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Riflessioni intorno al messaggio di Giovanni Paolo II alla Pontificia Accademia delle Scienze, 22 ottobre 1996

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    Creazione ed evoluzioneIl messaggio del Santo Padre

    alla Pontificia Accademia delle Scienze (22-X-96)1

    P. Rafael Pascual, L.C.E-mail:[email protected]

    Pubblicato in Sacerdos - edizione italiana, anno 3, n 12, marzo-aprile 1999, pp. 24-29

    A seguito del messaggio del Papa alla Pontificia Accademia delle Scienze, ha preso nuovovigore il dibattito sulla teoria dellevoluzione, che rientra in un campo pi generale: quello delrapporto tra scienza e fede. Sebbene la reazione al messaggio sia stata generalmente positiva, nonsono tuttavia mancate le critiche. Da una parte si fatto ricorso al luogo comune del pretesooscurantismo della Chiesa e della sua lentezza e reticenza davanti ai progressi nel campo delle teoriescientifiche. Su questa linea, alcuni autori hanno cercato di stabilire unanalogia tra il "caso Galileo" elatteggiamento di diffidenza o rifiuto da parte della Chiesa riguardo alla teoria dellevoluzione.Dallaltra parte, non sono mancate voci secondo cui il Papa sarebbe andato troppo oltre nelle sueconcessioni ad una dottrina che si troverebbe contro sia alla Rivelazione sia ai dogmi della Chiesa.

    Tra i due estremi, si pu constatare la posizione di equilibrio, di amore per la verit, di fedelt alladottrina cristiana e di sensibilit pastorale di Giovanni Paolo II. Per il resto, questo pronunciamentodel Santo Padre rientra nella linea che lui stesso, in unaltra occasione, chiese ai teologi della Chiesa,invitandoli ad un sano dialogo con la scienza contemporanea, per arricchirsi dei suoi apporti validi2

    .Con questo studio, ci proponiamo di presentare la situazione della teoria o meglio, come il Papastesso precisa, le teorie dellevoluzione, alla luce del messaggio di Giovanni Paolo II alla PontificiaAccademia delle Scienze, da due diverse prospettive: la posizione del Magistero della Chiesa alriguardo, e la situazione attuale di queste teorie, soprattutto dal punto di vista epistemologico.

    1. La situazione. Dibattito tra creazionisti ed evoluzionisti. Per quanto concerne la teoriadellevoluzione, esistono due correnti diametralmente opposte:

    a) da una parte abbiamo i cosiddetti creazionisti. Si tratta di un atteggiamento di tipofondamentalista, che esclude completamente la teoria dellevoluzione, attraverso uninterpretazioneletterale della Bibbia, e che considera tale teoria come frutto di unideologia materialista e atea, oquanto meno agnostica e scientista. Questo gruppo si trincera in una posizione fideista, incontrapposizione al razionalismo che predomina nella scienza moderna. Si tratta di un movimento dicarattere militante, e bench minoritario, si fa sentire per il suo proselitismo. Si riscontra non solonellambito protestante, ma anche in alcuni nuclei cattolici di tipo integralista-tradizionalista;

    b) dallaltra parte, allestremo opposto, si trovano gli evoluzionisti ad oltranza. La loro natura razionalista, agnostica, materialista, scientista, e illuminista. Questa corrente di pensiero attualmentepredominante a livello scientifico e di opinione pubblica, grazie allappoggio della maggior parte deimezzi di comunicazione sociale. In alcuni casi manifesta anche una tendenza al proselitismo, come sipu notare in alcune pubblicazioni o in certe pagine dellInternet.

    2. Analisi del messaggio del Papa alla Pontificia Accademia delle Scienze. Come punto dipartenza del nostro studio, analizziamo per sommi capi il messaggio del Santo Padre. Esso cioffre una guida sicura per orientare opportunamente le nostre riflessioni e giungere a buon fine. IlSanto Padre approfitta del tema trattato nella settimana di studio della Pontificia Accademia delleScienze per parlare di questo argomento. Non la prima volta che lo fa; infatti gi lo avevaaffrontato, per esempio, il 26 aprile 1985, in un discorso ai partecipanti nel Simposio scientificointernazionale Fede cristiana e teoria dellevoluzione3, riferendosi, a sua volta, a quel che PapaPio XII aveva detto al riguardo nellenciclica Humani Generis4; Giovanni Paolo II aveva gitrattato il tema anche in alcuneudienze generali, come quella del 29 gennaio 19865, e in quella del

    16 aprile di quello stesso anno

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    .

