dal territorio alla distribuzione

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UNIONE EUROPEA REGIONE MARCHE PSR MARCHE 2007-2013 DAL TERRITORIO ALLA DISTRIBUZIONE: PIU’ CONSUMI, PIU’ SALUTE, PIU’ VALORE. Molti avvenimenti in questi ultimi anni hanno modificato profondamente i rapporti fra la produzione agricola, la trasformazione industriale, la commercializzazione ed il consumo dei prodotti agroalimentari. Tra quelli più significativi possiamo citare senz’altro la riforma della Pac che, con l’introduzione dell’aiuto unico disaccoppiato alle aziende agricole, ha modificato profondamente, in diversi comparti, gli equilibri fra produzione e trasformazione. Anche l’apertura di nuovi e interessanti mercati in Asia e in America latina ha costretto il nostro sistema produttivo a riflettere in modo complessivo e non frammentario sulle capacità di collocare i propri prodotti, trovando e consolidando ulteriori sbocchi di mercato. Un terzo fatto significativo è rappresentato dalle ricorrenti emergenze sanitarie che si sono verificate nel tempo recente come: la mucca pazza e l’influenza aviaria che hanno indotto nei consumatori un’attenzione fortissima nella provenienza dei prodotti. Tutti questi avvenimenti, all’apparenza molto diversi fra loro, hanno in realtà un denominatore comune, un denominatore che oggi come non mai ha posto al centro dell’attenzione lo studio e l’attuazione di politiche mirate a rafforzare il legame fra tutti i soggetti coinvolti nel sistema agroalimentare a partire dal’agricoltore fino, in ultimo, al consumatore. Queste politiche, che potremmo definire di filiera, non hanno esclusivamente l’obiettivo di sviluppare i singoli settori migliorando l’efficienza delle aziende agricole o degli impianti di trasformazione o la vendita dei prodotti, esse cercano di dare un ulteriore valore aggiunto agli aiuti pubblici cercando di coinvolgere i vari attori attorno ad un progetto comune, un progetto che consenta di definire strategie condivise, accordi tra le parti, reciproche convenienze economiche. Sotto la definizione di politiche di filiera si possono quindi comprendere varie azioni, di respiro internazionale o locale, che possono andare da accordi di conferimento a investimenti comuni e ad azioni di commercializzazione e altro ancora. In questo contesto il progetto “ Filiera corta” assume un particolare significato perché intende attivare un processo virtuoso finalizzato alla valorizzazione delle produzioni locali tipiche e di qualità. La filiera corta. La filiera corta o circuito breve è un progetto che intende promuovere e sostenere quell’insieme di attività che prevedono un rapporto più diretto tra produttori

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Opuscolo: Dal territorio alla distribuzione, più consumi, più salute, più valore

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                      UNIONE EUROPEA REGIONE MARCHE PSR MARCHE 2007-2013

 

DAL TERRITORIO ALLA DISTRIBUZIONE: PIU’ CONSUMI, PIU’ SALUTE, 

PIU’ VALORE. 

 

Molti avvenimenti in questi ultimi anni hanno modificato profondamente i rapporti 

fra la produzione agricola, la trasformazione industriale, la commercializzazione ed 

il consumo dei prodotti agroalimentari.  

 Tra quelli più significativi possiamo citare senz’altro la riforma della Pac che, con 

l’introduzione dell’aiuto unico disaccoppiato  alle  aziende  agricole, ha modificato 

profondamente, in diversi comparti, gli equilibri fra produzione e trasformazione. 

Anche  l’apertura  di  nuovi  e  interessanti mercati  in Asia  e  in America  latina  ha 

costretto  il  nostro  sistema  produttivo  a  riflettere  in  modo  complessivo  e  non 

frammentario sulle capacità di collocare i propri prodotti, trovando e consolidando 

ulteriori sbocchi di mercato. 

