dall’archeologia al...

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Piazza del Seminario,13 56028 San Miniato (Pisa) tel. e fax 0571/400434 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile: Domenico Mugnaini Coordinatore diocesano: Francesco Ricciarelli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI S. MINIATO 11 ottobre 2020 i avvicina la Giornata Missionaria Mondiale, che si celebrerà domenica prossima, 18 ottobre, nel cuore di un mese interamente dedicato alla Vergine Maria e alle Missioni. Il vescovo Andrea ha colto l’occasione del pellegrinaggio a Cigoli, nel primo sabato del mese - il 3 ottobre scorso - per ravvivare nei fedeli l’attenzione verso l’essenziale dimensione missionaria della Chiesa. «Iniziamo oggi il mese missionario - ha ricordato monsignor Migliavacca -. Allora la nostra vuole essere anche una preghiera per le missioni e per coloro che come scelta di vita vivono il servizio missionario nei luoghi di primo annuncio». Come testimone di questa scelta, accanto al vescovo, insieme a don Giampiero Taddei, era presente padre Antonio Sergianni, per molti anni missionario in Cina. Dopo i mesi del lockdown e quelli che sono seguiti, in cui il tradizionale pellegrinaggio al santuario della Madre dei Bimbi, per ragioni di prudenza, è stato celebrato interamente in chiesa, a partire da sabato scorso è stato ripristinato l’itinerario a piedi, e quindi il pellegrinaggio nella sua pienezza. La gioia di questa ripresa è riecheggiata nelle parole del vescovo in apertura della sua omelia, in cui ha commentato il Vangelo del giorno. Non a caso si trattava del ritorno dei 72 discepoli dalla missione (Lc 10,17- 24). Il vescovo ha sottolineato che questi «non raccontano a Gesù prima di tutto quello che hanno fatto, i loro successi, ma raccontano la meraviglia di aver visto ciò che Dio ha fatto». Quindi, ha affermato il presule, «la missione, è un cammino per vedere e per accompagnare altri a vedere l’opera del Signore». Le parole stesse di Gesù fanno riferimento a questo atto di vedere, a questa particolare rivelazione: «Ti rendo lode Padre perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai fatte vedere ai piccoli». La missione è proprio l’esperienza della Chiesa che sa discernere il Regno di Dio all’opera nel mondo e che aiuta tutti coloro che accolgono l’annuncio a incontrare il volto di Dio. Un ulteriore spunto di riflessione è venuto dalla prima lettura in cui Giobbe, ritrovata finalmente la pace dopo tante traversie e sofferenze, esclama: «Prima ti conoscevo per sentito dire ma ora, Signore, i miei occhi ti vedono». Giobbe ha incontrato Dio sulla difficile strada del dolore e ci insegna a scoprire la fedeltà di Dio, che non viene mai meno, ad affidarci a Lui. «Questa è l’esperienza di Giobbe ed è anche l’insegnamento di Maria», ha concluso il Vescovo. «La Vergine ha vissuto il suo cammino di sofferenza ma ha sperimentato anche la fedeltà e la grandezza di Dio, diventando così testimone dell’annuncio, patrona delle missioni. Nel giorno di Pentecoste accoglie con gli apostoli il dono della Spirito Santo e accompagna sempre la Chiesa a dire al mondo: «Io conosco il Signore non per sentito dire ma perché l’ho incontrato». Dfr S A pagina 3: - L’ingresso di don Giuseppe Volpi a Fauglia e Valtriano. - Nuove nomine di parroci e vicari parrocchiali. - San Romano: progetto «Cultura nel futuro» della Caritas diocesana a sostegno degli studenti A pagina 5: - Padre Marco Sebastiani, nuovo parroco di San Romano. - Ricordo di padre Romeo Piroli, educatore d’altri tempi. LA MISSIONE, UN CAMMINO PERVEDERE SOMMARIO DI FRANCESCO FISONI «C i saranno ancora sacerdoti nel futuro della Chiesa?». Questo il titolo di un libro scritto alcuni anni fa da monsignor Massimo Camisasca, in cui il punto di domanda piazzato in copertina instillava da subito, nel lettore, una punta d’inquietudine. Si trattava però, nelle intenzioni del vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, di una domanda retorica, connotata dal presupposto di una risposta positiva: finché ci sarà bisogno di salvezza (e quindi sempre, su questa terra) ci saranno anche sacerdoti. In effetti il responso a quell’interrogativo non può che essere positivo nella prospettiva di Dio. Se resta interrogativo, lo è nel solo orizzonte dell’uomo, che non viene dispensato dallo sperare e dal chiedere al suo Signore operai per la messe. A questo proposito le parole di Gesù sono inequivocabili e ci restituiscono a una dimensione di responsabilità che spesso sfugge: «Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe» (Mt 9,37). È anche per queste ragioni che quando un giovane chiede di poter essere ammesso agli Ordini sacri bisogna celebrare e far festa, nella certezza che ci troviamo in presenza di un evento centrale per la vita della Chiesa e – se mi è permesso - della storia della Salvezza. Alfono Marchitto ha 32 anni, è nato a Termoli in provincia di Campobasso e ha vissuto gran parte della sua vita a San Severo in provincia di Foggia. Alfonso, mercoledì 30 settembre, nella parrocchiale di Ponsacco, alla presenza del vescovo Andrea, ha iniziato il cammino che lo condurrà agli ordini sacri, al diaconato e al sacerdozio. Siamo andati a cercarlo, per farci raccontare qualcosa di lui, della sua vita, delle sue passioni e di come è arrivata la chiamata del Signore. «Che dirti? – ci dice subito con franca cortesia. Fin da piccolo sono stato un