corriere della campania n. 6
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Corriere della Campania n. 6TRANSCRIPT
Ciao don Pietro! Sì, ti salutiamo così, con un semplice
“ciao” perché il nostro è solo un arrivederci. Non è un
addio. Per noi sei vivo. Presente. E non solo nei ricordi
e nell’affetto del cuore. Ma nello spirito del Cristo Risorto.
Ce lo ricorda in continuazione il tuo “et resurrexit”. Ce lo
suggeriscono, in questo momento di prova, la nostra
fede nel Signore e la nostra speranza piena di immorta-
lità. E scusa se sono informale dandoti del “tu” come a
una persona cara. Sai che non ho osato mai. Ma ti sen-
tiamo come un fratello. Ora più che mai. Ti salutiamo
così, chiamandoti ancora per nome: “don Pietro”. Così
come molti, tanti hanno imparato a conoscerti e a sti-
marti. Sì, perché tu eri e rimani “don Pietro”. Per tutti gli
allievi e amici de “Il Villaggio dei Ragazzi”. In modo par-
ticolare per quelli della prima ora che hanno visto sor-
gere, proprio lì, la tua vocazione e hanno accolto sia le
primizie che i frutti maturi del tuo ministero sacerdotale.
Per i cittadini di Maddaloni, fieri di aver dato i natali a un
così illustre cittadino. In questa gloriosa civitas, di cui ti
vantavi di far parte, sono le tue radici, la tua origine, la
tua storia, le tue più belle amicizie. Ma sei “don Pietro”
anche per noi presbiteri della Chiesa che è in Caserta.
Primo sacerdote del dopo Concilio. Hai sostenuto, intre-
pidamente, nella nostra Diocesi quella straordinaria “boc-
cata di aria fresca” tra tante iniziative e non poche
resistenze.
E per i vescovi casertani di cui sei stato zelante collabo-
ratore. Avevano scelto proprio te, fra tutti, caro “don Pie-
tro” quale loro vicario e fiduciario. In particolare Mons.
Nogaro che ti ha voluto prima vescovo e poi suo succes-
sore nella sede di Caserta. E anche quando sei ritornato
in mezzo a noi come padre e vescovo sei rimasto per
tutti: il nostro “don Pietro”. E per i tuoi fedeli? Per quelli
della tua prima e unica comunità parrocchiale di “S.Maria
Assunta” del Mezzano in Caserta? Pensa, ancora oggi,
dopo cinquanta anni, tra ricordi e lacrime, si “ostinano”
orgogliosamente a chiamarti “don Pietro”. E anche a me,
che sono il loro parroco, ogni tanto, non manca chi mi
chiama con il tuo nome. Ma sei rimasto il “don Pietro” di
sempre, soprattutto, per le centinaia, le migliaia di fedeli
laici di tutte le età della Diocesi di Caserta che hai for-
mato scrupolosamente secondo il magistero della
Chiesa: i diaconi, gli studenti dell’Istituto di Scienze Re-
ligiose, gli insegnanti di religione, i membri del Sinodo
diocesano e del Meic, i giovani dell’Anspi, i giornalisti.
Non solo. Ma tanti uomini e donne della politica e dello
sport, di cui sei stato punto di riferimento umano e dottri-
nale, osavano rivolgersi a te con vera confidenza. Anche
per loro eri “don Pietro”. E che bello aver sentito dire che
lo eri, allo stesso modo, anche per le persone semplici e
bisognose che ti hanno incontrato. Sei stato solidale con
tutti. Amico della gente. Vero apostolo di simpatia e di
verità.Sono sicuro che anche per i confratelli nell’episco-
pato eri e rimani il caro “don Pietro” per il tuo servizio
convinto nel sovvenire alle necessità delle chiese locali.
Forse solo nella Chiesa di Alife – Caiazzo sei stato più
eccellenza che don. Ma so che anche lì hai accorciato,
a tal punto, le distanze che non sono mancate persone
e confratelli che hanno preferito vederti più come amico
e fratello che come ordinario del luogo. Ciao don Pietro.
E grazie. Grazie perché ci hai dato tanto. Hai donato tutto
te stesso. Hai amato la Chiesa sposa di Cristo sopra ogni
cosa.
Segue a PagIna 4
«Ciao don Pietro»
L’ultimo saluto di don Nicola Lombardi edel Villaggio dei Ragazzi al vescovo Farina
diClaudio Petrone
Direttore responsabile, Claudio Petrone - Editore, Claudio Petrone - Tipografia, Centro Offset Meridionale srl -Località Lo Uttaro- Caserta - Tel 08231873101. Info: 0823435789 - E-mail: [email protected]
Testata registrata al tribunale di Santa Maria Capua Vetere numero 806 del 11/12/2012
domenica 29 settembre 2013 anno II numero 6
Distribuzione gratuita
Corriere della CampaniaTestata fondata nel 1900 da Silvio Torre
L’attualitàdella cartastampata
Nell’Europa del XV e del XVI secolo,
la diffusione della stampa rappresentò
una rivoluzione senza precedenti.
Fino a poco tempo prima, una parte
minima della popolazione aveva avuto
accesso alla cultura scritta: i mano-
scritti erano veri e propri oggetti di
lusso. Ai giorni nostri un nuovo cam-
biamento epocale ha interessato il
mondo della comunicazione. Il suc-
cesso del WEB ha trasformato i gior-
nali in oggetti rari, destinati a essere
sempre men presenti nelle nostre edi-
cole nelle nostre case. Sempre più
spesso ascoltiamo opinioni di insigni
intellettuali e “addetti ai lavori” pronti a
profetizzare la completa scomparsa
della carta stampata nel prossimo fu-
turo. Non possiamo quindi sfuggire a
una domanda che sembra rivolta pro-
prio a noi che da pochi mesi abbiamo
deciso di riportare in vita il “Corriere
della Campania” nella sua versione
tradizionale, così come era stato vo-
luto da Don Salvatore D’Angelo. Per-
ché scegliere ancora la carta
stampata? Perché affrontare costi che
sarebbero facilmente evitabili con una
semplice edizione “on line”? Perché
chiedere impegni economici conside-
revoli alla Fondazione “Villaggio dei
Ragazzi”, agli sponsor e a tutti quelli
che ci sostengono? La risposta è
semplice, forse banale. Crediamo
nella dimensione materiale del gior-
nale, chiamato a essere una parte in-
tegrante della nostra vita quotidiana.
Ci piace immaginarvi mentre lo leg-
gete con interesse, ne discutete con i
vostri cari, lo prestate ai vostri amici. Il
nostro desiderio, neanche troppo na-
scosto, è che queste pagine diventino,
in tutta la loro concretezza, la manife-
stazione tangibile del nostro lavoro e
ci rendano degni della vostra stima.
L’EDITORIALE
il vescovo di caserta don pietro farina e padre miguel cavallé puig l.c.
Il messaggio di Padre Miguel Cavallé
Puig L. C. agli studenti del Villaggio:
Vorrei, all’inizio di quest’anno accade-
mico, dare il più cordiale benvenuto a
tutti coloro che fanno parte della no-
stra Fondazione: studenti, docenti, im-
piegati tutti e gli amici del Villaggio,
perché anche quest’anno dobbiamo
affrontare una nuova avventura in-
sieme. La cornice in cui iniziamo que-
st’anno non è semplice, è un
momento di crisi economica, sociale,
religiosa. Il momento non è semplice,
pertanto non dobbiamo abbatterci,
ma, al contrario, dobbiamo cogliere
l’opportunità di crescere. Nel Villaggio
dei Ragazzi, vogliamo affrontare que-
sto momento con convinzione e deci-
sione. Abbiamo messo in atto un
piano di rientro economico per affron-
tare le difficoltà che, sia pure in modo
diverso, colpiscono tutti. Abbiamo raf-
forzato la relazione tra i mondi del la-
voro e del turismo e la nostra Scuola
e abbiamo rafforzato i rapporti con tutti
i settori che hanno a che fare con le
nostre scuole superiori. Vogliamo inol-
tre intensificare la presenza dei geni-
tori, poiché quest'anno tutti insieme –
famiglia, scuole e società – dobbiamo
unirci per affrontare l’opportunità. Il Vil-
laggio è sempre più apprezzato: que-
st’anno tutte le scuole della
Fondazione sono cresciute in numero
di allievi del 15% in più rispetto allo
scorso anno. Siamo arrivati pertanto a
1500 allievi e questo ci dà un ulteriore
stimolo a continuare e ad andare
avanti con orgoglio. Tutti i genitori si
aspettano dalla nostra istituzione un
ottimo livello accademico, ma si
aspettano soprattutto che aiutiamo i
loro figli a uscire da queste aule come
persone migliori, con una spina dor-
sale, per affrontare il mondo esterno
con dignità. Da parte nostra ci sarà
tutto l’impegno, perciò invito tutto il
personale e i docenti a fare il loro me-
glio: gli allievi meritano, ognuno deve
fare al meglio il proprio lavoro perché
il meglio passa anche attraverso l’edu-
cazione. Chiedo agli allievi, di appro-
fittare con avarizia di tutto ciò che la
nostra Istituzione offre, per raggiun-
gere l’eccellenza, il che non vuol dire
solo prendere ottimi voti, ma mettere
in gioco, mettere in campo tutte le pro-
prie risorse e qualità. L’eccellenza è la
nostra sfida, il nostro manifesto pro-
grammatico. Auguri a tutti e buon
anno.
Massimiliano Errichiello
domenica 29 settembre Villaggio dei Ragazzi
La sfida dell’eccellenza
Padre Miguel benedice l’inizio dell’annoscolastico degli allievi del Villaggio
Corriere della Campania
Il buon lavoro del sindaco Rosa De Lucia
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Con immenso piacere riceviamo e pubblichiamo il
messaggio del sindaco di Maddaloni, ing. Rosa de
Lucia, rivolto al mondo della scuola in occasione
dell’apertura dell’anno scolastico 2013-2014. Un
messaggio che estendiamo a studenti, docenti ed
operatori che quotidianamente animano le scuole
della Fondazione Villaggio dei Ragazzi. “Rivolgo a
nome mio, dell’assessore alla Pubblica Istruzione
Cecilia D’Anna e dell’amministrazione comunale,
un caloroso augurio di buon lavoro a voi studenti,
ai genitori, ai dirigenti scolastici, al personale do-
cente e non docente, in occasione dell’inizio del
nuovo anno scolastico. Il critico momento storico
non deve alimentare in voi sentimenti di sconforto
o di amarezza ma, al contrario, deve essere da sti-
molo a rinnovare il vostro impegno e a guardare al
futuro con fiducia e ottimismo, dal momento che,
prima o poi, i vostri sacrifici saranno ricompensati
nel giusto modo. I sogni veri si costruiscono con
gli ostacoli. Altrimenti non si trasformano in pro-
getti, ma restano sogni. La differenza fra un sogno
e un progetto è proprio questa.
Voglio che riflettiate sulle parole della giovanissima
Malala che a soli quattordici anni ha rischiato la
vita, quando un proiettile le ha trapassato il cranio
e il collo. Non una pallottola vagante, ma un colpo
esploso volontariamente a pochi centimetri dalla
sua testa, sullo scuolabus con cui tornava a casa
insieme alle sue compagne. Colpevole, secondo i
Talebani di essere “un’apostata, un’infedele, una
femmina oscena”. Malala, oggi 16 enne si batte da-
vanti all’Onu per la libertà all’istruzione. Le sue pa-
role riecheggiano nell’aula newyorkese: “Cer-
chiamo di condurre una gloriosa lotta contro l’anal-
fabetismo, la povertà e il terrorismo, dobbiamo
imbracciare i libri e le penne, sono le armi più po-
tenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una
penna possono cambiare il mondo. L’istruzione è
l’unica soluzione. L’istruzione è la prima cosa.
