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Individuati i ragazzi, è stato solo necessario offrire loro un po’ di briefing in materia di energia e di efficienza energetica, ma questo è una delle competenze della Fondazione Eni Enrico Mattei. Ora il punto di partenza ci era chiarissimo: il cittadino del secondo millennio non può ignorare concetti basilari quali l’efficienza e il risparmio energetico nonchè la sostenibilità. Qualcuno ha stimato che nel riciclo dei materiali di uso comune, l’informazione valga più del 50% dell’intera filiera che porta a nuova vita un rifiuto. La conoscenza, l’informazione e la divulgazione scientifica ai cittadini vale più del complesso sistema di riciclo dei rifiuti. In effetti a nulla servirebbe il più costoso impianto per il riciclo se nessuno sapesse come effettuare correttamente la raccolta differenziata. Quindi chiedemmo ai giovani designer di immaginare un luogo dedicato alla costruzione di una “cultura dell’energia”. Il Parco Tematico dell’Energia cominciava così a prendere forma nelle m

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Proprietà letteraria riservataEditore

1a edizione: 2010

Tutti i riferimenti ad aziende, istituzioni, enti e affini sono il frutto della ricerca degli studenti e quindi sono utilizzati in questa pubblicazione ad esclusivo scopo didattico.

ISBN

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AMBIENTE

UN FUTURODESIGN RICERCA ENERGIA

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MAPPA DEL LIBRO

oltre kyoto: verso una progettazione

energetica efficiente nello spirito della cooperazione

internazionale E.Cicigoipag.210

il parco dell’energia in basilicata

A.Granelli e S.Santini fondatori di Kanso

pag.212ambiente, energia e tecnologia:

paradigmi per il progetto,dall’oggetto al territorio

S.Parispag.216

. . .

introduzioneC.Re

pag.010

La divulgazione scientificaA.Bellatipag.014

conclusioniC.Verronepag.220

opportunità-responsabilità-design

A.Biamontipag.018

parchi dell’innovazione

e il loro funzionamento.

M.Bernecolipag.028

workshop energy: nuove forme

di collaborazione e problem solving

creativi A.Ponzinipag.036

I parchi tematici come strumenti

del design degli interniC.Gallipag.20

WORKSHOP

LABIRINTH

concept per un parco tematico

dell'energiapag.040

casa sostenibilepag.088

1K€ exhib-designpag.142

Politecnico di Milano

FEEM

DAL MONDO

ENI

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oltre kyoto: verso una progettazione

energetica efficiente nello spirito della cooperazione

internazionale E.Cicigoipag.210

il parco dell’energia in basilicata

A.Granelli e S.Santini fondatori di Kanso

pag.212ambiente, energia e tecnologia:

paradigmi per il progetto,dall’oggetto al territorio

S.Parispag.216

. . .

introduzioneC.Re

pag.010

La divulgazione scientificaA.Bellatipag.014

conclusioniC.Verronepag.220

opportunità-responsabilità-design

A.Biamontipag.018

parchi dell’innovazione

e il loro funzionamento.

M.Bernecolipag.028

workshop energy: nuove forme

di collaborazione e problem solving

creativi A.Ponzinipag.036

I parchi tematici come strumenti

del design degli interniC.Gallipag.20

WORKSHOP

LABIRINTH

concept per un parco tematico

dell'energiapag.040

casa sostenibilepag.088

1K€ exhib-designpag.142

Politecnico di Milano

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DAL MONDO

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INDICE

Introduzione 010C.Re

FEEM - Fondazione Eni Enrico Mattei 012 La divulgazione scientifica 014 A.Bellati

Politecnico di Milano 016 Labirint Opportunità-Responsabilità-Design 018 A.Biamonti I parchi tematici come strumenti del design degli interni 020 C.Galli Parchi dell’innovazione e il loro funzionamento 028 M.Bernecoli > le trasformazioni generate dagli INN Park 029 > come si evolvono i parchi 031 > come funzionano i parchi: il caso Aston Science Park 032 > come funzionano i parchi: il caso Futurescope 034 Workshop Energy: nuove forme di collaborazione e problem solving creativi 036 A.Ponzini

Workshop 039 Concept Per Un Parco Tematico Dell’energia gruppo 01 > STEP 040 gruppo 02 > INTENCITY 046 gruppo 03 > NEXT VALLEY 052 gruppo 04 > ENERGO 058 gruppo 05 > DO YOU ENERGY? 064 gruppo 06 > BE-PARK 070 gruppo 07 > ENERGEO 076 gruppo 08 > LIVING PARK 082 La Casa Sostenibile gruppo 01 > IL RICIRCOLO DELL’ENERGIA 088 gruppo 02 > IL VILLAGGIO ENERGETICO 094 gruppo 03 > ECONSUMO 100 gruppo 04 > SOSTENIBILE DOMESTICO 106

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gruppo 05 > LIGHT 112 gruppo 06 > NATURALMENTE IN CASA 118 gruppo 07 > E LOGICO 124 gruppo 08 > ART D’ECO 130 gruppo 09 > SWITCH OFF 136 1K€ Exhib-Design gruppo 01 > B ENERGY 142 gruppo 02 > GICOMOTIVA 148 gruppo 03 > BOX THERAPY 154 gruppo 04 > ENIthingelse 160 gruppo 05 > + o - ENERGIA 166 gruppo 06 > IMPRIGIONARE CATACLISMI 172 gruppo 07 > ABOUT ENERGY...AND SEA 178 gruppo 08 > LA CICALA E LA FORMICA 184 gruppo 09 > ECO-SIDE OF THE CITY 190 gruppo 10 > LA CASA DEGLI SPRECHI 196 gruppo 11 > BE COOL, RECYCLE! 202

Dal mondo 208

Oltre Kyoto: verso una progettazione energetica efficiente nello spirito della cooperazione 210 internazionale E.Cicigoi Il Parco dell’Energia in Basilicata 212 A.Granelli e S.Santini - fondatori di Kanso > un parco dell’energia in Val d’Agri 213 Ambiente, energia e tecnologia: paradigmi per il progetto, dall’oggetto al territorio 216 S.Paris

Conclusioni 220C.Verrone Profilo degli autori 224

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8FEEM - Fondazione Eni Enrico Mattei

INTRODUZIONEFEEM-Fondazione Eni Enrico MatteiCristiano Re

La Facoltà di Architettura, all’interno del Politecnico di Milano, è con-trassegnata da una A maiuscola e rossa.

Appena al di là della strada ci sono i giardini di Piazza Leonardo da Vin-ci, attraversati ogni anno da migliaia di passi degli studenti di ingegne-ria. Passi veloci di chi, costruendosi il futuro, darà il proprio sostanziale contributo allo sviluppo e all’innovazione tecnologica.La prima volta che incontrai il professor Biamonti sotto la celebre A non avevamo ancora le idee chiare sul workshop da organizzare.

Le idee ci si schiarirono una volta arrivati nel famoso “ovale” della Fa-coltà del Design di Bovisa ed era stato il clima che già qui si respirava che fece emergere una priorità comune: dare voce agli allievi più creativi; quelli che più che a meccanismi, for-mule chimiche ed equazioni, si interessano della forma di un proget-to, del suo design. Da questo desiderio condiviso sviluppammo una sfida: partire dal bello e dalla linea per progettare un Parco ad alta innovazione tecnologica. Un compito forse più adeguato a un team di ingegneri dei materiali più che a studenti di Design; noi volevamo proprio loro: un colorato gruppo di giovani studenti vivaci, ottimisti e sognatori.Il loro entusiasmo sarebbe diventato il fondamentale ingrediente per la riuscita del piano.Individuati i ragazzi, è stato solo necessario offrire loro un po’ di briefing in materia di energia e di efficienza energetica, ma questo è una delle competenze della Fondazione Eni Enrico Mattei.Ora il punto di partenza ci era chiarissimo: il cittadino del secondo mil-lennio non può ignorare concetti basilari quali l’efficienza e il risparmio energetico nonchè la sostenibilità. Qualcuno ha stimato che nel riciclo dei materiali di uso comune, l’informazione valga più del 50% dell’intera filiera che porta a nuova vita un rifiuto. La conoscenza, l’informazione e la divulgazione scientifica ai cittadini vale più del complesso sistema di riciclo dei rifiuti. In effetti a nulla ser-virebbe il più costoso impianto per il riciclo se nessuno sapesse come effettuare correttamente la raccolta differenziata.Quindi chiedemmo ai giovani designer di immaginare un luogo dedi-cato alla costruzione di una “cultura dell’energia”.Il Parco Tematico dell’Energia cominciava così a prendere forma nelle menti brillanti dei nostri ragazzi.A questo punto però ci voleva anche una cornice adeguata. Un posto

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9FEEM - Fondazione Eni Enrico Mattei

bellissimo, accogliente e selvaggio che racchiudesse una storia mille-naria e una vocazione all’energia.La Val d’Agri in Basilicata, che produce ogni anno centinaia di migliaia di barili di petrolio, è naturalmente emersa come candidata ideale per ospitare il Parco proprio perché il Parco dell’Energia era già uno dei progetti presentati dall’Amministrazione Regionale come macro attrat-tore per stimolare l’economia del turismo.In una settimana di lavoro, in soli cinque giorni, i ragazzi hanno svilup-pato un lavoro sbalorditivo. Otto declinazioni del Parco, otto progetti perfettamente mirati e centrati.Senza dubbio fecero un lavoro eccellente.

A sei mesi di distanza il luogo dell’appuntamento rimaneva la grande A della Facoltà di Architettura, ma questa volta il workshop era più definito, più limitato. Questa volta chiedemmo ai ragazzi di progettare un allesti-mento che affrontasse i temi dell’abitare sostenibile: la casa come cen-tro di gravità del vivere in armonia con l’ambiente, facendo attenzione agli sprechi, alla dispersione di energia, al riciclo, all’efficienza. Anche in questa occasione, i nostri ragazzi ribadirono la loro brillantezza.

Passato un anno dal secondo workshop abbiamo pensato di osare an-cora di più ponendo enormi limiti al nuovo progetto. Sembrava ormai quasi una sfida tra i docenti Feem e i sorprendenti studenti del Politecnico, e allora la proposta è stata uno spazio molto ben delimitato (2 metri per 5, quanto un parcheggio per auto) e mille euro di budget per inventarsi un allestimento che rappresentasse il delicato rapporto tra Energia ed Ambiente.Ancora una volta i ragazzi hanno trasformato in stimolo risorsa le dif-ficoltà, la loro creatività è stata positivamente spiazzante!Per noi è stato fantastico vederli all’opera. Un perfetto lavoro di squadra: c’era chi disegnava, chi ricercava, chi ideava forme, slogan, espedienti narrativi per raccontare l’energia. Poi giù, in laboratorio, dove le idee diventano materia e prendono forma.Il risultato? Undici prodotti di incredibile qualità in tempi rapidissimi!

La sfida l’hanno raccolta e vinta ancora gli studenti.

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energetica efficiente nello spirito della cooperazione

internazionale E.Cicigoipag.210

il parco dell’energia in basilicata

A.Granelli e S.Santini fondatori di Kanso

pag.212ambiente, energia e tecnologia:

paradigmi per il progetto,dall’oggetto al territorio

S.Parispag.216

. . .

introduzioneC.Re

pag.010

La divulgazione scientificaA.Bellatipag.014

conclusioniC.Verronepag.220

opportunità-responsabilità-design

A.Biamontipag.018

parchi dell’innovazione

e il loro funzionamento.

M.Bernecolipag.028

workshop energy: nuove forme

di collaborazione e problem solving

creativi A.Ponzinipag.036

I parchi tematici come strumenti

del design degli interniC.Gallipag.20

WORKSHOP

LABIRINTH

concept per un parco tematico

dell'energiapag.040

casa sostenibilepag.088

1K€ exhib-designpag.142

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il parco dell’energia in basilicata

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pag.212ambiente, energia e tecnologia:

paradigmi per il progetto,dall’oggetto al territorio

S.Parispag.216

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introduzioneC.Re

pag.010

La divulgazione scientificaA.Bellatipag.014

conclusioniC.Verronepag.220

opportunità-responsabilità-design

A.Biamontipag.018

parchi dell’innovazione

e il loro funzionamento.

M.Bernecolipag.028

workshop energy: nuove forme

di collaborazione e problem solving

creativi A.Ponzinipag.036

I parchi tematici come strumenti

del design degli interniC.Gallipag.20

WORKSHOP

LABIRINTH

concept per un parco tematico

dell'energiapag.040

casa sostenibilepag.088

1K€ exhib-designpag.142

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La divulgazione scientifica

Andrea Bellati

Divulgare la scienza significa letteralmente parlare di scienza alle per-sone. Gente e scienza: può sembrare un matrimonio verbale davvero poco probabile. La scienza infatti è spesso oggetto di pregiudizi e dif-fidenze da parte del pubblico più vasto. Eppure la scienza permea ogni aspetto della nostra vita: da quando accendiamo il motore dell’auto a quando prendiamo un’aspirina per il mal di testa. In fondo anche la ricetta della nostra torta preferita è un esperimento affinato in anni di prove, di tentativi ed errori. La scienza funziona così da quando Galileo ne codificò il metodo: si osserva un fenomeno, si fanno delle supposi-zioni per spiegarlo, si progetta un esperimento per metterlo alla prova poi si spiega alla comunità scientifica cosa si è fatto, come e perché e quali risultati si sono ottenuti. Il metodo scientifico è forse il più im-portante degli insegnamenti che la scienza può offrire al suo pubblico. Imparare ad analizzare un problema, scoprirne gli aspetti nascosti os-servandolo da diversi punti di vista e proporre soluzioni per risolverlo non serve solo a inventare nuove molecole medicinali o applicazioni tecnologiche, è un approccio fondamentale per affrontare gli imprevisti della vita. La scienza però a volte appare lontana, arroccata nelle uni-versità e negli istituti di ricerca dove viene prodotta e questo perché non sempre gli scienziati sono anche buoni comunicatori.Prendiamo la chimica a titolo d’esempio. Il termine “chimico” è forse per la maggior parte delle persone un sinonimo di “velenoso”. Certamente la cronaca offre innumerevoli occasioni per generare il paradigma. Ma la chimica è nel nostro quotidiano più di quanto si immagini: per tornare all’esempio di prima, una torta è un complesso composto chimico e, in pratica, lo siamo anche noi.La divulgazione scientifica qui rivela la sua fondamentale importanza perché compie un’accurata operazione di traduzione. Il divulgatore prende l’informazione scientifica che alla nascita è fatta di termini tecnici, dati e grafici e la trasforma in parole comuni, esempi e metafore facilmente comprensibili.Il divulgatore scientifico è perciò una strana figura a due teste capace di comunicare con due mondi diversi: il pubblico e gli scienziati. Solita-mente il divulgatore è un personaggio culturalmente onnivoro e curio-sissimo. Deve per necessità sapere di tutto un po’ e, come una spugna, assorbire informazioni rapidamente per digerirle e metabolizzarle.È anche un lavoratore umile perché deve sempre riconoscere la propria ignoranza davanti alla grande scienza e chiedere a chi ne sa di più ap-profondimenti e spiegazioni. Già spiegare. Spiegare significa letteral-mente senza-pieghe, togliere le pieghe, appianare. Togliere le pieghe alle cose complicate cioè, letteralmente con-le-pieghe. Ecco svelato il

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lavoro del divulgatore scientifico. Prende un argomento complicato e, un pezzetto alla volta, lo ammorbidisce e lo distende in modo che tutti possano riconoscerlo e leggerlo. Compiuta la spiegazione, il divulga-tore deve comunicare quello che ha capito alla gente, nel migliore dei modi.Ci sono molti canali attraverso i quali la divulgazione scientifica diventa comunicazione. Ci sono i libri, le riviste, la televisione. E poi ci sono i luoghi sacri deputati proprio alla didattica e all’intrat-tenimento scientifico: sono i musei e più recentemente i parchi tematici.In questi templi del sapere la divulgazione è diventata una missione. Si studiano espedienti espressivi innovativi, come i laboratori, i giochi, gli spettacoli, e si progettano nuove tecniche per togliere le pieghe al sapere scientifico. Nei parchi tematici scientifici i protagonisti non sono gli oggetti e i reperti, come nei musei classici; qui la suggestione e l’emozione, la sorpresa e la scoperta, il divertimento e il gioco rompono gli indugi del pubblico e lo accompagnano lungo un percorso di cono-scenza e di sapere.

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POLITECNICO DI MILANO

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La divulgazione scientificaA.Bellatipag.014

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parchi dell’innovazione

e il loro funzionamento.

M.Bernecolipag.028

workshop energy: nuove forme

di collaborazione e problem solving

creativi A.Ponzinipag.036

I parchi tematici come strumenti

del design degli interniC.Gallipag.20

WORKSHOP

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concept per un parco tematico

dell'energiapag.040

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A.Granelli e S.Santini fondatori di Kanso

pag.212ambiente, energia e tecnologia:

paradigmi per il progetto,dall’oggetto al territorio

S.Parispag.216

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pag.010

Politecnico di Milano

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introduzioneC.Re

pag.010

La divulgazione scientificaA.Bellatipag.014

conclusioniC.Verronepag.220

opportunità-responsabilità-design

A.Biamontipag.018

parchi dell’innovazione

e il loro funzionamento.

M.Bernecolipag.028

workshop energy: nuove forme

di collaborazione e problem solving

creativi A.Ponzinipag.036

I parchi tematici come strumenti

del design degli interniC.Gallipag.20

WORKSHOP

LABIRINTH

concept per un parco tematico

dell'energiapag.040

casa sostenibilepag.088

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Opportunità-Responsabilità-Design

Alessandro Biamonti

Abbiamo di fronte grandi opportunità. Nonostante questo non sia chiaro a tutti, e anzi a molti piaccia o convenga riflettere solo sul sa-pore della frutta “che non è più lo stesso…”, abbiamo di fronte grandi opportunità. Soprattutto opportunità di Progetto, nel suo vero signifi-cato di gettare avanti, ovvero di costruire le basi per un futuro. Alle importanti esperienze ed innovazioni in campo tecnologico oggi affian-chiamo infatti nuovi e più precisi metodi di analisi, così come strumenti di visualizzazione. Ma il vero territorio delle opportunità è in realtà un altro. Le opportunità stanno nelle nuove generazioni di nativi digitali, in grado potenzialmente di comprendere e gestire, in modo quasi istin-tivo, la complessità delle nuove condizioni socio-tecno-antropologiche come, per esempio la questione della sostenibilità, che non può es-sere affrontata come un mero fatto tecnico, risolvibile solo con pro-tocolli o regolamenti, ma deve necessariamente essere inquadrata in un più ampio contesto di natura storico-antropologica. Occorre infatti elaborare un’analisi su una nuova idea di Qualità della Vita che risulti convincente anche ai cosiddetti Paesi emergenti, che a fatica stanno raggiungendo condizioni sociali, economiche e produttive, che ormai le nazioni post-industriali si trovano obbligate ad abbandonare.Si tratta di un profondo cambiamento. Sicuramente drastico, ma che dovrebbe essere condotto in modo dolce, in quanto prevede il coinvol-gimento della sfera individuale, come agente attivatore in rapporto a politiche globali. Appare chiaro come questo si configuri come un lento processo di apprendimento, attraverso una successione di stadi evolu-tivi imperfetti, per i quali saranno necessarie nuove professioni, nuove tecnologie, nuove responsabilità. Il fine è quello di progredire senza distruggere. Con l’obiettivo di rendere accessibile a tutti gli abitanti del pianeta adeguati livelli di comfort individuale, senza per questo com-promettere le generazione future.L’uomo pare destinato a lasciare orme sul pianeta, oggi abbiamo la responsabilità di lasciare orme leggere.

