comune di sanremo sollevamento acque reflue pian di … delle pompe esistenti non cambierà in modo...
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COMUNE DI SANREMO SOLLEVAMENTO ACQUE REFLUE "PIAN DI NAVE"
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Sommario 1 Premessa .................................................................................................................................................... 2
2 Verifiche in moto stazionario ..................................................................................................................... 2
2.1 Metodologia e dati di base ................................................................................................................. 2 2.2 Interventi in progetto: verifica dei punti di funzionamento .................................................................... 7 2.3 Interventi in previsione: verifica dei punti di funzionamento ................................................................. 9
3 Verifiche in moto vario ............................................................................................................................. 10
3.1 Metodologia e dati di base ............................................................................................................... 10 3.2 Interventi in progetto: 1 pompa AFP4003 in funzione ......................................................................... 13 3.3 Interventi in progetto: 2 pompe AFP4003 in funzione ......................................................................... 14
4 Altre verifiche ........................................................................................................................................... 15
4.1 Verifica del volume della camera di aspirazione .................................................................................. 15 4.2 Verifica dello spessore minimo dovuto alla pressione interna ............................................................... 16
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1 Premessa La relazione idraulica è parte integrante del progetto esecutivo relativo alla rifunzionalizzazione della
stazione di sollevamento Pian di Nave di Sanremo.
Le analisi qui riportate interessano le opere in progetto ed in previsione necessarie ad una completa
riabilitazione dell’impianto di pompaggio in oggetto. Alcune verifiche sono estese ad opere in previsione
perché interessano impianti comuni che sono disposti in opera con gli interventi di progetto (es. collettore
di mandata, pompe).
Gli interventi previsti sono i seguenti:
Pulizia vasche, svuotamento e smaltimento rifiuti a discarica
Nuovo piping in acciaio zincato con nuova collocazione delle pompe esistenti e fornitura slitte per la
loro manutenzione (estrazione dell’albero)
Fornitura e posa pompe pilota orizzontali con slitte per manutenzione motori
Adattamenti opere elettriche, quadri elettrici ed inverter, automazione
Sistema di estrazione delle sabbie
2 Verifiche in moto stazionario
Nel seguito si riportano i principali aspetti metodologici relativi alla verifica del sistema. La ricollocazione
delle pompe esistenti non cambierà in modo sostanziale le caratteristiche dell'impianto in termini di
portata sollevabile e rendimento. La posa in configurazione ad asse orizzontale permetterà l'esercizio con
un regime di accensioni e spegnimenti razionale e compatibile con la frequenza ottimale di azionamento
dei motori.
2.1 Metodologia e dati di base Lo studio del corretto funzionamento dell’insieme costituito dalla stazione di sollevamento e dalla sua
relativa condotta di mandata viene sviluppato costruendo le curve caratteristiche dell’impianto e
determinandone il punto di intersezione con le curve caratteristiche del sistema di pompaggio. In seguito si
definiscono le ipotesi ed il procedimento di calcolo seguito, rimandando alla restante documentazione di
progetto per ciò che riguarda i dimensionamenti elettromeccanici delle apparecchiature delle quali è
prevista l'installazione.
La curva caratteristica dell’impianto definisce il valore della prevalenza che deve essere fornita dal gruppo
di pompaggio al variare della portata circolante. Tale valore viene determinato con l’espressione:
Il contributo dato dalla differenza di quota tra i serbatoio di valle e di monte è dato da .
Le perdite di carico in condotta sono indicate come somma di perdite distribuite e concentrate
.
Le perdite distribuite sono valutate facendo riferimento all’espressione di Darcy-Weisback:
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V
DJLH distr
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con fattore si scabrezza λ espresso secondo la nota formula di Colebrook-White:
Le scabrezze ε considerate sono pari a:
0.2 mm per le tubazioni in acciaio
0.02mm per le tubazioni in PE
Tali valori definiscono condizioni di esercizio normali per condotte nuove o ben manutenute ed in buone
condizioni. Tale assunzione permette di ricavare le massime portate circolanti, con enfatizzazione di tutte le
problematiche in moto stazionario (sovra potenza) ed in moto vario connesse. Per tale ragione, a maggior
sicurezza, si è considerato ragionevole l'assunzione di tali parametri anche per condotte già in esercizio.