Stiamo compiendo uno sforzo notevole affinché la
città di Maddaloni possa recuperare lustro e dignità
attraverso il riaffermarsi della cultura, dell’identità e
della tradizione, ma per poter avere successo ab-
biamo bisogno di voi che avete, come tutti noi,
l’obbligo morale di amare e rispettare di più la città
evitando tristi episodi di vandalismo che conti-
nuano ad avere un peso economico rilevante per
tutta la collettività”.
la fondazione villaggio dei ragazzi
Non è facile afferrare, e probabilmente non ci riu-sciremo mai del tutto, che c’è dietro la crisi sirianae tutta la così chiamata “primavera araba”. Il tentativo di capire qualcosa, però, va fatto. Iovorrei dare il mio piccolo contributo in questo im-pegno di comprensione.Non voglio offrire risposte definitive; desidero piut-tosto presentare alcuni preamboli o circostanzeche permettano a ognuno di arrivare alle proprieconclusioni. Condivido con semplicità quello chesono riuscito a capire di tutto questo caos d’infor-mazione e di propaganda:- I paesi arabi e del nord Africa soffrono una pro-fonda divisione interna; per essere estremamentesintetico, due sono gli aspetti principali:a. Le vecchie nemicizie storiche che hanno comeprotagoniste le differenze religiose tra i sunniti (lamaggioranza) e gli sciiti. b. Le nove tensioni che oscillano in mezzo a trecorrenti abbastanza ben definite: I. I governi consolidati da tempo nei singoli paesie gli interessi che girano attorno a loro. Di solitohanno o avevano un’impronta dittatoriale ma si ca-ratterizzavano paradossalmente per la tolleranzaverso le minoranze cristiane (ed altre) e per i buonirapporti con le potenze occidentali finché hannofatto i loro interessi pseudo-coloniali.II. Le nuove generazioni che, grazie alla globaliz-zazione e ai social network, hanno un desiderio dimaggior libertà, democrazia, ricchezza e laicità. III. L’Islam radicale che si diffonde principalmentegrazie al lavoro dei Fratelli Musulmani e che ar-riva, in alcuni casi, al versante terroristico o jiha-dista. Questi islamisti, nelle sue diversificazioni,hanno in comune un profondo odio verso i lorostessi governi (oltre che verso l’Occidente) perchéli considerano troppo laici, moderni e subdoli allasupremazia americana o europea (considerati“crociati”).- L’Islam, in generale, dopo la scomparsa del ca-liffato ottomano (Turchia) nel 1924, soffre un climadi profonda inquietudine, di voglia di rinnovamentospirituale e di risveglio economico-politico. La su-premazia occidentale viene vissuta malissimo daquesta religione che invece si considera superioree destinata a diventare preponderante e univer-sale.- L’Egitto ha una grande influenza sul mondoarabo e del nord Africa, specialmente a livello re-ligioso. Anche se l’Islam non ha un leader univer-sale (per intenderci, il Papa nel cattolicesimo),l’iman dell’Università di Al Azhar, che si trova nelcuore di El Cairo, ricopre un po’ questo ruolo. Nonaccaso i Fratelli Musulmani nascono proprio inEgitto. Invece, a livello d’influenza politica ma so-prattutto economica, il paese che detta ordini èl’Arabia Saudita che segue forse l’islam più radi-cale (insieme ai cugini talebani), missionario e,alle volte, violento; fa capo alla tradizione religiosawahhabita. Molte delle strategie e dei conflitti par-tono da questi due titani dell’influenza islamica.
- La maggior parte di questi paesi arabi o norda-fricani sono ricchissimi in petrolio e sappiamoquanto l’oro nero controlla l’economia e le finanzemondiali.- Gli equilibri del mondo stanno cambiando. Dopola caduta del muro di Berlino nel 1989 lasciò gliStati Uniti d’America come unica superpotenzaglobale. Dopo pochi anni questo sta cambiando.Ora c’è l’Oriente, specialmente con il risvegliodella Cina e dell’India. A questo si aggiunge unaricostruzione veloce del potere russo grazie allestraordinaria personalità di Vladimir Putin. Questiriaggiustamenti stanno causando, e lo farannosempre in maggior misura, delle tensioni interna-zionali non indifferenti.- Gli Stati Uniti (concretamente la Federal Re-serve), dopo la Seconda Guerra Mondiale, con iltrattato di Bretton Woods, diventarono padroni delmondo grazie al dollaro e alla sua politica mone-taria riguardo all’oro e posteriormente al petrodol-laro. Alcuni paesi hanno offerto, di recente,opposizione a questo sistema mondiale. Inquest’ottica si capisce meglio il conflitto con Ghed-dafi, Hussein e ora Assad. Allego questo filmatoche ho trovato su facebook; non sono d’accordosu tutto il contenuto ma penso che la prima partechiarisca alcune cose interessanti sulla tensionetra gli Stati Uniti e questi paesi arabi:https://www.facebook.com/photo.php?v=642824209070637&set=vb.121042204582176&type=2&theater. Per accettare euro in cambio di petrolio fueliminato Hussein; per voler creare una divisa afri-cana fondata sul patrono oro (il dinar) fu liquidatoGheddafi; per pretendere liberare le sue venditedi petrolio dal dollaro, l’Iran è il prossimo obiettivodell’America (in realtà la Siria è la scusa per col-pire l’Iran). Se qualcuno legge spagnolo troveràuna spiegazione più completa in questo articoloche personalmente mi sembra molto valido:h t t p : / / w w w . a b c . e s / h i s t o r i c o -opinion/index.asp?ff=20130831&idn=1511042424147.- L’amicizia tra gli Stati Uniti d’America e l’ArabiaSaudita è consolidata per interessi economici epolitici nella zona dal 1973.- La “primavera araba” ha avuto come grande ri-sultato che le tensioni e le divisioni all’interno delmondo arabo e musulmano aumentassero note-volmente: a. Una buona parte di questi paesi è finita nellemani dei radicali: Tunisia, Libia, Egitto… anche sein quest’ultimo caso i militari hanno rovesciato ilpotere raggiunto democraticamente dai FratelliMusulmani.b. L’asse sciita si è rafforzato sotto la guida del-l’Iran, includendo l’Iraq, la Siria (e di conseguenzagli Hezbollah del Libano) e addirittura i palestinesidi Hamas anche se sono sunniti.c. Al Qaeda (chiaramente sunnita) si è disintegratoper diversi motivi, e ora ci sono i jihadisti della pe-nisola araba (Aqpa), quelli del Maghreb islamico
(Aqmi) e le cellule del Levante; tra di loro non c’èun coordinamento operativo. d. Il mondo sunnita in generale ha sofferto unaforte spaccatura. Tra i sauditi (emirati amici inclusi)e i Fratelli Musulmani non corre buon sangue per-ché gli uni e gli altri vorrebbero dominare la galas-sia sunnita. Infatti, si è spaccato il Consiglio diCooperazione del Golfo Persico: il Qatar (maanche la Turchia) ha appoggiato i Fratelli Musul-mani contro la volontà dei sauditi che invecehanno appoggiato il nuovo governo egiziano di AlSisi. Ma anche la Siria ha appoggiato Al Sisi con-tro i Fratelli Musulmani egiziani.e. In mezzo alla tensione sunnita-sciita che puòessere letta saudita-iraniana, ci sono Bahrein eYemen che in questo periodo sono stati scenariodi diversi conflitti soffocati dai colossi della zona.In questa situazione, la Siria è diventata l’epicen-tro di tutti gli scontri sia all’interno del mondo araboe musulmano sia degli interessi economici e geo-politici degli Stati Uniti (e qualche suo alleato, tipola Francia), della Russia e della Cina principal-mente. Nel complessissimo incrocio d’interessimonetari, di divisioni religiose e di relazioni inter-nazionali, tentar di dire chi ha iniziato, chi sono iribelli, chi ha usato armi chimiche, chi finanzia i di-versi gruppi, chi sta dietro le mosse strategiche…non è facile! E non è neanche semplice prevederecome finirà tutto questo. È chiaro, invece, che sela situazione viene gestita male, la possibilità diaffondare in una Terza Guerra Mondiale non èun’illazione ma una terribile possibilità. Per questo Papa Francesco sta intervenendo conforza richiamando tutti alla pace e a una risolu-zione diplomatica. Ed ecco perché noi dobbiamoaccogliere questo invito a diventare urgentementecostruttori di pace con le idee più chiare, la pre-ghiera e il digiuno.
Padre Miguel Cavallé Puig L.C.
domenica 29 settembreVillaggio dei Ragazzi
Il terrore della guerra
Padre Miguel Cavallé ricostruisce le ragioni del terribile conflitto in Siria
Corriere della Campania 3
padre miguel cavallé puig l.c.
Presso il Palazzo degli Studi “Villaggio dei Ragazzi”, siè tenuto il convegno denominato: “Il recupero dei me-stieri artigiani” Il Convegno è stato organizzato dalla Fon-dazione Villaggio dei Ragazzi, dall’Associazione TerraNostra e dalla Federazione dei campani di New York.Hanno partecipato: il dott. Severino Nappi, assessoredella Giunta regionale campana alla Formazione e al-l’orientamento professionale, la Dott. Cecilia D’Anna, inrappresentanza dell’l’ing. Rosa De Lucia, Sindaco diMaddaloni, la dott.ssa Rosa Grano, Provveditore agliStudi di Caserta, la dott.ssa Patrizia di Monte, DirettoreGenerale ARLAS, Agenzia per il Lavoro e l’Istruzionedella Regione Campania, nonché una rappresentanzanutrita di autorità politiche, civili e militari. L’Obiettivo delConvegno è il recupero dei mestieri artigiani. A tal pro-posito, Padre Miguel Cavallè Puig L.C., Presidente dellaFondazione Villaggio dei Ragazzi, ha affermato: “ il Vil-laggio dei Ragazzi ha ritenuto porre un’attenzione parti-colare a questo tema, in quanto il recupero dei mestieriartigianali rappresenta un’occasione di crescita lavora-tiva per l’intera provincia, oltre che di potenziamentodelle attività produttive esistenti sull’intero territorio cam-pano. In considerazione di ciò, la Fondazione Villaggiodei Ragazzi, da tempo impegnata ad internazionalizzaresempre più il proprio brand, con l’Associazione Terra No-stra e la Federazione dei Campani d’America, ha propo-sto, in occasione della ricorrenza dell’Anno della CulturaItaliana negli Stati Uniti, un progetto volto al recupero ealla promozione dei mestieri tradizionali presso la Comu-nità degli italiani negli Stati Uniti d’America. In Partico-lare, continua Padre Miguel, si creeranno intensimomenti di scambio tra gli studenti campani e gli studentifigli di italiani negli U.S.A., i quali verranno a fare espe-rienza formativa sui mestieri tradizionali al Villaggio deiRagazzi. L’obiettivo è incrementare l'occupazione attra-verso lo sviluppo di nuove professionalità e la promo-zione di microimprese artigiane nell'ambito dei mestieritradizionali di qualità a rischio di estinzione. Il progetto –conclude il padre Legionario di Cristo – sarà svolto in ge-mellaggio con il Liceo Scientifico Palisades Park HighSchool, con il quale si svilupperanno progettualità con-giunte attraverso scambi di personale docente della Fon-dazione e dell’Istituto statunitense propedeutici allarealizzazione del programma e alla organizzazione deglieventi . Dopo la fase di oggi, conclude l’erede di don Sal-vatore d’Angelo, che è stata di presentazione del pro-
getto, partirà nel mese di ottobre una seconda fase chesi svolgerà negli U.S.A, dove, in presenza di autorità ita-liane e locali, sarà presentato il progetto e saranno as-segnate 5 borse di studio a giovani con passaportoitaliano selezionati dall’Istituto liceale statunitense e dallaFederazione dei Campani d’America. A questa seguiràun’ultima fase al Villaggio dei Ragazzi che consisterànell’esposizione dei risultati del progetto”. A riguardo, Ce-cilia D’Anna, assessore alla Pubblica Istruzione del Co-mune di Maddaloni ha affermato: “Siamo particolarmenteattenti al tema della formazione. C’è troppo divario traprogrammi scolastici e la reale richiesta proveniente delmondo del lavoro. In questo settore, il Comune di Mad-daloni, riconosce alla Fondazione un ruolo fondamen-tale, in quanto Istituzione da sempre portatrice di ottimirisultati in questo campo”. In merito, la dott.ssa RosaGrano, Provveditore agli studi di Caserta ha sostenuto:“Vedo questo progetto sposarsi benissimo con la ‘politicadi rete’ che il mondo della scuola intende adottare . Nonpossiamo continuare a lamentarci, ci tocca reagire allanoia dei programmi. Per farlo dobbiamo guardare con at-tenzione alle novità che eccellenze del territorio come ilVillaggio sanno offrirci”. Sulla stessa lunghezza d’ondaanche la Regione Campania vicina all’iniziativa. “Il Vil-laggio dei Ragazzi – ha dichiarato Severino Nappi, As-sessore lavoro, Formazione ed Orientamento dellaRegione Campania – è un luogo di eccellenza formativadell’intera regione Campania: quì si parla sempre di op-portunità per i giovani e di come poter costruire occasioniper il loro futuro”.
domenica 29 settembre Villaggio dei Ragazzi
Scommessa artigianato
L’assessore regionale Nappi presenta il progetto: un asse con gli Usa sui mestieri
Corriere della Campania
L’ultimo saluto al vescovo Farinasegue dAllA PrimA
Non in astratto. Ma nella concretezza delle persone chene facevano parte. Eri presente ovunque. A ogni evento.Pur di rendere visibile, in qualche modo, con la tua per-sona l’unità di quella Chiesa viva, unica ragione della tuavita, non ti sei risparmiato. Fino alla fine. E lo facevi, dav-vero, con vera passione e grande idealità.E ora che contempli non più con gli occhi della fede macon quelli dell’amore la vera Chiesa di Dio, la Gerusa-lemme celeste, sono sicuro che ti sentirai chiamare dal
tuo Signore in modo nuovo con un nome ancora più fa-miliare.È il nome affettuoso e dolce che anche noi, non di rado,abbiamo sentito dai tuoi cari sulla terra e che oggi, incielo, dal Cristo vivo avrai sentito pronunciare, final-mente, con amore eterno: “Vieni Pierino. Benedetto delPadre mio”. Sii tu ora, più che mai, da lassù, il sorriso di Dio per tuttinoi. Amen.
