clavajas - il nesti pais n° 10
DESCRIPTION
pubblicato il 2 gennaio 2011TRANSCRIPT
N° 10 dicembre 2010 Clavajas – il nešti paiš pag.1
SOMMARIO
Editoriale pag. 1
Un lago a Clavais? pag. 2
Conosciamoci pag. 4
Il Natale di una volta pag. 5
Dante (Bepi da Butula) pag. 6
Le ricette pag. 7
Un Perugino a Clavais pag. 8
Chi sono? pag. 9
Le cronache pag. 10
L’ angolo della poesia pag. 12
Le foto del calendario pag. 13
Friuli Mandi Nepal Namastè pag. 15
Editoriale dicembre 2010
Siamo pronti a presentare il decimo
numero del giornalino …
… con una novità in redazione …
Infatti questa edizione è stata curata
interamente da Mattia che dopo aver
seguito Giacomo nella preparazione
delle precedenti edizioni si è
dedicato alla ricerca e scelta del
materiale,all’impaginazione e alla
stampa.
Lo ringraziamo per l’impegno con cui
ha lavorato.
BUONE FESTE,BUON ANNO E
BUONA LETTURA A TUTTI!!
Clara
N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 2
UN LAGO A CLAVAIS ?
Guardando lo stupendo paesaggio che si può
ammirare lungo la “Via dai Lofs” di Clavais
dove questa costeggia il “Plan di Val”
nessuno avrà pensato che circa 18000 anni
fa in questo grande prato ci fosse stato un
lago! Ma c’è da dire che questa estesa
spianata erbosa si trova in una posizione
morfologicamente anomala; per un occhio
più esperto, potrebbe trovarsi li solo
considerando il ripiano come parte di una
superficie di Kame (deposito accumulato
contro uno sbarramento glaciale). Ciò fa di
questa zona di Clavais un interessante
geosito.
Cerchiata di nero la zona dove un tempo si trovava il lago originato dallo sbarramento creato dalla lingua glaciale che scorreva nella Val Degano.
Questo brano a cura di Corrado
Venturini e Antonella Astori è tratto dal
libro “Geositi del Friuli Venezia Giulia”
Il ripiano di Clavais (circa 400x200m) può
in apparenza essere considerato una vera e
propria anomalia dato che si colloca sospeso
a 300m sul fondo valle e interrompe le
abituali morfologie di questo tratto vallivo,
caratterizzate da tozzi rilievi arrotondati.
Questi ultimi sono l’ effetto prodotto dall’
esarazione glaciale würmiana sui litotipi
(brecce di dolomie, di calcari dolomitici, di
marne e di calcari). Lo stesso paese di
Clavais è sorto all’ estremità di uno di
questi colli.
Nella stessa zona, a poca distanza, un altro
rilievo dello stesso genere è visibile tra
Liariis e Chialina. Queste morfologie
glaciali sono a loro volta separate una dall’
altra da incisioni torrentizie più o meno
profonde.
Nella fascia che si affaccia sulla Val
Degano, in sinistra ideografica tra Ovaro e
Comegliàns, il Rio Navas è di gran lunga il
corso più inciso e profondo. È utile citarlo
perché rappresenta la ragione della
presenza del ripiano di Clavais.
La storia che caratterizza questo segmento
di vallata è comune a quella della zona di
Illeggio, lungo la valle del Bût. Come per
quest’ ultima durante la de glaciazione
würmiana – circa 18 000 anni fa – i versanti
vallivi avevano già perso la coltre glaciale
anche se una lingua di ghiaccio, spessa
qualche centinaio di metri e progressivo
ritiro, continuava ad occupare la Val
Degano. Occorre immaginare il contesto
dell’ area alpina orientale così come si
presentava durante la fase di rapido
disgelo.
La lingua glaciale che scorreva nel fondo
della Val Degano era ancora alimentata dai
ghiacciai attivi sui rilievi di alta montagna
(giogaia del Monte Coglians), in lento
movimento verso le quote inferiori.
Genesi dei depositi di sbarramento glaciale (Kame) sono spesso il riempimento di effimeri bacini lacustri.
N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 3
Intanto le zone di media montagna,
compresa l’ area di Clavais fino al
retrostante Monte Zoncolan, si
presentavano già del tutto deglaciate. In
queste aree già liberate dai ghiacci si era
ormai affermato un reticolo fluvio-
torrentizio in rapida evoluzione. Ai nuovi rii
e torrenti si associava un intenso trasporto
solido verso i fondovalle principali, ancora
occupati dalle lingue glaciali in progressivo
ritiro.
Dal versante occidentale del Monte
Zoncolan il Rio Navas erodeva e
trasportava detriti. Raggiunte le quote
inferiori le sue acque trovavano un ostacolo
al deflusso: si trattava della spessa lingua
glaciale che ancora occupava il fondo della
Val Degano.
Kame di Clavais. La piatta superficie del deposito un tempo confinava con la lingua glaciale della Val Degano.
