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CORSO ISML05 TEOLOGIA DELLEVANGELIZZAZIONE Presentazione Esortazione Apostolica Evangelii Nuntiandi (1975) e dell’enciclica Redemptoris Missio (1990)

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Page 1: CORSO ISML05 TEOLOGIA DELL EVANGELIZZAZIONE. 4 Slid… · Una più attenta teologia della missione EN collegava l’evangelizzazione a Gesù primo evangelizzatore, all’annun io

CORSO ISML05

TEOLOGIA

DELL’EVANGELIZZAZIONE

Presentazione Esortazione Apostolica

Evangelii Nuntiandi (1975)

e dell’enciclica Redemptoris Missio (1990)

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PRIMA PARTE - DAL CRISTO EVANGELIZZATORE ALLA CHIESA EVANGELIZZATRICE

N. 9 Una salvezza liberatrice da tutto ciò che opprime l’uomo, anche dal male antico

N. 10 Ciò che conquista gli altri all’evangelo è la metanoia di chi lo annunzia

N. 14 Evangelizzazione come grazia, vocazione e identità della chiesa che esiste per evangelizzare

N. 15 La fedeltà al vangelo non a se stessi: né padroni né proprietari ma ministri

N. 16 Non si evangelizza senza chiesa né contro la chiesa

In un momento di contestazione, sguardo su Cristo e sulla sua missione per superare la distanza tra Cristo e la Chiesa. Contro ogni riduzione all’umano, l’evangeliz-zazione non come semplice impegno ecclesiale ma identificazione della Chiesa stessa.

EN 14. «Vogliamo nuovamente

confermare che il mandato

d'evangelizzare tutti gli uomini

costituisce la missione essenziale

della Chiesa» (36), compito e

missione che i vasti e profondi

mutamenti della società attuale non

rendono meno urgenti.

Evangelizzare, infatti, è la grazia e la

vocazione propria della Chiesa, la

sua identità più profonda. Essa

esiste per evangelizzare, vale a dire

per predicare ed insegnare, essere il

canale del dono della grazia,

riconciliare i peccatori con Dio,

perpetuare il sacrificio del Cristo

nella S. Messa che è il memoriale

della sua morte e della sua gloriosa

risurrezione.

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SECONDA PARTE – CHE SIGNIFICA EVANGELIZZARE

N. 17 Complessità dell’evangelizzazione: avere il quadro completo in una stagione non priva di unilateralità

Un approccio inclusivo: meglio comprendere che escludere

Un approccio intensivo: alcuni aspetti più di altri

Un approccio storico-ecclesiale: in continuità nella linea del Concilio

N. 18-22 Alcune salutari tensioni che saranno oggetto di un’ulteriore riflessione

Ad ogni latitudine del mondo e del cuore umano

La cultura e le culture: senza identificarsi e senza sentirsi estranei

Con la testimonianza di vita e l’annuncio esplicito

Con l’adesione personale e l’apostolato

Contro ogni mutilazione o impoverimento la nozione complessa. Meglio ricchezza da comporre che semplificazione impoverente

EN 24 L’evangelizzazione, abbiamo

detto, è un processo complesso e

dagli elementi vari: rinnovamento

dell’umanità, testimonianza, annuncio

esplicito, adesione del cuore, ingresso

nella comunità, accoglimento dei

segni, iniziative di apostolato. Questi

elementi possono apparire contrastanti

e persino esclusivi. Ma in realtà sono

complementari e si arricchiscono

vicendevolmente. Bisogna sempre

guardare ciascuno di essi

integrandolo con gli altri. Il merito

del recente sinodo sta nell’averci

costantemente invitati a comporre

questi elementi, più che ad opporli tra

di loro, al fine di avere la piena

comprensione dell’attività evangeliz-

zante della chiesa.

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TERZA PARTE – IL CONTENUTO DELL’EVANGELIZZAZIONE

N. 26-27: una forte concentrazione cristologica a evitare ogni fraintendi-mento. Evangelizzare = lasciarsi condurre/portare Cristo.