Don Nicola Lombardi
Sant’Agatadei Gotitra musicae spettacoloIl 7 settembre scorso si è svolta, aSant’Agata dei Goti, la cerimonia dipremiazione e proclamazione deivincitori del 22° Concorso Nazionaledi Pittura Estemporanea “Città diSant’Agata dei Goti”. L’evento è statoarticolato in tre momenti: la primafase ha visto come protagonisti glistudenti del Music Ensemble delLiceo Musicale della Fondazione Vil-laggio dei Ragazzi “Don SalvatoreD’Angelo” di Maddaloni, che è statodiretto dal maestro Vanni Miele, do-cente dello stesso istituto. La gio-vane formazione del MusicEnsemble, costituita dagli alunnidelle classi prima, seconda e terzadel Liceo Musicale, accomunati dallapassione per la musica e dal grandesogno di poter diventare un giornodei musicisti affermati, ha partecipatoa numerosi concorsi nazionali ed in-ternazionali, classificandosi sempreai primi posti. Tra i brani interpretatidai giovani musicisti segnaliamol’Inno di Mameli, ‘O Sole mio, il temadi “C’era una volta nel West” compo-sto da Ennio Morricone, il concertoper chitarra e archi in re maggiore diVivaldi (nei movimenti di allegro elargo), il tema del film “Mission”, an-cora di Ennio Morricone, “A thousandyears” di Christina Perri e “Take five”del famoso jazzista Dave Brubeck. La seconda fase dell’evento, che harappresentato il cuore della serata,ha visto la premiazione delle miglioriopere pittoriche in concorso e la pro-clamazione dei vincitori della 22° edi-zione della mostra di pitturaestemporanea “Città di Sant’Agatadei Goti”. Dopo la premiazione, sonotornati sul palco i giovani musicistidel Music Ensemble del Liceo Musi-cale. Un contributo importante è stato datoanche dalla professoressa Rosannadella Ratta, docente del Liceo Musi-cale, che con la massima accura-tezza ha fatto sì che la serata unissecontenuti culturali e artistici a un in-tento benefico.
Antimo Pascarella
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Pietro Farina nacque a Maddaloni il 7
maggio del 1742 da una famiglia
umile. Compì i primi studi accanto a
Don Salvatore D’Angelo, vivendo in
prima persona e offrendo un contri-
buto decisivo alla costruzione e all’af-
fermazione del “Villaggio dei Ragazzi”.
Studiò nel seminario minore di Ca-
serta, in quello regionale di Benevento
e nel Pontificio Seminario Francese di
Roma, fino all’ingresso nella Pontificia
Università Gregoriana, dove conseguì
la licenza accademica in Teologia e il
baccellierato in Scienze Sociali.
Fu ordinato sacerdote a Caserta il 26
giugno del 1966 ed entrò a far parte
dell'Istituto Secolare dei Missionari
della Regalità di Cristo. Svolse il ser-
vizio di parroco della parrocchia
"Santa Maria Assunta" di Mezzano di
Caserta e si dedicò, allo stesso
tempo, a diverse attività a servizio
della sua diocesi diventando assi-
stente dell'Azione Cattolica, rettore del
Seminario Minore, docente dell'Istituto
di Scienze Religiose e vicario gene-
rale. Ricoprì anche il ruolo di presi-
dente dell'Associazione Nazionale
San Paolo Italia (ANSPI) e assistente
del Movimento Ecclesiale di Impegno
Culturale (MEIC), oltre ad operare at-
tivamente presso la Fondazione Vil-
laggio dei Ragazzi di Maddaloni, che
restò sempre al centro di suoi pensieri,
nonostante i gravosi impegni istituzio-
nali. Il 16 febbraio 1999 fu elevato alla
dignità episcopale, diventando ve-
scovo della diocesi campana di Alife-
Caiazzo e raccogliendo l’eredità del
defunto vescovo Nicola Comparone.
L'ordinazione episcopale ebbe luogo
il 17 aprile 1999 in presenza del car-
dinale Lucas Moreira Neves, del car-
dinale Michele Giordano e del
vescovo Raffaele Nogaro. Dopo qual-
che giorno, fece il suo ingresso uffi-
ciale nella cattedrale di Alife. Il 25
aprile 2009 coronò il sogno di tornare
nella sua terra natale, con la nomina
a vescovo di Caserta. Nei tempi più
recenti è stato membro del Consiglio
per gli Affari Economici e del Comitato
per la promozione del sostegno eco-
nomico alla Chiesa Cattolica, due or-
ganismi ufficiali della Conferenza
Episcopale Italiana. Dal 15 gennaio al
19 febbraio 2011, ha ricoperto l'inca-
rico di amministratore apostolico di
Aversa fino all'insediamento del nuovo
vescovo Angelo Spinillo. L’ultima parte
della sua vita è stata segnata dalla
malattia e dalla sofferenza. Ciò nono-
stante, non ha fatto mai a mancare il
suo impegno di pastore ed educatore
per i fedeli della diocesi. Il 31 agosto
2013 è stato ricoverato nel reparto di
Medicina d'urgenza dell'ospedale
"San Sebastiano e Sant'Anna" di Ca-
serta per l'aggravarsi delle sue condi-
zioni di salute.
Dopo pochi giorni, è stato trasferito
nell'ospedale neurologico di Pozzilli, in
provincia di Isernia, dove si è spento
nelle prime ore del mattino del 24 set-
tembre.
domenica 29 settembreIl fatto
Una vita per la chiesa
Farina ha dedicato la sua esistenza alla fede.E’ stato grande amico della Fondazione
Corriere della Campania
Il messaggio di cordoglio di Papa FrancescoAnche papa Francesco ha voluto esprimere un pen-
siero per la morte del vescovo Farina.
Riportiamo il comunicato che abbiamo ricevuto
dalla Santa Sede:
“Appresa la triste notizia della dipartita di Sua Eccel-
lenza Reverendissima monsignor Pietro Farina, ve-
scovo di Caserta, il Santo Padre Francesco esprime
a codesta comunità diocesana, come pure ai fami-
liari del compianto presule, la sua spirituale vici-
nanza in quest’ora di lutto e, mentre eleva al Signore
fervide preghiere per l’anima di questo zelante Pa-
store e generoso servitore del Vangelo, invoca per
lui dalla misericordia divina l’eterna ricompensa e
per quanti lo hanno conosciuto e amato la fiduciosa
speranza di ritrovarsi insieme con lui nella Patria del
Cielo”
Il messaggiodi speranzalasciato dal VescovoFra i tanti doni che don Pietro ha la-sciato alla sua terra, ci piace ricor-dare la sua lettera pastorale del2010 che, forse, meglio di ogni altrodocumento riesce a rappresentare ilsuo credo e il suo pensiero. Ad unanno circa di distanza dall’inizio delmio ministero pastorale e con ilnuovo Anno Liturgico, sento con ur-genza il desiderio, aprendo il miocuore ad ognuno di voi alla luce diquella promessa che ho fatto a Dionel giorno della mia ordinazione epi-scopale, di impegnarmi a edificare ilCorpo di Cristo, che è la Chiesa. Èarduo il compito, ma c’è una spe-ranza che ci rinnova: sapere che laParola del Maestro è fondamento disperanza certa, allo stesso modo incui l’apostolo Pietro si rivolge aGesù: “…abbiamo faticato tutta lanotte e non abbiamo preso nulla, masulla tua parola getterò le reti”. DallaScrittura abbiamo appreso che lavita è concepita come cammino,come percorso proteso in avanti, inun continuo superamento di tappegià percorse, con un obiettivo daraggiungere: il tempo della storiache si invera nell’eternità di Dio. Ab-biamo desiderio di Dio e cerchiamo ilsuo volto, come ripete il Salmo 26: “iltuo volto, Signore, io cerco. Non na-scondermi il tuo volto”. Ma comepossiamo conoscere il volto delPadre, se non per mezzo della rive-lazione di Colui che è stato mandatoper noi? S. Paolo ci offre tre stupendeespressioni per indicarci questo mo-vimento di ricerca tutto interiore: inCristo radicati, da Cristo afferrati eda Cristo vissuti. Solo l’esperienza difede, e non una dottrina teorica eastratta, ci fa comprendere il sensodelle cose che sono e di quelle chesaranno. In Cristo siamo una cosasola, nella comunione con Lui por-tiamo i frutti della redenzione, nel-l’esperienza di un sentire comunecogliamo la bellezza di quellaChiesa che è un “cuor solo eun’anima sola”.
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La figura che ci sembra opportunoapprofondire, questo mese, è senzadubbio quella di padre Maurizio Pa-
triciello, un uomo di grande corag-gio che, grazie alla sua fede religiosae allo spirito combattivo di cui è do-tato, sta portando avanti una ostinatacampagna di sensibilizzazione sullatragedia legata alla Terra dei Fuochi.Viene chiamata così una vasta areaa cavallo delle province di Napoli e diCaserta, nel territorio compreso tra icomuni di Caivano, paese natale didon Patriciello, e Marcianise, Acerra,Nola, Castelvolturno. Si tratta diun’area caratterizzata, da anni, dallosversamento illegale di rifiuti, anchetossici, da parte della camorra (inparticolare da parte del clan dei ca-salesi), e da roghi a cielo aperto dimateriali vari, dagli scarti industrialiai copertoni di pneumatici. La mag-gior parte dei cumuli di rifiuti venivae viene tuttora riversato sotto i terrenidelle campagne, anche al di sotto dicampi coltivati, in presenza di faldeacquifere, e nelle strade di periferiadove vengono incendiate balle di ri-fiuti, che sprigionano sostanze no-cive quali la diossina. Dal 2010 a oggi, grazie alle indaginidella magistratura, si è accertato chein queste campagne sono stati river-sate tonnellate di rifiuti industriali e,secondo alcuni osservatori e pentitidi camorra, anche numerosi scarti efanghi industriali altamente tossici,provenienti dal nord Italia e dal nordEuropa. Il risultato è che il tasso di tu-mori al seno e alla tiroide, nella Terradei Fuochi, è altissimo: moltissimibambini si sono ammalati di cancroe l’incidenza del male pare cresceresempre di più, portandosi via tantiabitanti di quest’area. Mentre ancoramanca un registro regionale dei tu-mori, le stime degli esperti preve-dono che il picco di mortalità legatoall’inquinamento da rifiuti tossici e dadiossina, sprigionata nell’aria tramitela combustione illegale di rifiuti, siavrà addirittura intorno al 2050. Ilproblema, insomma, è tutt’altro chealle nostre spalle. In riferimento a questo dramma, delquale anche le forze dell’ordine, no-nostante le misure di contrasto e dicontrollo del territorio adottate di re-cente, faticano a venire a capo, donPatriciello non ferma il suo impegnonelle denunce, continua tutti i giorni
la sua battaglia. La lotta del prete diCaivano sui temi della salute e del-l’ecologia si lega a quella che da annipadre Maurizio sta conducendo nelParco Verde della sua città nataleper dare un futuro ai giovani di unodei quartieri e dei paesi maggior-mente in difficoltà dell’intero territorioal confine tra le province di Napoli eCaserta. Don Patriciello è consapevole delfatto che da solo non può farcela,così è riuscito a raccogliere attorno asé lo sforzo e l’impegno di tanti citta-dini e associazioni che hanno ab-bracciato le ragioni di lotta e didenuncia del prete di Caivano.L’obiettivo comune è scuotere la sen-sibilità di chi veramente potrebbeporre fine alla dura realtà della Terradei Fuochi, allo scopo di ripulire unterritorio così bello e ricco di storia,eppure inquinato da incuria, corru-zione e devastazione ambientale. Sesi discute, finalmente, di bonifiche edi risanamento ambientale in Terra diLavoro e nell’Area Nord di Napoli, seil dramma della Terra dei Fuochi è fi-nalmente considerato, in questi ultimimesi, di interesse nazionale, lo dob-biamo anche all’impegno e al cari-sma che don Patriciello ha messo incampo da quando ha iniziato la suabattaglia. Nel mese di settembre, finalmente,dopo anni di sversamento illecito e diroghi di rifiuti a cielo aperto, lo scem-pio della Terra dei Fuochi è appro-dato al Viminale, nell’ordine delgiorno di una riunione del ComitatoNazionale per l’Ordine e la Sicu-rezza, presieduto dal ministro degliInterni Angelino Alfano. Il Comitatoha esaminato il fenomeno dellosmaltimento illegale dei rifiuti tossicie delle discariche illegali in cui la cri-minalità organizzata avrebbe se-polto, in passato, migliaia ditonnellate di rifiuti e di scarti indu-striali nocivi. Sembra che si comincia muovere qualcosa, eppure, contra-riamente a quanto potrebbe apparirea un’analisi superficiale del pro-blema, la strada si presenta, oggi,ancor più in salita. Innanzitutto le bo-nifiche dei suoli inquinati sarebberoassai costose e necessiterebbero diun impegno straordinario dello Stato,come viene richiesto a gran voce daicittadini della Terra dei Fuochi. In se-condo luogo, c’è il rischio che le
aziende in odore di camorra che sisono occupate, negli ultimi ventianni, dello smaltimento illegale dei ri-fiuti, tornino a fare affari con il busi-ness delle bonifiche, in mancanza dicontrolli serrati degli organi di vigi-lanza, delle forze dell’ordine e dellamagistratura.Ecco perché, proprio in un momentocruciale come quello che stiamo vi-vendo, don Patriciello non smette difar sentire la propria voce con inizia-tive che sono state rivolte moltospesso agli organi di stampa locali enazionali, perché questi ultimi le am-plificassero. Pochi giorni fa, adesempio, il prete di Caivano ha ri-volto un appello a Napolitano: «Hosaputo che il Presidente della Re-pubblica, Giorgio Napolitano, in que-sti giorni, viene a Napoli per unacommemorazione. Bello ricordare glieroi di ieri. È nostro dovere. Ma nonbasta. […] Bisogna anche correre trail popolo che soffre. Tra i campaniche fanno fatica a dar da mangiareai figli. Che non possono nemmenomandarli a scuola. Bambini già se-gnati. Giovani senza futuro. I quar-tieri periferici di Napoli traboccano diquesta cara umanità. A costoro, aipoveri, caro Presidente, è stato rapi-nato anche il diritto alla salute.Quanta retorica. Quante bugie.Quanta insopportabile lentezza daparte di chi ci governa. La Campania– la Sua Campania, Presidente – èstata riempita di rifiuti. Interrati. Bru-ciati. Non i rifiuti casalinghi. No, no.Rifiuti industriali. Altamente tossici enocivi. Un patto scellerato pesa sullanostra pelle. Camorra, industriali di-sonesti, politici corrotti fecero scem-
pio della nostra terra. Per soldi, na-turalmente. Nella Sua regione, caroPresidente, si muore di cancro piùche altrove. È una tristezza im-mensa. Muoiono i bambini. Muoionoi giovani. Muoiono i genitori abban-donando i figli ancora in fasce. Il po-polo grida. Si lamenta. Piange.Invoca aiuto. Si umilia. Si ribella.Scende per le strade. Ma chi dal po-polo fu eletto, tace. O parla sotto-voce. Ha imparato l’ arte dello “scaricabarile”. Sicché nessuno è col-pevole di niente. Ognuno rimanda aun altro la palla rovente. Mentre lagente muore. Presidente, la prego,dopo aver commemorato i nostrieroi, venga con me a Casal di Prin-cipe. Venga a vedere con i suoi occhilo scempio della nostra terra». Nell’appello a Napolitano, don Mau-rizio ha ricordato la sua ultima inizia-tiva, rivolta anche al papa: «Sono ilprete che ha avuto l’idea di fare in-viare a Lei e al Santo Padre le carto-line con l’immagine di sette mammecon in braccio la foto del figlio mortodi cancro». In un’altra occasione, ri-ferendosi ai politici delle nostre terre,don Patriciello ha detto: «È finito iltempo delle deleghe in bianco. Il po-polo è stato fin troppo maltrattato epreso in giro. Al popolo spetta il dirittodi esercitare il controllo su coloro daiquali viene governato. Nessuno ècondannato a farlo. Chi ha chiesto fi-ducia al popolo, ha il dovere di nondeluderlo. Crediamo nella democra-zia». Di recente, poi, sul quotidiano“Avvenire”, il prete di Caivano ha sa-lutato con soddisfazione le primeruspe che, a Casal di Principe, nelmese di settembre, hanno scavatoalla ricerca di fusti con rifiuti tossiciintombati nel terreno, sulla basedelle indicazioni di un pentito di ca-morra: «”Non c’è niente di nascostoche non debba essere svelato”. Lodisse Gesù parlando del peccato.Vale anche per la nostra terra scem-piata. Vomita veleni e fanghi. Fustischiacciati e arrugginiti. […] Rivedole ruspe in azione. Le persone con letute bianche. Gli automobilisti stupiti.I carabinieri. La polizia. I giornalisti. Ivolontari. I fotografi. I vigili del fuoco.I passanti. Rivedo i nostri antenati.Zappano. Seminano. Irrigano. Su-dano. Poi, all’ombra di quei cinquepini, consumano la merenda».