Per tutti la responsabilità significa consapevolezza. Un progettista è sempre responsabile dei propri progetti, in quanto ogni progetto rappre-senta un atto nei confronti della realtà, destinato a costruirla, definirla, inventarla. In sostanza un atto destinato a trasformare l’esistente. Considerando che ogni atto progettuale è una scelta, ovvero una libera decisione, vediamo che il concetto di responsabilità va quindi neces-sariamente connesso al concetto di libertà. Libertà è decidere, ma anche rendersi conto che si sta decidendo, ovvero che stiamo mettendo in atto scelte progettuali che produrranno

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effetti, che non si potranno facilmente negare o cancellare. Questo vale ovviamente per l’ambito dell’estetica, di centrale importanza nel-la storia ed evoluzione dell’uomo, ma anche, e soprattutto in questo nostro presente e prossimo futuro, per quegli aspetti che rientrano nel concetto di Sostenibilità.La ricerca di uno Sviluppo Sostenibile, ovvero l’ultimo atto che mani-festa la crescente complessità della questione ambientale, non può più essere gestita solamente, ed ingenuamente come in passato, da quelle forme di integralismo ambientalista che contemplano unicamente soluzioni monologiche. Necessita infatti di soluzioni in grado di contem-plare più logiche. Infatti, a partire dalla necessità di abbandonare una visione antropocentrica dello sviluppo, è necessario pensare ad una “nuova ecologia” che preveda un approccio di natura più “cosmica”. Una visione di un ecosistema-mondo che prenda in considerazione esseri umani, flora e fauna, ma anche artefatti e tecnologie, energie di natura diversa ormai stretti in legami imprescindibili. Con questo nuovo ecosistema dovrà confrontarsi la cultura del progetto, mettendo in gioco la propria libertà, alla luce dalla consapevolezza delle proprie responsabilità.

La Cultura del Design è stata storicamente connessa ad attività pro-gettuali fortemente perimetrate, spesso all’interno di una dimensione produttiva, o di un mercato domestico sofisticato.Questa dimensione si è dovuta però confrontare negli ultimi anni con le emergenti necessità e parametri della società contemporanea. Una società che vede il confronto tra le maggiori performance dello svi-luppo tecnologico ed una crisi di natura socio-economica di dimen-sione globale. Da questo stato di crisi permanente vengono comunque generate conseguenze di segno positivo, una per tutte la presa di co-scienza che da soluzioni a scala micro possano derivare nuovi scenari a scala macro, un esempio per tutti può essere il caso del microcredito promosso dal premio Nobel Yumus. Fenomeno in grado di scatenare effetti socio-economici di ampia portata, generati da piccole azioni a livello individuale, seppure con una grande visone antropologica.Il Design deve e dovrà necessariamente confrontarsi sempre più con questa nuova dimensione, alla ricerca di nuovi formati per costruire e comunicare il prossimo futuro. Questo perché nell’ambito della Cul-tura del Progetto si è affinata quella capacità (sempre esistita ma in alcuni momenti storici oscurata da questioni di altra natura) di lettura ed analisi dei fenomeni contemporanei. Una speciale sensibilità, tipica degli operatori culturali creativi, che tende a interconnettere, facilitare, mediare tra culture e discipline, per accelerare il processo di quegli elementi di sviluppo ed evoluzione che ogni Tempo contiene in nuce.

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18Politecnico di Milano

I parchi tematici come strumenti del design degli interniChristian Galli

“Questi formidabili dispositivi territoriali permettono di comprendere le identità e le vocazioni delle comunità. Interpretando e comunicando il passato e il presente innescano scintille di futuro”. (1)

“Potrebbero essere il punto di partenza per l’elaborazione delle strut-ture di cui avremo bisogno nel ventunesimo secolo, potrebbero insom-ma diventare i nuclei di nuove strategie per gestire la complessità dei mutamenti”. (2)

Il modello del parco tematico sta emergendo prepotentemente come un efficace catalizzatore del capitale territoriale, in grado di razionaliz-zare e favorire progetti di valorizzazione territoriale integrata e com-patibile volti a creare le condizioni per uno sviluppo equilibrato e du-raturo attraverso la valorizzazione delle risorse ambientali, culturali e turistiche. Dai primi esperimenti di musei educativi e di parchi archeologici o natu-ralistici, non più soltanto contenitori di meraviglie o luoghi di puro diver-timento, gli abitanti dell’occidente trascorrono sempre più spesso gran parte del loro tempo all’interno di questi nuovi luoghi.

L’origine del modello di parco tematico è da collegarsi al momento storico delle Grandi Esposizioni Internazionali che, dalla metà del XIX secolo, nel celebrare le innovazioni industriali e culturali, comunicarono uno sfrenato ottimismo nel progresso e nelle possibilità dell’ingegno umano. Considerati radicali esperimenti di progettazione e pianificazione, questi festival industriali furono la manifestazione ideale della nuo-va epoca, come il Crystal Palace di Londra del 1851 o il World’s Columbian Exposition di Chicago del 1893.Ma già alla fine dell’Ottocento, i parchi di divertimento in Europa e negli Stati Uniti erano in pieno splendore; la loro architettura, che proveniva dalle guide dei viaggi esotici e dalle copertine dei libri di fantascienza, era prova tangibile del progresso umano in architettura, tecnologia e design. Nel 1904 le attrazioni di Dreamland a Coney Island immergevano gli spettatori in un mondo indimenticabile fatto di scenografie entusia-smanti e surreali. I principi di ordine intellettuale delle grandi esposizioni si combinarono dunque con la profonda attrazione esercitata dai parchi di divertimento per produrre un tipo di evento moderno unico nel suo genere: la fiera

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19Politecnico di Milano

universale.Composte in parti uguali di tecnologia, design e divertimento, le fiere universali divennero un movimento che comunicava consapevolezza politica, definiva il progresso culturale; ma, soprattutto, promossero gli ideali del design contemporaneo. Per i progettisti questi eventi rappre-sentarono una grande opportunità di mettere in relazione l’architettura alle questioni nazionali, sociali ed ambientali. Il moderno parco a tema nasce a metà degli anni Cinquanta a Disney-land, in California. Più che un semplice luogo di divertimento animato dai suoi personaggi, Walt Disney inventò un modo del tutto nuovo di vivere storie di fantasia nella realtà del tempo e dello spazio. Il proget-to, la pianificazione e la tecnologia furono messi al servizio di obiettivi teatrali. Il risultato fu la costruzione di una serie di “ambienti tematici” in cui i visitatori venivano immersi come in un copione.

Negli ultimi decenni assistiamo ad un crescente uso creativo degli spazi per la produzione e il consumo della cultura e il tempo libero.Ai tradizionali luoghi per la cultura e il tempo libero si affiancano, sem-pre più numerosi, altri dispositivi specifici in cui le diverse declinazioni della cultura vengono offerte all’universo dei consumi culturali, giovanili e non. La fruizione di risorse culturali trasformate in intrattenimento è una delle fondamentali caratteristiche dell’era dell’accesso, mentre sempre più spesso al divertimento ed al tempo libero vengono assegnati valori sociali ed economici.I nuovi parchi non sorgono soltanto per la tutela di qualche aspetto cul-turale o ambientale, ma sono anche il prodotto dell’artificiale: le grandi aree fieristiche, le aree portuali o ferroviarie, le grandi aree industriali parzialmente dismesse o in piena attività, si propongono sempre più spesso come “parchi” che offrono occasioni di diffusione di particolari articolazioni tematiche della cultura: architettonica, estetica, libraria, tecnologica, eno-gastronomica, sportiva, etc. Sono luoghi strategici capaci di assumere le molteplici forme dell’esperienza culturale.Si tratta di tipologie di parchi concepite per contenere e stimolare le attività di fruizione delle risorse culturali e naturali della città o del ter-ritorio, sia in termini di “patrimoni” (monumenti, centri storici, siti ar-cheologici, distretti industriali, etc.) sia in termini di “attività” legate all’esperienza culturale (dal turismo al godimento di uno spettacolo teatrale, dall’ascolto di un concerto alla visita di un’esposizione). Questo modello di parco rappresenta un’evoluzione del modello di parco tematico tout court, poiché permette il superamento del dibat-tito su i “temi specifici”, cioè sulle infinite applicazioni delle tipologie di tema possibili, spostando l’attenzione verso il “dispositivo integrato” del sistema tematico nella dimensione territoriale.Analizzando la grande diffusione che questo genere di parchi ha avu-

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to in tutto il mondo notiamo la presenza di innumerevoli tipi di “temi”, nonché di diverse caratteristiche tipologiche e progettuali che rendono quasi impossibile organizzare un’unica definizione esaustiva di “parco tematico”. La grande difficoltà consiste soprattutto nel fatto che questo concetto può assumere una molteplicità di variabili applicative che vanno ben oltre la comune applicazione che gli studiosi del settore adoperano fare. (3)In teoria, la “tematizzazione” risulta applicabile a qualsiasi ambiente, territorio o sistema di ambienti.In questo senso, sotto la definizione “parchi tematici” sono inseriti an-che dispositivi specifici, come le Biennali d’arte e particolari mall com-merciali, che presentano aspetti rilevanti di concentrazione di attività e di eventi a base tematica.È necessario introdurre una definizione che stabilisce un approccio nuovo a tale concetto.Tale definizione permette il superamento del dibattito sui temi speci-fici, cioè sulle infinite applicazioni delle tipologie di tema, e sposta l’attenzione sul modello organizzativo e fruitivo integrato dei sistemi tematici nella loro dimensione territoriale. Per parco tematico intendiamo:

“qualsiasi insieme territoriale comprendente strutture espositive e museali, ricettive, servizi e attività per il tempo libero, organizzato at-traverso un progetto di comunicazione che prevede la “sceneggiatura” di un racconto basato su un tema specifico in grado di dare omoge-neità all’intero sistema e di comunicare al di fuori l’identità del sistema stesso”. (4)

I progetti di tematizzazione raggiungono un impatto adeguato quando riescono a combinare le specificità del progetto “narrativo”, di quello “ambientale” e di quello “mediatico”. Questi progetti vengono poi attrez-zati con le moderne tecnologie e con i più evoluti sistemi di comunica-zione di massa, comprese le tecniche di rappresentazione teatrale. Infine vengono fatti vivere attraverso la traccia di un “percorso nar-rativo”.È questa l’architettura dell’esperienza in grado di creare “irresistibili luoghi-evento, mescolando design ambientale, tecnologia mediatica e racconto” . I moderni parchi tematici presentano contemporaneamente un carat-tere spettacolare, educativo e culturale (edutainment). Il loro fine prin-cipale è infatti quello di trasmettere i contenuti attraverso la presenta-zione, in ambiti pubblici, di materiali di tipo informativo ed emozionale (experience design). Questi progetti, infatti, vogliono essere di edu-cazione e di informazione, e nello stesso tempo, intendono costituire un’esperienza estetica, d’intrattenimento e di evasione.

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Riprendendo la definizione di parco tematico, vale la pena di soffer-marsi su alcuni aspetti che caratterizzano questo particolare tipo di di-spositivo territoriale.I parchi tematici sono “sistemi ambientali” frutto di una organizzazione di una situazione territoriale preesistente.Si tratta di istituzioni che prendono vita da una rielaborazione sinergica di presenze già attive sul territorio, che vengono integrate e supportate da nuovi servizi, all’interno di un “piano di sviluppo” e di una “strategia di comunicazione”.Il parco tematico è un “sistema integrato” perché mette in siner-gia (attraverso relazioni ed interazioni di varia natura) molti soggetti istituzionali e della società civile (amministrazioni locali e sovra-locali, comunità montane, comuni, enti di promozione turistica, università e centri di ricerca, fondazioni, associazioni, cooperative, associazioni culturali, organizzatori di eventi, operatori turistici della ristorazione e della ricettività e privati) presenti su un territorio più o meno vasto, dove è presente una concentrazione omogenea e significativa di valori am-bientali e culturali. Per costituire un parco tematico risulta quindi necessario creare una rete formale di tutti questi attori del territorio che condividano un “piano di integrazione” delle loro attività e dei loro prodotti secondo logiche definite dalla vocazione del parco in costituzione.Tanti sono i vantaggi dell’operare in un regime di omogeneità. Dalla condivisione delle informazioni alla riduzione dei costi, dall’accesso ai finanziamenti all’ottimizzazione della comunicazione e dell’immagine verso l’esterno; in particolare, la promozione integrata di un territorio omogeneo permette lo sviluppo di aree storicamente marginali rispetto all’insieme e una più corretta ed efficace gestione del marketing del territorio medesimo. Una valorizzazione, promozione e gestione integrata e complessiva di tutti i beni culturali ed ambientali di un territorio omogeneo è in grado di essere un “volano” di sviluppo economico e sociale, un’azione innova-tiva ad ampio spettro di reale capacità attrattiva e promozionale.Una società dai confini temporali e funzionali sempre più indefiniti nelle varie attività del lavorare, apprendere, divertirsi, genera una dimen-sione di indeterminatezza anche per quanto riguarda i confini fisici, spazi e luoghi ad essa adibiti, che diventano deboli, attraversabili, in-determinati.I confini “aperti” di un parco tematico sembrano rispondere a queste logiche spaziali diffusive.I modello tematico è la risposta più rilevante delle diverse identità ter-ritoriali che richiedono di fuggire dall’isolamento e dalla localizzazione puntuale per connettersi in reti, per costituire “armature culturali” che innervano il territorio.Il modello tematico interviene nei processi territoriali, non tanto raffor-zando le differenze e definendo i confini, quanto dotando gli insiemi

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territoriali di strumenti, politiche, servizi necessari ad un miglioramento del loro stato originario, alla produzione di crescita. Intorno ad un parco tematico possono meglio crearsi e crescere tutte quelle attività ricettive e di trasporto connesse ad una più ampia e completa valorizzazione-fruizione dei beni e delle attività presenti in un determinato territorio, comprese le attività editoriali e le attività dello Spettacolo.I modelli di riferimento per la costituzione del soggetto gestionale potrebbero essere molteplici, dall’Associazione, al Consorzio ed alla Fondazione di partecipazione che rispondono alle necessità organiz-zative ed operative di un Parco quale motore in grado di generare va-lore sia per il territorio che per le attività in esso presenti.

Dalle esperienze pionieristiche di Emscher Park nella regione tede-sca della Ruhr come grande progetto territoriale di riconversione post- industriale, assistiamo alla nascita di progetti di rigenerazione urbana fondati sulla dimensione ecologica, come nel caso della Greenwich Peninsula a Londra.Dalle proposte più interessanti si evince la forza propulsiva e le capa-cità del design come “attivatore di innovazione”, nei processi di ricon-versione e rifunzionalizzazione, volti ad aumentare la qualità di vita della popolazione.Tali processi di innovazione sono di natura spaziale, tecnologica, estetica, merceologica, commerciale e comportamentale e riguardano i diversi aspetti del progetto di design, dalla proposta di nuove moda-lità dell’abitare, all’offerta di servizi integrati, alle strategie di comunica-zione e di promozione.I parchi tematici - urbani o territoriali - assumono un’importanza senza precedenti nella civiltà contemporanea: essi sono formidabili produttori di economie legate non solo all’esposizione, ma anche all’educazione, al commercio ed alla ristorazione, fino a diventare essi stessi promotori ed attivatori di economie territoriali. La tematizzazione può essere immaginata una sorta di “armatura culturale” che, dotata di un insieme territoriale, è in grado di produrre un’azione attrattiva e promozionale ad ampio spettro, reale volano di sviluppo economico e sociale.Il modello di parco tematico è la risposta più rilevante delle diverse identità territoriali che richiedono di fuggire dall’isolamento e dalla lo-calizzazione puntuale per connettersi in reti, per costituire “armature culturali” che innervano il territorio. La promozione integrata di un ter-ritorio omogeneo permette lo sviluppo di aree storicamente marginali rispetto all’insieme.Questo modello interviene nei processi territoriali, non tanto rafforzando le differenze e definendo i confini, quanto dotando gli insiemi territoriali di strumenti, politiche, servizi necessari ad un miglioramento del loro stato originario, alla produzione di crescita.

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Nell’istituirsi, un parco tematico conserva e recupera ambienti naturali e culturali presenti sul territorio consentendo la loro spontanea evolu-zione e favorendo il mantenimento degli equilibri esistenti. Incentiva lo sviluppo dei sistemi culturali delle comunità presenti sul territorio at-traverso la valorizzazione di usi, costumi, credenze, mestieri, prodotti artistici e linguistici, miti, leggende, feste, prodotti alimentari e eno-gastronomici. Promuove lo sviluppo sociale e economico delle popo-lazioni interessate, centrando su attività sostenibili e culturali. Sviluppa il senso di appartenenza e di partecipazione dei cittadini. Incentiva la crescita mediante l’applicazione dei principi dell’economia di scala, lo sviluppo dell’imprenditoria nel Terzo Settore (servizi e infrastrutture) e il conseguente impulso alle attività professionali collegate. Sviluppa la ricerca scientifica e sociale effettuata in modo continuo e interdiscipli-nare, la didattica e l’informazione ambientale e culturale.Il parco tematico risponde alle esigenze della società dell’esperienza di vivere esperienze diverse legate alla domanda di cultura urbana. I parchi tematici propongono sempre più spesso un’offerta di educa-zione informale che si integra con quella scolastica - talvolta sostituen-dola - e proponendosi come “centri di conoscenza territoriale”, luoghi di interpretazione delle identità locali o della ricerca scientifica. Questi parchi, oscillanti tra la “didascalizzazione della natura e la didatti-ca dell’artificio” (5) sono diventati una seducente esperienza sensoriale: la natura diventa esperienza gastronomica o arte visiva, l’archeologia diventa gioco, la scienza diventa intrattenimento alla progressiva con-quista di un linguaggio creativo e artistico. La tematizzazione infatti è costituita dall’applicazione di un tema speci-fico mediante un percorso narrativo organizzato come una e vera e propria sceneggiatura. Spesso i parchi tematici sono l’occasione per sperimentare i più evoluti sistemi di comunicazione di massa e le forme più sofisticate d’avanguardia tecnologica disponibili. Combinando così le specificità del progetto narrativo, di quello am-bientale e di quello mediatico il progetto di tematizzazione agisce sull’insieme territoriale su cui insiste, contribuendo a definirlo in una visione d’insieme unitaria, condivisa da tutte le componenti, capace di dargli una forte riconoscibilità all’esterno.Questa logica di progetto sembra scaturire naturalmente dall’ambito disciplinare dell’interior design.Proprio questa disciplina infatti conserva, sul piano metodologico come su quello contenutistico, gli strumenti necessari per attivare questo tipo di percorso progettuale necessario ai fini della buona riuscita di un pro-getto di tematizzazione. Architetti, designer e artisti vengono sempre più spesso mobilitati per progettare questo tipo di parchi fornendo in-teressanti occasioni di progetto. Questo fermento è degno di molta attenzione. La progettazione dei parchi tematici e dei servizi per la loro fruizione consente all’architettura

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di ritrovare la sua vena comunicativa, consente all’urbanistica di decli-nare la sua capacità cognitiva e interpretativa e soprattutto consente al design di formulare le proposte maggiormente innovative e educative.Queste esperienze infatti evidenziano fortemente il ruolo del design nei processi di valorizzazione territoriale, in quanto fenomeno culturale e leva competitiva nei contesti produttivi organizzati.