Dio si è rivelato in Gesù nello Spirito Santo: Dio ha tanto amato il mondo

Il Creatore non è il Dio ignoto, ma il Padre

In Gesù Cristo Figlio di Dio è offerta la salvezza che supera ogni speranza temporale

N. 26 Ante omnia della testi-monianza (v. anche 21) che appartiene non ai metodi ma al contenuto dell’evangelizzazione

Si arriva alla questione nevralgica: che cosa reca l’evangelizzazione? Alla ricerca degli aspetti essenziali contro le dicotomie e le esasperazioni. C’è qualcosa che non bisogna trascurare

EN 26. Non è superfluo ricordarlo:

evangelizzare è anzitutto testimo-

niare, in maniera semplice e

diretta, Dio rivelato da Gesù Cristo,

nello Spirito santo.

EN 21. Ed essa deve essere

anzitutto proclamata mediante la

testimonianza.[…]

Allora con tale testimonianza senza

parole, questi cristiani fanno salire

nel cuore di coloro che li vedono

vivere, domande irresistibili: perché

sono così?

EN 41 L’uomo contemporaneo

ascolta più volentieri i testimoni

che i maestri, […] o se ascolta i

maestri lo fa perché sono dei

testimoni ".

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TERZA PARTE – IL CONTENUTO DELL’EVANGELIZZAZIONE

N. 28-28: Il dato salvifico di Cristo unito all’antropologia che ne deriva

Evangelizzazione annuncia all’uomo una vocazione più ampia della situazione presente, perché si apra alla speranza.

Evangelizzazione annuncia all’uomo che trova se stesso in relazione all’amore fraterno che sgorga dall’amore di Dio.

Evangelizzazione annuncia all’uomo la presenza del mistero del male e ricerca del bene.

Evangelizzazione annuncia possibilità di incontro con Dio nella Chiesa, nei sacramenti, nella preghiera come compimento (non ostacolo!) dell’evange-lizzazione .

Dopo la forte tensione cristocentrica, la visione dell’uomo…

EN 28. La evangelizzazione, di

conseguenza, non può non contenere

l'annuncio profetico di un al di là,

vocazione profonda e definitiva

dell'uomo, in continuità e insieme

in discontinuità con la situazione

presente: al di là del tempo e della

storia, al di là della realtà di questo

mondo la cui figura passa, e delle

cose di questo mondo, del quale un

giorno si manifesterà una dimensione

nascosta; al di là dell'uomo stesso, il

cui vero destino non si esaurisce nel

suo aspetto temporale, ma sarà

rivelato nella vita futura.

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TERZA PARTE – IL CONTENUTO DELL’EVANGELIZZAZIONE

N. 29-39: Nella parte dedicata ai contenuti del messaggio vengono offerti anche dei principi di metodo e di verifica dell’evangelizzazione. Il “che cosa” dell’evangelizzazione non è separabile dal “come”.

L’evangelizzazione è messaggio che interpella la vita e vita che interpella il vangelo: reciprocità (29).

Liberazione di tutto l’uomo: l’impegno sociale non è estraneo all’evangelizzazione e vangelo è autenticamente promoziona umana: senza riduzioni o ambiguità (31-35)

Esige la conversione interiore ed esclude ogni forma di coercizione (36-37) specie in relazione alla libertà religiosa (39).

La chiesa porta il suo contributo suscitando cristiani a servizio di questa progettualità liberante (38): verso la promozione di un laicato attento e responsabile.

Che messaggio è quello che in Cristo ricomprende l’antropologia cristiana?

EN 38. Offre a questi cristiani «liberatori» una ispirazione di fede, una motivazione

di amore fraterno, un insegnamento sociale […] Tutto questo, senza confondersi

con atteggiamenti tattici né col servizio di un sistema politico…

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QUARTA PARTE LE VIE DELL’EVANG.

N. 41 I testimoni e i maestri!

N. 42-48 L’efficacia della parola: di fronte ai nuovi mezzi non trascurare che la fede nasce dall’ascolto. Le forme:

Liturgia della Parola e l’omelia

La catechesi

Mezzi di comunicazione di massa

Il contatto personale accanto alla predicazione

Vita sacramentale e pietà popolare.

