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COMUNE DI FORLI’
VERBALE DI SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
IN SESSIONE ORDINARIA DI PRIMA
CONVOCAZIONE DEL GIORNO 12 GENNAIO 2009
SEDUTA PUBBLICA ALLE ORE 15,40
Convocato con appositi inviti il Consiglio Comunale si è riunito oggi
nella Sala Consiliare con l’intervento dei Consiglieri qui appresso indicati,
come risulta dall’appello fatto dal Segretario Generale:
1) BACCARINI Romano 10) MASINI Nadia
2) BRIGANTI Mauro 11) MATTEUCCI Leo
3) BURNACCI Vanda 12) MINGHINI Luciano
4) CASADEI Gardini Francesco 13) MONTANARI Massimo
5) ERRANI Marco 14) RONCHI Alessandro
6) FARNETI Paolo 15) SAMORI’ Pietro
7) FRANCIA Fabrizio 16) SANSAVINI Luigi
8) GASPERONI Roberto 17) SBARAGLI Erio
9) GIUNCHI Flavio 18) TAMPELLINI Riccardo
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Risultano assenti i Conss. Sigg.ri: Aprigliano Francesco, Avellone
Andrea, Biondi Lauro, Bonavita Ottavio, Bongiorno Vincenzo, Camorani
Valeria, Castagnoli Alessandro, Gentilini Tatiana, Guerrini Pio, Gugnoni
Gabriele, Mancini Enrica, Manucci Cristian, Marabini Giulio, Milanesi Lea,
Morgagni Diana, Nervegna Antonio, Perelli Filiberto, Ragazzini Paolo,
Tappari Daniele, Tavoletti Giovanni Mario, Terracciano Ugo, Valentini
Marco e Zambianchi Luca: Presenti n. 18.
Partecipano alla seduta gli Assessori:
- BERTOZZI Loretta - LEGA Loretta
- BUCCI Giovanni - MARCHI Tiziano
- BUFFADINI Lodovico - ZELLI Gabriele
- CAPACCI Palmiro
Partecipa alla seduta il Segretario Generale, Dott. Antonio Ventrella.
Essendo legale il numero degli intervenuti il Sig. Minghini Luciano,
assumendo la Presidenza, dichiara aperta la seduta e nomina Scrutatori i
Sigg.ri Consiglieri: Mauro Briganti, Pietro Samorì e Francesco Casadei
Gardini.
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COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE
OGGETTO N. 1
COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE.
Trattato
INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
OGGETTO N. 1
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 30 GIUGNO
2008 DALLA CONS. VANDA BURNACCI, PER AVERE
CHIARIMENTI IN MERITO ALLE SPESE SOSTENUTE DA
QUESTA AMMINISTRAZIONE COMUNALE PER CONSULENZE
E INCARICHI PROFESSIONALI.
Rinviato
OGGETTO N. 2
INTERROGAZIONE URGENTE, PRESENTATA IN DATA 1
DICEMBRE 2008 DALLA CONS. VANDA BURNACCI, PER
CHIARIRE ALCUNI ASPETTI DELLA SITUAZIONE E DELLE
SCELTE FATTE DA A.C.E.R.
Presidente MINGHINI: Ne posso dare lettura, Consigliere?
“La sottoscritta Consigliera Comunale Vanda Burnacci;
• esaminato il Bilancio d’esercizio 2007 dell’A.C.E.R., (società
partecipata del Comune) messo a disposizione per la prima volta dei
Presidenti della 1° e della 3° Commissione Consiliare nella sua
versione integrale;
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• considerato che le precedenti sintesi degli anni scorsi non fornivano una
visione chiara dell’azione di A.C.E.R. e dei suoi costi e ricavi, nonché
della composizione analitica del bilancio;
• valutato che alla voce “disponibilità liquide” dell’Azienda Casa risulta
un saldo di 14.143.065 (18.566.396 nel 2006) e che di questi ben
3.486.515 euro risultano in depositi bancari e postali e altri 10.655.086
risultano in fondi liquidi vincolati presso la Banca d’Italia;
• valutato altresì che una significativa quota di liquidità è stata anche
investita in strumenti finanziari;
• ritenuto che la somma di disponibilità liquide in possesso dell’Azienda
sia assolutamente ed incredibilmente spropositata rispetto alle priorità,
necessità e all’urgenza dei compiti istituzionali dell’A.C.E.R., che sono
quelli di investire nelle case a prezzi popolari, di cui c’è nel territorio
forlivese un enorme bisogno;
• valutato altresì che è stato lanciato dal Presidente A.C.E.R., con grande
enfasi, ma purtroppo con molti anni di ritardo, un programma di
investimento con risorse proprie aziendali attraverso l’attivazione di un
Fondo di rotazione capace di mobilitare risorse di altri soggetti pubblici
e privato-sociali, per un programma di edilizia convenzionata;
Interroga il Sindaco al fine di chiarire:
1) se il Sindaco stesso o suoi delegati fossero a conoscenza (essendo in
possesso del Bilancio integrale) che tantissimi milioni di euro da molti anni
stavano depositati presso banche e posta invece di venire utilizzati per
costruire case, in base alla finalità dell’A.C.E.R.;
2) se il Sindaco conosceva, oltre alle liquidità, gli ulteriori investimenti in
prodotti finanziari;
3) se il Sindaco conosce la composizione del fondo di liquidità anno per
anno e la provenienza del denaro che è venuto costituendo il fondo stesso;
4) se il Sindaco non ritenga che il fondo di rotazione annunciato dal
Presidente di A.C.E.R. con tanta enfasi non debba essere completamente
rivisto alla base della verità emersa, per diventare un progetto ben più
corposo ed importante di quello annunciato, considerata la grande mole di
denaro tenuto colpevolmente nel cassetto;
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5) se il Sindaco non ritenga che il piano di utilizzo delle somme di cui sopra
debba essere discusso in Consiglio Comunale, che è organo primario di
indirizzo e di programmazione.”
L’Ass. Bertozzi ha fornito risposta scritta, chiediamo all’interrogante
se è soddisfatta o meno della risposta ricevuta.
Entrano la Cons. Morgagni e il Cons. Bonavita: Presenti n. 20.
Entra il Presidente della Consulta dei cittadini stranieri, Sig. Raies
Imed.
Cons. BURNACCI: Ho visto la risposta che mi è stata fornita e è
assolutamente insoddisfacente per diverse ragioni. Non so dal punto di vista
tecnico chi nell’Amministrazione Comunale abbia visto e esaminato quella
risposta di Acer, perché noi facciamo interrogazione all’Assessore al ramo e
al Sindaco, poi naturalmente Acer motiva le sue ragioni, ma si tratta di
capire se l’Amministrazione Comunale sposa al 100% le ragioni che Acer
ha portato in campo, o se invece c’è qualcuno nell’Amministrazione
Comunale, gli Assessori in particolare, che esaminano le risposte che Acer
ha dato, entrano nel merito e non fanno proprie tutte quelle affermazioni.
Prendo atto del fatto che nella Giunta Comunale l’Assessore al ramo ha
ritenuto di passarmi direttamente la risposta di Acer così com’è.
Dal punto di vista del merito ci sono tre questioni, intanto non è
affatto vero che la liquidità di Acer in confronto al Piano degli investimenti
sia assolutamente fisiologica: siamo su una dimensione assolutamente
patologica, perché non è pensabile che a fronte della quantità di investimenti
annuali o triennali che Acer fa la liquidità abbia potuto toccare nell’anno
2006 18 milioni di Euro, quindi è assolutamente anomala questa situazione.
Seconda situazione. Riteniamo che Acer, che aveva da molti anni una
liquidità notevolissima, ripeto fino a 18 mila Euro del 2006, potesse già
negli anni passati, a decorrere almeno dal 2004, avviare un fondo di
rotazione che invece ha presentato con grande sfoggio, con grande retorica
soltanto nell’ultimo anno, quasi fosse una trovata eccezionale. Questa linea
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doveva secondo noi essere adottata fin dagli anni passati, sicuramente fin
dal 2004 e è ben strano che Acer, che è venuta sempre a relazionare nelle
commissioni consiliari sul suo bilancio, non abbia mai messo a disposizione
il bilancio integrale, non abbia parlato mai e presentato mai l’iniziativa e il
rapporto tra liquidità, investimenti e bilancio corrente e non abbia mai
sottolineato che questo fondo esisteva, come veniva utilizzato e che cosa si
pensava di farne.
Io ho scoperto soltanto quest’anno, perché ho voluto chiedere alla luce
del dibattito dell’ultima Commissione consiliare il bilancio integrale e
sfogliando il bilancio integrale, cosa che gli altri Consiglieri comunali non
hanno potuto fare, ho notato che c’era una assoluta anomalia che è quella a
cui mi riferivo.
Che l’assemblea dei soci e quindi i comuni che fanno parte di Acer
ogni anno abbiano avallato questa situazione è incredibile, secondo noi è
incredibile. Soldi pubblici, soldi accumulati senza ragione, senza investire
per tempo e fare anche un fondo di rotazione, si poteva fare molto prima,
significa che c’è qualcuno che rispetto ai comuni nelle società partecipate
continua a ragionare così, tanto gli amministratori e i Consigli Comunali
sono da abbindolare! Quello che facciamo lo facciamo noi, gli enti locali e i
comuni nella loro sovranità non contano niente.
Non trovo un’altra ragione se non questa cinica autosufficiente
autoreferenziale di Acer nei confronti del Comune di Forlì, quindi sono
assolutamente insoddisfatta di questa risposta e mi chiedo se la Giunta
Comunale nel suo complesso abbia valutato il merito della risposta che il
Presidente di Acer mi ha voluto fare pervenire.
Entrano la Cons. Milanesi e i Conss. Gugnoni e Aprigliano: Presenti
n. 23.
OGGETTO N. 3
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 1 DICEMBRE
2008 DALLA CONS. VANDA BURNACCI, PER CONOSCERE
QUALI PROVVEDIMENTI L'AMMINISTRAZIONE INTENDA
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METTERE IN ATTO AL FINE DI APPLICARE QUANTO
DISPOSTO DAL DECRETO 112/2008 IN MATERIA DI RIORDINO
E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DEGLI
ENTI LOCALI.
Presidente MINGHINI: Ne posso dare lettura, Consigliere?
“La sottoscritta Consigliera Comunale Vanda Burnacci
• considerato che il Decreto 112 del 25 giugno 2008 del Governo
Berlusconi (conosciuto come Manovra d’Estate) all’art. 58, ha dato
disposizioni per assicurare il riordino, la gestione e la valorizzazione del
patrimonio immobiliare di Regioni, Province, Comuni;
• valutato altresì che il Comune deve individuare, sulla base e nei limiti
della documentazione esistente presso i propri archivi e uffici, i singoli
beni immobili ricadenti nel territorio di competenza, non strumentali
all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, suscettibili di
valorizzazione ovvero di dismissione;
• tenuto conto che deve poi essere redatto il Piano delle Alienazioni
Immobiliari, da allegare al Bilancio di Previsione e che, con la
classificazione del patrimonio disponibile, se ne dispone espressamente
la destinazione urbanistica, senza le verifiche di conformità agli
eventuali atti di pianificazione sovraordinata di competenza delle
Province e delle Regioni;
interroga il Sindaco al fine di conoscere;
• quali disposizioni e indirizzi l’Organo di governo del Comune di Forlì
abbia dato ai dirigenti degli uffici, al fine di procedere velocemente per
dare attuazione alle disposizioni del governo nazionale che sono assai
importanti e innovative;
• quale approfondimento la Giunta intenda proporre al Consiglio
Comunale e quale percorso intenda adottare perché il Comune di Forlì
scelga tempestivamente gli strumenti e le modalità di moderna
valorizzazione del proprio patrimonio.”
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Entrano il Conss. Ragazzini e Zambianchi: Presenti n. 25.
Ass. BUFFADINI: Ho già avuto modo, in sede di Consiglio
Comunale discutendo di altro argomento, di richiamare nell’ambito di
quella che era il decreto 112 trasformato nella Legge 133 che uno degli
articoli positivi era l’Art. 58, perché dava la possibilità agli enti locali e ai
comuni di attuare un processo di valorizzazione del proprio patrimonio
comunale.
Rispetto a questo articolo, oltre che informare, ma credo sia
conoscenza di tutti che il Comune di Forlì ha in tempo reale, aggiorna in
tempo reale il proprio patrimonio sia immobiliare che mobiliare, quindi tutti
gli anni predispone questo elenco di beni patrimoniali, oltre questo ricordo
che ripetutamente in questo Consiglio Comunale abbiamo discusso e
apportato modifiche anche alla proposta di Piano alienazione, cioè a
quell’elenco di beni patrimoniali che l’Amministrazione Comunale
intendeva e intende alienare, con dei processi fatti con asta pubblica, in cui
nell’ambito della storia di questi ultimi anni tutta una serie di vendite sono
state effettuate, altre sono andate deserte e sono nella fase della reiterazione
della possibilità di vendita.
Dietro a questo ovviamente l’Art. 58 mette in campo una grande
opportunità dal punto di vista di valorizzare il proprio patrimonio, con una
vera e propria procedura di tipo amministrativo all’interno dell’Art. 58, che
nel momento in cui l’Amministrazione Comunale definisce un atto
deliberativo e lo approva contestualmente all’approvazione del bilancio di
previsione con un atto contestuale ma a parte, nel senso che ha una sua
definizione che ovviamente è una deliberazione con un’elencazione di beni
che vengono valorizzati, questo diventa a tutti gli effetti variante urbanistica
e quindi il bene acquisisce quel tipo di definizione, così come da
valorizzazione di elenco.
Nell’Art. 58 tra l’altro vi è la possibilità di questa procedura,
addirittura incrementando indici edificatori in aree e addirittura non vi è
neanche il bisogno del parere dell’organismo sovraordinato, che nella
fattispecie è la Provincia, fino a un massimo del 10%. In questo senso ci
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siamo mossi fin da settembre, abbiamo definito un approfondimento degli
uffici patrimoniali per una sorta di verifica su alcune situazioni di
patrimonialità legate a aree e fabbricati, per vedere se esistevano le
condizioni di proposta da sottoporre al Consiglio Comunale nella fase di
approvazione del bilancio per questa valorizzazione.
Abbiamo ritenuto anche, in maniera coordinata con il settore
urbanistico, di confrontarci con la pianificazione urbanistica e in una serie di
incontri alla presenza dell’Assessore all’urbanistica e dei tecnici, abbiamo
definito una proposta complessiva che da una parte valorizza patrimonio già
nel Piano alienazioni con un incremento di valore dal punto di vista per
esempio per alcune aree di indice edificatorio con il meccanismo del 10%,
dall’altra parte anche per patrimonio non alienabile ma patrimonio che
rimane in uso all’Amministrazione Comunale, abbiamo e proporremo al
Consiglio Comunale di togliere alcuni vincoli che sono legati alla normativa
urbanistica, per dare per esempio la possibilità di mettere a reddito per
esempio locali vincolati da una pianificazione urbanistica, che non possono
essere dati in uso per fare una gelateria per esempio in Piazza delle Erbe,
invece riteniamo che essendo un locale che è interessato a quella finalità
togliamo il vincolo urbanistico per dare questa finalità.
Ricordo che questa definizione ha un percorso su base triennale e
quindi nell’ambito del bilancio preventivo faremo una proposta immediata
con un quadro e una cornice che verrà sottoposto ovviamente
all’approfondimento della Commissione consiliare e poi al dibattito del
Consiglio Comunale, abbiamo alcune altre questioni che hanno necessità di
un ulteriore approfondimento dal punto di vista tecnico – urbanistico, lo
stesso settore patrimoniale ha necessità di tutta una serie di elementi, legati
anche per esempio a approfondimenti con la Sovrintendenza, che
ovviamente non escono se non entrano in gioco adesso, ma essendo in una
pianificazione triennale hanno la possibilità di entrare in gioco nel momento
in cui avvengono questi chiarimenti il prossimo anno, o nell’arco del Piano
triennale.
Tutto questo in quella pianificazione che riteniamo di merito, che
ovviamente non tende a stravolgere il principio della pianificazione
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urbanistica o del bypassare, però certamente è una opportunità positiva
secondo me questo Art. 58, è possibile e dov’è possibile si utilizza al
massimo, proprio per dare la possibilità di definire o come valorizzazione
patrimoniale che rimane o come valorizzazione che ottiene una potenzialità
maggiore nella fase delle alienazioni, che è nell’interesse
dell’Amministrazione Comunale e quindi dell’intera collettività.
