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I T C S I T C S COLPO DI FRUSTA OTELLO VECCHI IL COLPO DI FRUSTA: UNA LESIONE COMPLESSA La genesi Le conseguenze La diagnosi Il trattamento

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colpo di frusta

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OTELLO VECCHI

IL COLPO DI FRUSTA: UNA LESIONE COMPLESSA

La genesi Le conseguenze

La diagnosi Il trattamento

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OTELLO VECCHI (I.T.C.S.) Ottobre 2001

IL COLPO DI FRUSTA: UNA LESIONE COMPLESSALa genesi Le conseguenze La diagnosi Il trattamento

Un whiplash necessita di una accelerazione, cioè di una variazione di velocità.

Due casi: 1) un corpo in movimento può essere fermato bruscamente2) un corpo fermo può essere messo in moto bruscamente

Due tempi: 1) accelerazione della parte bassa del corpo in avanti con proiezione posteriore delcapo

2) proiezione anteriore del capo non appena la parte bassa del corpo decelera.Il fenomeno della frustata è tanto più forte quanto più la decelerazione è brutale o quando si urtiun ostacolo col viso.

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GENERALITA’

Il colpo di frusta è un evento traumatico che generalmente determina una improvvisa e violentaescursione del capo sui vari piani dello spazio. Nella maggior parte dei casi si avrà una iperesten-sione seguita da una iperflessione (come avviene nel classico tamponamento automobilistico) masi possono riscontrare anche iperflessioni laterali, cioè movimenti sul piano verticale, che possonoamplificare gli effetti della lesione. Le cause delle lesioni da colpo di frusta sono imputabili adistorsioni e stiramenti riportati da legamenti e muscoli della colonna vertebrale in regione cervi-cale. Nell’esempio già riferito dell’auto che viene tamponata il capo subisce un’improvvisa accele-razione in avanti e, per effetto d’inerzia viene mandato in iperestensione (per la maggior parte acarico di C5 e C6) seguita da iperflessione. Secondo la posizione del capo e la direzione dei vettoridi forza d’incontro l’impatto avviene in direzione obliqua e laterale’ in cui il rachide è particolar-mente vulnerabile causa l’angolazione delle articolazioni delle apofisi vertebrali. L’evento lesivodella colonna sembrerebbe dovuto allo slittamento delle vertebre una sull’altra che per effettodella dinamica dell’incidente provoca la contrazione dei muscoli flessori con conseguente com-pressione del rachide amplificata dal movimento di estensione-torsione del capo opposto a quellodi flessione-torsione del busto. L’esito finale è un accorciamento del collo con compressione delrachide e impatto delle articolazioni apofisarie vertebrali. La conseguente postura di difesa delcorpo determina inoltre un cambiamento della curva cervicale, di norma un raddrizzamento. Inconseguenza di ciò i legamenti del tratto cervicale subiscono stiramenti, allungamenti e lesioni. Inparticolare si riscontrano lesioni al legamento longitudinale anteriore e ad altri tessuti molli della parte anteriore del collo. Anche i muscoli come lo sternocleidomastoideo gli scaleni e imuscoli lunghi del collo vengono colpiti. Anche se nella maggioranza dei casi le lesioni sono acarico dei tessuti molli, a volte si può verificare un danno a carico delle vertebre stesse o del discointervertebrale La sintomatologia caratteristica del colpo di frusta si distingue in precoce e tardiva.I sintomi immediati sono generalmente rappresentati da limitazione dei movimenti, sensazione difragilità dei muscoli cervicali anteriori e posteriori, parestesie, debolezza muscolare, disfagia, tinni-to, vertigini. I sintomi tardivi comprendono oltre al dolore alla base del collo, cefalea, brachialgia,rigidità cervicale, vertigini, ansia, depressione, insonnia, disturbi emotivi, visivi, uditivi. Il colpo difrusta viene riferito di solito esclusivamente alla colonna cervicale ma questa è soltanto una asso-ciazione col segmento anatomico che ha subito il trauma in modo diretto. Di conseguenza diagno-si e terapia si occupano unicamente di questo tratto tralasciando il fatto che come nell’uomo nonsi possono separare corpo e mente allo stesso modo non si possono separare né nella causa nénegli effetti le diverse possibili interazioni dei segmenti corporei. Siano essi vicini o lontani tra loroesiste sempre un collegamento attraverso i sistemi fasciale e propriocettivo. Gli esocettori e gliendocettori che concorrono a determinare l’equilibrio sono tanti e la regolazione del sistemaposturale fine complicata, basti pensare che l’uomo eretto immobile mantiene la sua verticale digravità in un cilindro di sezione inferiore ad 1 centimetro quadrato. E’ quindi possibile che il trau-ma da colpo di frusta determini una destabilizzazione generale che evidenzi sintomi ed effetti talida alterare equilibrio, economia e confort dell’organismo. Il trauma diretto procura un improvvisocambiamento delle informazioni perché quelle date al collo non collimano con quelle degli altrisistemi che concorrono alla percezione del corpo nello spazio, cioè i recettori vestibolari e cervicali,la vista, i propriocettori della colonna e dei legamenti, i recettori plantari ecc…. . Anche un piccolocambiamento di questo sistema dinamico e raffinatissimo con tante strutture che interagiscono perlo stesso fine può portare ad una alterazione del benessere che non viene riconosciuta come lesio-ne ben definita ma spesso classificata come “funzionale”. L’equilibrio del corpo nello spazio siottiene ottimizzando le informazioni che provengono dagli organi sensitivi e sensoriali.

