corso di formazione particolare aggiuntiva per il … didattico_2... · 2016-02-12 · rischio...
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CORSO DI FORMAZIONE PARTICOLARE AGGIUNTIVA PER IL PREPOSTO
Art. 37 comma 7 del D.Lgs. 81/2008
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INTRODUZIONE
� I rischi presenti in conseguenza allo svolgimento delle attività lavorative (didattiche), possono essere divisi in tre categorie:�rischi per la sicurezza o rischi di natura
infortunistica;�rischi per la salute o rischi di natura igienico-
ambientale;�rischi per la sicurezza e la salute o rischi
trasversali.
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INTRODUZIONE
� Rischi per la sicurezza:I rischi per la sicurezza, sono quelli responsabili del potenziale verificarsi di incidenti o infortuni ovvero di danni o menomazioni fisiche (piu o meno gravi) , in conseguenza di un impatto fisico-traumatico di diversa natura (meccanica, elettrica, chimica, termica, etc.).
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INTRODUZIONE
In generale, le cause di tali rischi sono da ricercare in un non idoneo assetto delle caratteristiche di sicurezza inerenti l'ambiente di lavoro, le macchine e/o le apparecchiatura utilizzate, le modalità operative, l'organizzazione del lavoro, etc.Di seguito si riportano una serie di esempi di rischi per la sicurezza.
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INTRODUZIONE
� Rischi da carenze strutturali dell'ambiente di lavoro relativamente a:�Altezza, superficie e volume dell'ambiente� Illuminazione (normale e di sicurezza)�Pavimenti (lisci o sconnessi) e pareti (semplici
o attrezzate)�Solai (tenuta)�Uscite e porte (in numero sufficiente in
funzione della densità di affollamento)
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INTRODUZIONE
� Rischi da manipolazione di sostanze pericolose
� Rischi da carenze di sicurezza elettrica� Rischi da incendio e/o esplosione per:
�Presenza di materiali infiammabili;�Carenza di sistemi antincendio e di segnaletica
di sicurezza.
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INTRODUZIONE� Rischi per la salute
I rischi per la salute o igienico-ambientali sono responsabili della potenziale compromissione dell'equilibrio biologico del personale addetto ad operazioni o a lavorazioni che comportano l'emissione nell'ambiente di fattori ambientali di rischio, di natura chimica, fisica e biologica.Le cause di tali rischi sono dovute alla presenza di fattori ambientali di rischio generati dalle lavorazioni e da modalità operative.
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INTRODUZIONETali rischi si possono suddividere in rischi derivanti da:
� Agenti chimici�Rischi di esposizione connessi con l'impiego di
sostanze chimiche tossiche o nocive;
� Agenti Fisici�Rischi da esposizione e grandezze fisiche che
interagiscono in vari modi con l'organismo umano;
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INTRODUZIONE
� Agenti Biologici�Rischi connessi con l’esposizione (ingestione,
contatto cutaneo, inalazione) a organismi e microorganismi patogeni o non, colture cellulari, endoparassiti umani, presenti nell’ambiente.
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INTRODUZIONE
� Rischi per la sicurezza e la saluteI rischi per la sicurezza e la salute sono individuabili all’interno della complessa articolazione che caratterizza il rapporto tra il lavoratore ed il contesto in cui e inserito.Tali rischi sono essenzialmente dovuti a:
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INTRODUZIONE
� Organizzazione�pianificazione degli aspetti attinenti alla
sicurezza e la salute: programmi di controllo e monitoraggio;
�manutenzione degli impianti, comprese le attrezzature di sicurezza;
�procedure adeguate per far fronte agli incidenti e a situazioni di emergenza;
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INTRODUZIONE
� Fattori ergonomici�Sistemi di sicurezza e affidabilità delle
informazioni;�conoscenze e capacità del personale;�norme di comportamento;�ergonomia delle attrezzature di protezione
personale e del posto di lavoro.
