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Corinna Cristiani Compiti evolutivi e identità di genere

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Corinna Cristiani Compiti evolutivi e identità di

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Il miglioramento generalizzato delle condizioni di vita sotto il profilo alimentare e sanitario, insieme al ritardo della maturità sociale hanno dato luogo a un allungamento sempre più consistente di uno spazio indeterminato tra infanzia e adultità. Il dilatarsi di questo spazio intermedio e il moltiplicarsi dei riferimenti sociali implicati nella trasformazione adolescenziale hanno dato luogo a un'infinità di percorsi possibili rispetto alle secche alternative di una volta, quando per esempio, nascere nobile o studiare da prete erano pressochè le uniche possibilità di non fare il contadino per tutta la vita. Naturalmente l'aprirsi di un ampio ventaglio di possibilità in sé ampiamente positivo, comporta anche inquietudini e rischi, che spesso invece di impegnarsi nel trovare nuove strategie si impantanano nel rimpianto di un mitico buon tempo antico, dimenticandone penurie e ingiustizie. Diventare grandi è certamente oggi un percorso più complesso di un tempo, ma non mancano risorse per farne un'occasione di crescita sia per i giovani, sia per coloro che, lavorando con loro e per loro, possono riscoprire al loro interno risorse inaspettate e coinvolgenti. Oggi gli adolescenti fin da bambini sono educati a spartire i medesimi spazi di gioco, le stesse occasioni formative in una rigida appplicazione delle pari opportunità: i cambiamenti avvenuti nella cultura familiare e scolastica hanno mitigato gli aspetti formali ma sembrano far diventare più visibili le differenze di contenuto profondo, strutturale e invariante nell'affrontare la necessità di crescere. Desidero parlarvi qui dell'adolescenza e dei compiti evolutivi in un'ottica preventiva formativa, centrata sul concetto della competenza affettiva, comune ad ogni uomo, ipotizzata da Fornari alla base del nostro rapporto con gli altri e con le cose del mondo. La capacità di produrre simboli riconducibili a strategie affettive alternative da utilizzare in vista della sopravvivenza mette in grado ciascuno di riconoscere quanto spesso ha confusivamente deciso di perseguire. Nei momenti di crisi, di cambiamento è appunto cruciale riconoscere e ordinare le alternative decisionali che si accavallano e si confrontano nel nostro mondo interno, isia per affrontare le emergenze, sia per riorganizzare la quotidianità. A partire dalla preadolescenza, i ragazzi si distaccano dal proprio corpo infantile, debbono ridefinire le loro relazioni rispetto alla nicchia famigliare per risimbolizzarle in una prospettiva autonoma e non più dipendente, dando spazio e investimento affettivo al gruppo dei pari età e quindi confrontandosi col sociale. Inoltre, sul piano cognitivo gradualmente si passa dalla logica delle operazioni concrete a quella formale. Si conquista così la possibilità di ridefinire le diverse appartenenze in cui ci si trova coinvolti, da quella religiosa, a quella scolastica, a quella sociale. La vicenda trasformativa individuale quindi si alimenta e viene modellata dal realizzarsi di questi cambiamenti, veri e propri punti di non ritorno che impongono, nella specificità delle storie individuali, di affrontare separazioni e sfide dopo le sicurezze dell'infanzia e della latenza. Per questo Blos (1979) rivendicava una propria specificità psicologica per la preadolescenza, identificata come lo scenario in cui si avvia il disimpegno dagli oggetti d'amore primari, genitori o loro sostituti, e la progressiva scoperta e il coinvolgimento in relazioni oggettuali adulte. Una rinascita perciò simile a quella della fenice, che risorge dalle sue ceneri: è nel riproporsi della pregenitalità che si radica il percorso di individuazione, con caratteristiche specifiche a seconda del genere. L'arrivo della preadolescenza maschile è segnalato da un aumento della motilità, caratterizzata dall'irrequietezza e dall'agitazione; compaiono l'ingordigia, attività sadiche e anali, testimoniate dal piacere per il linguaggio 'sporco' e contemporaneamente dal disprezzo per la pulizia, dall'impegno per la produzione di rumori onomatopeici e da una passione per gli odori, utizzata astutamente da Pennac che, per coinvolgere la sua classe di adolescenti nella scoperta delle virtù della lettura, propone loro "Profumo" di Suskind(Come un romanzo, Feltrinelli, 1992). In questo momento la vicenda evolutiva maschile è caratterizzata dall'angoscia di castrazione, considerata da Blos il tema centrale della preadolescenza maschile, che riguarda la madre fallica, arcaica, un sinistro e minaccioso gigante-donna, che viene estesa e sperimentata nei confronti di tutte le donne, coetanee comprese. Nelle ragazze la preadolescenza interessa in particolare gli aspetti fusionali e legati