Note:(1) CARTA M., a cura di; Creativicity.magazine; rivista didattica on line di culture del piano per la città creativa; Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Architettura Cattedra di Urbanistica, n°1; Palermo 2006(2) SORKIN M.; The Theming of the City, in Lotus n°109, 2001(3) GALLI C.; Nuove forme museali per sistemi distrettuali del design italiano: ipotesi di parco tematico del design a Milano; tesi di dottorato di ricerca in Disegno industriale e Comunica-zione multimediale; tutor Andrea Branzi, relatore Francesco Trabucco; Politecnico di Milano, Dipartimento di Industrial design delle Arti della Comunicazione e della Moda; Milano 2004 (4) PINE J. e GILMORE J.; The Experiance Economy; Harvald Businness School Press; Boston 1998(5) Ibidem

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INN Park, i parchi dell’innovazionecasi emblematici e funzionamentoMatteo Bernecoli

Innovazione è la parola d’ordine in un mondo caratterizzato da in-certezza costante, dalla competizione globale e da una flessibilità che domina il mondo del lavoro e dell’economia.Essa dovrebbe essere ricercata costantemente, e stimolata in appositi luoghi fertili, come succede negli INN Parks. L’INN Park, ovvero il parco dell’innovazione, viene oggi visto come ri-medio o come strategia economica delle metropoli e delle imprese per destreggiarsi nel mondo attuale.

“Tra le politiche di investimento in infrastrutture e programmi di R&S con ricadute positive sull’economia del territorio troviamo i Parchi dell’Innovazione.” (1)

Il compito principale di un Parco dell’Innovazione è gestire la ricerca.Prima dell’avvento degli INN Park, essa veniva portata avanti da due or-ganismi differenti: l’industria perseguiva obiettivi più vicini allo sviluppo di prodotti da commercializzare e da inserire nel mercato; l’università ambiva a raggiungere nuovi risultati per ampliare la conoscenza della materia in questione, con uno scopo più didattico e divulgativo.In seguito questi due mondi, venuti a contatto, hanno creato una ibridazione tra ricerca scientifica e quella applicata, generando una più stretta collaborazione fra aziende e centri del sapere.Quindi, il gestore della ricerca si pone ora come organizzatore e arginatore dell’alto grado di indeterminatezza che è insito nel campo dell’innovazione, attraverso l’ottimizzazione di metodi e processi mirati e scelte orientate al business.Nonostante lo scopo degli INN Park sia chiaro, è impossibile darne una definizione univoca.I soli punti in comune costanti sono il modo in cui essi si organizzano, gli obiettivi perseguiti e i fattori di localizzazione.

La loro organizzazione prevede sempre la presenza di figure e enti quali università locali, istituti finanziari e enti territoriali che ne sono anche i fondatori.Da questi principali attori si sviluppa un’organizzazione complessa auto-organizzata e reticolare, che funziona grazie ad una gerarchia orizzontale, a rapporti di cooperazione e competizione e a legami fra enti per perseguire fini comuni e sviluppare imprenditorialità.Per contro gli obiettivi del parco sono tendenzialmente:- rivitalizzare e ristrutturare l’economia del territorio di riferimento tramite

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un’opportuna regia e servizi mirati- creare imprese locali innovative o di supporto ad esse- attrarre aziende, meglio se internazionali- aggregare persone altamente istruite e/o qualificate (2)- trasferire tecnologie, ovvero applicare innovazioni tecnologiche in set-tori industriali diversi da quelli per cui sono state create. Insieme alla tecnologia si trasferiscono anche i saperi e le conoscenze per mezzo di formazione ed informazione adattata al nuovo contesto. Il know-how del contesto in cui saranno trasferite tecnologie sarà mo-dificato dall’inserimento di queste nuove attività sperimentali. (3)Infine i fattori che favoriscono la localizzazione di un parco sono la presenza di:- università e centri ricerca adiacenti e vicini alla collaborazione- disponibilità di terreni o aree dismesse utilizzabili per l’insediamento, meglio se di proprietà di un fondatore- infrastrutture di collegamento non sfruttate a pieno come aeroporti secondari, autostrade, ecc.- strutture scientifiche internazionali- aree adiacenti con sviluppo economico internazionale

La tipologia del parco dell’innovazione scaturisce dal maggiore pro-tagonista in gioco, che ne determina anche l’attività principale. Per esempio, nel caso si un parco scientifico, l’università è l’ente princi-pale che ha contribuito a caratterizzarne l’identità; nel caso di un parco tecnologico l’ente propositore sarà un gruppo di imprese ad alto conte-nuto tecnologico e così via.

> Le trasformazioni generate dagli INN Park

La presenza di un INN Park sul territorio genera tre principali ricadute.La prima è la creazione di una nuova classe di professionisti. Infatti i parchi dell’innovazione generano nuovi posti di lavoro e figure spe-cializzate. (4) Nascono anche figure professionali nuove, ibride fra specialismi e management, tra ricerca e business, dotate di autonomia e respon-sabilità, con una identità spendibile sul mercato. Sono professionisti locali dell’impresa - parco, ma al tempo stesso figure cosmopolite riconoscibili dall’esterno ed anche all’esterno del parco. Fra i loro ruoli vi è la valorizzazione e diffusione dei risultati delle loro ricerche in occasione di convegni e public relations in eventi di settori ai quali fanno riferimento.Quindi si viene a creare un territorio abitato da persone di diverso ge-nere, ma tutte appartenenti a quella creative class che crea il milieu creativo necessario allo sviluppo in tutti i campi, siano essi culturali, sociali o scientifici.La seconda ricaduta è la creazione di cluster. Un Parco dell’Innovazione,

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innestato in aree povere, opera, oltre che da vivaio-centro di accli-matazione-incubazione, anche come animatore territoriale enzimatico con lo scopo di accelerare ed orientare il processo di co-evoluzione. I tessuti industriali delle vecchie filiere dei distretti vengono rimodellati in forma di cluster industriali e sostituiti da essi. I cluster assorbono e trasformano i vecchi settori del Novecento a causa di convergenze e fusioni tecnologiche: ad esempio, meccanica ed elettronica formano la meccatronica, biologia ed ingegneria la bioingegneria. (5)Un altro esempio di settori remixati sono la biochimica, la biomedicina, l’energia sostenibile, le nanotecnologie e i materiali innovativi. (6)Da un punto di vista più specificatamente territoriale, la creazione di INN Park ha delle conseguenze urbanistiche che dipendono dalla mo-dalità con la quale avviene l’insediamento.Le modalità di insediamento sono tre: la prima è la realizzazione di nuove cittadelle satelliti della città, la seconda è la creazione di parchi in contesti urbani a ridosso delle città; la terza è l’insediamento diffuso in tecnopoli nel tessuto cittadino (come nel caso di Lione e Genova), che raggruppa poli universitari, industriali manifatturieri e tecnologici. Il parco potrebbe essere visto come un’entità in grado di progettare la città-impresa, una città concepita come organismo comunicante tra il reale e virtuale; come reticolo in cui si scambiano e si manipolano in-formazioni; come una rete multipolare di quartieri, ognuno con la sua autonomia.(7) In conclusione, gli effetti che si riversano sulle economie di riferimento nei parchi durevoli e sani, sono lo sviluppo economico del territorio e della competitività urbana-regionale, la creazione di nuovi affari e la generazione di lavoro basato su conoscenze nuove ed aggiungendo valore alla società.

Note:(1) BUTERA F.; Bachi, Crisalidi e Farfalle: l’evoluzione dei Parchi Scientifici e Tecnologici da investimenti pubblici a reti organizzative autoregolate; Franco Angeli; Milano 1995; p.33(2) ivi, p.76(3) ivi, p.356(4) ivi, p.95(5) FORMICA P.; Le vie dell’innovazione. Nuove frontiere e pionieri d’impresa; coll.Quadrifo-gli; Editrice Compositori; Bologna 2009; p.81 (6) BUTERA F.; Bachi, Crisalidi e Farfalle: l’evoluzione dei Parchi Scientifici e Tecnologici da investimenti pubblici a reti organizzative autoregolate; Franco Angeli; Milano 1995; p.71(7) ivi, p.88(8) ivi, p.77(9) ivi, pp.101, 106-107

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> Come si evolvono i parchi

L’evoluzione degli INN Park avviene per livelli. Essi si sviluppano stagionalmente come anelli evolutivi di tronco d’albero sezionato ma quelli del parco non sono concentrici ed hanno dei confini sfumati ed osmotici.

Schema di evoluzione e livelli del parco dell’innovazione

1 – Impresa Parco: Università, istituto finanziario ed ente territoriale si fondono in un’agenzia strategica che ha lo scopo di governare coor-dinare e controllare l’organizzazione del parco. Vengono create strut-ture ed infrastrutture per la fornitura di servizi alle imprese innovative2 – Impresa Rete: le imprese destinatarie dei servizi vengono accettate nel parco solo dopo un’accurata analisi. Il parco collabora con realtà esterne ad esse come altre università non locali3 – Distretto tecnologico: le imprese, da fruitrici passive di servizi si trasformano in fornitrici attive di servizi innovativi per il parco e aziende esterne. Il sistema diventa più complesso ed i legami e relazioni si infit-tiscono4 – Network globale: i parchi dell’Innovazione si interconnettono a li-vello globale scambiando e condividendo in tempo reale ed in aggior-namento continuo, informazioni, database e i nuovi contenuti generati dalla ricerca. Ogni impresa innovativa può condividere e confrontare le proprie esperienze con al altre affini. (8)

Schema EvoluzioneLivelli e confini

Stadi evolutivi

Network GlobaleDistretto TecnologicoImpresa ReteImpresa Parco

Impresaeccellente

preesistente

Impresaeccellente

preesistente

Impresaeccellente

preesistente

Impresaeccellente

preesistenteImpresa

eccellentepreesistente

Impresaeccellente

preesistente

Impresaeccellente

preesistente

Universitàeccellente

preesistente

IstitutoRicerca

eccellentepreesistente

IstitutoRicerca

eccellentepreesistente

Impresadestinataria

servizi

Impresadestinataria

servizi

Impresadestinataria

servizi

Università

Università

Università

Università

PoloTecnologico

Incubator

AltaFormazione Laboratori

Laboratori

AltaFormazione

AltaFormazione

IstitutiRicerca

Comune

Banca

Università Agenziastrategica

IstitutoRicerca

eccellentepreesistente

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> Come funzionano i parchi: il caso Aston Science Park

Il complesso funzionamento di un Parco dell’Innovazione è dato da una impostazione sistemica propria dell’organismo. Di seguito si analizzano due casi studio.

Schema organizzativo ASP

L’ASP (Aston Science Park) ha una struttura semplice, utile a spie-garne agevolmente il funzionamento. Ai lati dello schema vi sono i fon-datori: la Aston University, la Banca Lloyds ed il comune di Birmingham City Council. Ognuno condivide le proprie esperienze e le strutture; l’università, ad esempio, da a disposizione la biblioteca, l’area fitness ed il data center; il comune concede al parco un affitto agevolato dei terreni; la banca rilascia finanziamenti ad alto rischio. I fondatori si uniscono in un una società a responsabilità limitata (in Ita-lia si uniscono invece sotto forma di consorzio) chiamata BTL, ovvero Birmingham Technology Limited, che incorpora all’interno due divisioni: BTVC e BTP.Il BTVC, Birmingham Technology Venture Capital, cerca di reperire finanziamenti dalle banche e dalle imprese interessate ad investire nell’innovazione. Esso si occupa anche di selezionare le aziende che hanno intenzione di aderire al parco, cercando di riconoscere la pre-senza di un gene dell’innovazione, attuando un’analisi di fattibilità in

Infrastrutture

BT Venture CapitalBTVC

BT PropertyBTP

Birmingham Technology LimitedBTL

Banca

Locatore

BTLFin

anzia

menti

Università

Consulenza - fattibilità Buisness Plan

Analisi fattibilità BP

BTP

BTVC

Selezionespecie

Birmingham City Council

Comune

Lloyds TSB

A S T O NU N I V E R S I T Y

Collocazione - Spin Off

Finanziamenti

Iniziative - Spin Off avvuam

ento

e sost

eniment

o

Schema Organizzativo ASPStrutture e rapporti

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collaborazione con l’università di Aston. Il BTP, Birmingham Technology Properties, entra in gioco dopo che il BTVC ha selezionato e riconosciuto le specie aziendali adatte. Esso ha il compito di collocare quest’ultime nelle apposite strutture im-mobiliari presenti all’interno del parco, dedicando loro un luogo ritenuto adeguato in base al grado di innovazione rilevato. Ognuno dei sei edifici del parco offre servizi differenziati in base al grado di innovazione delle imprese da ospitare. Uno di questi è l’incubator, ossia è un ambiente protetto con lo scopo di far crescere e maturare le neo-imprese innova-tive sino al momento della loro introduzione nel mondo del mercato. A maturità avvenuta, l’impresa innovativa viene trasferita e ricollocata al di fuori del parco, in modo che possa comunque usufruire ancora dei servizi del parco dell’innovazione. Le aziende inglobate, dietro il pagamento di un canone usualmente triennale, non affittano solo lo spazio, ma usufruiscono di servizi come l’assistenza al management, consulenza di esperti, ecc. acquisendo il know-how necessario per portare avanti imprese ad alto rischio. Il fattore di successo principale di un INN Park è avere un’identità strategica gestionale (con piano di sviluppo imprenditoriale per l’occupazione del territorio di riferimento) ed essere un soggetto socio economico attivamente operante sul ter-ritorio locale. (9)

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Ente Locale

Università

Infrastrutture

Vienne Initiative

Centre d’Enterpreises et Innovation

Consulenza Buisness Plan

Sp

in O

FF

Selezionespecie

avvuamento

e sostenimento

Analisi fattibilità

Camera di CommercioVienne

Consigl io Generaledi V ienne

opt team

CC ICT

MM

SO2MI CCIVESCEM

CEL

Finanziamenti

Schema Organizzativo FTPStrutture e rapporti

Infrastrutture

Vienne Initiative

Centre d’Enterpreises et Innovation

Spin

O

Consulenza - Buisness Plan

Spin

O

Selezionespecie

avvuamento

e sostenimento

Analisi fattibilità

Camera di Commercio V ienne

Consigl io Generaledi V ienne

opt team

CC ICT

MM

Università

Ente Locale

Schema Organizzativo FTPStrutture e rapporti

SO2MI CCIVESCEM

CEL

Finanziamenti

Schema Organizzativo FTPStrutture e rapporti

Politecnico di Milano

> Come funzionano i parchi: il caso Futurescope

Il FTP, Futuroscope Tecnopole Park, è un INN Park della tipologia dei Tecnopoli, nato a fianco del parco tematico di intrattenimento “Futuro-scope”. Il suo successo nasce dalla vicinanza a quest’ultimo, che con-sente ai visitatori di “vivere il futuro” attraverso nuove esperienze.

Schema organizzativo Futurescope

Un Tecnopolo è un modello di parco che si estende nel territorio in modo più ampio con il fine di valorizzare le risorse universitarie e scien-tifiche locali rendendole disponibili ad imprese nuove e già esistenti.Nella parte in alto a sinistra dello schema vi sono i fondatori ossia gli enti e le università locali.Dalla loro iniziativa vengono fondati due strumenti attuativi per la gestione del parco, la Vienne Initiative ed il CEI.La Vienne Iniziative, è una rete di partner locali (istituzioni, imprese locali, società finanziarie) che agevola il finanziamento di imprendi-tori creativi. Dopo l’analisi del caso e la decisione competente al co-mitato per l’approvazione, il prestito personale della Vienna Iniziative viene assegnato all’impresa che richiede di localizzarsi nel parco. L’associazione concede dei prestiti senza interessi per un periodo di 3 a 5 anni, concessi senza cauzione e senza alcuna forma di garanzia.Il CEI (Centro per le Imprese e Innovazione) si occupa di sovvenzionare alloggio e sostegno alle neo-imprese e di supportare

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la definizione delle aziende innovative attraverso previsioni, ricerche di mercato, sovvenzioni, consulenza sulla fattibilità tecnologica ed eco-nomica dei progetti.Il parco incuba le imprese neonate dedicando loro uno spazio “chiavi in mano” per permettere di crescere in condizioni ottimali. Nella parte in basso a destra dello schema vengono visualizzate le tipologie di imprese innovative accolte nel tecnopolo, raggruppati in i 3 cluster principali: CC (call centers), MM (multimedia), ICT (information technology).Una vasta scelta di terreni, locali o di uffici su misura consente al Con-siglio generale di Vienna di offrire servizi mirati a favorire la localiz-zazione dei nuovi insediamenti, proponendo aree attrezzate diversifi-cate capaci di rispondere ai bisogni di ogni impresa nascente o nel suo primo sviluppo. Per le nuove imprese, un incubatore fornisce le condizioni di accoglien-za per favorire il loro sviluppo, mentre un moderato contratto di affitto, che include i costi per la localizzazione, permette di usufruire a servizi condivisi a prezzo ridotto (collegamento a banda larga, centralino tele-fonico personalizzato, fotocopiatrice, fax) a servizi di assistenza alla contabilità e consulenza professionale.L’edificio incubatore, fondato dalla Università degli Studi di Poitiers, La Rochelle, ENSMA e CNRS, è aperto a tutti i progetti innovativi.Le neoimprese, dopo un periodo di 24 mesi, una volta ottenuto il capi-tale necessario e la maturità per avviarsi in modo indipendente, grazie all’aiuto di consulenti interni al Parco, stilano piani di attività coerenti all’attività e lasciano l’incubatore. La Vienne Iniziative si occupa anche dei piani di recupero per le im-prese in fase di crisi, nei quali si prevedono prestiti personali ed aiuti finanziari da destinarsi al capitale della società richiedente.

StrutturaL’area è divisa in 5 parti tematiche, denominate “Teleport“, ognuna con delle funzioni prevalenti e strutture dedicate:Teleport 1 ospita edifici per la residenza temporanea delle imprese, un Palazzo dei Congressi ed un incubator; Teleport 2 contiene strutture per la formazione ed aree sportive; Teleport 3 e 4 sono dedicate alla residenza temporanea; Teleport 5 accoglie centri di formazione.Il fattore di successo della cittadella del divertimento e dell’innovazione consiste nel recupero dei capitali dall’attività del parco di divertimenti Futuroscope e dagli affitti degli spazi immobiliari del tecnopolo ed il loro reinvestimento nel campo della ricerca ed innovazione.