Le perdite di carico concentrate, talvolta trascurate nel calcolo delle lunghe condotte, sono state valutate
con l’espressione:
g
VkH conc
2
2
I coefficienti di perdita di carico concentrata k adottati nei calcoli sono riportati in tabella:
ing
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coefficienti di perdita di carico k 0.5 1.0 0.1 0.2 0.2 1.2 1.7 0.6 0.1 1.1 0.1
La curva caratteristica dell'impianto, curva che lega la portata circolante alla prevalenza necessaria perché
ciò avvenga, viene rappresentata in un diagramma prevalenza / portata assieme alla corrispondente curva
caratteristica del gruppo di pompaggio. Questa mostra le portate in relazione al carico che può essere loro
attribuito dal gruppo di sollevamento in questione. L'intersezione tra le curve individua il punto di
funzionamento dell'impianto.
La figura seguente riporta un esempio dell'area dei possibili punti di lavoro.
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Le tubazioni di mandata esistenti sono costituite da:
condotta in acciaio DN800, spessore ipotizzato 6.3mm, lunghezza L=1976m
condotta in PE DE710 PN6.3, spessore 27mm, lunghezza L=3533m
Allo stato attuale sono installate n° 3 pompe mod. ABS AFP 4003 con motore di potenza pari a 300kW e
caratteristiche secondo le curve di figura. La frequenza attuale di funzionamento è pari a 48Hz (curva
rossa).
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Le pompe pilota di previsione, per quanto non installate negli interventi correnti ma unicamente oggetto di
predisposizione, saranno definite da una curva analoga a quella di figura seguente: sono rappresentate le
curve a frequenza nominale (50Hz) e ridotta (39.84Hz) caratteristiche di ciascuna pompa di potenza 90kW.
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La condotta di mandata presenta due punti di immissione di portata localizzati aventi le seguenti
caratteristiche:
premente San Martino: pk 1.976 portata: 100l/s - 200l/s
premente Tre Ponti: pk 3.429 portata: 70l/s - 80l/s
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La vasca di aspirazione delle pompe presenta una variabilità di livello compresa entro le due quote:
massimo riempimento: +0.10m slm
minimo riempimento: -1.60m slm
Le verifiche sono state condotte nell'ipotesi di un riempimento medio della vasca, assumendo un livello pari
a -0.75m slm.
La condotta di mandata alimenta la vasca di carico del depuratore Capo Verde, con un livello idrico assunto
pari a 10.50m slm.
Il riassetto della stazione permetterà in progetto la ricollocazione di n°2 pompe tipo AFP 4003 esistenti e,
in previsione, la nuova posa di n° 2 pompe pilota.
Lo schema di funzionamento previsto vede in funzione, al completamento delle opere, 1 pompa tipo AFP
4003 ed 1 pompa pilota, per una portata sollevata massima dell'ordine di 750l/s. In tal modo si disporrà di
una completa ridondanza delle macchine
La possibilità di esercizio con n°2 pompe tipo AFP 4003 in contemporanea, pur tecnicamente compatibile
con il dimensionamento dell'impianto, non è al momento previsto in ragione della non disponibilità da
parte del depuratore di accogliere la portata derivante dal funzionamento contemporaneo.
In considerazione del fatto che tale possibilità di esercizio contemporaneo costituisce comunque uno
scenario teoricamente ammissibile in futuro, si ritiene utile e significativo assumere tale condizione come
riferimento per alcune verifiche, quale ad esempio quella di dimensionamento del volume della camera di
aspirazione.