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all'accudimento. Il loro tema centrale sembra essere quindi quello della coppia bambino-madre confusi tra di loro, che tentano di contrastare con comportamenti esageratamente iperattivi e indipendenti e un' attenzione esagerata verso l'altro sesso. L'obiettivo è esorcizzare il rischio della passività infantile alla quale sarebbero condannate dal confronto con l'attività che caratterizza le rappresentazioni della madre arcaica, anche per loro minacciosa e onnipotente: per questo diventano 'donnine' o 'maschiacci', mentre nell'adolescente maschio desideri e identificazioni femminili sono rilevabili soltanto con l'analisi, perchè sono profondamente repressi. Ma questa regressione è accompagnata comunque dalla presenza della parte dell'Io legata alla realtà e capace di autosservazione, permettendo la riduzione e la regolazione dei pericoli dell'indifferenziazione e della perdita di sè. Infine è necessario sottolineare l'andamento oscillante di questi fenomeni: caratteristica questa alla base delle difficoltà che il mondo adulto, affamato di stabilità, manifesta a contatto con gli adolescenti, ondivaghi e sfaccettati. Fin qui la teoria. Tutti gli autori però sottolineano come la seconda nascita, che marca il passaggio dalla famiglia alla società, sia molto più della prima attraversata da condizionamenti socioculturali: ho deciso perciò di presentare due interventi psicopedagogici a marcatura psicoanalitica condotti negli anni scorsi finanziati dalla Provincia di Milano, a Milano e provincia, rivolti ai ragazzi delle quinte elementari, di seconda e terza media e delle seconde classi delle superiori. Di entrambi gli interventi il punto di partenza è stata la consapevolezza della difficoltà dell'attraversamento della situazione intermedia tra infanzia e adultità, anche perchè la famiglia di oggi, caratterizzata in genere dal lavoro di entrambi i genitori, è abituata ad allearsi o a delegare alle istituzioni parecchi compiti relativi alla cura e alla crescita dei figli. Essa, infatti, bravissima e sacrificale nell'ascolto e nella realizzazione dei desideri del bambino e della bambina , è molto meno disponibile ed attrezzata quando si tratta di fronteggiare la separazione e il percorso verso l'autonomia dei suoi figli, che preferisce simbolizzare come piccoli e bisognosi di dipendenza, accudimento e protezione, mentre il sociale, a cui bisognerebbe indirizzarli e che sarebbe perciò necessario promuovere, viene maleficato e respinto, rappresentato come fonte di stress per gli adulti e senz'altro molto pericoloso per la sopravvivenza dei propri cuccioli. Una lunga consuetudine di lavoro formativo nelle classi, mi aveva convinto della necessità di utilizzare con i ragazzi testi da loro prodotti per coinvolgerli da subito attivamente nel lavoro in classe. In un caso si lavora sui racconti dei loro sogni, nell'altro su un sogno a tema, presentato come gioco di immaginazione; infine, su quest'ultima traccia, sono stati raccolti anche i materiali dei ragazzi più grandi, all'università, tra gli allievi che frequentano il mio corso di Psicologia Dinamica. Ora, negli ultimi anni, come si è visto nel lavoro di Maggiolini, si è venuta affermando appunto la convinzione che nei sogni si svolga una rielaborazione strategica degli accadimenti diurni: quindi i sogni dei ragazzi dovevano per forza attenere alle difficoltà dei compiti evolutivi. Si propose così ai ragazzi , dopo aver presentato a grandi linee il lavoro che si voleva fare con loro, di raccontarci i loro sogni. Registrati individualmente e poi successimente trascritti, i racconti venivano elaborati e riproposti alla classe per quattro ore successive, articolate in due o più incontri. I sogni, del primo e del secondo tipo, e la discussione sul loro contenuto potevano così fare il punto sulle ansie, sulle difficoltà e sulle paure che si debbono affrontare nella situazione di mezzo, quando si cerca di passare dal mondo infantile al mondo adulto. Ciò implica preliminarmente di fissare gli aspetti che per i ragazzi caratterizzano ciascuna di queste fasi della vita dell'uomo. Ogni classe dà così vita a un suo schema, scritto a maiuscole sulla lavagna, che resta la cornice di riferimento per il lavoro comune successivo sui sogni dell'età di mezzo. Così pianto, spensieratzza, gioco, dolcezza, divertimento, solitudine, rompiballe, cacca, pipì, pannolino, pigrizia, sonno, simpatia, fragilità, ecc definiscono l'infanzia, mentre serietà, responsabilità, lavoro, famiglia, autonomia, libertà, conformismo,

