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Ing. Gianpietro Longo via L. Pastro n. 53/4, 31040 Selva del Montello (TV) Tel./Fax. 0423600856 COMUNE DI GIAVERA DEL MONTELLO PROVINCIA DI TREVISO Comune di Giavera del Montello Plesso Scolastico, Scuola Media Statale "Don Lorenzo Milani" di Giavera del Montello Lavori di adeguamento delle condizioni di sicurezza e miglioramento della fruibilità della Palestra Impianto Sportivo di Esercizio ai sensi dell'articolo 11 delle norme CONI PROGETTO ESECUTIVO 2 Allegato F01 RELAZIONE SULL'IMPIANTO ELETTRICO Selva del Montello, lì 20 aprile 2016 PER LA COMMITTENZA IL PROGETTISTA (Il Responsabile Unico del Procedimento) (ing. Gianpietro Longo) ________________________ ________________________

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Ing. Gianpietro Longo via L. Pastro n. 53/4, 31040 Selva del Montello (TV) Tel./Fax. 0423600856

COMUNE DI GIAVERA DEL MONTELLO PROVINCIA DI TREVISO

Comune di Giavera del Montello

Plesso Scolastico, Scuola Media Statale "Don Lorenzo Milani" di Giavera del Montello

Lavori di adeguamento delle condizioni di sicurezza e miglioramento della fruibilità della Palestra

Impianto Sportivo di Esercizio ai sensi dell'articolo 11 delle norme CONI

PROGETTO ESECUTIVO 2

Allegato F01

RELAZIONE SULL'IMPIANTO ELETTRICO Selva del Montello, lì 20 aprile 2016 PER LA COMMITTENZA IL PROGETTISTA (Il Responsabile Unico del Procedimento) (ing. Gianpietro Longo) ________________________ ________________________

Ing. Gianpietro Longo via L. Pastro n. 53/4, 31040 Selva del Montello (TV) Tel./Fax. 0423600856

Ing. Gianpietro Longo via L. Pastro n. 53/4, 31040 Selva del Montello (TV) Tel./Fax. 0423600856

F01 - Relazione Impianto Elettrico 3.2.0.doc - 1 -

Oggetto: Opere da eseguirsi presso il Plesso Scolastico Scuola Media Statale "Don Lorenzo

Milani" di Giavera del Montello, lavori di adeguamento delle condizioni di sicurezza e miglioramento della fruibilità della Palestra. Impianto Sportivo di Esercizio ai sensi dell'art. 11 delle norme CONI.

RELAZIONE SULL'IMPIANTO ELETTRICO

1. PREMESSA

Il lavoro riguarderà l’adeguamento degli impianti elettrici per la messa a norma della struttura; la progettazione si estenderà dal quadro elettrico generale esistente della palestra fino alle singole macchine ed ai singoli utilizzatori fissi attuati all’interno di ogni locale, considerando tutti gli impianti ed i componenti relativi alla distribuzione primaria, all’impianto di distribuzione luce e forza motrice. Sono esclusi dal progetto gli impianti elettrici a bordo macchina e gli utilizzatori mobili.

2. DATI DI PROGETTO

Dati necessari per lo sviluppo del progetto Dati assunti per sviluppare il progetto

Destinazione d’uso Palestra al coperto

Tipi di impianti Impianto elettrico Barriere architettoniche • È richiesto il requisito dell’accessibilità;

• È richiesto il requisito della visitabilità.

Locali contenenti bagni o docce PRESENTI – spogliatoi al piano terra Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio PRESENTI - PER ELEVATA DENSITÀ DI

AFFOLLAMENTO E/O PER L’ELEVATO TEMPO DI SFOLLAMENTO IN CASO DI INCENDIO O PER L’ELEVATO DANNO AD ANIMALI O COSE

Attività soggetta a prevenzione incendi Si

Si evidenzia che: • Tutti i locali dell’attività saranno considerati luoghi a maggior rischio in caso di incendio per l’elevata

densità di affollamento in caso di incendio (norma CEI 64-8/7 Sez.751.03.02).; • Nei locali contenenti docce, inoltre, gli impianti elettrici dovranno essere realizzati seguendo le regole

della norma CEI 64-8 parte 7 Sez. 701; • Per gli impianti di illuminazione situati all’esterno si dovrà rispettare la norma CEI 64-8/7 Sez.714;

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F01 - Relazione Impianto Elettrico 3.2.0.doc - 2 -

3. INDIVIDUAZIONE DELLE NORMATIVE E DISPOSIZIONI LEGISLATIVE

Si richiamano di seguito le principali norme o leggi che regolamenteranno la realizzazione delle apparecchiature e degli impianti elettrici nei locali oggetto della presente relazione (il riferimento alle norme è da intendersi sempre all’ultima edizione con le eventuali varianti): - Dlgs 81/08: “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”; - Legge 1/3/1968 n.186: “Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari,

installazione di impianti elettrici ed elettronici”; - DM 10/4/1984: “Eliminazione dei radiodisturbi”; - Legge 13/89: “Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche

negli edifici privati”; - DPR 24/7/1996 n.503: “Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli

edifici, spazi e servizi pubblici”; - DM 37/08: “Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a)

della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici;

- DM 10-03-1998: “Criteri generali di sicurezza antincendio per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”;

- D.Lgs. 476/92: “Direttiva del Consiglio d’Europa sulla compatibilità elettromagnetica”; - D.Lgs. 626/96: “Direttiva Bassa Tensione”; - Lg. Reg. 31/15: “Misure di efficientamento dei sistemi di illuminazione esterna con finalità di risparmio

energetico e di riduzione dell'inquinamento luminoso”; - CEI-EN 61439-1: “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT):

Parte 1: Regole generali; Parte 2: Quadri di potenza.” - CEI 20-20/1…13: “Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750 V”; - CEI 20-21: “Calcolo delle portate dei cavi elettrici”; - CEI 20-40: “Guida per l’uso di cavi a bassa tensione”; - CEI 20-48/1-7: “Cavi da distribuzione per tensioni nominali 0,6/1 kV”; - CEI 23-51: “Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per

installazioni fisse per uso domestico e similare”;

- CEI EN 50086-1: “Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche”;

- CEI 34-21: “Apparecchi di illuminazione. Parte 1: Prescrizioni generali e prove”;

- CEI 34-22: “Apparecchi di illuminazione. Parte 1: Prescrizioni particolari. Sezione 22: Apparecchi di emergenza”;

- CEI 34-102: “Sistemi di alimentazione centralizzata”;

- CEI 64-8/1…7: “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua”;

- CEI 64-14: “Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori”; - CEI 64-50: “Edilizia residenziale. Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori,

ausiliari e telefonici”; - CEI 81-10: “Protezione delle strutture contro i fulmini. Valutazione del rischio dovuto al fulmine”; - CEI 82-25: Guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica collegati alle reti elettriche di

Media e Bassa Tensione; - CEI 99-5: “Guida per l’esecuzione degli impianti di terra delle utenze attive e passive connesse ai sistemi

di distribuzione con tensione superiore a 1 kV in c.a.” - CEI 0-2: “Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici”; - CEI-UNEL (1987): “(TAB. 00722) Colori distintivi delle anime dei cavi isolati con gomma o PVC per

energia o per comandi e segnalazioni. con tensioni nominali Uo/U non superiori a 0,6/1 kV”;

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F01 - Relazione Impianto Elettrico 3.2.0.doc - 3 -

- CEI-UNEL (1997): “(TAB. 35024/1) Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa in aria”;

- CEI-UNEL (2000): “(TAB. 35026) Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa interrata (posati in tubo o in cunicolo)”;

- UNI EN 1838: “Applicazioni dell’illuminotecnica – Illuminazione di emergenza”; - UNI 12464-1: “Luce e illuminazione - Illuminazione dei posti di lavoro – Parte 1: Posti di lavoro interni”; - UNI 9795: “Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme incendio”; - UNI EN 54: “Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio. Parte 1: Introduzione. Parte 2: Centrale

di controllo e segnalazione. Parte 3: Dispositivi sonori di allarme incendio. Parte 4: Apparecchiature di alimentazione. Parte 5: Rivelatori puntiformi. Parte 7: Rivelatori funzionanti secondo il principio della luce diffusa, della trasmissione della luce o della ionizzazione. Parte 10: Rivelatori di fiamma. Parte 11: Punti di allarme manuale”;

- UNI EN 12845: “Installazioni fisse antincendio – Sistemi automatici a spinale – Progettazione installazione e manutenzione”;

- le prescrizioni e indicazioni dell’ENEL o dell’azienda distributrice dell’energia elettrica, per quanto di loro competenza nei punti di consegna;

- le prescrizioni e indicazioni dell’ente servizi telefonici; - le disposizioni riguardanti le attività soggette al controllo dei vigili del fuoco; - eventuali prescrizioni o specifiche del committente.