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Attraverso le esoentrate siamo in contatto diretto con il mondo esterno: sono occhio, vestibolo,pianta del piede. Possiamo facilmente verificare la loro efficacia annullando una dopo l’altra leinformazioni che esse ci forniscono. Si annulla l’entrata plantare stando in piedi su una piattafor-ma instabile. In questa situazione si stabilizza la posizione utilizzando occhi e vestiboli. Se sichiudono gli occhi la stabilizzazione è più difficile. Se poi si muove continuamente la testa scon-volgendo i recettori vestibolari la stabilizzazione è impossibile e si cade. Le esoentrate non sonosufficienti come sistema informativo. Ci sono altre strutture indispensabili per l’equilibrio come imuscoli oculari che forniscono informazioni sulla posizione reciproca della retina e degli epitelisensibili del vestibolo o come i propriocettori di tutto l’asse corporeo che informano il sistemaposturale sulla reciproca situazione degli elementi scheletrici tra occipite e piede. Il concetto diinterazione sensoriale consente di comprendere come un soggetto possa lamentare instabilità evertigini dopo un colpo di frusta anche a distanza di molto tempo mentre tutti gli organi perifericifunzionano perfettamente. E’ l’interazione sensoriale di tutte le afferenze che risulta deficitaria.Il colpo di frusta è il caso forse più evidente di cattiva integrazione di informazioni. L’informazionepropriocettiva cervicale cambia con i muscoli in spasmo. Per avere il collo in asse la colonna cervi-cale viene modificata in funzione della nuova informazione e si hanno compensi fino ai piedi,occhi e sistema cranio-mandibolare. Come conseguenza ed effetto a distanza si può quindi avereun deficit posturale. Risulta evidente come l’organismo risponde sempre “in toto”a ciò che gli suc-cede: Il quadro sintomatico degli esiti da colpo di frusta ne dà un’ulteriore emblematica dimostra-zione. Ogni parte dell’essere umano concorre in qualche modo a determinare la situazione diomeostasi dinamica (non sembri un controsenso) e qualsiasi alterazione, sia essa organica o fun-zionale od emotiva condiziona la salute inducendo variazioni di “assetto”che coinvolgono la tota-lità dell’essere.Come recita la definizione di salute dinamica assurta dall’O.M.S. : la salute è lo stato di benesse-re psico-fisico-emotivo-sociale-ambientale dell’individuo. Negli ultimi tempi la medicina, fortedegli eccezionali progressi tecnologici compiuti, ha sempre più focalizzato l’interesse sul partico-lare perdendo un po’ di vista l’intero,cioè la necessita’ di considerare l’approccio a qualsiasi problema dell’uomo come un approccioalla totalità del suo essere. L’uomo è alla continua ricerca dell’equilibrio su tutti i piani , cheessendo interdipendenti, risentono di ogni alterazione che avviene su uno qualsiasi di essi. Percomprendere meglio l’esatta e completa costituzione dell’uomo mi piace ricordare un dipintoesposto attualmente al Louvre nella sala della scultura medioevale. L’organismo individuale èparagonato ad un battello guidato da una trinità di forze. Il personaggio centrale è lo spirito chedirige l’insieme grazie alla vela della forza vitale rappresentata da una donna nuda ed incosciente(gira le spalle all’orientamento dell’insieme). La sua potenza vitale, che sfrutta il soffio della vitalitàdell’ambiente, ha bisogno, per restare in rotta, delle redini dello spirito che decide con la saggezzadi un vegliardo.Con la clessidra egli ricorda che il tempo è misurato, la vita è corta. Lo spirito si mantiene in equi-librio sulle forze del globo terrestre e dietro si trova lo scheletro, parte materiale, corpo fisico con isuoi bisogni che imprimono una direzione particolare (con le ali e la falce che serve da timone). Loscheletro, armato di arco e frecce, può difendere l’insieme o suicidarsi colpendo la forza vitale sela disperazione si impadronisce del suo spirito. Perché l’insieme del battello voghi in buon ordineverso la meta occorre che ciascuno dei suoi elementi costitutivi (corpo, vitalità, spirito, individua-lità) si comporti secondo le giuste regole in un quadro di solidale interrelazione per dare all’uomola salute globale.

