darwinismo, arma sociale. italian
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• Al crollo della teoria evoluzionistica viene dedicato un capitolo
a sé, poiché tale teoria costituisce la base di tutte le filosofie anti-spiri-
tuali. Poiché il Darwinismo rifiuta la realtà della creazione e, di con-
seguenza, l’esistenza di Dio, negli ultimi 140 anni esso ha fatto sì che
molte persone abbiano abbandonato la propria fede o siano cadute nel
dubbio. Perciò, dimostrare a tutti che questa teoria è un inganno è un
servizio imprescindibile, un dovere molto importante. Nell’eventualità
che qualcuno tra i nostri lettori abbia la possibilità di leggere soltanto
uno dei nostri libri, riteniamo opportuno dedicare un capitolo alla sin-
tesi di questo argomento.
• In tutti i libri dell’autore, gli argomenti legati alla fede vengono
spiegati alla luce dei versi Coranici, e si invitano le persone ad appren-
dere le parole di Dio e a vivere in conformità ad esse. Tutti i temi che
riguardano i versetti di Dio sono spiegati in modo tale da non lasciare
alcuno spazio a dubbi o interrogativi nella mente del lettore. Lo stile
sincero, semplice e scorrevole che viene impiegato assicura che ognuno,
di ogni età e proveniente da ogni gruppo sociale, possa comprendere
facilmente i libri. Grazie al loro linguaggio efficace e lucido, li si può
leggere tutti d’un fiato. Anche coloro che rifiutano rigorosamente la
spiritualità vengono influenzati dai fatti che tali libri documentano, e
non possono contestare la veridicità dei loro contenuti.
• Questo libro, e tutte le altre opere dell’autore, possono essere
lette individualmente o discusse in gruppo. I lettori che sono desiderosi
di trarre profitto dai libri troveranno molto utile la discussione, nel sen-
so che essi saranno in grado di ricollegare reciprocamente le loro rifles-
sioni ed esperienze.
• Inoltre, sarà un grande servizio all'Islam il contribuire alla pub-
blicazione e alla lettura di questi libri, che sono scritti soltanto per la
volontà di Dio. I libri dell’autore sono estremamente convincenti. Per
questo motivo, per chi volesse comunicare ad altri la vera religione, uno
dei metodi più efficaci è incoraggiare a leggere questi libri.
• Si spera che il lettore esamini anche le recensioni degli altri lib-
ri che si trovano in fondo al testo. La gran quantità di materiali su ar-
gomenti di fede è molto utile e piacevole da leggere.
• In questi libri, a differenza di molti altri, non si troveranno opin-
ioni personali dell’autore, spiegazioni basate su fonti dubbie, stili non
osservanti del rispetto e della reverenza dovuti ad argomenti sacri, né
argomentazioni senza speranza, pessimistiche, che creano dubbi nella
mente e distorsioni nel cuore.
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HARUN YAHYA è lo pseudonimo dell'autore, Adnan
Oktar, che è nato ad Ankara nel 1956. Dopo aver completato gli
studi superiori ad Ankara, ha studiato arte alla Mimar Sinan
University di Istanbul e filosofia all‘Università di Istanbul. A par-
tire dagli anni 1980 ha pubblicato molti libri su temi politici, sci-
entifici e di fede. Harun Yahya è molto conosciuto come autore di
opere importanti che svelano l'impostura degli evoluzionisti, le loro
errate tesi, e gli oscuri legami tra il darwinismo e ideologie san-
guinarie come il fascismo e il comunismo.
Le opere di Harun Yahya, tradotte in 57 lingue, costituiscono
una collezione di più di 45.000 pagine in totale con 30.000 illustrazioni.
Il suo pseudonimo è composto dai nomi Harun (Aronne) e
Yahya (Giovanni), in memoria dei due venerati Profeti che si bat-
terono contro la perdita di fede dei loro popoli. Il sigillo del profe-
ta sulle copertine dei suoi libri è simbolico ed è collegato ai loro
contenuti. Esso rappresenta il Corano (la Scrittura Finale) e il
Profeta Muhammad (la pace e la benedizione siano su di lui),
l'ultimo dei profeti. Sotto la guida del Corano e della Sunna (in-
segnamenti del Profeta [la pace e la benedizione siano su di
lui]), l’autore si propone di demolire uno per uno i cardini
delle ideologie atee, e di avere l’“ultima parola”, in modo
da mettere completamente a tacere le obiezioni sollevate
contro la religione. Egli usa il sigillo dell’ultimo Profeta
(la pace e la benedizione siano su di lui), che rag-
giunse la saggezza definitiva e la perfezione
morale, come segno della sua intenzione di
offrire quest'ultima parola.
Tutte le opere di Harun Yahya han-
no un unico obiettivo: trasmettere il
messaggio del Corano; incoraggiare i
lettori a riflettere su questioni fonda-
mentali della fede, come l’esistenza
di Dio, l'unità e l’Aldilà; e di-
mostrare quanto fragili sono le
fondamenta dei sistemi atei e
delle ideologie distorte.
Harun Yahya ha
moltissimi lettori in
Parliamo dell’autore
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molti paesi, dall’India all’America, dall’Inghilterra all’Indonesia, dalla Polonia alla Bosnia, dal-
la Spagna al Brasile, dalla Malesia all'Italia, dalla Francia alla Bulgaria e alla Russia. Alcuni dei
suoi libri sono già disponibili in inglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano, portoghese, ur-
du, arabo, albanese, cinese, swahili, hausa, dhivehi (la lingua delle Mauritius), russo, serbo-
croato (bosniaco), polacco, malese, turco uygur, indonesiano, bengali, danese e svedese.
Molto apprezzate in tutto il pianeta, queste opere sono state lo strumento attraverso il
quale molti hanno ritrovato la fede in Allah e hanno riguadagnato una maggior comprensione
della propria fede. La saggezza e la sincerità, accanto ad uno stile particolare e molto com-
prensibile, toccano direttamente tutti coloro che le leggono. Chi riflette seriamente su questi
libri non può continuare a sostenere ancora l'ateismo o qualunque altra distorta ideologia o
filosofia materialistica, poiché questi libri sono caratterizzati da una rapida efficacia, da risul-
tati definiti e incontrovertibilità. Anche se qualcuno continuasse a farlo, sarebbe soltanto per un
attaccamento emotivo, dal momento che questi libri dimostrano come tali ideologie siano false
dalle fondamenta. Tutti i movimenti contemporanei di negazione sono ora ideologicamente
sconfitti, grazie alla collezione di libri scritti da Harun Yahya.
Non c’è dubbio che tutto ciò derivi dalla saggezza e dalla chiarezza del Corano. L’autore
intende servire modestamente come mezzo nella ricerca dell'umanità per il giusto sentiero di
Dio. La pubblicazione di queste opere non è intesa al guadagno materiale.
Inestimabile è il servizio reso da tutti coloro che incoraggiano altre persone a leggere
questi libri, che aprono le loro menti e i loro cuori e li guidano a divenire più devoti servi di
Dio.
Allo stesso tempo sarebbe soltanto una perdita di tempo e di energia diffondere altri lib-
ri che creano confusione nella mente delle persone, le portano nel caos ideologico e, evidente-
mente, non hanno effetti forti e precisi nel rimuovere i dubbi dal cuore della gente, come veri-
ficatosi in precedenti esperienze. È impossibile che dei libri concepiti per sottolineare l’abilità
letteraria dell’autore, piuttosto che il nobile scopo di salvare la gente dalla mancanza di fede,
abbiano un così grande effetto. Quelli che ancora dubitano, possono constatare direttamente
come il solo scopo dei libri di Harun Yahya sia quello di sconfiggere la miscredenza e dif-
fondere i valori morali del Corano. Il successo e l’efficacia di questo servizio si manifestano nel-
la persuasione dei lettori.
Bisogna tenere a mente una cosa: la ragione principale della persistente crudeltà, dei con-
flitti e delle sofferenze che affliggono la maggioranza della gente è la prevalenza ideologica del-
la miscredenza. A questo stato di cose si può porre fine unicamente con la sconfitta ideologica
della miscredenza, e divulgando le meraviglie della creazione e la morale Coranica, in modo
che la gente possa vivere secondo queste. Considerando l’attuale stato del mondo, che conduce
in una spirale discendente di violenza, di corruzione e di conflitto, è chiaro che questo servizio
deve essere reso in modo più rapido ed efficace, prima che sia troppo tardi.
In questo sforzo, i libri di Harun Yahya assumono un ruolo centrale. Con il permesso di
Dio, questi libri costituiranno un mezzo tramite il quale la gente del XXI secolo raggiungerà la
pace, la giustizia e la felicità promesse nel Corano.
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Introduzione ........................................................10
Darwinismo sociale ............................................16
La storia della crudeltà, da
Malthus a Darwin ..............................................38
I “baroni ladri”, seguaci di Darwin ................56
Darwinismo sociale e mito
della razza privilegiata...................................... 84
Il risultato della coalizione Hitler-Darwin:
40 milioni di morti .............................................. 162
Darwinisti sociali: sterilizzazione
e leggi capitali...................................................... 194
Una teoria che sminuisce le donne ..................250
Darwinismo e degrado morale ........................270
L’errore della “psicologia evolutiva” ..............310
Conclusione ..........................................................338
Il raggiro dell’evoluzione ..................................344
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II l XX secolo è stato uno dei più bui e nefasti dell’intera storia
dell’uomo: scenario di disumani spargimenti di sangue e della
sottomissione di milioni di persone alla paura e all’oppressione
più atroci. Dittatori come Hitler, Stalin, Pol Pot e Idi Amin ordinarono
il genocidio di milioni di persone. Hitler si servì delle camere a gas per
sterminare gli “inutili”. Centinaia di migliaia di persone in molti pae-
si occidentali (dalla Gran Bretagna alla Germania, dagli USA alla
Svezia) vennero sterilizzati a forza o fatti morire soltanto perché
malati, storpi o anziani. In tutto il mondo furono oppresse e sfruttate
intere popolazioni in nome di una competizione feroce. Il razzismo di-
venne l’ideologia di alcuni ceti sociali e alcune razze non furono con-
siderate nemmeno umane. A causa dei conflitti e delle guerre calde e
fredde tra Est e Ovest, le popolazioni dei paesi comunisti e capitalisti,
e persino gli stessi concittadini, divennero nemici tra di loro.
La natura del fondamento ideologico che ha sospinto il XX seco-
lo verso lo sconvolgimento, il caos, le guerre e i conflitti, originando
odio e inimicizia però non viene palesata. Fu l’economista inglese
Thomas Malthus a gettare le basi di questo fondamento ideologico.
Questo concetto pernicioso, ampiamente accettato dalla gente es-
tranea ai valori morali religiosi, fu ulteriormente rafforzato da un al-
tro inglese, il sociologo Herbert Spencer, e diffuso dalla teoria del-
l’evoluzione avanzata da un altro britannico ancora: Charles Darwin.
Queste tre figure ignorarono del tutto le virtù morali religiose
della collaborazione, dell’altruismo, della tutela dei poveri, degli in-
fermi e dell’uguaglianza di tutti gli esseri umani. Al contrario, dif-
fusero la menzogna che la vita è un campo di battaglia, che l’oppres-
sione e lo sterminio dei poveri e delle razze da loro considerate “infe-
riori” avevano ragione di esistere che, come risultato di quella feroce
battaglia, sarebbero sopravvissuti solo i più “adatti” e che tutti gli al-
tri sarebbero stati eliminati. Secondo loro ciò avrebbe portato al “pro-
gresso” dell’umanità.
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Darwinismo: Arma Sociale
Con la teoria dell’evoluzione, Darwin tentò di applicare la
sua filosofia dell’egoismo alle scienze naturali. Senza tener con-
to degli esempi di solidarietà e collaborazione creati nella natu-
ra da Allah e, nonostante gli mancassero prove scientifiche a
sostegno della sua tesi, sosteneva che a tutti gli esseri viventi
toccava un’efferata lotta alla sopravvivenza e che quella stessa
efferatezza poteva applicarsi alle società umane. Una volta che
la teoria dell’evoluzione venne applicata alla società entrò in
scena il darwinismo sociale.
Alcuni ritengono che il darwinismo sociale sia nato nella
seconda metà del XIX secolo e che abbia perso la sua influenza
durante la seconda metà del XX. Ma questa teoria ha avuto ef-
fetti negativi molto più permanenti e dannosi. In completa con-
traddizione con i valori morali religiosi si diffuse una visione
distorta del mondo secondo cui la vita è un a “lotta alla so-
pravvivenza” e la gente deve misurarsi per vincere o, quanto
meno, per sopravvivere. Emersero nuovi stili di vita che ispi-
rarono le sanguinose e totalitarie ideologie del comunismo e
del fascismo, un capitalismo feroce che ignorava la giustizia so-
ciale, il razzismo, i conflitti etnici, la degenerazione morale e
molti altri disastri che hanno inflitto catastrofi all’umanità.
All'improvviso il darwinismo sociale servì a dare una pre-
sunta validità scientifica ai mali esistenti, alle politiche e alle
pratiche spietate. Adottando questa tendenza, del tutto priva di
qualsiasi fondamento scientifico, molta gente abbandonò i val-
ori morali religiosi e cominciò a concepire la crudeltà, la bar-
barie e la ferocia come elementi della vita quotidiana, ignoran-
do, di conseguenza, che i valori morali religiosi comportano la
virtù della compassione, dell’affetto, della comprensione, del
sacrificio, della solidarietà e del sostegno reciproco tra società e
individui. A giustificare il male che infliggevano gli esecutori
adducevano prove scientifiche ma, naturalmente, queste false
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Il darwinismo sociale fornì una presunta giustifi-cazione scientifica per molte manifestazioni crudeli contro le vite umane reputate povere e insignificanti.
Darwinismo: Arma Sociale
rivendicazioni e supposizioni non erano altro che un terribile rag-
giro.
In questo libro si esamineranno e si chiariranno due concetti
principali: innanzitutto si farà luce sul pericolo di inculcare ai gio-
vani il darwinismo e di accettarne la teoria e si dimostrerà alle per-
sone ignare o inconsapevoli la minaccia che questo comporta agli
individui e alle società.
In un secondo momento daremo una risposta a coloro che
sostengono che Darwin e gli evoluzionisti non sono in totale ac-
cordo con i darwinisti sociali dimostrando che ogni evoluzionista
che approva la teoria dell’evoluzione è come se sottoscrivesse an-
che il darwinismo sociale.
Dalla prima all’ultima pagina si porrà l’accento sul fatto che il
modello proposto dalla teoria dell’evoluzione, ossia esseri umani
visti come specie animale, è un errore basato sull’efferatezza, sulla
mancanza d’amore, sull’egoismo e sull’individualismo. Il darwin-
ismo tenta di far figurare un mondo dove gli esseri umani vivono
e si comportano come animali: concetto sviluppato dagli insegna-
menti e dalle pratiche del darwinismo sociale. Da questi si desume
che sia del tutto accettabile che una persona anziana e bisognosa
venga trascinata fuori dalla propria casa per essere uccisa o che
vengano raggruppati i disabili per poi lasciarli morire nei campi di
concentramento. Sempre secondo questa concezione, le classi “in-
feriori” possono essere perseguitate, sfruttate ed eliminate. Coloro
che ritengono che la società umana possa progredire solo quando
si metteranno in atto queste politiche atroci, sottintendono che i
massacri, il genocidio, la crudeltà e l’efferatezza siano una forma di
successo. Gli individui e le società (quindi intere nazioni e culture)
incapaci di raggiungere quel successo devono essere eliminate.
Senza dubbio questo è tra i modi di pensare più perversi e
pericolosi ed è importantissimo che coloro che contestano la teoria
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e le ideologie che su di essa si basano, avvertano questa minaccia.
I modelli sociali fondati sul pensiero di Darwin e sul darwinismo
porteranno alle catastrofi più terribili invece i valori morali che
Allah impartisce all’umanità e che rivela nel
Corano porteranno sempre pace e benessere.
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L a disuguaglianza razziale, la discriminazione etnica, la con-
correnza sleale, l’oppressione dei poveri, lo sfruttamento dei
deboli e l’idea che la ragione sia sempre del più forte, sono
mali che le società hanno patito nel corso della storia. Migliaia di an-
ni fa, ad esempio, all’epoca del profeta Mosè (pscl) il Faraone si rep-
utava superiore rispetto a chiunque altro per via del suo benessere e
dell’esercito al suo servizio. Questa sua alterigia gli fece disconoscere
i profeti Mose e Aaron (la pace sia con loro) che cercò persino di far
ammazzare, nonostante dicessero la verità. Il faraone mise in atto an-
che politiche discriminatorie: suddivise il suo popolo in classi, de-
finendo alcuni “inferiori” e inflisse numerose torture agli Israeliti uc-
cidendo gli adulti maschi con lo scopo di estinguerne la razza. Sulle
perversioni del faraone il Corano riporta quanto segue:
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“Il Faraone era altero sulla terra; divise in fazioni i suoi abitanti per
approfittare della debolezza di una parte: sgozzava i loro figli maschi
e lasciava vivere le femmine. In verità era uno dei corruttori” (Surat
al-Qasas, 4)
“Non son forse migliore di questo miserabile che sa appena es-
primersi?” (Surat az-Zukhruf, 52)
“Cercò così di confondere il suo popolo ed essi gli obbedirono[...]”
(Surat Az-Zukhruf, 54)
“E abbiamo fatto, del popolo che era oppresso, l'erede degli Orienti e
degli Occidenti della terra che abbiamo benedetta [...] ”(Surat al-
A'raf, 137)
Quella dell’antico Egitto non fu affatto l’unica società estremista
in cui il potere era un diritto, gli essere umani furono suddivisi in clas-
si e gli “inferiori” vennero oppressi e maltrattati. Esistono numerosi
esempi di regimi del genere, senza escludere l’attualità.
Nel XIX secolo, tuttavia, queste pratiche malefiche acquisirono
una nuova dimensione. Le politiche e i provvedimenti che fino a quel
momento erano stati ritenuti crudeli, improvvisamente cominciarono
a essere giustificati perché trattavasi di “pratiche scientifiche basate
su fatti della natura”. Cosa ha reso giustificabili queste forme di effer-
atezza così all’improvviso?
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Darwinismo: Arma Sociale
Darwin avanzò la propria teoria dell’evoluzione nel libro
L’origine delle specie pubblicato nel 1859. Si tratta di congetture
sull’origine della vita (prive di alcun fondamento scientifico,
che hanno portato a una visione del mondo più ingannevole), di
una filosofia distorta che nega l’esistenza di Dio e che con-
cepisce il “caso” come forza creativa (dietro tutto questo c’è
Allah!). La concezione che l’uomo sia una sorta di animale e che
la vita sia una sfera di lotta e competizione feroce venne ac-
cettata come verità scientifica.
Darwin fu il primo a sviluppare questa teoria, avanzata
come risultato delle interpretazioni primitive del XIX secolo
della scienza. Circa 50 anni prima, nel 1798, Thomas Malthus,
nel suo libro Saggio sul principio di popolazione, aveva proposto
una serie di idee che non hanno nulla a che vedere con la realtà.
Secondo questo studio, che adesso è stato provato non aver al-
cun valore scientifico, la popolazione cresceva molto più rapi-
damente delle risorse alimentari e, pertanto, si doveva tenerne
sotto controllo l’aumento. Malthus asseriva che le guerre e le
epidemie fungono da freni “naturali” e che sono vantaggiose
per le popolazioni. Fu il primo a parlare di “lotta alla soprav-
vivenza”. Stando alla sua tesi, lontana anni luce dai valori di
umanità, i poveri non devono essere tutelati ma, anzi, devono
essere lasciati nelle peggiori condizioni possibili e si deve im-
pedire che si riproducano in modo da poter garantire alle classi
benestanti una quantità di cibo sufficiente (per ulteriori dettagli
andare al Capitolo 2 “La Storia della crudeltà, da Malthus a
Darwin”). Di certo, chiunque abbia una coscienza e un minimo
di buon senso si opporrebbe a questa crudele barbarie.
Nonostante i valori morali religiosi prevedano che si dia una
mano ai poveri e ai bisognosi, Malthus (e i suoi seguaci) affer-
mavano che si dovevano lasciar morire senza alcuna pietà.
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Herbert Spencer, sociologo e filosofo inglese, fu il primo di
una lunga serie ad adottare e sviluppare queste idee disumane.
Difatti, è sua la “sopravvivenza dei più adatti”, definizione che
riassume le affermazioni principali del darwinismo. Spencer
dichiarò che gli “inadatti” dovevano essere eliminati e, a tal
proposito, scrisse:
“Se sono sufficientemente idonei per vivere, vivono, ed è un bene
che vivano. Se non sono sufficientemente idonei per vivere,
muoiono, ed è meglio che muoiano”.1
Secondo la sua opinione, i poveri, gli ignoranti, gli infermi,
gli storpi e i falliti dovevano morire tutti e tentò di intrometter-
si nella politica per evitare che venissero emanate leggi a tutela
dei poveri.
Non aveva la benché minima pietà per la gente che ispira
sentimenti di compassione e protezione e, proprio alla stregua
Malthus, cercò dei modi per sbarazzarsene. In Social Darwinism
in American Thought, lo storico americano Richard Hofstadter
commenta quanto segue:
“Spencer deplorò non solo le leggi per i poveri, ma anche
l’istruzione a spese dello stato, la sorveglianza sanitaria oltre che
la soppressione dei molesti, la regolamentazione delle condizioni
abitative e persino la tutela statale degli ignoranti contro i medici
ciarlatani”. 2
Fortemente influenzato dalle crudeli visioni del mondo di
Spencer e Malthus, in L’origine della specie Darwin avanzò la tesi
che le specie si sono evolute per mezzo di una selezione natu-
rale. Darwin non era uno scienziato e il suo interesse verso la bi-
ologia era di tipo amatoriale. Nei primitivi microscopi della sua
epoca, le cellule non sembravano altro che macchie confuse e le
leggi biologiche dell’ereditarietà non erano state ancora scop-
erte. Stando alla teoria, sviluppata su una conoscenza scientifi-
Harun Yahya (Adnan Oktar)
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ca davvero limitata e in condizioni inadeguate, la natura “se-
leziona”sempre i più adatti e la vita si sviluppa di conseguenza.
Fondata su basi del tutto errate sin dall’inizio, la teoria prevede-
va che la vita fosse data dal caso. Darwin, pertanto, rifiutava il
fatto che l’avesse creata Dio (dietro tutto questo c’è senz’altro
Allah!). Dopo L’origine della specie Darwin iniziò ad adattare la
sua teoria non scientifica agli essere umani in L’origine dell’uomo,
in questo libro spiega come le razze cosiddette arretrate si sareb-
bero estinte entro breve, mentre invece quelle più avanzate si
sarebbero sviluppate e progredite. Quest’opera, il suo adattare
la teoria dell’evoluzione agli essere umani e altri suoi scritti de-
terminarono la nascita del darwinismo sociale.
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L’affermazione erronea diDarwin secondo cui si devonoopprimere i deboli e gli iner-mi, appoggiata dalla sua teo-ria non scientifica, è uno deifattori principali della diffu-sione della disuguaglianza e dell’ingiustizia.
Darwinismo: Arma Sociale
A portare avanti queste idee furono i suoi fedeli seguaci.
Tra i più eminenti ricordiamo Herbert Spencer e Francis Galton,
cugino di Darwin, in Gran Bretagna, William Graham Sumner
in America, l'acceso darwinista Ernst Haeckel e l’ultimo razzista
fascista Adolf Hitler in Germania.
Il darwinismo sociale divenne presto un mezzo di autod-
ifesa per razzisti, imperialisti, fautori di un’ingiusta compe-
tizione in nome del capitalismo e per i governanti che non ave-
vano adempiuto alla responsabilità di proteggere i poveri e i
bisognosi. I darwinisti socialisti tentarono di far passare come
legge naturale l’oppressione dei deboli, dei poveri e delle cosid-
dette razze “inferiori”, l’eliminazione degli invalidi da parte dei
forti, la sottomissione delle piccole imprese da parte di quelle
grandi, dando adito a pensare che quello fosse l’unico modo per
far progredire l’umanità. Cercarono di giustificare tutte le in-
giustizie perpetrate nel corso della storia con spiegazioni scien-
tifiche. La mancanza di coscienza e di compassione del darwin-
ismo sociale venne descritta come una legge della natura e la
strada principale per arrivare alla cosiddetta evoluzione.
In particolare, per giustificare a modo loro il clima di com-
petizione incontrollata che avevano stabilito, diversi capitalisti
americani si servirono delle citazioni di Darwin. Ma non si trat-
tava altro che di un enorme raggiro, stavano mentendo spudo-
ratamente. Ad esempio, Andrew Carnegie, uno dei maggiori
capitalisti e uno di quelli coinvolti nella falsità, in un suo dis-
corso del 1889 affermò:
“Il prezzo la società che paga per la legge della competizione, così
come il prezzo che paga per i comfort economici e per i beni di lus-
so, è alto; ma i vantaggi di questa legge sono maggiori dei suoi
costi – ed è a questa legge che dobbiamo in nostro meraviglioso
sviluppo materiale, che porta con sé condizioni ottimizzate…
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Harun Yahya (Adnan Oktar)
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Mentre per gli individui questa legge può essere dura, per la raz-
za è un bene poiché assicura la sopravvivenza ai più adatti in ogni
settore. Accettiamo e sosteniamo, quindi, come condizioni a cui
dobbiamo adeguarci, la grande disuguaglianza dell’ambiente, la
concentrazione di affari, industriali e commerciali, nelle mani di
pochi; e la legge della competizione tra questi, non soltanto come
vantaggioso, ma essenziale per il futuro progresso della razza” .3
Stando al darwinismo sociale l’unico obiettivo della razza
è il proprio sviluppo fisico, economico e politico. La felicità del-
l’individuo, il benessere, la pace, la sicurezza sembrano non
avere alcuna importanza. Non si prova alcun tipo di compas-
sione verso chi soffre e chi implora aiuto, verso chi non può
provvedere ai figli, ai genitori anziani e alle famiglie senza al-
loggio, cibo e medicine, verso i poveri e gli inermi. Secondo
questa visione contorta anche un povero ma onesto cittadino
non ha alcun valore e la sua morte va a beneficio dell’umanità.
Mentre invece una persona ricca ma moralmente corrotta viene
ritenuta “importante” per il “progresso della razza” e, a pre-
scindere dalle condizioni, è considerata inestimabile. Questa
logica spinge i sostenitori del darwinismo sociale verso un crol-
lo morale e spirituale. Nel 1870, William Graham Sumner, un al-
tro darwinista sociale, proclamò quest’altro concetto immorale:
“ […] non possiamo esimerci da questa alternativa: libertà, disug-
uaglianza, sopravvivenza dei più adatti; non-libertà, uguaglianza,
sopravvivenza dei non adatti. I primi mandano avanti la società e
avvantaggiano i membri migliori, gli ultimi fanno sprofondare la
società avvantaggiandone i membri peggiori” .4
I fedeli più sfegatati al darwinismo sociale erano razzisti e
i più pericolosi, ovviamente, furono gli ideologi nazisti e il loro
leader, Adolf Hitler. Il costo più pesante del darwinismo sociale
lo si deve ai nazisti, i quali misero in pratica l’eugenetica (ide-
Darwinismo: Arma Sociale
ologia del cugino di Darwin, Francis Galton), secondo cui le co-
munità possono comporsi di individui di qualità superiore
tramite un processo di epurazione dei geni difettosi. Inoltre, i
nazisti misero in pratica il genocidio utilizzando la teoria di
Darwin come copertura, come se potesse in qualche modo gius-
tificare le loro azioni. Su consiglio degli scienziati darwinisti
sterminarono ebrei, zingari ed europei dell’Est, considerati ap-
partenenti a razze inferiori. Assassinarono malati mentali, dis-
abili e anziani nelle camere a gas. Nel XX secolo, davanti allo
sguardo del mondo intero, vennero uccise milioni di persone
con i mezzi più atroci in nome del darwinismo sociale.
Il movimento eugenetico, capeggiato da Francis Galton,
risultò un altro prodotto disastroso del darwinismo sociale.
Credendo che lo sviluppo umano potesse accelerarsi, i suoi
seguaci sostenevano che fosse necessaria una selezione umana
per sveltire quella naturale. Inflissero la sterilizzazione obbliga-
toria ai soggetti “inutili” in molti ppaesi, dall’America alla
Svezia: considerati meno che umani, centinaia di migliaia
furono operati contro la loro volontà senza la consapevolezza o
il permesso delle famiglie. L’attuazione più crudele dell’euge-
netica si verificò in Germania dove i nazisti, innanzitutto, steril-
izzarono storpi, malati mentali e soggetti affetti da malattie
ereditarie e poi, non contenti di ciò, cominciarono ad assassi-
narli in massa. Centinaia di migliaia di persone vennero con-
dannate a morte solo perché anziane o mutilate.
Una tale crudeltà non può assolutamente trovare posto nel-
la moralità religiosa. Allah ha comandato alle persone di pro-
teggere e assistere i bisognosi. Soddisfare le esigenze dei poveri,
trattare gli invalidi con affetto e compassione e rispettarne i
diritti, assicurare collaborazione e solidarietà nella società sono
tutti valori dell’etica religiosa. Chi ignora i valori morali di
Allah avvia se stesso e la società in cui vive verso la rovina.
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Un'altra catastrofe alla quale il darwinismo sociale adduce
una presunta giustificazione è il colonialismo. Gran parte dei
governanti degli Stati coloniali tentarono di giustificare lo sfrut-
tamento selvaggio delle popolazioni native con tesi darwiniste
del tutto prive di validità scientifica o consistenza logica.
Ritenevano che “le razze inferiori” dovessero essere tenute sot-
to controllo da quelle “superiori” poiché questo voleva la natu-
ra, e fondarono le loro politiche su queste presunte basi scienti-
fiche.
Sfruttando la logica del darwinismo sociale, i combattenti
delle due guerre mondiali tentarono di far figurare la guerra
come un evento inevitabile e l’assassinio di innocenti e poveri,
la distruzione delle loro case, attività e capi di bestiame, l’ab-
bandono forzato per milioni di persone di case e terreni, l’omi-
cidio di neonati e bambini, come modi per garantire il progres-
so umano.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
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I nazisti dapprima sterilizzarono i bambini con malattie mentali oereditate e poi cominciarono a inviarli nelle camere a gas. Anche ibambini mutilati divennero vittime dell’eugenetica.
Darwinismo: Arma Sociale
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In conclusione, il darwinismo sociale fu la causa che costò
milioni di vite nel XIX e XX secolo. Con esso, molti mali persis-
titi nei secoli acquisirono una presunta giustificazione scientifi-
ca, a prova di ciò, in L’intelligenza e pregiudizio, l’ultimo paleon-
tologo evoluzionista, Stephen Jay Gould, su L’origine della specie
di Darwin sostiene quanto segue:
“I successivi argomenti a favore del razzismo, del colonialismo,
delle differenze razziali, delle classi sociali e dei ruoli sessuali an-
darono avanti primariamente nel nome della scienza”.5
LLoo sstteessssoo DDaarrwwiinn ffuu uunn ddaarrwwiinniissttaa ssoocciiaalleeNon importa quanto gli evoluzionisti d’oggi tentino di sep-
arare il nome di Darwin dalle sofferenze originate dal darwinis-
mo sociale; Darwin usò le espressioni inequivocabili dei dar-
winisti sociali, specialmente in L’origine dell’uomo e in altre
opere. In una lettera del 1869 a Hugo Thiel dichiarò che non
vedeva nulla in contrario all’applicazione della sua teoria alla
società:
“Non puoi credere quanto sia interessato nel vedere che alle
questioni morali e sociali si applichi una visione analoga a quelle
che ho usato io nei riguardi della trasformazione della specie”.6
Benjamin Wiker è docente di teologia e scienze alla
Franciscan University e autore di Moral Darwinism: How We
Became Hedonists. In un’intervista ha dichiarato che Darwin fu il
primo darwinista socialista e, che piaccia o no, quando si legge
L’origine dell’uomo si evince che lo stesso Darwin fu il primo dar-
winista sociale e padre del movimento eugenetico moderno. Il
darwinismo sociale e l’eugenetica sono scaturiti direttamente
dal suo principio di selezione naturale:
“Ritengo che il vero motivo per cui la gente sia contraria a chi col-
lega il darwinismo a cose come l’eugenetica si debba al fatto che
Harun Yahya (Adnan Oktar)
27
quella stessa gente non vuole che la teoria
venga infamata da implicazioni morali.
Ma le implicazioni sono là, non solo nel
testo, ma come evidenziato negli effetti so-
ciali e morali che il darwinismo ha avuto da
quando è apparso un secolo e mezzo fa” .7
Come si vedrà nei prossimi capitoli, da quanto espresso e
dichiarato da Darwin si deduce che sia stato lui a ingenerare il
darwinismo sociale. Gli evoluzionisti moderni stentano ad ac-
cettare questa opinione per
via dei terrificanti effetti
del darwinismo sociale
nel XX secolo. Il fatto è
che la competizione, il
razzismo e la discrimi-
nazione (elementi fon-
L’origine dell’uomodi Darwin
Moral Darwisnism di Benjamin Wilker
28
damentali del darwinismo sociale) stanno alla base anche della
teoria dell’evoluzione. Che gli evoluzionisti la accettino o meno,
la realtà dei fatti è che queste sono le conseguenze di aver adot-
tato il darwinismo. Qualsiasi teoria che affermi che gli esseri
umani sono frutto del caso e forme più avanzate rispetto agli
animali, che alcune razze sono meno sviluppate di altre e, per-
tanto, più vicine agli animali e che l’umanità può progredire at-
traverso l’oppressione dei deboli per mano dei forti, inevitabil-
mente avrà delle tragiche conseguenze.
La percezione della guerra, come mezzo necessario per il pro-gresso delle razze o delle nazioni, è uno dei risultati dellafilosofia darwinista che ha apportato tale distruzione. Stradefrancesi distrutte durante la Seconda Guerra Mondiale, tra lepiù sanguinose mai viste.
29
L’apparente rifiuto del darwinismo sociale da parte degli
evoluzionisti non è una soluzione. La nostra speranza è che col-
oro che sono stati ingannati dalla teoria arrivino ad accettare che
la teoria dell’evoluzione è scientificamente un fallimento.
LL’’eerrrroorree ddii aapppplliiccaarree llee lleeggggii ddeellllaa nnaattuurraa aaggllii eesssseerrii uummaannii
All’epoca in cui Darwin propose la sua teoria, la scienza era
ancora piuttosto arretrata su molti aspetti. Il microscopio a elettroni
non era stato ancora inventato per cui i minimi dettagli degli or-
ganismi viventi erano ancora sconosciuti. La cellula sembrava una
semplice macchia e nessuno sapeva che possedesse una struttura
non meno complessa di quella di una città, costituita da molti or-
ganuli diversi. La genetica non esisteva e le leggi biologiche del-
l’ereditarietà dovevano essere ancora scoperte. Molti biologi e
scienziati, incluso lo stesso Darwin, erano così ignoranti da credere
30
I microscopiprimitivi dell’e-poca di Darwindavano l’impres-sione che le cel-lule fosserosemplicementeuna strutturasemplice di pro-toplasmi indif-ferenziati.
che le caratteristiche “acquisite” si potevano ereditare alle gener-
azioni a venire. Ad esempio, credevano che se per via del lavoro un
fabbro aveva sviluppato dei muscoli potenti allora anche i suoi
figli avrebbero avuto gli stessi muscoli. Fu in quel primitivo clima
scientifico che Darwin sviluppò la sua teoria. Né Darwin né nes-
suno dei suoi sostenitori fu capace di estrapolare dalla paleontolo-
gia, dalla biologia o dall’anatomia delle prove a favore della teoria
dell’evoluzione. Inoltre, le osservazioni e gli esperimenti eseguiti
negli anni successivi, e specialmente quelli ottenuti nel XX secolo,
hanno rivelato che la teoria è completamente sbagliata. Ma nonos-
tante la sua scarsa valenza scientifica, il fatto che stuzzicasse la cu-
31
I microscopimoderni hanno
mostrato quantosia davvero
complessa eperfetta la strut-
tura della cellula.
riosità di materialisti e atei fece sì che una parte del mondo scien-
tifico la adottasse immediatamente.
Addirittura, per via dei messaggi ideologici che conteneva, al-
cuni gruppi cominciarono ad applicarla alla sfera sociale. La teoria
sta alla base delle stragi del XX secolo quali genocidio, sterminio di
massa, guerre civili (in cui ci si ammazzava tra fratelli) e guerre
mondiali che hanno distrutto intere nazioni. Si è deciso di abban-
donare i valori morali religiosi e le rispettive virtù a favore della
legge della giungla in cui si opprimono e si eliminano i più
deboli. Questa teoria, priva di qualsiasi validità scientifica
ha influenzato un intero secolo.
32
Uno dei più grandi errori del darwinismo sociale fu il tenta-
tivo di applicare la teoria alla sfera sociale. Un altro errore fu quel-
lo di associare le leggi della natura agli esseri umani che Allah ha
creato con coscienza, ragione, consapevolezza e capacità di
giudizio. Pertanto, contrariamente a quanto i darwinisti sociali af-
fermano, le leggi della giungla non riguardano gli esseri umani e
ognuno è responsabile dell’esercizio delle proprie capacità nel
corso della vita. Allah ha stabilito per gli esseri umani un arco di
tempo limitato. Quando sopraggiunge la morte, gli individui ris-
uscitano nell’Inferno o nel Paradiso in base al proprio comporta-
mento adottato nella vita terrena.
33
Se i bisognosi di una società vengono maltrattati eabbandonati a loro stessi, si vengono a creare ten-sioni e collere, salvo che non prevalgano la pazienzae il perdono incoraggiati dai valori morali.
34
La pratiche darwiniste sociali inflitte all’umanità: odio,rabbia, conflitto, omicidio e guerra.
Nella natura accade che, quando non riescono ad adattarsi alle
condizioni prevalenti, gli esseri viventi muoiono o si estinguono. Ad
esempio, un coniglio dal pelo nero in una foresta ricoperta di neve
risulta una facile preda per le volpi. Tuttavia, al contrario di quanto i
darwinisti vorrebbero farci credere, il fatto che i conigli dal pelo nero
muoiano non implica la nascita di una nuova specie dal pelo più
chiaro. Inoltre, gli animali sono molto diversi dagli esseri umani per-
ché, per vivere, non devono adattarsi alle condizioni naturali. Noi
umani abbiamo i mezzi per cambiare ciò che ci circonda rispetto ai
nostri bisogni ed esigenze. Difatti, adattiamo le costruzioni, i sistemi di
riscaldamento e raffreddamento e il modo di vestirci in base al clima
in cui viviamo. Nelle società umane non esiste una selezione naturale
poiché la ragione e le capacità degli esseri umani prevengono tale
processo.
Questi errori portarono i darwinisti sociali a guardare le società
da una prospettiva disumana. Un esempio importante di questa
prospettiva, priva di ragione e coscienza, è stato quello di pensare che
abbandonare a se stessi i deboli, i bisognosi, gli inermi e i disabili pos-
sa fa progredire le società. Il fatto è che questo rifiuto egoistico sfocia
nella rovina, non nel progresso. Coloro che, secondo il darwinismo,
dovrebbero essere trascurati e lasciati negletti sono esseri umani dotati
di coscienza, pensiero e ragione. Abbandonati all’ingiustizia e alla
crudeltà (a meno che non possiedano le virtù della pazienza, del per-
35
dono e della comprensione impartiti dai valori morali religiosi)
potrebbero provare rabbia e odio per coloro che infliggono loro
simili trattamenti e, come mostrano i fatti recenti, ricorrere alla vi-
olenza che, a sua volta, può sfociare nel conflitto e nel caos. Il risul-
tato di tutti i mezzi materiali e spirituali adoperati per risolvere i
conflitti sarà un regresso in tutte le sfere (dall’arte alla tecnologia,
dall’economia alla scienza).
