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Consiglio Nazionale dei Geologi 8 giugno 2017

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Consiglio Nazionale dei

Geologi

8 giugno 2017

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TERREMOTI

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Rettangolo
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VULCANI

berardi
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COBBIEBE DELLA SEBA

A rischio coralli plancton e tutta la catena alimentare di Paolo Virtuani

ra i cinque grandi «mostri» che minacciano la salute del mare - acidificazione pesca _eccessiva, plastica galleggiante, au�

mento del hvello e riscaldamento dell'acqua -l'acidificazione è quella più sottovalutata e meno conosciuta. Ma è anche la più subdola e pericolosa. Il tema della Giornata mondiale degli oceani, che si celebra oggi, è «i nostri oceani, il nostro futuro». Un futuro che l'aumento dell'acidità del mare mette seriamente a rischio. L'acidificazione è provocata dall'aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera. La CO2 si dissolve nell'acqua sotto forma di acido carbonico, questa fa aumentare l'acidità (pH) dell'acqua. Negli ultimi 150 anni, il pH è sceso da 8,25

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, DEGLI OCEANI

a 8,14 con un aumento dell'acidità del 30% circa, secondo uno studio di Donald Penman dell'Università della California Santa Cruz pubblicato sulla rivista specializzata Paleocenography. Se continua così, a fine secolo gli oceani arriveranno a 7,8 pH.

«L'acidificazione provoca danni lungo tutta la linea biologica marina», spiega Sandro Puzzi ricercatore dell'Istituto delle scienze dell'atmo� sfera (Isac-Cnr). «Plancton, coralli e molluschi sono i primi a risentirne ma è l'intera catena alimentare a subirne, a cascata, le conseguenze». Le_ barriere coralline sono già sottoposte a sbiancamento dovuto all'acidificazione e all'aumento della temperatura dell'acqua. Geraint Tarling del British Antarctic Survey nel 2008 è stato il primo a riscontrare il dissolvimento, avvenuto nell'oceano Antartico, dei gusci di alcuni picc?li organismi (pteropodi), lo stesso fenomeno e stato ora confermato davanti alle coste del Pacifico degli Stati Uniti. «Noi crediamo che il problema dell'acidificazione sia un fatto lontano», ha ammonito Francis Chan, dell'Oregon State University, che ha guidato lo studio pubblicato il 31 maggio su Nature Communications. «Invece si verifica adesso davanti ai nostri occhi».

Proprio come avviene qui e ora, nel Mediterraneo, l'ingestione della plastica da parte dei cetacei. Lo ha dimostrato una ricerca del Wwf nel mar Ligure con biopsie su tessuti prelevati da circa cento esemplari di cetacei: globicefali e capodogli sono i più contaminati.

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CORRIER IENA Data 08-06-2017

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Foglio 1

Dati del Miur. Solo {Avogadro è in regola con le ultime normative

Scuole, è antisismico solo un edificio su cinque � ABBADIA SAN SALVATORE Per la prima volta il Ministero della Istruzione ha fornito i dati, aggiornati all'anno scolastico 2015-2016, relativi agli edifici a rischio in aree sismiche. E la notizia è subito rimbalzata sui social network. La scoperta più scioccante è che le strutture sicure costituiscono l'eccezione e non la regola (9 istituti su 1 O non sono antisismici). Su di un setti-

manale on-line viene fornita anche una mappa interattiva dalla quale è possibile ricavare lo stato degli edifici scolastici della propria città o del propno paese. Ad Abbadia San Salvatore, per esempio, su cinque edifici scolastici è antisismico solamente il complesso dell' Avogadro mentre la scuola per l'infanzia, la scuola primaria e la scuola superiore di primo grado non risulta-

Perla

struttura

di via

I Maggio

la giunta

ha approvato

i lavori

Sicurezza I dati

del Miur mettono

in luce le carenze

nelle aree sismiche

no esserlo. Quanto alla scuola per l'infanzia, ubicata in via I Maggio, va precisato che già nell'ottobre dello scorso anno la giunta municipale aveva deliberato di approvare il progetto definitivo dei lavori di miglioramento sismico e che a giorni partiranno i lavori. Un intervento di 494.803,62 euro, rivolto esclusivamente ai pilastri, per aumentarne la resistenza alla flessione. �

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8/6/2017 Manovrina/1. I dubbi dei tecnici del Senato sulla norma «autostrada A24-A25»

http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEwyMbaB/0 1/2

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08 Giu 2017

Manovrina/1. I dubbi dei tecnici del Senatosulla norma «autostrada A24-A25»Giuseppe Latour

Messa in sicurezza della A24-A25 e riflessi sul bilancio di Anas. Imprecisioni sulla nuovaversione del sismabonus dedicata alle demolizioni con ricostruzione. E conti che non tornanosul sistema nazionale di ciclovie. La legge di conversione della manovrina (decreto 50 del 2017)si avvia verso la blindatura in Senato: il secondo passaggio non dovrebbe portare modificherispetto al testo uscito da Montecitorio. Eppure, leggendo le osservazioni appena pubblicate daitecnici di Palazzo Madama, sarebbero necessarie diverse integrazioni, perché su molti passaggile nuove norme rischiano di portare problemi.

I dubbi più interessanti riguardano l'intervento sulla messa in sicurezza di A24 e A25. Lanorma – spiega la relazione tecnica di Palazzo Madama - in considerazione dell'imprescindibileurgenza di mettere in sicurezza antisismica le autostrade A24 e A25 «sospende, previapresentazione di un piano economico finanziario, l'obbligo del concessionario del versamentodelle rate del corrispettivo della concessione relative agli anni 2015 e 2016, ciascuna dell'importodi euro 55,8 milioni». Questo importo, pari a 111,7 milioni di euro, sarà destinato all'avvio deilavori sull'autostrada e, poi, versato in tre rate che scadranno il 31 marzo degli anni 2029, 2030 e2031, ciascuna dell'importo di 37,2 milioni di euro. Alla prova dei fatti, però, questo potrebbe avere un impatto negativo sui saldi di finanzapubblica. La sospensione dei versamenti, infatti, sembra determinare una riduzione delleentrate di Anas che, in base alle classificazioni Istat, rientra ancora nel perimetro delle pubblicheamministrazioni. I minori introiti saranno recuperati solo nel triennio 2029-2031, determinandoun riflesso sui saldi di finanza pubblica. «Sebbene si tratti di risorse non ancora incassate per lapendenza di un ricorso giudiziario – spiegano i tecnici del Senato -, la norma in esame comportauna posticipazione del loro incasso di 15 anni di media, per cui andrebbero fornite maggioriinformazioni su quanto Anas ha valutato nel proprio bilancio circa i tempi e l'esito delcontezioso».

Altre limature sarebbero necessarie per la norma che istituisce una versione speciale delsismabonus nelle ipotesi di demolizione con ricostruzione in aree ad elevato rischio sismico. Inprimo luogo, la manovrina non contempla il divieto di cumulo con agevolazioni già spettanti perle medesime finalità sulla base di norme speciali per interventi in aree colpite da eventi sismici.Poi, non specifica se i terzi ai quali viene ceduta la detrazione potranno utilizzare il credito perintero in un unico anno o se saranno soggetti alla suddivisione in cinque rate annuali di pariimporto. Ancora, non dispone per questi interventi la possibilità di detrarre le spese sostenuteper la classificazione e verifica sismica degli immobili, come invece avviene solitamente per ilsismabonus.

Infine, c'è il capitolo delle ciclovie turistiche. Al riguardo, i tecnici del Senato segnalano che

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8/6/2017 Manovrina/1. I dubbi dei tecnici del Senato sulla norma «autostrada A24-A25»

http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEwyMbaB/0 2/2

l'individuazione di ulteriori interventi per la realizzazione di un sistema nazionale di ciclovieturistiche a parità di risorse "potrebbe determinare maggiori future esigenze finanziarie postoche le risorse erano state stanziate per la realizzazione di altre ciclovie". In altre parole,finanziare altre ciclovie con risorse invariate potrebbe portare problemi. "Appare pertantoopportuno acquisire l'avviso del Governo sull'idoneità delle risorse stanziate a legislazionevigente a coprire i nuovi interventi".

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8/6/2017 Manovrina/2. Il Tar Lazio accelera la messa in sicurezza dei viadotti abruzzesi

http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEKiSeaB/0 1/1

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08 Giu 2017

Manovrina/2. Il Tar Lazio accelera la messain sicurezza dei viadotti abruzzesiGuglielmo Saporito

Potranno partire subito i lavori di messa in sicurezza contro il rischio sismico dei viadotti sulleautostrade A 24 e A 25 (che collegano Roma con Teramo e Pescara). Lo ha deciso, conun’innovativa ordinanza (la n. 2844/2017, depositata ieri sera), il Tribunale amministrativoregionale del Lazio, che provvede con estrema urgenza a rimediare a difficoltà e contrasti tra lasocietà concessionaria che gestisce quelle autostrade (Strada dei parchi spa) ed il ministero delleInfrastrutture e trasporti, con la presenza indiretta di Anas.

Il problema riguarda i viadotti, già colpiti dal terremoto del 2009, che dopo le migliaia di scossedel sisma dell’anno scorso nel Centro Italia hanno evidenziato situazioni potenzialmentepericolose. Sugli oneri per i lavori necessari, c’è stato un braccio di ferro, con il gestore chechiedeva di compensarli con agevolazioni sul canone di concessione da versare ordinariamenteall’Anas.