grande appassionato di arte e storia. Appena terminato il liceo classico ho intrapreso gli studi universitari in beni culturali a Foggia. Studi che però ho interrotto dopo due anni per intraprendere gli studi di teologia presso il Pontificio seminario regionale pugliese a Molfetta. Già negli anni di beni culturali avevo infatti compreso che il Signore mi chiamava a seguirlo nel sacerdozio. Se dovessi sintetizzare la mia vita fino ad oggi direi che il mio passato è Misericordia, il mio presente è Grazia, il mio futuro è Provvidenza». Sappiamo che la tua famiglia è stata terreno propizio all’emergere e fiorire di questa vocazione. «Si è così. Vengo da una famiglia semplice, di agricoltori. Lavoro nobilitante, che anch’io ho svolto nei tempi liberi dallo studio. Ai miei genitori devo l’educazione alla fede e ai valori cristiani. Ho avuto poi la grazia di crescere in una parrocchia che mi ha aiutato a comprendere la mia vocazione. Semmai le resistenze più grandi sono stato proprio io a farle». Resistenze di che tipo? «Desideravo fare l’archeologo non il prete – ride. Ma il Signore ha vinto tutte le mie ritrosie e alla fine non ho potuto che abbandonarmi alla sua volontà. Ad aiutarmi nel maturare questa scelta sono stati dei sacerdoti che ho avuto nella mia parrocchia di origine, la loro testimonianza è stata contagiosa e determinante per me». M’interessa rimanere ancora un po’ su questa «resistenza». In una società che non educa all’ascolto e a riconoscere la chiamata del Signore, cosa può insegnare la tua esperienza a tanti ragazzi di oggi? «Come ho detto nelle parole di ringraziamento per la mia "ammissione", se dovessi dare un suggerimento ai giovani, li inviterei a non aver paura di rispondere a Dio. Lui non toglie nulla, ma aggiunge tutto. Lo dico per esperienza. La vocazione non è sottrazione ma addizione. Per me poi, scoprire la vocazione è stata come una nuova creazione, e mentre lo dico ho in mente la creazione di Adamo di Michelangelo nella Cappella Sistina: un rimpastarmi nuovamente da parte di Dio, a partire dalla stessa polvere, ma con un fine nuovo». E così hai scommesso su Dio. «Direi piuttosto che è stato Lui a scommettere su di me. In questi anni ho sperimentato che lo Spirito Santo mi ha sempre preceduto e atteso nei luoghi e nei volti che la vita mi poneva davanti. Il vescovo Andrea, nell’omelia per la mia ammissione, mi ha chiesto: "Alfonso, chi è Dio per te?". Non potrò mai avere una risposta esaustiva a questa domanda. Posso però testimoniare che il Signore è stato con me un po’ come un "giocatore d’azzardo", perché solo uno che ama fino alla follia della croce è capace di giocarsi tutto per "vincere" un giovane come me». Prima hai parlato di Molfetta, una terra benedetta dal dono di un grande uomo di Dio, don Tonino Bello. «Si, proprio a Molfetta ho avuto la fortuna di conoscere diversi preti e laici che hanno frequentato il servo di Dio don Tonino Bello. Mi sono nutrito dei suoi scritti e da questi, della sua passione per l’umano, gli ultimi e scartati. Poi nel mio cammino vocazionale fondamentale è stata, ed è, la Madonna. La sua presenza da sempre mi accompagna e protegge. Si sa, chi ha una madre ha una garanzia... Dovremmo ricordarcelo più spesso». Ci hai raccontato di aver iniziato il tuo cammino in Seminario in Puglia. Cosa ti ha portato a San Miniato? «Dopo 3 anni di Seminario a Molfetta scelsi di prendere una pausa e vivere in parrocchia. Durante quel periodo un prete di Nuovi Orizzonti - l’associazione fondata da Chiara Amirante - m’invitò a trascorrere un tempo riflessione e servizio nella loro sede centrale a Frosinone. Ci sono stato un anno, in cui attraverso le varie esperienze a contatto con gli ultimi, e tramite la preghiera e la meditazione quotidiana ho maturato maggiormente e nuovamente la decisione di seguire il Signore. È qui che sono entrato in contatto con il vescovo Andrea. In diocesi infatti, nel convento di San Francesco a San Miniato, è presente proprio una comunità di Nuovi Orizzonti, con la quale ho iniziato un cammino personale, guidato poi dalle figure educative del seminario di Firenze. Contemporaneamente iniziavo anche un’esperienza pastorale nelle parrocchie di Fauglia e Valtriano e nella vicina casa di riposo. Al termine di queste esperienze, proprio grazie alla guida del vescovo e del rettore, ho deciso di riprendere il Seminario, entrando così a Firenze dove sono attualmente al sesto anno». Adesso dove stai svolgendo il tuo tirocinio pastorale? «Sono nella parrocchia di Ponsacco, una splendida realtà, vivace e attiva che mi ha accolto a braccia aperte; e dove, grazie a don Armando, sto imparando tante cose». Da archeologo di vestigia storiche ad "archeologo" della nostalgia di Dio sepolta nel cuore dell’uomo. La vita del sacerdote è anche celebrazione di quell’unica bellezza che ha la sua fonte prima in Dio. Come speri e desideri portare questa tua passione nel cammino che ti attende? «La passione per l’arte, e anche per la natura, cerco di coltivarle ancora oggi. Quando posso faccio volentieri un giro alla scoperta di questa bellissima terra che è la Toscana. Ne ammiro i paesaggi e i capolavori d’arte. Forse è presto per pensare a come porterò questa passione nella vita sacerdotale. Ciò che è certo è che resto disponibile a mettere il mio amore per la bellezza a servizio della Chiesa». Dall’Archeologia al Seminario Alfonso Marchitto candidato agli ordini sacri