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Workshop Energy: nuove forme di collaborazione e problem solving creativiAngela Ponzini

Parlare dei workshop svolti in collaborazione tra il Politecnico di Milano e la Fondazione Eni Enrico Mattei è una buona occasione per comprendere il valore degli strumenti utilizzati e dei risultati ot-tenuti.

Andiamo con ordine. Che cos’è un workshop innanzitutto? In cosa consiste esattamente e qual è il suo significato educativo, oltre che semantico?Il worskhop è un particolare strumento di specializzazione utilizzato per la formazione professionale. Il significato originario della parola è abbastanza immediato: “workshop”, “small workplace” o “piccola bottega artigiana”. E’ proprio il “fare” alla base, l’esprimersi al mas-simo in un tempo definito. Durante un workshop, individualmente o in team, ci si pone un obiettivo, lo si discute a fondo: si sperimenta, si realizza e si cerca di ottenere un risultato, concreto o astratto che sia.

Il workshop come strumento formativo nel programma didattico della Facoltà del Design del Politecnico di Milano, rappresenta un momento fondamentale per i docenti e per gli studenti spesso entusiasmante. Si tratta di una settimana durante la quale viene interrotto il calendario didattico, per 5 giorni dal lunedì al venerdì gli studenti affrontano un tema specifico, in partnership con aziende, marchi, studi o enti. Il tema viene “lanciato” il lunedì e il venerdì della stessa settimana si raccolgono i risultati. Durante le giornate, gli studenti lavorano in aula, utilizzata come un vero laboratorio; configurano lo spazio, i banchi e le sedie, per poter discutere e pro-durre al meglio, creano e costruiscono, si animano come fossero i partecipanti di una competizione a tempo. Certo, l’obiettivo finale è un voto, si tratta di un normale esame uni-versitario. Ma c’è di più: durante un workshop lo studente si im-medesima nella figura che sarà in futuro, un designer professionista, chiamato a sviluppare un progetto, una ricerca o un concept, sotto richiesta di un committente che esige professionalità, originalità, ec-cezionalità in un tempo spesso ristretto (o ristrettissimo).

I workshop tra Politecnico di Milano e Fondazione Eni Enrico Mattei sono stati tre, dal 2008 al 2010.

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Il filo conduttore sono state la Sostenibilità e la Divulgazione Scientifica con particolare attenzione all’Energia e alle forme (e fonti) di Energia Rinnovabile. Ogni workshop ha affrontato poi una tematica o me-glio un’applicazione più specifica ed in particolare il progetto di un Parco Tematico dell’Energia per la Val D’Agri in Ba-silicata (novembre 2008), il progetto di una Casa Sostenibile per lo stesso Parco dell’Energia (maggio 2009) ed infine il progetto di un Allestimento Sostenibile itinerante a basso costo (maggio 2010).

Ciascuna settimana di lavoro ha visto quindi la partecipazione attiva di studenti di design, referenti della FEEM (Cristiano Re e Andrea Bellati) ed ovviamente i referenti del Politecnico di Milano (Ales-sandro Biamonti ed io, Angela Ponzini, tutor del corso). In un clima sempre frizzante e creativo si sono mischiate competenze e si sono generate idee davvero soddisfacenti.I risultati ottenuti hanno certamente dimostrato come il design (il processo metaprogettuale e progettuale) sia un valido strumento per trasformare la complessità in vasto potenziale. In generale, se consideriamo la vastità di un tema come Energia e Sostenibilità, nonostante le conoscenze e le competenze dei ragazzi in partenza fossero poche, sono nate soluzioni decisamente interessanti: dai Parchi dell’Energia flessibili, in continua espansione, aperti verso il territorio, cuori pulsanti di un’energia tutta lucana, centri di inno-vazione e ricerca, luoghi per la conoscenza; passando alle Case Sostenibili che si mostrano al pubbico, mutando quasi a diventare delle “esposizioni”, invitano a conoscere e ad agire con coscienza, fin nel piccolo del proprio ambiente domestico; ed infine ai brillanti Allestimenti al costo di 1000 euro l’uno, diretti, comunicativi, con-creti, incredibilmente professionali e realistici.Gli studenti hanno apportato contributi puri, incondizionati, in una visione probabilmente ancora un po’ immatura, ma libera e per questo capace di andare al di là degli investimenti, delle dinamiche di business, delle realtà territoriali. Ogni progetto provoca nuovi o differenti modi di interagire con l’ambiente ed invita alla riflessione sulla sostenibilità (vivere sostenibile).

Il materiale raccolto in questa pubblicazione, frutto quindi della col-laborazione tra FEEM e Politecnico di Milano, mostra e dimostra l’efficacia del workshop come momento formativo partecipativo, estremamente utile per creare un ambiente di lavoro stimolato, sti-molante e quindi produttivo.

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workshop

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WORKSHOP - a.a. 2008/2009

CONCEPT PER UN PARCO TEMATICO DELL’ENERGIA

Lab i r intLaboratorio di innovazionee ricerca sugli Interni

Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

GRUPPO N° 1 STEPshow transformation energy planet

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STUDENTI Daniela Petrillo Giorgia Migliarini Virginia Lucarelli Isabella Ossola Martina Zappia

La spirale evoca l’idea di progresso e di trasformazione continui, a proiezione della natura madre di ogni fonte energetica, l’avvolgente coinvolgimento del visitatore.Il visitatore è accolto da un percorso suggestivo che lo porta dal buio alla luce una volta entrati nel parco.Attraverso diversi step, costituiti da diverse attrazioni, il progetto mira a dare informazioni e suggestioni rispetto alle fonti energetiche tradizionali (carbone, petrolio, metano) e a quelle più innovative (acqua, vento, maree, sole, uranio, biomassa, terra, idrogeno). Le attrazioni sono studiate con una logica “learning by doing and playing”, in questo modo il fruitore è direttamente coinvolto nella comprensione e conoscenza dei fenomeni e delle trasformazioni delle fonti energetiche. Il parco è inoltre suddiviso in diverse aree, al supporto delle quali sono pensati diversi servizi, destinati ai visitatori, alle aziende e ai lavoratori.

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WORKSHOP - a.a. 2008/2009

CONCEPT PER UN PARCO TEMATICO DELL’ENERGIA

Lab i r intLaboratorio di innovazionee ricerca sugli Interni

Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

GRUPPO N° 2 INTENCITYenjoyourpark

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STUDENTI Irene Arescaldino Monica Carrara Eugenio Cortinovis Silvia Elli Iris Keci Veronica Schuerr

I principi alla base di IntENcity sono l’informazione, la divulgazione non solo in campo aziendale e nella ricerca, ma una conoscenza accessibile a tutti anche attraverso il divertimento e l’intrattenimento.Data l’importanza che occupa oggi il tema “energia” (fonti rinnovabili, produzione, consumo, utilizzo consapevole e spreco di questo bene prezioso), è sembrato inevitabile che un altro obiettivo dovesse essere quello di avvicinare anche i “non addetti al settore” a questo mondo.Si trovano, infatti, all’interno del parco, servizi e punti esperienziali che permettano a tutti di conoscere l’energia divertendosi.Il progetto prevede un sistema a cerchi concentrici che raccolga tutti gli spazi e ne semplifichi i percorsi. La flessibilità di questa struttura permette anche un’ulteriore espansione e riorganizzazione dei vari edifici presenti, diventando così motore di sviluppo dinamico per il territorio e stimolo per la conoscenza di tutti.

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WORKSHOP - a.a. 2008/2009

CONCEPT PER UN PARCO TEMATICO DELL’ENERGIA

Lab i r intLaboratorio di innovazionee ricerca sugli Interni

Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

FEEM

GRUPPO N° 3 NEXT VALLEYnext world?

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Questo parco è un centro di ricerca e un luogo di intrattenimento: ospita laboratori, un auditorium e una biblioteca, residenze ecosostenibili, un museo interattivo, bar e ristorante, un parcheggio per auto ecologiche e biciclette, una stazione di servizio, negozi e varie aree verdi. Sfrutta varie energie alternative.

STUDENTI Irene Elia Meg Minkley Elisa Panizza Claudia Perrozzi Giulia Rodaro Elisa Tenconi

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FEEM

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STER

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WORKSHOP - a.a. 2008/2009

CONCEPT PER UN PARCO TEMATICO DELL’ENERGIA

Lab i r intLaboratorio di innovazionee ricerca sugli Interni

Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

Energo si pone l’obiettivo di sensibilizzare i visitatori in aniera divertente ed emozionante sui consumi e le nuove risorse, così da incentivarli ad un comportamento energetico più consapevole.Si è scelto un approccio esperienziale anziché didascalico così da rendere il tema accessibile a tutti.

GRUPPO N° 4 ENERGO contaminazione energetica

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Il parco Energo si pone l’obiettivo di sensibilizzare i visitatori in maniera divertente ed emozionante sui consumi e le nuove risorse, così da incentivarli ad un comportamento energetico più consapevole. Si è scelto un approccio esperienziale anziché didascalico in modo da rendere il tema accessibile a tutti. Il parco è stato così organizzato in un percorso di consapevolezza attraverso diverse aree a seconda del tipo di utenza e del periodo di fruizione: il museo delle energie; laboratori attivi aperti ad un pubblico di grandi e piccini dove imparare a mettere in pratica l’energia; zone residenziali per sperimentare la quotidianità con un approccio sostenibile e attraverso scelte consapevoli; laboratori scientifici in collaborazione continua con le realtà locali; aree commerciali e di servizi legati sempre al territorio in modo tale da comunicare a terzi le conoscenze acquisite e continuare il ciclo di conoscenza. Tutto questo orbitante attorno ad un centro nevralgico, vero e proprio dell’energia consumata nel parco.

STUDENTI Ard Jacobs Grizia Pertoso Laura Rosati Francesca Ruscelli Tamara Todoric Beatrice Tumatelli

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conoscenza consapevolezza

cambiamento

cosa

i

mparo? quanto consumo?

come cambio?

conosco l’energia e le

sue manifestazioni

contribuisco al miglioramento

acquistando prodotti locali

e alternativi

misuro quanto consumo e vivo

il quotidiano sperimentando l’energia buona

ELABORAZIONE CONCEPT DI PROGETTO

esperienza

innovazionedi�usione

cosa

i

mparo? quanto consumo?

come cambio?

gioco e mi emoziono attraverso

l’interazione

analizzo la realtà e ricerco il

miglioramento

comunico i risultati ottenuti per sviluppare

nuove conoscenze

ELABORAZIONE CONCEPT DI PROGETTO

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MASTERPLAN

MUSEO DELL’ENERGIA diverse forme di energia;momento esperienziale e

momento teorico-descrittivo

SHOW LAB indicati per scolaresche;

contatto con strumenti in grado di far esperire

l’energia

SCIENCE LABcostruire i propri

strumenti energetici;trasformare l’energia

EXPO HOUSE consumi quotidiani;

funzione esperienziale ma non residenziale

RESIDENCE consigliati per famiglie;

dotati di cucina e servizi;concetto di basso

impatto ambientale

CENTRO RICERCA imput per un graduale

miglioramento;collaborazione con

aziende locali

FIERA semplice ed accessibile a

tutti;espone e pubblicizza

nuovi prodotti

CAMPING indicato per scout e

scolaresche;in contatto con la realtà

locale tramite gite ed escursioni

INCUBATORSrapporto bidirezionale;

durata triennale

CENTRO CONGRESSI

scoperte tramite meeting e conferenze

RISTORAZIONE

secondo Coldiretti l’acquisto di prodotti locali limita i costi, inquina

poco e promuove l’economia del territorio;

al momento un piano del genere non riguarda la Basilicata, per cui l’idea è

quella di integrarlo in questa iniziativa

ATTRAZIONI_CULTURA_RISTORO_ESPERIENZE

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ingressi laterali per i dipendenti del parco;

ingresso principale di accesso al parcheggio

sotterraneo;

biciclette ecologiche per gli spostamenti in

super�cie

INGRESSO E DISTRIBUZIONE PARCHEGGI

Attraverso la card data in dotazione all’ingresso del parco, è possibile scoprire il consumo giornaliero e quanto ognuno ha contribuito all’equilibrio dell’intero parco.

I dati raccolti verranno elaborati e visualizzati sotto forma di numeri e fascie luminose sulla super�cie del landmark all’orario di chiusura del parco.

ENERGO CARD E CONSUMO ENERGETICO

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LIVELLI DI CONOSCENZA

L’esperienza al parco energetico permette di svolgere percorsi diversi a seconda delle età, e

del livello di apprendimento che si vuole raggiungere.

conoscenza approfondita

territorio

conoscenza media conoscenza base

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WORKSHOP - a.a. 2008/2009

CONCEPT PER UN PARCO TEMATICO DELL’ENERGIA

Lab i r intLaboratorio di innovazionee ricerca sugli Interni

Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

GRUPPO N° 5 DO YOU ENERGY?

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Il progetto nasce dall’idea di mettere in comunicazione i tre componenti fondamentali del parco: Ricerca, Business e Utenza.Il parco si sviluppa in lunghezza, con un percorso diviso per tipologie energetiche e che può essere ampliato prolungando la struttura, la quale, non avendo una forma chiusa e definita, risulta flessibile e facilmente modificabile.I visitatori, attraverso l’esperienza nel parco (sperimentazione di prototipi, percorsi museali, ecc.), contribuiscono allo sviluppo del business e della ricerca legata alle fonti energetiche rinnovabili.L’interazione continua anche all’esterno attraverso una piattaforma web.

STUDENTI Jakob Blazejczak Ginevra Formaglio Emilia Gianzini Silvia Maria Gramegna Pamela Guffanti Laura Lodi Rizzini

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WORKSHOP - a.a. 2008/2009

CONCEPT PER UN PARCO TEMATICO DELL’ENERGIA

Lab i r intLaboratorio di innovazionee ricerca sugli Interni

Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

GRUPPO N° 6 BE-PARK

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Be_Park propone un sistema di scambi e di “alleanze”: il territorio costituisce il tessuto connettivo per riunire le aziende attorno ai laboratori di ricerca. La proposta di servizi di intrattenimento e di sensibilizzazione sul tema dell’eco-sostenibilità vuole estendersi ad abbracciare non soltanto il pubblico imprenditoriale, ma promuovere la sponsorizzazione del territorio per essere un contributo più ampio al rilancio dell’economia. Il progetto distributivo del parco trova così spunto nella metafora dell’albero, inteso come organismo in espansione e entità attraversata da una comune linfa nutritiva, a simbolo del ruolo della ricerca.Il parco si compone dunque di una serie di edifici ben caratterizzati ma non suddivisi in compartimenti stagni. Questo per rafforzare l’interazione tra i diversi attori in gioco: così, i poli aziendali e i relativi laboratori di ricerca si ritrovano potenzialmente in facile contatto con gli spazi di carattere più spiccatamente commerciale, espositivo o dimostrativo, in una sorta di città nella città.

STUDENTI Fabiana Pedalino Valentina Raguso Lucia Redaelli Sabina Romero Armas Francesca Teruzzi Alessia Verderio

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WORKSHOP - a.a. 2008/2009

CONCEPT PER UN PARCO TEMATICO DELL’ENERGIA

Lab i r intLaboratorio di innovazionee ricerca sugli Interni

Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

Comunicazione

Diagramma e parole chiave

Masterplan

Risorese rinnovarbili Mappa Legenda

Risorese non rinnovarbili

Centri business

Percorso Esperienziale

Proiezione della Quotidianita’

Isole Energetiche

Intrattenimento Sperimentazione

CongressiMeetingLezioni / Corsi

Centro EsposizioniEsposizioniMostreFiere

Area RelaxRistoranti / Bar tematici

Parchi tematiciIntrattenimentoAttrazioni

Centro ricercaRicerche SperimentazioniEsposizioni

Centri businessI palazzi dedicati al business (meeting, congressi, fiere) sono architetture ecosostenibili parzialmente alimentati da energia rinnovabile.

Casa esperienziale

Sperimentazione nuove ricerche nel vivere quotidiano (RICERCATORI)

Come vivere quotidianamente con risorse rinnovabili (TURISTI):- risparmio energetico- lampadine a basso consumo- rompigetto- forno solare- pannelli sorali per - riscaldamento - elettricità- finestre / tente automatiche - raccolta differenziata

Allestimenti tematiciOgni parco presenta un grande allestimento tematico. Ogni allestimento (impianto) produce energia per alimentare (in parte) la propria area tematica.

Alberi solari_Ross Lovegrove Tipologie diverse di impianti eoliciMacchinina alimentata ad idrogeno

Grattacielo Eolico (Miami)

Parchi tematici

Biomassa Park

Geotermic Park

Hidrogen Park

Solar Park

Nuclear Park

Petrol Park

Metano ParkWind Park

Water Park

Risorse non rinnovabili

Parchi tematici

Risorse rinnovabili

Casetta Esperienziale

Distretto della RicercaCentro congressi / Business

Area Relax

Attrazioni

Parchi tematiciIntrattenimentoAttrazioni

INFORMAZIONEINTRATTENIMENTO

RELAXRISTORO

RELAXRISTORO

RELAXRISTORO

RELAXRISTORO

RELAXRISTORO

RELAXRISTORO

RELAXRISTORO

CASA ESPERIENZIALE

CASA ESPERIENZIALE

CASA ESPERIENZIALE

CASA ESPERIENZIALE

RICERCA

CORSI

ENTIAZIENDEUNIVERSITA’

MEETING

CONVEGNI

LEZIONI

FIERE

ESPOSIZIONI

PETROLIO

ACQUA VENTO

IDROGENO

BIOMASSA

GEOTEMICA

NUCLEARE

METANO

SOLE

E’ importante che il visitatore abbia la possibilità di verificare le proprietà di ciascuna risorsa energetica, e la loro effettiva efficienza e usabilita‘ nella vita di tutti i giorni, dunque in casa, nel mondo dei trasporti, nell’architettura ecc...

Lungo il percorso attraverso le diverse aree tematiche del parco sono dislocate delle casette esperienziali. Nelle casette il visitatore puo’ sperimentare concretamente come le abitudini della vita quotidiana non cambino utilizzando le risorse rinnovabili o risparmiando energia.

La scelta di organizzare il parco tematico in isole energetiche nasce dalla necessità di analizzare e studiare al meglio con le giuste attrezzature ogni singola fonte di energia, fermo restando che ciascun distretto della ricerca è collegato agli altri da una fitta rete di comunicazione.Grazie a questa organizzazione risulta più facile anche l’allestimento di ciascuna isola energetica dal momento che le attrazioni e i servizi sono incentrate su una particolare fonte di energia. Anche la comunicazione e l’apprendimento risultano pertanto più immediati e facilitati.

L’esperienza concreta é il modo più efficace per sensibilizzare, istruire e avvicinare i visitatori al corretto uso delle risorse energetiche.

Per questo motivo i visitatori sono invitati a seguire un percorso logico lungo il parco tematico che analizza in un ordine preciso ciascuna risorsa energetica attraverso esperimenti concreti, attrazioni educative ed esposizioni che lo coinvolgono a 360°.

