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C OMUNITÀ in cammino PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI MILETO - NICOTERA - TROPEA Aut. Trib. Vibo Valentia n. 16 del 28-1-2009 • Poste Italiane S.p.A. • Spedizione in A. P. • D. L. 353/2003 (conv. in L. 27-2-2004 n. 46), art. 1, comma 1 e 2 • Aut. CBPA-SUD/NA/084/2009 Anno XI • Numero 7 Novembre / Dicembre 2018 LA MADONNA DELLA CATENA Pagina 3 NUOVA CHIESA A PIZZO Pagina 4 L’ARMONIA DEI CORI Pagina 6 ALL’INTERNO C arissimi, mi piace introdurre il mio messaggio di augu- ri natalizi a tutti voi con questa espressione molto si- gnificativa e compendiosa di S. Gregorio di Nissa: “Dio si mescola alla natura umana per elevare l’uomo all’altezza di Dio” (cf Omelia sul Natale, n. 10). Il “mescolarsi di Dio” dentro la nostra storia anche personale aiuta con molta semplicità a cogliere il senso vero e profondo del mistero della Incarnazio- ne del Figlio di Dio che celebriamo col Natale. La grotta di Betlemme, dove siamo convocati insieme con i pastori, si tra- sforma, pur nella sua pochezza e povertà, in una “casa di co- munione”, in cui tutti ci ritroviamo per contemplare un even- to che supera ogni attesa umana e, di fatto, viene a porsi co- me modello di uno stile di vita e di rapporti umani che non può che essere quello tipico ed identificativo della Chiesa: es- sere “casa e scuola di comunione”... Da poco ci siamo immessi nel secondo anno del nostro Si- nodo Diocesano ed abbiamo iniziato ad interrogarci proprio sulla prerogativa irrinunciabile della nostra comunità eccle- siale di essere “casa e scuola di comunione”. Nostro compito sarà di cercare l’uomo per amarlo nella concretezza della sua situazione seguendo l’esempio del no- stro Divino Maestro. Gesù ... “Cosa sta a significare per il Signore il ricovero in una grotta, il giacere in una mangiatoia, il suo mescolarsi alla vita degli uomini se non che trasferendo su di sé le nostre debo- lezze noi ne fossimo guariti?”, continua a chiedersi il santo di Nissa (ivi, n. 13). La grotta “buia e sotterranea” dove viene a risplendere la luce di Dio, richiama in realtà “la vita buia e sotterranea degli uomini”, su cui il Bambino è venuto ad irrorare la luce del suo amore e della sua misericordia senza limiti. Dove arriva quella luce arriva la pace e la gioia, il buio delle tenebre si dissolve ed il “mondo nuovo” sorge all’orizzonte. A questo “mondo nuovo” ed alla forza vitale che sgorga dal Bambino della grotta di Betlemme, dobbiamo guardare ed attingere con fiducia, se davvero vogliamo celebrare il Na- tale e cambiare in qualche modo il registro del nostro mondo e delle nostre relazioni interpersonali, accompagnandoci al cammino dei pastori, che, se inizialmente si accostano alla mangiatoia piuttosto curiosi e distaccati, dopo se ne ritornano ai loro greggi trasfigurati, caricati e rinnovati nello spirito. Il cammino ecclesiale così espresso e motivato, durante il nostro anno sinodale, ci vedrà particolarmente impegnati in- sieme ai giovani ed alle famiglie, senza escludere gli altri am- biti e percorsi pastorali, soprattutto quelli delle fragilità e de- bolezze umane di ogni tipo, così come ci è prospettato dall’In- strumentum laboris quale pista per la nostra riflessione comu- ne. “La Chiesa cresce nella semplicità, nel silenzio, nella lode, nel sacrificio eucaristico, nella comunità fraterna, dove tutti si amano e non si spellano”, lontano da “eventi spettacolo” e dalla “mondanità”: questo ci ha raccomandato Papa France- sco qualche settimana fa parlando a S. Marta (cf Omelia del 15 novembre 2018). Ed è proprio lo sforzo di rilanciare “lo stile ecclesiale della testimonianza, della pratica delle buone opere e della preghiera”, che ci rende capaci di cambiare il volto della Chiesa. Come i pastori profondamente rinnovati dall’incontro con Gesù nella grotta, anche noi, penetrati da quella stessa luce e dalla forza della grazia, continuiamo a puntare su una Chiesa “casa e scuola di comunione”, mettendoci alle spalle “le cose di prima” che “ormai sono passate” e non ci devono apparte- nere più. Auguri veramente di cuore a tutti voi, alle famiglie, ai giovani, ai sofferenti, di un santo e beatificante Natale e di un Anno nuovo ricco di opere buone. BUON NATALE E BUON INIZIO DI ANNO NUOVO. Luigi Renzo E D I T O R I A L E Messaggio del Vescovo per il Santo Natale La Grotta di Betlemme Quando i giorni diventano sempre più corti, quando in inverno cadono i primi fiocchi di neve, allora timido e dolce rinasce il pensiero di Natale. Da questa semplice parola emana un fascino misterioso, al quale un cuore può difficilmente resistere. Coloro per cui il vecchio racconto del Bambino di Bethlem non significa niente. credenti d’altra fede o non credenti, preparano la Festa e cercano come accendere qui e là un raggio di gioia. Dopo settimane e mesi un fiume d’amore si versa su tutta la terra. Festa dell’amore e della gioia, è la Stella verso la quale tutti accorrono, in questo primo mese dell’inverno. Ma per il cristiano ed in particolare per il cattolico, Natale è ancora un’altra cosa. La Stella lo conduce al Presepio, vicino al Bambino, che porta la pace sulla terra. In innumerabili e graziose immagini l’arte cristiana lo rappresenta e le antiche melodie, che risuonano, con tutto il fascino dell’infanzia lo cantano per noi. Nel cuore di colui che vive con la Chiesa, le campane del Rorate e i canti dell’Avvento risvegliano un santo e ardente desiderio: per colui che si disseta alla sorgente inesauribile della liturgia il grande profeta dell’incarnazione ripete giorno dopo giorno, le sue potenti minacce e le sue promesse: «Cieli, spandete la vostra rugiada! Che dalle nubi discenda la salvezza! Il Signore viene! Adoriamolo! Vieni, Signore, non tardare più! Gerusalemme, grida la tua gioia, perché il tuo Salvatore viene a te». Dal 17 al 14 dicembre Le grandi Antifone “O” del Magnificat sempre più pressanti e sempre più ardenti, gridano il loro appello: «Vieni a salvarci!». E sempre più carica di promessa arriva la risposta: «Ecco, tutto è compiuto» (ultima domenica di avvento). E infine: «Oggi saprete che il Signore sta per venire e domani voi lo vedrete apparire nella sua gloria». Sì, quando a sera le candeline brillano sugli alberi e saranno scambiati i regali, un desiderio inappagato ci spinge fuori verso un’altra luce, fino al momento in cui suonano le campane della messa di mezzanotte, e dove, sugli altari ornati di ceri e di fiori, si rinnova il miracolo della Notte Santa: «E il Verbo si è fatto carne». Questo è l’istante del compimento felice della nostra speranza. Risonanza spirituale ed interiore di Edith Stein I I l l m mi i s s t t e e r r o o d d e e l l N Na a t t a a l l e e C Ca as sa a e e s sc cu uo ol la a d di i c co om mu u n ni io on ne e

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COMUNITÀin camminoPERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI MILETO - NICOTERA - TROPEA

Aut. Trib. Vibo Valentia n. 16 del 28-1-2009 • Poste Italiane S.p.A. • Spedizione in A. P. • D. L. 353/2003 (conv. in L. 27-2-2004 n. 46), art. 1, comma 1 e 2 • Aut. CBPA-SUD/NA/084/2009Anno XI • Numero 7 Novembre / Dicembre 2018

LA MADONNADELLA CATENA

Pagina 3 �

NUOVA CHIESAA PIZZO

Pagina 4 �

L’ARMONIADEI CORI

Pagina 6 �

ALL’INTERNO

Carissimi, mi piace introdurre il mio messaggio di augu-ri natalizi a tutti voi con questa espressione molto si-gnificativa e compendiosa di S. Gregorio di Nissa: “Dio

si mescola alla natura umana per elevare l’uomo all’altezza diDio” (cf Omelia sul Natale, n. 10). Il “mescolarsi di Dio” dentrola nostra storia anche personale aiuta con molta semplicità acogliere il senso vero e profondo del mistero della Incarnazio-ne del Figlio di Dio che celebriamo col Natale. La grotta diBetlemme, dove siamo convocati insieme con i pastori, si tra-sforma, pur nella sua pochezza e povertà, in una “casa di co-munione”, in cui tutti ci ritroviamo per contemplare un even-to che supera ogni attesa umana e, di fatto, viene a porsi co-me modello di uno stile di vita e di rapporti umani che nonpuò che essere quello tipico ed identificativo della Chiesa: es-sere “casa e scuola di comunione”...

Da poco ci siamo immessi nel secondo anno del nostro Si-nodo Diocesano ed abbiamo iniziato ad interrogarci propriosulla prerogativa irrinunciabile della nostra comunità eccle-siale di essere “casa e scuola di comunione”.

Nostro compito sarà di cercare l’uomo per amarlo nellaconcretezza della sua situazione seguendo l’esempio del no-stro Divino Maestro. Gesù ...

“Cosa sta a significare per il Signore il ricovero in unagrotta, il giacere in una mangiatoia, il suo mescolarsi alla vitadegli uomini se non che trasferendo su di sé le nostre debo-lezze noi ne fossimo guariti?”, continua a chiedersi il santo diNissa (ivi, n. 13).

La grotta “buia e sotterranea” dove viene a risplendere laluce di Dio, richiama in realtà “la vita buia e sotterranea degliuomini”, su cui il Bambino è venuto ad irrorare la luce delsuo amore e della sua misericordia senza limiti. Dove arrivaquella luce arriva la pace e la gioia, il buio delle tenebre sidissolve ed il “mondo nuovo” sorge all’orizzonte.