Inoltre, uccidere i malati o gli invalidi in nome dell’eugenetica
non solo è un atto brutale ma non contribuisce in alcun modo al
progresso sociale. Accettare ciò causerebbe un’enorme perdita che
porterebbe la società alla rovina. Oggigiorno circa il 6% della popo-
lazione mondiale (mezzo miliardo di persone, davvero un gran nu-
mero) è disabile. Ciò significa che ognuno perderebbe un membro
della propria famiglia o un conoscente e che ne avrebbe contribuito
alla morte. Si aprirebbero delle ferite spirituali che causerebbero
seri danni al benessere psicologico della gente. La degenerazione e
la depressione sarebbero alla base di società in cui le madri non
crederebbero ai figli, i figli alle madri o i fratelli fra loro, società in
cui si potrebbe uccidere in qualsiasi momento. Ad ogni modo, una
società che uccide le persone solo perché disabili è sintomo di un
devastante crollo morale, di una perdita di tutti i valori e dell’u-
manità. Senza dubbio, parlare di raggiungere il progresso per mez-
zo di omicidi denota la presenza di seri problemi mentali e psico-
logici.
36
Se si vuole evitare di ricadere nella sofferenza del sec-olo scorso, e se questo deve essere un XXI secolo di pace, allora si deve avvertire la gente del pericolo edelle menzogne del darwinismo.
A soffrire di più sarebbero i condannati all’“eliminazione” e
quella sofferenza darebbe origine a ferite profonde nelle coscienze
degli altri.
Come si mostrerà nelle prossime pagine, il darwinismo sociale
ha tentato di applicare alle società la teoria dell’evoluzione (an-
ch’essa basata su interpretazioni scientifiche piuttosto arretrate) ma
la sua concezione del mondo è in assoluto contrasto con la natura
umana. Una volta messa in pratica, sminuisce l’umanità e la spinge
verso la depressione e il caos, apportando odio che, a sua volta, sfo-
cia nel conflitto, nella guerra e nei delitti. Il darwinismo sociale rag-
giunse l’apice nella seconda metà del XIX secolo e la prima metà del
XX, ma se ne possono riscontrare gli effetti anche al giorno d’oggi.
In nome della “psicologia evolutiva” e del “determinismo geneti-
co” sono ancora in atto dei tentativi per stimare gli effetti degli er-
rori del darwinismo sulla società. Con il fine di proteggere il XXI se-
colo da ulteriori catastrofi, si devono rivelare i pericoli del darwin-
ismo sociale in tutti i loro aspetti e si deve avvertire il mondo intero
che non esiste alcuna prova scientifica della teoria su cui si basa
questa filosofia.
37
C ome abbiamo già chiarito, le considerazioni di Darwin in
L’origine della specie furono influenzate per lo più dall’econo-
mista e demografo inglese Thomas Robert Malthus.
In Saggio sul principio di popolazione, pubblicato nel 1798, Malthus
affermò che ogni venticinque anni la popolazione cresceva secondo
una proporzione geometrica (1, 2, 4, 8, 16, 32, 64, 128, 256…), mentre
la quantità di cibo secondo una proporzione aritmetica (1, 2, 3, 4, 5, 6,
7, 8, 9...); quindi, mentre la popolazione raddoppiava, le risorse ali-
mentari mostravano un aumento molto più modesto. Di conseguen-
za, da lì a 300 anni la proporzione tra popolazione e risorse alimenta-
ri sarebbe stata 4.096 a 13. Ancora una volta, secondo quest’idea pri-
38
va di valore scientifico, le risorse non erano sufficienti rispetto alla
crescita rapida della popolazione e, quindi, era essenziale intrapren-
dere una seria lotta alla sopravvivenza. Questo stesso concetto venne
ripreso nel sottotitolo di L’origine della specie di Darwin, ossia la preser-
vazione delle razze privilegiate nella lotta per la vita.
Nel suo Saggio, Malthus affermò che si doveva arrestare questa
rapida crescita della popolazione e, in merito, suggerì varie proposte.
Secondo lui, la carestia e la debolezza erano i due fattori principali che
controllavano la crescita. I fenomeni quali la fame e le epidemie era-
no esempi di carestia che tenevano sotto controllo la popolazione.
Altri esempi erano costituiti dalle guerre. Malthus scrisse che la guer-
ra, la carestia, le malattie e lo sterminio dei neonati avrebbero con-
tribuito a bilanciare la popolazione e le derrate alimentari. Chiunque
con un minimo di buon senso e di coscienza concorderà che tali affer-
mazioni sono irrazionali, illogiche, e spaventosamente brutali. È
chiaro che per il futuro delle società è fondamentale un’accurata pi-
anificazione del reddito e delle risorse essenziali per il benessere e la
pace delle stesse. Ma è altrettanto evidente che le guerre, i massacri e
39
Darwinismo: Arma Sociale
gli stermini non facciano altro che procurare lacrime e sofferen-
ze al futuro della società.
Ma Malthus non si fermò solo a questo. Difatti, propose dei
provvedimenti da adottare nei confronti delle coppie meno ab-
bienti per evitare che si riproducessero. Nel 1834 in Inghilterra
venne promulgata una nuova legge, ispirata alle idee di
Malthus, che istituì degli “ospizi” speciali per i poveri. Con lo
scopo di ridurre la crescita della popolazione, le severe regole
degli ospizi imponevano alle coppie sposate di non concepire.
A contribuire a questi provvedimenti vi fu il timore che il
crescente numero di “classi povere” avrebbe potuto sopraffare
gli individui più civilizzati. Naturalmente questa paura era im-
motivata e il prodotto di un grave raggiro. Innanzitutto, è da es-
cludere che un individuo sia superiore a un altro solo per il suo
stato materiale, la posizione sociale, la lingua, la razza o il
genere. Allah ha creato tutti gli essere umani uguali. Ciò che li
40
Thomas Robert Malthus
rende preziosi sono le virtù morali e il timore di Nostro Signore
che, non di certo, dimostrano i beni materiali o gli attributi fisici.
Nella scia della rivoluzione francese, il ceto medio inglese
sostenne a gran voce il Malthusianesimo. Temendo di non pot-
er più mantenere la supremazia e il potere, i governanti dell’e-
poca adottarono dei provvedimenti radicali a favore proprio.
Questo è uno dei tipici errori commessi da coloro che prendono
le distanze dai valori morali religiosi. La classe elitaria di quel
tempo riteneva che il futuro della società dovesse consistere in
una cospicua presenza di ricchi e in una quasi assenza di poveri.
È normale sperare che in una società aumenti il numero delle
persone facoltose e il livello di benessere. Ma è più importante
come si intende far crescere il benessere, quali provvedimenti
adottare. Aumentare il numero di benestanti uccidendo i poveri
e opprimendo i bisognosi, come prevede il darwinismo sociale,
naturalmente è del tutto inaccettabile. Inoltre, far accrescere il
numero degli abbienti non basta, di per sé, al progresso della so-
cietà. E se poi questa gente ignora i valori morali religiosi quali
l’onestà, l’altruismo, la modestia, la pazienza e la tolleranza, la
loro solerzia potrebbe danneggiare la società e non migliorarla.
Gli obiettivi dei piani che mirano al progresso della società pos-
sono essere raggiunti solo se la stessa società rafforza i propri
valori spirituali di pari passo con il progresso materiale.
Purtroppo, all’epoca di Malthus non tutti si resero conto di
questa verità e si schierarono dalla parte dell’economista, at-
teggiamento che in seguito condusse le società verso il falli-
mento.
Per arrestare l’aumento della popolazione, Malthus pro-
pose queste soluzioni atroci:
“Invece di raccomandare la pulizia dei poveri, dovremmo incor-
aggiare i comportamenti inversi. Nelle nostre città dovremmo re-
Harun Yahya (Adnan Oktar)
41
Darwinismo: Arma Sociale
stringere le strade, affollare le case con più persone e augurarci il
ritorno della peste. Nel Paese andrebbero costruiti villaggi vici-
no alle paludi e, in particolare, fomentare gli insediamenti in
tutti i luoghi acquitrinosi e malsani. Ma, soprattutto, dovremmo
contrastare [da disapprovare fortemente] i rimedi specifici per
eliminare le malattie; e quegli uomini benevolenti ma stolti, che
hanno pensato di rendere un servizio all’umanità progettando
dei sistemi per l’estirpazione totale di disturbi particolari”.8
Malthus inneggia anche la morte dei neonati:
“[...] siamo formalmente troppo legati alla giustizia e all’onore
per negare ai poveri il diritto di essere assistiti. A questo scopo,
propongo di promulgare una legge che preveda che nessun bam-
bino […] abbia il diritto di ricevere assistenza. Il bambino [ille-
gittimo], relativamente parlando, offre poco valore alla società
poiché altri prenderebbero immediatamente il suo posto [...]
Tutti i bambini nati in più rispetto a quanto previsto per portare
la popolazione a questo livello [desiderato] devono necessaria-
mente morire, a meno che non siano le persone anziane che
muoiono a fare loro spazio”.9
Malthus possedeva una struttura logica sufficientemente
perversa da giustificare la morte dei neonati per il futuro della
società. Si potrebbe pensare che una simile opinione appartenga
al passato e che oggigiorno sia inconcepibile. Ma non è così.
Nella Cina d’oggi, è in vigore una politica di infanticidio per
controllare la popolazione, esempio palese degli effetti perma-
nenti sulla società dei pareri devastanti di Malthus a del suo
seguace Darwin. È lo stesso stato comunista cinese a evitare che
la gente rispetti i valori morali poiché li considera sotto una luce
darwinista. Per questa ragione, oltre all’enorme fallimento
morale e sociale, gli esseri umani vengono costretti nei campi di
lavoro in assenza delle condizioni umane più essenziali. I bam-
42
43
Stando alla propa-ganda contorta deldarwinismo sociale(una delle filosofiepiù spietate dellastoria) i deboli egli inermi si de-vono lasciaremorire.
Darwinismo: Arma Sociale
bini di genitori che hanno più figli di quanto consentito dallo
Stato vengono raggruppati e uccisi, la gente viene giustiziata
per “reato di pensiero”. Le stesse esecuzioni hanno assunto la
forma di cerimonie sociali. La Cina contemporanea è un esem-
pio della fine che potrebbe fare una società se si applicano le
teorie darwiniste.
Le tesi di Malthus non contribuirono solo alla promul-
gazione di una legge oppressiva che peggiorò ulteriormente le
condizioni dei poveri in Inghilterra ma crearono anche proble-
mi sociali ancora più intrattabili. Quelle stesse tesi, riproposte
anche ai giorni nostri e che hanno fatto strada a teorie quali il
darwinismo (causando nel XX secolo caos, guerra, razzismo e
ateismo), non hanno alcun fondamento scientifico, difatti, a
ispirare le idee di Malthus fu una leggenda legata a capre e cani
(nessuno può assicurarne la veridicità).
DDaallllee ccaapprree ee ddaaii ccaannii aall ddaarrwwiinniissmmooLa vera fonte di ispirazione del Saggio di Malthus fu una
leggenda secondo cui il marinaio spagnolo Juan Fernández ave-
va abbandonato delle capre su un’isola del Sud Est del Pacifico.
Stando alla leggenda, quelle capre si moltiplicarono e divennero
una fonte di sostentamento per i marinai di passaggio sull’iso-
la. Ma il numero di capre aumentò rapidamente e cominciò a
consumare tutte le risorse di cibo presenti. Per evitare che i cor-
sari inglesi (che importunavano il commercio spagnolo)
usufruissero della carne di capra, gli spagnoli sbarcarono sul-
l’isola cani e cagne. Col tempo i cani cominciarono ad au-
mentare e a uccidere le capre.
Il matematico e rivoluzionario francese Condorcet
Townsend raccontò l’episodio mettendo in luce l’instaurazione
di un equilibrio naturale. Scrisse: “La più debole delle due
44
Harun Yahya (Adnan Oktar)
45
specie è stata la prima a pagare il debito della natura; quella più
attiva e vigorosa ha preservato la propria esistenza. È la quan-
tità di cibo a regolare il numero di specie umane”.10
Come già detto, possono essere state varie circostanze nat-
urali a influire sull’aumento o il decremento degli animali e
sulle specie sopravvissute o in via di estinzione. È un grave er-
rore supporre che questa dinamica possa applicarsi alle società
umane e l’esperienza mostra i terribili risultati nel mettere in
pratica un simile errore.
La legge per l’assistenza ai poveri in vigore all’epoca in
Gran Bretagna, prevedeva che questi non venissero lasciati a
digiunare ma che fossero obbligati a lavorare sodo. Secondo
Townsend ciò non portava altro che problemi e proteste ecces-
sive. Per lui era più logico riportare all’ordine i poveri facendo
soffrire loro la fame. “La fame addomesticherà gli animali più feroci e
insegnerà loro la civiltà, l’obbedienza e la sottomissione” .11 Alla radice
di quell’atteggiamento incosciente e spietato risiede l’errore di
classificare gli esseri in base ai loro beni materiali e agli attributi
fisici. Una tale discriminazione, totalmente incompatibile con i
valori morali religiosi, ha sconvolto l’ordine sociale e ha portato
nel corso della storia al caos, all’anarchia e al conflitto.
Dopo Townsend, la leggenda delle capre e dei cani costituì
non solo la base delle teorie di Malthus ma anche la fonte di
ispirazione degli errori nelle espressioni “la sopravvivenza dei
più adatti” di Herbert Spencer ed “evoluzione per mezzo della
selezione naturale” di Darwin.
Come già ripetuto più volte, applicare le leggi degli ani-
mali agli esseri umani è stato un grande errore commesso da
una serie di persone, a cominciare da Townsend per poi contin-
uare con Malthus, Spencer e Darwin. Per loro gli umani erano
creature selvagge da poter tenere a bada solo con misure radi-
Darwinismo: Arma Sociale
cali e da controllare con la guerra, la fame e la povertà. La ver-
ità, invece, è che gli esseri umani sono dotati di ragione e buon
senso. Seguono una logica e la propria coscienza e non l’istinto
come fanno gli animali.
LLee tteeoorriiee ddii MMaalltthhuuss pprriivvee ddii ddaattii sscciieennttiiffiiccii La teoria di Malthus fu supportata da diversi gruppi del-
l’epoca e servì a costituire molte ideologie e movimenti spietati
nei secoli successivi. Non si fonda su alcuna logica scientifica ed
è zeppa di inconsistenze. Ad esempio:
1) Nel periodo in cui scrisse, Malthus non aveva a dispo-
sizione alcun dato sulla popolazione. In Gran Bretagna il primo
censimento nazionale fu effettuato nel 1801, tre anni dopo aver
scritto il Saggio. Per poter calcolare l’indice di crescita della
popolazione, Malthus necessitava delle statistiche degli anni
precedenti al 1801. Di conseguenza, non possedeva alcuna sta-
tistica affidabile su cui basare un indice di crescita, le sue erano
solo pure supposizioni.
2) Malthus non aveva a disposizione alcun dato per calco-
lare l’aumento delle risorse: a quell’epoca non vi era modo di
calcolare quanta terra fosse coltivata e quanto producesse.
Anche in questo caso le sue sono solo pure congetture.
3) La legge proposta da Malthus era di per sé contradditto-
ria. Lui riteneva che le popolazioni crescessero geometrica-
mente. Anche gli animali e le piante crescevano geometrica-
mente e, insieme, formavano la base della vita umana. Ma, in
pratica, gli animali, le piante e gli esseri umani non si moltipli-
cano geometricamente. Il loro aumento varia in base alle cir-
costante prevalenti. L’intero ecosistema, umani inclusi, si trova
all’interno di un equilibrio più bilanciato.
46
L’evidente ordine della natura è lontano anni luce dalla
cosiddetta lotta alla sopravvivenza proposta da Malthus e
Darwin: “o mangi o vieni mangiato”.
In breve, le teorie errate e illogiche di Malthus continuano
a restare infondate scientificamente. Nonostante ciò, su queste
congetture Darwin vi basò la sua teoria dell’evoluzione.
47
Allah comanda alle persone di pro-teggere i bisognosi e di essere affettu-osi e compassionevoli. Diffondere i val-ori morali da Lui comandati, risolveràmolti problemi.
evoti a Malthus e a Darwin, alcuni hanno portato ai massimi
estremi l’idea che “la vita è una lotta”, affermando che a com-
petere non solo gli animali ma anche tutti gli esseri viventi.
L’embriologo tedesco Wilhelm Roux diceva che, per vivere, gli organi
lottano fra loro: reni contro polmoni, cuore contro cervello. T. H.
Huxley asserì addirittura che dentro ogni organismo tutte le molecole
competono fra loro!1
Le scoperte biologiche del XX secolo hanno dimostrato che in
natura non si manifestano lotte di alcun genere. I biologi d’oggi, in-
vece, parlano di cooperazione e non di competizione. Ad esempio, in
Le vite di una cellula, il biologo Thomas Lewis scrive:
“Molte delle associazioni, a noi note, tra gli esseri viventi sono, in
un grado o nell’altro, essenzialmente di tipo collaborativo e sim-
biotico. Quando hanno l’aspetto di essere avversarie, si tratta gen-
eralmente di una relazione discostata in cui una parte invia seg-
nali e avvertimenti e indebolisce l’altra […]”.2
Norman Macbeth, autore di Darwin Retried: an Appeal to
Reason, descrive come Malthus e Darwin sbagliassero e come in natu-
ra non esistano lotte fino alla morte:
“Darwin la acquisì da Malthus, che era un sociologo (uno accani-
to) più che un biologo. Non derivava da una
contemplazione di piante e animali. Una con-
templazione simile […] non dimostrerebbe
che “ogni essere organico lotta per ac-
crescere in proporzione geometrica” o che
esiste una lotta continua […]”.3
In Mutual Aid: A Factor of Evolution,
Peter Kropotkin descrive l’errore in cui cad-
dero Darwin e i suo seguaci:
48
49
“I numerosi seguaci di Darwin estremizzarono la nozione di lotta
per l’esistenza. Arrivarono a concepire il mondo animale come un
mondo di lotta perpetua tra individui semi-affamati, assetati di
sangue altrui […] Per citare Huxley […] il mondo animale è allo
stesso livello di uno spettacolo di gladiatori. Le creature sono trat-
tate bene e schierate a combattere; sono i più forti, i più veloci e i
più furbi e a rimanere vivi e a combattere un altro giorno[…] Ma
si può subito sottolineare che la visione della natura di
Huxley aveva ben poco appiglio per essere considerata una de-
duzione scientifica”.4
Un articolo della rivista scientifica turca “Bilim ve Teknik” (rivista
di scienza e tecnologia) ammette l’errore di considerare la natura un
campo di battaglia:
“Il problema è capire perché gli esseri viventi si aiutano a vicen-
da. Secondo la teoria di Darwin, ogni organismo lotta per s o -
pravvivere e riprodursi. Dal momento che aiutare gli altri ridur-
rebbe le probabilità di sopravvivenza delle creature, l’evoluzione,
nel corso del tempo, avrebbe dovuto eliminare tale comporta-
mento. Si è osservato, tuttavia, che gli esseri viventi possono es-
sere altruisti”.5
Questi fatti, tutti insieme, rivelano ancora una volta che la teoria
di Darwin, nata in condizioni scientifiche primitive, è piena di errori e
menzogne. Molte branche della scienza svelano l’invalidità della teoria
dell’evoluzione. Chi la supporta (presumibilmente in nome della scien-
za) non deve ignorare la responsabilità che si assume nel sostenere una
teoria non scientifica e dovrebbe capire la necessità di accantonarla al
più presto.
1. T. D. Hall, Ph.D., “Influence of Malthus and Darwin on the European
Elite,” 1995, http://www.trufax.org/avoid/manifold.html
2. Ibid.
3. Ibid.
4. Kropotkin P., Mutual Aid: A Factor of Evolution, 1902, Chapter 1;
http://www.spunk.org/library/writers/kropotki/sp001503/ch1.html
5. “Bilim ve Teknik” (Science and Technology Magazine), No: 190, 4.
Darwinismo: Arma Sociale
50
La logica distorta di Malthus fu applicata anche ai bambini, molti dei quali furono costretti a lavorare in condizioni orribili
DDaarrwwiinn,, iill mmaalltthhuussiiaannooNella sua autobiografia Darwin scrive:
“Nell’ottobre del 1838, ossia quindici mesi dopo aver in-
iziato la mia indagine sistematica, mi capitò di leggere per dilet-
to il Saggio di Malthus, ed essendo ben preparato a comprendere
la lotta per l’esistenza che trapela ovunque dall’osservazione
continua delle abitudini di piante e animali, tutto a un tratto mi
colpì che, in tali circostanze, le variazioni favorevoli tendevano
a essere preservate, quelle sfavorevoli a essere eliminate. Il risul-
tato sarebbe la formazione di nuove specie. Avevo finalmente
una teoria con cui lavorare [...]”.12
I concetti di evoluzione per selezione naturale e la lotta al-
la sopravvivenza presero forma nella mente di Darwin dopo
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Secondo Malthus, la “classeinferiore”, andava tenuta sot-to controllo, oppressa, inde-bolita e fatta lavorare. Unavolta accettata la sua visionedegenerata, la classe operaiafu costretta a lavorare nelle condizioni più spaventose
Darwinismo: Arma Sociale
aver letto Malthus. In L’origine della specie Darwin ammise di
aver accettato appieno le idee:
“Non c’è eccezione alla regola secondo cui ogni essere organico
aumenta naturalmente a un ritmo così elevato, che, se
non distrutto, la Terra sarebbe presto coperta dalla progenie di
una singola coppia. Anche l’uomo di lenta riproduzione si è rad-
doppiato in venticinque anni, e a questo ritmo, in meno di mille
anni, non ci sarà letteralmente posto per la sua progenie”.13
Darwin descrisse così la relazione tra la teoria di Malthus e
la tesi della selezione naturale:
“Dal momento che vengono prodotti più individui di quanti ne
possano sopravvivere, deve esserci per forza una lotta per
la sopravvivenza, un individuo con un altro della stessa specie o
con individui di specie diverse, o con le condizioni fisiche
della vita. È la dottrina di Malthus applicata con una forza diver-
sa all’intero regno animale e vegetale”.14
Le idee di Darwin, che presero spunto dal modo di pensare
di Malthus, non possiedono alcun valore scientifico. Inoltre, sec-
ondo questa prospettiva crudele, la pianificazione demografica
può essere regolata con l’eliminazione dei deboli e dei poveri.
Considerando la vita non fondata sulla pace, sulla sicurezza e
sulla comprensione bensì una mera sopravvivenza in cui è nec-
essaria una lotta feroce, l’applicazione della teoria ha inflitto al-
la società le catastrofi più terribili.
DDaa MMaalltthhuuss aa uunnaa vviissiioonnee ddeell mmoonnddoo ssppiieettaattaa
Pur non avendo fondamento scientifico, le teorie di
Malthus e di Darwin ricevettero un ampio consenso. Le ragioni
sono da ricercare nel periodo in cui vissero, ossia durante la riv-
oluzione post-industriale in Inghilterra. Dopo la rivoluzione,
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l’aristocrazia inglese temeva di dover cedere il proprio status e
potere alle classi lavoratrici. Inoltre, aveva bisogno di una forza
lavoro più consistente ed economica. Il risultato fu che la classe
governante arrivò alla conclusione che “la classe inferiore” an-
dava indebolita, tenuta sotto controllo, oppressa e sfruttata.
Affermando che le risorse alimentari erano insufficienti a fron-
teggiare il rapido aumento della popolazione, Malthus aveva
suggerito la soluzione, ossia evitare che gli “ordini inferiori” si
moltiplicassero, ingenerando, così, l’istituzione di misure contro
i poveri. Applicando le tesi di Malthus alla biologia e alle scien-
ze sociali, Darwin presentò la sua teoria con una fittizia parven-
za scientifica.
Nel suo Social Darwinism in American Thought, Richard
Hofstadter sul supporto di Darwin alla tesi di Malthus afferma:
“Il Malthusianesimo era divenuto popolare in Inghilterra […] era
stato utilizzato anche per sollevare i ricchi dalla responsabilità
delle sofferenze dei poveri. Il corso degli eventi aveva provato
che Malthus aveva torto e proprio quando la sua teoria stava
per morire nell’economia politica, ritornò alla ribalta per via del-
la biologia darwiniana”.15
In un articolo, il ricercatore e autore Ian Taylor scrisse
quanto segue sulle idee degenerate della tesi di Malthus:
“In tutto questo la lezione è che Darwin e gli altri che rifiutarono
sia Dio che la promessa del Suo intervento e della sua
provvidenza hanno trovato nel principio di Malthus uno spettro
terrificante della tragedia e della disperazione che li hanno por-
tati verso un’etica inenarrabile e assurde supposizioni scienti-
fiche. Tutto ciò a dispetto dell’evidente debolezza e delle carenze
nella teoria di Malthus”.16
Nonostante abbia definito la teoria “spietata, insensata e
induttiva alla disperazione” la scienza ha perpetrato la sua in-
fluenza fino ai giorni nostri. Il libro In the Minds of Men di Ian
Harun Yahya (Adnan Oktar)
53
Darwinismo: Arma Sociale
Taylor riassume la catena di crudeltà che
ebbe inizio con Malthus e che si concluse
con Hitler:
“La massima su cui Malthus basò il suo
pensiero fu ciò che in seguito divenne il
motto “la sopravvivenza dei più adatti”.
Le fasi dell’idea passano da Condorcet a
Malthus, a Spencer, a Wallace e a Darwin.
Alla fine si sviluppò rapidamente e in-
fluenzò uomini del calibro di Adolf Hitler,
ma dovremmo ricordarci che tutto ebbe
inizio con la leggenda delle capre e dei
cani”.17
Come abbiamo visto, le opinioni di
Malthus servirono a molti governanti e
leader per mascherare i propri interessi. A
favore del consenso che ebbero, svolsero
un ruolo fondamentale i formatori di opin-
ioni con i rispettivi interessi ideologici. I
disastri causati dal supporto dato a questa
visione del mondo spietata furono di
un’entità mai vista prima. Nelle prossime
pagine esamineremo come questa crudele
visione del mondo approntata da Malthus
si sia rafforzata sotto il nome del darwinis-
mo sociale e quanto sia costata all’umanità.
54
I primi a supportare le idee sinistre diMalthus furono coloro che necessitavano dimanodopera a basso costo.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
55
I l darwinismo risiede alla base di un gran numero di tendenze,
ideologie e pratiche intellettuali che sono persistite fino ai
giorni nostri. È ancora più interessante il fatto che costituisca
un fondamento condiviso da ideologie che sono completamente op-
poste tra loro. Il darwinismo ha svolto un ruolo nella nascita e diffu-
sione di nazismo, fascismo e comunismo, con la presunta giustifi-
cazione dei massacri razzisti e comunisti e ha contribuito anche alla
formazione di presunte basi scientifiche per il “capitalismo incontrol-
lato”. In particolare nell’Inghilterra vittoriana e in America il darwin-
ismo è stato ampiamente acclamato e si è rafforzato a causa del sup-
porto che offrì ai capitalisti spietati noti come “baroni ladri”.
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L’errore più grave del capitalismo selvaggio consiste nel non
tutelare le imprese più deboli (e gli individui più deboli) dal rischio di
essere soffocate, sfruttate e fatte fuori. È indubbio che una crudeltà e
un’efferatezza simili siano del tutto inaccettabili. Oggi quest’errore è
riassunto nel detto “il pesce grande mangia quello piccolo”. In altre
parole, le piccole imprese vengono eliminate (o acquisite) da quelle
più grandi. Questo è l’effetto dell’applicazione del darwinismo al
mondo degli affari.
Nel XX secolo il mondo ha provato due diversi tipi di modelli
economici: quello liberale, basato sulla proprietà privata e sul libero
intervento, e quello socialista, fondato sulla proprietà statale e su
un’economia pianificata. Le economie socialiste hanno fallito in ogni
Paese apportando povertà e miseria alle società. L’economia liberale,
dal suo canto, ha mostrato un indiscusso successo, procurando be-
nessere agli individui e alle società.
Ma l’economia liberale di per sé non basta. Difatti essa aiuta a in-
crementare il benessere di cui, però, non tutti possono godere. I poveri
rimangono poveri e comincia ad aumentare il pericolo dell’ingiustizia
sociale. Per prevenire ciò esistono due metodi:
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Darwinismo: Arma Sociale
1) lo Stato deve dare una mano agli emarginati e ai disoccupati
come obbligo del concetto di “stato sociale” e prendere dei
provvedimenti per aiutarli.
2) Inculcare all’intera società i sentimenti di collaborazione e
solidarietà insiti nei valori morali religiosi.
Quest’ultimo requisito è di particolare importanza perché, al-
la fine, tende a determinare il primo. Se una società conferisce
grande importanza ai valori morali e religiosi, allora l’economia lib-
erale garantirà sia uno sviluppo economico che una giustizia so-
ciale. I ricchi useranno parte del loro capitale per aiutare i poveri e
costituiranno dei programmi sociali a favore dei deboli. (Questo è
il modello economico rivelato da Allah nel Corano. La proprietà
privata esiste nell’Islam ma i proprietari sono obbligati a spendere
parte dei loro capitali, sotto forma di elemosina, per assistere i
poveri e i bisognosi).
Se una società subisce una degenerazione morale, in quel caso
l’economia liberale si trasforma in “capitalismo selvaggio” in cui i
poveri e gli emarginati vengono oppressi e non ricevono alcun aiu-
to, non vengono adottati programmi di assistenza sociale e l’ingius-
tizia non viene vista come problema ma come questione “naturale”.
Il modello economico che criticheremo in questa sede non sarà
quello liberale (basato sulla libera economia, sulla proprietà priva-
ta e sulla competizione) bensì il capitalismo selvaggio.
La fonte di ispirazione, come vi mostreremo, è il darwinismo
sociale.
Furono gli americani noti come “baroni ladri” i primi ad ap-
plicare le pratiche darwiniste al mondo degli affari. “Questi crede-
vano che il darwinismo e “la sopravvivenza dei più adatti” giusti-
ficasse in qualche modo le loro politiche spietate”.18 Il risultato fu
l’inizio di una feroce competizione negli affari talmente estrema dai
culminare persino nell’omicidio. L’unico scopo dei baroni ladri era
quello di ricavare più soldi e potere possibili. Non avevano alcun
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interesse nel benessere sociale, nemmeno di quello dei propri la-
voratori. Milioni di vite furono rovinate dall’entrata del darwin-
ismo nell’economia, che portò a salari estremamente esigui, allo
sconvolgimento delle condizioni lavorative e a ore di lavoro pro-
lungate. La mancanza di precauzioni di sicurezza fece sì che molti
lavoratori caddero malati, restarono feriti o addirittura morirono.
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Secondo la morale crudeledei darwinisti sociali, aipoveri e ai bisognosi non an-drebbe porta la mano.
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La gente maltrattata che affronta la fameo l’impoverimento a causa della guerra edei conflitti merita l’aiuto dei benestanti.Con la morale darwinista sociale in atto,tuttavia, nessuno è spinto ad assistere eprendersi cura dei bisognosi.
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Alla luce dei concetti darwinisti sociali, gli stipendi bassi,le condizioni di lavoro pietose, le lunghe ore di lavoro e la mancanza di qualsiasi misura di si-curezza nei luoghi di lavoro portano i la-voratori a cadere malati, a farsi maleo addirittura restare uccisi.
LLee ccrruuddeellttàà ddeeii ddaattoorrii ddii llaavvoorroo ddaarrwwiinniissttii“Con la rivoluzione industriale che ebbe origine in
Inghilterra e che poi si diffuse nel resto nel mondo, vennero
costruite nuove industrie e utilizzati nuovi macchinari. Il fatto
che i datori di lavoro non prestassero importanza al valore del-
la vita umana (soprattutto a quella dei propri lavoratori) igno-
rando qualsiasi forma di precauzione di sicurezza, causò il
moltiplicarsi degli incidenti sul posto di lavoro. Alcuni lavora-
tori morirono, altri restarono mutilati. Si è stimato che nei primi
anni del XX secolo ogni anno un milione di lavoratori rimanvea
vittima di incidenti, restava mutilato o si ammalava”.19
“Per i lavoratori che trascorrevano la vita in fabbrica, la
perdita di un arto o di un organo era quasi inevitabile. Durante
la vita lavorativa, più della metà dei lavoratori si ammalava, si
feriva gravemente restando mutilato, perdendo la vista o l’udi-
to. I produttori di cappelli a tesa rigida, ad esempio, soffrirono
di avvelenamento da mercurio. Tutti gli imbianchini a contatto
con il radio finirono per ammalarsi di cancro”.20
“Sebbene fossero consapevoli delle condizioni e degli inci-
denti che accadevano, alcuni datori di lavoro non presero alcun
provvedimento per migliorare le condizioni. Molti lavoratori
delle fonderie di acciaio lavoravano dodici ore a temperature da
40 a 50° C per paghe bassissime”.21 Nel 1892 il presidente amer-
icano Benjamin Harrison, riassumendo le condizioni disumane
affermò che “ogni giorno il lavoratore americano affronta in me-
dia gli stessi pericoli di un soldato in guerra”.22
Alcuni capitalisti non attribuivano alcuna importanza alla
vita umana ritenendola sacrificabile. “A causa delle pessime
condizioni di lavoro morirono centinaia di lavoratori durante la
sola costruzione della ferrovia”.23 Uno degli esempi più toccan-
ti di questa ferocia riguarda l’affarista americano J. P. Morgan
Harun Yahya (Adnan Oktar)
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Darwinismo: Arma Sociale
che acquistò 5.000 fucili difettosi a $3.50 ciascuno per poi venderli
all’esercito americano a $22. In altre parole, si era così estraniato
dalla comprensione morale da essere stato capace di imbrogliare il
Paese e mettere a repentaglio la vita dei suoi soldati arruolati. “Ai
soldati che utilizzarono quei fucili difettosi saltarono via i pollici”.24
“Le truppe che si ferirono con quei fucili intentarono causa contro
Morgan ma persero poiché a quei tempi i tribunali decidevano in
favore dei baroni ladri”.25
Un altro esempio di crudeltà in quel periodo fu il rifiuto di
uno dei capitalisti a cui era stato chiesto di costruire una tettoia di
protezione per i lavoratori. Egli, per giustificarsi, affermò “gli uo-
mini costano meno delle scatole”.26
Alla base di tutta quella crudeltà è facilmente individuabile il
darwinismo. Una visione del mondo che definisce gli esseri umani
come specie animali, che crede alla menzogna che alcune persone
sono meno sviluppate di altre e che la vita è un luogo di lotta dove
prevalgono i potenti, ha come risultato l’efferatezza, la spietatezza
e l’oppressione.
64
Harun Yahya (Adnan Oktar)
65
Nelle fabbriche enelle altre aziendeindustriali del XIXsecolo, le pratichecapitaliste e darwin-iste sociali furonoimposte nelle formepiù selvagge. I da-tori di lavoro conquella forma mentisnon attribuivano al-cun valore alle vitedei lavoratori, pen-sando solo ai propriinteressi.
66
67
Nel XIX secolo, non sirisparmiavano nemmeno ibambini, costretti a fare lavoripesanti per lunghe ore.
IIll ddaannnnoo ccaauussaattoo ddaall ddaarrwwiinniissmmoo nneell mmoonnddoo ddeeggllii aaffffaarrii
Molti affaristi sostenitori del capitalismo sfrenato, in realtà,
erano stati allevati come credenti di Dio. Successivamente, però,
influenzati dalle false idee del darwinismo, avevano abbando-
nato il loro credo. Un esempio è il capitalista americano Andrew
Carnegie, uno dei principali nomi nell’industria dell’acciaio del
XIX secolo, che in un primo momento era stato devoto al
Cristianesimo. Nella sua autobiografia Carnegie descrisse aper-
tamente come lui e molti altri amici suoi erano caduti nell’in-
ganno del darwinismo.
Tuttavia, la teoria dell’evoluzione che Carnegie considera-
va come dato di fatto non era altro che una totale falsità. Negli
anni a seguire i progressi nel mondo della scienza rivelarono la
verità. Ma a quel tempo, commettendo lo stesso errore di
Carnegie, altri capitalisti accettarono il capitalismo selvaggio os-
annato dal darwinismo. Ciò li indusse a giustificare la concor-
renza spietata per incrementare i propri capitali e a tralasciare i
valori dell’altruismo e della vita umana.
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Andrew Carnegie
Darwinismo: Arma Sociale
Carnegie pensava che la competizione fosse una legge di
vita inevitabile e su questo errore basò la sua filosofia. Egli af-
fermò che “nonostante la legge della competizione complicasse
la situazione ad alcuni, era un bene per la razza poiché assicu-
rava la sopravvivenza dei più adatti in ogni settore”.27
Carnegie venne a conoscenza del darwinismo in casa di un
professore della New York University in cui incontrò un grup-
po di cosiddetti pensatori liberi e illuminati, alla ricerca di una
nuova “religione dell’umanità”.28 Uno dei membri del ristretto
circolo di Carnegie era Herbert Spencer, seguace di Darwin e
una delle figure di spicco nel darwinismo sociale. Gli uomini
d’affari adottarono il pensiero contorto di Spencer e Darwin ma
non furono capaci di prevedere il vicolo cieco in cui avrebbe
trascinato loro e la società.
Richard Milner, antropologo del Museo americano di sto-
ria naturale e autore di The Encyclopedia of Evolution, descrive
come Carnegie cadde nella trappola del darwinismo:
“Carnegie rafforzò gli affari per diventare un magnate potente e
spietato che sfruttò l’uomo e la terra, che annientò la c o m p e -
tizione e che giustificò le proprie azioni con la filosofia del dar-
winismo sociale. La competizione imprenditoriale, credeva,
rende un servizio alla società eliminando gli elementi più deboli.
Coloro che sopravvivono negli affari sono “adatti” e quindi mer-
itano la posizione e le ricompense che hanno”.29
Carnegie e quelli che la pensavano come lui commisero un
grave errore ritenendo che essere potenti e spietati facesse parte
della vita economica. È del tutto naturale che le persone si
guadagnino da vivere per condurre un’esistenza agiata e con-
fortevole ma è inaccettabile farlo a discapito altrui, ignorare la
gente in difficoltà a beneficio personale o per opprimere i deboli
con lo scopo di aumentare sempre più il proprio potere. Allah
Harun Yahya (Adnan Oktar)
69
Darwinismo: Arma Sociale
ha ordinato alle persone di essere oneste negli affari, come in
tutte le altre sfere, e di proteggere i diritti dei bisognosi. È
un’enorme bugia affermare che opprimendo i deboli e cercando
di eliminarli vuole il bene della società.
Nelle conversazioni, nei discorsi e nelle opere degli ultimi
anni della sua vita, Carnegie utilizzò sempre espressioni dar-
winiste. Nel suo Andew Carnegie lo storico Joseph F. Wall scrive:
“Carnegie fa frequenti e facili allusioni al credo del darwinismo
sociale non solo nel suoi articoli e libri pubblicati ma anche nelle
lettere personali ai contemporanei d’affari. Frasi quali “migliora-
mento della razza” e “lotta per l’esistenza” venivano fuori
dalla sua penna e presumibilmente dalle sue labbra. Vedeva gli
affari come una grande lotta competitiva […]”.30
Un altro che si fece abbindolare dal darwinismo fu il famoso in-
dustriale americano John D. Rockefeller che affermò:“la crescita
di una grande azienda non è che una sopravvivenza dei più adat-
ti […] il risultato di una legge della natura […]”.31
La gita in America di Spencer, descritta da Richard
Hofstadter in Social Darwinism in American Thought, è un chiaro
esempio degli effetti del darwinismo nel mondo degli affari:
“Per quanto manchevole l’apprezzamento degli ospiti per i
convenevoli del pensiero di Spencer, il banchetto mostrò
quanto egli fosse diventato popolare negli Stati Uniti. Quando si
trovò sulla banchina, in attesa della nave che lo riconducesse in
Inghilterra, Spencer afferrò le mani di Carnegie e Youmans.
