contatto - anno 11 - n. 1/2013

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ConTatto - Periodico trimestrale. Reg. Tribunale di Padova n. 1846 del 15/04/03. Sped. in abb. postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Padova - “Taxe percue” “Tassa riscossa” Padova C.M.P. In caso di mancato recapito inviare al C.M.P. di Padova per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Editoriale ...per un futuro “possibilmente migliore” Vita Associativa Tutti insieme per festeggiare 50 anni Eventi Simposio: “Quando i tagli... sono ciechi” Sportello Scuola È possibile la felicità per tutti? Progetto “Casa Mia” Letture consigliate Paolo Rumiz “Trans Europa Express” Paolo Giordano “Il corpo umano” Le nostre gite I “Rovinassi” sempre in cammino Non solo cibo Raro come il pane Appuntamenti Notiziario dell’ Anffas Onlus Padova Anno 11 N. 1/2013 www.anffaspadova.it AN ff AS Onlus Padova Associazione famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale Immagini tratte dal calendario 2014 di Anffas C onTa tt o

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ConTatto - Periodico trimestrale. Reg. Tribunale di Padova n. 1846 del 15/04/03. Sped. in abb. postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Padova - “Taxe percue” “Tassa riscossa” Padova C.M.P.In caso di mancato recapito inviare al C.M.P. di Padova per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

Editoriale...per un futuro“possibilmente migliore”

Vita AssociativaTutti insieme per festeggiare 50 anni

EventiSimposio: “Quando i tagli... sono ciechi”

Sportello ScuolaÈ possibile la felicitàper tutti?

Progetto “Casa Mia”

Letture consigliatePaolo Rumiz“Trans Europa Express”

Paolo Giordano“Il corpo umano”

Le nostre gite I “Rovinassi”sempre in cammino

Non solo ciboRaro come il pane

Appuntamenti

Notiziario dell’Anffas Onlus Padova

Anno 11 N. 1/2013

www.anffaspadova.it

AnffasOnlus PadovaAssociazione famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale

Immagini tratte dal calendario 2014

di Anffas

ConTatto

Maddalena BorigoPresidente Anffas Onlus PadovaEditoriale

ConTatto - Anno 11 - N. 1/2013 3 2 ConTatto - Anno 11 - N. 1/2013

Care famiglie amiche e amici che ci leggete at-

traverso questo notiziario condividendo con noi

l’impegno per un futuro “possibilmente migliore”

per le persone con disabilità.

Incalzati dagli avvenimenti che negli ultimi anni stanno

determinando pesanti conseguenze sulla qualità di vita

delle persone disabili, abbiamo indirizzato tutte le energie

nel far sentire la nostra voce per descrivere le nefaste conse-

guenze che tagli indiscriminati, operati in nome di una cri-

si strutturale, si riversano ancora una volta su coloro che

sopportano già quotidianamente condizioni di fragilità, di

discriminazione e di carenza di opportunità; così facendo

però, abbiamo messo in secondo piano, quasi fosse un lusso,

la possibilità di comunicare con tutti voi ciò che di buono

nonostante tutto continuiamo a fare.

Ma siamo consapevoli che solo indirizzando lo sguardo e le

nostre energie verso il benessere dei nostri figli e fratelli con

disabilità, possiamo offrire un contributo per la costruzione

di una società più accogliente e rispettosa dei diritti delle

persone.

E’ con questo spirito che abbiamo deciso di continuare con

determinazione a proporvi attraverso “Contatto” sia il no-

stro sentire che le nostre esperienze, che crediamo possano

costituire elemento di contenuto e confronto serio per la de-

finizione delle politiche sociali nel campo della disabilità.

Volutamente questo notiziario riporta il resoconto di espe-

rienze quotidiane di vita, riflessioni e convincimenti che

stanno alla base e alimentano tali esperienze, perché sono i

vissuti che hanno determinato la sensibilità e l’attenzione,

come il pensiero e il confronto sottendono al nostro agire.

L’avvicinarsi del Natale mi è propizio per rivolgere a voi un

sincero augurio, nella speranza che possiate gradire l’invio

di questo notiziario come un piccolo regalo, un segno che

indichi un sentiero che possa portare, attraverso il contri-

buto di tutti, alla costruzione di una strada nella direzione

dell’equità e dell’inclusione.

...per un futuro “possibilmente migliore” tutti insieme per festeggiAre 50 Anni

Vita Associativa Giuseppina Malatacca - Beatrice FattoreSocie Anffas Onlus Padova

Il 1° Settembre ci siamo ritrovati al “Prà del Donatore” a Limena, per condividere un momento di gioia assieme ai no-stri ragazzi, operatori e volontari dell’’ANFFAS di Padova.

La festa è iniziata con la celebrazione della S. Messa officiata da Mons. Ivo Scapolo, un momento di rac-coglimento che ci ha uniti in preghiera. Subito dopo

sono intervenuti il Sindaco Costa, l’Assessore del Comune di Padova Verlato e il Consigliere regionale Sinigaglia, che hanno tenuto un breve discorso.Abbiamo poi condiviso tutti insieme allegra-mente il pranzo, cui ha fatto seguito il ta-

glio della torta da parte della nostra Presidente Maddalena Borigo, che ha anche ricevuto dall’As-sessore Verlato, a nome del Sindaco, un omaggio del Comune di Padova: una splendida piastrella artistica, parte dell’opera ”formelle giottesche” realizzata dai detenuti della casa di reclusione di Padova.La giornata si è conclusa in bellezza, con lo spettacolo tea-trale della compagnia “Bepi & Maria show”, durante il qua-le tutti abbiamo riso a crepapelle, per poi finire la serata con musica e balli, dove i nostri ragazzi si sono scatenati!!!Abbiamo vissuto un bel momento di serenità all’interno della nostra grande famiglia ANFFAS.

