comunicazione efficace
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LA COMUNICAZIONE EFFICACE
Maria Cristina Rocco
2014
2014 Maria Cris(na Rocco
• Gli assiomi della comunicazione
• Comunicazione verbale, paraverbale e corporea (esercitazione in gruppo)
• Il modello soggettivo: filtri sensoriali, culturali e individuali
• Gli stili di pensiero: una strategia per il primo approccio (test di autodiagnosi)
• I presupposti per una relazione efficace
• Le tecniche per l’ascolto (esercitazione in gruppi)
Programma
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Sappiamo
comunicare?
Chi è il comunicatore eccellente?
Cosa è la comunicazione?
Incompetenti inconsapevoli
Incompetenti consapevoli
Competenti inconsapevoli
Competenti consapevoli
Il circolo del miglioramento continuo
Bassa Consapevolezza Alta
A
lta
Com
pete
nza
Ba
ssa
L'effetto Dunning–Kruger è una distorsione cognitiva a causa della quale individui inesperti tendono a sopravvalutarsi, giudicando a torto le proprie abilità come superiori alla media.
Questa distorsione è attribuita alla incapacità metacognitiva da parte di chi non è esperto in una materia, di riconoscere i propri errori.
Maria Cris(na Rocco 2014 4
La comunicazione
La comunicazione è lo scambio di informazioni tra due o più entità in grado di emettere e ricevere segnali, intendendo per scambio un processo interattivo in cui è presente un meccanismo di feed-back.
(Anna Maria Testa)
Emittente Ricevente
Ma è convinto di averne capite
100!!! Ne dico 70
L’altro ne sente 50
Gliene servono 30
Ho in mente 100 cose
TRASMISSIONE DELL’INFORMAZIONE
La comunicazione ha due funzioni:
• Referenziale (per informare)
• Conativa o di controllo (per indurre l’altro a fare qualcosa)
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Principi fondamentali della comunicazione
Ø tutto è comunicazione
Ø non si può NON comunicare
Ø il risultato della mia comunicazione è ciò che l’altro ha capito
SE voglio comunicare, devo “sintonizzarmi” sull’altro, ovvero: • capire il suo modello • formulare il MIO messaggio in modo
coerente con il SUO modello • prestare attenzione ai feedback che
ricevo • modificare la strategia finché
raggiungo il mio risultato
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Ovvero: noi non conosciamo la realtà (= il territorio) ma creiamo una sua
rappresentazione (= mappa) funzionale ad orientarci all’interno della realtà stessa.
La mappa non è il territorio “E’ ovvio che
è proprio così!”
Il modello soggettivo
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REALTA’
La costruzione della mappa
Filtri percettivi
7 +-2 chunk
metaprogrammi
canali sensoriali
credenze e valori
obiettivi ed esigenze
linguaggio
MAPPA DEL MONDO
Noi prendiamo una manciata di sabbia dal panorama infinito delle percezioni E la chiamiamo mondo
Robert M. Pirsig
2014 Maria Cris(na Rocco
Il nostro sistema di valori, convinzioni e regole definisce il significato che noi diamo alle nostre esperienze.
I valori sono organizzati gerarchicamente e ci indicano il comportamento “giusto” da adottare ed il fine a cui tendere.
Risultano più radicati e solidi quando:
• poggiano su esperienze ripetute (emotivamente rilevanti)
• sono coerenti ad altri valori importanti
• definiscono la nostra identità più profonda.
I valori agiscono come filtri. Possono essere limitanti o potenzianti
I valori si esplicitano/concretizzano attraverso regole. Più queste sono rigide, più rischiamo di autolimitare la
nostra rappresentazione del mondo.
I valori
Niente è più pericoloso di un'idea quando è
l'unica che si ha.
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I metaprogrammi sono filtri interni che utilizziamo inconsciamente per decidere a cosa prestare attenzione, ovvero metastrategie automatiche di acquisizione ed elaborazione delle informazioni. Indicano, in sintesi, modalità alternative di utilizzo del pensiero
I filtri dell’attenzione: i metaprogrammi
I metaprogrammi cambiano a seconda del contesto, influenzando
le nostre motivazioni e le nostre capacità
• Referenza interna/esterna • Relazione similitudini/differenze • Direzione verso a/via da • Ragione opzioni/procedure • Tempo tutto subito/ogni cosa a suo tempo • ….
