dal territorio alla distribuzione
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Opuscolo: Dal territorio alla distribuzione, più consumi, più salute, più valoreTRANSCRIPT
UNIONE EUROPEA REGIONE MARCHE PSR MARCHE 2007-2013
DAL TERRITORIO ALLA DISTRIBUZIONE: PIU’ CONSUMI, PIU’ SALUTE,
PIU’ VALORE.
Molti avvenimenti in questi ultimi anni hanno modificato profondamente i rapporti
fra la produzione agricola, la trasformazione industriale, la commercializzazione ed
il consumo dei prodotti agroalimentari.
Tra quelli più significativi possiamo citare senz’altro la riforma della Pac che, con
l’introduzione dell’aiuto unico disaccoppiato alle aziende agricole, ha modificato
profondamente, in diversi comparti, gli equilibri fra produzione e trasformazione.
Anche l’apertura di nuovi e interessanti mercati in Asia e in America latina ha
costretto il nostro sistema produttivo a riflettere in modo complessivo e non
frammentario sulle capacità di collocare i propri prodotti, trovando e consolidando
ulteriori sbocchi di mercato.
Un terzo fatto significativo è rappresentato dalle ricorrenti emergenze sanitarie che
si sono verificate nel tempo recente come: la mucca pazza e l’influenza aviaria che
hanno indotto nei consumatori un’attenzione fortissima nella provenienza dei
prodotti.
Tutti questi avvenimenti, all’apparenza molto diversi fra loro, hanno in realtà un
denominatore comune, un denominatore che oggi come non mai ha posto al centro
dell’attenzione lo studio e l’attuazione di politiche mirate a rafforzare il legame fra
tutti i soggetti coinvolti nel sistema agroalimentare a partire dal’agricoltore fino, in
ultimo, al consumatore.
Queste politiche, che potremmo definire di filiera, non hanno esclusivamente
l’obiettivo di sviluppare i singoli settori migliorando l’efficienza delle aziende
agricole o degli impianti di trasformazione o la vendita dei prodotti, esse cercano di
dare un ulteriore valore aggiunto agli aiuti pubblici cercando di coinvolgere i vari
attori attorno ad un progetto comune, un progetto che consenta di definire strategie
condivise, accordi tra le parti, reciproche convenienze economiche.
Sotto la definizione di politiche di filiera si possono quindi comprendere varie
azioni, di respiro internazionale o locale, che possono andare da accordi di
conferimento a investimenti comuni e ad azioni di commercializzazione e altro
ancora.
In questo contesto il progetto “ Filiera corta” assume un particolare significato
perché intende attivare un processo virtuoso finalizzato alla valorizzazione delle
produzioni locali tipiche e di qualità.
La filiera corta.
La filiera corta o circuito breve è un progetto che intende promuovere e sostenere
quell’insieme di attività che prevedono un rapporto più diretto tra produttori
agricoli e consumatori e fa si che il valore aggiunto creato sia più equamente
ripartito fra vari soggetti che compongono la filiera.
Le attività promosse dalla filiera corta possono inserirsi in vari contesti come quello
della vendita diretta nell’ambito di mercati all’aperto o in locali appositamente
attrezzati, accordi fra produttori e commercianti, ristoratori, albergatori o gruppi di
acquisto o cooperative di consumo. Possono infine svilupparsi progetti che
facilitino nuove forme di rapporti commerciali basate, ad esempio, sul commercio
elettronico.
Un altro obiettivo fondamentale della filiera corta è quello di avvicinare il
consumatore in modo consapevole ai prodotti del suo territorio: gli alimenti “ a Km
zero” cioè prodotti locali che vengono venduti e somministrati nelle vicinanze del
luogo di produzione. In questo modo di crea un rapporto più stretto dei produttori
con i consumatori più attenti e sensibili consentendo, contemporaneamente, una
migliore conoscenza dei prodotti acquistati e di chi li produce.
Partendo dalla considerazione che c’è sempre una maggiore attenzione verso i
prodotti locali perché ad essi sono associate maggiori garanzie di qualità e
sicurezza e che i dati statistici confermano che il prodotto alimentare fresco
rappresenta di gran lunga la principale voce di acquisto delle famiglie italiane,
Coldiretti tramite Campagna Amica promuove e favorisce lo sviluppo di questo
tipo di vendita tramite la filiera corta.