L’ ostacolo diede origine a un lago di
sbarramento che prese forma appena a
nord dell’ attuale paese di Clavais. Dal Rio
Navas giungevano al lago acqua e
abbondanti detriti torrentizi. Questi ultimi
col tempo (meno di un secolo?) colmarono l’
invaso sostituendone la superficie con un
materasso orizzontale di ghiaie che
trasformò lo specchio lacustre in una piatta
zona ghiaiosa. Depositi alluvionali di questo
tipo, propiziati da un ostacolo glaciale e
accumulati contro di esso, sono definiti con
il termine specialistico Kame.
Dato che l’ antica superficie del lago è
stata sostituita dalle ghiaie fluviali (ripiano
di Clavais), e sapendo che l’ anomala
superficie piatta si sviluppa intorno a 820
m di quota, si può dedurre che la sommità
della lingua glaciale in progressivo ritiro
doveva attrarsi intorno a quell’ altezza. Il
suo spessore dunque non era inferiore ai
300m dato che il fondo della val Degano si
trovava anche allora intorno ai 500m slm.
Successivamente la lingua glaciale in ritiro
ha dato spazio al ritorno del torrente
Degano. Al tempo stesso il Rio Navas è
riconfluito in esso. Nel farlo ha dovuto
eliminare il salto di raccordo dal ripiano di
Clavais al fondo della Val Degano. Lo ha
fatto tramite una rapida quanto intensa
erosione che ha cannibalizzato parte degli
stessi depositi per poi spingerlo ad
approfondirsi nel substrato roccioso
perniano, finendo con lo sviluppare la
poderosa incisione citata in precedenza. I
depositi fangosi lacustri coperti da
sedimenti di un delta ghiaioso che intanto
avanzava e progressivamente colmava il
lago) sarebbero visibili e se esposti lungo il
profondo solco erosivo del rio Navas se la
vegetazione non avesse trovato facile
diffusione colonizzando in modo massiccio
le sponde del corso torrentizio.
Nicola alle prese con la prima neve
N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 4
CONOSCIAMOCI …
ARRIVARE A CLAVAIS
Chi è nato in Carnia, o giù di li, sa
perfettamente dove si trova Clavais;
conosce il piano gentile che accoglie il
paese ed il verde bosco che lo circonda, sa
che il sole lo scalda per tutto il giorno ed
arrivarci è agevole.
Ma chi, come me, è nato fra due fiumi nella
“Bassa” Pianura Padana “dove il giù è su ed il
su è giù” dove d’ inverno il freddo e l’
umidità ti entrano nelle ossa e “la nebbia è
così fitta che ci puoi appoggiare la
bicicletta”; dove d’ estate il caldo è
terribile e ti tiene costantemente
imperlato di sudore, dove si combatte tutti
i giorni una guerra di sopravvivenza con le
zanzare; li nessuno conosce l’ esistenza di
Clavais, pochissimi conoscono la Carnia,
nessuno sa cos’ è il Coglians, pochi
pochissimi conoscono il Peralba. Ma proprio
tutti conoscono il Piave, sanno dove si trova
e conoscono la sua leggenda ed oltretutto
conoscono i fiumi gemelli: Tagliamento e
Isonzo.
Un giorno Andrea e Sara ci proposero (a
Carla e me) di fare una camminata alle
Sorgenti del Piave, noi accettammo di buon
grado la proposta, soprattutto io che pur
avendo lavorato in Friuli non mi ero mai
spinto oltre Rivolto, Udine e Tarcento. Fu
così che un fine settimana del settembre
2005 risalimmo di buon ora la Val Degano
fino a Forni Avoltri e Cima Sappada e
proseguimmo fino al parcheggio del
Rododendro. Lasciata la macchina ci
incamminammo a piedi (anche se la giornata
non prometteva bel tempo) ma il desiderio
di salire, la voglia di camminare ed arrivare
alla meta, ci spinsero verso l’ alto fino dopo
il mezzogiorno, non arrivammo mai a vedere
l’ acqua delle Sorgenti, ma tutta quella
cadutaci sulle spalle superò ampiamente la
nostra sopportazione. Fu comunque l’
occasione di visitare, il giorno appresso in
auto, il territorio di Forni, Ravascletto,
Comegliàns e Sutrio rendendoci conto del
bellissimo territorio di questa parte della
Carnia.
Nello e la sua nipotina
nell’ autunno 2005 Passammo molti fine
settimana in giro per la Carnia,
accompagnati da Roberto di Terzo, finchè
arrivammo a Clavais; la prima immagine del
paese fu quella di una famosa canzone
“disteso come un vecchio addormentato” e
ci piacque molto. Vedemmo la Val Degano
dalla Braida, la vecchia latteria, la
piazzetta, la vecchia osteria, la chiesa, la
grande casa, la corte chiusa, un magnifico
piccolo giardino, un grande prato verde,
tante belle case vecchie e ristrutturate
con i portoni e le finestre incastonate da
stipiti e architravi di pietra, i camini
fumanti, le piccole strade, l’ inesistenza di
traffico, il silenzio profondo rotto soltanto
dal cinguettare dei passeri, dal chiocciare
delle galline, dal tossire della panda rossa
che non partiva e dall’ abbaiare di un cane.