A questo “mondo nuovo” ed alla forza vitale che sgorgadal Bambino della grotta di Betlemme, dobbiamo guardareed attingere con fiducia, se davvero vogliamo celebrare il Na-tale e cambiare in qualche modo il registro del nostro mondoe delle nostre relazioni interpersonali, accompagnandoci alcammino dei pastori, che, se inizialmente si accostano allamangiatoia piuttosto curiosi e distaccati, dopo se ne ritornanoai loro greggi trasfigurati, caricati e rinnovati nello spirito.

Il cammino ecclesiale così espresso e motivato, durante ilnostro anno sinodale, ci vedrà particolarmente impegnati in-sieme ai giovani ed alle famiglie, senza escludere gli altri am-biti e percorsi pastorali, soprattutto quelli delle fragilità e de-bolezze umane di ogni tipo, così come ci è prospettato dall’In-strumentum laboris quale pista per la nostra riflessione comu-ne. “La Chiesa cresce nella semplicità, nel silenzio, nella lode,nel sacrificio eucaristico, nella comunità fraterna, dove tutti siamano e non si spellano”, lontano da “eventi spettacolo” edalla “mondanità”: questo ci ha raccomandato Papa France-sco qualche settimana fa parlando a S. Marta (cf Omelia del 15novembre 2018). Ed è proprio lo sforzo di rilanciare “lo stileecclesiale della testimonianza, della pratica delle buone operee della preghiera”, che ci rende capaci di cambiare il voltodella Chiesa.

Come i pastori profondamente rinnovati dall’incontro conGesù nella grotta, anche noi, penetrati da quella stessa luce edalla forza della grazia, continuiamo a puntare su una Chiesa“casa e scuola di comunione”, mettendoci alle spalle “le cosedi prima” che “ormai sono passate” e non ci devono apparte-nere più.

Auguri veramente di cuore a tutti voi, alle famiglie,ai giovani, ai sofferenti, di un santo e beatificante Natale

e di un Anno nuovo ricco di opere buone.BUON NATALE E BUON INIZIO DI ANNO NUOVO.

� Luigi Renzo

E D I T O R I A L E

Messaggio del Vescovoper il Santo Natale

La Grottadi Betlemme

Quando i giorni diventanosempre più corti,quando in inverno cadonoi primi fiocchi di neve, allora timido e dolcerinasce il pensiero di Natale.

Da questa semplice parolaemana un fascino misterioso,al quale un cuorepuò difficilmente resistere.

Coloro per cuiil vecchio raccontodel Bambino di Bethlemnon significa niente.credenti d’altra fedeo non credenti,preparano la Festae cercano come accenderequi e là un raggio di gioia.

Dopo settimane e mesiun fiume d’amoresi versa su tutta la terra.Festa dell’amore e della gioia,è la Stella verso la qualetutti accorrono,in questo primo mesedell’inverno.

Ma per il cristianoed in particolare per il cattolico,Natale è ancora un’altra cosa.

La Stellalo conduce al Presepio,vicino al Bambino,che porta la pace sulla terra.

In innumerabilie graziose immaginil’arte cristiana lo rappresentae le antiche melodie,che risuonano,

con tutto il fascinodell’infanzialo cantano per noi.

Nel cuore di coluiche vive con la Chiesa,le campane del Roratee i canti dell’Avventorisvegliano un santoe ardente desiderio:per colui che si disseta alla sorgente inesauribiledella liturgiail grande profetadell’incarnazione ripetegiorno dopo giorno,le sue potenti minaccee le sue promesse:

«Cieli,spandete la vostra rugiada!Che dalle nubidiscenda la salvezza!Il Signore viene!Adoriamolo!Vieni, Signore,non tardare più!Gerusalemme, grida la tua gioia,perché il tuo Salvatore viene a te».

Dal 17 al 14 dicembre Le grandi Antifone “O”del Magnificatsempre più pressantie sempre più ardenti, gridano il loro appello:«Vieni a salvarci!».E sempre più carica di promessaarriva la risposta:«Ecco, tutto è compiuto» (ultima domenica di avvento).E infine: «Oggi saprete che il Signore sta per venire e domani voi lo vedrete apparirenella sua gloria».

Sì, quando a serale candeline brillanosugli alberie saranno scambiati i regali,un desiderio inappagatoci spinge fuoriverso un’altra luce,fino al momentoin cui suonano le campanedella messa di mezzanotte,e dove, sugli altari ornatidi ceri e di fiori,si rinnova il miracolodella Notte Santa:«E il Verbo si è fatto carne».Questo è l’istante del compimento felicedella nostra speranza.

Risonanzaspiritualeed interioredi Edith Stein

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Lchiesa di San Michele, si-tuata nel cuore della Viboantica, è stata sempre og-

getto di attenzione storica, qual-che volta un po’ influenzata daforme di precomprensione cam-panilistica, altre volte oggetto distudio serio e documentato.

Una pietra miliare in questoambito è certamente il volumeLa Chiesa rinascimentale di SanMichele in Vibo Valentia, del prof.Gregorio Vaianella, già docentedi Storia dell’arte presso il LiceoScientifico cittadino, pubblicatodi recente per i tipi di AdhocEdizioni. Il lavoro è frutto diuna ricerca pluriennale dell’illu-stre studioso vibonese che con-densa una mole enorme di stu-di, documenti d’archivio, opered’arte passate al vaglio della cri-tica con rigore.

Sabato 3 novembre nellastessa Chiesa il testo è stato pre-sentato al pubblico alla presenzadel Vescovo Mons. Luigi Renzo.Dopo i saluti dei parroci del-l’Unità Pastorale Don VincenzoVarone, Don Giuseppe La Torree Don Michele Vinci, il prof. Gia-cinto Namia, Presidente AICCVibo Valentia, ha illustrato lastruttura dell’opera e gli aspettipiù significativi dal punto di vi-sta architettonico, storiograficoed artistico.

Dopo la vasta rassegna ed ilconfronto con la storiografiaprecedente, a volte segnata dacampanilismo di particolare rilie-vo, ci sembra il cap. III in cuiviene discussa e precisata la da-ta di fondazione della chiesa diS. Michele, da collocare nell’an-no 1562 secondo l’opinione giàespressa da p. Francesco Russo,benemerito di questi studi, enon nel 1519 come riteneva il Bi-sogni de Gatti e sulla sua sciastorici anche autorevoli comeVito Capialbi.

Interessante il capitolo chetratta delle cappelle - come pre-cisa il sottotitolo Le cappelle: fon-dazioni ed assegnazioni di benefici,

titoli di dedicazione degli altari, ri-cambi e giuspatroni - da vari pun-ti di vista privilegiando la finali-tà eminentemente spirituale.Particolarmente interessante percomprendere il metodo storico,costantemente seguito dall’auto-re, è il cap. VII La confraternitadel SS. Sacramento e il giuspatro-nato dei Duchi Pignatelli sullaChiesa di S. Michele per il rilievoche egli dà alla famiglia dei Pi-gnatelli nei confronti della chie-sa di San Michele sulla base diun esame autoptico della docu-mentazione.

Il testo è anche una vera mi-niera di dati che afferiscono an-che ad aspetti storici popolari,come la Giudecca ebraica, le fie-re, la cui successione segue l’or-dine cronologico dei mesi … in-

somma la vita della città, e nonsolo da un punto di vista stretta-mente economico: si tratta di cir-ca settecento anni di storia, vistadalla specola della fiera, ma ne-cessariamente allargata all’inte-ro tessuto sociale e al suo dive-nire nel tempo.

Nei capitoli finali lo storicocede il passo al critico d’arte chescrive due saggi esemplari diraffinata lettura e analisi: unaguida non comune per accostarsialle opere e misurarne il valore.Il pregio del volume, già notevo-le dal punto di vista storico, neviene ulteriormente accresciuto.Le 124 illustrazioni, accompa-gnate spesso da pregevoli graficidell’autore e da ottime didasca-lie, integrano felicemente quantosi legge nel testo di riferimento.

Il Vescovo nel suo interventofinale ha ringraziato il prof. Va-ianella per il suo lavoro che cer-tamente rende ragione della sto-ria di Vibo Valentia e indubbia-mente sarà una pietra miliareper ogni studio successivo

Giacinto Namia

2 || DAL MONDO E DALLA CHIESA

TRAMITELA FISC (FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI)

HA ADERITOALLO IAP (ISTITUTO DELL’AUTODISCIPLINA PUBBLICITARIA)

ACCETTANDO IL CODICE DI AUTODISCIPLINADELLA COMUNICAZIONE COMMERCIALE

Anno XI - N. 7Registrazione Tribunale

di Vibo ValentiaN. 16 del 28 gennaio 2009

Direttore ResponsabileLuigi Renzo

Direttore EditorialeGaetano Currà

Segreteria di RedazioneGraziano MaccaroneGaetano MazzarellaFrancesco SicariMario Solano

AmministratoreAntonio Russo

EditoreDiocesi di Mileto-Nicotera-Tropea

Via Episcopio, 1589852 Mileto (VV)

Grafica e stampaAdhoc Edizioni s.n.c.Via Michele Francica, 189900 Vibo ValentiaTel. 0963 472220

Contributo Editoriale Annuo€ 30,00

Il 28 novembre nel Convento dei Minimi di Pizzo, si è im-provvisamente spento P. Rocco Benvenuto, originario diCorigliano Calabro, vicerettore del Santuario di San

Francesco di Paola a Pizzo. Una morte improvvisa, forse per un infarto, che ha colpito

la comunità calabrese e non solo. Aveva 58 anni e negli ultimianni era stato anche Correttore Provinciale dei Minimi in Ca-labria e studioso del Santo Patrono della Calabria.