“Ecco” gridò ai giornalisti “i miei due migliori amici americani”.
Per Spencer fu un raro gesto di affetto personale; ma oltre a
questo, simboleggiò l’armonia della nuova scienza [darwinismo
sociale] con la prospettiva di una civiltà economica”.32
Il darwinismo sociale comportava la liberazione dalla re-
sponsabilità verso i poveri e fu questo uno dei motivi che in-
dusse i capitalisti ad adottarlo. Nelle società che preservano i
70
valori morali, ci si aspetta che i ric-
chi mostrino interesse nel-
l’aiutare i poveri e i bisognosi,
ma il darwinismo sociale ten-
tò di eliminare questo at-
teggiamento. In The Golden
Door: The United States from
1876 to 1918 lo scrittore Isaac
Asimov commenta così sul-
l’aspetto crudele del darwin-
ismo sociale:
“Spencer coniò la frase “la
sopravvivenza dei più adatti” e
nel 1884 sostenne, ad esempio, che
i disoccupati o i fardelli della società
dovevano essere abbandonati al loro
destino piuttosto che essere aiutati.
Apparentemente, per fare ciò, si dove-
vano eliminare gli inadatti e rafforzare
la razza. Era una filosofia orribile che
poteva essere utilizzata per giustificare
i peggiori impulsi degli esseri umani” 33
Chi attuava il capitalismo selvaggio appoggiava il darwin-
ismo e, a sua volta, veniva appoggiato dai darwinisti. Ad esem-
pio, William Graham Sumner affermò che i miliardari erano “gli
individui più adatti della società” e poi trasse la conclusione il-
logica che, pertanto, meritassero privilegi speciali e che veni-
vano “selezionati naturalmente nel crogiolo della compe-
tizione”.34 In un articolo sul darwinismo sociale nel periodico
“The Humanist” il docente di filosofia Stephen Asma descrive il
supporto di Spencer ai capitalisti:
Harun Yahya (Adnan Oktar)
71
John D.Rockefeller
Darwinismo: Arma Sociale
72
“Spencer coniò la frase “sopravvivenza dei più adatti” e Darwin
la adottò nell’ultima edizione di L’origine della specie […]
Stando a Spencer e ai suoi discepoli americani (imprenditori del
calibro di John D. Rockfeller e Andrew Carnegie) la gerarchia
sociale riflette le leggi stabili e universali della natura. La natura
si rivela in modo che i forti sopravvivano e i deboli periscano.
Quindi le strutture sociali ed economiche che sopravvivono sono
le “più forti” e le migliori e quelle che non lo fanno, sono ovvia-
mente destinate a fallire”35
Come già è stato enfatizzato, i valori spirituali e la loro
preservazione rappresentano l’elemento principale nel progres-
so delle comunità. Nelle società in cui lo spirito di collabo-
razione e solidarietà sono forti, dove la gente tratta il prossimo
con compassione e rispetto, le difficoltà economiche possono es-
sere facilmente superate in uno spirito di fratellanza. Ma dove
le relazioni umane sono scomparse e le persone ignorano la
compassione e la comprensione verso gli altri, possono sorgere
effetti molto più distruttivi nonostante la presenza di un pro-
gresso economico. Quindi tutti gli individui di una società de-
vono ingegnarsi delle soluzioni per innalzare la qualità della vi-
ta e del benessere e far fiorire un ambiente in cui la gente possa
godere di una sicurezza non solo economica ma anche psico-
logica. Naturalmente tutto ciò può accadere osservando i valori
morali religiosi. Come già dimostrato infinite volte, nessun
movimento o ideologia incompatibile con i valori morali reli-
giosi può apportare quel benessere, quella pace e quella si-
curezza tanto anelate dalle persone.
CCaappiittaalliissmmoo sseellvvaaggggiioo:: pprrooddoottttoo ddeellll’’uunniioonnee ttrraa ddaarrwwiinniissmmoo ssoocciiaallee ee iirrrreelliiggiioossiittàà
Dal XIX secolo in avanti i capitalisti darwinisti, ritenendo
che solo i ricchi e i potenti avessero il diritto di vivere e che i
poveri, i deboli, gli storpi e i malati fossero dei “fardelli inutili”,
crearono dei sistemi oppressivi in tanti paesi. In questo clima di
competizione selvaggia si giustificarono lo sfruttamento, l’in-
timidazione, i soprusi, la violazione e persino l’uccisione della
gente. Non si prevenne o condannò alcuna attività immorale o
illegale poiché considerata “compatibile con le leggi della
natura”.
Questo sistema esiste ancora oggi in molti paesi dove la
gente vive non osservando i valori morali religiosi. Il divario fra
ricchi e poveri continua a crescere a un ritmo ancora più in-
calzante e si ignorano le condizioni in cui versano i bisognosi.
Stando alla propaganda del darwinismo sociale proteggere e
prendersi cura dei poveri e dei bisognosi è una violazione delle
leggi della natura e, appunto perché considerati come un fardel-
lo, non viene assicurato loro alcun aiuto.
Le grande differenze tra i livelli di benessere non sus-
sistono solo all’interno di un paese, bensì anche fra più paesi.
Mentre in Occidente si assiste a una rapida crescita del be-
nessere, le malattie, la fame e la povertà continuano ad afflig-
gere i paesi del Terzo Mondo dove la gente muore di fame e
viene abbandonata. Però, se le risorse mondiali venissero utiliz-
zate in modo oculato e coscienzioso, basterebbero a sfamare chi
è stato lasciato alla fame e alla povertà.
Per consentire ciò è fondamentale che venga sradicata dal
mondo l’influenza intellettuale del darwinismo. Quando le con-
cezioni darwiniste saranno soppiantate dai valori morali del
Harun Yahya (Adnan Oktar)
73
Darwinismo: Arma Sociale
Corano questi problemi si risolveranno automaticamente. Se da un
lato il darwinismo inculca l’idea della competizione selvaggia e
dell’oppressione dei poveri, dall’altro i valori morali religiosi in-
fondono compassione, protezione, collaborazione reciproca, soli-
darietà e condivisione. Ad esempio, in una delle linee di condotta
trasmesse dal nostro Profeta (che Allah lo benedica e gli conceda la
pace) “Non è un credente [maturo] colui che mangia a sazietà
quando il suo vicino è affamato”. Queste sagge parole del Profeta
(che Allah lo benedica e gli conceda la pace) dimostrano l’affetto e
la compassione dei musulmani.
In molti Suoi versi Allah ha comandato amore, compassione,
affetto e altruismo dando ai musulmani esempi di giusto compor-
74
Il mondo possiede risorse a sufficienza per tut-ti, ma devono essere utilizzate in modorazionale e oculato. In molte parti del mondo ilcibo si spreca mentre in altri paesi si muore difame e di povertà. Se si vuol dare giustizia aquesta gente bisogna sradicare completa-mente la mentalità darwinista sociale.
75
76
Immagini della Gran Bretagna nella seconda metà delXIX secolo. Mentre alcuni godevano di salute e be-nessere, altri vivevano nella povertà.
77
Darwinismo: Arma Sociale
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Harun Yahya (Adnan Oktar)
79
Nonostante sia passato un secolo, non è cambiato nulla. Lequantità di risorse mondiali consentirebbero a tutti di vivere deg-namente. Bisogna disseminare l’altruismo, la collaborazione e lasolidarietà previsti dai valori morali religiosi.
80
tamento morale. Mentre il darwinismo sociale prevede che i
ricchi sfruttino i poveri come gradini per ascendere al potere,
i valori morali islamici ordinano ai ricchi di proteggerli.
Alcuni dei versi rivelati a tal proposito da Allah:
“Coloro di voi che godono di favore e agiatezza, non giurino
di non darne ai parenti, ai poveri e a coloro che emigrano sul
sentiero di Allah. Perdonino e passino oltre [… ]” (Surat an-
Nur, 22)
“Ti chiederanno:"Cosa dobbiamo dare in elemosina?" Di': "I
beni che erogate siano destinati ai genitori, ai parenti,
agli orfani, ai poveri e ai viandanti diseredati [...]” (Surat al-
Baqara, 215)
“[...] Mangiatene voi stessi e datene al bisognoso e al
povero.” (Surat al-Hajj, 28)
[I credenti sono] coloro sui cui beni c'è un riconosciuto dirit-
to per il mendicante e il diseredato. (Surat al-
Ma'arij, 24-25)
“ loro che, nonostante il loro bisogno, nutrono il povero, l'or-
fano e il prigioniero « È solo per il volto di Allah, che vi
nutriamo; non ci aspettiamo da voi né ricompensa, né grati-
tudine. Invero noi temiamo un Giorno terribile e c a t a -
strofico da parte del nostro Signore” (Surat al-Insan, 8-10)
Nel Corano Allah rivela anche che sarà riservato
l’Inferno a chi non aiuta i poveri e i deboli:
“Loro [i compagni della destra] chiederanno ai colpevoli:
«Cosa mai vi ha condotti al Calore che brucia?»
Risponderanno: « Non eravamo tra coloro che eseguivamo
l'orazione, né nutrivamo il povero” (Surat al-
Muddaththir, 41-44)
“e poi legatelo con una catena di settanta cubiti. Non crede-
va in Allah, il Supremo, e non esortava a nutrire il
povero. Oggi non avrà qui nessun amico sincero” (Surat al-
Haqqaq, 32-35)
Harun Yahya (Adnan Oktar)
81
Non dobbiamo dimenticare che: è Allah onnipotente, il
Signore dell’esistenza e dell’universo ad elargire beni e successo
a ognuno di noi. Non si diventa facoltosi innestando una compe-
tizione crudele per la “lotta alla sopravvivenza” oppure oppri-
mendo i deboli. È Allah che dà alle persone ciò che possiedono,
ripartendo loro ricchezze con lo scopo di metterle alla prova. È la
ricchezza che ricevono a metterli alla prova. Questo fatto è rive-
lato da Allah nel verso:
“ In verità abbiamo voluto abbellire la terra di tutto quel che vi
si trova per verificare chi di loro opera al meglio” (Surat al-
Haqqa, 32-35)
82
Ognuno di noi è, quindi, responsabile dell’utilizzo nel mo-
do migliore possibile dei doni insufflatigli da Allah, con lo
scopo di guadagnare la Sua approvazione. Un vero credente
deve agire con la consapevolezza che tutto ciò che possiede è
una benedizione di Allah e che così come il Signore può au-
mentare quei beni quando crede, allo stesso modo può anche
decidere di portarglieli via.
83
S ebbene nel corso della storia si siano sempre riscontrate trac-
ce di razzismo, Darwin fu il primo ad attribuirgli una pre-
sunta validità scientifica. Il sottotitolo di L’origine della specie è
La preservazione delle razze privilegiate nella lotta per la vita. Le opere di
Darwin sulla “preservazione delle razze privilegiate” e, in particolare,
le teorie non scientifiche in L’origine dell’uomo, funsero da supporto al-
l’erroneo credo dei nazisti sulla superiorità della razza ariana e alla
convinzione degli inglesi sugli anglosassoni. In più la teoria della se-
lezione naturale parlava di una lotta fino alla morte, “una legge della
giungla”. Applicare questa teoria alle società umane comportò
l’inevitabilità della guerra tra razze e nazioni. La teoria di Darwin fu
84
adottata da personaggi di spicco dell’epoca, da statisti guerrafondai a
filosofi, da politici a scienziati. In The Twisted Road to Auschwitz, il pro-
fessore Karl A. Scheunes della facoltà di storia dell’Università del
North Carolina scrive:
“I razzisti non ci misero molto ad appropriarsi dell’idea di Darwin del-
la lotta per la sopravvivenza…tale lotta, legittimata dalle ultime opin-
ioni (cosiddette) scientifiche, giustificava il concetto razzista della supe-
riorità e inferiorità dei popoli…e avvalorava la lotta tra questi”.37
Con le affermazioni di Darwin, chi riteneva il razzismo un fat-
tore naturale, immaginò di aver trovato un fondamento scientifico a
supporto delle proprie opinioni sulle classi umane. Ma poco dopo la
scienza dimostrò non solo che la sua teoria non aveva validità scien-
tifica, ma rivelò anche che i movimenti fondati intorno alle sue idee
ignoranti avevano commesso un grande errore.
Con il supporto ottenuto dal darwinismo, i nazisti praticarono
l’antisemitismo con una violenza inaudita. Ma la Germania non fu
l’unica Nazione in cui si manifestò il cosiddetto razzismo “scientifi-
co”. In molti Paesi si fecero avanti governanti e intellettuali razzisti, in
modo particolare in Gran Bretagna e in America e, in breve, vennero
attuate leggi e pratiche segregazioniste.
85
Darwinismo: Arma Sociale
Gli evoluzionisti del XIX e XX secolo ave-
vano una visione quasi totalmente razzista e
molti scienziati non avevano alcuna esitazione a
esprimerlo apertamente. I libri e gli articoli del-
l’epoca ne offrono una chiara dimostrazione. In
Outcasts from Evolution: Scientific Attitudes of
Racial Inferiority, John S. Haller, docente di storia
alla Southern Illinois University, descrive come
gli evoluzionisti del XIX secolo credevano a tor-
to nella superiorità della razza bianca e nell’infe-
riorità di altre razze. Un articolo della rivista
“American Scientist” riporta dal libro di Haller:
“... estremamente importante...poiché documen-
ta ciò che si è sospettato a lungo: il radicato, fer-
mo e quasi unanime razzismo degli uomini di
scienza nordamericani del XIX secolo (e XX sec-
olo inoltrato) [...] Ab initio, questi intellettuali
videro gli afroamericani irredimibili, immutabili
e irrevocabilmente inferiori”.38
Un altro articolo nella rivista “Science” ri-
portò un commento sulle affermazioni di Haller:
“Il darwinismo fu la novità del periodo vittori-
ano [...] Prima del 1859 molti scienziati si erano
chiesti se i neri fossero della stessa specie dei
bianchi. Dopo il 1859 lo schema evolutivo
sollevò altre questioni, in particolare se gli
afroamericani fossero in grado di sopravvivere
alla competizione con i vicini bianchi. La grave
risposta fu un risonante no[...]. Gli africani
erano inferiori perché rappresentavano “l’anello
mancante” tra scimmie e teutoni”.39
86
87
Nel 1893 uno schiavo nero venne torturato e fusti-gato ma infine riuscì a scappare. Durante gli anniprecedenti alla Guerra Civile, gli schiavi d’Americavenivano fustigati spesso o trattati peggio.
Darwinismo: Arma Sociale
Naturalmente questa teoria è del tutto infondata. Il fatto
che abbiano un colore della pelle diverso oppure origini razziali
o etniche differenti non li rende superiori né inferiori a nessun
altro. Una delle ragioni per cui questa menzogna si diffuse nel
XIX secolo fu l’ignoranza diffusa dovuta alle primitive con-
dizioni scientifiche.
Un altro scienziato noto per le sue idee razziste fu il biolo-
go americano dell’Università di Princeton Edwin G. Conklin
che, come altri razzisti, non si fece alcuno scrupolo nel
dichiarare apertamente le proprie opinioni:
“Il confronto di qualsiasi razza moderna con l’uomo di
Neanderthal o di Heidelberg mostra che […] la razza negroide
assomiglia di più alla stirpe originale rispetto a quella bianca e gi-
alla. Ogni riflessione dovrebbe indurre chi crede nella superiorità
della razza bianca a cercare di preservarne la purezza e stabilire
e mantenere la segregazione delle razze”.40
Nel 1911 William Sollas, docente di paleontologia e geolo-
gia presso l’Università di Oxford, scrisse nel suo libro Ancient
Hunters:
“ La giustizia appartiene ai forti, ed è stata assegnata a ogni razza
sulla base della forza che possiede[...] Non è la priorità dell’occu-
pazione, bensì il potere di cui servirsi a stabilire la concessione
della terra. Per cui, ogni razza deve a se stessa e alla famiglia
umana il dovere di esercitare la propria forza con ogni mezzo pos-
sibile: non appena resta indietro a rispettare questo dovere,
sia nell’arte della scienza, nell’istruzione o nell’organizzazione
per l’autodifesa, si verifica una punizione che la Selezione
Naturale, il severo ma benevolo tiranno del mondo della natura,
esigerà senz’altro e quanto più velocemente è possibile”41
Affermare che la giustizia appartiene ai forti (grave errore)
porterà a un terribile caos sociale. Non importa quali siano le
condizioni e le circostanze, tutti devono beneficiare di una sana
88
giustizia indipendentemente dal colore, dalla lingua e dal
genere. Le affermazioni dei darwinisti razzisti sulla validità del-
la giustizia solo per i forti non riflette in alcun modo la verità.
Ogni individuo può sperare di acquisire oggetti molto belli e di
qualità per se stesso e per la sua società, ma non è giustificabile
che non tenga conto del male che infligge agli altri comportan-
dosi così. Asserire il contrario viola la ragione e la buona co-
scienza.
Queste idee razziste si mantennero anche negli anni a
seguire, persino nelle opere degli evoluzionisti che dichiara-
vano di non essere razzisti (come conseguenza naturale della
loro fede nell’evoluzione). Uno di questi è il paleontologo
George Gaylord Simpson che, a prescindere da quanto odiasse
fortemente essere definito razzista, in un articolo pubblicato
nella rivista “Science” affermò che le differenze razziali erano
frutto dell’evoluzione e che alcune razze erano più avanzate o
arretrate di altre:
“L’evoluzione non si manifesta necessariamente allo stesso ritmo
nelle varie popolazioni, infatti tra molti gruppi di animali è pos-
sibile notare che alcune specie si sono evolute più lentamente,
riguardo a certi particolari o nel complesso. Risulta spontaneo
chiedersi (come hanno fatto molti) se tra le razze umane ve ne sia
ugualmente qualcuna più primitiva in un modo o in un altro op-
pure in generale. Difatti, è possibile riscontrare singole caratteris-
tiche che probabilmente sono più avanzate o più primitive in
una razza piuttosto che in un’altra”.42
Tuttavia, nonostante la mancanza di fondamento scientifi-
co, l’affermazione pregiudizievole di Simpson fu adottata da al-
cuni gruppi per ragioni ideologiche. Il fatto che altri scienziati
dell’epoca difendessero le affermazioni non scientifiche della
teoria dell’evoluzione nei loro scritti, nei libri e nei loro discor-
Harun Yahya (Adnan Oktar)
89
90
si, era come se automaticamente supportassero il razzismo. In
un articolo intitolato The Evolution of Human Races, Henry
Fairfield Osborn, presidente del museo americano di scienze
naturali, razzista di spicco e antropologo evoluzionista dei pri-
mi del XX secolo, mise a confronto le razze e tirò fuori una
quantità di deduzioni del tutto prive di attendibilità scientifica:
La metà del XX secolo fu testimone di un’altra ondata di razzis-mo in certe regioni degli USA. Il Ku Klux Klan, la cui ideologia sibasava sulla violenza, fu uno dei gruppi a sostenere di più ilrazzismo americano. Questa organizzazione sosteneva erroriquali la superiorità della razza bianca e causava la morte di molte persone.
“Il livello di intelligenza di un negro adulto medio è simile a
quella di un undicenne della specie Homo sapiens”. 43
Come si può vedere da tali affermazioni, molti degli scien-
ziati evoluzionisti del XIX e XX secolo erano razzisti ignari del
pericolo che comportavano le loro opinioni. Sugli effetti distrut-
tivi del cosiddetto razzismo “scientifico”, lo scienziato ameri-
cano James Ferguson dichiara:
“Nell’Europa del XIX secolo il concetto di razza fu un assillo
per le scienze sociali che si stavano sviluppando […] I primi
antropologi fisici contribuirono allo sviluppo del concetto di
supremazia ariana, che in seguito fomentò il razzismo
istituzionale nella Germania degli anni ’30 e attualmente in Sud
Africa”.44
In un articolo sulle idee razziste degli antropologi
evoluzionisti, l’ultimo evoluzionista Stephen Jay Gould afferma:
“Non si può capire granché della storia dell’antropologia della
fine del XIX e inizi del XX secolo […] salvo che non si compren-
da la sua ossessione per l’identificazione e la classificazione delle
razze”.45
Una volta che la teoria dell’evoluzione ebbe acquisito una
presunta validità scientifica, gli scienziati poterono avanzare,
senza esitazione, i concetti illusori di razze “inferiori” e di razze
più simili alle scimmie che agli esseri umani. Dittatori dispotici
del calibro di Hitler videro in queste affermazioni un’occasione
d’oro per uccidere milioni di persone ritenute “inferiori”, “in-
adeguate”, “difettose” o “malate”. Uno dei motivi per cui quasi
tutti gli evoluzionisti del XIX secolo furono razzisti, è che il loro
stesso precursore intellettuale, Darwin, la pensava così.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
91
Darwinismo: Arma Sociale
AAnncchhee DDaarrwwiinn eerraa rraazzzziissttaaA differenza dei loro omologhi del XIX secolo, gli
evoluzionisti d’oggi affermano di essere contrari al razzismo e
tentano di scagionare Darwin dalle accuse razziste. Molti libri
su Darwin fanno grandi sforzi per dare l’impressione che egli
fosse compassionevole, ben intenzionato e oppositore della
schiavitù. Ma la verità è che credeva che la teoria della selezione
naturale costituisse una giustificazione scientifica alla discrimi-
nazione razziale e al conflitto fra le razze. I suoi libri, le lettere e
gli appunti privati contengono apertamente affermazioni razz-
iste. Ad esempio, in L’origine dell’uomo Darwin dichiarò che al-
cune razze (neri e aborigeni), fossero inferiori e che, a tempo
debito, sarebbero state eliminate e sarebbero scomparse nella
lotta alla sopravvivenza:
“In un futuro non molto distante in termini di secoli, le razze civ-
ilizzate dell’uomo quasi certamente stermineranno e rimpiazzer-
anno quelle selvagge in tutto il mondo. Senza dubbio, verranno
sterminate contemporaneamente le scimmie antropomorfe. Il di-
vario tra l’uomo e i suoi affini più prossimi sarà allora più ampio,
poiché si interporrà tra l’uomo in uno stato più civilizzato, come
ci auguriamo, rispetto a quello caucasico, e alcune scimmie lente
quanto i babbuini rispetto a quanto accade adesso tra il nero o
l’australiano e il gorilla”.46
Darwin mette a confronto alcune razze con i primati e
predice che “razze umane civilizzate” elimineranno “razze sel-
vagge” dalla faccia della Terra. In altre parole, Darwin stava
prevedendo il genocidio, una pulizia etnica che sarebbe stata ef-
fettuata a distanza di pochi anni. In effetti le “predizioni” disas-
trose di Darwin si verificarono e i razzisti del XX secolo, forti del
supporto della teoria dell’evoluzione, perpetrarono terribili
massacri. Esempi a riguardo: 40 milioni di persone uccise dai
nazisti durante la seconda guerra mondiale; vantaggi delle
92
razze europee sulle altre dovuti all’apartheid dei governi
sudafricani; attacchi razzisti contro i turchi e altri stranieri in
Europa, contro i neri in America e contro gli aborigeni in
Australia; comparsa intermittente di movimenti neonazisti in
vari paesi europei. Tutti questi episodi si sono rafforzati a causa
del presunto supporto scientifico presentato dal darwinismo.
(Per ulteriori dettagli sul legame tra fascismo, razzismo e dar-
winismo, leggete il libro di Harun Yahya Fascism: The Bloody
Ideology of Darwinism, Kultur Publishing, aprile 2002).
Ma le affermazioni razziste di Darwin non si fermano qui.
Difatti, in Viaggio di un naturalista intorno al mondo, pubblicato
Harun Yahya (Adnan Oktar)
93
Gli australiani o gli aborigeniautoctoni, che i darwinisticonsiderano inferiori, nonsono diversi da nessun’altrarazza. La foto a destra raffigu-ra l’atleta australiano CathyFreeman che accende la fi-amma olimpica nel 2000.
Darwinismo: Arma Sociale
prima di L’origine della specie, afferma di aver incontrato razze
“arretrate” della Terra del Fuoco:
“Era senza dubbio lo spettacolo più curioso e interessante che
avessi mai visto; non avrei mai immaginato quanto fosse
grande la differenza tra l'uomo civile e quello selvaggio. È mag-
giore di quella tra un animale selvatico e uno domestico […]
Credo che in questo lembo estremo dell'America meridionale
l'uomo viva in uno stato di civiltà inferiore a quella di qualsiasi
altra parte del mondo”.47
Darwin descrive così gli autoctoni della Patagonia, che
definisce “barbari”:
“Forse nulla suscita più stupore della visione di un barbaro nella
sua tana — di un uomo nel suo stato più infimo e selvaggio. La
mente va a ritroso nei secoli e poi si chiede se i nostri progenitori
sono stati uomini del genere. Uomini i cui segni ed espressioni
sono per noi meno intelligibili di quelli degli animali domestici…
Non credo sia possibile descrivere o raffigurare la differenza fra
uomo selvaggio e civile”.48
94
Il libro di Darwin Viaggiodi un naturalista intornoal mondo
In una lettera a Charles Kingsley, Darwin descrive i nativi
della Terra del Fuoco:
“Quando vidi un selvaggio nudo, truccato, spaventoso e orrendo
nella Terra del Fuoco, il pensiero che i miei avi potessero essere in
qualche modo simili a lui in quel momento fu così rivoltante, anzi
più rivoltante, del mio attuale credere di aver avuto una bestia
pelosa per antenato di gran lunga più remoto. La scimmie hanno
proprio un cuore buono”.49
Queste sono indicazioni importanti del razzismo di Darwin.
Egli scredita alcune razze più che può mentre umanizza e loda le
scimmie parlandone come di animali dal cuore buono. Nel luglio
del 1881, in una lettera allo scienziato W. Graham, Darwin
dichiarò apertamente che le razze “inferiori” dovessero essere
eliminate, che questa conseguenza della selezione naturale
avrebbe contribuito favorevolmente alla civilizzazione:
“ Potrei dimostrare che la lotta dovuta alla selezione naturale ha
fatto e sta facendo per il progresso della civilizzazione
più di quanto sembri propenso ad ammettere. Ricorda il rischio
che hanno corso le nazioni, non tanti secoli fa, di essere
sopraffatti dai turchi e quanto sia ridicola adesso un’idea simile!
La razza cosiddetta bianca, più civilizzata, ha sconfitto i
turchi nella lotta all’esistenza. Pensando al mondo tra un paio di
anni, chissà quante razze inferiori saranno state eliminate dalle
razze più civilizzate in tutto il mondo”.50
Le sciocchezze razziste di Darwin arrivarono a colpire an-
che la Turchia, nazione gloriosa e di alti valori morali (per ulte-
riori notizie sulle affermazioni illegittime e ostili di Darwin
riguardo la Nazione turca, sulla loro infondatezza storica e sci-
entifica, potete consultare il libro di Harun Yahya Evrim
Teorisinin Irkç› Yüzü: Darwin'in Türk Düflmanl›¤›,Kultur
Publishing, Istanbul, Ottobre 2001).
Parlando di eliminazione delle “razze inferiori” Darwin
stimolò non solo il razzismo ma stabilì anche un fondamento
Harun Yahya (Adnan Oktar)
95
presumibilmente scientifico per le guerre razziali, per i massacri e il
genocidio che si sarebbero verificati nel XX secolo.
Gli evoluzionisti hanno compiuto grandi sforzi per tentare di
dissociare il nome di Darwin dal razzismo, ma Stephen Jay Gould
dell’Università di Harvard, riferendosi a L’origine della specie, ha ri-
conosciuto l’impulso che Darwin diede al razzismo:
“Prima del 1859 i ragionamenti biologici a favore del razzismo erano
frequenti, ma a seguito dell’approvazione della teoria evolutiva,
aumentarono a dismisura ”.51
96
Anche Thomas Huxley, altro sostenitore della teoria, era razz-
ista. Subito dopo la guerra civile americana e l’emancipazione degli
schiavi neri, scrisse:
“Nessun uomo razionale, al corrente dei fatti, crede che un nero nel-
la media sia uguale, o addirittura superiore, a un bianco. E se anche
fosse vero, è semplicemente incredibile che il nostro parente progna-
to, accantonate tutte le sue inabilità, sia capace di vincere in un cam-
po neutro, senza favoritismi né oppressori, contro un rivale dal
cervello più grande e con una mascella più piccola, in una sfida di
cervelli e non di morsi”.52
97
1904: gli schiavi che cercavano discappare nel sud-ovest dell’Africavenivano soppressi aspramente.
Darwinismo: Arma Sociale
Huxley parla dei neri come fossero animali, non esseri
umani, e afferma (dichiarazioni confutabili) che i neri resteran-
no inevitabilmente indietro nel concetto di razza.
I semi del razzismo, piantati insieme alla teoria del-
l’evoluzione a metà del XIX secolo, cominciarono a produrre i
frutti verso la metà del 1900. Friedrich Nietzsche, contempora-
neo di Darwin e sostenitore appassionato delle teoria del-
l’evoluzione, divulgò i concetti insensati di “superuomo” e
“razza suprema” che sfociarono inevitabilmente nel socialismo
nazionale. Hitler e i nazisti fecero della legge della giungla di
Darwin una politica di stato che portò alla morte di 40 milioni
di persone. (Se ne parlerà più ampiamente nel capitolo 5).
AA lliivveelllloo ggeenneettiiccoo nnoonn cc’’èè ddiiffffeerreennzzaa rraazzzziiaallee ttrraa ggllii eesssseerrii uummaannii
Specialmente negli ultimi dieci anni la scienza della genet-
ica ha dimostrato che, in termini biologici, non esistono dif-
ferenze tra le razze. La maggioranza degli scienziati è concorde.
Difatti, in occasione del congresso di Atlanta sul Progresso del-
la Scienza hanno affermato:
“La razza è un concetto sociale derivato prevalentemente dalle
percezioni condizionate dagli eventi della storia documentata e
non ha una realtà biologica alla base”.53
Le ricerche condotte hanno determinato che le differenze
genetiche tra le razze sono minime e che non si possono dif-
ferenziare in termini di geni. Gli scienziati esperti in materia af-
fermano che esiste uno 0,2% di differenza genetica tra due per-
sone qualsiasi, anche appartenenti allo stesso gruppo. Le carat-
teristiche che rivelano le differenze razziali, quali il colore della
pelle e la forma degli occhi, incidono solo per il 6% di questa
98
99
1902: due giovani neriimpiccati perché mem-bri di una razza diver-sa. Nel XXI secolo cisi è resi conto che intermini biologici nonesistono differenze frale razze.
“Milliyet”, febbraio 13 2001
Hitler, ti sbagliavi!
Darwinismo: Arma Sociale
variazione dello 0.2%. A livello genetico ciò significa una dif-
ferenza dello 0,012% tra le razze (così poco da essere irrile-
vante).
Le ultime scoperte sono state racchiuse nell’articolo Do
Races Differ? Not Really, DNA Shows del New York Times del 22
agosto del 2000:
“Gli scienziati hanno sospettato a lungo che le categorie razziali
riconosciute dalla società non avessero un riscontro a livello ge-
netico. E più da vicino esaminano il genoma umano (il comple-
mento del materiale genetico racchiuso nel cuore di quasi ogni
cellula del corpo) e più la maggioranza dei ricercatori è convinta
che le etichette tradizionali per distinguere le popolazioni per
“razza” non abbiano per nulla, o quasi, un senso biologico. Essi
affermano che, mentre è facile dire a colpo d’occhio se una per-
sona appartiene alla razza bianca, africana o asiatica, questa si-
curezza svanisce quando si osserva al di sotto delle caratteris-
tiche della superficie e si esamina il genoma per le caratteristiche
del DNA della “razza” ”.55
100
Un articolo intitolato“Do Races Differ?Not Really, DNAShows,” pubblicatonel “New YorkTimes”
Il dottor J. Craig Venter, direttore della Cilera Genomics
Corp., che dirige il Human Menome Project, afferma che “la
razza è un concetto sociale, non scientifico”.56 Il dottor Venter e
altri scienziati degli Istituti nazionali di salute hanno costruito
una mappa dell’intero genoma umano e hanno stabilito che es-
iste un’unica razza umana.
Il dottor Harold. P. Freeman, presidente del North General
Hospital di New York, sintetizza così i risultati del suo lavoro in
materia di biologia e razza:
“Se ci si domanda che percentuale di geni viene riflessa
nel proprio aspetto fisico, l’elemento su cui differenziamo le
razze, la risposta sembra essere dello 0.01 percento. Viene rif-
lesso molto poco della composizione genetica”.57
Alla stessa conclusione è arrivato Alan R. Templeton, scien-
ziato e docente di biologia presso l’Università di Washington,
che, dopo aver analizzato il DNA di membri di diverse popo-
lazioni umane, ha notato che, nonostante la grande varietà ge-
netica tra gli esseri umani, gran parte di queste variazioni sono
a livello individuale. “Possono esserci alcune variazioni tra le
popolazioni”, ha affermato, “ma sono minime”. Templeton rias-
sume le sue conclusioni, sostenendo anche la sua fede precon-
cetta nell’evoluzione, in questi termini:
“Quello della “razza” è un concetto culturale, politico ed eco-
nomico della società, non un concetto biologico, ma s f o r t u -
natamente sono le differenze genetiche a essere considerate dalla
gente l’essenza della razza negli umani […] Voglio apportare un
po’ di oggettività all’argomento. I risultati di questa analisi
oggettiva, tuttavia, non lasciano adito a dubbi: niente è più lon-
tano dal vero di una suddivisione in gruppi distinti dell'uman-
ità”.58
Harun Yahya (Adnan Oktar)
101
Darwinismo: Arma Sociale
Stando alle conclusioni di Templeton, la
somiglianza genetica tra gli europei e gli
africani subsahariani e tra gli europei e i
melanesiani che popolano le isole a nord est
dell’Australia è maggiore rispetto a quella tra
africani e melanesiani. Tuttavia, gli africani
subsahariani e i melanesiani si assomigliano in
molti modi: la pelle scura, la consistenza dei
capelli e i caratteri cranico-facciali. Sebbene sia
tipico utilizzare queste caratteristiche nella de-
scrizione di una razza, geneticamente parlan-
do, queste popolazioni si assomigliano molto
poco. “Questa scoperta”, afferma Templeton,
“dimostra che i geni non rispecchiano “i tratti
razziali””.59
Nel libro Storia e geografia dei geni
umani, i genetisti della popolazione Luca
Cavalli Sforza, Paolo Menozzi e Alberto Piazza
arrivano alla seguente conclusione:
“Una volta dati per scontati i geni per i tratti
superficiali quali il colore e la statura, le
“razze” umane sono notevolmente s i m i l i
sotto la pelle. La variazione fra gli individui è
molto più grande delle differenze fra i grup-
pi”.60
L’analisi della rivista “Time” del sopra-
menzionato libro:
“In realtà, la diversità tra gli individui è così
enorme che l’intero concetto di razza diventa
insignificante a livello genetico. Gli autori af-
fermano che “non c’è fondamento scientifico”
102
103
104
105
per le teorie inneggianti alla superiorità
genetica di una popolazione rispetto a
un’altra […] Nonostante le difficoltà,
sono crollati dei miti grazie ad alcune
scoperte fatte dagli scienziati. Una di
queste compare sulla copertina del libro:
una mappa colorata della variazione ge-
netica mondiale ha l’Africa e l’Australia
ai due estremi dello spettro. Poiché gli
aborigeni dell’Australia e gli africani sub-
sahariani hanno in comune il colore del-
la pelle e la conformazione del corpo, si
presume che si assomiglino. Ma i loro
geni dimostrano il contrario. Di tutti gli
umani, gli australiani sono i più diversi
dagli africani ma i più simili ai nostri
vicini, i sud est asiatici”.61
Darwinismo: Arma Sociale
lcune aziende farmaceutiche testano i loro prodotti su
cittadini africani, asiatici, sudamericani e dell’Europa
dell’Est e, durante il corso degli esperimenti, violano le
leggi morali e professionali. Nel 1996, vi fu il caso di una decenne
di 18.5 kg residente nella città nigeriana di Kano, vittima di dolori
causati dalla meningite. All’epoca, una famosa azienda farmaceuti-
ca americana stava testando un antibiotico (che non era stato au-
torizzato alla vendita) sui bambini di un accampamento che aveva
insediato. Il farmaco in questione valeva molto per l’industria : la
borsa aveva stimato che, una volta consentitone l’uso da parte del-
la Food and Drug Authority, l’azienda avrebbe guadagnato 1 mil-
iardo di dollari all’anno. L’azienda non aveva trovato soggetti su
cui testare il farmaco in America e, per questo, si era recata a Kano.
I medici dell’azienda cominciarono a somministrare alla
ragazza una dose giornaliera sperimentale di 56 mg. Il terzo giorno
la ragazza morì. Alcuni reportage del “Washington Post”
mostrarono che i test farmacologici stavano aumentando in Africa,
Asia, Europa dell’Est e Sud America. Con lo scopo di eludere le re-
gole ferree della FDA americana, alcune aziende iniziarono a col-
laborare con i medici di quei paesi e decine di migliaia di cittadini
dei paesi del Terzo Mondo vennero utilizzati negli esperimenti
come porcellini d’India. Per quanto un portavoce dell’azienda in
questione affermasse che gli esperimenti avevano ricevuto il per-
messo necessario, gli esperti asserirono che nel caso del trattamen-
to della meningite in Nigeria fosse stato condotto, sotto vari aspet-
ti, violando l’etica e i regolamenti medici. Sebbene esperimenti del
genere durino almeno un anno, quello in Nigeria durò solo sei set-
timane. In America, ai malati di meningite generalmente venivano
iniettati per endovena farmaci a effetto rapido, ma alla ragazza
106
Harun Yahya (Adnan Oktar)
107
nigeriana venne data una medicina per via orale che non era mai
stata testata sui bambini. In caso di effetti negativi nei test di
questo genere, la somministrazione del farmaco dovrebbe essere
interrotta immediatamente e se ne dovrebbe utilizzare un altro.
Ma l’azienda continuò a dare alla ragazza lo stesso farmaco fin
quando morì.
L’azienda non ricevette mai l’autorizzazione per somminis-
trare il farmaco ai bambini. In America, l’uso fu ristretto agli adul-
ti fintanto che causò decessi o problemi ai reni e venne completa-
mente proibito in Europa. Ciò dimostra quanto, in realtà, fosse
pericoloso.1
opo la pubblicazione di L’origine della specie, vari darwin-
isti esaltati cominciarono a cercare “l’anello mancante” nel-
la cosiddetta evoluzione umana. Gli evoluzionisti razzisti
credevano che gli aborigeni nativi dell’Australia rappresentassero
una delle fasi primitive dell’evoluzione umana. Per provare ques-
ta idea sbagliata, cominciarono a disseppellire le tombe degli
aborigeni e a venderne le salme ai musei europei e americani. Nel
1991 nel settimanale australiano “The Bulletin” apparvero rive-
lazioni scioccanti per mano di David Monaghan.2 Questi lavorò al-
la storia per 18 mesi svolgendo delle ricerche a Londra e pro-
ducendo un documentario intitolato “Darwin’s Body Snatchers”
(“ladri di corpi” di Darwin), che andò in onda in Inghilterra l’8 ot-
tobre del 1990. Alcune delle informazioni che fornì Monaghan:
Anche gli evoluzionisti statunitensi furono coinvolti in ques-
ta “industria” fiorente di esemplari di “subumani”. Lo
Smithsonian Institution di Washington possiede i resti di 15.000
individui di varie razze. [Gli esemplari raccolti, naturalmente,
non erano per nulla esseri umani di razze inferiori, come affer-
mato, ma umani di razze e origini etniche diverse con differenti
strutture psicologiche].