Fiorella Della Peruta
domenica 29 settembre Il personaggio
«Appello al presidente»
Don Patriciello si rivolge a Napolitano nellasua battaglia per la “Terra dei fuochi”
Corriere della Campania6
don maurizio patriciello
MADDALONI. Ridotta a soli quattro
giorni quest’anno la festa di San Mi-
chele. “I festeggiamenti – dichiara l’as-
sessore alla cultura Cecilia D’Anna-
saranno brevi, ma molto intensi”. Le
manifestazioni avranno un respiro
prettamente artistico e culturale grazie
alla cooperazione con associazioni,
enti e movimenti che operano in città.
Il segreto, per far sì che si economizzi,
che si evitino sprechi in tempi già diffi-
cili e per fare in modo che l’evento non
perda le sue tradizioni, è quello di puntare e dare il do-
vuto spazio ad associazioni locali, così da conferire mag-
giore rilevanza ai talenti e alla libertà creativa della città.
A tal proposito ad illustrarci le varie fasi dei festeggia-
menti sarà il presentatore ufficiale della festa di San Mi-
chele, Luca Tramontano, che da oltre vent’anni presiede
le manifestazioni:
Quali saranno gli appuntamenti principali della festa
patronale?
«Quest’anno la festa è organizzata dall’amministrazione
comunale, dal comitato festeggiamenti “San Michele” e
dalla parrocchia di Sant’Aniello Corpus Domini. Gli ap-
puntamenti si divideranno in quattro giornate. La prima
sera è una sorta di notte bianca che si chiama “San Mi-
chele illumina la notte” ed è organizzata interamente
dall’amministrazione comunale, con una serie di perfor-
mance di artisti che si svilupperà dal Largo di San Pietro
fino ai Formali, cioè il borgo di Maddaloni, la parte alta
della città, con espressioni di lavorazione del legno, del
ferro e del vetro. Si tratta di artisti che a costo zero hanno
deciso, insieme a scuole di ballo e giovani orchestrali, di
rendere questa notte piacevole per i cittadini e di inaugu-
rare i festeggiamenti in onore di San Michele Arcangelo.
Il secondo giorno ci sarà la processione centenaria per le
strade del centro storico di Maddaloni e al termine di que-
sta è prevista un’esibizione della scuola di danza “Lory
dance”, di Loredana Amato, con giovani maddalonesi
che si esibiranno in piazza della Vittoria. Nella terza gior-
nata ci sarà un’orchestra con alcuni cantanti partenopei.
Infine, un grosso sforzo di tutto il comitato indicherà un
nome consono alla tradizione e alla cul-
tura maddalonese per chiudere questi
festeggiamenti del 2013».
Quali sono le iniziative di cui si occu-
peranno le varie associazioni?
«La pro-loco darà una mano per la
notte bianca e tante altre associazioni
presenti sul territorio si impegneranno
soprattutto nel primo appuntamento.
Per il resto, è tutto organizzato dal co-
mitato festeggiamenti “San Michele” in-
sieme all’amministrazione comunale e
alla parrocchia del Corpus Domini».
Qual è il suo parere della durata di soli quattro giorni
della festa di San Michele?
«Penso che l’importante per la festa non sia tanto la du-
rata, ma i contenuti. Quest’anno, con il grosso aiuto da
parte dell’amministrazione comunale, credo che sia stato
dato un segnale diverso, nel senso che c’è un tocco
maggiormente culturale. Ovviamente bisogna fare i conti
con la crisi, a causa della quale la gente, le ditte, le im-
prese e i negozi non danno più quanto davano in pas-
sato, però il comitato festeggiamenti spende comunque
tutto quello che riceve, anzi nell’ultimo anno è addirittura
andato in deficit».
E’ giusto, secondo lei, puntare sull’arte e sulla cul-
tura a carattere prevalentemente locale?
«Sì. Abbiamo grossi nomi, come Pasquale di Matteo che
ci rappresenta da anni alla BIT di Milano, artisti che lavo-
rano il ferro come Michele Affinito, altri che lavorano il
vetro. Vanno salvaguardate queste persone e le loro pro-
fessionalità, ma soprattutto la tradizione che esprimono.
Credo che la festa di San Michele debba anche essere
una sottolineatura dell’arte della sedia che abbiamo nella
nostra città e di tutti quegli antichi mestieri di cui Madda-
loni era grosso centro nella provincia di Terra di lavoro.
Auguriamoci, inoltre, che con l’avvento di persone sem-
pre attente come il nostro sindaco e l’assessore alla cul-
tura Cecilia d’Anna, si riesca a far sì che la festa diventi
meno folkloristica e più culturale, atta a promuovere il ter-
ritorio».
Raffaele Lerro
domenica 29 settembreMaddaloni
‘San Michele’ in crisi
Ridotti a soli quattro giorni i festeggiamentiin onore del Santo Patrono: il programma
Corriere della Campania
Don Saverio: più spazio alla religioneDon Saverio, negli anni precedenti, durante la pro-
cessione, era vietato ai fedeli avvicinarsi alla statua
del Santo. Sarà così anche per quest’anno?
«Purtroppo per i fedeli, questa è una prassi da se-
guire anche quest’anno, utile a preservare l’incolu-
mità della statua del Santo, che è trasportata a
spalla da diversi accollatori».
Cambiamenti alla processione?
«A differenza degli anni passati, quest’anno si è cer-
cato di privilegiare di più l’aspetto religioso della
festa: si è cercato, cioè, durante un periodo di crisi
in cui molte famiglie hanno evidenti problemi econo-
mici, di evitare inutili sprechi di denaro. Vorrei inol-
tre sottolineare che conta non soltanto la
processione, ma anche la preparazione spirituale
che la precede. Venerdì 20 settembre, alle 19:00, è
iniziato nella chiesa del Corpus Domini il Novenario,
il cui termine è proprio fissato per il giorno 29, in cui
si svolge la processione. Durante il Novenario, ogni
sera un sacerdote, insieme alla propria comunità,
celebrerà una messa proprio nella chiesa dalla quale
uscirà la statua del Santo il giorno della proces-
sione. Invece, per quanto riguarda il programma
della processione, oltre alla banda musicale del Vil-
laggio Dei Ragazzi, ci sarà anche una banda locale».
Grazie a don Saverio abbiamo saputo che le autorità
amministrative comunali si uniranno alla proces-
sione quando la statua passerà per Piazza Fontana.
La festa diSan Micheletra passatoe presenteDal 28 al 30 settembre, a Maddaloni,
come da tradizione, si terrà la festa
di San Michele: la statua del patrono,
dall’eremo, viene portata in città,
nella Basilica minore del Corpus Do-
mini. La storia che molti dei nostri
nonni si premurano da anni di tra-
mandare narra che, “un giorno, un
capraio mandò il figlio a pascolare le
capre sul monte che sovrasta Mad-
daloni. Arrivato in cima, il ragazzo fu
attratto da una scena curiosa, un
uomo delicato e di aspetto giovanile
andava raccogliendo delle pietre e le
trasportava sin sulla vetta. Accortosi
del ragazzo, lo sconosciuto gli chiese
aiuto, ma il pastorello si scusò di-
cendo che temeva di distrarsi e di
perdere qualche capra. Ritornato a
casa, raccontò tutto al padre che, in-
solitamente, nella prospettiva di un
insperato guadagno, consigliò al fi-
glio di accettare l’invito il giorno dopo,
se si fosse presentata l’occasione.
La mattina dopo, il pastorello andò
sulla montagna, trovò il giovane, fece
come gli aveva consigliato il padre e
nel frattempo non solo le capre non
si dispersero, ma, la sera, munte,
fruttarono abbondante latte al ca-
praio. Il prodigio fu raccontato al par-
roco, che consigliò di chiedere allo
sconosciuto chi fosse e cosa inten-
desse fare con tutte quelle pietre. Il
ragazzo per la terza volta incontrò il
giovane, chiese tutte le spiegazioni e
l’altro gli disse di essere San Michele
e di volere che si edificasse su quella
vetta un tempietto in suo onore.
Dopo questa apparizione non ci fu
più bisogno del lavoro dell’Arcangelo,
in quanto furono gli stessi maddalo-
nesi a costruire la chiesa”. La festa di
San Michele ha sempre rappresen-
tato un evento di richiamo per quasi
tutta la popolazione maddalonese,
che rinnova annualmente la sua de-
vozione per il Santo protettore.
Anche se lo spirito rimane lo stesso,
la festività più importante di Madda-
loni ha subito alcuni cambiamenti ri-
spetto gli anni addietro.
