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Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche Anno Accademico 2017/2018 Basi Biologiche della Psicosomatica III lezione MOLECOLE DI INFORMAZIONI

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Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche

Anno Accademico 2017/2018

Basi Biologiche della Psicosomatica

III lezione

MOLECOLE DI INFORMAZIONI

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L'essere umano è l'organismo biologico più complesso che si conosca; un sistema vivente formato da circa 100 mila miliardi di cellule strutturate in organi e sistemi con un elevatissimo livello di organizzazione anatomica, fisiologica e metabolica; con un cervello formato da 30-100 miliardi di neuroni che stabiliscono un numero di connessioni stimato fino a 1.000.000 di miliardi.

Benché formato da miliardi di atomi, essi sono organizzati in un sistema unitario che risponde in maniera intelligente e coerente alle stimolazioni ambientali e questo grazie anche alla presenza di sostanze informazionali.

Queste sostanze possono agire in loco, nei siti in cui vengono prodotte, ma anche a distanza, viaggiando per via sanguigna , nervosa e umorale e raggiungengono tutte le cellule che esprimono sulla loro superficie recettori per esse. Innescano una attivazione globale dell'organismo in risposta allo stimolo ricevuto.

Tali sostanze rappresentano un elemento unificante dell'intero sistema vivente.

MOLECOLE DI INFORMAZIONI

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L'attività vitale è profondamente legata alle emozioni, che hanno il compito di innescare automaticamente un comportamento capace di preservare la vita. La spinta all' azione che attiva la funzionalità corporea di organi e apparati deriva dal colore emotivo dell'evento.

Le emozioni vengono “create” da sostanze chimiche che, legandosi a specifici siti recettoriali, producono attivazioni funzionali di TUTTO l'organismo. La stessa molecola determina l'evento per quanto riguarda sia la fisiologia corporea sia il dato motivazionale, comprensivo degli aspetti emotivo e cognitivo necessari per l'assunzione di uno specifico comportamento (questo argomento verrà ulteriormente approfondito nel capitolo I SISTEMI EMOTIVI, in cui verranno presi di considerazione gli effetti FISICI e PSICHICI di svariate sostanze informazionali).

I comportamenti hanno come substrato biologico la produzione di sostanze informazionali prodotte dalle cellule del sistema e con effetti somatici emotivi e cognitivi atti a dare una risposta unitaria dell'organismo agli stimoli provenienti dall'ambiente.

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Le sostanze informazionali associate alle emozioni e comportamenti, sono presenti però NON SOLO nel sistema limbico (seppur qui in concentrazione maggiore) ma anche in numerosi altri distretti corporei.

Attualmente infatti si è scoperto che, nell'essere umano, medesime sostanze (singoli peptidi, proteine, gas, steroidi, ormoni...) vengono prodotte sia a livello del sistema nervoso centrale (come neurotrasmettitori) sia in altri organi ed apparati.

Perciò, quando parliamo di emozioni, dobbiamo pensare che non sia coinvolto il solo sistema limbico ma che vi sia una compartecipazione ed un' attivazione biofisica e chimica di tutte quelle cellule costituenti dell'organismo che , sulle loro membrane, presentano recettori per le molecole associate alle emozioni e producono esse stesse le sostanze corrispondenti a quella determinata emozione.

E' come se l'intelligenza che permea l'organismo prescrivesse un certo assetto molecolare utile a definire un dato comportamento e che tutte le cellule degli organi interessati all'azione fossero dei piccoli ed efficientissimi laboratori farmaceutici pronti a formulare e distribuire il principio attivo.

Per esempio nella risposta da stress, troviamo i neuropeptidi di produzione centrale prodotti anche dal sistema immunitario o addirittura dal tessuto adiposo e dal tessuto cutaneo, in quanto corpo e psiche partecipano congruamente alla realizzazione di questa specifica attivazione comportamentale. Il CRH ad es. è prodotto sia dall'ipotalamo che dalle cellule del sistema immunitario.

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Se è vero che sostanze ritenute in passato esclusivamente neurotrasmettitori cerebrali sono prodotte da altre cellule del corpo, si è visto anche il contrario: il sistema nervoso produce sostanze ritenute prima appannaggio esclusivo di altri distretti corporei.

