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Fulvio ForinoMedico, è stato tra l’altro Direttore Sanita-rio dell’ASL Roma D e dell’Azienda Ospe-daliera San Camillo Forlanini. Dal 1993 è docente universitario e nella sua vita pro-fessionale ha sempre utilizzato l’approccio sistemico applicato al management delle organizzazioni sanitarie complesse. Consu-lente, formatore, ideatore del Festival della Complessità, presidente dell’Associazione Dedalo 97, ha contribuito all’elaborazione di metodologie sistemiche riguardanti il management, la gestione dei pazienti com-plessi, i laboratori di autoapprendimento organizzativo, le reti organizzative, il lavoro interdisciplinare. È autore di numerosi articoli e saggi; da sempre la storia è una delle sue passioni.
La collana I Quaderni della Complessità, nata per iniziativa di Dedalo 97 in collaborazione con Aiems, intende rappresentare un mo-mento di divulgazione e di ri� essione sulla complessità e sull’approccio sistemico. Rac-coglie conversazioni tenute nell’ambito delle diverse edizioni del Festival della Complessità e contributi di associazioni, enti e di quanti si riconoscono nel pensiero complesso.
Roma fece dell’area mediterra-nea un unico grande sistema: la prima e unica ‘globalizzazione’ del Mediterraneo. In questo te-sto il lettore non s’imbatterà in un saggio di storia, né in una se-rie di date, guerre, battaglie e di nomi di re, generali, città. Si tro-verà di fronte alla proposta di una rilettura sistemica della storia del Mediterraneo antico che, for-mulata con un linguaggio voluta-mente semplice e immediato, può aiutarci a comprendere alcune caratteristiche dei sistemi com-plessi e a un tempo alcuni aspetti della globalizzazione che stiamo vivendo. Perché comprendere significa collegare, mettere in relazione tra loro più idee, infor-mazioni, fatti, così da cogliere nel suo insieme il senso di una situa-zione, di una vicenda.
In copertina:© Il libro del sogni di Federico FelliniDettaglio del sogno del 17.5.1961,Museo della città, Rimini.
Si ringraziano: la Fondazione Fellini, il Comune di Rimini, gli Eredi Fellini.
ISBN 978-88-8049-920-6
Euro 8.00 Guara
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Una rilettura sistemica
L’IMPERO ROMANO
E LA GLOBALIZZAZIONE
DEL MEDITERRANEO
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I QuadernI della ComplessItà
Collana del Festival della Complessità
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I QuadernI della ComplessItà
Collana del Festival della Complessità
Coordinamento editorialeValerio Eletti
Ideatore e Direttore del Festival della Complessità Fulvio Forino, Presidente Dedalo 97
Il Festival della Complessità è organizzato dalla Associazione Scientifica e Culturale Dedalo 97 con la collaborazione dell’Aiems, Associazione Italiana
di Epistemologia e Metodologia Sistemiche
Questo testo è una rielaborazione della conversazione svolta da Fulvio Forino nell’ambito della prima edizione del Festival della Complessità, tenuta a Tarquinia nel luglio del 2010; riprende e sviluppa molte argomentazioni
dell’articolo “Verso la complessità”, curato dall’autore e pubblicato, nel 2003, nel primo numero della rivista quadrimestrale “Dedalo, Gestire i Sistemi
Complessi in Sanità”, edita da Iniziative Sanitarie.