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RISCHIO CHIMICO
� Il rischio di natura chimica è un rischio igienico-ambientale legato alla presenza di agenti chimici. È legato anche alla mancata cognizione della pericolosità di ciò che si utilizza durante le lavorazioni e/o attività di laboratorio. Ogni sostanza o preparato può essere tossica per l'uomo in quanto può causare danni organici e/o funzionali.
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RISCHIO CHIMICO
� Una sostanza tossica può presentarsi sotto diverse forme (gas, polveri, vapori, ecc.) e può causare danni all'organismo venendo inalata attraverso le vie respiratorie, per contatto cutaneo, per ingestione, ecc.
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RISCHIO CHIMICO
Assorbimento degli agenti chimici:� Inalazione: l’agente è presente nell’aria e
trascinato all’interno dell’organismo con l’atto respiratorio;
� Contatto: l’agente entra in contatto con pelle e mucose;
� Ingestione: l’agente entra nel cavo orale tramite oggetti portati alla bocca.
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RISCHIO CHIMICOGli agenti chimici sono delle sostanze che
possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori:
� per le loro proprietà:�chimico-fisiche; �chimiche; � tossicologiche;
� dal modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro.
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RISCHIO CHIMICOCi si riferisce a sostanze e preparati:� esplosivi;� infiammabili;� tossici;� nocivi;� corrosivi;� irritanti;� comburenti; � cancerogeni;� mutageni.
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RISCHIO CHIMICO
Forme di tossicità: � Epatotossicità (fegato);� Nefrotossicità (reni); � Emotossicità (sangue);� Neurotossicità (sistema nervoso).
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RISCHIO CHIMICOI rischi devono essere eliminati, o ridotti al
minimo mediante:� progettazione ed organizzazione dei
sistemi di lavorazione;� metodo di lavoro adeguato;� fornitura di attrezzature idonee e relative
procedure di manutenzione;� misure igieniche adeguate.
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RISCHIO CHIMICO
� Nel laboratorio di chimica gli incidenti possono essere di due tipi: quelli puramente meccanici (una caduta per scivolamento, un taglio da un vetro rotto) e quelli che coinvolgono reagenti chimici (ustioni da acido, sensibilizzazioni da contatto).
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RISCHIO CHIMICO
� È ovvio che i due casi vanno trattati diversamente: gli incidenti in cui sono coinvolti reagenti chimici hanno la priorità in quanto è indispensabile allontanare quanto prima il reagente a contatto con la persona.
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RISCHIO CHIMICO
� Per fare questo si usa, ove possibile, acqua di rubinetto o si spazzola via il reagente dalla pelle e dai vestiti.
� In caso di contatto con gli occhi è urgente ricorrere alle cure di un medico o al pronto soccorso.
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RISCHIO CHIMICO
� I dispositivi di protezione collettiva sono costituiti da cappe chimiche per la filtrazione e da armadi di sicurezza per la conservazione di sostanze chimiche.
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RISCHIO CHIMICO� I dispositivi di protezione individuale sono
costituiti da:�Occhiali di sicurezza�Camici�Guanti�Mascherine
� La funzione di questi dispositivi è quella di ridurre i rischi che si possono correre nella normale pratica di un laboratorio di chimica.
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RISCHIO CHIMICOOcchiali di sicurezza� La funzione primaria degli occhiali di
sicurezza è quella di prevenire il contatto tra prodotti chimici el’occhio. I modelli possono essere diversi.
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RISCHIO CHIMICOCamici:� È la prima difesa contro schizzi di sostanze
chimiche.� E’ preferibile sia di cotone e di colore
bianco per poter così notare meglio macchie dovute a sostanze chimiche.
� Affinché sia efficace esso deve :�Essere abbottonato completamente�Avere gli elastici alle maniche�Arrivare fino al ginocchio
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RISCHIO CHIMICOGuanti:� La protezione delle mani avviene mediante
i guanti;� Possono essere dei semplici e leggeri
guanti “da ispezione” che proteggono solo dal contatto e poco più fino ai guanti pesanti, rivestiti in PVC, usati per travasare liquidi corrosivi.