4. LAVORI DA ESEGUIRE

• INTERVENTO A1

L'intervento prevede l'adeguamento dell'impianto elettrico all'interno di servizi e spogliatoi. Le opere consistono:

o IMPIANTO DISTRIBUZIONE Nuovo impianto di distribuzione con tubazioni flessibili sottotraccia, saranno recuperate alcune tratte di tubazioni esistenti, nuove scatole di derivazione da incasso; sostituzione di tutti i cavi con nuovi del tipo a bassissima emissione di alogeni (LSZH)

o QUADRO ELETTRICO Adeguamento e integrazione del quadro elettrico esistente con protezione delle nuove linee di alimentazione nuove utenze; Integrazione pulsante di sgancio generale del fabbricato con inserimento bobina di minima tensione con batteria tampone nell’interruttore generale di derivazione posto all’interno del quadro di derivazione nella scuola al piano interrato della scuola (esterno all’ambito di intervento);

o IMPIANTO ILLUMINAZIONE ORDINARIA Adeguamento dell’impianto alle nuove modifiche con recupero dei punti esistenti, nuovi corpi illuminanti dove necessario;

o IMPIANTO ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA; Nuovo impianto di illuminazione di emergenza con lampade dislocate all’interno di tutti i locali dove hanno accesso le persone e lungo le vie di fuga, fino all’esterno del fabbricato; alimentazione da gruppo soccorritore dedicato per illuminazione di emergenza e unico per l’intero fabbricato, cavi montanti di alimentazione delle lampade del tipo resistente al fuoco FTG10OM1 di sezione adeguata. Installazione di pulsante sgancio di emergenza dedicato solamente per il gruppo soccorritore a fianco del pulsante di sgancio energia generale.

o IMPIANTO FORZA MOTRICE Adeguamento dell’impianto alle nuove modifiche con recupero dei punti esistenti, nuovi corpi illuminanti dove necessario

o IMPIANTO ALLARME INCENDIO; Nuovo impianto di allarme incendio sia manuale che automatico nei vani tecnici/magazzini. Previsto un impianto di allarme manuale, poi esteso per l’intero fabbricato fatto con appositi pulsanti

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nelle immediate vicinanze delle uscite di sicurezza; previste targhe di segnalazione ottico acustica e sirene per la diffusione dell’allarme all’intera struttura; previsti inoltre dei rivelatori all’interno dei locali tipo vani tecnici e magazzini. Centrale di gestione del tipo indirizzato e cavi del tipo resistente al fuoco FG4OHM1. Impianto unico per l’intera struttura.

• INTERVENTO C1

L'intervento prevede il nuovo blocco scala esterna e realizzazione servizi igienici per disabili e pubblico delle tribune. Le opere consistono:

o IMPIANTO DISTRIBUZIONE Nuovo impianto di distribuzione con tubazioni flessibili sottotraccia derivate dal quadro generale esistente, nuove scatole di derivazione da incasso Cavi del tipo a bassissima emissione di alogeni (LSZH)

o QUADRO ELETTRICO Integrazione del quadro elettrico esistente con protezione delle nuove linee di alimentazione nuove utenze;

o IMPIANTO ILLUMINAZIONE ORDINARIA Previsti punti luce con accensione manuale tramite interruttori o deviatori; plafoniere con sorgente fluorescente o a led per installazione a soffitto o a parete;

o IMPIANTO ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA; Impianto di illuminazione di emergenza con lampade dislocate all’interno di tutti i locali dove ha accesso il pubblico e lungo le vie di fuga, fino all’esterno del fabbricato; alimentazione da gruppo soccorritore, cavi montanti di alimentazione delle lampade del tipo resistente al fuoco FTG10OM1 di sezione adeguata.

o IMPIANTO FORZA MOTRICE Impianto composto da prese di servizio serie civile con protezione singola del tipo magnetotermico e predisposizione (tubazione e scatola portafrutto) per eventuali radiatori elettrici nei servizi wc

o IMPIANTO CHIAMATA DISABILI Previsto impianto chiamata disabili nel wc al piano terra con campanello di allarme in prossimità del wc;

o IMPIANTO ALLARME INCENDIO; Previsto appositi pulsanti nelle immediate vicinanze delle uscite di sicurezza; previste targhe di segnalazione ottico acustica e sirene per la diffusione dell’allarme all’intera struttura. Cavi del tipo resistente al fuoco FG4OHM1.

• INTERVENTO D2

L'intervento prevede l’adeguamento della scala di sicurezza ad ovest Le opere consistono:

o IMPIANTO DISTRIBUZIONE Impianto esistente, sostituzione cavi con altri del tipo a bassissima emissione di alogeni (LSZH)

o IMPIANTO ILLUMINAZIONE ORDINARIA Recupero della plafoniera esistente con accensione automatica notturna;

o IMPIANTO ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA; Nuovo impianto di illuminazione di emergenza con lampade all’esterno del fabbricato; alimentazione da gruppo soccorritore, cavi montanti di alimentazione delle lampade del tipo resistente al fuoco FTG10OM1 di sezione adeguata.

• INTERVENTO D3

L'intervento prevede l'adeguamento dell'impianto elettrico delle tribune. Le opere consistono:

o IMPIANTO DISTRIBUZIONE Nuovo impianto di distribuzione con tubazioni in pvc rigide a vista, saranno recuperate le tratte di tubazioni esistenti, nuove scatole di derivazione da parete in pvc doppio isolamento;

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sostituzione di tutti i cavi con nuovi del tipo a bassissima emissione di alogeni (LSZH) o IMPIANTO ILLUMINAZIONE ORDINARIA

Recupero delle plafoniere esistenti; o IMPIANTO ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA;

Nuovo impianto di illuminazione di emergenza con lampade alimentate dal gruppo soccorritore dedicato per illuminazione di emergenza, cavi montanti di alimentazione delle lampade del tipo resistente al fuoco FTG10OM1 di sezione adeguata.

o IMPIANTO ALLARME INCENDIO; Nuovo impianto di allarme incendio manuale. Previsto un impianto di allarme manuale, poi esteso per l’intero fabbricato fatto con appositi pulsanti nelle immediate vicinanze delle uscite di sicurezza; previste targhe di segnalazione ottico acustica e sirene per la diffusione dell’allarme all’intera struttura; previsti inoltre dei rivelatori all’interno dei locali tipo vani tecnici e magazzini.

• INTERVENTO F

L'intervento prevede l'adeguamento dell'impianto fotovoltaico alle prescrizioni dei VV.FF. Le opere consistono: Installazione di pulsante di sgancio nelle vicinanze dello sgancio generale della palestra, cartello di segnalazione, cavi resistenti al fuoco FTG10OM1 per il collegamento del pulsante e relative tubazioni a vista con scatole di derivazioni Spostamento in copertura dei quadri di stringa esistenti nel locale tecnico – ex cabina Enel; Installazione di manufatto per il contenimento dei quadri di stringa in copertura Installazione di impianto di sgancio con: bobine di sgancio a lancio di corrente da integrare negli interruttori esistenti in copertura, centraline di controllo del circuito di comando installate in centralino stagno in doppio isolamento, gruppo di continuità con relativo interruttore di protezione nel quadro generale esistente, lampeggiante esterno al locale tecnico per indicazione allarme circuito di comando, cavi resistenti al fuoco per il collegamento delle bobine di sgancio in copertura, nuovi centralini stagni doppio isolamento per l’installazione degli interruttori esistenti parte alternata, tubazioni, cavi e quanto altro necessario

5. REQUISITI TECNICO-PROFESSIONALI DELL’INSTALLATORE

L'INTERVENTO ricade nell'ambito del Decreto Ministeriale 37/08 art.1 comma 2 lettere a), b). I LAVORI dovranno essere affidati ad un'impresa installatrice o, per i lavori all'interno di una azienda non installatrice, ad un suo ufficio tecnico interno, abilitati ai sensi dell'art.3 del D.M. 37/08. L’installatore, prima di assumere il lavoro, dovrà valutare se è in grado di eseguire con perizia quanto richiesto; dovrà cioè possedere le conoscenze specifiche necessarie, dovrà inoltre disporre dell’organizzazione e delle risorse adeguate per eseguire il lavoro nei modi e nei tempi stabiliti. Al termine dei lavori, ENTRO 30 GIORNI, l'impresa o l'ufficio tecnico interno di azienda non installatrice dovrà inviare/depositare al committente ed all’ufficio comunale preposto (sportello unico per l’edilizia) nella cui circoscrizione l'impresa installatrice o l'azienda ha sede la dichiarazione di conformità alla regola d'arte firmata dal rappresentante legale e dal responsabile tecnico ai sensi dell'art.7 della D.M. 37/08 utilizzando il modello vigente. Nel caso di lavori o rifacimenti parziali, la dichiarazione di conformità si riferisce ai lavori effettuati, i quali devono essere a regola d’arte e non devono compromettere la sicurezza dell’impianto esistente.

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6. CARATTERISTICHE IMPIANTI

QUADRI ELETTRICI CONFORMI ALLA NORMA CEI 23–51

Per quanto riguarda i quadri elettrici destinati ad essere installati in ambienti domestici o similari, laddove cioè normalmente opera personale non addestrato, é possibile applicare la norma CEI 23-51 la quale risulta semplificata rispetto alla nuova norma CEI EN 61439-1. Nel contesto dei contenitori destinati alle applicazioni negli ambienti sopra considerati é da evidenziare che le due norme hanno "pari dignità", hanno cioè pari valenza normativa. La norma CEI 23-51 in generale si applica ai quadri di distribuzione per installazioni fisse, ad uso domestico o similare assiemando involucri vuoti, conformi alla norma sperimentale CEI 23-49, con almeno 2 dispositivi di protezione ed apparecchi che nell'uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile. Applicazioni La norma sperimentale 23-51 in particolare si applica ai quadri di distribuzione: • adatti ad essere utilizzati a temperatura ambiente normalmente non superiore a 25°C e che,

occasionalmente, può raggiungere i 35°C. • destinati all'uso in corrente alternata con tensione nominale non superiore a 440V • con corrente nominale in entrata non superiore a 125A, corrispondente, secondo norma CEI 23-3 e CEI 23-

18, alla massima corrente nominale degli apparecchi di manovra e protezione per uso domestico e similare

• con corrente presunta efficace di corto circuito nominale non superiore a 10kA o 15kA valore massimo di picco limitato.