© 2013 Guaraldi s.r.l.Sede legale e redazione: via Novella 15, 47922 Rimini
Tel. 0541.742974/742497 - Fax 0541.742305www.guaraldi.it - [email protected]
www.guaraldilab.com - [email protected]
Immagine di copertina tratta da:Il libro dei sogni di Federico Fellini
Isbn 978-88-1701851-7 © 2007 RCS Rizzoli (per la versione cartacea)
via Mecenate 91, 20138 Milano - www.rizzoli.rcslibri.corriere.it © 2011 Guaraldi s.r.l. (per le versioni digitali)
Isbn | carta 978 -88-8049-931-2 | pdf 978-88-8049-932-9
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l’impero romano e la globalizzazione
del mediterraneoUna rilettura sistemica
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IndICe
Premessa 7
Sistemi complessi 9
Mediterraneo 13 I popoli del Mediterraneo antico 16
Verso l'Impero Romano 24
Il “sistema” Impero Romano 30 Una prospettiva sistemica 38
Ieri, oggi, domani 43
Post scriptum 51 Bibliografia 53
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premessa
Conoscere e comprendere hanno significati diver-si. Conoscere significa apprendere informazioni e nozioni. Comprendere significa collegare, mettere in relazione tra loro più idee, informazioni, fatti, così da cogliere il senso di un qualche cosa, di una situazione, di una vicenda. Questo scritto non è un saggio di storia. Ha l’o-biettivo di far comprendere, con un linguaggio, volutamente semplice, alcune proprietà dei sistemi complessi. Utilizza la storia e la geografia del Me-diterraneo antico come un’unica metafora. Non riporta in serie date, guerre, battaglie e nomi di re, generali, città, isole o fiumi. Propone una rilettura sistemica delle vicende che nel corso di duemila anni portarono antichi popoli di marinai e com-mercianti che abitarono il Mediterraneo, e i sistemi commerciali da loro creati, a “intrecciarsi” tra loro fino a fare emergere un unico grande sistema quale fu l’Impero Romano; prima e unica globalizzazio-ne dell’area mediterranea.
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A partire da questa rilettura, il capitolo conclusivo propone una riflessione su alcuni aspetti della glo-balizzazione oggi in atto e sul possibile futuro che ci attende.
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sIstemI ComplessI
Secondo Fritjof Capra, per descrivere i sistemi complessi “gli scienziati hanno formulato un com-plicato linguaggio scientifico. Parlano di reti auto-poietiche, di strutture dissipative, di cicli catalitici, ma l’idea centrale della visione sistemica è che esista una configurazione basilare comune a tutti i sistemi viventi, siano essi organismi viventi, ecosistemi o sistemi sociali. La configurazione base è quella del-la rete. Esiste una ragnatela di relazioni tra tutti i componenti di un organismo vivente, così come tra i componenti di un ecosistema o tra le persone di un sistema sociale” (F. Capra, 2005, pag. 15). Capra ci propone di guardare non tanto ai com-ponenti di un sistema, ma piuttosto alla tipologia, varietà, intensità, significatività, continuità delle relazioni che tra essi intercorrono, ovvero alla con-figurazione del sistema. Ad esempio, una famiglia è un sistema, apparente-mente semplice, di molteplici relazioni: affettive,
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gerarchiche, emotive, normative, economiche, di sostegno reciproco... Una famiglia è più della som-ma dei suoi componenti, e ogni famiglia prende vita, emerge da una sua particolare e irripetibile rete di relazioni formali e informali che legano i suoi componenti e viene meno quando esse perdo-no di intensità, di significatività, continuità. Come accade per ogni famiglia, ogni sistema ha una sua particolare rete di relazioni che gli dà con-figurazione, che è la sua “anima”, che ne fa un tut-to organico con proprietà sue che nessuno di essi possiede o può svolgere. Ancora un esempio: la mente è altro dal nostro cervello. Possiede proprietà e funzioni che nessu-na parte del cervello, sia pure molto complessa, possiede. Secondo Marvin Minsky la mente è una società di “agenti privi di mente”. I neuroni, infatti, non ragionano, ma ciascuno di essi è connesso ad altri diecimila neuroni. La mente emerge da questa rete di un milione di miliardi d’interconnessioni tra cento miliardi di neuroni e prende vita solo se la nostra corteccia cerebrale è connessa con le altre parti del nostro cervello e del nostro corpo. Tra i componenti di un sistema vi è complementa-rietà e interdipendenza; il comportamento e i com-
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portamenti di uno, o di alcuni di essi, influenza il comportamento degli altri e finisce per modificare l’ambiente, ovvero il contesto che condividono, tanto da indurre nuovi comportamenti di uno, o di alcuni di essi, o del sistema nel suo insieme. Così, in una famiglia l’umore, le decisioni, i comporta-menti di un componente influenzano “l’atmosfera familiare” e di conseguenza l’umore, le decisioni, il comportamento degli altri.