Le esequie si svolgeranno domani, giovedì 29 novembre,alle ore 15, nel Santuario di San Francesco a Pizzo. La salmaverrà poi trasferita al Santuario di San Francesco di Paola do-ve sarà allestita la camera ardente.

A ricordarlo con stima ed affetto questa mattina, alle12.00, anche il Direttore dell’istituto Teologico Calabro, Mons.Gaetano Currà, durante la concelebrazione eucaristica presie-duta dal Vescovo Mons. Luigi Antonio Cantafora, alla presen-za della comunità del Seminario e della realtà accademica.

Padre Rocco Benvenuto, già correttore provinciale dell’or-dine dei minimi e storico dell’ordine è nato a Corigliano Cala-bro e appartiene all’Ordine dei Frati Minimi.

Già direttore della biblioteca “Charitas” (1987-2013) e ret-tore del Santuario di Paola (2007-2013), Casa Madre dei Mini-mi e principale centro della religiosità in Calabria, dirige lastorica rivista La Voce del Santuario (fondata nel 1928). È au-tore di diversi studi e testi su S. Francesco di Paola e i Mini-mi, tra cui una biografia del Santo (Velar, 20162) tradotta infrancese, inglese, spagnolo e portoghese. È stato il primo di-rettore dell’Istituto Teologico Cosentino e molto si è adopera-to per le prime fasi del riconoscimento giuridico della presti-giosa ed importante istituzione accademica ecclesiastica cheforma i futuri sacerdoti diocesani. Dal 2013 viveva a Pizzopresso il convento dei minimi contiguo al Santuario di SanFrancesco dove svolgeva, per la parrocchia di San Rocco eSan Francesco di Paola, l’incarico di parroco in solido con pa-dre Gaetano Nicolaci, qui aveva proseguito la sua intensa at-tività di storico dell’ordine. Dal 2017 era componente delConsiglio presbiterale e del collegio dei consultori della dio-cesi di Mileto-Nicotera-Tropea.

Giovanni Scarpino

La scomparsa di un illustre storico

P. Rocco Benvenuto

Don Vincenzo Barbieri, ca-nonico cantore del Capi-tolo cattedrale di Mileto,

già insegnante di Canto Coralepresso i Conservatori di ReggioCalabria e Vibo Valentia, Diret-tore del Coro Gregorianum, havoluto cimentarsi con la culturapopolare dando alle stampe ilfrutto di un lungo lavoro di ri-cerca e classificazione: Perle diantica saggezza. Questo il titolodel libro presentato nei giorniscorsi nella Sala delle Laudi diMileto. Questa preziosa raccoltadialettale, contiene anche la tra-duzione in italiano e inglese el’Autore, vista l’ampiezza e laricchezza del campo da esplora-re, si prefigge di ampliarla conuna successiva pubblicazione.

Il volume è stato presentatoil 24 novembre con un incontro,organizzato dalla diocesi di Mi-leto-Nicotera-Tropea, dalla par-

rocchia della Cattedrale e dal-l’Associazione culturale “Acca-demia Milesia”.

Oltre all’autore sono interve-nuti il direttore dell’Archiviostorico diocesano Mons. FilippoRamondino e il professore Fran-cesco Calzone. «Nel portare acompimento questo lavoro - haspiegato nel concludere l’eventoDon Barbieri - ho ritenuto neces-sario non far ricorso a pubblica-zioni già esistenti, ma all’ascoltodiretto dalla viva voce dellagente del posto. Molti “detti”appartengono al patrimonio co-

mune, pochi alla tradizione insi-ta del nostro territorio».

Dalla lettura viene fuoriun’immagine di uomo spessoancorato a pregiudizi ancestrali,che a volte sono lontane dallospirito evangelico, molti prover-bi esprimono anche una sorta diprevedibilità statistica, frutto diuna osservazione attenta, tipicadell’anima contadina». Mons.Ramondino ha focalizzato l’at-tenzione sulle “perle” contenutenel libro, «e donate da Don Bar-bieri ad un mondo, come quelloattuale, in cui la mediocrità giu-

dica la saggezza». Lo stesso, haanche sottolineato la densità sa-pienziale di molti proverbi e mo-di di dire di fronte a stereotipi«che oggi sta portando a una di-sumanizzazione della società». Ilprof. Calzone, dal canto suo, hainvece posto l’accento sulla diffe-renza tra i proverbi, «direttamentecollegati al territorio e di autoreper la maggior parte dei casiignoto», e l’aforisma, «di cui si co-noscono al contrario le fonti».

Il libro, in bella veste tipogra-fica, contiene 682 proverbi, 59 fi-lastrocche, 15 scioglilingua e, inappendice, 455 vocaboli in linguavallelonghese. Una vera e pro-pria antologia, frutto di anni diricerche e di studi, che il sacerdo-te-scrittore, tra l’altro apprezzatodirettore di cori polifonici, “do-na” oggi alla sua comunità d’ap-partenenza e all’intera Calabria.

Giuseppe Currà

MILETO �� Presentata una raccolta curata da Don Vincenzo Barbieri

Perle di antica saggezza

Adhoc Edizioni

Gregorio Vaianella

LA CHIESA RINASCIMENTALEDI SAN MICHELE IN VIBO VALENTIA

VIBO VALENTIA �� Volume riccamente documentato

Un’opera del prof. Gregorio Vaianella

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Riconoscersi nel valoredelle parole, per risco-prirne la forza dei senti-

menti attraverso la scrittura.Questo l’importante messaggioemerso nel corso della III edi-zione del Concorso LetterarioScriviamoAdhoc riservato aglialunni degli istituti superioridella provincia di Vibo Valentia.La sala del Valentianum, dove siè svolta la cerimonia di premia-zione (13 dicembre), era gremitadi studenti che frequentano i di-versi istituti. Tante le emozioni ei sentimenti scaturiti nel corsodell’evento, sia dalle motivazio-ni espresse dagli studenti e siadagli intermezzi musicali delM° Nunzio Cambareri accom-pagnato dai virtuosismi alla chi-tarra di Andrea Ionadi, insiemeai giovani Saverio Lo Schiavo eAlessandro Feroleto.

Diverse le autorità presentiche hanno fatto sentire la lorovoce: dal Vescovo della DiocesiMileto-Nicotera-Tropea Mons.Luigi Renzo, al Questore di ViboValentia Andrea Grassi, al Presi-dente della Provincia, SalvatoreSolano, al Dirigente Scolasticodel Liceo Classico “Michele Mo-relli”, Raffaele Suppa, e poi Gia-cinto Namia, componente dellagiuria ed ex preside, il giornali-sta Maurizio Bonanno, NicolaRombolà e Michele Petullà (co-mitato organizzatore del concor-so letterario), i quali hanno pre-

sentato la IV edizione del pre-mio. Gli interventi hanno messoin luce l’importanza dell’iniziati-va e il valore della scrittura perla crescita personale, culturale,intellettuale e sociale dei giovanistudenti. In particolare il Que-store Andrea Grassi ha manife-stato il desiderio di creare un fe-condo dialogo tra forze di Poli-zia e studenti, specialmente ininiziative che mettono al centrola sensibilità per la cultura e i va-lori della legalità, come momen-to di crescita sociale e collettiva.Tra i presenti anche Mons. Filip-po Ramondino (comitato orga-nizzatore), Mons. Filippo Currà,Mons. Giuseppe Fiorillo, DonMaurizio Macrì, Don GrazianoMaccarone, Don Antonio Purita.

Il concorso letterario, natotre anni fa per diffondere la ri-scoperta della scrittura tra glistudenti e la crescita culturaledel territorio, prevede la pubbli-cazione dei racconti in un volu-me, come premio ai vincitori.Dietro c’è l’impegno della casaeditrice Adhoc, guidata da Ro-salba Rubino e Tonino Messina,e del comitato organizzatore, in-sieme ai componenti della giuria(Maria d’Andrea, Antonella Fur-ci, Anna Gagliardi, Angela Gal-loro, Paola Giacco, Santo Giof-frè, Sergio Lagrotteria, GiacintoNamia, Francesco Tassone). LaIII edizione, come le precedenti,presentata dall’avvocato e scrit-

tore Domenico Sorace, si è carat-terizzata per l’intensità emotivasuscitata nelle parole dei pre-miati, che hanno raccontatol’esperienza vissuta nello scrive-re e il perché hanno scelto delletematiche impegnate.

Sono stati tre i racconti sele-zionati. Ad essersi classificato alprimo posto il racconto scrittoda Chiara Adele Sorgiovanni(Liceo Classico “Michele Morel-li”) dal titolo Il rifugio del sole. Alsecondo posto Caterina Matina(Liceo Statale “Vito Capialbi”),con il racconto Ceneri di animeindistruttibili. Al terzo posto So-fia Marturano (Liceo Statale “Vi-to Capialbi”), con il racconto Ilrumore assordante del silenzio. Aquesta sezione riservata aglialunni degli istituti superiori,già dalla scorsa edizione, è stataaffiancata una sezione speciale,denominata Voltare pagina, riser-vata a categorie speciali di stu-denti con disagio sociale, impe-gnati in percorsi di abilitazionee recupero. Ad essere scelto ilracconto scritto da Natale As-summa, All’ombra del vallo. Lapremiazione è stata scanditadalla lettura di alcuni brani a cu-ra di Federica Ferrazzo (studen-tessa del Liceo Classico “Miche-le Morelli”). Il volume del con-corso letterario si avvale dellapresentazione di Angela Galloro(componente della giuria).