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RISCHIO CHIMICOMascherine:� Hanno il compito di proteggere le vie
respiratorie.
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RISCHIO CHIMICO
� Le persone con chiome lunghe e fluenti corrono il rischio, nel laboratorio di chimica, di incendiare i propri capelli con la fiamma prodotta dal Bunsen: è il caso che i capelli siano raccolti con un mollettone, un elastico, un cerchietto per capelli o con una cuffia leggera.
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RISCHIO CHIMICO� Norme di comportamento nel laboratorio:
�Non si mangia e non si beve�Non si corre�Non si usano scarpe aperte�Non si usano calzoni corti�Non si indossano vestiti con asole, cinte o altro
che sia svolazzante o pendente�Non si lanciano oggetti�Non si tocca NULLA con le mani nude�Non ci si sfrega gli occhi con le mani nude
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RISCHIO CHIMICOGestione dei rifiuti:� Lo smaltimento dei rifiuti del laboratorio deve
essere predisposto secondo adeguate procedure.
� Nessun rifiuto chimico può essere eliminato attraverso le fognature, i rifiuti solidi urbani o immesso in diversa forma nell'ambiente. Si ricorda che negli scarichi possono avvenire pericolose miscelazioni tra sostanze chimiche eliminate da diversi laboratori.
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ETICHETTATURA� La tutela della salute dei
lavoratori si attua tramite principi di prevenzione riguardanti la conservazione, la manipolazione, lo smaltimento dei preparati pericolosi e le modalità di intervento in caso di incidente.
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ETICHETTATURA� E’ necessario che chiunque abbia a che
fare con preparati pericolosi disponga di informazioni chiare e complete, attraverso l’etichettatura degli agenti e dei preparati e tramite le schede di sicurezza.
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ETICHETTATURA
� L’etichettatura ha lo scopo di permettere che chiunque venga in contatto col prodotto possa identificarlo immediatamente ed essere al corrente dei rischi.
� Ogni recipiente contenente un prodotto pericoloso deve essere etichettato da chi lo ha riempito.
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ETICHETTATURAL’etichettatura sull’imballo deve recare le
indicazioni scritte in modo leggibile ed indelebile, nella lingua del paese in cui il prodotto è commercializzato:
� Denominazione o nome commerciale del preparato;
� Nome ed indirizzo completi, compreso il numero telefonico del responsabile dell’immissione sul mercato;
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ETICHETTATURA
� Nome chimico delle sostanze pericolose presenti nel preparato;
� Simboli ed indicazioni di pericolo;� Frasi di rischio (frasi R);� Consigli di prudenza (frasi S);� Quantitativo nominale espresso in massa o
in volume del contenuto.
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ETICHETTATURA
Fonti di pericolo:� Uso di prodotti non soggetti ad
etichettatura ma comunque pericolosi nelle condizioni di utilizzo;
� Uso di prodotti non classificati pericolosi all’origine, ma soggetti a trasformazioni che li rendano pericolosi.
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RISCHIO BIOLOGICO
� Il TITOLO X del D.Lgs. 81/2008 riguarda tutte le attività lavorative con rischio di esposizione ad agenti biologici, sia quelle con rischio deliberato sia quelle con rischio potenziale di esposizione.
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RISCHIO BIOLOGICO
� In natura sono presenti dei microrganismi che coesistono con l’uomo in stato di simbiosi (saprofiti), vivendo e quindi riproducendosi senza provocare malattie all’ospite nel suo intestino, tuttavia causano infezioni se si insidiano in altri siti del corpo.
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RISCHIO BIOLOGICO
� Quando un microrganismo è penetrato all’interno del corpo umano la sua presenza non sempre determina il manifestarsi di un’infezione.
� Il rischio biologico è considerato un “rischio invisibile” poiché tali microrganismi non si vedono ad occhio nudo.