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  • Piazza del Seminario,1356028 San Miniato (Pisa)tel. e fax 0571/[email protected] locale

    Direttore responsabile: Domenico Mugnaini

    Coordinatore diocesano: Francesco RicciarelliReg. Tribunale Firenze n. 3184

    del 21/12/1983

    NOTIZIARIO

    DELLA DIOCESI

    DI S.MINIATO11 ottobre 2020

    i avvicina la Giornata MissionariaMondiale, che si celebrerà domenica

    prossima, 18 ottobre, nel cuore di unmese interamente dedicato allaVergine Maria e alle Missioni. Ilvescovo Andrea ha colto l’occasionedel pellegrinaggio a Cigoli, nel primosabato del mese - il 3 ottobre scorso -per ravvivare nei fedeli l’attenzioneverso l’essenziale dimensionemissionaria della Chiesa. «Iniziamooggi il mese missionario - ha ricordatomonsignor Migliavacca -. Allora lanostra vuole essere anche unapreghiera per le missioni e per coloroche come scelta di vita vivono ilservizio missionario nei luoghi diprimo annuncio». Come testimone diquesta scelta, accanto al vescovo,insieme a don Giampiero Taddei, erapresente padre Antonio Sergianni, permolti anni missionario in Cina.Dopo i mesi del lockdown e quelli chesono seguiti, in cui il tradizionalepellegrinaggio al santuario dellaMadre dei Bimbi, per ragioni diprudenza, è stato celebratointeramente in chiesa, a partire dasabato scorso è stato ripristinatol’itinerario a piedi, e quindi ilpellegrinaggio nella sua pienezza. Lagioia di questa ripresa è riecheggiatanelle parole del vescovo in aperturadella sua omelia, in cui hacommentato il Vangelo del giorno.Non a caso si trattava del ritorno dei72 discepoli dalla missione (Lc 10,17-24). Il vescovo ha sottolineato chequesti «non raccontano a Gesù primadi tutto quello che hanno fatto, i lorosuccessi, ma raccontano la meravigliadi aver visto ciò che Dio ha fatto».Quindi, ha affermato il presule, «lamissione, è un cammino per vedere eper accompagnare altri a vedere l’operadel Signore».Le parole stesse di Gesù fannoriferimento a questo atto di vedere, aquesta particolare rivelazione: «Tirendo lode Padre perché hai nascostoqueste cose ai sapienti e ai dotti e lehai fatte vedere ai piccoli». La missioneè proprio l’esperienza della Chiesa chesa discernere il Regno di Dio all’operanel mondo e che aiuta tutti coloro cheaccolgono l’annuncio a incontrare ilvolto di Dio.Un ulteriore spunto di riflessione èvenuto dalla prima lettura in cuiGiobbe, ritrovata finalmente la pacedopo tante traversie e sofferenze,esclama: «Prima ti conoscevo persentito dire ma ora, Signore, i mieiocchi ti vedono». Giobbe haincontrato Dio sulla difficile strada deldolore e ci insegna a scoprire la fedeltàdi Dio, che non viene mai meno, adaffidarci a Lui. «Questa è l’esperienzadi Giobbe ed è anche l’insegnamentodi Maria», ha concluso il Vescovo. «LaVergine ha vissuto il suo cammino disofferenza ma ha sperimentato anchela fedeltà e la grandezza di Dio,diventando così testimonedell’annuncio, patrona delle missioni.Nel giorno di Pentecoste accoglie congli apostoli il dono della Spirito Santoe accompagna sempre la Chiesa a direal mondo: «Io conosco il Signore nonper sentito dire ma perché l’hoincontrato».

    Dfr

    S

    A pagina 3: - L’ingresso di don Giuseppe Volpi aFauglia e Valtriano.- Nuove nomine di parroci e vicariparrocchiali.- San Romano: progetto «Cultura nelfuturo» della Caritas diocesana asostegno degli studenti

    A pagina 5:- Padre Marco Sebastiani, nuovo parrocodi San Romano.- Ricordo di padre Romeo Piroli,educatore d’altri tempi.

    LA MISSIONE,UN CAMMINOPER VEDERE

    SOMMARIO

    DI FRANCESCO FISONI

    «Ci saranno ancorasacerdoti nel futurodella Chiesa?».Questo il titolo di un

    libro scritto alcuni anni fa damonsignor Massimo Camisasca,in cui il punto di domandapiazzato in copertina instillava dasubito, nel lettore, una puntad’inquietudine. Si trattava però,nelle intenzioni del vescovo diReggio Emilia-Guastalla, di unadomanda retorica, connotata dalpresupposto di una rispostapositiva: finché ci sarà bisogno disalvezza (e quindi sempre, suquesta terra) ci saranno anchesacerdoti. In effetti il responso aquell’interrogativo non può cheessere positivo nella prospettiva diDio. Se resta interrogativo, lo è nelsolo orizzonte dell’uomo, che nonviene dispensato dallo sperare edal chiedere al suo Signore operaiper la messe. A questo proposito leparole di Gesù sonoinequivocabili e ci restituiscono auna dimensione di responsabilitàche spesso sfugge: «Pregatedunque il padrone della messe chemandi operai nella sua messe» (Mt9,37).È anche per queste ragioni chequando un giovane chiede dipoter essere ammesso agli Ordinisacri bisogna celebrare e far festa,nella certezza che ci troviamo inpresenza di un evento centrale perla vita della Chiesa e – se mi èpermesso - della storia dellaSalvezza.Alfono Marchitto ha 32 anni, ènato a Termoli in provincia diCampobasso e ha vissuto granparte della sua vita a San Severo inprovincia di Foggia. Alfonso,mercoledì 30 settembre, nellaparrocchiale di Ponsacco, allapresenza del vescovo Andrea, hainiziato il cammino che locondurrà agli ordini sacri, aldiaconato e al sacerdozio.Siamo andati a cercarlo, per farciraccontare qualcosa di lui, dellasua vita, delle sue passioni e dicome è arrivata la chiamata delSignore.«Che dirti? – ci dice subito confranca cortesia. Fin da piccolo sonostato un grande appassionato diarte e storia. Appena terminato illiceo classico ho intrapreso glistudi universitari in beni culturalia Foggia. Studi che però hointerrotto dopo due anni perintraprendere gli studi di teologiapresso il Pontificio seminarioregionale pugliese a Molfetta. Giànegli anni di beni culturali avevoinfatti compreso che il Signore michiamava a seguirlo nelsacerdozio. Se dovessi sintetizzarela mia vita fino ad oggi direi che ilmio passato è Misericordia, il miopresente è Grazia, il mio futuro èProvvidenza».