Cons. BURNACCI: Credo di essere soddisfatta della risposta che ha
dato l’Ass. Buffadini, nel senso che ci ha detto e è importante che la Giunta
Comunale ha già esaminato il problema, quindi sta predisponendo le
risposte e farà ovviamente al Consiglio Comunale le proposte. A noi
interessava in modo particolare questo provvedimento, non perché l’abbia
varato il Governo Berlusconi, ma perché è un provvedimento di
un’importanza eccezionale, è un’unica trasparente – è anche coraggioso
perché trasparente – azione per valorizzare il patrimonio degli enti locali.
Non si tratta di fare delle forzature ovviamente alla pianificazione
urbanistica, ma si tratta di aggirare anche dalla pianificazione urbanistica
quelli che sono gli aspetti di maggiore lentezza, di maggiore farraginosità e
quindi noi riteniamo un provvedimento di eccezionale portata. Ci
interessava quindi che questo provvedimento venisse colto con tempestività
e non con ritardo, come delle volte succede anche rispetto a Finanziarie che
possono contenere degli elementi positivi; se questa tempestività ci sarà,
saremo lieti di misurarci nel merito e siamo quindi soddisfatti che si colga
questo risultato importante, di cui come ho già detto secondo noi è
importante e eccezionale il concetto di trasparenza e tutto alla luce del sole,
si fa con provvedimenti che l’Amministrazione Comunale può rendere
pubblici e non c’è bisogno di aspettare pareri di altri enti, quindi si dà
sovranità all’azione e alle scelte dell’ente Comune. Questo non è cosa da
poco, perché permette anche di velocizzare le volontà dell’Amministrazione
Comunale.
Entra la Cons. Mancini ed esce il Cons. Gugnoni: Presenti n. 25.
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OGGETTO N. 4
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 3 DICEMBRE
2008 DALLA CONS. VANDA BURNACCI, PER CONOSCERE I
MOTIVI CHE HANNO PORTATO AL BLOCCO DEL PROGETTO
“CASA FACILE”.
Esce il Sindaco: Presenti n. 24.
Presidente MINGHINI: Ne posso dare lettura, Consigliere?
“La sottoscritta Consigliera Comunale Vanda Burnacci
• considerato che agli inizi del 2005 era arrivato a conclusione il percorso
di “Progettazione partecipata di n. 15 alloggi in via Alberello (località
Cava)”, alloggi destinati ad anziani, disabili e giovani coppie, in
locazione permanente;
• considerato altresì che tale percorso, su iniziativa della Presidente della
Circoscrizione n. 2 Elisa massa, aveva visto la partecipazione di
Associazioni e di cittadini, e il Comune di Forlì si era direttamente
impegnato attraverso l’Assessore al Welfare Loretta Bertozzi e
l’Assessore all’Urbanistica Gabriele Zelli;
• valutato inoltre che, durante successivi incontri avvenuti nel corso del
2005, era stato pubblicamente presentato il progetto specifico degli
alloggi stessi, con la garanzia ripetuta che il finanziamento era già
assicurato (849.100 euro di contributo regionale, la restante cifra
necessaria a carico dell’Amministrazione Comunale di Forlì e che
l’inizio dei lavori dell’edificio era fissato per l’8 dicembre 2005;
• preso atto che, a tutt’oggi, dopo quell’intensa attività 2005 di iniziativa
della Circoscrizione n. 2 e degli Assessori comunali al ramo, nulla si è
più mosso e sono passati tre anni completi di silenzio;
interroga il Sindaco per conoscere;
• per quali motivi si sia arenato per 3 anni il progetto innovativo,
denominato anche “Casa Facile”, destinato a disabili, giovani coppie e
anziani, tanto sbandierato di fronte a cittadini, associazioni ed esperti e
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prospettato come una tipologia di casa agibile ed attrezzata, con
l’obiettivo del benessere delle persone e come un esempio di ambiente
vivibile e funzionale, con relazioni nuove con il contesto urbano e
territoriale di riferimento;
• se l’Assessore al welfare Loretta Bertozzi che, come risulta da tutti i
verbali degli incontri, aveva direttamente impegnato la Giunta di Forlì,
abbia poi svolto verso la Giunta un’azione di sensibilizzazione e di
controllo, al fine di seguire l’andamento della realizzazione dei 15
alloggi;
• se risulta almeno che ci sia la volontà, considerati i tre anni perduti,
l’opera possa finalmente essere avviata e quale sia esattamente il piano
di lavoro dell’Amministrazione, con tempi precisi per il futuro, affinché
ci siano certezze nei nuovi impegni e in un iter accelerato.”
L’Ass. Bertozzi ha fornito, anche in questo caso, risposta scritta.
Cons. BURNACCI: Abbiamo visto la risposta, la risposta è puntuale
nel senso che si dice che d’ora innanzi si attiverà una procedura. Ho fatto
questa interrogazione perché questo progetto di Casa Facile, rivolta a
anziani e disabili per la verità, con una tipologia di edilizia pubblica anche
con le caratteristiche di carattere ecologico molto marcate, che aveva visto
una procedura anche di partecipazione della Circoscrizione interessata,
molto attiva, molto importante.
Noi abbiamo visto che per la verità i tempi sono stati tutti sbagliati.
Come si fa a andare in assemblee pubbliche a dire che i lavori partiranno a
marzo del 2005, siamo a gennaio 2008 e siamo ancora lontanissimi
dall’avvio dei lavori? Come fa un’Amministrazione Comunale a sbagliare
così clamorosamente i tempi, quando si va a prendere impegni rispetto
all’opinione pubblica? Si sia più prudenti, noi riteniamo che non ci sia stato
per la verità motivo di questo ritardo, perché si sono allungati i tempi in
modo incredibile e inaspettato, ma direi assolutamente non motivato.
L’Amministrazione Comunale abbia almeno la consapevolezza e la
serietà che quando prende un impegno a livello pubblico non si può avere
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uno slittamento di un’intera legislatura, altrimenti tanto vale che si faccia ai
cittadini un discorso di carattere ben diverso.
Presidente MINGHINI: Era pronta anche la risposta
all’interrogazione N. 5 per essere trattata, però l’Ass. Galassi è impegnato al
momento in una riunione e quindi non credo riuscirà a raggiungerci in
tempo per rispondere all’interrogazione N. 5. A questo punto passiamo agli
argomenti.
OGGETTO N. 6
INTERPELLANZA, PRESENTATA IN DATA 17 DICEMBRE
2008 DAL CONS. ANTONIO NERVEGNA, PER SAPERE QUALI
SONO LE RAGIONI CHE HANNO PORTATO ROMAGNA ACQUE
SPA A VOLERE CEDERE LA PROPRIA PARTECIPAZIONE
AZIONARIA IN ALPINA ACQUE SRL.
Rinviato
ARGOMENTI
OGGETTO N. 1
AUTORIZZAZIONE AL MANTENIMENTO, ASSUNZIONE O
DISMISSIONE DI PARTECIPAZIONI SOCIETARIE DA PARTE
DEL COMUNE DI FORLÌ RIMESSO ALLA PRIMA
COMMISSIONE CONSILIARE PER APPROFONDIMENTO IN
MERITO ALLA CLASSIFICAZIONE DI ALCUNE AZIENDE
PARTECIPATE.
Presidente MINGHINI: Il primo punto verrà introdotto dal Sindaco;
in Conferenza dei capigruppo abbiamo già dibattuto un attimo la cosa,
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quindi si comincerà a discutere dell’oggetto N. 1 con l’impegno però di non
concludere la discussione oggi e l’oggetto verrà rinviato nella sua votazione,
in particolare si è detto oggi di approfondire quali sono, visto che
sostanzialmente questo è un atto ricognitivo sulle aziende partecipate, si è
chiesto ai Consiglieri di capire da parte del Consiglio Comunale quali sono
gli approfondimenti da fare in merito alle aziende partecipate del Comune,
in relazione specificatamente alla sua classificazione.
Si richiede un dibattito che sia consono soprattutto a questo tipo di
impostazione, chiaramente poi questa deliberazione tornerà alla fine di
questo percorso in Consiglio Comunale e allora si potrà fare chiaramente
tutta la discussione che si vorrà. Oggi cerchiamo di farla limitatamente alle
aziende, per le quali si pensa si necessiti un approfondimento in merito alla
classificazione ipotizzata e in tale modo, insieme alla 1^ Commissione
consiliare, a quel punto faremo lo specifico approfondimento in
Commissione e al termine dei vari approfondimenti torneremo in Consiglio
Comunale.
Questo atto va assolutamente approvato prima del termine di questo
mandato per un obbligo di legge, non c’è una scadenza immediata però c’è
una scadenza nel giro dei primi mesi dell’anno.
È arrivato l’Ass. Galassi, torniamo all’interrogazione tanto non mi
sembrava un’interrogazione molto complessa.
Posticipato
Entra l’Ass. Galassi.
Entra il Cons. Guerrini: Presenti n. 25.
OGGETTO N. 5
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 4 DICEMBRE
2008 DAI CONSS. PAOLO FARNETI E FRANCESCO CASADEI
GARDINI, PER SAPERE QUALI PROVVEDIMENTI
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE INTENDA ADOTTARE A
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FRONTE DELLA PERICOLOSITÀ DELL’INCROCIO PORTA
RAVALDINO E ZONE LIMITROFE.
Presidente MINGHINI: Ne posso dare lettura, Consigliere?
“I sottoscritti consiglieri comunali Paolo Farneti Consigliere comunale
di Forza Italia – P.d.L., e Casadei Gardini Francesco del Gruppo Viva Forlì
sollecitati dalle numerose lamentele dei residenti della zona Porta Ravaldino
circa la grave situazione che continuamente si crea nel crocevia (c.so Diaz,
via Salinatore, via Appennino, via F. Montone) sia per la sicurezza degli
utenti della strada, sia per i pedoni che con corse furtive sono costretti ad
attraversare le suddette strade (e gli anziani e i bambini come fanno?), sia
per gli ingorghi causati anche dalla presenza nelle prossimità di scuole, asili
e Parco Urbano;
interrogano il Sindaco e la Giunta
per sapere quali provvedimenti l’amministrazione intenda attuare per far
fronte all’attuale grave disagio e se ritenga opportuno istituire una rotonda o
predisporre misure alternative che i tecnici vorranno predisporre.”
Entrano il Sindaco e il Cons. Gugnoni: Presenti n. 27.
Ass. GALASSI: Relativo all’interpellanza sottopostami, è già da un
po’ di tempo che è previsto nel Piano investimenti, come nel 2008 ma
riconfermato nel 2009, una cifra di 400 mila Euro che è riferita alla
sistemazione da Viale Salinatore, Piazzale Ravaldino, Via 2 Giugno
incrocio con Viale Salinatore e Via Corridoni.
Cosa significa questo? Significa che una parte dei lavori saranno
eseguiti subito, che sono entro la primavera in corso dell’anno 2009 la
rotatoria tra Via Romanello e Via Salinatore, questa in concomitanza con il
fatto che si aprirà il parcheggio dei 400 posti di Viale Salinatore, sarà fatta
anche questa in tempi brevi la rotatoria più piccola che è quella che
dicevamo prima di Via Corridoni e Via 2 Giugno, dove c’è attualmente il
semaforo, avrà dei tempi un po’ più lunghi perché è soggetta a un piccolo
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esproprio, in cui siamo alla sua definizione in tempi che credo siano in
questo momento che si stia concludendo l’iter amministrativo. Abbiamo
intenzione, vista la complessità della situazione, di farla provvisoria in
attesa che sia completato l’iter amministrativo.
Per quanto riguarda Piazzale Ravaldino, anche qui è prevista una
rotatoria, che però è conseguente a una sistemazione più complessiva di
tutta la viabilità di Piazzale Ravaldino e quindi di Via Bolzanino, Via
Trento, le vie che sono nel comparto delle prigioni per capirci, quindi
volevamo però prima di fare il progetto esecutivo definitivo, perché c’è già
un piano particolareggiato approvato, capire bene un po’ quali sono i flussi
di traffico che si potrebbero ricavare dall’apertura del nuovo tratto della
tangenziale, perché pensiamo che una parte del traffico che attualmente
gravita su Viale dell’Appennino successivamente possa essere dirottato
dall’apertura della tangenziale da Via Paoluzza e poi successivamente anche
con il quinto lotto, quello che la Provincia ha appaltato, da Via Monda e
quindi dare la possibilità che ci sia sicuramente meno traffico su Viale
dell’Appennino e a questo punto capire se è necessaria comunque la
sistemazione complessiva con una rotatoria che sarebbe una rotatoria che in
qualche modo incide in modo molto significativo su tutta la viabilità di
questa zona.
Pure essendoci un progetto preliminare che ha queste caratteristiche
che dicevo, per quanto riguarda la rotatoria di Piazzale Ravaldino
aspettiamo un attimo, pensiamo che se i tempi rimangono inalterati così
com’è stato fatto fino a questo momento da parte dell’Anas e non abbiamo
motivo di dubitare che anche il secondo lotto possa essere aperto entro
aprile – maggio 2009, quindi a questo punto siamo alla fine dei lavori del
secondo lotto della tangenziale, per capire se c’è veramente ancora la
necessità di fare questo tipo di intervento, fatto salvo che per quanto
riguarda tutte le strade limitrofe nel piano particolareggiato ci sono varie
ipotesi di sistemazione rispetto a quelle attualmente in essere.
Entrano i Conss. Biondi e Marabini: Presenti n. 29.
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Cons. FARNETI: Qui esistono due ordini di problemi, il primo che è
da 5 anni, perché fu una delle prime interrogazioni che feci nel 2004 – 2005
e ovviamente mi rispose la stessa cosa, mi disse “sì sì ci dobbiamo
ragionare, presumibilmente la facciamo, vediamo quando apre il tratto della
tangenziale” come se la tangenziale dovesse essere risolutiva di tutti i
problemi della Città! Oggi immagino che uno che viene giù da Predappio o
da Fiumana o da San Martino in Strada e debba andare in centro, dubito che
prenda la tangenziale che lo porta a Carpena, perché sarebbe impensabile,
però d’altronde se il vostro ragionamento è questo si pone una serie di
problemi.
La zona è particolarmente complessa, se già in 4 anni non avete
approntato uno studio su come risolvere il problema di questo crocevia
molto difficile, perché comunque c’è un carico notevole di camion sulla Via
Salinatore, c’è la presenza di scuole, c’è il parco urbano, ci sono un centro
residenziale molto intenso, allora ci si pone il problema di capire
l’Amministrazione Comunale in 5 anni, perché ormai sono 5 anni, cosa
abbia fatto.
Se nel Piano investimenti mi parlate di 400 mila Euro, ma non avete
ancora previsto nessun approntamento e nessuno studio per la rotatoria e mi
dite “sì, facciamo la rotatoria più avanti in Viale 2 Giugno e Via Corridoni,
più indietro con Via Romanello”, il problema non lo risolvete un’altra volta,
per cui o l’Amministrazione Comunale comincia a fare seriamente e a
ragionare seriamente su quello che è il problema di questa realtà, oppure
siccome è teatro di incidenti continui, non ultimo incidenti mortali anche nel
2007, evidentemente l’Amministrazione Comunale non è così interessata a
risolvere questo problema. Mi auguro che chi viene più da Predappio e
prende la tangenziale vada a Carpena, poi da Carpena torni indietro e quindi
il problema si porrà poi con la Via Campo degli Svizzeri deduco, quindi il
problema rimane uguale.
Non so il collega se vuole aggiungere qualcosa.
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 17
Cons. CASADEI GARDINI: Aggiungo solamente che mi sembra
che l’Assessore non abbia chiaro il discorso delle priorità. Questa è una
rotatoria che non solo convoglia quello che potrebbe essere il traffico non
locale, ma soprattutto il traffico locale per i siti che il collega Farneti ha
prima enunciato, il parco urbano, gli asili, che soprattutto in estate notano
una frequenza di persone ma soprattutto bambini allarmante. Ho visto
personalmente bambini attraversare di corsa un incrocio molto pericoloso
come questo.
Vedo che l’Amministrazione Comunale non esita invece a fare delle
rotatorie di pochi metri quadrati per la gioia di autobus e altri mezzi
ingombranti, che transitano con sempre maggiore difficoltà per la Città.
Entra il Cons. Nervegna: Presenti n. 30.
Entrano il vice Sindaco Castrucci e l’Ass. Bertaccini.
Ass. GALASSI: Non entro nel merito di valutazione dell’ultimo
intervento, giusto per rispondere a Farneti. Lei dovrebbe sapere che i piani
particolareggiati che vengono approvati, e sono stati approvati esattamente 2
anni fa da questa Amministrazione Comunale, non 5 anni fa, prevedono già
come deve essere il traffico e come si deve sviluppare, i piani definitivi
invece sono quelli che ci vogliono i finanziamenti e i piani esecutivi sono
quelli che si fanno gli appalti. C’è una differenza sostanziale, quindi le idee
ci sono benissimo tutte. Il piano particolareggiato lei se lo può vedere e
esiste già da diverso tempo.