Nel caso di un quadro alimentato contemporaneamente da più linee, la massima corrente corrisponde alla somma delle correnti nominali degli apparecchi di manovra e protezione delle singole linee. Tale norma prevede le seguenti verifiche e prove:

Prescrizioni per le verifiche e le prove

• Verifica della costruzione e identificazione;

• Verifica del corretto cablaggio, del funzionamento meccanico e, se necessario, del funzionamento

elettrico;

• Efficienza del circuito di protezione;

• Prova della resistenza d'isolamento;

• Verifica dei limiti di sovratemperatura.

Una volta effettuate le verifiche e le prove previste il costruttore del quadro dovrà fornire al committente: • la dichiarazione di conformità del quadro alla regola dell'arte;

• lo schema unifilare dei circuiti del quadro e i dati tecnici dei componenti;

• la relazione di verifica dei limiti di sovratemperatura, quando sia richiesta la prova.

Se il costruttore del quadro è anche l'impresa installatrice dell'impianto, egli dovrà compilare la dichiarazione di conformità del quadro. Se, viceversa, l'impresa installatrice installa quadri targati da altri, cioè quadri di altri costruttori, deve ricevere garanzie sulla loro conformità alla Norma CEI 23-51, o ad alle Norme CEI 17-13.

PRESCRIZIONI GENERALI Tutti i quadri devono avere una targa come esplicitamente richiesto dalle norme CEI EN 61439-1 e 23-51. Il quadro è un componente dell'impianto e, come tutti i componenti, deve portare i dati di targa tra cui il nome del costruttore. Il costruttore è colui che si assume la responsabilità del quadro e appone il proprio nome sulla targa. É obbligo identificare chiaramente tutti i dispositivi di sezionamento, ad esempio mediante un'etichetta; nel caso vi sia un comando di emergenza questo deve essere chiaramente identificato, ad esempio con una scritta sull'interruttore generale o utilizzando un dispositivo a fungo rosso su fondo giallo. Se il dispositivo di sezionamento non è sotto il controllo dell'operatore si deve rispettare, a titolo di esempio, almeno una delle seguenti prescrizioni: a) ubicazione del dispositivo di sezionamento in un involucro chiuso a chiave;

b) ubicazione del dispositivo di sezionamento in un locale chiuso a chiave;

c) adozione di opportuni interblocchi meccanici;

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F01 - Relazione Impianto Elettrico 3.2.0.doc - 7 -

d) scritta o altra opportuna segnalazione.

Il sezionamento da parte del dispositivo di protezione deve avvenire su tutti i conduttori di fase. Nota Bene:

• Negli impianti alimentati direttamente in bassa tensione (sistemi TT) il conduttore di neutro è da considerare una parte attiva e deve essere sezionabile.

Per quanto riguarda l'installazione degli interruttori in riferimento alla posizione, all'alimentazione e al senso di manovra si deve fare riferimento alla norma CEI 16-5.

Gli interruttori automatici utilizzati per la protezione dal sovraccarico e dal corto circuito dovranno essere conformi alla norma CEI EN 60898 (CEI 23-3 IV ed.) o alla norma CEI EN 60947-2 (CEI 17-5 V ed.). Per la protezione da sovraccarico di una linea, mediante dispositivi di protezione adatti a interrompere correnti di sovraccarico, bisogna rispettare la norma CEI 64-8/3 che prevede le seguenti regole:

(1) IB=In=IZ (2) If=1,45In

dove: IB è la corrente del circuito; In è la corrente nominale dell'interruttore; IZ è la portata a regime permanente del cavo; If è la corrente di sicuro funzionamento dell'interruttore automatico. Infine deve essere verificato che: 1. il potere d'interruzione dell'apparecchio di protezione sia maggiore della corrente massima di corto

circuito simmetrica fase-fase misurata immediatamente a monte dei morsetti dell'apparecchio stesso; 2. l'energia specifica di corto circuito sopportabile dal cavo sia maggiore all'energia specifica passante

lasciata passare dall'interruttore durante il cortocircuito.

CAVI

I cavi impiegati dovranno essere contrassegnati dal Marchio Italiano di Qualità e dovranno rispettare i colori distintivi dei conduttori secondo le tabelle CEI - UNEL. Nelle cassette di derivazione e nei quadri i conduttori dovranno essere marchiati ed identificati da terminali in materiale plastico colorato e da fascette numerate per contraddistinguere i vari circuiti e la funzione di ogni conduttore. I conduttori da utilizzare saranno:

TIPO DI POSA TIPO DI CAVO CARATTERISTICHE

N07V-K Cavo isolato con PVC, senza guaina, con conduttori flessibili di rame, non propaganti l’incendio, tensione nominale 450/750V.

N07G9-K Cavo a bassissima emissione di fumi e gas tossici, isolato con elastomerico reticolato di qualità G9, senza guaina, con conduttori flessibili di rame, non propaganti l’incendio, tensione nominale 450/750V.

Posa all’interno o

all’esterno (non interrata)

FROR Cavo isolato con PVC, sotto guaina di PVC speciale rispondente ai requisiti della qualità TM1 e TM2, con conduttore flessibile di rame rosso ricotto, non propaganti l’incendio, tensione nominale 450/750V (o 300/500V).

FG7(O)R Cavo isolato con gomma etilenpropilenica, sotto guaina di PVC, con conduttore flessibile di rame rosso ricotto, non propaganti l’incendio, tensione nominale 0,6/1kV.

Posa all’interno o

all’esterno (anche interrata)

FG7(O)M1 Cavo a bassissima emissione di fumi e gas tossici isolato con gomma etilenpropilenica ad alto modulo, sotto guaina termoplastica speciale di qualità M1, con conduttore flessibile di rame rosso ricotto, non propaganti l’incendio, tensione nominale 0,6/1kV.

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F01 - Relazione Impianto Elettrico 3.2.0.doc - 8 -

FTG10(O)M1 RF Cavo a bassissima emissione di fumi e gas tossici e resistente al fuoco, isolato con gomma elastomerica reticolata di qualità G10, sotto guaina termoplastica speciale di qualità M1, con conduttore flessibile di rame rosso ricotto, resistenti al fuoco e a bassissima emissione di fumi e gas tossici, tensione nominale 0,6/1kV.

La scelta del cavo dovrà essere fatta in modo che entrambe le correnti Iz (portata del cavo) e In (corrente nominale dell’interruttore automatico adatto a proteggere il circuito) siano superiori o almeno uguali alla corrente di impiego IB.

IB ≤ In ≤ Iz La sezione dovrà essere almeno 1,5mm2 per i cavi di energia e 0,5mm2 per i cavi di comando e segnalazione; se questi ultimi sono destinati ad apparecchiature elettroniche la sezione minima è di 0,1mm2 (Norma CEI 64-8/5). Le sezioni minime dei conduttori devono rispettare i valori prescritti dalla norma CEI 64-8, riportati nella tabella seguente.

Sezioni minime dei conduttori – Tab. 52E Norma CEI 64-8/5

Conduttore Tipo di conduttura Uso del circuito

Materiale Sezione (mmq)

Circuito di potenza Cu Al

1,5 16 (Nota 1)

Cavi Circuiti di segnalazione e circuiti ausiliari di comando

Cu 0,5 (Nota 2)

Circuito di potenza Cu Al

10 16 (Nota 4)

Condutture fisse

Conduttori nudi Circuiti di segnalazione e circuiti ausiliari di comando

Cu 4 (Nota 4)

Per un apparecchio utilizzatore specifico

Come specificato nella corrispondente Norma CEI

Per qualsiasi altra applicazione 0,75 (Nota 3)

Condutture mobili con cavi flessibili (con o senza guaina)

Circuiti a bassissima tensione per applicazioni speciali

Cu

0,75

(1) Si raccomanda che i mezzi di connessione usati alle estremità dei conduttori in alluminio siano approvati per questo uso specifico.

(2) Nei circuiti di segnalazione e di comando destinati ad apparecchiature elettroniche è ammessa una sezione minima di 0,1 mmq.

(3) Per i cavi flessibili multipolari, che contengano sette o più anime, si applica la nota 2 (4) Sono allo studio prescrizioni particolari per circuiti di illuminazione a bassissima tensione.