Le pratiche dis-criminatorie controgli autoctoni aus-traliani continuano an-cora oggi. La fotosovrastante mostra ungruppo in rivolta contro laconfisca dei terreni.
Insieme ai conservatori di museo di tutto il mondo, in questo
esteso commercio tra sciacalli, furono coinvolti alcuni dei nomi
più importanti della scienza inglese.3 Tra questi, Sir Richard
Owen, l’antropologo Sir Arthur Keith e lo stesso Charles Darwin.
Si è scoperto che Darwin aveva richiesto dei crani di tasmaniani
sebbene ne fossero rimasti solo quattro aborigeni purosangue.
Egli sperava di ottenerli ma “solo se la sua richiesta non avesse
“scosso” i loro sentimenti”. Ai musei non interessavano solo le os-
sa, ma anche le pelli. Una volta riempite, avrebbero fornito delle
“vetrine” evolutive interessanti.
Erano richiesti anche i cervelli degli aborigeni sotto spirito
per cercare di provare che fossero inferiori a quelli dei bianchi.
Dalle prove scritte non c’è dubbio che molti dei campioni
“freschi” erano stati ottenuti semplicemente uscendo fuori e ucci-
dendo gli aborigeni.
108
Harun Yahya (Adnan Oktar)
109
In particolare, nello scandalo fu pesantemente coinvolto
Edward Rasmay, conservatore del museo australiano di Sidney
per vent’anni (dal 1874). Egli aveva pubblicato un opuscolo mus-
sale in cui gli aborigeni comparivano con la definizione di “ani-
mali australiani”. Nel libricino non solo c’erano istruzioni su
come saccheggiare le tombe, ma anche su come suturare le ferite
di arma da fuoco nei “campioni” uccisi. Molti collezionisti in-
dipendenti lavorarono sotto la sua guida. Quattro settimane dopo
aver chiesto crani di neri, Bungee (Russell River), un giovane stu-
dente di scienze gliene inviò due, sottolineando che i proprietari,
gli ultimi della loro tribù, erano appena stati uccisi.4
Un’evoluzionista tedesca, Amelie Dietrich andò in Australia
chiedendo ai proprietari delle stazioni di uccidere gli aborigeni
per farne dei campioni, in particolare ricavarne la pelle per riem-
pire e allestire il museo dei suoi datori di lavoro.5
Un altro studio che documenta questi maltrattamenti e mas-
sacri inflitti agli aborigeni è il libro: White Australia: A
Documentary History of the Attitudes Affecting Official Policy
and the Australian Aborigine 1697–1973 edito da Sharman Stone,
ministro parlamentare del Ministero australiano del patrimonio e
dell’ambiente. A parte pochi commenti dell’editore, questo libro è
costituito da documenti quali resoconti parlamentari, rapporti
d’esame, lettere a editori e reportage antropologici.
Nel 1859 L’origine della specie di Charles Darwin rese popo-
lare l’idea di evoluzione biologica (e quindi sociale). “Gli studiosi
cominciarono a trattare la civilizzazione come un processo unilin-
eare con razze capaci di salire e scendere una scala progressiva.
Gli europei erano i più “adatti a vivere”. [Gli aborigeni] erano
destinati a morire secondo una “legge naturale”, come il dronte e
il dinosauro. Questa teoria, supportata dai fatti alla mano, venne
protratta fino al ventesimo secolo quando si notò che la razza dal-
la pelle scura si stava riproducendo. Fino a quel momento poteva
essere utilizzata per giustificarne l’abbandono e l’omicidio”.6
Darwinismo: Arma Sociale
Come sottolinea l’editore, alcuni darwinisti europei fecero
figurare la morte degli aborigeni come prova che questa razza era
condannata a sparire per via della “legge naturale”. Nel XX seco-
lo, tuttavia, si provò che quelle presunte prove non avevano alcu-
na validità. Gli aborigeni erano morti non per una legge di natu-
ra ma per i maltrattamenti ricevuti. Naturalmente, ci si rese conto
che la affermazioni darwiniste erano false anche quando si os-
servò che stava aumentando il numero dei neri.
Le risposte date da un poliziotto a un’indagine eseguita dal-
la Royal Commission nel 1861 servì a chiarire come fossero natu-
rali, a quel tempo, i fondamenti razzisti e i maltrattamenti degli
aborigeni. All’agente venne chiesto:
“E se non punissimo i neri, questi la prenderebbero come
un’ammissione di debolezza?”
“Sì, è esattamente ciò che penso”
Una domanda riguardo a qual è la razza più forte – se sot-
tostessimo a loro, ci disprezzerebbero?
Sì.7
Secondo il resoconto di Stone, una relazione giornalistica del
1880 diceva:
“Nulla di ciò che possiamo fare altererà le enigmatiche e im-
mutabili leggi che guidano il nostro progresso in questo globo. Per
mezzo di queste leggi, le razze autoctone dell’Australia sono state
condannate con l’arrivo dell’uomo bianco, e la sola cosa che ci è
concessa di fare è aiutare a farli fuori con la minor crudeltà possi-
bile. Dobbiamo dominare i neri con la paura”.8
Queste righe rivelano, ancora una volta, la ferocia nel cuore
della prospettiva darwinista sociale. Quella gente veniva vista co-
ma specie animale e trattata come nessuno tratterebbe un ani-
male, solo a causa della pelle di un colore più scuro e perché
possedeva certe caratteristiche fisiche differenti (un’altra prova
della crudeltà dei darwinisti sociali). Una lettera a un quotidiano,
datata 1880, descrive l’oppressione degli aborigeni:
110
Harun Yahya (Adnan Oktar)
111
Sir Douglas Nicholls, il primo indigenoaustraliano a essere investito cavaliere,e sua moglie.
“In parole spicciole, è così che trattiamo
gli aborigeni. Nell’occupare nuovi terri-
tori gli aborigeni vengono trattati esatta-
mente nello stesso modo delle bestie sel-
vagge o degli uccelli che possono trovarvi
i colonizzatori. Le loro vite, le proprietà, le
reti, le canoe […] vengono requisite dagli eu-
ropei che le tengono a loro completa dispo-
sizione. Vengono privati dei beni, dei bambini,
delle donne, totalmente a capriccio dell’uomo bianco. Alla resisten-
za si risponde con pallottole di un fucile…[Chi] vuole divertirsi, uc-
cide, stupra e deruba i neri senza impedimenti o limitazioni. Non
solo sono stati lasciati incontrollati, ma per di più il governo della
colonia è stato sempre disposto a salvarli dalle conseguenze dei
loro crimini”.9
Ciò che è stato raccontato qui rappresenta solo una minima
parte del lato oscuro del darwinismo sociale, ma basta a dare
un’idea della portata gigantesca dei disastri che l’ateismo e il dar-
winismo hanno apportato all’umanità.
1 Stephens J., “The Body Hunters:As Drug Testing Spreads, Profits and Lives Hang
in Bilance”, “Washington Post”,, December 17, 2000.
2 David Monaghan, “The Body-Snatchers,” “The Bulletin”, November 12, 1991, pp.
30-38
3 Ibid., pag .33
4 Ibid., pag.34
5 Ibid., pag.33
6 Sharman Stone, Aborigines in White Australia: A Documentary History of the
Attitudes Affecting Official Policy and the Australian Aborigine 1697–1973,
Melbourne: Heinemann Educational Books, 1974
7 Ibid., pag.83
8 Ibid. pag.96
9 Ibid., pag.93
112
113
114
econdo la teoria della ricapitolazione proposta dall’ateo ed
evoluzionista tedesco Ernst Haeckel, gli embrioni in fase di
sviluppo ripetono il processo evolutivo subito dai loro presunti ante-
nati. Questa teoria sostiene che durante lo sviluppo nel ventre mater-
no, l’embrione umano mostra dapprima caratteristiche da pesce, poi
da rettile prima di trasformarsi in un bebè. Per lunghi anni ciò divenne
la prova della teoria dell’evoluzione, ma infine diventò nient’altro che
frutto di immaginazione, senza alcun fondamento scientifico.1
Per provare la sua presunta teoria non scientifica, Ernst Haeckel falsi-
ficò i disegni, cercando di far assomigliare gli embrioni umani a quel-
li dei pesci. Quando il suo imbroglio fu smascherato, si difese dicen-
do che altri evoluzionisti si erano comportati in modo similare.2
Lo scenario immaginario che Haeckel aveva sostenuto con disegni fal-
sificati, gettò apparentemente la base scientifica per il razzismo in
gran parte dei paesi, particolarmente in Germania.
Secondo le affermazioni della teoria della ricapitolazione, i tratti
posseduti da un umano nella fase embrionale o nella prima infanzia
sono ereditati dagli antenati evolutivi adulti. Ad esempio, Haeckel e i
suoi seguaci sostenevano che un bambino “civilizzato” possedesse la
stessa intelligenza e le caratteristiche comportamentali di un adulto
“selvaggio”, e utiliz-
zarono queste affer-
mazioni per provare la
superiorità della raz-
za bianca. In Questa
idea della vita:la sfi-
Ernst Haeckel e i suoi frau-dolenti disegni
115
da di Charles Darwin, Stephen Jay Gould riassume il supporto che la
teoria della ricapitolazione diede al razzismo:
“La ricapitolazione fu l’argomento favorito di Haeckel… La usò per
attaccare l’aristocratica pretesa del nostro status particolare tra gli es-
seri viventi (non siamo forse tutti pesci durante lo sviluppo embri-
onale?) e per ridicolizzare l’immortalità dell’anima (dove sarebbe in-
fatti l’anima quando, da embrioni, somigliamo a dei vermi?).
.....Herbert Spencer scrisse che “i caratteri intellettuali dei non civiliz-
zati...sono ricorrenti nei bambini dei civilizzati”. Carl Vogt si espresse
più drasticamente, nel 1864: “per quanto riguarda le sue facoltà intel-
lettuali, il negro cresciuto ha un po’ l’aspetto del bambino...”.3
Naturalmente, questa idea avanzata da Spencer, Vogt e altri non riflet-
teva in alcun modo la verità. La stessa scienza ha invalidato quelle af-
fermazioni che sono poi state abbandonate del tutto. In Il pollice del
panda : riflessioni sulla storia naturale, Gould scrive:
“Questa teoria, nota con il termine impronunciabile “l’ontogenesi ri-
capitola la filogenesi” sosteneva che, nel loro sviluppo embrionale,
gli animali più eminenti passassero attraverso una serie di fasi rapp-
resentanti, in sequenza, le forme adulte di creature ancestrali più in-
significanti. La ricapitolazione fornì l’obiettivo adatto per il pervasi-
vo razzismo degli scienziati bianchi”.4
Il Professor George Stein, direttore dell’International Security Studies
Core at the Air War College, pubblicò un articolo intitolato “Biological
Science and the Roots of Nazism” nella rivista “American Scientist”.
Scrisse: “In pratica, Haeckel e i suoi seguaci darwinisti sociali avan-
zarono l’idea che sarebbe diventata il presupposto centrale del social-
ismo nazionale”5, riassumendo quindi la relazione fatale tra Haeckel,
darwinismo sociale e razzismo.
1 Thompson K. S., “Ontogeny and Phylogeny Recapitulated”, “American Scientist”,
vol. 76, May/June 1988, p. 273
2 Francis Hitching, The Neck of the Giraffe: Where Darwin Went Wrong, Ticknor and
Fields, New York:,, 1982, p. 204
3 Gould S. J., Questa idea della vita: la sfida di Charles Darwin
4 Gould S. J., Il pollice del panda : riflessioni sulla storia naturale, Mondadori-De
Agostani, Novara, 1995
5 Stein G. S., “Biological Science and the Roots of Nazism”, “American Scientist”, vol.
76, Jan/Feb. 1988, p. 56
IIll nnuuoovvoo iimmppeerriiaalliissmmoo ee iill ddaarrwwiinniissmmoo ssoocciiaallee
Il colonialismo cominciò a espandersi in Europa nel XVI se-
colo, molto prima di Darwin. Alla stregua del razzismo, però, il
colonialismo acquisì forza con la teoria di Darwin, diventando
un nuovo obiettivo. Specialmente dopo la rivoluzione industri-
ale, i fini commerciali alimentarono la fame di potere degli stati
europei che, alla ricerca di nuovi mercati e di materie prime,
presero a sfruttare i paesi di altri continenti. Le iniziative impe-
rialiste del XIX secolo, però, si basavano su altri stimoli ed è
questa la ragione per cui si parla di “nuovo imperialismo”.
116
Le idee del darwinismo sociale condizionarono la nuova
visione imperialista del mondo, soprattutto l’aspetto della su-
periorità. Raggirati da questa nuova politica, inglesi, francesi,
tedeschi e altre nazioni in combutta fra loro, si precipitarono al-
la conquista di nuove terre per acquisire il titolo di Nazione più
potente nella corsa alla supremazia.
Furono anche spinti dall’idea errata di provare la loro su-
periorità sulle altre razze. Gli anglosassoni e gli ariani pen-
sarono che fosse un loro diritto naturale quello di poter as-
sumere il controllo su africani, asiatici e australiani, (popo-
117
Quadro di Adam Willaerts che ritrae una nave ingleseche salpa per le Indie orientali.
118
Sopra: Processione della famiglia reale inglese in India sotto il con-trollo del governo coloniale inglese. Sotto: L’arrivo della forze britanniche per occupare le terre palestine-si sulla scia dell’Impero ottomano. Sotto il governo ottomano laPalestina aveva vissuto nella pace e nella sicurezza per centinaia di anni, ma l’amministrazione coloniale portò con sé caos, conflitto eoppressione.
lazioni ritenute di “razza inferiore”) e di sfruttarne la forza la-
voro e le risorse naturali. “L’imperialismo del XIX secolo si
sviluppò più come risultato degli obiettivi darwinisti che non
per motivi economici”.62
Nell’edizione del 1964 dell’Enciclopedia Britannica si legge:
“Questo nuovo periodo di imperialismo alla fine del XIX secolo
trovò supporto spirituale nel Bismarckismo e nel darwinismo so-
ciale, in tutte le teorie inneggianti al potere e al successo, che ave-
vano travolto l’Europa […] Le teorie razziali sembravano dare a
questo atteggiamento, contrapposto a tutti i valori di moralità
tradizionali [ad ex cristiani], una giustificazione “scientifica” e
“naturale”, la convinzione di stare quasi diventando la fede dom-
inante del periodo”. 63
Sono in molti i ricercatori e gli autori che concordano che il
darwinismo sociale rappresenti la fonte del nuovo colonialismo
del XIX secolo. Infatti, in Darwin and the Darwinian Revolution, la
docente di storia, Gertrude Himmelfarb, sullo stretto legame tra
razzismo darwinista sociale e imperialismo, afferma:
“Il darwinismo sociale è stato spesso interpretato in questo sen-
so: come una filosofia inneggiante alla competizione, al potere e
alla violenza a discapito della convenzione, l’etica e la religione.
È divenuto, quindi, un incrocio di nazionalismo, imperialismo,
militarismo e dittatura, del culto dell’eroe, del superuomo e del-
la razza suprema”.64
Il ben noto storico tedesco Hans-Ulrich Wehler descrive
questo aspetto del darwinismo sociale in questi termini:
“ [il darwinismo sociale] fece sì che le aspirazioni emancipatrici
dei lavoratori e dei coloni venissero ignorate perché ritenute
proteste inutili di soggetti inferiori nella lotta all’esistenza.
Dotata di un’aura di conoscenza scientifica “inconfutabile”, fu
questa versatilità di applicazione a dare potere al darwinismo so-
ciale riguardo agli interessi dominanti. In qualità di ideologia,
risultò virtualmente ideale per giustificare l’imperialismo, [e]
Harun Yahya (Adnan Oktar)
119
Darwinismo: Arma Sociale
venne tenuta in vita da una schiera di divulgatori nelle nazioni
industrializzate”.65
Si possono riscontrare idee darwiniste sociali a favore del-
l’imperialismo tra le righe del libro del generale tedesco
Friedrich Von Bernhardi (ormai in pensione) Britain as
Germany’s Vassal, pubblicato nel 1912:
“Nell’interesse della civilizzazione del mondo è nostro dovere al-
largare l’impero coloniale tedesco. Per fare ciò, possiamo soltan-
to unire i tedeschi in tutto il mondo a livello politico, o per lo
meno nazionale, perché solo allora riconosceranno che la civiltà
tedesca è l’elemento fondamentale nel progresso umano.
Dobbiamo trovare il modo di conquistare nuovi territori in tutto
il mondo con tutti i mezzi in nostro potere, perché dobbiamo
preservare alla Germania i milioni di tedeschi che nasceranno in
futuro, e dobbiamo provvedere al cibo e al lavoro. Dovranno es-
sere capaci di vivere sotto un cielo tedesco e condurre una vita
tedesca 66
La brama di conquistare nuovi territori causò la nascita di
conflitti tra gli stessi paesi imperialisti. L’idea dell’esistenza di
“razze inferiori”, basata sugli errori del darwinismo, portò a
crudeltà enormi. Con il pretesto di apportare civiltà alle terre
conquistate, gli imperialisti non inflissero altro che dolori e sof-
ferenze.
DDaarrwwiinniissmmoo ssoocciiaallee ee ccoonnfflliittttii ttrraa rraazzzzee Lo scambio culturale tra razze, tribù e nazioni diverse, è uno
degli aspetti della loro creazione sulla Terra per volontà di Allah
che, nel Corano, rivela di aver creato diverse società umane
“affinché voi conosceste a vicenda”. (Surat al-Hujurat, 13)
Stando alla visione del mondo del darwinismo sociale gli
esseri umani esistono non per conoscersi ma per lottare. Di con-
seguenza, l’impulso più importante per il progresso umano è il
120
conflitto fra le razze e le nazioni. Le supposizioni irrazionali del
darwinismo sociale indicano che si devono effettuare delle
nuove scoperte per risultare vittoriosi nel conflitto tra le razze.
Ne risulterà che i “civilizzati” e i “superiori” si classificheranno
per primi e l’umanità progredirà. Indicare che si arriverà al pro-
gresso uccidendo e massacrandosi a vicenda, perseguitando e
opprimendo gli altri non è altro che barbarie.
A volte possono verificarsi problemi e incomprensioni, ma
tutte le difficoltà si possono risolvere con mezzi pacifici.
Immaginare di risolvere tutto con la violenza rende le difficoltà
in questione ancora più insormontabili. Come già detto più
volte, è giustificabile che le nazioni prendano delle precauzioni
per tutelare gli interessi futuri, ma è illogico e contro ogni buona
coscienza attuare una politica che ignori i diritti delle altre
nazioni o credere che gli interessi di un Paese si ottengano dis-
truggendo quelli degli altri.
Gli evoluzionisti d’oggi tentano di far figurare Darwin
“umano” e contrario al
razzismo ma, in realtà,
fu un fautore della lot-
ta tra le razze e avanzò
la menzogna che, dal
conflitto, sarebbe stata
la razza bianca “civi-
lizzata” (secondo la
sua opinione) a uscirne
vittoriosa. In L’origine
dell’uomo si legge
quanto segue:
“Quando le nazioni civi-
lizzate entrano in contat-
121
Le popolazioni africane furono sfruttate per anni dagli occidentaliche credevano nelle menzogne darwiniste.
Darwinismo: Arma Sociale
to con i barbari, la lotta è breve,
eccetto in quei luoghi dove il clima
implacabile gioca a favore degli autoc-
toni […] Il loro grado di civilizzazione
sembra un elemento molto importante
nel successo delle nazioni in competizione”.67
Sparsi per il libro si trovano riferimenti al conflitto tra “sel-
vaggi” e “civilizzati” sottolineando che questi ultimi vinceran-
no sui primi. Basandosi su queste supposizioni del tutto prive
di logica, Darwin gettò le basi per il caos e la sofferenza che si
sarebbero perpetrati per quasi un secolo.
122
Molti darwinisti che vennero dopo di lui, trattarono il con-
flitto razziale come un fatto scientifico. A tal proposito, ricor-
diamo National Life from the Standpoint of Science di Karl Pearson,
teorico dell’evoluzione del XIX secolo e seguace di Francis
Galton, che rivela la visione dei contemporanei sul conflitto in-
terrazziale e le cause celate dietro il nuovo imperialismo. Come
altri darwinisti sociali, Pearson affermava che il conflitto razz-
iale fosse necessario e che la lotta all’interno di una singola raz-
za non bastasse per l’evoluzione. Ecco alcune delle sue affer-
mazioni prive di qualsiasi verità scientifica:
Harun Yahya (Adnan Oktar)
123
La Guerra Civile americana (1861-1865) tra gli stati delNord, che chiedevano di abolire la schiavitù, e quelli delSud che si opponevano. L’idea della superiorità della razzabianca divenne un casus belli e per quattro anni i concitta-dini combatterono fra loro. Quando vinse il Nord, la schiavitù fu abolita negli USA
Darwinismo: Arma Sociale
“Ciò che ho asserito sul bestiame di bassa qualità, a mio modo di
vedere, si addice anche per le razze inferiori dell’uomo.
Per quanti secoli, quante migliaia di anni i cafri o i neri hanno
posseduto ampie regioni in Africa senza che i bianchi si
intromettessero? Ma le loro lotte intertribali non hanno ancora
prodotto una civiltà nemmeno paragonabile a quella ariana. Si
può nutrire ed educare il bestiame come si vuole, ma non credo
che si possa riuscire a modificarlo. La storia mi mostra un modo,
l’unico modo, in cui si sia formato un alto stato di civilizzazione,
ossia tramite la lotta di una razza contro un’altra e la soprav-
vivenza della razza fisicamente e mentalmente più adatta”.68
Affermazioni del genere offrirono all’imperialismo un
sostegno presumibilmente scientifico. Gli europei che occupa-
vano il continente africano e gran parte dell’Asia, oltre a perse-
guitare le popolazioni autoctone, diffondevano l’idea che la loro
invasione si basasse sulla legge della natura e che fosse il solo
modo per il progresso dell’umanità. (Che queste affermazioni
fossero false fu provato in seguito dai progressi successivi nel
mondo scientifico). Secondo Pearson le guerre precedentemente
condotte in modo inconsapevole, da quel momento dovevano
essere dichiarate in maniera consapevole e pianificata:
“Esiste una lotta tra razze e tra nazioni. Ai primordi, si trattava di
una battaglia di tribù barbariche condotta in modo cieco e incon-
sapevole. Oggigiorno, nel caso dell’uomo bianco civilizzato, è di-
venuto il tentativo sempre più consapevole e ben gestito della
Nazione di adattarsi a un ambiente in continua evoluzione. La
Nazione deve prevedere come e quando verrà portata avanti la
battaglia […] Vi chiedo di considerare la Nazione come un in-
sieme organizzato in continua lotta con altri paesi attraverso la
forza delle armi o processi economici e commerciali. Vi chiedo di
considerare questa battaglia come un bene e non un male; è la fonte del
progresso umano di tutta la storia dell’uomo”.69
124
Nel XIX secolo si diffuse in gran parte del mondo l’ idea
perversa che il conflitto tra razze e nazioni fosse un cammino
verso il progresso e che le altre razze e nazioni, oltre alla pro-
pria, fossero “inferiori”. Alcuni europei imperialisti si compor-
tarono in modo spietato verso gli abitanti delle terre che con-
quistavano. Dalle misure adottate, fu evidente che consid-
erassero quella gente debole e inferiore. Li denigravano e si rifi-
utavano di accettarli come esseri umani che godevano di uguali
diritti. Il nuovo imperialismo del XIX secolo fu un’implemen-
tazione su scala mondiale del darwinismo sociale.
Una delle ragioni per cui le idee darwiniste ricevettero un
supporto così ampio fu il distacco degli europei dell’epoca dai
valori morali religiosi che invitano gli uomini a vivere in pace.
Allah ha comandato loro di essere tolleranti e di perdonare il
prossimo. Rivoluzionare l’ordine del mondo e incitare alla guer-
ra e al conflitto sono mali che, al cospetto di Allah, recano pe-
santi responsabilità. Nostro Signore ha rivelato di non amare la
corruzione e il male inflitto alla gente:
“quando ti volge le spalle, percorre la terra spargendovi la cor-
ruzione e saccheggiando le colture e il bestiame. E Allah non
ama la corruzione”. (Surat al-Baqara, 205)
PPrraattiicchhee ffeerrooccii nneellllee ccoolloonniieeLe idee darwiniste degli invasori si trasformarono in
politiche contro le popolazioni native. Le amministrazioni le
consideravano primitive, forma di vita intermedie e in-
fliggevano loro sofferenza, distruzione e desolazione. Il darwin-
ismo sociale fu uno dei fattori chiave in queste politiche spietate
delle nazioni. Come già visto, questi provvedimenti adottati da
alcuni paesi, che nella loro ignoranza si reputavano superiori
Harun Yahya (Adnan Oktar)
125
Darwinismo: Arma Sociale
agli altri, acquisirono una falsa legittimazione attraverso il dar-
winismo sociale. Questi paesi si sentivano giustificati nel-
l’adottare simili politiche che servivano solo ad accrescere la
loro avidità e aggressività.
Ne costituiscono un esempio interessante le guerre del-
l’oppio. La Gran Bretagna cominciò a vendere oppio alla Cina
nei primi anni del 1800, sebbene, all’epoca, nel proprio territo-
rio ne proibiva la produzione, la vendita e il consumo. La classe
inglese al potere, che proteggeva scrupolosamente la propria
gente da questa piaga, riuscì presto a far assuefare i cinesi al-
l’oppio. Dopo che suo figlio morì per eccessivo consumo d’op-
pio l’imperatore decise di bloccarne l’importazione nel Paese e
venne inviato un funzionario del governo, Lin Zenu (Lin Tse-
Hsü) a Canton (il porto più grande della Compagnia delle Indie
Orientali) per mettere fine al commercio. I mercanti inglesi non
accettarono la decisione di buon grado e Zexu fece chiudere i
depositi. A questo punto intervenne l’esercito inglese. I cinesi
furono costretti ad accettare un trattato umiliante che legittima-
va il commercio d’oppio in Cina. Lin Zexu venne rimosso dal-
l’incarico e mandato in esilio.
I portoghesi, a loro volta, esercitarono la loro “superiorità”
schiavizzando gli autoctoni. Li rapivano dalla loro colonia di
Angola e li “spedivano” per mare come lavoratori “contrattati”
per cinque anni. “Ma solo in pochi riuscivano a sopravvivere
così a lungo da far ritorno in Patria”.70 Nella maggior parte dei
territori occupati, i colonizzatori si appropriavano dei territori e
delle risorse senza porsi scrupoli e li davano alle compagnie o ai
coloni loro connazionali. Non provavano alcuna pietà per la
gente che aveva perdeva la propria terra, anzi, ne sfruttavano la
forza lavoro, i beni e le risorse minerali.
126
Harun Yahya (Adnan Oktar)
127
Dai territori conquistati gli inglesi importavano materie
prime quali cotone, tè e minerali che lavoravano in patria per poi
rivendere i prodotti ad alto costo nelle colonie. In Inghilterra si
lavorava il cotone proveniente dall’India, Paese in cui era proibi-
ta la vendita di cotone indiano. In altre parole, potevano utiliz-
zare soltanto il cotone venduto dagli inglesi. L’altra cosa che
potevano comprare era il sale, sempre prodotto dagli inglesi.
Un’altra pratica del nuovo imperialismo consisteva nello
sminuire e nel comportarsi in modo irrispettoso nei confronti
dei governanti dei paesi colonizzati. Questo fatto era successo
anche in passato, dall’epoca di Elisabetta I a Napoleone. L’idea
di ritenersi superiori si rafforzò nell’Europa del XIX secolo sfo-
ciando nell’ insolenza e nella maleducazione dei governanti
verso gli ex leader stranieri.
Gli imperialisti darwinisti giustificavano la loro coloniz-
zazione adducendo pretese di “superiorità” e di “civiliz-
zazione” rispetto alle nazioni conquistate. Secondo queste affer-
mazioni l’ordine della razza superiore doveva diffondersi in
tutto il mondo e, per il suo progresso, bisognava far sviluppare
quella inferiore. Detto in altri termini, i detentori del potere
colonialista dichiaravano di apportare “civilizzazione” alle terre
conquistate. Ma le loro pratiche e le politiche non riflettevano in
alcun modo il loro essere “ben intenzionati”. Oltre alle idee dar-
winiste sociali, i colonizzatori del XIX e XX secolo portarono
caos, conflitti, paura e umiliazione invece di felicità, cultura e
civilizzazione. Il male che causarono i colonizzatori è superiore
ai benefici che trassero le colonie.
Le parole di Karl Pearson (prive di umanità e compas-
sione) proposte qui di seguito riassumono le idee basate sul
darwinismo:
128
“Quando è in atto, la lotta significa sofferenza, intensa sofferen-
za; ma quella lotta e quella sofferenza sono stati i mezzi tramite
cui l’uomo bianco ha raggiunto l’attuale livello di sviluppo;
mostrando come prova che non vive più nelle caverne e non si ci-
ba di radici né di noci. È questa dipendenza del progresso dalla
sopravvivenza della razza più adatta, terribilmente empia come
potrebbe apparire ad alcuni di voi, a garantire alla lotta per l’e-
sistenza una connotazione accettabile; è un crogiolo incandes-
cente da cui esce il metallo più prezioso. Uno può sperare che ar-
Immagine del Congo sotto il dominio coloniale francese. Le popo-lazioni indigene della giungla furono assassinate perché consider-ate dai bianchi una specie animale.
rivi il momento in cui la spada diventi vomere, che i commer-
cianti americani, tedeschi e inglesi smettano di farsi concorrenza
nei mercati mondiali per le materie prime o le risorse alimentari
che forniscono e che l’uomo bianco e quello nero condividano la
terra e la dissodino insieme. Ma credetemi, quando arriverà quel
giorno il genere umano non progredirà più, non si potrà far nul-
la per la fertilità delle razze inferiori, la spietata legge dell’eredità
non sarà controllata né guidata dalla selezione naturale. L’uomo
si fossilizzerà […] Il cammino del progresso è cosparso di resti
delle nazioni; ovunque vi sono tracce [dei resti massacrati] di
Harun Yahya (Adnan Oktar)
129
Sopra: La Regina madree Re Prempeh, leaderdella tribù africanaAstanti, in fase di sot-tomissione alle truppeinglesiA sinistra: Il trattamentoinflitto agli indigeni aus-traliani.
Darwinismo: Arma Sociale
130
razze inferiori e di vittime che non hanno trovato la retta via per
la perfezione. Queste persone sono, in verità, i gradini su cui è
salito il genere umano verso la vita più intellettuale ed emotiva-
mente più profonda d’oggi.”71
Questa “visione del mondo” secondo cui molti paesi sono
inferiori e che considera la sofferenza e la morte necessarie al
raggiungimento dell’evoluzione, rappresenta un pericolo per
l’umanità. Se gli individui uniscono le proprie forze per rappre-
sentare un’idea come fatto scientifico, non importa quanto ques-
ta sia pericolosa, illogica e priva di fondamento scientifico,
presto quest’idea, e le rispettive conseguenze, verranno ac-
cettate da chi non è abbastanza informato in materia. È questo il
vero pericolo che comporta il darwinismo. La gente che ha cre-
duto ai concetti di “lotta per la sopravvivenza” e “conflitto tra
Cerimonia militare inglese in India
131
In alto: esercito britannico che reprimebrutalmente gli indiani che chiedono la lib-ertà A sinistra: Principe Edoardo, duca diWindsor, riceve i regali del Maharajah diKoihayurSotto: Zulu intrattengono le truppe inglesiche celebrano il compleanno della ReginaVittoria con la corsa al saccoIn basso: Un soldato inglese mentre se-leziona i soldati dell’esercito indiano.
132
Nel 1827, i francesi occupano l’Algeria. Come parte della mentalità colo-nialista dell’epoca, per i francesi le altre nazioni erano di seconda classee costruirono un sistema basato sull’oppressione e la violenza contro glialgerini. Dapprima, bandirono l’istruzione e l’uso della lingua araba. Poi,
dal punto di vista economico, l’Algeria venne resa total-mente dipendente dalla Francia. Chi si opponeva veni-va massacrato brutalmente. Sotto: immagine che ritrae la tortura e il maltrattamen-to degli algerini.
133
razze inferiori e superiori” ha compiuto azioni spietate paran-
dosi le spalle con affermazioni del genere (o hanno taciuto men-
tre le facevano altri). Il risultato è stata la comparsa di dittatori
aggressivi e cruenti quali Hitler, Mussolini e Franco le cui parole
venivano applaudite da milioni di individui. E, a causa di quelle
ideologie crudeli, decine di milioni di persone hanno vissuto e
sono morte nel dolore, nella paura e nella sofferenza.
134
135
Riquadro a sinistra: Nebraska 1919:un gruppo di 5000 bianchi assedi-ano il palazzo di giustizia e cattura-no un prigioniero nero, lo maltrat-tarono senza senso, lo ucciserocon più di mille spari e poi ne bruciarono il corpo. Immagine grande: Indiana 1930:due neri, Thomas Sip e AbrahamSmith, vengono linciati. Migliaia dibianchi, armati di mazze da base-ball, picchiano a morte i due primadi impiccarli. Negli anni ’30 comin-cia a crescere il Ku Khux Klan.Questi linciaggi sono solo un es-empio di centinai di episodi di odioe crudeltà dovuti al razzismo.
Darwinismo: Arma Sociale
136
DDaarrwwiinniissmmoo ssoocciiaallee ee gguueerrrraaL’idea ingannevole che il conflitto razziale portava al pro-
gresso delle nazioni gettò le basi anche per le guerre. Prima del-
la Prima Guerra Mondiale, quando il darwinismo sociale era
ampiamente diffuso, la guerra veniva considerata il “mezzo più
appropriato” per l’eliminazione dei deboli e l’estirpazione dei
“fardelli”, la sopravvivenza dei forti e lo sviluppo della razza
umana.
Nel corso della storia sono state combattute molte guerre (in
genere svolte entro certi limiti e senza ledere i civili), tra gli es-
erciti dei paesi in contrasto. Quelle dichiarate in nome del dar-
winismo sociale, invece, avevano come obiettivo i civili con lo
scopo di eliminare i cosiddetti “inadatti” e i presunti “inferiori”
dalla “popolazione in eccesso”.
Prima della Prima Guerra Mondiale le basi darwiniste della
guerra furono descritte in molti libri e discorsi. Richard Milner,
redattore della rivista del museo americano di storia naturale,
Natural History, sulle idee bellicose darwiniste degli intellettuali
tedeschi dell’epoca scrive:
“Durante la Prima Guerra Mondiale, gli intellettuali tedeschi cre-
devano all’onnipotenza irresistibile (Allmacht) della s e l e z i o n e
naturale, una legge della natura che li incitava a una sanguinosa
battaglia per il dominio. I loro libri di testo militari e politici
promuovevano le teorie di Darwin come basi “scientifiche” di una
ricerca della conquista del mondo, con il pieno appoggio degli
scienziati tedeschi e dei docenti di biologia”.72
In quegli anni, chi si dedicò alla propaganda a favore del
darwinismo sociale, fu il generale F. von Bernhardi. Nel suo libro
Germany and the Next War, sostiene che il conflitto sia un obbligo
biologico e il modo migliore per sbarazzarsi degli inadatti: “La
guerra è una necessità biologica di importanza primaria, un ele-
mento regolatore nella vita del genere umano di cui non si può
137
far a meno, poiché, senza, seguirebbe uno sviluppo malsano che
escluderebbe ogni forma di progresso della razza e, quindi, una ve-
ra civilizzazione”.73
L’idea che la guerra sia un “elemento regola-
tore” non può essere giustificato in termini
logici o razionali e nemmeno con fatti sci-
entifici. La guerra è una forza distruttiva
che causa enormi perdite di vite umane
e di beni, comportando alla società ef-
fetti a cui è difficile porre rimedio.
Ragazza polacca a cui venne uccisela sorella dai nazisti nel 1939.
138
Nonostante ciò, quelli che ritenevano che la guerra e i
massacri fossero requisiti irrinunciabili per la cosiddetta civ-
ilizzazione, continuarono a sostenere le proprie idee.
Sempre nel libro di Bernhardi si legge:
“La guerra non è soltanto un elemento necessario nella vita
delle nazioni, ma anche un fattore indispensabile di cultura
in cui un Paese davvero civilizzato trova la più alta espres-
sione di forza e vitalità […] La guerra offre una scelta bio-
logicamente giusta poiché la sua scelta dipende proprio dal-
La teoria darwinista secondo cui il con-flitto è parte essenziale della naturaumana incoraggia la guerra tra lenazioni. Rimane ovvio l’impatto delleguerre sui civili innocenti è devastante
139
140
la natura delle cose […] Non è solo una legge biologica, ma un ob-
bligo morale e, come tale, un indispensabile fattore di civiliz-
zazione”.74
È indubbio che uno dei più grandi errori commessi dai
sostenitori di queste idee fu quello di ritenere che la guerra fosse
compatibile con la natura umana e, pertanto, inevitabile. Secondo
La logica darwinista sociale diede vita alla crudeltà delle occupazioninaziste, durante le quali milioni di russi vennero espatriati per lavo-rare come schiavi e molti altri milioni uccisi senza aver commessoalcun crimine.
141
questo modo di vedere le cose, più la gente dichiara guerra e più
sono il potere e la vitalità che acquisisce. Ma è un’enorme falsità.
Allah ha creato gli esseri umani in modo che fossero felici in tem-
po di pace. Il caos e i conflitti causano tensioni terribili nell’animo
umano. In un clima di pace e sicurezza, raggiungere un progresso
sociale, economico e culturale è più veloce. Nel suo libro Darwin
and the Darwinian Revolution, Gertrude Himmelfarb commenta:
“Per il generale [Bernhardi] i bisogni della guerra venivano
per primi e, in seguito, le imprese imperialiste e gli esperimenti
nazionalisti. Secondo altri valeva il contrario: le aspirazioni impe-
rialiste e nazionaliste si portavano al seguito guerra e militarismo.
Ma c’era anche chi optava per le virtù della guerra senza l’onere
del militarismo o del nazionalismo; questo è il darwinismo sociale
nella sua forma più pura e più disinteressata”.75
Sir Arthur Keith, antropologo evoluzionista e biografo di Darwin,
ammise apertamente di essere a favore del-
la guerra. Sebbene personalmente amasse
l’idea di pace, temeva i risultati di una
sua applicazione alla . Inoltre, predisse
che dopo 500 di pace il mondo si
sarebbe trasformato in un “frutteto
che per intere stagioni non ha
conosciuto il potatoio e che per
un’infinità di anni è insorto con
una fitta vegetazione ”.76
Darwinismo: Arma Sociale
Le parole di Keith indicano quanto le idee di Darwin ren-
dano cattive le persone. Keith credeva che il mondo dovesse es-
sere “potato” di tanto in tanto, che quegli elementi che rallenta-
vano il rafforzamento del mondo dovevano essere tagliati fuori
e gettati via. Stava apertamente supportando la violenza. Il
“potare” a cui si riferiva Keith era la guerra e quelli che mori-
vano (che secondo lui andavano gettati via), erano gli uomini, le
donne e i bambini indifesi. I fautori delle menzogne del dar-
winismo non provavano alcuna compassione per quei poveri
innocenti. La teoria, secondo cui andavano eliminati i deboli
con lo scopo di rafforzare e sviluppare la razza bianca, portò ad
atrocità mai viste prima.
Il darwinismo sociale è una delle ragioni che hanno porta-
to alle guerre, al conflitto e ai massacri che sono continuati sen-
za tregua dal XIX secolo. Come risultato dei costanti appelli di
guerra, anche chi non sapeva nulla del darwinismo sociale,
cadde vittima del suo maleficio.