Un terzo fatto significativo è rappresentato dalle ricorrenti emergenze sanitarie che 

si sono verificate nel tempo recente come: la mucca pazza e l’influenza aviaria che  

hanno  indotto  nei  consumatori  un’attenzione  fortissima  nella  provenienza  dei 

prodotti. 

Tutti questi avvenimenti, all’apparenza molto diversi  fra  loro, hanno  in  realtà un 

denominatore comune, un denominatore che oggi come non mai ha posto al centro 

dell’attenzione lo studio e l’attuazione di politiche mirate a rafforzare il legame fra 

tutti i soggetti coinvolti nel sistema agroalimentare a partire dal’agricoltore fino, in 

ultimo, al consumatore. 

Queste  politiche,  che  potremmo  definire  di  filiera,  non  hanno  esclusivamente 

l’obiettivo  di  sviluppare  i  singoli  settori  migliorando  l’efficienza  delle  aziende 

agricole o degli impianti di trasformazione o la vendita dei prodotti, esse cercano di 

dare un ulteriore valore aggiunto agli aiuti pubblici cercando di coinvolgere i vari 

attori attorno ad un progetto comune, un progetto che consenta di definire strategie 

condivise, accordi tra le parti, reciproche convenienze economiche. 

Sotto  la  definizione  di  politiche  di  filiera  si  possono  quindi  comprendere  varie 

azioni,  di  respiro  internazionale  o  locale,  che  possono  andare  da  accordi  di 

conferimento  a  investimenti  comuni  e  ad  azioni  di  commercializzazione  e  altro 

ancora. 

In  questo  contesto  il  progetto  “  Filiera  corta”  assume  un  particolare  significato 

perché  intende  attivare un processo virtuoso  finalizzato  alla valorizzazione delle 

produzioni locali tipiche e di qualità. 

       

La filiera corta. 

La filiera corta o circuito breve è un progetto che  intende promuovere e sostenere 

quell’insieme  di  attività  che  prevedono  un  rapporto  più  diretto  tra  produttori 

agricoli  e  consumatori  e  fa  si  che  il  valore  aggiunto  creato  sia  più  equamente 

ripartito fra vari soggetti che compongono la filiera. 

Le attività promosse dalla filiera corta possono inserirsi in vari contesti come quello 

della  vendita  diretta  nell’ambito  di mercati  all’aperto  o  in  locali  appositamente 

attrezzati, accordi fra produttori e commercianti, ristoratori, albergatori o gruppi di 

acquisto  o  cooperative  di  consumo.  Possono  infine  svilupparsi  progetti  che 

facilitino nuove forme di rapporti commerciali basate, ad esempio, sul commercio 

elettronico. 

Un  altro  obiettivo  fondamentale  della  filiera  corta  è  quello  di  avvicinare  il 

consumatore in modo consapevole ai prodotti del suo territorio: gli alimenti “ a Km 

zero” cioè prodotti locali che vengono venduti e somministrati nelle vicinanze del 

luogo di produzione. In questo modo di crea un rapporto più stretto dei produttori 

con  i  consumatori più  attenti  e  sensibili  consentendo,  contemporaneamente, una 

migliore conoscenza dei prodotti acquistati   e di chi li produce. 

Partendo  dalla  considerazione  che  c’è  sempre  una maggiore  attenzione  verso  i 

prodotti  locali  perché  ad  essi  sono  associate  maggiori  garanzie  di  qualità  e 

sicurezza  e  che  i  dati  statistici  confermano  che  il  prodotto  alimentare  fresco 

rappresenta  di  gran  lunga  la  principale  voce  di  acquisto  delle  famiglie  italiane, 

Coldiretti  tramite Campagna Amica promuove  e  favorisce  lo  sviluppo di  questo 

tipo di vendita tramite la filiera corta. 