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]
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    In primo luogo, il Papa spiega perch questo tema interessa alla Chiesa. Levoluzione d una rispostascientifica al problema della natura e dellorigine delluomo. Daltra parte, la Rivelazione purecontiene insegnamenti al riguardo, poich essa ci assicura che luomo stato creato ad immagine esomiglianza di Dio.

    Il problema e la via per risolverlo. A prima vista, sembra che esistano alcuni conflitti tra quello chegli scienziati dicono ed il messaggio della Rivelazione. Come possibile risolverli? Sappiamo che laverit non pu contraddire la verit7. Il progresso della scienza fa sorgere nuove questioni. Per questola Chiesa interessata a conoscere tali progressi, per chiarire le conseguenze di tipo etico e religiosoche essa presenta, in altre parole fare ci che conforme alla sua missione specifica. Il Papa fa notareche gi precedentemente il Magistero si era pronunciato sul tema dellevoluzione "nellambito dellapropria competenza", vale a dire per quanto attiene alla religione. Infatti, gi Pio XII, nellenciclicaHumani Generis,dichiar che, in linea di principio, non c opposizione tra la teoria dellevoluzione ela dottrina della fede sulluomo, se si rispettano certe condizioni. Lo stesso Giovanni Paolo II, in undiscorso precedente alla Pontificia Accademia delle Scienze, a proposito del "caso Galileo"8, avevaprecisato che, per interpretare correttamente la parola ispirata, necessario servirsi di una ermeneuticarigorosa. necessario definire bene il senso proprio della Scrittura, per non fa rle dire ci che non

    intende (come avviene, per esempio, nel caso delle letture di tipofondamentalista9

    ). Daltra parte, perdelimitare bene i rispettivi campi di scienza e teologia, necessario che i teologi conoscano i risultatidelle scienze naturali.

    Applicazione al caso dellevoluzionismo. A partire dalle conoscenze scientifiche dellepoca di PioXII, e delle esigenze della teologia, nellenciclica Humani Generis si considerava la dottrinadellevoluzionismo come unipotesi seria, degna di ricerca e di riflessione profonda come lo eralipotesi opposta. Tuttavia, si devono rispettare due premesse metodologiche molto significative:

    1: che non si adotti levoluzionismocome se si trattasse di una dottrina certa edimostrata (equesto in contrasto con ci che alcuni autori hanno preteso, anche nellambito cattolico10

    2: che non si affronti tale questione come se si potesse prescindere dalla rivelazione, conriferimento agli interrogativi che lipotesi dellevoluzione potrebbe sollevare.

    );

    A questo punto, prosegue il Papa, ci troviamo di fronte ad una nuova situazione, poichrecenti scoperte scientifiche indicano che non si pu considerare pi la teoria dell'evoluzione unasemplice ipotesi (il testo originale francese dice: "de nouvelles connaissances conduisent reconnaitre dans la thorie de lvolution plus quune hypothse). Vale a dire, pi che di una meraipotesi, si pu parlare adesso dellevoluzione come di una teoria. Perch? In primo luogo perch coslo richiedono le nuove scoperte scientifiche in questo campo; in secondo luogo cos lo suggerisceanche la convergenza dei risultati di diverse ricerche condotte indipendentemente le une dalle altre.

