comunicare nel museo

20

Click here to load reader

Upload: rossella81

Post on 18-Jun-2015

2.593 views

Category:

Documents


30 download

TRANSCRIPT

Page 1: Comunicare nel museo

Comunicare nel museoFrancesco Antinucci

I tre compiti fondamentali del museo:

1) conservare2) studiare3) esporre le proprie opere

Per quanto riguarda i primi due – conservare e studiare – i risultati sono più o meno buoni e i criteri in base a cui possono essere misurati risultano chiari.

E per quanto riguarda l'esposizione? E' un compito che riserva una certa ambiguità di fondo: non sitratta di esporre fisicamente i pezzi, ma di concentrarsi sullaragione per cui vengono esposte le opere d'arte.

Page 2: Comunicare nel museo

Ragione trasmettere cultura

“Oggi come oggi, per quello che oggettivamente è, per come è offerto al pubblico, per il tipo di educazione che caratterizza la gran parte dei suoi fruitori, mi sembra difficile che il museo possa trasmettere cultura alle grandi masse che lo frequentano” (sovraintendente in carica, già ministro dei Beni culturali).

“I musei odierni (...) non rispondono in generale a quella che dovrebbe essere la loro esigenza fondamentale o primaria, di essere strumenti di comprensionedelle opere d'arte, cioè non svolgono la loro funzione educativa di caratterepubblico” (Carlo Ludovico Ragghianti, 1974).

“Le belle opere d'Arte (...) sono quelle che perdono di più ad essere condannateal ruolo inattivo che le attende nei musei (...) in quel luogo dove nessunsentimento accessorio prepara l'anima e le dispone alle affezioni corrispondentiall'opera” (Quatremère de Quincy, archeologo, 1815).

Page 3: Comunicare nel museo

Quale il problema alla base di questedenunce?

Dipende solamente dal tipo di educazione, dal livello d'istruzione che ha oggi il pubblico? In parte sì, ma il problema è più vasto.

Trasmettere cultura = trasmettere conoscenze e valori, inun particolare contesto e con particolari modalità.

COMUNICAZIONE

“Il museo dovrebbe essere, e non è, illuogo principe della comunicazione dell'arte”

(Ragghianti).

Page 4: Comunicare nel museo

Proviamo allora ad affrontare il problema dal punto di vista tecnico, ossia da punto di vista della teoria della comunicazione.

Il museo è luogo costituito non da un insieme di oggettifisici, ma da un insieme di oggetti che sono essi stessi segni.

Segni che sono stati rimossi ed estratti dal loro contesto, indispensabile all'interpretazione semantica.

Scopo del testo di Antinucci: sviluppare l'analisi del museodal punto di vista comunicativo.

Comunicareè lo scopo e la natura stessa degli oggetti che il museo contiene.

Page 5: Comunicare nel museo

Opere d’arte e teoria della comunicazioneChe cos’è un’opera d’arte?

Un’opera d’arte è un oggetto creato dall’uomo quindi, a differenza degli oggetti della natura, ha in sé un’intenzione

lo scopo che il suo creatore/autore/ fattore si prefigge

quindi un oggetto d’arteè un oggetto comunicativo e se non svolge questa funzione cessaipso facto di essere un’opera d’arte e passa nella categoria degli oggetti d’uso.Se non sappiamo leggere un libro questo cessa di essere un libro e diviene solo un blocco di carta…

Page 6: Comunicare nel museo

Esporre per comunicare

Se le opere d’arte sono segniche, allora è ovvio che il museo deverispettare e rispecchiare questa loro natura

ha il compito di promuovere l’atto comunicativo che è alla base della loro generazione e costituzione

se non avviene le opere d’arte decadono ad oggetti d’uso

Page 7: Comunicare nel museo

Opera d’arte segno visivo

la comunicazione avviene solonell’incontro visivo con il pubblico

esposizione

Quindi se il compito primario del museo è la comunicazione, èl’esposizione che deve assolverlo.