Nicola Rombolà

CHIESA E CULTURA || 3

Con gioia condivido con voilettori l’esperienza che hofatto, dal 27 al 29 novem-

bre 2018, partecipando al I Con-vegno internazionale dei Rettorie degli operatori dei Santuari. IlConvegno è iniziato con il salu-to del Presidente del CNS PadreMario Magro rogazionista, Ret-tore del Santuario di Sant’Anto-nio a Messina. A seguire Mons.Carlo Mazza, Vescovo emeritodi Fidenza e Assistente Nazio-nale del CNS, ha presentato ildocumento Sanctuarium in Eccle-sia, con il quale Papa Francescoha trasferito le competenze deiSantuari al Pontificio Consiglioper la Nuova Evangelizzazione.Il Vescovo ha sottolineato la pre-senza attiva dello Spirito in par-ticolar modo nei Santuari: “IlSantuario non è una istituzionema un evento; io Vescovo, io sa-cerdote sono all’interno dellapietà popolare non sono dietrola finestra che guardo, è necessa-rio starci dentro e non esserespettatore. La pietà popolare nonè un fenomeno sociologico o de-vozionale, ma ha un ruolo speci-fico: è l’inculturazione del Van-gelo (n. 48 Evangeli Nuntiandi)”.Il Papa in questo documento par-la della mistica popolare espressadalla pietà popolare. Il documen-to si compone di 5 parti:

1. Il Santuario possiede nellaChiesa una “grande valenza sim-bolica”.

2. I Santuari permangono fi-no ai nostri giorni in ogni partedel mondo come segno peculiare

della fede semplice e umile deicredenti, che trovano in questiluoghi sacri la dimensione basila-re della loro esistenza credente.

3.Questi luoghi, nonostante lacrisi di fede che investe il mondocontemporaneo, vengono ancorapercepiti come spazi sacri versocui andare pellegrini per trovareun momento di sosta, di silenzio edi contemplazione nella vita spes-so frenetica dei nostri giorni.

4. Per sua stessa natura, dun-que, il Santuario è un luogo sacrodove la proclamazione della Paro-la di Dio, la celebrazione dei Sa-cramenti, in particolare della Ri-conciliazione e dell’Eucaristia, e latestimonianza della carità espri-mono il grande impegno dellaChiesa per l’evangelizzazione.

5.Alla luce di queste conside-razioni risulta chiaro che i San-tuari sono chiamati a svolgere unruolo nella nuova evangelizza-zione della società di oggi e chela Chiesa è chiamata a valorizza-re pastoralmente le mozioni delcuore che si esprimono attraver-so le peregrinazioni ai Santuari eai luoghi di devozione.

Il Santuario si caratterizza co-me genuino luogo di evangeliz-zazione, luogo della pedagogiadella evangelizzazione. La pietàpopolare diventa cultura, lettera-tura, arte, suoni, danza: la perso-na che intercetta e sente il divinocosì lo manifesta. In questo senti-re si passa dalla pedagogia allamistagogia, dall’umano allo spi-rito, i pellegrini che giungono alSantuario hanno un’anima spiri-

tuale, ma sono delle persone feri-te, noi dobbiamo aiutarli a faremergere quell’anima spiritualeche spesso è velata dall’umano.

Mons. Mazza in conclusioneha rimarcato quelle che sono daconsiderare le quattro colonnedel Santuario: proclamazione dellaParola, sacramenti, testimonianzadella carità, accoglienza.

Mons. Rino Fisichella, presi-dente del Pontificio Consiglioper la Nuova Evangelizzazione,ha illustrato un po’ la Storia deiSantuari a partire dalle tradizionibibliche. Il Santuario richiama aun luogo particolare del cultoche tutte le religioni possiedono.

Il Convegno si è conclusocon il saluto del Santo Padre nel-la Sala Regia del Palazzo Apo-stolico. Alcuni passaggi sono im-portanti: ”I Santuari sono il luo-go dove il nostro popolo più vo-lentieri si raccoglie per esprime-re la propria fede nella semplici-tà, e secondo le varie tradizioni;è molto importante mantenereviva la pietà popolare e non di-menticare quel gioiello che è ilnumero 48 della Evangelii Nun-tiandi, dove San Paolo VI hacambiato il nome da religiositàpopolare a pietà popolare. Comedisse una volta un Vescovo ita-liano, è il sistema immunitario del-la Chiesa. Ci salva da tante cose”.

Alla luce di queste parolechiediamo alla Madonna di ac-compagnare il nostro cammino.

Tutto è poco per te, o Maria,madre e fiducia nostra.

Rocco Antonio Suppa

ROMA �� Convegno dei Rettori sul ruolo dei Santuari

Per la nuova evangelizzazioneLA MADONNA

DELLA CATENAIN DINAMI

Il 12 dicembre 1956 il Vescovo di Mileto mons. Vincenzo DeChiara ha elevato la chiesa a Santuario. Con quell’atto, lachiesa della Madonna della Catena, rimasta dopo la scom-

parsa del convento dei Frati Minori Conventuali nel 1692 unasemplice filiale alla Matrice di San Michele Arcangelo, è statariconosciuta per quello che la pietà popolare da secoli tributa-va al simulacro di Maria SS. in Dinami.

Da secoli i pellegrini di ogni dove della Calabria e dellaSicilia riconosce alla Madonna di Dinami il potere salvifico emiracoloso al punto che, sin dall’inizio del ‘800, la fiumana difedele crebbe in maniera esponenziale in prossimità della ri-correnza fissata per la seconda domenica di luglio. Del culto aMaria SS. della Catena si ha notizia documentaria già dal1605, giacché il De Sapio nel suo apprezzo parla e riferisceche Dinami ha la cappella di S. Maria della Catena, con Messa unavolta alla settimana e fiera nel mese di luglio.

Nel 1677 la chiesa divenne luogo in cui si eressero la cap-pella e l’altare a S. Anna che, con una breve del Papa del 20aprile di quell’anno è stato riconosciuto luogo per ottenerel’indulgenza plenaria nella sua festa del 26 luglio.

Altri altari furono elevati a S. Antonio di Padova e a S. Ni-cola, per opera dei Marchesi di Arena. Tanti ritengono che, inconseguenza dello stato malsano e ambientale provocato daiterremoti del 1783 e 1791, la Santa Vergine della Catena di Di-nami avrebbe conmpiuto l’evento prodigioso di risparmiarela zona dalle malefiche conseguenze, il che la rese ancora piùpopolare e di richiamo ai pellegrini che ivi giunsero ancorapiù numerosi dall’intera regione. Il Titolo esalta La Verginedella Catena non solo quale protettrice degli sventurati che cadeva-no prigionieri (in catena) dei Saraceni, ma come Liberatrice, in su-balterna istanza rispetto al Redentore, dei dannati della terra e degliumiliati e offesi della vita. Poiché nel tempo, dopo i terremotidel 1905 e 1908, il gruppo statuario rimaneva dopo la festanella chiesa Matrice, grazie al Giubileo straordinario della Re-denzione voluto da Giovanni Paolo II il 25 marzo 1983, il bel-lissimo simulacro è rimasto stabilmente nel Santuario dal 10luglio di quell’anno. Si tratta di un’inestimabile effigie di Do-menico De Lorenzo (1740-1812) e del figlio Fortunato che lacompletò. Gli statuari di Garopoli realizzarono l’opera digrandissimo valore artistico in legno di tiglio proprio nei pri-mi anni del XVII secolo.

L’opera d’arte è costituita da Maria Santissima, dal bambi-nello Gesù sul braccio sinistro e dallo schiavetto che la Ma-donna tiene, attraverso una catena, con la mano destra. Tutto-ra il pellegrinaggio prosegue una tradizione molto sentita,tanto che la pietà popolare dell’intera zona del Poro e deipaesi dell’alto Mesima raggiunge a piedi il Santuario dellaMadonna della Catena nelle notti precedenti la festa della se-conda domenica di luglio.

Un inedito pellegrinaggio devozionale ciclistico si svolgeormai da qualche anno la mattina di domenica partendo daMileto. I fedeli ciclisti dell’intero circondario si radunano nel-la cittadina capoluogo della Diocesi intorno alle sei di matti-na, per giungere davanti al Santuario di Dinami poco primadell’inizio della processione. Benedetti i pellegrini mariani ci-clisti, l’effigie intorno alle dieci si avvia verso la Matrice dove,al termine della prima processione mattutina, si svolge la so-lenne celebrezione eucaristica.

La pietà popolare perpetua due segni devozionali peculia-ri al Titolo mariano di Dinami: quello di affidare a Maria SS.della Catena i bambini affinché siano protetti e liberati daogni male con il voto della denudazione, che avveniva, oggi so-lo in chiesa, con una scena plateale e pubblica durante il pas-saggio della Statua nei pressi dell’abitazione del fedele o inchiesa se proposta dai forestieri. L’altro riguarda il segno de-gli spinati, ossia la vestizione di spine del fedele per cammi-nare con la Vergine Maria per l’intera processione.

Michele Furci

LUOGHIdellaPIETÀ POPOLARE

Nella III edizione di ScriviamoAdhoc tanta risonanza emotiva

Letteratura giovane

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4 || CHIESA INSIEME: VERSO IL SINODO

L’ultimo sinodo celebratoper le diocesi di Nicote-ra e Tropea, unite ae-

que principaliter dal 1818, fuquello indetto dal bene-dettino mons. Luigi Vac-cari (1872-1887) nel 1883,in qualità di Vescovocoadiutore di mons. Fi-lippo De Simone (1855-1889), non in sede per lesue precarie condizionidi salute.

Le convocazioni sino-dali si tennero prima a Ni-cotera dal 2 al 5 aprile, e poia Tropea dal 23 al 26 dellostesso mese. Il libro del Sinodo,in lingua latina, fu stampato a Na-poli, presso la tipografia di Andrea e Salvatore Festa (via SanBiagio dei Librai, 102) lo stesso anno, 1883, col seguente titoloConstitutiones Synodales pro dioecesibus Nicoterae et Tropeae, pp.388. Un esemplare in buono stato, copertina rilegata in pelle ecartone, caratteri oro sul dorso, appartenuto a mons. Giusep-pe Fameli, avuto in dono da mons. Taccone Gallucci, è nellaBiblioteca Diocesana di Mileto (S.B. sc. B P.3-6).