Il fatto invece di capire bene se Piazzale Ravaldino possa risolvere i
suoi problemi che ci sono, che comunque eliminano quelli di Viale
Salinatore che rimangono, perché il tratto della Via Bologna dovrà esserci
comunque e quindi da quest’altra parte, non significa che questo. La
rotatoria di Viale dell’Appennino è comunque un problema di viabilità
anche molto consistente, in cui va valutato attentamente al di là delle
volontà che ci sono, perché va a incidere fondamentalmente rispetto e
comunque il lotto della tangenziale il problema che ha Piazzale Ravaldino è
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 18
quello del traffico che viene giù da Via dell’Appennino. Se una parte del
traffico già nel secondo lotto da Via Paoluzza parte verso quest’altra parte
(sic).
Riprende la trattazione dell'argomento n. 1.
Presidente MINGHINI: Adesso dò la parola al Sindaco per la
relazione introduttiva, la raccomandazione sul tipo di dibattito l’ho già fatta
prima, quindi invito i Consiglieri ad attenersi allo schema che in Conferenza
dei Capigruppo abbiamo in qualche modo previsto.
Entrano le Conss. Gentilini e Camorani: Presenti n. 32.
Sindaco, On. Prof.ssa Nadia MASINI: La proposta di deliberazione
che sottoponiamo all’approvazione del Consiglio Comunale discende in
buona sostanza dall’ottemperanza a due norme che nel tempo si sono
susseguite, l’una relativa alla Legge n. 248/2006 e l’altra relativa alla Legge
finanziaria 2008.
Sostanzialmente queste due norme correlate prevedono che ogni
Amministrazione comunale, quindi segnatamente parliamo del nostro
Comune, debbano entro un tempo che è previsto in scadenza a giugno 2009
indicare rispetto alle società, delle quali in varia dimensione il Comune è
partecipe, quelle alle quali si intenda confermare la partecipazione, quelle
invece alle quali si intenda provvedere a dismettere la partecipazione e nello
stesso tempo quindi a motivare, nel caso di conferma di partecipazione, le
ragioni che rappresentino l’interesse evidente per il quale il Comune ne
conferma la partecipazione, in maniera chiara e inequivoca.
In ragione di questo, anche tenuto conto che era prevista una prima
scadenza, poi successivamente corretta al giugno 2009 in una anticipazione
all’inizio proprio di quest’anno di questo processo di ricognizione, la Giunta
comunale ha provveduto a redigere quest’atto che restituisce, secondo una
griglia di riferimento entro la quale iscrivere la fisionomia e la missione
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 19
delle società, le società alle quali si intende mantenere la partecipazione e
quelle per le quali comunque sono già in atto le procedure per la dismissione
della partecipazione o anche in presenza di una radicale trasformazione o
addirittura liquidazione delle società.
La griglia di riferimento è esplicitata anche in deliberazione, riguarda
sostanzialmente le società per le quali si riconosce la funzione di
svolgimento di servizi di interesse generale, con rilevanza o non rilevanza
economica, o che questa attività venga svolta al libero mercato, le società
che svolgono delle attività strettamente correlate alle finalità istituzionali, le
società delle reti, le società che svolgono funzione amministrativa o servizi
strumentali.
In ragione di questa griglia abbiamo provveduto, tenuto conto anche
delle trasformazioni che sono intervenute in questi anni nelle società e del
mutamento anche dei processi delle funzioni svolte dalle società stesse, a
classificare la circa ventina di società alle quali partecipa il Comune
all’interno di queste griglie.
Ricordo, perché già il Consiglio comunale anche recentemente ha
avuto modo su questo di pronunciarsi, che rispetto alle società che sono qui
tutte elencate e riclassificate, alcune sono già state avviate a una procedura
di radicale cambiamenti: penso a Promozione Turismo, per la quale già il
Consiglio comunale si è pronunciato verso una cessazione della funzione,
penso per esempio a Isaers, una società che nel tempo, anche alla luce – se
ricordate anche qui è stato un passaggio di Consiglio comunale recente –
dell’accordo di programma e della ridefinizione del governo di quella realtà
complessa qual è il polo tecnologico aeronautico, si sta pensando e abbiamo
anche una scadenza che riguarda la fine di questa primavera, perché venga
ridefinita la sua missione.
Altre società rispetto alle funzioni svolte precedentemente hanno nel
tempo o implementato o diminuito la portata della loro azione, perché
ovviamente sono funzioni che hanno a che fare con un andamento
processuale di modifica in seguito alle trasformazioni.
Questo è l’oggetto della deliberazione che sottoponiamo al Consiglio
comunale, tenuto conto ripeto che da un lato abbiamo una esigenza di
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 20
adempiere a una norma precisa che definisce procedure e definisce anche la
tempistica, dall’altro canto la deliberazione io credo che debba essere anche
valutata in rapporto con gli obiettivi programmatici che sono fissati nel
Piano generale di sviluppo, nelle articolazioni e riattualizzazioni che
annualmente vengono portate all’attenzione del Consiglio comunale in
occasione dell’approvazione del bilancio e dunque questa ricognizione tiene
conto non soltanto di ciò che la Legge prevede che si debba fare, ma anche
offre l’occasione per una riflessione rispetto alla missione di queste società.
Ricordo altresì che 3 anni fa, in occasione dell’approvazione dei
documenti di bilancio, il Consiglio comunale ha anche approvato un codice
di comportamento delle società, materia peraltro che in parte poi è stata
anche ripresa da leggi nazionali successivamente. Già in quell’atto noi
avevamo posto l’esigenza di ripensare alle missioni delle società e quindi
questo processo di analisi e di eventuale ridefinizione ha interessato il
lavoro dell’Amministrazione comunale esattamente in questi anni. Io credo
che le audizioni che periodicamente le commissioni, mi pare la prima forse
insieme anche alla seconda non lo so, fanno sulla situazione delle società
abbiano consentito di potere anche restituire e discutere gli esiti di queste
ridefinizione, laddove si sono rese necessarie, dunque anche coerentemente
l’analisi delle modifiche statutarie che di volta in volta sono state portate
all’attenzione del Consiglio comunale come conseguenza esattamente di
questa analisi e di questa ricognizione.
Questo è in buona sostanza il contenuto di questa deliberazione. Ne
colgo fino in fondo non solo la portata puntuale propria dell’applicazione
delle norme alle quali prima ho fatto riferimento, ma mi rendo anche conto e
mi pare che anche nel lavoro di Commissione che è stato fatto nella
settimana scorsa sia emersa anche la opportunità e la necessità che,
attraverso il contenuto di questa deliberazione, si possano introdurre degli
approfondimenti e delle ulteriori valutazioni rispetto alle proposte che vi
sono contenute.
Di qui è disceso anche l’orientamento che abbiamo condiviso nella
Conferenza dei Capigruppo di potere consentire un ulteriore
approfondimento di questa materia, soprattutto su alcune realtà che sono in
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 21
fase di ridefinizione e quindi io manifesto fin da subito, qualora fosse
confermato dai Gruppi consiliari, la opportunità legata a un’esigenza che mi
è stata manifestata di potere avere un ulteriore passaggio anche in
Commissione per un approfondimento e un’ulteriore valutazione dei
contenuti, soprattutto relativi a alcune società, in maniera da potere restituire
all’approvazione del Consiglio comunale, probabilmente nella prossima
seduta che è stata calendarizzata alla fine di questo mese o comunque in
tempo utile per il rispetto delle scadenze delle norme prevedono,
l’approvazione di questo atto che ripeto non discende soltanto da una
volontà politica, ma discende da una necessità e da un dovere di ottemperare
a una norma.
Esce l’Ass. Buffadini.
Esce il Cons. Sansavini: Presenti n. 31.
Entra la vice Presidente della Consulta dei cittadini stranieri, Sig.ra
Lizeta Zabsonre.
Cons. BURNACCI: La deliberazione è di un certo rilievo, perché
pure essendo una deliberazione che non rivede al momento gli oggetti
sociali delle società, perché quelli tali rimangono fino a ché non si
prenderanno decisioni di carattere diverso. La deliberazione perché è
importante? Perché è una deliberazione che fa coincidere la volontà della
Giunta comunale e del Consiglio comunale, in ottemperanza sia della Legge
Bersani che aveva l’obiettivo di evitare qualsiasi distorsione della
concorrenza delle leggi di mercato, il provvedimento Bersani nacque con
questa finalità, sia della Finanziaria 2008 che però ha due elementi
importanti, perché da una parte stabilisce che le amministrazioni pubbliche
non debbano mantenere le loro partecipazioni in società non strettamente
necessarie – questo è il testo – allo svolgimento della propria attività
istituzionale, però nell’altro punto stabiliscono e introducono il concetto di
interesse generale, che era stato introdotto già prima dall’Unione Europea.
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 22
I due elementi, il primo che sembrerebbe volere esprimere una volontà
molto più restrittiva nei confronti delle amministrazioni pubbliche, l’altro
tuttavia che vuole muoversi in coerenza con l’Unione Europea di
soddisfacimento dell’interesse generale, sono tre elementi questi, sia il
contenuto della Legge Bersani di non distorsione del mercato sia il
ribadimento della Finanziaria della legge di mercato e del rispetto e della
sottolineatura della concorrenza, nonché però l’altro principio dell’interesse
generale di rilevanza europea, stabiliscono un combinato legislativo
abbastanza complesso che dobbiamo tenere presente per le nostre scelte.
Noi consideriamo che sia bene – questa è la nostra opinione – che
stante che dobbiamo motivare il mantenimento o il non mantenimento delle
nostre partecipazioni nelle società e dobbiamo motivarlo sia se con le
caratteristiche che ha connotato, o interesse generale o società strumentale
oppure asset etc., noi riteniamo che per come stante che condividiamo che
Promozione Turismo e Sme abbiano avuto – l’avevamo sollecitato da tempo
– vadano verso la chiusura e la liquidazione in qualche modo dell’attività e
quindi della presenza automaticamente dell’Amministrazione comunale,
quindi della Pubblica Amministrazione, riteniamo però che questo dibattito,
anche se formalmente non è necessario, debba vedere un approfondimento
su almeno riteniamo 4 società, forse 5.
Ci chiediamo se la finalità della Giunta comunale ma soprattutto del
Consiglio comunale, e siccome lo dico perché la Giunta comunale propone
al Consiglio comunale una deliberazione in cui si sommano i principi del
Piano generale di sviluppo e le proposte per le diverse società, quindi le
scelte del Piano generale di sviluppo e i principi e le scelte per le società
partecipate, quindi riteniamo che alla luce di questa impostazione, siccome
la deliberazione assume anche un potere di indirizzo ovviamente rispetto
alle stesse società, perché altrimenti non avrebbe avuto senso richiamare il
Piano generale di sviluppo, siccome ripeto si ritiene giusto richiamare anche
il principio del potere del Consiglio comunale nel potere di indirizzo,
riteniamo che su almeno queste società Forlifarma, Isaers, Seaf e Sapro ci
debba essere un approfondimento sia sulle forme e sulle dimensioni della
nostra partecipazione, sia sulle finalità.
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 23
Posso dire per esempio che nel caso di Sapro c’è una funzione di
Sapro chiaramente distorcente rispetto alla dinamica di mercato, noi non
siamo convinti che per esempio su Isaers si debba semplicemente parlare di
un’ipotesi di carattere diverso, vogliamo approfondire e capire in che
termine e con quali modalità Isaers dovrebbe cambiare o modificare il suo
oggetto sociale, riteniamo che su Seaf e su E-Bus ci dovrebbe essere un
approfondimento e lo stesso per Forlifarma.
A suo tempo contestammo anche che Acer si avvalesse di una società
alla quale dava, sostanzialmente, la manutenzione degli edifici di proprietà
dell’Amministrazione comunale di edilizia pubblica; dicevamo che
quell’impostazione era un’impostazione distorcente del mercato, ora
prendiamo atto che finalmente dopo tanti anni che l’abbiamo ripetuto Acer
ha deciso di fare finire questa società in cui era presente che era il braccio
operativo della manutenzione dello stesso Acer, tuttavia anche su questo
riteniamo sulle stesse funzioni di Acer ci potrebbe essere un
approfondimento.
Questo approfondimento, come diceva il Sindaco, potrebbe essere
fatto dapprima in Commissione consiliare, per vedere quali termini degli
approfondimenti potrebbero essere poi riportati in Consiglio comunale,
anche sciolti eventualmente sperabilmente nelle stesse commissioni
consiliari, diversamente ovviamente tutto verrà al Consiglio comunale se
non si trova un accordo, però ritengo che sia inevitabile che sia sull’oggetto
sociale sia nel merito sia sulla quantificazione della nostra partecipazione
sia necessario approfondire alcuni aspetti della questione.
Escono i Conss. Nervegna e Gugnoni: Presenti n. 29.
Esce l’Ass. Capacci.
Cons. TAMPELLINI: Molto velocemente, perché l’argomento di
oggi non prevede una discussione dettagliata sulle società partecipate, ci
tenevamo a porre l’attenzione su un argomento importante, ossia il Comune
laddove si impegna con percentuali abbastanza alte nelle società, parliamo
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 24
di 30%, 20 o 35, ha il dovere e deve potere avere un maggiore controllo
sulla gestione e sull’andamento di queste società.
Il problema del Comune, come si è visto in questi ultimi mesi, almeno
parlo per la mia esperienza, di dovere affrontare situazioni ex post, ossia si
presentano situazioni quasi improvvise in cui il Comune deve ripianare dei
debiti. Questo è sicuramente un onere nell’avere una percentuale così alta,
ma non deve essere l’unico compito del Comune all’interno di società
partecipate.
Oltre a questo, il Comune deve pretendere che queste società
funzionino, che le società adempiano agli scopi previsti e che funzionano
con efficienza, affinché non possano presentare sempre dei bilanci in
negativi, sempre situazioni molto gravi, a cui il Comune è costretto a
intervenire, ovviamente partecipando nella società, e è costretto a fare delle
decisioni che non aveva previsto.
In ultimo punto, come parlato nella Conferenza dei capigruppo e come
richiesto prima dal Sindaco, riteniamo di indicare una società in particolare
secondo il nostro Gruppo consiliare di Nuova Romagna che va
assolutamente rivista ed è la società di Sapro. Sapro, secondo noi, ha
necessità di un grande approfondimento, perché l’obiettivo iniziale ha preso
una piega assolutamente diversa da quello che doveva avere, quindi
ritenendo di dovere indicare quale di queste società necessita di un grande
intervento, noi indichiamo la società di Sapro.
Esce il Cons. Farneti: Presenti n. 28.
Esce l’Ass. Marchi.
Cons. BIONDI: Capisco che a molti addetti ai lavori o poco addetti ai
lavori questa deliberazione possa sembrare una sorta di atto dovuto e per
qualche ragione lo è, ma questa deliberazione per quelle ragioni diventa un
atto dovuto in ragione di un chiarimento che la Legge impone agli enti locali
e ai comuni. Il chiarimento invece è un atto profondo nel merito delle
questioni, perché il chiarimento è relativo alle strategie dell’ente locale, alle
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 25
competenze degli enti locali e naturalmente è relativo alle compatibilità tra
questi due aspetti strategie e competenze e gli strumenti che si individuano
per in qualche modo fare fronte agli aspetti strategici e di competenza.
Diventa quindi, come faceva già rilevare Vanda Burnacci, una
deliberazione che riveste un carattere di forte indirizzo naturalmente, perché
capire come il Comune partecipa a alcune società che svolgono determinate
funzioni è di fatto elemento di grande importanza dal punto di vista
dell’indirizzo. È ovvio che è una deliberazione di Consiglio comunale,
perché si richiama al Piano di sviluppo e è una deliberazione fortemente
significativa dal punto di vista dell’indirizzo.
Ma se anche tutto questo in punta di diritto amministrativo fosse
sfuggito a qualcuno, per le ragioni di fatto non potrà sfuggire che è il caso
che noi cominciamo a parlare delle ragioni e delle modalità con le quali il
Comune è partecipe nella gestione di alcune società, ma vi pare che non
dobbiamo verificare come in futuro il Comune dovrà partecipare a Seaf e
quale dovrà essere l’indirizzo stringente dell’ente locale alla società, per non
continuare la situazione attuale? Ma la stessa Isaers, ma la stessa Forlifarma,
ma io aggiungerei anche per esempio Tecnè.