L’ordinanza completa l’intervento, altrettanto urgente, che Governo e Parlamento hannoeffettuato in sede di conversione della manovrina di primavera (Dl 50/2017), in cui si è previsto(articolo 52-quinquies) che «l’obbligo del concessionario di versare le rate del corrispettivo dellaconcessione degli anni 2015 e 2016, ciascuna dell’importo di euro 55.860.000, è sospeso, previapresentazione di un piano di convalida per interventi urgenti». Su impulso del Governo, ilParlamento ha quindi sospeso il versamento di due rate.

L’accantonamento rischiava tuttavia di restare inutilizzato, sicché la concessionaria ha ritenutodi rivolgersi al Tar Lazio, che - con un provvedimento urgente esteso da Rosa Perna sotto lapresidenza di Carmine Volpe - ha “scavalcato” il ministero disponendo che i lavori sui pontiproseguissero, utilizzando i fondi destinati al canone che il gestore aveva accantonato.

Il Tar non si è fermato a quest’ordine di proseguire i lavori, perché ha tenuto presente lanecessità di pagare immediatamente detti interventi, particolarmente onerosi perché esigonorilevanti risorse tecniche ed umane. Quindi è stato ordinato che gli interventi di“antiscalinamento” siano finanziati con le predette somme accantonate. In questo casol’urgenza di provvedere ha quindi superato qualsiasi difficoltà burocratica. Ciò è stato possibileanche perché le opere avranno comunque una loro contabilità, che potrà essere usata, con itempi propri, dai vari soggetti coinvolti.

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8/6/2017 Manovrina/3. Al via i primi «crowdfunding» in campo immobiliare

http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/print/AEl1HVaB/0 1/2

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08 Giu 2017

Manovrina/3. Al via i primi «crowdfunding»in campo immobiliareAdriano Lovera

Dopo tanti annunci, per il crowdfunding immobiliare iniziano a vedersi i primi fatti. Entrol’estate partirà la raccolta di capitali finalizzati a sostenere due progetti edilizi, uno in TrentinoAlto-Adige, l’altro ad Altare, in Liguria. Il merito di questa accelerazione risiede in un brevecomma, il numero 1 dell’articolo 57 del decreto legge 50 del 24 aprile, la cosiddetta Manovrina2017, che ha eliminato la limitazione che finora gravava sull'equity crowdfunding. Inizialmente,infatti, la platea dei possibili beneficiari era ristretta alle “start-up innovative”, definite daConsob come piccole società di capitali (spa, srl o cooperative), da poco attive, impegnate insettori innovativi e tecnologici o a vocazione sociale. Un campo in cui era difficile far ricadere leimprese edilizie, sia vecchie sia di recente costituzione. Ora il testo parla semplicemente di“Pmi”, aprendo il campo, di fatti, a tutti i settori.

Alcune delle piattaforme che già erano registrate in Consob non hanno perso tempo. Uno deiprogetti si troverà sul portale Wearestarting, promosso dalla rete d’impresa Crowdre. Si tratta diinvestire nel progetto denominato “La città del vetro”, una riqualificazione mista pubblico-privato, che ad Altare, nell’entroterra di Savona, vuole dare un volto nuovo alla zona attorno allostabilimento della ex vetreria Savam. «L’intervento si può definire crowdfunding a vocazionesociale. Primo, perché punta a mantenere la produzione di vetro rimasta, non più di tipoindustriale, ma artigianale. Poi, perché si costruiranno luoghi espositivi, residenze in housingsociale, una scuola di formazione professionale e piste ciclabili», spiega Antonio Campagnoli,partner di Crowdre e presidente di Fiabci Italia. Tecnicamente, si acquisteranno quote di AltareSrl, società che rappresenta il braccio operativo dell'operazione, che ha come azionista dimaggioranza Habitarea Partecipazioni, società alessandrina specializzata in progetti di sviluppourbano. Con il crowdfunding si punta a raccogliere 5 milioni di euro, il massimo attualmenteconsentito dalla legge, circa la metà del capitale investito finora dai soci.

Ai nastri di partenza c'è anche un progetto a Trento, sviluppato da Gruppo Bertoldi holding,titolare del portale di raccolta Walliance. In questo caso, si tratterà di un complesso residenzialecomposto da tre attici e tredici appartamenti, dal valore complessivo di 10 milioni, dove ilcrowdfunding dovrebbe occuparsi di raccoglierne 800mila. «Una quota ridotta perun’operazione di piccolo taglio, che serve un po’ come biglietto da visita e per valutare larisposta del mercato – commenta Giacomo Bertoldi, ad del gruppo –. Ma è solo l'inizio.Crediamo nel crowdfunding e pensiamo che lo strumento si adatti anche a sviluppi di ben altredimensioni, dove, a regime, questo tipo di raccolta dovrebbe apportare fino al 30-40%dell’intero valore dei lavori».

Ma quali sono gli investitori potenziali? «Li dividerei in due categorie. Ci sono investitoriabituali, con buona capacità di spesa, che già destinano parte del portafoglio a prodottifinanziari, ma sono pronti a diversificare sul mattone, magari guidati da società o network diinvestimenti fidati. Poi, ormai a livello mondiale – continua Bertoldi – c’è una vasta platea di

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8/6/2017 Manovrina/3. Al via i primi «crowdfunding» in campo immobiliare

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investitori digitali, che cercano in Rete idee attraenti e in linea con i loro interessi, anche aprescindere dalla certezza del ritorno economico. Parliamo di singole persone che magaripuntano 500 euro, ma che non sono affatto marginali e conteranno sempre di più. Perché nelcrowdfunding è meglio avere cento soci piccoli invece di cinque molto pesanti». E si chiarisce,intanto, la valenza della raccolta di denaro su Internet per le imprese. «Sbaglia chi identifica ilcrowdfunding come un modo per bypassare il canale bancario. È un tassello che lo affianca e lomigliora, perché il capitale raccolto tramite sottoscrizione rafforza la posizione creditizia delsoggetto promotore». E già si studiano meccanismi futuri più evoluti. «Insieme a Consob  e allegislatore – conclude Bertoldi – vorremmo ragionare sull’opportunità di creare un mercatosecondario di queste quote, per arrivare un giorno a renderle più liquide e scambiabili.Nell'ottica del rendimento di chi investe, invece, per alcuni progetti futuri studiamo la possibilitàdi offrire una sorta di dividendo semestrale che si matura già all’atto della sottoscrizione, primadella commercializzazione degli immobili».

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8/6/2017 Progettazione, ripartono le gare: a maggio 53,7 milioni e nei 5 mesi 162 mln (+130%)

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08 Giu 2017

Progettazione, ripartono le gare: a maggio53,7 milioni e nei 5 mesi 162 mln (+130%)Giuseppe Latour

Le gare "pure" per servizi di ingegneria e architettura (senza esecuzione di lavori) tornano acrescere in Italia. Dopo l'inattesa flessione degli importi registrata nel mese di aprile, nel mese dimaggio secondo le elaborazioni del Centro studi Cni, il mercato dei servizi di ingegneria torna acorrere: sono state infatti bandite gare per 53,7 milioni di euro, quasi il 700% in più rispetto almese di maggio del 2016. Una crescita assai significativa che porta l'importo cumulato di questiprimi cinque mesi a superare i 162 milioni di euro, oltre 90 milioni in più (circa il 130%) diquanto registrato nello stesso periodo del 2016.

Non ha ancora avuto, invece, effetto la norma del correttivo appalti che impone alle stazioniappaltanti l'obbligo di utilizzare il Dm parametri per calcolare gli importi a base di gara (dopoche gioà da tempo l'Anac riteneva tale decreto obbligatorio). Solo la metà dei bandi di garapubblicati nel mese di maggio, allora, utilizza correttamente i parametri contenuti nel Dm16/07/2016. E appena il 18,4% allega correttamente al bando lo schema di calcolo delcorrispettivo, come invece indicato dall'Autorità anticorruzione nelle sue linee guida in materia.

Nessuna variazione di rilievo per quanto attiene ai ribassi di aggiudicazione: il ribasso medio èappena superiore al 35%, mentre il valore massimo rilevato è pari al 68%. Anche se qui arrivauna novità interessante. L'entità dei ribassi viene per la prima volta collegata al criterio diaggiudicazione utilizzato. Si scopre, quindi, che i ribassi si rivelano decisamente più elevatiladdove il prezzo costituisce l'unico elemento "discriminante" (43,7%). Mentre laddove il criteriodi aggiudicazione è quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa, il ribasso medio risultainferiore al 33%. Una media comunque molto elevata, anche perché il picco di ribasso, inpresenza dell'offerta economicamente più vantaggiosa, è comunque del 57,3%. Da questi datiemerge, insomma, che la componente del prezzo ha un peso rilevantissimo anche nelle garebasate sulla qualità delle offerte, che vanno sempre fatte sopra i 40mila euro.