Il comunicatore utilizza la conoscenza di tali “categorizzazioni dicotomiche” al fine di costruire il proprio messaggio in modo più consono all’interlocutore
Il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno? L’ottimista ritiene che viviamo nel migliore dai mondi possibili. Il pessimista teme che sia vero.
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Una strategia per il primo approccio
“Settarsi” sul metaprogramma similitudine!
Vantaggi: • produce una comunicazione corporea di apertura/fiducia • abbassa le barriere personali “istintive” • produce nel comunicatore pensiero “positivo” • consente di trovare argomenti di conversazione di reciproco interesse
Svantaggi: • NESSUNO!!!
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Funzionalità della mappa
Una mappa eccessivamente semplificata ed impoverita da generalizzazioni, cancellazioni e deformazioni rischia di ridurre la nostra esperienza e la sfera di opzioni a nostra disposizione, limitando la nostra capacità di agire con efficacia.
Le generalizzazioni o aspettative di un individuo ne filtrano e deformano
l’esperienza per renderla conforme alle aspettative stesse. Ma dato che non fa esperienze non conformi alle
sue generalizzazioni, le aspettative ne risultano rafforzate e il ciclo continua. In questo modo le persone mantengono i propri modelli impoveriti del mondo.
Profezia che si autoavvera
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… Ogni comportamento umano, per quanto bizzarro possa apparire dall’esterno, è sempre perfettamente coerente con il modello di mondo in cui viene alla luce, ed in esso acquista un senso. … La nostra rappresentazione del mondo determina in larga misura l’esperienza del mondo che avremo, il modo in cui lo percepiremo, le scelte che ci sembreranno disponibili vivendoci dentro …
Bandler e Grinder
Siamo la mosca che sbatte per ore contro un vetro, invece di
uscire tranquillamente da un’altra parte?
Funzionalità della mappa
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La saggezza non è il risultato di
un’educazione, ma del tentativo
di una vita intera di acquisirla
Albert Einstein
Molte persone credono di
pensare ma in realtà stanno
solo riorganizzando i loro
pregiudizi
William James
L’esplorazione è divertente,
ma anche tanto faticosa …
2014 Maria Cris(na Rocco 14
Gli assiomi di Watzlawick
1. L'impossibilità di non-comunicare
2. Livelli comunicativi di contenuto e di relazione
3. La punteggiatura della sequenza di eventi
4. Comunicazione numerica e analogica
5. Interazione complementare e simmetrica
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“Non si può non comunicare” Il primo assioma della comunicazione
Gli assiomi di Watzlawick_1
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“Non si può non comunicare”
Il primo assioma della comunicazione
Gli assiomi di Watzlawick_1
Ogni comportamento umano comunica qualcosa, indipendentemente dalla volontà e consapevolezza della persona di stare comunicando. Ogni comportamento (verbale e non verbale) implica una trasformazione dei processi neurologici e pertanto fornisce informazioni adeguate su di essi.
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Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione. L'aspetto di relazione qualifica l'aspetto di contenuto ed è quindi una
metacomunicazione.
Il secondo assioma della comunicazione
ORDINE
PREGHIERA
INVITO
MINACCIA
“VIENI QUI”
Gli assiomi di Watzlawick_2
notizia notizia
relazione
DOMANDA
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Il secondo assioma della comunicazione
Contenuto
Relazione
Accordo Disaccordo
Comprensione
Incomprensione
La comunicazione è
efficace
La comunicazione è
positiva e ha possibilità di
successo
La comunicazione è bloccata. La non consapevolezza impedisce una comunicazione
efficace.
La comunicazione è
distruttiva
Gli assiomi di Watzlawick_2
Le relazioni malate sono
caratterizzate da una lotta
costante per definire la
natura della relazione,
mentre l’aspetto di contenuto
diventa sempre meno
importante.
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Il significato della comunicazione è dato dalla punteggiatura
Pe r c a p i r e u n a c o m u n i c a z i o n e provvediamo a punteggiarla, ovvero a evidenziarne alcune parti, al fine di definire una gerarchia di informazioni u t i l i n e l d a r e s i g n i f i c a t o a l l a comunicazione stessa. Punteggiamo con pause, accenti, cambi di intonazione e di ritmo; ma anche, in maniera meno esplicita, con mutamenti di espressione, di postura, di energia e ritmo dei gesti.