Ad es. l' insulina è prodotta dal pancreas per rendere ogni cellula capace di utilizzare i carboidrati come fonte di energia. Essa però viene anche sintetizzata e immagazzinata nel cervello , soprattutto nell'amigdala e nell'ipotalamo!

J.E.Schmitt suggerì l' esistenza di un sistema parasinaptico o secondario, nel sistema nervoso, in cui le sostanze viaggiano grazie ai fluidi extracellulari per unirsi al loro specifico recettore.

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Oggi invece, vista l'ubiquitarietà delle tante sostanze informazionali, le connessioni funzionali possono essere ridisegnate al di là della dimostrazione delle sole connessioni nervose.

Attualmente le ricerca tenta infatti di riscrivere il meccanismo che regola lo scambio di informazioni all' interno del sistema uomo mappando sia la produzione delle varie sostanze sia la presenza degli specifici siti recettoriali sulle membrane citoplasmatiche dei vari organi o tessuti.

Certo esistono alcune zone di maggiore densità recettoriale , e quindi funzionalmente più attive, definite punti caldi , che corrispondono a nuclei di gruppi cellulari molto specifici che i fisiologi hanno identificato come mediatori di processi, quali il comportamento sessuale, l' appetito e l' equilibrio idrico corporeo e costituiscono veri e propri circuiti di attivazione comportamentale.

Per di più, la qualità e quantità dei recettori è influenzata da molteplici fattori: dalle esperienze passate (memorie) ai nutrienti introdotti con i pasti presi in giornata!

In sostanza, fino a qualche tempo fa si pensava che l' interazione tra sistema nervoso centrale e corpo fosse riferibile unicamente alla esistenza di connessioni nervose: nervi motori che dal sistema centrale portano le informazioni verso la periferia , o viceversa, nervi sensoriali che dalle zone periferiche inviano informazioni nelle zone corticali.

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Inoltre e' ormai noto che queste stesse sostanze sono prodotte ed agiscono negli altri esseri viventi, a partire dagli unicellulari!

La tetrahymena ha tutti i componenti caratteristici di un organismo cellulare, in una singola cellula. Numerosi studi riferiscono di aver trovato, in questo protozoo: serotonina, melatonina, dopamina, adrenalina, insulina, catecolamine, ACTH, TSH, FSH, DHEA, T3,T4 ...endorfina!

L'identica forma dei recettori del tetrahymena dimostra che i recettori non diventano più complessi nell'evoluzione degli esseri viventi. La complessità si raggiunge sulla base di meccanismi elementari che vengono conservati.

Identiche componenti molecolari che gestiscono il flusso di informazioni, attraverso l'evoluzione si conservano.

endorfina

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Nella cellula osserviamo una serie di processi elementari del tutto analoghi a quelli più complessi che avvengono nell’essere umano.

Ad es., analizziamo una delle più elementari funzioni cellulari, come la chemiotassi ossia la capacità con cui la cellula si muove volontariamente in relazione alla presenza di alcune sostanze chimiche presenti nell'ambiente: vediamo in modo inequivocabile come la cellula si allontana dalle sostanze tossiche percepite come nocive per sé stessa, oppure si avvicina verso le sostanze nutrienti percepite come utili a sé stessa. In questo elementare fenomeno biologico riconosciamo la capacità della cellula di:

percepire il senso delle informazioni che provengono dalle sostanze

riconoscerle e rapportarle alle proprie memorie genetiche per decifrarne il valore e l’impatto positivo o negativo per l’intero sistema (capacità di riconoscimento)

generare una risposta strategica decisionale (problem solving)

attivare un processo biochimico e fisiologico globale di produzione di energia orientata a movimenti fisici

utilizzare queste energie cinetiche per allontanarsi dal pericolo e sopravvivere o per avvicinarsi e nutrirsi della sostanza (comportamento intelligente e finalizzato)

percepire il ripristino globale dell’omeostasi e quindi il senso di ben-essere.

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Ogni forma di materia vivente ha una intelligenza che gli consente di percepire e rispondere con coerenza ad una qualsiasi informazione ambientale.