 

Risultati attesi dalla filiera corta  

Il  progetto  “  Filiera  Corta”si  propone  di  raggiungere  alcuni  principali  obiettivi 

strategici, che si possono riassumere nei seguenti concetti: 

Riconoscere agli agricoltori un valore equo alle loro produzioni ed allo stesso tempo creare i presupposti per un prezzo finale dei prodotti il più favorevoli 

possibile per i consumatori, 

Aumentare le sinergie e le opportunità di offerta di prodotti locali e di qualità 

sia nel commercio che nella ristorazione e nel turismo rurale, 

Favorire  la  conoscenza  dei  prodotti  locali  e  le  loro  caratteristiche  presso sempre più ampie fasce di consumatori, quali: 

‐i prodotti tipici comunemente indicati come prodotti Dop o Igp, 

‐i prodotti da agricoltura biologica, quei prodotti ottenuti senza l’impiego di 

prodotti di sintesi e secondo regole stabilite da normative europee, 

‐i  prodotti  da  agricoltura  integrata,  quei  prodotti  ottenuti  con  tecniche 

codificate  con  ridotto uso di prodotti di  sintesi  e  tecniche  a  basso  impatto 

ambientale, 

           ‐  i  prodotti  tradizionali,  quei  prodotti  definiti  come  “  quei  prodotti  le  cui 

metodiche di  lavorazione,  conservazione  e  stagionatura  risultano  consolidate nel 

tempo, praticate sul territorio in maniera omogenea e secondo regole tradizionali. 

Favorire  il  consumo  in  zona delle produzioni  locali,  anche  con  lo  scopo di 

ridurre l’impatto ambientale dei trasporti e migliorare il consumo stagionale 

dei prodotti. Il consumo in zona delle produzioni locali deve avere anche un 

significato  culturale  perché  è  indubbio  che  in  una  politica  complessiva  di 

sviluppo  che  esalta  le  tradizioni  e  le  risorse  storiche  e paesaggistiche delle 

Marche, anche il cibo deve dare il suo contributo alla percezione dell’identità 

locale, 

Aumentare  il  flusso  di  turismo  “  alimentare”  verso  le  zone  rurali  e  i  loro 

mercati  e  punti  vendita  incentivando  tutte  le  attività  degli  altri  settori 

produttivi presenti, 

Favorire il mantenimento di produzioni localmente importanti specialmente 

nei territori più marginali quali possibili fattori di attrazione, 

Favorire intese commerciali di filiera fra tutti i soggetti interessati. 

 

Gli alimenti a Km zero 

 Gli alimenti a Km zero, definiti anche con il termine più tecnico “ a filiera corta”, 

sono prodotti locali che vengono venduti o somministrati nelle vicinanze del luogo 

di  produzione. Questi  alimenti  hanno  per  lo  più  un  prezzo  contenuto  dovuto  a 

ridotti costi di trasporto e di distribuzione, all’assenza di intermediari commerciali, 

ma  anche  a  un  equo  ricarico  del  venditore  che  spesso  è  lo  stesso  agricoltore  o 

allevatore. 

Gli alimenti “ a Km zero”, oltre a provenire da una specifica zona di produzione, 

offrono maggiori garanzie di freschezza e genuinità proprio per l’assenza, o quasi, 

di trasporto e di passaggio. 

Inoltre con questa scelta di consumo, si valorizza la produzione locale e si recupera 

il  legame  con  le  proprie  origini,  esaltando  nel  contempo  gusti  e  sapori  tipici, 

tradizioni gastronomiche e produzioni locali.  La filiera corta punta a stabilire una 

relazione diretta  fra chi produce e chi  consuma e questo può essere  raggiunto  in 

modi  diversi:  ad  esempio  consumatori  singoli  od  organizzati  nei  cosiddetti  “ 

gruppi  di  acquisto”  si  rivolgono  direttamente  all’agricoltore  e  al’allevatore,  per 

acquistare  i  loro prodotti. Gli stesi produttori possono “ aprire”  la  loro azienda ai 

consumatori  come  anche  organizzare  dei  mercati  locali,  i  cosiddetti  “  farmers 

markets”. 