Risultati attesi dalla filiera corta
Il progetto “ Filiera Corta”si propone di raggiungere alcuni principali obiettivi
strategici, che si possono riassumere nei seguenti concetti:
Riconoscere agli agricoltori un valore equo alle loro produzioni ed allo stesso tempo creare i presupposti per un prezzo finale dei prodotti il più favorevoli
possibile per i consumatori,
Aumentare le sinergie e le opportunità di offerta di prodotti locali e di qualità
sia nel commercio che nella ristorazione e nel turismo rurale,
Favorire la conoscenza dei prodotti locali e le loro caratteristiche presso sempre più ampie fasce di consumatori, quali:
‐i prodotti tipici comunemente indicati come prodotti Dop o Igp,
‐i prodotti da agricoltura biologica, quei prodotti ottenuti senza l’impiego di
prodotti di sintesi e secondo regole stabilite da normative europee,
‐i prodotti da agricoltura integrata, quei prodotti ottenuti con tecniche
codificate con ridotto uso di prodotti di sintesi e tecniche a basso impatto
ambientale,
‐ i prodotti tradizionali, quei prodotti definiti come “ quei prodotti le cui
metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultano consolidate nel
tempo, praticate sul territorio in maniera omogenea e secondo regole tradizionali.
Favorire il consumo in zona delle produzioni locali, anche con lo scopo di
ridurre l’impatto ambientale dei trasporti e migliorare il consumo stagionale
dei prodotti. Il consumo in zona delle produzioni locali deve avere anche un
significato culturale perché è indubbio che in una politica complessiva di
sviluppo che esalta le tradizioni e le risorse storiche e paesaggistiche delle
Marche, anche il cibo deve dare il suo contributo alla percezione dell’identità
locale,
Aumentare il flusso di turismo “ alimentare” verso le zone rurali e i loro
mercati e punti vendita incentivando tutte le attività degli altri settori
produttivi presenti,
Favorire il mantenimento di produzioni localmente importanti specialmente
nei territori più marginali quali possibili fattori di attrazione,
Favorire intese commerciali di filiera fra tutti i soggetti interessati.
Gli alimenti a Km zero
Gli alimenti a Km zero, definiti anche con il termine più tecnico “ a filiera corta”,
sono prodotti locali che vengono venduti o somministrati nelle vicinanze del luogo
di produzione. Questi alimenti hanno per lo più un prezzo contenuto dovuto a
ridotti costi di trasporto e di distribuzione, all’assenza di intermediari commerciali,
ma anche a un equo ricarico del venditore che spesso è lo stesso agricoltore o
allevatore.
Gli alimenti “ a Km zero”, oltre a provenire da una specifica zona di produzione,
offrono maggiori garanzie di freschezza e genuinità proprio per l’assenza, o quasi,
di trasporto e di passaggio.
Inoltre con questa scelta di consumo, si valorizza la produzione locale e si recupera
il legame con le proprie origini, esaltando nel contempo gusti e sapori tipici,
tradizioni gastronomiche e produzioni locali. La filiera corta punta a stabilire una
relazione diretta fra chi produce e chi consuma e questo può essere raggiunto in
modi diversi: ad esempio consumatori singoli od organizzati nei cosiddetti “
gruppi di acquisto” si rivolgono direttamente all’agricoltore e al’allevatore, per
acquistare i loro prodotti. Gli stesi produttori possono “ aprire” la loro azienda ai
consumatori come anche organizzare dei mercati locali, i cosiddetti “ farmers
markets”.
Acquistare alimenti “ a filiera corta” è ormai abbastanza diffuso, soprattutto nelle
zone a forte produzione agricola e per particolari prodotti, tra cui sicuramente
frutta e verdura. Infatti i prodotti vegetali locali, raccolti al momento giusto e subito
messi in commercio, garantiscono una maggior freschezza e migliori caratteristiche
organolettiche, grazie al breve tempo di trasporto. In questo modo inoltre viene
valorizzato il consumo dei prodotti stagionali recuperando così il legame con il
ciclo della natura e con la produzione agricola.