Primario significa:

a) assolvere questo compito ha la precedenza su altri compiti che l’esposizione si può prefiggere, e dunque

b) ha la precedenza nel determinare caratteristiche e modalitàdell’esposizione quando queste influiscono su di esso, e dunque ancora -per fare chiarezza –

c) che caratteristiche e modalità così determinate prevalgono in caso di eventuali conflitti

Page 8: Comunicare nel museo

Eravamo partiti dai compiti del museo: conservare, studiare, esporre…

Se “l’esporre per comunicare” è il compito primario del

museo in quanto attua la natura propria delle opere, gli

altri due compiti – quello di conservare e di studiare

possono essere visti più correttamente come

prerequisiti per il primo e dunque imprescindibili.

Page 9: Comunicare nel museo

La comunicazione: significante, significato, codiceChe cos’è la comunicazione?È un atto in situazione dove qualcuno comunica qualcosa a qualcun altro

trasmette conoscenze a chi non le ha

Conoscenze =sono elaborazioni e depositi mentali, stati interni, rappresentati in qualche modo nel cervello.

Ma come trasmetterle dal cervello di un essere umano ad un altro?

Occorre perseguire una via indiretta devo trasformare questi contenuti interni in una forma che possa essere percepita dai nostri sensi,dato che solo attraverso i sensi abbiamoaccesso al mondo esterno a noi.

“Volevo manifestare i miei desideri a coloro che potevano soddisfarli, ma non potevo; poiché i desideri erano al mio interno, e le persone all’esterno e non disponevano di alcun organo di senso in grado di entrare nella mia mente” (Sant’Agostino, Confessioni, I, 6, 8).

Page 10: Comunicare nel museo

Forma scelta dall’evoluzione umana acustica

Il qualcosa da passare all’altro avviene attraverso suoni

Corrispondenza sistematica tra

elementi del contenuto e elementi acustici

fiume f-i-u-m-e

significato onda acustica percepibile dai nostri sensi che conduceal concetto, all’immagine mentale,alla rappresentazione interna.

Codificazione cuore di ogni possibilità di comunicazione

Codice sistema che regola questa corrispondenza permettendo la significanteformazione di segni (va imparato)

Page 11: Comunicare nel museo

Sistema di corrispondenza tra codice arbitrario

significanti significati

diffusa è l’idea secondo la quale le opere d’arte, questo fiume / riversiccome rappresentano in larga misura la realtà, ancor di piùhanno dei segni “naturali” per il codice visivo

idea errata: significante = significato

Non esiste, infatti, nessuna relazione naturale – spontanea – intuitiva nei segni delleopere d’arte: per essi vale, tanto quanto per gli altri, il principio dell’arbitrarietà.

Page 12: Comunicare nel museo

Se s R Sesprime la relazione ( R ) tra significante (s) e significato (S)

come in ogni equazione è necessaria la conoscenza di due termini per ricavarne il terzo

. s è dato per definizione ed è la parte percettiva del segno

. per ricavare S bisogna fornire R

. per ricavare R bisogna fornire S (il significato del segno)

Sappiamo con certezza che dato solo s non posso ricavare S e neppure R

Le icone sono arbitrarie e non è mai possibile inferire il significato dalla sola percezione del significante. Un sistema di segni sottende sempre e comunque un codice.

Es. freccia orizzontale orientata da sinistra a destra:in Italia = obbligo di svoltare a destra…ma vale anche per gli Americani? Devo conoscere il codice…della strada!

E la stessa freccia, che significato ha impressa sul tasto di un registratore audio o video?Di per sé non significa nulla…

Page 13: Comunicare nel museo

Tutto questo vale anche per l’opere d’artepittorica e scultorea

Si potrebbe muovere la critica per quanto riguarda le opere che appartengono ad una certa tradizione cosiddetta “realistica”.

Si tratta anch’esso di un codice, solamente è più “naturale” inquanto è un codice maggiormente condiviso nella nostra cultura.

Illusionismo: regole di costruzione dell’immagine il cui effetto dovrebbe esserequello di simulare la percezione visiva di una scena.