Vie e destinatari: una ricerca che rimane aperta in relazione ai tempi, ai luoghi e alle culture e lancia una sfida al nuovo insieme ad alcune vie più consolidate dalla tradizione

N. 49-50 “Andate in tutto il mondo”.

Destinazione universale nonostante gli ostacoli…

che provengono dagli evangelizzatori (restriz. concettuali)…

…e da chi contrasta la chiesa

N. 51-54 Le categorie raggiungere e le declinazioni:

Primo annuncio a chi non conosce Annuncio a battezzati scristianizzati Alle altre religioni nel rispetto e nel loro

diritto a conoscere Cristo Ai fedeli praticanti e ai non praticanti che

si considerano fedeli e ai non credenti

QUINTA PARTE I DESTINATARI

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SESTA PARTE GLI OPERAI

N. 60 Chi evangelizza non è mai solo: rapporto istituzionali e invisibili. Dell’evangelizzazione sei servo e non padrone

N. 61-65 Un compito da portare avanti con rispetto

Il deposito della fede e l’adattamento necessario

Il rapporto tra universale e locale

La diversificazione dei compiti e delle responsabilità

La convinzione che l’evan-gelizzazione appartiene alla chiesa intera

N. 76-80 Il profilo spirituale

dell’evangelizzatore

Testimoni autentici: come se

vedessero l’invisibile

Artefici di unità: la divisione tra

cristiani attacca l’efficacia

dell’evangelizzazione

Servitori della verità contro ogni

riduzione o edulcorazione “per piacere

agli uomini”

Animati dall’amore. Anche nel donare

verità e introdurre nell’unità

Col fervore dei santi: per primi custodi

della gioia di Cristo

Non le tecniche sostengo la missione ma lo Spirito. La Spirito ne anima lo spirito !

SETTIMA PARTE LO SPIRITO DELL’EVANG.

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ELEMENTI SINTETICI

Documento riconduce la riflessione della chiesa a un capitolo dimenticato e impoverito. Ad esso attribuisce nuovo interesse ricollocandolo in prospettiva evangelica. Evangelizzazione significa ritrovare il vangelo e lo stile che ne deriva.

L’evangelizzazione diviene la cifra della missione stessa della chiesa che “esiste per evangelizzare”: ripensamento dell’intera attività ecclesiale dalla presenza al suo senso.

Genere esortatorio: riflessione appassionata con la preoccupazione di tenere insieme molti aspetti e di comporre le tensioni esistenti. Finisce per non entrare o non approfondire alcune questioni problematiche che pure segnala. Es. La questione di evangelizzazione e promozione umana (né coincidenza né

separazione) oltre alle prospettive escatologiche poteva essere illuminata dalla prassi di Gesù e dal suo orientamento ai poveri (RM 60)

Es. L’inculturazione affinché le culture siano rigenerate dal vangelo. Ma se anche le culture avessero qualcosa da restituire oggi alla comprensione del vangelo?

Es. Rapporto tra chiesa universale e chiese particolari. Il papa vuole salvare la catholica (EN 64) ma nell’unità c’è anche il contributo originale di ciascun particolare.

Es. Insistenza perché il vangelo sia annunciato a tutti senza alibi. Bisognava meglio comporre l’istanza con un’adeguata teologia delle religioni.

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REDEMPTORIS MISSIO 1990

Intende rinnovare la validità e la vitalità del mandato missionario rispetto ai dubbi che si diffondevano e rispetto all’indebolimento della fede: «La fede si rafforza donandola» (RM 2)

Punto centrale la singolarità di Gesù Cristo unico mediatore con due affermazioni fondamentali Ogni altra mediazione, se non è esclusa, attinge valore da Cristo e non può

essere intesa in maniera parallela o complementare (n. 5)

Nessuna separazione tra il Verbo e Gesù Cristo (n. 6)

Ne deriva grande rispetto per le religioni ma anche esigenza di dare visibilità al Verbo mediante Cristo e il suo annuncio che non contrasta la libertà degli uomini.

EN vedeva nelle religioni l’eco di una ricerca incompleta di Dio e di un dono da recare ma non introduceva la prospettiva del dialogo che ora è riconosciuto come espressione dell’evangelizzazione.

La Chiesa “sacramento universale di salvezza”: ribadito il legame Cristo – Regno - Chiesa. Chiesa a servizio del Regno di Cristo (n. 20)

La missione della chiesa su tre versanti meglio ordinati: missio ad gentes, cura pastorale e “nuova evangelizzazione” (n. 33*)

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REDEMPTORIS MISSIO 1990

Una più attenta teologia della missione

EN collegava l’evangelizzazione a Gesù primo evangelizzatore, all’annuncio del Regno e alla Salvezza. Non c’è una vera cristologia e la pneumatologia corrisponde unicamente alla spiritualità dell’evangelizzatore.