    Sappiamo che la tua famiglia èstata terreno propizioall’emergere e fiorire di questavocazione.«Si è così. Vengo da una famiglia

    semplice, di agricoltori. Lavoronobilitante, che anch’io ho svoltonei tempi liberi dallo studio. Aimiei genitori devo l’educazionealla fede e ai valori cristiani. Hoavuto poi la grazia di crescere inuna parrocchia che mi ha aiutato acomprendere la mia vocazione.Semmai le resistenze più grandisono stato proprio io a farle».

    Resistenze di che tipo?«Desideravo fare l’archeologo nonil prete – ride. Ma il Signore havinto tutte le mie ritrosie e alla finenon ho potuto che abbandonarmialla sua volontà. Ad aiutarmi nelmaturare questa scelta sono statidei sacerdoti che ho avuto nellamia parrocchia di origine, la lorotestimonianza è stata contagiosa edeterminante per me».

    M’interessa rimanere ancora unpo’ su questa «resistenza». In unasocietà che non educa all’ascoltoe a riconoscere la chiamata delSignore, cosa può insegnare latua esperienza a tanti ragazzi dioggi?«Come ho detto nelle parole diringraziamento per la mia"ammissione", se dovessi dare unsuggerimento ai giovani, liinviterei a non aver paura dirispondere a Dio. Lui non toglienulla, ma aggiunge tutto. Lo dicoper esperienza. La vocazione non èsottrazione ma addizione. Per mepoi, scoprire la vocazione è statacome una nuova creazione, ementre lo dico ho in mente lacreazione di Adamo diMichelangelo nella CappellaSistina: un rimpastarminuovamente da parte di Dio, apartire dalla stessa polvere, ma conun fine nuovo».

    E così hai scommesso su Dio.«Direi piuttosto che è stato Lui ascommettere su di me. In questianni ho sperimentato che lo

    Spirito Santo mi ha semprepreceduto e atteso nei luoghi e neivolti che la vita mi poneva davanti.Il vescovo Andrea, nell’omelia perla mia ammissione, mi ha chiesto:"Alfonso, chi è Dio per te?". Nonpotrò mai avere una rispostaesaustiva a questa domanda.Posso però testimoniare che ilSignore è stato con me un po’come un "giocatore d’azzardo",perché solo uno che ama fino allafollia della croce è capace digiocarsi tutto per "vincere" ungiovane come me».

    Prima hai parlato di Molfetta,una terra benedetta dal dono diun grande uomo di Dio, donTonino Bello.«Si, proprio a Molfetta ho avuto lafortuna di conoscere diversi preti elaici che hanno frequentato ilservo di Dio don Tonino Bello. Misono nutrito dei suoi scritti e daquesti, della sua passione perl’umano, gli ultimi e scartati. Poinel mio cammino vocazionalefondamentale è stata, ed è, laMadonna. La sua presenza dasempre mi accompagna eprotegge. Si sa, chi ha una madreha una garanzia... Dovremmoricordarcelo più spesso».

    Ci hai raccontato di aver iniziatoil tuo cammino in Seminario inPuglia. Cosa ti ha portato a SanMiniato? «Dopo 3 anni di Seminario aMolfetta scelsi di prendere unapausa e vivere in parrocchia.Durante quel periodo un prete diNuovi Orizzonti - l’associazionefondata da Chiara Amirante -m’invitò a trascorrere un temporiflessione e servizio nella lorosede centrale a Frosinone. Ci sonostato un anno, in cui attraverso levarie esperienze a contatto con gliultimi, e tramite la preghiera e lameditazione quotidiana homaturato maggiormente e

    nuovamente la decisione diseguire il Signore. È qui che sonoentrato in contatto con il vescovoAndrea. In diocesi infatti, nelconvento di San Francesco a SanMiniato, è presente proprio unacomunità di Nuovi Orizzonti, conla quale ho iniziato un camminopersonale, guidato poi dalle figureeducative del seminario di Firenze.Contemporaneamente iniziavoanche un’esperienza pastoralenelle parrocchie di Fauglia eValtriano e nella vicina casa diriposo. Al termine di questeesperienze, proprio grazie allaguida del vescovo e del rettore, hodeciso di riprendere il Seminario,entrando così a Firenze dove sonoattualmente al sesto anno».

    Adesso dove stai svolgendo il tuotirocinio pastorale?«Sono nella parrocchia diPonsacco, una splendida realtà,vivace e attiva che mi ha accolto abraccia aperte; e dove, grazie a donArmando, sto imparando tantecose».

    Da archeologo di vestigiastoriche ad "archeologo" dellanostalgia di Dio sepolta nelcuore dell’uomo. La vita delsacerdote è anche celebrazione diquell’unica bellezza che ha la suafonte prima in Dio. Come speri edesideri portare questa tuapassione nel cammino che tiattende?«La passione per l’arte, e anche perla natura, cerco di coltivarle ancoraoggi. Quando posso facciovolentieri un giro alla scoperta diquesta bellissima terra che è laToscana. Ne ammiro i paesaggi e icapolavori d’arte. Forse è prestoper pensare a come porterò questapassione nella vita sacerdotale.Ciò che è certo è che restodisponibile a mettere il mio amoreper la bellezza a servizio dellaChiesa».