Inoltre la sezione del cavo dovrà essere tale da contenere la caduta di tensione entro i limiti ammessi, tenuto conto della lunghezza del circuito; ad esempio, la norma CEI 64/8 stabilisce un valore del 4% in mancanza di altre indicazioni. Valori superiori al 4% sono ammessi durante l’avviamento dei motori o altri apparecchi con elevate correnti transitorie. È consigliabile che le colonne montanti relative ai circuiti di segnale/allarme e di energia siano separate fra loro; tale separazione potrà essere realizzata tramite tubazioni distinte ovvero con canali muniti di setti separatori. Le cassette di derivazione dovranno essere dotate di setti separatori. Cavi per diversi utilizzi potranno comunque essere posati nella stessa canalizzazione (tubo o canale) purché

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tutti i conduttori siano isolati per la tensione nominale più elevata. CIRCUITI DI SICUREZZA Per quanto riguarda i circuiti di sicurezza1, questi dovranno essere indipendenti dagli altri circuiti, in modo che guasti, o interventi, sui circuiti ordinari non compromettano il corretto funzionamento dei circuiti di sicurezza. Ciò comporterà la realizzazione di condutture separate da quelle ordinarie, cioè cavi posati in tubi o canali distinti, oppure posati nello stesso canale ma con un setto di separazione. Una sicurezza ancora maggiore si potrà ottenere con condutture che seguono percorsi diversi. La separazione dei circuiti dovrà essere assicurata anche nelle cassette di derivazione. La sicurezza dei circuiti ordinari implicherà anche che i dispositivi di protezione comuni posti a monte siano selettivi rispetto a quelli installati a valle, altrimenti un guasto su un circuito ordinario potrà compromettere il funzionamento dei circuiti di sicurezza. I circuiti di sicurezza che attraverseranno luoghi a maggior rischio in caso d’incendio dovranno essere resistenti al fuoco, dovranno cioè continuare a funzionare per il tempo richiesto se sottoposti al fuoco. Da notare che dovranno essere resistenti al fuoco le condutture che “attraverseranno” i luoghi a maggior rischio in caso d’incendio e non quelle che si svilupperanno all’interno di tali luoghi poste al servizio dei luoghi stessi; sarà sufficiente che queste ultime siano conformi alle prescrizioni dell’art. 751.04.1 della norma CEI 64-8/7 così come i circuiti ordinari. A tal fine si potranno proteggere i cavi dal fuoco mediante un’adeguata installazione, oppure utilizzare cavi resistenti al fuoco. In ogni caso i circuiti di sicurezza non potranno attraversare luoghi con pericolo di esplosione.

PROVVEDIMENTI CONTRO IL FUMO Allorché i cavi siano installati, in notevole quantità, in ambienti chiusi frequentati dal pubblico e di difficile e lenta evacuazione, si dovranno adottare sistemi di posa atti ad impedire il dilagare del fumo negli ambienti stessi o, in alternativa, si dovrà ricorrere all'impiego di cavi a bassa emissione di fumo, secondo le norme CEI 20-37 e 20-38.

PROBLEMI CONNESSI ALLO SVILUPPO DI GAS TOSSICI E CORROSIVI Qualora i cavi, in quantità rilevanti, siano installati in ambienti chiusi frequentati dal pubblico, oppure si trovino a coesistere in ambiente chiuso, con apparecchiature particolarmente vulnerabili ad agenti corrosivi, dovrà essere tenuto presente il pericolo che i cavi stessi, bruciando, sviluppino gas tossici o corrosivi. Ove tale pericolo sussista, occorrerà fare ricorso all'impiego di cavi aventi la caratteristica di non sviluppare gas tossici o corrosivi ad alte temperature, secondo le norme CEI 20-37 e 20-38.

PRESCRIZIONI PER LE CONDUTTURE INSTALLATE NEI LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO SECONDO LA NORMA CEI 64-8 PARTE 7 SEZ. 751.

Prescrizioni comuni di protezione contro l’incendio per le condutture Le condutture che attraversano i luoghi a maggior rischio in caso di incendio, ma che non sono destinate all’alimentazione elettrica al loro interno, non devono avere connessioni lungo il percorso all’interno di questi luoghi a meno che le connessioni siano poste in involucri che soddisfino la prova contro il fuoco, per esempio soddisfino le prescrizioni per scatole da parete in accordo con la Norma IEC 60670. È vietato l’uso dei conduttori PEN (schema TN-C); la prescrizione non è valida per le condutture che transitano soltanto. Le condutture elettriche che attraversano le vie d'uscita di sicurezza non devono costituire ostacolo al deflusso delle persone e preferibilmente non essere a portata di mano; comunque, se a portata di mano, devono essere poste entro involucri o dietro barriere che non creino intralci al deflusso e che costituiscano una buona protezione contro i danneggiamenti meccanici prevedibili durante l'evacuazione. I conduttori dei circuiti in c. a. devono essere disposti in modo da evitare pericolosi riscaldamenti delle parti metalliche adiacenti per effetto induttivo, particolarmente quando si usano cavi unipolari.

1 Il circuito di sicurezza è il circuito che collega la sorgente di energia centralizzata all’apparecchio di emergenza utilizzato (es. pulsante di

emergenza).

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Tipi di condutture ammesse Le condutture (comprese quelle che transitano soltanto) devono essere realizzate in uno dei modi indicati qui di seguito in a), b), c): a)

a1) condutture di qualsiasi tipo incassate in strutture non combustibili; a2) condutture realizzate con cavi in tubi protettivi metallici o involucri metallici, entrambi con grado di protezione almeno IP4X; a3) condutture realizzate con cavi ad isolamento minerale aventi la guaina tubolare metallica continua senza saldatura con funzione di conduttore di protezione sprovvisti all’esterno di guaina non metallica. b)

b1) condutture realizzate con cavi multipolari muniti di conduttore di protezione concentrico, o di una guaina metallica, o di un’armatura, aventi caratteristiche tali da poter svolgere la funzione di conduttore di protezione; b2) condutture realizzate con cavi ad isolamento minerale aventi la guaina tubolare metallica continua senza saldatura con funzione di conduttore di protezione provvisti all’esterno di guaina non metallica; b3) condutture realizzate con cavi aventi schermi sulle singole anime o sull’insieme delle anime con caratteristiche tali da poter svolgere la funzione di conduttore di protezione; c)

c1) condutture diverse da quelle in a) e b), realizzate con cavi multipolari provvisti di conduttore di protezione; c2) condutture realizzate con cavi unipolari o multipolari sprovvisti di conduttore di protezione, contenuti in tubi protettivi metallici o involucri metallici, senza particolare grado di protezione; in questo caso la funzione di conduttore di protezione può essere svolta dai tubi o involucri stessi o da un conduttore (nudo o isolato) contenuto in ciascuna di esse; c3) condutture realizzate con cavi unipolari o multipolari non provvisti di conduttore di protezione, contenuti in tubi protettivi o involucri, entrambi: - costruiti con materiali isolanti; - installati in vista (non incassati); - con grado di protezione IP4X. Qualora i suddetti involucri siano installato in vista e non esistano relative Norme CEI di prodotto, si devono applicare i criteri di prova indicati nella tabella riportata nel commento della Sezione 422 della norma CEI 64-8, assumendo per la prova al filo incandescente 850°C anziché 650°C; c4) binari elettrificati e condotti sbarre con grado di protezione IP4X.

Protezione delle condutture elettriche …………………………… ……………………………

Requisiti delle condutture per evitare la propagazione dell’incendio …………………………… …………………………… PRESCRIZIONI AGGIUNTIVE PER GLI AMBIENTI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO D’INCENDIO PER L’ELEVATA DENSITÀ DI AFFOLLAMENTO O PER L’ELEVATO TEMPO DI SFOLLAMENTO IN CASO DI INCENDIO O PER L’ELEVATO DANNO AD ANIMALI O COSE. Quando i cavi delle condutture di cui in b) e c) dell’articolo “Tipi di condutture ammesse”, sono raggruppati in quantità significative in rapporto con le altre sostanze combustibili presenti, nei riguardi dei fumi e dei gas tossici e dei gas corrosivi si devono adottare provvedimenti analoghi a quelli stabiliti per le altre sostanze combustibili dalle autorità competenti per i caso specifico. A questo proposito si segnalano adatti allo scopo i cavi tipo FG7OM1, FG7OM2, FG10OM1, FG10OM2,

N07G9-K, FM9. Al riguardo vedasi anche la Norme CEI 20-13 e CEI 20-38.

DERIVAZIONI, GIUNZIONI E TIPO DI POSA

Le giunzioni e le derivazioni dovranno essere eseguite con appositi dispositivi di connessione (morsetti con o senza vite) aventi g.d.p. IPXXB entro apposite cassette di derivazione. Non sono quindi considerate giunzioni

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e/o derivazioni quelle eseguite con attorcigliamento e nastratura. Dette cassette dovranno essere costruite in modo che, nelle condizioni di installazione, non sia possibile introdurvi corpi estranei; inoltre, dovrà risultare agevole la dispersione del calore in esse prodotta. Il coperchio delle cassette dovrà offrire buone garanzie di fissaggio ed essere apribile solo con attrezzo. Nelle cassette di derivazione e nei quadri i conduttori dovranno essere marchiati ed identificati da terminali in materiale plastico colorato e da fascette numerate per contraddistinguere i vari circuiti e la funzione di ogni conduttore. Qualora si preveda l'esistenza, nello stesso locale, di circuiti appartenenti a sistemi elettrici diversi, questi dovranno essere protetti da tubi diversi e far capo a cassette separate. Tuttavia sarà ammesso collocare i cavi nello stesso tubo e far capo alle stesse cassette, purché essi siano isolati per la tensione più elevata e le singole cassette siano internamente munite di diaframmi, inamovibili, se non a mezzo di attrezzo, tra i morsetti destinati a serrare conduttori appartenenti a sistemi diversi. I tubi protettivi dei conduttori elettrici collocati in cunicoli, che ospiteranno altre canalizzazioni, dovranno essere disposti in modo da non risultare soggetti ad influenze dannose, in relazione a sovrariscaldamenti, sgocciolamenti, formazione di condensa, ecc. Sarà inoltre vietato collocare, nelle stesse incassature, montanti e colonne telefoniche o radiotelevisive. Nel vano ascensore o montacarichi non sarà consentita la messa in

opera di conduttori o tubazioni di qualsiasi genere che non appartengano all'impianto dell'ascensore o del