Nei primi anni del XX secolo, a pensare che la guerra fosse
essenziale non era solo un gruppo marginale di ideologi, ma un
gran numero di giornalisti, accademici, politici e funzionari
statali.77 Queste categorie spalleggiavano l’eliminazione di
donne, bambini, anziani e bisognosi e incitavano lo schiera-
mento di giovani vite sul campo di battaglia per il “beneficio
dell’umanità”.
Anche le alte sfere condividevano questi ideali. Ad esem-
pio, il cancelliere tedesco Theobald von Bethmann-Hollweg
concordava con l’idea, comune tra il ceto medio prima che scop-
piasse la Prima Guerra Mondiale, che il conflitto tra slavi e teu-
toni fosse inevitabile. È ben noto che anche il Kaiser la pensasse
così. Molti storici ritengono che la guerra vista come fattore in-
evitabile e utile per sbarazzarsi delle razze inferiori fu una delle
cause principali dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.
142
143
Il fatto che igiovani sianoobbligati alottare nonos-tante la sof-ferenza checomporta laguerra, rapp-resenta il latooscuro deldarwinismo.
144
Anche il filosofo Friedrich Nietzsche fu uno dei più grandi
sostenitori del darwinismo sociale in Germania. Secondo lui, il
sistema sociale ideale doveva basarsi sul conflitto armato:
“L’uomo verrà addestrato alla guerra e la donna per trastullare
il guerriero, tutto il resto è follia”.79
Per Nietzsche la vita consisteva nel fare la guerra e la guer-
ra racchiudeva tutto.
Hitler, darwinista sociale fanatico e grande ammiratore sia
di Darwin che di Nietzsche, mise in pratica le sue idee bellicose.
Fondendo idee militariste e teoria dell’evoluzione, affermò:
“Tutta la natura è una continua
lotta tra forza e debolezza ed
eterna vittoria dei forti sui
deboli”.80
145
Queste idee lanciate da Hitler e da altri come lui erano il
prodotto di una terribile ignoranza. Coloro che immaginavano
che con la teoria dell’evoluzione stessero fondando il loro pen-
siero militaristico e aggressivo su una base scientifica, non face-
vano altro che raggirare se stessi. Indussero decine di migliaia
di persone a seguirli e a disseminare il mondo di terrore in mo-
do mai visto prima.
Durante la prima Guerra Mondiale i tedeschi utilizzaronol’iprite, violando le regole di guerra. L’immagine ritrae unsoldato inglese ucciso dalla sostanza.
146
Fintanto che non patiscono la guerra, i popoli non possono mai ren-dersi conto quali disastri comporta. Non si deve mai dimenticare chela guerra dissemina dolore, perdite e sofferenza a milioni di innocen-ti. Il modo per costruire un mondo senza guerra né conflitti, pienodi pace e sicurezza è quello di sradicare le ideologie in contrastocon i valori morali religiosi comandati da Allah.
147
148
In un articolo intitolato “The Philosophy and Morals of
War”, Max Nordau (uno dei leader del movimento sionista),
identifica Darwin come uno dei principali sostenitori della
guerra:
“Darwin è stata la più grande autorità di tutti i fautori della guer-
ra. Con la promulgazione della teoria dell’evoluzione, essi pos-
sono coprire la loro barbarie con il nome di Darwin e proclamare
i sanguinari istinti dell’intimo dei loro cuori come l’ultima paro-
la della scienza”.81
In Darwin, Marx, Wagner: Critique of a Heritage, Jacques
Barzun, insegnante di storia alla Columbia University afferma
che Darwin attizzò i fuochi del militarismo ovunque:
“La guerra divenne il simbolo, l’immagine, lo stimolo, la ragione
e il linguaggio di tutte le azioni umane sul pianeta. Chi non ha
letto una ragguardevole porzione di letteratura del periodo 1870-
1914 non ha idea di cosa scateni un lungo incitamento al sangue
[…]I militaristi della seconda metà del secolo poetizzavano la
guerra e se ne beavano al solo pensiero. Con relativa impunità
per se stessi, davano per scontato che tutte le lotte della vita
dovessero essere lotte per la vita e la morte dei perdenti, lo scopo
“naturale”. 82
Furono milioni le persone afflitte dalle idee darwiniste sociali cheinneggiavano alla lotta. Uno degli esempi della grande sofferen-za inflitta dalla guerra sono i bambini che piangevano sui corpidelle loro madri morte ammazzate.
149149
150
Nello stesso libro Barzun descrive come l’Europa, in partico-
lare, cadde sotto l’influenza dei fautori militaristici e razzisti del
darwinismo:
“Tra il 1870 e il 1914 in ogni Paese europeo ci fu un partito di guer-
ra propenso agli armamenti, un partito individualista propenso alla
competizione efferata, un partito imperialista propenso alla libertà
di azione contro la gente arretrata, un partito
socialista propenso al potere e un partito
razzista propenso all’epurazione
Fintanto che non pre-varranno l’amore diAllah, i sentimenti dicompassione, solida-rietà per gli esseriumani che Lui hacreato, l’umanitàcontinuerà a viveresimili tragedie.
151
Afroamericanilinciati nel 1906.
152
degli stranieri (tutti, una volta falliti gli appelli alla gloria e all’a-
vidità, o persino prima, invocarono Spencer e Darwin, cioè scien-
za personificata) […] La razza era biologica, sociologica; dar-
winiana.”83
Questi inganni, identificati e descritti da molti accademici,
spiegano la storia delle guerre, dei massacri e del genocidio del
XX secolo.
Il XX secolo, dominato dalla filosofia darwinistasociale, è passato alla storia come un secolo diguerra e conflitto. Per decenni, le espressioni disofferenza non hanno mai lasciato i volti di milionidi persone.
153
154
In tempo di guerra, a soffrirenon sono solo i civili. I soldaticostretti a lottare come risulta-to di una filosofia che non hainflitto altro che sangue e do-lore nel mondo, fanno parteanch’essi del lato crudele del-la guerra.
155
156
AAll ccoossppeettttoo ddii AAllllaahh llaa ssuuppeerriioorriittàà ssttaa nneellllaa ddeevvoozziioonnee,, nnoonn nneellllaa rraazzzzaa
Una cattiveria simile non è da attribuire solo ai nazisti. Il
razzismo, infatti, ha causato catastrofi terribili in molte parti del
mondo. Centinaia di migliaia di persone furono considerate in-
utili, vennero umiliate e forzate ad abbandonare le proprie case.
Vennero schiavizzate, uccise o lasciate morire, trattate come an-
157
Studenti bianchi attaccano un avvocato nero.Il razzismo è causa di rabbia, odio, aggressione e conflitto. Queglistudenti sono così lontani dal sentimento di umanità da uccidere uninnocente solo per il colore della pelle. Vivono, consapevolmente oinconsapevolmente, sotto l’influenza del darwinismo. In alto: Alabama 1930: un passeggero di autobus. Sul retro del veico-lo c’era una parte riservata ai neri chiamata “passeggeri di colore”.
158
Harun Yahya (Adnan Oktar)
159
imali e utilizzate come cavie da laboratorio. In
questo libro sono riportati solo pochi esempi di
crudeltà e violenza rispetto a tutti quelli documen-
tati nella storia.
Innanzitutto va accuratamente esplicata la
struttura sociale prevista dal darwinismo. Al pari
delle altre teorie materialiste, il darwinismo so-
ciale, secondo cui le persone sono creature egoiste
che vivono solo per i propri interessi e che sono re-
sponsabili solo verso se stesse, non potrà mai ap-
portare giusti valori morali o felicità agli individui
o all’intera società. Affinché ciò avvenga, la gente
deve abbandonare i propri desideri egoistici. I val-
ori morali religiosi, come comandato da nostro
Signore, ci insegnano come fare. Il Corano ci rivela
la responsabilità verso Allah e i valori morali da
seguire per ricevere la Sua approvazione.
Se si ha fede nei comandamenti di Allah e nel
libro da Lui rivelatoci, proveremo compassione e
affetto verso gli altri.
Chi ama e teme Allah e osserva i Suoi coman-
damenti, vede le altre persone come esseri creati da
Lui e non fa alcuna distinzione di razza, nazional-
ità, colore o lingua. Vede in ogni essere umano
bellezza creata da Lui e se ne rallegra. La sua fede
lo fa amare, lo fa essere compassionevole protetti-
vo. Ma, purtroppo, chi è stato irretito dalle falsità
del darwinismo guarda le altre razze e nazioni dal-
l’alto e si sente giustificato nell’opprimerle ed elim-
inarle, dilagando tensioni, malcontento e paura. Il
razzismo e l’imperialismo del XIX e XX secolo sono
il risultato di questa visione del mondo darwinista.
160
161
Nel Corano Allah ha proibito la discriminazione razziale e
ha rivelato che, al Suo cospetto, è superiore chi ha fede e Lo
teme:
“O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e
abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vi-
cenda. Presso Allah, il più nobile di voi è colui che più Lo
teme. In verità Allah è sapiente, ben informato”. (Surat al
Hujurat, 13)
162
A lla luce di quanto rivelato fin qui sul darwinismo sociale,
non sorprenderà che i nazisti, artefici infami di uno dei più
terribili atti di genocidio della storia, ne fossero degli osser-
vanti fedeli.
Quando si prendono in esame le opere, i discorsi e i documenti
di Hitler e di altri ideologi nazisti, è facile riscontrarne l’influenza dar-
winiana.
Hitler pensava di poter migliorare la razza umana come fanno
gli allevatori. Per lui si doveva eliminare chi “contaminava” la razza
ariana, chi soffriva di malattie genetiche e i deboli. A questo scopo, or-
dinò il feroce sterminio di molti, prova che considerasse gli essere
umani come animali e che fosse fissato con il darwinismo. In un arti-
colo intitolato The Nazi Terror, Alexander Kimel, uno dei pochi so-
pravvissuti al genocidio nazista, enfatizza il legame tra darwinismo e
nazismo descrivendo come i nazisti, con il loro credo nel darwinismo
sociale, furono capaci di trattare le persone come animali senza
provarne alcuna pietà:
“Con l’approvazione del darwinismo sociale, il nazismo equiparò l’uo-
mo agli animali, privandolo della libertà individuale di compiere delle
scelte, la capacità di pensare a se stesso. Brutalità, terrore, mendacità e
sfruttamento spietato dell’uomo da parte di altri uomini, divennero la
norma di comportamento. Se le stesse leggi di selezione naturale degli
animali valgono per l’uomo, quando la coscienza dell’uomo viene pri-
vata del barlume del divino piuttosto [sic]84 gli uomini possono essere
visti come un animali [sic]85 ; nutriti artificialmente e trattati come
bestie. Ad esempio, la guerra e la sua conduzione efferata causarono un
alto numero di vittime. Hitler tentò di migliorare la situazione non
diminuendo le perdite ma migliorando i metodi di riproduzione. Ad
Auschwitz […] Mengele (medico nazista) fu [sic]86 condotto sperimenti
“scientifici” sui gemelli, uccidendoli, dissezionandoli, nel tentativo di
163
Darwinismo: Arma Sociale
scoprire come poter migliorare i metodi riproduttivi per rad-
doppiare la prole delle donne tedesche. I tedeschi furono trattati
come animali da allevamento dalle SS, loro pastori e dall’alleva-
tore padrone, loro Fuhrer. I tedeschi vennero trattati come besti-
ame da concorso, le altre nazionalità come bestiame comune e gli
ebrei come parassiti”.87
I nazisti adottarono questa prospettiva per perpetrare uno
degli atti più terribili di genocidio mai verificatisi. La menzogna
della “razza superiore” diffusa da Hitler, si basava sulla falsità
della disuguaglianza tra gruppi appartenenti a una stessa
specie. Secondo Hitler e i suoi seguaci, mentre alcune specie si
evolvevano, alcuni individui o gruppi di quella specie ri-
manevano indietro e allo stato primitivo. Questa opinione per-
versa, alle base del razzismo, era uno degli elementi fondamen-
tali della teoria di Darwin. In un libro su Auschwitz il dott. Karl
A. Schleunes, docente di storia, ammette il darwinismo come
giustificazione, cosiddetta scientifica, del razzismo:
“L’idea di Darwin della lotta per la sopravvivenza […]
servì da giustificazione al concetto razzista di persone e nazioni
superiori e inferiori e avvalorò il conflitto fra di essi”.88
Gli scienziati evoluzionisti si limitarono solo a dipingere il
quadro teorico desiderato dai nazisti. In particolare,
l’evoluzionista Konrad Lorenz, fondatore dell’etologia moderna
(scienza del comportamento animale), mise a confronto miglio-
ramento delle razze e strutture biologiche:
“Proprio come con il cancro, il miglior trattamento è estirpare la
crescita parassitica il più velocemente possibile, è necessaria la
difesa eugenetica contro gli effetti sociali disgenici delle sot-
topopolazioni […] Quando questi elementi inferiori non vengono
eliminati del tutto dalla popolazione [sana], allora, proprio come
quando le cellule di un tumore maligno proliferano per il corpo
umano, distruggono se stessi e il corpo ospitante”.89
164
Considerare le razze diverse o i poveri e i bisognosi della
società come fardelli di cui sbarazzarsi è inspiegabilmente prim-
itivo e barbarico. I nazisti cercarono di celare la loro crudeltà di-
etro una maschera “scientifica” citando le menzogne di Darwin.
Joseph Tenenbaum, autore di Race and Reich:The Story of an
Epoch, riassume come presero forma le politiche naziste:
165
Tra le tante vittime della crudeltànazista, anche gli orfani e i bambiniabbandonati.
166
Hitler al raduno diNorimberga
“[…] la lotta, la selezione e la sopravvivenza dei
più adatti, tutte nozioni e osservazioni a cui si
arrivò […] dal darwinismo […] ma già in ger-
moglio nella filosofa sociale tedesca del dician-
novesimo secolo […] Come conseguenza svilup-
parono la dottrina del diritto proprio della
Germania di governare il mondo sulla base del-
la forza superiore […] [di una] relazione
“martello e incudine” tra il Reich e le nazioni
più deboli”.90
Dopo aver descritto con estrema esattezza
quale influenza ebbe il darwinismo sulle
politiche naziste Tenenbaum scrisse:
“Il loro dizionario politico straripava di parole
quali spazio, lotta, selezione ed estinzione
(Ausmerzen). Il sillogismo della loro logica fu
dichiarato chiaramente: Il mondo è una giungla
in cui diverse nazioni lottano per lo spazio. Sarà
il più forte a vincere, il più debole a morire o a
essere ucciso […]”.91
Al raduno di Norimberga del 1933 Hitler
affermò che “la razza superiore sottomette quel-
la inferiore […] un diritto che vediamo in natura
e che “poiché basato sulla scienza”, “può essere
l’unico diritto concepibile”.92 Affermando ciò
perpetrò una delle menzogne più assurde della
storia.
Il discorso di Hitler On the Fate of the Nation
pullula di idee darwiniste:
“Tra i fattori più scatenanti della vita vi sono
l’autodifesa e la tutela delle generazioni future.
La politica non è altro che la lotta per la soprav-
vivenza del popolo. Il potente desiderio di vi-
Harun Yahya (Adnan Oktar)
167
Darwinismo: Arma Sociale
vere è universale e abbraccia l’intera Nazione. Questo desiderio
di sopravvivere deve sfociare nel conflitto, perché anche se non
appagabile questo desiderio è anche fondamento di vita. Lo
spazio da vivere è limitato. La crudeltà è, quindi, una parte im-
prescindibile dell’umanità! L’uomo diventa il signore della ter-
ra come risultato dei conflitti e della lotta costante. Questa è la su-
periorità non del genere umano ma della forza di chi detiene il
potere e il dominio. Esistono differenze fra le razze. Il mondo ha
acquisito la sua cultura da una classe elitaria. Ciò che vediamo
oggi è il risultato del lavoro e del successo ariano. Ma in ogni raz-
za il vero fattore che ha portato a questi risultati sono gli indi-
vidui di valore che riesce ad allevare. Non sono le moltitudini
democratiche ad aver formato il genere umano, bensì gli indi-
vidui di valore”.93
In quel periodo le tirate di Hitler ebbero grande influenza.
Decine di migliaia di persone ignoranti accolsero quelle ipotesi,
frutto della sua immaginazione. Come già sottolineato, il forte
slancio al conflitto o a un’efferata lotta per la sopravvivenza non
contribuisce al progresso della società. Tutti gli individui si bat-
tono per una vita più sana, più piacevole, ma il raggiungimen-
to dello scopo è direttamente proporzionato all’attaccamento
della propria società ai valori morali e spirituali. Tentare di
eliminare gli altri con la violenza non fa altro che danneggiare
tutti. Le differenze fisiche o culturali non rendono superiore
nessuna razza. Al contrario, in un clima di pace e sicurezza, le
differenze sono elementi di valore che determinano un arricchi-
mento culturale.
Per trasformare queste differenze in ricchezza culturale,
sono essenziali i valori morali religiosi. A prescindere dalle cir-
costanze, Allah ha comandato ai popoli di non allontanarsi dal
cammino della giustizia e di trattare e perdonare il prossimo
con affetto e compassione. I credenti, coscienti dell’enorme
168
saggezza nella creazione di razze e nazioni diverse, agiscono in
uno spirito di fratellanza e solidarietà. Cercare arrogantemente
di classificare le persone in base alla razza a cui appartengono,
in assenza di qualsiasi giustificazione, è una caratteristica dei
miscredenti e di chi si crea delle divinità al di fuori di Allah. Un
versetto descrive l’ardore fanatico dei non credenti:
“quando i miscredenti riempirono di furore i loro cuori, il
furore dell'ignoranza […]”. (Surat al-Fath, 26)
Harun Yahya (Adnan Oktar)
169
Un’immaginedella Germanianel 1945
Darwinismo: Arma Sociale
Influenzato dal suo squilibrio mentale, Hitler vide la sim-
biosi tra la teoria di Darwin e la propria visione del mondo
come il mezzo ideale per diffonderla. Mein Kampf, pubblicato
nel 1925, è la prova del suo attaccamento al darwinismo. Nel
quarto capitolo, ad esempio, scrisse che il darwinismo era l’uni-
ca base per il successo della Germania. Robert Clark, autore di
Darwin: Bifore and After, a proposito della devozione di Hitler al
darwinismo, scrive:
“Le idee evolutive, abbastanza manifeste, giacciono alla base
delle cattiverie in Mein Kampf e nei suoi discorsi pubblici […]
Hitler argomentava […] che una razza superiore avrebbe con-
quistato sempre una inferiore”.94
Beate Wilder-Smith, autrice di The Day Nazi Germany Died,
descrive l’elemento fondamentale nella dottrina nazista:
“Uno dei capisaldi nella teoria e nella dottrina naziste fu […] la
teoria evolutiva [e] […] ciò che la biologia aveva sviluppato […]
verso il miglioramento, e che […] gli esemplari meno evoluti […]
dovevano essere eliminati [e] […] che la selezione naturale pote-
va e doveva essere supportata, e quindi [i nazisti] istituirono
provvedimenti politici per sradicare […] ebrei, e […] neri, che
consideravano “sottosviluppati”.95
170
Il Mein Kampf d iHitler include molteaffermazioni darwiniste.
In “American Scientist”, il professore Gorge J. Stein scrisse
un articolo intitolato “Biological Science and the Roots of
Nazism”:
“[…] Il darwinismo sociale tedesco [fu] di un genere noto e ac-
cettato in Germania su ampia scala e […] più importante, fu
considerato scientificamente vero da molti tedeschi, scienziati in-
clusi. Uno studio più recente sul socialismo nazionale e su Hitler
ha cominciato a dimostrare che […] [l’applicazione della teoria di
Darwin] fu la caratteristica specifica del nazismo. La “biopoliti-
ca” socialista nazionale […] [fu] basata sul credo mistico-biologi-
co nella disuguaglianza radicale, […] basata sull’eterna lotta per
l’esistenza e nella sopravvivenza dei più adatti come legge di
natura e nel conseguente uso del potere statale per una politica di
selezione naturale”.96
L’articolo del professor Stein evidenzia l’idea del darwinis-
mo sociale tedesco che gli esseri umani non sono diversi dagli
animali:
“Il punto essenziale del darwinismo sociale tedesco [era] […] che
l’uomo faceva parte della natura senza qualità trascendentali o
benevolenze speciali. D’altro canto, i tedeschi erano membri di
una comunità biologicamente superiore […] le politiche non era-
no altro che la semplice applicazione delle leggi della biologia. In
sostanza, Haeckel e i suoi seguaci darwinisti proposero le idee
che sarebbero diventate i presupposti chiave del socialismo
nazionale […] L’attività dello stato corporativo fu l’eugenetica o
selezione artificiale […]”.97
Questi errori del Socialismo nazionale, chiaramente espres-
si nel testo di Stein, gettarono le basi per una guerra mondiale a
cui molti paesi furono costretti a partecipare. Il nazismo, che
nacque e si sviluppò con l’appoggio delle teorie illusorie di
Darwin, fu fautore di un disastro che non ha eguali nella storia
del mondo. Questa catastrofe fu così terribile che milioni di per-
sone persero la vita e intere città scomparvero dall’atlante. A
Harun Yahya (Adnan Oktar)
171
soffrire il male peggiore fu la stessa soci-
età tedesca che, secondo la propa-
ganda, si sarebbe rafforzata e
avrebbe raggiunto il successo.
Ancora una volta si può vedere
come il conflitto e la disperata ricerca
di eliminare gli altri non serva al pro-
gresso di una Nazione.
Per tutta la sua vita Hitler non ab-
bandonò mai la visione che i nazisti ave-
vano di se stessi e degli altri: “Noi nazisti
[…] siamo barbari! Vogliamo essere bar-
bari. È un titolo onorevole [perché, grazie
a esso] potremo ringiovanire il mondo”.98
A detta di Sir Arthur Keith, Hitler
“tentò consapevolmente di conformare le
usanze della Germania alla teoria del-
l’evoluzione”.99 Sulla teoria dell’evoluzione,
Hitler e la guerra, Keith afferma:
172
173
174
Hitler e i nazisti rafforzarono le loro idee perverse (prodotto della loro instabilità mentale) con le affermazioni darwiniste sociali e misero in pratica i massacri piùterribili della storia del mondo.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
175
“Se la guerra fosse la progenie dell’evoluzione (e sono convinto
che lo sia), allora l’evoluzione è “impazzita”, raggiungendo un
tale apice di ferocia da dover frustrare il proprio ruolo nel mon-
do della vita […] Non c’è modo di sbarazzarsi della guerra eccet-
to uno, ossia liberare la natura umana dalle sanzioni impostele
dalla legge dell’evoluzione”.100
In Hitler’s Personal Security, Peter Hoffmann parla delle
idee darwiniste di Hitler:
“Hitler vedeva la lotta come il principio darwiniano della vita
umana che costringeva ogni popolazione a tentare di dominare le
altre; senza lotta il mondo sarebbe marcito e morto. Anche in oc-
casione della sua sconfitta nell’aprile del 1945 Hitler espresse il
suo credo nella sopravvivenza del più forte dichiarando che gli
slavi avevano dimostrato a se stessi di essere i più forti”.101
Come si desume dalle opinioni di gran parte degli storici e
dei ricercatori, il nazismo acquisì forza e nutrimento dal dar-
winismo, dai libri e dai discorsi di Hitler nel giro di poco.
Nascondendosi dietro presunti fondamenti scientifici, Hitler e
gli altri leader nazisti tentarono di giustificare la loro crudeltà
psicopatica. Come vedremo nelle prossime pagine, il darwinis-
mo sociale che prese piede in Germania nella prima metà del XX
secolo, grazie ai darwinisti fanatici come
Ernst Haeckel, influenzò profondamente la
società tedesca e costituì un fondamento
filosofico più importante per il successo del
nazismo.
GGuueerrrraa nneellllaa GGeerrmmaanniiaa nnaazziissttaa eedd eevvoolluuzziioonneeStando alla visione distorta del darwinismo sociale, la guerra
consente alle società di progredire, seleziona i più adatti ed elimina
i deboli. La guerra viene concepita come forza positiva poiché srad-
ica non solo le razze deboli, ma anche i deboli all’interno della “raz-
za superiore”. Questa è la ragione per cui il darwinismo sociale ap-
prova la guerra. Il nazismo adottò il militarismo con la stessa logi-
ca del darwinismo sociale. Robert Clark, in Darwin: Before and After,cita Mein Kampf come riferimento e fornisce la seguente infor-
mazione su Hitler:
176
19 agosto 1942: Gentenella città costiera diDieppe (Francia) uccisadalla guarnigione nazistaIn alto a destra: Tedeschitrasportano armi pesantidurante la feroce battagliasul fronte norvegese. La logica darwinista socialecausò molti morti nelleguerre del secolo scorsoe portò alla rovina di al-trettante nazioni.
L’atteggiamento di Hitler verso la Società delle nazioni, ver-
so la guerra e la pace, si basava sugli stessi principi.
“Una corte internazionale di giustizia […] sarebbe un fatto ridicolo
[…] l’intero mondo della natura è una potente battaglia tra forza e
debolezza, un’eterna vittoria dei forti sui deboli. Se non fosse così,
nell’intera natura non ci sarebbe altro che degrado. Gli Stati che [vi-
olano] […] questa legge elementare cadranno in rovina […] Chi
vuole vivere deve combattere. Chi non vuole combattere in questo
mondo in cui la lotta è legge di vita, non ha diritto di esistere”.102
177
Darwinismo: Arma Sociale
Pensarla diversamente vuol dire “insultare” la natura.
“L’angoscia, la miseria e la malattia sono le sue risposte”.
Con il darwinismo sociale si rafforzarono l’ideologia di con-
flitto e l’isteria della guerra. I concetti darwinisti furono un catal-
izzatore molto influente che incoraggiò queste tendenze fino a
convincere l’intera società ad adottarle. Per la prima volta il razz-
ismo e il desiderio di lotta trovarono, così, un presunto fonda-
mento scientifico e furono presentati alla società come fatto ir-
refutabile. Le opere del Dr. Albert Edward Wiggam, teorico evolu-
tivo durante l’epoca nazista, pubblicate nel 1922, riflettono una
delle menzogne riscontrate più di frequente nel mondo delle idee
tedesche del tempo:
“[…] ci fu un momento in cui l’uomo aveva poco più cervello dei
suoi [cosiddetti] cugini antropoidi, le scimmie antropomorfe. Ma
scalciando, mordendo, lottando […], mettendo nel sacco i nemici e,
con il fatto che chi non aveva la ragione e la forza per farlo veniva
ucciso, il cervello umano si evolse e accrebbe in saggezza e agilità se
non addirittura in dimensioni […]”.103
178
La conclusione che i nazisti
trassero da questa “storia evoluti-
va” immaginaria (il prodotto di
una mentalità malata), è la
seguente:
Stando alle false prospettive
dei nazisti, la guerra era costrutti-
va a lungo termine, poiché gli
evoluzionisti ritenevano che gli esseri umani progredissero solo per
mezzo di conflitti letali. Al pari di Hitler e Rosenberg, altri ideologi
nazisti affermarono che la civilizzazione contemporanea si era
manifestata prevalentemente grazie alla guerra costante. Anche di-
versi [cosiddetti] scienziati dell’epoca difesero questo punto di
vista poco ortodosso.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
179
Molti ideologitedeschi perversi cre-devano che la guerra
e il conflitto accel-erassero l’evoluzioneportando l’umanità al
progresso. I nazisti,che credevano nellapresunta superiorità
della razza ariana, fe-cero scoppiare laSeconda Guerra
Mondiale per renderela loro razza sempre
più “pura” al costodella vita di circa 40
milioni di persone.
Darwinismo: Arma Sociale
Il professor Haeckel dell’Università di
Berlino, ad esempio, noto sostenitore del dar-
winismo, lodava lo stato militaristico di Sparta
dell’antica Grecia affermando che il fatto che
fosse un popolo scelto, spiegava perché gli
spartani avessero successo e fossero superiori
agli altri. Asseriva che uccidendo tutti tranne “i
bambini forti e in ottima salute” gli spartani er-
ano “continuamente in vigore e forza perfet-
ti”104 Haeckel giustificava quelle pratiche sel-
vagge. Secondo lui, anche la Germania avrebbe
dovuto seguire le usanze spartane perché l’in-
fanticidio di bambini deformi e malati era “una
pratica a vantaggio sia dei bambini soppressi
sia della comunità”. Queste opinioni irra-
gionevoli di Haeckel sono importanti nel rive-
lare la struttura logica rappresentata dalle idee
prive di fondamento scientifico del darwinis-
mo, secondo cui l’idea che tutte le vite valgono
allo stesso modo e che necessitano di pro-
tezione era solo un “dogma tradizionale” e,
180
L’ossessione di Hitler e dei nazisti diinsediare una razza superiore portò al-la morte di milioni di innocenti e al pa-timento per anni di trattamenti dis-umani di molti altri milioni.
181
Darwinismo: Arma Sociale
presumibilmente, una violazione della verità scientifi-
ca. Nessun uomo razionale dotato di buona coscienza
potrebbe mai accettare affermazioni simili, ma,
purtroppo, alcuni tedeschi lo fecero.
Non solo in Germania ma in molti paesi del mon-
do il darwinismo sociale portò a rinnegare i valori
morali e le virtù della compassione, della protezione,
della collaborazione, della solidarietà e della pazienza
impartite dalle religioni divine. Al posto di queste, in-
dicò l’importanza dell’assassinio di chi non fosse com-
patibile con gli interessi della società (attraverso la dis-
truzione e la cattiveria, sentimenti che appartengono a
Satana, il più grande raggiratore dell’umanità). L’odio
che i darwinisti provarono per le religioni divine giace
nel cuore dell’inimicizia dei nazisti verso gli ebrei.
Il neonazismo esiste ancora nel mondo, a di-
mostrazione che ideologie malate del genere continu-
ano a rappresentare un pericolo per l’umanità anche al
giorno d’oggi. E non importa con quale nome venga
messo in pratica, lo stile di vita che propone il darwin-
ismo sociale consiste solamente di lotte, spargimenti di
sangue, guerra sofferenze e paura. I campi di sterminio
di Auschwitz rappresentano i luoghi in cui è stato ap-
plicato il darwinismo sociale. Il darwinismo porta in-
evitabilmente al darwinismo sociale. In un mondo in
cui questa piaga continua a esistere, sarà impossibile
evitare nuovi Auschwitz.
182
Gente morta o in procinto di morte per fame nel cam-po di concentramento di Auschwitz in cui furono uc-cisi dai tre ai quattro milioni di persone. L’ossessionedei nazisti della idea (falsa) di una razza superiore,che basarono sul darwinismo sociale, portò alla mortedi milioni di innocenti nei campi.
183
HHiittlleerr ffuu uunn ttiirraannnnoo ppeerrcchhéé eerraa uunn
ddaarrwwiinniissttaa ssoocciiaalleeHitler e gli altri leader nazisti non si sentivano minimamente
colpevoli per la crudeltà che avevano inflitto per diversi anni, anzi,
si consideravano degli eroi. Si credevano salvatori che avrebbero
dato vita all’evoluzione dell’umanità e ai quali, in seguito, sareb-
bero state grate le generazioni evolute. Ma si trattava di una bugia.
Le idee pericolose, frutto della mentalità malata di Hitler, si
diffusero e vennero messe in pratica sotto l’influenza del darwin-
ismo sociale. Secondo la sua ideologia, i campi di concentramento
non erano prigioni dove gli innocenti venivano torturati e stermi-
nati, ma piuttosto luoghi di quarantena dove gli elementi malati,
184
Tre jugoslavi uccisi dalle truppe occupantitedesche e mostrati in pubblico nel 1940.
deboli e indesiderati venivano isolati per
tutelare la razza suprema. Il darwin-
ismo, pertanto, è passato alla
storia come una scienza falsa
che ha costituito la filosofia
basilare di una guerra e di un
genocidio che hanno inflitto la sofferen-
za, la distruzione e il terrore peggiori
della storia. Lo stesso Hitler passò al-
la storia come tiranno che mise
in atto questa scienza falsa.
185
Darwinismo: Arma Sociale
186
opo aver letto L’origine della specie, Ernst Haeckel, rappresen-
tante di spicco di Charles Darwin e del darwinismo sociale in
Germania, commentò:
“Nella grande concezione unificata di Darwin della natura e nel-
lo schiacciante fondamento per la dottrina dell’evoluzione, trovai
la soluzione a tutti i dubbi che mi avevano turbato sin dall’inizio
dei miei studi di biologia”.1
Haeckel pensava che il libro di Darwin avesse fugato tutti i suoi
dubbi, ma ovviamente si sbagliava. La teoria dell’evoluzione, formula-
ta in condizioni primitive dell’epoca, non fu capace di avanzare una sp-
iegazione valida, consistente e (ancora più importante) scientifica su
come abbia avuto inizio la vita. In Le meraviglie della vita, Haeckel rias-
sume le proprie idee irrazionali sulle razze umane sviluppate sulla
base del darwinismo:
“Sebbene siano note le grandi differenze nella vita mentale e nella
civilizzazione delle razze supreme e inferiori degli uomini, di rego-
la, queste vengono sottostimate e così il valore della vita a livelli di-
versi viene a essere stimato ingiustamente[…] [Le] razze inferiori
(come i Veddah o i neri australiani) sono psicologicamente più sim-
ili ai mammiferi (scimmie e cani) rispetto agli europei civilizzati;
dobbiamo, quindi, assegnare un valore totalmente diverso alle loro
vite […] Il divario tra [la] mente pensatrice dell’uomo civilizzato e
l’anima animale e irriflessiva del selvaggio è enorme (maggiore di
quello che separa l’anima del selvaggio e quella del cane)”.2
Le affermazioni di Haeckel erano prive di alcun fondamento sci-
entifico. Tuttavia le sue idee furono adottate da molte persone, come se
ne avessero. Dalla teoria dell’evoluzione Haeckel sviluppò anche un
tipo di teoria materialista, che lui stesso chiamò monismo, secondo cui
Harun Yahya (Adnan Oktar)
187
l’anima non esiste e tutto è sola materia. Haeckel scrisse:
“ […] per le prima volta ci è concesso immaginare l’unità della
natura […] [così da poter avere] una spiegazione meccanico-
causale persino del fenomeno organico più complesso [con il
risultato che] la distinzione tra corpi animati e inanimati non
esiste […] [Tutti i fenomeni naturali, sia] una pietra [...] tirata in
aria […] [o] lo zolfo e il mercurio [insieme] a formare il
cinabro […] [non sono] che manifestazioni meccaniche di vita
né più né meno della crescita delle piante, della propagazione di
animali o l’attività dei loro sensi, della percezione o la for-
mazione del pensiero nell’uomo”.3
Haeckel ingannava se stesso
immaginando di aver trovato le
risposte a molte domande con una
prospettiva materialista. La vi-
sione materialista, secondo cui
non c’è differenza tra corpi ani-
Nazi doktor-lar›, öjenistuygulamalar›gözleri kapal›yerine getiri-yor, hayatkurtarmalar›gerekirken,milyonlarcainsan›n ölü-müne arac›oluyorlard›.
Darwinismo: Arma Sociale
mati e inanimati e che ogni cosa ha una spiegazione meccanica, è sta-
ta smentita dal progresso e dalle ricerche scientifiche condotte nel XXI
secolo, che ne hanno invalidato totalmente la presunta validità scien-
tifica. Ogni nuova scoperta, ogni progresso scientifico ha rivelato il fat-
to che l’universo è un prodotto impeccabile della creazione. L’universo
non è eterno e infinito, come vorrebbero farci credere i materialisti, e
non è il frutto di influenze e sviluppi meccanici. Allah ha creato l’uni-
verso e tutto ciò che contiene, e quando arriverà il momento da Lui sta-
bilito, l’universo, gli esseri umani e le altre entità presenti troveranno
la loro fine.
Per via di questo modo di pensare materialista, dunque, Haeckel
rinnegò le religioni divine, l’umanità e la compassione impartite dai
valori morali religiosi. Egli decantava la “selezione umana artificiale”
praticata dagli spartani (membri della città-stato greca fondata nel IX
secolo d.C. che rifiutavano l’arte, la filosofia, la letteratura e che era
costruita solo sulla forza militare) difendendo la barbarie eugenetica.
Durante il periodo degli spartani, con una legge speciale, i bambini ap-
pena nati venivano sottoposti ad attenti controlli e quelli che erano de-
boli, malaticci o avevano difetti fisici venivano brutalmente uccisi. Il
diritto alla vita era concesso solo ai bambini sani e robusti. Haeckel
difendeva questa pratica barbarica che prevedeva l’uccisione di bam-
bini innocenti.4
A chi lo criticava, Haeckel rispondeva:
“Che bene apporta all’umanità mantenere artificialmente e alle-
vare migliaia di storpi, sordomuti, dementi ecc.., che nascono og-
ni anno con un fardello ereditario di malattie incurabili?”.5
Indubbiamente, questa logica avanzata da Haeckel è disumana.
Secondo lui, i sentimenti dell’amore, della compassione, dell’affetto
dovrebbero essere diretti solo alle persone “utili”. Questo atteggia-
mento egoista prospera sotto l’influenza del materialismo e del dar-
winismo. La gente che osserva i valori religiosi, al contrario, prova
compassione per i bisognosi e li protegge nonostante non ci guadagni
nulla a farlo. Questo è il vero significato dell’umanità. Nel Corano si
188
rivela che i veri credenti offrono cibo ai poveri, ai prigionieri e ai bisog-
nosi prima ancora che a se stessi, e lo fanno soltanto per ricevere l’ap-
provazione di Allah:
“[loro] che, nonostante il loro bisogno, nutrono il povero, l'or-
fano e il prigioniero. “E' solo per il volto di Allah, che vi nutri-
amo; non ci aspettiamo da voi né ricompensa, né gratitudine”.
(Surat al-Insan, 8-9)
Al contrario, i monisti, guidati da Haeckel, affermavano che dai
difetti genetici potevano derivare non solo i tratti fisici ma anche il carat-
tere, e sostenevano che si dovevano eliminare gli esseri non perfetti.
I libri di Haeckel svolsero un ruolo importante nell'accettazione
del programma nazista di eugenetica. Lo studente e biografo di
Haeckel, Wilhelm Bölsche, trasmise direttamente a Hitler le idee del
darwinismo sociale del maestro. Inoltre, Haeckel fu un autore citato di
continuo nella rivista «Archiv für Rassen- und Gesellschaftsbiologie
(Archivio di biologia razziale e sociale)», che fu pubblicata dal 1904 al
1944, e che divenne uno fra gli organi principali per la propagazione
di idee eugenetiche e della pseudoscienza nazista, e riportava regolar-
mente estratti dalle pericolose opere di Haeckel.6
Le parole dello storico Daniel Gasman:
“Le idee di Hitler su storia, politica, religione, Cristianesimo,
natura, eugenetica, scienza, arte ed evoluzione, per quanto eclet-
tiche, e nonostante la pluralità delle loro fonti, coincidono per la
maggior parte con quelle di Haeckel e vengono spesso espresse
in un linguaggio molto simile”.7
Haeckel era a favore del suicidio e dell’eutanasia. Secondo lui,
l’essere umano non è altro che il risultato di un rapporto sessuale fra
un padre e una madre. Per questa ragione, quando vivere risulta
gravoso, una persona può decidere di porre fine ai suoi giorni:
“Se, quindi, le circostanze della vita diventano troppo dure da
reggere sul povero essere che si è sviluppato, senza che questi ne
abbia colpa, dall’ovulo fertilizzato (se, invece del bene sperato ar-
riva solo la necessità, il bisogno di cure, malattie e miseria di og-
Harun Yahya (Adnan Oktar)
189
Darwinismo: Arma Sociale
ni genere) egli ha il diritto inconfutabile di porre fine alla sue
sofferenze con la morte […] La morte volontaria, tramite cui l’uo-
mo pone fine a una sofferenza intollerabile è, in realtà, un atto di re-
denzione”8
La verità è che gli esseri umani non nascono per caso. Sono frutto
di una creazione e dietro questa creazione umana c’è un fine che Allah
rivela nel Corano:
“È solo perché Mi adorassero che ho creato i demoni e gli uomi-
ni” (Surat adh-Dhariyat, 56)
Gli esseri umani sono responsabili di ogni azione che compiono nel
corso della vita, e ne dovranno rispondere nel giorno del Giudizio.