Il bravissimo Dott. Foschi, nello spiegarci in Commissione consiliare
le ragioni che tutto sommato comportano un attimo di riflessione sul
Consorzio, non ha però potuto nasconderci e nascondersi che alcune vicende
proprio relative all’attività di Tecnè non sono esattamente compatibili con
nessuna delle classificazioni, non ce l’ha detto perché non competeva
dircelo, ma tra le righe, non c’era neppure bisogno che il bravo Dott. Foschi
ce lo dicesse, non più di un mese fa qui con Tecnè con il gruppo dirigente,
con i vertici della società abbiamo rilevato come una parte consistente
dell’attività di quel Consorzio stesso si svolga per esempio in Sardegna e
ciascuno di noi ha sollevato in ordine a questa attività, voi capite bene una
società consortile partecipata al 50% dal Comune di Forlì e dal 50% dal
Comune di Cesena, se non erro, che svolge attività formativa per la sanità
sarda e per altre realtà della Sardegna, che cosa ci azzecca direbbe qualcuno
con le risorse del Comune di Forlì? Al di là delle esperienze e della validità
degli scambi di tipo formativo e culturale, ma cosa ci azzecca? Perché i
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 26
cittadini di Forlì devono in qualche modo finanziare o sopperire alle
manchevolezze della formazione sarda? Con tutto il rispetto che io ho per i
sardi naturalmente, perché non vi è nulla in questo senso da parte mia.
Aggiungerei un’altra considerazione. Noi siamo in Sapim, che è
l’Azienda che gestisce il porta di Ravenna, abbiamo una quota dello 0,18 in
Sapim, presumo che siamo determinanti con quella quota in quell’Azienda e
lo siamo a tal punto che il Comune di Ravenna è impegnato a sua volta in
una determinazione assoluta nella vita della Seaf, per l’attività
dell’aeroporto di Forlì etc..
Allora queste cose vanno chiarite una volta per tutte: o noi
partecipiamo a Sapim con uno scopo preciso che è quello di interloquire con
quella realtà, perché nello scambio di valutazioni strategiche - volete
chiamarle di area vasta? - quella realtà possa partecipare al nostro sistema
infrastrutturale che può diventare opportunità e occasione dal punto di vista
di area vasta, allora ha un senso la nostra partecipazione e non ha più alcun
senso una partecipazione con una quota dello 0,18, oppure non capisco cosa
stiamo a fare lì con lo 0,18! Credo che paghiamo lo zerbino dell’ufficio di
Presidenza!
Ma anche la nuova Quasco, bisogna che ci intendiamo, perché non
solo per un aspetto che io considero eticamente un fatto importante, cioè la
gestione delle risorse pubbliche e dei soldi dei cittadini, ma anche per un
fatto strategico: non possiamo continuare a pensare, a dire e a sostenere in
molte occasioni che è necessario che vi sia un dibattito di area vasta, alcuni
di noi lo considerano di Regione che dovrà in qualche modo trovare anche
caratteri di identità diverse e quant’altro e poi avere di queste presenze
partecipazioni che sono insignificanti e che attestano l’esatto contrario di
un’operazione strategica di più ampio respiro dal punto di vista territoriale,
perché se si crede in questa strategia di più ampio respiro non può essere
quello il livello di partecipazione e non può essere il livello di
partecipazione delle altre realtà presso realtà che operano prevalentemente a
livello infrastrutturale nel nostro territorio, parlo di Seaf ma potrei anche
riferirmi naturalmente alla stessa Isaers o quant’altro sempre legato al
discorso al polo aeronautico etc. etc..
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 27
Poi c’è un’altra vicenda specifica. Non voglio entrare nel merito di
altre realtà, sulle quali mi riservo eventualmente anche specifichi
approfondimenti, ho qualche dubbio anche a pensare al ruolo di Hera e
soprattutto ho dei dubbi che non sono neppure miei, ma anche qui derivano
da una lettura attenta delle questioni. Ora credo sia insostenibile per
chiunque oggi dichiarare e definire e non ritenere che vi è un sistema di
conflitto di interessi nel rapporto Hera – enti locali, perché diventa difficile,
se poi il tutto passa attraverso le agenzie d’ambito, attraverso gli Ato il
discorso diventa in modo macroscopico una sorta di conflitto di interessi.
Qui si passa dalla gestione alla decisione dei bilanci alla gestione delle
risorse finanziarie a individuazione, realizzazione e gestione delle tariffe:
c’è qualcosa che non funziona! Tanto per farmi capire un po’ da tutti, quello
che non funziona essenzialmente è che una società come Hera decida i
propri bilanci e la propria attività e poi qualcuno, gli enti locali attraverso le
agenzie d’ambito attraverso gli Ato si preoccupino di coprire quei bilanci:
non vi pare una cosa assurda?! Non si tratta, in termini lungimiranti e
strategici anche qui, di stabilire quanto il cittadino deve pagare e poi
chiedere in modo virtuoso a quelle società di realizzare interventi e gestioni
che siano in termini di efficacia e di efficienza tali da non fare spendere ai
cittadini soldi che non servono e sono sprecati?
Non voglio approfondire questa vendita che dal mio punto di vista
rischia di diventare in termini macroscopici un considerevole conflitto di
interesse, ma voglio parlare delle questioni. Forlifarma: ora dobbiamo
capirci, il sistema delle farmacie comunali in cosa si differenzia esattamente
dal sistema delle farmacie private? Per disponibilità? Per i costi?
Quand’anche il cittadino potesse considerare e potesse verificare un
risparmio nei prezzi di alcuni prodotti farmaceutici, ma dovesse sommare
quel prezzo alla quota che indirettamente il cittadino paga attraverso la
partecipazione del Comune a Forlifarma, dove sta l’interesse del cittadino?
Alla fine, se avessimo questa capacità di fare risultato rispetto a questa
situazione, in cosa consiste il vero interesse? Una disponibilità maggiore?
Un servizio maggiore? Parliamone, vorrei capirlo.
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 28
Ora sono un liberale, ma non essendo un liberista non sono di quelli
che si chiude gli occhi e che pensa che tutto il privato e tutto ciò che è libero
mercato, anche in alcuni settori particolari, possa essere meglio di un
controllo anche del pubblico in alcuni settori, quindi non parto dal
pregiudizio culturale dell’essere un liberale. Vorrei però che queste mie
convinzioni fossero suffragate da dei dati, da delle analisi vere e concrete,
perché a me viene il dubbio, essendo uno che purtroppo frequenta questi
settori per necessità come tutti, il dubbio che questo non sia.
L’ultima questione è quella relativa a Sapro. Su Sapro noi siamo stati
profeti in patria e qui lo voglio dire perché qualcuno lo scriva e informi i
cittadini: un mese e mezzo fa dicemmo ai vertici di Sapro che c’era qualcosa
che non andava, eravamo io e il terrone…
Presidente MINGHINI: Precisi, visto che è registrata la cosa è a
verbale.
Cons. BIONDI: Ma scusi, Presidente, se non si offende lui perché sa
che glielo dico in termini amichevoli, cosa fa vuole offendersi lei?!
Presidente MINGHINI: Si può offendere chi magari legge il
verbale!
Cons. BIONDI: Lui sa che a me potrebbe rivolgersi in tutti i modi, mi
rivolgo a lui in questi termini perché sa che la mia definizione e il mio modo
di interloquire è carico di affetto e di stima. Eravamo io e lui, qui in una
Commissione dicemmo a Sapro “guardate che qui alcune cose non vanno, ci
sono interessi, ci sono questioni che sfuggono, ci sono questioni che
riteniamo non saranno più riconducibili a condizioni e gestioni di carattere
economico, perché avete a tutti i costi ritenuto di entrare nel sistema
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 29
immobiliare e oggi con la crisi del settore edilizio e del sistema immobiliare
probabilmente questo dato lo sconterete, siete entrati impropriamente, avete
modificato la vostra missione strategica, ne avete fatte di tutti i colori, ne
state facendo di tutti i colori”, perché mi si corregga se sbaglio ma il fatto
stesso che Sapro individui delle aree che dentro lo strumento urbanistico
previsionale sono aree agricole ancora e poi nel tempo, come per incanto,
queste aree si trasformino, porta a una conclusione che è questa sul piano
squisitamente amministrativo: o Sapro svolge una funzione che non deve
svolgere, o il Comune non svolge una funzione che deve svolgere, perché la
previsione urbanistica spetta al Comune.
Si capisce bene, anche se dal punto di vista formale ovviamente il
Piano regolatore generale viene votato in questa sede o il Poc o il Rue oggi,
si capisce benissimo sostanzialmente che quella realtà è individuata prima
che in questa sede ci si occupi formalmente legittimamente degli aspetti
legati alla previsione urbanistica. Allora c’è qualcosa che non funziona, poi
si diventa immobiliari.
E poi il Direttore, noi abbiamo preparato, anzi devo dire che l’hanno
preparato gli amici di Viva Forlì che ringrazio naturalmente, una
deliberazione sulla quale si dice “ma questo Direttore cosa fa?”, perché lui
stesso oggi nei giornali sostiene il fatto che si occuperà comunque di
vicende immobiliari attraverso delle società di cui fa parte, ma ne faceva
parte anche prima! L’abbiamo detto, il Presidente ci ha detto “sì, ma sono
società che operano a Faenza”, Faenza non è propriamente sulla luna!
Comunque, quando uno dovesse, veramente ci sono delle cose, dice “guarda
non comprare questo appartamento che è di Sapro, che è a Villa Nova,
compra quello mio che è a Cosina” “dov’è la differenza?” “2 chilometri”:
no, “la differenza è che a Cosina c’è il mio e a Villa Nova c’è quello di
Sapro”!
Vedete perché i cittadini non possono più trovate nelle istituzioni un
punto di riferimento certo di valore, di richiamo agli interessi generali, di
politica vera di più ampio respiro? Perché noi abbiamo smesso di fare
questo, anzi mi sia consentito voi avete smesso di fare questo, perché per
quanto mi riguarda, con tutti gli approfondimenti, con tutta la calma e con
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 30
tutte le ragionevolezze di questo mondo, ma anche con la determinazione e
l’orgoglio di cui noi repubblicani siamo ancora capaci, per quanto mi
riguarda intendiamo continuare su quella strada.
Entrano gli Ass. Capacci e Marchi ed escono il vice Sindaco Castrucci
e la Ass. Bertozzi.
Escono i Cons. Ragazzini e Morgagni ed entrano i Conss. Gugnoni e
Farneti: Presenti n. 28.
Cons. GUGNONI: Sono un po’ imbarazzato a intervenire in questo
momento, perché tra Biondi e Baccarini è sempre molto difficile trovarsi
d’accordo, trovare che tutto quello che dico possa andare bene a tutti, per
cui chiedo clemenza al Sen. Baccarini che non mi smentisca pubblicamente
in questo Consiglio comunale, visto che già in questi giorni il nostro partito
ha subito alcune cose, ci sono già stati alcuni equivoci e quindi cercherò di
parlare poco e essere il più chiaro possibile, per non essere frainteso anche
dall’amico Ass. Galassi.
La prima cosa che volevo dire è che mi sembra estremamente
opportuno che il Sindaco abbia svolto personalmente una relazione sulla
situazione delle società partecipate, anche perché, dato che siamo ormai –
mi permetta, Presidente, 30 secondi – al termine di questo mandato, io
voglio dire pubblicamente quello che ho detto già privatamente al Sindaco
della nostra Città, che evidentemente non sarà ricandidato alle prossime
elezioni amministrative, che comunque il rapporto di stima che si è
consolidato in questi anni di Consiglio comunale da parte del nostro Gruppo
consiliare nei confronti del Sindaco Masini rimarrà, al di là del fatto che il
nostro Sindaco non sarà più candidata alle prossime elezioni amministrative.
Questo è un segnale importante da parte del nostro Gruppo consiliare,
che dimostra la nostra grande sensibilità e la nostra grande attenzione, per
chi onestamente in maniera corretta e rispettosa delle istituzioni ha svolto il
proprio mandato di Sindaco nella Città.
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Detto questo, cominciamo a parlare della questione delle società
partecipate. Le società partecipate evidentemente rappresentano un
elemento, come diceva con grande maestria la Cons. Burnacci, importante
di lavoro e di interpretazione politica da parte del Consiglio comunale, per
cui in primo luogo voglio sottolineare il fatto che il nostro Gruppo consiliare
da anni e specificatamente dalla conferenza programmatica del 2006 dice e
ricorda la necessità della liberalizzazione dei servizi pubblici locali.
Come ribadiremo anche nella convention di venerdì prossimo alla
presenza del Presidente Casini, abbiamo sempre sostenuto la necessità della
liberalizzazione dei servizi pubblici locali e quindi l’inutilità assoluta di
società partecipate con quote pubbliche nello svolgimento del libero
mercato.
Oggi non ci troviamo a parlare primariamente del ruolo che le società
partecipate debbono svolgere all’interno della nostra Città, ma ci troviamo a
discutere della classificazione che esse, o perlomeno una parte di esse
dovrebbe assumere nel rispetto della Legge. Per questo motivo riteniamo
che le quote pubbliche delle società partecipate che operano nel libero
mercato debbano essere assolutamente estinte, perché il rischio di una
commistione pericolosa tra imprenditori e politica in questo momento non
giova allo sviluppo delle città, evidentemente non stiamo certamente qui a
parlare, sto ragionando in termini puramente politici, Sindaco, mi segua,
non voglio fare confusione, non voglio mettere in mezzo cose che non
riguardano la nostra Città sia ben chiaro, perché quello che sta succedendo
in giro per l’Italia non è quello di cui oggi stiamo discutendo.
Però io credo che sarebbe una forma di prevenzione non indifferente,
sarebbe una forma che permetterebbe un disancoramento o un disancoraggio
totale da parte della politica dalle infiltrazioni imprenditoriali. In questo
senso io credo di non dovere aggiungere altro, dato che chi mi seguirà
nell’intervento su questa deliberazione del problema del vuoto della politica
e dei rapporti tra imprenditori e politica ne sa sicuramente più di me e potrà
evidentemente fare emergere una linea più chiare di quello che sto cercando
di dire.
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Premesso questo, passando allo specifico e riferendosi
specificatamente – lo voglio ribadire – alle società che operano nel libero
mercato, ritenendo che per quanto riguarda il ruolo delle società partecipate
che non operano nel libero mercato, quali Isaers, Serinar etc., ci siano
ulteriori momenti di approfondimento della questione come convenuto in
Conferenza dei Capigruppo, penso che il nostro Gruppo consiliare si debba
precipuamente interrogare sul ruolo che viene svolto in questa Città da
Sapro, perché qui secondo me sta il vero problema.
Non voglio dire, perché ho iniziato pacatamente l’anno, quindi ho
fatto dei buoni propositi e quindi non voglio assolutamente proseguire con
le mie solite invettive, però dico che il problema di Sapro è un problema
reale nella nostra Città, al di là di chi sarà il Direttore futuro di Sapro,
perché noi ufficialmente non possiamo sapere che il futuro Direttore di
Sapro sarà Alessandro Castagnoli, ad un’espressa domanda in Conferenza
dei Capigruppo il Sindaco ha detto “non ne so niente” e di questo potrà
assolutamente esserne buona testimone, però il problema di Sapro è un
problema evidente. È un problema evidente perché c’è un rischio di
commistione tra pubblico e privato che non solo riguarda l’acquisizione e la
cessione di determinati terreni acquisiti da Sapro, ma che può riguardare la
difficoltà di alcuni cittadini a vendere o a acquistare, perché non è la prima
volta. Mi dispiace che sia andato via un cittadino che era interessato a
questa questione, che mi aveva sollecitato una problematica.
Tante volte si rischia che Sapro acquisti a prezzi più bassi determinati
terreni dai privati e che i privati, in un certo qual modo, siano “costretti” –
sto parlando sempre in termini politici – siano però invogliati a vendere
determinati terreni a Sapro per evitare un esproprio forzoso in un successivo
momento. Questa problematica è una problematica che dobbiamo
affrontare, dobbiamo affrontare seriamente, con pacatezza, senza
pregiudiziali ideologiche, ma solo per il bene della Città.
Per cui io chiedo formalmente a questa Amministrazione comunale di
rinunciare alle proprie quote di Sapro e fare in modo che Sapro non
costituisca un intermediario tra l’Amministrazione Pubblica e il privato, un
ruolo che formalmente non le può essere attribuito, ma che operi come
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un’altra qualsiasi agenzia immobiliare di acquisto di un terreno. Questo è
quello che vogliamo affrontare, noi siamo disponibili a un ragionamento,
perché altrimenti l’ambiguità la farà sempre da padrone.
Discorso diverso, e concludo, vale per Seaf, perché Seaf è
evidentemente una società che senza e l’abbiamo visto in questi anni che gli
amici colleghi e spero i futuri alleati di Forza Italia, nonostante abbiano
sempre votato contro la ricapitalizzazione di Seaf per motivi peraltro
condivisibili, però penso che ci sia la necessità comunque di rivedere un po’
questo, perché Seaf senza l’intervento pubblico in questi anni sarebbe
andata a morire e con essa l’aeroporto.