montacarichi stesso. CANALIZZAZIONI A meno che non si tratti di installazioni volanti, i conduttori dovranno essere sempre protetti e salvaguardati meccanicamente. Dette protezioni potranno essere: tubazioni, canalette porta cavi, passerelle, condotti o cunicoli ricavati nella struttura edile, ecc. Negli impianti si dovranno rispettare le prescrizioni qui appresso riportate. TUBI PROTETTIVI - I tubi protettivi in materiale isolante, flessibili o rigidi, potranno essere del tipo leggero o del tipo pesante. I tubi di tipo leggero potranno essere utilizzati sottotraccia, a parete o a soffitto. I tubi di tipo pesante dovranno essere utilizzati per la posa a vista fino a 2,5m di altezza e per la posa sottopavimento. Eventuali tubi metallici dovranno essere utilizzati quando è necessario proteggere le condutture da urti violenti. Il diametro interno dei tubi protettivi deve essere almeno pari a 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi, il diametro del tubo dovrà essere sufficientemente grande da permettere di sfilare e reinfilare i cavi in esso contenuti con facilità e senza che ne risultino danneggiati i cavi stessi o i tubi. Comunque, il diametro interno non dovrà essere inferiore a 16 mm. Il tracciato dei tubi protettivi dovrà consentire un andamento rettilineo orizzontale (con minima pendenza per favorire lo scarico di eventuale condensa) o verticale. Le curve dovranno essere effettuate con raccordi o con piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la sfilabilità dei cavi. Ad ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura muraria dei locali, ad ogni derivazione da linea principale a secondaria ed in ogni locale servito, la tubazione dovrà essere interrotta con cassette di derivazione.

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QUOTE DI INSTALLAZIONE

Le quote d’installazione degli apparecchi (prese a spina, comandi, quadri elettrici, citofoni, suonerie, ecc..) dovranno far riferimento alla figura a lato riportata.

Impianti nei servizi per portatori di handicap Gli impianti da realizzare nei servizi, destinati alle persone portatrici di handicap dovranno risultare conformi al DPR 24/07/96 n. 503. Nei locali per persone disabili, in cui è richiesto l’abbattimento delle barriere architettoniche, le quote d’installazione degli apparecchi (prese a spina, comandi, quadri elettrici, citofoni, suonerie, ecc..) dovranno far riferimento a quelle prescritte da D.M.236 del 14/6/89. Il Decreto Ministeriale spiega in cosa consista e come si realizzino la accessibilità e l’adattabilità degli ambienti. Relativamente alle caratteristiche elettriche viene detto che i componenti degli impianti di energia e degli impianti di segnalazione devono essere collocati in maniera da essere facilmente individuabili ed utilizzabili, anche in condizioni di scarsa visibilità e protetti dagli urti. Queste indicazioni sono congruenti con quanto richiesto dalle norme CEI64-8 e dalla guida UNI-CEI 64-50. La sola diversità importante fra norme CEI e Decreto Ministeriale consiste nel fatto che nei locali da bagno, previsti per i portatori di handicap, viene imposto l’installazione di un

campanello di allarme in prossimità della vasca e della tazza. Per quanto riguarda le prese, il D.M. impone un’altezza da terra compresa fra 45 e 115 cm. Tale altezza deve essere rispettata anche dalle prese poste su torrette affioranti dal pavimento.

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IMPIANTI ELETTRICI

Premessa

La scelta dei componenti elettrici e la loro messa in opera dovranno permettere di soddisfare le misure di protezione per la sicurezza, le prescrizioni per un funzionamento corretto per l'uso previsto dell’impianto e le prescrizioni appropriate alle influenze esterne previste. Ogni componente elettrico dovrà: • essere conforme alle prescrizioni di sicurezza delle rispettive Norme CEI che lo riguardano. • preferibilmente essere munito di marchio IMQ o di altro marchio in conformità alle norme di uno dei

paesi della Comunità Economica Europea. In assenza di marchio, di attestato o di una relazione di conformità rilasciata da un organismo autorizzato, ai sensi dell’art. 7 della legge 791/77, dovrà essere dichiarato conforme alle rispettive norme dal costruttore.

Tutti i componenti elettrici, comprese le condutture elettriche, dovranno essere disposti in modo, da facilitare la loro manovra, la loro ispezione, la loro manutenzione e l'accesso alle loro connessioni. Tali possibilità non dovranno essere ridotte in modo, significativo a causa del montaggio dei componenti elettrici in involucri od in compartimenti. Ai fini della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro (unità direzionale), l’impianto elettrico nell’attività dovrà rispettare le prescrizioni dettate dal D.M.

DM 19/09/2002: “Strutture di nuova costruzione che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero e/o in regime residenziale a ciclo continuativo e/o diurno”, dal D.M. 10/03/1998 (Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro) e dal D.L.81/08;

CRITERI DI ESECUZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI NEGLI AMBIENTI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO D’INCENDIO (NORMA CEI 64-8/7 Sez. 751) PRESCRIZIONI COMUNI DI PROTEZIONE CONTRO L’INCENDIO PER I COMPONENTI ELETTRICI I componenti elettrici devono essere limitati a quelli necessari per l'uso degli ambienti stessi, fatta eccezione per le condutture, le quali possono anche transitare. Nel sistema di vie d'uscita non devono essere installati componenti elettrici contenenti fluidi infiammabili. I condensatori ausiliari incorporati in apparecchi non sono soggetti a questa prescrizione. Negli ambienti nei quali è consentito l'accesso e la presenza del pubblico, i dispositivi di manovra, controllo e protezione, fatta eccezione per quelli destinati a facilitare l'evacuazione, devono essere posti in luogo a disposizione del personale addetto o posti entro involucri apribili con chiave o attrezzo. Tutti i componenti elettrici devono rispettare le prescrizioni contenute nella Norma CEI 64-8 Sezione 422 sia in funzionamento ordinario dell'impianto sia in situazione di guasto dell'impianto stesso, tenuto conto dei dispositivi di protezione. Questo può essere ottenuto mediante un'adeguata costruzione dei componenti dell'impianto o mediante misure di protezione addizionali da prendere durante l'installazione. Inoltre i componenti elettrici applicati in vista (a parete o a soffitto) per i quali non esistono le Norme relative, devono essere di materiale resistente alle prove previste nella tabella riportata nel Commento della Norma CEI 64-8 Sezione 422, assumendo per la prova al filo incandescente 650°C anziché 550 °C. Gli apparecchi d'illuminazione devono inoltre essere mantenuti ad adeguata distanza dagli oggetti illuminati, se questi ultimi sono combustibili, ed in particolare per i faretti e i piccoli proiettori tale distanza deve essere: - fino a 100 W: 0,5 m; - da 100 a 300 W: 0,8 m; - da 300 a 500 W: 1 m. Nota - Gli apparecchi di illuminazione con lampade ad alogeni (salvo quelli alimentati da circuiti SELV) e quelli con lampade ad alogenuri devono essere del tipo con schermo di sicurezza per la lampada e con proprio dispositivo contro le sovracorrenti. Le lampade e altre parti componenti degli apparecchi di illuminazione devono essere protette contro le prevedibili sollecitazioni meccaniche. Tali mezzi di protezione non devono essere fissati sul portalampade a meno che essi non siano parte integrante dell'apparecchio di illuminazione. I dispositivi di limitazione della temperatura in accordo con 424.1.1 del capitolo 42 della Norma CEI 64-8 devono essere provvisti di ripristino solo manuale.

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Gli involucri di apparecchi elettrotermici, quali riscaldatori, resistori, ecc., non devono raggiungere temperature più elevate di quelle relative agli apparecchi di illuminazione. Questi apparecchi devono essere per costruzione o installazione realizzati in modo da impedire qualsiasi accumulo di materiale che possa influenzare negativamente la dissipazione del calore. Comandi luce e/o punti presa - Gli apparecchi di comando e le prese a spina saranno della serie civile e verranno posti in scatole rettangolari da incasso in materiale isolante. Per quanto riguarda i comandi luce potranno essere realizzati mediante: interruttore, deviatore, commutatore, doppio interruttore, invertitore, pulsante comando relè, comando sensitivo. Punti luce - L’impianto di illuminazione sarà realizzato con punti luce: a parete e/o soffitto. Impianto di forza motrice - L’impianto di distribuzione di forza motrice sarà eseguito con punti presa a spina che saranno dotati di alveoli di protezione e saranno del tipo: 2P+T 10/16A a poli allineati con alveoli schermati.

PRESCRIZIONI AGGIUNTIVE NEI LOCALI CON DOCCIA (CEI 64-8/7 SEZ. 701) Campo di applicazione Le prescrizioni particolari della presente Sezione si applicano alle vasche da bagno, ai piatti doccia ed alle loro Zone circostanti dove il rischio relativo ai contatti elettrici è aumentato dalla riduzione della resistenza del corpo e dal contatto del corpo con il potenziale di terra. Nota - Per i locali contenenti bagni ad uso medico, possono essere necessarie prescrizioni speciali. Caratteristiche generali Classificazione delle Zone Le prescrizioni della presente Sezione sono basate sulle dimensioni di quattro Zone: Zona 0: volume interno alla vasca da bagno o al piatto doccia; Zona 1: volume delimitato dalla superficie verticale circoscritta alla vasca da bagno od al piatto doccia o, in

assenza del piatto doccia, dalla superficie verticale posta a 0,6 m dal soffione della doccia; dal pavimento; e dal piano orizzontale situato a 2,25 m al di sopra del pavimento; se, tuttavia, il fondo della vasca da bagno o del piatto doccia si trova a più di 0,15 m al di sopra del pavimento, il piano orizzontale viene situato a 2,25 m al di sopra di questo fondo;

Zona 2: volume delimitato dalla superficie verticale della Zona 1; dalla superficie verticale situata a 0,60 m dalla superficie precedente e parallela ad essa; dal pavimento; e dal piano situato a 2,25 m sopra il pavimento;

Zona 3: volume delimitato dalla superficie verticale esterna della Zona 2; dalla superficie verticale situata a 2,40 m dalla superficie precedente e parallela ad essa; dal pavimento; e dal piano situato a 2,25 m sopra il pavimento.