Notammo che molte porte erano aperte pur
non vedendo i suoi residenti, pensammo che
fosse segno di accoglienza e che comunque
“alcune innovazioni” non erano ancora
N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 5
arrivate. In fine arrivammo all’ unica casa in
vendita, ci sembrò molto dimessa, un po’
cupa , l’ intonaco raffazzonato, il tetto
rabberciato la vista chiusa al pian terreno
fra la via dei lupi e i fabbricati; l’ interno
era però abitabile con tanto spazio per il
giorno e molto di più per la notte. Salendo
le scale rampa dopo rampa, guardando dalle
finestre cominciammo a vedere lo spazio
intorno a noi, finchè arrivando al piano più
alto il respiro arrivò fino al Tàlm e a tutti i
monti della val Pesarina , al Crostis al
Coglians ai monti di Volaia e forse, a
guardar bene, anche al Fleons e all’
Avanza.
Nei giorni successivi, dopo le considerazioni
di tutti familiari, decidemmo che avremmo
passato il nostro tempo libero fra i
bellissimi monti della Carnia, dove piove
tanto ma il sole, quando c’ è, ripaga
ampiamente la sua attesa. Da allora sono
passati alcuni anni , abbiamo conosciuto
molte persone, abbiamo girovagato per
molti paesi , abbiamo percorso molti
sentieri. Non ci sentiamo cittadini carnici
perché, come diceva mio padre,”chi vin da
zoca sa d’legn” ovvero “chi viene dal ceppo
ha sapore di legno”, che sta a significare
che la tradizione, la cultura, l’ educazione, l’
origine di ogni persona non si possono
cancellare; ma non ci sentiamo neppure
stranieri perché le persone che abbiamo
conosciuto per ragioni di lavoro, per
amicizia, per necessità, o anche soltanto
per scambiare qualche chiacchiera ci hanno
accolto nel migliore dei modi, ci fanno
sentire ospiti graditi. Noi tutti siamo
convinti di non aver sbagliato nel scegliere
la Carnia e in particolare Clavais come
nostra seconda residenza.
Nello Camellini
Carla, Matteo, Sara, Ana Paula, Andrea,
Sofia e Giosuè e speriamo qualcun altro …
Il NATALE DI UNA VOLTA
Com’ era il Natale una volta? Cosa si faceva
e come si viveva questo periodo di feste?
Ce l’ hanno raccontato Clemes e Rina da
Butula che ogni giorno aspettando il pane o
a casa di Clemes si incontrano ricordando i
vecchi tempi …
Il Natale una volta (dalla fine degli anni
quaranta) non veniva “festeggiato” tanto
come oggi, ma era comunque un giorno
molto importante. Si andava a Messa di
mezzanotte (Madins). Per scaldarsi, prima
di partire, si faceva il “sofrit” una specie di
crema con farina cotta e vino rosso. -Poi si usciva senza cappotti o giacche solo un sciarpa di lana di pecora “ca piçiava” -racconta Rina - con la neve ghiacciata che scricchiolava sotto i çiucui o las galoçias, fatti da Vico di Vît, eppure non si aveva freddo, almeno non come adesso-.
. Rina e Clemes aspettano il pane
Per il pranzo del giorno dopo si uccideva
una gallina o una pecora, poi la si appendeva
in soffitta e si mangiava un po’ alla volta
perché avrebbe dovuto durare per un bel
po’. Chi poteva permetterselo ammazzava
N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 6
un vitello tenendone solo metà, l’ altra metà
veniva venduta.
Il giorno di Natale, ricorda Clemes,-in molte case si facevano i cjaršons che si mangiavano solo nelle giornate di festa, due o tre volte l’ anno, mia madre però stava nell’ osteria e non aveva mai il tempo per prepararli. Il panettone non esisteva, ma si preparavano delle focacce che venivano portate a cuocere nelle case in cui c’ era il forno per il pane. poi più recentemente si portavano a cuocere a Liariis da Nel dal pan-. Un tempo pochi facevano il presepe come
dice Rina che allora abitava a Pradibosco:
-preparavamo delle statuine di carta ripiegate e poi dipinte prendendo le sagome da qualche libro di scuola, con l’ aggiunta di qualche casetta di cartone e qualche candela-. Solo dopo sono comparsi i primi
alberi di Natale.