Ho sempre sostenuto la ricapitalizzazione di Seaf per la necessità
impellente dello sviluppo del polo aeronautico tecnologico della nostra
Città, ma ora che ci troviamo a ridiscutere della classificazione delle società
partecipate bisogna guardarci con particolare attenzione, perché se Seaf
deve continuare a esistere solo e esclusivamente per un intervento continuo
e costante dell’Amministrazione comunale di ripianamento dei buchi,
evidentemente non svolge un’attività che possa essere sostenuta
continuamente con i soldi pubblici.
Per questo, Sindaco, con assoluta apertura e con assoluta volontà di
collaborazione con lei e con l’Amministrazione comunale, insieme alle altre
forze di opposizione ove è possibile, cerchiamo di trovare una soluzione
migliore in prospettiva del ruolo che queste società devono svolgere, perché
è vero che oggi non ci interroghiamo sul ruolo, ma è altrettanto vero che
quando si pensa a una classificazione si pensa a una classificazione in
relazione al ruolo che verrà svolto, altrimenti questo ulteriore
approfondimento risulterebbe senza senso e a quel punto discuteremo anche
– ma su questo non mi dilungo e concludo – del ruolo di alcune società
partecipate. Sapete che quando ripotremo discutere nuovamente di Serinar,
ne discuteremo con grande senso di responsabilità, ma anche con grande
durezza per quanto riguarda il ruolo che questa società sta svolgendo.
Entra la Ass. Bertozzi.
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Entrano il Cons. Nervegna, Ragazzini, Manucci: Presenti n. 31.
Escono il Presidente e il Vicepresidente della Consulta dei cittadini
stranieri.
Esce la Ass. Bertozzi.
Cons. RONCHI: Io ho anticipato qualche considerazione in
Commissione l’altro giorno, riprendo un po’ il discorso da quel punto di
partenza che abbiamo affrontato. Le società partecipate in generale tolgono
un po’ di controllo di alcuni aspetti della vita politica della nostra Città al
Consiglio comunale: questo è un dato di fatto. Quando creiamo una società
partecipata, lo facciamo con uno scopo che è quello di perseguire un
obiettivo, che viene sì definito dal Consiglio comunale, però
immediatamente dopo sfugge al controllo e alla verifica continua, come
avviene per esempio per tutte le altre deliberazioni della Giunta comunale
che vengono votate.
E in questi mesi abbiamo avuto dei casi emblematici, per esempio in
questi giorni si discute di Sapro e sul controllo delle scelte effettuate di
questa società possiamo dire ben poco, perché abbiamo discusso poco di
quelli che erano gli obiettivi strategici della società, quindi una riflessione in
generale su quello che sono le società partecipate del Comune di Forlì, quali
sono gli obiettivi e quali devono essere le finalità, io credo che sia utile,
anche se in questo caso formalmente adempiamo solo a un obbligo
normativo.
In Commissione io ho richiesto che ci fosse un approfondimento
proprio sulla società Sapro, perché tra le altre è quella che in questo
momento ha bisogno secondo il nostro parere di una revisione degli
obiettivi. Mi spiego meglio. In questo schema che c’è stato consegnato
viene classificata questa società come una società che opera sugli interessi
generali a libero mercato, però una società che opera sul libero mercato deve
potere correre e camminare sulle proprie gambe, non può chiedere una
lettera di patronage al Comune e di fatto sostenersi sulla garanzia che il
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Comune può coprire, in caso di scoperti con le banche, il capitale che non è
stato venduto, perché altrimenti non si tratta di una società che opera nel
libero mercato. Qualsiasi altra società che non avesse avuto una gestione in
parte pubblica e avesse avuto un capitale totalmente privato, non avrebbe
potuto usufruire di garanzie di questo tipo e probabilmente sarebbe stata
costretta a liquidare alcune sue proprietà, anche sotto il valore commerciale,
oppure a stare più attenta all’atto dell’acquisizione.
Sapro è oggi in una fase critica anche per le scelte che il Comune ha
fatto in questi anni. Voglio ricordare per esempio l’accordo che abbiamo
discusso sulla Querzoli Ferretti: in quel caso Sapro aveva a disposizione le
aree sufficienti per le due società, le due società nonostante questo hanno
deciso di procedere autonomamente, come chiaramente era nel loro diritto, e
il Comune ha deciso di concedere un accordo di programma, con il quale
garantita a queste due società la possibilità di trasformare un terreno che era
a destinazione agricola in un terreno di nuovo insediamento industriale, in
cambio di alcune opere che si è ritenuto essere di interesse pubblico, che in
realtà secondo me erano più interesse specifico della società che andava a
costruire in quell’area.
È chiaro che in quell’ambito noi abbiamo favorito e quindi
contemporaneamente sfavorito una società privata a scapito della società
partecipata dal pubblico e è normale che sia così, perché se opera in un
regime di libero mercato chiaramente Sapro deve confrontarsi con tutte le
altre possibilità. Però in questo caso dobbiamo affrontare in qualche modo il
conflitto di interessi che c’è tra una società che gestisce un patrimonio
pubblico, che è il territorio, il Comune e l’Amministrazione comunale che
fanno gli indirizzi e la programmazione del territorio e le società private,
che hanno necessità di espandersi, perché altrimenti ci troveremmo sempre
nella condizione di avere degli intrecci fastidiosi tra chi ha bisogno di
terreni, chi decide quali sono le aree da trasformare in industriali e chi ha la
facoltà di acquisirle e attuare gli indirizzi del pubblico.
Questo è solo uno degli esempi, perché ripeto attraverso gli accordi di
programma viene meno tutta una serie di regole che fanno parte della
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programmazione territoriale, che permettono alle società di superare quelli
che sono gli ambiti della programmazione.
Se oggi Sapro è in difficoltà, è anche a causa di una programmazione
territoriale che spesso ha ignorato quelle che erano le reali esigenze a favore
del breve termine, perché se Sapro ha acquisito dei terreni che non riesce a
vendere, probabilmente quei terreni non erano di interessi commerciale, se
l’ha fatto bisognerebbe capire qual è la catena decisionale che ha portato la
società a totale interesse pubblico a scegliere quelle aree e a trasformarle.
Qui ci sarebbero degli approfondimenti che sarebbe opportuno fare.
Ci sono poi delle altre società che a mio giudizio converrebbe
ridiscutere, per esempio Biondi prima ha parlato di alcune società nelle
quali abbiamo una percentuale di partecipazione molto scarse, che
probabilmente non hanno nessuna influenza sulle politiche territoriali locali
e contemporaneamente sulle quali non abbiamo nessuna possibilità di
modifica. È stato fatto l’esempio di Sapir, sulla quale abbiamo lo 0,18%: io
credo che anche solo il fatto di doverla mantenere nell’elenco delle nostre
società partecipate, con tutto quello che comporta (assemblee etc.),
probabilmente sia più un peso che un reale utilizzo delle possibilità garantite
dall’Amministrazione comunale.
Così come la centrale di sperimentazione servizi agro-alimentari,
sinceramente non so di cosa tratta questa società, perché non è mai venuta in
un’audizione in Commissione, non abbiamo mai approfondito quali sono i
suoi scopi. Se non è mai venuta e il Presidente non si è mai presentato,
probabilmente non è di interesse generale per la Città di Forlì, se invece lo è
sarebbe opportuno approfondire quali sono gli indirizzi che fa.
Non sono d’accordo invece con Biondi su Forlifarma. A differenza di
altre società Forlifarma non è in una posizione di conflitto di interessi,
perché gestisce servizi che non sono di indirizzo dell’Amministrazione
Comunale, quindi si tratta di capire se è un bene o no mantenere queste
proprietà totalmente pubbliche, oppure se è giusto liberalizzarle, ma questo
non c’entra niente sulla spesa dei cittadini, perché volevo ricordare ai
Consiglieri che evidentemente l’hanno dimenticato che Forlifarma
garantisce degli utili tutti gli anni, quindi se la dismettiamo dobbiamo tenere
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 37
in considerazione che sono dei soldi, del denaro pubblico che chiaramente
andrà preso da altre parti.
Il discorso di Hera invece è totalmente diverso, perché qui noi
abbiamo una percentuale talmente bassa che non ci permette di influire sulle
politiche della società, tutte le volte che Hera allarga il proprio territorio di
interesse chiaramente diminuisce la nostra percentuale di proprietà e tutte le
volte che questo accade noi perdiamo un po’ di controllo su questa società,
però contemporaneamente stabiliamo con la Provincia e con il Comune
quali sono le politiche che questa società deve gestire e quindi c’è tutta una
catena di corresponsabilità che legano una società che è sì di proprietà a
maggioranza pubblica, ma è una Spa di diritto privato e quindi come tale
dovrebbe lavorare e tutti gli appalti per la gestione dei servizi pubblici
soffrono di questo legame fortissimo che le amministrazioni pubbliche
hanno con il gestore.
Quindi una riflessione anche sulla proprietà pubblica di Hera andrebbe
fatta, perché altrimenti ci troveremo sempre nella condizione di essere legati
anche sulla gestione degli indirizzi dei servizi che gestisce questa società
che comunque restituisce degli utili, perché o noi ignoriamo completamente
gli interessi di Hera e quindi contemporaneamente facciamo il danno
economico del Comune, perché pur detenendo una piccola fetta questa ci
restituisce degli utili tutti gli anni, oppure facciamo troppa attenzione agli
interessi economici di Hera e dall’altra parte non garantiamo la necessaria
governabilità di questa società e dei servizi così importanti che gestisce.
Concludo con una riflessione sulle reti. Noi negli anni abbiamo fatto
degli investimenti sulle reti, quelle fognarie, quelle dell’acquedotto, quelle
elettriche; tutti questi servizi si reggono sul fatto che le reti sono di proprietà
pubblica, mentre la gestione può essere anche liberalizzata. Questo però non
avviene più nel caso per esempio degli impianti di smaltimento dei rifiuti,
che vengono realizzati dalla società privata e quindi chiaramente non
potranno essere messi in un bando per la gestione a dei concorrenti, se
andassimo con un bando per la gestione dei rifiuti oggi Hera sarebbe nella
condizione di vincolarlo, perché ha la proprietà dell’inceneritore.
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 38
La seconda cosa è il teleriscaldamento, perché la rete del
teleriscaldamento viene realizzata da Hera, la proprietà rimane del privato e
quindi chiaramente non potremo più andare a una gestione liberalizzata di
questi servizi, perché una nuova società dovrebbe ripetere l’investimento
della rete del teleriscaldamento, che è una porta inaccessibile grazie alla
quale Hera si garantirà nel futuro la gestione perenne di questo servizio.
Credo che una maggiore attenzione su quello che è il ruolo di Unica Reti
rispetto ai servizi che vanno invece liberalizzati andrebbe fatta.
Entrano i Conss. Tavoletti, Tappari e Valentini ed esce la Cons.
Gentilini: Presenti n. 33.
Entra il vice Sindaco Castrucci.
Cons. MONTANARI: Io credo che questo fatto amministrativo e la
discussione che ne sta seguendo ci forniscono sicuramente, nel momento in
cui dobbiamo per obbligo di legge ottemperare a determinati dispositivi
normativi, ci danno l’occasione di fare un ulteriore approfondimento su
quelle che sono le nostre società partecipate, se non altro perché comunque
siamo chiamati a classificare la tipologia di queste iniziative societarie,
imprenditoriali, queste varie attività che abbiamo in piedi in base al dettato
della Legge, ma questo ci dà probabilmente l’occasione di un ulteriore
approfondimento rispetto alla natura, alla mission, alle strategie e alle
prospettive di tutta una serie di attività che noi svolgiamo avvalendoci di
questi strumenti.
Ritengo che questa però non sia una cosa, un’opportunità nuova in
assoluto, nel senso che ricordo moltissime discussioni in questi ormai 5
anni, nelle varie commissioni al di là di quelle che sono venute in Consiglio
Comunale, quelle di maggiore rilevanza sull’aeroporto, sulla Fiera etc., ma
ricordo che noi tutti gli anni abbiamo incontrato tutte le società partecipate,
andando a analizzare i bilanci, le prospettive future, abbiamo dialogato con
gli amministratori, i Presidenti etc. etc. e abbiamo avuto tantissime
occasioni di incontro, di approfondimento e di confronto su questo. Io credo
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 39
sia stato un bene, credo anche che sia un’ulteriore occasione di
approfondimento quella che ci accingiamo a fare e che a livello di
Conferenza dei Capigruppo è stata decisa. Mi pare però che noi
ricominciamo sempre da zero tutte le discussioni.
Se il problema è discutere la mission strategica di Sapro, benissimo
mettiamo sul piatto questa, però per quanto riguarda la situazione
economico – finanziaria di Sapro è nota e conosciuta da tempo, l’abbiamo
dibattuta, analizzata e sviscerata a più riprese. Sapro ha un magazzino di
terreni acquistati e urbanizzati o in via di urbanizzazione, che sono il
magazzino dei prodotti che devi rivendere, a fronte dei quali ha un
indebitamento con il sistema bancario, ma ciò non toglie che ci sia una
situazione di deficit attuale da ripianare in quella società, perché a volte si
confondono un po’ le cose.
Poi se invece vogliamo parlare della strategia o della mission, del fatto
che questa società è nata per acquisire aree a vocazione produttiva,
urbanizzarle e rivenderle agli operatori economici, se vogliamo ridiscutere
di questo facciamolo e andiamo a fondo su questa questione. Poi i sospetti,
gli illeciti, non mi vorrei occupare di questo, vorrei la cosa rimanesse in un
ambito di discussione politica, poi se qualcuno è stato disonesto ne
risponderà, però qui c’è sempre il sospetto, si adombra sempre che chissà
cosa c’è sotto e questo secondo me non fa bene al nostro dibattito.
Per quanto riguarda i servizi pubblici locali, Hera etc., anch’io mi
ritengo un liberista da questo punto di vista e sono lo ripeto per la
liberalizzazione dei servizi pubblici locali, come mi sono segnato ha detto il
collega Gugnoni. Io per quanto mi riguarda non è che ho avuto grande
fortuna, nel senso che anche nell’area politica da cui provengo non tutti la
pensiamo in questo modo, ma ho paura che anche nella tua non tutti la
pensiate a questo modo, nel senso che se ben ricordo l’ultima Finanziaria
che ha prorogato la situazione dell’affidamento in house dei servizi pubblici
locali credo sia stata quella del 2004. Con questo non voglio dare la colpa a
nessuno, nel senso che probabilmente in questo Paese né in uno
schieramento né nell’altro si è riusciti a fare dei grandi passi avanti da
questo punto di vista e non so se ne faremo in futuro.
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 40
Rimango convinto che nel momento in cui – spero presto – si dovesse
arrivare al superamento di questo meccanismo del fatto che gli enti pubblici
di tutte le collocazioni politiche affidano i servizi pubblici a società dagli
stessi partecipate, ripeto succede dappertutto, caso mai si dovesse arrivare al
superamento – questa è una mia opinione personale – di questo meccanismo
e l’ente locale si limitasse al ruolo di regolatore, controllore e
programmatore di queste attività, probabilmente faremmo dei passi in
avanti, probabilmente potremmo mettere a gara questi servizi e a quel punto
ragionare un po’ più serenamente rispetto alla partecipazione o meno del
pubblico in questo tipo di società.
Il problema mi sembra ancora piuttosto lontano dall’essere risolto per
un problema che secondo me la politica italiana si porta dietro da tempo e
che non riesce a superare, nel senso che c’è ancora chi pensa che tutte
queste attività devono essere interamente pubbliche, c’è chi pensa che
debbano essere qualcos’altro, un indirizzo chiaro questo Paese non l’ha
ancora preso e ci troviamo probabilmente ancora nella situazione di
incertezza, che però non credo sia imputabile alla nostra Amministrazione
comunale, ma è ancora un argomento che la politica in Italia non ha risolto.
Rispetto all’argomento in discussione, per quanto ci riguarda io credo
ben vengano questi momenti di approfondimento e spero siano un’occasione
di ulteriore chiarezza rispetto a quello che non siamo riusciti a fare in questi
anni, credo che comunque nessuna discussione sia inutile, se ci
confrontiamo onestamente seriamente, al di là delle singole appartenenze, io
credo che si possa dare un contributo alla chiarezza e avere tutti quanti una
maggiore consapevolezza di questi temi che sono di grande importanza per
le nostre amministrazioni.
Entra la Ass. Bertozzi.
Entra la vice Presidente della Consulta.
Esce il Cons. Nervegna ed entra la Cons. Morgagni: Presenti n. 33.
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Cons. BACCARINI: Colgo l’occasione, direi che questo forse è il
motivo principale per salutare tutti gli amici, quelli che mi hanno fatto gli
auguri, quelli che mi hanno seguito, ringrazio tutti.