Acquistare alimenti “ a  filiera corta” è ormai abbastanza diffuso, soprattutto nelle 

zone  a  forte  produzione  agricola  e  per  particolari  prodotti,  tra  cui  sicuramente 

frutta e verdura. Infatti i prodotti vegetali locali, raccolti al momento giusto e subito 

messi in commercio, garantiscono una maggior freschezza e migliori caratteristiche 

organolettiche, grazie al breve tempo di trasporto.       In questo modo inoltre viene 

valorizzato  il  consumo  dei  prodotti  stagionali  recuperando  così  il  legame  con  il 

ciclo della natura e con la produzione agricola.  

 

Cos’è la filiera 

Il  termine  filiera  indica  tutto  il percorso  che  compie un particolare prodotto per 

arrivare  al  consumatore:  dal  campo  alla  tavola  appunto.  Questo  percorso,però, 

deve  essere  sempre  più  rispettoso  dell’ambiente.  Un’agricoltura  che  utilizza  in 

modo  indiscriminato prodotti chimici di sintesi per aumentare  la produttività del 

terreno,  per  uccidere  gli  insetti  e  per  eliminare  le  erbe  infestanti,  con  il  tempo 

diventa  fortemente dannosa per  l’ambiente. Per  fortuna,  il mondo  agricolo  si  sta 

indirizzando,  sempre  più,  verso  un’agricoltura  sostenibile  o  meglio  ancora 

ecosostenibile, che punta anche alla qualità del prodotto, oltre che alla quantità, per 

soddisfare l’esigenze di un consumatore sempre più sensibile alla conservazione e 

al  rispetto  dell’ambiente.  Certamente  le  abitudine  di  vita  e  le  scelte  alimentari 

hanno  grande  influenza  e  possono  produrre  gravi  ripercussioni  sull’ambiente: 

scegliere  prodotti  locali  a  “  filiera  corta”, meglio  se  biologici  o  a  lotta  integrata, 

contribuisce a rispettare  l’ambiente. Infatti, sia a livello europeo che nazionale, nel 

mondo agricolo, si da sempre più importanza alla verifica al controllo della filiera 

alimentare: infatti, per una maggiore sicurezza e qualità, non si considera più solo il 

prodotto alimentare pronto per il consumo, ma l’intero processo alimentare. 

 

La salute dalla frutta e dalla verdura. 

Come  scegliere  frutta  e  verdura  e  come  conservarle  per mantenere  al meglio  le 

caratteristiche nutrizionali e organolettiche. Frutta e verdura sono particolarmente 

importanti  per  una  sana  alimentazione,  tanto  che  le  raccomandazioni  dei 

nutrizionisti  suggeriscono  di  assumere  giornalmente  almeno  cinque  porzioni  tra 

frutta e verdura, meglio se di colori diversi nei diversi pasti, dalla prima colazione, 

agli spuntini e alle merende, oltre che ovviamente a pranzo e a cena.  

Verdura  e  frutta  soddisfano  importanti  esigenze  del  nostro  organismo  e 

contribuiscono  a  riparare  i danni derivanti da  cattive  abitudini  alimentari grazie  

anche  alla  presenza di  sostanze  particolari,  tra  cui  gli  antiossidanti. Questi  sono 

ritenuti molto importanti per la protezione da neoplasie e malattie cardiovascolari, 

in quanto contrastano  la  formazione di  radicali  liberi, sostanze chimiche prodotte 

dal nostro  corpo  che,  in determinate  condizioni,  causano dei mutamenti a  livello 

cellulare. Non  sono  tuttavia  le  singole  sostanze  presenti  in  frutta  e  verdura  ad 

esercitare  questa  protezione,  come  dimostrano molti  studi  sui  fattori  di  rischio 

oncologico, che rivelano in più del 90% dei casi che l’efficacia protettiva di frutta e 

verdura, non e la medesima di una eventuale integrazione anche se viene eseguita 

con  pillole  contenenti  le  stesse  sostanze.  Frutta  e  verdura,  oltre  ai  fitonutrienti, 

hanno  una  presenza  rilevante  di  vitamine C, A,  B1,  B2  e  di  sali minerali  come: 

calcio,  fosforo,  ferro,  rame  e di molta  fibra  alimentare;  contengono molta  acqua, 

zuccheri  in  quantità  variabile,  poche  proteine    e  quasi  nessun  tipo  di  grassi.  