RM collega meglio Verbo e Gesù Cristo (v. 5-6*), Regno di Dio e Gesù Cristo (13-17), Gesù Cristo, Regno e Chiesa (18-20*). La missione di Cristo nel suo Spirito.

L’antropologia di EN è preoccupata di salvaguardare una visione integrale di uomo contro le riduzioni delle teologie liberanti: liberazione vera è quella evangelica in prospettiva escatologica.

RM fa capire che in Cristo non solo l’uomo vede il proprio destino ma lo realizza. Se il Verbo si identifica con l’uomo Gesù, il disegno antropologico compiuto non può che essere quello. Questo legittima la missione della chiesa…

• …nella convinzione di un patrimonio di verità che la Chiesa è chiamata a custodire, annunciare e rendere accessibile perché l’uomo sia veramente tale (GS 22 cit. in RM 10)…

• … nella persuasione che il Regno , «può trovarsi anche al di là dei confini della chiesa nell’umanità intera» (RM 29) e che «molti uomini non hanno la possibilità di conoscere o di accettare la rivelazione del vangelo, di entrare nella chiesa. Essi vivono in condizioni socio-culturali che non lo permettono e spesso sono stati educati in altre tradizioni religiose. Per essi la salvezza di Cristo è accessibile in virtù di una grazia che, pur avendo una misteriosa relazione con la chiesa, non li introduce formalmente in essa ma li illumina in modo adeguato alla loro situazione interiore e ambientale». (RM 10)

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REDEMPTORIS MISSIO 1990

Vie e metodi di evangelizzazione

EN insisteva molto sulla testimonianza della vita divenuta più che mai condizione essenziale per l’efficacia della predicazione (EN 76).

RM ribadisce il concetto suggerendo la forma della testimonianza specie in relazione ai poveri della terra e alle scelte di povertà: La testimonianza evangelica, a cui il mondo è più sensibile, è quella dell'attenzione per le persone e della carità verso i poveri e i piccoli, verso chi soffre. (v. RM 42-43)

EN il primo annuncio sembra corrispondere alla “pre-evangelizzazione”, termine ambiguo

RM precisa la realtà e l’identità del “primo annuncio” (v. RM 44) che ha un ruolo fondamentale, ha come oggetto Cristo crocifisso e risorto «il quale è nel cuore della missione e della vita della chiesa, come cardine di tutta l'evangelizzazione».

EN vede nelle religioni non cristiane dei destinatari dell’annuncio

RM il dialogo interreligioso come parte della missione evangelizzatrice della chiesa

RM 55 La chiesa non vede un contrasto fra l'annuncio del Cristo e il dialogo interreligioso;

sente, però, la necessità di comporli nell'ambito della sua missione ad gentes. Occorre,

infatti, che questi due elementi mantengano il loro legame intimo e, al tempo stesso, la loro

distinzione, per cui non vanno né confusi, né strumentalizzati, né giudicati equivalenti come

se fossero intercambiabili.

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REDEMPTORIS MISSIO 1990

Gli evangelizzatori

EN richiamava l’azione dello Spirito in relazione alla spiritualità dell’evangelizza-tore: «Le tecniche dell'evangelizzazione sono buone, ma neppure le più perfette tra di esse potrebbero sostituire l'azione discreta dello Spirito» (75).

RM approfondisce sistematicamente l’opera dello Spirito nella terza parte in relazione a Cristo. Su tale sfondo, docili allo Spirito, si tratta di vivere in conformità a Cristo. «Non si può testimoniare Cristo senza riflettere la sua immagine, la quale è resa viva in noi dalla grazia e dall'opera dello Spirito» (RM 87).

RM 89. La spiritualità missionaria si caratterizza, altresì, per la carità apostolica, quella

del Cristo che venne «per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi» (Gv 11,52)

buon Pastore che conosce le sue pecore, le ricerca e offre la sua vita per loro. (Gv

10,1) Chi ha spirito missionario sente l'ardore di Cristo per le anime e ama la

chiesa, come Cristo. Il missionario è spinto dallo «zelo per le anime», che si ispira alla

carità stessa di Cristo, fatta di attenzione, tenerezza, compassione, accoglienza,

disponibilità, interessamento ai problemi della gente. L'amore di Gesù è molto

profondo: egli, che «sapeva quello che c'è in ogni uomo» (Gv 2,25) amava tutti offrendo

loro la redenzione e soffriva quando questa veniva rifiutata.