Cos’è la filiera
Il termine filiera indica tutto il percorso che compie un particolare prodotto per
arrivare al consumatore: dal campo alla tavola appunto. Questo percorso,però,
deve essere sempre più rispettoso dell’ambiente. Un’agricoltura che utilizza in
modo indiscriminato prodotti chimici di sintesi per aumentare la produttività del
terreno, per uccidere gli insetti e per eliminare le erbe infestanti, con il tempo
diventa fortemente dannosa per l’ambiente. Per fortuna, il mondo agricolo si sta
indirizzando, sempre più, verso un’agricoltura sostenibile o meglio ancora
ecosostenibile, che punta anche alla qualità del prodotto, oltre che alla quantità, per
soddisfare l’esigenze di un consumatore sempre più sensibile alla conservazione e
al rispetto dell’ambiente. Certamente le abitudine di vita e le scelte alimentari
hanno grande influenza e possono produrre gravi ripercussioni sull’ambiente:
scegliere prodotti locali a “ filiera corta”, meglio se biologici o a lotta integrata,
contribuisce a rispettare l’ambiente. Infatti, sia a livello europeo che nazionale, nel
mondo agricolo, si da sempre più importanza alla verifica al controllo della filiera
alimentare: infatti, per una maggiore sicurezza e qualità, non si considera più solo il
prodotto alimentare pronto per il consumo, ma l’intero processo alimentare.
La salute dalla frutta e dalla verdura.
Come scegliere frutta e verdura e come conservarle per mantenere al meglio le
caratteristiche nutrizionali e organolettiche. Frutta e verdura sono particolarmente
importanti per una sana alimentazione, tanto che le raccomandazioni dei
nutrizionisti suggeriscono di assumere giornalmente almeno cinque porzioni tra
frutta e verdura, meglio se di colori diversi nei diversi pasti, dalla prima colazione,
agli spuntini e alle merende, oltre che ovviamente a pranzo e a cena.
Verdura e frutta soddisfano importanti esigenze del nostro organismo e
contribuiscono a riparare i danni derivanti da cattive abitudini alimentari grazie
anche alla presenza di sostanze particolari, tra cui gli antiossidanti. Questi sono
ritenuti molto importanti per la protezione da neoplasie e malattie cardiovascolari,
in quanto contrastano la formazione di radicali liberi, sostanze chimiche prodotte
dal nostro corpo che, in determinate condizioni, causano dei mutamenti a livello
cellulare. Non sono tuttavia le singole sostanze presenti in frutta e verdura ad
esercitare questa protezione, come dimostrano molti studi sui fattori di rischio
oncologico, che rivelano in più del 90% dei casi che l’efficacia protettiva di frutta e
verdura, non e la medesima di una eventuale integrazione anche se viene eseguita
con pillole contenenti le stesse sostanze. Frutta e verdura, oltre ai fitonutrienti,
hanno una presenza rilevante di vitamine C, A, B1, B2 e di sali minerali come:
calcio, fosforo, ferro, rame e di molta fibra alimentare; contengono molta acqua,
zuccheri in quantità variabile, poche proteine e quasi nessun tipo di grassi.
Consumare frutta e verdura in abbondanza inoltre aiuta a tener sotto controllo
l’eventuale soprappeso grazie al loro scarso apporto calorico e all’elevato potere
saziante.
Comunque, è sempre preferibile consumare i prodotti ortofrutticoli secondo una
logica “ stagionale”, imparando a scegliere i prodotti di provenienza locale o
almeno nazionale, in quanto più tempo passa tra la raccolta dei vegetali e il
momento del consumo più diminuisce la quantità di micronutrienti, soprattutto di
vitamine.