Francesca Passariello
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CASERTA. Si è conclusa con il con-
certo di Max Gazzè, al quale si è ag-
giunta, in apertura, l’esibizione della
cantautrice sarda Ilaria Porceddu, la
quarantatreesima edizione del festival
di “Settembre al borgo”. A inaugurare
la kermesse è stato Franco Battiato,
acclamatissimo a Casertavecchia, in
apertura del programma della manife-
stazione diretta da Casimiro Lieto e
sottotitolata, significativamente, “Di
nuovo all’Improvviso”, con evidente al-
lusione alle incertezze che hanno se-
gnato l’avvio della quarantatreesima
edizione. Al Teatro della Torre si sono
esibiti, a partire dal 7 settembre, oltre
a Battiato e Gazzè, Daniele Silvestri
(che ha mescolato sapientemente
teatro e canzone, accompagnato dagli
attori Massimiliano Bruno e Valerio
Aprea), Malika Ayane, Raphael
Gualazzi (protagonista di un omaggio
al grande cinema italiano di Fellini e
alla musica di Nino Rota), Alex Britti
(che è stato raggiunto sul palco, per
un gran finale, da Fausto Mesolella e
da Alessandro Finazzo, in arte
Finaz) e Fiorella Mannoia. Piazza
Vescovado, per le seconde serate del
festival, a partire dalle ore 22.30, è
stata affidata al gruppo di musica folk
delle “Malmaritate”: Gabriella Grasso
(voce e chitarra), Valentina Ferra-
iuolo (voce e tamburi), Emilia Bel-
fiore (violino) e Concetta Sapienza
(clarinetto). Il loro è un progetto che si
arricchisce del contributo di donne at-
tive in diversi settori dell’arte (musica,
teatro, danza, mimo, pittura). Anche a
Settembre al borgo le Malmaritate
hanno portato il loro particolare inte-
resse per l’immaginario femminile,
aprendosi tuttavia al dialogo e alla
contaminazione con generi musicali,
temi e percorsi artistici diversi: hanno
infatti duettato con Luca Rossi, Fran-
cesco Di Bella, Pino Marino, Mauro
Ermanno Giovanardi, Peppe Volta-
relli, Antoine Michel. Nell’ambito
della rassegna pregevoli gli sforzi che
l’associazione Seminaria Sogninterra
ha fatto per cercare di dare continuità
a un versante particolare e assai sug-
gestivo del festival, quello artistico.
L’associazione, nella persona di Isa-
bella Indolfi, ha curato l’installazione
notturna nella pineta, dal titolo “Il
bosco degli alberi parlanti”: a ogni al-
bero era abbinata l’indicazione di un
anno, a partire dal 1971, mentre la
voce narrante di Salvo Simeoli espo-
neva, per il periodo di riferimento,
sette eventi di rilievo. Si intendeva,
così, riflettere sui quarantadue anni
del festival. «Abbiamo voluto ricordare
la storia – ha spiegato Isabella Indolfi
– perché quella di Settembre al borgo
rischiava quest’anno di non avere un
seguito, di essere dimenticata». Al
“Bosco degli alberi parlanti si è ag-
giunto, inoltre, l’allestimento di “Luna
e l’altro”, ancora a cura di Seminaria
Sogninterra, con le installazioni di
Carlo De Meo. Si trattava di otto
opere, installate in un percorso che
dalla Chiesa dell’Annunziata portava il
visitatore alla scoperta di angoli e
scorci suggestivi del borgo, giocando
con il vuoto e il pieno, con il bianco e
il nero, con la verità e la sua rappre-
sentazione, come hanno sottolineato
i curatori. Al centro della navata della
Chiesa dell’Annunziata c’era una fi-
gura umana intitolata “Altro in Velove-
dete”, apparentemente scisso dalla
materialità delle cose, ma, di fronte
allo sguardo di chi si fosse avvicinato
e lo avesse esaminato con attenzione,
composto sorprendentemente da una
serie di materiali di riciclo. Nelle instal-
lazioni di De Meo all’interno dei vicoli,
poi, oggetti di uso comune assume-
vano nuovi profili e si prestavano a cu-
riose suggestioni interpretative.
Nell’allestimento e nella valorizza-
zione del borgo attraverso le installa-
zioni nella pineta e le sette opere di
Carlo De Meo, un ruolo importante
hanno rivestito gli abitanti del posto,
grazie soprattutto alla partecipazione
dei bambini di Casertavecchia. Incu-
riositisi al lavoro di Isabella Indolfi, i
piccoli sono stati investiti del ruolo, da
loro accolto con piacere e allegria, di
“piccole sentinelle dell’arte”, perché
sensibilizzassero i coetanei e gli adulti
alla visione e alla tutela delle installa-
zioni artistiche, ma soprattutto perché
li si rendesse partecipi di un’idea,
quella di cultura, che non può usare il
borgo come semplice cornice decora-
tiva, luogo di transito, di passaggio, di
turismo “mordi e fuggi”, ma innanzi-
tutto mira al coinvolgimento di chi a
Casertavecchia vive e deve essere
protagonista della valorizzazione del
borgo. Le “sentinelle dell’arte” sono in-
dubbiamente lo spettacolo più sor-
prendente ed emozionante che
abbiamo visto al festival di quest’anno,
quello che può davvero segnare un’in-
dicazione per il futuro”.
Fausto Greco
domenica 29 settembre Caserta/Provincia
Gli alberi del Settembre
L’iniziativa di “Seminaria Sogninterra” percelebrare le edizioni passate della kermesse
Corriere della Campania
Il “parlamentino dei giovani” di S. Maria
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SANTA MARIA A VICO. Oggi molti giovani vedono la
politica come strumento malsano e amorale, per que-
sto sono necessari organi istituzionali che spronino i ra-
gazzi alla partecipazione. L’obiettivo è riportare in auge
la voglia di attivarsi, di contribuire fattivamente alla cre-
scita di una piccola cittadina, come è accaduto a Santa
Maria a Vico. Ormai da un anno, il Comune ha aperto
un forum dei giovani per integrare i ragazzi nella vita
politica, alla quale sembrano sempre meno interessati.
Il forum è nato il 26 aprile 2012; da un punto di vista
formale ed istituzionale, il forum consiste in un’assem-
blea: tutti i ragazzi dai quindici ai ventinove anni pos-
sono parteciparvi. C’è poi una giunta, eletta dal
presidente, a sua volta eletto dall’assemblea. Il presi-
dente, da Statuto, deve essere maggiorenne: quello in
carica è Giorgio De Matteo. Il forum di Santa Maria a
Vico è assai flessibile e aperto alle esigenze dei ra-
gazzi, tanto da essere diventato, in poco tempo, un im-
portante strumento di mediazione con le istituzioni
locali. In poco più di un anno e mezzo, infatti, sono
state organizzate due edizioni della settimana dello
sport, è stata lanciata l’iniziativa commerciale della
“forum card”, grazie alla quale si possono avere sconti
in molti negozi e locali della zona, e sono state organiz-
zate presentazioni di libri, di studi e di statistiche dei
sociologi sul mondo della gioventù. Inoltre il forum ha
lanciato, con l’aiuto di giovani cittadini, la rivista "Lo
Strillo", il cui primo numero è uscito lo scorso luglio e
ha aperto un rinnovato centro studi alla Scuola Media
Statale “Giovanni XXIII”. Il centro studi è stato dotato di
volumi grazie a una raccolta effettuata tra la popola-
zione stessa di Santa Maria a Vico, che ha regalato
libri di qualsiasi genere. La strada, comunque, è ancora
molto lunga. Nello scorso mese di giugno, alcune so-
ciologhe hanno presentato uno studio statistico in cui
hanno dimostrato che la percentuale maggiore della
gioventù sammaritana partecipa alla politica soltanto
mediante i social network e i gruppi su Facebook, men-
tre le assemblee cittadine, pur essendo aperte al pub-
blico, sono meno frequentate. Probabilmente, ciò
avviene perché oggi le interazioni prevalgono sulle re-
lazioni. Il forum dei giovani potrebbe essere, con la va-
rietà delle sue attività e la pervasività delle iniziative, lo
strumento giusto. Intanto, a Santa Maria a Vico si
aspetta di riprendere le attività dopo il mese di settem-
bre, dopo cioè la breve pausa estiva iniziata con la
conclusione della seconda settimana dello sport. Si
pianificheranno appuntamenti invernali, che presumibil-
mente si svolgeranno nel centro studi, ormai da consi-
derarsi la sede ufficiale del forum. Gli eventi saranno
sempre organizzati dai giovani del forum, che prove-
ranno ad utilizzare ancora l’amore per lo sport, per la
musica, per il teatro, come occasioni di partecipazione
e di vita civile. Il Forum dei Giovani di Santa Maria a
Vico, insomma, è oggi il punto di riferimento della realtà
giovanile cittadina, caratterizzato dalla volontà di ga-
rantire un organismo di rappresentanza mirato alla pro-
mozione degli interessi giovanili presso le istituzioni
competenti. Tra gli obiettivi principali, ovviamente, non
c’è soltanto il coinvolgimento di tutti i giovani del co-
mune nelle iniziative e nei progetti, ma anche il tenta-
tivo di favorire la loro partecipazione ai processi
decisionali, al fine di promuovere l'interesse e l'atten-
zione dei giovani nei confronti della vita sociale e poli-
tica.
Anna De Mase
SANTA MARIA CAPUA VETERE. Da non molto tempo,l'Anfiteatro Romano di Santa Maria Capua Vetere ha ria-perto i battenti grazie all'azione combinata di varie So-vrintendenze ai beni culturali della Campania, inparticolar modo quelle di Caserta, Salerno, Avellino e Be-nevento. La struttura, dove secondo la leggenda si alle-nava Spartaco, è seconda solo al celebre ColosseoRomano. Il monumento ha riacquistato visibilità grazieall’impegno del sindaco Biagio Di Muro e all'aiuto delMinistero dei Beni Culturali, che aveva particolarmentea cuore la salvaguardia e la valorizzazione dell'area.Sono stati aggregati alla struttura anche dei punti venditache mettono a disposizione del pubblico prodotti ecolo-gici e promuovono serate di intrattenimento catturandol’interesse di un folto pubblico. Nel giro di pochi mesi siè registrato un esponenziale incremento delle visite.Nell’impresa sono stati coinvolti diversi giovani samma-ritani, che hanno trovato anche nuove opportunità sulpiano occupazionale e potranno sviluppare in futuronuovi progetti legati al complesso monumentale.Abbiamo avuto occasione di scambiare qualche battutacon Dario Mattucci, presidente del consiglio comunaledi Santa Maria Capua Vetere, da tempo attivo nella pro-mozione di attività culturali e nella salvaguardia del pa-trimonio storico-artistico. Guardare l’anfiteatro oggi desta stupore. Il monu-
mento è stato riportato in vita e sembra aver riacqui-
stato il vecchio splendore. Gli organi di stampa
hanno ricominciato a parlarne e anche la cittadi-
nanza comincia nuovamente a percepire l’impor-
tanza del sito.
«Siamo davvero contentissimi dei risultati raggiunti inquesti mesi. Abbiamo cercato di organizzare un ciclo dieventi che riaccendesse i riflettori sull’anfiteatro conl’obiettivo di sensibilizzare, in primo luogo, l’utenza delterritorio. Già dal titolo che abbiamo conferito all’iniziativa– “Invadeteci” – erano chiare le nostre intenzioni. Vole-vamo restituire il monumento ai sammaritani e alla po-polazione di Terra di Lavoro. Abbiamo registrato ben14.000 visite. Si tratta di una cifra enorme, consideratoche l’intera struttura era solita accogliere a stento 25.000
ospiti in un anno».Sul piano dell’accoglienza, non mancano di certo le
idee. C’è una caffetteria, un servizio di ristorazione,
un’area dedicata ai materiali informativi. Esistono
anche degli alberghi pronti ad accogliere i turisti?
«Non abbiamo ancora grandi hotel nelle vicinanze, maabbiamo provveduto a formare una rete compatta di bedand breakfast ben organizzati che possono risponderealle esigenze dei visitatori. Speriamo vivamente che glisforzi messi in campo dalla Sovrintendenza e dall’ammi-nistrazione possano portare i frutti sperati, stimolandonuove attività economiche. È stata indescrivibile la sod-disfazione nel vedere arrivare all’anfiteatro i primi turististranieri. L’opportunità offerta, in effetti, è più che ghiotta.Con un solo biglietto dal prezzo irrisorio, è possibile visi-tare anche il Museo Campano di Capua e il Mitreo, oltreal nostro sito». Quali sono i progetti per i prossimo futuro?
«La rivitalizzazione del teatro passa innanzi tutto attra-verso i grandi eventi. Intendiamo fornire l’intera strutturadi spalti pronti ad accogliere almeno 1500 spettatori. Vor-remmo riportare a Santa Maria Capua Vetere alcunigrandi nomi del teatro, della musica leggera e della mu-sica classica. I presupposti ci sono tutti».
Maria Farina
domenica 29 settembre Caserta/Provincia
Risorge l’Anfiteatro
Mattucci soddisfatto: abbiamo registratooltre 14mila visitatori in questa estate
Corriere della Campania
Scoperte antiche tombe romane a Piana PIANA DI MONTE VERNA. Caserta-nel territorio di
Piana di Monte Verna, fino ad oggi, non sono stati
ancora effettuati dei veri e propri scavi archeologici,
ma solo ed esclusivamente ritrovamenti casuali di
reperti. Il territorio di Monte Verna è sempre stato un
luogo abitato fin dai tempi più remoti, in epoca san-
nitica e romana, e proprio per questo “estremamente
ricco dal punto di vista archeologico” come ci rac-
conta l’archeologo Domenico Caiazza; qui sono stati
ritrovati alcuni anni fa degli straordinari resti di una
cinta muraria eretta dal vicino monte maggiore dei
sanniti , e di un’ enorme villa Romana, sempre ad
opera dell’archeologo Domenico Caiazza.Risulta
ugualmente sensazionale la scoperta di alcuni giorni
fa di alcuni resti di tombe, resti umani e di una cio-
tola risalente ,secondo alcune stime, ad un periodo
Prè-Romanico, forse all’età del bronzo(dal 3500 a.C.
al 1200 a.C. circa).il ritrovamento è avvenuto durante
la fresatura di un terreo pianeggiante ad opera di un
contadino che ha affermato di aver danneggiato nu-
merosi reperti durante l’opera.il territorio è comun-
que stato interamente confiscato dai militari della
stazione di Caiazzo, affinché gli organi di compe-
tenza, tra cui gli esperti della sovrintendenza ai beni
artistici e culturali di Caserta, possano verificare
l’eventuale successivo sorgere di altri reperti e ma-
nufatti risalenti alla stessa epoca. Sono quindi in pre-
ventivo altri sopralluoghi oltre che ulteriori analisi
approfondite, per verificare la veridicità dei reperti e
stabilirne la specifica ed esatta datazione.