2.2 Interventi in progetto: verifica dei punti di funzionamento
Caso 1: nessuna immissione lungo la condotta di mandata
La figura seguente mostra le curve caratteristiche delle pompe e dell'impianto calcolate sulla base delle
ipotesi riportate ai paragrafi precedenti: con tratto continuo sono rappresentate le curve pompe
supportate dal motore installato, con linea tratteggiata quelle che necessitano di una potenza superiore e
non sono dunque disponibili. Le curve impianto per una e due pompe in funzione sono calcolate in assenza
di immissioni lungo la condotta di mandata.
La verifica dei punti di funzionamento alla messa in servizio delle opere in progetto mostra quindi le
condizioni possibili riportate nel seguito:
1 pompa tipo AFP 4003 a 50Hz: funzionamento non possibile
1 pompa tipo AFP 4003 a 48Hz: Q=710l/s @ 30m
2 pompe tipo AFP 4003 a 50Hz: Q=960l/s @ 47m
2 pompe tipo AFP 4003 a 48Hz: Q=920l/s @ 44m
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Caso 2: immissioni lungo la condotta di mandata a piena portata
Le curve impianto per una e due pompe in funzione sono calcolate considerando le seguenti immissioni:
1 pompa: immissione premente San Martino: portata: 100l/s
premente Tre Ponti: portata: 70l/s
2 pompa: immissione premente San Martino: portata: 200l/s
premente Tre Ponti: portata: 80l/s
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La verifica dei punti di funzionamento alla messa in servizio delle opere in progetto mostra quindi le
condizioni possibili riportate nel seguito:
1 pompa tipo AFP 4003 a 50Hz: funzionamento non possibile
1 pompa tipo AFP 4003 a 48Hz: Q=640l/s @ 34m
2 pompe tipo AFP 4003 a 50Hz: Q=830l/s @ 50m
2 pompe tipo AFP 4003 a 48Hz: Q=780l/s @ 47m
2.3 Interventi in previsione: verifica dei punti di funzionamento Si considera la possibilità di funzionamento delle due pompe pilota, da sole o in combinazione con 1 pompa
tipo AFP 4003. Le casistiche esaminate anche in questo caso sono differenziate a seconda che sulla
mandata siano presenti o meno le immissioni puntuali segnalate in precedenza. Per semplificare la lettura
dei risultati, senza un'apprezzabile perdita di informazioni, è rappresentata la sola curva caratteristica
dell'impianto con 2 pompe in funzione.
Caso 1: nessuna immissione lungo la condotta di mandata
La verifica dei punti di funzionamento alla messa in servizio delle opere in progetto mostra quindi le
condizioni possibili riportate nel seguito:
1 pompa pilota tipo XFP250M-CH2 a 50Hz: funzionamento non possibile
1 pompa pilota tipo XFP250M-CH2 a 39.8Hz: 230l/s @ 13m
2 pompe pilota tipo XFP250M-CH2 a 50Hz: 550l/s @ 22m
2 pompe pilota tipo XFP250M-CH2 a 39.8Hz: 400l/s @ 16m
1 pompa tipo AFP 4003 a 48Hz + XFP250M-CH2 a 50Hz: Q=780l/s @ 30m
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Caso 2: immissioni lungo la condotta di mandata a piena portata
La verifica dei punti di funzionamento alla messa in servizio delle opere in progetto mostra quindi le
condizioni possibili riportate nel seguito:
1 pompa pilota tipo XFP250M-CH2 a 50Hz: funzionamento ai limiti della curva, non raccomandato
1 pompa pilota tipo XFP250M-CH2 a 39.8Hz: 200l/s @ 16m
2 pompe pilota tipo XFP250M-CH2 a 50Hz: 480l/s @ 28m
2 pompe pilota tipo XFP250M-CH2 a 39.8Hz: 310l/s @ 20m
1 pompa tipo AFP 4003 a 48Hz + XFP250M-CH2 a 50Hz: Q=670l/s @ 39m
3 Verifiche in moto vario Le problematiche di moto vario costituiscono un aspetto di massima importanza per la verifica strutturale
delle tubazioni. La verifica dell’impianto in progetto deve essere condotta con giusta attenzione per il
complesso costituito da stazione di pompaggio-condotta di mandata.