Quello che cambia, tra le forme viventi, è solo il livello di complessità del sistema il che produce livelli di integrazione delle informazioni e di risposta sempre più articolate.

La complessità si raggiunge sulla base di meccanismi elementari che vengono conservati

Sistema: Ludwig Von Bertalanffy (1971), biologo austriaco e padre della Teoria dei Sistemi, ha definito il “sistema” come un “insieme di elementi in relazione tra di loro”.

Sistemi unitari: capaci di percepire ed elaborare il significato delle informazioni in modo unitario.

Informazione: è un input (segnale, evento, messaggio,) che implica o veicola un significato.

Intelligenza: è la capacità sistemica di elaborare e organizzare informazioni ed energie per risolvere un problema (problem solving) o per realizzare progetti orientati alla sopravvivenza, al benessere o all’evoluzione del sistema. E' presente in gradi differenti di complessità evolutiva, in ogni organismo vivente .

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Si ritiene che, nel brodo primordiale, un ambiente in cui nell’acqua si trovavano disciolte molecole, aminoacidi e sostanze chimiche favorevoli alla vita (ossia con frequenze simili a quelle dell’acqua) sia stato fondamentale nella genesi delle cellule la formazione della membrana (doppio strato fosfolipidico).

La membrana è una struttura che protegge l'ambiente interno dagli stimoli esterni e che così permette alle strutture interne di evolvere e conservare l’informazione (conoscenza) e sviluppare forme di organizzazione ed elaborazione delle informazioni sempre più ordinate e complesse.

strato lipidico

strato lipidico ambiente acquoso interno

ambiente acquoso esterno

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Quando nel sistema le informazioni diventano sempre più complesse ed integrate tra loro, emergono caratteristiche nuove. Si compie così un salto evolutivo: la cellula esprime proprietà diverse rispetto a quelle dei suoi singoli componenti (aggregati molecolari) .

Tra i fenomeni che si rilevano:

1) Una comunicazione istantanea tra tutte le parti che compongono il sistema stesso. Questa condivisione dell’informazione è la base del concetto stesso di organismo vivente come sistema unitario, in cui ogni atomo, molecola o struttura, è informata di ciò che avviene nell’intero sistema .

Questo primo punto è concettualmente di estrema importanza in quanto permette un salto paradigmatico dalla visione meccanicista di ogni sistema vivente, come “macchina biologica” composto da una massa di elementi, ad una visione olistica e unitaria in cui l’organismo vivente è una rete sistemica che connette ogni elemento ma che, come super sistema è molto di più della loro semplice somma meccanica: è un’unità di coscienza autonoma in cui i singoli componenti, atomi, proteine sali ecc, possono anche cambiare senza che il sistema perda la sua unità e memoria.

Aggregati molecolari Cellule

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2) La tendenza all' ordine e alla conservazione dell’informazione genera la prima molecola della memoria genetica l’RNA, la prima forma di “conoscenza biologica memorizzata”, e, molto successivamente, il DNA, un vero Data Base Biologico capace di contenere un’enorme quantità di informazioni fondamentali derivate dall’esperienza e dall’intelligenza cellulare per affrontare ogni eventualità e situazione critica della vita.

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3) La cellula ha già una su “sensibilità omeostatica” ovvero una capacità di percepire il proprio livello di ordine/disordine interno, di equilibrio/squilibrio omeostatico basale in relazione a stimoli ambientali rispetto ai quali si comporta di conseguenza: abbiamo già rimarcato come, ad es.,e la cellula si allontana dalle sostanze tossiche percepite come nocive per sé stessa, oppure si avvicina verso le sostanze nutrienti percepite come utili.

Questo processo ha portato alla creazione degli ormoni e dei neuromediatori legati alla percezione di equilibrio sistemico o di pericolo ed all'attivazione delle risposte comportamentali.

Si tratta già di un primitivo comportamento di natura psicosomatica che nei millenni porterà alla selezione di memorie e risposte genetiche sempre più articolate e allo sviluppo della “sensazione” di piacere come ben-essere del proprio sistema o alla sensazione di disagio/dolore come stato di mal-essere.