Il parco energetico, per raggiungere al meglio la sua funzione di polo di ricerca e macroattrattore turistico, deve offrire non solo delle strutture adeguate alla sperimentazione, ma anche dei servizi di intrattenimento per utenti di tutte le eta’ a partire dai bambini, passando per gli studenti fino ad arrivare agli adulti.

All’interno del parco sono dislocati diversi allestimenti tematici ed educativi, giochi e effetti speciali che avvicinano e sorprendono una ampia fascia d’utenza.

Per ricercatori e aziende è importante poter verificare concretamente gli effetti delle loro scoperte tecnologiche e dei nuovi prodotti. La sperimentazione pertanto deve essere uno dei punti fondamentali per garantire agli utenti futuri risorse energetiche meno inquinanti e più efficenti.

GEOTEMICA

de automatiche

GRUPPO N° 7 ENERGEOconcept per un parco tematico dell’energia

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Energeo è un parco dedicato alla ricerca e sperimentazione delle diverse fonti di energia conosciute e in fase di sviluppo. Il suo nome ricorda il termine energia e nasce dell’unione delle parole energia e geo, mentre il suo layout deriva dalla composizione di nove aree tematiche ciascuna destinata ad una risorsa energetica. Ogni “isola energetica” comprende laboratori di ricerca, test e attrazioni turistiche degne di un parco dei divertimenti e capaci di avvicinare i visitatori alle tecnologie per lo sfruttamento delle risorse rinnovabili e di sensibilizzarlo al rispetto dell’ambiente e al risparmio energetico. Il parco offre la possibilità di organizzare esposizioni e meeting grazie alla presenza di strutture adatte nel cuore della vasta area verde, e permette, inoltre, il pernottamento nelle “casette esperienziali”: mini appartamenti che sfruttano le risorse rinnovabili e migliorano l’utilizzo di quelle non rinnovabili. Un modo efficace per dimostrare come lo stile di vita ecosostenibile sia possibile. Energeo è un concentrato di ricerca, divulgazione e divertimento in una terra ricca di risorse.

STUDENTI Ana Rita Carvalho Valentina Di Roma Stefania Forese Eleonora Gasparini Georgiadi Anna Paula Santa Maria Roca

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INFORMAZIONEINTRATTENIMENTO

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RELAXRISTORO RELAX

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RELAXRISTORO

RELAXRISTORO

RELAXRISTORO

CASA ESPERIENZIALE

CASA ESPERIENZIALE

CASA ESPERIENZIALE

CASA ESPERIENZIALE

RICERCA

CORSI

ENTIAZIENDEUNIVERSITA’

MEETING

CONVEGNI

LEZIONI

FIERE

ESPOSIZIONI

PETROLIO

ACQUA VENTO

IDROGENO

BIOMASSA

GEOTERMICA

NUCLEARE

METANO

SOLE

DIAGRAMMASINTESI SCHEMATICA DEI CONTENUTI DEL PROGETTO

PAROLE CHIAVE

PERCORSO ESPERIENZIALE

PROIEZIONE DELLA QUOTIDIANITA’

ISOLE ENERGETICHE

INTRATTENIMENTO

I PRINCIPI CARDINE DEL PROGETTO

La scelta di organizzare il parco tematico in isole energetiche nasce dalla necessità di analizzare e studiare al meglio con le giuste attrezzature ogni singola fonte di energia, fermo restando che

Grazie a questa organizzazione risulta più facile anche l’allestimento di ciascuna isola energetica dal momento che le attrazioni e i servizi sono incentrate su una particolare fonte di energia. Anche la comunicazione e l’apprendimento risultano pertanto più immediati e facilitati.

Il parco energetico, per raggiungere al meglio la sua funzione di polo di ricerca e macroattrattore

ad arrivare agli adulti.

speciali che avvicinano e sorprendono una ampia fascia d’utenza.

corretto uso delle risorse energetiche. Per questo motivo i visitatori sono invitati a seguire un percorso logico lungo il parco tematico che analizza in un ordine preciso ciascuna risorsa energetica attraverso esperimenti concreti, attrazioni educative ed esposizioni che lo coinvolgono a 360°.

mondo dei trasporti, nell’architettura ecc...Lungo il percorso attraverso le diverse aree tematiche del parco sono dislocate delle casette esperienziali. Nelle casette il visitatore puo’ sperimentare concretamente come le abitudini della vita quotidiana non cambino utilizzando le risorse rinnovabili o risparmiando energia.

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MASTERPLANIL PARCO DELLE ENERGIE

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LEGENDA:

1] PARCO TEMATICO

2] CASE ESPERIENZIALI

3] CENTRI RICERCA

4] CENTRO ESPOSITIVI

5] CENTRI BUSINESS

ISOLA TEMATICACOMUNICARE LE RISORSE

Il parco è diviso in NOVE zone dette ISOLE O PARCHI TEMATICI dedicate alle diverse tipologie di risorse energetiche. Il progetto di ciascuna isola energetica parte e gira intorno alla risorsa

I grandi impianti che dominano ciascun parco sono in grado di alimentare (in parte) la propria area tematica.

Alberi solari, Ross Lovegrove

Mappa con isole energetiche evidenziate

Macchina alimentata ad idrogeno

Tipologie di impianto eolico

intrattengono,

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78Politecnico di Milano

CASA ESPERIENZIALELE RISORSE NEL QUOTIDIANO

Le casette esperienziali hanno una duplice funzione per due tipologie diverse di fruitore. Per il ricercatore che lavora all’interno del parco energetico la casetta è fondamentale per sperimentare e testare e valutare l’impatto delle nuove tecnologie e risorse sul vivere quotidiano.Il visitatore, invece, può “provare” a vivere per qualche giorno in una casa che sfrutta al meglio

dell’energia

Cosa c’è in una casetta:

risparmio energetico lampadine a basso consumo

rompigetto forno solare

pannelli sorali per riscaldamento ed elettricità

ecc...

Schemi di impianti che sfruttano le energie rinnovabili

I SIMBOLI DELLE ENERGIELE RISORSE RINNOVABILI

BIOMASSA PARK

GEOTERMIC PARK

HIDROGEN PARK SOLAR PARK

WATER PARK

WIND PARK

Le isole energetiche sono rappresentate da un simbolo riconoscibile che contraddistingue l’energia di ciascun parco tematico.

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Questi simboli aiutano alla comunicazione del parco e dalla composizione di tutti i disegni, nasce il logo dell’interno parco delle energie: ENERGEO

I SIMBOLI DELLE ENERGIELE RISORSE NON RINNOVABILI

NUCLEAR PARK

PETROL PARK

METANO PARK

LA MAPPA DEL PARCOATTRAZIONI / RICERCA / BUSINESS

LEGENDA

Risorse non rinnovabili

Parchi tematici

Risorse rinnovabili

Casetta Esperienziale

Distretto della RicercaCentro congressi / Business

Area Relax

Attrazioni

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WORKSHOP - a.a. 2008/2009

CONCEPT PER UN PARCO TEMATICO DELL’ENERGIA

Lab i r intLaboratorio di innovazionee ricerca sugli Interni

Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

GRUPPO N° 8 LIVING PARK

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Living Park nasce dall’idea di creare un macro attrattore turistico/ludico in Basilicata legato alla produzione di energia riducendo al minimo l’impatto ambientale su un’area dalle immense potenzialità. Ragionando sul rapporto tra uomo ed energia abbiamo progettato uno spazio vivo, interattivo, in continua trasformazione: il parco si nutre grazie alle azioni dei suoi visitatori, in un doppio iter educativo e multidisciplinare che ha come scopo la consapevolezza nell’uso dell’energia sia nella quotidianità (percorso didattico) che nella progettazione di un futuro sostenibile (percorso specifico per professionisti e aziende). Il parco prevede un sistema di infrastrutture connesse distribuite secondo una logica centrifuga: padiglioni tematici, spazi espositivi nella zona centrale, laboratori e rappresentanza aziendale, centro congressi, ristorante e residenze cohousing nell’area perimetrale, prevedendo ipotesi di sviluppo e ampliamento del parco.

STUDENTI Oliver Billington Giada Di Vincenzo Ruben Hekkens Alice Pirotta Vittoria Poletti Emanuele Purita

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ENTRANCESPAZIO FILTRO PER PREPARARE LE PERSONE AL PARCO

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WORKSHOP - a.a. 2008/2009

LA CASA SOSTENIBILE

Lab i r intLaboratorio di innovazionee ricerca sugli Interni

Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

GRUPPO N° 1 IL RICIRCOLO DELL’ENERGIA

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L’allestimento vuole far comprendere al visitatore che è possibile limitare gli sprechi e utilizzare le differenti energie naturali in ambito domestico.L’energia prodotta da diverse tecnologie e l’acqua proveniente dalla fitodepurazone vengono condotti attraverso delle tubature ai diversi apparecchi che la sfruttano. Al centro dello spazio i tubi che mostrano i percorsi dell’energia convergono e si uniscono in un unico cilindro per rappresentare che l’energia è una sola, indipendentemente dalla fonte da cui è prodotta. L’allestimento è trasparente, per concentrare l’attenzione dei visitatori sul solo scorrere dell’energia. All’interno degli attori compiono semplici gesti quotidiani mostrando i comportamenti corretti e quelli scorretti riguardo al consumo domestico. L’osservatore non può entrare all’interno dell’allestimento, ma compie un percorso intorno alla struttura vivendo così un’esperienza nuova e assiste ad una sorta di messa in scena, alla fine della quale potrà capire come da piccoli gesti si può risparmiare e quanto l’energia rinnovabile sia utile e vicina più di quanto si pensi.

STUDENTI Marta Albonico Jennifer Andreini Anna Bernardi Virna Carminati Claudia Cervesato Veronica Citteri

LA CA

SA SOSTEN

IBILE

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88Politecnico di Milano

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89Politecnico di Milano

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91Politecnico di Milano

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Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

GRUPPO N° 2 IL VILLAGGIO ENERGETICO

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Il progetto nasce dall’attenzione alle fonti di energia alternative e a come l’utilizzo e l’interconnessione di queste può creare degli effettivi vantaggi nell’ambito della domesticità. L’intervento consta di quattro piattaforme dedicate: piattaforma geotermica, piattaforma riciclaggio, piattaforma eolica, piattaforma solare. Esse sono collegate una all’altra e mirano a cogliere e comunicare i vantaggi dell’uso delle energie alternative attraverso quattro strumenti o attori.Le “proiezioni video”, ossia la trasmissione di immagini di degrado ambientale affiancate ad esempi di industrie energetiche alternative. Le “aziende”, ossia l’esposizione di prodotti a risparmio energetico di alcune aziende specializzate nel settore.La “tecnologia”, ossia la descrizione del funzionamento di una centrale di energia alternativa tramite poster esplicativi e modellini in scala.L’”allestimento”, ossia la preparazione di un ambiente domestico arredato con elettrodomestici e dispositivi ecologici che l’utente può azionare e testare.

STUDENTI Francesca Autera Silvia Bassi Elisa Bettinazzi Francesca Biella Elena Borella Federica Castegnaro

LA CA

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IBILEVILLAGGIO

ENERGETICO

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94Politecnico di Milano

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95Politecnico di Milano

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96Politecnico di Milano

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97Politecnico di Milano

PROIEZIONI VIDEO

trasmissione di immagini di degrado ambientale a�ancate ad esempi

di industrie energetiche alternative (geotermiche, di riciclaggio, eoliche o

solari a seconda della piattaforma).

TECNOLOGIA

descrizione del funzionamento di una centrale di energia alternativa tramite poster esplicativi e modellini in scala.

ALLESTIMENTO

allestimento di un ambiente domestico interamente arredato con elettrodomestici e dispositivi ecologici che l’utente può azionare e testare.

AZIENDE

esposizione di prodotti a risparmio energetico di alcune aziende specializzate nel settore.

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GRUPPO N° 3

ECONSUMO

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Il progetto nasce dalla necessità di mostrare il risparmio sia energetico che economico derivante da un comportamento responsabile ed ecosostenibile in ambito domestico. I possibili ambiti d’intervento vengono così comunicati all’utente che vive gli spazi.Vi è un’interpretazione dello spazio casa come luogo del consumo. Ogni settore è proporzionato al peso economico che il consumo di elettricità, riscaldamento, acqua, alimenti, rifiuti, ha sulla spesa familiare.Nei padiglioni sono presenti elementi interattivi che, a seconda della presenza e vicinanza dell’utente, forniscono un diverso grado di informazione relativa a uno specifico comportamento finalizzato al risparmio.Al tempo stesso si osserva un cambiamento di opacità dei lucernari in vetro presenti nel soffitto, che segnala il simbolico abbattimento dei consumi.

STUDENTI Giulia Benedetti Francesca Beretta Giorgia Canino Viviana Cattaneo Simona Cavalieri

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IBILE

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102Politecnico di Milano

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a ricreare

GRUPPO N° 4 SOSTENIBILE DOMESTICO

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Sostenibilità domestica è un percorso itinerante visitabile dall’utenteinteressato ad una migliore comprensione ed utilizzo delle energie rinnovabili. Il concetto di sostenibilità è stato tradotto in tre macro-categorie quali fattore dell’illuminazione, fattore termico e fattore del ciclo e riciclo delle acque a cui poi sono state poi associate altrettante zone dell’ambiente domestico.L’allestimento consiste in quattro blocchi dalla forma esterna dinamica; i primi tre dedicati alle tre categorie principali di fonti d’energia rinnovabili, e l’ultimo simile ad un’esposizione-shop. L’allestimento interno richiama solo nelle forme essenziali l’ambiente domestico, infatti gli interni sono pensati come spazi monocromatici, spogli, in cui si scorgono solo gli ingombri di un ipotetico arredo di casa. Tutto ciò per enfatizzare gli effetti scenografici e sensoriali che tecnologie possono creare alimentati da energie rinnovabili. L’utente in questo modo si sensibilizza in base all’esperienza che ne trae lui stesso.

STUDENTI Silvia Bellini Valeria Biondi Silvia Cacciamatta Fiorella Carità

LA CA

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IBILEPercorso esperienziale attraverso le

applicazioni delle nuove tecnologie sostenibili all’interno della realtà domestica.

innenD

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106Politecnico di Milano

“Sostenibilità domestica” è un allestimento che mira alla ricreazione di ambienti suggestivi. Si tratta di un percorso itinerante visitabile dall’utente interessato ad una migliore comprensione ed utilizzo delle energie rinnovabili. Applicato all’ambiente domestico, il concetto di sostenibilità è stato tradotto in tre macro-categorie ritenute basilari, quali: il fattore dell’illuminazione, il fattore termico ed infine quello del ciclo e riciclo delle acque. Ad essi sono state poi associate altrettante zone dell’ambiente domestico che le potesse rispecchiare; rispettivamente: la zona giorno (cucina), la zona notte, ed i servizi igienici.L’allestimento consiste in quattro blocchi dalla forma esterna dinamica; i primi tre dedicati alle tre categorie principali di fonti d’energia rinnovabili, e l’ultimo simile ad un’esposizione-shop che racchiuda prodotti funzionanti tramite le tecnologie con cui si è venuti a contatto in precedenza.L’allestimento interno richiama solo nelle forme essenziali l’ambiente domestico, infatti gli interni sono pensati come spazi monocromatici, spogli, in cui si scorgono solo gli ingombri di un ipotetico arredo di casa. Il fine di questa scelta è quello di enfatizzare gli effetti scenografici e sensoriali che tecnologie (come per esempio semplici led) possono creare alimentati da energie rinnovabili. L’utente ne esce perciò arricchito a livello esperienziale, senza esser forviato da meccanismi di convincimento o di propaganda. Si sensibilizza in base all’esperienza che ne trae lui stesso.

a ricreare ambienti suggestivi.

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107Politecnico di Milano

GREENPIXNel cubo che vuole ricreare la zona cucina dello spazio domestico è stata utilizzata la tecnologia Green pix. Esso è un sistema fotovoltaico costituito da cellule fotovoltaiche policristalline e posizionate con densità variabile sui primi pannelli solari in vetro che ricoprono l’intera pelle dell’edificio. In questo modo il volume opaco e inespressivo degli edifici si anima e acquisisce la capacità di comunicare con il contesto urbano circostante attraverso un nuovo tipo di trasparenza digitale. La variazione di densità con la quale sono posizionate queste cellule, modifica l'intensità della performance, poichè permette la penetrazione di luce naturale nella misura richiesta dalle varie funzioni interne e bloccando l’eccessivo irradiamento solare, che viene trasformato in energia per il media wall.

Zona notte

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108Politecnico di Milano

GIARDNI D’INVERNOAIl’interno del blocco zona notte la tecnologia rinnovabile scelta è quella dei “giardini d'inverno”: funzionano come una serra, permettono di riscaldare o rinfrescare gli spazi abitativi riducendo sensibilmente le perdite termiche della casa garantendo il comfort termico ideale.Il telaio della struttura che li circonda è costituito da vetri termoisolanti: questi catturano e assorbono l'irragiamento solare, che viene accumulato e irradiato negli ambienti circostanti sotto forma di calore.E' importante che i giardini d'inverno siano orientati verso sud e che vi sia un impianto di ventilazione utile a compensare le variazioni di temperatura. Dato che l’aria calda sale, conviene smaltirla nella parte più alta possibile del frontone, lasciando penetrare nel contempo aria fresca a livello del pavimento. Occorrono quindi delle aperture in alto e in basso.

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RISCALDAMENTO RADIANTEIl principio si basa sulla circolazione di acqua calda a bassa temperatura (in genere tra i 30°e i 40 °C) in un circuito che si sviluppa coprendo una superficie radiante molto ampia.Rispetto ai tradizionali corpi scaldanti, cioè i radiatori, il pavimento radiante ha i seguenti vantaggi: minori costi di esercizio (è un sistema a bassa temperatura, con l’acqua che circola a circa 28-40 °C all’interno delle tubazioni); oltre a questo, è possibile collegare l’impianto ad un pannello solare, riducendo ulteriormente i costi del riscaldamento. I costi ed i consumi si riducono ulteriormente accoppiando il sistema ad una moderna caldaia a condensazione. Ulteriore conquista è una ritrovata libertà nell’arredo: la presenza di caloriferi può limitare la creatività progettuale degli architetti.Al contrario, con i pavimenti radianti si 'liberano' spazi e si può sfruttare ogni angolo del locale.

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GRUPPO N° 5 LIGHT abitudini e tecnologie per una casa sostenibile

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Il progetto è nato dalla volontà di trovare una modalità differente di spiegare le ragioni per le quali convenisse investire sulla casa sostenibile; i concetti su cui si basa sono il comfort, il risparmio economico e l’ambiente. L’idea è stata quella di creare un allestimento che fosse “aperto” al pubblico, nel senso di riuscire a raccontare i temi dell’eco-sostenibilità in modo pratico, agile, coinvolgente, e non tramite complesse dimostrazioni di prototipi di nicchia. Uno spazio interattivo, dove i visitatori possano interagire con la struttura e relazionarsi tra loro grazie ad una zona centrale che favorisca l’interazione. Un contatto diretto ed esperienziale per metabolizzare nuove abitudini, e apprendere inoltre i vantaggi ottenuti nell’investire sulle tecnologie legate ad una casa sostenibile.