Una sana alimentazione
Una sana alimentazione contribuisce a prevenire malattie cronico‐degeneratrive ed
obesità, particolarmente diffuse in una società industrializzata come la nostra, e a
migliorare la qualità di vita di ognuno. Una sana alimentazione contribuisce a stare
in salute: se durante il periodo della crescita è fondamentale per consentire uno
sviluppo armonico e regolare, nell’adulto diventa un fattore di prevenzione per
molte malattie degenerative della nostra epoca, quali aterosclerosi, ipertensione,
diabete, molti tipi di tumore, senza dimenticare l’obesità che si può considerare una
vera e propria malattia che può condizionare anche le relazioni con gli altri. Un
modello di comportamento alimentare che garantisce una buona alimentazione,
protegge la salute ed è in sintonia con le nostre tradizioni alimentari, è sicuramente
la “ dieta mediterranea”, accompagnata da corretti stili di vita come l’attività fisica,
piacere della tavola, benessere non solo fisico ma anche psichico, astensione dal
fumo. Diversi studi hanno infatti dimostrato l’efficacia della dieta mediterranea nel
prevenire l’insorgenza di patologie cardiovascolari, non tanto per i singoli
nutrienti, ma per l’insieme degli alimenti in essa presenti e più in generale dello
stile di vita. Il valore protettivo e preventivo è dato infatti da tutti questi prodotti
che vengono scelti secondo quantità e frequenze diverse, come indicato nella
cosiddetta piramide alimentare. La forma a piramide rappresenta graficamente le
proporzioni di consumo giornaliere dei diversi alimenti, suddivisi in gruppi, in
base alle loro caratteristiche nutrizionali. Gli alimenti che dobbiamo consumare in
maggior quantità sono rappresentati alla base e, man mano che si sale, troviamo gli
alimenti di cui moderare il consumo. Nella dieta mediterranea si ha un consumo
abbondante di vegetali, quali: frutta, verdura, cereali integrali,noci e legumi, poi
olio di oliva extravergine come unica fonte di grassi, pesce e pollame consumati in
quantità madio‐bassa, basso consumo di carne rossa, di salumi e alimenti dolci.
Orti e frutteti
Orti e frutteti sono diffusi dovunque: nelle zone di collina e di montagna, come in
pianura, fanno parte di un sistema agricolo in cui sostenibilità e produttività
devono coesistere per una migliore salvaguardia ambientale. L’agricoltura è
un’attività fondamentale per l’economia di un Paese: anche in Italia, come nel resto
d’Europa, molta parte della superficie è ancora destinata alla produzione agricola.
L’attività agricola, anche se ormai meccanizzata, dipende molto dalle risorse
naturali e dall’ambiente; per questo diventa sempre più importante salvaguardare
gli ambienti attraverso una gestione sostenibile del territorio e delle ricchezze
naturali con l’adozione di pratiche colturali a basso impatto ambientale.
L’agricoltura viene definita attività primaria in quanto fornisce prodotti di base,
come: frutta, verdura, legumi, cereali, che possono essere commercializzati così
come vengono raccolti oppure essere utilizzati come materie prime destinate alla
trasformazione per produrre altri alimenti. La frutta viene coltivata per la maggior
parte nelle regioni del nord‐est ( Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, trentino Alto
Adige) e in Campania e Puglia, tranne ovviamente gli agrumi che si trovano nelle
regioni del sud per il clima ideale, così come l’uva da tavola e i fichi. Per le verdure,
invece, le differenze territoriali sono meno significative, anche perché molto spesso
la produzione avviene in serra, pur esistendo in quasi tutte le regioni italiane una
buona produzione orticola. E’ importante ricordare che sul mercato si trovano sia
frutta che verdura con il marchio di specificità ( IGP o DOP) che tutela e valorizza
quella determinata produzione, tipica di un certo territorio e ottenuta da tecniche di
lavorazione legate alla tradizione e alla storia stessa del prodotto.
La frutta di stagione
Il ritmo di vita di frutta e verdura nelle diverse stagioni corrisponde meglio alle
esigenze dell’organismo umano in quel particolare periodo dell’anno. La varietà in
natura è, dunque, un dono prezioso anche per l’uomo. La vita delle piante nei
frutteti e negli orti è scandita dal susseguirsi delle stagioni: ogni periodo dell’anno è
tipico per particolari prodotti vegetali che in quella stagione presentano le migliori
caratteristiche, anche dal punto di vista nutritivo. Inoltre sembra che il ritmo delle
stagioni corrisponda meglio alle esigenze dell’organismo in quel particolare
periodo dell’anno.