    Valutazione della teoria dellevoluzione. Si tratta qui di una questione di tipo epistemologico,poich la teoria si propone di andare oltre i dati osservati, ai quali fa riferimento, e consente di metterein relazione ed anche interpretare una serie di dati e fatti, tra loro indipendenti, per mezzo di unaspiegazione complessiva. Perch una teoria scientifica sia valida, deve essere verificabile. Se essa non

    corrisponde ai dati che intende spiegare, allora non valida; deve ripartire dalle sue basi. Daltraparte, in una teoria come quella dellevoluzione, si deve tener conto di alcuni presupposti di tipofilosofico, metafisico. Infatti, non esiste ununica teoria dellevoluzione, ma ce ne sono varie, non soloper quel che si riferisce ai meccanismi dellevoluzione, ma anche per quel che attiene ai contestifilosofici in cui esse rientrano (materialista, spiritualista), i quali pure devono essere considerati, tantoin sede filosofica quanto in quella teologica (non si deve dimenticare che non esiste una scienza "chi-micamente pura").

    Di nuovo fa presente il Papa che la questione dellevoluzione di interesse per la Chiesa, poich ingioco la concezione delluomo, e in particolare la sua dignit come persona. Luomo a somiglianzadi Dio per la sua intelligenza e libera volont, le quali lo rendono capace di entrare in comunione con

    Dio e con gli altri uomini. La dignit delluomo (di tutto luomo, anche del suo corpo) deriva dalla suaanima spirituale, la quale non pu sorgere per emanazione dalla materia, ma che creataimmediatamente da Dio. Di conseguenza, le teorie dellevoluzione che, in base ai loro presupposti

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    filosofici, considerano lo spirito come qualcosa che emerge dalla materia, o come un semplice epi-fenomenodi questultima11

    , sono incompatibili non solo con la religione, ma ancor prima con la veritdella condizione umana, e non sono in grado di dare fondamento alla sua dignit. Poi si deveaggiungere che esiste una differenza ontologica tra luomo e tutti gli altri esseri viventi. Infatti, traquel che semplicemente animale e luomo c un "salto ontologico", una "discontinuit ontologica",sebbene, afferma il Papa, essa di per s non si oppone ad una possibile continuit fisica riguardoallorigine del corpo umano. Linfusione dellanima da parte di Dio in un corpo atto a riceverla nonpu essere oggetto di studio per la scienza, poich non si tratta di un fenomeno empirico, osservabile.Tuttavia, si potrebbe avere una certa esperienza empirica di questo fatto in modo indiretto, attraversoalcuni indizi e manifestazioni che pongano in evidenza che ci troviamo di fronte ad esseri dotati diunanima spirituale; ma tali manifestazioni sono piuttosto oggetto della filosofia e della teologia. Talisarebbero, per esempio, i fenomeni che facessero riferimento ad unesperienza di un saperemetafisico, della coscienza di s, della coscienza morale, della libert, dellesperienza estetica ereligiosa.

    3. Alcune considerazioni sulla teoria dellevoluzione in generale, alla luce del messaggio del

    Papa. da ammirare la posizione prudente ed allo stesso tempo aperta del Magistero dellaChiesa, che evita tanto ladesione cieca quanto lopposizione indiscriminata alle nuove teoriescientifiche. Infatti, si deve considerare che, sebbene levoluzione possa essere considerata comeunipotesi seria, ed anche "pi che unipotesi", tuttavia non pu esser assunta come "un dato difatto", come alcuni pretendono. Si tratta, piuttosto, di una teoria scientifica, che tenta diinterpretare e di mettere in relazione una serie di fatti scientifici. Possiamo contare solo su alcuniindizi che sembrano puntare in questa direzione, ma non si riscontra unevidenza sperimentalepiena di tale realt.

    Daltra parte, si deve riconoscere con onest intellettuale che la teoria dellevoluzione si confronta conproblemi seri, tanto di natura scientifica (per esempio il fatto della stabilit delle specie, la lentezza olaccelerazione nellapparizione di nuove specie nel passato, ecc.), quanto di natura filosofica (si deve