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ipocrisia, realizzazione, fatica, maturità, stress, ansia, distacco, ecc sono collegate all'età adulta. E' infatti a partire dallo schema, che ciascuna classe personalizzerà con una sua scelta di significanti, che possiamo sintetizzare nelle opposizioni seguenti - dipendenza -> autonomia - desiderio -> regola - bisogno -> capacità. Vediamo come è andata coi sogni dei preadolescenti, alle prese con l'uscita dalla nicchia primaria e con la costruzione dell'identità di genere. Per ogni sogno l'obiettivo era individuare la situazione, il problema/compito che il protagonista deve affrontare, con quali strumenti, grazie a quali aiutanti, ecc. In quinta elementare, abbondano animali, accompagnati da re, regine, draghi, personaggi dei cartoni e video-games. I racconti dei maschi e delle femmine sono sostanzialmente omogenei: comuni le modalità e la struttura del racconto, come le tematiche, i nemici, gli aiuti, le soluzioni trovate. Ma si può evidenziare una prima separazione dei due percorsi di genere, che verrà approfondita negli anni seguenti. Gli aspetti comuni, come ho accennato nella premessa teorica, lavorano simbolicamente molto sul tema della madre arcaica, riconoscibile dalle caratteristiche che definiscono il persecutore, sia quando è indeterminato (spesso è una minaccia generica), sia quando viene identificato. Può essere una persona, ma anche un mostro, un carro armato, un animale feroce o un essere fantascientifico, tutti accomunati però dalle stesse caratteristiche: dimensioni straordinarie, grande forza e potenza, a volte poteri magici e soprannaturali. Perduta l'onnipotenza infantile, il povero sognatore soccombe; la paura prevalente è così quella di essere mangiati, schiacciati, annientati: "c'era un carro armato che veniva contro di me e mi voleva schiacciare....." "...ho due tartarughe e ho sognato che erano divenute grandi grandi grandi ed ero rimasto solo in un mondo sperduto...e mi mangia.... " ...c'erano tre serpenti ...hanno morso me e mia sorella...una signora ci ha salvato ma quando siamo tornati avevano ucciso tutta la mia famiglia" Il pericolo arriva sempre quando padre o madre si allontanano, non sono presenti o non stanno attenti. Mentre nei sogni delle medie il pericolo si incontra fuori casa, per i ragazzi di quinta invece arriva in casa, quando si é soli e perciò più indifesi:: "...ero con mio papà in casa, va a chiudere la porta e improvvisamente arriva un'ombra, non so cos'é....". La soluzione del conflitto è ancora talvolta a marcatura onnipotente: avviene un miracolo, si beve una pozione, viene scoperta una formula magica, sostituti simbolici della madre onnipotente buona. Per esempio "sono entrati dei mostri, io sono indietreggiato e mi sono spuntate le ali e iniziavo a volare..." Talvolta è il padre che, forte e competente, torna sulla scena e riesce a opporsi ai mostri. Il tema della relazione è centrale nei sogni delle femmine, che raccontano di separazioni rispetto al mondo dei genitori in generale e in particolare dalla madre e di incontro coi coetanei. I maschi assegnano al genitore un ruolo di protezione e di aiuto, ma la relazione in sé non viene descritta. Entrambi poi sognano gare e competizioni, centrati più sul giudizio degli altri nelle femmine, più sulle proprie risorse e capacità nei maschi. Gli amici sono presenti ma, come anche per i ragazzi di seconda, sono compagni di avventura o di disavventura, e non rappresentano un punto di riferimento saldo. Nella discussione in classe, a conferma di ciò, gli amici sono giudicati importanti e divertenti(con loro si può parlare di moda, di

