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Per aprire la cassaforte Attraverso l’esperienza giornaliera di lavoro come insegnanti di educazione fisica nella Scuola Media abbia- mo sentito sempre l’esigenza di accessori che aiutassero a trovare la “combinazione per aprire la cassaforte”: non ci bastava sintonizzarci sull’onda di trasmissione dell’altro (dei ragazzi) per crescere tutti insieme; c’era anche un momento di sperimentazione concreta, quasi di verifica, comunque momenti di motricità significativi anche attra- verso strumenti extracorporei. Ma gli attrezzi classici della ginnastica tradizionale (dal quadro svedese, al cavallo, ecc.) o anche delle più attuali tendenze dell’educazione fisica (corsie per corsa e salto, attrezzature per pallavolo, pallacanestro, ecc.) o non ci sono (e tutto è affidato alla buona volontà e alla disponibi- lità a fare da guardiano anziché da educatore) o se ci sono diventano “cattedrali nel deserto”, sono “monumenti alla vanità sportiva”. Nel cortile o in palestra molto, troppo spesso, o c’è gran confusione o c’è religioso (anzi militare) silenzio. Sempre meno è così, ma ancora lo è. Siano a corpo libero (e quindi come attrezzo ginnastico è usato appunto il solo terreno su cui il corpo si muove) o con gli attrezzi, gli esercizi comunemente adottati sono “coman- dati” o al massimo “guidati”, qualche volta “scelti”, quasi mai inventati o meglio succhiati dalla realtà. In più se guardiamo alle attrezzature, queste sono fuori tempo, come giustamente rilevano gli autori di C’era una volta la ginnastica: attualmente l’arredo in aula è molto diverso rispetto a quello che veniva usato venti o trenta anni fa; i blocchi di banchi fissi di legno sono stati sosti- tuiti da tavolini e sedie facilmente spostabili. Questo è accaduto perché si è capito che l’aula doveva adattarsi alle esigenze del bambino. Gli attrezzi che si possono trova- re oggi entrando in una palestra sono gli stessi che si usavano più di cento anni fa. Gli attrezzi classici sono stati concepiti per l’adulto: individuo non solo maturo antropometricamente (sulle cui caratteristiche è stato costruito l’attrezzo), ma capace di affrontare e dominare RI D’ 24 RAGIONAMENTI Dalla lezione di “Educazione Fisica” ai percorsi personalizzanti di “Attività Fisica e Sportiva” Il “pirillo”, quel piccolo grande attrezzo... Dalla lezione di “Educazione Fisica” ai percorsi personalizzanti di “Attività Fisica e Sportiva”. Due esperienze di espressione corporea nella scuola dell’Autonomia DI FRANCESCO PIUNTI

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Page 1: Dalla lezione di “Educazione Fisica” ai percorsi personalizzanti di … · 2008-10-14 · Dalla lezione di “Educazione Fisica” ai percorsi personalizzanti di “Attività

Per aprire la cassaforte

Attraverso l’esperienza giornaliera di lavoro comeinsegnanti di educazione fisica nella Scuola Media abbia-mo sentito sempre l’esigenza di accessori che aiutassero atrovare la “combinazione per aprire la cassaforte”: non cibastava sintonizzarci sull’onda di trasmissione dell’altro(dei ragazzi) per crescere tutti insieme; c’era anche unmomento di sperimentazione concreta, quasi di verifica,comunque momenti di motricità significativi anche attra-verso strumenti extracorporei.Ma gli attrezzi classici della ginnastica tradizionale (dalquadro svedese, al cavallo, ecc.) o anche delle più attualitendenze dell’educazione fisica (corsie per corsa e salto,