La punteggiatura fa parte del messaggio e ne costituisce le
“istruzioni per l’uso”. Costituisce quindi un
potentissimo strumento per influenzare la comprensione
di un messaggio.
Gli assiomi di Watzlawick_3
Il terzo assioma della comunicazione
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La punteggiatura: il rapporto causa-effetto
Un ratto di laboratorio dice, del suo sperimentatore: “Ho addestrato
quest’uomo in modo che, ogni volta che premo questa leva, lui reagisce
dandomi da mangiare”
Il rapporto causa-effetto si presenta spesso come circolare, e chi lo interpreta definisce il proprio punto di partenza e quindi il proprio significato. Può portare all’escalation del conflitto, in cui entrambe le parti sono assolutamente in buona fede, convinte di dover “pareggiare il conto”…
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Il quarto assioma della comunicazione
Gli assiomi di Watzlawick_4
Gli esseri umani comunicano sia con il linguaggio digitale (verbale) che con quello analogico (non verbale). Quest’ultimo prevale, nella decodifica del messaggio.
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verbale 7%
paraverbale 38%
corporeo 55%
Digitale
Analogico
(emisfero sinistro)
(emisfero destro)
Mehrabian e Ferris (1967)
Comunicazione verbale, paraverbale e corporea
La torta della comunicazione
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“Nella comunicazione esiste un rapporto di simmetria e complementarietà”
Gli assiomi di Watzlawick_5
Il quinto assioma della comunicazione
Nel rapporto simmetrico le relazioni si fondano su un rispecchiarsi, ovvero sull’uguaglianza e sulla minimizzazione della differenza. Nel rapporto complementare le relazioni si fondano su un completarsi, ovvero sulla differenza e la sua accentuazione. La differenza può essere di ordine anagrafico, culturale, sociale, ecc
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Quadrato di Thun
Appe
llo
Qualità della relazione
Rivelazione del sè
EMITTENTE VOCE
MESSAGGIO
Cosa dico
cosa penso di te
RICEVENTE ORECCHIO
Di cosa si tra/a
Cosa vuole da me Cosa mi dice di se stesso, come si deve sen(re
cosa rivelo di me
Quale effe
Mo voglio oMen
ere da te
Cosa pensa di me
Informazione
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I 7 passi per creare relazioni efficaci
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1 - Assumersi la piena responsabilità della
comunicazione
3 – Osservare ed ascoltare
6 - Gestire contenuti e relazione
2 - Riconoscere le intenzioni positive
degli altri
4 - Comprendere i diversi modelli delle persone
5 – Assumere molteplici prospettive
7 – Raccogliere feedback
Se il nostro obiettivo è
comunicare….
1
1
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4 5
6 7
2014 Maria CrisPna Rocco
Il primo passo per una relazione efficace
Dobbiamo prenderci totalmente carico (al 100%) dell’efficacia della nostra comunicazione, adeguandola secondo i feedback che via via riceviamo, altrimenti il nostro cervello smette di cercare strategie alternative… Devo pensare “Non mi sono spiegato”, e MAI “Tu non hai capito”.
ASSUMERSI LA PIENA
RESPONSABILITA’ DELLA
COMUNICAZIONE
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Dobbiamo tener conto del fatto che ciascuno agisce sulla spinta di un’intenzione positiva di perseguire il meglio per sé, scegliendo il comportamento migliore nel suo repertorio.
Ogni comportamento infatti è finalizzato al raggiungimento dell’omeostasi (mantenimento dell’equilibrio delle funzioni psichiche e organiche), per cui rappresenta la migliore risposta possibile per un particolare episodio in un preciso momento.
Devo pensare a qual è il suo obiettivo ultimo, quali le sue ragioni, quali le sue esigenze, quale il ragionamento alla base del suo comportamento…
RICONOSCERE LE
INTENZIONI POSITIVE
DEGLI ALTRI
Il secondo passo per una relazione efficace
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OSSERVARE ED
ASCOLTARE
Il terzo passo per una relazione efficace
Abbiamo perso la capacità di osservare il non verbale, e facciamo sempre più fatica a mantenere l’attenzione focalizzata su qualcuno o qualcosa.