Una volta nel periodo di natale non si
facevano regali, i bambini dovevano
aspettare l’ ultimo dell’ anno e i sops per
ricevere qualche noce,mele,patate, qualche
pannocchia, -solo in Bidut, dice Clemes, ci davano i mandarini-. Un giorno importante per i bambini era l’
Epifania: - preparavamo una calza per la befana ,racconta Rina, spesso trovavamo una vujšcja e carbone, i più fortunati trovavano anche qualche caramella, qualche mentina di quelle bianche rosse e verdi ed eravamo felicissimi, i bambini di adesso invece hanno tutto e ancora non sono contenti. Quasi quasi era meglio una volta…
DANTE
Nella versione di Bepi da Butula
Questa “poesia” veniva spesso recitata da
Bepi da Butula che probabilmente ne è l’
autore; il testo ci è giunto grazie all’
infallibile memoria di Amadio De Caneva a
cui va il nostro ringraziamento.
Un ritratto di Bepi da Butula
Ho fatto un viaggio nell’ aldilà
ed eccomi sono, eccomi qua,
io di esser morto mi sognai
e nell’ altro mondo mi ritrovai.
Di tanti amici due o tre soltanto
mi accompagnarono al camposanto,
di tutti gli altri fu tutt’ altra gente,
nessun amico e nessun parente.
Ci fu uno strozzino che per solo dire
mi avanza seimila lire.
intanto mia moglie si disperava
portare il lutto non le si adattava,
in cuor suo diceva ella,
-oh che peccato ancor son bella-
intanto giunsi alle porte del paradiso
e bussai pallido in viso,
mi apre San Pietro tutto adirato
-brutto sfacciato vai fuori di qua-
-e perché mai- dissi a San Pietro
-non ho mai rubato e neppure ammazzato-.
-entra allora disse San Pietro -
ma subito feci tre passi indietro
c’ era mia suocera, e gridai –per dio
se ci sta lei non ci sto io-.
Allora dritto all’ inferno
me ne andai e ciò che vidi trasecolai
c’ era il mio sarto, il salumaio,
il farmacista e il calzolaio,
appena mi videro si esaltarono:
-pagaci subito lor mi gridarono-.
e dalla gran paura mi risvegliai
e in questo porco mondo mi ritrovai!
N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 7
LE RICETTE
Di Clara e Lisa
ROTOLO DI PATATE E SPINACI
Ingredienti per 6 persone:
1 kg di patate
250 g di farina
1 uovo
Burro
Un kg di spinaci
300 g di ricotta
Parmigiano reggiano grattugiato
Un tuorlo – pangrattato – sale – pepe.
Lessate le patate con la buccia.
Scolatele, sbucciatele e passatele con lo
schiacciapatate.
Trasferite il purè ottenuto sulla
spianatoia,lasciatelo intiepidire e
impastatelo con la farina,l’uovo,
25 g di burro fuso e un pizzico di sale.
Fate sciogliere in una padella 30 g di
burro;unite gli spinaci lavati, salateli,
mettete il coperchio e cuoceteli a fuoco
medio finché saranno asciutti,poi tritateli.
Lavorate la ricotta per renderla cremosa;
poi incorporate il tuorlo,80 g di
parmigiano,gli spinaci sale e pepe.
Stendete la pasta di patate su un foglio di
carta da forno in modo da ottenere un
grande rettangolo.
Spalmatevi sopra il ripieno di ricotta e
spinaci.
Arrotolate la preparazione,chiudete il
rotolo nella carta da forno e legatelo ai
bordi con spago da cucina.
Lessatelo in acqua salata per 30 minuti.
Sgocciolatelo,fatelo raffreddare, eliminate
la carta forno e tagliatelo a rondelle,che
disporrete in una pirofila ben
imburrata,spolverizzate con abbondante
parmigiano e irrorate con burro fuso.
Gratinate per qualche istante e servite.
SALATINI
Per 6 persone:
150 gr burro
60 gr di formaggio grattugiato stagionato
di circa 7-8 mesi
½ tazza di panna
1/2cucchiaino di sale
½ cucchiaino di paprica
250 gr di farina
½ cucchiaino di lievito in polvere
2 tuorli
Per guarnire: semi di papavero, semi di
sesamo,pistacchi tritati,cumino,sale grosso
In una terrina mettere il burro
ammorbidito a temperatura ambiente,i
formaggi,il sale,la paprica.
Versate la panna e amalgamate bene fino
ad ottenere un composto omogeneo.
Setacciate la farina e il lievito e
impastateli con il composto.
Dapprima si formerà un impasto
sbriciolato, poi con le mani impastate
velocemente in modo da ottenere una pasta
liscia. Formate una palla,avvolgetela in un
foglio di pellicola e mettetela in frigorifero
per due ore.
Cospargete la pasta di farina e stendetela
sottile mezzo centimetro.
Ritagliate con le formine dei
biscotti,pennellate la superficie con il
tuorlo d’uovo e cospargete a piacere con i
semi di papavero,sesamo,cumino …
Cuoceteli in forno caldo a 200° per 10-15
minuti. Servire preferibilmente caldi
N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 8
FARAONA DI NATALE
Ingredienti per 6 persone:
2 faraone
cipolla,
prezzemolo
capperi
1 limone
Cuocere le faraone nel forno o sul fuoco.