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RISCHIO BIOLOGICO
� Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del rischio di infezione:
a) agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani;
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RISCHIO BIOLOGICO
� b) agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori. E’ poco probabile che si propaga nella comunità, di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
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RISCHIO BIOLOGICO
� c) agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l'agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
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RISCHIO BIOLOGICO
� d) agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche.
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RISCHIO BIOLOGICO
I fattori utilizzati per la classificazione sono:� infettività: capacità di un microrganismo di
penetrare e moltiplicarsi nell’ospite;� patogenicità: capacità del microrganismo
di produrre malattia al seguito di infezione;� trasmissibilità: capacità di un
microrganismo di essere trasmesso da soggetto infetto a soggetto suscettibile;
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RISCHIO BIOLOGICO
� neutralizzabilità: disponibilità di efficaci misure per prevenire la malattia e per la sua cura;
� virulenza: capacità del microrganismo di sopraffare le difese immunitarie.
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RISCHIO BIOLOGICO
E’ necessario determinare delle misure tecniche, organizzative e procedurali da adottare per ridurre e/o eliminare il rischio:
� misure di protezioni individuali e collettive, igieniche;
� mezzi per la raccolta;� stoccaggio e smaltimento dei rifiuti;
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RISCHIO BIOLOGICO
� procedure in caso di infortunio;
� Uso dei DPI: guanti, mascherine per proteggere le vie respiratorie, vestiti adeguati.
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RISCHIO BIOLOGICO
Norme da seguire: � Igiene (ambientale, personale, indumenti
ed alimenti); � Disinfezione;� Sterilizzazione; � Disinfestazione.
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RISCHIO BIOLOGICO
Vie di infezione: � Aerea; � Contatto;� Cutanea;� Mucose;� Placenta.
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RISCHIO ELETTRICO� Il rischio elettrico deriva dagli effetti
dannosi che la corrente elettrica può produrre all'uomo in modo diretto o indiretto.
� Gli effetti dannosi della corrente elettrica possono verificarsi in seguito a: �Contatto diretto;�Contatto indiretto;�Arco elettrico;� Incendio di origine elettrica.
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RISCHIO ELETTRICO
� Contatto diretto: contatto accidentale di una parte del corpo con elementi che nel normale funzionamento sono in tensione. E' un infortunio tipico di alcune categorie di lavoratori, che a causa delle mansioni svolte si trovano a dover operare su parti elettriche in tensione.
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RISCHIO ELETTRICO� Contatto indiretto: contatto accidentale di
una parte del corpo con parti di apparecchiatura che durante il normale funzionamento non è in tensione ma che si trova in tensione in seguito ad un malfunzionamento. Il passaggio di corrente elettrica attraverso il corpo umano, si realizza mediante un contatto con una parte metallica di una apparecchiatura che in normali condizioni non è in tensione ed è accessibile all'utilizzatore.
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RISCHIO ELETTRICO� Arco elettrico: fenomeno fisico di ionizzazione
dell’aria con produzione di calore intenso, di gas tossici e raggi ultravioletti, che si innesca a seguito di corto circuito. E’ un effetto tipico del corto circuito specialmente in impianti elettrici ad alto potenziale; è molto pericoloso in quanto provoca il raggiungimento di temperature elevatissime in grado di fondere anche materiali molto resistenti, con conseguente pericolo di innesco di incendio e produzione di gas tossici.
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RISCHIO ELETTRICO
� Incendio di origine elettrica: tale fenomeno è associabile ad una o più delle seguenti cause: �cattiva realizzazione/progettazione degli
impianti elettrici; �carente manutenzione degli stessi; �scorretto utilizzo di apparecchiature ad
alimentazione elettrica (uso di prolunghe, spine multiple, ciabatte).
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RISCHIO ELETTRICO
Gli effetti del passaggio della corrente elettrica nel corpo umano dipendono da diversi fattori:
� intensità di corrente;� il tempo di contatto;� la fase dell’attività cardiaca;� il tipo di percorso (mano-mano,
mano-piedi).
