corso di formazione “protezione civile e tecniche di evacuazione”

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“Rischi e conoscenza del territorio” Benevento 17 -18 aprile 2013 Corso di formazione “Protezione Civile e tecniche di evacuazione” Le attività di previsione e prevenzione del rischio. Le attività di monitoraggio del territorio, la rilevazione delle criticità dei fenomeni. L’allerta Meteo Airola (BN) 17 – 18 aprile 2013 Docente: Mario Barbani [email protected] 1

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Corso di formazione “Protezione Civile e tecniche di evacuazione” Le attività di previsione e prevenzione del rischio. Le attività di monitoraggio del territorio, la rilevazione delle criticità dei fenomeni. L’allerta Meteo Airola (BN) 17 – 18 aprile 2013 Docente: Mario Barbani - PowerPoint PPT Presentation

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Diapositiva 1

Corso di formazioneProtezione Civile e tecniche di evacuazione

Le attivit di previsione e prevenzione del rischio.Le attivit di monitoraggio del territorio, la rilevazione delle criticit dei fenomeni.Lallerta Meteo

Airola (BN) 17 18 aprile 2013Docente: Mario [email protected]

Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 20131CENNI SULLA NORMATIVA ITALIANA SULLA DIFESA DEL SUOLO2Dopo la seconda met degli anni 60 lo sviluppo della societ e delle attivit antropiche cominciano a diventare sempre pi numerose e diversificate ponendo il territorio a situazioni di rischio sempre pi elevato.Si stima che l80 % delle costruzioni situate nelle aree a rischio esondazione fluviale siano state realizzate negli ultimi 50 anni ed ancora oggi difficile ostacolare ledificabilit pur esistendo oggi vincoli ben precisi. Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 201323Legge 765/1967Emanata per frenare ledificabilit selvaggia dopo fenomeni franosi che avevano colpito Agrigento nella valle dei Templi dopo speculazioni edilizieProvoc leffetto contrario a causa di un articolo che derogava di un anno la sua applicazione (per rilanciare leconomia).Questa legge dettava principi e regole per una rispettosa pianificazione urbanisticaRisultatoal 1974 furono costruiti 7 milioni di vani ponendo il territorio italiana in una situazione fortemente compromessa.Situazione peggiorata anche a causa del susseguirsi di condoni edilizi Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 201334Venne emanata dopo lalluvione del 4 novembre 1966Prevedeva una commissione con a capo De Marchi (da qui il nome Commissione De Marchi) al fine di individuare strategie per la difesa dalle alluvioni. Legge 632/1967Per la prima volta furono introdotti 2 concetti importanti per la salvaguardia del rischio idraulico ed idrogeologico:Il Bacino Idrografico individato come ambito fisico di riferimento per gli interventi legati alla conservazione e la difesa del suolo;Il Piano di Bacino definito come lo strumento entro il quale dovevano essere inquadrati.Bisogner aspettare il 1989 con la legge 183 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo per confermare il Bacino idrografico definitivamente come ambito territoriale per la difesa del suolo. Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Un terzo concetto base che sar importante per la pianificazione lorgano politico-tecnico denominato Autorit di Bacino che pianifica attraverso il piano di bacino gli interventi nellambito di riferimento cio il piano di bacino.45Legge 183/1989Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo Assicura la difesa del suolo, il risanamento delle acque, a fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi. La pubblica amministrazione svolge ogni opportuna azione di carattere conoscitivo, di programmazione e pianificazione degli interventi, di loro esecuzione.Articolo 1Articolo 2Specificata lattivit conoscitiva: azioni di: raccolta, elaborazione, archiviazione e diffusione dei dati; accertamento, sperimentazione, ricerca e studio degli elementi dell'ambiente fisico e delle condizioni generali di rischio; formazione ed aggiornamento delle carte tematiche del territorio; valutazione e studio degli effetti conseguenti alla esecuzione dei piani, dei programmi e dei progetti di opere previsti dalla presente legge; attuazione di ogni iniziativa carattere conoscitivo ritenuta necessaria per il conseguimento delle finalit di cui all'articolo 1. Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Per il conseguimento del primo punto dellarticolo 1 segue il punto 2.Larticolo 1 di questa legge impone alle pubbliche amministrazioni azioni di carattere conoscitivo di pianificazione e programmazione degli interventi e della loro esecuzione con finanziamenti ai quali dovevano concorrere tutti gli enti dello Stato (adesso i soldi non ci sono pi e lunico mezzo per avere i soldi per i dissesti e problemi legati al rischio idrogeologico sono le ordinanze di Protezione Civile). Nellarticolo 2 conoscete gi le attivit conoscitive per concorrere a ridurre il rischio.56Legge 183/1989Si definiscono le attivit di pianificazione, di programmazione e di attuazione. Articolo 3a. la sistemazione, la conservazione ed il recupero del suolo nei bacini idrografici, con interventi idrogeologici, idraulici, idraulico-forestali, idraulico-agrari, silvo pastorali, di forestazione e di bonifica, anche attraverso processi di recupero naturalistico, botanico e faunistico;b. la difesa, la sistemazione e la regolazione dei corsi d'acqua, dei rami terminali dei fiumi e delle loro foci nel mare, nonch delle zone umide;c. la moderazione delle piene, anche mediante serbatoi di invaso, vasche di laminazione, casse di espansione, scaricatori, scolmatori, diversivi o altro, per la difesa dalle inondazioni e dagli allagamenti;d. la disciplina delle attivit estrattive, al fine di prevenire il dissesto del territorio, inclusi erosione ed abbassamento degli alvei e delle coste;e. la difesa e il consolidamento dei versanti e delle aree instabili, nonch la difesa degli abitati e delle infrastrutture contro i movimenti franosi, le valanghe e altri fenomeni di dissesto;f. il contenimento dei fenomeni di subsidenza dei suoli e di risalita delle acque marine lungo i fiumi e nelle falde idriche, anche mediante operazioni di ristabilimento delle preesistenti condizioni di equilibrio e delle falde sotterranee;g. la protezione delle coste e degli abitati dall'invasione e dall'erosione delle acque marine ed il ripascimento degli arenili, anche mediante opere di ricostituzione dei cordoni dunosi;h. il risanamento delle acque superficiali e sotterranee allo scopo di fermarne il degrado e, rendendole conformi alle normative comunitarie e nazionali, assicurarne la razionale utilizzazione per le esigenze della alimentazione, degli usi produttivi, del tempo libero, della ricreazione e del turismo, mediante opere di depurazione degli effluenti urbani, industriali ed agricoli, e la definizione di provvedimenti per la trasformazione dei cicli produttivi industriali ed il razionale impiego di concimi e pesticidi in agricoltura;i. la razionale utilizzazione delle risorse idriche superficiali e profonde, con una efficiente rete idraulica, irrigua ed idrica, garantendo, comunque, che l'insieme delle derivazioni non pregiudichi il minimo deflusso costante vitale negli alvei sottesi nonch la polizia delle acque;l. lo svolgimento funzionale dei servizi di polizia idraulica, di navigazione interna, di piena e di pronto intervento idraulico, nonch della gestione degli impianti;m. la manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere e degli impianti nel settore e la conservazione dei beni;n. la regolamentazione dei territori interessati dagli interventi di cui alle lettere precedenti ai fini della loro tutela ambientale, anche mediante la determinazione di criteri per la salvaguardia e la conservazione delle aree demaniali e la costituzione di parchi fluviali e lacuali e di aree protette; Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 201367Legge 183/1989Le Autorit di Bacino (AdB)Sono organi politico tecnici di pianificazione che hanno il compito di elaborare ed approvare il Piano di Bacino lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo e la corretta utilizzazione della acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato.Il piano di Bacino

Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Le AdB sono costituite da un comitato istituzionale, comitato tecnico, segretario generale e la segreteria tecnico amministrativa che hanno un iter di realizzazione ed approvazione del piano particolare che stato semplificato con leggi successive (per esempio la 279/2000 Soverato).78Modifiche alla Legge 183/1989Dopo il decreto Bassanini 112/1998 ,che fornisce maggiori competenze alle Regioni, viene affidata a questultime la delega per i piani stralcio Piani di Tutela delle Acque;

Obbligo da parte delle Autorit di Bacino di elaborare i PAI Piani dAssetto Idrogeologico relativi al rischio idraulico ed alle frane (legge 180/1998 dopo Sarno).