    chiarire come possa accordarsi la teoria dellevoluzione con il principio di causalit, la regolarit dellanatura, la passivit della materia, la discontinuit tra linerte ed il vivente, o tra la materia e lo spirito,...). Allo stesso modo, si deve tener conto della variet di teorie evoluzionistiche (il trasformismodiLamarck, per adattamento allambiente; il darwinismo, che parla di evoluzione delle specie in virtdelle mutazioni casuali e la selezione naturale; la cosiddetta teoria sinteticao neodarwinismo, che allaselezione naturale aggiunge la teoria genetica; la teoria dellequilibrio punteggiato di Stephen J.Gould, ecc.). Ancora, si devono considerare i diversi contesti filosofici in cui si situa la teoriadellevoluzione (materialismo: concezione "spontanea", cieca, del meccanismo evolutivo, cf. C.Darwin, Stephen J. Gould, R. Dawkins; finalismo-spiritualismo, che ammette una causalit, un ordine,un o fine, ed anche lintervento diretto di Dio in alcuni passi).

    Infine, bisonga riconoscere gli argomenti che sembrano deporre a favore della teoria dellevoluzione:nella biologia, si pu constatare laffinit che esiste tra specie di uno stesso genere biologico ("alberotassonomico"); nella paleontologia, con lo studio dei fossili; nella geologia, con lo sviluppo dellastratigrafia e lo studio delle ere geologiche; nellecologia, con la relazione tra vita e medio ambiente(cfr. gli ecosistemi e la biodiversit geografica); nella genetica, con la trasmissione dei caratteriereditari attraverso i geni; nellembriologia, con la ontogenesi nei diversi stadi, che sembranoriprodurre il processo evolutivo; nellanatomia comparata, ecc. La teoria dellevoluzione ha datoimpulso agli scienziati impegnati nella ricerca e nellapprofondimento in tutti questi ambiti. Ma allostesso tempo, bisogna tener ben presenti i punti deboli della teoria dellevoluzione: mancano moltianelli nella catena evolutiva, praticamente non si conoscono i veri "meccanismi" dellevoluzione; laselezione naturale si dimostrata incapace di spiegare il processo evolutivo, e lo stesso si pu direrispetto al ricorso alla casualit.

    Tutte queste considerazioni ci invitano a seguire lesempio di prudenza e di equilibrio che ci offre ilSanto Padre, evitando il doppio pericolo che ci minaccia: da una parte quello di un giudizio affrettato,

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    dallaltra, quello di un atteggiamento perplesso, concordista o ambiguo12

    . Tale posizione prudente cieviter di incorrere in un nuovo caso Galileo, le cui gravi conseguenze sono facilmenteimmaginabili.

    Come conclusione, crediamo giustificato affermare che la questione dellevoluzionismo, dal punto divista della spiegazione naturale, rimane aperta, che conviene evitare di confondere i diversi piani cheessa coinvolge (quello scientifico, quello filosofico e quello religioso), e che non si deve temerelautentico progresso della scienza, poich in definitiva la verit non pu contraddire la verit.

    1Testo pubblicato in LOsservatore Romano, edizione quotidiana in lingua italiana, 24 ottobre 1996, p. 7. Iltesto ufficiale si trova inAAS89 (1997), pp. 186 ss.

    2Cf. Giovanni PaoloII, Lettera al P. Coyne, direttore della Specola Vaticanain occasione del terzo centenariodella pubblicazione del libro Philosophiae Naturalis Principia Mathematicadi Isaac Newton,1 giugno 1988; in

    LOsservatore Romano, edizione quotidiana in lingua italiana, 26 ottobre 1988, p. 7.

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    Per quanto riguarda l'aspetto puramente naturalistico della questione, gi il mio indimenticato predecessorepapa Pio XII richiamava l'attenzione del 1950, nella sua enciclica Humani Generis, sul fatto che il dibattito sulmodello esplicativo di evoluzionenon viene ostacolato dalla fede se questa discussione rimane nel contesto delmetodo naturalistico e delle sue possibilit [segue la citazione dellenciclica Humani Generis, che offriremonella nota successiva]. In base a queste considerazioni del mio predecessore, non creano ostacoli una fede retta-mente compresa nella creazione o un insegnamento rettamente inteso dell'evoluzione: l'evoluzione infatti

    presuppone la creazione; la creazione si pone nella luce dell'evoluzione come un avvenimento che si estende neltempo - come una creatio continua - in cui Dio diventa visibile agli occhi del credente come Creatore del cieloe della terra (Cf.Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII/1, pp. 1131-1132).