Quelli come Haeckel, che incitano il prossimo a suicidarsi e a commet-
tere omicidi, indubbiamente si gravano di una responsabilità che non
saranno in grado di giustificare.
In Le meraviglie della vita, Haeckel affermò che i bambini nascono
sordi e privi di coscienza (non è vero) e, quindi, sono sprovvisti di ani-
mo umano. Basandosi su questa teoria, egli difese l’infanticidio di
neonati anormali sostenendo che non si trattava di omicidio. Come ab-
190
I neonati,anche sedisabili emalati,sono esseriumani chenecessi-tano di af-fetto e pro-tezione.
biamo visto, Haeckel difendeva apertamente l’omicidio e incoraggiava
chi gli stava intorno a farlo. Era così tanto privo di sentimenti che non
solo sosteneva l’eutanasia volontaria, ma anche il suo equivalente coat-
to. A questo proposito Haeckel espresse così la sua rabbia: “centinaia di
migliaia di incurabili (matti, lebbrosi, malati di cancro ecc. vengono
tenuti in vita artificialmente […] senza che apportino un minimo di be-
nessere a se stessi o alla società”.9 La sua soluzione era:
“[…] la redenzione da questo male dovrebbe essere compiuta con
una dose di veleno rapido e indolore[…] sotto il controllo di una
commissione autoritaria”.10
La barbarie da lui proposta ebbe degli effetti devastanti in
Germania. La ricerca di Haeckel aprì le porte al programma di eutana-
sia noto come T4, a causa del quale vennero brutalmente uccisi 300.000
disabili mentali e fisici, gli incurabili e gli “indesiderati”.
La crudeltà di quest’uomo e gli omicidi perpetrati con l’ap-
provazione di Hitler hanno un’unica fonte: il darwinismo sociale.
L’eugenetica, l’eutanasia, la sterilizzazione forzata, i campi di con-
centramento, la purezza della razza e le camere a gas della metà del XX
secolo sono il frutto di una coalizione tra Darwin, Haeckel e Hitler, e rap-
presentano i più malvagi e peggiori atti di crudeltà nella storia dell’u-
manità.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
191
1 Quoted in Daniel Gasman, The Scientific Origins of National Socialism: SocialDarwinism in Ernst Haeckel and the German Monist League (London: MacDonald,1971), p. 62 Haeckel E., Le meraviglie della vita :complemento ai problemi dell’universo, UnioneTipografico-Editrice, Torino, 19053 Haeckel E., Antropogenia e storia dell’evoluzione umana, Unione Tipografico-Editrice, Torino, 18914 Ibid.5 Wiker B., Moral Darwinism: How We Became Hedonists (Intervarsity Press, 2002), p.2606 Lifton R. J., I medici nazisti, BUR, Milano, 20067 Gasman, Scientific origins, pag.1618 Haeckel, Le meraviglie della vita6 Lifton R. J., I medici nazisti, BUR, Milano, 20067 Gasman, Scientific origins, pag.1618 Haeckel, Le meraviglie della vita9 Ibid.10 Ibid.
192
193
Caricare corpi scheletrici nei camion facevaparte della vita quotidiana nella Germanianazista. Milioni di polacchi, zingari edebrei innocenti, considerati “inferiori” dainazisti, vennero uccisi nei campi di concentramento.
Libri quali A Gypsy in Auschwitz; SharedSorrows: A Gypsy Family Remembers theHolocaust; e The Nazi Persecution of theGypsies1 sono solo pochi esempi delleopere che rivelano la persecuzione nazistadegli zingari.
1 N.d.T. Traduzione non ufficiale dei titoli: “Uno zingaro ad Auschwitz”; “Una
famiglia zingara ricorda l’olocausto” e “La persecuzione nazista degli zingari”
U n’altra delle pratiche più significative del darwinismo so-
ciale fu l’eugenetica, la cosiddetta scienza che tenta di
migliorare la razza umana attraverso la riproduzione. Il
termine, proposto per la prima volta nel 1883 da Francis Galton, cug-
ino di Darwin, è composto dalla combinazione di due parole: eu
(buono) e genet (nascita). Messe insieme stanno a significare “buona
nascita” o “bontà genetica”. In contrasto con il suo significato linguis-
tico e ben lontano dall’essere “buono”, questo concetto portò a una
crudeltà inaudita.
194
I sostenitori dell’eugenetica affermavano che soltanto la loro raz-
za doveva essere protetta e migliorata mentre le altre dovevano subire
una “selezione artificiale”. Secondo Galton, solo l’elite inglese poteva
godere di tale privilegio. La sua proposta fu quella di prevenire la
riproduzione di poveri, deboli, malati e privi di talento.
I nazisti, a loro volta, sostenevano che chi non apparteneva alla
prospera razza ariana, rappresentava un fardello per lo stato e che,
pertanto, dovesse essere eliminato per mezzo della sterilizzazione o
dello sterminio. Dalla teoria passarono alla pratica. Oltre a sterilizzare
centinaia di migliaia di persone (politica eugenetica), i nazisti uccisero
anche migliaia di malati, storpi, minorati mentali, anziani, incapaci e
orfani mandandoli nelle camere a gas, avvelenandoli o lasciandoli
morire di fame.
I fautori dell’eugenetica credono, o lo fanno sottintendere, che la
maggior parte dei tratti del carattere di una persona venga ereditata.
Secondo loro, Galton incluso, si ereditano anche le caratteristiche in-
desiderate quali la pigrizia o la povertà. Ipotizzando che genitori in-
dolenti allevano figli indolenti, tentarono di prevenire i matrimoni di
tali persone. Sarebbe interessante capire come gli evoluzionisti ab-
195
Darwinismo: Arma Sociale
biano potuto affermare queste idee prive di logica e buon senso,
in nome della cosiddetta scienza.
L’eugenetica, tanto amata dai darwinisti, causò la sofferen-
za di tanta gente. Esaminare lo sviluppo di questa crudeltà, farà
capire meglio i fondamenti di coloro che l’hanno appoggiata. È
quindi fondamentale capire come Darwin supportò e incorag-
giò la perversione nota come eugenetica, in nome della cosid-
detta scienza. Sebbene la sua origine risalga alla Repubblica di
Platone, con il darwinismo, l’eugenetica acquistò una presunta
apparenza scientifica divenendo, quasi di diritto, una branca
della scienza. Karl Pearson, di cui abbiamo già citato le idee
razziste influenzate fortemente da Galton, affermò che la teoria
dell’evoluzione sta alla base dell’origine dell’eugenetica:
196
1914: Fotografia di una classe addestrata all’ eugenetica
“ […] le moderne idee eugenetiche sono nate solo nel XIX secolo.
L’emergere dell’interesse nell’eugenetica durante quel secolo
ebbe diverse radici. La più importante fu la teoria dell’evoluzione
perché le idee sull’eugenetica di Francis Galton, (e fu lui a coniare
il termine “eugenetica”) furono la conseguenza logica diretta del-
la dottrina scientifica elaborata dal cugino, Charles Darwin”.106
LL’’eerreeddiittàà ddii DDaarrwwiinn aall ccuuggiinnoo GGaallttoonn :: ll’’eeuuggeenneettiiccaa
Le basi della perversione dell’eugenetica furono gettate da
Malthus e da Darwin. Il Saggio di Malthus, fonte di ispirazione
di Darwin, conteneva le idee primarie che, in seguito, avrebbero
costituito l’eugenetica. Ad esempio, Malthus affermò che gli es-
seri umani potevano riprodursi con gli stessi mezzi utilizzati
per la selettocoltura:
“Tuttavia, sembra in qualche modo possibile che, controllando la
riproduzione, possa manifestarsi tra gli uomini un certo grado di
miglioramento simile a quello tra gli animali. Se si possa “pas-
sare” l’intelletto resta un mistero, ma la forza, la bellezza, l’aspet-
to e, forse, persino la longevità, sono in parte trasmissibili”.107
Da questa e da tante altre affermazioni si deduce che
Malthus ritiene l’uomo al pari di un animale. Questa sue opin-
ioni influenzarono Darwin le cui asserzioni, a sua volta, con-
tenevano il seme che poi avrebbe dato come frutto l’eugenetica.
In L’origine dell’uomo, si mostrò preoccupato del fatto che, attra-
verso varie pratiche sociali, i deboli non venissero eliminati e
che ciò potesse portare a una tendenza biologicamente arretra-
ta. Secondo Darwin, i “difettosi” tra le “popolazioni selvagge” e
gli animali venivano eliminati rapidamente, e commettevano
un errore i medici e i pietisti che proteggevano quelle stesse cat-
egorie presenti tra le popolazioni civilizzate. Nello stesso modo
in cui gli allevatori miglioravano il loro bestiame attraverso una
Harun Yahya (Adnan Oktar)
197
Darwinismo: Arma Sociale
selezione artificiale, così dovevano fare le società umane, elimi-
nando i malati e i deboli:
“Chiunque abbia assistito alla selettocoltura non dubiterà che
debba essere altamente dannosa alla razza umana. È sorpren-
dente quanto la mancanza di cure, o una cura gestita erronea-
mente, porti velocemente alla degenerazione della razza; ma,
tranne nel caso dell’uomo, nessuno è così ignorante da consentire
che le proprie bestie peggiori si riproducano” .108
“Insieme ai selvaggi vengono presto eliminati i malati nel corpo
e nella mente; e quelli che sopravvivono mostrano generalmente
un ottimo stato di salute. Noi uomini civilizzati, a nostra volta,
facciamo tutto il possibile per tenere sotto controllo il processo di
eliminazione; costruiamo centri di ricovero per dementi, mutilati
e malati; istituiamo leggi per i poveri; i nostri medici si impeg-
nano al massimo per salvare la vita di tutti fino all’ultimo mo-
mento […] Così i membri deboli delle società civili propagano il
loro genere”.109
Queste parole, frutto di una mentalità malata, costituirono
un buon supporto per razzisti, fautori dell’eugenetica e sosteni-
tori della guerra che, alla fine, inflissero terribili catastrofi all’u-
manità. Nella parte finale di L’origine dell’uomo, Darwin si è sbiz-
zarrito con affermazioni prive di alcuna logica scientifica, as-
serendo che la “lotta per l’esistenza” è un bene per l’umanità,
che i più intelligenti avrebbero avuto più successo nella
battaglia della vita rispetto ai meno intelligenti, e che senza di
essa le gente cadrebbe nell’indolenza.110
Con queste teorie distorte Darwin gettò le basi per le
pratiche eugenetiche. La teoria dell’evoluzione, vista come dato
scientifico, sfociò nell’accettazione e nell’attuazione di politiche
razziste ed eugenetiche.
198
199
Secondo gli eugenisti, anche gli anziani erano individui debolida eliminare. Non erano degni di amore o rispetto e si credevache dovessero essere “rimossi” dalla società.
Darwinismo: Arma Sociale
EEuuggeenneettiiccaa iinn GGrraann BBrreettaaggnnaa Come già menzionato, il leader dell’eugenetica fu il cugino
di Darwin, ossia Francis Galton. E Leonard Darwin, figlio di
Charles, fu quello che l’appoggiò e la diffuse in Gran Bretagna.
Winston Churchill fu un altro a dare il proprio appoggio al
movimento.111
Galton sosteneva che si
dovesse ottemperare il prin-
cipio della “sopravvivenza
dei più adatti” e che si
dovesse consentire solo
ai più forti di prendere
parte al mondo.
200
Galton sviluppò uno studio illogi-co e infruttuoso per determinare itratti genetici comuni dei criminalibasandosi sulle impronte delle di-ta e sulla forma del viso.
Secondo le tesi illogiche e non scientifiche di Galton, l’umanità
era in una posizione tale da prendere il controllo della sua stes-
sa evoluzione e poter creare una “razza suprema”. Egli riteneva
che i neri avessero un livello di intelligenza inferiore:
“ […] è vasto il numero di neri che dovremmo definire di parziale
intelligenza. Qualsiasi libro che alluda ai servi neri d’America ne
è pieno di esempi. Io stesso me ne sono reso conto durante i miei
viaggi in Africa. Gli errori commessi dai neri nei loro stessi
riguardi erano così puerili, stupidi e da semplicioni che mi sono
vergognato spesso di appartenere alla loro stessa razza”.112
Ma Galton si spinse oltre. Arrivò, infatti, ad affermare che
diverse razze di cane avessero un intelletto più sviluppato
rispetto ad alcune razze umane.113 Ma nella sua valutazione di
neri e schiavi, ignorò un’evidente verità: che la maggior parte
dei libri sugli schiavi furono scritti da gli stessi schiavi. Inoltre,
essendo immersi in una società completamente estranea a loro,
in una cultura di cui non sapevano nulla, il loro comportamen-
to e le loro azioni dovevano sembrare da ignoranti.
Chiaramente, qualsiasi europeo portato a vivere in un villaggio
africano, mostrerebbe lo stesso genere di incompetenza nel
tentare di adattarsi a una cultura e a uno stile di vita a lui es-
tranei.
E ancora più importante, le affermazioni di Galton sui neri
e sui propri concittadini che andavano a vivere in altri paesi,
non possiedono alcuna validità scientifica, ma si basano soltan-
to sulle ipotesi illusorie di vari “cosiddetti” scienziati, irretiti da
una visione materialista del mondo, tipica delle riflessioni prim-
itive del tempo.
Le teorie di Galton, prevenute e inconsistenti, non si fer-
mavano qui. Difatti, per il progresso sociale, secondo lui, si
doveva prevenire la procreazione di chi avesse un basso livello
di intelligenza e incoraggiare, invece, i dotati di intelligenza.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
201
Darwinismo: Arma Sociale
202
Altrimenti, si sarebbe raggiunto un crollo sociale. Ovviamente il
vero crollo sociale si manifestò quando venne messo in pratica
il modello di Galton e di chi come lui, basato sullo sterminio, sul
conflitto, sulla violenza e sui massacri. Nel 1901, durante una
conferenza presso l’Huxley Institute, Galton affermò: “i cervelli
del nostro Paese si trovano nelle classi più alte”.114 Inoltre, rac-
comandò che i bambini delle classi più agiate venissero identi-
ficati alla nascita e che venissero pagate 1000 sterline alle loro
famiglie. Propose anche di far partorire alle donne di classe
agiata almeno un figlio e una figlia in più.115
L’idea di Galton, (ossia che un aumento del numero di per-
sone appartenenti a quella che lui riteneva la “classe agiata”
potesse portare al progresso sociale), è irrazionale, illogica e non
scientifica. Ci sono tanti elementi che determinano il progresso
della società, ma i più importanti sono i valori e i caratteri
morali di coloro che compongono quella società. Una società in
cui i membri possiedono forti valori e caratteri morali pro-
gredirà in modo rapido e permanente. Queste non sono carat-
teristiche che si possono trasmettere geneticamente. Se si vuole
che la società progredisca bisogna ricorrere al rafforzamento
spirituale degli individui con mezzi culturali ed educativi.
Galton, e chi come lui, tentò di aumentare il numero di ricchi e
ridurre quello dei poveri trattando, alla lettera, gli esseri umani
come animali nei paesi in cui aveva una certa influenza e, ad-
dirittura, cercò di giustificare gli assassini in proposito, segno di
una crudeltà terribile e di un’ignoranza indescrivibile.
Su invito di Galton, la prima attività del movimento euge-
netico in Gran Bretagna si basò sul controllo delle nascite.
Questo provvedimento, preso da chi era stato ingannato dalle
menzogne della teoria dell’evoluzione, fu attuato solo nei con-
fronti dei poveri e degli appartenenti alla “razza inferiore”.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
203
Negli anni ’20 e ’30 il fatto che stesse aumentando il nu-
mero dei poveri e diminuendo quello dei ricchi, stava rappre-
sentando una minaccia. Nel 1925, ad esempio, Julian Huxley
scrisse nella rivista “Nature”:
“La proporzione dei desiderabili è in diminuzione, quella degli
indesiderabili sta aumentando. Questa situazione va presa in
mano”.116
Stando agli eugenetici, il primo passo per garantire un
equilibrio tra i “desiderabili” e gli “indesiderabili” era la cosid-
detta igiene razziale. Per prima cosa andava stabilito a chi si
dovesse riservare “l’igiene razziale” e a chi non. Per tale dis-
tinzione, vennero utilizzati dei metodi assurdi ed eccessiva-
mente primitivi. In Gran Bretagna e negli USA, ad esempio, si
cominciò a misurare la grandezza della testa delle persone e dei
crani, determinandone l’intelligenza sulla base dei risultati ot-
tenuti. Successivamente, la scienza ha rivelato l’assenza di alcun
legame tra la misura del cranio e l’intelligenza.
Dopo le misurazioni del cranio, si passò ai test d’intelli-
genza. Dai risultati ottenuti si decideva se sterilizzare o meno la
persona testata e se tenerla sotto controllo a vita. In seguito, fu
provato che i risultati dei test non erano attendibili. E questo di-
mostra l’ignoranza scientifica dell’epoca. Non si consideravano
affatto fattori quali le condizioni del tipo di test a cui venivano
sottoposte le persone e il livello di istruzione che avevano rice-
vuto, ma si saltava direttamente al risultato. Ad ogni modo, lo
scopo non era quello di assicurasi dell’affidabilità dei risultati,
bensì l’eliminazione o l’isolamento dei poveri “indesiderati”,
dei malati e delle razze ritenute “inferiori”.
Darwinismo: Arma Sociale
EEuuggeenneettiiccaa nneeggllii UUSSAADopo la morte di Galton, la leadership del movimento eu-
genetico passò in America. Citiamo Henry Goddard, Henry
Fairfield Osborn, Harry Laughlin e Madison Grant come esem-
pi degli eredi americani di Galton.
Il Rockefeller Institute e la Carnegie Foundation guidano la
lista dei sostenitori dell’eugenetica negli USA. Il primo, in par-
ticolare, ha finanziato il Kaiser Wilhelm Institute, uno dei leader
del movimento eugenetico in Germania, e negli anni ’20 ha con-
tribuito alla costruzione di un edificio speciale per la ricerca ge-
netica del Professore Ernst Rüdin, che era ossessionato dall’idea
di igiene razziale. Il Rockefeller Institute supportò appieno il
Movimento di Igiene Mentale. Inoltre, il premio nobel, Dr.
Alexis Carrel, del Rockefeller Institute, plaudì lo sterminio ef-
204
L’Università diHeidelberg con-ferì un’onorificen-za a H. Laughlin,eugenista di spic-co, per il suoprogetto su “lascienza del-l’igiene razziale”.Questo ritaglio digiornale riporta illavoro in ques-tione.
fettuato in Germania e non ebbe riserve sui malati mentali, sui
prigionieri sottoposti a stermini di massa.117
La perversione dell’eugenetica portò all’approvazione
delle leggi sulla sterilizzazione obbligatoria in molto Stati amer-
icani. Negli USA, venne sterilizzato un totale di 100.000 per-
sone, per la maggior parte contro il loro volere. Per dare un es-
empio delle dimensioni che assunse la barbarie eugenetica, ri-
portiamo che nei primi anni del XX secolo vennero sterilizzate
8000 persone “inadatte” nella Virginia. Questa pratica dis-
umana fu legale in molti Stati fino al 1974.118
Uno degli americani preminenti nel campo dell’eugenetica
fu Charles B. Davenport, noto per i suoi articoli che tentavano
di combinare le leggi genetiche con il darwinismo. Ma le sue
opinioni non erano altro che mere supposizioni. Nel 1906 scrisse
Harun Yahya (Adnan Oktar)
205
Un grafico sul numero di sterilizzazioni per scopieugenetici negli USA tra il 1907 e il 1935
6.2443.233 8.315 15.356 16.688 19.285 21.339
marzo, 1907
gennaio, 1921
luglio, 1925
gennaio, 1933
gennaio, 1934
gennaio, 1935
gennaio, 1928
Num
ero
di o
pera
zion
i
Darwinismo: Arma Sociale
che L’American Breeders’Association effettuava studi sull’euge-
netica. Nel 1910 fondò l’Eugenics Record Office (ERO), che
ricevette dal 19 al 29% del budget stanziato per la Station for
Experimental Evolution. In sostanza, la ERO fu l’organiz-
zazione meglio finanziata rispetto agli altri istituti scientifici
dell’epoca. Questa organizzazione si prese il compito di formare
molte persone per farle contribuire alla diffusione della barbarie
dell’eugenetica. Agli studenti venne insegnato ad applicare e
valutare vari test di intelligenza, quali lo Standford-Binet, in-
tensivamente impiegato nelle pratiche eugenetiche.119
Le persone formate alla ERO avevano l’incarico di rac-
cogliere le statistiche nelle loro aree di lavoro. Con quei dati,
206
L’EugenicsRecord Office(ERO) di NewYork e CharlesB. Davenport
l’organizzazione mirava a evitare che gli elementi “inadatti” si
sposassero e avessero figli. Nel 1924 la ERO stilò un disegno di
legge che prevedeva che chi aveva commesso il “crimine” di
ammalarsi, doveva essere sterilizzato.
La sterilizzazione contro il proprio volere è una pratica in-
accettabile sia dal punto di vista della ragione, sia della coscien-
za. Gli affetti da difetti genetici, malattie di vario genere, hand-
icap fisici o mentali dovrebbero essere trattati con affetto e com-
passione. Nelle società in cui prevalgono i valori morali reli-
giosi, tali persone vengono protette e i loro bisogni sono trattati
nel modo migliore. Non è altro che un atto barbarico quello di
sterilizzare o eliminare con la forza le persone con “tendenze
criminali”. Queste ultime possono essere educate con program-
mi culturali appositi e integrati nella società come membri utili.
Anche quando non è facile far migliorare le persone in ques-
tione, si devono trovare delle soluzioni giuste ed etiche piut-
tosto che optare per lo sterminio.
207
Il presunto fondamento scientifico dell’eugenetica è la teoriadell’evoluzione. Un poster in cui gli eugenisti sottolineano illegame fra eugenetica ed evoluzione.
Darwinismo: Arma Sociale
208
L’AmericanEugenicsAssociationtenne dellelezioni neigiorni di festanazionale e an-che una garadalla qualerisultò lafamiglia “piùadatta”.
Negli anni successivi, gli americani si resero conto che l’eu-
genetica non era altro che una barbarie, e il buon senso li in-
dusse ad adottare dei provvedimenti per fermare tali pratiche.
Ma allo stesso tempo, nei loro primi atti barbarici, i nazisti ave-
vano adottato le leggi americane come modello e praticarono la
sterilizzazione a 2 milioni di persone.120
Come mostrano gli esempi citati finora, la propaganda il-
lusoria del darwinismo sociale, così piena di falsità, tenta di de-
sensibilizzare la gente nei confronti del prossimo, abbattere i
sentimenti di solidarietà e compassione fino a che gli uomini
non si trattino a vicenda come animali. Queste idee si oppon-
gono completamente alle virtù impartite dai valori morali reli-
giosi. Il Corano impone di prendersi cura dei deboli e dei bisog-
nosi, di proteggere i malati e coloro che non godono di assisten-
za. E, a prescindere dalle circostanze, Allah comanda ai creden-
ti di assicurare il bene agli altri prima che a se stessi, e di essere
sempre pazienti e altruisti. A chi fa del bene mostrando pazien-
za, Allah preserva le seguenti liete notizie:
“Loro che, nonostante il loro bisogno, nutrono il povero, l'or-
fano e il prigioniero: “È solo per il volto di Allah, che vi nutri-
amo; non ci aspettiamo da voi né ricompensa, né gratitudine.
Invero noi temiamo un Giorno terribile e catastrofico da parte
del nostro Signore”. Allah li preserverà dal male di quel
Giorno e verserà su di loro splendore e gioia, li compenserà del
loro perseverare con il Giardino e la seta”. (Surat al-Insan, 8-12)
Harun Yahya (Adnan Oktar)
209
Darwinismo: Arma Sociale
EEuuggeenneettiiccaa nneellllaa GGeerrmmaanniiaa nnaazziissttaaDalla biografia di Adolf Hitler, scritta da Ian Kershaw nel
1998, trasuda che il darwinismo sociale, l’eugenetica e il fascismo
erano correlati fra loro nella Germania degli anni ’20:
“il nazionalismo integrale, [...]il socialismo nazionale, il darwinismo
sociale, l’antisemitismo biologico, l’eugenetica, l’elitarismo si fusero
in forze mutevoli[...]”121
Il Dr Robert Youngson, che ha studiato gli errori nella storia
della scienza, nella sua analisi afferma l’idea che i massacri nazisti
si fondassero sull’idea dell’eugenetica e che la stessa eugenetica
fosse un grande errore scientifico:
“Il culmine del lato buio dell’eugenetica è stato,naturalmente,il ten-
tativo di Adolf H›tler di generare una “razza superiore” incorag-
giando l’accoppiamento tra gli “ariani” puri e lo sterminio di sei mil-
ioni di persone che, secondo lui, avevano geni inferiori. Non sarebbe
giusto incolpare Galton dell’olocausto o di non aver anticipato le
conseguenze della sua difesa della causa. Ma di certo lui fu il fautore
principale dell’eugenetica e Hitler fu certamente ossessionato da
questa idea. Quindi, in termini di conseguenze, ciò si deve qualifi-
care come il più grande errore scientifico di tutti i tempi”.122
Descrivere le idee irrazionali e non scientifiche di Galton un
semplice “errore scientifico” è, in realtà, un approccio troppo ot-
timistico. Le affermazioni di Galton e chi come lui, gettarono le
basi di una barbarie e di un massacro senza precedenti. Le cata-
strofi che sono seguite all’applicazione della visione del mondo
darwinista alla società, costituiscono una lezione storica di ciò che
può accadere.
I nazisti adottarono come politica l’uccisione di ogni essere
umano “inferiore”, “demente”, “storpio” e “malato” che “contam-
inasse” la razza ariana. Hitler ne spiegò la ragione:
210
211
Molti bambinivengonotrascurati e ab-bandonati a sestessi perchénon apparten-gono alla razzaariana e si tentadi ucciderli osterilizzarli convari pretesti.
Darwinismo: Arma Sociale
“[...] popolazioni alla rovina [...] A lungo andare la natura elimi-
na gli elementi nocivi. Si può restare inorriditi da questa legge
della natura che prevede che tutte le cose animate si divorano
reciprocamente. La mosca viene catturata dalla libellula che, a
sua volta, viene inghiottita dall’uccello, anch’esso vittima di un
uccello più grande [...] conoscere le leggi della natura [...] ci con-
sente di osservarle”.123
Hitler commise il grave errore di sostenere che vari
fenomeni che mantengono l’equilibrio ecologico nella natura
possono essere anche applicati agli esseri umani. Gli animali
non hanno coscienza. Se gli animali si vedono vicendevolmente
come prede, non significa che gli umani debbano sopprimere
crudelmente quelli che ritengono malati. Gli animali non hanno
coscienza. Gli esseri umani, invece, possiedono la capacità di
giudizio, una coscienza e anche la consapevolezza, l’abilità di
distinguere tra ciò che è giusto e ciò che non lo è, tra il bene e il
male. Solo chi, come H›tler, tenta di giustificare il proprio
squilibrio psicologico può affermare che gli esseri umani
dovrebbero condurre uno stile di vita animalesco. Hitler medes-
imo descrisse la misura in cui ostentò le sue idee:
“Se proprio devo accettare un comandamento divino, scelgo
questo: “Tu preserverai la specie”. La vita di un individuo non
deve essere posta a un alto prezzo. Se gli individui fossero im-
portanti agli occhi della natura, la natura se ne prenderebbe cura.
Tra le milioni di uova che depone una mosca, solo poche si schi-
udono, ma la specie delle mosche prospera ancora”.124
La vita di ogni essere umano è preziosa a prescindere dal-
la razza, dal genere o dalla lingua. Quelli di buona coscienza
dovrebbero fare tutto ciò che è in loro potere per proteggere og-
ni essere umano senza limiti di razza o caratteristiche fisiche.
Durante la Seconda Guerra mondiale, le catastrofi causate dagli
ideologi nazisti, che attribuivano poca importanza alla vita
212
umana e che provavano sentimenti di vendetta verso gli altri
paesi, furono chiare a molti. Inoltre, le idee di Hitler rappresen-
tarono un incubo per molta della sua stessa gente e non solo per
le altre razze. Ne è un chiaro esempio l’eugenetica, ampiamente
applicata in Germania.
oo CCrreesscciittaa ddeell mmoovviimmeennttoo eeuuggeenneettiiccoo iinn GGeerrmmaanniiaaNel 1900, l’industriale tedesco Alfred Krupp finanziò un
concorso per il miglior saggio avente come argomento “Cosa
possiamo imparare dai principi del darwinismo per l’appli-
cazione allo sviluppo politico interno e alle leggi di stato?”
Il primo premio fu assegnato a Wilhelm Schallmeyer, che
interpretò il concetto di cultura, società, moralità e persino di
“giusto” e “sbagliato” in termini di lotta per la sopravvivenza.
Egli voleva applicare a tutte le leggi il concetto di prevenire che
la razza bianca degenerasse al livello degli aborigeni australiani
e, fintanto che la società proteggeva i malati mentali e fisici, la
degenerazione era inevitabile. Il Dr Alfred Ploetz, il darwinista
sociale che fondò l’igiene razziale in Germania, affermò di sup-
portare appieno le idee barbare di Schallmeyer. Continuò ad av-
valorarle insistendo che, a tempo di guerra, gli inferiori dovreb-
bero essere mandati al fronte per proteggere la razza bianca. Dal
momento che i soldati del fronte generalmente venivano uccisi,
ciò avrebbe preservato la parte “più pura” della razza da un in-
debolimento contingente. Il dottore si spinse oltre proponendo
che venisse istituito un consiglio medico che avrebbe presenzi-
ato a ogni nascita per giudicare se il neonato fosse sufficiente-
mente adatto a vivere o, in caso negativo, a essere ucciso.125
Queste proposte terrificanti furono le prime a essere appli-
cate dal movimento eugenetico prima del dominio nazista. Il 14
Harun Yahya (Adnan Oktar)
213
Darwinismo: Arma Sociale
luglio del 1933, quattro mesi dopo le elezioni che portarono i
nazisti al potere, l’eugenetica e il movimento cosiddetto di
“igiene mentale”, cominciarono a espandersi rapidamente.
Prima di quella data, la sterilizzazione per scopi eugenetici era
vietata, sebbene venisse effettuata comunque. Ma da quel
giorno in avanti, la “Legge per la prevenzione delle malattie
ereditarie alla progenie” (meglio nota come legge della steriliz-
zazione) diede l’autorizzazione per l’attuazione della barbarie
eugenetica. Il primo fautore di questa tirannia fu Ernst Rüdin,
docente di psichiatria presso la Munich University e direttore
del Kaiser Wilhelm Institute. Poco dopo l’approvazione della
legge, Rüdin (coadiuvato da un buon numero di avvocati e spe-
cialisti del partito nazista) pubblicò una dichiarazione sul signi-
214
Modelli di studi eugenetici effettuati dal Kaiser Wilhelm Institute
ficato e sugli scopi della legge. In pratica, l’intento era quello di
pulire la Nazione dagli elementi “impuri e indesiderabili” allo
scopo di raggiungere l’ideale ariano.
Soltanto chi era stato irretito dalle menzogne del darwinis-
mo sociale poteva ritenere accettabile assoggettare i bisognosi di
protezione al trattamento disumano dell’eugenetica. I medici
statali avevano il diritto legale di praticare la sterilizzazione
forzata con l’assistenza della polizia. In Into the Darkness: Nazi
Germany Today, l’americano pro-nazista Lothrop Stoddard
scrisse le sue impressioni dei campi eugenetici durante una visi-
ta in Germania. Un ufficiale della sezione tubercolotica del
quartier generale del servizio sanitario pubblico confidò a
Stoddard:
“La cura somministrata a un paziente tubercolotico è determinata
in parte dal suo valore sociale. Se si tratta di un cittadino valido e
il suo caso è curabile, non si bada a spese. Se il soggetto è dichiara-
to incurabile ... non viene fatto alcuno sforzo per prolungare an-
che di poco la sua esistenza di cui non trarrebbe alcun beneficio né
la comunità né se stesso. La Germania può nutrire solo un certo
numero di vite umane. Noi socialisti nazionalisti siamo tenuti a
favorire gli individui di valore sociale e biologico”.126
Nei valori morali islamici le persone possiedono il diritto a
un trattamento equo, a prescindere dai loro beni, dal ceto e dal-
lo status sociale. Lasciar morire la gente con difetti fisici o per-
ché non facoltosa è un omicidio vero e proprio; e tentare di at-
tuare lo stesso principio nella sfera sociale costituisce un omi-
cidio di massa.
La portata della legge sulla sterilizzazione della Germania
nazista venne ulteriormente allargata. Il 24 novembre del 1933
fu decretato che “i trasgressori abituali della morale pubblica”
sarebbero stati soggetti a sterilizzazione. Da quel momento le
Harun Yahya (Adnan Oktar)
215
Darwinismo: Arma Sociale
tesi naziste di “contaminazione razziale” comprendevano an-
che il crimine di lesione alla moralità pubblica. Gli anni succes-
sivi avrebbero dimostrato che i terribili piani dei socialisti
nazionali non si limitavano soltanto alla sterilizzazione.
216
Poster ideati alla luce della propaganda razziale nazista. Lagente nei poster, con capelli biondi, cranio allungato, nasostretto e occhi azzurri, corrisponde all’ideale ariano…
Harun Yahya (Adnan Oktar)
217
Darwinismo: Arma Sociale
oo LLee lleeggggii ddii NNoorriimmbbeerrggaaLa legge sulla sterilizzazione non bastò ai nazisti per raggiun-
gere il loro vero obiettivo. Nel 1935, allo scopo di istituire una “razza
ariana purificata”, vennero promulgate le leggi di Norimberga. Una
volta in vigore, queste leggi (barbarie e brutalità legalizzate) custodi-
vano l’ideale della cosiddetta purificazione della razza ariana.
Impegnarsi in tal senso, significava accertarsi degli alberi ge-
nealogici dei funzionari statali: chi si pensava non appartenesse alla
razza ariana, veniva costretto al pensionamento. Le leggi di
Norimberga divisero la popolazione tedesca in due: sudditi dello
stato e cittadini a pieno titolo con diritti politici. Ebrei, zingari e
membri di altre razze erano semplicemente soggetti dello stato che
non godevano del diritto di cittadinanza. La seconda delle leggi di
Norimberga, “per la tutela del sangue e dell’onore tedeschi” (nota
come legge di tutela del sangue) cercava di garantire la cosiddetta
purezza razziale della Nazione.
Con questa nuova legge, il matrimonio tra cittadini tedeschi e
sudditi tedeschi divenne un crimine. Inoltre, costituì anche un prece-
dente per pratiche attuate in seguito atte a isolare gli “individui in-
desiderabili”.
oo PPrrooggrraammmmii ddii ddeessccrriizziioonnee ddeellllaa rraazzzzaa ssuupprreemmaaIl primo passo nel programma eugenetico fu classificare i parti-
colari posseduti dalla razza che i nazisti ritenevano superiore. Le
caratteristiche della cosiddetta razza suprema furono enumerate
come segue:
“Biondo, alto, cranio allungato, viso stretto, mento pronunciato, naso
stretto con dorso alto, capelli morbidi, occhi chiari ben distanziati, col-
ore della pelle rosa-biancastro.”127
Questi e altri criteri similari, prodotto palese di una mentalità
malata, sono entrambi una violazione della scienza e anche moral-
mente inaccettabili. Come già enfatizzato, non esistono basi logiche
218
219
Uno dei poster della propa-ganda razziale ariana utiliz-zato dai nazisti.
Darwinismo: Arma Sociale
220
Per identificare chi apparteneva alla razza“superiore” gli eugenetici si basavanosulle misurazioni del cranio, sul colore deicapelli, sulla capacità polmonare e sulleimpronte digitali.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
221
o morali per discriminare le persone sulla base del colore della pelle,
degli occhi o dei capelli.
Nonostante questi criteri irrazionali, non fu facile per i nazisti
distinguere una razza dall’altra. A tal fine, intrapresero vari provved-
imenti, servendosi di metodi eccessivamente primitivi per misurare
il cranio e implementarono molti test di intelligenza senza alcuna va-
lidità scientifica. Le donne che soddisfacevano i requisiti razziali nec-
essari, venivano collocate in case speciali e restavano incinte degli uf-
ficiali nazisti per tutto il tempo che continuò questo stato dei fatti. I
bambini di padri sconosciuti venivano al mondo in immorali
“stazioni di monta umana”. Questi bambini rappresentarono la gen-
erazione successiva della cosiddetta razza superiore. Il risultato, del
tutto inaspettato, fu che la media del QI dei bambini nati in queste
stazioni era più basso di quello dei rispettivi genitori.128
Darwinismo: Arma Sociale
222
Hitler era consapevole dell’importanza deigeni per la Germania nazista e pianificòche i ragazzi della nuova generazione,cresciuta alla luce della perversa propa-ganda nazista, fossero suoi seguaci.Quella dei giovani fu la categoria su cui siconcentrarono maggiormente gli espertidella propaganda nazista. Molti ragazzi concaratteristiche fisiche superiori vennero ri-uniti in campi speciali di eugenetica utiliz-zati come stazioni di monta private. Conquesto metodo immorale e pervertito, sipensava sarebbe venuta fuori una razzatedesca purificata e progredita. I giovani,vittime del lavaggio del cervello della pro-paganda nazista fin dalla tenera età, nonerano capaci di distinguere cosa fossegiusto o meno.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
223
Darwinismo: Arma Sociale
224
IIll pprrooggrraammmmaa eeuuttaannaassiiaa TT44:: oommiicciiddii ““sscciieennttiiffiiccii””
Queste leggi gettarono le basi per provvedimenti ancora
più inimmaginabili. Una di queste pratiche fu l’omicidio di
massa delle persone mentalmente imperfette. Il programma eu-
tanasia t4 prese il nome dalle iniziali dell’indirizzo del quartiere
generale di Berlino dove vennero attuate queste pratiche:
Tiergartenstrasse 4.
Con il programma T4, gli incurabili, i minorati fisici e men-
tali, le persone con problemi psicologici e gli anziani vennero
uccisi in nome della purezza della razza. I bambini, le donne
egli anziani finivano nelle camere a gas, solo perché apparte-
nenti a una razza diversa; mentre migliaia di innocenti della
stessa razza venivano assassinati perché ritenuti deboli o senza
forze. Hitler iniziò questa campagna atroce nel 1939. I massacri
continuarono ufficialmente fino al 1941 e ufficiosamente fino al-
la sconfitta nazista nel 1945.
Il T4 prevedeva misure note come “Geheime Reichssache”
(Affari segreti del Reich) e chi le metteva in pratica, era costret-
to a mantenere il silenzio. La ragione per cui si riuscì a ottenere
poche informazioni sull’eutanasia nella Germania nazista è che
il personale addestrato e impiegato all’interno del programma,
venne inviato a combattere nei fronti più pericolosi in cui la re-
sistenza partigiana jugoslava attuava una politica di sterminio
delle truppe nemiche piuttosto che della loro prigionia. La mag-
gior parte dei testimoni dell’eutanasia venne inviata in quel
fronte particolare e, conseguentemente, eliminata.