Consumare  frutta  e  verdura  in  abbondanza  inoltre  aiuta  a  tener  sotto  controllo 

l’eventuale  soprappeso  grazie  al  loro  scarso  apporto  calorico  e  all’elevato potere 

saziante.  

Comunque,  è  sempre preferibile  consumare  i prodotti  ortofrutticoli  secondo una 

logica  “  stagionale”,  imparando  a  scegliere  i  prodotti  di  provenienza  locale  o 

almeno  nazionale,  in  quanto  più  tempo  passa  tra  la  raccolta  dei  vegetali  e  il 

momento del consumo più diminuisce la quantità di micronutrienti, soprattutto di 

vitamine. 

 

Una sana alimentazione 

Una sana alimentazione contribuisce a prevenire malattie cronico‐degeneratrive ed 

obesità, particolarmente diffuse  in una società  industrializzata come  la nostra, e a 

migliorare la qualità di vita di ognuno. Una sana alimentazione contribuisce a stare 

in  salute:  se durante  il periodo della  crescita  è  fondamentale per  consentire uno 

sviluppo  armonico  e  regolare,  nell’adulto  diventa  un  fattore  di  prevenzione  per 

molte malattie  degenerative  della  nostra  epoca,  quali  aterosclerosi,  ipertensione, 

diabete, molti tipi di tumore, senza dimenticare l’obesità che si può considerare una 

vera  e propria malattia  che può  condizionare  anche  le  relazioni  con gli  altri. Un 

modello  di  comportamento  alimentare  che  garantisce  una  buona  alimentazione, 

protegge la salute ed è in sintonia con le nostre tradizioni alimentari, è sicuramente 

la “ dieta mediterranea”, accompagnata da corretti stili di vita come l’attività fisica, 

piacere della  tavola,  benessere  non  solo  fisico ma  anche psichico,  astensione dal 

fumo. Diversi studi hanno infatti dimostrato l’efficacia della dieta mediterranea nel 

prevenire  l’insorgenza  di  patologie  cardiovascolari,  non  tanto  per  i  singoli 

nutrienti, ma per  l’insieme degli alimenti  in essa presenti e più  in generale dello 

stile di vita. Il valore protettivo e preventivo è dato  infatti da  tutti questi prodotti 

che  vengono  scelti  secondo  quantità  e  frequenze  diverse,  come  indicato  nella 

cosiddetta piramide alimentare. La  forma a piramide  rappresenta graficamente  le 

proporzioni  di  consumo  giornaliere  dei  diversi  alimenti,  suddivisi  in  gruppi,  in 

base alle  loro caratteristiche nutrizionali. Gli alimenti che dobbiamo consumare  in 

maggior quantità sono rappresentati  alla base e, man mano che si sale, troviamo gli 

alimenti di cui moderare  il consumo. Nella dieta mediterranea si ha un consumo 

abbondante di vegetali,  quali:  frutta, verdura,  cereali  integrali,noci  e  legumi, poi 

olio di oliva extravergine come unica fonte di grassi, pesce e pollame consumati in 

quantità madio‐bassa, basso consumo di carne rossa, di salumi e alimenti dolci. 