Per quanto riguarda il linguaggio verbale, sentiamo le parole, ma solo quel che ci interessa sentire. Fingiamo di ascoltare per educazione, per cortesia, per gentilezza.
L’ascolto “vero”, spesso definito “attivo”, è una tecnica di comunicazione che richiede consapevolezza, concentrazione ed intenzione. Consiste nel:
• sospendere l’attività mentale impegnata “altrove” (nella difesa dei propri modelli, nella costruzione di giudizi o nel recupero di PREgiudizi);
• focalizzare il cervello sull’apertura verso nuovi pensieri e schemi cognitivi;
• concederci il lusso di introitare nuove informazioni.
Devo concentrarmi sull’osservare i comportamenti delle persone, focalizzandomi sulle variazioni anche piccole nelle espressioni facciali, nello sguardo, nella postura…
Nello stesso tempo devo ascoltare attivamente rinunciando al sapere già acquisito…
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L’ascolto attivo
L’ascolto attivo ci consente di:
Ø mantenere/rafforzare la sintonia con l’interlocutore, in quanto:
• realizziamo un allineamento emotivo;
• favoriamo nell’altro l’approfondimento cognitivo;
Ø cogliere tutta una serie di informazioni sulla mappa dell’interlocutore (valori, convinzioni, ecc), per poi rimodulare il messaggio in funzione del destinatario.
“Se la gente si ascoltasse di più, parlerebbe di meno” Regola di Courtois
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• Interrompere
• Parlare sopra l’altro
• Mostrare incongruenza tra paraverbale e verbale
• Pensare di sapere già dove l’altro va a parare
• Tralasciare ciò che viene detto perché ritenuto poco importante
• Fare lettura del pensiero
• Avere fretta di arrivare alle conclusioni
• Sminuire il problema dell’altro
• Generalizzare e riportare a sé
• Offrire soluzioni preconfezionate al problema dell’altro
• Valutare, giudicare
• Fare domande chiuse
• Ascoltare solo ciò che si vuole sentire
• Pensare a ciò che si dirà
• Esprimere accordo per ogni cosa detta
• Cambiare argomento troppo rapidamente
• Pensare a cosa ha in mente l’interlocutore
Ricordando che il “non
ascolto” consapevole
non è certo un errore di ascolto!
Gli errori di ascolto ricorrenti
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SOSPENSIONE DEL GIUDIZIO
EMPATIA
SILENZIO E ATTESA
NON VERBALE
L’ascolto attivo
NESSUNA CRITICA
NON INTERROMPERE
Creare un clima positivo in cui la persona si senta compresa e non giudicata
2014 Maria Cris(na Rocco
Le tecniche per l’ascolto
Sospendere i giudizi di valore e l'urgenza classificatoria
Osservare ed ascoltare, ricordando che il silenzio aiuta a capire e che il vero ascolto è sempre nuovo, non è mai definito in anticipo in quanto rinuncia ad un sapere già acquisito
Mettersi nei panni dell'altro - dimostrare empatia, cercando di assumere il punto di vista del proprio interlocutore
Verificare la comprensione sia a livello dei contenuti che della relazione, riservandosi la possibilità di fare domande aperte
Curare la logistica, ovvero il contesto fisico-spaziale dell'ambiente, per favorire la comunicazione
Marianella Sclavi
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COMPRENDERE I DIVERSI
MODELLI DELLE PERSONE
Valori
• Credenze • Regole • Concetti-simbolo
Sistemi sensoriali
• Visivo • Auditivo • Cenestesico
Stili di pensiero/Metaprogrammi
• Azioni • Metodi • Persone • Idee
• Similitudini
O s s e r v a n d o e d a s c o l t a n d o l’interlocutore abbiamo modo di approfondire il suo modello (ovvero la sua rappresentazione della realtà) per:
ü entrare in sintonia (rapport)
ü formulare il nostro messaggio in modo coerente alla sua mappa.