In Fundamental Outline of Racial Hygiene, Alfred Ploetz fu
tra i primi a parlare di assassinio di malati e invalidi. Stando a
Ploetz, dal punto di vista della “tutela e igiene della razza”, fu
un grave errore quello di proteggere e curare i malati e i deboli
Harun Yahya (Adnan Oktar)
225
1945: vignetta raffigurante come le politiche diHitler terminavano con la morte e la barbarie
Darwinismo: Arma Sociale
226
(che è esattamente ciò che dovrebbe accadere in una società sana).
Secondo il suo pensiero perverso, i malati venivano protetti e man-
tenuti in vita quando, invece, dovevano essere eliminati. Ploetz era
così insensibile da indicare alla commissione medica di uccidere
immediatamente un neonato invalido o storpio con una dose min-
ima di morfina.
Furono in tanti a seguire i passi di Ploetz. Nel 1922 il giurista
Karl Binding e lo psichiatra Alfred Hoche pubblicarono un libro a
favore dell’eutanasia intitolato Die Freigabe der Vernichtung lebensun-
werten Lebens. Nel libro si descrive come i malati e i disabili fossero
un peso per se stessi e per la società; ucciderli non avrebbe compor-
tato alcuna grossa perdita poiché il costo per tenerli in vita era molto
alto e lo Stato poteva spendere quei soldi in altri ambiti. Come
soluzione proposero l’uccisione dei disabili fisici e mentali invitan-
do a soprassedere sugli ostacoli religiosi e legali.129 Una delle idee ir-
razionali di Hoche fu che i valori morali sulla tutela della vita sareb-
bero presto scomparsi e che l’eliminazione della vita “inutile”
sarebbe divenuta essenziale alla sopravvivenza della società.
Per avere un’idea più chiara di quanto fosse terrificante quel-
l’idea, provate a immedesimarvi in una società in cui vengano at-
tuati davvero questi modelli proposti. Se aveste una sorella sorda,
una madre cieca, un nonno con problemi psicologici, una nonna
zoppa o un padre anziano costretti a morire davanti ai vostri stessi
occhi in nome della scienza e per il bene della società? Non credo ci
siano dubbi sull’assurdità della scienza riguardo all’assassinio di
persone che amate. Non vi verrebbe difficile vedere queste idee
come frutto di una mentalità bacata. Una barbarie simile
causerebbe una sofferenza indescrivibile a voi e a chiunque conos-
ciate. Ma, purtroppo, furono molte le società che sperimentarono
questa sofferenza (specialmente la Germania nazista), e gli omicidi
nell’isteria dell’eugenetica lasciarono ferite profonde nella coscien-
za della società.130
Harun Yahya (Adnan Oktar)
227
Gli sforzi tentati dagli evoluzionisti di ignorare o dimenticare
la portata di queste depravazioni, sono destinati in definitiva a fal-
lire. I fatti sono chiari nonostante si tenti di insabbiarli in tutti i mo-
di. L’umanità è stata vittima di sofferenze terribili e di gravi perdite
Gli eugenetici inventarono termini speciali senza alcuna corrispondenza conla letteratura medica. Ad esempio, ai membri di altre razze o ai malati men-tali veniva diagnosticato uno “stato mentale cagionevole” e a loro era riser-vata la morte.Sopra: malati mentali americani dell’epoca
Darwinismo: Arma Sociale
a causa degli elementi ideologici suggeriti dal darwinismo.
Contemporaneamente alla sua attuazione nella Germania
nazista, la barbarie dell’eugenetica si diffuse anche in molti altri
paesi, in particolare negli USA. Nel 1935, il Dr. Alexis Carrel del
Rockefeller Institute pubblicò il libro L’uomo, questo sconosciuto
che, in tre anni, fu tradotto in nove lingue diverse. Nel capitolo
finale del libro, “Il rifacimento dell’uomo”, Carrel indicò l’euge-
netica e l’eutanasia come soluzioni plausibili ai problemi sociali.
Disse che i malati mentali e i criminali dovevano essere uccisi in
piccoli centri di eutanasia attrezzati di gas letali e cercò di gius-
tificare l’omicidio con queste parole:
“Rimane ancora irrisolto il problema del gran numero di disabili
e di criminali. Questi rappresentano un enorme fardello per la
parte della popolazione che è rimasta normale. Come già espres-
so, servono ingenti somme per mantenere le carceri, i manicomi
e per proteggere la società dai malviventi e dai matti. Perché pre-
serviamo questi esseri inutili e peri-
colosi? L’anormale previene
lo sviluppo del normale.
Questo fatto va af-
frontato di petto.
Perché una società
non dovrebbe
sbarazzarsi dei
criminali e dei
malati in un mo-
228
Dr Alexis Carrel, sosteni-tore della perversione eu-genetica
do più economico? Non possiamo andare avanti tentando di sep-
arare i responsabili dagli irresponsabili, punire i colpevoli,
risparmiare chi, nonostante abbia commesso una pena, si pensa
sia moralmente innocente.
Non siamo capaci di giudicare gli uomini. Tuttavia la comunità
deve essere protetta dagli elementi importuni e pericolosi.
Come possiamo farlo? Di sicuro non costruendo carceri più gran-
di e confortevoli, proprio perché non si migliora la sanità costru-
endo ospedali più grandi e più confortevoli. In Germania il gov-
erno ha intrapreso dei provvedimenti contro la riproduzione di
soggetti inferiori, matti e criminali. La soluzione ideale sarebbe
eliminare tali individui una volta provata la loro pericolosità.
Nel frattempo, si deve anche provvedere ai criminali in modo ef-
fettivo. Forse bisognerebbe abolire le carceri che potrebbero es-
sere rimpiazzate da istituti più piccoli e meno costosi.
Condizionare i criminali meschini con la frusta o con a l t r i
mezzi più specifici, coadiuvati da una breve permanenza in os-
pedale, potrebbe bastare a stabilire l’ordine. Chi ha [commes-
so crimini più gravi] [...] dovrebbe essere eliminato in modo
umano ed economico in piccoli istituti eutanasici attrezzati di gas
specifici. Un trattamento similare potrebbe essere vantaggiosa-
mente applicato ai malati, colpevoli di atti criminali. La società
moderna non dovrebbe esitare a organizzarsi prendendo esem-
pio dagli individui normali. Di fronte a una necessità del genere,
i sistemi filosofici e i pregiudizi sentimentali dovrebbero essere
messi da parte. Lo sviluppo della personalità umana è lo scopo fi-
nale della civilizzazione”.131
Il Dr Carrel sosteneva che l’assassinio di criminali e di chi
si pensava fosse pericoloso per la società era la soluzione
migliore e la più economica. Come già palesato, quando il dar-
winismo sociale cerca una soluzione ai problemi sociali, ignora
la dimensione umana proponendo soluzioni estremamente
meccaniche, disumane, efferate e crudeli del tutto incompatibili
con la coscienza umana. Gli esseri umani, specialmente i cosid-
Harun Yahya (Adnan Oktar)
229
detti “indesiderabili” dovrebbero essere visti come animali o beni
mobili.
Vero, la lotta al crimine e ai criminali è di estrema importanza
per la società. Ma questa lotta deve rispettare certi limiti. Andrebbero
eliminate le condizioni che determinano il verificarsi dei crimini e
messi in pratica vari programmi culturali ed educativi con lo scopo
di tentare di riconquistare quelli caduti nella rete della criminalità. Le
falsità che dipingono gli esseri umani come specie animale, prepara-
no il terreno per crimini di tutti i generi, con la pretesa di giustificare
massacri, furti, stupri, aggressioni e tutte le forme di male.
Giustificare la gente che commette crimini e poi suggerirne la pena
230
di morte è totalmente inspiegabile. Per questa ragione, è di enorme
importanza che chi continua a supportare la teoria dell’evoluzione
(sia perché mal informato o per ignoranza delle catastrofi che com-
porta) si rendano conto dell’importanza del pericolo. Pensare di fare
del bene alla società uccidendo i criminali è più selvaggio, primiti-
vo e barbarico. Il mezzo più efficace e permanente per abbassare il
tasso di criminalità e il numero di implicati in attività criminali è
quello di rafforzare la società in termini spirituali, migliorare
l’istruzione, gli standard di vita e i livelli di benessere. E, cosa più
importante, vanno rafforzati la fede religiosa della società e l’amore
di Allah. Chi teme Allah sa che dopo la morte riceverà una ricom-
pensa o una punizione per come si è comportato sulla terra; chi ama
Allah ama anche le cose che Egli ha creato. Rispetta, ama il prossi-
mo e si comporta in modo morale. Più si cerca di inculcare questo
concetto e più la società trarrà benessere, pace e progresso.
231
Darwinismo: Arma Sociale
232
oo MMaannddaattoo ddii mmoorrttee sseeggrreettoo ddii HHiittlleerrDopo la promulgazione delle leggi razziste, i nazisti dovevano
ottenere il consenso pubblico delle misure eugenetiche, specialmente
l’eutanasia. A tale scopo, vennero impiegati vari metodi di propa-
ganda, soprattutto film, che dovevano indurre la gente a credere alla
bugia che non si ricava nulla nel tenere in vita le persone pericolose.
I giornali pubblicarono servizi e articoli sulla cospicuità delle spese
di mantenimento dei disabili mentali e sottolineavano come, invece,
potevano essere più utili spesi in altro modo. La campagna fu avvia-
ta in proporzioni tali da essere inserita persino nei testi scolastici.
Le prime misure eutanasiche furono adottate in Germania nel
1938, anno in cui un certo Knauer da Lipsia scrisse una lettera a
Hitler in cui chiedeva l’assistenza di un medico per mettere fine alla
vita di uno dei suoi figli nato cieco, malformato e apparentemente
demente. In tutta risposta, Hitler inviò a Lipsia il suo medico priva-
to, il professor Karl Brandt, che pose debitamente fine alla vita del
bambino.133
Hitler firmò un documento in cui autorizzava Karl Brandt e
Philip Bouhler (leader del Reich) a praticare l’eutanasia in casi spe-
ciali. Il permesso ufficiale, noto come “Führer-Order” diceva:
“ Viene attribuita al Reichsleader Bouhler e al Dr. Brandt, M.D., la re-
sponsabilità di estendere l’autorizzazione a certi medici, che saranno
nominati per volta, di concedere una morte misericordiosa alle persone
che, secondo il giudizio umano, nessuna diagnosi potrebbe salvare dal-
la condizione di malattia.
Firmato - A. Hitler”. 134
Questa autorità, che rese l’omicidio parte della vita quotidiana,
gettò le basi per i crimini perpetrati dagli psichiatri della Germania
nazista. Più tardi, gli imputati ai processi di Norimberga per i crimi-
ni di guerra tentarono ironicamente di farli figurare come ordini rice-
vuti e attenuante ai loro crimini.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
233
CCoommee vveennnnee aattttuuaattoo iill pprrooggrraammmmaa
eeuuttaannaassiiaa TT44??I preparativi finali per il programma iniziarono a metà
del 1939. A ottobre dello stesso anno, furono inviati a ospedali
e istituti questionari per i malati mentali, redatti da consulen-
ti e dal Comitato di psichiatria. Le informazioni richieste era-
no le seguenti: “Nome del pazienze, stato civile, nazionalità,
parente prossimo. Il paziente viene visitato regolarmente? In
caso positivo, da chi? Su chi ricade la responsabilità pecu-
Questa autoriz-zazione, notacome “Führer-Order”, diedemaggiori poteri aimedici nazisti peruccidere queipazienti che, sec-ondo loro, dove-vano morire.L’ordine costituìla presunta prova“legale” dei crimi-ni perpetrati daimedici nazisti.
Darwinismo: Arma Sociale
234
niaria? Da quanto tempo è ricoverato il paziente? Da quanto tem-
po è malato? Diagnosi, sintomi principali. Il paziente è confinato
al letto? È sedato? È stato ricoverato per condizione o malattia in-
curabile? È un ferito di guerra? Razza del paziente”. A distribuire
i questionari erano i gruppi leader operanti per conto del pro-
gramma T4.
Il sistema T4 era strutturato nel seguente modo: quattro
gruppi di facciata che svolgevano gli ordini del vero gruppo T4.
In caso di indagini, i gruppi avrebbero nascosto la reale identità
delle operazioni. Qualsiasi ospedale o famiglia che tentò di inda-
gare sull’autorizzazione o sulla metodologia di morte applicata ai
propri cari, non riuscì mai a oltrepassare il muro dei quattro grup-
pi di facciata.
Camino fumante deiforni del mattatoioHadamar in cui veni-vano bruciati i corpi
Harun Yahya (Adnan Oktar)
235
Parallelamente a questi quattro gruppi, ne lavorava un altro
i cui membri, in particolare, erano divenuti esperti negli infantici-
di. Il suo nome era Realms Committee for Scientific Approach to
Severe Illness due to Heredity and Constitution con cui collabo-
ravano altre due organizzazioni: La Charitable Company for the
Transport of the Sick, responsabile del trasporto dei malati nei
centri di sterminio; la Charitable Foundation for Institutional
Care, che si occupava delle disposizioni e delle procedure finali.
Una delle altre pratiche impietose dei nazisti era quella di
domandare le “spese” alle famiglie dei pazienti uccisi, incon-
sapevoli che, in realtà, stavano pagando per l’assassinio dei pro-
pri parenti.
Il mattatoioBernburg da diverse
angolazioni
Darwinismo: Arma Sociale
236
I questionari, riempiti dai medici o dagli psichiatri respons-
abili dei pazienti ricoverati, venivano restituiti e valutati dagli
psichiatri e da altri esperti del T4. Nessuno dei pazienti veniva
esaminato od osservato direttamente. La decisione sulla sua vita
veniva presa in funzione delle informazioni dei questionari.
Dopo il primo invio dei formulari, alcuni edifici e molti os-
pedali psichiatrici vennero riutilizzati come mattatoi e scuole di
addestramento all’omicidio. Le camere di morte all’interno degli
edifici sembravano sale da bagno.
Questo sistema terrificante funzionava così: dopo aver rice-
vuto le risposte ai questionari, si mandava un avviso agli istituti
incaricati della cura dei pazienti scelti in cui si precisava che bisog-
nava far spazio per feriti di guerra o pazienti che necessitavano
cure migliori. Uno dei gruppi di facciata andava a prendere i pazi-
enti e li conduceva nei mattatoi. Una volta là, venivano sterminati
entro un paio di ore dall’arrivo.
Ma i malati mentali non furono le uniche vittime di questa
carneficina. Una volta che l’eutanasia riuscì a prendere piede, i
nazisti cominciarono a prendere di mira anche gli “indesiderabili”.
Venivano rilasciati avvisi di morte per malati mentali, schizofreni-
ci, anziani, infermi, epilettici, affetti dal morbo di Parkinson, par-
alitici, affetti da sclerosi multipla, tumori al cervello e altre malat-
tie neurologiche organiche. La stessa sorte toccava ai bambini e,
per questo, venivano ispezionati a tappeto orfanotrofi e riforma-
tori per scovare nuove vittime.
A questo punto, dobbiamo chiarire un punto molto impor-
tante: il 50% delle persone uccise sarebbe potuta guarire se solo
gliene fosse stata concessa la possibilità.135
Per nascondere le operazioni del T4, fu fatto di tutto per cer-
care di far apparire i mattatoi come normali ospedali psichiatrici.
Questo fatto uscì fuori durante i processi di Norimberga grazie a
Viktor Brack, capo della seconda unità del KdF (termine utilizzato
Harun Yahya (Adnan Oktar)
237
per riferirsi alla Cancelleria del Führer) e una delle figure principali
responsabile del programma eutanasia. Brack dichiarò che i pazi-
enti entravano nelle camere con tovaglie e sapone, pensando di
dover fare la doccia. Invece dell’acqua, però, usciva gas.
L’immagine sovrastante mostraun modello dell’OspedalePsichiatrico Bernbutg. Le frecceblu indicano il percorso deipazienti verso la zona in cuitrovavano la morte. Gli edificicerchiati comprendono i crema-toi e le camere a gas.Estrema destra: La dottoressaKathe Leichte, docente nel cam-po delle scienze sociali, fu invi-ata a Ravensbrück nel 1940. Nel 1942, fu condannata alla camera a gas dalla Gestapopresso il Bernburg Eutanasia Institute.A destra: Margarita Singer, figlia del docente di zoologia, venne uccisa con il programma di eutanasia.
Darwinismo: Arma Sociale
238
I nazisti più fedeli a Hitler selezionavano gli studenti che
avrebbero commesso gli omicidi e ricevuto un addestramento
speciale. In un primo momento assistevano e, man mano che
l’addestramento andava avanti, conducevano i pazienti nelle
camere e aprivano i “rubinetti” del gas. Guardavano le vittime
agonizzanti e, una volta accertatane la morte, facevano arieg-
giare le stanze e rimuovevano i corpi. Gli studenti contribuirono
al massacro di migliaia di vittime innocenti.
Questi atti immondi venivano effettuati sotto stretta si-
curezza e con ogni precauzione possibile per prevenire la più
piccola fuga di informazioni. Tutto ciò perché le persone uccise
in quegli edifici non erano membri di “altre razze”, ma si tratta-
va per lo più di tedeschi e austriaci. Se l’opinione pubblica
tedesca avesse mai scoperto la fine che facevano alcuni compa-
trioti, i nazisti avrebbero avuto grosse difficoltà a dare delle sp-
iegazioni. Questo è il motivo per cui adottarono tutte le misure
di sicurezza possibili.
Gli studenti, divenuti a loro volta esecutori, si abituarono
presto alle procedure e divennero immuni alle suppliche, alle
urla e agli strepiti delle vittime. Durante questo processo, gli
istruttori osservavano da vicino le loro reazioni e ne descrive-
vano il risultato nelle relazioni. Si è calcolato che se gli studenti
non avevano difficoltà nell’uccidere i membri della loro stessa
razza solo perché malati, allora sarebbe stato facile per loro uc-
cidere quelli di “razze inferiori”. In seguito, difatti, furono ad-
destrati a pratiche di “più ampio raggio”. Gli studenti non
idonei venivano inviati al fronte e costretti dai loro comandanti
di unità a prendere parte alle “squadre suicide”.
Per diventare esecutori, gli studenti venivano addestrati a
mantenere il sangue freddo: “assassini perfetti” (tali da resistere
alle urla e agli strepiti dei morenti e la puzza della carne umana
in fiamme, capaci di parlare alle persone che stavano per far
Harun Yahya (Adnan Oktar)
239
In alto a sinistra: Il percorso per lecamere a gasIn alto a destra: la sala settoriaIn basso a sinistra: Finestra di osser-vazione utilizzata per assicurarsi che ipazienti fossero mortiIn basso a destra: sprinkler installatoper far credere ai pazienti che stavanoper fare la doccia quando, invece, sitrattava di bocchette del gas.
240
morire come se stessero andando a farsi davvero la doccia).
Venivano ricompensati e incoraggiati in vari modi. Oltre a questi
incentivi vari, veniva attribuita loro la Croce di ferro di seconda
classe per “affare segreto del Reich”.
A poco a poco l’opinione pubblica si rese conto di quello che
stava accadendo in quegli istituti e cominciò a protestare. Fu in
quel momento che si annunciò che Hitler aveva emesso un manda-
to per mettere fine agli omicidi. Come si può immaginare, ciò non
accadde, ma vennero cambiati i metodi. Si passò anche alle
iniezioni letali e alla fame, con i morti sepolti in fosse comuni. Fu
così che la barbarie dell’eutanasia fu perpetrata durante la guerra.
241
Darwinismo: Arma Sociale
242
AAzziioonnee ssppeecciiaallee 1144ff1133Dopo aver massacrato molta gente “indesiderabile” e pre-
sumibilmente “inutile”, il programma T4 allargò la sua sfera di
azione sotto il codice 14f13. Il programma, precedentemente riv-
olto solo a ospedali e istituti di ricerca, da quel momento prese di
mira i prigionieri tedeschi e austriaci che si ammalavano per via
delle condizioni in cui venivano tenuti, e verso gli ebrei, i polac-
chi e gli zingari nei campi di concentramento. L’operazione 14f13
ebbe inizio nel dicembre nel 1941. Al team T4 di Berlino si ag-
giunsero delle commissioni di psichiatri che selezionavano, a loro
parere, i malati o gli individui indesiderabili, inviandoli ai campi
di concentramento con lo scopo di svuotare gli istituti medici e i
centri di ricovero. Generalmente, i pazienti selezionati venivano
mandati in uno dei sei mattatoi dove venivano uccisi. Le persone
scelte dai campi di concentramento, in genere, venivano classifi-
cate sulla basse delle loro capacità lavorative e, se non adatte ai
lavori pesanti, venivano uccise.
Ospedale psichiatricotedesco nel 1925
Cimitero del mat-tatoio Hadamar
243
Monumento ai mor-ti del programma
eutanasia
Sinistra: “I nazisti hanno uccisoanche 200.000 malati”Articolo del “Milliyet” datato 10ottobre 2003
244
Nel 1943 anche i bambini caddero vittima dei massacri a
Hadamar, uno dei centri di massacro. Oltre a quelli infermi
mentalmente e fisicamente, venivano inclusi anche quelli degli
asili statali e degli orfanotrofi.136
LL’’iirrrreelliiggiioonnee ggiiaaccee aallllaa rraaddiiccee
ddeellll’’eeffffeerraatteezzzzaa ee ddeellllaa mmaannccaannzzaa ddii ccoommppaassssiioonneeLa Germania nazista è un chiaro esempio delle sofferenze
inflitte alla gente quando le idee darwiniste sociale vengono
messe in pratica. Joseph L. Graves Jr., docente di biologia evo-
245
lutiva e autore di The Emperor’s New Clothes, che critica le teorie
razziste, commenta:
“La tragedia della Germania nazista rimane l’esempio più chiaro
di ciò che può accadere quando si ricorre alle conclusioni logiche
dell’eugenetica, della gerarchia razziale e del darwinismo so-
ciale”.137
Come hanno potuto nutrire un tale odio, una tale insensi-
bilità ed efferatezza queste persone? Come sono arrivate a omi-
cidi del genere e a diventare nemici della razza umana? La
Lontano a sinistra: costruzione di un muro atto a dividere ilghetto di Varsavia dal resto della cittàSinistra: Gente inerme inviata al campo di concentramento diBelzecIn basso a sinistra: una coppia di zingari nel campo di concen-tramento di BelzecIn basso a destra: Uno zingaro utilizzato dai medici nazisti perla sperimentazione sulla potabilità dell’acqua di mare
Darwinismo: Arma Sociale
risposta evidente è che la gente educata con gli insegnamenti
del darwinismo, che vede gli uomini come animali, che immag-
ina la vita come un campo di battaglia e che crede che tutte le
forme di male sono giustificate nella lotta per la sopravvivenza
costituirà inevitabilmente un ordine sociale spietato. Chi nega
che l’uomo è stato creato e che possiede un’anima insufflatagli
da Allah, che rifiuta di guardare il prossimo come entità
preziosa con ragione e coscienza, e che si ritiene non dissimile
da animali e piante, non subirà alcuno shock dagli omicidi di
massa e dalle sofferenze dei malcapitati. Quando questa gente
pensa che il male può riguardare se stessa o i propri interessi,
non si crea scrupoli a uccidere gli altri senza provare pietà o
compassione o abbandonarli a una vita di povertà e infelicità.
Non ci si può aspettare che gente così provi pietà per i malati, i
bisognosi o che sia altruista. Magari, non protegge nemmeno i
suoi parenti sofferenti o i genitori anziani e vede come una
perdita di tempo, energia e denaro prendersi cura di un fratello
invalido. Se questa visione malata del mondo si diffondesse, al-
lora ognuno (dagli amministratori ai membri della famiglia, dai
medici agli insegnanti) si comporterebbe sotto la sua influenza.
È impossibile applicare l’altruismo, la pazienza, la compassione,
l’affetto, il rispetto e la devozione a quelle società che non os-
servano i valori morali religiosi, la cui mancanza ha sempre por-
tato distruzione e catastrofi.
246
247
248
Nell’impero ottomano in cui prevalevano i valori morali is-
lamici, le famiglie si prendevano cura non solo dei malati, ma anche
di chi gli stava intorno. I sofferenti venivano ricoverati in cliniche
speciali e si faceva di tutto per curarli nel miglior modo possibile. I
poveri godevano del servizio sanitario gratuito e i medici e il per-
sonale sanitario venivano sanzionati se chiedevano denaro ai
poveri. Nel 1871, con lo scopo di regolare il servizio sanitario pub-
blico, vennero istituiti degli uffici nazionali dei medici e vennero
nominati degli ispettori sanitari. Alcuni dei provvedimenti:
- In determinati giorni della settimana, i medici esaminavano
gratuitamente i pazienti in luoghi specifici e senza fare distinzione
fra ricchi e poveri. Anche i vaccini venivano fatti gratuitamente.
- I medici visitavano coloro che non potevano ricevere le cure
in casa propria, e chi aveva i mezzi per pagare versava una quota
fissa. I poveri non sostenevano alcuna spesa e i medici venivano pa-
gati con i fondi del comune.
- Sbagliare una cura senza una valida ragione o farsi pagare la
parcella dai poveri poteva essere causa di licenziamento.1
Nei manicomi ottomani si impiegavano anche metodi di trat-
tamento speciali. Nell’impero ottomano del XV secolo vennero
costruiti ospedali adatti per i malati mentali. Si faceva di tutto per
curare i malati, a prescindere dalla malattia, basandosi su melodie
turche, piatti speciali e fiori. In particolare, ai pazienti si somminis-
trava pollame. Ogni stanza aveva due finestre che spesso davano su
un giardino di rose.2
Molto prima dell’avvento dell’impero ottomano, altri Stati
musulmani avevano impiegato metodi speciali per la cura dei dis-
abili mentali o fisici. Durante il califfato di Abbasid, in particolare,
il mondo islamico raggiunse la più alta sofisticazione medica e
psichiatrica. I primi ospedali furono costruiti nel mondo islamico e
fu lì che venne utilizzato per la prima volta il trattamento dei malati
249
mentali con il metodo della suggestione. Sono stati i valori morali
del Corano impartiti ai musulmani (la compassione, l’affetto, la ra-
gione, la comprensione) a far sì che ciò accadesse. I valori morali is-
lamici spingono i credenti a provare affetto, prendersi cura del
prossimo, a sacrificarsi e ad agire in modo compassionevole verso i
poveri, i deboli, i meno abbienti, i bisognosi e chi non sa prendersi
cura di sé. In alcuni dei versi del Corano, Allah ha rivelato come
dovrebbero essere trattati i deboli, i poveri e gli anziani:
“[...] "Non adorerete altri che Allah, vi comporterete bene
con i genitori, i parenti, gli orfani e i poveri; userete buone
parole con la gente, assolverete all'orazione e pagherete la
decima!” (Surat al-Baqara, 83)
“ La carità non consiste nel volgere i volti verso l'Oriente e
l'Occidente, ma nel credere in Allah e nell'Ultimo Giorno,
negli Angeli, nel Libro e nei Profeti e nel dare, dei propri
beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai poveri, ai
viandanti diseredati, ai mendicanti e per liberare gli schiavi;
assolvere l'orazione e pagare la decima . Coloro che manten-
gono fede agli impegni presi, coloro che sono pazienti nelle
avversità e nelle ristrettezze, e nella guerra, ecco coloro che
sono veritieri, ecco i timorati” (Surat al-Baqara, 177)
“Ti chiederanno:"Cosa dobbiamo dare in elemosina?" Di': "I
beni che erogate siano destinati ai genitori, ai parenti, agli
orfani, ai poveri e ai viandanti diseredati. E Allah conosce
tutto il bene che fate” (Surat al-Baqara, 215)
“Adorate Allah e non associateGli alcunché. Siate buoni con
i genitori, i parenti, gli orfani, i poveri, i vicini vostri paren-
ti e coloro che vi sono estranei, il compagno che vi sta ac-
canto, il viandante e chi è schiavo in vostro possesso. In ver-
ità Allah non ama l'insolente, il vanaglorioso” (Surat an-
N›sâ’, 36)
1 Doc. Dr. Haydar Sur, "Saglik Hizmetlerinin Gecmisi ve Gelisimi"
(Passato e sviluppo del servizio sanitario);
http://www.merih.net/m1/whaysur12.htm
2 "Osmanl›da ‹lim" (Science of the Ottomans);
http://www.mihr.com/mihr/osm/sistem/ilim.htm
250
I l presunto supporto scientifico che il darwinismo sociale fornì
al razzismo, al fascismo, all’imperialismo e anche il comunis-
mo, è un argomento su cui si è scritto molto. Ma un fatto meno
noto è che molti darwinisti, incluso lo stesso Darwin, hanno creduto
nell’errore che le donne siano biologicamente e mentalmente inferiori
agli uomini. La differenza mentale che i darwinisti ritengono esistere
tra i due generi è di una dimensione tale che alcuni evoluzionisti li
hanno addirittura divisi in specie fisiche diverse: gli uomini Homo
frontalis e le donne Homo parietalis.138
Darwin descrisse le donne come specie “inferiore” (secondo la
sua opinione), perché la sua visione del mondo si basava sulla se-
lezione naturale. Secondo questa visione non scientifica e irrazionale,
gli uomini sono in proporzione più adatti delle donne a competere in
guerra, a trovare un partner, a ottenere cibo e vestiario, mentre le
donne sono lontane da attività del genere. Stando a questa deduzione
scientificamente infondata, la selezione naturale esercita un’influenza
più forte sugli uomini tanto da far acquisire loro una posizione supe-
riore in tutte le sfere e da averli fatti evolvere più della donna. Come
mostreremo nelle prossime pagine, Darwin avanzò delle deduzioni il-
lusorie, su nessun fondamento scientifico, ma semplicemente sulla
base di preconcetti evoluzionistici.
Molti ricercatori hanno rivelato che le idee di Darwin sulla se-
lezione naturale hanno fomentato la discriminazione sessuale. Ad es-
empio, la docente di storia e filosofia della scienza, Evelleen Richards,
concluse che Darwin aveva introdotto la sua visione sulla natura delle
donne nel suo teorizzare evolutivo, “nutrendo, in tal modo, molte
generazioni di [cosiddetto] sessismo scientifico”.139 La scrittrice
evoluzionista scientifico Elaine Morgan afferma che servendosi di
varie branche della scienza quali la biologia e l’etnologia, Darwin in-
coraggiò gli uomini a pensare che le donne fossero “palesemente in-
feriori e irreversibilmente subordinate”.140
251
Darwinismo: Arma Sociale
Come ha dichiarato lo scienziato evoluzionista John R.
Durant, le due principali conseguenze della teoria del-
l’evoluzione sono il razzismo e la discriminazione sessuale:
“Darwin ha fondato le sue ragioni su un’accorta combinazione di
argomenti zoomorfi e antropomorfici. I selvaggi, che si era detto
avere un cervello più piccolo e arti più prensili rispetto alle razze
più nobili, e le cui vite si pensa siano dominate dall’istinto e
meno dalla ragione […] furono collocati in una posizione inter-
media tra natura e uomo; e Darwin, per analogia, estese questa
classificazione per includere non solo bambini e dementi con-
geniti, ma anche le donne, le cui facoltà di intuizione, di
percezione rapida e magari di imitazione erano “caratteristiche
delle razze più basse e quindi di una stato di civilizzazione pas-
sato e inferiore”.141
Gli errori commessi da Darwin in L’origine dell’uomo a cui si
riferisce Durant:
“È generalmente riconosciuto che nelle donne le facoltà di intu-
izione, percezione rapida e magari di imitazione,sono molto più
evidenti che nell’uomo; ma, per lo meno, alcune di queste facoltà
sono caratteristiche delle razze inferiori e quindi di uno stato di
civilizzazione passato e inferiore”.142
Se si esaminano le visioni generali di Darwin sulle donne e
il matrimonio, si evince chiaramente come, per lui, le donne fos-
sero cittadine di seconda classe. Questa opinione, per nulla sci-
entifica, si riflesse anche sulla sua teoria dell’evoluzione. Questa
era la sua idea sul matrimonio:
“[…] bambini – compagna costante (amica in età avanzata) a cui
sarà legato, oggetto da amare e con cui giocare, comunque
meglio di un cane. Casa, e qualcuno che se ne prenda cura. Malie
di musica e pettegolezzi di donna. Queste cose fanno bene alla
salute”.143
In pratica, per Darwin il matrimonio è da desiderare per-
ché “l’amicizia di una donna è meglio di quella di un cane”. Le sue
252
affermazioni sul matrimonio non fanno alcun riferimento a
tutte le sue peculiarità tipiche, quali amicizia, affetto, amore, de-
vozione, lealtà, vicinanza, sincerità e fiducia tra due persone che
vivono la vita insieme. Sul matrimonio Darwin dice anche:
“[…] perdita di tempo – non si può leggere la sera – grassezza e
ozio – ansia e responsabilità – meno denaro per i libri ecc. – Se
tanti bambini, costretto a guadagnarsi il pane […] magari a mia
moglie non piacerà Londra; poi la condanna è l’esilio e il degra-
do con una pigra sciocca indolente”.144
Queste affermazioni irragionevoli sono perfettamente nat-
urali, poiché provengono da uno che non vedeva alcuna dif-
ferenza tra gli esseri umani e gli animali e che pensava che le
donne e, in particolare, i bambini fossero davvero più simili agli
253
Darwin scrisse che essere sposati con una donna voleva dire avere“una compagna costante, un’amica per la vecchiaia, [...] un oggettoda amare e con cui giocare, comunque meglio di un cane”. Questeparole sintetizzano chiaramente la concezione delle donne di Darwin.Sotto: un’immagine di Darwin e sua moglie
animali. Chi vede la propria moglie e i figli come specie inferi-
ori, naturalmente proverà poco attaccamento e farà pochi sacri-
fici, non presterà loro alcuna attenzione almeno fintantoché
questo comportamento non gli giovi. Infatti, le idee di Darwin
mostrano, ancora una volta, che non c’è posto per l’amore
umano, la vicinanza e l’amicizia nella moralità darwiniana.
Darwin affermava che gli uomini erano superiori alle
donne:
“La distinzione chiave nelle facoltà intellettuali dei due sessi la
dimostra il raggiungimento di una superiorità da parte dell’uo-
mo a qualsiasi cosa si dedichi rispetto a quanto in potere alle
donne – sia che si tratti di pensieri profondi, ragionamento, im-
maginazione, o semplicemente l’uso dei sensi e delle mani. Se
venissero redatte due liste degli uomini e delle donne più emi-
nenti nella poesia, pittura, scultura, musica […] storia, scienza e
filosofia […] la lista delle donne non reggerebbe il confronto.
Potremmo anche inferire, dalla legge dello scarto delle medie,
ben illustrata da Galton nel suo Hereditary Genius, che se gli uo-
mini sono dotati di una netta superiorità sulle donne in molti
campi, la media del potere mentale dell’uomo deve essere su-
periore a quella delle donne”.145
254
L’essere umano è un’entità con un’ani-ma insufflatagli da Allah, e che, pertan-to, possiede i sentimenti dell’amore,dell’affetto, della compassione e delrispetto.
255
256
Allah ha creato gli uomini e le donne uguali. Entrambipossono riscuotere grande successo agendo alla lucee con la ragione impartita loro dalla fede.
Naturalmente Darwin non aveva alcuna prova scientifica per
determinare ciò, ma le sue affermazioni, prevenute e ostili, si dif-
fusero velocemente tra gli scienziati suoi contemporanei.
Il materialista Carl Vogt, docente di storia naturale presso
l’Università di Ginevra, accettò tutte le conclusioni di Darwin,
senza sottoporle ad alcuna analisi scientifica e affermò che: “il
bambino, la femmina e l’anziano di razza bianca” avevano tutti carat-
teristiche intellettuali e personalità del “nero in età adulta”146 Vogt si
spinse perfino oltre, affermando che, in realtà, fossero più simili
agli animali che agli uomini. Secondo Vogt, una donna era “un uo-
mo ritardato” il cui sviluppo era stato ostacolato perché la sua
evoluzione era giunta a un’interruzione prematura.147 Vogt asserì
anche che il divario tra maschi e femmine aumenta con il progres-
so della civilizzazione ed è maggiore nelle società europee avan-
zate.148 Darwin fu enormemente influenzato
dalle farneticazioni di Vogt e si sentì ono-
rato di enumerarlo tra i suoi seguaci
più eminenti.149
257
258
Molte volte nel corso della storia, per ignoranza
e arretratezza delle società in questione, si è tentato
di mettere da parte la figura della donna. Ma è qual-
cosa che deriva dall’influenza della cultura. Non
sussiste alcun ritardo biologico, come, invece, sup-
ponevano Darwin e i suoi seguaci, poiché Allah ha
creato l’uomo e la donna uguali. Affermare che l’uo-
mo sia superiore, e utilizzare questa dichiarazione
per trattare le donne come cittadine di seconda
classe, è un comportamento primitivo praticato dalle
società che non vivono di valori morali religiosi. Al
giorno d’oggi, nelle società in cui sono garantite le
pari opportunità, vi sono infiniti esempi di donne
note per successo, intelligenza e capacità, al pari
degli uomini.
DDiissccrriimmiinnaazziioonnee ddii ggeenneerree bbaassaattaa ssuullllee mmiissuurraazziioonnii ddeell ccrraanniiooPer dimostrare che le donne erano “inferiori”,
alcuni scienziati evoluzionisti tentarono di provare
che avessero minori capacità cerebrali. Alcuni adot-
tarono dei metodi illogici e umilianti quali la mis-
urazione del cranio. Essi, credendo che lo sviluppo
dell’intelligenza fosse direttamente proporzionale
alla dimensione del cranio (che sappiamo non è così)
misero a confronto i crani e dichiararono che le
donne erano inferiori. Questo è uno dei metodi non
scientifici di cui si parla nel libro di Darwin:
“Quasi certamente il cervello dovrebbe ingrandirsi
man mano che le varie facoltà mentali si sviluppano,
Harun Yahya (Adnan Oktar)
259
Darwinismo: Arma Sociale
[…] la grande proporzione che la dimensione del cervello umano
scarica sul corpo, paragonata alla stessa proporzione nel gorilla o nel-
l’orango, è strettamente connessa alle sue più spiccate facoltà mentali
[…] che nell’uomo esista una relazione simile tra la misura del cervel-
lo e lo sviluppo delle facoltà intellettuali è supportato dal confronto
dei crani delle razze civilizzate e selvagge, degli anziani e dei giovani
e dall’analogia dell’intera serie dei vertebrati”.
Stando alle idee avanzate da Darwin, gli studi sulle mis-
urazioni del cranio e il volume del cervello (secondo le condizioni
scientifiche primitive dell’epoca) fornirebbero dati di supporto alla
teoria dell’evoluzione. In realtà i risultati scientifici dimostrano tut-
to il contrario. Le diverse misurazioni dei crani e il volume del
cervello non forniscono informazioni tali da sostenere la teoria del-
l’evoluzione. Al giorno d’oggi si è stabilito che tali misurazioni non
costituiscono alcun fondamento valido.