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giornalini, di giochi, di piccoli problemi) ma non sono affidabili quando ci si trova di fronte a problemi seri da risolvere. Tra le femmine, nel quadro dell'attenzione alla relazione che , come si è detto, le distingue, comincia a serpeggiare una distinzione tra compagni e amici veri e propri, con cui fare esperienze e scambiarsi confidenze. In molti sogni ci si fanno dei regali, si dorme a casa dell'amica, si va in gita o in vacanza insieme. Il tema degli amici è collegato ai sogni di separazione rispetto a persone care, caratterizzati dal ritrovarsi soli, senza punti di riferimento sostitutivi rispetto a quelli dell'infanzia:si ambisce alla separazione, ma se ne temono le conseguenze sul piano relazionale. * In seconda media, il tema più frequente e presente in pari misura sia nelle femmine che nei maschi è quello di essere attaccati, inseguiti, minacciati. Il protagonista è in relazione con un nemico e prevale un contenuto persecutorio: "....sogno persone brutte che mi inseguono e mi sento triste perché mi inseguono senza un motivo.. "(M) "c 'era un uomo che mi perseguitava, una specie di assassino che voleva uccidere tutti i ragazzi della mia età "(F). Come si è detto prima, per entrambi il pericolo o la minaccia sopraggiunge fuori di casa, in un mondo estraneo, fuori dal raggio di protezione dei genitori, in luoghi bui come possono essere le cantine, i sotterranei, le strade quando si fa troppo tardi. Oppure il pericolo si trova nel bosco che può essere usato proprio come metafora dell'uscita dal mondo materno per incontrare quello paterno, sociale. Questa uscita sembra appunto comportare rischi, insicurezze, difficoltà da superare. Sempre sottolineando le costanti per maschi e femmine, ci sono alcuni sogni in cui colui che perseguita è il professore nei confronti del quale non si ha alcuna possibilità di fuga: "...la prof ogni volta che sbagliavo una virgola mi urlava dietro... si trasforma in un lupo e mi mangia... "(M) "...il prof diventa un mostro e ci mangiò... anche quelli delle altre classi.. "(F). Qualche differenza tra maschi e femmine rispetto a questo tema si trova nelle modalità di contrastare il nemico: nei racconti dei maschi si assiste a numerosi tentativi di resistere e combattere (nelle guerre , per es.); mentre nelle femmine è meno presente la possibilità di sconfiggere il nemico: infatti la protagonista, quando non muore, può solo fuggire o interrompere il sogno (che indicherebbe un eccesso di ansia e un'incapacità di risolvere positivamente il sogno). Nei racconti delle femmine, la protagonista è talvolta affiancata dal gruppo di amiche, che tuttavia non ricopre ancora il ruolo di aiutante. Infatti, anche in presenza delle amiche, il sogno finisce con la fuga o il risveglio. Per trovare il tema del gruppo dei pari come risorsa reale per affrontare le difficoltà bisogna arrivare in terza media. Nei maschi sono molti i sogni in cui il protagonista si sente messo alla prova e si deve dimostrare qualcosa( in accordo con chi si occupa di maschilità, come Gilmore, per il quale nelle culture umane donne si nasce, uomini faticosamente si diventa). Si è sottoposti ad un esame, si partecipa ad un gioco, si vince o si perde : "....sogno di diventare un calciatore e ho fatto molti goal e il mister mi ha detto che ero bravo...."

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A volte l'accento è rivolto alle abilità, alle competenze necessarie per risolvere un compito o vincere una gara: "...sono in un labirinto, corro corro, ma non trovo l'uscita come se ci fosse un enigmista che mi fa le domande e io non so le risposte, alla fine però riesco a rispondere e riesco ad uscire". Altre volte il sentimento che prevale è un senso di impedimento, di incapacità; oppure a volte si posseggono gli strumenti ma non si sanno usare: ".....porto sulla moto alcune ragazze, la moto è bella ma è molto piccola e le ragazze cominciano a cadere.." Tutti questi sogni sono stati letti dai ragazzi come espressione del desiderio di crescere, di uscire dalla dimensione infantile, di compiere attività e azioni da grandi. Il timore di non essere all' altezza è angosciante ed è testimoniato dalla frequente morte del sognatore: "....1 'ascensore era bloccato, io non riuscivo ad uscire e muoio.." "...non riesco a controllare la macchina ... e muoio. Io muoio sempre, non capisco...." Il desiderio di crescita è declinato anche in relazione alle tematiche sessuali. Nei racconti di questa fascia di età manca l'idea di una relazione sentimentale o sessuale; l'avere la ragazza sembra rappresentare uno dei possibili segnali dell'essere divenuti grandi come guidare, fumare o andare per paesi lontani. In ogni caso il protagonista compie un'impresa notevole, fuori dall'ordinario, per uscire dal mondo infantile e rendersi finalmente visibile in quello pubblico adulto:

"....sono forte, vinco un combattimento cosi posso avere la ragazza che mi piace.. ho molti soldi quindi posso permettermi molte donne..."