Le dimensioni sono misurate tenendo conto della presenza di pareti e di ripari fissi. Prescrizioni per la sicurezza Dove si utilizzano circuiti SELV, qualunque sia la tensione nominale, si deve prevedere la protezione contro i contatti diretti a mezzo di: barriere od involucri che presentino almeno il grado di protezione IPXXB, oppure un isolamento in grado di sopportare una tensione di prova di 500 V per 1 min. Collegamento equipotenziale supplementare Si deve prevedere un collegamento equipotenziale supplementare in accordo con 413.1.6.1 che colleghi tutte le masse estranee delle Zone 1, 2 e 3 con i conduttori di protezione di tutte le masse situate in queste Zone. Applicazione delle misure di protezione contro i contatti diretti ed indiretti Le misure di protezione contro i contatti diretti mediante ostacoli (Norma CEI 64-8 Art.412.3) e mediante distanziamento (Norma CEI 64-8 Art.412.4) non sono permesse. Le misure di protezione contro i contatti indiretti per mezzo di locali non conduttori (Norma CEI 64-8 Art.413.3) e per mezzo di collegamenti equipotenziali non connessi a terra (Norma CEI 64-8 Art.413.4) non sono permesse.

Scelta ed installazione dei componenti Regole comuni I componenti elettrici devono avere almeno i seguenti gradi di protezione:

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nella Zona 1: IPX4 o , nei casi in cui, nei bagni pubblici o destinati a comunità, per la pulizia sia previsto l'uso di getti d'acqua: IPX5;

nella Zona 2: IPX4 o , nei casi in cui, nei bagni pubblici o destinati a comunità, per la pulizia sia previsto l'uso di getti d'acqua: IPX5;

nella Zona 3: IPX1 o , nei casi in cui, nei bagni pubblici o destinati a comunità, per la pulizia sia previsto l'uso di getti d'acqua: IPX5.

Condutture (elettriche)

Le prescrizioni che seguono si applicano alle condutture montate in vista ed alle condutture incassate nelle pareti ad una profondità non superiore a 5 cm. Le condutture devono avere un isolamento che soddisfi le prescrizioni della Norma CEI 64-8 Art.413.2 e non devono avere alcun rivestimento metallico. Nota - Queste condutture possono venire realizzate per es. con cavi unipolari entro tubi protettivi isolanti o con cavi multipolari provvisti di guaina non metallica. Nella Zona 0 non sono ammesse condutture e nelle Zone 1 e 2 le condutture devono essere limitate a quelle necessarie per l'alimentazione degli apparecchi utilizzatori situati in tali Zone. Non sono ammesse cassette di derivazione o di giunzione nelle Zone 0, 1 e 2. Dispositivi di protezione, di sezionamento e di comando

Nella Zona 0 non devono essere installati dispositivi di protezione, di sezionamento e di comando. Nella Zona 1 non devono essere installati dispositivi di protezione, di sezionamento e di comando , con l'eccezione di interruttori di circuiti SELV alimentati a tensione non superiore a 12 V in c.a. od a 30 V in c.c., e con la sorgente di sicurezza installata al di fuori delle Zone 0, 1 e 2. Nella Zona 2 non devono essere installati dispositivi di protezione, di sezionamento e di comando, con l'eccezione di: interruttori di circuiti SELV alimentati a tensione non superiore a 12 V in c.a. od a 30 V in c.c. e con la

sorgente di sicurezza installata al di fuori delle Zone 0, 1 e 2; e di prese a spina, alimentate da trasformatori di isolamento di Classe II di bassa potenza incorporati nelle

stesse prese a spina, previste per alimentare rasoi elettrici. Nella Zona 3 prese a spina, interruttori ed altri apparecchi di comando sono permessi solo se la protezione è ottenuta mediante: separazione elettrica (Norma CEI 64-8 Art.413.5), individualmente, o SELV (Norma CEI 64-8 Art.411.1); o Interruzione automatica dell'alimentazione, usando un interruttore differenziale avente corrente

differenziale nominale non superiore a 30 mA. Nota - Nelle Zone 1, 2 e 3 sono ammessi tiranti isolanti per azionare interruttori, e pulsanti, del tipo con azionamento a mezzo di tiranti, a condizione che tali interruttori soddisfino le prescrizioni (allo studio) della Norma CEI 23-9.

Altri componenti elettrici Nella Zona 0 non si possono installare apparecchi utilizzatori. Le prescrizioni che seguono non si applicano agli apparecchi utilizzatori alimentati con SELV. Nella Zona 1 si possono installare solo scaldacqua. Nella Zona 2 si possono installare solo: Scaldacqua; apparecchi di illuminazione di Classe I, apparecchi di riscaldamento di Classe I ed unità di Classe I per

vasche da bagno per idromassaggi che soddisfino le relative Norme, previste per generare per es. aria compressa per vasche da bagno per idromassaggi, a condizione che i loro circuiti di alimentazione siano protetti per mezzo di interruzione automatica dell'alimentazione usando un interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA;

apparecchi di illuminazione di Classe II, apparecchi di riscaldamento di Classe II ed unità di Classe II per vasche da bagno per idromassaggi che soddisfino le relative Norme, previste per generare per es. aria compressa per vasche da bagno per idromassaggi.

Unità per vasche da bagno per idromassaggi che soddisfino le relative Norme, previste per generare per es. aria compressa per vasche da bagno per idromassaggi, possono tuttavia venire installate nella parte della

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Zona 1 che si trova sotto la vasca da bagno, a condizione che siano soddisfatte le prescrizioni relative ai collegamenti equipotenziali supplementari e che tale Zona situata al di sotto della vasca da bagno sia accessibile solo con l'aiuto di un attrezzo. Nelle Zone 1, 2, 3 possono essere installati elementi riscaldanti annegati nel pavimento e previsti per riscaldare il locale, purché siano ricoperti da una griglia metallica messa a terra o da uno schermo metallico messo a terra e collegato al collegamento equipotenziale supplementare.

ILLUMINAZIONE AMBIENTI NEI LUOGHI DI LAVORO

Il numero di apparecchi installati in ogni reparto e la loro ubicazione dovrà essere tale da soddisfare i parametri indicati dalla norma UNI EN 12464-1 che garantisce un’illuminazione dei luoghi di lavoro “adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere di lavoratori”, così come richiesto dal DLgs 81/08 art. 33, comma 8.

ILLUMINAZIONE DI INTERNI CON LUCE ARTIFICIALE UNI EN 12464

ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA

Il D.Lgs. 81/01 richiede nei luoghi di lavoro l’impianto di illuminazione di sicurezza; l’illuminamento realizzato in fase progettuale rispecchierà quanto previsto nella relazione relativa nella pratica antincendio presentata ai Vigili del Fuoco secondo il DM 19/09/2002, ovvero:

• l'alimentazione di sicurezza dovrà intervenire automaticamente alla mancanza di tensione ad interruzione breve (<0,5 sec);

• il dispositivo di carica della centrale (o degli accumulatori) dovrà essere di tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore;

• l'autonomia dell'alimentazione di sicurezza dovrà consentire lo svolgimento in sicurezza del soccorso e dello spegnimento per il tempo necessario, con un minimo 1 ora;

• dovrà assicurare un livello di illuminazione, non inferiore a 5 lux ad 1 m di altezza dal piano di calpestio, lungo le vie di uscita; nelle altre aree si farà riferimento alla norma UNI EN 1838;

L’impianto di illuminazione di emergenza sarà del tipo ad alimentazione centralizzata indipendente da quella ordinaria tramite un gruppo soccorritore, ubicato nel vano tecnico al piano terra. L’alimentazione dell’impianto di sicurezza dovrà potersi inserire anche con comando a mano posto in posizione conosciuta dal personale.

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Gli apparecchi di illuminazione di emergenza dovranno adattarsi al tipo di alimentazione che sarà in corrente alternata con tensione nominale di 230Vac. Nessun’altra apparecchiatura potrà essere collegata all’impianto elettrico di sicurezza. Le vie di esodo e le uscite dovranno essere ben segnalate, questo sarà realizzato attraverso una serie di segnali di sicurezza; è fondamentale che la via di fuga ottimale sia inequivocabilmente segnalata, permettendo veloci e sicure evacuazioni degli ambienti e degli edifici. Le norme europee hanno stabilito che il formato sia composto da pittogrammi che presentano una segnalazione formata da disegni di colore bianco su di un fondo verde (il cosiddetto “uomo che corre”). Questi disegni fanno riferimento, per il loro formato, alle norme UNI 7546 ed alle direttive CEE 92/58 introdotte il 24 giugno 1992. Il formato più utilizzato è mostrato qui sotto.

Nei disegni sono riportate le uscite di sicurezza e le vie d’esodo per l’evacuazione delle persone in caso di pericolo.