La Redazione di ConTatto augura

Buon Natale e felice Anno Nuovo

a tutti i suoi lettori

e agli amici dell’Anffas

In occasione delle festività, dal 7 al 15 dicembre,

il Comune di Padova ci ha messo a disposizione

una delle casette in legno

lungo via Roma dove metteremo in vetrina

i lavori artistici, fatti a mano,

dei ragazzi che frequentano i nostri Centri!

Filippo ZaccariaConsigliere Anffas Onlus PadovaEventi

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“quAndo i tAgli... sono ciechi”SimpoSio: diSabilità grave, incontro multidiSciplinareVenerdì 25 ottobre 2013 Padova - Sala polivalente Diego Valeri

Cronaca di un avvenimento organizzato da Anffas Onlus di Padova che ha avuto una notevole eco sui notiziari tele-visivi locali.

All’apertura del simposio la Prof. Lilia Manganaro (delegata dal Presidente Nazionale Anffas a porgere i saluti all’Assemblea) ha voluto ricordare il dr. Raffae-le Pennacchio affetto da S.L.A., morto di infarto il martedì sera dopo un ennesimo presidio sotto le finestre del Ministero dell’E-conomia, ponendolo come em-blematico martire della lotta per concretizzare quei diritti che sono stati fatti propri dalla Convenzio-ne O.N.U., ma troppo spesso di-sattesi.

Dopo i saluti ai convenuti del-la Presidente di Anffas Padova Maddalena Borigo, è iniziata la re-lazione del Dr. Paolucci (respon-sabile sanitario del Centro CTRP)

che ha illustrato con una serie di grafici come ci siano diversi tipi di risparmi possibili nell’ambito della sanità senza ricadute sui servizi: tagli funzionali, lineari,

ma anche ciechi. Purtroppo que-sti ultimi sono pericolosi perché riducono l’efficacia nel trattamen-to dell’acuzie aumentando senza controllo la cronicità. L’attività sanitaria ha subìto in questi ulti-mi vent’anni grossi traumi. Non si è trattato, cioè, di distribuire risorse illimitate come accadeva in passato, ma di ridurre all’es-senziale quanto contingentato dal sistema sanitario. Nel contempo la ricerca scientifica ha posto l’at-tenzione sullo sviluppo di stra-tegie operative nei servizi, volte alla massima efficacia con il mi-nor impiego possibile di risorse. La disabilità sia cronica che post-acuta, non sfugge alle logiche della programmazione sanitaria, il cui approccio condiziona l’effi-

cacia dei servizi sociosanitari; in-dice di efficienza è la valutazione precoce delle fragilità psicofisiche dei soggetti non autosufficienti.

L’Assessore ai Servizi Sociali Dr. Fabio Verlato nel suo in-tervento ha manifestato come viva quotidianamente la di-sparità tra la sua attività pro-fessionale di medico, in cui non deve continuamente li-mitare, per carenza di risorse, gli interventi necessari, come è invece costretto a fare come Assessore del Comune di Pa-dova. Anche l’intervento del Consigliere Regionale Clau-dio Sinigaglia, vicepresidente della V Commissione Regio-nale ha indicato le difficoltà a destinare le scarse risorse con equità e funzionalità. L’atteso

intervento di Remo Sernagiotto, Assessore Regionale ai Servizi Sociali, pur indorando la “pillo-la amara” rivendicando la pro-pria volontà di operare per una migliore distribuzione delle ri-sorse, al punto che ci riguarda-va da vicino (la permanenza nel tempo del CTRP) ha confermato che finché rimane il Dr. Paolucci come responsabile, il Centro con-tinuerà ad esistere, ma poi... Le relazioni successive, previste dal tavolo tecnico, sono state molto interessanti ed esemplificative di quanto la sanità, se messa in grado di intercettare per tem-po piccole, ma diffuse patologie nella popolazione, possa evitare degenerazioni gravi che porta-no a disabilità cronica, come nel

caso del diabete (relazione: Dr.ssa Lapolla). Anche interventi siste-matici non farmacologici come la psicomotricità (Dr. Rizzi) oppu-re la consulenza Psichiatrica (Dr. Miola), attenta a evitare errori o abbandoni dei famigliari, sottopo-sti a condizionamenti e pressioni non sopportabili, il tutto condito da una medicina di alta specializ-zazione tecnico scientifica, ma di altrettanto alta umanità (Dr. Ca-drobbi).

La Dr.ssa Calvo ha relazionato sul centro CTRP dei Colli, esempio di buona sanità che, monitorando co-stantemente patologie gravi e com-plesse, riesce ad evitare un buon numero i ricoveri “anonimi” al pronto soccorso, ma mantiene un livello accettabile di vita non priva di momenti felici.

Ha concluso la Presidente della VI Commissione del Comune di Pa-dova Barzon, testimoniando come tra difficoltà d’ogni tipo sia pre-sente la volontà di salvaguardare sempre la dignità, non solo dei di-sabili, ma dei cittadini di Padova. Sono da registrare due interventi dei sindacati: CGIL con Alessan-dra Stivali e CISL con Fabio Tu-rato che, pur nella loro funzione di rappresentanti e difensori dei lavoratori del settore, si sentono coinvolti in modo profondo nel mantenere l’intervento pubblico per garantire ciò che è un diritto.

Durante il simposio è stato propo-sto un servizio di coffee break ge-stito da ragazzi e insegnanti della Cooperativa Sociale Francesco D’Assisi di Cadoneghe, con biscot-ti e pasticcini appena sfornati dai loro laboratori.

tutori - AmministrAtori di sostegno

Ricordiamo che una volta all’anno (di norma entro il mese di gennaio o alla diversa scadenza stabilita dal Giudice Tutelare) i Tutori e gli Amministratori di Sostegno sono obbligati per legge a presentare al Giudice Tutelare il rendiconto annuale della ge-stione patrimoniale dei beni del tutelato/beneficiario.

Nei mesi scorsi siamo stati contattati da alcuni soci che, non avendo presentato correttamente la rendicontazione o avendo-ne ad un certo punto sospeso la presentazione, hanno ricevuto un sollecito in tal senso da parte del Giudice Tutelare.