Il volume si apre con una lettera di comunicazione del Ve-scovo Vaccari a papa Leone XIII e con la risposta firmata dal-lo stesso pontefice. Segue la lettera pastorale che annuncia ilSinodo, datata 25 dicembre 1882, l’editto del 2 febbraio 1883 eil decreto di convocazione. Tre interessanti allocuzioni scandi-scono le sessioni sinodali: 1. De Sacerdotalis perfectionis necessi-tate; 2. De animarum zelo; 3. De vera felicitate. Gli atti sinodaliavvertono storicamente il clima iniziale dell’aperta questioneromana, rivelano il bisogno di maggiore organizzazione pa-storale ed ecclesiastica, di maggiore formazione del clero, peraffrontare le mutate condizioni dei tempi, dove l’intransigen-za cattolica deve misurarsi, di fatto, con un nuovo contestostorico-sociale in fermento e trasformazione.

La metodologia sinodale è quella prevista dalle normeemanate da Benedetto XIV nel 1748. La prima sessione trattale costituzioni relative la fede: tenenda, profitenda, servanda,quindi le virtù teologali della speranza e della carità. Seguonotitoli applicativi sulla dottrina (catechismo), la predicazione,il culto dei santi, le sacre immagini e le reliquie, le feste, l’os-servanza del digiuno.

La seconda sessione riguarda le costituzioni sui sette sa-cramenti, presentati singolarmente. Altri titoli e appendicicompletano questa sessione: i casi riservati in confessione conannessa tabella divisa in quattro classi, le indulgenze, i sacra-mentali, i requisiti per la promozione agli ordini sacri.

La terza sessione presenta le costituzioni sul culto divino:le chiese, gli oratori pubblici e privati, gli altari, quanto si de-ve osservare o evitare nelle liturgie, le processioni, le esequie,i cimiteri, le confraternite e i pii sodalizi (terzordine).

La sessione quarta affronta quanto è pertinente la discipli-na ecclesiastica: clero, vescovo, canonici (con riferimento spe-cifico alle singole dignità e uffici capitolari, recita in coro epuntatura, riunioni capitolari), quindi i parroci e la cura delleanime, il seminario, con un appendice per il chiericato ester-no, le riunioni dei casi morali e liturgici, i religiosi, gli eremiti,le terziarie che vivono nelle proprie case. Interessante il titolo17 che riguarda la vita e l’onestà dei fedeli laici, esortando isacerdoti ad una speciale attenzione pastorale ai nonpraticanti, e ad un esempio edificante e convincente per loro,certi che non c’è altro nome di salvezza: vobisque tamquamexemplum proponite Iesum Christum Dominum Nostrum.

La sessione quinta tratta le costituzioni relative al foro eai benefici ecclesiastici. Quindi il governo della diocesi e dellacuria, i compiti del vicario, del cancelliere e degli altri ufficia-li, vicari foranei, giudici ed esaminatori sinodali, le norme perla costituzione del sacro patrimonio, le responsabilità circa lacustodia dei beni della Chiesa.

Dopo la conclusione, c’è il rogito degli atti sinodali e i de-creti rituali per officiales in Synodo electi. Altre 90 pagine rac-colgono l’Appendix ad Constitutiones synodales: formule ritualie modulistica canonica aggiornata per i parroci, costituzioniapostoliche, regolamento per il catechismo, istruzioni per laBolla della Crociata, breve catechismo, erezione dell’Associa-zione per l’Adorazione perpetua, regolamenti per le associa-zioni figli e figlie di Maria, indulgenze. Ultimo e significativodocumento, contenuto in questo libro sinodale, che respira undibattito teologico in atto nella Chiesa di quegli anni, è il vo-tum pro definitione dogmatica integrae Assumptionis Deiparae,quasi come un sigillo di mons. Vaccari, noto studioso assunzio-nista, il quale offrì validi contributi scientifici per la definizio-ne del dogma, che sarà solennemente proclamato da Pio XII il1° novembre del 1950.

Filippo Ramondino

La Parrocchia intitolata allaResurrezione di Gesù èstata istituita cinque anni

fa dal nostro Vescovo Mons.Luigi Renzo, ascoltato il Consi-glio Presbiterale, per venire in-contro alle esigenze dei fedeli diun vasto territorio in evoluzionecome la Zona del Comune diPizzo che insiste sulla Statale 18.

È affidata alle cure di DonAntonio Russo, collaborato insolido da Don Salvatore Santa-guida. Attualmente le attivitàpastorali si svolgono nella picco-la Chiesa di San Sebastiano congrande disagio. Finalmente peròl’itinerario di progettazione del-la nuova Chiesa è giunto a com-pimento per cui nei prossimimesi cominceranno i lavori direalizzazione, finanziati dallaConferenza Episcopale Italianacon i fondi dell’8xmille.

Il 16 novembre nei locali del-la “Tonnara” di Pizzo è statopresentato al pubblico il proget-to definitivo della nuova Chiesa,alla presenza del Vescovo, delSindaco Dott. Gianluca Callipo,di Don Salvatore Santaguidadell’architetto Francesco Tede-sco responsabile del progetto,realizzato dallo “Studio IsolaArchitetti” e di Don AntonioRusso, Direttore dell’Ufficio Tec-nico Diocesano,

Il Vescovo ha introdotto l’in-contro esprimendo il suo com-piacimento per il pregresso pa-storale del territorio interessatoe si è augurato che la realizza-zione possa avere tempi celeri.Anche il Sindaco Dott. GianlucaCallipo ha avuto parole di ap-prezzamento per “un’opera chequalificherà ulteriormente la cit-tà napitina” ed espresso la di-sponibilità e collaborazione del-la Amministrazione. Prendendo

la parola l’Architetto FrancescoTedesco ha poi illustrato i criteriche hanno ispirato l’elaborazio-ne del progetto.

L’utenza prevista per il nuo-vo complesso parrocchiale, vistala crescita demografica del co-mune vibonese e l’espansioneurbanistica, interessa circa 9000fedeli Nell’area è prevista unasuperficie destinata a parcheg-gio d’uso pubblico nel pieno ri-spetto della convenzione tra ilComune di Pizzo e la Diocesi diMileto-Nicotera-Tropea. Il pro-getto prevede aree verdi ad usosportivo, che si compongono diun campo da calcetto e di unpercorso jogging, entrambi aduso dell’intera comunità.

La nuova chiesa, con tutti isuoi spazi accessori, è pensataper avere un carattere di imme-diata riconoscibilità all’internodel paesaggio circostante, per ilsuo particolare rapporto di for-ma e funzione, oltre che per unaserie di accorgimenti progettualie compositivi che ne raccontanoed individuano con chiarezza disegno la specificità. L’idea ispi-ratrice nella collocazione am-bientale del nuovo complessoparrocchiale prevede un inseri-mento nel paesaggio con chia-rezza e semplicità. riprendendogli orientamenti principali dellatrama urbana ed infrastruttura-le. Guardando dal basso, dalmare, si avrà la percezione diquesta rocca, innestata nel pae-saggio, ritagliata da ampi fornicie spaccature vetrate, che dialogacon l’architettura naturale dellegrotte e delle faglie del paesag-gio circostante. Nel ventre dellaterra saranno ricavati il saloneparrocchiale e tutte le aule. An-che questi spazi evocheranno

per l’osservatore, anche attra-verso ampie arcate e vetrature,sguardi discreti nel paesaggiomillenario, sospeso tra mito, na-tura ed opera dell’uomo.

La stessa composizione delcomplesso parrocchiale, fatta diuna serie di volumi rivestiti inlaterizio, dalla quale emerge ilvolume ogivale inclinato, an-nuncia la presenza di un qualco-sa di eccezionale - l’aula liturgi-ca- che culmina con una crocemetallica protesa verso il cielo.

L’aula liturgica, concepita aimpianto ogivale, favorirà il sen-so della comune appartenenza epartecipazione, privilegiando lalinearità dell’orientamento versol’altare, centro focale dell’interoimpianto liturgico: è un centro asua volta aperto al rimandoescatologico, mediato dalla pre-senza del crocifisso, inondatodalla luce proveniente dal tagliosulla parete absidale. La luce sa-rà il grande simbolo della Risur-rezione, che non può essere vistacon gli occhi della carne, ma per-mette di vedere (“alla tua lucevediamo la luce”) soltanto a chisi lascia attraversare dalla spadaluminosa della croce.

Altare, croce, luce: da questocentro da cui si irradia in modosemplice e dinamico l’organizza-zione degli spazi liturgici: l’alta-re la cui forma e materia riman-da insieme alla mensa e all’aradel sacrificio, l’ambone, oppor-tunamente innalzato per signifi-care il luogo alto da cui l’angeloproclama la Risurrezione, dal se-polcro aperto. Accanto alla sede,sono previsti gli spazi per le mi-nisterialità, mentre il coro trovala sua collocazione più naturaleall’interno dell’assemblea litur-gica, in corrispondenza conl’ambone della Parola.

Gaetano Currà

I Sinodi Diocesani nella storia

Il Sinodo del 1883per Nicotera e Tropea

Ricorre nel 2019 il cinquantesimo anni-versario della morte del Servo di DioDon Francesco Mottola, per il quale

sembra in dirittura d’arrivo il processo di bea-tificazione in atto.

Il Vescovo ne ha dato l’annunzio il 1° di-cembre segnalando che “ci prepariamo a cele-brare in diocesi l’Anno Mottoliano, che sarà in-detto il prossimo 1° gennaio nella Concattedra-le di Tropea per ricordare il 50° della morte”.

Mons. Renzo ha anche annunziato che perla ricorrenza ha chiesto ed ottenuto da PapaFrancesco, tramite la Penitenzieria Apostolica,l’Indulgenza Giubilare “che si potrà lucrare dalprossimo 1° gennaio e fino al 31 dicembre del2019 nella Concattedrale di Tropea, dove sonoconservati i suoi resti mortali”.