Una battuta, Montanari. Qui non abbiamo liberalizzato i servizi,
abbiamo liberalizzato le strategie, che è una cosa completamente diversa, e
abbiamo costruito un monopolio che ha inglobato tutti i servizi pubblici
locali, al punto che vorrebbe inglobare anche e distruggere addirittura le
pompe funebri. Non andiamo verso il mercato e la liberalizzazione del
mercato, siamo andati addirittura contro: questo è il punto! Le pompe
funebri non le distruggi, perché purtroppo non riesci, a Bologna come sai
sembra che Hera voglia fare anche la cremazione e sta discutendo anche di
pompe funebri: non è che dico una battuta, è la verità! A Rimini lo fa già,
quindi non è che sia una battuta, vuole eliminare anche le pompe funebri.
Che questo poi sia vero, basta seguire e avere seguito sui giornali,
quindi figurati quello che c’è sotto, perché i giornali 9 volte su 10 sono male
informati e quasi sempre ripetono quello che gli dice Bersani o Tremonti,
senza rendersi conto di quello che ha detto Bersani e quello che ha detto
Tremonti, quindi figuriamoci! Però leggendo i giornali le vicende che
avvengono tra l’Iride, l’Hera e quell’altra baracca di Genova sono
sintomatiche della situazione che vi sto dicendo.
Non è che si vada verso il mercato e verso la rottura dei monopoli,
verso un liberismo serio, qui si costruiscono o si tentano di costruire, com’è
stato scritto ripetutamente, delle piccole IRI locali. L’IRI aveva un compito
fondamentale, che era quello di condurre all’industrializzazione questo
Paese, chi ha poi tentato – è stato Fanfani – di cavalcare l’IRI in termini
politici, che voleva dire non rispettare la funzione statutaria che era quella
economica e di sviluppo economico del Paese, ma era quel tentativo di
trovare una scorciatoia di carattere politico per venire a capo dei problemi
sociali, sappiamo com’è andata a finire: ha distrutto le partecipazioni.
Faccio un’autocritica, vi ho detto nome e cognome, vi ho detto gli
errori fondamentali che sono stati fatti e potremmo fare un Consiglio
Comunale, anzi dovremmo fare, mi auguro che prima o poi ci sia un circolo
a Forlì in cui si possa cominciare a discutere, soprattutto con i giovani, di
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politica, perché queste cose che sto leggendo adesso sui giornali,
fortunatamente sono stato 2 mesi senza leggere i giornali, ma questi esposito
che sanno tutto e possono fare il sindaco domattina mi fanno ridere! La
politica è una cosa molto più seria di queste esposizioni di carattere
giornalistico, dovrebbe essere una cosa molto più seria, dovrebbe essere il
frutto di esami approfonditi delle cose che si debbono affrontare e di una
capacità dimostrata sul campo di saperle affrontare.
Questa è la premessa, poi chiudo subito. Questa Legge Bersani è una
Legge che non ha né capo né coda, non è né la Legge di un’ideologia che
prima rispettavo, combattevo ma rispettavo, l’ideologia precedente faceva
ricorso agli strumenti, in funzione agli strumenti che erano tanti bracci
secolari per intervenire sulla Città e occupare la società: dico bene, Vanda?
La strategia ideologica precedente era questa, aveva un suo significato, si
facevano queste società, si faceva la cooperazione in funzione di e era una
funzione politica, rispettabile o no era una funzione politica e uno sapeva
che quando veniva in Consiglio comunale e doveva discutere con i
comunisti, sapeva di cosa si stava discutendo.
Qui invece c’è un residuo ideologico che è il residuo, il tentativo di
strumentalizzare le leggi di mercato, togliendo tutti i regolamenti che ci
sono, credendo che togliere tutti i regolamenti che ci sono faciliti
l’occupazione, tramite gli strumenti del mercato, della società civile.
L’esempio più evidente di questo tentativo, e questo, cara Sindaco, non si
risolve con la riclassificazione, perché voglio sapere quali società stanno sul
mercato, cosa ci sta la Sapro?! No, ci sta la Seaf?! No.
L’unica società che sta sul mercato l’ha detto prima Biondi è la
Forlifarma, ma la potremmo chiudere domattina perché delle funzioni di
carattere sociale non è in grado di svolgerne, poteva svolgere quando era
necessario portare la farmacia in un quartiere in cui il privato non arrivava,
ma adesso il privato arriva dappertutto, non c’è più problema di farmacie
comunali che arrivano laddove il privato non ha più o non ha l’interesse di
arrivare. L’unica che sta sul mercato è questa, le altre non stanno più sul
mercato, ma sta sul mercato facendo esattamente quello che fanno le
farmacie private, diciamo pure con una disponibilità del proprio personale,
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 43
magari quando c’è più ampia, con più premura? Io vado alle farmacie
comunali dove ho gli amici, va beh d’accordo ma non risparmio nulla.
La riclassificazione la possiamo fare subito ma non dice niente, qui il
problema è di riclassificare politicamente queste cose e di venire a capo dei
problemi che dicevo prima. La Sapro è stato detto da Montanari è venuta
qui, sì è vero conosciamo i dati, li conoscevamo anche quando venivano
smentiti, li conosciamo anche nelle troppe bugie che sono state dette, le
hanno dette anche a voi, Montanari, le hanno dette anche a voi delle
associazioni, perché se ricordo bene il Vicepresidente della Sapro ha dato le
dimissioni dalla Sapro qualche anno indietro, perché non condivideva la
gestione di quella società e se n’è andato e fino a prova contraria
apparteneva alla tua Associazione, era mio grande amico comunista serio,
bisogna dire anche il nome e cognome? Avresti dovuto dirlo tu, perché
almeno avevi una carta da spendere, l’avevamo detto.
Ma chi come il sottoscritto l’aveva detto anche al Sindaco e al
Vicesindaco precedente e soprattutto l’aveva detto al Presidente precedente,
che ha grandi responsabilità, che non appartiene al tuo Partito ma che ha
grandi responsabilità per le modalità con cui si è sviluppata la faccenda,
allora io chiedo e ho fatto oggi immediatamente – è la prima interrogazione
del nuovo corso – un’interrogazione: vogliamo sapere non i numeri,
vogliamo sapere come si esce fuori da questi numeri, anche perché c’è stata
una dichiarazione dell’ex Direttore Generale della società che afferma due
cose molto gravi, la prima che le difficoltà della società sarebbero dovute a
intervenire, allora c’è da chiedere quali e in quali circostanze di interventi di
politici, allora bisogna mettere in campo, quali e in quali circostanze e di
chi, di chi ha voluto il Presidente precedente? Allora fuori i nomi e i
cognomi; di chi vorrebbe imporre il nuovo Direttore? Allora fuori nomi e
cognomi, bisogna cominciare a sapere chi è che tira le fila dietro, perché
l’ho scritto.
Le primarie, che sono una burla della politica e sono una burla della
democrazia, credo che quello che è successo a Forlì sia la dimostrazione di
questo, quando scrissi che con la direzione di Giuliano Pedulli iniziava la
battaglia per bande dentro il Pds qualcuno sorrise, credo che avessi ragione.
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Questa guerra per bande continuare, che non mi si dica che è una guerra con
la Margherita che non esiste più, la Margherita è stata completamente
annullata, non esiste. La battaglia è interna tra le vecchie stanze e i vecchi
occupatori di stanze - non voglio usare dei termini grevi - che si sono divisi
da una parte e dall’altra, ma non c’è più la politica, non esiste più la politica.
Io non ho capito su quale base quanti argomenti c’erano per dividersi,
uno degli argomenti fondamentali e chiudo è proprio questo della gestione,
della mission come si dice adesso di queste società, ma non è vero,
Montanari, che non ne abbiamo parlato. Appena 4 o 5 mesi addietro ho fatto
un lungo intervento sulla faccenda della Sapro, dicendo che eravamo stati
noi democristiani a inventare la Sapro, che eravamo passati dal Consorzio
alla società per azioni in funzione di determinate cose, non di altre cose, non
di altre modalità di intervento. Diceva questo Direttore Generale delle cose
gravi, la prima di carattere politico bisogna sapere quali sono le
responsabilità di questi politici e in quali circostanze e la seconda
gravissima che lui continuerà a fare l’operatore immobiliare: lo faceva
anche prima? Aveva anche prima una società immobiliare intestata magari a
qualche familiare che lui usava? Non lo so, è un interrogativo però lui lo
dice esplicitamente.
La politica dove era? I Presidenti dove erano? I Presidenti che
esprimeva l’Associazione industriali dove erano quando succedevano queste
cose? So che un Vicepresidente, non so se avvertito fino in fondo di queste
cose o preoccupato che queste cose accadessero, 2 anni fa ha dato le
dimissioni. So invece che qui, e sono personaggi che continuano a battere il
chiodo a Forlì, come personaggi che gestiscono la politica forlivese o le
strutture forlivesi, qui abbiamo affrontato molti problemi, dalla Bartoletti
alla Ferretti, per la Ferretti noi del Gruppo consiliare di Viva Forlì abbiamo
fatto un errore a appoggiare, sia pure astenendoci, quell’operazione, perché
oggi viene fuori il vagone della Ferretti.
Ma dove era l’Associazione industriali quando succedevano queste
cose? Era seduta lì, a appoggiare sia l’operazione della Bartoletti che questa.
E sono personaggi che contano ancora e come dentro la Camera di
Commercio, dentro la Cassa di Risparmio, dentro le fondazioni. Ma si è
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parlato per caso della Cassa di Risparmio, si è parlato per caso di quello che
è successo nell’aeroporto di Forlì e quello che succederà nell’aeroporto di
Forlì? Qualcuno ha messo in rilievo, perché queste cose si collegano, non è
che non si collegano a proposito di mercato.
Io credo che questa vicenda meriti veramente di essere rinviata a una
discussione approfondita delle commissioni, ma soprattutto a una
discussione approfondita delle parti politiche che sono presenti in Consiglio
comunale, perché credo che su queste vicende che vanno ripeto dalle società
in partecipazione alle questioni economiche e alla gestione degli strumenti
economici della Città, per finire al discorso dell’Irst di Meldola, io credo
che a 4 /5 mesi dalle elezioni le forze politiche devono cominciare a
interrogarsi, devono interpellarsi, devono trovare i luoghi, il momento di
una riflessione approfondita di queste robe, perché Forlì non è responsabilità
della Masini, la Masini ha responsabilità anche di non averci ascoltato,
perché per 4 anni le abbiamo detto che l’isolamento e il chiudersi dentro una
stanza, credendo che fosse sufficiente chiudersi dentro una stanza per
allontanare da sé i gruppi di potere che in realtà gestiscono e hanno gestito
la Città fosse sufficiente, ha pagato il conto.
Mi dispiace e l’ho scritto, perché non meritava di pagare il conto lei. Il
conto lo devono pagare quelli che in realtà erano dietro l’ipermercato e sono
dall’altra parte, perché non è che dall’altra parte – l’ho scritto – non ci sia da
vigilare. Balzani avrà da vigilare e come, dovrà lottare tra una parte di
rompicoglioni che non sanno fare politica, non dico i nomi e i cognomi ma
li conosciamo tutti, e dall’altra dovrà lottare con quelli che sono stati in
qualche modo in questi anni allontanati dalla greppia e vorranno ritornare
alla greppia. Sono quelli che avevano in mano praticamente tutta
l’urbanizzazione della Città, non è che parliamo di robe da poco, sono quelli
che hanno distrutto Campostrino, quelli che hanno trasformato una gallina
in un tacchino in Viale Vittorio Veneto. Sarà una questione dura resistere a
queste spinte.
Però un partito di maggioranza relativa dovrà trovare pure il momento
di una discussione all’interno, prima di affrontare questi problemi e di
decidere sulla sorte di queste società e sulla sorte della Città.
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 46
Esce il Cons. Gugnoni ed entra il Cons. Terracciano: Presenti n. 33.
Presidente MINGHINI: Oggi non votiamo niente, poi ci
accorderemo con la Presidente Burnacci per vedere di come fare gli
approfondimenti necessari, per poi tornare in Consiglio Comunale entro i
tempi previsti dalla Legge.
Vedi deliberazione n. 1
OGGETTO N. 2
REGOLAMENTO VALORIZZAZIONE “BOTTEGHE
STORICHE” APPROVATO CON DELIBERAZIONE CONSILIARE
N. 217 DEL 20.12.2007 – ABROGAZIONE E ISTITUZIONE ALBO
DELLE BOTTEGHE STORICHE E DEI MERCATI STORICI.
Presidente MINGHINI: L’oggetto è stato visto in sede di 2^
Commissione consiliare. Devo dare la parola al vice Sindaco per una breve
introduzione, anche perché credo che voglia presentare un Ordine del
giorno che in parte recepisce alcune istanze fatte in Commissione. Ricordo
che gli argomenti 2, 3 e 4 oltre al verbale li dobbiamo fare, quindi invito
tutti i Consiglieri a rimanere in aula, perché questi argomenti dobbiamo
evaderli oggi.
Esce il Cons. Zambianchi: Presenti n. 32.
Vice Sindaco CASTRUCCI: Come ho avuto modo di osservare in
Commissione consiliare, la deliberazione in oggetto è una sorta di atto
dovuto cui deve fare fronte, adempiere il Consiglio Comunale, a seguito
dell’approvazione nel marzo 2008 della Legge regionale N. 5, che
promuove e valorizza le botteghe storiche, che di fatto ha sorpassato, ha
vanificato il percorso attivato dalla nostra Amministrazione Comunale, che
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 47
aveva avuto esito nel regolamento comunale per la valorizzazione delle
botteghe storiche, approvato da questa assise il 20 dicembre 2007.
Di fatto questa Legge regionale ha fissato, ha istituito l’albo regionale
per le botteghe storiche, individuando dei criteri nuovi, criteri che
sostanzialmente in qualche modo vanno a uniformare a livello regionale
l’individuazione delle botteghe storiche, che ripeto ha a pochi mesi di
distanza, visto che il regolamento è stato approvato in questa assise il 20
dicembre 2007 e la Legge regionale è del marzo 2008, vanificato quello che
era il percorso che era stato attivato dall’Amministrazione comunale per
valorizzare, a livello comunale, le botteghe storiche.
Una Legge quella regionale che si propone l’istituzione dell’albo delle
botteghe storiche, in particolare con finalità turistiche, con l’obiettivo
sostanzialmente di creare un circuito regionale, che però di fatto nel
concreto non ha consentito di valorizzare quelle che sono le peculiarità di
ciascun territorio, perché quello che è successo ripeto a Forlì è successo poi
in altre realtà e ogni realtà sostanzialmente ha delle botteghe storiche con
proprie peculiarità e il regolamento che era stato messo a punto dal Comune
di Forlì in qualche modo teneva conto anche di quella che poteva essere la
peculiarità del tessuto cittadino.
Detto questo, da parte di vari Consiglieri, in particolare il Cons.
Giunchi aveva fatto una sollecitazione in questo senso, si era chiesto in
Commissione di prevedere sostanzialmente di evitare che il lavoro fatto
dagli uffici non venisse disperso, per cui ripeto lo sottopongo all’attenzione,
alla volontà del Consiglio comunale. Ho messo a punto un’ipotesi di ordine
del giorno che a questo punto rimetto alla valutazione del Consiglio
comunale, con cui sostanzialmente – vi leggo il testo – “il Consiglio
comunale impegna l’Amministrazione comunale ad attivarsi affinché nel
regolamento dei criteri individuati dalla Legge regionale 10 marzo 2008 N.
5 per la promozione delle botteghe storiche non si disperdano le indicazioni
contenute nel regolamento comunale per la valorizzazione delle botteghe
storiche, approvato con deliberazione consiliare N. 217 del 20 dicembre
2007”.
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 48
Come vedete è un testo molto semplice, che però sostanzialmente va
nell’indicazione, data da alcuni Consiglieri nella Commissione consiliare, di
non disperdere il lavoro fatto dagli uffici. Mi fermerei qui, sono a
disposizione delle osservazioni dei Consiglieri.
Escono i Conss. Tampellini, Sbaragli, Farneti, Gasperoni, Baccarini,
Errani e il Sindaco ed entra il Cons. Avellone: Presenti n. 26.
Esce l’Ass. Capacci.
Cons. APRIGLIANO: Francamente ho fatto l’abitudine a non
comprendere cosa e in che modo lavorate e come affrontate le questioni
poste sul tavolo, men che meno capisco cosa significa quest’ordine del
giorno. Cosa significa “non disperdere il patrimonio acquisito”? Che ne
vuole fare di questo patrimonio acquisito?