Devo indagare ciò che per lui è giusto, ciò che è vero, ciò che è importante, ciò che non mette in discussione…
Il quarto passo per una relazione efficace
2014 Maria Cris(na Rocco 35
Per avere una visione più ampia del contesto e nuove possibili interpretazioni e soluzioni possiamo utilizzare posizioni percettive diverse dalla prima (IO): ü la seconda posizione (l’ALTRO) ü la metaposizione (IO al di fuori di me) ü la terza posizione (l’OSSERVATORE) ü la quarta posizione (la RELAZIONE) ü la quinta posizione: we-space (il SISTEMA
entro cui ci muoviamo) Devo mettermi nei panni dell’altro e cercare di capire le cose dal suo punto di vista…
ASSUMERE MOLTEPLICI PROSPETTIVE
IO
ALTRO
SISTEMA
OSSERVATORE
IO - IN METAPOSIZIONE
RELAZIONE
Le posizioni percettive
Il quinto passo per una relazione efficace
2014 Maria Cris(na Rocco 36
GESTIRE CONTENUTI E RELAZIONE
Il sesto passo per una relazione efficace
Significa gestire in modo consapevole: • Scelta delle parole e del paraverbale (in sintonia
con il modello dell’interlocutore) • Relazione up-down • Allineamento emotivo con l’interlocutore (rapport) • Congruenza tra verbale e non verbale • …
Devo chiedermi qual è l’obiettivo della mia comunicazione e valutare la migliore strategia verbale e non verbale per raggiungere l’interlocutore (verificando dalla posizione meta che tutta la mia comunicazione sia congrua ed efficace)…
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RACCOGLIERE FEEDBACK
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RACCOGLIERE FEEDBACK
Il settimo passo per una relazione efficace
Oltre all’osservazione ed all’ascolto, possiamo raccogliere feedback chiedendo direttamente alla persona se ha compreso quello che intendevamo comunicare.
Il risultato della comunicazione, infatti, è ciò che la persona ha capito.
Devo verificare che l’obiettivo della mia comunicazione sia stato raggiunto, ovvero che il mio messaggio sia arrivato …
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La comunicazione persuasiva
Calibrazione della fisiologia
Rilevazione degli stili di pensiero e dei
metaprogrammi
Rilevazione delle credenze e dei valori
Consiste nell’utilizzare tutte le informazioni che abbiamo raccolto per "parlare la lingua" della persona con cui vogliamo entrare in empatia. Il ricalco può avvenire a diversi livelli: fisiologia, comportamenti stili di pensiero, metaprogrammi valori, convinzioni
Osservazione ed ascolto Ricalco (pacing)
Guida (leading) …
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La cosa importante è non
smettere mai di porsi domande.
La curiosità ha le sue buone
ragioni di esistere.
Non si può che restare sgomenti,
quando si contemplano i misteri
dell’eternità, della vita, della
meravigliosa struttura della
realtà. E’ sufficiente cercare solo
di capire un po’ di questo mistero
ogni giorno. Mai perdere il gusto
di una sacra curiosità.
Albert Einstein
2014 Maria Cris(na Rocco
Pillole per pensare …
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I must
Per chi vuole approfondire…
• Pragmatica della comunicazione umana, di P. Watzlawick, J. H. Beavin, Don D. Jackson, Ed. Astrolabio, 1971
• Farsi capire, di A.M. Testa, Ed. Rizzoli, 2000 • Arte di ascoltare e mondi possibili, di M. Sclavi, Ed. Le Vespe, 2000
• Il cervello plastico, di Ian H. Robertson, Ed. Rizzoli
• Intelligenza emotiva, di D. Goleman, Ed. Rizzoli, 1995
• La comprensione reciproca, di M. Simini, Ed. Franco angeli, 1997
• L'arte di pensare, di A. Oliverio, Ed. BUR, 1997
• Lavorare con intelligenza emotiva, di D. Goleman, Ed. Rizzoli, 1998
• Le sette regole per avere successo, di S. R. Covey, Ed. Franco Angeli, 2005
Bibliografia essenziale
2014 Maria Cris(na Rocco
Il mio obiettivo, oggi …
Farvi nascere un piccolo dubbio sul vostro modello, e farvi capire che potrete fare
altrettanto con gli altri. Questo dubbio può essere ... “un’opportunità di ristrutturare
l’esperienza e di organizzarla in modo diverso da quello che adottereste normalmente. Questo vi permette di imparare a fare qualcosa di nuovo e
di vedere e udire il mondo in modo nuovo”
Richard Bandler
Il mio obiettivo, oggi…
Maria CrisPna Rocco 2014 43