Un bel segnale positivo per i professionisti emerge infine dall'analisi della distribuzione degliimporti di aggiudicazione: circa la metà degli importi delle gare aggiudicate nel mese dimaggio è infatti andata ai liberi professionisti nelle loro diverse tipologie di organizzazioneprofessionale. E' vero che su tale performance incide in maniera determinante l'aggiudicazionedi una gara ad un raggruppamento temporaneo di professionisti per un valore che supera ilmilione di euro, ma – spiegano dal Centro studi del Cni – "è pur sempre un risultatoestremamente positivo in un mercato in cui le gare con importi elevati sono quasi sempre stateappannaggio delle società". Basti ricordare che nel 2016 la quota di importi aggiudicati daiprofessionisti è stata pari al 23,3% con un importo medio che non raggiungeva i 40mila eurocomplessivi.

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8/6/2017 Interdittiva, quando la parentela con un mafioso giustifica lo stop prefettizio

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08 Giu 2017

Interdittiva, quando la parentela con unmafioso giustifica lo stop prefettizioA cura della redazione PlusPlus24 Diritto

Interdittiva antimafia - Rapporti di parentela - Automaticità del condizionamento mafioso –Non sussiste - Esposizione all'influsso mafioso - Sussistenza - Intensità del vincolo - Vincolodi sangue o di coniugio – Contesto - Territorio ad alta intensità mafiosa.

Il mero rapporto di parentela con soggetti appartenenti alla criminalità organizzata non può farpresumere in modo automatico il condizionamento dell'impresa. Va tuttavia considerato che intema di interdittiva antimafia trova applicazione la regola per cui il vincolo di sangue o diconiugio con soggetti vicini ad associazioni mafiose espone il soggetto all'influssodell'organizzazione. L'attendibilità di tale regola (o massima d'esperienza) dipende però da unaserie di circostanze che qualificano detti rapporti e, soprattutto, l'intensità del vincolo e ilcontesto in cui si inserisce. Se, come nel fatto di specie, l'intensità dei vincoli è molto forte, (es:marito e/o fratelli), e il contesto è la gestione di una attività economica in un territorio ad altaintensità mafiosa, questi elementi costituiscono un quadro indiziario complessivo dal quale sipuò ritenere del tutto attendibile l'esistenza di un condizionamento da parte della criminalitàorganizzata.

Consiglio di stato, sez. 3, sentenza del 30 maggio 2017, n. 2590

Informativa antimafia - Rapporti di parentela - Elemento non tipizzato dal legislatore maindividuato dalla giurisprudenza - Valutazione all'interno di un quadro indiziariocomplessivo – Necessità.

I rapporti di parentela fanno parte di quel catalogo di situazioni-spia (di infiltrazione mafiosa)non tipizzate dal legislatore ma individuate dalla giurisprudenza la cui valutazione, al fine dellalegittimità del provvedimento prefettizio, non dovrà avvenire separatamente, “dovendosipiuttosto stabilire se sia configurabile un quadro indiziario complessivo, dal quale possaritenersi attendibile l'esistenza di un condizionamento da parte della criminalità”. Diconseguenza il mero rapporto di parentela con soggetti risultati appartenenti alla criminalitàorganizzata di per sé “non basta a comprovare collegamenti con la stessa, occorrendo chel'informativa antimafia indichi (…) anche ulteriori elementi dai quali si possanoragionevolmente dedurre possibili collegamenti tra i soggetti in questione” (Cons. Stato, sez. III,3 giugno 2015, nr. 2734).

Consiglio di stato, sez. 3, sentenza del 10 aprile 2017, n. 1657

Interdittiva antimafia - Rapporti di parentela - Prova della contiguità con criminalità

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8/6/2017 Interdittiva, quando la parentela con un mafioso giustifica lo stop prefettizio

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organizzata - Condizioni – Condivisione di aspetti di vita quotidiana – Assenza di segni diallontanamento dai condizionamenti familiari - Fattispecie relativa ad attività economicacalabrese - Impronta familistica tipica - Regola del più probabile che non.

Se in linea di principio, il mero legame di parentela non è prova sufficiente a dimostrare isospetti di contiguità con la criminalità organizzata, va tuttavia considerato che il giudizio èdiverso qualora ai legami familiari corrisponda anche la condivisione di aspetti della vitaquotidiana (e non vi sia alcun segno di allontanamento dai condizionamenti della famiglia,ovvero di scelta di uno stile di vita e di valori alternativi), tanto più se ai contatti personali siaccompagnino cointeressenze economiche o comunque collegamenti tali da far supporre unacomunanza di attività (ed a maggior ragione se, dall'intreccio di interessi economici e familiari,sia possibile desumere che rapporti di collaborazione intercorsi tra familiari costituiscanostrumenti volti a diluire e mascherare l'infiltrazione mafiosa nell'impresa considerata - cfr., inultimo, Cons. Stato, III, n. 5437/2015). Ciò vale, in particolare, nel contesto calabrese, dovel'impronta familistica è connotazione tipica dei sodalizi di ‘ndrangheta e quindi, nella suindicatalogica del “più probabile che non”, l'esistenza di fitti legami famigliari con soggetticontroindicati ha un suo peso condizionante (quanto meno, in mancanza di una condotta taleda evidenziare che il soggetto ha seguito altre strade, rendendosi autonomo daicondizionamenti).

Consiglio di stato, sez. 3, sentenza del 4 aprile 2017, n. 1559

Interdittiva antimafia - Rapporti di parentela - Infiltrazione mafiosa - Regola del piùprobabile che non – Condizioni per l'applicazione.

La giurisprudenza costantemente ribadisce che il criterio del cd “più probabile che non” nonpuò giungere ad affermare che l'imprenditore il quale abbia rapporti di parentela, anche moltoprossimi, con un indiziato di appartenenza mafiosa, sia permeabile all'infiltrazione dellacriminalità organizzata se alla mera relazione familiare non si accompagnino, in concreto,anche elementi indicativi di stretti collegamenti per affari o, comunque, per interessi comuni (daultimo, Cons. Stato, sez. III, sent. n. 5437 del 2015).

Consiglio di stato, sez. 3, sentenza del 27 febbraio 2017, n. 905

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Attività edilizia: I modelli per la SCIA ed i soggetti coinvolti 08/06/2017

Il secondo dei modelli allegati all’accordo sottoscritto il 4 maggio scorso tra Governo, Regioni ed enti locali sull'adozione di moduli unificati e standardizzati per la presentazione di segnalazioni, comunicazioni e istanze nei settori dell'edilizia e pubblicato sul suppl. ord. n. 26 alla Gazzetta Ufficiale 05/06/2017, n. 128, è quello relativo alla segnalazione certificata di inizio attività (SCIA).

Il modello SCIA (compreso quello relativo alla SCIA alternativa al permesso di costruire) è organizzato in due sezioni: la prima è dedicata ai dati, alla segnalazione e alla dichiarazione del titolare (proprietario, affittuario etc.); la seconda parte è riservata alla relazione di asseverazione del tecnico: un percorso guidato indica tutte le possibili opzioni connesse alla realizzazione del progetto quando, contestualmente alla SCIA, è necessario presentare altre segnalazioni o comunicazioni (SCIA unica) o richiedere l’ acquisizione degli atti di assenso (SCIA condizionata). Infine una lista di controllo: il quadro riepilogativo della documentazione, che può essere essere generato “in automatico” dal sistema informativo, consente di verificare la presenza degli allegati necessari. La nuova

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modulistica, implementata su sistema informativo, consentirà a tecnici e cittadini di selezionare e compilare solo le opzioni di proprio interesse, creando un percorso telematico guidato e personalizzato.

Ricordiamo che non possono più essere richiesti certificati, atti e documenti che la pubblica amministrazione già possiede (per esempio i precedenti titoli abilitativi edilizi, gli atti di proprietà, la visura catastale e il DURC), ma solo gli elementi che consentano all’amministrazione di acquisirli o di effettuare i relativi controlli, anche a campione (articolo 18, legge n. 241 del 1990).

È, dunque, vietato chiedere ai cittadini e alle imprese documenti diversi da quelli indicati nella modulistica. In particolare:

è vietata la richiesta di informazioni, documenti ulteriori diversi o aggiuntivi, rispetto a quelli indicati nella modulistica unica standardizzata adottata. Le richieste di integrazione documentale sono limitate ai soli casi in cui non vi sia corrispondenza tra il contenuto dell’istanza, della segnalazione, della comunicazione e quanto pubblicato sui siti istituzionali. (articolo 2, comma 4, decreto legislativo n. 126 del 2016)

è vietato richiedere documenti o informazioni in possesso della stessa o di altre pubbliche amministrazioni (art. 2, comma 4, decreto legislativo n. 126 del 2016).

In riferimento alle previsioni contenute nell’art. 22 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, sono realizzabili con la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA):

gli interventi di manutenzione straordinaria qualora riguardino le parti strutturali dell'edificio;

gli interventi di restauro e di risanamento conservativo qualora riguardino le parti strutturali dell'edificio;

gli interventi di ristrutturazione edilizia; le varianti a permessi di costruire.

In riferimento, poi, alle previsioni contenute nell’art. 23 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, sono realizzabili con la segnalazione certificata di inizio attività in alternativa al permesso di costruire (SCIA alternativa al permesso di costruire):

gli interventi di ristrutturazione; gli interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione urbanistica qualora siano

disciplinati da piani attuativi comunque denominati che contengano precise disposizioni plano-volumetriche, tipologiche, formali e costruttive;

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gli interventi di nuova costruzione qualora siano in diretta esecuzione di strumentiurbanistici generali recanti precise disposizioni plano-volumetriche.