Il Vescovo ha anche espresso “pubblica gra-titudine al Santo Padre”, e “la speranza cheproprio nel corso dell’anno possiamo vederedichiarato Don Mottola Beato”.

Nel cinquantesimo anniversario del pio transito

ANNUNCIATOL’ANNO MOTTOLIANO

Presentato alla “Tonnara” il progetto definitivo, presto i lavori

Nuova Chiesa a Pizzo

Luigi Vaccari

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All’inizio dell’Avvento, ilsabato 1° dicembre, nellamessa vigiliare della Pri-

ma Domenica, la nostra Chiesadiocesana si è arricchita di duenuovi diaconi Vincenzo Nanodelle comunità parrocchiale diSant’Agata di Filogaso e BrunoRizzuto di San Nicola di Tripar-ni di Vibo Valentia.

Entrambi hanno maturato laloro vocazione nell’ambito delleloro rispettive parrocchie enell’Azione cattolica e nel servi-ziodi Pastorale giovanile dioce-sana. Attualmente stanno fre-quentando il sesto anno di for-mazione presso il Pontificio Se-minario Regionale Calabro “SanPio X” di Catanzaro e, su man-dato del Vescovo, stanno svol-gendo il loro servizio pastoralepresso l’oratorio di Nicotera, im-pegnandosi in tutta la zona diNicotera stessa. Nel corso del2019 i due diaconi saranno ordi-nati presbiteri. Ovviamente duefolti gruppi delle rispettive co-munità di origine hanno affolla-to la Cattedrale insieme a moltisacerdoti e al Rettore Mons.Rocco Scaturchio, all’équipe dei

formatori e ai Seminaristi del Se-minario “San Pio X” di Catanza-ro, dove i due neo-diaconi han-no completato gli studi di base.

L’Ordinazione oltre che unevento di grazia è sempre una li-turgia molto toccante. I momentidell’impegno, della promessa diobbedienza, la prostrazione, l’im-posizione delle mani da parte delVescovo hanno toccato i presenti.

l Vescovo dopo aver salutatoe ringraziato le due comunità hacitato una esortazione di PapaFrancesco che delinea il modellodi pastori per una Chiesa impe-gnata nell’annuncio gioioso delvangelo: «Faccio mie le parole diPapa Francesco alla comunitàdel Seminario Sardo dello scorso17 febbraio: "Vi state preparan-do per essere un domani operainella messe del Signore, sacer-doti che sappiano lavorare insie-me. Questo è particolarmente

prezioso per una regione comela Calabria, intrisa di fede e ditradizioni religiose cristiane ...Le odierne povertà materiali espirituali rendono ancora piùimportante quello che sempre èstato richiesto, cioè che i pastorisiano attenti ai poveri, capaci distare con loro, con uno stile divita semplice. Vi incoraggio aprepararvi fin d’ora a diventarepreti della gente e per la gente,non dominatori del gregge a voiaffidato, ma servitori».

Infine, rivolto agli ordinandiha detto: «Voi state per ricevereil Diaconato. Gesù sia il vostromodello, come lo deve essere pe-raltro per ognuno di noi: un mo-dello a cui guardare per non far-ci idee sbagliate sul nostro ruolo,che come ci ricordava poco pri-ma Papa Francesco, non è quellodel “dominatore del gregge”, maquello del servitore generoso. Inquesto senso, impregnato anchedi umiltà natalizia, vi esorto, nelconcludere, a vivere il serviziodiaconale nell’ottica di chi èchiamato a dare una rispostaconvinta e sentita a Dio, concre-tizzata nella carità.

Vi accompagnino e vi bene-dicano nel vostro cammino Ge-sù, la Madonna, S. Giuseppe e ivostri Santi protettori. Siano loroa spingere il vostro cuore versole mete più belle e sentite, a ser-vizio della nostra Chiesa locale,che sta vivendo il suo Sinodo al-la ricerca di un rinnovamentospirituale. Buona preparazionealle feste di Natale e così sia».

Antonio Gennaro

CHIESA INSIEME: EVENTI || 5

Solenne cerimonia al “San Pio X”

Mater Boni ConsiliiSabato 17 novembre è stato un grande giorno di festa

per il Seminario Regionale “San Pio X” di Catanzaroper la venuta del Cardinale Giovanni Battista Re, Vice

Decano del Collegio Cardinalizio, Prefetto emerito della Con-gregazione per i Vescovi e Presidente emerito della PontificiaCommissione per l’America Latina.

L’occasione è stata la ricorrenza della festa della “MaterBoni Consilii”, solennizzata dall’incoronazione della iconadella Vergine Maria, patrona del Seminario, a conclusione an-che dell’anno giubilare nel 50° anniversario della Dedicazio-ne della Cappella Maggiore.

Il porporato, che il venerdì precedente ha presieduto i ve-spri solenni, è stato accolto dall’Arcivescovo Metropolita diCatanzaro-Squillace Mons. Vincenzo Bertolone, presidentedella CEC, dal Rettore del Seminario, Mons. Vincenzo RoccoScaturchio, e dalla comunità del Seminario.

Nella mattinata di sabato il Cardinale Re ha incontrato iseminaristi nell’aula magna alla presenza dei Vescovi Mons.Antonio Cantisani, Mons. Luigi Renzo e Mons. Francesco Mi-lito. Presenti anche il direttore dell’Itc, Mons. Gaetano Currà,i docenti, il clero regionale, autorità istituzionali, ex alunni, etanti laici.

Il Porporato ha proposto una riflessione sulla Chiesa “inuscita”, trasmettendo la sua lunga esperienza pastorale congli ultimi tre Pontefici.

A seguire, nella cappella del Seminario, la solenne conce-lebrazione eucaristica e il rito di Incoronazione della Sacraimmagine della “Mater Boni Consilii” con il Bambino, con ilprezioso diadema e la collana realizzate ad opera del Maestroorafo crotonese Sergio Saraco.

Oltre ai Seminaristi, ai Professori ed all’équipe formativahanno affollato la cappella fedeli e Parroci provenienti dalleParrocchie dove i Seminaristi hanno esercitato il ministero oanimato missioni popolari: Sant’Onofrio, Giffone, San Calogero.

«Un gesto carico di significato - ha detto il Cardinale Renell’omelia -, quello di incoronare la Madonna, che esprimesoprattutto la volontà di voler seguire nella vita i suoi buoniconsigli. Tutti abbiamo bisogno di una Madre che ci consigli eci illumini. Nella vita ci sono sempre momenti di incertezza,di insicurezza, di dubbi, di perplessità di fronte a una scelta.In questi casi e, soprattutto prima di prendere una decisioneimportante, dobbiamo ricordarci che abbiamo una mammasollecita del nostro bene a cui ricorrere, perché ci aiuti a pren-dere la decisione giusta».

Questo, infine, l’augurio del Cardinale Re ai seminaristiche costituiranno il futuro clero di Calabria: “La Madonna viaiuti a conoscere la volontà di Dio su di voi, volontà che Eglimanifesta attraverso avvenimenti e circostanze, e vi porti atrovare in essa la pace e la serenità. Vi aiuti a camminare sullestrade del Vangelo ed a prepararvi a salire l’altare ben sapen-do, che, per usare le parole di San Bernardo: seguendo Maria,non imboccherai mai strade sbagliate; pregandola non cadraimai nella disperazione; con lei come guida, non commetteraierrori; in ogni circostanza, guarda a Maria, stella della vita; inogni difficoltà, invoca Maria”.

Grande la commozione da parte dei presenti e del RettoreMons. Rocco Scaturchio, che ha calorosamente ringraziato ilCardinale Re e tutti i presenti.

“Sono passati 106 anni - ha detto Mons. Rocco Scaturchio- da quando il Seminario è stato fondato per volontà di SanPio X, quale faro di formazione per tutta la Calabria. Que-st’anno era doveroso festeggiare in maniera solenne la MaterBoni Consilii a cinquanta anni dalla consacrazione della Cap-pella e dal momento in cui la sacra immagine fu posta al cen-tro dell’abside. L’incoronazione della sacra effigie vuol essereun atto ufficiale di testimonianza dell’amore che lega tanti fi-gli a Lei: la nostra Mater!”.

Una pergamena ricordo è stata firmata dalle autorità pre-senti. La celebrazione si è poi conclusa con la Benedizione Pa-pale, concessa da Papa Francesco tramite la Sacra Penitenzie-ria Apostolica.

Giovanni Scarpino

MILETO �� Consacrati al servizio di Dio e della Chiesa

L’ordinazione diaconale

Avviato il programma an-nuale 2018-2019 dellaScuola di Dottrina Sociale

con un convegno sul tema Impe-gno e responsabilità sociale per af-frontare vecchie e nuove povertà, dicui soffre l’intero territorio cala-brese e vibonese in particolare.

Introdotto da Don PasqualeRosano, Direttore ISR, l’incontroha proseguito con la relazione delprof. Vincenzo Lumia, Responsa-bile Comunicazione MIEAC Na-zionale, per poi concludersi conl’intervento di Mons. Luigi Ren-zo. Don Rosano, nel comunicareil programma, ha ripercorso letappe principali del cammino fi-nora percorso. Il prof. Lumia,nell’affrontare le povertà assolu-te e relative attraverso i dati de-gli ultimi rapporti Istat e delCensis, si è lungamente soffer-mato sui ripetuti messaggi di Pa-pa Francesco in materia e in par-ticolare su quanto sostenuto nel-la recente giornata mondiale deipoveri. Sotto questa luce ha ri-cordato gli aspetti emersi sullepovertà culturali, educative e divalori e, con riferimento a ciò, ilnuovo fenomeno della cosiddet-ta cultura del nemico, l’aggressivi-tà terminologica che segnala undiffuso malessere sociale cheprescinde l’essere o meno econo-micamente povero, il crescendoindividualismo da dipendenzadegli strumenti come Smartphone,

la caduta dei valori della fami-glia in un crescendo di confusio-ni di ruoli tra genitori e figli, laricerca a tutti i costi del benesse-re materiale a discapito dellasperitualità al punto che, spesso,l’adulto sempre più tende a con-fondersi con l’adolescente. Lapaura di invecchiare e l’ossessio-ne dell’essere sempre giovane.Per tali motivi ha concluso la suaricca trattazione indicando comeurgente la necessità di una con-versione sociale in grado di recu-perare con scelte coraggiose i va-lori evangelici, che ci possanoconsentire di ritessere il tessutosociale. Mons. Renzo dal cantosuo, riprendendo molti dei con-cetti espressi dal relatore, si èsoffermato sul valore dell’azionedella chiesa Diocesana intrapre-sa con la Dottrina Sociale, evi-denziando come le tre direttriciguida, culturale, valoriale e so-ciale, siano indispensabili percontrastare il dilagare di un’ideasempre più consumistica e di-spendiosa della società.