Così come accade per una famiglia o per la mente, la vita stessa di ogni sistema biologico, ecologico o sociale che sia, è una proprietà che nessuno dei suoi componenti possiede. Se cercate la vita non la trovate; è una proprietà distribuita che non appar-tiene a nessuno di essi. È sufficiente pensare che un qualunque organismo animale è un tutto intercon-nesso da reti di scambio e di comunicazione quali sono, ad esempio, il sistema circolatorio o il siste-ma nervoso. Si comprende allora che un sistema vive fino a quando, e se, è in grado di mantenere una dinamica d’integrazione tra i suoi componenti; fino a quando è capace di mantenere attivi al suon interno i canali di comunicazione tra i suoi compo-nenti e quelli con l’esterno.
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Ogni sistema vivente, infatti, è un sistema aperto immerso in un ambiente, in un contesto da cui dipende il suo sviluppo e la sua stesa esistenza. È così, ad esempio, per una pianta che cresce rigo-gliosa se si trova in un ambiente a lei favorevole o per una cellula, unità elementare della vita. La vita di una cellula è tanto nella rete di interazioni tra i suoi componenti, mitocondri, nucleo, membrana, ribosomi, nucleolo, ecc, quanto nella sua capacità di interagire con l’ambiente dal quale trae ciò che le serve per vivere. Conoscere la vita, quantificarla, misurarla, pesarla è in sostanza impossibile. Possiamo però afferrarne il senso e comprendere che il suo significato ultimo è nella dinamica interna a ogni sistema vivente e nella dinamica tra più viventi, dai più piccoli orga-nismi unicellulari ai più grandi, quali sono piante, animali, ecosistemi e l’uomo e i sistemi sociali ai quali esso, da sempre, dà forma, nel suo continuo adattarsi all’ambiente e ai propri simili.
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medIterraneo
Il Mediterraneo è un’unica area storico–geogra-fica. Ha caratteristiche climatiche, ambientali e culturali che la rendono diversa dall’Europa conti-nentale, dall’Asia degli altopiani, dal deserto siria-no e sahariano. L’uomo fin dall’antichità ne tracciò i confini coltivando e diffondendo la vite, la palma e l’ulivo, che ancora oggi caratterizzano il paesag-gio, le abitudini alimentari e i simboli culturali e religiosi di quest’area. Questi simboli affondano le loro radici nelle vicende che accomunarono gli antichi popoli mediterranei, vicende che furono strettamente correlate al contesto in cui si svolsero, al Mediterraneo, alle caratteristiche geografiche di questo “mare di mezzo” che, stretto tra Europa, Africa e Asia, è esso stesso un continente: “conti-nente” infatti significa “che tiene insieme”. Il Mediterraneo, infatti, contrariamente a ciò che si potrebbe ritenere, certamente separò, ma para-dossalmente permise ai popoli che ne abitavano le
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coste di incontrarsi e di scontrarsi imbastendo una sola grande vicenda storica che li accomunò. Il Mediterraneo è una successione di mari dagli orizzonti limitati sui quali l’uomo si avventurò su distanze sempre più lunghe. È un mare che invita a navigare, in cui è difficile perdersi. Se si fa ec-cezione per una parte della sua sponda africana, ovunque promontori, isole, insenature, foci di fiu-mi, montagne offrono ripari e punti di riferimento. Adatto alla navigazione sotto costa, fin dai tempi del neolitico fu un formidabile elemento di mobili-tà e comunicazione che indusse l’uomo a spingersi sempre più lontano alla ricerca di risorse naturali e di terre fertili. Già dal 2.500 a.C. i primi marinai utilizzavano tec-niche derivate dall'antico Egitto: costruivano navi assemblate con cuciture e spinotti di legno, naviga-vano soprattutto di giorno, a piccole tappe e sotto costa, seguendo rotte che non perdevano comun-que mai di vista la terra.L’Odissea narra di questi primi marinai e avventu-rieri che si spinsero a esplorare coste e regioni sco-nosciute. Il loro agire fu sempre condizionato dalla particolare geografica del bacino mediterraneo e dalla distribuzione al suo interno di terre fertili,
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giacimenti minerari, foreste e altre risorse natura-li che giocarono un ruolo decisivo nella nascita e nello sviluppo dei sistemi commerciali ai quali, in epoche diverse, dettero vita Cretesi, Egiziani, Feni-ci, Micenei, Etruschi, Rodiesi, Greci, Cartaginesi, Siriaci, Lidi, Persiani, Sicilioti.Essi s’incontrarono e si scontrarono nel Mediterra-neo in una dinamica millenaria che generò questo mare come un unico spazio-movimento, un tutto interconnesso, un unico grande sistema complesso.
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