attrezzature per pallavolo, pallacanestro, ecc.) o non cisono (e tutto è affidato alla buona volontà e alla disponibi-lità a fare da guardiano anziché da educatore) o se ci sonodiventano “cattedrali nel deserto”, sono “monumenti allavanità sportiva”. Nel cortile o in palestra molto, troppospesso, o c’è gran confusione o c’è religioso (anzi militare)silenzio. Sempre meno è così, ma ancora lo è. Siano acorpo libero (e quindi come attrezzo ginnastico è usatoappunto il solo terreno su cui il corpo si muove) o con gliattrezzi, gli esercizi comunemente adottati sono “coman-dati” o al massimo “guidati”, qualche volta “scelti”, quasimai inventati o meglio succhiati dalla realtà.In più se guardiamo alle attrezzature, queste sono fuoritempo, come giustamente rilevano gli autori di C’era unavolta la ginnastica: attualmente l’arredo in aula è moltodiverso rispetto a quello che veniva usato venti o trentaanni fa; i blocchi di banchi fissi di legno sono stati sosti-tuiti da tavolini e sedie facilmente spostabili. Questo èaccaduto perché si è capito che l’aula doveva adattarsi alleesigenze del bambino. Gli attrezzi che si possono trova-re oggi entrando in una palestra sono gli stessi che siusavano più di cento anni fa. Gli attrezzi classici sonostati concepiti per l’adulto: individuo non solo maturoantropometricamente (sulle cui caratteristiche è statocostruito l’attrezzo), ma capace di affrontare e dominare

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RAGIONAMENTIDalla lezione di “Educazione Fisica” ai percorsi personalizzanti di “Attività Fisica e Sportiva”

Il “pirillo”, quel piccolo grande attrezzo...

Dalla lezione di “EducazioneFisica” ai percorsi personalizzanti di “AttivitàFisica e Sportiva”. Due esperienze di espressionecorporea nella scuoladell’AutonomiaDI FRANCESCO PIUNTI

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al meglio l’attrezzo. Le dimensioni, il volume, il peso, ilcolore, la sua collocazione in palestra o nel cortile, sonogià determinati e determinanti per l’uso. Limitano così lapossibilità di utilizzo da parte dei bambini; né bastereb-be ridurre le caratteristiche fisiche: sono limitanti perchéfatti “per” certi e determinati movimenti; per ottenererisultati già determinati, perché l’effetto da ottenere è suquel segmento corporeo, per irrobustire le braccia o legambe, per il busto o per l’addome, per il coraggio e perl’equilibrio e così via, in una infinitesimale, se si vuole,somma, ma pur sempre somma di finalità.Il movimento è invece espressione vera ed immediata delpersonale, di sé (senza neanche usare psicofisico, che cisembra qui, anche questo, somma). Il gesto è scoprire escoprirsi, è realizzare attraverso il corpo, comunicare conesso, agli altri, al mondo, la propria potenzialità.Nell’educazione fisica sussiste ancora un ruolo passivo delbambino, sia a livello didattico che di sussidi: gli attrezzisono stati, in qualche caso, migliorati tecnicamente, rive-stiti ancora di più di agonismo, infine sponsorizzati: forsequesto è l’uso più creativo. Riottosi alla manipolazionefantastica, non sono strumenti per comunicare, ma perrivaleggiare dunque; non momenti di conoscenza, ma diisolamento, espressione corporale irrigidita in stereotipi.Da questa osservazione soni nati i “pirilli”, i mattoni forati,i troccoli, gli appoggi ad incastro, i trampoli componibili.Sono strumenti facili e disponibili, perché maneggevoli,trasportabili, colorati, convertibili per le loro caratteristichetecniche e quindi estremamente creativi. Si possono “volta-re e rivoltare”, montare, smontare, unire, dividere. Consen-