E mi fa specie che si continui, nonostante la mia posizione in
Commissione, a non dire le cose come stanno. Le cose stanno così: a Forlì
non ci sono, sulla base della Legge regionale, botteghe storiche, questa è
una Città morta, non ci sono botteghe storiche, ce ne sono 7! Ora se in una
Città di 120 mila abitanti ci sono 7 botteghe storiche, vuol dire che questa è
una Città da buttare nel cesso, non certo grazie all’opera di 50 anni di
amministrazione fatta dal Centro-destra, ma grazie all’opera di 50 anni di
amministrazione, in particolar modo di cattiva amministrazione sul
commercio fatta dal Centro-sinistra e in particolar modo da uomini che oggi
sono degnamente rappresentati dal vice Sindaco, che ha la delega anche alle
attività produttive.
Il problema serio e che avevo detto in Commissione: bene, è stato
fatto un lavoro di un anno, un anno e mezzo per cercare di individuare, sulla
base di criteri comunali, 27 botteghe storiche, che potrebbero sembrare
un’enormità e in realtà sono un’inezia per un capoluogo di provincia di
questa popolazione. Poi come un fulmine a ciel sereno è intervenuta, e io mi
faccio specie che nessuno degli uffici preposti potesse immaginare o si fosse
rapportato con gli uffici regionali per capire se nell’area c’era un qualche
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 49
studio per la revisione dei criteri e per l’individuazione delle botteghe
storiche.
Sembrava che durante il lavoro, almeno da quello che ci ha detto lei,
nessuno aveva capito che la Regione aveva in animo di fare una legge di
questa natura, si è dopo tanto lavoro approvato un regolamento, oggi quel
regolamento è superato da una Legge regionale e lei viene qui a raccontarci
la barzelletta secondo cui il regolamento ovviamente non è più valido, ma
non c’era neanche bisogno che lei sprecasse fiato e tempo per dircelo,
perché è superato dalla Legge regionale.
E noi ci limitiamo, come le ho detto, a prendere atto di questo e ci
laviamo le mani e la bocca del lavoro che era stato fatto? Io credo che
l’atteggiamento che lei doveva tenere, in ragione della delega che lei
esprime, era quello di cercare di capire come non disperdere il patrimonio,
come anzi cercare di allargare la veduta della Regione Emilia Romagna,
perché a fianco alla Legge che nessuno disconosce della Regione Emilia
Romagna può essere fatto un altro albo, un allargamento dell’albo, che non
sia in contrasto con la Legge regionale, ma che riconosca sulla base dei
principi che avevano in qualche modo mosso l’Amministrazione comunale
per l’individuazione di quelle 7 botteghe, che si potesse in qualche modo
affiancare alla determina alla Legge regionale, in modo da cercare di
mettere mano concretamente al lavoro che era stato fatto.
Io dico di più, cioè dico che sia la Legge regionale sia il regolamento
che era stato fatto dal Consiglio comunale è assolutamente insufficiente, una
amministrazione seria si pone il problema del riconoscimento della
valorizzazione delle proprie botteghe storiche e se lo pone concretamente
fino al punto che mette mano al portafoglio e dice “noi per il mantenimento
di questa etichetta, per il risanamento, la conservazione di queste botteghe
siamo disposti a metterci i soldi, siamo disposti a darvi un contributo a
fondo perduto, siamo disposti a farci parte attiva, a farci partecipi dei
problemi della valorizzazione delle poche eccellenze che abbiamo su questo
territorio”, a maggiore ragione se scopriamo che le eccellenze sono
veramente pochissime.
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 50
Con pochi soldi si poteva fare uno sforzo in più, si poteva dare un
segnale diverso di come affrontare i problemi alla cittadinanza, si poteva
dare l’impressione che ci si voleva fare carico veramente della
valorizzazione di quelle 4 botteghe storiche che ci sono su questo territorio.
Invece lei accoglie un’indicazione di un Consigliere di minoranza, ci dice di
non disperdere il patrimonio, non ci dice poi concretamente cosa vuole fare,
perché votare un ordine del giorno vuoto come quello che lei ci presenta è
perfettamente inutile, è come la tessera degli anziani: questo Consiglio
comunale aveva votato un ordine del giorno in cui si impegnava a valutare
l’opportunità di dare agli anziani una tessera, agli over settantacinquenni,
per farli girare gratis sugli autobus, per determinati periodi dell’anno, visto
che comunque gli autobus girano e girano anche a vuoto.
Vedi quella cosa approvata dal Consiglio comunale – ulteriore
dimostrazione di quanto voi ve ne fottiate del Consiglio comunale – è
rimasta lettera morta, così come resterà lettera morta quell’ordine del
giorno, in cui lei dice “il Consiglio comunale si impegna a non disperdere il
patrimonio acquisito”, ma cosa vogliamo farle di questi 27 nominativi, di
questo lavoro che è stato fatto? Questo ce lo deve dire lei, lei ci deve dire
concretamente come intende procedere in qualità di rappresentante
dell’Amministrazione comunale, come intende valorizzare questo
patrimonio, cosa ci mette dalla tasca su questo patrimonio, sul lavoro che è
stato fatto.
In mancanza di ciò, lei continua a parlare una voce che io capisco
sempre meno, oggi – mi sembra ve ne sia stata data ampia dimostrazione –
c’è bisogno di concretezza, la stessa concretezza con la quale molto
probabilmente non la vedrò sui banchi della maggioranza il prossimo anno,
perché spazzato via da logiche di concretezza che si sono fatte avanti anche
all’interno della vostra maggioranza, perché è evidente che gli unici che non
si sono mai accorti che era il momento di dare certezza e concretezza ai
cittadini e al modo di amministrare siete voi.
Con la vittoria di Balzani, probabilmente l’unico effetto positivo che
avremo, e mi auguro molto di più, sarà quello di mettere uomini capaci di
dare risposte certe e concrete alla cittadinanza, poi non ci interessa se sono
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 51
di Destra o di Sinistra, il popolo va gestito, amministrato bene, in modo
concreto, efficiente, capace, cosa che non ha avuto il piacere di avere
attraverso anche la sua gestione fino a oggi.
Escono i Cons. Casadei Gardini e Ronchi ed entrano il Cons.
Castagnoli e Gentilini: Presenti n. 26.
In sostituzione del Cons. Casadei Gardini il Presidente nomina
Scrutatore la Cons. Milanesi.
Entrano gli Ass. Buffadini e Marzocchi.
Cons. BURNACCI: Io non faccio parte della 2^ Commissione
consiliare, non ho seguito il dibattito in Commissione, ma ho guardato bene
questa deliberazione e mi sono permessa di riguardare il regolamento che
avevamo approvato in Consiglio Comunale.
Intanto c’è da dire, vice Sindaco, che la Regione è un ente di
programmazione e di raccordo con gli enti locali. Cosa ha raccordato con i
comuni? Vorremmo capire quale procedimento ha usato la Regione per
legiferare su una materia così delicata come quella delle botteghe storiche,
artigianali o commerciali. Cosa ha raccordato, se il regolamento di Forlì è
stato votato il 20 dicembre 2007 e la Regione ha legiferato nel marzo 2008,
quindi 3 mesi dopo, con dei requisiti completamente diversi da quelli scelti
dal Comune di Forlì?
Noi ci chiediamo, e ve lo sarete chiesto anche voi, come mai la
Regione su una materia così significativa, economica ma che riguarda i
centri storici e il loro futuro turistico e economico, la Regione non abbia
avuto o se l’ha avuto non c’è stato detto, non dico l’accortezza ma il senso
del dovere di capire quali erano le volontà delle amministrazioni comunali e
poco importa che siamo in buona compagnia con altri comuni che hanno
visto defalcare forse le loro aspettative. La Regione non può e non deve
agire così e la Legge regionale deve essere, quando agisce su una materia
così delicata, la risultante delle volontà e il raccordo delle volontà degli enti
locali e si programma solo sulle linee di un raccordo e della percezione che
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 52
si vanno a stabilire delle priorità che sono rispondenti ai bisogni del
territorio. Noi critichiamo fortemente questo metodo e il contenuto del
provvedimento regionale.
Poi un altro è il discorso fatto da Aprigliano e credo con altri toni, ma
con la stessa finalità dal Cons. Giunchi nella 2^ Commissione consiliare.
Cosa fa il Comune di Forlì di fronte a una Legge regionale che ha stroncato
un lavoro che noi riteniamo significativo, che è stato un lavoro di
approfondimento sulle botteghe, di acquisizione di dati conoscitivi, di
scelte? O noi siamo convinti che quel lavoro era da buttare e quindi
dobbiamo dire avevamo fatto per la verità un regolamento che schifo
faceva, che largheggiava eccessivamente, ma a me non pare così, io
francamente non sono convinta che sia così, non credo che il lavoro fosse da
buttare.
E se il lavoro non era da buttare e la Regione ci impone invece di
buttarlo, perché è chiaro che se c’è una Legge regionale automaticamente la
Legge regionale sopravanza un regolamento comunale, è fuori di dubbio,
ma allora noi cosa facciamo? Incassiamo come si suole dire il violino e
finiamo lì, o invece sulla questione ci facciamo una seria riflessione? È
giusto o no assumere un atteggiamento fortemente critico verso la Regione?
Noi riteniamo di sì, o la Regione invece è un’entità intoccabile rispetto alla
quale non si può dire assolutamente nulla?
Un ordine del giorno serio, al di là del fatto che una Legge
automaticamente è un’imposizione, secondo me dovrebbe essere finalizzato
a esprimere fino in fondo il nostro punto di vista sulla validità dei criteri che
avevamo scelto, quindi la nostra opinione rimane quella che la Regione
dovrebbe essere ampiamente e nettissimamente criticata e se non ci ascolta
la Regione, se non intende rivedere, perché la Regione aveva anche una
possibilità, è vero che la Legge 5 ha stabilito dei requisiti, ma la Giunta
Regionale nel deliberare sui criteri poteva anche usare un criterio e una
modalità più estensiva. Ha invece usato una modalità forse restrittiva
rispetto alla stessa Legge.
Ritengo che il violino non debba essere mandato giù, riposto e che i
comuni debbano fare sentire la loro voce. Ammesso poi che la Regione,
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 53
sottoposta a giusta critica, non voglia rivedere la sua posizione, io credo che
abbiano ragione quelli che dicono che dobbiamo recuperare il lavoro fatto e
l’impostazione fatta. È successo anche in altre occasioni, per esempio sul
contributo per l’affitto negli anni passati, ora le finanze sono diverse, al
contributo nazionale regionale il Comune aggiungeva del suo, del denaro
suo, nulla vieta che il Comune di Forlì recuperi tutta la parte del
regolamento che è non in antitesi, ma a integrazione della Legge regionale e
faccia un regolamento a integrazione della Legge regionale, nel quale
spenda denaro suo, utilizzi denaro suo e iniziativa sua.
Se la Regione ci costringerà, io credo che quella sarà l’unica strada
per recuperare, perché altrimenti come si salva il lavoro che è stato fatto di
ricerca delle botteghe storiche? La nostra opinione è che dobbiamo questo
ordine del giorno che è stato proposto è molto dolce e tutto sommato ci pone
su una posizione supina, possiamo anche approvarlo, ma noi dobbiamo
discutere, noi lo approveremo solo a condizione che si recuperi e si voglia
recuperare poi il regolamento e si vogliano stabilire delle forme integrative,
aggiuntive rispetto agli interventi regionali.
Le forme integrative, le forme aggiuntive secondo me stanno a pieno
titolo anche all’interno delle indicazioni che venivano date nello studio sul
centro storico che l’Amministrazione comunale ha fatto e quindi agiremmo
in linea con dei criteri e delle finalità positive, se non ci si dice questo noi
riterremo su questa deliberazione non solo di assumere un atteggiamento del
no, ma di fare una grandissima azione nella Città perché venga visualizzato
un modo di procedere che è in antitesi con gli interessi delle nostre città.
Entra il Cons. Errani ed escono il Cons. Minghini e Tappari: Presenti
n. 25.
Assume la Presidenza il vice Presidente del Consiglio, Giunchi.
Esce l’Ass. Buffadini.
Vice Sindaco CASTRUCCI: Due precisazioni. Intanto mi corre
l’obbligo di dire una cosa, come peraltro è stato detto anche nei giorni scorsi
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 54
sui giornali anche dai rappresentanti delle associazioni di categoria.
Sicuramente c’è un dato, dispiace dirlo: la nostra Città sicuramente sconta la
mancanza di botteghe storiche caratterizzate, che abbiano una storia, una
tradizione. Si è cercato ripeto di lavorare su caratteristiche, perché alla fine
tra i criteri sostanzialmente c’è il dato della tradizione storica e quindi c’è
una bottega storica che sostanzialmente ha una tradizione familiare che si
tramanda di anno in anno e poi il dato architettonico, quindi si è cercato
nella costruzione del regolamento comunale – lo ricorderà la Cons.
Burnacci, lo ricorderanno gli altri componenti del Consiglio comunale – di
individuare un giusto mix che valorizzasse al meglio gli esercizi che si
potevano fregiare di bottega storica nel territorio comunale.
Però il risultato che è venuto, adesso non posso citare a memoria quali
erano le 25 botteghe storiche rispetto alle 7 che sono state peraltro riportate
sulla stampa in questi giorni, però ripeto non mancavano delle botteghe
storiche fortemente caratterizzate, in particolare tanto per essere chiari delle
botteghe che avessero una valenza dal punto di vista dell’artigianato
artistico, delle realtà che avessero il carattere di osteria come in altre realtà.
Purtroppo noi avevamo un tessuto comunale “povero”, ma questa è la nostra
storia e nella messa a punto dei criteri per la definizione del regolamento si
è cercato di individuare il giusto mix. Questa è la prima considerazione che
faccio.
Seconda cosa. Mi scuso se l’ipotesi di ordine del giorno, non spetta al
sottoscritto proporre un ordine del giorno, me ne sono fatto carico alla luce
anche delle indicazioni raccolte nell’ultima Commissione, però credo che le
indicazioni della Cons. Burnacci di andare a recuperare quegli elementi del
regolamento comunale che possono integrare il testo della Legge regionale
sia sostanzialmente accoglibile.
Voglio precisare nell’intervento ho parlato di patrimonio, però
nell’ipotesi – ripeto e sottolineo ipotesi – di ordine del giorno ho scritto
“non si disperdano le indicazioni contenute nel regolamento comunale”, non
ho parlato di patrimonio perché mi sembrava francamente anche ridicolo.
“Non si disperdano le indicazioni”, al limite si può andare a emendare il
testo nella prospettiva in qualche modo indicata dalla Cons. Burnacci di
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 55
andare a preservare e salvaguardare tutte quelle indicazioni del regolamento
comunale, e adesso non so come si possa riformulare, che in qualche modo
vadano a integrare il testo della Legge regionale. Questo era l’auspicio,
perché altrimenti fare un ordine del giorno all’acqua di rose credo che non
interessi a nessuno, perché questa era la volontà.
Faccio l’ultima precisazione, l’ultima considerazione e poi concludo.
Diventa difficile – questo è il motivo per cui si è proposta l’abrogazione del
regolamento comunale – nella pratica gestire una sorta di doppio albo, da
una parte abbiamo la Legge regionale N. 5 che istituisce l’albo delle
botteghe storiche, mantenere una sorta di doppio binario, quindi con un
albo, un elenco comunale che fissa degli altri criteri, diventa nei fatti di
difficile gestione e rischia di creare confusione, ripeto tenendo conto anche
di quello che è il tessuto, perché da una parte come avrete sentito anche in
Commissione, come vi preciso oggi l’albo regionale prevede anche
l’istituzione di un marchio, quindi le botteghe storiche che hanno i criteri
indicati dalla Regione possono fregarsi del marchio, a livello comunale
ripeto l’impegno che mi posso assumere è quello in qualche modo di andare
a recuperare quelle indicazioni contenute nel regolamento comunale,
mantenendo, siccome ricorderete che nel regolamento comunale erano state
previste delle agevolazioni anche, dei benefici di varia natura per le 25
botteghe, cercare di mantenere alcuni di questi benefici per le 25 botteghe
che erano state in via primaria individuate. A questo punto mi rimetto alla
valutazione del Consiglio comunale.
Siccome la Cons. Burnacci aveva fatto una proposta che ripeto mi
sembra nella sostanza accoglibile, io modificherei, lo rileggo il testo che
avevo predisposto, comunque “il Consiglio comunale impegna
l’Amministrazione comunale a attivarsi affinché, nel rispetto dei criteri
individuati dalla Legge regionale 10 marzo 2008 N. 5 per la formazione
delle botteghe storiche, si recuperino – non “si disperdano” come avevo
scritto all’inizio – le indicazioni contenute nel regolamento comunale per la
valorizzazione delle botteghe storiche, approvato con deliberazione
consiliare N. 217 del 20 dicembre 2007, a integrazione della Legge
regionale”.
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 56
Cons. BURNACCI: Precisiamo che essendo la nostra una posizione
molto critica verso la Legge regionale, noi voteremo no sulla deliberazione,
voteremo invece a favore di questo ordine del giorno che viene presentato.