Il corso, quest’anno, sarà in-centrato sulla problematica ine-rente l’Impegno e responsabilità so-ciale. I vari momenti, oltre ai la-vori di laboratorio dell’Osserva-torio di Dottrina Sociale, si arti-coleranno in seminari di forma-zione mensili, destinati ad ap-profondire la cultura della re-sponsabilità individuale e collet-

tiva nelle sue varie sfaccettature,coinvolgendo le comunità e lescuole. Interessando in ogni ap-puntamento delle personalità ingrado di scendere nel particola-re dell’argomento da rendere vi-sibile, si punterà a concretareun’azione coerente della comu-nità laica, attraverso l’improntadi una presenza viva della chie-sa. Accanto ai momenti pro-grammati mensilmente sino agiugno 2019, che si concentre-ranno sul tema della responsabi-lità per una politica economicadi comunione, per ritessere iltessuto sociale attraversoun’educazione giovanile alla pa-ri tra generazioni, per uno svi-luppo sociale in grado di fare re-te tra vari momenti associativi, èprevisto pure un Campus di duegiorni intorno alla metà del me-se di marzo e la 2a Settimanadella Dottrina Sociale nel mesedi maggio.

Quest’ultimo appuntamento,prima della chiusura ufficialedella Scuola programmata per ilmese di giugno, prevede iniziati-ve da tenersi nelle scuole e nellepiazze. Così s’intende rilanciareil messaggio della Dottrina So-ciale, quanto mai indispensabileper un territorio come quello vi-bonese spesso messo duramentealla prova da tante situazioni difragilità e sofferenza sociale.

Michele Furci

VIBO VALENTIA �� Il prof. Lumia inaugura il ciclo 2018/2019

Scuola di Dottrina Sociale

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La festa di Santa Cecilia, Pa-trona della Musica sacra edei relativi musicisti, che li-

turgicamente ricorre il 22 no-vembre, segna tradizionalmenteanche un appuntamento impor-tante per i Cori che operano inDiocesi. Quest’anno l’incontroper una serie di coincidenze èstato spostato al 25 novembre,Solennità di Cristo Re nella Basi-lica-cattedrale di Mileto.

Al raduno, fortemente volu-to dal M° Vincenzo Barbieri,hanno partecipato il coro Mon-serrato di Vallelonga diretto dal-lo stesso Don Barbieri, il Grego-rianum di Mileto e il San France-sco di Pizzo Calabro guidati dalM° Diego Ventura, il Rosae Jubilidi Paravati diretto dal M° Gian-carlo Colloca, il Dominicus di So-riano Calabro guidato dal M°Gianfranco Cambereri, docentedi Canto Corale al Conservato-rio “Fausto Torrefranca” di ViboValentia.

Una presenza particolarmen-te preziosa è stata quella del Co-

ro Polifonico Regionale, costituitonel mese di luglio e compostoda giovani provenienti da tuttele province calabresi che si in-contrano ogni mese, sotto la di-rezione dallo stesso M° Gian-franco Cambareri.

La giornata è stata anche peri partecipanti un bella occasionedi condivisione e fraternità,

Momento clou della giornataovviamente è stata la celebrazio-ne della Messa, presieduta dal

nostro Vescovo Luigi Renzo, incui l’armonia dei vari gruppiuniti in polifonia ha dato mo-menti in cui arte e spiritualità sisono maestosamente e inscindi-bilmente fuse. Particolarmentetoccante è stato l’inno alla Santa:O Caecilia felix.

Al termine della celebrazio-ne ha eseguito un pezzo del suorepertorio. È stato possibile cosìascoltare il Magnificat primi toniper doppio coro di G. P. da Pale-strina, l’Ave Maris Stella di Kver-no, il Canticum canticorum di L.Donati, O Magnificum mysteriumdi Morten Lauridsen.

I fedeli e gli “spettatori” pre-senti hanno potuto gustareun’atmosfera unica, impregnatadi quell’arte che sa trasmetterel’emozione religiosa e l’immer-sione nel mistero. Il successo e laperfetta riuscita della rassegnasono stati suggellati dallo scro-sciante applauso finale tributatoa tutti i protagonisti.

Giuseppe Currà

6 || MOMENTI DIOCESANI

San Nicola è uno dei santi più venerati nella chiesa Cat-tolica e ancor più in quella Ortodossa. Nella Diocesi diMileto-Nicotera-Tropea ben 27 parrocchie su 133 hanno

come patrono San Nicola. In particolare è il patrono dellaDiocesi e della Città di Mileto e della stessa Parrocchia dellaCattedrale.

Sabato 27 ottobre scorso, a conclusione del pio Pellegri-naggio (guidato da Don Domenico Di Carlo e Don BrunoCannatelli) alla tomba del Santo Vescovo a Bari, la ComunitàParrocchiale della Basilica Cattedrale di Mileto ha suggellatoun gemellaggio con la Basilica Pontificia di S. Nicola di Bari,confermando il comune impegno di zelare il culto del SantoVescovo di Mira, che lega le due antiche Comunità ecclesiali efacendo anche memoria grata del Vescovo Mons. Enrico Ni-codemo e di Mons. Ferdinando Sgambatterra con Mons. Car-melo Dromì che hanno unito in comunione spirituale le duediocesi. Hanno firmato la pergamena, alla fine della concele-brazione eucaristica, il Rettore della Basilica Pontifica P. Go-vanni Distante O. P. e Don Domenico Di Carlo parroco dellaBasilica Cattedrale.

Il gruppo dei pellegrini nei due giorni pugliesi ha appro-fittato dell’occasione per visitare i centri turistici di Bari, Ru-vo di Puglia, Bitonto e Molfetta.

Intanto a Mileto nella Basilica Cattedrale il 6 dicembre èstata celebrata la festa di S. Nicola con la solenne concelebra-zione eucaristica presieduta dal nostro Vescovo Mons. LuigiRenzo, durante la quale un vigile a nome della Città di Miletoha offerto al Santo patrono il cero, mentre l’olio per la lampa-da votiva quest’anno è stato offerto dalla Parrocchia S. Nicoladi Bari in Montesoro di Filadelfia, presente il parroco DonAntonio Mazzeo e numerosi parrocchiani.

Durante la Novena a turno hanno celebrato i Canonici delCapitolo Cattedrale e si sono alternati numerosi gruppi e ca-tegorie di fedeli. Sera di mercoledì 5 dicembre alla celebrazio-ne con l’unzione degli infermi vi hanno partecipato alcuni an-ziani e disabili. Terminata la Messa, alla presenza del Vesco-vo, si è tenuto l’Omaggio a S. Nicola con l’esecuzione di cantireligiosi a cura del Coro Polifonico Franciscus di Vibo Valen-tia, diretto dal M° Mario Maiolo.

Il Vescovo ha consegnato la targa Premio S. Nicola 2018 “So-lidarietà” una a suor Irma Lucchi e un’altra a “La Casa di An-na” di Vibo Valentia per la generosa dedizione a servizio delprossimo. Anche al Coro Polifonico il Vescovo ha consegnatouna targa per il valente e melodioso Omaggio a S. Nicola.

Per il prossimo anno è già stato predisposto un program-ma per zelare il culto a S. Nicola: la celebrazione della S. Mes-sa di S. Nicola ogni primo mercoledì del mese, la Novena inpreparazione alla Festa della Traslazione delle Reliquie di S.Nicola del 9 maggio, i nove mercoledì in preparazione allaFesta del 6 dicembre, il Premio S. Nicola 2019: il 9 maggio perl’Ecumenismo e il 6 dicembre per la Solidarietà.

Tutto per onorare S. Nicola, modello di carità per tutti e diunità per i cristiani.

Bruno Cannatelli

Per la Comunità di MariaSS. Assunta nella Concat-tedrale di Nicotera il 4 di-

cembre è stato un giorno digrande festa per il Giubileo sa-cerdotale di Don Francesco Var-dè, che ha celebrato il XXV dellasua Ordinazione sacerdotale.

Ha presieduto la Concele-brazione il nostro Vescovo ed hapartecipato anche mons. Rime-dio insieme a una ventina di sa-cerdoti. Vi hanno preso parte igruppi e movimenti presentinella Parrocchia e rappresentan-ti dell’Azione Cattolica Diocesa-na della quale Don Vardè è Assi-stente per il Settore Adulti.

Il Vescovo nel suo interventoomiletico si è soffermato sulla fi-gura del sacerdote come alterChristus. Ed ha esplicitamentecitato il “nostro” Don FrancescoMottola che il 5 aprile 1929, nel-la ricorrenza dei suoi primi cin-que anni di Messa, scriveva nelsuo Diario: “Amare sempre e adogni costo, perché l’Amore re-gni; perciò umiltà fino al sacrifi-cio, fiducia e sete d’Anime per-ché l’Amore deve regnare. Io so-no il tuo povero schiavo, lostraccio per i tuoi disegni nelletue mani divine, ma è qui la miagioia piena! Alla fine dei mieicinque anni di Sacerdozio, io tidomando di compiere in me tutti

i tuoi disegni divini: tu sai tutto,tu mi ami, io mi voglio abban-donare all’Amore: nella gioia enel dolore, nella consolazioni enello sconforto, nelle vittorie,nel disprezzo, nella calunnia,sempre: non mea, sed tua voluntasfiat! Ha poi esortato ad una sana“gestione del tempo ... Senza unsano equilibrio di preghiera eministero, come di riposo e la-voro, si rimane esposti all’ur-genza del momento e ci si ridu-ce a reagire alle richieste chestrattonano, trascurando altre at-tività pastorali e lo stesso rap-porto con i confratelli”.

