipare attivamente mettendoci competenze, creatività, impegno. Biker, run-

ner, skater e windsurfisti spinti dal vento del nord sul cemento delle ex piste;

e uccelli rari in via d’estinzione che qui hanno travato nuovo habitat. E poi lo

spazio per pioneer projects come gli orti comunitari, e modalità diverse per

creare relazioni col territorio. Un luogo gestito dal Grün Berlin sotto la tutela

di Tempelhof Projekt (coordinati dal dipartimento del Senato per lo sviluppo

urbano).

Il futuro di questo posto, con i temi da sviluppare, verrà di continuo discusso

con gli abitanti; uno spazio che si muove e trasforma ogni giorno, mosso da

creatività ma con una governance, fatta anche di partecipazione e responsabi-

lità civile. Non stiamo parlando di un altro mondo, ma di un mondo possibile

anche a Palermo, Napoli, Milano o Bolzano.

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Emanuele Martinelli*

Tempelhofer Feld, Palermo

*CEO Energia Media

Page 67: Città intelligenti per comunità intelligenti - SmART City Italia - Energia Media 2015

A Palermo, dalle vie del centro fino alla Zisa e ancora oltre verso Mondello la scoperta di nuovi spazi da riqua-

lificare e di cui occuparci è continua. La Fiera per esempio.

Ne abbiamo parlato per ore nei tre giorni e tre notti del 27-28-29 novembre 2014 all’interno di SmART City

Italia, il progetto itinerante nato a Palermo che dal 2015 toccherà altre città tornando poi a Palermo a fine anno.

Se l’ART vuole essere il coinvolgimento emotivo di tutte le parti in causa, il termine Smart richiama l’intelligen-

za che produce in ogni momento soluzioni, tecnologie, strade di sviluppo da poter esprimere soprattutto nel-

le City, l’ambito che sempre più raccoglierà la popolazione del pianeta. E poi la parola Italia, quella in grado

di evocare ancora bellezza, capacità del fare, e umanità.

Da Berlino a Palermo ci passano culture, orizzonti e colori diversi. Ma rimane come sottofondo culturale e civi-

le che vale per tutti, una presa di responsabilità e un desiderio di vivere meglio, che passano dall’impegno di

ognuno, sia berlinese o palermitano.

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In basso: veduta di una porzione

del Tempelhofer Feld, a Berlino.

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