3.1 Metodologia e dati di base I problemi di moto vario sono generalmente riconducibili a manovre di avviamento od arresto delle pompe,
siano esse volontarie o involontarie (guasto elettrico che comporti interruzione dell’alimentazione).
Generalmente, durante le manovre ordinarie, una corretta gestione delle macchine può minimizzare gli
effetti degli attacchi e stacchi, specialmente nel caso di più unità installate in parallelo.
In occasione di una brusca variazione di portata e pressione in condotta, infatti, si innescano delle
oscillazioni di carico che possono indurre eccessive sollecitazioni nelle tubazioni o condizioni operative
inaccettabili, ove non siano previsti opportuni sistemi di smorzamento (ad esempio le casse d’aria).
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Alcuni possibili scenari critici sono riconducibili alle seguenti situazioni:
avviamento delle pompe;
arresto volontario delle pompe;
interruzione inaspettata dell’alimentazione elettrica e conseguente arresto delle pompe;
manovra di chiusura inaspettata di valvole di sezionamento.
Il brusco arresto dell’alimentazione elettrica è la situazione usualmente più impegnativa e temuta in
impianti di sollevamento analoghi a quello in esame.
Il fenomeno di colpo d’ariete induce delle variazioni di pressione il cui valore massimo può essere calcolato
con la nota espressione di Allievi:
nella quale si ha:
: celerità di propagazione dell’onda (m/s)
: velocità del fluido in condotta (m/s)
: accelerazione di gravità (m/s2)
La celerità di propagazione dell’onda è definita dall’espressione:
nella quale si ha:
: comprimibilità del fluido (N/m2)
: densità del fluido (kg/m3)
: diametro interno del tubo (m)
: modulo elastico del tubo (N/m2)
: spessore della parete del tubo (m)
Nel caso in esame sono stati considerati valori di celerità calcolati in funzione dei diametri seguenti
- DN 800 in acciaio: c=1113m/s
- DE700 PE: c=300m/s
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Concorrono alla formazione del fenomeno di transitorio sia le condizioni iniziali (velocità iniziale), sia le
caratteristiche del fluido (comprimibilità, densità), sia quelle della tubazione (diametro, modulo elastico,
spessore della parete).
Il valore ΔH così calcolato è rappresentativo della variazione di pressione conseguente ad una manovra
istantanea, come cautelativamente si assume sia l’arresto di un sistema di pompaggio.
Nella realtà, altri fattori esterni possono intervenire a limitare l’entità delle variazioni di pressione: l’inerzia
del sistema di pompaggio e di eventuali volani, la presenza di casse d’aria o altri dispositivi di protezione,
l’esistenza di bypass delle pompe.
Interviene inoltre l’aspetto normativo (D.M. 12/12/1985) che impone l’adozione di dispositivi di protezione
nei confronti del colpo d’ariete, indipendentemente dal materiale e dalle caratteristiche meccaniche delle
tubazioni, nel caso in cui la sovrappressione di calcolo superi i valori riportati in tabella, in funzione della
pressione idrostatica.
Pressione idrostatica (bar) Fino a 6 6-:-10 10-:-20 20-:-30
Sovrapressione da colpo d’ariete (bar) 3 3-:-4 4-:-5 5-:-6
Nel caso in esame la sovrappressione ammissibile senza ricorrere a dispositivi di protezione è pari a 3-6 bar.
Il calcolo degli effetti di moto vario è stato affrontato con il software Hammer, distribuito da Bentley
Software.
Si è assunta la presenza ed il corretto funzionamento di alcune valvole di sfiato con funzione di rientro aria
per protezione dalle depressioni, secondo il profilo fornito dalla committente. Le apparecchiature sono
caratterizzate dalla curva di portata - pressione riportata nel seguito per il diametro DN150/200.