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Ognuna delle parti costitutive dell’uomo rispecchia la trinità delle forze universali (spirito, vita emateria) così il microcosmo umano risponde alle leggi ermetiche come afferma la tavola diEmeraude (così è nel grande come nel piccolo, così dentro come fuori, così in alto come in basso).E’ intuibile come per la legge di causa ed effetto, di azione e reazione, ogni accadimento che insor-ge in una parte ottiene una risposta globale coinvolgendo il tutto.

Per tornare al colpo di frusta, esso risulta come un trauma che induce effetti diretti sul tratto cervi-cale della colonna vertebrale a carico di muscoli, tendini e legamenti, fasce, nervi , ossa e articola-zioni, ma anche effetti indiretti o riflessi e, a volte più importanti, su zone contigue o distanti consintomi che possono essere somatici, vegetativi, sensoriali, e psico-emotivi.

Le parti più frequentemente e palesemente coinvolte nel quadro degli effetti indiretti sono in par-ticolare: IL SISTEMA STOMATOGNATICO attraverso cranio e mandibola,LA POSTURA attraverso il sistema di propriocezione posturale fine,IL SISTEMA VISIVO attraverso i canali (corrispondenza tra i muscoli oculari estrinseci e i canalisemicircolari),LA SFERA PSICO-EMOTIVA attraverso la “memoria dei tessuti”e la possibile creazione di ciò cheUpledger chiama “cisti energetiche”.

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TABELLA DEI PRINCIPALI EFFETTI DEL TRAUMA DA COLPO DI FRUSTA.

Distorsione cervicale: Ipertono dei muscoli nucali Rigidità cervicaleMialgieCervico-brachialgieLesioni legamentoseLesioni osteopatiche vertebrali

Alterazioni cranio-mandibolari: Conflitto condiloideoAlterazioni occlusaliAlgie miofascialiAcufeni

Instabilità posturali: Vertigini soggettive

Disturbi neuro-vegetativi: Nausea

Disturbi psico-emotivi: Sindrome ansioso-depressivaColleraPanico

Alterazioni energetiche: Squilibrio delle microcorrenti meridianiche e fascialicon disordini energetici VC,VG,VB,V.

Alterazioni a carico del Sistema Cranio Sacrale

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ESPERIENZE DI TRATTAMENTO

I 3 casi esposti sono di persone che hanno subito conseguenze da colpo di frusta , tutte in seguitoad incidente automobilistico.Le sessioni di trattamento hanno seguito i principi e le tecniche già esposti.La verifica dei risultati è stata soggettiva, perché non supportata dai dati della pedana stabilometri-ca, ma solo dalle sensazioni dei soggetti riguardo la scomparsa dei sintomi e dai riscontri dei testsposturali.