Modifica della procedura di approvazione dei Piani di Assetto Idrogeologico introducendo le conferenze programmatiche al fine di accrescere la partecipazione pubblica (279/2000). Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Come noto quando si cambia una legge successo qualcosa di grave; ed infatti ci fu una sostanziale modifica alla legge 183 quando accadde Sarno.I Piani stralcio, come dice la parola, sono parti di piano che si occupano di un particolare settore funzionale. Sono entrati in vigore nel 1993 con la legge 493.Lultimo punto stato aggiunto dopo Soverato.Conferenza programmatica cio lintervento pubblico con pareri da mettere al vaglio.I PAI si occupano prevalentemente di Rischio idrogeologico ed idraulico.89DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 27 febbraio 2004Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile.Individuare le autorit a cui compete la decisione e la responsabilit di allertare il sistema della protezione civile;Definire i soggetti istituzionali e gli organi territoriali coinvolti nelle attivit di previsione e prevenzione del rischio e di gestione dell'emergenza;Stabilire gli strumenti e le modalit con cui le informazioni relative all'insorgenza ed evoluzione del rischio idrogeologico ed idraulicodevono essere raccolte, analizzate e rese disponibili alle autorit, ai soggetti istituzionali ed agli organi territoriali individuati e coinvolti nel sistema e nelle attivit di protezione civile;Sancire i rapporti funzionali e le relazioni di leale collaborazione tra il sistema della protezione civile, sia nazionale che regionale, e le altre autorit, i soggetti istituzionali e gli organi territoriali, preposti alla valutazione e mitigazione del rischio in materia;Organizzare il sistema di allerta nazionale distribuito;Finalit Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013La direttiva il testo base di riferimento per il sistema di allertamento per il rischio idrogeologico ed idraulico e fornisce degli obiettivi ai soggetti responsabili (essendo una direttiva), che come abbiamo visto anche nel decreto Bassanini hanno un nuovo concorrente responsabile che la Regione.Nel primo punto vedremo che sono essenzialmente 2: (Regione e Presidenza del Consiglio dei Ministri) nella 2^ il soggetto prevalente il Centro Funzionale che come vedremo pu essere Centrale o decentrato. 910I responsabili del sistema di allertamentoD.P.C.M. del 27 febbraio 2004

La Presidenza del Consiglio dei Ministriattraverso il Dipartimento della Protezione Civilele Presidenze delle Giunte regionali attraverso Soggetti e strutture a tal fine individuati e/o delegatiI responsabili gestiscono il Sistema di Allerta NazionaleattraversoRete dei Centri FunzionalieCentri di CompetenzaCentro Funzionale CentraleCentri Funzionali Decentrati Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013La gestione del Sistema di Allerta Nazionale assicurata dalla Rete dei Centri FunzionaliIl Centro funzionale una struttura in cui convogliano tutte le informazioni, in questo caso di carattere idraulico ed idrogeologico, che permettono una gestione ottimale dellemergenza dalla previsione al monitoraggio e la sorveglianza.1011D.P.C.M. del 27 febbraio 2004Il sistema di allerta nazionale si articola in 2 fasi:Fase previsionale: costituita dalla valutazione, sostenuta da una adeguata modellistica numerica, della situazione meteorologica, nivologica, idrologica, idraulica e geomorfologica attesa, nonch degli effetti che tale situazione pu determinare sull'integrit della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente;Fase di monitoraggio e sorveglianza: articolata in:i) osservazione qualitativa e quantitativa, diretta e strumentale, dell'evento meteoidrologico ed idrogeologico in atto;ii) previsione a breve dei relativi effetti attraverso il now casting meteorologico e/o modelli afflussi-deflussi inizializzati da misure raccolte in tempo reale.

Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Limmagine a sinistra mostra la parte del Centro Funzionale Centrale del Dipartimento adibita allosservazione strumentale dellevento, mentre limmagine destra la parte del monitoraggio radar.1112D.P.C.M. del 27 febbraio 2004Le Zone dAllertaambiti territoriali significativamente omogenei per l'atteso manifestarsi nel tempo reale della tipologia e della severit degli eventi meteo idrologici intensi e dei relativi effetti.Convenzione tra lARPA Piemonte ed il Dipartimento della Protezione Civile per lassistenza alla gestione delle situazioni di rischio idro meteorologico sul territorio nazionale2001Individuazione di Aree Omogenee Ambiti territoriali ottimali caratterizzati da risposta meteorologica e/o idrologica omogenea in occasione dellinsorgenza del rischio Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Abbiamo gi parlato di ambiti territoriali di riferimento definiti dalla normativa (Bacini idrografici nella 183). Ai fini delle attivit di previsione e prevenzione, le Regioni suddividono e/o aggregano i bacini idrografici di propria competenza, o parti di essi, in ambiti territoriali significativamente omogenei per l'atteso manifestarsi nel tempo reale della tipologia e della severit degli eventi meteo-idrologici intensi e dei relativi effetti.12Climatici : Individuazione di aree con regime pluviometrico omogeneo (VAPI)Idrografici : (considerando i confini di bacino)Meteorologici : (in base alle dimensioni caratteristiche delle previsioni meteo)Orografici AmministrativiCriteri di perimetrazioneLe Zone dAllerta Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Acquisizione dei tematismiVettorialiRasterIdrografia;Bacini;Limiti amministrativi;Modello digitale del terreno;GRID dei coefficienti di crescita e dellaltezza di pioggia dal VAPI;Varie Carte tematiche (temperatura, Precipitazione Media Annua ecc..)

Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Zonazioni EsistentiRegioniTipo AreeCalabriaAree Allertamento Centro Funzionale Meteo Idrologico della Regione CalabriaLombardiaAree Allertamento Protezione Civile Lombardia e Servizio Agrometeorologico RegionalePiemonteAree Allertamento Settore Meteoidrografico Regione PiemonteSardegnaAree climatiche su cui si effettuano previsioni qualitative Servizio Agrometeorologico Regionale (S.A.R.) Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013

Prima ipotesi di zonazione del Territorio Nazionale in AREE DALLERTAMENTO102 aree Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Questa prima zonazione garantisce lunitariet di bacino ma crea problemi di competenza per le emissioni delle allerte (le aree ricadono in pi Regioni)Alcune Regioni, in base al conoscenza del proprio territorio e delle esigenze amministrative hanno formulato nuove areeSeconda ipotesi di zonazione del Territorio Nazionale in Zone dAllerta Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Situazione Attuale:134 Zone dAllerta

Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Ad ogni Zona dAllerta stata associata una SOGLIA PLUVIOMETRICA (indicatore quantitativo dello stato pluviometrico che pu favorire linsorgenza di un determinato livello di rischio)Una prima classificazione delle soglie viene fatta secondo la valenza spazialeSoglie puntualiSoglie arealiMetodo di determinazione delle SPUtilizzo di modelli di distribuzione di probabilit che forniscono i valori di pioggia di assegnato tempo di ritorno (considerato come il parametro di taratura). Analisi dei dati di eventi storici in termini di causa effetto. Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Linee Segnalatrici di Probabilit PluviometricaSono stati utilizzati i risultati dei rapporti del VAPI (VAlutazione delle Piene in Italia) del GNDCI (Gruppo Nazionale di Difesa delle Catastrofi Idrogeologiche)Questi rapporti forniscono una base statistica (mediante lutilizzo di un modello probabilistico) che consente lindividuazione dei tempi di ritorno associati alle altezze di precipitazione di durata pari ad 1, 3 , 6, 12 , 24 ore su tutto il Territorio Nazionale.Nei Rapporti del VAPI si utilizza, nella maggior parte dei casi, la distribuzione di probabilit TCEV (Two Component Extreme Value) che tiene conto degli eventi non elevati ma frequenti (componente Base) e degli eventi rilevanti ma rari (componente straordinaria)HP(d) = m(d) KtLaltezza di pioggia cumulata legata al fattore di crescita Kt e m(d) che il valore atteso dellaltezza di pioggia massima annuale caduta in d ore consecutive.