Il tema che più caratterizza specificamente i racconti delle femmine è quello della separazione in cui una persona cara è in pericolo o muore, si perdono oggetti, si vivono abbandoni o separazioni; in questi sogni prevale uno stato depressivo o un senso di abbandono. Prima di specificare meglio da chi ci si separa e quali siano le paure, le difficoltà o le mete raggiunte, è da sottolineare che il tema della separazione ci fornisce una prima grande informazione: il fatto che i sogni delle ragazze rispetto a quelli dei maschi sono caratterizzati dalla relazione e dal rapporto con altre persone; precisamente con un universo composto da madre, padre, sorelle/fratelli, amici, cugini, zie...... La più importante separazione è quella dai genitori: in questi racconti succede che muoiano, partano o comunque non sembrano accorgersi della vicinanza della figlia; la protagonista vive allora una situazione di totale estraneità: "....nessuno mi saluta, è come se non esistessi. e sono i miei parenti i miei amici ma è come se nessuno mi vedesse.." Il gruppo degli amici non è ancora fonte di sicurezza e appartenenza alternativa alla famiglia, per cui la perdita o l'allontanamento da quest'ultima sono vissuti come un grave lutto che può minacciare la propria stessa sopravvivenza (aspetto che si può collegare a quanto detto per i sogni di attacco in cui le amiche non costituivano un aiuto reale). Infine una ulteriore declinazione della relazione è la presenza di relazioni sessuali (da intendere in senso ampio fino a comprendervi relazioni sentimentali, gelosie, corteggiamento, violenze sessuali).

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Questi sogni parlano di un corpo sessuato, che comunica sensazioni ed emozioni mentre abbiamo già visto come nei maschi il tema sessuale rappresenta il raggiungimento dello status di adulto. In classe si è parlato, leggendo questi racconti, di ansie da separazione, di nascita sociale come allontanamento dalla famiglia di origine, dei rischi che questa separazione può comportare, delle ansie di non riuscire, di non essere all'altezza che il "diventare grandi" necessariamente comporta. Parlando di rischi coi ragazzi e con le ragazze è risultato tuttavia che il maggior pericolo era rappresentato dalla possibilità di rinunciare al progetto evolutivo, decidendo di tornare indietro, in un mondo più rassicurante e protetto: "....ho preso uno spavento ......ho avuto paura di essere tornata indietro, che dovevo fare tutto daccapo....." Rispetto alle seconde, i racconti dei maschi di terza presentano, in primo luogo il tema dell'attacco, seguito da quello di essere esaminati, e infine l' avere rapporti sessuali. Poichè anche i sogni di esame si caricano spesso di vissuti persecutori, di fatto, il tema dell'attacco rappresenta il tema più frequente nei sogni dei maschi di terza. Ne è un esempio l'atteggiamento nei confronti degli insegnanti che assume a volte dei toni fortemente oppositivi. La relazione è percepita come persecutoria, gli insegnanti possono risultare castranti, svalutativi ed infantilizzanti. In alcuni sogni il tono è minaccioso: "....avevamo fatto un test e ho spento il computer e dovevo rifarlo ma non mi veniva più ma dovevo rifarlo e non riuscivo allora il professore mi ha detto che mi doveva bocciare" "....la prof aveva una ferita e si vedeva che era un robot.." "la prof ci stava sulle balle.... allora l 'abbiamo chiusa dentro e gli abbiamo dato fuoco.." Le prove divengono più pericolose. Non riuscire a controllare i mezzi e gli strumenti è percepito come estremamente minaccioso, ma riuscire nell'impresa porta all' emancipazione e al riconoscimento sociale fondamentale per il giovane maschio: "facevo una gara di rally e andava molto veloce. Cercavo di evitare gli ostacoli ma lo sterzo non funziona e proprio quando una macchina sta per investirmi mi sveglio...."

"ho sognato di guidare un aereo e combattevo contro i nemici alla fine li ho distrutti tutti e mi chiamavano in aereonautica..."