Prospettiva: la nostra percezione visiva opera su un mondo tridimensionale mentre la costruzione dell’immagineavviene in un mondo bidimensionale.

“apparato di traduzione”

Page 14: Comunicare nel museo

Alcune riflessioni…1) La visione illusionistica serve all’ “evocazione drammatica”. La scena

rappresentata così come se la vedessimo da testimoni serve a produrre un effetto emotivo forte, simile a quello che produrrebbe l’avvenimento reale.

2) Dall’illusionismo pittorico all’odierna moltiplicazione di fonti di immagini percettive create dalle nuove tecnologie

Realtà virtuale tecnologia che produce (virtualis = potenziale) rappresentazioni solo potenzialmente reali

Qualcosa che viene percettivamente simulato è tendenzialmente non reale.

Una corretta esposizione/esibizione delle opere d’arte deve tener presente dell’avventodelle nuove tecnologie visive e saperle utilizzare…ne parleremo più avanti ☺

Page 15: Comunicare nel museo

Museo espone le opere e deve fornire il codice.

Solo in questo modo le opere comunicano,

realizzando così la loro intrinseca natura

esvolgendo, quindi, propriamente, la

loro funzione culturale.

Page 16: Comunicare nel museo

Oltre il codice, il contesto…Nessun messaggio è comprensibile, anche se si possiede perfettamente il

codice in base al quale è generato, se non si dispone altresì del contesto che il

messaggio presuppone.

1) contesto fisico

condiviso nella

situazione prototipica

Comunicazione orale faccia a faccia che presuppone

identica conoscenza percettiva del parlante e dell’ascoltatore

“prendi quello” – contesto deittico (dal greco deiknymi, mostrare, indicare)

Page 17: Comunicare nel museo

2) Contesto anaforico: dato dalla situazione linguistica all’interno della quale ci troviamo

“quella ricevuta…”per sapere di quale si tratta devo conoscere il contesto comunicativo

3) Contesto enciclopedico: dato dalle conoscenze che pur non appartenendo alla situazione dello scambio in atto e pur non provenendo dal precedente scambio linguistico sono comunque presupposte nell’interlocutore da parte di chi produce il messaggio.

le conoscenze permanenti relative al mondo che ci circonda e alla sua storia

Qualsiasi atto comunicativo ha presupposizioni contestuali, altrimenti sitrasformerebbe in un regresso all’infinito.

come le scelgo?1) Se conosco il mio interlocutore non è un problema: posso stimare cosa sa e cosa nonsa;2) Se non conosco il mio interlocutore???

Page 18: Comunicare nel museo

Se non conosco il mio interlocutore…?

Nel caso di comunicazione prototipica interrogo, interagisco, osservo…

sincrona asincrona

Interlocutori presenti emissione e ricezione del messaggio non nello stesso momento avvengono nello stesso istante e non

dispongo di un feed-back

1) comunicazione scritta (lettera)devo ipotizzare il livello di conoscenze 2) la “nostra” lezione…non posso e tenermi su un registro “intermedio” interagire con ognuno di voi…

Page 19: Comunicare nel museo

Situazione comunicativa tipica dell’opera d’arte

ricezione del messaggio dilazionata + comunicazione rivolta ad esenza feed-back un’audience collettiva

L’artista si rivolge anche alla “posterità”…

Quindi, per l’opera d’arte, il ruolo del contesto è massimamentecruciale e delicato.

Ne pare conseguire il fatto che il museo debba fare in modo che lepresupposizioni contestuali dell’autore rispetto ai suoi destinatari tornino adessere soddisfatte.

Page 20: Comunicare nel museo

Contraddizione fondamentale…Il museo, in quanto istituzione che raccoglie opere non

ad esso destinate, le colloca in luoghi e modi non previsti, le

destina ad altri fruitori e, soprattutto, non fa nulla per ristabilire le

condizioni originarie, è esso stesso uno dei principali agenti

decontestualizzatori di un’opera.

Il museo sembra negare l’esperienza autentica delle opere che

passivamente contiene…

…per capire questa contraddizione, dobbiamo per prima cosa

analizzarla…