Kt

m(d)Soglie puntuali Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013TCEV distribuzione statistica a due componentiQuesto per le piogge puntuali.20Per le piogge areali stato preso in considerazione un fattore di ragguaglio r (Fattore di Riduzione Areale)HA(d) = m(d) Kt r

Soglie areali Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Reperimento datiI dati reperiti per la realizzazione delle SP sono stati:Dati sugli effetti al suolo riscontrati in alcune Regioni pilota (Calabria, Emilia Romagna, Piemonte e Valle dAosta) negli anni 1990 2002Dati di pioggia a scala oraria per gli eventi suddetti.Per il reperimento dati su frane ed esondazioni stato utilizzato il Progetto AVI (Aree Vulnerate Italiane da frane ed inondazioni) che a livello nazionale risulta il lavoro di archiviazione pi completo riguardante danni idrogeologici ed idrauliciLieviGraviDANNI Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013ConfrontoSono state confrontate le piogge (espresse in tempi di ritorno) con i danniDefiniamo MANCATO ALLARME (MA) il non superamento della SP a fronte di un dannoDefiniamo FALSO ALLARME (FA) Il superamento della soglia pluviometrica senza che si siano verificati danniSono stati conteggiati tutti i MA e FA per ogni durata (1, 3, 6, 12, 24) ed ogni tempo di ritorno (2, 5, 10, 20). Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Domanda: Secondo voi socialmente ha un peso maggiore un falso allarme od un mancato allarme?Pesano tutti e due (costi per lattivazione dellallerta).

23Funzione ObiettivoI conteggi sono stati inseriti in una funzione obiettivo

La scelta dei pesi P1 e P2 assume un aspetto delicato in quanto legata a valutazioni di natura sociale; logico comunque ipotizzare P1 > P2 in quanto un mancato allarme comporta ripercussioni pi pesanti rispetto ad un falso allarme.Lo scopo di avere come TR ottimale quello per il quale la funzione obiettivo assume il valore minimo. Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Indicatore dello stato idrologicoPer tenere conto della dipendenza dei processi idrologici dallo stato del sistema (grado di saturazione dei suoli) si fatto riferimento ad un indice indiretto I che tiene conto della precipitazione avvenuta nei giorni precedenti allevento.La formula empirica utilizzata la Cancelli Nova

D la durata in ore ed N un fattore di normalizzazione espresso come il rapporto tra la pioggia media annua dellarea in esame e quella dellarea in cui stata ottenuta la relazione.Dallesperienza stato stabilito che bisogna verificare la pioggia cumulata dei 15 giorni precedenti per calcolare la stabilit del suolo Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013La formula Cancelli e Nova stabilisce un confine di stabilit.Se la pioggia cumulata nei 15 giorni precedenti ricade al di sopra della linea di stabilit la pioggia precedente deve essere considerata CRITICA Se la pioggia cumulata nei 15 giorni precedenti ricade al di sotto della linea di stabilit la pioggia precedente deve essere considerata NON CRITICA Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Risultati per le Regioni Pilota ed estensione alle altre RegioniI risultati ottenuti per le Regioni pilota risultano molto simili. Per tal motivo stato deciso come prima istanza di estendere a tutte le altre Regioni i dati ottenuti.

Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Soglie delle Regioni AutonomePer le Regioni con un Centro Funzionale Decentrato Autonomo, vengono prese in considerazione le soglie adottate negli Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di Allertamento Nazionale e Regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di Protezione Civile.

Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Autonomo significa che hanno recepito la Direttiva ed hanno attivato autonomamente un sistema di Allertamento per la Regione sotto la propria responsabilit attraverso lemissione di propri avvisi Meteo e di Criticit.2829D.P.C.M. del 27 febbraio 2004Situazione Attuale

Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 20132930D.P.C.M. del 27 febbraio 2004Lo scenario di eventoL'evoluzione nello spazio e nel tempo del solo evento prefigurato, atteso e/o in atto, pur nella sua completezza e complessit.Lo scenario di rischioL'evoluzione nello spazio e nel tempo dell'evento e dei suoi effetti, cio della distribuzione degli esposti stimati e della loro vulnerabilit anche a seguito di azioni di contrasto. Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 20133031D.P.C.M. del 27 febbraio 2004Il Sistema di sogliearticolato almeno sui due livelli:moderata ed elevata criticitun livello base di situazione ordinaria, in cui le criticit possibili sono ritenute comunemente ed usualmente accettabili dalle popolazioni.

Poich lo scenario d'evento previsto, monitorato e sorvegliato nel tempo reale potrebbe manifestarsi in modo ben differente da quanto descritto dal relativo prefigurato scenario d'evento, i valori assunti nel sistema di soglie, nonch i relativi livelli di criticit, devono precauzionalmente ed adeguatamente includere una quota di "non conoscenza", cio di incertezza nella valutazione dei prefigurati scenari di rischio, da associare alle stime fatte in tale ambito valutativo.Per le precipitazioni, sulla base dello studio precedente, i livelli del sistema di soglie si basano sul tempo di ritorno:Ordinaria criticitTempo di ritorno piogge previste > 2 anniModerata criticitTempo di ritorno piogge previste > 5 anniElevata criticitTempo di ritorno piogge previste > 20 anni Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Lo scenario di evento sostanzialmente il superamento delle soglie, anche idrometriche previste per un fiume prendendo spunto delle conoscenze del territorio. Ogni Regione in base alle conoscenze del proprio territorio fa uno scenario di rischio che quindi possono cambiare da regione a regione.3132

Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 20133233D.P.C.M. del 27 febbraio 2004Le previsioni a scala sinottica e valutazioni meteo

Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Secondo la direttiva un Gruppo Tecnico ogni giorno per conferenza predispongono un documento (previsioni sinottiche) sulla base del quale sono forniti anche i fenomeni precipitativi attesi, la tempistica e lintensit. 3334D.P.C.M. del 27 febbraio 2004Il Bollettino di Vigilanza Meteo Nazionale

Viene emesso quotidianamente ed a fini di protezione civile. Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Emesso ogni giorno alle 15 e qualunque sia la situazione meteo in atto o prevista.34

35D.P.C.M. del 27 febbraio 2004I Bollettini previsionali

Le criticit vengono inserite attraverso la piattaforma webalert Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013I documenti regionali vengono recepiti ed inseriti in un unico bollettino nazionale (bollettino di criticit nazionale) attraverso la piattaforma WEBALERT messa a punto dal Centro di Competenza CIMA.3536

D.P.C.M. del 27 febbraio 2004La piattaforma webalert Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 20133637

Enti, Agenzie, Dipartimenti universitari, Istituti e Centri di Ricerca, soggetti privati preposti a produrre servizi, sviluppo tecnologico, prodotti operativi ed approfondimento delle conoscenze attraverso unattivit di ricerca applicataD.P.C.M. del 27 febbraio 2004I Centri di Competenza Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Abbiamo gi visto che i soggetti responsabili del sistema di allertamento si avvalgono delle professionalit dei Centri di Competenza per la gestione del Sistema.3738D.P.C.M. del 27 febbraio 2004Gli Avvisi Meteo

Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Documento predisposto dal Dipartimento in cui notifica gli avvisi emessi dalle Regioni (Avvisi Meteo Regionali) con CFD attivi (responsabilit delle Regioni), CFD non attivi (e se ne assume la responsabilit).LAvviso Meteo esce con almeno 2 Avvisi Regionali.La diffusione con gli UTG , province e comuni SEMPRE sotto la responsabilit delle Regioni.L'effetto di un avviso meteo nazionale e' quello di far conoscere e condividere con tutte le regioni una prima speditiva valutazione previsionale del possibile manifestarsi di criticit almeno a scala regionale.