Una novità nei sogni di terza che abbiamo anticipato più volte è la presenza degli amici: le situazioni pericolose si vivono con l'amico fidato o con il gruppetto. A volte essi rappresentano un aiuto in più nei confronti del nemico, altre volte è il protagonista che lotta e salva l'amico in pericolo. Gli amici sono anche coloro che condividono nuove esperienze, con i quali si verificano nuove competenze e abilità e, probabilmente sono loro che attestano una eventuale crescita: "....ho sognato di guidare una macchina e andavo a prendere i miei amici.... poi mi hanno chiesto se avevo il coraggio di andare più veloce, io non volevo, loro continuavano a prendermi in giro e in pratica ho accellerato, abbiamo fatto un incidente.. i miei amici sono tutti morti..."

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Le relazioni sessuali divengono relazioni vere e proprie, nel senso di una storia in cui compare un rapporto/interazione con la ragazza e non si risolve semplicemente nell' "avere la ragazza". Rispetto alle coetanee comunque l'argomento è centrato sul rapporto sessuale in sé, mentre nelle ragazze compaiono le problematiche relative al corpo, all'intimità, all'imbarazzo di mostrarsi all'altro. Nelle ragazze i temi più frequenti sono quelli legati al corpo che rappresenta la parte visibile di una persona e perciò soggetta a giudizi, critiche, confronti. Il problema è più grave se si pensa ai notevoli cambiamenti che il corpo subisce negli anni della preadolescenza: esso non sembra controllabile, si modifica velocemente e può risultare difficile ritrovarcisi: ".....c 'erano delle persone che mi prendevano in giro, io correvo correvo, in pratica diventavo anoressica.. loro ridevano e non sapevo cosa stava succedendo..." "....tutti mi rifiutavano, perché ero una persona non accettata, allora non mangiavo più...." La relazione con un corpo cambiato si ritrova anche in molti sogni nei quali la casa in cui si vive è diventata improvvisamente troppo brutta, o troppo piccola, o troppo vecchia: "ad un certo punto la mia cucina è diventata grandissima, mia mamma lavava i piatti in ginocchio....però io mi sentivo normale.." Nella stessa direzione del divenire adulti si comprendono quei sogni in cui il racconto è centrato sul rapporto mondo conosciuto/mondo sconosciuto; la casa in cui si vive rimane stretta mentre l'ambiente esterno si amplia fino a ritrovare una festeggiante famiglia sociale: "....sono in questa città e non la conosco, cammino e chiedo informazioni però nessuno mi ascolta" "....mi trovavo in una foresta ed era buio, mi sono trovata in una caverna e c 'era tanta gente felice ....poi non mi ricordo". I due generi quindi partono da tematiche ampiamente comuni relative al distacco ambito e insieme temuto dalla nicchia familiare, per approdare a percorsi molto differenziati. Per i maschi dominano persecutorietà e necessità di dimostrarsi capaci e all'altezza, nelle femmine il corpo che cambia, l'estensione del mondo conosciuto e delle relazioni che vi si possono intrecciare. Gli amici infine, oppresenti dapprima come replicanti inaffidabili sono diventati la famiglia sociale, partner riconosciuta competente nell'impresa di esplorare il mondo. Il lavoro simbolico nella seconda superiore richiedeva ai ragazzi di trasformare, come succede nei sogni dove le cose si trasformano sempre, l'adolescenza in un paesaggio, utilizzando la tecnica del test ludico-onirico di cui siamo debitori con Laura Frontori. Ho lo spazio per darvene un paio di esempi, a conferma di quanto emerso fin qui sui diversi percorsi di genere. Comincio da una ragazza di quindici anni che scrive, trasformando la sua età in un paesaggio: "campo primaverile, con una capanna in mezzo e le montagne intorno". A partire da questa metafora, con tutta la classe si cerca di capirne il significato affettivo. In primo luogo l'attenzione viene rivolta alle opposizioni presenti nel testo, in questo caso, la capanna opposta al campo, e anche l'insieme campo/capanna opposto alle montagne intorno. Sul piano simbolico la capanna è un contenitore e perciò un significante materno, da un lato idealizzabile (un cuore e una capanna) ma piuttosto svalutato sotto il profilo sociale(dove son più