    4Siccome questo testo importante, e Giovanni Paolo II si riferir ad esso in quasi tutte le occasioni nelle qualitratter largomento dellevoluzione, lo citiamo a continuazione: il Magistero della Chiesa non proibisce che inconformit dell'attuale stato delle scienze e della teologia, sia oggetto di ricerche e di discussioni, da parte dei

    competenti in tutti e due i campi, la dottrina dell'evoluzionismo, in quanto cio essa fa ricerche sull'origine delcorpo umano, che proverrebbe da materia organica preesistente (la fede cattolica ci obbliga a ritenere che leanime sono state create immediatamente sia Dio). Per questo deve essere fatto in tale modo che le ragioni delledue opinioni, cio di quella favorevole e di quella contraria all'evoluzionismo, siano ponderate e giudicate con lanecessaria seriet, moderazione e misura e purch tutti siano pronti a sottostare al giudizio della Chiesa, allaquale Cristo ha affidato l'ufficio di interpretare autenticamente la Sacra Scrittura e di difendere i dogmi dellafede (PO XII,Humani Generis, 1950,DS3896; cf. E.DENZINGERP.HNERMANN,Enchiridion Symbolorum,ed. bilingue, EDB, Bologna 1995, n 3896; dora in poi citeremo questopera con le sigleDH).

    5Nel fare il commento ai primi versetti del Libro della Genesi, il Santo Padre afferma: Questo testo ha unaportata soprattutto religiosae teologica. Non si possono cercare in esso elementi significativi dal punto di vistadelle scienze naturali. Le ricerche sull'origine e sullo sviluppo delle singole specie in natura non trovano inquesta descrizione alcuna norma vincolante, n apporti positivi di interesse sostanziale. Anzi, con la verit

    circa la creazione del mondo visibile - cos come presentata nel Libro della Genesi- non contrasta, in linea diprincipio, la teoria dell'evoluzione naturale, quando la si intenda in modo da non escludere la causalit divina(cf.Insegnamenti di Giovanni Paolo II, IX/1, p.212; il corsivo appare nel testo diInsegamenti).

    6Il Santo Padre, dopo aver citato di nuovo il testo dellenciclicaHumani Generis(cf. supra, nota 4), conclude:Si pu dunque dire che, dal punto di vista della dottrina della fede, non si vedono difficolt nello spiegarel'origine dell'uomo, in quanto corpo, mediante l'ipotesi dell'evoluzionismo. Bisogna tuttavia aggiungere chel'ipotesi propone soltanto una probabilit, non una certezza scientifica. La dottrina della fede invece affermainvariabilmente che l'anima spirituale dell'uomo creata direttamente da Dio. E' cio possibile secondol'ipotesi accennata, che il corpo umano, seguendo l'ordine impresso dal Creatore nelle energie della vita, siastato gradatamente preparato nelle forme di esseri viventi antecedenti. L'anima umana, per, da cui dipende indefinitiva l'umanit dell'uomo, essendo spirituale, non pu essere emersa dalla materia (cf. Insegnamenti diGiovanni Paolo II, IX/1, p. 1041; il corsivo appare nel testo diInsegamenti).

    7 Cf. LEONE XIII, enciclica Providentissimus Deus (Leonis XIII Pont. Max. Acta, XIII, 1894, p. 361); nellastessa enciclica, Leone XIII afferma: La cognizione delle cose naturali sar un valido sussidio per il dottore di

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    sacra Scrittura, per scoprire pi facilmente e confutare anche siffatti cavilli addotti contro i Libri divini. Nessunavera contraddizione potr interporsi tra il teologo e lo studioso delle scienze naturali, finch luno e laltro simanterranno nei propri confini, guardandosi bene, secondo il monito di santAgostino di non asserire nullatemerariamente, n di presentare una cosa incerta come certa (cf. S. AUG., De Gen. ad litt. c.9, 30 [PL 34,233]) (cf. DH, n 3287; in questa edizione, nella versione italiana, c un errore, che abbiamo corretto, nella