    Dall’Archeologia al SeminarioAlfonso Marchitto candidato agli ordini sacri

  • LA DOMENICATOSCANA OGGI11 ottobre 2020II

  • LA DOMENICATOSCANA OGGI

    11 ottobre 2020 III

    abato 10 ottobre - ore 10: Ritiro per lereligiose della diocesi al Monastero di

    Santa Cristiana a Santa Croce s/Arno. Ore16: S. Messa a Treggiaia con il conferimentodella Cresima. Ore 18,30: Santa Messa inSanta Maria delle Vedute a Fucecchio con ilconferimento della Cresima (2° gruppo).Domenica 11 ottobre - ore 9: S. Messa aPasturago (MI) con il conferimento dellaCresima. Ore 11: S. Messa a Moncucco (MI)con il conferimento della Cresima.Martedì 13 ottobre - ore 10: Saluto alConvegno regionale dei presidenti degliIstituti diocesani sostentamento clero. Ore18,30: Incontro con i cresimandi di SanMiniato e La Scala. Ore 21,15: Consigliopastorale diocesano.Mercoledì 14 ottobre - ore 10: Udienze. Ore 21: S. Messa a Bagno a Ripoli per la«Scuola di evangelizzazione».Giovedì 15 ottobre - ore 10: Consigliopresbiterale. Ore 18,30: Incontro con icresimandi a San Rocco di Larciano. Ore21,15: Incontro a cura del DrammaPopolare nel centenario della nascita di donGiancarlo Ruggini.Venerdì 16 ottobre - ore 10: Udienze.Sabato 17 ottobre - ore 11: S. Messa aRoffia per l’iniziativa «Terre di Presepi». Ore16: S. Messa a Ponte a Elsa - Bastia con ilconferimento della Cresima (1° gruppo). Ore 18: S. Messa a Bassa con ilconferimento della Cresima per l’Unitàpastorale di Bassa-Gavena-Pieve a Ripoli.Domenica 18 ottobre - ore 9,30 e 11: SS.Messe a Castelmartini con il conferimentodella Cresima. Ore 17: S. Messa a VillaCampanile con il conferimento dellaCresima.

    S

    DI ANTONIO BARONCINI

    l territorio di Fauglia èsempre stato unimportante punto diriferimento per la

    nostra agricoltura locale:valide e attive fattoriecostituivano il volanoprincipale dell’economae della finanza faugliese.Le magnifiche ville el’assetto urbanisticointorno a queste,formavano il centroaziendale che con la loroimponenza e bellezzatestimoniavano la loropositività economica.Sabato 3 ottobre, donGiuseppe Volpi si èinsediato, come parroco,in questa comunità cheoggi ha perso un po’ diimportanza sul mercatoagricolo, ma contieneancora vive le tradizionidi un passato ricco eproficuo per tutti.In questo contestoambientale, la liturgiadella Messa ha fatto dacollante tra questomondo esterno e la vitaspirituale di cui ilparroco è artefice nellacustodia e nellosviluppo.La liturgia della Parola,con la lettura dal librodel profeta Isaia: «Vogliocantare per il mio dilettoil mio cantico d’amoreper la sua vigna. Il miodiletto possedeva unavigna sopra un fertilecolle» e con il vangelosecondo Matteo,narrando la paraboladella vigna e dei suoicontadini: «C’era unuomo che possedeva unterreno e vi piantò unavigna. Lo diede in affittoa dei contadini e se neandò lontano», haaccompagnato donGiuseppe in questa suanuova realtà.Queste due letturerichiamano quei valorifondamentali che sonoalla radice del

    cristianesimo: amore,perdono, tenacia,fortezza, qualità questeche anche la terra e lavigna richiedono perdonarci i loro frutti.Molte volte, nella suapungente, ma ancheidillica - in certi aspetti -omelia, il nostro vescovoAndrea ha espresso ilconcetto del pretetestimone di amore, dipreporsi sempre di più aldono dell’aiuto, dellacomprensione, dellacomunione con lapropria comunità,domandandosicostantemente: «Checosa devo fare ancoranella mia vigna che ionon abbia fatto? Perchémentre attendevo cheproducesse uva, essa haprodotto acini acerbi?».Si presenta la missionedel prete: la vigna devedare frutti buoni, pigneabbondanti di succo ezuccheri per convertirli,nella fermentazione, in

    ottimo vino.Gli ingredienti dei frutti,parafrasando, sono imezzi che il buon Dio haimmesso nel cuore enella mente dell’uomo, ela Chiesa, espressionealta del suo volere,attraverso la Parolaevangelica, mette adisposizione pergiungere alla santità divita.La strada da percorrereverso la santità ècomposta da varie tappeche non tutti possono,per orgoglio epersonalismo,raggiungere i rispettivitraguardi.Però, almeno quello diessere buoni e bravicittadini che rispettanoleggi e norme, e quello divivere in grazia, attuandoil messaggio di Cristo,semplice, umile, anche semolte volte, forte edimpegnativo, debbonoraggiungere.Il parroco, in queste fasi

    di percorso, costituisce«l’attrazione» verso il suopopolo, ha affermato ilvescovo Andrea, «nonsolo con opere sociali,importanti sì, ma noncome la preghiera che è ilcompito essenziale delparroco».L’impatto con laparrocchia è statofestoso, gioioso, benpreparato: la chiesa diFauglia, che è unacattedrale, era colma dipersone, pur rispettandole norme anti-virus, leautorità civili e militaricon tutte le associazionipresenti sul territorio,hanno manifestato, incomunione, di accettaredon Giuseppe come loroparroco, come colui a cuirivolgersi per chiedereaiuto, sostegno alla lorovita non solo materialema soprattutto spirituale.Il saluto di don Giuseppeverso i nuoviparrocchiani è statoaperto, invitante, velato