STUDENTI Martina Acetti Daniele Barosi Elisa Beghi Mattia Bonardi Alice Brollo

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ghiaccio aria

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GRUPPO N° 6 NATURALMENTE IN CASA

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Naturalmente in casa è un allestimento che ha come obiettivo quello di sensibilizzare i consumatori alla sostenibilità ambientale in ambito domestico. Il progetto è un percorso esperienziale con lo scopo di aiutare l’individuo a migliorare il suo rapporto con l’ambiente, con l’obiettivo del risparmio energetico. Si tratta quindi di imparare da tecnologie d’avanguardia, che lavorano come l’ambiente circostante, comportamenti applicabili nel quotidiano. Il percorso, con dimensioni sempre crescenti, a simboleggiare la crescita della conoscenza e dell’individuo, è suddiviso in quattro ambienti dove il consumatore impara, in modo interattivo e attraverso semplici gesti, a risparmiare energia in ambiente domestico. Tutti i consigli che vengono dati all’interno dell’allestimento sono semplici indicazioni applicabili ogni giorno all’interno delle mura domestiche, che vanno dallo spegnere le luci quando si esce da una stanza o chiudere l’acqua se non necessaria, all’uso del riscaldamento a pavimento e dei doppi vetri per evitare gli sprechi di calore.

STUDENTI Chiara Airoldi Ilaria Anselmi Silvia Berti Corinna Bonfanti Claudia Catalani

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GRUPPO N° 7 E LOGICO uso consapevole e non possesso inconsapevole

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“Qual è l’imballaggio ideale per un prodotto della natura? Quello che la natura gli ha già dato...” Bruno Munari

Il progetto si basa sul parallelismo tra uno stile di vita ecosostenibile ed uno no.Gli allestimenti, nello specifico, trattano alcune attività dell’uomo, all’interno dell’ambiente domestico, evidenziando in maniera interattiva e didattica, come sia possibile un risparmio energetico ed una conseguente salvaguardia dell’ambiente. I due livelli presenti hanno la funzione di fornire all’utente percorsi con differente grado di approfondimento tematico, il tutto integrato da punti vendita e aree relax.La struttura è collocata all’interno di un ampio spazio verde e totalmente autonoma, grazie all’impiego di fonti energetiche rinnovabili.

STUDENTI Alberto Bagari Leonardo Battistini Maeva Biasoli Luca Bollini Seok Yun Choi

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UTILIZZO CONSAPEVOLE E NON POSSESSO INCONSAPEVOLE

LOG

ICO

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ALLESTIMENTO PARALLELO FRA IL MONDO NON ED ECOSOSTENIBILE

ECO

NON ECO

LAVORO SVAGO ALIMENTAZIONE

COLOGIA

NERGIA

COSOSTENIBILITA’

DUCAZIONE

FONTI RINNOVABILI

RIDUZIONE SPESE TRASOPRTO

ALLUNGARE LA VITA DI UN OGGETTO

CICLO DI VITA

CONSAPEVOLEZZA/EDUCAZIONE

CONTENUTO/CONTENITORE

RIDUZIONE RIFIUTI

RICICLO/RIUTILIZZO

NON SPRECO

RIDUZIONE IMBALLAGGIEMBERGY

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GRUPPO N° 8 ART D’ECO the new eco-domestic landscape

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L’allestimento per la casa sostenibile si struttura in tre fasi, informativa, formativa e sensoriale, fruibili senza ordine preciso, in cui si affrontano le cause della non sostenibilità nell’ambiente domestico, individuati nell’illuminazione, nella climatizzazione nell’impianto idrico e nello smaltimento dei rifiuti.ARIA: il visitatore può scegliere di entrare in una stanza calda e in una stanza fredda. Il desiderio di ripristinare l’equilibrio termico lo porta a cercare conforto nella stanza in cui la scelta adeguata di materiali isolanti lo riporta a star bene.ACQUA: il visitatore entra in una stanza in cui le pareti sono trasparenti e vengono evidenziati i vari movimenti dell’acqua attraverso le tubature, sottolineando l’importanza del recupero delle acque piovane e grigie.RIFIUTI: il visitatore osserva come l’oggetto, attraverso il riuso e il riciclo, possa trasformarsi in un’opera d’arte o in un oggetto di design.LUCE: il visitatore indaga luce artificiale e luce naturale individuandone analogie, differenze e conseguenze energetiche del loro impiego.

STUDENTI Stefano Colma Marino Alaimo Luca Cattaneo Alberto Brancaleon Giampiero Bernazzani

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Art d’ECO_The new eco-domestic landscape

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130Politecnico di Milano

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informazione

formazione

esperienza

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MATERIALI:Struttura_ legnoPannelli_ Reboard®

MATERIALI:Struttura_ legnoPannelli_ Reboard®

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MATERIALI:Struttura_ legnoPannelli_ Reboard®

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GRUPPO N° 9 SWITCH OFF if you don’t need it

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Lo scopo del progetto è la sensibilizzazione dell’utente sul tema dello spreco energetico nell’ambito domestico, evidenziando sprechi e mostrando alternative.La prima parte dello spazio, intitolata Switch Off, è dedicata alla questione dello spreco: vengono messi in evidenza quelli che sono i comportamenti scorretti riguardo al consumo energetico casalingo. La seconda parte intitolata invece Switch On, suggerisce fonti di energia rinnovabile e tecnologie ecosostenibili, nel rispetto totale per l’ambiente.L’allestimento si presenta come una stilizzazione di un ambiente domestico, compreso delle sue funzioni principali. Alcuni contatori indicano lo spreco sia in termini energetici che economici e alcuni degli alternativi utilizzi che l’utente avrebbe potuto effettuare attraverso l’energia sprecata.Nello spazio dedicato alle energie rinnovabili, la bidimensione vien meno. Proiezioni e installazioni presentano tecnologie innovative per produrre energia da fonti rinnovabili, sottolineando il vantaggio economico e ambientale.

STUDENTI Marta Albè Valentina Brambilla Pisoni Francesca Binaghi Giulia Bigaro Lara Caffi Francesca Carnovali

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SWITCH OFF if you don’t need it

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1K€ EXHIB-DESIGN - Progetto di un allestimento sostenibile a basso impatto ambientale ed economico

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GRUPPO N° 1

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L’allestimento mira a sensibilizzare gli utenti riguardo al tema dell’energia alternativa.In questo caso specifico viene trattata l’energia termica direttamente derivante dal corpo umano, che, se opportunamente incanalata, può rappresentare una valida risorsa alternativa applicabile a piccoli dispositivi, ma anche su larga scala.L’allestimento propone un percorso informativo affiancato da uno esperienziale. L’utente potrà leggere differenti esempi relativi all’applicazione dell’energia derivante dal calore umano e, al contempo, prendere coscienza del proprio calore attraverso le sedute foderate da materiale termosensibile, che raccolgono e restituiscono all’istante l’intensità del calore percepito.

STUDENTI Linda Marchetti Ottavia Molatore Tiziana Moltoni Alessia Monzio Compagnoni Sarah Okpanum

1K€ EXHIB-DESIGN

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1K€ EXHIB-DESIGN - Progetto di un allestimento sostenibile a basso impatto ambientale ed economico

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GRUPPO N° 2 GIOCOMOTIVA

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STUDENTI Haiyi Ma Valentina Magni Sebastiano Mignosa Merve Onerli Linda Pinardi Feletti

Ogni azione dell’uomo genera un’energia che può essere trasformata creativamente in energia utilizzabile. L’obiettivo del progetto è visualizzare questo potenziale energetico e raccontarlo ai bambini nel corso della loro attività più seria e importante, il gioco. Ecco dunque la , una macchina azionata dall’oscillazione di un’altalena che, tramite un cavo d‘acciaio rivestito di scampoli di stoffa, mette in movimento le parti di cui si compone, ossia oggetti abbandonati in discarica; ombrelli, ruote di bicicletta, aquiloni, eliche e vecchi dischi ruotano, stoviglie, griglie e vecchie ferraglie emettono suoni, svelando nel riuso la propria potenzialità di acquisire nuovi significati e valore. La macchina si aziona e si arresta simultaneamente all’oscillazione dell’altalena, rendendo più evidente il rapporto tra le azioni dei bambini e la generazione dell’energia creativa, l’energia dell’uomo pulita e rinnovabile.

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A’A

B’B

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WORKSHOP - a.a. 2009/2010

1K€ EXHIB-DESIGN - Progetto di un allestimento sostenibile a basso impatto ambientale ed economico

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GRUPPO N° 3

BOX THERAPYe...scarica lo stress ricarica le batterie!

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STUDENTI Marina Malvezzi Federica Mattavelli Erika Medina Silvia Palamini Carla Pezzuoli

Allestimento a scopo terapeutico pensato per l’uomo contemporaneoIl progetto offre un’insolita chiave interpretativa rispetto al tema “Energia ed Ambiente” focalizzandosi sulla Persona umana, vista contemporaneamente come magazzino che accumula e trattiene al suo interno Energie negative, generate dalla città contemporanea e come valvola di sfogo che libera le stesse nell’Ambiente circostante con diverse intensità. Unitamente allo spazio fisico è stata quindi progettata l’Esperienza del singolo individuo, che ha origine sicuramente da stati d’animo diversi, ma il cui scopo è valido per tutti indistintamente: “Scaricare lo stress, ricaricare le batterie”.

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WORKSHOP - a.a. 2009/2010

1K€ EXHIB-DESIGN - Progetto di un allestimento sostenibile a basso impatto ambientale ed economico

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GRUPPO N°4

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STUDENTI Riccardo Marmonti Alberto Navoni Andrea Nembrini Marco Ornella Letizia Ortalli

Enithing else verte sul riuso dei materiali di scarto. Il RE-USE design è il modo più virtuoso di fare progettazione sostenibile, riusare ciò che già abbiamo per evitare l’utilizzo di energia superflua. Si è scelto, quindi, di esporre nel nostro allestimento tre oggetti che sono stati pensati basandosi su questo principio e realizzati riusando tre diversi tipi di scarti: una libreria realizzata con le famose “briccole” veneziane diventate rifiuto, una poltrona composta da trucioli di legno e una lampada realizzata recuperando uno di quei pezzi che già hanno una forma propria ma che a torto vengono scartati al termine del processo produttivo. Gli espositori che compongono l’allestimento, sono stati pensati in modo che, una volta esaurita la loro funzione originaria, possano essere riutilizzati con altre funzioni. Saranno realizzati recuperando e lavorando il metallo di vecchi barili dismessi di carburante e al termine dell’allestimento gli espositori verranno riutilizzati come punto di osservazione del territorio lucano.

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1K€ EXHIB-DESIGN - Progetto di un allestimento sostenibile a basso impatto ambientale ed economico

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GRUPPO N° 5 + o - ENERGIA

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STUDENTI Elisa Manzoli Francesca Marabese Chiara Mazza Ylenia Micci Chiara Paleari

Il progetto analizza, le risorse mal gestite che creano disagio e i rifiuti che possono essere convertiti in risorsa. Si creano due zone, una prima esperienziale chiusa, ed una seconda più educativa-espositiva aperta. La prima zona dell’allestimento è creata per mettere il visitatore in una condizione di temporaneo “Disagio”. Entrando, il buio, aiuta l’osservatore a immergersi nel contesto: si ricrea una situazione di Blackout, dovuto ad un sovraccarico di energia elettrica. Procedendo si può rivivere il disagio causato dall’elevato utilizzo di prodotti derivati dal petrolio, il disagio che ha causato: l’inquinamento.La seconda parte del percorso spiega come, anche un rifiuto, se ben gestito, può diventare una risorsa fondamentale. La struttura in questo caso è aperta. Si parla di rifiuti solidi urbani e della loro gestione. Si raccontano operazioni semplici che possono aiutare a migliorare l’ambiente ed avere un atteggiamento più sostenibile.

1K€ EXHIB-DESIGN

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166Politecnico di Milano

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167Politecnico di Milano

I

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168Politecnico di Milano

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169Politecnico di Milano

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WORKSHOP - a.a. 2009/2010

1K€ EXHIB-DESIGN - Progetto di un allestimento sostenibile a basso impatto ambientale ed economico

Lab i r intLaboratorio di innovazionee ricerca sugli Interni

Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

GRUPPO N° 6 IMPRIGIONARE CATACLISMI

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STUDENTI Chiara Isner Matera Valentina Motta Roberta Motter Sara Mustillo Serena Nardin

L’allestimento è diviso in tre parti. Ognuna di esse è legata ad un fenomeno catastrofico naturale. Sul piano orizzontale vi è una rappresentazione simbolica del manifestarsi dell’evento e l’indicazione dell’energia sprigionata da esso espressa in joule. Per gli uragani, una spirale che sottolinea la potenza dell’evento, progredisce e crea per la seconda area la spaccatura del terreno tipica dei terremoti. Lo squarcio, nella terza parte si divide e forma dei cretti, simbolo della lava che solidifica. Sulle pareti il dato reale viene tradotto e comunicato in modo più comprensibile. Utilizzando il linguaggio dei fumetti, da un lato si spiega quanta energia positiva si potrebbe ricavare sfruttando questi cataclismi; dall’altro si fornisce un paragone con l’energia della bomba atomica, esprimendo la portata dei danni provocati. I materiali utilizzati sono: bancali di riuso e cartone per la pedana, legno per l’ossatura e carta per le illustrazioni.

1K€ EXHIB-DESIGN

IMPRIGIONARE CATACLISMI

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172Politecnico di Milano

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173Politecnico di Milano

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174Politecnico di Milano

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175Politecnico di Milano

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WORKSHOP - a.a. 2009/2010

1K€ EXHIB-DESIGN - Progetto di un allestimento sostenibile a basso impatto ambientale ed economico

Lab i r intLaboratorio di innovazionee ricerca sugli Interni

Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

ti

GRUPPO N° 7 ABOUT ENERGY...AND SEA

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STUDENTI Azzurra Longo Elena Marino Silvia Pedrini Francesca Personeni Eleonora Rampinelli

Il progetto vuole informare e sensibilizzare le persone riguardo le energie rinnovabili, concentrandosi su quella meno conosciuta, in maniera diretta e semplificata, evitando dettagli troppo tecnici e privilegiando confronti e paragoni pragmatici.L’energia marina, presentata attraverso foto, disegni e una ben delineata simbologia, si trasforma da argomento ostico a spunto di riflessione per i visitatori. Essi si ritrovano in un ambiente avvolgente e dinamico che punta all’immediata comprensione di dati e numeri, tramite grafici e istogrammi tridimensionali.Questo spazio sarà quindi articolato in sei zone principali, le quali, ad eccezione della prima che costituirà un breve accenno alle energie rinnovabili in generale, presenteranno un’esposizione delle tecnologie utilizzate per ricavare energia dal mare: energia delle correnti marine, delle maree, dei moti ondosi, osmotica e talassotermica.

1K€ EXHIB-DESIGN

ABOUT ENERGY...AND SEA

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178Politecnico di Milano

T

thermal energycurrent energy tidal energywave energy gradient saline(osmotic) energy

TOT<1K€

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179Politecnico di Milano

200

500

130361303613037

45

200

20

220

energia eolica

energia geotermica

energia idrica

agroenergie

energia marina

energia solare

Un progetto che si è pre�ssato un obiettivo fondamentale: informaree sensibilizzare le persone riguardo le energierinnovabili in maniera diretta e sempli�cata, privilegiando confrontie pargoni pragmatici.

L’energia marina, una delle meno utilizzate e conosciute, nasconde in realtà un grande potenziale in grado di far crescere esponenzialmente il suo utilizzo.

« Pensate al movimento delle onde, al �usso e ri�usso, all'andirivieni delle maree. Che cos'è l'oceano? una enorme forza perduta. Come è stupida la terra, a non valersi dell'oceano! » (Victor Hugo - Novantatré, (1874), VII, 5)

thermal energy

current energy

tidal energy

wave energy

gradient saline(osmotic) energy

2000 Tw/anno

8000-80000 Tw/anno

600 Tw/anno

10000 Tw/anno

800 Tw/anno

1 m di costa

1 m al largo

20 kw

70 kw

wave energy 300 kw -> 2300 Mw\h per un annoenergia eolica 300kw -> 1300 Mw\h per un anno

entro 2020 1,2 Gw

750 kwh

POTENZIALE

600t \anno

1Milione

SCOZIA

2000 t\anno emissioni Co2

0,075 €

0,16 € 0,33 €

0,09 €

COSTI

1 kwh

PELAMIS WAVE POWER

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180Politecnico di Milano

1 Gw

POTENZIALE

RENO E PAESI BASSI

NORVEGIA

circa 50 % della generazione elettrica EU

consumo energetico giornaliero di una casa

energia prodotta da impianto nucleatre

65Mila

25 Mw 10Mila

0,10 €/Kwh

- 20 %

POTENZIALE

CORRENTE MARINA E VENTO

ITALIA, STRETTO DI MESSINA

- 17%

23 %

20 Kw\h

3Kw

1 m

1,5Mila

Irlanda del nord

a parità di super�ce 28 m\s

3 m\s

2,5 m\s

60 Mw

POTENZIALE

TIDAL ELECTRIC - investimenti

TIDALBARRAGE FRANCIA

- 15%

più di 20 luoghi idonei

UK

EU

SUD KOREA entro 2015

2000 Gw/anno

120Mila €

investimento

ricavo

12Mila € l’anno

200Mila

192Mila

POTENZIALE

T

HAWAII

si mira ad arrivare ai 2 Mw nel 2030

1 MwHARLINGER

LOCALIZZAZIONE

3300 MwHAWAIIBALITHAITI

HARLINGER

PAESI BASSI

DESALINAZIONE ACQUE MARINE

- 8%1 MJ\m3

acqua dolce

con gli stessi impianti è possibile desalinare le acque marine

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181Politecnico di Milano

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WORKSHOP - a.a. 2009/2010

1K€ EXHIB-DESIGN - Progetto di un allestimento sostenibile a basso impatto ambientale ed economico

Lab i r intLaboratorio di innovazionee ricerca sugli Interni

Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

GRUPPO N° 8 LA CICALA E LA FORMICA

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STUDENTI Katiuscia Posella Alessandra Pucci Franca Resmini Marianna Riatti Elena Roma

Il nostro allestimento si basa sulla favola della cicala e della formica.

Con questa metafora abbiamo voluto rappresentare due opposti modi di rapportarsi con l’ambiente e le sue risorse: chi agisce da formica si preoccupa di evitare gli sprechi, pensando alle generazioni future; e chi pensa da cicala sfrutta al massimo le ricchezze a sua disposizione. Riflettendo sull’esistenza di queste due realtà siamo arrivate alla conclusione che l’una non potrebbe esistere senza l’altra e che quindi la collaborazione e l’equilibrio tra le parti sono la soluzione più corretta. I due mondi contrapposti sono rappresentati, nell’allestimento, dalle icone appese agli estremi del “mobile”; la pedana basculante, inserita nella pavimentazione, trasmette al visitatore la necessità di raggiungere la stabilità che permette di capire il finale della storia. Esso è, infatti, scritto sulla parete di fronte e diventerà leggibile solo in stato di equilibrio.