Rammentiamo che Anffas (attraverso il servizio assistenziale e, all’occorrenza, con il supporto del nostro legale di fiducia) offre ai soci un aiuto sia per la redazione del rendiconto annuale che per la predisposizione di risposte ad eventuali richieste formula-te dal Giudice Tutelare.

Roberto Canton Socio Anffas Onlus Padova

Calend’Artè2014in pillole...

(immagini tratte dal calendario 2014

di Anffas)

Febbraio“… anche gli alberi sono umidi e rinfrescati. Forse domani il sole li riscalderà,

asciugandoli e piccole gemme preziose si apriranno fi orendo in cascata …“

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CENTRO “ARTÈ”

FONDAZIONE PATAVIUM ANFFAS ONLUS

Sportello Scuola

ConTatto - Anno 11 - N. 1/2013 7 6 ConTatto - Anno 11 - N. 1/2013

Quindi i piaceri, e l’evitare i dolori, sono i fini che il legislatore ha in vista. Compete a lui, perciò, comprendere il loro valore. I

piaceri e i dolori sono gli strumenti con cui deve la-vorare, perciò è per lui doveroso comprendere la loro forza, cioè, di nuovo, da un altro punto di vista, il loro valore.

Così Jeremy Bentham nella “Introduzione ai prin-cipi della morale e della legislazione” del 1789. Parafrasando questo pensiero, e applicandolo al mondo della scuola, viene da chiedersi come sia possibile procurare piacere, ed evitare dolore, agli studenti in genere ed agli studenti con disabilità in particolare. La domanda più precisa può essere for-mulata in altro modo: è possibile predisporre degli interventi che producano piacere?

Lasciamo da parte tutti i dubbi che possono interve-nire sulla certezza o sull’intensità degli effetti degli atti, ma resta fondamentale la tendenza che essi pos-sono produrre. È la logica che continua ad ispirare il lavoro dello Sportello per l’inclusione scolastica di Anffas Onlus Veneto.

Fare passi corti e continui senza demordere: stimo-lare, dove e sino a quando sia possibile, le istituzioni ad ogni livello a far la loro parte; In-seguire, imitan-do la saggezza della lumaca, l’attuazione dell’artico-lo 15 della legge n° 104/92; conoscere quanto, come e dove essa sia stata applicata.

L’indagine che stiamo avviando sui GLHI e i Nuovi GLI, non ha il senso di un controllo sull’operato del-la Scuola, ma vuole indicare un cammino per una società più giusta e più allegra, dove ogni persona possa acquisire, come modus operandi, la ricerca del

È possibile lA felicità per tutti?

Roberto Ricciardi Sportello Regionale per l’inclusione scolastica Anffas Onlus Veneto

bene comune e l’assimilazione di una gerarchia di valori funzionali a questo scopo.

Pur consci delle variazioni fondamentali avvenute con la Direttiva Ministeriale C.M. N° 8 del 27 dicem-bre 2012 e con le successive precisazioni del 6 marzo 2012, abbiamo pensato che valesse la pena approfon-dire lo stato dell’arte dell’istituzione del GLHI o del GLI.

A tal proposito abbiamo elaborato un progetto che è stato presentato ad ANFFAS Nazionale, che lo ha prontamente accettato.

Lo Sportello sa che la legge 104/92 è stata applicata a macchia di leopardo, sia su scala regionale che su scala nazionale, ma anche, che, spesso, la sua esisten-za è più formale che sostanziale, dal momento che i genitori sono poco coinvolti negli incontri per la stesura del Profilo Dinamico Funzionale (PDF) e del Piano Educativo Individualizzato (PEI). Dall’altra parte risulta che del GLHI (o GLI appena istituito) non sempre si fa cenno nel Piano Offerta Formativa (P.O.F.) d’Istituto.

Perciò lo Sportello ritiene che occorra una seria ricer-ca conoscitiva sull’applicazione della legge 104/92. Sicuri di non possedere tutti gli strumenti, i mezzi e i modi di indagine, gli operatori dello Sportello pen-sano di ricorrere a tecnici statistici e informatici per dare dignità scientifica al loro lavoro, la cui conclu-sione, con un convegno, è prevista nell’anno 2014.

Naturalmente è necessario coinvolgere, appena ac-cettato e formalizzato il progetto, la Sovrintendenza Scolastica Regionale, che dovrà autorizzare la dif-fusione nelle scuole venete del questionario pensa-to per la rilevazione. È in corso di completamento l’informatizzazione dello stesso per inviarlo telema-

ticamente alle scuole, per consentire una più veloce diffusione ed elaborazione dei dati, conseguendo, altresì, un risparmio economico ed ecologico.

La nostra intenzione, con Voltaire, non è solo difendere la libertà di tutti ma, an-che, “cercare la felicità come un ubriaco cerca casa sua: non riesce a trovarla ma sa che esiste”.