    da una umanaemozione, ringraziandoper la loro presenza,accompagnata da felici esincere parole cheprecedentemente glisono state rivolte insiemea dei doni come persuggellare un’amiciziache col tempo vengasempre più consolidata.Don Giuseppe nonpoteva non ricordare iparrocchiani lasciati che«con le lacrime agliocchi» gli hanno espressogratitudine ed amicizia,ricordandogli nellacondivisione, momentifelici e meno lieti.Il prete è un missionarioche mette a disposizionedella Chiesa, attraverso ilsuo vescovo, la suadisponibilità per servire,per trasmettere la Parola,per accrescere la fede nelsuo popolo, ma è ancheun uomo con i propriaffetti e il distacco èsempre sentito gravoso,pesante, spiacevole.Capiamo anche questoaspetto e non cerchiamosolo di ottenere aiuto maanche di rivolgerglielocon comprensione, congioia, con fiducia.Don Angelo Falchi, cheper due mesi e mezzo haretto questa comunità, hasalutato don Giuseppe,consegnandogli unaunità parrocchiale prontaa sostenerlo e a«proseguire il nuovocammino di fede» seppurcon difficoltà delmomento, ma semprenella speranza e nellafiducia nel buon Dio.Non è mancato ilbrindisi finale che lebrave operatrici dellaMadonna del Soccorsoavevano, con cura,allestito.«Chi è il sacerdote? Unuomo che sta al posto diDio, un uomo che si èrivestito di tutti i poteri diDio...Oh come è grandeil sacerdote!».

    I

    L’ingresso di don Giuseppe Volpi a Fauglia e Valtriano

    NOMINATI NUOVIPARROCI E VICARIPARROCCHIALI

    opo le nomine di don Giuseppe Volpi aparroco di Fauglia e Valtriano, di don

    Holin D’Cruz a parroco di Palaia e Partino,di don Francesco Ricciarelli a parroco diCigoli e di don Castel Nzaba adamministratore parrocchiale di San Pierino,il vescovo Andrea ha comunicato tramite laCancelleria vescovile ulteriori nuove nomine.La prima ha riguardato la parrocchia «LaMadonna» di San Romano dove, in seguito altrasferimento di padre Valentino BenedettoGhiglia e di padre Lorenzo Maria Coli adaltro incarico all’interno della ProvinciaToscana dei Frati Minori francescani,monsignor Migliavacca ha provveduto allanomina e all’insediamento canonico comenuovo parroco di padre Marco Sebastiani.Vice parroco è stato nominato padreRoberto Luciano Benamati, che fa così il suoritorno a San Romano dopo alcuni anni diassenza.Domenica 4 ottobre sono state poi rese noteanche le nomine e gli incarichi che hannointeressato don Simone Meini, don LucaCarloni e don Massimo Meini. Don Simone Meini, attuale amministratoredella parrocchia dei SS. Giuseppe e Anna a S.Donato di S. Maria a Monte, nonché vicarioparrocchiale nelle parrocchie di S. Giovannievangelista a S. Maria a Monte, è statodesignato nuovo parroco dell’Unità pastoraledi Santa Maria in Valdegola, dove subentra adon Ricciarelli nominato - come ricordatosopra - parroco di Cigoli. Don SimoneMeini, che ricopre a livello diocesano anche iruoli di direttore del Centro vocazioni e diconsigliere spirituale del Rinnovamentonello Spirito, ha 34 anni, è stato ordinatosacerdote il 25 gennaio del 2015 e faràufficialmente il suo ingresso in Valdegolasabato 14 novembre nella pieve diCorazzano.L’ingresso invece di don Ricciarelli a Cigoli èprevisto per la sera del 31 ottobre, vigiliadella festività di Tutti i Santi.Cambiamenti anche in Valdera: a Ponsacco ilnuovo vice-parroco dopo che don HolinD’Cruz è stato nominato parroco di Palaia ePartino, sarà don Luca Carloni, 29 anni,attualmente vicario parrocchiale a CascianaTerme.In seguito a questo avvicendamento, donMassimo Meini, dottorando in Mariologia aRoma, inizierà a prestare servizio a CascianaTerme come collaboratore parrocchiale.

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    San Romano, progetto «Cultura nel futuro» della Caritas diocesana a sostegno degli studenti

    li operatori della Caritas, dasempre attenti a osservare la

    realtà complessa e spesso criticadi quelle persone e di quellefamiglie che si trovano a viverein condizioni economiche,culturali, sociali e materialidifficili, allo scopo diindividuare strategie efficaci edadeguate di supporto, hannorivolto maggiormentel’attenzione alla loro situazione,divenuta ancor più critica acausa della attuale crisipandemica.In particolare sono state presein considerazione quellefamiglie che hanno mostratointeresse e motivazione agarantire ai propri figli lapossibilità di studiare,privilegiando l’obbiettivoformativo rispetto a tutti glialtri.Confortati dall’approvazione edal sostegno di padre Valentino

    Ghiglia ofm, che ha dato formae consistenza al progetto«Cultura nel futuro», si è potutipassare alla fase attuativa

    supportati anche dal contributoofferto dal presidente delRotaract di San MiniatoAlessandro Maffei. A sua volta,

    padre Valentino, ha deciso distanziare un fondo allo scopo dirafforzare questa iniziativa erenderla continuativa neltempo.Dopo un attento esame, sonostati scelti quattro ragazzi a cui èstata destinata una cartanominativa di 300 euro dautilizzare per spese di ordinescolastico. La carta è stataconsegnata ai ragazzi duranteun incontro svoltosi a SanRomano, lo scorso 3 ottobre,alla presenza del nuovo parrocopadre Marco Sebastiani.A questi giovani studenti vannoi nostri auguri perché conimpegno e serietà possanoperseguire i loro sogni erealizzino i progetti che lacultura suggerisce loro.