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prestigiosi i palazzi delle capanne). Sul piano affettivo quindi compare una madre protettiva ma poco attrezzata sul piano del riconoscimento sociale, in grado di contenere/riscaldare ma poco spendibile socialmente. La capanna poi è piccola permettendo la convivenza comoda di poche persone meglio se piccine.Sembra così chiaro il riferimento alla famiglia nucleare e alle sue relazioni intense ed esclusive.Infine è anche importante che i materiali utilizzati per costruire le capanne solitamente siano grezzi, appena sbozzati dall'uomo e dalla sua competenza culturale che comunque è presente e trasformativa sia nel progetto sia nelle tecniche costruttive: siamo perciò di fronte a un contenitore marcato fortemente dalla naturalità, ma che presenta anche tratti culturali. Si può perciò riconoscere nella capanna un'organizzazione familiare a prevalente marcatura materna nelle sue scelte relazionali, poco attrezzata rispetto ai valori paterni, per esempio il prestigio e la visibilità sociale. Il campo rimanda ancora una volta alla natura e quindi alla madre, ma mentre la madre è smisurata(sia per il feto sia per il piccolo bambino) il campo è tale proprio perchè ha confini che lo limitano e ospita un progetto generativo che è possibile grazie alla rinuncia alla generatività incontrollata e pericolosa che i Greci dell'antichità identificavano nella palude. Si assiste invece in questo caso a un accoppiamento generativo tra padre e madre( estensivamente riferibile a natura e cultura) in cui l'una rinuncia alla generatività incontrollato e l'altro alla libertà da qualsiasi legame in vista di un progetto generativo comune. Il campo ospita infatti ciò che si è deciso di farvi crescere, eliminando le male erbe spontanee, che potrebbero compromettere il raccolto. Per la nostra quindicenne quindi, fuor di metafora, l'adolescenza è un'estensione ordinata dei valori familiari. Più in dettaglio la ragazza sembra avere in mente un'uscita sicura dalla famiglia, rappresentata come protettiva ma inadeguata sotto il profilo sociale, tuttavia in grado di fronteggiare rientri rassicuranti in caso di insuccessi nel più ampio mondo esterno. Fuori della capanna, un orizzonte di lontani e difficili possibili, perchè le montagne per essere superate e concedere panorami gratificanti richiedono risorse fatiche competenza e determinazione: cose da grandi, che i bambini non possono mettere in campo. Infine la capanna, collocata in mezzo, come a rappresentare comunque la centralità sia pure svalutata della struttura familiare, che nelle oscillazioni fisiologiche tra infanzia e adultità può funzionare da rifugio o da punto di partenza, come si è sottolineato. Ritroviamo qui alcuni punti emersi in precedenza nei sogni considerati in precedenza: la stabilità delle relazioni familiari, da superare ma presenti, un certo diffuso equilibrio nel rapporto natura/cultura che però non perde di vista la necessità di un progetto di emancipazione e scoperta. Molto frequente negli adolescenti maschi è invece un paesaggio di questo tipo:"Un'isola tropicale, piena di palme con una spiaggia bianca e tante ragazze che ballano" . Il mare, l'isola, la spiaggia sembrano evocare la coppia madre/bambino e le relazioni fusionali che la caratterizzano. Ma in agguato la natura lussureggiante evoca anche la pericolosità avviluppante dell'onnipotenza materna, combattuta in questo caso dalla tropicalità del paesaggio, agli antipodi della quotidianità dell'accudimento materno. Inoltre le tante ragazze che ballano sembrano opporsi all'unica madre che spadroneggia nella quotidianità della vita famigliare da cui ci si vuole emancipare senza incertezze. Un altro ragazzo, sedicenne, scrive: "Valle verde, sperduta in un luogo sconosciuto del mondo". La valle verde e generativa sembra garantire la sopravvivenza soltanto al suo interno, rappresentata com'è