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EN E RM: LINEE CONCLUSIVE EN magna charta dell’evangelizzazione consente alla teologia

dell’evangelizzazione di recuperare un quadro teorico mediante il quale la chiesa individua la realtà dell’evangelizzazione. I limiti del documento sono ambito di ricerca ulteriore e di approfondimento cui la riflessione teologica può contribuire.

RM è la magna charta della missione della chiesa. Il collegamento con EN conduce a comprendere l’evangelizzazione come senso della missione stessa della chiesa. L’evangelizzazione è l’anima della missione della chiesa: ne dichiara il senso e la orienta. Ma la missione consente all’evangelizzazione di ritrovare nuove opportunità per la comprensione stessa dell’evangelo:

prova ne sia lo stile missionario nella linea del dialogo interreligioso «inteso come metodo e mezzo per una conoscenza e un arricchimento reciproco» (RM 55). Quanto ne siamo disposti?

prova ne sia anche il contesto molto concreto fatto di problematiche, di attese e di idee da cui i documenti muovono e con i quali si confrontano. «in questa “nuova primavera” del cristianesimo non si può nascondere una tendenza negativa, che questo documento vuol contribuire a superare: la missione specifica ad gentes sembra in fase di rallentamento (RM 1). Riflessione su evangelizzazione e missione guidata dalla prassi. E oggi, quali appelli?

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EN E RM: LINEE CONCLUSIVE Il rapporto tra i due documenti segnala un’evoluzione di carattere

teologico che implica numerose discipline: la cristologia e l’antropologia in primo luogo (ma anche pneumatologia, ecclesiologia, soteriologia). Particolarmente importante l’aggancio cristologico: l’EN stabilisce un contatto con la testimonianza e missione di Gesù. RM con il mistero del Verbo che in lui si rivela. Evangelizzare sguardo ampio ma attraverso Cristo e la sua vicenda storica. La freschezza dell’evangelo e il fascino della rivelazione plena anche mediante gli evangelizzatori.

Interessante l’intreccio tra una responsabilità ecclesiale e una individuale. I documenti precisano i tratti dell’evangelizzatore e del missionario e la spiritualità che li riguarda. Non si addentrano molto sulla comunità rinnovata in tali termini. Il rinnovamento però non può appartenere solo alle scelte dei singoli ma a un’azione ecclesiale capace di operare scelte strutturali e condivise.

Un forte accento sulle questioni fondamentali. Vanno intuite dagli evangelizzatori. Ma evangelizzazione rivolta a dimostrare la verità del messaggio a uomini sospettosi verso la verità deve forse metterne in evidenza la convenienza pratica. Il vangelo come vita buona.

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EN E RM: LINEE CONCLUSIVE Alcune prospettive di attualità possono essere intuite:

La questione della testimonianza e dell’annuncio esplicito. Interessante il passaggio ecclesiale da Evangelizzazione e testimonianza della carità (CEI 1990) a Questa è la nostra fede (2005). Alla ricerca di un più preciso equilibrio.

La questione dei mass-media presente nei due documenti e l’attenzione rivolta alla comunicazione (CVMC). Uno sguardo dai singoli elementi in gioco nell’evangelizzazione all’evangelizzazione come processo comunicativo. La comunicazione solo a servizio dell’evangelizzazione o ha qualcosa da dirle?

La corresponsabilità nell’evangelizzazione. Un’apertura ampia a tutta la chiesa con l’intuizione di una specificità in relazione alle vocazioni e agli ambienti. L’esigenza di riconoscere un più attento servizio laicale e una logica d’ambiente (VR).

L’intuizione di una “novità” legata all’evangelizzazione. La RM intercetta una riflessione che ha le premesse nell’EN ma che grazie al magistero di Giovanni Paolo II si allarga: la “nuova evangelizzazione”. Interessante che il termine trovi consacrazione nella RM: nella missio ad gentes anche i tratti della nuova evangelizzazione. Gli scambi tra chiese e l’esperienza dei missionari “fidei donum” come ricchezza per l’evangelizzazione.