L’idea viene da molto lontano. Fin da quando Giu-lia, mia figlia, persona con S.D., era piccola, so-gnavo il suo futuro e l’accompagnavo per mano; intanto continuavo a proiettarmi nel “nostro futu-ro”. Il “dopo di noi” già mi stava stretto, scomodo e soprattutto poco rassicurante. Preferivo ragiona-re in altri termini: “I genitori possono dare ai figli soltanto due cose: Radici e Ali” (antico proverbio del Québec).Quando sono piccoli, adolescenti, li abbracciamo, li guidiamo, li educhiamo e mentre facciamo tutto questo noi genitori, inconsapevolmente, trasmet-tiamo loro le nostre tacite aspettative. Giulia fin da piccola (pensate che ha frequentato l’asilo nido nel 1984-86 quando era ancora molto problemati-co e difficoltoso il loro inserimento) ha respirato il sentire dei suoi genitori: “devi crescere in mezzo agli altri, un po’ alla volta troverai la tua strada, io e papà ti saremo sempre accanto nella scelta degli ambienti che frequenterai, per consolarti quando cadrai e anche per discutere animatamente se le tue scelte non saranno da noi condivise”.Claudio, il papà di Giulia, che ha una certa vena poetica, ha scritto “L’uccellino sbagliato” quan-do era piccola, ma poi “l’ape matura” e “l’ape è libera”; anche lui che tenderebbe ad essere eccessi-vamente protettivo, si è convinto che nostra figlia volerà lontano da noi, farà le sue esperienze, ma soprattutto si sentirà libera.Giulia esprime spesso questo concetto della liber-tà, della gioia di conquistarla, di sognare un “suo futuro”.Conoscevo la Presidente dell’Associazione Down di Pordenone e 15 anni fa sono stata invitata a pranzo nel primo appartamento di quella che han-no chiamato “casa al sole”. Così ho potuto verifi-care direttamente come i miei pensieri non fossero sogni irrealizzabili, qualcuno, non molto lontano da qui, ci era riuscito. Francesca, Alessandro e un’altra coppia vivono ancora oggi in quell’ap-partamento da soli, lavorano, si organizzano le vacanze in completa autonomia, con una visita settimanale di due ore da parte di un operatore che tra l’altro ne approfitta e si fa invitare a cena.

Mi sono allora resa conto che la felicità, la libertà conquistata da quei ragazzi, era passata attraverso un difficile percorso dei loro genitori. Quanto sarà stato duro lasciarli andare: “attento a non cadere, ai cattivi che puoi incontrare, a non farti ingannare, truf-fare” e mille altre raccomandazioni che da sempre i genitori fanno ai loro figli. Ma il fatto che questi nostri figli speciali abbiano l’etichetta di disabili in-tellettivi ci rende tutto più complesso. Maria Luisa, la mamma di Francesca di Pordenone si è espres-sa così: “è come essere spellati vivi nel momento della separazione”, ma con che orgoglio parlava di sua figlia, le brillavano gli occhi…

Sono passati gli anni e Giulia è cresciuta: ora ha 31anni, non si può più procrastinare, aspettare che cresca… e così mi sono detta: perché anche a Pa-dova non proviamo a realizzare quello che oramai è realtà consolidata, non solo a Pordenone, ma a Roma, Milano, Perugia e in molte altre città dove so che esistono piccole realtà analoghe? Mi sono attivata, ma la fase di realizzazione è stata molto laboriosa: come un ragno tesse la tela, così mi sono sentita cercando gli appigli, gli agganci, gli aiuti necessari. Fin da subito ho capito che era indispen-sabile la collaborazione delle istituzioni. A parole tutti mi hanno detto subito che era un bel proget-to, ma poi per la sua realizzazione emergevano dubbi, perplessità, difficoltà varie.

Vorrei raccontare come è andata: iniziamo nel 2011, l’Assessore Gianni Di Masi ci mette a disposizione un appartamento a Cà Lando e l’Assessore Fabio Verlato partecipa al progetto pagando il contratto d’affitto. Entrambi mi sostengono e mi spronano a lavorare sodo per realizzarlo.

Cosa posso dire dell’ANFFAS? Mi sono presenta-ta alla Presidente e le ho spiegato il mio progetto, che intanto aveva trovato un nome “CASA MIA”; dopo averle descritto tutto, lei, pur conscia che saremmo andate incontro ad un periodo di duro lavoro e difficoltà, ha accettato, anzi lo ha fatto suo. Come posso ringraziare Maddalena per tutto quello che ha fatto e sicuramente dovrà fare per-ché “CASA MIA” funzioni e anzi diventi un esem-pio da imitare?

Progetto “Casa Mia”

COM’È NATO IL PROGETTO “CASA MIA”

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Anche Laura Pradella di Nuova Realtà si è affian-cata a noi parlandoci delle sue esperienze prece-denti: IL GERMOGLIO e l’appartamento gestito con IRPEA. Anche Maria Giovanna Daniel, sem-pre pratica e concreta, per la lunga esperienza do-vuta alla gestione di tre comunità alloggio, dà il suo prezioso contributo.

Ho avuto veramente molta fortuna in quanto an-che presso l’ULSS 16 ho trovato fin da subito chi mi ha ascoltato, consigliato, a volte guidato. Nel-la concretezza, determinante è stato il contributo del S.I.L. (Servizio Integrazione Lavorativa) nelle figure delle Dott.sse Patrizia Sartori e Marta Rove-rato, che hanno partecipato alla realizzazione del progetto “CASA MIA”.

A chi affidare i nostri figli? Come trovare “ope-ratori” in gamba dei quali fidarci? Anche questa fase non è stata facile. Alla fine la scelta è caduta sulla Cooperativa TERRA con Presidente il Dott. Matteo Benciolini e il Dott. Andrea Sartore, come referente del progetto, nonché respon-sabile del gruppo di operatori che ci guidano a compiere il grande passo della separazione dai nostri figli.

La Dott. Silvia Cestaro, con alle spalle una grande esperienza di lavoro alla Nostra Fami-glia, ora aiuta noi genitori al confronto reci-proco e alla soluzione dei conflitti, attraverso frequenti colloqui. Conflitti… come è capita-to a me e a mio marito, nei momenti delicati quando iniziavamo a percepire che prima o poi Giulia avrebbe lasciato “il nido vuoto”!

Possiamo contare inoltre sulla consulenza del Dott. Giorgio Del Re, che ha seguito la realiz-zazione di CASA AL SOLE a Pordenone e del Dott. Gianluigi Visentini che conosce molto bene la realtà di Padova.

Infine la Fondazione Cariparo ha permesso la realizzazione concreta sul piano economi-co, grazie al finanziamento del 75% del costo dell’intero progetto.