È ipotizzabile che il meccanismo del piacere-dolore sottenda la conservazione della vita in tutte le forme biologiche e che queste “emozioni” siano corrispondenti alla presenza di specifiche sostanze chimiche leganti specifici siti recettoriali della membrana cellulare informandola rispetto a specifiche necessità funzionali come un bisogno interno o un pericolo esterno.

In quest'ottica si comprende come queste emozioni chimicamente siano presenti in ogni forma di vita, e come il loro ecologico alternarsi scandisca l' assunzione di tutti i comportamenti necessari alla sopravvivenza.

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Queste prime due emozioni , con l' aumentare della complessità degli organismi viventi, non sono più state sufficienti a determinare tutti i comportamenti utili all' adattamento ambientale che le varie specie erano costrette ad assumere per avere successo nella sopravvivenza.

Altre emozioni erano necessarie per aumentare la gamma di comportamenti idonei a fronteggiare esperienze sempre più sofisticate .

Nella classe di mammiferi, in particolare, la sopravvivenza è principalmente affidata all' attaccamento materno verso la prole (cervello mammifero). Le strutture neuronali e le sostanze chimiche corrispondenti a queste funzioni sono la prolattina e l' ossitocina, ormoni regolatori del parto e dell'allattamento: essi sono presenti nelle donne e in tutte le femmine delle altre specie mammifere che, con lo stesso meccanismo di attaccamento, curano la loro prole.

ossitocina

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L’essere umano deriva dai primitivi “cordati” marini, animali multicellulari più evoluti che già avevano una polarizzazione cranio-caudale con un abbozzo di colonna vertebrale o notocorda, di sistema nervoso dorsale e di arcaico cervello (in giallo nell’immagine): il primordiale asse neurocognitivo.

Negli animali la rete delle informazioni-comunicazioni sistemiche è centralizzata dal sistema nervoso centrale che permette innanzitutto di accelerare le risposte volontarie e decisionali del sistema vivente e quindi di aumentare la possibilità di sopravvivenza.

Il sistema nervoso centralizzato quindi permette una gestione esponenzialmente più veloce, intelligente ed efficace delle informazioni interne ed esterne, accelerando il processo di adattamento all’ambiente.

L' attivazione però non deriva da un cervello che comanda e un corpo che obbedisce ma dall'integrazione funzionale tra i sistemi neurologici centrali e periferici e la produzione tissutale delle medesime sostanze attive (le cellule di organi e apparati periferici sintetizzano le stesse sostanze prodotte dai neuroni).

Ogni organismo biologico nasce, cresce, si riproduce e muore; in tutto il ciclo della vita ogni comportamento prevede che una sostanza specifica per la realizzazione dei singoli comportamenti indichi alle cellule il tipo di attivazione biologica necessaria in quel momento.

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OPPIOIDI ENDOGENI

Sono sostanze chimiche dotate di una potente attività analgesica e di attivazione del senso di benessere, piacere e soddisfazione. La loro azione è simile a quella dei derivati dell'oppio (sostanze oppiacee).

L' oppio, sin dalle culture antiche, è stato usato come analgesico, euforizzante, ma anche come antidiarroico.

Analoghi sintetici dell'oppio sono la morfina, un potente analgesico, e l' eroina.

Gli oppiacei producono una potente analgesia quando vengono usati sistematicamente. Possono causare nausea, vomito, stipsi, sonnolenza, sbalzi d'umore, turbe psichiche.

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Le aree cerebrali di principale produzione della beta-endorfina sono: Setto, Talamo, Ipotalamo, Ipofisi Anteriore, Tronco , Midollo.

Oltre che dal cervello, le endorfine sono prodotte anche in alti distretti corporei come le ghiandole surrenaliche (produzione legata alla risposta di stress) e l' apparato digerente (riducono la peristalsi).

Negli anni '70 una clamorosa scoperta della ricercatrice Candace Pert provò che gli oppiacei agiscono legandosi specificatamente con vari tipi di recettori nel cervello e che il cervello stesso produce sostanze endogene simili alla morfina chiamate genericamente endorfine.

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A livello cerebrale questi peptidi hanno i loro recettori in varie zone del sistema nervoso centrale dove si concentrano soprattutto nelle aree deputate alla percezione del dolore e del piacere.