    Don Udoji OnyekweliVicepresidente della Caritas

    Diocesana

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    Agenda delVESCOVO

  • LA DOMENICATOSCANA OGGI11 ottobre 2020IV

  • LA DOMENICATOSCANA OGGI

    11 ottobre 2020 V

    ella vigilia dellasolennità di San

    Francesco, lo scorso 3ottobre, ha fatto il suoingresso come parroco diSan Romano padreMarco Sebastiani,arrivato pochi giorni fa alSantuario della Madonnadelle Grazie. Il vescovomonsignor AndreaMigliavacca, che hapresieduto la SantaMessa di insediamento,ha esortato il nuovoparroco e la comunità amettere al centro dellavita il vangelo «sineglossa», sullo stile di SanFrancesco: «Cosa puòfare di più significativo eimportante una fraternitàdi francescani, comequella che ci ritroviamorinnovata a San Romano,se non mettere al centrodella loro comunità e ditutta la parrocchia ilvangelo? E cosa può faredi più un parroco comepadre Marco, cheaccogliamo questa sera,se non mettere al centrodella vita pastorale dellaparrocchia il vangelo?».Al parroco, ha ricordatoil vescovo, è richiestosoprattutto di

    annunciare, ditestimoniare il vangeloalla sua comunità. Haquindi commentato lapagina del Siracide cheparla dell’opera di unsacerdote del tempoantico, Simone figlio diOnia. «Di questosacerdote il testo ciracconta anzitutto la curache aveva del tempio diDio, il suo santuario epoi la custodia delpopolo di Dio, unpopolo che assediatoviene protetto dalsacerdote, al punto dadiventare luce, chesplendo come il sole e laluna piena nella notte. Inquesto orizzonte di tuteladel santuario e delpopolo ci viene indicatauna identità: santuario diDio, vero santuario è ilpopolo».Dalla pagina di san Paoloai Galati, il vescovoAndrea ha tratto unafrase dell’Apostolo cheriassume bene lavocazione del sacerdote edel parroco: «Per me nonci sia altro vanto chenella croce del Signorenostro Gesù Cristo». Èdall’incontro col Signore

    che nasce la vocazione alasciarsi toccare e segnareda Lui (e qui è venutospontaneo il riferimentoalle stigmate di SanFranceco), «a lasciarsimarchiare con il timbro

    dell’amore di Gesù».Anche il vangelo delladomenica ha offertospunti autenticamentefrancescani, con laconstatazione che imisteri del Regno sono

    rivelati ai piccoli e agliumili. «I frati nellacomunità e anche ilnuovo parroco - hanotato il vescovo - sonosegno di questapiccolezza, di questa“minorità” e ci indicanodove cercare il vangelo». Infine, l’invito di Gesù,«venite a me voi tutti chesiete stanchi e oppressi eio vi darò ristoro», èriecheggiato nelle paroledel vescovo Andrea che sisono fatte intensamentesuggestive e quasi teatrali:«Ma sentite? È una voceche arriva ancora unpoco da lontano, ora èpiù chiara, la si riconosce,assomiglia a quella dipadre Valenino, ma ora èpiù chiara, pare quella dipadre Marco e ci dice:“venite a me”…Bell’invito del nuovoparroco! Ma ascoltabene, prova a capire…non è la voce di padreMarco, ma nei toni delsuo dire è il Signore che tiricorda e ti ripete: "Venitea me". Quejsto è ilriassunto più bello dellavita di una parrocchia,della parrocchia di SanRomano».

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    DI SERGIO DE CESARIS

    adre Romeo Piroli,scolopio classe 1938,scomparsoimprovvisamente la

    scorsa settimana, ha dedicatola sua vita all’IstitutoCalasanzio di Empoli e a tuttociò che vi gravitava intorno: laFondazione Calasanzio, ilServizio terzo mondo Toscana(Setem), la comunità empolesein generale. Il sacerdote,insegnante per molti anni nellascuola di via Carrucci dellaquale è stato anche preside erettore, ha ricevuto il rito delleesequie alla vela «MargheritaHack» di Avane, luogo scelto alposto di una tradizionalechiesa per accogliere, comeprevisto, le centinaia dipersone che hanno voluto darel’ultimo saluto allo scolopio.Nei momenti difficili che lavita ci ha riservato ha sempretrovato parole di conforto", haraccontato la presidentedell’«Associazione ex alunni»,Denise Ghezzi. «Un uomo cheha saputo creare legami intutte le generazioni, dobbiamoportare avanti le idee in cui eglicredeva e noi crediamo» haribadito Francesco De Cesaris,vicepresidente esecutivo delSetem, associazione chesostiene le missioni scolopichenel terzo mondo. La famiglia,la Misericordia di Empoli,l’amministrazione comunalecol vicesindaco FabioBarsottini con diversi membridella giunta e tantissimisacerdoti hannoaccompagnato studenti, exstudenti, genitori, insegnanti eamici della scuola empolese

    nella celebrazione tenuta dapadre Sergio Sereni, superioreprovinciale dei Padri Scolopid’Italia e dal proposto donGuido Engels. Tanti i pensieri che sono statiletti per onorare la memoria diPiroli, che rivive nei ricordi enegli insegnamenti di chi, amodo suo, ha cambiato lapropria vita dopo avertrascorso gli annidell’istruzione all’IstitutoCalasanzio. Per qualcuno è stato professoreo preside, per altri un sacerdotedi riferimento, ma per lamaggior parte un maestro divita e di valori. Questo è ciòche emerge dalle paroleespresse da alcuni dei presenti,tra cui tantissimi alunni diogni età, rivolte a Piroli. «Cimancherà quello schiaffetto