Fare un sughetto con olio o burro, le
interiora delle faraone, la cipolla tritata, 2
cucchiaini di capperi tritati, molto
prezzemolo, sale e pepe. Aggiungere il
succo di un limone e far bollire per almeno
2 ore. Servire con la polenta.
TARTUFI DI PANETTONE
200 gr di panettone
Un cucchiaio di liquore a piacere: rum,
cointreau…
40 gr di mandorle a filetti o noci o nocciole
150 gr di cioccolato bianco
50 gr di cacao amaro
½ bicchiere di latte
2 cucchiai di panna
Tagliate il panettone a pezzettini togliendo
la crosta più superficiale. Mettetelo a
bagno con il latte,il liquore,la panna,poi
strizzatelo.
Aggiungete le mandorle e mescolate
delicatamente in modo da ottenere un
impasto omogeneo.
Prendete piccole quantità ,formate delle
palline che passerete nel cacao amaro dopo
averle a piacere ricoperte con il cioccolato
bianco,sciolto e fatte raffreddare.
UN PERUGINO A CLAVAIS
L’amicizia di Lisa e Giacomo ci ha portato a
trascorrere qualche giorno di vacanza
questa estate a Clavais. In passato io
l’avevo solo intravisto d’inverno per poche
ore, di ritorno dalla settimana bianca:
molta neve e un paese alquanto deserto e
infreddolito. Devo dire che in agosto,
quando sono arrivato, ho quasi avuto
l’impressione di aver sbagliato luogo, se non
fosse stato per le segnaletica. Prati verdi,
cielo azzurro, le montagne come imponenti
quinte di uno splendido scenario naturale.
Ma soprattutto molta gente, di ogni età,
impegnata nell’organizzazione della festa
del paese. E’ stato bello trovarsi in questo
ambiente familiare e accogliente. Ma
altrettanto piacevole è stato degustare i
piatti tipici della vostra cucina tradizionale.
Un momento della sagra di Clavais
Credo che nella preparazione dello spirito
per apprezzare tutto quello che abbiamo
provato, un ruolo importante sia stato
svolto anche da una rilassante passeggiata
in quota che ci ha permesso di ammirare
uno straordinario panorama sulle vostre
cime più belle, solo meno note delle più
famose Dolomiti ma non per questo meno
affascinanti. Certo i nostri occhi non sono
abituati a tanta asprezza e vastità: i nostri
orizzonti sono normalmente definiti dalle
dolci colline umbre cosparse di chiese,
N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 9
abbazie, borghi e castelli medievali. Al
massimo possiamo provare l’ ebbrezza della
quota se ci spingiamo in qualche escursione
sull’Appennino umbro-marchigiano.
Probabilmente nelle nostre diverse
“bellezze” italiane sta il segreto della
bellezza della nostra Italia. Così come io e
mia moglie siamo stati conquistati dalle
bellezze e dalle bontà friulane, sono certo
che se qualcuno di voi vorrà trascorrere
una fine settimana in Umbria, tra Perugia,
Assisi, Gubbio, Spoleto, Todi, Orvieto o
lungo le sponde del Lago Trasimeno tornerà
nella propria terra arricchito di nuove
esperienze sensoriali. Proprio come è
successo a noi. Altra luce, altri colori, altri
sapori, altre architetture. Ma tutto
altrettanto bello; non comparabile ma
certamente bello. Purtroppo questo è il
destino dell’Italia: essere bella, diversa ma
bella. Chiedere un parere in proposito, a chi
riesce a guardarci con occhi disinteressati,
per avere conferma. Oppure leggere cosa
pensano del nostro paese gli osservatori o i
turisti stranieri. Coloro che non vogliono
convincersi di questo, sono destinati ad
avere una visione riduttiva e parziale della
realtà. E ancora più grave sarebbe se quelle
stesse persone potessero decidere le sorti
politiche e istituzionali delle nostre terre.
Al riguardo mi piace ricordare che nel 2011,
anche l’organizzazione del Giro d’Italia di
ciclismo vuol rendere omaggio alla
ricorrenza del 150° anniversario dell’unità
d’Italia. E lo fa disegnando un percorso che
toccherà i luoghi simbolo della nostra
storia. Tra questi luoghi è stato inserita
anche la salita dello Zoncolan: LA
MONTAGNA. Io e miei amici, con cui divido
la passione per questo sport, il 20 maggio
saremo sulle vostre strade per provare,
insieme ad altre migliaia di persone, una
fatica nuova. Ma anche per gustare i vostri
cjaršons e i vostri vini. Oltre che ammirare
i vostri paesaggi e apprezzare la vostra
ospitalità. Che saremo ben lieti di poter
ricambiare. A conclusione di queste brevi
considerazioni “a ruota libera”, non mi
resta che augurare a tutta la vostra
comunità i migliori auguri di Buon Natale e
un 2011 non meno felice e ricco di
opportunità di quanto non sia stato il 2010.
Maro Tingoli
l’unico perugino membro dell’Associazione
culturale Clavajas!