Sulla base di questi meccanismi, sostanze placebo possono avere effetto sedativo ed antidolorifico. La maggioranza dei soggetti che soffrono di un dolore postoperatorio, ad es., ottengono sollievo dopo una iniezione di soluzione salina sterile. Il dolore era solo immaginario? Assolutamente no. Il naloxone, un antagonista dei recettori oppioidi, blocca tanto l' effetto del placebo quanto quello della morfina, il vero analgesico. Apparentemente credere che la terapia funzionerà può essere una causa sufficiente ad attivare i sistemi endogeni cerebrali antidolorifici.

Prodotte in condizione di forte emozione, stress o determinazione, sono implicati nella soppressione del dolore. Si ascoltano spesso storie di soldati, atleti e vittime delle torture che hanno subito ferite orribili ma apparentemente non hanno sentito dolore.

Tra i meccanismi di azione a livello cellulare vi è quello di impedire il rilascio di glutammato (neurotrasmettitore eccitatorio).

In generale, vasti sistemi di neuroni contenenti endorfine nel midollo spinale e nel tronco dell'encefalo impediscono il passaggio dei segnali nocicettivi ai livelli più alti (corteccia), dove si genera la percezione del dolore.

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Sappiamo inoltre che anche una varietà di stimoli ambientali, fisici ed emotivi, piacevoli e tranquillizzanti come massaggi, carezze, allattamento, gioco e di interazioni amicali e sociali positive ecc. può incondizionatamente provocare la secrezione di oppioidi endogeni, ß-endorfine ed altre sostanze chimiche del cervello provocando sensazioni piacevoli di soddisfazione e benessere.

Studi hanno rilevato che la tristezza umana e la depressione sono accompagnate da bassi livelli di oppioidi cerebrali (Kennedy et al, 2006; Zubieta et al, 2003).

Come per le altre emozioni, l'efficienza di questo sistema emotivo primario aumenta attraverso l'apprendimento. Anche il rilascio di oppioidi, quindi, diventa oggetto di condizionamento e di varie esperienze di apprendimento.

Ad es. in uno studio sull'effetto placebo si è visto che la risposta era particolarmente significativa per i pazienti avevano precedentemente ricevuto l' analgesico vero (risposta condizionata legata alla precedente esperienza e quindi all' apprendimento: il ricordo dell'esperienza pregressa determina il rilascio delle sostanze emozionali associate all'esperienza stessa). Altro esempio: se una madre ascolta regolarmente musica mentre allatta il suo bambino, il suono della sola musica potrebbe nel tempo causare il rilascio di oppioidi nel cervello del bambino, producendo un'influenza calmante. Così, la musica o il tocco, come stimoli condizionati, possono assumere un durevole significato affettivo nel corso dello sviluppo neurale del bambino.

La loro presenza nelle strutture del sistema limbico spiega l'influenza delle emozioni sui comportamenti e la loro risonanza psichica (Pert, 2007).

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Fu isolata a Roma da Vittorio Erspamer nel 1935 ma la ricerca era iniziata molto prima,nel 1800, quando si scoprì che il siero di sangue coagulato possedeva una sostanza che aveva un effetto costrittivo sulla muscolatura liscia dei vasi sanguigni e incrementava il tono vascolare.

Serum tonin letteralmente significa “sostanza tonica nel siero”

Si forma a partire da un precursore: l’aminoacido triptofano

Chimicamente identificabile nella 5-idrossi-triptamina

SEROTONINA

E' la sostanza informazionale legata all' equilibrio e al benessere omeostatico basale.

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Il 95% si trova nell’intestino ed è prodotto dalle cellule enterocromaffini della parete intestinale

concentrazione di serotonina

Il 3% si trova nel sangue ed è prodotto dalle piastrine

Il 2% si trova nel cervello ed è prodotto dalle cellule nervose.

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Tratto gastro-intestinale: 95%

Il 95% della serotonina prodotto dalle cellule enterocromaffini della parete intestinale. Sono cellule che originano dalla cresta neurale.

Lo stimolo alla produzione viene innescato dalla distensione delle pareti intestinali (presenza di cibo).