Dalla scuoladei gladiatorial tesoro abbandonatoNota come Anfiteatro Capuano, quella
che possiamo ammirare a Santa
Maria Capua Vetere è una costru-
zione risalente al I-II d. C., seconda
per dimensioni solo al Colosseo.
Sembra che ad iniziare i lavori per rea-
lizzare quello che poi sarebbe diven-
tato un anfiteatro sia stata una colonia
conquistata da Augusto dopo la batta-
glia di Azio. Tuttavia, anche l’aerea cir-
costante, in epoca romana, era
interessata dalla presenza di strutture
legate alle attività che si svolgevano
nell’arena: basti citare la Scuola dei
Gladiatori, da cui Spartaco guidò la ri-
volta nel 73 a. C. Questa importante
realtà, in Campania, rimane ancora un
caso isolato: infatti l’Anfiteatro tanto
può essere ammirato in quanto pub-
blico e privato si sono coalizzati contro
il degrado e le “inattività” presenti
nell’area monumentale, responsabili
di un’immagine fatiscente e trascu-
rata. Il recupero dell’Anfiteatro e della
sua piazza ha fatto sì che questi di-
ventassero spazi vivibili quotidiana-
mente, in grado cioè di poter ospitare
attività di intrattenimento con luoghi di
ristorazione, il tutto sotto l’effetto delle
luci che esaltano i resti archeologici.
Il piano di recupero dell’anfiteatro ca-
puano è un esempio pratico da cui
poter attingere per risanare resti ar-
cheologici lasciati alla mercé dei van-
dali e della vegetazione selvaggia. Il
ministro Massimo Bray, proprio recen-
temente, ha insistito sul recupero dei
siti archeologici chiusi per mancanza
di personale: egli ha giustamente di-
chiarato che ciò rappresenta “un im-
poverimento” per la collettività e per
l’economia, a cui si può rispondere af-
fidando monumenti non esclusiva-
mente a carico della gestione statale,
inaccettabile ancor di più in questo
particolare periodo di crisi economica.
Inoltre, l’alleanza tra Stato, Regione e
autonomie locali aiuterebbe a trovare
il giusto equilibrio tra l’esigenza di con-
servazione e quella della creazione di
posti di lavoro, nell’interesse del no-
stro patrimonio culturale.
Luca Massaro
10
[…] si fumm’ o si nun fumm’ ‘o faje
rumore, ‘o fuoco che te puort’ dint’ o
core, quann’ fa notte ‘e o ciel’ se fa
scur’ sul’ o ricordo ‘e te ce fa paura
[…]
Così cantava la band napoletana
“Spaccanapoli” nella canzone Vesu-
vio del 2011 interpretando l’ atavica
preoccupazione del popolo parteno-
peo per la presenza sul territorio dei
vulcani Somma- Vesuvio e dei
Campi Flegrei.
Nulla di nuovo sotto il sole, dunque,
quando agli inizi di settembre il vul-
canologo giapponese Nakada Set-
suja ha dichiarato nel corso dei lavori
della XII conferenza mondiale dei
geoparchi ad Ascea: “Il Vesuvio erut-
terà è sicuro perché è un vulcano at-
tivo, anche se non si può prevedere
quando, gli italiani devo discuterne e
preparare un piano per gestire la si-
tuazione”.
La situazione è già ben nota agli stu-
diosi italiani e napoletani che da anni
monitorano i vulcani: in base ai loro
studi, che hanno consentito di rico-
struirne la storia eruttiva, il Gruppo
Nazionale per la Vulcanologia ha de-
finito che alla luce del comporta-
mento passato del Vesuvio
l’eruzione del 1944 ha segnato pre-
sumibilmente la fine di un periodo di
attività eruttiva a condotto aperto
(che durava fin dalla grande eruzione
del 1631) e l’inizio di un periodo di
quiescenza a condotto ostruito. Il
comportamento passato e lo stato at-
tuale del Vesuvio suggeriscono che
il vulcano può riprendere la sua atti-
vità eruttiva, e che se un’eruzione av-
verrà nelle prossime decine di anni,
potrà essere di tipo esplosivo. Per-
tanto il Vesuvio è un vulcano alta-
mente pericoloso.
In base allo scenario eruttivo è stato
elaborato da una Commissione isti-
tuita dal Ministro della Protezione Ci-
vile un piano di emergenza
nazionale dell'area Vesuviana. Il
piano è attualmente in via di aggior-
namento da parte della “Commis-
sione incaricata di provvedere
all’aggiornamento dei piani di emer-
genza dell’area vesuviana e dell’area
flegrea ”
E’ importante evidenziare che
l’evento massimo atteso non è ne-
cessariamente il più probabile: l’effet-
tiva eruzione potrebbe essere più
modesta dell'evento considerato
come riferimento per l’elaborazione
del piano di emergenza. Poiché è im-
possibile, con le attuali conoscenze,
prevedere prima dell'eruzione la sua
dinamica eruttiva e la quantità di
magma emesso, la decisione presa
dalla Protezione Civile è stata quella
di considerare, come scenario di ri-
ferimento, l'evento massimo atteso
nel caso di ripresa dell'attività del Ve-
suvio a breve-medio termine.
Lo scenario di riferimento prevede
che potranno verificarsi dapprima
una serie di esplosioni connesse alla
riapertura del condotto, precedute da
sismicità, deformazione del suolo, in-
cremento delle emissioni gassose,
attivazione di nuove fumarole e aper-
tura di fratture. Si innalzerà poi dal
vulcano una colonna eruttiva compo-
sta da vapore, gas, frammenti di
magma e frammenti di roccia che
potrà raggiungere un’altezza di de-
cine di chilometri. La parte sommitale
della colonna tenderà a espandersi
radialmente e si muoverà verso Est,
secondo la direzione dei venti preva-
lenti in alta quota. Dispersa dal
vento, la nube farà cadere una piog-
gia di frammenti piroclastici in una
zona sottovento, l’accumulo di que-
ste particelle al suolo potrà provo-
care il crollo di tetti, impedire il
funzionamento di alcune reti di ser-
vizi e indurre problemi respiratori. La
parte della colonna eruttiva che non
riesce a sostenere il peso del mate-
riale solido trasportato, collasserà al
suolo generando flussi piroclastici,
che avanzeranno lungo i versanti del
vulcano a grande velocità ed elevato
potere distruttivo. Probabili piogge in-
dotte dalle perturbazioni delle condi-
zioni atmosferiche causate
dall’eruzione potranno mobilizzare il
materiale piroclastico depositato al
suolo, provocando colate di fango e
alluvionamenti delle aree morfologi-
camente depresse. L'unica difesa
per la popolazione da un'eruzione
esplosiva del tipo di quella descritta
è l'allontanamento dall'area a mag-
gior rischio. La decisione di allonta-
nare la popolazione dall’area a
maggior rischio sarà presa sulla
base dell'analisi dei fenomeni precur-
sori rilevati dal sistema di sorve-
glianza dell’Osservatorio Vesuviano.
Le evidenze storiche dell'esistenza di
fenomeni precursori e la conoscenza
oggi acquisita sulla struttura e storia
del vulcano, hanno permesso di de-
finire differenti livelli di allerta. Il piano
individua le azioni da compiersi in
funzione del livello di allerta e tre
specifiche aree di intervento, deno-
minate Zona Rossa, Zona Gialla e
Zona Blu, sulla base del tipo e del-
l’entità dei pericoli da cui potrebbero
essere interessate. La Zona Rossa è
stata individuata sia utilizzando i dati
relativi alla distribuzione dei prodotti
delle eruzioni pliniane e subpliniane,
sia simulando al calcolatore le di-
verse fasi dell'eruzione massima at-
tesa. Essa ha un’estensione di circa
200 Km2 e comprende 18 Comuni,
tutti della provincia di Napoli, in cui
vive una popolazione di circa
600.000 abitanti.
Il rischio di una catastrofe può es-
sere mitigato intervenendo sulla con-
sistenza del valore esposto al
pericolo e sulla sua vulnerabilità. E’
evidente, pertanto, che discutere di
rischio, e non solo di pericolo, apre
la questione a un ambito non tanto
scientifico quanto etico e politico:
quello della responsabilità.
Ma qual è la parte di ciascuno? La
Comunità Scientifica ha il compito
precipuo di definire la pericolosità di
un vulcano, di effettuare sia una pre-
visione a lungo e breve termine, che
una zonazione del territorio in fun-
zione degli eventi attesi.
Lo Stato ha il compito di formulare gli
indirizzi per la predisposizione e l'at-
tuazione dei programmi di previsione
e prevenzione in relazione alle varie
ipotesi di rischio, e di promuovere ri-
cerche nei diversi ambiti disciplinari.
In ambito operativo è compito dello
Stato, d'intesa con le Regioni e gli
Enti Locali interessati, occuparsi del
complesso di tutte le attività con-
nesse agli eventi calamitosi che “per
intensità ed estensione debbono es-
sere fronteggiati con mezzi e poteri
straordinari”.
Tutti i soggetti coinvolti, istituzionali e
non, sono chiamati a una presa di
coscienza della propria responsabi-
lità, affinché ciascuno svolga la pro-
pria parte nella realizzazione degli
interventi possibili in modo da scon-
giurare che […] l'unica verità pe' tutt'
quante sarria chell' 'e fui' ma po'
addo' jamm' […]
Pina Lambazzi
domenica 29 settembreRegione
Vesuvio, sos eruzione
La conferma alla conferenza mondialedei geoparchi: è un vulcano attivo
Corriere della Campania 11
Spesso le antologie, i dischi celebrativi
di questo o quel musicista, restano
come documento sonoro che gli ama-
tori e gli studiosi serbano nella loro
collezione come pezzo di storia indi-
spensabile. Bisogna sempre render
merito a chi, musicisti, appassionati e
critici musicali, s’incarica di produrre
un lavoro del genere lasciando ai po-
steri delle “fotografie sonore” di artisti,
di periodi storici e le loro sonorità ca-
ratteristiche. In questo campo si lavora
quasi sempre per passione, quella
pura, quella vera e quasi mai per soldi.
Un grazie va quindi ai produttori Pino
Presti & Mad Of Jazz e Claudio Cita-
rella che in questi giorni vedono il loro
lavoro, “Shirley Bunnie Foy (60th An-
niversary)”, pubblicato dall'etichetta
italiana MAP Golden Jazz. L'album,
tributo alla cantante in onore dei suoi
60 anni di carriera, vede la partecipa-
zione di alcuni fra i grandi musicisti
che l'hanno accompagnata nel corso
della sua lunga attività. Distribuito
anche in Italia, il disco ripercorre le fasi
più importanti della vita artistica di
questa cantante dal R&Blues doo-
woop degli anni 50 quando ancora fa-
ceva parte delle Deltones. Cresciuta
in una famiglia di musicisti, fin da pic-
cola Shirley si è avvicinata al canto
(blues, gospel, canti caraibici e afri-
cani) frequentando poi a New York la
High School of Music & Art, periodo
nel quale ha anche l'opportunità di stu-
diare e collaborare con John Coltrane
e Junior Cook.
Nel corso della sua lunga carriera,
svoltasi prevalentemente negli Stati
Uniti, in Francia e in Italia, Shirley Bun-
nie Foy ha collaborato con alcuni dei
maggiori jazzisti statunitensi, come Ar-
chie Shepp, Art Blakey, Johnny Griffin,
Tony Scott, Freddie Hubbard, Charlie
Shavers, Jo Jones, Cameron Brown,
Dave Burrell, Charles "majeed" Gre-
enlee, Beaver Harris, Rafi Taha e con
alcuni tra i più noti musicisti italiani:
Franco Cerri, Pino Presti, Bruno De
Filippi, Tullio De Piscopo, Stefano
Cerri, Enrico Intra, Renato Sellani, Gil-
berto Cuppini, Mario Rusca, Giam-
piero Boneschi, Sante Palumbo,
Stefano Bagnoli, Lino Patruno, Paolo
Tomelleri, il giamaicano Sonny Taylor.
Shirley risiede a Nizza dalla fine degli
anni novanta e ha continuato a svol-
gere, negli anni 2000, una intensa at-
tività con concerti in club e festival,
soprattutto sulla Costa Azzurra e in
Italia. Fino a qui sembrerebbe tutto
normale ma non è così perché questa
volta Presti e Citarella, maestro e al-
lievo, due ragazzacci italiani della mu-
sica internazionale, l’hanno fatta
grossa: “Shirley Bunnie Foy (60th An-
niversary)” è un disco fantastico! Ben
diciassette tracce di freschezza, dol-
cezza e vitale energia. La voce di Shir-
ley è moderna e il suo ritmo è attuale.