IL GIOCATORE DI PALLAVOLO: Un ragazzo di 25 anni R.S. studente e pallavolista di discretolivello, si presenta lamentando dolori cervicali, soprattutto nel movimento di rotazione del capo,difficoltà a chiudere completamente la bocca con dolori alla masticazione, rigidità e fastidio nellazona lombare. A volte cefalea nella zona sovraorbitale. Tutti i sintomi, a parte la contrattura lomba-re, sono iniziati dopo un tamponamento postero-laterale con colpo di frusta cervicale e impattodel capo contro il finestrino. Il ragazzo è alto m.1,95. Terapie effettuate in precedenza: collare rigidoper 10 giorni, farmaci antinfiammatori.Sono trascorsi circa 30 giorni dall’incidente.- L’esame della verticale di Barrè non evidenzia lo spostamento caratteristico di tutti i punti direpere omolateralmente.-Il test degli indici mostra una chiara positività nella posizione a mandibola aperta e con denti aleggero contatto facendo supporre una derivazione stomatognatica del problema cervicale.-Il test muscolare dello sternocleidomastoideo positivo evidenzia un’implicazione cranica a sini-stra.- L’ascolto del ritmo cranio-sacrale denota lentezza e “pastosità”del movimento dell’occipite.Decido di considerare il problema cranio-mandibolare come prioritario e nella prima sessione trat-to la zona dei muscoli della masticazione, che trovo contratti nella parte sinistra, faccio la manovradi decompressione dell’A.T.M. e lo sblocco del menisco dellA.T.M. di sinistra. Immediatamente Rha la sensazione di liberazione del meccanismo occlusale: ora riesce a chiudere completamente labocca. Durante l’incidente, per effetto probabilmente dell’urto contro il finestrino, in qualche modosi era verificato uno scivolamento in avanti del menisco che non era rientrato insieme al condilo.Rilasso lo pterigoideo laterale che trovo molto contratto e termino il lavoro sulla bocca con il rie-quilibrio dei legamenti mandibolari. In seguito utilizzo le tecniche di trattamento dello ioide per lamuscolatura sovraioidea coinvolta dal raddrizzamento della lordosi fisiologica cervicale quasi sem-pre presente nel colpo di frusta.Termino con una tecnica di decompressione per la sutura temporo-occipitale e per C0-C1. Al ter-mine R. riferisce rilassamento di tutta la parte sinistra del capo e una diminuzione del dolore cervi-cale. La seconda sessione, dopo una settimana, iniziacon la distensione della dura madre rachideae un lavoro di riequilibrio del ritmo dal cranio e dal sacro. Durante il lavoro sul sacro si apprezzanodiversi momenti di “assestamento”, faccio quindi una decompressione L5-S1, tratto il diaframmapelvico e lavoro sulle articolazioni sacroiliache con il direzionamento dei fluidi. Non so collegarequesto problema al colpo di frusta, comunque le sensazioni della manovra a “culla”(riequilibriosimultaneo del ritmo del cranio e del sacro) mi dicono che l’equilibrio è buono. R riferisce piùscioltezza a tutta la muscolatura del rachide e leggerezza della zona lombo-sacrale. Riferisce anco-ra un po’ di fastidio alla masticazione, con qualche scricchiolio mandibolare.

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Consiglio alcuni esercizi di decompressione. Alla terza sessione i fastidi mandibolari sono scom-parsi, rimane ancora un po’ di dolore alla rotazione del capo con riflessi cervico-scapolari e unaleggera dolenzia della fascia lombare. Dopo un lavoro sul collo con decompressione C0-C1,undwinding, distensione del plesso cervicale e applicazione della tecnica del Currenting a trapezioe angolare della scapola, il problema è praticamente risolto. Rivedo R. dopo 2 settimane e tutto vabene; effettuiamo una sessione di lavoro fasciale su tutta la parte superiore del corpo. Anche gliepisodi di cefalea si sono risolti spontaneamente. A distanza di due mesi dal trauma il test degliindici è negativo e i sintomi non si sono più ripresentati.