 

Orti e frutteti       

Orti e frutteti sono diffusi dovunque: nelle zone di collina e di montagna, come in 

pianura,  fanno  parte  di  un  sistema  agricolo  in  cui  sostenibilità  e  produttività 

devono  coesistere  per  una  migliore  salvaguardia  ambientale.  L’agricoltura  è 

un’attività fondamentale per l’economia di un Paese: anche in Italia, come nel resto 

d’Europa, molta parte della superficie è ancora destinata alla produzione agricola. 

L’attività  agricola,  anche  se  ormai  meccanizzata,  dipende  molto  dalle  risorse 

naturali e dall’ambiente; per questo diventa sempre più importante salvaguardare 

gli  ambienti  attraverso  una  gestione  sostenibile  del  territorio  e  delle  ricchezze 

naturali  con  l’adozione  di  pratiche  colturali  a  basso  impatto  ambientale. 

L’agricoltura  viene definita  attività primaria  in  quanto  fornisce prodotti di  base, 

come:  frutta,  verdura,  legumi,  cereali,  che  possono  essere  commercializzati  così 

come vengono  raccolti oppure essere utilizzati come materie prime destinate alla 

trasformazione per produrre altri alimenti. La frutta viene coltivata per la maggior 

parte nelle regioni del nord‐est ( Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, trentino Alto 

Adige) e in Campania e Puglia, tranne ovviamente gli agrumi che si trovano nelle 

regioni del sud per il clima ideale, così come l’uva da tavola e i fichi. Per le verdure, 

invece, le differenze territoriali sono meno significative, anche perché molto spesso 

la produzione avviene  in serra, pur esistendo  in quasi tutte le regioni italiane una 

buona produzione orticola.  E’ importante ricordare che sul mercato si trovano sia  

frutta che verdura con il marchio di specificità ( IGP o DOP) che tutela e valorizza 

quella determinata produzione, tipica di un certo territorio e ottenuta da tecniche di 

lavorazione legate alla tradizione e alla storia stessa del prodotto. 

 

La frutta di stagione       

Il  ritmo di vita di  frutta  e verdura nelle diverse  stagioni  corrisponde meglio alle 

esigenze dell’organismo umano in quel particolare periodo dell’anno. La varietà in 

natura  è,  dunque,  un  dono  prezioso  anche  per  l’uomo.  La  vita  delle  piante  nei 

frutteti e negli orti è scandita dal susseguirsi delle stagioni: ogni periodo dell’anno è 

tipico per particolari prodotti vegetali che in quella stagione presentano le migliori 

caratteristiche, anche dal punto di vista nutritivo. Inoltre sembra che il ritmo delle 

stagioni  corrisponda  meglio  alle  esigenze  dell’organismo  in  quel  particolare 

periodo dell’anno.  

Una volta il legame dell’uomo con la natura era molto stretto e anche la scelta del 

cibo  dipendeva  da  essa:  arance  d’inverno  e  pesche  d’estate,  non  era  possibile 

diversamente. Oggi  non  è  più  così:  è  ormai  un’abitudine  acquistare  in  qualsiasi 

stagione dell’anno  la maggior  parte di  frutta  e  verdura,  salvo  eccezioni  come  le 

angurie  e  le  castagne.  Le  ragioni  di  questa  disponibilità  sono  diverse:  dalla 

coltivazioni in serra, che protegge le produzioni agricole, alla facilità dei trasporti, 

che favorisce gli scambi commerciali con Paesi dalle condizioni climatiche diverse e 

quindi un produzione “ fuori stagione” per l’Italia.     

 

Perché scegliere prodotti a Km zero. 