Il modello SCIA e il modello SCIA alternativa al permesso di costruire pubblicati sulla Gazzetta ufficiale constano dei seguenti quadri:

Dati del titolare Dati della ditta o società Dati del Procuratore/Delegato Dichiarazioni del proprietario Relazione di asseverazione del progettista Asseverazione del progettista Quadro riepilogativo della documentazione

Al modello SCIA e al modello SCIA alternativa al permesso di costruire deve, poi, essere allegato il modello “Soggetti coinvolti” contenente le seguenti sezioni:

1. Titolari2. Tecnici incaricati3. Imprese esecutrici

In allegato i seguenti modelli:

Segnalazione certificata inizio attività (SCIA) Segnalazione certificata inizio attività alternativa al permesso di costruire (SCIA

alternativa) Soggetti Coinvolti

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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OEPV, massimo ribasso e Linee Guida ANAC: a che punto siamo? 08/06/2017

La riforma delle disposizioni normative riguardanti il settore dei lavori pubblici in Italia ha previsto la pubblicazione di un Codice, il D.Lgs. n. 50/2016, un decreto correttivo, il D.Lgs. n. 56/2017, e svariati provvedimenti attuativi tra decreti ministeriali e linee guidadell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) vincolanti e non vincolanti (c.d. soft law).

L'obiettivo delle linee guida (cosiddette soft law), che nell'idea del legislatore dovrebbero essere strumenti dalla grande flessibilità, è quello di fornire alle amministrazioni dei modelli comportamentali che possano guidarle nella corretta applicazione delle nuove regole che in molti casi potrebbero risultare molto "discrezionali".

Ad oltre un mese dalla pubblicazione del decreto correttivo, è possibile fare un primo bilancio sulla "grande flessibilità" delle linee guida ANAC e sulla capacità dell'Autorità di far fronte rapidamente alle modifiche del Codice.

L'esempio più rappresentativo potrebbe essere la modifica dell'art. 95 del Codice dei contratti. Il Correttivo ha, infatti, previsto la possibile applicazione del criterio del prezzo più basso per lavori di importo pari o inferiore a 2.000.000 di euro, quando l’affidamento dei lavori avviene con procedure ordinarie, sulla base del progetto esecutivo, specificando che per importi al di sopra di 1.000.000 di euro, per l’affidamento dei lavori, dovranno essere utilizzate le procedure ordinarie senza alcuna possibilità di procedura negoziata. Il

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progetto dovrà essere esecutivo e l’Ente appaltante potrà utilizzare l'esclusione automatica delle offerte anomale avvalendosi del metodo antiturbativa, con il sorteggio in corso di gara del criterio matematico per individuare le offerte anomale da scartare al fine di evitare che le imprese posano formare cartelli.

La modifica all'art. 95 avrebbe dovuto avere un impatto sulla Determinazione ANAC 21 settembre 2016, n. 1005 recante "Linee Guida n. 2, di attuazione del D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50, recanti “Offerta economicamente più vantaggiosa” (Gazzetta Ufficiale 11 ottobre 2016, n. 238) che riportando in premessa in quadro normativo, ricorda che il comma 4, art. 95 del Codice stabilisce che può - e non deve - essere utilizzato il criterio del minor prezzo: a) per i lavori di importo pari o inferiore a 1.000.000 di euro, tenuto conto che la rispondenza ai requisiti di qualità è garantita dall’obbligo che la procedura di gara avvenga sulla base del progetto esecutivo; b) per i servizi e le forniture con caratteristiche standardizzate o le cui condizioni sono definite dal mercato; c) per i servizi e le forniture di importo inferiore alla soglia comunitaria, caratterizzati da elevata ripetitività, fatta eccezione per quelli di notevole contenuto tecnologico o che hanno un carattere innovativo.

Relativamente al massimo ribasso occorre, poi, precisare che la modifica, introdotta all’articolo 95, comma 4, lettera a) con cui è stata autorizzata l'aggiudicazione degli appalti al massimo ribasso per importi a base d’asta fino a due milioni, pone le seguenti due condizioni:

che l'appalto venga aggiudicato sulla base di un progetto esecutivo; che l’affidamento dei lavori avvenga con procedure ordinarie.

La prima condizione nasce per evitare che la procedura venga applicata agli appalti integrati. La seconda condizione limita la possibilità di ricorrere al criterio del prezzo più basso ai casi in cui “l'affidamento dei lavori avviene con procedure ordinarie” con la conclusione che l'interpretazione letterale della norma porterebbe ad affermare che l’aumento dell’importo (da 1 milione a 2 milioni) per procedere all’affidamento con il criterio del prezzo più basso (che evita anche l'obbligo di nominare una commissione giudicatrice ad hoc) vale solo per le stazioni appaltanti che scelgono di assegnare gli appalti con gare ossia procedure ordinarie (procedure aperte e ristrette), sempre precedute da un bando. Nelle gare al di sotto di 2 milioni di euro, quindi, le stazioni appaltanti non potrebbero accoppiare procedura negoziata e massimo ribasso. Le uniche due scelte ammesse sarebbero infatti gara formale e massimo ribasso (o offerta più vantaggiosa) oppure procedura negoziata e offerta più vantaggiosa.

La domanda è: a poco più di un mese dalla pubblicazione in Gazzetta del decreto correttivo, come mai l'ANAC non ha ancora aggiornato le linee guida sull'Offerta economicamente più vantaggiosa, procedendo, anche, a chiarire i dubbi interpretativi che nascono con la modifica, introdotta all’art. 95, comma 4, lettera a)?

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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Ordini Professionali: 4 deleghe in aiuto alle Professioni 08/06/2017

La legge per la tutela del lavoro autonomo, in corso di approvazione parlamentare, contiene quattro deleghe in discussione al Parlamento, tre in particolare, interessano il futuro dei professionisti iscritti agli Albi (leggi articolo).

Per rilanciare il settore della libera professione, gli Ordini, approfittando della legge sul lavoro autonomo, stanno portando avanti una discussione sulle istanze mirate a risollevare la crisi che avvolge il settore. Le deleghe, una volta approvate, porteranno in dote un cambiamento radicale nel modo di lavorare all’interno degli Studi Professionali. L’obiettivo strategico degli Ordini, al momento, è quello di delineare quelle azioni di welfare attivi che possono aiutare i professionisti a districarsi nel mondo de mercato del lavoro e della competizione tra gli iscritti.

Le 4 deleghe Le 4 deleghe in discussione riguardano:

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le funzioni sussidiarie dello Stato da affidare agli iscritti a un Ordine; la possibilità delle Casse Professionali di gestire i fondi riguardanti maternità la gestione della previdenza sanitaria e pensionistica per gli iscritti agli Ordini con

Gestione separata; la semplificazione delle misure di prevenzione e sicurezza per gli studi professionali.

Ma i nodi da sciogliere nel passaggio dalla figura di professionista autonomo a quella di professionista con “Delega Pubblica” di Stato sono tanti. Temi del passaggio di competenza Stato-Ordini non nuovi, visto che già in passato Stato e Ordini hanno collaborato in altri campi, come quello della sanatoria edilizia e della sicurezza nei cantieri.

L’articolo 5: il “pubblico” dato in Concessione Secondo il proponente legislativo, affidare «atti pubblici» alle categorie professionali organizzate in Ordini Professionali, mira a «semplificare l’attività delle amministrazioni pubbliche e di ridurre i tempi dì produzione». Entro l’anno prossimo, dunque, il Governo dovrebbe avere pronta la “lista” delle attività amministrative da esternalizzare agli studi professionali.

Conflitto d’interesse Tra i punti in discussione, il rapporto fiduciario con il cliente. Il legislatore, a riguardo, raccomanda al Governo di sciogliere il nodo sulle circostanze che possano determinare condizioni di «conflitto di interesse» nell’esercizio delle funzioni pubbliche del Libero Professionista. Questione ereditata dalle norme sul rispetto della privacy e sulla riservatezza dei dati personali nella gestione degli atti pubblici «rimessi al professionista».

Esclusione dagli Appalti Intanto, sono stati cancellati alcuni atti e funzioni pubbliche da trasferire ai professionisti come i contenziosi giudiziari, innescati dalla semplificazioni in materia di certificazione dell’adeguatezza dei fabbricati alle norme di sicurezza ed energetiche come l’istituzione del “fascicolo del fabbricato”; l’asseverazione contributiva.

Il pressing degli Ordini sui parlamentari L’Elenco degli atti da delegare direttamente ai professionisti è già argomento di pressing da alcuni Ordini sui parlamentari e sugli uffici ministeriali. L’auspicio dei rappresentanti delle

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categorie professionali è che il confronto Stato-Ordini avvenga nella massima trasparenza, tenendo conto anche della crisi di vari settori professionali.

L’articolo 6: i sostegni al professionista La legge precede anche alcune misure “protezionistiche” per il lavoratore autonomo in difficoltà. La Legge, prevede anche la possibilità che enti privati possano intervenire in forma associative a sostegno degli iscritti; come quelli colpiti da gravi malattie o per ragioni indipendenti dalla loro volontà, vittime di sensibili cali del reddito professionale. Patto sociale che potrebbe venire da alleanze fra Casse attraverso pacchetti innovativi comuni di aiuto. In ogni caso, misure previdenziali finanziate da "apposita contribuzione" a carico degli iscritti alle Casse.

l’iter I decreti legislativi dovranno essere adottati a un anno dall’entrata in vigore della legge, sottoposti al parere delle commissioni parlamentari e discussi anche attraverso la conferenza Stato-Regioni.