tono di saltare su e giù, passare sotto e sopra, camminare,sedersi su a pensare cosa fare, decidere di non farci niente,costruirci un rifugio, usarli per imitare il pagliaccio, guar-darli. Non devono stare solo in palestra o nel cortile dellascuola o del club, ma anche in casa, sul terrazzo, nel giar-dino, ecc. Per il momento facciamo conoscere il “pirillo”che si presenta così, a colpo d’occhio, come un normalesgabello vivacemente colorato; la sua forma è essenziale,liscia, estremamente semplice: il bambino intuisce subitoda sé come può usarlo, ne fa subito un attrezzo “suo” per-ché offre la libertà di lasciarsi usare come la “sua” fantasiavuole. Poi noterà che poggiando il piano al suolo, il pirillosi trasformerà in una miniparallela, sì da permettergli iprimi approcci fantastici con un vero attrezzo ginnico.Dal punto di vista prettamente fisico-formale, l’arco degliesercizi che si possono eseguire va dal potenziamento speci-fico delle gambe (serie di salti e saltelli), al favorire la conqui-sta della mobilizzazione delle braccia e del busto, al rafforza-mento delle spalle; favorisce ed accresce la muscolatura sche-letrica. Si può impiegare per gli esercizi di opposizione eresistenza; può fra l’altro, e piacevolmente, essere utilizzatonella conquista e nell’affinamento delle capacità di equilibriostatico e dinamico, per le relazioni spazio-temporali, per lacoordinazione senso-motoria ed oculo-manuale.Può essereusato per esercizi di tatto e di sensibilizzazione preventivo-correttivi. È propedeutico alla ginnastica artistica.Avendo a disposizione più pirilli, il bambino si può sbiz-zarrire maggiormente, ricercando egli stesso esercizinuovi, interessanti, personali. Inoltre, con la partecipazio-ne di altri ragazzi, le composizioni che si possono ottene-te sono numerosissime: ostacoli, tunnel, piramidi, passe-relle, percorsi misti, circuiti, ecc.; composizioni alle qualipossono partecipare tutti, tenendo gli sgabelli da sovrap-porre, oppure nel caso si vogliano svolgere esercizi con ungrande attrezzo (cavallina, parallela, spalliera), questo puòessere costruito dai ragazzi stessi partecipare attivamente,sia frapponendosi negli spazi tra un attrezzo e l’altro, perdare maggiore stabilità alla costruzione, sia assistendo icompagni durante l’esercizio.Ma ciò che vorremmo sottolineare è che questi dati tecnici sipossono ottenere anche con attrezzi “classici”, mentre quello

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RAGIONAMENTI

Il gesto è scoprire e scoprirsi, è realizzare attraverso il corpo, comunicare con esso, agli altri, al mondo, la propria potenzialità

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che proponiamo è solo lo strumento d’interazione fra azionee realtà. Si può passare dall’individuale al collettivo, dall’ovvioall’originale senza sballottarsi da un attrezzo all’altro. Il pirillo è oggetto di uso comune ed anonimo che si tra-sforma, con un processo creativo, in altra nuova cono-scenza; è come la scopa che serve ad imitare il lavorodomestico e ad essere cavalcata, la sedia come momento diriposo e treno per lunghe avventure, il barattolo che con-tiene le lucertole e che rotola, il pezzo di legno brandito amo’ di spada, ecc. Non è puro e semplice trasformismo, èconcepire il bambino come personalità creativa, è lasciarcogliere a lui le verità che vuole, semmai aiutarlo a capirlemeglio, a chiarirle più efficacemente, nient’altro.Come rientra questo attrezzo in un discorso di ginnasticamoderna e di creatività?Non si rischia forse di ricadere in un formalismo di tipodiverso, ma pur sempre formalismo? Crediamo di no,perché:■ è manipolato dal bambino e non viceversa;■ è eclettico e versatile: crediamo che si potrebbero indica-re una serie di attività che saranno sempre una parte deimodi in cui si può usare; il resto lo scopriranno e ce loinsegneranno i bambini;■ è vicino, nella forma e nelle dimensioni, agli oggetti diuso comune, strumento per bambini che si avvicinano almondo dei grandi, seguendo vie proprie.