Queste le fasi del progetto:

• individuazione delle risorse economiche;

• individuazione dell’abitazione e arredo a

dimensione delle persone che la dovranno sen-tire veramente come casa propria;

• realizzazione di un corso di formazione per trenta operatori, che lavorano nel campo della disabilità intellettiva, avendo come obiettivo comune la maggior autonomia possibile per ogni persona;

• individuazione delle famiglie che nel tempo si sono poste il problema: dare maggior libertà, dare le ali ai loro figli;

• scelta delle persone con le caratteristiche adegua-te a partecipare al progetto e provare ad appren-dere a vivere insieme, lontano dalla famiglia.

Da qualche mese, in un appartamento nel cuore di Padova, è in corso un esperimento che ha come obiettivo la promozione dell’autonomia abitativa per i ragazzi e le ragazze con disabilità intelletti-ve medio lievi. Si tratta, quindi, di costruire le mi-gliori condizioni per maturare competenze nuove, utili ad una crescita individuale, con quelle perso-ne che possono ambire a diventare indipendenti, arrivando ad abitare, in futuro, una casa propria.

Un sfida che ANFFAS ha colto e condiviso con al-tri attori del territorio: in primis il S.I.L. e la Coo-perativa Terr.A., che hanno fornito il know how e il personale necessario a rendere possibile un pro-getto ambizioso.

Tutto comincia con una domanda che pone inquie-tudine in molte famiglie: “Oggi possiamo aiutarti e sostenerti, ma dopo di noi come farai?”. Fino ad oggi le comunità hanno saputo ri-spondere a questo interrogativo. Da qualche anno, in tempi di razio-nalizzazione della spesa pubblica e di riflessione ampia su quale sia un contesto ideale per una condizione di vita quanto più vicina alla “nor-malità”, si sperimentano con suc-cesso esperienze di appartamenti-palestra dove ragazzi e ragazze con disabilità intellettive medio lievi si mettono alla prova per raggiunge-re un livello di autonomia tale da poter vivere, un giorno, da soli o in piccoli gruppi. L’appartamento in corte Ca’ Lando si vuole inserire a pieno titolo in questo filone di at-tività.

Giulia, Giuliana, Lara e Stefania sono quattro ragazze che stanno partecipando, dal marzo 2013, al progetto “Casa Mia”. Aiutate da un gruppo di educatori, ogni due

settimane vivono insieme il weekend, dal sabato al lunedì mattina, svolgendo tutte le normali at-tività che una vita indipendente richiede: fare la spesa, cucinare, fare le pulizie, lavare il bucato e, perché no, concedersi qualche rito tipicamente pa-dovano, come quello dell’aperitivo in piazza o la colazione al bar del Duomo.

Specie ai fornelli le diverse capacità trovano un punto di incontro e integrazione: tutto diventa più semplice e facile da imparare osservandosi e aiu-tandosi l’un l’altra, nel rispetto reciproco.

“Questo progetto ci aiuta a crescere e maturare come persone” dicono quasi in coro le ragazze “in questa casa abbiamo trovato uno spazio dove es-sere noi stesse ed esprimerci in libertà, dove pos-siamo provare a fare le cose che non riusciamo a realizzare altrove”. I primi mesi sono stati dedicati alla conoscenza reciproca, al superamento delle ovvie iniziali diffidenze, per arrivare ad accetta-re pregi e difetti di chi condividerà questa grande avventura. Il progetto prevede un lavoro lungo tre anni, con una crescita graduale e monitorata del tempo passato insieme, fino al momento in cui il gruppo vivrà insieme 7 giorni su 7, 24 ore su 24, sempre monitorato dagli educatori.

Proprio questi ultimi sottolineano con convinzio-ne: “Questa è un’esperienza intensa dal punto di vista professionale, ma soprattutto per quanto di personale richiede che sia messo in gioco. Passo dopo passo è emozionante accompagnare Giulia, Giuliana, Lara e Stefania in un quotidiano percor-so che le vede maturare in consapevolezza e corag-gio. Nei momenti di difficoltà è proprio quest’ul-timo a spingere tutti, noi operatori e le ragazze, ad affrontare e superare la paura di sbagliare e i propri limiti. Anche noi sentiamo di crescere al loro fianco”.

Progetto “Casa Mia”Progetto “Casa Mia”

Renata Trevisan Consigliere comunale di Padova con

delega alla disabilità

Il gruppo di Casa Mia Le ragazze e gli educatori

CORTE CA’ LANDO: UNA TAPPA SULLA STRADA PER L’AUTONOMIA ABITATIVA

L’importanza dell’autonomia come fondamento per l’integrazione sociale e lavorativa delle persone con disabilità è emersa in modo evidente fin dalla metà degli anni ’90, prima fase di attività del Servizio Integrazione Lavorativa (S.I.L.) dell’ULSS 16: gli operatori incontravano spesso, al termine del percorso scolastico, giovani con buone potenzialità per l’inserimento nel mondo del lavoro, ma che non avevano mai preso un autobus da soli, né tanto meno partecipato ad attività che non fossero pianificate e organizzate da altri.

Per questo, grazie alla collaborazione degli obiettori di coscienza e, in seguito, dei volontari di servizio civile e dei tirocinanti dell’Università di Padova, sono stati organizzati i primi percorsi di autonomia, che avevano come obiettivo quello di aiutare i ragazzi a imparare a muoversi nel territorio, utilizzando i mezzi pubblici. Gli esiti di queste esperienze riguardavano la persona con disabilità, ma anche la famiglia: la prima imparava a orientarsi, a pianificare le azioni, a risolvere problemi e imprevisti, sperimentando dunque abilità importanti per il futuro inserimento lavorativo e per la vita di tutti i giorni; i genitori, a loro volta, venivano aiutati a “pensare adulto” il loro figlio e ad accompagnarlo in questo cammino di crescita.