Ha un’azione diretta ed una indiretta (eccitazione dei neuroni enterici) sulle fibre muscolari del tratto gastrointestinale determinandone la contrazione.

Dà inizio al riflesso peristaltico e regola i movimenti e l’attività digestiva.

Comunica al cervello segnali positivi (sazietà) o negativi (nausea).

Determina anche la contrazione della muscolatura liscia di altri organi viscerali (bronchi, utero, vescica).

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La sopravvivenza di ogni essere vivente dipende dal cibo e l’informazione sullo stato del sistema digerente era ed è gestito dalla serotonina.

Quando il cibo è sufficiente salgono i livelli di serotonina che informano l’intero sistema vivente dello stato di sicurezza (alimentare), attraverso una sensazione di piacere, pienezza e quindi di rilassamento (parasimpatico).

In particolare i primissimi multicellulari, come i vermi o gli anellidi, erano, a tutti gli effetti, dei “tubi digerenti organizzati” da una parte la bocca e il polo cefalico della testa, dall’altra l’ano e la coda. Non deve quindi sorprenderci che la maggior parte della serotonina venga prodotta dall'intestino.

Quando il cibo scarseggia, mettendo in pericolo l’intero organismo, diminuiscono i livelli di serotonina e questo trasmette una sensazione sistemica di allarme e PAURA/ANSIA, che attiva il sistema simpatico e mette in moto il sistema della RICERCA, mediato dalla dopamina, che stimola l’intero organismo a cercare cibo.

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In caso di infiammazione intestinale, si produce un eccesso di serotonina.

Questo porta ad una saturazione dei recettori sulla muscolatura intestinale con conseguente blocco della peristalsi e costipazione.

Inoltre l’infiammazione attiva enormemente l’enzima che demolisce la serotonina. Ma questo enzima agisce anche sulla serotonina cerebrale. Nel tempo si può quindi avere, a livello cerebrale, un forte deficit della molecola, con conseguente depressione.

Quindi, quando diciamo che la pancia è il “secondo cervello”, intendiamo non solo che stress, ansia e depressione possono concorrere al determinismo di malattie dello stomaco e dell’intestino (gastrite, ulcera , colon irritabile) ma anche che, al contrario, una malattia della pancia può produrre un disturbo dell’umore.

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Sangue: 3%

Nel sangue la serotonina è prodotta dalle piastrine.

Se l’endotelio è intatto, provoca vasodilatazione e facilita il flusso sanguigno.

Se l’endotelio è leso, provoca vasocostrizione ed ostacola il flusso sanguigno. Causa anche aggregazione piastrinica. Le piastrine che si raccolgono nei vasi rilasciano altra serotonina.

In generale interviene nella modificazione della pressione arteriosa, interviene nei processi allergici e infiammatori, riduce il tempo di sanguinamento.

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Sistema Nervoso Centrale: 2%

Il 2% della serotonina si trova nel cervello. La rete neuronale serotoninergica origina dai nuclei del Rafe (cervello rettile) e si estende a tutto il cervello. Questi nuclei sono già presenti in forma primitiva nel cervello degli insetti.

Regola l’orologio interno e quindi il sonno e la vegliaRegola la temperatura corporeaRegola l’appetitoInfluisce sulla regolazione dell’umore e dei comportamenti

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Serotonina: effetti psichici e comportamentali

La serotonina ha un effetto calmante globale su tutti i sistemi cerebrali; riduce l’intensità delle emozioni. Riduce l'aggressività

La riduzione della serotonina nel cervello rende gli animali più impulsivi e reattivi in generale. In carenza di serotonina gli animali e gli esseri umani tendono a rispondere in modo esagerato agli stimoli legati all’ansia, alla paura, alla rabbia, all’aggressività e alla sessualità.

Un alto livello di serotonina riduce i comportamenti aggressivi nei roditori e primati mentre un basso livello di serotonina è associato ad uno scarso controllo degli impulsi. Come nei roditori, anche nei primati l’ uso di agonisti della serotonina diminuisce il comportamento aggressivo mentre l’ uso di antagonisti aumenta tale comportamento.