LA SIGNORA SOTTO SHOCK: P.B. di 45 anni viene con un quadro sintomatico di nausea,vertigini, rigidità al movimento del capo e contrattura di tutta la muscolatura cervicale e scapoloomerale. Riferisce anche un fastidioso formicolio con parestesie al braccio destro. Parla molto infretta, manifesta chiari sintomi di “fame d’aria”, è veramente molto scossa, chiaramente in difficoltàa mantenere il controllo, sia posturale che emotivo. Dice di essere sempre stata ansiosa ed emoti-va, ma da quando ha subito il colpo di frusta, 10 giorni prima, le vertigini non le permettono piùné di lavorare, né di riposare poiché è subentrata anche l’insonnia.Ora ha anche paura a viaggiare in auto. Un particolare curioso è che dal momento dell’incidente lepare di non sentire più gli odori come prima (forse un’implicazione del nervo olfattivo?). Non haeffettuato nessuna terapia tranne il collare per una settimana. E’ in grande difficoltà ad eseguire itests posturali e non riesce a sdraiarsi sul lettino né a tenere gli occhi chiusi perché si scatenano gliepisodi vertiginosi.Mi astengo da qualsiasi tecnica manuale e mi limito al dialogo cercando di rassicurarla sulla “nor-malità”dei sintomi che accusa dopo un colpo di frusta che può aver provocato compressione deinervi cranici, delle radici nervose cervicali e in particolare, può essere interessato il nervo vago (xnervo cranico) e tutta la “centraledi comando”dell’equilibrio posturale (propriocezione posturale fine). I tests, (anche se effettuati incondizioni non ottimali), danno una verticale di Barrè positiva, Fukuda positivo , test estensoridelle mani da seduta evidenzia un problema cervicale (muscoli sub-occipitali).Vista la difficoltà perP. a rievocare serenamente il momento dell’incidente, decido di lavorare sulle risorse, creando unriferimento di sicurezza e benessere in cui P. possa rifugiarsi per poi poter applicare la tecnica delShuttleing.La congedo consigliando Rescue Remedy (Fiori di Bach), Cocculus 9CH e Ficus Carica MG. perabbassare l’intensità dei sintomi, e un complesso fitoterapico sedativo per abbassare l’eccitabilitàdel S.N.V. Per le due sedute successive mi limito ad un lavoro di ascolto della marea media e dishuttleing. Sono trascorse tre settimane, gli episodi vertiginosi sono diminuiti d’intensità maancora presenti, in compenso di notte riposa ed è diminuita l’ipersensibilità al tocco. Riesce a sten-dersi sul lettino.Procedo allora con l’applicazione della tecnica V Spread per liberare le suture craniche, e col dre-naggio dei seni venosi con particolare riferimento ai forami giugulari. Durante l’ascolto e il bilan-ciamento del ritmo cranio-sacrale P. si addormenta sul lettino. In seguito lavoro sulle fasce con ladistensione del plesso cervicale e lo stiramento delle arterie vertebrali. Dopo sei sessioni, a distan-za di due mesi dall’incidente, P. ha superato le conseguenze emotive del trauma , i sintomi fisicisono scomparsi, tranne alcuni sempre più rari episodi di vertigine che P. ha imparato a controllare.Decidiamo comunque di effettuare qualche seduta di EA.P. (elettroagopuntura) e iniezioni sotto-cute sugli stessi punti con rimedi omeopatici. Oggi, a quattro mesi dal trauma, P. sta bene.

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LA DONNA CHE NON SENTIVA : A.F. di 34 anni viene per un problema di rigidità generaledi tutto il rachide con particolare dolenzia a livello sacro-coccigeo permanente, e saltuariamentecefalee, volte nucali, a volte frontali, sovraorbitarie. Dal colloquio emerge la sensazione di nonsentirsi più padrona della schiena che ogni giorno le dà un dolore diverso. I tests posturali simostrano in sostanza negativi, l’esame palpatorio rivela contratture dei muscoli paravetebrali, inparticolare lombari. L’ascolto del ritmo cranio-sacrale evidenzia un sacro quasi fermo e una torsio-ne occipite-sfenoide. Questo quadro è iniziato circa due mesi dopo un colpo di frusta, quandosembrava che tutti i sintomi iniziali fossero scomparsi già da tempo. Il trattamento inizia con l’a-scolto del ritmo e la distensione della dura madre rachidea. Si passa poi a lavorare sul bacino conla manovra a “ponte”per mobilizzare il sacro, la decompressione L5-S1 e il direzionamento deifluidi nella zona delle articolazioni sacro iliache bloccate. Nelle sedute successive effettuo la mobi-lizzazione del rachide, vertebra su vertebra sul piano frontale da C7 a L5, il riequilibrio del movi-mento cranico con la liberazione delle suture e le tecniche per la sinfisi sfeno-basilare. Il ritmocranico migliora in ampiezza e in frequenza. Dopo quattro sessioni e il lavoro dalla testa, vertebraper vertebra, sul pano sagittale, c’è un netto miglioramento dei dolori del rachide. Il ritmo cranicoè buono, permane invece, anzi pare peggiorato, il dolore sacro-coccigeo. Le cefalee sono diminuitedi frequenza ma non d’intensità. Il sacro è ancora ipomobile.