Il Presidente della Federazione Internazionale di Ginna-stica, Bruno Grandi, ne parla così:“È un attrezzo a costruzione geometrica, vale a dire, disponibileper combinazioni architettoniche, nato dalla volontà di stimola-re e promuovere forme di movimento nuove, in ossequio alle esi-genze di vita del bambino e dell’uomo di oggi. Infatti, senza ban-dire l’antico, il formale, il convenzionale, il Pirillo, propone solu-zioni che si inquadrano in una operosità individuale e collettiva,in un lavoro di gruppo di cui tanto si sente parlare dalla pedago-gia dei nostri giorni. Un lavoro di équipe che, volendo, diventauna gigantesca costruzione, in un continuo innovarsi di movi-menti, che nascono, molto di frequente, dal caso o dalla premedi-tata genialità degli allievi.Sfruttando il desiderio dei bambini che desiderano essere ‘capa-ci’ e ‘utili’, ancor prima di essere specializzati da un punto divista psicomotorio, il Pirillo ha il pregio di favorire l’azione moto-ria in forma progressiva nel duplice senso educativo e sportivo. Sipuò passare da esercizi facili e banali ad esercizi difficili e spe-cializzanti: si possono compiere esercizi individuali e collettivi,come piccolo e grande attrezzo. Può, ancora, essere utilizzato dauna massa che si muove aritmicamente, come può essere utiliz-zato da una massa che si muove in forma varia, competitiva,figurativa”.Per queste caratteristiche può fattivamente entrare a farparte degli strumenti operativi per una educazione che,maieuticamente, rivaluti la creatività.

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Englishin Action English in Action è un progetto didattico speri-

mentale di lingua inglese rivolto ai bambini della scuo-la dell’infanzia ed elementare che, attraverso attivitàmotorie, ludiche, espressive e relazionali variamenteintegrate, si propone di contribuire in modo significati-vo a far acquisire i primi basilari elementi della linguainglese necessari alla costruzione verbale di frasi sem-plici, riferite al loro vissuto.Il fine, pertanto, è “without reading or writing but inaction”, ovvero parlare inglese per “sentito dire e per sen-tito parlare” e nasce sotto la bandiera dell’edutainment, cioèinsegnare divertendo. In questo modo si riesce ad utiliz-zare lo strumento più “personale” per ciascuno – il pro-prio corpo –, agendo sull’apprendimento primario cheavviene ascoltando e parlando.Il progetto prevede che il gruppo classe sia coinvolto inattività che lo portino all’acquisizione di elementi della lin-gua inglese attraverso l’ascoltare, il fare, il dire.La proposta si fonda sull’osservazione che:■ il complesso sistema della lingua è governato da regoleimplicite che si applicano anche se non si sanno descrive-

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RAGIONAMENTI

Apprendere l’inglese attraverso il corpo

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re: il bambino impara a parlare ancor prima di conoscerele regole della grammatica e della sintassi;■ le abilità di base linguistiche si sviluppano a partire dall’u-so reale della lingua all’interno di una varietà di contesti.

Nell’attività che proponiamo, queste condizioni sonoentrambe soddisfatte in quanto i bambini sono immersi inun “ambiente” educativo nel quale ascoltano i termini lin-guistici, usano gli strumenti musicali secondo il metodoOrff, si muovono in una attività motoria che asseconda illoro desiderio di scoperta e di gioco: ascoltare, fare con ilcorpo, sentire attraverso il corpo.

Lingua inglese, attività motoria, musica sono le componentidi questo percorso d’apprendimento.Perché la connessione di questi tre diversi ambiti disci-plinari?Si potrebbe rispondere che, se pur diversi, rappresentanostrumenti per conoscere e capire il mondo in cui viviamo,talvolta estraneo. Come il nostro corpo, quando non abbia-mo l’occasione per “misurarlo” e che può risultare incom-prensibile, come i segni sulla carta.

Sfruttando le sensazioni cinestesiche del corpo in movi-mento, le vibrazioni degli strumenti, l’immaginazione, siandrà dall’ascolto alla verbalizzazione, passando attraversole attività motorie in un miscuglio di emozioni. Il movi-mento, quindi, come espressione vera ed immediata delSé, il gesto come strumento per scoprire e scoprirsi, comu-nicare, agli altri e al mondo, la propria potenzialità. Attraverso edutainment si possono promuovere competen-ze trasversali in una visione unitaria dello sviluppo infan-tile, affettivo, sociale, intellettuale. E a proposito di compe-tenza, termine al quale ormai tutti i docenti guardano

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RAGIONAMENTIDalla lezione di “Educazione Fisica” ai percorsi personalizzanti di “Attività Fisica e Sportiva”