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RISCHIO ELETTRICO
In un soggetto folgorato si possono manifestare:
� tetanizzazione;� arresto respiratorio;� fibrillazione ventricolare;� ustioni; Inoltre l’elettrocuzione può essere causa di
eventi indiretti come cadute ed urti.
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RISCHIO ELETTRICO
� Tetanizzazione: si contraggono i muscoli interessati al passaggio della corrente, risulta difficile staccarsi dalla parte in tensione con cui si è venuti in contatto prolungando quindi il contatto stesso e provocando effetti ancora più dannosi.
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RISCHIO ELETTRICO� Arresto respiratorio: una complicanza dovuta
alla tetanizzazione è la paralisi dei centri nervosi che controllano la respirazione. Se la corrente elettrica attraversa i muscoli che controllano il movimento dei polmoni, la contrazione involontaria di questi muscoli altera il normale funzionamento del sistema respiratorio e il soggetto può morire soffocato o subire le conseguenze di traumi dovuti all’asfissia.
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RISCHIO ELETTRICO
� Arresto cardiaco: è l’effetto più pericoloso ed è dovuto alla sovrapposizione delle correnti provenienti dall’esterno con quelle fisiologiche che, generando delle contrazioni scoordinate, fanno perdere il giusto ritmo al cuore.
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RISCHIO ELETTRICO
� Ustioni: le ustioni possono essere provocate sia dal passaggio della corrente attraverso il corpo umano, sia dall’arco elettrico, sia da temperature eccessive prodotte da apparecchi elettrici. Le ustioni si possono classificare in tre tipi: �Ustioni localizzate sulla cute detti "marchi“;�Ustioni localizzate in particolari distretti detti
"folgorazioni“;�Grandi necrosi distrettuali.
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RISCHIO ELETTRICO
� La creazione dell’ustione cutanea è un meccanismo di difesa che attua il nostro corpo, poiché nella cute ustionata la corrente si trasmette con minore velocità agli organi interni.
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RISCHIO ELETTRICO
Per proteggersi occorre:� realizzare il collegamento di messa a terra
sia del quadro elettrico sia di tutte le attrezzature metalliche nelle quali i componenti elettrici sono normalmente in tensione;
� installare l’interruttore differenziale e magnetotermico.
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RISCHIO ELETTRICO
� Normalmente il quadro elettrico di un’azienda contiene un interruttore differenziale ed alcuni interruttori di tipo magnetotermico con cui si comandano e si proteggono i circuiti luce e i circuiti che alimentano le prese.
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RISCHIO ELETTRICO
Interruttori:� Differenziale: (“salvavita”) è un dispositivo
di sicurezza in grado di interrompere il flusso elettrico di energia in un impianto elettrico, in caso di guasto verso terra fornendo dunque protezione.
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RISCHIO ELETTRICO
Interruttori:� Termico: interviene per sovraccarico: il
sensore all’interno dell’interruttore si riscalda provocando lo scatto.
� Magnetico: scatta a causa di un istantaneo e consistente aumento della corrente, oltre il limite consentito. Questa situazione è tipica del cortocircuito.
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RISCHIO ELETTRICO
� Le situazioni di rischio più probabili sono associate: �ad interventi tecnici effettuati sotto tensione
senza adottare le dovute cautele; �alla realizzazione di impianti non idonei all'uso
o all'ambiente in cui sono installati; �all'uso di componenti elettrici non
completamente integri (conduttori con isolamento deteriorato, prese o spine spaccate).
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RISCHIO ELETTRICO
� La prima precauzione da adottare è far installare impianti elettrici a cura di personale abilitato in modo da garantire conformità alle norme ed ai criteri di sicurezza.
� Per prevenire i contatti diretti l’impiego di un interruttore differenziale ad alta sensibilità può costituire una protezione supplementare (e non alternativa) in grado di intervenire all’atto del guasto;
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RISCHIO ELETTRICO
� La protezione dai contatti indiretti, si attua mediante accorgimenti impiantistici, come la messa a terra delle apparecchiature metalliche e la protezione differenziale costituita da particolari dispositivi (cosiddetti "salvavita") che interrompono le correnti di dispersione delle reti elettriche a valori molto bassi.