Una mobilizzazione del coccige scatena una cefalea, ma ottiene il risultato di migliorare il ritmocranio-sacrale, insieme al lavoro su tutte le inserzioni muscolari seguendo il contorno delle ossadel bacino.Durante il lavoro emerge il ricordo di una caduta sul coccige, di cui A. non aveva piùmemoria, all’età di 7/8 anni. Alla settima sessione otteniamo finalmente un buon sincronismo delritmo cranio sacrale. A mi dice che, finalmente, dopo quattro mesi,“sente”di nuovo la sua schiena.

Quelli citati sono tre casi abbastanza eclatanti, trattati con successo. Naturalmente esistono altricasi meno esemplari, con ripetitività di sintomi, di cui si possono citare i particolari salienti.

M.P.B. di 55 anni, portatrice di una cervico- unco- artrosi accusa i postumi di un colpo di frustacon dolori cervicali, vertigini, nausea. Non vuole assolutamente farsi muovere la testa (ha avutouna esperienza traumatizzante durante una seduta di chiropratica). Abbiamo ottenuto una notevo-le remissione dei sintomi lavorando uncamente sulla Marea Media e il direzionamento dei fluidi.Complementariamente sono state effettuate sedute di R.T.C. (riflessologia del tessuto connettivo)

S.L. di 22 anni, allievo ufficiale dell’esercito accusa i classici sintomi da colpo di frusta con in piùronzii auricolari e disturbi visivi che vanno dalla mancanza di messa a fuoco a sensazioni di gon-fiore e tensione oculare. I tests posturali depongono a favore di un problema cervicale. Il quadrodei sintomi è stato causato da una caduta da cavallo. In questo caso i problemi dei diversi distrettidipendono dal fatto che, per effetto dell’incidente, le informazioni che giungono dal collo e daglialtri sistemi riguardo la postura non sono coordinate. Sono stati ottenuti risultati positivi lavorandocon tutte le tecniche craniche, dalla liberazione delle suture al trattamento delle membrane in ten-sione reciproca, al drenaggio generale dei seni venosi.

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Teoricamente potrebbe essere necessario intervenire in qualsiasi parte del corpo, su molteplicicomponenti organiche, e le tante possibilità d’intervento imporrebbero la descrizione di moltissi-me tecniche. Inoltre l’analisi, la scomposizione, anche se didattica, di una terapia globale come lacranio-sacrale può apparire una contraddizione in termini e, dulcis in fundo, tradurre in parole laparte “energetica”del lavoro non rende l’idea delle sensazioni dell’ascolto manuale.Per quanto riguarda la parte del trattamento ho deciso così di limitarmi all’impostazione dei prin-cipi generali del processo terapeutico.

La citazione di alcune tra le tecniche più adatte unitamente ai sintomi corrispondenti con la raffi-gurazione di quelle meno conosciute e l’esposizione di alcuni casi clinici come sintesi di un tratta-mento completo conclude il lavoro.

Come già detto, non avendo a disposizione strumenti come la pedana stabilometrica che potessein qualche modo oggettivare i sintomi e verificare i risultati della terapia, l’esperienza è stata con-dotta su basi esclusivamente empiriche. Resta comunque il dato confortante e non confutabile delritrovato stato di equilibrio e di benessere dei soggetti dopo il trattamento. Spero che la mia faticapossa essere utile ai praticanti come lo è stata per me, convalidando sempre più l’efficacia, la com-pletezza e l’unicità della terapia C.S. nel trattamento del trauma.

Ad uso esclusivo interno degli studenti dei corsi I.T.C.S

Otello VecchiModena, telefono 059 331460MassoFisioTerapista, Naturopata,Iridologo, ITCS

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