    sulla guancia che valeva più diuna carezza, i suoi consigli, isuoi buongiorno», «Neicorridoi della scuola non saràpiù la stessa cosa» o ancora«Grazie a lui ho imparato ilvalore della vita, perché nienteè casuale». In molti si sono dati il cambioal microfono, un via vaicommosso di testimonianzeche hanno raccontato aipresenti ciò che resta dellaconoscenza di padre Piroli:«Padre era la parola che più lodescriveva - hanno continuato -domani sarà un giorno comegli altri ma in cima alle scaledel primo piano non ci saraipiù a salutarci nome per nome,perché da buon padre,conoscevi i nomi di tutti noi». Piroli è stato ricordato per lasua missione di educatore e di

    religioso ma anche comepersona che credeva inriunioni e incontri ma chevolentieri partecipava anche acene informali, tra amici. Piroliera tifoso del Torino e la suasciarpa granata lo haaccompagnato anche nella suaultima veste terrena. «Mi sentodavvero fortunato di aver avutoil privilegio di averlo comeamico sincero, fino all’ultimominuto - ha detto l’imprenditoreSimone Campinoti - mimancheranno tanto lechiacchierate profonde sullecose del mondo, sul futuro,sulla fede». Durante la sua pluridecennalepermanenza ad Empoli si èformata la comunità degliscolopini, radicata in cittàgrazie a valori quali solidarietà,impegno, dedizione ma ancheamicizia, divertimento eironia, del quale Piroli non eraprivo. Sabato sera la notizia dellascomparsa del sacerdote hascosso tutta Empoli e persinodei giovanissimi allievi sonoaccorsi subito a scuola quandohanno saputo, lasciando ifesteggiamenti di uncompleanno. Un percorso avviato da Piroli,una comunità che resta unita eche continuerà a camminarecon le gambe che proprio quelpadre, con la collaborazione dialtri sacerdoti, ha scolpito perquell’Istituto e per tutti i fedeli.«Siamo qui per accompagnarlaper mano in questo ultimoviaggio proprio come lei hafatto con noi. Niente andràperduto, siamo i suoi allievi elo saremo sempre. Cimancherà».

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    La scomparsa di padre RomeoPiroli, educatore d’altri tempi

    o scorso 6 ottobre si è celebrata laGiornata Mondiale della Paralisi

    Cerebrale, una malattia rara del sistemanervoso centrale che in Italia coinvolge100 mila tra adulti e bambini. L’Istitutodi Stella Maris a Calambrone da dueanni è sede del Centro Terapieinnovative nella paralisi cerebrale, dovesi applicano protocolli terapeutici eriabilitativi frutto delle più avanzatericerche scientifiche. Progetti come EarlyHabit-Ile per la riabilitazione motorianei bambini tra 1 e 4 anni con paralisicerebrale o come la tele-riabilitazioneche grazie alle piattaforme sviluppate daInnovate-Lab hanno consentito diproseguire il trattamento a domicilio ditanti bambini con paralisi cerebraleanche durante il recente lockdown. LaFondazione Stella Maris ha rinnovato ilpatto con le famiglie con l’obiettivo dipromuovere la migliore qualità dellavita per la persona con paralisicerebrale, in collaborazione con leAssociazioni Coordinamento Etico deiCaregivers ed EppursiMuove ASD, dasempre un sostegno attivo importanteper sensibilizzare la cittadinanza e leistituzioni sui bisogni della persona conparalisi cerebrale infantile in etàpediatrica ed adulta.La Fondazione Stella Maris ha ospitatola lezione magistrale del professorAdriano Ferrari, illustre fisiatra, tra imassimi esperti in Italia nel campodella riabilitazione delle disabilitàinfantili. La sua lezione, indirizzata aimedici in formazione e ai terapisti, si èincentrata sul tema: «Paralisi CerebraleInfantile. evoluzione dei concettiinterpretativi e della prassi clinica».

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    Associazione Culturale «Arco diCastruccio» è impegnata da

    sempre a tutelare le tradizioni, lastoria locale e a mantenere vivo ilricordo del passato e delle esperienzeche hanno segnato profondamente lavita della città di Montopoli, della suapopolazione e del territoriocircostante.Per questo motivo sabato 10 Ottobre,alle ore 16,30 presso la Sala Pio XII,via Guicciardini 57, a Montopoli Vald’Arno, ha organizzato unaconferenza dal titolo «Il passaggiodella II guerra mondiale nel Valdarnoinferiore».Interverranno, in qualità di relatori,lo storico Claudio Biscarini e donLuciano Niccolai, cultore di storialocale, autori del libro «Montopoli1940-1944», i quali illustreranno imomenti più rilevanti della guerra nelnostro circondario.Introdurrà Marzio Gabbanini,presidente dell’Associazione e ilcoordinatore sarà Francesco Fiumalbi, appassionato di storia e conoscitoreattento di fatti che hanno riguardatocittà come Montopoli, San Miniato eil Valdarno tutto.Si informano i partecipanti che nelrispetto delle norme ministeriali perla salvaguardia e la tutela della salutecollettiva sarà posta massimaattenzione alla sicurezza e aldistanziamento sociale.

    Associazione Culturale«Arco di Castruccio»

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    Conferenza a Montopoli sul passaggiodella guerra

    Padre Marco Sebastiani,nuovo parroco di San Romano

    Stella Maris,centro per lacura dei pazienticon paralisicerebrale

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