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circondata da un mondo di cui non si possiedono mappe, strumenti in grado di permetterci la famigliarizzazione con l'ignoto. Un mondo materno, quindi, difeso da confini che se permettono il verdeggiare della valle, impediscono collegamenti con l'esterno e non incoraggiano spedizioni esplorative anche prudenti. La difficoltà di affrontare il sociale, per i maschi e per le femmine, sembra dipendere spesso da come ci si rappresenta il sistema scolastico, marcato affettivamente dall'assenza del padre o dal degrado che rimanda alla mancanza di accudimento, come se nell'istituzione venissero a mancare delle presenze parentali buone, capaci di allearsi e aiutare a crescere. Invece di essere un luogo dove ci si procura l'attrezzatura per affrontare lo spazio sociale, molto spesso è regressione e abbandono, dove si resta piccoli perseguitati e soli. Per fortuna, non sempre è così. Per qualcuno, per esempio, la scuola è "la montagna innevata dove si può imparare a sciare sempre meglio", marcata dal piacere del cimentarsi e dell'apprendere. A risentire delle difficoltà della crescita, nel nostro contesto sociale, come si è visto, sono soprattutto i maschi, che non possono contare, come le femmine su una continuità, sia pure conflittuata, del proprio mondo relazionale che spesso facilita loro la vita nelle istituzioni dove si fanno i conti coi replicanti delle figure parentali, destinati a scontrarsi coi giovani maschi che li vivono sovente minacciosi per il loro progetto di crescita. Così, oggi, per le femmine, già nell'adolescenza, nel rapporto coi coetanei maschi comincia a prender forma una modalità materna, arrendevole all'apparenza ma invece molto determinata, ispirata non dalla sacrificalità ma piuttosto dalla consapevolezza di '"disporre di poteri discreti dei quali bisogna imparare a fare buon uso". Mette così radici una sorta di leadership femminile che ritroviamo confermata nei risultati del quinto rapporto CISF sulla famiglia, relativi ai bambini e ai giovani: "..mentre il mondo maschile appare ancorato ad attività e impegni tipicamente e storicamente propri della maschilità, il mondo femminile si presenta in forte movimento verso la conquista di nuovi spazi e nuove aperture: l'impegno intellettuale e sociale, il benessere fisico, gli interessi più disparati"(p. 264). A conferma di quanto detto fin qui, posso citare i risultati di un altro test di trasformazione, rivolto agli studenti del mio corso (in grande maggioranza giovani donne). Si è chiesto loro di associare a uomo e donna tre aggettivi e di trasformarli rispettivamente in animali. Gran parte delle risposte disegnavano un profilo di uomo(nè marito nè padre) riconosciuto forte, prestante, determinato e simpatico, ma talvolta in difficoltà: per esempio infelice, testardo, sottomesso, umile. Nelle immagini spesso viene incarnato nei felini(dal puma alla tigre), ma se ne sottolinea anche il bisogno di legame: "un giovane cavallo pronto a lasciarsi accudire" e il rischio dell'omologazione in agguato nel sociale: " formica, una tra tante". Il profilo femminile invece si caratterizza per la mancanza di ambivalenza. Gli aggettivi rimandano a forza, determinazione, eleganza, dinamicità, versatillità, estroversione, sensibilità, dolcezza. L'animale che rappresenta queste donne che non sono nè mogli nè madri è il gatto, straordinario nella sua capacità di testimoniare, seduttività e mistero, domesticità e indipendenza, voglia di coccole e curiosità:

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"una gatta ancora libera e affascinante". La questione dell'identità di genere è quindi aperta: la propongo qui come problema da affrontare nel rapporto tra i giovani impegnati a crescere, le istituzioni che li dovrebbero affiancare e motivare e gli adulti che vi operano. Una società complessa come la nostra non può permettersi di sprecare risorse: sembra quindi opportuno che, in tempi brevi, la scuola che finora ha sempre ignorato la differenza di genere ne faccia il punto di partenza per una nuova cultura che tenga conto sia delle esigenze di gender, sia dell'apertura di un campo assai ampio di scelte formative e professionali possibili. Lavorare coi ragazzi e con le ragazze in un contesto formativo sembra essere un passo in questa direzione. Bibliografia Blos, L'adolescenza come età di transizione, Armando, 1988 Cristiani C., a cura di, Percorsi di genere tra natura e cultura, Unicopli, 1996 De Pieri, S. e Tonolo, G. a cura di , Le crescite nascoste, Armando 1990 Donati P. , a cura di , Uomo e donna in famiglia, San Paolo 1997 Frontori, L. Il mercato dei segni, Raffaello Cortina editore, 1996 Giori F., a cura di, Adolescenza e rischio, Franco Angeli, 1998 Pietropolli Charmet, G. , Amici, compagni, complici, Franco Angeli, 1997 Palmonari, A. , a cura di, Psicologia dell'adolescenza, Il Mulino, 1997 Roccioletti, Zulli e Bertini, Il sogno nell'età evolutiva, Bulzoni, 1983