3839D.P.C.M. del 27 febbraio 2004Gli Avvisi di Criticit

Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Prende atto degli Avvisi di Criticit Regionali con CFD attivo. A differenza dellAvviso Meteo non viene emesso nel caso di 1 o pi Avvisi di Criticit Regionali (indipendente da quanti essi siano) e non vengono inseriti nel documento ma comunicato solo che emesso un bollettino di criticit per quella Regione.3940

D.P.C.M. del 27 febbraio 2004Le allerte di Protezione Civile Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Gli avvisi ed i bollettini sono la conseguenza delle attivazioni di protezione civile che variano da Regione a Regione.4041D.P.C.M. del 27 febbraio 2004Lattivit di monitoraggioarticolata in 2 fasi:i) osservazione qualitativa e quantitativa, diretta e strumentale, dell'evento meteoidrologico ed idrogeologico in atto;ii) previsione a breve dei relativi effetti attraverso il now casting meteorologico e/o modelli afflussi-deflussi inizializzati da misure raccolte in tempo reale.

Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Sulla sinistra la zona predisposta per il monitoraggio idro - pluviometrico al CFC sulla destra la zona per il monitoraggio radar.4142Il monitoraggio idro - pluviometrico

4290 stazioni e pi di 6000 sensori Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Tutte le informazioni del monitoraggio sono inserite in una piattaforma chiamata DEWETRA.Le stazioni sono di propriet delle Regioni.4243Il monitoraggio idro - pluviometrico

La rete di monitoraggio prevalentemente costituita da pluviometri ed idrometri ma ci sono anche altri sensori (anemometri, termometri, nivometri ecc..).

Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Il pluviometro (o pluviografo) lo strumento utilizzato per misurare la quantit di pioggia caduta.L'idrometro lo strumento necessario per poter rilevare le quote idrometriche, cio l'innalzamento o l'abbassamento del livello dell'acqua dei fiumi o dei laghi.Attualmente, accanto agli idrometri formati da aste graduate, vengono utilizzati strumenti pi complessi e sofisticati (idrometrografi, teleidrometri) che utilizzano tecnologie pi moderne (laser, ultrasuoni, ecc.) fare lesempio del nivometro che misura lerba.Per "livello idrometrico" in un determinato luogo del fiume si intende la misura del dislivello tra la superficie dell'acqua di un fiume ed un punto di riferimento altimetrico che pu essere il livello medio del mare (l.m.m) oppure il riferimento "zero" dell'idrometro stesso (detto "zero idrometrico").Lo zero dell'idrometro altro non che la quota altimetrica (sempre sul livello medio del mare) che si convenuta per quell'idrometro stesso. 4344La rete radar Nazionale

Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 20134445Il monitoraggio da radar

I prodotti utilizzati sono principalmente 3:SRI (Surface Rainfall Intensity) che fornisce la stima di precipitazione in prossimit del suolo (riferita allistante di scansione del radar ed una intensit definita in mm/h).SRT (Surface Rainfull Total) che fornisce una stima di precipitazione cumulata in un periodo di tempo.CAPPI (Constant Altitude Plan Position Indicator) restituisce un immagine della sezione orizzontale della quota fissata Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Radar Macaion in Trentino. Ricordiamo che sono delle stime di precipitazione. LSRT pu essere prodotta per varie durate. Il CAPPI si misura in DBz (la riflettivit).

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Il Nowcasting Rischi e conoscenza del territorioBenevento 17 -18 aprile 2013Prodotto che fornisce una previsione a brevissimo termine 0 3 ore. Le immagini offrono una informazione sulla localizzazione e velocit di spostamento di precipitazione sul territorio. Le previsioni sono i contorni giallo ad un ora, arancione 2 ore, rosso 3 ore. 46