Passando attraverso le attività motorie,si costruirà uno sfondo integratore per l’acquisizione delle abilità linguistiche

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come punto di arrivo del loro lavoro, vorrei ricordare quiche esso origina da cum-petere, cioè cercare con l’altro.L’altro, in questo caso, è il bambino accanto che ripete conte la filastrocca in inglese e ti sembra tanto buffo quandosalta su un piede; l’altro è il compagno che scopre unsuono che tu non conosci; l’altro è la bambina che nondivide le sue caramelle con te, ma ti stringe la mano percorrere insieme, poi si gira e ti dice “How are you?”.Il bambino, in questo contesto, è veramente elemento atti-vo del processo d’apprendimento; è attore unico, comple-tamente immerso nella realtà che gli si propone d’inter-pretare. Nel “fare” con il corpo, tiene intrecciati gli aspetticognitivi e quelli relazionali, mente e corpo, proposta edu-cativa e soggettività, come attestano, ormai incontrovertil-mente, le neuroscienze. Passando attraverso le attivitàmotorie, utili per favorire lo sviluppo di relazioni spazio-temporali, di coordinazione globale ed oculo manuale,d’osservazione, si costruirà uno sfondo integratore perl’acquisizione delle abilità linguistiche.La motricità, pur mantenendo intatte le proprie caratteri-stiche autonome all’interno del processo educativo, è vei-colo d’altri apprendimenti.Gli insegnanti, a loro volta, hanno il ruolo di guida attiva,di facilitatori. Essi, pur avendo ben chiare le tappe del pro-cesso d’apprendimento e perseguendo gli obiettivi finali dicompetenza standardizzati, si muovono in una logica chenon rispetta la sequenzialità e la linearità, ma utilizza ilgioco dei rimandi. In altre parole, partendo da alcuni deibisogni dei bambini d’esplorazione e d’esperienza con ilcorpo, i docenti avanzano proposte educative nelle quali il

corpo stesso nella sua interezza è chiamato ad agire siarispondendo agli stimoli, sia creando connessioni perso-nali espresse dapprima nell’agire motorio e successiva-mente nella verbalizzazione nella lingua inglese.

I bambini sono chiamati ad ascoltare gli insegnanti e icompagni che si esprimono in lingua inglese, mentre simuovono e accompagnano filastrocche e canzoncine, sia acorpo libero che suonando gli strumenti, costruendo unarelazione giocosa e familiare tra corpi che si muovono edesplorano, voci che si espandono nel canto e nelle parole,mani che accompagnano.Would you like to learn english with us?

Questa modalità d’apprendimento-insegnamento è stata spe-rimentata con successo in diverse scuole dell’infanzia comu-nale del IX e del X Municipio di Roma, tanto da indurre l’As-sessorato competente a finanziare, nell’anno scolastico 2004-2005, il percorso in tre scuole comunali dell’infanzia.

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RAGIONAMENTI

Scheda tecnica dell’Associazione proponente:

Associazione sportiva dilettantistica: Centro ginnico e forma-tivo “Appio Claudio”, affiliata alla Federazione Ginnasticad’Italia, operante da trenta anni nei quartieri Quarto Miglio,Statuario, Capannelle di Roma. L’Associazione, iscritta all’Albo delle Associazioni Sportivedel X Municipio, organizza, in collaborazione con l’UfficioSport e Cultura del Municipio stesso, eventi di contamina-zione tra attività motoria e settori della cultura.

Ricordiamo:

■ “La memoria: gli Olimpionici e il Quartiere”, incontrotra olimpionici di ginnastica artistica di ieri e di oggi e ilquartiere;

■ “Muoversi & Leggere”, lettura e movimento;

■ “Il corpo sonoro, dal movimento al suono e ritorno”, in col-laborazione con l’Ensamble “I Musici del De Sanctis”;

■ “Esporti amo la pace”: dare corpo alla pace;

■ “Banda di acrobati”: esercizi al suolo “pubblico” e incon-tro tra la banda del quartiere e gli atleti dell’Associazione.