SORGENTE La sorgente per l’alimentazione dell’impianto di illuminazione di emergenza sarà costituita da un gruppo soccorritore UPS in corrente alternata, rispondenti alle norme di prodotto CEI EN 50171 “Sistemi di alimentazione centralizzata”, avente le seguenti caratteristiche: (a) forma d’onda in uscita del tipo sinusoidale; (b) tempo di intervento ≤ 0,5s (0,1s); (c) tensione di uscita in emergenza: 230V ± 1%; (d) tempo di ricarica delle batterie: 12h; (e) potenza nominale: / kVA (vedi elaborati grafici); (f) batterie ermetiche senza manutenzione a ricombinazione di gas; (g) dotato di contatto normalmente chiuso per arresto di emergenza EPO (Emergency power Off) per lo

spegnimento. Per l’installazione bisognerà seguire quanto indicato dal manuale di istruzioni fornito dal costruttore. In uscita da ciascun gruppo sarà installato un “quadro divisore di linee” per la suddivisione dell’impianto in due o più circuiti distinti. All’esterno del fabbricato in prossimità del pulsante generale di sgancio esistente, dovrà essere installato e opportunamente segnalato il pulsante di inibizione (in cassetta stagna con vetro a rompere) del gruppo soccorritore avente funzione di comando di emergenza.

LINEE DI DISTRIBUZIONE E APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE I circuiti di sicurezza dovranno essere indipendenti da quelli ordinari ciò comporterà la posa di cavi in tubi distinti. La separazione dei circuiti dovrà essere assicurata anche nelle cassette di derivazione. La distribuzione delle linee dorsali sarà realizzata con cavi resistenti al fuoco del tipo FTG10OM1. Gli apparecchi per l’illuminazione di emergenza saranno installati a parete o a soffitto e posti: lungo le vie di esodo (corridoi, ingresso, scale esterne antincendio); in prossimità delle uscite di sicurezza; all’interno degli uffici in prossimità dell’uscita; e nel luogo sicuro all’esterno dell’edificio in corrispondenza delle uscite. Negli elaborati grafici allegati sono riportati la suddivisione in zone e i carichi.

VERIFICHE

Una volta realizzato l’impianto occorrerà verificare attraverso appropriati strumenti se si rispettano i requisiti normativi o legislativi, poiché vengono richiesti, per ogni ambiente, determinati livelli di illuminamento al suolo o ad 1 metro dal suolo. Per la segnalazione delle vie di esodo dovrà essere verificata la distanza di visibilità (m) e la leggibilità dei

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segnali di sicurezza. MANUTENZIONE

Per quanto riguarda la manutenzione le indicazioni più recenti vengono dalla norma EN 50172 “Sistemi di

illuminazione di sicurezza”, che ha stabilito una serie di procedure da seguire per mantenere in efficienza l’impianto di illuminazione di sicurezza. Per prima cosa la norma prescrive l’utilizzo di un registro per i controlli periodici (Log Book), in cui siano annotate le verifiche di routine, i risultati dei test, i difetti ed eventuali altre alterazioni dell’impianto oltre ad ogni intervento di manutenzione. Il registro dovrà essere mantenuto aggiornato a cura di una persona designata dal proprietario e dovrà essere sempre disponibile per le persone autorizzate alle ispezioni. Un analogo registro è richiesto anche all’articolo 5 del D.M. 10 marzo 1998 “Criteri generali di sicurezza

antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro”, ma anche dalla serie di circolari e decreti ministeriali relativi alla prevenzione incendi che sono indicati a seguire. Il registro dovrà contenere come minimo le seguenti informazioni: - data di messa in funzione dell’impianto di illuminazione di emergenza, compresa la documentazione tecnica relativa al progetto originale ed alle eventuali modifiche dello stesso; - data e breve descrizione di ogni servizio, ispezione o test; - data e tipo di verifica periodica ed intervento effettuato (mese/anno nel formato mm/aa); - data e breve descrizione dei difetti riscontrati e dell’azione correttiva effettuata; - data e breve descrizione di ogni alterazione dell’impianto di illuminazione di emergenza; - quando è presente un sistema di controllo automatico devono essere descritte le caratteristiche. NB: l’esito stampato del sistema di controllo automatico, quando presente, è considerato sufficiente a sostituire i dati del registro. Altre informazioni che assumono importanza rilevante nella compilazione del registro possono essere: - dati relativi ad altre registrazioni di sicurezza, come ad esempio sistemi di allarme; - data e tipo di manutenzione periodica o revisione effettuata; - numero di matricola o altri estremi di identificazione del dispositivo di sicurezza; - ragione sociale e indirizzo completo e altri estremi di identificazione del manutentore; - firma leggibile del manutentore. Una sintesi delle procedure fondamentali indicate dalla norma per effettuare le operazioni in sicurezza e mantenere efficiente l’impianto sono invece: 1. tutte le operazioni di controllo dell’impianto, con particolare attenzione alla verifica dell’autonomia, devono avvenire possibilmente in periodi di basso rischio e che permettano la successiva ricarica delle batterie, al fine di evitare che un black-out ravvicinato non generi situazioni di rischio; 2. Verificare giornalmente gli indicatori di corretta alimentazione delle sorgenti di energia e di ogni circuito di inibizione se presente; 3. Ogni mese (preferibilmente ogni settimana) effettuare un test funzionale dell’impianto, simulando una mancanza di alimentazione ordinaria per un tempo sufficiente a verificare la corretta accensione degli apparecchi di illuminazione e segnalazione. La durata del test non deve limitare in modo importante l’autonomia degli apparecchi provati ma deve consentire di verificare che gli apparecchi siano presenti, puliti e che funzionino correttamente; 4. Eseguire almeno annualmente (preferibilmente ogni sei mesi) un test di autonomia di ogni apparecchio di illuminazione e segnalazione, simulando la mancanza di alimentazione ordinaria per un tempo sufficiente; le caratteristiche del test devono rispettare per quanto possibile le note prescritto al punto 3. NB: se si utilizza un sistema di controllo automatico i risultati del test di autonomia devono essere registrati.

ILLUMINAZIONE ESTERNA

L’illuminazione esterna all’edificio dovrà essere realizzata secondo la nuova legge della regione Veneto n.17 del 7 agosto 2009: “Nuove norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell’illuminazione per esterni e per la tutela dell’ambiente e dell’attività svolta dagli osservatori astronomici”.

Regolamentazione delle sorgenti di luce e dell'utilizzazione di energia elettrica da illuminazione esterna

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Per gli impianti di illuminazione esterna, pubblica e privata, per i quali, alla data di entrata in vigore della presente legge, il progetto sia stato approvato o che siano in fase di realizzazione, è prevista la sola predisposizione di sistemi che garantiscano la non dispersione della luce verso l'alto. Si considerano conformi ai principi di contenimento dell'inquinamento luminoso e del consumo energetico gli impianti che rispondono ai seguenti requisiti: a) sono costituiti di apparecchi illuminanti aventi un'intensità luminosa massima compresa fra 0 e 0.49

candele (cd) per 1.000 lumen di flusso luminoso totale emesso a novanta gradi ed oltre; b) sono equipaggiati di lampade ad avanzata tecnologia ed elevata efficienza luminosa. È consentito

l'impiego di lampade con indice di resa cromatica superiore a Ra=65, ed efficienza comunque non inferiore ai 90 lm/w esclusivamente per l'illuminazione di monumenti, edifici, aree di aggregazione e zone pedonalizzate dei centri storici. I nuovi apparecchi d'illuminazione a led possono essere impiegati anche in ambito stradale, a condizione siano conformi alle disposizioni di cui al comma 2 lettere a) e c) e l'efficienza delle sorgenti sia maggiore di 90lm/W;

c) sono realizzati in modo che le superfici illuminate non superino il livello minimo di luminanza media mantenuta o di illuminamento medio mantenuto previsto dalle norme di sicurezza specifiche; in assenza di norme di sicurezza specifiche la luminanza media sulle superfici non deve superare 1cd/mq;

d) sono provvisti di appositi dispositivi che abbassano i costi energetici e manutentivi, agiscono puntualmente su ciascuna lampada o in generale sull'intero impianto e riducono il flusso luminoso in misura superiore al trenta per cento rispetto al pieno regime di operatività, entro le ore ventiquattro. La riduzione di luminanza, in funzione dei livelli di traffico, è obbligatoria per i nuovi impianti d'illuminazione stradale.

…………… ……………

4.3.5 Illuminazione degli edifici

Le modalità di illuminazione degli edifici devono essere conformi ai requisiti di cui al comma 2, lettera a), con spegnimento o riduzione della potenza d'illuminazione pari ad almeno il trenta per cento, entro le ventiquattro ore. Qualora l'illuminazione di edifici di interesse storico, architettonico o monumentale non sia tecnicamente realizzabile secondo i requisiti di cui al comma 2, lettera a), è ammesso il ricorso a sistemi d'illuminazione dal basso verso l'alto, con una luminanza media mantenuta massima sulla superficie da illuminare pari a 1 cd/m2 o ad un illuminamento medio fino a 15 lux. In tal caso i fasci di luce devono comunque essere contenuti all'interno della sagoma dell'edificio e, qualora la sagoma sia irregolare, il flusso diretto verso l'alto non intercettato dalla struttura non deve superare il dieci per cento del flusso nominale che fuoriesce dall'impianto di illuminazione.

4.3.6 Impianti esistenti

Per gli impianti di illuminazione esistenti alla data d'entrata in vigore della presente legge e non rispondenti ai requisiti di cui al presente articolo, fatte salve le norme vigenti in materia di sicurezza, è disposta la modifica dell'inclinazione degli apparecchi secondo angoli prossimi all'orizzonte, con inserimento di schermi paraluce atti a limitare l'emissione luminosa oltre i novanta gradi.