Entrano i Conss. Sbaragli, Tappari, Tampellini e il Sindaco; escono il
Cons. Biondi e la Cons Camorani: Presenti n. 27.
Entrano gli Ass. Capacci e Buffadini ed esce la vice Presidente della
Consulta.
Vedi deliberazione n. 2
OGGETTO N. 13
ORDINE DEL GIORNO PER LA VALORIZZAZIONE DELLE
BOTTEGHE STORICHE.
Vedi deliberazione n. 3
OGGETTO N. 3
PIANO PARTICOLAREGGIATO REGOLAMENTO VIARIO
IN ATTUAZIONE AL PIANO REGOLATORE DEL TRAFFICO
URBANO – APPROVAZIONE.
Vice Presidente GIUNCHI: Credo che sia opportuno illustrarlo.
Ass. GALASSI: Se non è necessario non lo illustro, ma mi
sembrerebbe opportuno date le finalità. Personalmente piace illustrare
almeno di cosa si tratta.
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 57
In base all’attuazione del Piano generale del traffico urbano, uno degli
impegni degli argomenti che era preso era quello di approvare anche il
regolamento viario: di cosa si tratta? Naturalmente non è soltanto perché
l’abbiamo inserito nel Piano del traffico, nel Piano del traffico l’abbiamo
inserito perché ci sono norme di legge che partono dal 92, in cui impongono
alle amministrazioni pubbliche di regolamentarsi con un regolamento che
sia il regolamento viario.
In cosa consiste? Consiste nelle classificazioni delle strade, dalle
strade maggiori a quelle fino di quartiere; di questa classificazione
naturalmente comporta tutta una serie di elementi, che sono quelli di
attuazione dei passi carrai che si modificano a seconda di come è modificata
la strada, il problema degli impianti di illuminazione e della loro potenza in
base alla classificazione delle strade, come viene fatta la segnaletica rispetto
a questa classificazione, come vengono fatti i dossi, come vengono fatte
tutte quelle misure (i marciapiedi, le piste ciclabili) che sono inerenti al
problema della viabilità.
Questo è un regolamento che in questo modo va a definire, come
avrete visto, anche tecnicamente quali sono le misure che si adottano e
quelle che dovrebbero essere rispettate, qualora si facciano degli interventi
relativi a queste determinate strade o di quartiere oppure partiamo dalle
strade statali. Questo è a grandi linee, visto che l’interesse è anche scarso
rispetto alle cose, quello che andiamo a approvare. Naturalmente qualche
modifica rispetto all’attuale che non l’abbiamo noi questo Piano del traffico
e quindi naturalmente la classificazione delle strade include anche il
problema di tipo acustico, dell’illuminazione l’abbiamo già detto, ci sono
tutta un’altra serie di norme che vengono applicate rispetto a questa
definizione.
Non è che l’applicazione di questa norma, di questo regolamento lasci
inalterate le situazioni così come sono, basti pensare soltanto alla questione
dei passi carrai: è chiaro che mentre adesso, già dal regolamento urbanistico
in cui successivamente dovrà essere recepito e in qualche modo aggiornato,
mentre adesso per ogni urbanizzazione e per ogni Pua ci sono delle uscite e
quindi dei passi carrai che vengono fatti nelle strade principali, da adesso a
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 58
dopo ci sono soltanto alcune uscite e entrate con delle misure abbastanza più
restringenti rispetto a quelle attuali, per evitare che ci siano gli sbocchi sulle
strade principali già in questa misura.
Naturalmente questo è un intervento che in qualche modo definisce
nei particolari anche le caratteristiche dimensionali non soltanto delle strade,
ma anche degli interventi che vengono eseguiti all’interno di questo. Queste
sono le finalità che ha il regolamento viario, quindi mi fermo qui perché poi
tecnicamente possiamo dare delle risposte in base alle richieste che vengono
eventualmente fatte.
Esce il Cons. Castagnoli: Presenti n. 26.
Esce il vice Sindaco Castrucci.
Cons. SBARAGLI: Questo è un tema un po’ particolare e volevo
solo chiedere 3 o 4 cose tecniche, la prima è che immagino, come esposto
qui nella premessa, che la normativa è tutta nazionale, la Regione non ha
competenze su queste cose e va bene, quindi volevo chiedere se noi in
sostanza qui prendiamo atto di quella che è la normativa nazionale e la
facciamo nostra e quindi è comune anche al Comune di Cesena, al Comune
di Ravenna, al Comune di Arezzo etc., oppure se diciamo “così abbiamo
una nostra strada”. Il 90% stiamo sulle cose nazionali e poi ci siamo presi
dei nostri impegni personali, sapere un po’ questa traccia.
La seconda cosa. Dato che il rapporto con la Provincia segue le strade
provinciali, volevo chiedere se questa normativa è stata concordata con la
Provincia, se ci sono dei problemi di conflitto di competenza, solo sapere se
sì o se no.
L’altra cosa è questa: essendo un regolamento che facciamo per la
prima volta di uniformare, immagino che essendo un regolamento che
approviamo noi in Consiglio comunale tra un anno, due o tre anni, in caso di
necessità lo possiamo sempre modificare e qui penso che sia sì.
Poi una cosa un po’ specifica è questa: ho rilevato e ho sempre detto
che il problema della bicicletta in senso positivamente dell’uso della
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 59
bicicletta, difficoltà nell’esercizio dell’uso razionale della bicicletta e il
rapporto tra bici e automobili in particolare, rilevo ancora oggi che c’è un
sacco di gente, italiana e non italiana, che attraversa le strisce pedonali in
bicicletta e vedo che qui giustamente, a pag. 56 “attraversamenti ciclabili”,
viene definito l’attraversamento della bicicletta sulle strisce.
Se è stato finalmente codificato e quindi sarà finalmente riconoscibile
meglio l’attraversamento pedonale e l’attraversamento pedonale ciclabile, i
tempi che ci prendiamo come Amministrazione comunale per mettere le
strisce con il colore opportuno in tutto il territorio comunale (un mese, due
mesi, tre mesi, un anno), sapere più o meno quali saranno i tempi di
adeguamento, perché questa mi sembra una cosa molto positiva e ho sempre
suggerito anche l’uso dei vigili, non per fare multe ma per spiegare che
l’attraversamento pedonale è riservato ai pedoni e le biciclette non lo
possono fare, perché rischia la macchina, rischia la macchina dietro la prima
macchina e rischia la bicicletta. Se non sono stato chiaro riformula.
Responsabile dell'Unità pianificazione mobilità, Ing. MALTONI:
Riguardo alle domande vado nell’ordine. Per quanto riguarda gli aspetti
normativi, nazionali e non, applicati il regolamento viario, prendendo un
riferimento, ha al 90% preso la normativa nazionale, dov’è che non ricalca
esattamente la normativa nazionale? Negli aspetti interpretativi, per esempio
nelle distanze dalle intersezioni dei passi carrai di 12 metri abbiamo
convenuto di definire il punto esatto, che è il punto di tangenza della curva,
da dove fare partire la distanza di 12 metri, quindi è più nell’aspetto di
dettaglio che non si è seguita la normativa, in quanto non rappresenta.
Per quanto riguarda il rapporto con la Provincia a livello tecnico, ci
siamo confrontati con il regolamento viario, è chiaro che la Provincia ha la
sua autonomia sulle proprie strade, per quanto riguarda le immissioni dei
passi carrai devono essere autorizzate dalla Provincia, però per quanto
riguarda tutti gli aspetti di competenza dentro i centri abitati del Comune,
ovviamente vale questo regolamento viario.
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 60
Bici e auto. Colgo con piacere questa osservazione, questo rilievo, qui
abbiamo cercato di mettere in evidenza tutte le tipologie che sono anche il
frutto di esperienze del tempo e anche del contributo di alcuni tecnici
esterni, con i quali si è definito alcuni interventi privati, non mi dilungo,
però è chiaro che la segnaletica è diversa negli attraversamenti in cui è
consentita la transitabilità sulla bicicletta, sono presenti i quadrotti della
segnaletica orizzontale quadrata e deve essere anche presente, se non siamo
in corrispondenza di un intersezione, il relativo cartello verticale.
Sui tempi dell’adeguamento di tutto il territorio non saprei dire, anche
perché è un altro servizio, in ogni caso c’è una manutenzione programmata
del global service e quando intervengono, una volta approvato questo
regolamento, si devono attenere, cosa che è già stata condivisa.
Entrano i Conss. Farneti e Zambianchi e la Cons. Camorani ed escono
la Cons. Mancini e il Cons. Samorì: Presenti n. 27.
In sostituzione del Cons. Samorì il vice Presidente nomina scrutatore
il Cons. Ragazzini.
Esce l’Ass. Marzocchi ed entra il vice Sindaco, Castrucci.
Vedi deliberazione n. 4
OGGETTO N. 4
ACCORDO DI PROGRAMMA PER GLI INTERVENTI
SOCIALI E SOCIO-SANITARI INTEGRATI NEL
COMPRENSORIO DI FORLÌ REP GEN 277710/05 –
APPROVAZIONE PROROGA TECNICA.
Vice Presidente GIUNCHI: Questo è stato visto dalla 3^
Commissione consiliare.
Escono i Conss. Aprigliano, Tavoletti e Bonavita: Presenti n. 24.
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Ass. BERTOZZI: Come ho detto in Commissione è una proroga
della convenzione che c’è tra i 15 Comuni del nostro territorio del
comprensorio forlivese per la gestione associata dei servizi, quindi Piano
sociale di zona. Siccome dobbiamo fare, sulla base della nuova Legge
regionale, il nuovo Piano triennale, il Piano per la salute e il benessere che
sarà un piano che mette in forma integrata la programmazione sociale con la
programmazione sanitaria entro i prossimi mesi, i 15 comuni hanno
convenuto di rinnovare l’accordo di programma nel momento in cui si va a
approvare anche le linee, le nuove linee della programmazione sociale e
sanitaria integrata.
Quindi ci sarà una corrispondenza tra l’approvazione del nuovo Piano
e l’approvazione della convenzione tra i 15 comuni, per cui c’è una proroga
tecnica in attesa di arrivare. Abbiamo già fissato una Commissione
consiliare con la Presidente Morgagni per febbraio mi pare per iniziare a
valutare, quindi è una proroga in attesa poi di andare con un nuovo atto
sicuramente entro aprile, quindi i termini di aprile sono termini abbondanti,
perché l’obiettivo è quello di arrivarci entro la fine di febbraio.
Esce la Cons. Gentilini ed entra la Cons. Mancini: Presenti n. 24.
Cons. SBARAGLI: Volevo chiedere, dato che in effetti la proroga è
fino al 30 aprile e quindi non è una proroga di un anno, se questa
determinazione è stata assunta anche da altri territori qui in Emilia
Romagna, se c’è una linea comune o se per esempio a Cesena o a Ravenna,
che sono a noi vicini, invece hanno preso altre linee.
Con l’occasione volevo chiedere questo: dato che è un Piano triennale
e dato che c’era una certa attesa come sappiamo per verificare e vedere
alcune cose, poi essendoci la proroga non è avvenuto nulla, se era possibile
che la cosa non si risolvesse con una seduta in 3^ Commissione, ma che
magari ci si prenda un pomeriggio per evitare che se in Commissione ci
sono poche persone, dopo 40 minuti dall’inizio della Commissione la
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Commissione finisce, perché manca il personale idoneo alla discussione. In
base a questo, è chiaro che ragioneremo.
Entra il Cons. Samorì ed esce il Cons. Terracciano: Presenti n. 24.
Cons. BURNACCI: Velocissimamente per dire che è una proroga
tecnica e quindi noi ci asterremo su questo. Siamo molto interessati tuttavia
al processo che darà vita a un nuovo Piano sociale di zona e vogliamo
cercare di capire bene quali sono le conferme, le continuità rispetto a questo
Piano. Siccome il Piano sociale nuovo supererà ovviamente le elezioni e
quindi andrà negli anni futuri, vogliamo capire bene anche quali sono le
novità etc..
Quindi la nostra opinione sarebbe questa: che come si fa, essendo il
Piano sociale di zona un piano anche importante, riterremmo che sarebbe
giusto almeno se non riunire tutte e tre le commissioni, riunire la prima e
almeno la terza, perché tutto sommato si tratta di una materia di grandissima
importanza e riguardando un triennio riterremmo che si dovrebbe procedere
in questo modo.
Ass. BERTOZZI: Nella nuova direttiva regionale la gestione
associata è obbligatoria, le forme della gestione associata possono essere
diverse, sicuramente debbono essere di ambito distrettuale e per noi vuol
dire 15 comuni, per esempio il territorio cesenate che ha 15 Comuni ha due
distretti e quindi la gestione associata avviene in modo frammentato. Le
forme consortili di convenzione sono diverse zona per zona, per esempio il
ravennate ha un Consorzio e quindi la modalità della gestione associata può
essere diversa. Per noi è una convenzione tra i comuni, questo per
rispondere, sicuramente è obbligatoria… (intervento fuori microfono)
dipende, per esempio Cesena ha fatto la forma associata 8 mesi fa, quindi
probabilmente se è triennale come la nostra non ha bisogno di proroga.
Per quanto riguarda l’unificazione delle commissioni, io sono molto
d’accordo e penso che potremmo dedicare anche più sedute e anche sedute
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congiunte, perché ci sono temi che riguardano anche la 1° Commissione,
soprattutto per esempio la convenzione che è un atto di rilievo anche
istituzionale.
Vedi deliberazione n. 5
OGGETTO N. 5
VERBALE SEDUTA CONSILIARE DEL 22 DICEMBRE 2008 –
APPROVAZIONE.
Esce il Cons. Errani: Presenti n. 23.
Vedi deliberazione n. 6
MOZIONI E ORDINI DEL GIORNO
OGGETTO N. 1
MOZIONE VOLTA AD IMPEGNARE L’AMMINISTRAZIONE
COMUNALE SUL TEMA DELL’IMMIGRAZIONE.
Rinviato
OGGETTO N. 2
ORDINE DEL GIORNO VOLTO AD INTITOLARE UNA VIA
O UNA PIAZZA DELLA NOSTRA CITTÀ ALL’AVVOCATO
GIOVANNI FONTANA ELLIOT.
Rinviato
OGGETTO N. 3
ORDINE DEL GIORNO VOLTO AD INTITOLARE UNA VIA,
UNA PIAZZA O UNA STRUTTURA DI INTERESSE COMUNALE
Consiglio Comunale del 12 gennaio 2009 Pag. 64
ALLA MEMORIA DI GIACOMO FILIPPI DECEDUTO NELLA
TRAGEDIA DI USTICA.
Rinviato
OGGETTO N. 4
MOZIONE VOLTA AD UN’INTESA TRA I PARTITI DI
MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE PER LA RISOLUZIONE DI
PROBLEMATICHE.
Rinviato
OGGETTO N. 5
MOZIONE VOLTA AD UN IMPEGNO PER FAR
CONOSCERE LA CARTA COSTITUZIONALE ALLA GENTE E IN
PARTICOLARE AI GIOVANI NELLE SCUOLE.
Rinviato
OGGETTO N. 6
ORDINE DEL GIORNO VOLTO AD ANNULLARE O
CORREGGERE LA DELIBERA CON LA QUALE SI È DATO
MANDATO AL SINDACO DI PRESENTARE QUERELA VERSO I
GIORNALI LOCALI SUL CASO AFFIDI.
Rinviato
OGGETTO N. 7
ORDINE DEL GIORNO IN MERITO AD UNA CORRETTA
APPLICAZIONE DELLA LEGGE N. 194/1978.
Rinviato
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OGGETTO N. 8
MOZIONE VOLTA AD IMPEDIRE LA DECISIONE DELLA
REGIONE EMILIA ROMAGNA IN MERITO ALLA
SPERIMENTAZIONE DELLA PILLOLA RU 486.
Rinviato
OGGETTO N. 9
ORDINE DEL GIORNO IN MERITO ALLE POLITICHE
ABITATIVE.
Rinviato
OGGETTO N. 10
ORDINE DEL GIORNO IN MATERIA DI ISTRUZIONE E
UNIVERSITÀ.
Rinviato
OGGETTO N. 11
ORDINE DEL GIORNO IN MERITO AL TRASFERIMENTO
DI DA FORLÌ AD ALTRA SEDE DEI SERVIZI E ATTIVITÀ DI
ANATOMIA PATOLOGICA.
Rinviato
OGGETTO N. 12
ORDINE DEL GIORNO PER DICHIARARE IL TERRITORIO
COMUNALE DENUCLEARIZZATO.
Rinviato
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Vice presidente GIUNCHI: Dichiaro chiuso il Consiglio comunale.
La prossima seduta del Consiglio è prevista per il giorno lunedì 26.
Buonasera e buona cena.
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