Gli sfiati esistenti sono posizionati alle pk:
pk 1250 sfiato SCA150
pk 1976 sfiato SCA150
pk 2252 sfiato
pk 2236 sfiato
pk 2538 sfiato
pk 3124 sfiato SCF150
pk 4122 sfiato SCA150
pk 4907 sfiato SCF150
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Gli sfiati dei quali non è indicato il diametro sono stati assunti non efficaci ai fini del contenimento delle
depressioni.
In stazione sono attualmente installate n°2 valvole di dissipazione delle sovrapressioni delle quali non è
stato possibile reperire la curva di funzionamento né definire la taratura. Il confronto con il gestore ha
tuttavia evidenziato come non sia usuale l'entrata in funzione di tali valvole. Per questo motivo, e più in
generale perché la pressione di taratura deve comunque essere sufficientemente alta da garantire il
funzionamento in condizioni stazionarie, non si è considerato l'intervento delle protezioni. L'andamento
delle sovrapressioni in condotta durante il transitorio si dimostra infatti sempre inferiore alla pressione
stazionaria iniziale, evitando l'intervento delle valvole che, infatti, devono presentare una taratura
superiore alla stazionaria iniziale.
Si è considerato il caso di assenza di immissioni puntuali in condotta.
3.2 Interventi in progetto: 1 pompa AFP4003 in funzione Si è indagato il comportamento del sistema in caso di arresto inatteso di una singola pompa in funzione,
nell'ipotesi che tutte le apparecchiature di protezione installate allo stato attuale siano in piena
funzionalità. La portata circolante è assunta pari a circa 700l/s.Si è considerata inoltre l'installazione di una
nuova valvola di sfiato con funzione di rientro aria per protezione dal transitorio all'interno dell'impianto di
sollevamento; le caratteristiche della valvola sono analoghe a quelle riportate al paragrafo precedente.
L'immagine seguente rappresenta il profilo della condotta (colore verde), la linea dei carichi piezometrici
stazionari (nero), l'inviluppo delle sovrapressioni (rosso) e delle sottopressioni (blu) ottenute dal calcolo
dell'arresto brusco di una pompa.
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Si evidenzia l'insorgere di significative depressioni ,contenute in modo efficace dal nuovo sfiato in progetto
entro la stazione e dagli sfiati disposti lungo la condotta. Alcune zone sia nella parte in acciaio (pk: 0 -
1975m circa) sia nella parte in PE (pk: 1975 circa - fine) sono tuttavia sollecitate da depressione che
raggiunge mediamente un valore massimo di 5m. Tale condizione non è ottimale perché contribuisce ad
un'eccessiva sollecitazione della condotta, seppure non sia riconducibile ad una situazione di esercizio
frequente.
3.3 Interventi in progetto: 2 pompe AFP4003 in funzione Si è indagato il comportamento del sistema in caso di arresto inatteso di due pompe, con una portata
circolante assunta pari a circa 950l/s.
Si evidenzia anche in questo caso l'insorgere di significative depressioni con un comportamento
qualitativamente analogo a quello riscontrato nel caso precedente. Valgono quindi le medesime
considerazioni.
L'andamento delle portate di rientro aria richiamate dallo sfiato predisposto in stazione di sollevamento
sono rappresentate in figura, in combinazione con la pressione.
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4 Altre verifiche
4.1 Verifica del volume della camera di aspirazione Il calcolo del volume della camera di aspirazione deve essere effettuato in modo da contenere il numero
degli avvii delle pompe entro i limiti di sicurezza elettrica definiti dal costruttore. Nel caso di pompe come
quelle installate in stazione, il numero di avviamento/h è stato considerato pari a 6, sebbene tecnicamente
sia possibile una frequenza maggiore.