Uno scorcio di Clavais coperto dalla prima neve già il 26 di novembre ma per Natale è stata sciolta tutta dalla pioggia …
CHI SONO?
NOI NE RICONOSCIAMO SOLO DUE …
E VOI RICONOSCETE LE PERSONE DI
QUESTA FOTO??
N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 10
CRONACHE
Di Mattia e Mirko
FESTA DEL CASARO
La prima domenica di settembre, nella sede
dell’ Associazione Culturale di Clavajas si è
svolta la prima edizione della festa del
casaro.
Questa prima iniziativa da me intrapresa,
con l’ aiuto di molti soci e anche di molti
casari, ha riscosso un discreto successo; la
giornata fresca al mattino e ventosa nel
pomeriggio, ha comunque dato modo di
conoscere e apprezzare questa
professione, che ha fatto un po’ la storia
dei nostri paesi.
Una volta il mestiere di casaro o come si
dice da noi, il “fedâr”, aveva un compito
rilevante nell’ economia del paese: era colui
che trasformava il latte in formaggio,
dando vita così a una catena di
trasformazione fondamentale per il
sussidio delle generazioni precedenti, ed
era così chiamato anche perché, oltre all’
arte del formaggio, sapeva far nascere i
vitelli durante il parto delle mucche.
Lorenzo all’ opera
Abbiamo voluto, tramite questa iniziativa,
spiegare e perché no, coinvolgere anche le
persone che di questo mestiere ne
sapevano ben poco.
La festa si è svolta tra dimostrazioni della
lavorazione del latte (mozzarella), incontri
fra casari e la gente del posto, assaggi di
formaggi, il tutto allietati dalla musica di
due provetti fisarmonicisti che hanno
sfornato un repertorio mica tanto male per
essere due casari!! Il ricavato della
giornata è stato devoluto in beneficenza
alle già conosciute associazioni: A.G.M.E.N.
e “Friuli Mandi Namastè”.
L’ iniziativa è piaciuta tanto che si pensa già
ad una seconda edizione, questa volta a
detta dei casari, più “consistente”, quindi
per il prossimo anno si preannuncia un
CLAVAIS A TUTTO FORMAGGIO!!!
TELETHON 2010 CLAVAIS PRESENTE
Tra venerdì 17 e sabato 18 dicembre nell’
arco di 24 ore si è svolta a Udine la
staffetta TELETHON 2010, una staffetta
24x1 che si snoda su un percorso di circa
un chilometro nel centro di Udine, per
capirci “zona Castello e piazza primo
maggio”.
Io e mio fratello Luciano avevamo già
deciso da diverso tempo di parteciparvi, e
quindi dopo vari allenamenti nei nostri
ritagli di tempo ci siamo iscritti tramite la
S.A.F. autoservizi di cui mio fratello è
dipendente , (colgo l’ occasione per
ringraziare la SAF per l’ opportunità
concessami altrimenti non sarei riuscito a
iscrivermi alla competizione).
Volendo fare anche bella figura, ho
accettato l’ orario che era verso le 22 di
sera, ma aimè proprio in quel frangente
aveva iniziato a nevicare come non mai in
quel di Udine, rendendo quell’ atmosfera
pre-natalizia quasi un freno per la
prestazione, finendo la mia ora con 10 giri
complessivi, fortunatamente senza cadute.
Meglio è andata a mio fratello Luciano che
correva al mattino, finendo la sua ora in 14
giri!! Non male per due provetti atleti.
Concludendo vorrei lanciare un’ idea “chissà
N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 11
se anche l’ associazione Clavajas, visto che
pullula di nuove leve, riuscirà un giorno a
partecipare a questa manifestazione?
SAGRA DI SAN LORENZO
La 36° edizione della tradizionale Sagra di
San Lorenzo di Clavais , svoltasi quest’ anno
il 7-8 agosto, ha riscosso il solito successo,
guastata solo da un po’ di pioggia verso le
23.00 di domenica sera.
Ma la vera novità di quest’ anno è stata il
concorso “Disegna una maglietta per
Clavais”. Un “concorso” nato un po’ per caso
da un’ idea venuta all’ ultimo minuto ma che
ha avuto un gran successo: quasi 40 i
bambini e adulti che hanno disegnato sulle
sagome di cartone la loro maglietta di
Clavais. Alla fine si è votato decretando il
seguente verdetto: Giulia Chiarandini con
16 voti prima classificata nella categoria
bambini. Mentre tra gli adulti hanno
dominato i clavajani col l’ ex-equo tra la
poetica maglietta di Erwin e quella più
artistica di Tiziana.
Le magliette del concorso
Un ringraziamento a nome dell’
Associazione Culturale Clavajas, va a
Renato Nassivera, che durante la sagra ha
preparato la polenta sul momento, fornendo
anche una dimostrazione di quest’ “arte”…
Si racconta che tra sabato e domenica,
aiutato dall’ apprendista Lucio, abbia
preparato oltre 10 polente.