Oneri e parcelle sul cliente E per finire, ma non ultimo, la devolution degli atti pubblici agli Ordini non sarà compensata da manovre finanziarie dello Stato, la legge, infatti, lo esclude. Saranno sull’utente, dunque sul cliente, le spese per le prestazioni in “Extra Moenia” dell’accordo Stato-Ordini. Con un possibile corto circuito nel flusso finanziario derivante tra i diritti di parcella, e gli accordi concessionari tra Ordini e Stato.

A cura di Salvo Sbacchis

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Semplificazioni fiscale: audizione dell’ANCE in Parlamento 08/06/2017

Interessanti le proposte presentate dall'ANCE durante l'audizione dello scorso 6 giugno presso la Commissione bicamerale per la semplificazione nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle semplificazioni possibili nel settore fiscale.

Il tema dell'audizione ha riguardato quello che è unanimemente riconosciuto uno dei problemi principali per chi esercita un'attività produttiva: la complessità del sistema fiscale e i costi sostenuti per adempiere agli innumerevoli obblighi fiscali e per affrontare il contenzioso connesso agli errori. La delegazione ANCE, guidata dal Vice Presidente per l’Area economico-fiscale-tributaria, Giuliano Campana, ha evidenziato gli aspetti deleteri del sistema fiscale sul settore edilizio.

"Non esiste altro comparto - commenta l'ANCE - in cui le regole fiscali siano così complesse da rendere necessario uno specialista della normativa del settore, per districarsi nelle migliaia di norme fiscali applicabili. Basti pensare alla disciplina dell’IVA specifica per il settore immobiliare, alla tassazione degli immobili delle imprese o all’imposta di bollo per la partecipazione alle gare pubbliche. Si aggiungano, inoltre, i continui e repentini cambiamenti normativi, che rendono ancora più difficile capire preventivamente il corretto comportamento da assumere di fronte al Fisco".

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Secondo una recente indagine condotta dai Costruttori italiani, una piccola media impresa deve sottostare ogni anno a circa 25 adempimenti fiscali ed ad oltre 70 scadenze tributarie. Elevatissimo anche il numero di adempimenti a carico dei contribuenti, tali da costituire nei fatti un serio disincentivo all’investimento immobiliare.

A fronte di tale situazione, l'ANCE ha evidenziato la necessità che il Legislatore provveda ad avviare una forte semplificazione del sistema fiscale, che, per le imprese di costruzioni, andrebbe attuato secondo 2 direttrici fondamentali:

da un lato, migliorare il rapporto di collaborazione fra fisco e contribuenti, che viene, ad oggi, ostacolata da una serie di adempimenti “vessatori”, in particolare in tema di IVA; che si traducono in un mero costo economico per l’impresa, a fronte di una assoluta mancanza di vantaggi premiali;

d’altro lato, superare gli ostacoli all’adempimento fiscale, dovuti all’elevato grado di incertezza che, spesso, caratterizza il calcolo stesso del debito tributario, sia in fase di acquisto che di possesso degli immobili.

Split Payment e Reverse Charge Durante l'audizione, il Vice Presidente Campana si è soffermato su uno dei temi che da poco sta tartassando anche i liberi professionisti (leggi articoli) e ha ricordato che il D.L. n. 50/2017 (alle ultime battute per la conversione in legge) ha stabilito la proroga al 2020 per il meccanismo della “scissione dei pagamenti” (cd. “split payment”), superando la data del 31 dicembre 2017, originariamente fissata dall'Unione Europea quale termine ultimo d’applicazione dello strumento. Per le fatture emesse dal 1° luglio 2017, relative a cessioni di beni e prestazioni di servizi, il meccanismo dello “split payment” viene esteso, poi, anche nei confronti delle società a partecipazione pubblica.

"In generale - sostengono i costruttori - la proroga e l’ampliamento dell’ambito applicativo dello “split payment” vanno valutate negativamente, in quanto l’obbligo di fatturazione elettronica nei rapporti con tutte le PP.AA. è già in vigore dal 2015 ed è considerato elemento già sufficiente per il contrasto all’evasione IVA".

Sempre sul tema, l'ANCE afferma che "Per risolvere il problema del credito IVA, anche nell’ottica della semplificazione, ad avviso dell’Associazione, basterebbe potenziare l’uso della fatturazione elettronica, facendo nuovamente incassare l’IVA anche alle imprese di settore, eliminando lo split payment e il reverse charge. Nel frattempo, però, occorrerendere immediato il tempo di recupero del credito IVA semplificando le regole per l’accesso ai rimborsi. In particolare si potrebbero adottare ulteriori meccanismi operativi di accelerazione del recupero del credito, quali, ad esempio un modello di dichiarazione IVA mensile che consenta la compensazione del credito IVA già il mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione, ovvero l’applicazione dello stesso meccanismo di versamento dell’IVA anche nei confronti dei fornitori. A titolo esemplificativo, se l’impresa presta servizi o cede beni ad una pubblica amministrazione, non riceve l’IVA applicandosi lo “split”. La stessa impresa non dovrebbe pagare l’IVA sulle fatture dei propri fornitori, proprio mediante l’applicazione del “reverse”. La sua posizione IVA in questo modo verrebbe quasi del tutto azzerata, senza che emerga alcun credito".

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Lavori pubblici In riferimento al settore dei lavori pubblici, recentemente riformato dal D.Lgs. n. 50/2016 (c.d. Codice dei contratti pubblici) e dal D.Lgs. n. 56/2017 (c.d. Decreto correttivo), uno degli aspetti fiscali più critici riguarda il corretto assolvimento dell’imposta di bollo sugli atti da produrre sia in sede di partecipazione che di aggiudicazione dei lavori. "La normativa che disciplina la materia - afferma l'ANCE - individua diverse categorie di atti, differenziando l’applicabilità e la misura del tributo, a seconda dell’obbligo di presentazione dell’atto ai competenti uffici amministrativi per la sua registrazione. Questo, di fatto, genera errori senza colpa ma che si trasformano in costi elevatissimi a carico delle imprese che devono produrre tutta la documentazione necessaria nelle diverse fasi di gara".

Sul tema, da tempo l’ANCE sostiene l’assoluta urgenza di un vero e proprio riordino della materia, preso atto, nel corso degli anni, che le Amministrazioni Pubbliche, nell’esercizio delle proprie funzioni di stazioni appaltanti, assumono comportamenti spesso contraddittori e difformi da territorio a territorio. Per far fronte a questa situazione, occorrerebbe, ad esempio, l’introduzione di un’imposta d’atto “sostitutiva”, applicata in misura proporzionale sull’importo dei lavori posto a base d’asta.

Tassazione immobili La delegazione dei costruttori italiani si è soffermata anche sul tema della riforma della tassazione locale sugli immobili evidenziando la necessità di una sostanziale semplificazione ed un assetto definitivo e stabile. "Il continuo modificarsi delle norme di riferimento - affermano i costruttori - ha prodotto, infatti, solo un indiscriminato aumento della pressione fiscale sugli immobili, legato quindi a fenomeni patologici - più volte denunciati - che, ad esempio per le imprese di costruzioni, sono stati rappresentati dalla tassazione IMU e TASI sui fabbricati costruiti o ristrutturati per la successiva vendita, cd. “beni merce” delle imprese edili. È vero che, dal 2013, è stata esclusa la tassazione IMU su tali fabbricati, fintanto che non siano in ogni caso locati, ma poi, la successiva introduzione della TASI ha comunque comportato la sostanziale reintroduzione di un’imposta patrimoniale, camuffata da imposta sui servizi, tra l’altro non fruiti da tale tipologia fabbricati. Inoltre, l’esclusione da prelievo IMU e TASI non si applica in nessun caso alle aree destinate alla costruzione per la successiva vendita, facenti parte anch’esse del “magazzino” delle imprese edili".

In allegato l'indagine conoscitiva sulle semplificazioni fiscali in edilizia condotta dall'ANCE.

A cura di Ufficio Stampa ANCE

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Fascicolo del fabbricato, torna l’ipotesi di renderlo obbligatorio di Alessandra Marra

Nuovo ddl in Senato: il documento sarà redatto da un professionista e costituirà titolo di

agibilità sismica e aggiornamento catastale

08/06/2017 – Rendere obbligatorio il fascicolo del fabbricato per ogni immobile di proprietà privata presente nel territorio italiano. Questa una delle disposizioni contenute in un disegno di legge presentato al Senato che si pone l’obiettivo di introdurre misure volte alla tutela del territorio nazionale. La relazione del disegno di legge evidenzia i tentativi compiuti sia dal Parlamento che da sei Regioni (tra cui la Puglia) di istituire il Fascicolo del fabbricato o di provare a rendere obbligatoria una qualche forma di documentazione propedeutica alla certificazione sismica e la messa in sicurezza degli edifici, tentativi andati a vuoto. Obbligo del Fascicolo del fabbricato: il contenuto

Il disegno di legge impegna le Regioni, entro il 31 dicembre 2017, ad adottare misure finalizzate a rendere obbligatoria l’istituzione del fascicolo del fabbricato e a stabilire che l’aggiornamento del fascicolo avvenga con una cadenza non superiore a tre anni.