Nel caso di stazione equipaggiata con n elettropompe attive uguali che si avviano in sequenza
all’aumentare del livello e, sempre in sequenza, si staccano al diminuire del livello, il volume totale da
assegnare alla camera di pompaggio è definito dalla seguente formula:
tot (n 1) h
dove:
- V tot [m3] è il volume necessario per la regolarizzazione dei cicli di accensione;
- V [m3] è il volume nel caso di una singola pompa;
- Δh [m] è la differenza di quota che determina i successivi avvii delle pompe e può essere assunto
pari a 0,30 m;
- S [m2] è la superficie della camera di pompaggio.
Il volume necessario V per una singola pompa, senza rotazione ciclica degli avviamenti a favore di una
ulteriore sicurezza, è dato dall'espressione:
/ z
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dove:
- V [m3] è il volume nel caso di una singola pompa;
- Q [m3/h] è la portata della singola pompa (assunta pari a 500l/s)
- z [-] è la frequenza massima di avviamenti orari
ottenendo un valore V=75m3.
Nel caso in esame si è verificata la capacità della vasca nell'ipotesi molto cautelativa che la stessa venga
esercita impostando l'avviamento in sequenza delle due pompe tipo AFP 4003 comandato dal livello in
vasca, senza pompa di riserva e senza rotazione ciclica.
Si è ottenuto un valore necessario per una singola pompa pari a V=75m3 ed un volume necessario
complessivo pari a 100.5m3.
La capacità della vasca esistente, a fronte di una superficie in pianta pari ad 85m2 e di un'escursione di
livello compresa tra +3m e +1.30m, raggiunge un volume pari a 144.5m3, significativamente maggiore di
quello necessario.
L'esercizio della vasca in una configurazione diversa, purché razionalmente entro la portata massima
prevista, non comporterà un impegno di volume superiore a quello disponibile.
4.2 Verifica dello spessore minimo dovuto alla pressione interna Il calcolo viene eseguito alla massima pressione di esercizio, pari a 5 bar, cui, cautelativamente, si aggiunge
1 bar, considerando eventuali sovrappressioni da colpo di ariete non risultanti dai calcoli, per un totale
cautelativo di 6 bar.
Si esegue il calcolo in via preliminare allo scopo di verificare le basse tensioni sul materiale adottato per il
piping.
DIAMETRO ESTERNO mm
SPESSORE mm
DIAMETRO INTERNO
mm
DIAMETRO MEDIO
mm
RAPPORTO SPESSORE/DIAMETRO
MEDIO
800 7.9 784.2 792.1 0.01
Il calcolo viene eseguito utilizzando la teoria semplificata di Mariotte.
Le ipotesi di base sono illustrate nella figura seguente.
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Nel caso della condotta di diametro DN800 le ipotesi di base sono soddisfatte. Nel caso in esame non si
considerano gli effetti di fine-inizio condotta, che non risultano a favore di sicurezza (riducono le tensioni
tangenziali).
Seguendo le ipotesi di Mariotte, si ha la seguente formulazione, che lega le pressioni interne alla tensione
tangenziale nel materiale:
Nella tabella seguente vengono riportati i dettagli di calcolo nel caso in esame, nella condizione più
cautelativa di un piping realizzato con acciaio di prestazioni di basso livello (grado A – norme API 5L).
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D(medio): 792.1 mm, pari a 0.6969 Spessore S: 7.9 mm, pari a 0.0143 Pressione max. P. incluso colpo ariete: 6 bar, pari a 0.300 N/mmq (Mpa)
Sigma di snervamento acciaio: 207 N/mmq (MPa), pari a 207000000 N/mq (Pa)
Sigma di calcolo in base alla pressione: 30 N/mmq (MPa), pari a 30079747 N/mq (Pa)
Fattore di sicurezza sulla sigma snervamento: 6.88 Verifica: 30 Mpa<< 207 MPa VERIFICA SODDISFATTA
Il coefficiente si sicurezza garantisce quindi un sufficiente grado di cautela nei confronti della resistenza alla
pressione interna.