I polentari al lavoro
L’ A.S.D. OVARESE
La nostra associazione nel mese di
dicembre ha messo a disposizione la propria
sede “Villa Ines” per due cene di fine
stagione dell’ Associazione Sportiva
Dilettantistica Ovarese; la squadra di
calcio di Ovaro (in cui giocano fra gli altri,
tre clavajani: Mattia nella categoria
juniores e Federico e Nicola
rispettivamente nei giovanissimi e nei
pulcini).
Quindi abbiamo festeggiato a Clavais i
trionfi calcistici del 2010: dopo la vittoria
della Supercoppa e della Coppa Carnia da
parte della prima squadra, gli juniores si
sono aggiudicati il titolo di campioni carnici
dominando l’ intera stagione; ed in fine i
giovanissimi che guidano, ampiamente in
testa alla classifica, il campionato ancora in
corso che riprenderà a primavera
N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 12
IL PRESEPE
Ecco una foto del grazioso presepe di legno
che l’ ingegnoso Dario e qualche aiutante
hanno allestito all’ inizio del paese.
(Vincenzo, Riki e Luca fanno le statuine)
L’ ANGOLO DELLA POESIA
Grazie asinello
Grazie asinello grigio
per quel che hai fatto
Grazie che eri là
per accompagnarli
Che eri disposto
a portare Maria
da Nazareth a Betlemme
per la notte scura
Grazie asinello grigio
là nella vecchia stalla.
Riposa dopo quel lungo viaggio
per monti e per valli.
Grazie perché l’hai portata
nella pioggia e nel freddo
Grazie per il tuo sforzo,
grazie per la tua fedeltà.
(Anonimo. Ttitolo originale: Dank je wel ezeltje. Traduzione di Lisa)
La lucetta
nel nostro albero
verde come non mai
solo una luce non splende
non si vede
si trova nascosta
nessuno la nota
la lucetta
non è rotta
semplicemente non splende
e noi...
la lasciamo fare
in fin dei conti è nascosta
ma ad una certa ora
nella notte
quando le altre luci sono spente
vediamo improvvisamente
e quasi da non credere
quella lucetta
calda e bella come mai
scintillare in silenzio
e ci ricordiamo
che a Natale
ogni luce vuole splendere
Jeroen Swaan
(Titolo originale: Lampje.
Traduzione di Lisa)
ULTIME NOTIZIE
Federico Puschiasis ha esordito nel Corpo
Bandistico Val di Gorto suonando il flicorno
baritono in occasione del Concerto di
Natale, complimenti!!
Il 23 dicembre 2010 all’ età di 91 anni si è
spento Gino Plozzer.
Classe 1919, alpino reduce di Grecia e
Albania, tenace lavoratore, sposato con
Mina da 67 anni.
N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 13
LE FOTO DEL CALENDARIO
IN QUESTE PAGINE ECCO
QUALCHE INFORMAZIONE
SULLE FOTO DEL CALENDARIO
DI CLAVAIS 2011
A sinistra la foto di copertina
fornitaci da Bruno Zarabara:
veduta di Clavais da Nombladiš
GENNAIO
Foto di Tiziana Puschiasis, anni ‘80:
vecchio scorcio Caiota – da Ciana
FEBBRAIO
Foto di Tiziana, 1978: Gino Crosilla,
fedel e Dario Puschiasis spalano la neve
sul vecchio ponte
MARZO
Foto di Tiziana Puschiasis:
vecchio scorcio di Clavais
APRILE
Vecchia cartolina del 1957
“foto Valent e Modotti”
Fornita da Clemes Solaro
N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 14
MAGGIO
Foto di Claudia Plozer:
le mucche in Tàuz
GIUGNO
foto di Clemes Solaro, 1929:
esterno osteria “dal Fari” con il il
piccolo Tita
LUGLIO
Foto di Claudia Plozer:
Mina, Gino e Alba
AGOSTO
Foto di Claudio Fedele:
SETTEMBRE
Foto di Tiziana Puschiasis:
stavoli “dal Fari” e di Maria di
Gneša
OTTOBRE
Foto di Clemes Solaro, 1946:
a scuola nella latteria
N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 15
FRIULI MANDI NEPAL NAMASTE’
L’associazione FRIULI MANDI NEPAL
NAMASTE’ è stata creata per aiutare i
bambini di alcune zone del Nepal. Vi
premettiamo che il nostro gruppo, non è a
scopo di lucro, e nasce casualmente dopo un
trekking in Tibet che ha tramutato la
nostra voglia di avventura in voglia di
aiutare persone. Purtroppo, come in molti
paesi, anche in Nepal le realtà relative
all'infanzia, in certi strati sociali sono
talvolta drammatiche. Spesso l'estrema
povertà e l'abbandono penalizzano di fatto
i bambini anche nel loro diritto ad una
educazione scolastica e, conseguentemente
alla prospettiva di un più dignitoso futuro.