Negli animali evoluti il sistema serotoninergico è collegato anche alla dominanza sociale, alla sessualità e ad altri comportamenti funzionalmente legati ad un maggiore successo nel trovare cibo e a sopravvivere all’interno di un gruppo.

Nei primati i livelli di serotonina sono più alti nei maschi dominanti che nei subordinati. La rimozione del maschio dominante cambia la gerarchia nei maschi rimasti ed il nuovo maschio dominante aumenta i suoi livelli di serotonina. La reintegrazione del maschio dominante originario riporta i livelli di serotonina alle situazione iniziale.

La serotonina è l’ormone della dominanza non aggressiva, la forza stabile del vero leader.

Negli umani, la carenza di serotonina causata da uno stato cronico di “sottomissione” famigliare, sociale o lavorativa può essere una delle principali cause dell’ansia, dello stress, della depressione e dei disturbi del sonno.

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La serotonina regola il ritmo sonno-veglia

La produzione di serotonina è correlata a quella di melatonina e dell’alternanza giorno-notte.Il buio stimola la produzione di melatonina (che induce il sonno) e la luce quella di serotonina. La melatonina si forma per trasformazione della serotonina.

La produzione di serotonina segue un marcato ritmo stagionale nell'uomo, con valori più bassi in inverno e primavera rispetto all'estate o all'autunno.

Questo può dare spiegazione dell’osservazione riscontrata su molti individui per i quali l’inverno porta inevitabilmente ad un periodo di depressione.

Per alcuni di questi, la depressione invernale si avvicenda alla mania estiva.

È il cosiddetto DAS (Disturbo Affettivo Stagionale) che, da alcuni studi, sembra dipendere da cambiamenti della durata delle ore di luce.

L' occhio riceve l' impulso luminoso , viene convertito in impulso elettrico e tramite il nervo ottico arriva all' ipotalamo (nuclei soprachiasmatici). Da qui partono delle fibre nervose che escono dal cervello , si dirigono verso la parte cervicale del midollo spinale e poi rientrano nella testa per giungere all' epifisi o ghiandola pineale.

L'epifisi produce serotonina durante le ore di luce, poi convertita in melatonina nelle ore di buio grazie ad un enzima contenuto nelle sue cellule, i pinealociti.

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Serotonina cure parentali e contatto fisico

Nei mammiferi e negli esseri umani la sopravvivenza primaria dei neonati è legata all’allattamento (cibo) e al sistema affettivo della CURA che il cucciolo, di animale o di uomo, percepisce innanzitutto attraverso un contatto corporeo caldo, sicuro e protettivo, da cui si sviluppa anche la consapevolezza affettiva di essere amati. Il contatto corporeo piacevole stimola la produzione di serotonina e di endorfina e oppioidi endogeni che producono la sensazione di benessere fisico e globale.

Le ricerche hanno provato che esiste una correlazione significativa tra i livelli di serotonina della madre e quelli dei neonati (Field, 2004).

Il contatto delicato e protettivo tranquillizza i cuccioli e i bambini in preda all’agitazione da dolore e al pianto da abbandono. Cuccioli che “piangono” in preda ad agitazione da abbandono si rilassano e mostrano comportamenti di fiducia e comfort quando vengono presi in mano da una persona o da un animale anche se di specie diversa.Gli effetti della mancanza di questo contatto corporeo dolce sono riassunti nell’importante articolo pubblicato dal Touch Research Institutes della University of Miami School of Medicine (2002), in cui si evidenziano le relazioni, rilevate statisticamente su larghi numeri di adolescenti negli USA, tra la mancanza di contatto fisico affettivo positivo, (bambini ed adolescenti che hanno ricevuto dai loro genitori meno attenzioni affettive mediate dal contatto fisico, ossia meno abbracci, coccole e calore umano) diminuzione di serotonina, aumento della rabbia e dell’aggressività (maggiore propensione ad instaurare relazioni conflittuali con la famiglia e con i coetanei) più elevati indici di depressione.

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Riduzione di serotonina e disturbi neuropsichiatrici

Una riduzione funzionale del sistema serotoninergico sembra scatenare l'ansia, la depressione, il disturbo bipolare, la crisi di panico, il disturbo ossessivo-compulsivo, i disturbi alimentari, le fobie sociali e la psicosi (Marazziti, 2004).