4.3.7 Efficienza

Ai fini dell'alta efficienza degli impianti si osservano le seguenti prescrizioni: a) impiegare, a parità di luminanza, apparecchi che conseguano impegni ridotti di potenza elettrica,

condizioni massime di interasse dei punti luce e che minimizzino costi e interventi di manutenzione nell'illuminazione pubblica e privata per esterni. In particolare per i nuovi impianti di illuminazione stradale è fatto obbligo di utilizzare apparecchi con rendimento superiore al sessanta per cento, intendendosi per rendimento il rapporto fra il flusso luminoso che fuoriesce dall'apparecchio e quello emesso dalla sorgente interna allo stesso. Gli impianti di illuminazione stradale devono altresì garantire un rapporto fra interdistanza e altezza delle sorgenti luminose non inferiore al valore di 3,7; sono consentite soluzioni alternative solo in presenza di ostacoli, fisici o arborei, o in quanto funzionali alla certificata e documentata migliore efficienza generale dell'impianto; soluzioni con apparecchi lungo

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entrambi i lati della strada sono consentite nei casi in cui le luminanze di progetto debbano essere superiori a 1.5cd/m2 o per carreggiate con larghezza superiore ai 9 metri;

b) massimizzazione della frazione del flusso luminoso emesso dall'impianto, in ragione dell'effettiva incidenza sulla superficie da illuminare. La progettazione degli impianti di illuminazione esterna notturna deve essere tale da contenere al massimo la luce intrusiva all'interno delle abitazioni e di ogni ambiente adiacente l'impianto.

IMPIANTI ALL’APERTO Per gli impianti di illuminazione situati all’esterno dovranno essere rispettate le prescrizioni della norma CEI 64-8/7 Sez. 714. Gli impianti di illuminazione saranno realizzati con punti luminosi applicati alle pareti. I relativi comandi saranno centralizzati e generalmente comandati mediante interruttori crepuscolari od interruttori orari. Si consiglia di alimentare gli impianti all’aperto con un proprio circuito e di installare componenti elettrici aventi un grado di protezione almeno IP43.

RESISTENZE DI ISOLAMENTO VERSO TERRA IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE SOGGETTI ALLA NORMA CEI 64-8/714 - Per tutte le parti dell’impianto poste a valle dell’ultimo interruttore automatico, la resistenza di isolamento verso terra e fra i conduttori apparenti a fasi o polarità diverse non deve essere inferiore a: * 25,0 [MΩ] per gli impianti di gruppo 0

* NL +

2 MΩ per gli impianti di gruppo 1; dove:

L: lunghezza complessiva delle linee di alimentazione in km (si assume il valore 1 per lunghezze inferiori a 1km);

N: numero degli apparecchi di illuminazione presenti nel sistema elettrico.

IMPIANTO DI RIVELAZIONE AUTOMATICA E MANUALE DI INCENDIO

L’attività dovrà essere munita di un sistema di allarme in grado di assicurare che le persone presenti siano avvisate di un principio di incendio prima che esso minacci la loro incolumità. L’allarme dovrà dare avvio alla procedura per l’evacuazione del luogo di lavoro nonché l’attivazione delle procedure d’intervento. Il sistema di allarme sarà costituito da strumenti sonori ad azionamento manuale, udibili in tutto il luogo di lavoro. Il percorso per poter raggiungere una di tali attrezzature non deve essere superiore a 30m. Il percorso massimo per attivare un dispositivo di allarme manuale non dovrà superare i 30m. Normalmente i pulsanti di allarme dovranno essere posizionati negli stessi punti su tutti i piani e vicini alle uscite di piano, così che possano essere utilizzati dalle persone durante l’esodo. Inoltre il sistema, nel caso in cui venga attivato, ovvero venga azionato un pulsante di allarme o intervenga

un rivelatore, dovrà inviare una chiamata automatica ai responsabili tramite un combinatore telefonico;

Allo scopo sarà utilizzata una piccola centrale rivelazione fumi del tipo analogico conforme alla norma EN

54 “Componenti per sistemi fissi automatici di rivelazione incendi”.

L’impianto, realizzato secondo UNI 9795 ed. Ottobre 2013 "Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione manuale di incendio", sarà essenzialmente costituito da:

• centrale/i di rivelazione; • rivelatori ottici puntiformi termovelocimetrici;

• rivelatori ottici puntiformi di fumo; • pulsanti manuali di segnalazione incendi;

• avvisatori ottico/acustici; • attuatori

• cavi di interconnessione.

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Tipologia dell’impianto L’Impianto di rivelazione incendi sarà del tipo analogico ad un loop. In questi impianti dalla centrale di controllo partirà una linea bifilare ad anello alla quale possono essere collegati massimo 99+99 apparecchi rivelatori e moduli / pulsanti.

Ambienti da monitorare Il numero e la tipologia delle aree sorvegliate vanno determinati sulla base del documento di valutazione di rischio incendio. Le aree sorvegliate devono essere interamente tenute sotto controllo dal sistema di rivelazione. All'interno di un'area sorvegliata devono essere dotati di impianto di rivelazione anche i seguenti ambienti: • locali tecnici e vani corsa di ascensori ed elevatori • cortili interni coperti • cunicoli, cavedi e passerelle per cavi elettrici • condotti di condizionamento dell'aria • condotte di ventilazione • spazi nascosti entro controsoffitti e pavimenti flottanti.

Alimentatore L'alimentatore per l’alimentazione supplementare dovrà risultare conforme alla norma EN 54 parte 4. Conterrà adatte protezioni contro le sovratensioni per evitare malfunzionamenti o danneggiamenti dovuti a sbalzi di tensione, dovrà essere dotato di una batteria di emergenza, dimensionata per garantire l'alimentazione per 24ore. Dopo questo lasso di tempo dovrà essere mantenuta una condizione d'allarme per almeno 30 minuti. La modalità di ricarica della batteria dovrà essere programmabile in modo da adattarsi alle curve di ricarica indicate dal produttore della batteria. Le interruzioni della tensione di rete di durata inferiore ad un periodo predefinito non attiveranno alcuna indicazione di allarme ottica od acustica sul terminale di comando. In caso d'interruzione della tensione di rete, l'alimentatore commuterà automaticamente sull'alimentazione da batteria, mantenendo il sistema totalmente operativo. Al ripristino della tensione di rete, l'alimentatore commuterà automaticamente in modalità di funzionamento normale senza la necessità di alcun intervento esterno.

Verifiche periodiche Gli impianti di rivelazione incendi devono essere adeguatamente mantenuti e sottoposti a verifiche periodiche da parte di tecnici competenti per accertarne lo stato di efficienza e funzionalità. Sono richieste almeno due ispezioni all'anno, con un intervallo minimo di almeno cinque mesi. I controlli e gli interventi di manutenzione effettuati devono essere riportati su un apposito registro. Le modalità di esecuzione delle attività manutentive sono riportate sulla norma UNI 11224 "Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi".

IMPIANTO DI TERRA

L’impianto di terra è esistente e finalizzato al collegamento alla stessa terra di tutte le parti metalliche conduttrici e accessibili dell’impianto elettrico (collegamento o messa a terra di protezione). La messa a terra di protezione, coordinata con un adeguato dispositivo di protezione, ad esempio il relè differenziale, realizza il metodo di “protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione” che è il metodo correntemente utilizzato contro i contatti indiretti. Scopo dell’impianto di terra, negli impianti utilizzatori alimentati in bassa tensione, è di convogliare verso terra la corrente di guasto, provocando l’intervento del dispositivo di protezione che provvede all’automatica interruzione della corrente di guasto, evitando il permanere di tensioni pericolose sulle masse.

Elementi costitutivi l’impianto di terra

L’impianto di terra, la cui struttura schematica è quella rappresentata in Figura 8.1, è costituito dai seguenti elementi: • dispersori • conduttori di terra • collettori (o nodi) principali di terra

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• conduttori di protezione • conduttori equipotenziali principali e supplementari.

Dovranno essere eseguiti:

Conduttori equipotenziali

Per i conduttori equipotenziali principali e supplementari le sezioni minime stabilite dagli articoli 547.1.1 e 547.1.2 della norma CEI 64-8 sono riassunte nella Tab. 8.4.

Tab. 8.4 - Sezioni minime convenzionali dei conduttori equipotenziali

MISURE DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI E INDIRETTI La protezione dai contatti diretti dovrà essere assicurata mediante: * isolamento delle parti attive:

a) tutte le parti attive devono essere completamente ricoperte con isolamento;

b) l’isolamento può essere rimosso solo mediante distruzione dello stesso;

c) l’isolamento dei componenti elettrici costruiti in fabbrica deve soddisfare alle norme. * interruttori differenziali con corrente differenziale nominale d’intervento non superiore a 30 mA; questi

sono considerati. per i contatti diretti, come protezione addizionale in caso di insuccesso delle altre misure di protezione;

* involucri o barriere; * ostacoli (officine elettriche); * distanziamento. Per la protezione dai contatti indiretti dovrà essere assicurato il coordinamento tra interruttore differenziale e impianto di terra per soddisfare la condizione:

Ra × Ia ≤ 50; dove: Ra è la somma delle resistenze del dispersore e dei conduttori di protezione delle masse, in ohm; Ia è la corrente che provoca il funzionamento automatico del dispositivo di protezione, in ampere.