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Il fascicolo del fabbricato dovrà contenere tutte le informazioni attinenti alla costruzione dell’edificio e alle sue pertinenze, registrare le eventuali modifiche apportate al progetto originario e ogni forma di lavoro eseguito. Dovrà inoltre contenere tassativamente: a) la localizzazione del bene immobile; b) la tipologia delle fondazioni, delle elevazioni e della struttura portante; c) le planimetrie e i grafici o, in loro assenza, un rilievo geometrico, che descrivono le caratteristiche, incluse quelle volumetriche o dimensionali, dell’immobile al momento della predisposizione del fascicolo, evidenziando le eventuali modifiche strutturali intervenute; d) l’epoca di costruzione, il sistema e i materiali utilizzati; e) la situazione catastale storica e corrente; f) le pertinenze edilizie prive di autonoma destinazione; g) le segnalazioni al proprietario e alle amministrazioni di eventuali elementi di criticità statica, sismica o geologica, nonché delle carenze documentali essenziali alla valutazione della sicurezza; h) la rilevazione della eventuale presenza di fessurazioni o lesioni; i) le caratteristiche geologiche del suolo e del sottosuolo.

Redazione del fascicolo del fabbricato al professionista Secondo il ddl, il professionista, incaricato dal proprietario dell’immobile, dovrà predispone e aggiornare il fascicolo del fabbricato con riferimento alla documentazione tecnicoamministrativa fornitagli. Ove necessario, potrà avanzare delle osservazioni e svolgere ulteriori indagini. Con la predisposizione del fascicolo, il professionista potrà verificare le eventuali criticità di natura strutturale, ambientale, energetica e impiantistica, le quali renderanno doverosi taluni interventi di ristrutturazione al fine di garantire la piena agibilità del fabbricato. Il ddl specifica anche che il Governo dovrà convocare i rappresentanti del Consiglio nazionale degli ingegneri e del Consiglio nazionale degli architetti per stipulare una convenzione che individui i requisiti per lo svolgimento delle attività professionali e che definisca i rispettivi compensi. Entro un anno dall’attivazione della pratica, il professionista dovrà trasmettere il fascicolo del fabbricato al competente ufficio comunale, unitamente ad una relazione tecnica sulle risultanze dell’istruttoria che asseveri la conformità e la sicurezza dell’immobile o che evidenzi rilievi critici.

Il rilascio del fascicolo del fabbricato Il Comune potrà decidere, sulla base delle informazioni trasmesse, se provvedere al rilascio del fascicolo del fabbricato, invitare il soggetto a fare delle modifiche necessarie al rilascio del fascicolo oppure non concedere il fascicolo e dichiarare la totale

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inagibilità dell’immobile.

Il rilascio del fascicolo del fabbricato costituirà titolo di agibilità sismica e determinerà l’automatico aggiornamento catastale.

La produzione del fascicolo del fabbricato, debitamente aggiornato, sarà condizione per il rilascio di ogni tipo di autorizzazione o certificazione di competenza comunale all’intero fabbricato o a singole parti dello stesso.

Infine, il disegno di legge prevede che il proprietario del fabbricato che abbia fatto istanza per l’ottenimento del relativo fascicolo possa godere di una detrazione del 50% per le spese debitamente documentate e sostenute entro il 31 dicembre 2018.

Abusivismo: istituzione di un ‘Osservatorio Nazionale’ Il disegno di legge, inoltre, istituisce l’Osservatorio nazionale sull’abusivismo edilizio finalizzato alla valutazione delle politiche edilizie e ambientali. Il fine è quello di promuovere e assicurare il coordinamento tra i soggetti coinvolti nell’opera di individuazione e di repressione dell’abusivismo edilizio, di incrementare gli interventi di demolizione delle opere abusive e di portare a termine la lavorazione delle domande di condono ancora inevase.

Secondo il rapporto sul condono edilizio presentato in Senato dal centro studi Sogeea nell’aprile 2016, infatti, restano ancora da evadere più di cinque milioni di domande di condono, vale a dire un terzo circa del totale di quelle presentate, con mancati introiti per le casse dello Stato pari a circa venti miliardi di euro.

Di conseguenza, il ddl prescrive le procedure per il completamento dell’esame delle domande di sanatoria edilizia. In tal senso, le amministrazioni comunali dovranno trasmettere all’Osservatorio: il numero totale delle domande di sanatoria edilizia presentate, distinguendo tra quelle evase, quelle in via di esame e quelle in attesa di essere esaminate, unitamente ad un piano comunale che preveda criteri e modalità per l’obbligatoria evasione. Gli introiti derivanti dall’evasione delle domande di sanatoria edilizia saranno destinati dai Comuni per la realizzazione di interventi di manutenzione stradale e di piantumazione, canali di scolo per la pioggia, argini per fiumi e torrenti, piste ciclabili.

Infine il provvedimento stabilisce programma educativo rivolto ai più giovani finalizzato ad affrontare situazioni di emergenza causate da ogni tipo di calamità e ad approfondire le conoscenze integrate che concernono il territorio di riferimento della

scuola.

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Ecobonus e Sismabonus, Rete Irene: ‘ci sono le risorse per potenziarli’ di Paola Mammarella

17 miliardi di euro all’anno potrebbero essere recuperati revocando i sussidi alle attività

ambientalmente dannose

08/06/2017 – Gli incentivi per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza antisismica degli edifici possono essere potenziati. Le risorse, sostiene Rete Irene (Rete di Imprese per la Riqualificazione Energetica degli Edifici), ci sono e potrebbero arrivare a 17 miliardi di euro all’anno.

Al momento, spiega Rete Irene, lo Stato eroga sussidi ambientalmente dannosi. Revocandoli si potrebbero potenziare gli incentivi esistenti, in particolar modo quelli per gli interventi di riqualificazione profonda degli edifici, che spesso non sono effettuati per i costi elevati che comportano e per il quadro normativo instabile.

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Stabilizzazione incentivi, 17 miliardi annui da dirottare La Strategia energetica nazionale, ricorda Rete Irene, riconosce la necessità di stabilizzare gli incentivi e puntare sulle riqualificazioni profonde per ottenere risultati significativi in termini di risparmio energetico e riduzione delle emissioni inquinanti. Alle richieste avanzate in tal senso dagli operatori del settore, il Governo ha sempre opposto il problema delle coperture finanziarie. In realtà, spiega Rete Irene, sulla base del Collegato Ambientale, il ministero dell’Ambiente ha redatto il catalogo dei sussidi ambientalmente favorevoli e ambientalmente dannosi, come quelli per lo sfruttamento delle fonti fossili. Smettendo di finanziare le attività dannose si potrebbero recuperare 17 miliardi di euro all’anno. A questo Rete Irene aggiunge che, rimodulando gli incentivi, verrebbe meno il bisogno di trovare una copertura finanziaria perché il costo dei bonus sarebbe coperto dal ritorno degli investimenti.

Cessione dei bonus alle banche Qualcosa nella diversa percezione delle coperture finanziarie si muove. La Manovrina 2017 riconosce ai condòmini incapienti la possibilità di cedere alle banche un credito di imposta corrispondente alla quota di detrazione spettante per l’intervento di riqualificazione. Probabilmente, sottolinea Rete Irene, l'effetto aggiuntivo sarà molto limitato: gli incapienti potevano già cedere ad altri soggetti diversi dalle banche e le banche potranno utilizzare i crediti acquistati solo in compensazione di propri debiti verso l’erario, oppure ricedendoli a terzi. Concettualmente, sostiene però Rete Irene, si tratta di un grande passo avanti perché di infrange il tabù della cessione delle detrazioni alle banche. Il Governo ha sempre mostrato cautela su questo argomento perché la cessione del credito alle banche genera debito e fa scattare problemi per le coperture con l’Unione Europea.

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Split payment e tasse confuse, Ance: ‘edilizia penalizzata dal Fisco’ di Paola Mammarella

Le imprese edili in audizione alla Camera chiedono un riordino delle imposte sugli

immobili e per la partecipazione agli appalti

08/06/2017 – Disciplina Iva, tasse sugli immobili delle imprese, imposte per partecipare alle gare d’appalto e continui cambi normativi. L’edilizia è fortemente penalizzata dal Fisco, ha affermato il Vice Presidente Ance per l’Area economico-fiscale-tributaria, Giuliano Campana, intervenuto in audizione alla Camera per chiedere un sistema più semplice.

Fatturazione elettronica al posto dello split payment Secondo Campana, deve essere giudicata negativamente la proroga dello split payment al 2020 e la sua estensione anche alle fatture emesse nei confronti delle società a partecipazione pubblica. Invece di questo meccanismo, che consiste nel pagare l’Iva direttamente allo Stato e non in fattura al fornitore, Campana propone di potenziare la fatturazione elettronica per combattere l’evasione fiscale.