1K€ EXHIB-DESIGN

LA CICALA E LA FORMICA

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184Politecnico di Milano

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185Politecnico di Milano

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186Politecnico di Milano

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187Politecnico di Milano

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WORKSHOP - a.a. 2009/2010

1K€ EXHIB-DESIGN - Progetto di un allestimento sostenibile a basso impatto ambientale ed economico

Lab i r intLaboratorio di innovazionee ricerca sugli Interni

Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

GRUPPO N° 9

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STUDENTI Chiara Motta Martina Margini Ashkan Mortazavi Micaela Nardella Sara Marabini

Il consumo energetico urbano incide per il 70% su quello mondiale.Le città, costruite su comportamenti sbagliati, portano ad eccessivo spreco ed inquinamento. Città eco-friendly sono però ormai diffusi in tutto il mondo, puntando alla conquista di grandi traguardi per la salvaguardia dell’ambiente o invece concentrandosi su piccole azioni quotidiane. Nella moltitudine di persone dello scenario urbano queste azioni possono e devono dare vita ad enormi rivoluzioni sociali eco-sostenibili. Eco-side of the city è una micro città dei comportamenti sostenibili, uno skyline costruito in soli 2x5 metri che si inserisce nello scenario urbano preesistente con una forma evocativa, colori forti e messaggi diretti. Nove torri tematiche, si ergono dal terreno per ricreare un percorso attraverso il consumo energetico cittadino. Come possiamo contribuire alla riduzione di consumi energetici della nostra città? Piccoli suggerimenti che suonano più come i “comandamenti” del potenzialmente cittadino sostenibile.

1K€ EXHIB-DESIGN

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190Politecnico di Milano

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192Politecnico di Milano

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193Politecnico di Milano

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WORKSHOP - a.a. 2009/2010

1K€ EXHIB-DESIGN - Progetto di un allestimento sostenibile a basso impatto ambientale ed economico

Lab i r intLaboratorio di innovazionee ricerca sugli Interni

Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

GRUPPO N° 10

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STUDENTI Andrea Mariani Nicola Magri Francesco Pacelli Ilenia Perlotti Caterina Ragg

L’obiettivo dell’allestimento è sensibilizzare le persone sul tema degli sprechi e dei consumi energetici che ogni giorno vengono effettuati dal singolo in ambito domestico. Per raggiungere tale scopo si è pensato di rappresentare sul pavimento un appartamento in scala ridotta e analizzare gli sprechi di ogni stanza attraverso delle colonne/istogrammi tridimensionali che mettono a confronto l’Italia con altre nazioni. Un pannello sagomato all’ingresso simboleggia la facciata della casa e serve a illustrare e spiegare i contenuti della mostra. Saranno inoltre presenti a terra dei “buoni consigli” sui corretti comportamenti da seguire per un efficace risparmio energetico.

FONDAZIONE ENIENRICO MATTEI

1K€ EXHIB-DESIGN

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196Politecnico di Milano

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197Politecnico di Milano

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198Politecnico di Milano

14KWH

I

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199Politecnico di Milano

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WORKSHOP - a.a. 2009/2010

1K€ EXHIB-DESIGN - Progetto di un allestimento sostenibile a basso impatto ambientale ed economico

Lab i r intLaboratorio di innovazionee ricerca sugli Interni

Referenti FEEM: Cristiano Re Andrea BellatiDocente: Alessandro BiamontiTutor: Angela Ponzini

GRUPPO N° 11 BE COOL, RECYCLE!

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STUDENTI Maddalena Manera Alexander Mihov Savina Molinari Victoria Osoianu Francesca Petrone Viviana Pozzi

Il progetto si pone come punto di incontro tra installazione artistica e oggetto di design; prendono così vita una serie di “nidi” urbani, sedute realizzate con materiali di recupero che non sono solo oggetto, ma creano un luogo, uno spazio di incontro e di relax. Il nido, questo oggetto-luogo, vuole sensibilizzare il pubblico e i fruitori sull’importanza del riciclo e del riuso dei materiali, e mostrare come si possano ottenere non solo oggetti sostenibili dal punto di vista ambientale, ma anche funzionali e di design.

1K€ EXHIB-DESIGN

BE COOL, RECYCLE!

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202Politecnico di Milano

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203Politecnico di Milano

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204Politecnico di Milano

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205Politecnico di Milano

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DAL MONDO

. . .

introduzioneC.Re

pag.010

Politecnico di Milano

FEEM

DAL MONDO

opportunità-responsabilità-design

A.Biamontipag.018

parchi dell’innovazione

e il loro funzionamento.

M.Bernecolipag.028

workshop energy: nuove forme

di collaborazione e problem solving

creativi A.Ponzinipag.036

I parchi tematici come strumenti

del design degli interniC.Gallipag.20

LABIRINTH

oltre kyoto: verso una progettazione

energetica efficiente nello spirito della cooperazione

internazionale E.Cicigoipag.210

il parco dell’energia in basilicata

A.Granelli e S.Santini fondatori di Kanso

pag.212ambiente, energia e tecnologia:

paradigmi per il progetto,dall’oggetto al territorio

S.Parispag.216

. . .

introduzioneC.Re

pag.010

La divulgazione scientificaA.Bellatipag.014

conclusioniC.Verronepag.220

WORKSHOP

concept per un parco tematico

dell'energiapag.040

casa sostenibilepag.088

1K€ exhib-designpag.142

Politecnico di Milano

FEEM

DAL MONDO

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introduzioneC.Re

pag.010

Politecnico di Milano

FEEM

DAL MONDO

opportunità-responsabilità-design

A.Biamontipag.018

parchi dell’innovazione

e il loro funzionamento.

M.Bernecolipag.028

workshop energy: nuove forme

di collaborazione e problem solving

creativi A.Ponzinipag.036

I parchi tematici come strumenti

del design degli interniC.Gallipag.20

LABIRINTH

oltre kyoto: verso una progettazione

energetica efficiente nello spirito della cooperazione

internazionale E.Cicigoipag.210

il parco dell’energia in basilicata

A.Granelli e S.Santini fondatori di Kanso

pag.212ambiente, energia e tecnologia:

paradigmi per il progetto,dall’oggetto al territorio

S.Parispag.216

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introduzioneC.Re

pag.010

La divulgazione scientificaA.Bellatipag.014

conclusioniC.Verronepag.220

WORKSHOP

concept per un parco tematico

dell'energiapag.040

casa sostenibilepag.088

1K€ exhib-designpag.142

Politecnico di Milano

FEEM

DAL MONDO

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208Dal mondo

Oltre Kyoto: verso una progettazione energetica efficiente nello spirito della cooperazione internazionale Elisabetta Cicigoi

Tanto si è detto, scritto e discusso sul Protocollo di Kyoto, se a torto o a ragione non si vuole entrare nel merito. Ma due elementi sem-brano essere piuttosto pacifici: se, infatti, da un punto di vista giuridico, il Protocollo di Kyoto ha contribuito a delineare la nascita di un bene giuridico (le quote di CO2) e quindi di un valore economico (1), da un punto di vista politico (nell’accezione etimologica del termine “gestione della polis”), ha voluto indirizzare la Comunità internazionale verso una gestione efficiente del complesso sistema energetico. Questo al fine di una graduale limitazione delle fonti combustibili fossili a favore delle fonti energetiche rinnovabili (2) e quindi a favore di una riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera.Corollario del Protocollo di Kyoto sono, dunque, tutte quelle misure varate da diversi Stati volte ad incentivare le energie rinnovabili a fa-vore di sistemi energetici efficienti. L’Unione Europea ha varato il c.d. “Pacchetto Energia 20-20-20”, volto all’incremento del 20% delle fonti energetiche rinnovabili, entro il 2020 per la riduzione del 20% di emis-sioni di CO2, approvato con delibera del Parlamento europeo in data 17 dicembre 2008; gli Stati Uniti hanno adottato in data 17 febbraio 2009 lo “stimulus plan” per incentivare il maggior utilizzo delle energie rinnovabili. (3)Persino la Cina, nel novembre 2008, aveva approvato un suo “stimulus plan” di circa 31 miliardi US$ per gli anni 2009-2010 a favore di inve-stimenti in energie rinnovabili e soprattutto in progettazione di edilizia sostenibile. Occorre sottolineare che detti 31 miliardi si devono som-mare ai 286 miliardi di US$ già previsti dal Governo cinese con il “Piano per le energie rinnovabili”, approvato nel settembre 2007, con il quale la Cina si è posta l’obiettivo di incrementare al 15% la quota di produ-zione nazionale da energia rinnovabile entro il 2020. Le scelte operate dal Governo cinese rispondono all’esigenza di ridurre l’utilizzo del carbone quale fonte energetica primaria: dai dati forniti dal Ministero dell’Ambiente cinese risulta che la Cina è il secondo con-sumatore al mondo di energia da carbone e produce circa il 19% delle emissioni globali di CO2. (4) E’ stato infatti stimato che dal 1980 al 2006 la percentuale nazionale di utilizzo di carbone nel consumo di energia primaria è passato dal 72.2% al 69.4%, rimanendo quindi pressoché invariata nel corso di un ventennio. (5)I settori in cui il Governo cinese sta, quindi, maggiormente investendo sono rivolti, da un lato, all’investimento in clean energy, dall’altro al

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209Dal mondo

risparmio energetico nel settore dei trasporti ed industriale, ma so-prattutto del real estate ed in questo contesto sono favoriti accordi di cooperazione bilaterale o internazionale.Se da un lato gli strumenti di cooperazione internazionale previsti, ad esempio, dal Protocollo di Kyoto (c.d. meccanismi flessibili di Joint Im-plementation e Clean Development Mechanism (6)) hanno avuto sul territorio cinese una larga diffusione, seppur con qualche difficoltà ap-plicativa e gestionale, quelle che oggi sembrano essere maggiormente incentivate sono le collaborazioni bilaterali tra Stati (anche a livello di singole Regioni), enti pubblici e soprattutto istituzioni universitarie e scientifiche.Uno dei settori che indubbiamente prevede ampi spazi per una col-laborazione tra enti pubblici e privati, istituti di ricerca e via dicendo è sicuramente rappresentato dall’edilizia, non solo perché le nuove edificazioni dovranno sempre più essere progettate e costruite con materiali e secondo sistemi volti a ridurre la dispersione energetica, ma soprattutto molto del lavoro dovrà essere focalizzato sul patrimonio edilizio esistente, la cui riconversione verso sistemi energetici più ef-ficienti offrirà lo spunto per azioni congiunte tra professionisti, imprese e centri di ricerca universitaria.Se dunque il Protocollo di Kyoto non è riuscito nel suo ambizioso tenta-tivo di divenire un accordo internazionale “vincolante” per tutti gli Stati, sia sviluppati sia in via di sviluppo, indubbiamente ha avuto il merito di sensibilizzare la comunità internazionale a sviluppare, tra gli altri, il settore energetico nell’ottica della “sostenibilità”, intendendo con detto termine che il progresso economico deve sempre essere favorito e non può essere ostacolato, ma nel contempo deve aver riguardo alla limi-tatezza delle risorse naturali, il cui godimento delle attuali generazioni non può andare a discapito delle generazioni future.

Note:(1) CICIGOI E., FABBRI P.; Mercato delle emissioni ad effetto serra; Il Mulino, Bologna 2007(2) Ai sensi dell’art.2, lett. a) della direttiva 2009/28/CE è “energia da fonti rinnovabili: l’energia proveniente da fonti rinnovabili non fossili, vale a dire energia eolica, solare aerotermica, geotermica, idrotermica e oceanica, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas”.(3) Public law 111-5, this Act may be cited as the “American Recovery and Reinvestment Act of 2009”(4) World Energy Council Report 2008(5) China’s Energy Conditions and Policies, December 12,2007, Ministry of Environmental Protection the people’s Republic of China(6) Per una comprensione del funzionamento dei c.d. meccanismi flessibili di Kyoto si veda VILLA M.; I meccanismi flessibili del protocollo di Kyoto, Heopli, Milano 2006 e CICIGOI E., FABBRI P.; Mercato delle emissioni ad effetto serra; Il Mulino, Bologna 2007

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210Dal mondo

Il Parco dell’Energia in Basilicata

Andrea Granelli e Stefano Santinifondatori di Kanso

A livello nazionale ed internazionale la questione energetica sta as-sumendo un peso sempre più rilevante per la crisi dei modelli tradi- zionali di approvvigionamento, per la crescente attenzione del mondo alla sostenibilità ambientale e per le profonde innovazioni che stanno investendo tecnologie produttive e fonti di energia.

- Circa l’80% dell’energia primaria utilizzata nel mondo proviene dai combustibili fossili (35% dal petrolio, 21,2% dal gas e 23,3% dal carbone). La disponibilità di queste risorse non è illimitata.- L’unica possibilità di una soluzione alla crisi energetica globale sono il risparmio energetico, la stabilizzazione dei consumi e le fonti rinnovabili, ovvero le fonti di energia che si ricostituiscono in un tempo paragonabile con il tempo del loro consumo.

L’energia è un tema centrale per il futuro del mondo e per il domani dell’Italia. E’ necessario moltiplicare le iniziative di informazione sui temi energetici che oggi non possono prescindere dai concetti di sostenibilità e risparmio energetico.

La Basilicata ha un legame molto stretto con l’energia e può essere considerata la regione simbolo dell’energia in Italia:- La Basilicata, con circa 32,35 milioni di barili di petrolio estratti nel 2007 (corrispondenti al 74,78% della produzione complessiva nazionale) è la principale regione per produzione di petrolio in Italia. - Le fonti rinnovabili contribuiscono in maniera determinante alla pro-duzione di energia elettrica con circa il 31% della produzione totale regionale, essenzialmente per effetto dello sfruttamento dell’energia eolica e di quella idroelettrica.

Questa centralità della Regione nel sistema energetico nazionale non si è ancora tradotta in autentica risorsa per la popolazione locale la quale ha percepito, fino ad oggi, soprattutto gli aspetti negativi di que-sta situazione (inquinamento ambientale, invasione del territorio) senza coglierne il potenziale di sviluppo e valorizzazione per la regione. E’ necessario quindi attivare iniziative di largo respiro sull’energia per “restituire” il tema alla popolazione locale e per liberarne le potenzialità come fattore di sviluppo territoriale.

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211Dal mondo

> Un parco dell’energia in Val d’Agri

La Val d’Agri è un territorio fondamentale per la produzione di energia nella regione, caratterizzato dalla presenza di diverse tipologie di fonti energetiche:- I giacimenti petroliferi, dove si registra una produzione di picco di olio di circa 104.000 barili/giorno e di gas di circa 3,2 milioni Nm3/g, che rendono il sito strategico a livello nazionale- Il Parco Eolico nella zona tra Viggiano e Montemurro- La Diga del Lago di Pietra del Pertusillo che sbarra il fiume Agri all’altezza della stretta del Pertusillo

E da un contesto naturale di particolare suggestione costellato da importanti luoghi di interesse storico-artistico. Al centro della Val d’Agri, nei pressi di Grumento in località Pantanello è stata individuata un’area ideale per la costruzione del parco costituita da una spianata, un “anfiteatro naturale”, circondato da monti e boschi, adiacente al lago del Pertusillo.

L’area identificata per il Parco è di grande interesse paesaggistico e ad alto potenziale di valorizzazione turistica grazie alla presenza di numerosi importanti attrattori che consentono di collocare il Parco al centro di un sistema integrato di visita del territorio.

I luoghi di maggiore rilievo storico-artistico e paesaggistico nelle vici-nanze del Parco sono:- Il sito archeologico di Grumentum- Il lago del Pertusillo- Il convento di Santa Maria d’Orsoleo- Il Borgo di Guardia Perticara

Il Parco dell’Energia si prefigge tre grandi obiettivi:- Diventare un grande attrattore locale e un volano per lo sviluppo del territorio- Essere considerato un luogo di riferimento per apprendere l’uso sostenibile dell’energia e per sviluppare nuove soluzioni di risparmio energetico- Servire da strumento di riappropriazione del territorio, utilizzando l’energia come mezzo per dare valore alla regione

La principale chiave di lettura del parco è la ricerca di soluzioni eco-compatibili (non semplice sensibilizzazione ai temi ambientali) per la produzione e l’uso dell’energia: i visitatori del parco scopriranno tutti i mezzi a loro disposizione per agire positivamente in materia di produ-zione e consumi energetici, rispetto dell’ambiente naturale e sviluppo sostenibile e duraturo. Problematiche, queste, che investono tutti i set-

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212Dal mondo

tori della vita quotidiana: la casa, gli spostamenti, l’alimentazione e gli altri tipi di consumo.Si vuole inoltre dimostrare come la ricerca pubblica, le sperimentazioni e l’elaborazione di nuovi prodotti da parte del settore privato contribui-scano a proporre nuove alternative per una migliore qualità di vita nel rispetto dei principi dello sviluppo sostenibile.

Il Parco, di livello internazionale, tratterà il tema delle eco-energie in modo innovativo, utilizzando strumenti di tipo ludico e pedagogico. Ver-rà realizzato seguendo tre principali elementi progettuali:- Didattica esperienziale - Spettacolarizzazione- Parco diffuso

Il modello di Parco prescelto unisce gli elementi di rigore scientifico e di education di un museo scientifico con il coinvolgimento emotivo e il divertimento di un parco tematico. Dovrà inoltre rappresentare “la via italiana” alla realizzazione di un parco scientifico ricorrendo a soluzioni creative, originali ed efficienti per ricreare un ambiente unico e differenziante rispetto all’offerta nazionale e internazionale. L’obiettivo progettuale è quello di rendere emozionante la visita del Parco con il supporto di tecnologie specifiche, in particolare digitali (ambienti digitali sensibili e interattivi), ed utilizzando logiche di narrazione cinematografiche (multimedia, scenografie, ecc.).

Il parco si inserisce all’interno di una rete di percorsi (pedonali e non) che creano un sistema di parco diffuso sul territorio, formato da pun-ti strategici che abbiano come filo conduttore il tema energia. I percorsi suggeriti potranno ad esempio seguire logiche tematiche di appren-dimento (visita ai luoghi di produzione), di sperimentazione (prova di veicoli a basso consumo/impatto), di approfondimento storico- culturale (le fonti energetiche del passato).

I luoghi legati alla produzione di energia (Impianti di perforazione, Centro Olio per la raccolta ed il primo trattamento del petrolio, Diga del Pertusillo) costituiscono forti punti di attrazione e curiosità per i visitatori. L’obiettivo è quello di renderne la visita particolar-mente coinvolgente. Si potranno, ad esempio, realizzare percorsi di visita che, grazie all’ausilio di tecnologie avanzate, consentiranno l’esplorazione di punti solitamente non accessibili al pubblico (ad esempio: scendere sottoterra per osservare le trivelle in funzione, cam-minare sulla diga, salire su una pala eolica).

Il tema della sostenibilità energetica ed il modello di Parco identificato si rivolgono naturalmente ad un target ampio e differenziato in cui ciascuna componente potrà trovare forti elementi di richiamo e inte-

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resse:- Scuole, con visite guidate e laboratori di approfondimento per stu-denti ed insegnanti- Famiglie, con attività didattiche e ludiche mirate - Turisti e gruppi organizzati, con un’offerta turistica integrata che pro-muoverà la visita e la permanenza sul territorio- Esperti della materia e ricercatori, con workshop e convegni su tematiche di attualità scientifica.