Vogliamo illustrarvi i risultati ottenuti con
le nostre iniziative e lo stato dei progetti
in corso.
Presidio sanitario 'Fabio Agostinis'
A Salleri, nel Solukhumbu, sta sorgendo,
completamente a nostra cura, un centro
medico periferico. La struttura è stata
quasi completata. Si prevede di renderlo
operativo entro l'estate del prossimo anno.
Porterà il nome di Fabio Agostinis, nostro
Socio ed illustre alpinista scomparso
prematuramente nell'ottobre 2008.
Splendid Valley
Fino a tutto il 2006 l’attività si è
concentrata a favore degli alunni più
bisognosi tra i 200 della Splendid Valley
School di Palubari, defilata località a 30 km
dalla capitale Kathmandu. Nel febbraio
2007, appena la situazione politica lo ha
permesso sono iniziati i lavori di
costruzione di un nuovo edificio scolastico
di 16 aule, eseguiti da maestranze locali con
il coinvolgimento della popolazione
dell’intera vallata. Sono terminati dopo 9
mesi, tanto da permettere ai 250 alunni
l’uso della nuova scuola dal 2 novembre
2007. Attualmente sono in corso i lavori di
ampliamento per poter utilizzare un piano
dell’edificio ad asilo.
Casa famiglia 'Friuli Nepal Children'
Con il nostro totale sostegno offriamo ai
bambini un tetto, vitto e la possibilità di
frequentare regolarmente una scuola. Il
personale è composto da assistenti e
insegnanti in grado di accudire e assistere i
bambini in tutte le loro attività extra
scolastiche.
Il costo annuale totale del progetto è di
12.000 euro all'anno, equivalenti a 50 euro
al mese per ogni bambino.
NOVEMBRE
foto di Tiziana Puschiasis:
“las colomberas di Bidut”
DICEMBRE
foto di Tiziana Puschiasis:
scorcio Moneana
N° 10 dicembre 2010 Clavajas - il nešti paiš pag. 16
Orfanotrofio YAUC
Abbiamo visitato la struttura e consegnato
vestiario per i bambini ospitati. Aspettiamo
la chiusura del loro bilancio annuale per
valutare le loro necessità ed adeguare il
nostro futuro intervento, li abbiamo
comunque rassicurati sulla continuità del
nostro aiuto.
Pulchoki School
Nuova scuola a Badhikel
Al momento è stata completata la
demolizione della vecchia scuola e si sta
provvedendo all’acquisto dei relativi
materiali edili. Al nostro fianco abbiamo
l’Associazione “ADRIANA per i nostri
bambini ONLUS” che supporta il progetto
al 50% e "Friul Adventures". Contiamo di
rendere agibile la nuova scuola entro la
metà del 2010. Naturalmente è nostro
desiderio consegnarla completa di
arredamento ed attrezzature, per questo
ci affideremo, come per la precedente
esperienza, a singole e mirate iniziative,
per le quali auspichiamo di trovare dei
sostenitori.
La scuola ospiterà 250 bambini dei corsi
elementari e la spesa si aggirerà attorno
agli 100.000 euro.
Human Right Park
Nell'estate 2009 è iniziata la
collaborazione con l'associazione 'Human
Right Park'. L'attività dell'associazione
svolge anche un ruolo di prevenzione
attraverso le frequenti visite presso le
scuole delle aree remote, per informare le
scolaresche dei pericoli rappresentati dalle
organizzazioni malavitose, che spesso
adescano le giovani con promesse
ingannevoli.
Ospedale Shankarapur
Siamo entrati a contatto con l'ospedale
durante un nostro sopraluogo nel 2007,
Abbiamo assistito alla nascita prematura di
due gemelle, mantenute in vita solo grazie
ad alcune coperte.Da qui il nostro proposito
di aiutarli donando due incubatrici.
Essendo la struttura privata, non è prevista
l'assistenza gratuita e, grazie alla nostra
donazione, verranno così garantiti dei posti
letto anche per i pazienti indigenti.
Nell’ospedale sono iniziati da 2 anni corsi
per infermiera, ai quali partecipa anche
Janaki la nostra ex alunna ed orfana che
abbiamo già aiutato direttamente negli
studi in questi ultimi anni.
Nell'ottobre 2008, alla presenza dei
responsabili dei rispettivi “Circoli
Fotografici Anaxum” e “L’Officina” con i
quali abbiamo sostenuto l'iniziativa, sono
state consegnate ufficialmente le due
incubatrici e il monitor.
Associazione di Volontariato
FRIULI MANDI NEPAL
NAMASTE’
Organizzazione non lucrativa di
utilità sociale
Sede: Via Pineta 5 – 33010
Malborghetto – Valbruna (UD)
Tel. +39 (0) 428 41901
C.F. 94092230302
Iscritta dal gennaio 2005 al N°
897 del Registro Generale delle
Organizzazioni di Volontariato nei
settori sociale e di solidarietà
internazionale. La nuova scuola a Badhikel