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L’Ance ha proposto l’eliminazione sia dello split payment sia del reverse charge, un altro meccanismo contabile per cui il fornitore emette fattura senza Iva, mentre questa viene assolta dal cliente. Nel frattempo però, ha sottolineato Campana, sarebbe necessario accelerare il recupero del credito Iva adottando ad esempio un modello di dichiarazione Iva mensile, che consenta la compensazione già il mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione. L’impresa che presta servizi o cede beni ad una pubblica amministrazione e che non riceve l’Iva, ha proposto Campana, non dovrebbe pagare l’Iva sulle fatture dei propri fornitori: in questo modo la sua posizione Iva verrebbe quasi del tutto azzerata, senza che emerga alcun credito.

Tasse sugli Appalti Campana ha evidenziato che le imposte di bollo, da pagare quando si partecipa ad una gara d’appalto, variano in base agli atti da produrre e spesso generano errori senza colpa che si trasformano in costi elevatissimi a carico delle imprese. Da tempo, ha ricordato Campana, l’Ance sostiene la necessità di un riordino della materia con l’introduzione di un’imposta d’atto sostitutiva, di importo proporzionale all’importo dei lavori posto a base d’asta.

Tasse sugli immobili, troppi cambiamenti I continui cambiamenti normativi, ha lamentato Campana, si sono tradotti solo in un aumento della pressione fiscale. Anche se dal 2013, ha sottolineato, è stata eliminata l’Imu sugli immobili merce, la successiva introduzione della Tasi ha comunque comportato la sostanziale reintroduzione di un’imposta patrimoniale, camuffata da imposta sui servizi, tra l’altro non fruiti da tale tipologia di fabbricati. Le imposte non colpiscono invece le aree destinate alla costruzione. L’Ance si è soffermata anche sul regime fiscale applicato alle cessioni di immobili da demolire e ricostruire con premio di cubatura (applicando i Piani Casa). Per l'Agenzia delle Entrate, l’atto di compravendita deve essere riqualificato come cessione di un terreno edificabile piuttosto che di fabbricato, con conseguente imposizione ai fini Irpef dell’eventuale plusvalore rinvenibile nella differenza tra costo di acquisto del terreno e prezzo percepito. Spesso le cessioni avvengono invece col meccanismo della permuta immobiliare. Ad ogni modo, l’Ance sostiene che sia necessario un quadro normativo univoco.

Il Fisco disincentiva gli investimenti immobiliari Campana ha illustrato che, in base ad una recente indagine risulta che una piccola media impresa deve sottostare ogni anno a circa 25 adempimenti fiscali ad oltre 70 scadenze tributarie. Elevatissimo anche il numero di adempimenti a carico dei contribuenti, tali da costituire nei fatti un serio disincentivo all’investimento immobiliare. Il Legislatore, secondo Campana, da una parte dovrebbe eliminare degli adempimenti “vessatori”, come quelli inerenti all’Iva, che a suo avviso si traducono solo in un costo senza ottenere nessun vantaggio premiale, mentre dall’altra dovrebbe rimuovere le incertezze nel calcolo del debito tributario sia in fase di acquisto che di possesso degli immobili.

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Reati antisismici: l'eventuale circolare amministrativa non equivale a buona fede 07/06/2017 Matteo Peppucci

Cassazione: la contravvenzione di cui agli artt. 93 e 95 del dpr 380/2001 è applicabile a tutte le opere realizzate in zona sismica, indipendentemente dalla funzione statica dalle stesse svolte e alla presenza di una circolare amministrativa fuorviante

Il reato per opere realizzate in zone a rischio sismico resta integrato indipendentemente sia dalle caratteristiche dell'opera edilizia, che può consistere in qualsiasi intervento edilizio - con la sola eccezione di quelli di semplice manutenzione ordinaria - effettuato in zona sismica, comportante o meno l'esecuzione di opere in conglomerato cementizio armato, sia dal grado di sismicità dell'area, essendo il reato de quo configurabile anche in caso di esecuzione di lavori in zona inclusa tra quelle a basso indice sismico.

Non rileva - secondo gli ermellini - "un’eventuale buona fede dell’imputato per essersi uniformato ad una circolare amministrativa, occorrendo la dimostrazione che questi versasse in una situazione di errore scusabile, tenuto conto del consolidato indirizzo interpretativo della giurisprudenza di legittimita? in materia di obblighi di informazione sulla normativa settoriale".

Lo ha affermato la Corte di Cassazione nella sentenza 24585/2017 pubblicata il 18 maggio, e con la quale è stato accolto un ricorso contro l’assoluzione, in primo grado, di committente, esecutore e direttore dei lavori, che avevano eseguito opere strutturali consistenti di un muro di confine, dei piloni di sostegno di un cancello e di un muretto di recinzione su strada (capo a, reati contestati: art. 71 dpr 380/2001) e per avere omesso presentare allo Sportello unico per l'edilizia la denuncia delle predette opere strutturali prima del loro inizio, prevista dall'art.65 del dpr 380/2001 (capo b, reati contestati artt. 93 e 95 del dpr 380/2001)

In terzo grado, quindi, è stato accolto il ricorso sull'inosservanza o erronea applicazione della legge penale in relazione alla sola contravvenzione di cui agli artt. 93 e 95 del dpr 380/2001 contestata al capo b). Ciò sul presupposto che tale figura di reato sia applicabile a tutte le opere realizzate in zona sismica, indipendentemente dalla funzione statica dalle stesse svolte.

Il giudizio del giudice ordinario Secondo il primo giudice, pur essendo stata pacificamente dimostrata la realizzazione delle opere sopra menzionate, dall’istruttoria dibattimentale era, altresì, emerso che i manufatti, costruiti in cemento armato, non erano destinati ad assolvere alcuna funzione statica e che, per tale motivo, gli imputati avevano ritenuto di non dovere presentare preventivamente la denuncia (prevista dall'art. 65 sopracitato) per le opere in conglomerato cementizio armato, che l'art. 53, comma 1 considera come tali, appunto, solo quando assolvano ad una funzione statica.

Sulla base della riportata interpretazione della normativa di riferimento, avallata dalla Circolare del Ministero dei lavori pubblici n. 11951 del 14/02/1974, gli imputati si erano, dunque, consapevolmente determinati a non presentare la denuncia in questione, incorrendo in un errore scusabile, siccome indotto da una normativa suscettibile di differenti opzioni esegetiche e non potendo attribuirsi rilievo dirimente al contrario indirizzo della giurisprudenza di legittimità, che gli imputati non sarebbero stati tenuti a conoscere.

Le decisioni della Cassazione Già sotto il profilo dell'elemento oggettivo, per gli ermellini "la sentenza impugnata si mostra gravemente carente, essendosi la stessa soffermata unicamente sulle caratteristiche dell'opera in rapporto alla sua funzione statica ed ai conseguente obbligo di denuncia, senza in alcun modo affrontare il concorrente profilo della sismicità dell'area interessata dall'intervento, la quale avrebbe, dunque, imposto di

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ottemperare agli obblighi comunicativi".

Inoltre, sulla scia della fondamentale sentenza n. 368/88 della Corte costituzionale, che nelle fattispecie contravvenzionali la buona fede può acquistare rilevanza giuridica solo a condizione che essa si traduca nella mancanza di consapevolezza dell'illiceità del fatto e che derivi da un elemento positivo estraneo all'agente, consistente in una circostanza che induca alla convinzione della liceità del comportamento tenuto, la prova della sussistenza del quale deve essere fornita dall'imputato, unitamente alla dimostrazione di avere compiuto tutto quanto poteva per osservare la norma violata.

Nel caso di specie, secondo la Cassazione, "l’obbligatorietà della preventiva denuncia di opere in cemento armato inidonee ad assolvere una funzione statica e non, come invece sarebbe stato necessario, l'obbligatorietà della comunicazione connessa alla sismicità dell'area interessata dall’intervento edificatorio".

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Imposta unica sugli immobili ed eliminazione dello split payment: le richieste di ANCE del 08/06/2017

Fisco ed Edilizia: Ance, in audizione parlamentare, ha chiesto l'accelerazione dei rimborsi Iva alle imprese in relazione allo split payment, una forte semplificazione dell’imposta di bollo per i lavori pubblici e l'introduzione del prezzo-valore per la cessione di immobili fatta da imprese di costruzione

Serve l'introduzione di un'imposta unica sugli immobili e l'accelerazione dei rimborsi Iva alle imprese per quel che riguarda lo split payment. Sono le principali richieste avanzate dall'ANCE nell'audizione presso la Commissione bicamerale per la semplificazione fiscale. I costruttori hanno anche sensiblizzato altri temi, in primis la semplificazione del bollo per i lavori pubblici e l'introduzione del prezzo-valore per la cessione di immobili fatta da imprese costruttrici.

Split payment La proroga al 2020 del cd. split payment (pagamento dell'Iva direttamente allo Stato e non in fattura ai fornitori), in particolare la sua estensione alle fatture emesse nei confronti delle società partecipate pubbliche, è valutata negativamente dall'ANCE. Per combattere l'evasione fiscale, viene proposto in alternativa il potenziamento della fattura elettronica.

L'Ance quindi chiede di eliminare split payment e reverse charge (il fornitore emette fattura senza Iva, assolta dal cliente) e di accelerare il recupero del credito Iva con adozione di un modello Iva mensile, che possa far compensare già il mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione. In soldoni, l'impresa che presta servizi o cede beni ad una pubblica amministrazione e che non riceve l’Iva, ha proposto il Vice Presidente Ance per l’Area economico-fiscale-tributaria Campana, non dovrebbe pagare l’Iva sulle fatture dei propri fornitori: in questo modo la sua posizione Iva verrebbe quasi del tutto azzerata, senza che emerga alcun credito.