Una volta il legame dell’uomo con la natura era molto stretto e anche la scelta del
cibo dipendeva da essa: arance d’inverno e pesche d’estate, non era possibile
diversamente. Oggi non è più così: è ormai un’abitudine acquistare in qualsiasi
stagione dell’anno la maggior parte di frutta e verdura, salvo eccezioni come le
angurie e le castagne. Le ragioni di questa disponibilità sono diverse: dalla
coltivazioni in serra, che protegge le produzioni agricole, alla facilità dei trasporti,
che favorisce gli scambi commerciali con Paesi dalle condizioni climatiche diverse e
quindi un produzione “ fuori stagione” per l’Italia.
Perché scegliere prodotti a Km zero.
Le ragioni per acquistare prodotti a Km zero si possono riassumere così:
Un prodotto di stagione e del territorio costa mediamente meno di uno
proveniente da paesi lontani ed la convenienza economica è per il produttore
che per il consumatore nel caso in cui la declinazione del Km zero sia la
vendita diretta;
Le confezioni che assemblano prodotti che provengono da tutto il mondo con
diversi regimi di controlli, con condizioni ambientali e sistemi di coltivazione
diversi rappresentano a volte un rischio maggiore per la salute, mentre le
caratteristiche organolettiche sono mantenute integre in prodotti colti a
maturazione e venduti e consumati nel giro di poco tempo;
Un cibo che dal campo percorre pochi chilometri per arrivare alla tavola non
è responsabile della produzione di alti quantitativi di inquinanti;
Acquistare i prodotti direttamente dai contadini significa riscoprire il valore
della stagionalità, valorizzare le differenze biologiche e recuperare molte
ricette tipiche cadute in disuso.
E’ necessario che si riabitui al consumo dei prodotti della nostra terra e di stagione,
non subire passivamente le abitudini proposte dalle grandi catene di distribuzione,
leggere attentamente la provenienza dei prodotti, preferire quando è possibile
l’acquisto diretto dal produttore. Dal produttore al consumatore la distanza è
uguale a “ zero”.
Conclusione
Il benefico regime alimentare della dieta mediterranea, composto prevalentemente
da alimenti di origine vegetale, come cereali, frutta e verdura, legumi, ma anche
latticini e pesce ed in misura più moderata carni, ha un profondo legame con la
stagionalità e la freschezza dei prodotti. La cosa assolutamente positiva è che
tramite la dieta mediterranea si riesca a coniugare modernità e tradizione, con
risposte culturali ed imprenditoriali che vengono dalla parte più viva della società:
giovani e donne imprenditrici. La ripresa economica passa tramite l’agroalimentare
in quanto coinvolge: l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente. L’obiettivo è quello
di far capire sia a noi stessi che al resto del mondo che la dieta mediterranea italiana
è in assoluto il regime più indicato per nutrirsi in maniera sana, per prevenire e
combattere malattie importanti, per mangiare bene senza rinunciare al gusto e,
infine, ma non meno importante, per raggiungere la sospirata sostenibilità
ambientale.
Una volta raggiunto tale obiettivo, i risultati potrebbero essere:
Incrementare la domanda commerciale dei nostri prodotti naturali(
ortaggi,cereali, legumi, frutta e pesce) e dei loro derivati( olio, vino, pasta,
pane latticini);
Aumentare l’interesse per la nostra cucina con la conseguente voglia e
necessità di degustarne la bontà e impararne i segreti;
Ottenere un conseguente e benefico incremento del turismo agro‐eno‐
gastronomico;
L’Italia si distinguerebbe per aver realizzato e messo in pratica un ottimo
esempio di agricoltura e di regime alimentare sostenibili;
Realizzare tutti i punti precedenti porterebbe ad una crescita
dell’occupazione e, cosa più importante, alla agognata possibilità di offrire
un lavoro ai giovani.
Intanto, nuovi studi confermano l’importanza di un regime alimentare
naturalmente meno ricco di calorie, come appunto con la dieta mediterranea, del
30% che garantirebbe l’attivazione di certe molecole, che sono in grado di
rallentare il processo di invecchiamento e favorirebbero le fisiologiche funzioni
cerebrali.
Piano di sviluppo rurale 2007-2013 Misura: 1.1.1. Azione nel campo della formazione professionale e dell’informazione.
Sottomisura: b) Attività informativa nel settore agricolo forestale con la partecipazione comunitaria-
Domanda n. 4592/2010