Le ragioni per acquistare prodotti a Km zero si possono riassumere così: 

Un  prodotto  di  stagione  e  del  territorio  costa  mediamente  meno  di  uno 

proveniente da paesi lontani ed la convenienza economica è per il produttore 

che  per  il  consumatore  nel  caso  in  cui  la  declinazione  del Km  zero  sia  la 

vendita diretta; 

Le confezioni che assemblano prodotti che provengono da tutto il mondo con 

diversi regimi di controlli, con condizioni ambientali e sistemi di coltivazione 

diversi  rappresentano  a  volte un  rischio maggiore per  la  salute, mentre  le 

caratteristiche  organolettiche  sono  mantenute  integre  in  prodotti  colti  a 

maturazione e venduti e consumati nel giro di poco tempo; 

Un cibo che dal campo percorre pochi chilometri per arrivare alla tavola non 

è responsabile della produzione di alti quantitativi di inquinanti; 

Acquistare i prodotti direttamente dai contadini significa riscoprire il valore 

della  stagionalità,  valorizzare  le  differenze  biologiche  e  recuperare  molte 

ricette tipiche cadute in disuso. 

E’ necessario che si  riabitui al consumo dei prodotti della nostra terra e di stagione, 

non subire passivamente le abitudini proposte dalle grandi catene di distribuzione, 

leggere  attentamente  la  provenienza  dei  prodotti,  preferire  quando  è  possibile 

l’acquisto  diretto  dal  produttore.  Dal  produttore  al  consumatore  la  distanza  è 

uguale a “ zero”.       

 

 

Conclusione 

Il benefico regime alimentare della dieta mediterranea, composto prevalentemente 

da alimenti di origine vegetale,  come  cereali,  frutta  e verdura,  legumi, ma anche 

latticini  e pesce  ed  in misura più moderata  carni, ha un profondo  legame  con  la 

stagionalità  e  la  freschezza  dei  prodotti.    La  cosa  assolutamente  positiva  è  che 

tramite  la  dieta mediterranea  si  riesca  a  coniugare modernità  e  tradizione,  con 

risposte culturali ed imprenditoriali che vengono dalla parte più viva della società: 

giovani e donne imprenditrici. La ripresa economica passa tramite l’agroalimentare 

in quanto coinvolge: l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente. L’obiettivo è quello 

di far capire sia a noi stessi che al resto del mondo che la dieta mediterranea italiana 

è  in assoluto  il  regime più  indicato per nutrirsi  in maniera  sana, per prevenire  e 

combattere malattie  importanti,  per mangiare  bene  senza  rinunciare  al  gusto  e, 

infine,  ma  non  meno  importante,  per  raggiungere  la  sospirata  sostenibilità 

ambientale. 

Una volta raggiunto tale obiettivo, i risultati potrebbero essere: 

Incrementare  la  domanda  commerciale  dei  nostri  prodotti  naturali( 

ortaggi,cereali,  legumi,  frutta e pesce) e dei  loro derivati( olio, vino, pasta, 

pane latticini); 

Aumentare  l’interesse  per  la  nostra  cucina  con  la  conseguente  voglia  e 

necessità di degustarne la bontà e impararne i segreti; 

Ottenere  un  conseguente  e  benefico  incremento  del  turismo  agro‐eno‐

gastronomico; 

L’Italia  si  distinguerebbe  per  aver  realizzato  e messo  in  pratica  un  ottimo 

esempio di agricoltura e di regime alimentare sostenibili; 

Realizzare  tutti  i  punti  precedenti  porterebbe  ad  una  crescita 

dell’occupazione e, cosa più  importante, alla agognata possibilità di offrire 

un lavoro ai giovani. 

Intanto,  nuovi  studi  confermano  l’importanza  di  un  regime  alimentare 

naturalmente meno  ricco di calorie, come appunto con  la dieta mediterranea, del 

30%    che  garantirebbe  l’attivazione  di  certe  molecole,  che  sono  in  grado  di 

rallentare  il  processo  di  invecchiamento  e  favorirebbero  le  fisiologiche  funzioni 

cerebrali. 

 

   Piano di sviluppo rurale 2007-2013 Misura: 1.1.1. Azione nel campo della formazione professionale e dell’informazione.

Sottomisura: b) Attività informativa nel settore agricolo forestale con la partecipazione comunitaria-

Domanda n. 4592/2010