Tassa unica sugli immobili La tassazione locale sugli immobili (Imu e Tasi) è troppo complicata, va trovato un sistema stabile. Per l'ANCE, andrebbe riconosciuta l’esenzione integrale da prelievo IMU/TASI per gli “immobili merce”, cioè i fabbricati costruiti o ristrutturati per la successiva vendita. L'esenzione andrebbe fatta in virtù dei principi di chiara equità fiscale in quanto tali immobili non sono ancora usciti dal

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circuito produttivo, cioè non hanno prodotto ancora ricavi e non fruiscono dei servizi comunali.

In subordine, si chiede una reale razionalizzazione degli adempimenti necessari alla verifica dei requisiti per accedere all’esclusione da imposizione, quantomeno per i “beni merce” non più soggetti ad IMU e, più in generale, di arrivare a una tassazione unica sugli immobili, stabile quanto meno per tre anni ed integralmente destinata ai Comuni per il finanziamento dei servizi (“service tax”), sempre con l’ovvia esclusione dei beni prodotti dalle imprese edili (aree e fabbricati costruiti, o ristrutturati, per la successiva vendita.

Imposta di bollo per i lavori pubblici La normativa attuale, secondo ANCE, individua diverse categorie di atti, differenziando applicabilità e misura del tributo, a seconda dell’obbligo di presentazione dell’atto ai competenti uffici amministrativi per la sua registrazione. La 'cosa' genera dubbi ed errori senza colpa che però portano a gravi conseguenze in termini economici per le imprese.

Per questo, serve un cambiamento radicale, anche per far fronte ai diversi comportamenti 'in giro per l'Italia da parte delle PA', con l'introduzione di un'imposta d’atto “sostitutiva”, applicata in misura proporzionale sull’importo dei lavori posto a base d’asta.

Prezzo-valore nei trasferimenti immobiliari La normativa vigente impone di considerare come base imponibile degli immobili oggetto di trasferimento a titolo oneroso il valore venale in comune commercio del bene. C'è però una deroga, rappresentata dalla regola del c.d. “prezzo-valore” agli acquisisti di abitazioni effettuati da persone fisiche in base al quale l’imposta di registro e le imposte ipotecarie e catastali possono applicarsi, su opzione dell’acquirente, sul “valore catastale” dell’immobile, a prescindere dal prezzo di cessione dichiarato nel rogito. Attenzione: sono esenti da tale regime le operazioni di cessione soggette ad IVA, ovverosia per le operazioni di vendita di immobili abitativi effettuate dalle imprese che li hanno costruiti per la vendita. Tale previsione normativa determina una sostanziale disparità di trattamento: è quindi auspicabile un’estensione del meccanismo anche alle operazioni soggette ad IVA. Per superare, però, i vincoli comunitari che impediscono l’imposizione ai fini IVA su un valore diverso dal corrispettivo di vendita, indicato in fattura, si propone l’introduzione di meccanismi premiali (tipo detrazioni o crediti d’imposta). Ad esempio, potrebbe essere introdotta una detrazione d’imposta o un credito d’imposta commisurata alla differenza tra l’ammontare dell’IVA effettivamente corrisposto dall’acquirente ed indicato in fattura e l’importo dell’imposta che deriverebbe dall’applicazione della corrispondente

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aliquota al “valore catastale” dell’immobile. Tale proposta consentirebbe anche nell’ ambito dei contratti aventi ad oggetto fabbricati soggetti ad IVA, di favorire l’emersione del reale valore del bene, con evidenti vantaggi anche per l’amministrazione finanziaria.

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Appalti e gare: i comunicati dell'Anac non sono vincolanti per le PA del 08/06/2017

TAR Umbria: i comunicati del presidente ANAC sono meri pareri privi di efficacia vincolante per le stazioni appaltanti e possono essere senz'altro disattesi

Un valore (vincolante) hanno le linee guida ANAC, un altro (non vincolante) i 'pareri' rappresentati dai comunicati del presidente, che vengono emanati sistematicamente dallì'Autorità Anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone anche per quel che riguarda i servizi di architettura e ingegneria. E' quanto affermato dal Tar Umbria, che con l'ordinanza 428/2017 del 31 maggio 'esautora' le stazioni appaltanti dall'osservanza di tali indicazioni, specificando che "va senz’altro affermata la natura di meri pareri dei comunicati del Presidente dell’ANAC, privi di qualsivoglia efficacia vincolante per le stazioni appaltanti, trattandosi di meri opinamenti inerenti l’interpretazione della normativa in tema di appalti pubblici".

Secondo i giudici amministrativi, non può ammettersi nel vigente quadro costituzionale, in tal delicato settore, un generale vincolante potere interpretativo con effetto erga omnes affidato ad organo monocratico di Autorità Amministrativa Indipendente,"i cui comunicati ermeneutici - per quanto autorevoli - possono senz’altro essere disattesi".

Diversamente dalle linee guida, per la cui formazione è previsto un percorso procedimentalizzato e partecipato (vedi art. 213 comma 2 D.lgs. 50 del 2016) - nel solco d’altronde degli stessi principi affermati dalla giurisprudenza in tema di esercizio di poteri di tipo normativo o regolatorio da parte di Autorità Indipendenti (Consiglio di Stato sez. atti normativi, 6 febbraio 2006; T.A.R. Lombardia Milano, 4 febbraio 2006, n. 246) - "i comunicati del Presidente dell’ANAC sono dunque pareri atipici e privi di efficacia vincolante per la stazione appaltante e gli operatori economici”.

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8/6/2017 Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico: online il volume con tutti i dati

Giovedì 8 Giugno 2017

online il volume con tutti i daticasaeclima.com /ar_31580__piano-nazionale-contro-dissesto-idrogeologico-online-volume-con-tutti-dati.html

Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico: online il volume con tutti i datiIl libro contiene, regione per regione, l’elenco delle opere, il loro costo e lo stato di avanzamento dei progetti e deicantieri

Approda in formato digitale sul sito di #Italiasicura la pubblicazione del Piano nazionale delle opere e degliinterventi arricchito dal Piano finanziario per la riduzione del rischio idrogeologico, presentato il 10 maggio scorsoa Palazzo Chigi dal Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, dalla Sottosegretaria alla Presidenza del ConsiglioMaria Elena Boschi e dal Coordinatore della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppodelle infrastrutture idriche Erasmo D'Angelis.

Per la prima volta l’Italia è dotata di un piano nazionale di opere e interventi e di un piano finanziario per lariduzione del rischio idrogeologico.

Tutti i dati sono contenuti nelle 608 pagine del volume edito da Invitalia con prefazione del presidente del consiglio Paolo Gentiloni e gli interventi dei ministri Galletti, Delrio, De Vincenti, del capo della protezione civile Fabrizio Curcio e di D’Angelis e Grassi.

Il libro contiene, regione per regione, l’elenco delle opere, il loro costo e lo stato di avanzamento dei progetti e dei cantieri. E’ il risultato dei primi tre anni di lavoro della Struttura di missione per il contrasto al dissesto idrogeologico e lo sviluppo delle infrastrutture idriche, voluta dal Governo Renzi e confermata dal Governo Gentiloni.

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8/6/2017 Trasparenza nella ricostruzione post-sisma: accordo per piattaforma digitale

Giovedì 8 Giugno 2017

Trasparenza nella ricostruzione postsisma: accordo perpiattaforma digitale

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Trasparenza nella ricostruzione post-sisma: accordo per piattaforma digitaleNella piattaforma online saranno raccolti, monitorati e resi facilmente consultabili i dati relativi alla ricostruzionedel Centro Italia

L’Anci Marche ha aderito al progetto “Ricostruzione Trasparente” sottoscrivendo con l’associazione di promozionesociale OnData un protocollo d’intesa, siglato dal presidente di Anci Marche Maurizio Mangialardi e da quello diOnData Andrea Borruso.

Il progetto ha l’obiettivo di promuovere una ricostruzione trasparente attraverso una piattaforma online nella qualeraccogliere, monitorare e rendere facilmente consultabili i dati relativi alla ricostruzione del Centro Italia dopo ilsisma.

“Con la creazione di questa piattaforma digitale comunitaria – ha spiegato Mangialardi – diamo la possibilità interessati di monitorare il flusso di denaro impiegato nella ricostruzione analizzando e rendendo fruibili i dati aperti e, come Anci Marche, ci siamo impegnati a coinvolgere tutti i comuni del cratere”.

Alla sottoscrizione hanno preso parte anche Lorenzo Perone, project manager di OnData ed Allegra Paci, presidente dell’Anai, Associazione nazionale archivisti. Il progetto è stato finanziato attraverso un crowfunding lanciato lo scorso dicembre sulla piattaforma “Produzioni dal Basso” con il supporto di Banca Etica, la collaborazione dell’Anai, dell’Università degli Studi di Macerata e numerose associazioni tra cui Action Aid, Cittadinanza Attiva, InformaEtica, Stati Generali dell’Innovazione, Wikimedia, Associazione I Care e Terremotocentroitalia.info.