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Ambiente, energia e tecnologia: paradigmi per il progetto, dall’oggetto al territorio Spartaco Paris

A distanza di oramai più di venti anni dall’introduzione e diffusione del termine “sviluppo sostenibile”, si osserva come questo sia progressiva-mente gradualmente uscito da uno spazio di riflessioni ristrette ad una comunità di specialisti/pionieri, per entrare sempre più diffusamente a far parte del mondo del mercato, dell’apparato normativo e dell’opinione pubblica. La sua progressiva estensione di valore e spazio di azione ha assunto una duplice e dialettica valenza: da un lato è divenuta la strate-gia sempre più condivisa per declinare i comportamenti e le azioni di programmazione e gestione della produzione e della trasformazione del territorio; d’altro canto questa estensione del suo raggio di azione rischia di determinare il paradosso della perdita o una confusione del suo significato, che assume connotazioni spesso sempre più vaghe e generiche, più legate ad esigenze di marketing e comunicazione del prodotto (sia esso un bene di consumo o un pezzo di territorio) che ad azioni necessarie e realmente capaci di incidere non negativamente nel consumo delle risorse ambientali ed energetiche.Di fronte al fallimento del modello economico della crescita illimitata per gli equilibri ecologici del pianeta, ormai unanimemente riconosciuto (pensiamo al recente disastro ecologico nel golfo del Messico), ven-gono rilanciate e riconsiderate ipotesi di segno opposto rispetto al binomio crescita/sviluppo, (Latouche, 2007) tese ad evidenziare la ne-cessità di recuperare il pianeta attraverso obiettivi molteplici caratteriz-zati tutti dalla riduzione di consumo di ambiente/energia (8 R): rivalu-tare, ricontestualizzare, ristrutturare, rilocalizzare, ridistribuire, ridurre, riutilizzare, riciclare. Per raggiungere tali obiettivi la rivoluzione dei comportamenti sociali ed economici degli individui - attraverso un processo di alfabetizzazione e responsabilizzazione - ha un ruolo e un peso maggiore delle promesse di qualsiasi innovazione tecnologica e del suo riposizionamento in chiave ecologica.

Il binomio energia/ambiente - e la sua assimilazione ad unico sistema interdipendente e olistico - risulta un tema cruciale nel ridefinire i com-portamenti umani all’interno di un rinnovato il paesaggio, dal territorio all’oggetto di uso quotidiano. Ma ogni approccio settoriale della cultura ambientalista da parte di specialisti antagonisti - tecnologici, impiantisti, fisici tecnici, fisici nucleari, economisti, giuristi, ecologisti - ha un duplice effetto problematico: da un lato infatti, offre soluzioni prevalentemente quantitative, facilmente assimilabili dal mercato, di rado realmente ef-ficaci in una visione sistemica: pensiamo ad esempio alla rinnovata

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querelle sul nucleare, che continua a concentrare la produzione e la gestione dell’energia in un modello oligopolistico contro un modello di generazione distribuita e interconnessa dell’energia; oppure pensiamo agli effetti spesso negativi sul paesaggio agrario della improvvisa e indiscriminata diffusione di pannelli fotovoltaici.L’attuale settorialità antagonista, rappresenta inoltre un limite alla ca-pacità di penetrazione del valore della coscienza ambientale sui com-portamenti, sulle relazioni antropologiche e sulle azioni quotidiane, che interpretino invece il paradigma “sostenibilità” come una straordinaria opportunità di arricchimento culturale e qualitativo dell’habitat e non come “punizione” o necessaria riduzione a fatto “tecnico” di ogni tra-sformazione dell’ambiente abitato in chiave di risparmio energetico.Nel campo edilizio (che ormai consuma il 40% del fabbisogno ener-getico) gradualmente si sta acquisendo consolidata consapevolezza sulla rilevanza quantitativa e qualitativa dell’”energia grigia” o “nasco-sta” (embodied energy) che la realizzazione/smaltimento dei prodotti edilizi comporta; ma non è ancora indagata una interfaccia in grado di comunicare e rendere intellegibili agli utenti questo dato, attraverso la capacità di immaginazione e innovazione proprie di un pensiero pro-gettuale.

Nel tentativo di individuare categorie di declinazione formale - come ambito aperto di creatività e innovazione progettuale - nei dispositivi di produzione di energia (da oggetti a infrastrutture territoriali), siano essi edifici od artefatti quotidiani, possiamo riconoscere due famiglie di at-teggiamenti principali:- La prima, in continuità con la cultura moderna, accentua l’evidenza dell’ossimoro di macchina/ecologica, quindi attraverso la valorizza- zione in chiave espressiva del contenuto tecnologico;

Pale eoliche nel paesaggio

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- La seconda, propria della condizione post-moderna che stiamo an-cora oggi attraversando, tende a “celare” il contenuto o la funzione tecnologica, attraverso la definizione di nuove interfacce, mimetiche, analogiche, o capaci di formulare nuovi linguaggi espressivi.

Pala eolica progettata da Philippe Starck

In tale senso, come un ruolo fondamentale nel processo di trasforma-zione e assimilazione di comportamenti corretti dal punto di vista am-bientale, sia assolto dal design, “che non elabora progetti complessivi, ma attua trasformazioni profonde attraverso percorsi apparentemente millimetrici, ma che stanno trasformando dal loro interno anche le nostre città” (A. Branzi, 2008).

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Bibliografia:BRANZI A.; Lectio magistralis per conferimento Laura honoris Casua in disegno industriale;La Sapienza Università di Roma; Roma 2008CIRIBINI G.; Tecnologia e progetto; Celid; Torino 1999LATOUCHE S.; La scommessa della decrescita; Feltrinelli; Milano 2007MANZINI E.; VEZZOLI C.; Lo sviluppo di prodotti sostenibili; Maggioli; Rimini 1998 PARIS S.; Tecnologia, ambiente e sviluppo tra Nord e Sud del Mondo; Gangemi editore 2003PERRIS R.; Nominare Ambiente, Genesi della nozione di Ambiente, Ambiente Tecnologia Progetto; Mancosu Editore 1996DIERNA S.; Paradigma ambientale ed etica del progetto; in PAOLELLA. A.; Ambiente e pro-gettazione; Maggioli; Rimini 1996PAOLELLA A.(a cura di); L’edificio ecologico - Obiettivi Riconoscibilità Caratteri Tecnologie; Gangemi editore 2001

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Conclusioni

Caterina Verrone

Nei mesi di preparazione e realizzazione di questo libro, ho avuto l’occasione di entrare a contatto con i risultati dei workshop frutto della collaborazione fra la Facoltà del Design del Politecnico di Milano e la Fondazione Eni.Gli step proposti sono stati tre: la creazione di un masterplan per un Parco Tematico dell’Energia, lo sviluppo di un modello di Casa Sostenibile e la creazione di un Alle-stimento Sostenibile a basso impatto ambientale ed economico per la divulgazione della cultura ecologica.Ciò che più mi ha colpito è la quantità di soluzioni in cui si sono decli-nate le problematiche messe in luce durante i briefing.I campi d’azione, così come le discipline chiamate in causa dagli stu-denti, sono state svariate: dalla valorizzazione delle nuove tecnologie di risparmio energetico, all’utilizzo e promozione delle energie alterna-tive; dall’architettura (rifunzionalizzazione e riqualificazione urbana, cit-tà ed edifici eco-friendly, ecc.) alla sociologia e antropologia (recupero degli usi e della tradizione orale popolare, come favole e proverbi); dalla scienza e la medicina all’arte (teatro, street art, stickers art, per-formance, ecc.) fino a modalità più “olistiche” (allestimento terapeutico contro lo stress della vita moderna).L’eterogeneità nella forma di espressione ha un vantaggio straordina-rio: raggiunge quante più persone possibili, anche diversissime tra loro, e crea nuovi modi di pensare.Infatti, così com’è stato sottolineato anche negli interventi dei vari pro-fessionisti chiamati a dire la loro in questo libro, la classe creativa, di cui gli studenti del workshop sono esponenti in potenza, ha il suo punto di forza nella capacità di avvalersi di varie discipline, concetti e mon-di e di trovare punti di connessione sorprendenti, ciò che chiamano Serendipity (1), quel fatto che esula dalla routine, dal modo comune di pensare; e di farlo fiorire, mediante ragionamento, in una cosa del tutto nuova. La Serendipity è il modo attraverso cui si utilizza il mondo per creare qualcosa di nuovo:

“Utilizzare il mondo permette di creare nuove narrative, mentre con-templarlo passivamente relega la produzione umana allo spettacolo comunitario.” (2) Non deve stupire, allora, pensare che la Fondazione Eni abbia pun-tato su questa classe di creativi, su questi studenti di design, persone che hanno a che fare con una disciplina “ibrida”, a metà fra scienza e

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discipline

modalità

tradizione

energie rinnovabili

riduzione impatto ambientale

cohousing

rifunzionalizzazione/riquali�cazione

RE-USE design

design

fumettostreet-art

strickers art

interattività

teatro/performance

riciclo/riuso

materiale

didatticatecnologiainvisibile

immateriale

limitazione degli sprechi

usi e costumi popolari

proverbi e favole

scienze tradizionali(biologia, chimica,meccanica, medicina, ecc)

scienze moderne (bioingegneria, meccatronica,nanotecnologie, biochimica, ecc.)

masterplan

innovazione

scienze artiSERENDIPITY

DERIVATA PRIMA

DERIVATA SECONDA

PROBLEMA

MONDO

AMBIENTE

UN FUTURODESIGN RICERCA ENERGIA

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arte; una disciplina “curiosa”, che si insinua negli spazi interstiziali della realtà e della conoscenza.Puntare sulla classe creativa, sulla buona formazione dei giovani, sulla cultura, sulle buone politiche sociali, ambientali e comunitarie può sem-brare poco rispetto all’enorme obiettivo che da anni ormai ci si è posti a livello internazionale, ossia quello di far rientrare la crisi ambientale.Invece ciò significa, per dirla con le parole di Andrea Poggio (3), puntare sulla derivata prima di queste azioni, ma anche sulla derivata seconda, ossia sull’accelerazione di ciò che sta succedendo ora e di cui non ab-biamo chiari e visibili gli enormi cambiamenti che ne conseguiranno.Quindi, se lavoreremo bene, non solo rientrerà la crisi ecologica, ma saremo capaci anche di DARE - Design, Ambiente, Ricerca, Energia - un futuro sostenibile a coloro che ci succederanno.

Note:(1) BONFANTINI M. A.; PRONI G.; TERENZI T. T.; ZINGALE S.; Come inventare e progettare alla maniera di Poe. Filosofia della composizione; ed. Moretti Honegger; Bergamo 2004(2) BOURRIAUD N.; Postproduction. Come l’arte riprogramma il mondo; Postmedia Books; Milano 2004; p.43(3) POGGIO A.; BERRINI M.; Green Life. Guida alla vita nelle città di domani; coll.Tascabili dell’ambiente; Edizioni Ambiente; Milano 2010

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PROFILI DEGLI AUTORI

ANDREA BELLATIAndrea Bellati è un biologo. Dopo aver conseguito la laurea, ha fre-quentato la Popularization of Sciences School e un Master in Cinema-tographic Skills Improvement. Lavora nel campo della divulgazione scientifica da 10 anni ed è autore di numerose pubblicazioni per editoriali, video e siti. Ha intervistato al-cuni dei nomi più importanti della scena del mondo scientifico interna-zionale e ha diretto alcuni documentari. Inoltre organizza conferenze e corsi di formazione di alto livello, pro-getta e realizza mostre, seminari ed eventi culturali.

MATTEO BERNECOLISi laurea al Politecnico di Milano in Design degli Interni nel 2008 con una tesi sui Parchi dell’Innovazione. Durante la formazione universita-ria collabora con il gruppo di ricerca Lab.I.R.Int (Laboratorio di Innova-zione e Ricerca sugli Interni) e svolge attività di tutoring all’interno di laboratori didattici presso il Politecnico e la NABA di Milano. Ha lavorato presso importanti studi di design come Studio Italo Rota & Partners. Ha svolto attività di cultore della materia presso il Politecnico di Milano.Ha partecipato a diversi concorsi, aggiudicandosi il primo posto del Premio Piranesi. Ha curato il progetto artistico della sedia-scultura “Trono” per lo scultore Marco Garatti, presente all’interno del bookshop della Triennale di Milano e nell’allestimento della trasmissione televi-siva Nonsolomoda. E’ membro e cofondatore del gruppo di musica elettronica Hazure.

ALESSANDRO BIAMONTIArchitetto. PhD in Disegno Industriale e Comunicazione multimediale. Docente a contratto presso la Facoltà di Design del Politecnico di Mila-no, coordina le attività del gruppo di ricerca Lab.I.R.Int (Laboratorio di Innovazione e Ricerca sugli Interni).All’attività di progettista, affianca quella di consulente per aziende e as-sociazioni, in collaborazione con la società inglese De-Tales Ltd. Attualmente si occupa principalmente di Formazione, Ricerca e Speri-mentazione nel settore del Design degli Interni. Ha presentato i risultati della propria attività di ricerca in conferenze internazionali.

ELISABETTA CICIGOIAvvocato amministrativista, specializzato nel settore del diritto am-bientale. E’ consulente legale per enti pubblici ed imprese, nonché consigliere indipendente in management company operante nel set-tore ambientale. Collabora con riviste del settore legale ambientale ed ha pubblicato, tra le altre, Inquinamento elettromagnetico per Giuffrè

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(2002) e Mercato delle emissioni ad effetto serra per Il Mulino (2007)

CHRISTIAN GALLIArchitetto, PhD in Disegno Industriale e Comunicazione multimediale. Affianca alla libera professione l’attività didattica e di ricerca. È docente incaricato presso la Facoltà di Disegno Industriale del Politecnico di Milano. Collabora con importanti centri di Formazione e di Ricerca del settore del design. Partecipa all’Unità di Ricerca Lab.I.R.Int occupan-dosi di questioni teoriche e progettuali legate al tema dei Parchi te-matici e dei sistemi museali di nuova generazione.

ANDREA GRANELLIKanso dal 2006, Presidente e Fondatore insieme a Stefano Santini.Nella sua attività professionale ha creato molte aziende e lanciato diverse iniziative tra cui tin.it, TILab, Loquendo, un fondo di Venture Capital di 280 milioni di dollari basato a New York, l’Interaction Design Institute di Ivrea,.È stato membro di diversi advisory board europei (eEurope - advi-sory board della Commissione Europea per l’attuazione della Società dell’informazione; ESFRI - European Strategy Forum for Research In-frastructures), del Consiglio Nazionale del Design e del gruppo di lavoro interministeriale per lo sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica. Ha inoltre presieduto per qualche anno il Distretto dell’Audiovisivo e dell’ICT di Roma ed è stato per diversi anni il direttore scientifico della scuola internazionale di design Domus Academy.È esperto di tecnologie digitali e di processi di innovazione e aiuta im-prese e Istituzioni a costruire nuove iniziative.Ha diverse pubblicazioni nel campo delle tecnologie digitali e dell’innovazione, ed è membro di vari comitati editoriali.

SPARTACO PARISArchitetto, si è laureato a Roma, presso all’Università degli studi di Roma La Sapienza nel 1999. Prima e dopo la laurea ha avuto espe-rienze di studio e ricerca all’estero, presso la Oxford Brookes Univer-sity, l’ETSA di San Sebastian e presso l’ETH di Zurigo. Attualmente è Ricercatore in Tecnologia dell’Architettura presso la Facoltà di Architet-tura del Politecnico di Bari. Dottore di ricerca in Tecnologie energetiche ed ambientali per lo sviluppo, svolge la propria attività di ricerca preva-lentemente sui temi della progettazione architettonica e ambientale, in particolare attraverso progetti che si occupano del rapporto tra la sostenibilità e qualità dell’architettura.

ANGELA PONZINIInterior designer, laureata in Disegno Industriale, vive e lavora a Mila-no. E’ cultrice della materia presso il Politecnico di Milano, dove con-duce una ricerca di dottorato sul tema dell’abitare contemporaneo.

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Si occupa di progettazione di allestimenti e interni, collaborando con importanti realtà del settore. E’ tra gli ideatori e organizzatori della mostra Dismettiamola! alla Fab-brica del Vapore nell’ambito del Salone del Mobile 2009, sui temi della sostenibilità ambientale. Nel 2008 ha partecipato al programma Prime Cup promosso da Triennale di Milano e Regione Lombardia, con il pro-getto Mr Oscar e Domitilla, per Arredamenti 3G. Dal 2005 ha fondato un suo marchio di accessori col nome Gin.a.

CRISTIANO RECristiano Re è responsabile dei Progetti Speciali e coordinatore delle attività in Basilicata per la Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM). Ha lavorato in passato come responsabile dell’ Information Technology della FEEM; come consulente per la Confindustria in am-bito industriale ed educational; come consulente per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero del Tesoro e del Ministero degli Esteri. Cristiano Re ha inoltre partecipato a progetti della FEEM a sup-porto di eni, Agip Petroli, Enichem e Snam. Alla fine degli anni ‘90 è stato Project Manager per la creazione di cen-tri multimediali in Ungheria, Russia e in Italia, un progetto promosso da Hewlett Packard, FEEM, Tigaz, Eni ed Italgas.

STEFANO SANTINIKanso dal 2006, Amministratore Delegato e Fondatore insieme ad An-drea Granelli.20 anni di esperienza nella Consulenza Direzionale. Tra i fondatori di Bain & Company Italy di cui è stato Senior Partner fino al 2005. Precedentemente ha lavorato in due aziende internazionali di semicon-duttori (Thomson e Semikron) rispettivamente come Product Manager e come Direttore Commerciale.E’ laureato in Ingegneria Elettrotecnica all’Università di Roma – La Sa-pienza – con lode ed ha conseguito il Master in Business Administra-tion alla SDA Bocconi di Milano.Ha guidato numerosi progetti in vari settori industriali e di servizi di miglioramento della Customer Satisfaction attraverso il ridisegno dei processi e la riprogettazione della Customer Experience.Ha guidato importanti progetti di valorizzazione territoriale e rilancio economico. Pluriennale esperienza nello sviluppo di prodotti e servizi innovativi attraverso l’intero ciclo di rilevazione della domanda, defini-zione del concept di prodotto e implementazione del processo produt-tivo.

CATERINA VERRONELaureata in Design degli Interni presso il Politecnico di Milano, conse-gue un master in Progettazione Strategica e Gestione Innovativa delle Aree Archeologiche all’Accademia Adrianea.

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Durante la formazione universitaria lavora per Adhoc Milano del designer canadese Garth Roberts. Ha partecipato a diversi concorsi come il Premio Piranesi e il concorso per la Orizzonti, aggiudicandosi due menzioni ad honorem. All’attività di Interior designer negli studi di progettazione, architettura e design, alterna attività di Graphic designer come freelance per la FEEM. Ha lavorato come tutor alla NABA di Milano ed è attualmente cultrice della materia presso il Politecnico di Milano. E’ co-fondatrice e fa parte del Comitato di Gestione di ManiFestArt (vernissage di arte contempora-nea per giovani artisti del Cilento).

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