Queste prime attività hanno fatto nascere altre idee, condivise con alcune realtà del territorio (Assoc. Nuova Realtà, Assoc. Down DADI, Fondazione IRPEA e altre) e recepite come azioni prioritarie nel Piano di Zona: in particolare si è sviluppata, negli operatori ma anche nelle famiglie, l’idea che “pensare adulto” il giovane con disabilità vuol dire immaginare

un futuro di vita indipendente, in cui una rete di supporto creata nel tempo possa permettere di abitare e gestire la propria casa, il tempo libero, le relazioni.

Sono state realizzate così le esperienze di “residenzialità aperta”, grazie a finanziamenti regionali, ma anche alle risorse delle associazioni e delle famiglie, che hanno offerto a molti giovani con disabilità l’opportunità di vivere per brevi periodi assieme a un piccolo gruppo di coetanei, all’interno di alloggi messi a disposizione dal Comune di Padova.

Da queste prime sperimentazioni si è passati poi a progetti più ambiziosi: per alcuni anni 3 giovani con disabilità hanno vissuto assieme, con un supporto educativo esterno (progetto Fondaz. IRPEA e Assoc. Nuova Realtà), per poi passare a soluzioni abitative concordate con le rispettive famiglie (alloggio indipendente o con familiari).

Da alcuni mesi, infine, ANFFAS ha avviato il progetto “Casa Mia”, a cui collaborano numerose realtà del privato sociale, il Comune di Padova e l’ULSS, che rappresenta un nuovo passo avanti verso l’autonomia abitativa.

Queste esperienze condivise ci convincono che l’impegno comune di operatori, amministrazioni locali, persone con disabilità e famiglie sia indispensabile per continuare a costruire opportunità di vita indipendente e di inclusione sociale sempre più forti e diffuse nel nostro territorio.

Progetto “Casa Mia”

Marta Roverato e Patrizia Sartori Servizio Integrazione Lavorativa - ULSS 16 Padova

ConTatto - Anno 11 - N. 1/2013 11 10 ConTatto - Anno 11 - N. 1/2013

L’AUTONOMIA E LA VITA INDIPENDENTE

Letture consigliate Maria Grazia CasottiSocia Anffas Onlus Padova

Paolo RumizTrans Europa ExpressEd. Feltrinelli euro 18

Paolo Rumiz, nato a Trieste nel 1947, giornalista e scrittore, inviato speciale del “Piccolo” e poi “editorialista di Repubblica”, segue dal 1986 gli eventi dell’area balcanica e danubiana. Da qualche anno a questa parte compie un viaggio ogni estate, raccontandolo di giorno in giorno su “Repubblica”.

Quello narrato in questo libro è un originale viaggio in “vertica-le” lungo le frontiere europee orientali: dal Mar Glaciale Artico fino a Odessa e oltre, verso Istanbul. Tenendo pre-sente la teoria che, più difficoltà si trovano lungo il tragit-to, maggiori sono le possibilità di fare incontri, dunque di raccontare. L’ autore parte con un bagaglio ridotto all’os-so; per spostarsi si serve di treni, autobus e battelli fluviali; predilige le esperienze inattese e casuali legate a inespli-cabili deviazioni verso località sperdute, dove viene in contatto diretto con “l’anima slava”, indiscutibile cuore del suo itinerario. Da tutto ciò nasce un racconto affascinante, insolito e molto coinvolgente.

Paolo GiordanoIl corpo umanoEd. Mondadori euro 13

Paolo Giordano è nato a Torino nel 1982. Ha vinto il Premio Strega con il suo primo romanzo, “La solitudine dei numeri primi”.

Con “Il corpo umano”ci porta in Afghanistan, dove l’autore è sta-to nel 2010 e dove ha conosciu-to bene la vita dei nostri militari. Il romanzo è ambientato in un avamposto militare occupato dagli italiani nella regione del

Gulistan. La narrazione segue le vite dei personaggi che si intrecciano tra di loro e si consumano nell’estenuante attesa di qualcosa: finchè un giorno la guerra, fin lì solo immaginata, acqui-sta “corpo”. Questo “corpo” è il simbolo della verità delle persone, quando vengono messe a nudo, spogliate dalle protezioni e dalle ambiguità della vita ordinaria. L’autore dimostra una grande capacità e sensibilità, quando indaga le dinamiche dei suoi personaggi in situazioni estreme. Il romanzo è ricco di tensione e pervaso dalla stessa sensi-bilità che troviamo ne ”La solitudine dei numeri primi”, pur essendo i due libri così diversi per ambientazione e carat-tere dei protagonisti.Buona lettura!

AnchE AnffAs conTrIbuIscE AllA rAccolTA dIffErEnzIATA!A partire da novembre di quest’anno è iniziata anche nel territorio della nostra sede di via Due Palazzi la raccolta differenziata porta a porta. Da parte nostra, già da alcuni anni abbiamo attivato nel Centro Diurno Artè e nella Comunità Alloggio L’Incontro la differenziazione della raccolta rifiuti. Dalla frazione organica residua delle mense ricaviamo un compost di buona qualità, impiegato con ottimi risultati nel nostro orto e nel giardino.

Calend’Artè2014in pillole...

(immagini tratte dal calendario 2014

di Anffas)

Giugno

“… questo è un anno di papaveri, la nostra terra traboccava e io sto pensando a quello che mi capita o a quello che mi pare, a qualunque cosa, non so a che cosa …“

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CENTRO “ARTÈ”FONDAZIONE PATAVIUM ANFFAS ONLUS

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Le nostre gite Enrico BraghettoSocio Anffas Onlus Padova

in attività in Europa) e poi alla Distilleria Marzadro con i vari assaggi-ni. Il tempo nuvoloso non ci ha permesso di salire in funivia sul Monte Baldo (sopra il Garda) come da programma, ma questo potrà avvenire magari prossimamente. La chiusura del 2013 avverrà con i Mercatini Na-talizi (non potranno mai mancare nel nostro programma!) a Rovereto, con visita nel pomeriggio al Parco Acquatico di Gardaland; questo il 7 dicem-bre, quando ormai questo numero di Contatto sarà pronto ad entrare nelle vostre case. Ci aspettiamo, anzi vogliamo sia una giornata rilassante e sgombra dai pensieri e problemi che ci assillano tutti i giorni, vogliamo che i nostri ra-gazzi siano tranquilli e sereni in vista delle prossime Festività Natalizie e ce lo augureremo di cuore come tradizione al termine della nostra gita di fine anno con un arrivederci al prossimo incontro. I “Rovinassi” sempre in cammino, dunque, verso nuove mète ma con spirito immutato e pronti ad accogliere con simpa-tia ed amicizia nuove famiglie, nuove per-sone che volessero stare (bene) con noi.