Si è poi rivolto personalmen-te a Don Francesco “Per espri-mere la nostra gratitudine al Si-gnore per il dono grande che hafatto a te, alla tua famiglia ed al-la Chiesa scegliendoti per il Sa-

cerdozio. In questi anni hai sa-puto collaborare in tanti modicol tuo Vescovo sia come Parro-co della Concattedrale di Nico-tera, sia con gli altri servizi cheti sono stati richiesti”.

Ed ha concluso con un altropensiero di Don Mottola: “I pic-coli vedono la sorgente della lo-ro anima innocente; i grandi iltravaglio e l’esperienza della lo-ro vita; i puri lo splendore checercano; gli impuri la misericor-dia che compatisce e sana; i dot-ti la verità piena; gli ignorantil’umiltà che scende per donare”.

Al termine della celebrazio-ne lo stesso Don Vardè ha rivol-to un pensiero di saluto e di rin-graziamento ai numerosi fedelipresenti.

Gaetano Currà

Gemellaggio e celebrazione del Patrono

Tra Bari e Mileto

NICOTERA, 4 dicembre �� XXV Anniversario di Sacerdozio

Auguri a Don Vardè

MILETO �� Nella ricorrenza della Patrona Santa Cecilia

L’armonia dei Cori

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INCONTRI DIOCESANI || 7

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I Carabinieri ricordano la Virgo FidelisAlla presenza delle più alte cariche istituzionali della pro-

vincia, delle associazioni combattentistiche in congedo, deirappresentanti delle scuole della Città, il nostro Vescovo hapresieduto la Santa Messa in onore della Virgo Fidelis, Patronadell’Arma dei Carabinieri, nella Chiesa di S. Leoluca a ViboValentia, mercoledì 21 novembre alle ore 10.30. Nel suo mes-saggio omiletico, ha ringraziato le Forze dell’Ordine “per ladedizione piena e disinteressata al servizio della sicurezza econvivenza pacifica” e si è soffermato sul tratto essenziale diMaria: la fedeltà piena a Dio come condizione di servizio au-tentico al prossimo. Prima del congedo finale, un carabiniereha rivolto alla Madonna la preghiera del Corpo.

Secondo anniversario A.N.C.R.I.In occasione del secondo anno di costituzione della Sezio-

ne territoriale dell’Associazione Nazionale degli insignitidell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (ANCRI), il no-stro Vescovo ha presieduto l’Eucarestia nel Duomo di San Leo-luca, martedì 27 novembre. Alla cerimonia erano presenti leautorità cittadine, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, ami-ci del sodalizio e fedeli. Parole di sentito apprezzamento sonostate espresse dal Vescovo per l’opera meritoria che quotidia-namente l’Associazione esprime nel sociale, augurando, alcontempo, sempre più lusinghieri risultati per il futuro. Al ter-mine della Santa Messa, dopo che un membro dell’Ordine haletto la preghiera del “Cavaliere”, il Presidente Cav. GaetanoPaduano ha rivolto al Vescovo un pensiero di ringraziamento.

Celebrata la festa di Santa BarbaraMartedì 4 dicembre alle ore 10.30, nella Caserma della

Guardia Costiera in Vibo Marina, il Vescovo ha presieduto laSolenne Concelebrazione in onore di Santa Barbara, Patronadei Corpi della Marina Militare e dei Vigili del Fuoco. Presentile massime cariche istituzionali e militari del territorio, i fami-liari dei militari, rappresentanti della scuola e civili. Il momen-to celebrativo è stato preceduto dall’alzabandiera e da alcuneesercitazioni di terra e di mare secondo la specialità dei Corpi.Al termine della funzione, dopo il saluto da parte dei Coman-danti, è stata la recitata la preghiera di affidamento a Dio, perintercessione della Santa Patrona. Come segno di festa si ècondiviso un buffet con tutti i presenti.

Graziano Maccarone

A P P U N T A M E N T I10 dicembre • Ore 16.30MILETO • Basilica CattedraleAssemblea Sinodale Diocesana14 dicembre • Ore 17.30VIBO VALENTIA • ISRScuola di Dottrina Sociale17 dicembrePARROCCHIEColletta Diocesana Caritas20 dicembre • Ore 9.30BRIATICO • Casa Sacro CuoreRitiro Diocesano del Clero29 dicembre • Ore 11.00MILETO • Basilica CattedraleCresime30 dicembre • Ore 18.00VIBO VALENTIA • Sacra FamigliaCelebrazione con le famiglie31 dicembre • Ore 18.00MILETO • Basilica CattedraleVespri e Te Deum di ringraziamento

1 gennaioPARROCCHIE52a Giornata per la Pace“La buona politica è al servizio della pace”1 gennaio • Ore 11.00TROPEA • ConcattedraleApertura Anno MottolianoGiornata dell’Infanzia Missionaria3 gennaio• Ore 17.00TROPEA • ConcattedraleCelebrazione per l’anniversariodella nascita del Servo di DioDon Francesco Mottola3 gennaio• Ore 16.30VIBO VALENTIA • Santa Maria La NovaMarcia della Pace6 gennaio • Ore 17.00MILETO • Basilica CattedraleConferimento ministeri ai Seminaristi18-25 gennaioPARROCCHIESettimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani

Anche quest’anno a Mileto l’8 dicem-bre nella Solennità dell’ImmacolataConcezione della Beata Vergine Ma-

ria si è ripetuto l’atto di Omaggio florealealla statua che campeggia al centro di Piaz-za Badia.

La liturgia si è svolta quasi in contem-poranea con lo stesso gesto che Papa Fran-cesco ha compiuto a Roma, davanti alla sta-tua dell’Immacolata e collocata sulla colon-na vicina a Piazza di Spagna.

Questo atto di fede e di devozione ma-riana si ripete ormai dal lontano 2004, l’an-no in cui ricorreva il cinquantesimo anni-versario dell’arrivo e della riposizione, pervolontà del parroco dell’epoca Don Praticò,della statua della Madonna nella centralepiazza cittadina.

Come di consueto, la cerimonia, chequest’anno per la pioggia ed il freddo pun-gente è iniziata all’interno della Badia, èstata presieduta dal Vescovo Luigi Renzo,alla presenza dei canonici del Capitolo Cat-tedrale di Mileto sacerdoti, delle massimeautorità civili, politiche e militari del terri-torio e di numerosi fedeli. Dopo la preghie-ra iniziale, l’esortazione del Vescovo a «vi-vere come Maria» ed il canto del Magnifi-cat, è stata benedetta la corona di fiori.

A questo punto l’attenzione è passataalla piazza dove i Vigili del fuoco del Co-mando provinciale di Vibo Valentia con lalunga scala mobile di un mezzo in loro do-tazione hanno provveduto in modo spetta-colare a collocare la corona ai piedi dellastatua della Vergine Maria. Un caloroso ap-plauso dei fedeli ha suggellato l’evento.

OMAGGIOALL’IMMACOLATA

Sil 25 noven-bre 2018si è te-

nuto un im-p o r t a n t eC o n v e g n osui problemiconnessi al-l ’On c o l o g i apresso la Chiesadi San Rocco in Di-nami. Introdotto daDon Rocco Antonio Suppa, Direttore del-l’Ufficio Diocesano Pastorale della Salute,la relazione sul tema Il percorso clinico delpaziente oncologico è stata illustrata dal dott.Giuseppe Gabrielli, Specialista in Oncolo-gia all’Ospedale di Tropea.

Don Rocco ha sostenuto che c’è tantobisogno di un modello culturale in grado difare assumere atteggiamenti e pratiche ingrado di cogliere nel vissuto quotidiano diognuno momenti di dedizioni coerenti nel-la vita civile e nella professioni verso ilprossimo. In maniera particolare nella ma-lattia la solidarietà e la vicinanza diventaun gesto concreto. Compito di ognuno dinoi, della Chiesa come comunità solidale,delle associazioni di volantariato e di quan-ti sono preposti sul piano civile ad affronta-re la solitudine in cui spesso si trovano gliammalati e le loro famiglie, è proprio quel-lo di far crescere la cultura del dono e dellaconcreta solidarietà.

Il dott. Giuseppe Gabrielli, affrontandodal punto di vista della diagnostica e delprotocollo terapeutico del paziente oncolo-gico, ha sottolineato i grandi progressi rag-giunti nelle varie tipologie in cui si presen-te il male. Ha ribadito il valore della pre-venzione e della tempistica dell’interventoanche chirurgico, così come lo stile di vita ela qualità del percorso clinico con il quale sideve misurare l’ammalato; percorsi che ri-chiedono la partecipazione attiva dell’inte-ressato e di quanti lo accompagnano inquesto cammino. I numerosi interventi,spesso testimonianze anche dolorose di fa-migliari che hanno accompagnato il cam-mino di giovani e adulti colpiti dal gravemale, hanno ringraziato gli organizzatori.Hanno evidenziato tuttavia le carenze pub-bliche: le difficoltà logistiche, e la stessa ap-prossimazione, sono la causa spesso di dif-ficoltà economiche e della rinuncia a curar-si. Non è passata inosservata qualche de-nuncia di malasanità o di lassismo.

Michele Furci

CURA DEL PAZIENTEONCOLOGICO

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8 || A PROPOSITO DELL’8XMILLE

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