    traduzione della citazione di s. Agostino). Si tratta qui di un principio fondamentale per questo tipo di questioni,che ha alle sue spalle una lunga tradizione (si potrebbe far risalire fino alla condanna della dottrina della doppiaverit degli averroisti; cf. DS 1441). Questo principio stato invocato con una certa frequenza nel Magisterorecente, come lo possono illustrare i testi seguenti: Ma anche se la fede sopra la ragione, non vi potr maiessere vera divergenza tra fede e ragione: poich lo stesso Dio, che rivela i misteri e comunica la fede, ha anchedeposto nello spirito umano il lume della ragione, questo Dio non potrebbe negare se stesso, n il verocontraddire il vero (Concilio Vaticano I: Dei Filius,DH3017); "(...) la ricerca metodica di ogni disciplina, se

    procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali non sar mai in reale contrasto con la fede,perch le realt profane e le realt della fede hanno origine dal medesimo Dio (Concilio Vaticano II: Gaudiumet Spes36,DH4336); cf. anche Catechismo della Chiesa cattolica,n 159, (cita il texto della Dei Filiuse dellaGS), e GIOVANNI PAOLO II, Discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze del 10 novembre 1979, cf.

    Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II/2, p.1118.

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    Cf. GIOVANNI PAOLO II,discorso alla Sessione Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, 31 ottobre1992,LOsservatore Romano, edizione quotidiana in lingua italiana, 1 novembre 1992, p.8.

    9 Cf. PONTIFICIA COMMISIONE BIBLICA, Linterpretazione della Bibbia nella Chiesa, Libreria EditriceVaticana, Citt del Vaticano 1993, "F. Lettura fondamentalista".

    10Tale il caso di P. Teilhard de Chardin, il quale affermava che levoluzione ha cessato da molto tempo diessere una ipotesi per diventare una condizione generale della conoscenza (una dimensione nuova) cuidebbono ormai soddisfare tutte le ipotesi (L'apparizione dell'uomo, Il Saggiatore 1979, p. 258); Una teoria, unsistema, unipotesi, lEvoluzione...? Assolutamente no: ma, molto pi di ci, una condizione generale alla qualedevono conformarsi e soddisfare ormai tutte le teorie, tutte le ipotesi, tutti i sistemi, se vogliono essere pensabilie veri (Il fenomeno umano, Queriniana 1995, p. 204).

    11Qui il Papa sembra faccia allusione di nuovo, fra altri, a Teilhard de Chardin, il quale affermava: lo spiritonon pi indipendente dalla materia, n opposto a essa, ma emerge da essa faticosamente sotto lattrazione diDio, per sintesi e centrazione [!] (L'avvenire dell'uomo, Il Saggiatore, 1972, p. 149); "la materia matrice delloSpirito; lo Spirito, stato superiore della Materia (Il cuore della materia, Queriniana, 1993, p. 27); "lo spiritoemerge sperimentalmente nel mondo solo da una materia sempre pi sintetizzata" (La mia fede, Queriniana,1993, p. 161).

    12In virt della missione che le propria, la Chiesa ha il dovere di essere attenta alle incidenze pastorali dellasua parola. Sia chiaro, anzitutto, che questa parola deve corrispondere alla verit. Ma si tratta di sapere come

    prendere in considerazione un dato scientifico nuovo quando esso sembra contraddire delle verit di fede. Ilgiudizio pastorale che richiedeva la teoria copernicana era difficile da esprimere nella misura in cui ilgeocentrismo sembrava far parte dell'insegnamento stesso della Scrittura. Sarebbe stato necessariocontemporaneamente vincere delle abitudini di pensiero ed inventare una pedagogia capace di illuminare il

    popolo di Dio. Diciamo, in maniera generale, che il pastore deve mostrarsi pronto ad un'autentica audacia,evitando il duplice scoglio dell'atteggiamento incerto e del giudizio affrettato, potendo l'uno e l'altro fare moltomale (GIOVANNI PAOLO II,discorso alla Sesione Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, 31 ottobre1992, cf.LOsservatore Romano, edizione quotidiana in lingua italiana, 1 novembre 1992, p.8).