Anche se c’è stato un lungo periodo di stasi di “Con-tatto” e quindi sono stato impossibilitato a raccontar-vi il nostro peregrinare, voglio recuperare il tempo perduto e fare a tutti i lettori un breve riassunto del nostro programma degli ultimi due anni, poiché i “Rovinassi” nel frattempo hanno continuato il loro cammino con tanta voglia di divertirsi e passare giornate in serenità e amicizia: questo infatti è lo spirito che deve sem-pre animare il nostro Gruppo.Ci eravamo lasciati a dicembre 2011, con l’immancabile gita ai Mercatini di Natale; invece dei classici in Trentino o Alto Adi-ge, abbiamo scelto una località più vicina ma che poi è risul-tata “vincente”: il Villaggio di Natale a Bussolengo, validis-simo, cui è seguita una visita ai Presepi all’Arena di Verona. Purtroppo questa è anche stata l’ultima gita, prima di ammalarsi, cui ha partecipato la nostra carissima amica Renata Forbice, fondatrice del Gruppo Gite “Rovinassi”, organizzatrice vulcanica e punto di ri-ferimento con la quale ho avuto il piacere di collabo-rare per diversi anni. A lei un ricordo affettuoso da tutti noi.Nell’aprile del 2012 c’è stato un impegno maggiore dal punto di vista organizzativo: quattro giorni in Ciociaria, un itinerario più spirituale che godereccio sulle orme degli eremi benedettini (Subiaco, Trivul-si) e alla scoperta di una regione per noi nuova che ci ha dato grandi emo-zioni, anche per merito di una guida coinvolgente. Poi in giugno una visita culturale a Possagno al Museo di Ca-nova e ad una cantina produttrice di Prosecco doc.Ad ottobre altri tre giorni tra le “Le melinde della Val di Non”, con rac-colta delle mele in un frutteto, visi-ta a Pomaria (manifestazione di fine vendemmia del prelibato frutto), poi ad una grossa Azienda produttrice di succhi e liquori sempre a base di mele e ancora alla scoperta di altri bei siti. A dicembre, sempre in tema di Merca-

tini, una giornata passata a visitare prima S. Daniele del Friuli e un prosciuttificio (con relativa pranzo a tema) e a seguire Poffabro, considerato tra i cento

borghi più belli d’Italia e i suoi cento Presepi di ogni forma e stile, sparpagliati in ogni ango-lo e illuminati (ormai era sera) da caratteristiche luci soffuse.Passiamo ora al 2013, con quel-lo che sarà ricordato tra i par-tecipanti come uno tra i più bei tours finora fatti dai “Rovi-nassi”: quattro giorni a Roma! Abbiamo vissuto giornate ap-paganti, con una guida fanta-stica e aiutati da un tempo me-raviglioso, e rimarrà a lungo nei nostri ricordi la fantastica visione del Colosseo con l’Arco di Costantino, oppure il Pan-theon o i Fori Imperiali, l’Al-tare della Patria, S. Pietro e i Musei Vaticani con la Cappella

Sistina e la parte più mondana con Trinità dei Monti, Fontana di Trevi e tanto altro ancora, sempre accolti con calore e simpatia in Albergo, nei Ristoranti e nei vari siti visitati. Un’esperienza davvero unica.Poi in giugno siamo stati una giornata nell’Agordi-no a visitare una miniera di ferro e rame (attiva fino al 1960) a Valle Imperina, quindi una caratteristica festa e pranzo in un maso a Fiera di Primiero e per finire una dissetante “bionda” a Pedavena. Ad otto-bre un’altra uscita di un giorno a Rovereto con visita alla famosa campana “Maria Dolens” (la più grande

i “roVinAssi” sempre in cAmmino

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AnffasOnlus Padova

Associazione famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale

ConTatto - Anno 11 - N. 1/2013 15

Tempo amicoPaolo Rumiz, nato a Trieste nel 1947, è giornalista e scrittore, inviato speciale del “Piccolo” e poi “editorialista di Repubblica”, segue dal 1986 gli eventi dell’area balcanica e danubiana. Da qualche anno a questa parte compie un viaggio ogni estate, raccontandolo di giorno in giorno su “Repubblica”.

Non solo cibo Filippo ZaccariaConsigliere Anffas Onlus Padova

rAro coME Il PAnE Il pane autenticamente integrale, cioè fatto con chic-chi interi di frumento, è meno caro del pane trattato e impoverito per il semplice motivo che viene “vendu-to” una sola volta anziché tre o quattro: i consumato-ri attenti e informati sanno che il chicco di frumento viene diviso in crusca, cruschello, tritello e farinaccio e venduto separatamente con funzioni diverse.La crusca la si compera in farmacia e viene consiglia-ta dal medico quando vi siano disturbi dell’intestino o come prevenzione dalla diverticolite ai tumori; pre-sa da sola ha scarso valore nutritivo perché è forma-ta principalmente da cellulosa e da acido fitico, ma immediatamente sotto il tessuto corticale si trovano le cellule aleuroniche che, con le loro proteine e gras-si particolarmente fini e con la loro alta percentuale di sostanze minerali ed enzimi, sono le dispensatrici di vita per il germoglio in crescita e risultano straor-dinariamente preziose per la nutrizione umana e la lievitazione. Da tutto ciò risulta che la crusca separa-ta dall’intero chicco è fortemente squilibrata perché concentra cellulosa e acido fitico. Piccole quantità di acido fitico comunque sono utili all’organismo per-ché lo liberano dalle incrostazioni di calcio non assi-milabile di cui l’acqua è ricchissima.Il germe o embrione viene tolto prima della macina-zione, assieme al perisperma, perché rende le farine scarsamente conservabili anche se questi sono ben forniti di sostanze nutritive (soprattutto proteine, fosforo, magnesio, zinco e vi-tamine del complesso B), si estrae indu-strialmente l’olio di frumento molto ricco di Vit E. Da quello che resta, possono es-sere ricavate farine di alto valore nutriti-vo e ricche di vitamine del complesso B.Ora una corretta informazione deve in-dicare che in commercio esiste un pane “reso integrale” cioè con mescolamenti di parti già separate di frumento, poco appetibile, perchè spesso additivato con acido ascorbico, fatto lievitare, anziché naturalmente, con lievito di birra: questo non è pane integrale, ma pane bianco con