Tutto ciò fa di questo disco uno splen-
dido oggetto di goduria per le nostre
orecchie ed i nostri cuori. Abbiamo
ascoltato e riascoltato i brani scelti, da
Believe It, fino a Ue Lé Lé e la sensa-
zione non era quella di ascoltare solo
un “antologia” . Consigliamo questo
disco da soli o in compagnia, prima e
dopo i pasti come anti stress contro il
logorìo della vita. Il cd è stato presen-
tato in anteprima il 7 luglio all'interno
della manifestazione jazz off del Nice
jazz festival e il 27 settembre si terra
in Italia a Ventimiglia al jazz club la
Moscabianca una serata promozio-
nale dove Shirley sarà ospite d'onore.
Sebastian Chaumont suo pupillo ed
eccellente sassofonista suonerà con il
suo quintetto e radio Agora (Nizza)
trasmetterà la serata in differita il 2 ot-
tobre prossimo. Abbiamo conosciuto
Shirley nel 2011 e siamo stati letteral-
mente affascinati dalla donna e dall’ar-
tista. E’ questa una buona occasione
per ringraziarla per tutto ciò che ci ha
regalato e che ancora ci vorrà dare.
“Shirley Bunnie Foy (60th Anniver-
sary)” : Believe It,Watch What Hap-
pens, Sweet Pree, Baby Just Tell It
Like It Is, Wipe Away the Evil, Misery,
It Don’t Mean a Thing, It Ain’t Neces-
sarily So / Summertime, Lester Leaps
in, Tomorrow Night, Love Vibrations, A
Sea of Faces, Harlem Town, L-O-V-E,
Summertime, When Sunny Gets Blue,
Ue Lé Lé – pubblicato da MAP Golden
Jazz. Durata 58,55. Genere jazz. Di-
sponibile nei migliori siti web per il
download.
Vanni Miele
domenica 29 settembre Il salotto
I 60 anni di Shirley
Disco celebrativo per Bunnie Foy prottodall’etichetta italiana Map Golden Jazz
Corriere della Campania
Ecomuseo: via al concorso di idee
12
Con l’avvio dell’anno scolastico 2013/14, l’ufficio del
Servizio Educativo della Soprintendenza BAPSAE di
Caserta e Benevento, presenta il terzo Concorso
d’Idee, intitolato “l’Ecomuseo: il futuro della memoria”.
Tale progetto ha lo scopo di coinvolgere i giovani per
un confronto positivo e propositivo sulle tematiche so-
ciali, ambientali e culturali. Elemento centrale del la-
voro è la valorizzazione della cultura territoriale, intesa
come insieme di fattori essenziali che vanno preservati
e proposti in un mondo sempre più aperto e multicultu-
rale. Infatti, i grandi valori sociali che si fondano sulla
giustizia, sull’eguaglianza e la tolleranza, che sono alla
base di un positivo contesto educativo non possono
tralasciare i valori di cittadinanza, valori che tanto più
possono essere ribaditi e fatti propri da ognuno grazie
alla conoscenza della propria memoria storica. Alla
luce di tale finalità, le scuole coinvolgono gli studenti a
ricercare e rielaborare una quantità notevole di mate-
riale che può comprendere testi storici e letterari, ar-
chivi fotografici, a sviluppare ricerche ed elaborati
artistici che possono arricchire i lavori degli studenti di
informazioni utili e di immagini esplicative. Il concorso
prevede cinque sezioni ed è rivolto agli studenti delle
province di Caserta e Benevento. Nello specifico, la
prima sezione del concorso prevede la creazione di
Mappe di Comunità nell’ambito delle due provincie ed
ha lo scopo di ribadire l’importanza di preservare i luo-
ghi della memoria non solo dal punto di vista storico
culturale, ma naturalmente anche sotto l’aspetto am-
bientale e paesaggistico. La conoscenza dei territori e
la capacità di saperli apprezzare è certamente un
punto centrale per qualsiasi azione di valorizzazione. In
questo contesto la sezione del concorso intitolata “Pa-
trimoni da osservare” sviluppa la necessità di creare
delle banche dati con l’intento di avviare un virtuoso
programma di conservazione dei beni culturali. Va riba-
dito che il concetto di ecomuseo va inteso sotto il pro-
filo di ecosistema museo e cioè di tutti quei fattori che
contribuiscono a preservare nel tempo ciò che arricchi-
sce una comunità che vive in un determinato luogo. Il
tema offre agli studenti l’opportunità di potersi cimen-
tare con una realtà di grande attualità e di poterla rap-
presentare anche con le moderne tecnologie di
comunicazione. Infatti, le altre sezioni del progetto pre-
vedono un concorso fotografico intitolato “EcoCLICK
Art”, un laboratorio di “EcoPoesia”, una sezione per
Film Makers intitolata” EcoVisual art” La responsabile
dell’ufficio del Servizio educativo della Soprintendenza
di CE-BN è la dott.ssa Emilia Ruggiero, che coordina e
promuove le molte attività culturali che coinvolgono le
scuole. La dott.ssa Ruggiero è impegnata in prima
persona alla realizzazione del Concorso d’Idee “l’Eco-
museo il futuro della memoria” e gentilmente ha rispo-
sto ad alcune domande che chiariscono ulteriormente
l’importanza della cooperazione tra le diverse istituzioni
per accrescere qualsiasi azione di crescita progettuale
e culturale.
Gentile dott.ssa Ruggiero come nasce l’idea di or-
ganizzare il concorso d’ idee “L’Ecomuseo. Il futuro
della Memoria”?
L’”Ecomuseo. Il futuro della memoria” nasce come pro-
posta didattica e di educazione ambientale interdiscipli-
nare grazie alla convinzione che educare ad una
progettazione del futuro e insegnare a tutelare le pro-
prie origini è per le scuole un interessantissimo e im-
portante campo di sperimentazione pedagogica,
perché contribuisce alla formazione del sentimento
d’identità della comunità.
Il concorso è arrivato alla sua terza edizione. A suo
avviso si è riscontrato un coinvolgimento adeguato
delle scuole?
Purtroppo è sotto gli occhi di tutti che una parte della
Campania ha poca ‘attenzione’ e ancor meno rispetto
per i propri luoghi.
MADDALONI. Quello ormai alle portesarà il campionato di certo più attesoper la dirigenza della PallacanestroSan Michele Maddaloni, che si appre-sta a disputare il primo campionato diDivisione Nazionale B, la ex B2. Ov-viamente questa categoria fa ritornarein mente le gesta della storica ArtusMaddaloni, capace di disputare perben sette anni consecutivi questa ca-tegoria. È sicuramente un orgoglio inpiù per patron Andrea De Filippo etutti i dirigenti, essere riusciti in appenasette anni di vita della società, a ripor-tare la città di Maddaloni a questi li-velli. Quel palazzetto pieno zeppo di tifosiscatenati, che applaudono fino a spel-larsi le mani e che incitano finché lavoce non se ne va del tutto, è certa-mente una motivazione in più per daretutto sul parquet, soprattutto nei matchcasalinghi. Non è un caso, infatti, chela formazione maddalonese ha an-cora una striscia aperta di ben 37 suc-cessi consecutivi al Pala Angioni-Caliendo, frutto di due anni di successiin cui si è passati dal massimo cam-pionato regionale (la C2) al quarto tor-neo cestistico nella gerarchianazionale. E questo record di 37 vitto-rie può essere ancora incrementato,sin da subito, visto che il primo matchdel campionato, in programma per ilprossimo 6 ottobre, vedrà i calatiniospitare i salentini del Monteroni.Un’occasione ghiotta per iniziare nelmigliore dei modi un campionato checomunque nasconde diverse insidie. Adesso però bisogna guardare al fu-turo, e questo dice che il Maddalonipotrà togliersi diverse soddisfazioni,recitare una parte da protagonista. Daquesto punto di vista, la riconferma intoto dello staff tecnico che tanto beneha fatto nella passata stagione, com-posto da coach Massimo Massaro,
dall’assistente Massimo Ricciardi edal preparatore atletico Ottone
Amore, è senz’altro una sicurezza,come del resto lo sarà lo zoccolo durodella squadra, alcuni dei quali si ap-prestano a giocare addirittura per laterza o quarta stagione al San Mi-chele. Capitan Nino Garofalo, Salva-
tore Desiato, Francesco Chiavazzo,e il duo di lunghi Peppe Piscitelli eLuciano Rusciano, è un’ottima ossa-tura per competere in questa DNB, eallo stesso tempo sapranno senz’altroinfondere sicurezza e calore ai nuovi
innesti di un mercato estivo, non di-spendioso ma oculato, che ha fattogiungere all’ombra delle “Due Torri”l’esterno Carmine Moccia, che nelleidee tattiche appare il degno sostitutodel beniamino Davide Ferrante cheha lasciato per impegni personali,l’ala-pivot David Loncarevic e il playdi scorta Pasquale Greco, underdalle belle speranze. Dopo la ferreapreparazione, e diversi match amiche-voli, la prova del buon lavoro svolto ègiunta in occasione del quadrangolareXII° Memorial “Vittorio Dalto”, dispu-tato in quel di Agropoli e che ha visto imaddalonesi classificarsi al secondoposto. Dopo essersi imposti sul finaledi gara contro i padroni di casa cilen-tani; nella finalissima nel secondogiorni del torneo il Maddaloni si è do-vuto piegare alla corazzata Scafati,ma anche in quella circostanza sol-tanto nelle battute finali della gara. Lostaff può comunque ritenersi più chesoddisfatto per questo avvicinamentoal campionato, che scatterà tra quin-dici giorni circa, e soprattutto dovràprepararsi per il bagno di folla attesoper domenica 29 settembre alla pre-sentazione ufficiale della squadra, chesi svolgerà presso uno dei luoghi dimaggior lustro della città di Maddaloni,quale il Convitto Nazionale “GiordanoBruno”. Come siamo ormai abituati, la
grande pallacanestro della nostra pro-vincia rimbalza tra la città di Maddalonied il comune di Caserta, ed anchequest’anno non c’è alcuna eccezione.Per questo merita dei commentianche la Juvecaserta del presidenteRaffaele Iavazzi, ancora una volta ainastri di partenza del prossimo cam-pionato di Serie A. Quest’anno però,sono davvero tante le novità per la so-cietà di Pezza delle Noci, a partiredallo staff. Andato via Sacripanti dire-zione Cantù (non solo la sua città na-tale ma soprattutto cestistica), chenell’avventura casertana ha rivestito ildoppio ruolo di direttore sportivo ecapo allenatore, sono stati ingaggiatiMarco Atripaldi come nuovo general
manager e Lele Molin quale timo-niere in panchina. Due scelte non la-sciate al caso, e forse il meglio che ilpanorama cestistico nostrano offrivain questo periodo. Le scelte di mer-cato hanno visto approdare all’ombradelle Reggia ben cinque colored: Ste-
phon Hannah, Chris Roberts, Car-
leton Scott, Jeff Brooks e Cameron
Moore, oltre alla riconferma degli ita-liani, su tutti Marco Mordente e An-
drea Michelori. Dopo i primiscrimmage, la Juvecaserta ha parte-cipato prima alla Bmw Cup di Brindisi,e poi al X° Torneo “Città di Caserta” di-sputato al Pala Maggiò, e dal quale sisono stilati i primi verdetti. Dati percerti gli apporti dei vari Michelori eMordente, Moore sembra molto solidoin area pitturata lottando a più nonposso; Scott sembra possedere unabuona dose di punti nelle mani ma èancora tutto da scoprire; Roberts hadalla sua un atletismo da far impalli-dire e che scommettiamo gli permet-terà di occupare un posticino nelcuore di tutti i tifosi bianconeri; Brooksincappa troppo spesso in prestazionialtalenanti ma quando è in palla è pre-sente tanto in attacco quanto in difesa;mentre Hannah deve ancora acquisirela giusta leadership da play per far gi-rare a dovere il motore casertano.
Giovanni Bocciero
domenica 29 settembreSport
I sogni del Maddaloni
La pallacanestro San Michele pronta per iltorneo di B2. Juvecaserta nuova di zecca
Corriere della Campania
Alessandro Gentile: ecco il baby-capitano Alessandro Gentile, nato a Maddaloni il 12 novembre
1992, figlio di Ferdinando Gentile e fratello minore di
Stefano, è il capitano più giovane di sempre nella Lega
A. Gentile si è guadagnato la fascia grazie alle sue
magistrali prestazioni degli anni precedenti, con la ma-
glia dell’Olimpia Milano. Ai primi di settembre si è svolto
l’Eurobasket, in Slovenia, dove Alessandro è stato con-
vocato da coach Pianigiani: il gioiellino maddalonese
ha dato una grande mano e dimostrato di avere in dote
un grande carattere. Il suo contributo è stato prezioso
per la nostra nazionale, che risentiva delle assenze di
Stefano Mancinelli, di Danilo Gallinari e di Andrea
Bargnani, ai quali si è aggiunto, in extremis, l’infortunio
di uno dei migliori playmaker della scorsa stagione, il
giovane Hackett. Alessandro ha guidato l’Olimpia Mi-
lano, lo scorso campionato, a un ottimo quarto posto
nella regular season. Negli ottavi di finale dei playoff,
Gentile e company hanno affrontato il Montepaschi
Siena, sette volte campione in carica, che ha eliminato
nuovamente Milano dai playoff.