La carenza di serotonina causata da uno stato cronico di “sottomissione” famigliare, sociale o lavorativa può essere una delle principali cause dell’ansia, dello stress, della depressione e dei disturbi del sonno

La carenza di serotonina rappresenta il primo e forse più significativo elemento clinico della depressione (vedi sistema TRISTEZZA/PANICO).

Sostanze che facilitano la trasmissione serotoninergica provocherebbero un’ elevazione del tono dell’ umore.

Inibitori del re-uptake della serotonina vengono utilizzati come antidepressivi.

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Serotonina ed attività fisica

I neuroni serotoninergici presenti nel tronco dell'encefalo, oltre a proiettare i loro prolungamenti verso l' alto (aree cerebrali superiori), proiettano anche verso il basso (midollo spinale) con una preferenza: collegarsi ad aree che comandano il movimento.

Si è visto che i neuroni che producono serotonina aumentano di molte volte le loro attività in concomitanza dell'attivazione dei grandi muscoli del corpo, come quando corriamo o nuotiamo.

L' attività fisica quindi incrementa le disponibilità di serotonina cerebrale.

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Ricapitolando: la Serotonina e' la sostanza informazionale legata all'equilibrio e al benessere omeostatico basale ed alla percezione del piacere corporeo correlato a cibo, sonno, attività fisica, sicurezza del territorio, dominanza, sesso. Conferisce rilassamento e senso di autoprotezione.

E’ il neurotrasmettitore più legato alla sfera istintivo-comportamentale del cervello rettile ed alla coscienza corporea.

Panksepp (1998) chiama il sistema neuronale regolato dalla serotonina Brain Regulatory System in quanto rappresenta il sistema base con cui ogni organismo vivente è in grado di percepire e regolare la propria vita biologica. Altri (Montecucco et all.) lo definiscono sistema del piacere corporeo o Homeostatic Body Pleasure (HBP) per evidenziarne la caratteristica percezione di benessere e di piacere legata all’equilibrio fisiologico omeostatico.

Ogni animale, a meno che non sia gravemente malato o sofferente, esprime piacere di vivere e presenza corporea. Così ogni essere umano dovrebbe essere radicato nel proprio corpo e viverlo con un senso naturale di piacere.

Un buon ed equilibrato sviluppo di questo sistema conferisce senso di forza, stabilità e fiducia materiale e costituisce la base neurobiologica su cui si sviluppano tutti gli altri sistemi emotivi e in particolare SESSUALITÀ/DESIDERIO, GIOCO/FANTASIA e CURA/AMOREVOLEZZA.

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Come già suggeriva MacLean con il concetto di schizofisiologia, molto spesso lo straordinario sviluppo della mente neocorticale umana può esser causa di un eccesso di attività mentali di carattere controllante o inibitorio sulle aree istintive ed emotive più antiche del cervello e sul sistema del PIACERE CORPOREO in particolare, privando così l’essere umano della naturale, integra percezione del proprio corpo.

Personalità come Reich, Lowen, Pierrakos, Marcuse e Laborit svilupparono una maggiore comprensione sulle modalità e sugli effetti dell’inibizione del sistema del PIACERE CORPOREO essenzialmente dovuta ad una azione di controllo o di repressione sociale e famigliare. Da questa inibizione del sistema del PIACERE e dalla riduzione della serotonina ad esso associata derivano una vasta serie di disagi e disturbi psicosomatici, psicologici e psichiatrici.

È fondamentale considerare che quando una persona, per qualsiasi motivo di ordine fisico, emotivo o psicologico, diminuisce o perde il senso di “piacere somatico base” di essere nel proprio corpo, il suo essere perde contemporaneamente il senso di realtà, di presenza, di stabilità psicosomatica e più in generale di senso di esistere.

Le tecniche di massaggio, di energetica, di radicamento e di “grounding” sono tecniche corporee (V. Filmato) che servono letteralmente a riportare “nel corpo” una persona che si sente “sradicata” dalla realtà e dal piacere di vivere la propria dimensione fisica con pienezza e intensità invece che vivere “in testa” nei propri pensieri.