aggiunta di corteccioni di crusca, alimento impro-prio come il pane fatto con farine 00. Da un punto di vista alimentare il migliore pane possibile è quello fatto con macinati di frumento in-tero coltivato biologicamente, finemente macinato, leggermente setacciato (per eliminare il 15% di cru-sca) e lievitato naturalmente.Dobbiamo far presente inoltre che fu durante il ventennio fascista che le leggi impedirono di fare il pane integrale, per evitare che i panificatori intro-ducessero nell’impasto segatura di legno. L’umani-tà che da migliaia d’anni si nutre di pane integrale non ha mai sofferto di osteoporosi, mentre i casi di carenza di calcio sono in aumento anche a causa del pane bianco (farina vecchia, impoverita, additivata, ecc.), ma soprattutto per carenza di vitamina D che rende assimilabile il calcio. Dopo la seconda guer-ra mondiale quando il pane integrale è scomparso non sono aumentati solo i casi di osteoporosi, ma i tumori, il collasso cardiocircolatorio, etc.La regina di Francia Maria Antonietta disse: “Non hanno pane? Mangino brioches”. Dopo la rivolu-zione francese si diffuse l’uso delle brioches, cioè di un panino soffice fatto di farina bianca e dolcificata a lievitazione forzata. Quello che ora viene chiama-to pane.

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ConTatto Direttore Responsabile Gigi Bignotti Proprietario Editore Anffas Onlus Padova Rappresentante Legale Maddalena Borigo Redazione [email protected] - Elisabetta Bozzato, Maria Giovanna Daniel, Enrico Braghetto, Alessandro Spolaore, Maria Grazia Casotti, Roberto Canton Collaboratori Il gruppo di “Casa Mia”, Beatrice Fattore, Giuseppina Malatacca, Barbara Marcon, Roberto Ricciardi, Marta Roverato, Patrizia Sartori, Renata Trevisan, Filippo Zaccaria, PreStampa e Stampa GardEz - Fiesso d’Artico (VE)

I valori del volontariato

1Il Volontario è la persona che,

adempiuti i doveri di ogni cittadino, mette a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per gli altri, per la comunità di appartenenza o per l’umanità intera. Egli opera in modo libero e gratuito promuovendo risposte creative ed efficaci ai bisogni dei destinatari della propria azione o contribuendo alla realizzazione dei beni comuni.

Contributo VolontarioPuoi aiutare l’ANFFAS anche con un

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Centro diurno “a.r.t.È.”via due Palazzi, 41 - 35136 Padova Tel. 049 890.11.84 Fax 049 890.12.05e-mail: [email protected]

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Centro diurno “i prati”via Prati, 42 - 35010 vigonza Tel./Fax 049 809.52.07e-mail: [email protected]

laboratorio “intrecci”via Toselli, 11 - 35138 PadovaTel./Fax 049 875.53.76e-mail: [email protected]

Comunità Alloggio “soleluna”Corte Cà lando, 3 - 35121 PadovaTel. 049 875.30.57 Fax 049 875.30.57e-mail: [email protected]

Comunità Alloggio “melograno”Corte Cà lando, 1 - 35121 PadovaTel. 049 875.09.87 Fax 049 875.30.57e-mail: [email protected]

Comunità Alloggio “l’incontro”via due Palazzi, 41 - 35136 PadovaTel. 049 890.93.37 Fax 049 890.12.05e-mail: [email protected]

P a l a z z o D e l l a R a g i o n e

FONdAziONe PAtAvium Anffas Onlus

AnffasOnlus PadovaAssociazione famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale

Appuntamenti28-29 novembre 2013 convegno nazionale Anffas “la visione inclusiva nei servizi per le persone con disabilità intellettiva e relazionale” Roma

7 dicembre 2013 Gita ai mercatini di natale a rovereto e visita al Parco Acquatico di Gardaland Gruppo gite “i Rovinassi”

7-8 dicembre 2013 il centro diurno “Il Giardino” partecipa all’iniziativa “natale solidale” promosso dal c.d.Q. n° 5 di Padova sala “Fornace Carotta” - orario pomeridiano

13 dicembre 2013 manifestazione regionale in ambito sociale “siamo il sociale” “Palafabris” di Padova

Presso i centri diurni Anffas in occasione delle festività natalizie 2013 si svolgeranno i tradizionali incontri augurali con le famiglie e le celebrazioni delle s. Messe:- 17 dicembre Centro Diurno “Il Giardino”;- 18 dicembre Centro Diurno “I Prati”;- 19 dicembre Centro Diurno “Artè”.

20 dicembre 2013 festa natalizia con le famiglie Comunità Alloggio “Soleluna” e “Melograno”

21 dicembre 2013 festa natalizia con le famiglie Comunità Alloggio “L’Incontro”

21 dicembre 2013 / 18 Gennaio – 1 febbraio – 15 e 29 Marzo 2014 sport Anch’io attività in palestra

15 / 16 febbraio 2014 sport Anch’io weekend sulla neve