Attualmente, Alessandro è uno dei nostri più promet-
tenti giovani cestisti, a livello nazionale, insieme, tra
l’altro, al fratello Stefano, che fino all’anno scorso gio-
cava nella Juvecaserta, mentre quest’anno è stato ac-
quistato da Cantù, sempre nella lega A. I due fratelli,
allenati dal grandissimo maestro, nonché padre, Ferdi-
nando Gentile, sono cresciuti in maniera ottima sotto la
guida di uno sportivo, Nandokan (come era sopranno-
minato a Caserta), che li ha portati ai più alti livelli di
conoscenza del gioco. I due Gentile sono destinati,
così, a crescere e a fare sempre meglio o, almeno, ce
lo auguriamo: chissà che magari, un giorno, uno dei
due diventi come il padre, che ha fatto sognare e vin-
cere lo scudetto alla Juvecaserta nell’anno 1991, con il
grande Bogdan Tanjevic sulla panchina casertana.
Tanti telecronisti di spessore, come Federico Buffa,
Dan Peterson (telecronista sportivo di basket, ex cesti-
sta, ex allenatore), Davide Pessina, Pietro Colnago,
Flavio Tranquillo, hanno definito Alessandro Gentile
un cestista dalle grandi potenzialità e dal grande carat-
tere agonistico, un aspetto, quest’ultimo, che probabil-
mente gli ha consentito di diventare il capitano
dell’Olimpia Milano.
Antonio Izzo
13
FRAGNETO MONFORTE. Palazzo
Ducale di Fragneto Monforte.
Riprendiamo il nostro viaggio di Loca-
tion per eventi e ne approfittiamo per
raccontare del Palazzo Ducale di Fra-
gneto Monforte.
Il palazzo sorge in un piccolo villaggio
situato tra Roma e Napoli. Le sue ori-
gini risalgono a prima dell’anno mille,
quando i Longobadi ne fecero una for-
tezza per proteggere le due città da
una posizione strategica.
Fu abitato per oltre quattrocento anni
dai Montalto, una famiglia di origine
normanna.
La partecipazione ad un matrimonio
organizzato nel mese di settembre, ci
ha dato l’opportunità di visitare la strut-
tura.
All’arrivo ci accolgono delle hostess e
subito abbiamo l’impressione di tro-
varci in un posto di alto livello. Le
stesse ci guidano verso la piscina cir-
condata da un giardino dove si terrà
l’aperitivo.
Tra i tanti finger-food serviti, ci hanno
colpito particolarmente “la mozzarel-
lina tricolore” e “l’insalatina di polpi ve-
raci su patate schiacciate”. Fantasioso
“l’angolo del friggitore a vista”.
Proseguiamo il nostro tour gastrono-
mico nella sala ben arredata con tavoli
tondi ben apparecchiati e finemente
addobbati. Dopo esserci accomodati,
leggiamo incuriositi il menu. Gli Sposi
hanno pensato di accontentare tutti i
palati. Tra gli antipasti, apprezziamo
l’ottimo branzino e salmone marinato,
segue un risotto ai funghi con un deli-
zioso profumo di timo. I paccheri di
Gragnano all’astice, piatto forte della
giornata, molto buoni e cotti al punto
giusto. Uno Chef sicuramente bravo!
Artistica, poi, la presentazione della
portata di pesce: Orata dei nostri mari
su ventaglio di patate di Avezzano.
Dopo il sorbetto, ci incamminiamo
sulle terrazze con vista panoramica
sulle lunghe distese terriere, dove ci
servono un’entrecote di razza marchi-
giana grigliata al momento. In seguito,
trionfi di frutta e buffet di dolci con cre-
pes alla nutella e ciambelle zucche-
rate fritte al momento. Gli Sposi,
intanto, si cimentano nel taglio della
torta sulle terrazze sottostanti.
Completiamo la serata con rum gia-
maicano, sigaro cubano e riccioli di
cioccolato Valrhona.
L’esperienza ha ottenuto il gradimento
di tutti gli ospiti
Vincenzo Russolillo
domenica 29 settembre Cotti&serviti
Delizie a “Palazzo”
La location di Fragneto Monforte incantaper splendore e qualità delle pietanze
Corriere della Campania
I pasticcini della regina Maria Antonietta
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I macarons sono dei deliziosi pasticcini graziosi e
colorati dai mille sapori, ne esistono di più varietà,
dai sapori tradizionali a quelli più esotici e partico-
lari.
La loro origine non è del tutto nota ma sono consi-
derati i dolcetti simbolo della pasticceria francese, i
preferiti della Regina Maria Antonietta.
Fino alla fine dell’Ottocento erano considerati solo
alla portata dell’elite parigina, sono stati portati alla
fama grazie alla famiglia Ladurée, nota per le sue
pasticcerie in tutto il mondo. Sono considerati oggi
dolcetti alla moda e raffinatissimi.
Ecco la ricetta originale dei macarons alle mandorle
di Andrieu Philippe chef pâtissier della pasticceria
Ladurée.
INGREDIENTI (per 50 macarons)
Per le conchiglie:
275g di farina di mandorle
275g di zucchero a velo
6 bianchi d’uovo più ½ albume d’uovo
210g di zucchero semolato
100g di granella di mandorle
Per la guarnitura:
150g di burro
320g di pasta di mandorle 65% (marzapane)
8cl di panna liquida per dolci
Procedimento:
In una ciotola amalgamate lo zucchero a velo e la fa-
rina di mandorle, al fine di ottenere una polvere sot-
tile.
Battere i 6 bianchi d’uovo a neve e quando saranno
ben montati aggiungere 1/3 di zucchero semolato e
mescolare finché lo zucchero non risulterà sciolto,
aggiungere un altro terzo e mescolare per un minuto
e infine aggiungere il restante zucchero e mesco-
late.
Incorporare agli albumi con lo zucchero la farina di
mandorle con lo zucchero a velo e aiutandovi con
una spatola e aggiungente l’altro mezzo albume
montato a neve precedentemente .
Ricoprire una placca con carta da forno e create col
sac à poche dei macarons dal diametro di 4 cm,
sbattete la placca su di un piano per creare la tipica
forma a conchiglia e cospargete di granella di man-
dorle. Infornare a forno preriscaldato a 150°C per 15
min.
Togliete la placca dal forno e fate riposare le conchi-
glie per 10 min all’aria aperta. Scollate con l’aiuto di
una paletta le conchiglie e posizionatele su di un
piatto.
Per la guarnitura:
Tagliate il burro in piccoli pezzetti e ammorbiditelo a
bagno maria o in microonde, senza farlo fondere,
dovrà avere la consistenza di una pomata.
In una ciotola ammorbidite la pasta di mandorle con
il burro e la panna liquida fredda. Mescolate energi-
camente con una frusta elettrica.
Infine con l’aiuto di un sac à poche guarnite le con-
chiglie con una noce di crema. Conservate i maca-
rons per 12h in frigo prima della degustazione.
Il palazzo ducale dI fragneto monforte
La sunday blues, la sindrome della
domenica, è il nome coniato in Inghil-
terra per indicare quel particolare
stato d’ansia e tristezza che colpisce
le persone al pensiero dell’immi-
nente sopraggiungere del lunedì e di
tutti gli impegni e gli obblighi da as-
solvere nel corso della settimana.
Benché sottovalutata questa sin-
drome pare si stia diffondendo sem-
pre più tra gli abitanti dei paesi
fortemente industrializzati; circa un
individuo su quattro ne manifesta in-
fatti tutti i sintomi.
Questa sindrome compare in genere
nelle ore pomeridiane o serali della
domenica.
Improvvisamente chi ne è colpito si
intristisce (a volte a tal punto da
scoppiare in pianti apparentemente
immotivati), diventa apatico, e av-
verte degli stati d’ansia. A questi sin-
tomi psichici fanno spesso seguito
dei disturbi fisici quali emicranie e ce-
falee, mal di stomaco e addirittura at-
tacchi di panico con conseguente
tachicardia e disturbi della respira-
zione. Il problema va affrontato un
po’ come si è soliti fare nel caso di
una depressione post vacanza; in
particolare si consiglia di:
1. non considerare la domenica
come un giorno di estremo relax; se
ci si tiene minimamente impegnati in
attività piacevoli quali ad esempio il
bricolage o il giardinaggio, corpo e
psiche sentiranno meno la differenza
tra la domenica ed il lunedì, tra l’as-
soluto riposo ed il ritmo frenetico
2. prefissarsi di portare a ter-
mine qualcosa. Un buon consiglio
potrebbe essere anche quello di cre-
arsi un rito operativo domenicale con
svolgimento a lungo termine; magari
iniziare a sferruzzare un maglione di
lana per i propri bambini e riprendere
il lavoro ogni domenica
3. al bando la metodicità! certe
volte infatti è utile “ingannare” il cer-
vello magari invertendo le abitudini
del sabato con quelle della dome-
nica. In questo modo il rientro sarà
comunque un po’ più soft
4. un po’ di compagnia non
guasta mai! Potrebbe infatti tornare
utile passare la serata in compagnia
di amici, parenti o di chiunque altro
possa allietarci le ore che solita-
mente ci rendono un po’ più malinco-
nici
5. stancarsi un po’ ma facendo
qualcosa di piacevole. Se durante il
giorno si effettuano gite fuori porta,
passeggiate in montagna, ecc, la
sera si sarà meno propensi ad incu-
pirsi anche perché, se ci si è divertiti,
si ritorna a casa stanchi, ma con un
po’ di adrenalina nel sangue
Giampiero Autiero
domenica 29 settembreDoctor ’s time
Depressione domenicale
Ecco come prevenire e affrontare la “Sunday blues”, troppo spesso sottovalutata
Corriere della Campania
La marijuana raddopia tumore ai testicoliUn nuovo studio dell’University of Southern Cali-
fornia pubblicato su Cancer, ha scoperto un le-
game tra l’uso della marijuana e l’incremento del
rischio di sviluppare sottotipi di tumori testicolari.
Il cancro del testicolo è il tumore più comune dia-
gnosticato tra gli uomini di età compresa tra i 15 e
i 45 anni. “Gli uomini che nella loro vita hanno
fatto uso di marijuana hanno una probabilità dop-
pia di sviluppare delle forme di tumore al testicolo,
i seminomi e i tumori a cellule germinali miste ”
spiegano gli autori. I risultati del lavoro suggeri-
scono che i potenziali effetti cancerogeni della ma-
rijuana non ricadono solo su chi consuma questo
tipo di droghe, ma anche su pazienti giovanissmi
che usano la marijuana e i suoi derivati per scopi
terapeutici. “Ipotizziamo – precisano gli scienziati
– che il legame tra la droga e il tumore ai testicoli
possa essere causato dal sistema degli endocan-
nabinoidi, la rete cellulare che risponde al principio
at-
tivo della marijuana, dal momento che questo si-
stema è stato già dimostrato essere importante
nella formazione degli spermatozoi .
I vegetariani vivono meglio e più a
lungo di chi mangia la carne. Questo
è quanto emerso da un studio effet-
tuato dall’Adventist Health Study. Una
serie di indagini effettuate negli anni
Settanta dalla Loma Linda University
della California avevano monitorato le
abitudini alimentari di migliaia di Av-
ventisti del Settimo Giorno ed ave-
vano altresì rilevato una maggior
lunghezza di vita in chi basava la pro-
pria alimentazione su cibi non ani-
mali. I pro di una dieta vegetariana
Gli stessi studi avevano inoltre indi-
cato che il tipo di alimenti spesso
consumati nelle diete vegetariane
(frutta, verdura, noci, legumi) può ri-
durre il rischio di una persona di in-
correre in malattie come cancro,
infarti, diabete di tipo 2. Nel 2002 il
National Institutes of Health ha dato
alla Loma Linda una borsa di studio
per continuare questo tipo di ricerca:
studio che oggi è a metà strada ed ha
interessato circa 96.000 persone,
provenienti da Stati Uniti e Canada.
Ebbene, gli Avventisti vegetariani vi-
vono una media di 83.3 anni (gli uo-
mini) e di 85.7 le donne, 9,5 e 6,1
anni in più rispetto ai carnivori.
Dieta vegetariana? Ci sono anche i ri-
schi…La dieta vegana. In generale,
poi, i vegani (che non usano neanche
latte, latticini, uova e derivati e si rifiu-
tano di acquistare o usare prodotti di
qualsiasi genere la cui realizzazione
implichi lo sfruttamento diretto di ani-
mali) pesano in media 30 chilo-
grammi in meno di carnivori,
oppongono una minor resistenza al-
l’insulina ed hanno una salute mag-
giormente rafforzata. Avventisti che
promuovono il vegetarianesimo e
scoraggiano l’uso di alcolici, delle si-
garette e delle droghe. Per fare un
esempio l’inventore dei cereali a cola-
zione, John Harvey Kellogg, è uno
dei più famosi fondatori della chiesa
Avventista. fonte:laredazione.org
Vegetariani in italia. Secondo il rap-
porto Eurispes 2011 sono circa 5 mi-
lioni gli italiani vegetariani, mentre lo
0,4% è vegano.
Vegetarianie carnivori,le due diete a confronto
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