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RISCHIO ELETTRICO� Impianti ed apparecchi elettrici
correttamente dimensionati e selezionati possono diventare molto pericolosi quando non sono utilizzati secondo criteri di sicurezza. A tal fine è necessario osservare alcune elementari avvertenze: �evitare riparazioni o interventi "fai da te”;�non utilizzare apparecchiature elettriche per
scopi non previsti dal costruttore;
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RISCHIO ELETTRICO�ricordarsi che spesso i conduttori di un
impianto elettrico sono incassati nei muri; usare quindi la dovuta attenzione nel piantare chiodi o nel forare le pareti;
�prestare attenzione all'uso di apparecchi elettrici nei locali umidi oppure con mani o piedi bagnati.
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RISCHIO ELETTRICOLa sicurezza di coloro che utilizzano
apparecchiature elettriche e svolgono lavori non elettrici, dipende:
� Dalla costruzione degli impianti a regola d’arte;
� Dalla conformità delle apparecchiature alla legislazione vigente (marcatura CE);
� Dal modo in cui vengono utilizzate.
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VDT
� Per videoterminale si intende uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato.
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VDT
� Lo schermo deve essere posizionato di fronte all’operatore in maniera che lo spigolo superiore dello schermo sia posto un po’ più in basso dell’orizzontale che passa per gli occhi dell’operatore e ad una distanza degli occhi pari a circa 50-70 cm;
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VDT
� L’altezza del piano di lavoro fissa o regolabile deve essere indicativamente compresa fra 70 e 80 cm; lo spazio a disposizione deve permettere l’alloggiamento e il movimento degli arti inferiori, nonché l’ingresso del sedile e dei braccioli se presenti.
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VDT
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VDT
Effetti sulla salute:� Disturbi oculo-visivi;� Disturbi muscolo-scheletrici;� Reazioni da stress.
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LE 10 REGOLE DELLA SICUREZZA� 1. Conoscere e seguire le istruzioni
operative
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LE 10 REGOLE DELLA SICUREZZA� 2. Indossare i Dispositivi di Protezione
Individuale (DPI)
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LE 10 REGOLE DELLA SICUREZZA
� 3. Non operare su organi in movimento
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LE 10 REGOLE DELLA SICUREZZA� 4. Eseguire solo operazioni conosciute e
per cui si è formati (contattare i responsabili in caso di necessità)
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LE 10 REGOLE DELLA SICUREZZA� 5. Analizzare sempre il rischio possibile
prima di eseguire interventi non standard
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LE 10 REGOLE DELLA SICUREZZA� 6. In caso di pericolo interrompere la
lavorazione
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LE 10 REGOLE DELLA SICUREZZA� 7. Non agire in maniera impulsiva e con
movimenti veloci, non correre, mantenere la calma in qualsiasi situazione
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LE 10 REGOLE DELLA SICUREZZA� 8. In caso di lavorazioni con più persone,
assicurare il coordinamento tra le stesse
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LE 10 REGOLE DELLA SICUREZZA� 9. Non lasciarsi prendere dall’ abitudine di
fare lavori ripetitivi
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LE 10 REGOLE DELLA SICUREZZA� 10. Segnalare le anomalie e nel caso
disporre le opere necessarie
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“CASO CLINICO”!
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� Sentenza della corte di cassazione n° 1769 del 17 gennaio – 8 febbraio 2012
� “Caduta della studentessa dal balcone di un albergo”
� Istituto scolastico citato per risarcimento danni
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� Gite scolastiche: la scuola deve valutare, in sede di organizzazione del viaggio e successivamente sul posto, l’assenza di rischi o di pericoli per gli studenti nelle strutture ricettive e nei mezzi di trasposto prescelti.
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FINE