Uno scienziato che immaginò di poter dichiarare che le donne
erano inferiori utilizzando la craniologia (scienza della misurazione
del cranio) fu Paul Broca. Noto come uno dei fondatori del-
l’antropologia fisica, fu uno di quelli che impiegò e supportò meto-
di primitivi quali la misurazione dei crani di gruppi umani, at-
tribuendo loro dei valori.150 Alla luce di queste misurazioni cosid-
dette scientifiche, Broca avanzò la sua logica distorta:
“In generale, il cervello è più grande negli adulti maturi che negli
anziani; negli uomini più che nelle donne, negli uomini eminenti pi-
uttosto in quelli di mediocre talento, nelle razze superiori rispetto alle
razze inferiori […] A parità di altre condizioni, c’è una relazione
notevole fra lo sviluppo dell’intelligenza e il volume del cervello”.151
Broca era particolarmente interessato alla differenza craniale
tra gli uomini e le donne. In modo prevenuto analizzò le mis-
urazioni del cranio ricavate e se ne uscì con l’idea che le donne era-
no intellettualmente inferiori.152 Egli disse anche che stava aumen-
260
tando la differenza nella dimensione del cervello tra l’uomo e la
donna pur non avendo nessuna prova a supporto della sua tesi. Per
sopperire a questa défiance, fece ricorso a una supposizione altret-
tanto non scientifica: che l’aumento della differenza era “un risul-
tato della diversificazione delle pressioni evolutive sugli uomini
dominanti e sulle donne passive”.153
Harun Yahya (Adnan Oktar)
261
Darwinismo: Arma Sociale
Oggigiorno, perfino gli
evoluzionisti ammettono che le
conclusioni di Broca non hanno
alcun valore scientifico.
Gould commenta:
“essi [i dati di Broca] vennero
raccolti selettivamente e poi
manipolati incoscientemente a
servizio di conclusioni
affrettate”.154
In altri termini, Broca aveva
“incoscientemente” interpretato i
dati ottenuti in modo preconcetto, alla
luce della fuorviante teoria dell’evoluzione.
Un altro evoluzionista che si servì delle misurazioni del
cranio e che considerava le donne esseri inferiori fu Gustave Le
Bon, uno dei fondatori della psicologia sociale:
“Nelle razze più intelligenti […] vi sono un gran numero di
donne la cui dimensione del cervello è più vicina a quello dei go-
rilla piuttosto che ai cervelli maschili più sviluppati. Questa infe-
riorità è così ovvia che nessuno può contestarla nemmeno per un
attimo; vale la pena dibattere solo sul suo grado […] Le donne
[…] rappresentano le forme più inferiori di evoluzione umana e
[…] si avvicinano di più ai bambini e ai selvaggi che a un uomo
adulto e civilizzato. Queste eccellono in volubilità, inconsisten-
za, assenza di pensiero e logica e incapacità di ragionamento.
Indubbiamente esistono donne di spicco […] ma sono un caso ec-
cezionale come la nascita di qualsiasi mostruosità tipo, ad esem-
pio, un gorilla con due teste; di conseguenza, potremmo non
tenerne conto del tutto”.155
I darwinisti, come con molte altre affermazioni, si sbaglia-
vano totalmente riguardo alle donne. Contrariamente a quanto
immaginassero gli evoluzionisti, il fatto che le donne siano af-
262
Gustave Le Bon
fettuose, compassionevoli e ponderate nel loro modo di pensare
non significa che siano arretrate, ma, in realtà, è segno di supe-
riorità. Convinti che gli esseri umani fossero delle specie ani-
mali, gli evoluzionisti vedevano queste caratteristiche come
segni di arretratezza, quando invece sono tra gli attributi più
importanti per l’accrescimento della qualità della vita umana.
Le caratteristiche umane, di cui gli evoluzionisti non amano am-
metterne l’esistenza, consentono di avanzare e progredire in
molte sfere quali letteratura, arte e tecnologia.
263
I tedeschi mentreusano compassi
e righelli per lemisurazioni dei
crani per stabilirechi era ariano e
chi non.
LLaa sscciieennzzaa ccoonnffuuttaa aannccoorraa iill ddaarrwwiinniissmmooPoiché le dimensioni del cervello e del cranio non hanno nulla
a che vedere con le capacità intellettive o mentali, la scienza ha
confutato la misurazione dei crani e la loro classificazione sulla base
della razza e del genere.
In natura, difatti, non esiste una relazione diretta tra intelligen-
za e dimensione del cervello. Ad esempio, gli elefanti e le balene
hanno un cervello più grande di quello degli umani. Inoltre, la ca-
pacità cranica degli esseri umani moderni varia da circa 700 cc a
2.200 cc.156 Ma queste differenze non stabiliscono livelli di intelligen-
za diversi tra le persone.
Misurazioni del cranio a parte, la scienza genetica ha rivelato
anche che le affermazioni di Darwin sulle differenze tra uomini e
donne sono sbagliate. Secondo le leggi dell’ereditarietà un uomo
passa i propri geni sia alla prole di sesso maschile che femminile. Se
264
l’uomo possiede caratteristiche biologicamente “superiori”, come
sosteneva Darwin, allora anche la figlia erediterà gli stessi tratti “su-
periori”. Ma Darwin e i suoi contemporanei ne sapevano così poco
di genetica da affermare che “le caratteristiche di una specie ac-
quisite dalla selezione sessuale sono limitate di solito a un sesso”.157
Lo scienziato fece innumerevoli altre dichiarazioni secondo cui le
qualità superiori quali l’ingegno, le facoltà di immaginazione e la ra-
gione “sono trasmessi appieno più alla prole maschile che a quella
femminile”.158
265
Le tesi di Darwin non si basavano sulla scienza, bensì sulla culturae sull’interpretazione scientifica primitiva dell’epoca vittoriana
266
SSeeccoonnddoo llaa mmoorraalliittàà ccoorraanniiccaa,, llee ddoonnnnee ee ggllii uuoommiinnii ssoonnoo uugguuaallii ee llaa ssuuppeerriioorriittàà ssii ddeetteerrmmiinnaa ddaallll’’aatttteennzziioonneecchhee ssii pprreessttaa aadd AAllllaahh
In termini di valori morali, stando al Corano,
non c’è differenza tra uomini e donne. Allah ha af-
fidato uguali responsabilità a entrambi e li ritiene re-
sponsabili delle stesse questioni. Al cospetto di Allah,
l’uomo non è superiore alla donna e viceversa, ciò
che conta sono il timore, l’amore profondo, la de-
vozione verso di Lui e i giusti valori morali. In uno
dei Suo versi, nostro Signore rivela che, a prescindere
dal sesso, chi dimostra il miglior atteggiamento
riceverà la giusta ricompensa per i valori morali:
“Quanto a coloro che, uomini o donne, operano il
bene e sono credenti, ecco coloro che entreranno nel
Giardino e non subiranno alcun torto, foss'anche [del
peso] di una fibra di dattero”. (Surat an-Nisâ’, 124)
Allah ha stabilito anche la caratteristiche che og-
ni credente deve possedere:
“I credenti e le credenti sono alleati gli uni degli al-
tri. Ordinano le buone consuetudini e proibiscono
ciò che è riprovevole, eseguono l'orazione
pagano la decima e obbediscono ad Allah e al Suo
Messaggero. Ecco coloro che godranno della miseri-
cordia di Allah. Allah è eccelso, saggio”. (Surat at-
Tawba, 71)
Come rivelato da Allah nel versetto, ogni essere
umano ha le stesse responsabilità. Agli uomini e alle
donne che le rispettano, che cercano conforto in Lui
e che hanno fede, saranno riservate queste buone no-
tizie:
Harun Yahya (Adnan Oktar)
267
268
“Il loro Signore risponde all'invocazione: "In verità non farò
andare perduto nulla di quello che fate, uomini o donne che
siate [...]”. (Surat Al ‘Imrân)
Le caratteristiche mentali che i darwinisti usano come canoni,
sono capacità donate da Allah, a prescindere dalla razza. In un
verso Allah rivela: “O voi che credete! Se temete [e rispettate]
Allah, vi concederà la capacità di distinguere [il bene dal male]
[...]” (Surat Al-‘Anfâl)
Come rivela il versetto, il giudizio (e quindi l’intelletto) si
sviluppa non secondo il genere ma sulla base del timore di
Allah.
Chiunque, maschi o femmine, che agisca con la ragione in-
sufflata da Allah, può raggiungere il successo in molti campi e
acquisire caratteristiche superiori. Il vero credente, tuttavia, ten-
ta di guadagnare più che può la pietà di Allah, la compassione
e il Paradiso.
269
L a degenerazione morale è in crescita costante. Gli atteggia-
menti che poche generazioni fa sono state disapprovate, dis-
degnate, proibite e condannate, tutto a un tratto vengono ac-
cettate, addirittura ricercate e ampiamente praticate. Questa è una
questione importante che molti disconoscono. Gli stili di vita e i com-
portamenti considerati finora come immorali, adesso sono consentiti
perché trattasi di “scelte diverse”. Si accettano perversioni quali
omosessualità, aggressività nelle società, aumento di frodi, mancanza
di rispetto fra coniugi e convivenza in tali condizioni, aumento dei di-
vorzi e del consumo di droghe e alcol, aumento di furti e aggressioni,
esecuzione di omicidi senza scrupoli, aumento del tasso di criminal-
ità, mancanza di rispetto e diffusione del gossip…Questi pochi esem-
270
pi e la situazione attuale in cui versano alcuni paesi occidentali,
mostrano chiaramente quanto sia pericolosa la degenerazione.
Alla radice di tutto ciò si trovano le risposte sbagliate alla do-
manda “Perché esistono gli esseri umani?” La verità è che la gente es-
iste per conoscere Allah, il Creatore. Nel verso “[...] In verità i cuori si
rasserenano al Ricordo di Allah” (Surat Ar-Ra’d, 28), Allah rivela che
esiste solo una fonte di pace che la gente cerca nei posti sbagliati. Lo
stile di vita morale religioso comandato da Lui donerà alla gente pace
e felicità nel mondo.
Ignorare questi fatti porta alla degenerazione morale, alla tristez-
za, alla disperazione e alla depressione.
Una delle maggiori cause di questa corruzione morale è la
definizione dell’ideologia darwinista che vuole l’essere umano non
come servo di Dio ma come un animale egoista venuto al mondo per
caso. Stando a questa affermazione non scientifica, un essere non si
dovrebbe aspettare di avere leggi e valori diversi da quelli di un ani-
male. La vita è una lotta e gli esseri umani devono essere spietati com-
battendo gli uni contro gli altri con le unghie e con i denti.
Ciò significa totale disprezzo dei veri valori morali. In Defeating
Darwinism, il professor Phillip E. Johnson dell’Università della
271
Darwinismo: Arma Sociale
California, Berkeley, parla degli effetti negativi comparsi nella
società dagli anni ’60 con l’indebolimento dei credi religiosi e la
prevalenza della visione materialista del mondo:
“Sarebbe pressappoco corretto dire che gli anni ’60 hanno segna-
to la seconda Dichiarazione americana di Indipendenza, […] [la
dichiarazione di distaccamento di alcuni] da Dio. Ci si potrebbe
aspettare che a una tale dichiarazione seguano conseguenze le-
gali e morali, e così è accaduto.”159
Il biologo molecolare Michael Denton dichiara che è im-
possibile analizzare i problemi che hanno lasciato il segno nel
XX secolo senza tener conto del darwinismo:
“Il ventesimo secolo sarebbe incomprensibile senza la rivo-
luzione darwiniana. Le correnti sociali e politiche dilagate nel
mondo negli scorsi ottant’ anni sarebbero state impossibili senza
la sua approvazione intellettuale. È ironico ricordare che è stata
272
Phillip Johnson e il suo libro DefeatingDarwinism
la visione laica del XX secolo a facilitare il modo di accettare
l’evoluzione, mentre oggi è forse la visione darwiniana della
natura a essere responsabile, più di ogni altra, della visione scetti-
ca e agnostica del ventesimo secolo. Quella che un tempo è sta-
ta una deduzione del materialismo, adesso è diventata il suo fon-
damento”.160
A questo punto sarebbe opportuno esaminare le affer-
mazioni darwiniste che gettarono le basi per questo degrado e
questa degenerazione morale.
IIll ddaarrwwiinniissmmoo ccoossttiittuuiissccee llaa bbaassee ddeellll’’aatteeiissmmooUna delle ragioni per cui i gruppi materialisti supportano il
darwinismo con una tale determinazione è il suo aspetto ateistico.
L’ateismo esiste da tempi remoti, ma con l’avvento del dar-
winismo gli atei immaginavano di aver trovato alla domanda
“come sono nate le cose viventi (e gli esseri umani)?” una
risposta che per secoli non erano riusciti a ottenere. Essi crede-
vano che l’ordine naturale e l’equilibrio derivassero dal risulta-
to di coincidenze, e che non ci fosse proposito nell’universo.
Ognuna di queste opinioni crollò di fronte ai progressi scientifi-
ci, politici e sociali del XX secolo. Le scoperte e le analisi in
molte discipline, dall’astronomia alla biologia, dalla psicologia
all’etica sociale, sradicarono totalmente le tesi dell’evoluzione e
le ipotesi di ateismo.
Molti evoluzionisti e materialisti riconoscono che il dar-
winismo sfocia inevitabilmente nell’ateismo. Thomas Huxley fu
il primo ad affermarlo apertamente, sottolineando che, una vol-
ta accettata la teoria dell’evoluzione, era impossibile credere al-
la religione.
William Provine, evoluzionista e docente di storia alla
Cornell University dichiara che la visione del mondo di chi
crede nella teoria dell’evoluzione cozza con la religione.161
Harun Yahya (Adnan Oktar)
273
Darwinismo: Arma Sociale
274
Anche Charles Smith, ex presidente dell’American
Association for the Advancement of Atheism (Associazione
americana per il progresso dell’ateismo) la pensa così:
“L’evoluzione è ateismo”.162
Phillip Johnson descrive l’importanza della teoria del-
l’evoluzione per le tendenze ateiste e intellettuali incompatibile
con i valori morali religiosi:
“Il trionfo del darwinismo implicò [il rifiuto dell’esistenza] di Dio
e stabilì una piattaforma per rimpiazzare la religione biblica con
una nuova fede basata sul naturalismo evolutivo. Quella nuova
fede era diventata la base non solo della scienza ma anche del
governo, della giurisprudenza e della moralità. Era la filosofia uf-
ficiale […] di modernità”.163
Come dice Johnson, molti scienziati con una fede cieca nel
darwinismo e nel materialismo, si sono appoggiati a queste
teorie per usare la scienza come mezzo per rinnegare Dio. Ma la
verità è che la scienza è il mezzo più efficace per rivelare le
prove dell’esistenza di Dio. Negli ultimi vent’anni si è assistito
a un rapido aumento del numero di scienziati a favore della
creazione. Ogni nuovo studio e ogni nuova informazione
mostra che nell’universo esiste un equilibro eccessivamente
sensibile e perfetto, e rivela il lavoro di un’Intelligenza grande e
superiore che appartiene a Dio Onnipotente, che è eminente e
ricco al di là di ogni bisogno.
Michael Denton afferma che il darwinismo semina ateismo
e causa gravi danni nel modo in cui l’umanità guarda se stessa:
“La nuova e rivoluzionaria [e allo stesso tempo insensata e
non scientifica] visione del mondo[di Darwin] […] insinuava che
tutte le diversità di vita sulla Terra fossero risultate dai processi
naturali e casuali e non, come si pensava precedentemente, dal-
l’attività creativa di Dio. [Dietro tutto questo c’è senz’altro Allah!]
275
Rabbia, aggressività e violenza si mani-festano nelle società che non osservano ivalori morali religiosi, dove la gente perdel’interesse per gli attributi morali quali af-fetto, compassione, perdono, pazienza etolleranza comandati da Allah.
L’approvazione di questa grande affermazione […] avrebbe svolto
un ruolo decisivo nella secolarizzazione della società occidentale.
[…] È stato a causa delle sue conseguenze: la rottura del legame del-
l’uomo con Dio e l’abbandono dell’uomo alla deriva in un cosmo
senza propositi o obiettivi, che la teoria darwiniana ebbe un impat-
to così incisivo. Nessun’altra rivoluzione intellettuale ai tempi mod-
erni […] ha colpito così profondamente il modo in cui gli uomini
vedevano se stessi e la loro collocazione nell’universo.”164
La perdita o l’affievolimento del credo in Allah, porta a un de-
clino spirituale della società. Chi non teme Allah, chi crede di
trovare la propria verità, la vita eterna dopo la morte e che sarà ri-
compensato per il suo comportamento sulla Terra con il Paradiso
o l’Inferno, non può che essere inaffidabile, aggressivo, spietato,
276
egoista e incline a comportamenti criminali pericolosi. Chi non
teme Allah, non si porrà limiti. Fin quando questa persona penserà
di poter ovviare alla legge, sarà in grado di commettere tutte le im-
moralità possibili e causare sconvolgimenti alla società, im-
277
278
Harun Yahya (Adnan Oktar)
279
brogliare il prossimo, ferirlo e protrarre comporta-
menti simili.
Il timore e l’amore di Allah, invece, garantis-
cono alla gente di vivere secondo giusti valori
morali, comportandosi nei modi a Lui graditi. Si ar-
riverebbe così, al progresso e alla fortificazione del-
la società. Altrimenti non ci sarà più fine ai conflitti,
alle guerre, alla crudeltà e all’ingiustizia.
Allah comanda bontà, giustizia, onestà e or-
dine. Nel Corano rivela:
“Agli abitanti di Madyan [inviammo] il loro fratel-
lo Shu'ayb! Disse: O popolo mio, adorate Allah.
Per voi non c'è altro dio che Lui. Vi è giunta una
prova da parte del vostro Signore. Riempite la
misura e date il giusto peso e non danneggiate gli
uomini nei loro beni . Non corrompete la terra
dopo che Allah la creò pura: ciò è meglio per voi,
se siete credenti”. (Surat al-A’raf, 85)
“Non appostatevi su ogni strada, distogliendo dal
sentiero di Allah coloro che credono in Lui, e cer-
cando di renderlo tortuoso. Ricordatevi di quando
eravate pochi ed Egli vi ha moltiplicati. Guardate
cosa è accaduto ai corruttori.” (Surat al-A’raf, 86)
Darwinismo: Arma Sociale
280
Sosyal Silah Darwinizm
IIll ddaarrwwiinniissmmoo ddiiffffoonnddee llaa mmeennzzooggnnaa cchhee ll’’uuoommoo èè ssffrreennaattoo ee vvaannoo
Le seguenti parole dell’evoluzionista George Gaylord
Simpson costituiscono il riassunto più chiaro della visione del-
l’umanità di Darwin, fondata totalmente su supposizioni:
“L’uomo sta solo nell’universo, unico prodotto di un lungo, in-
conscio, impersonale e materiale processo dotato di compren-
sione e potenzialità uniche. Le possiede solo per sé ed è verso se
stesso che ne è responsabile”.165
Questa affermazione rispecchia una delle classiche falsità
di Darwin e una delle cause principali del declino sociale.
Sebbene tentino di preservare questa falsità per ragioni ideo-
logiche, i darwinisti non possono fornire la più piccola prova
scientifica che l’uomo sia comparso nel mondo da solo. Secondo
la loro idea surreale non sussiste alcuna ragione predetermina-
ta per l’esistenza degli esseri umani, entità presumibilmente
vane che un giorno moriranno e scompariranno. Ma la verità è
diversa. Allah ha creato l’uomo dal nulla. Dietro la creazione
umana c’è uno scopo ben preciso rivelato nel Corano. Allah ha
creato gli esseri umani per servirLo. Ogni essere resterà sulla
Terra per il tempo assegnatogli insieme al proprio destino, e
dopo che quel periodo scadrà, morirà e risorgerà. Il Giorno del
Giudizio, tutti gli esseri umani saranno chiamati a rendere con-
to delle proprie azioni sulla Terra. Che gli evoluzionisti provino
a dimenticarlo e istigare gli altri a negarlo, non cambia nulla.
Fintanto che si rifiuteranno di accantonare i propri errori, di rin-
negare Allah e il Giorno del Giudizio e di affermare che l’uomo
è un’entità vana, quando il Giorno del Giudizio arriverà
davvero, il pentimento che proveranno sarà immenso. Nostro
Signore ne parla nel Corano:
Harun Yahya (Adnan Oktar)
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282
Harun Yahya (Adnan Oktar)
283
“Se li potessi vedere, quando saranno presentati al Fuoco!
Diranno: “Piacesse al cielo che fossimo ricondotti sulla terra!
Non smentiremmo più i segni del nostro Signore e saremmo tra
i credenti”. (Surat al-An’am, 27)
Far credere alle persone che le loro vite non hanno alcuno
scopo, le induce a provare sofferenza, senso di vuoto e depres-
sione. Credere alla falsità che la vita non ha senso e che sia fu-
tile porta, a sua volta, a un declino spirituale. Le affermazioni ir-
razionali e illogiche di Richard Dawkins, uno degli odierni fau-
tori della teoria dell’evoluzione, sono tipiche della visione ma-
terialista. Dawkins sostiene che gli esseri umani sono semplici
“macchine geniche” e che l’unica ragione della loro esistenza è
passare i geni alle generazioni successive. Secondo Dawkins
non c’è altro scopo nell’universo: l’uomo e l’universo sono en-
trambi prodotti della coincidenza e del caos. Questa credenza
causerà grande disperazione e infelicità perché niente ha più
significato per chi crede che nel momento della morte cesserà
semplicemente di esistere. L’amicizia, l’amore e le buone azioni
non danno gioia a chi immagina che queste non riceveranno al-
cuna ricompensa e che non i sarà alcuna speranza per lui in nes-
sun caso.
In più, questo tessuto morale distorto porterà le persone a
pensare che i mali commessi non saranno puniti e, quindi, a
ritenere di poterli nascondere per evitare di essere sanzionati.
Non avranno alcun rimorso o esitazione a mentire, a perpetrare
l’ipocrisia, a spettegolare, ad arricchirsi sulle spalle altrui, a
rubare e addirittura a uccidere. Nelle società in cui il numero di
persone raggirate da queste idee perverse aumenta, è indubbio
che vada ristabilito l’ordine.
Uno degli esempi più impressionanti dei danni inflitti dal-
la propaganda darwinista all’animo umano compare nella pre-
fazione al libro di Dawkins L’arcobaleno della vita:
284
“Un editore straniero del mio primo libro ha confessato che, dopo
averlo letto, non poté dormire per tre notti, rimasto t u r b a t o
dal suo messaggio così freddo e sconfortante. Altri mi hanno
chiesto come potevo sopportare di alzarmi al mattino. Un inseg-
nante di un Paese lontano mi rimproverò scrivendomi che una
sua studentessa si era rivolta a lui in lacrime dopo aver letto il li-
bro poiché l’aveva convinta che la vita fosse vuota e vana. Lui le
consigliò di non mostrare il libro a nessuno dei suoi amichetti
per timore di contaminarli con lo stesso pessimismo nichilista”.166
Come si può vedere dalle ammissioni di Dawkins, il pes-
simismo e l’inutilità promossi dal darwinismo, rappresentano
una grave minaccia per l’umanità. Si dà alla persone non un
messaggio sconfortante, come dice Dawkins, bensì una bugia
285
286
Harun Yahya (Adnan Oktar)
287
sconfortante che tenta di deviarli dalla verità
che ispira gioia. Quella gioia risiede nel fatto
che l’uomo non è solo, senza amici e abbando-
nato ma possiede uno scopo prescelto da Allah.
Le società che dimenticano che è stato
Allah a creare gli esseri umani per uno scopo
specifico, sono condannate a patire una deca-
denza morale e spirituale. Gran parte degli al-
colizzati e dei drogati, che voltano le spalle al-
la vita, che soffrono di disordini psicologici
quali depressione e stress e che si suicidano,
sono ignari del loro vero scopo di vita.
Nonostante sia un evoluzionista, Fred
Hoyle sulla filosofia nichilista dell’Origine della
specie (che la vita è vana e che gli esseri umani
non hanno valore ), dice:
“Sono tormentato dalla convinzione che la
filosofia nichilista, che la cosiddetta opinione
colta ha scelto di adottare a seguito della pub-
blicazione di L’origine della specie, abbia in-
stradato l’umanità verso un sentiero di autodis-
truzione automatica. Fu allora che ebbe inizio il
conto alla rovescia per la fine del mondo”.167
Allah ha creato tutti gli esseri umani per
servirLo insufflando nei loro corpi la Sua ani-
ma. L’uomo non è un’entità venuta al mondo
per caso da sostanze inanimate, ma un’entità
creata da Allah, a cui Lui ha concesso la ra-
gione e la coscienza e tutte le benedizioni im-
maginabili. Gli esseri umani (che i darwinisti
credono vani e sfrenati), in realtà godono di
288
uno scopo più importante nella vita: soddisfare Allah
Onnipotente che li ha creati e che li ha fatti nascere dal nulla, che
ha dato loro un’anima e una coscienza. In ogni momento della
nostra vita dovremmo rispettare i comandamenti di Nostro
Signore con grande cura ed entusiasmo, sperando di
guadagnare in cambio la Sua grazia e il Paradiso eterno. La ve-
ra vita è quella nell’aldilà, dopo la morte terrena. Viviamo sulla
terra solo per poterci guadagnare il Paradiso.
Allah rivela nel Corano che gli esseri umani non sono liberi
da qualsiasi restrizione:
“Crede forse l'uomo che sarà lasciato libero?” (Surat al-
Qiyama, 36)
“Pensavate che vi avessimo creati per celia e che non sareste
stati ricondotti a Noi?” (Surat Al-Mu'minûn, 115)
Harun Yahya (Adnan Oktar)
289
Darwinismo: Arma Sociale
LLaa bbuuggiiaa ddeeii ddaarrwwiinniissttii ssoocciiaallii:: ““ll’’uuoommoo èè uunnaa ssppeecciiee aanniimmaallee””
Quelli raggirati da questa affermazione irrazionale e
non scientifica sostengono che tutti gli attributi dell’uomo
siano un lascito degli “antenati animali”. Questa affer-
mazione esercita degli effetti pericolosi sulla visione che
una persona ha di se stessa e degli altri. Chi vede il prossi-
mo come animale, non ne avrà rispetto per le idee e per la
vita. Reputerà la vita altrui non più importante di quella di
un cane o di un gatto. Il fatto che le persone possano avere
dei bisogni, non farà sorgere nessun sentimento di pietà a
chi le considera animali e pensa che, in ogni caso, gli ani-
mali si evolvono attraverso il conflitto e la competizione.
Questa visione spaventosa non ha nulla a che vedere con
il rispetto e l’amore reciproco. Per queste ragioni chi è sta-
to illuso dal darwinismo non deve ignorare quanto gli
costerà questa menzogna.
Sulla visione darwinista degli esseri umani, George
Gaylord Simpson scrive:
“Nel mondo di Darwin, l’uomo non gode di altro stato se
non quello della definizione di specie animale distinta. È a
tutti gli effetti parte della natura e non estranea a essa. È
simile, non in senso figurato bensì letterale, a ogni cosa
vivente, che sia un’ameba, un tenia, una pulce, un’alga,
una quercia o una scimmia, anche se i gradi di parentela
sono diversi […]”.168
Questa affermazione è irrazionale, illogica e priva di
fondamento scientifico. Gli esseri umani e gli animali sono
entità diverse create da Allah. Gli animali agiscono di
istinto e non possiedono la razionalità. L’essere umano, in-
vece, è un’entità che ha facoltà di giudizio e che possiede
290
Harun Yahya (Adnan Oktar)
291
Secondo la propagandadarwinista sociale, lamorte di un essereumano non è diversa daquella di una mosca. Ildarwinismo non at-tribuisce grande impor-tanza agli esseri umani.Persino la condizione diquesti bambini potrebbenon suscitare alcun ef-fetto nelle coscienzedelle persone irretitedalla propaganda dar-winista.
Darwinismo: Arma Sociale
la ragione. Chi ritiene che l’uomo sia una specie animale, tenta
di applicare la legge della giungla alle società umane, il che
porterà a un caos terrificante che eliminerà ogni genere di pace
e benessere.
Basandosi sulla falsità che gli uomini si siano evoluti dagli
animali, in una sua lettera Darwin si domandò se le idee del-
l’uomo possano avere alcun valore:
“A me sorge sempre l’orrido dubbio se le convinzioni della
mente umana, evolutasi dalle menti degli animali più infimi,
siano valide o per nulla affidabili. Chi crederebbe alle con-
vinzioni della mente di una scimmia, semmai ce ne fossero in una
mente simile?”.169
Le parole di Darwin sintetizzano chiaramente la terrifi-
cante visione dell’umanità degli evoluzionisti. Questo grave er-
rore di Darwin arrivò a influenzare gran parte del mondo occi-
dentale e l’idea che gli esseri umani siano animali è ancora oggi
diffusa in molti paesi, persino nei libri di testo. Ad esempio,
Biology: Visualizing Life, pubblicato nel 1994, dice:
“Siete animali e condividete un’eredità comune con lombrichi,
dinosauri, farfalle e stelle marine”.170
Benjamin Wiker, docente universitario di scienza e teologia
e autore di Moral Darwinism: How We Became Hedonist, afferma
come, dopo Darwin, si arrivò ad avere una concezione così bas-
sa dell’uomo. Nel libro descrive come si diffuse l’errore di con-
siderare gli uomini come animali, ignorandone le differenze:
“[…] gran parte, se non tutta, della moralità “tradizionale” si bas-
sa sull’ipotesi che gli esseri umani siano una specie distinta.
Quindi, il divieto di omicidio viene stabilito in termini di natura
umana. Non uccidere! Non uccidere cosa? Afidi? Formichieri?
Oranghi? No, non uccidere un altro essere umano innocente. Con
il darwinismo, quindi, quella distinzione di specie tra esseri umani
292
e animali è completamente vaga. Non esiste più alcun limite
morale da tracciare perché il limite delle specie è stato cancellato.
I darwinisti del calibro di Richard Dawkins e Peter Singer ne
sono perfettamente coscienti […] Nel momento in cui ci si ritiene
di essere solo un animale in più nello spettro evolutivo, allora è
d’obbligo affermare anche che la nostra moralità si applica a tutte
le cose viventi o negare che la nostra moralità non abbia alcun
fondamento. In genere i darwinisti forniscono una specie di pot-
pourri incoerente di entrambe teorie. Questi trattano gli animali
come se avessero lo stesso status morale degli esseri umani e trat-
tano gli esseri umani, per certi aspetti, come fossero una specie
animale in più. Da un lato, si battono per i diritti degli animali;
dall’altro, con la stessa compassione che si mostra agli animali
domestici, affermano che gli esseri umani deformi, anziani o in-
fermi dovrebbero essere “fatti fuori”.171
Harun Yahya (Adnan Oktar)
293
Richard Dawkins e il suo L’orologiaio cieco
Darwinismo: Arma Sociale
294
Come abbiamo visto, una delle ragioni principali per cui
gli evoluzionisti tentano di raffigurare l’uomo come specie ani-
male è il loro desiderio di sradicare tutti i valori morali. Se l’uo-
mo fosse un animale, come vorrebbe farci credere il darwinis-
mo, allora anche il concetto di moralità non avrebbe alcun im-
portanza per le persone. Il danno che ciò causerebbe alla società
è al di là di ogni immaginazione. Per questa ragione tutta l’u-
manità deve stare in guardia contro il darwinismo e le men-
zogne di questa falsità scientifica.
Asserendo che gli esseri umani non sono diversi dagli ani-
mali in termini fisici e biologici, il darwinismo tenta anche di
imporre l’idea che il comportamento umano e animale sia lo
stesso. Questo concetto fa sì che la violenza, l’aggressività, l’e-
goismo, la competizione crudele, lo stupro e l’omosessualità,
presumibilmente ereditati dagli antenati animali dell’uomo, ac-
quisiscano per la gente uno status di “comportamento natu-
rale”. A tal proposito lo scienziato evoluzionista Philip Jackson
Darlington scrive:
“Il primo punto è che l’egoismo e la violenza sono insisti in noi,
ereditati dai nostri antenati più remoti. La violenza è, pertanto,
naturale per l’uomo, un prodotto dell’evoluzione”.172
Tutti i generi di crimini vengono quindi giustificati e
ritenuti normali e si pensa anche che non debbano essere puni-
ti. In Questa idea della vita, Stephen Jay Gould afferma che l’idea
cominciò con il professor Cesare Lombroso, un italiano esperto
di criminologia:
“Le teorie biologiche della criminalità non erano una novità, ma
Lombroso [fisico italiano, Cesare Lombroso] diede al discorso un
taglio originale, di tipo evoluzionistico: i criminali non sono solo
degli squilibrati o dei malati ma, addirittura degli esseri regredi-
ti ad uno stadio evolutivo ormai superato dalla specie umana; i
caratteri ereditari dei nostri antenati primitivi e scimmieschi sono
ancora presenti nel nostro patrimonio genetico e ad alcuni uomi-
ni capita la sfortuna di nascere con un numero anormale di questi
caratteri ancestrali. Il comportamento di questi individui, che
poteva essere adatto alle società selvagge del passato, viene oggi
bollato come criminale. Possiamo aver pietà del criminale nato,
poiché non può far nulla per se stesso […]”.173
Come è evidente dalla descrizione dell’idea di Lombroso
da parte dell’evoluzionista Gould, la perpetrazione di un crim-
ine è qualcosa che va oltre la volontà umana, un lascito dei pre-
Harun Yahya (Adnan Oktar)
295
Un esempio della sofferenza inflitta alle persone innocenti dallafilosofia darwinista sociale. Anche gli attacchi terroristici di oggisono il risultato dei valori darwinisti, secondo cui gli esseriumani sono come animali e che non hanno inflitto all’umanità al-tro che sangue, lacrime e sofferenza.
Darwinismo: Arma Sociale
sunti antenati animali dell’uomo. Ovviamente, questa affer-
mazione non è realistica. Allah ha creato tutti gli esseri umani
con i più infimi “ego” che li inducono costantemente verso il
male, ma anche con una coscienza che li tutela e fa evitare loro
il male e attuare il bene. Ciò viene rivelato in un versetto:
“per l'anima e Ciò che l'ha formata armoniosamente, ispiran-
dole empietà e devozione. Ha successo invero chi la purifica,
è perduto chi la corrompe”. (Surat ash-Shams, 7-10)
Tutti gli esseri umani sono, quindi, consapevoli della bon-
tà o crudeltà delle proprie azioni, se hanno un comportamento
giusto o non. Ognuno è responsabile di evitare il male e di fare
ciò che è bene. Allo stesso modo in cui chi attua adeguatamente
riceve una ricompensa, chi perpetra il male sarà punito. La teo-
ria dell’evoluzione, giustificando tutte le forme di crimine e im-
moralità, porta la gente a terribili disastri, sia sulla Terra che nel-
l’aldilà.
A differenza degli animali, l’essere umano ha ricevuto da
Allah l’anima, la ragione, il libero arbitrio, la coscienza, il buon
senso e la capacità di distinguere il bene dal male. Gli esseri
umani hanno la facoltà di prendere delle decisioni e di giu-
dicare, punire e premiare, imparare dall’esperienza sempre
sotto il monitoraggio di Allah. Nessuna di queste abilità è
presente negli esseri viventi perché queste non hanno nulla a
che vedere con la struttura fisica o genetica degli umani.
Quelle sopraelencate sono tutte caratteristiche dall’animo
umano.
Essendo stato creato così ognuno di noi, dotato di ra-
gione, deve conoscere questa verità e, di conseguenza, vivere
una vita onorevole e determinata, riconciliabile con la buona
coscienza.
296
297
Darwinismo: Arma Sociale
LLaa ssccaarrssaa mmoorraalliittàà iimmppoossttaa ddaallllaa mmeennzzooggnnaa ““lloottttaarree ppeerr ssoopprraavvvviivveerree””Come già affermato, uno dei più grandi raggiri del dar-
winismo è l’affermazione riassunta nei termini “lotta per la so-
pravvivenza” e “sopravvivenza dei più adatti”. Secondo le
dichiarazioni non realistiche degli evoluzionisti, la vita è una
sfera di conflitto e competizione per tutti gli esseri viventi, uo-
mo incluso. In un mondo simile, non c’è posto per caratteris-
tiche di vera moralità quali amore, rispetto, collaborazione o al-
truismo.
In L’origine dell’uomo, Charles Darwin scrisse che l’umanità
aveva raggiunto la posizione in cui si trovava attraverso la lot-
ta, e che doveva continuare a lottare per progredire, che nessuna
legge dovrebbe impedire tale processo:
“L’uomo, al pari di ogni altro animale, è progredito alla sua at-
tuale condizione suprema indubbiamente attraverso la lotta per
l’esistenza derivante dalla sua rapida riproduzione; e se vuole ar-
rivare ancora più in alto, deve soccombere a questa dura lotta.
Altrimenti cadrà presto nell’indolenza e saranno di più gli uomi-
ni in gamba a non avere successo nella battaglia della vita rispet-
to ai meno dotati. Da ora in avanti la nostra percentuale naturale
di aumento, sebbene porti a molti e ovvi mali, non deve
diminuire a dismisura in nessun modo. Ci dovrebbe essere
un’aperta competizione per tutti gli uomini […]”174
Nel mondo buio imposto dal darwinismo, la cosa impor-
tante per le persone è trascorrere l’intera vita combattendo.
Questa affermazione manca di ogni fondamento scientifico ed è
anche incompatibile con la ragione e la logica. Ma queste ipote-
si pericolose vengono messe in pratica; l’onestà, l’eroismo, la
lealtà e la devozione vengono rimpiazzati dall’ipocrisia, dall’e-
298
goismo, dalla mendacità e dalla slealtà; e vincerà solo chi
possiede queste caratteristiche. Questi fondamenti su cui il dar-
winismo basa la sua visione contorta del mondo e la sua moral-
ità, vengono spesso applicati dagli evoluzionisti con lo scopo di
influenzare la gente.
Ad esempio, in un articolo intitolato “The center of Life”,
Lorraine Lee Larison Cudmore, vincitrice di un dottorato in bi-
ologia, ammette apertamente che nella visione evoluzionista
della vita non c’è posto per la pietà e la compassione:
“L’evoluzione è […] dura, inevitabile […] Non c’è posto per la
compassione o la buona competizione. Troppi organismi sono
nati, così, in modo abbastanza semplice, molti di loro sono desti-
nati a morire. L’unica cosa che importa è lasciare più figli a
portare i propri geni di quanti ne lasci il vicino”.175
Come con il razzismo, il capitalismo selvaggio e l’eugenet-
ica esaminati precedentemente in questo libro, le idee contorte e
le pratiche pericolose rafforzate dal darwinismo sono i risultati
degli errori e delle menzogne sulla lotta dei più forti per la so-
pravvivenza. Rimane il fatto che la vita non è una sfera di lotta.
L’unica battaglia degli esseri umani deve essere quella contro i
loro simili più infimi. Nella lotta contro il male nella propria
natura e in quelli intorno a lui, l’uomo deve cercare di far
prevalere gli aspetti positivi dell’amore, della compassione, del-
l’affetto, della pace, della sicurezza, del rispetto e della lealtà. A
richiedere tutto questo sono i valori morali graditi ad Allah e
che Lui ha scelto per i suoi servi.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
299
Darwinismo: Arma Sociale
IIll ddaarrwwiinniissmmoo ssoocciiaallee nnoonn ddàà vvaalloorree aallllaa vviittaa uummaannaa
Quando vengono messi in pratica il dogma darwinista del-
la “lotta per la sopravvivenza” e le sue visioni errate, si svaluta
la vita umana. Uccidere la gente per qualsiasi motivo, abban-
donarla alla fame, provocare guerre e massacri, perpetrare atti
di terrorismo, sterminare gli invalidi mentali o fisici o chi ap-
partiene a una razza diversa, diventano tutti atti “legittimi”.
In linea con questa mentalità bacata è il professore ameri-
cano E. A. Ross che non dà alcun valore alla vita umana.
Secondo la visione darwinista sociale di Ross: “il culto cristiano
della carità come mezzo di grazia ha creato un riparo sotto il
quale hanno strisciato e si sono nutriti i dementi e i cretini”.
300
Il grafico sotto mostra l’aumentoenorme del livelli di criminalitànegli ultimi trent’anni.
Secondo Ross: “Lo stato accoglie fra le sue braccia protettive i
sordomuti, ed è in processo di formazione una razza di sordo-
muti”. Dal momento che queste azioni ostacolano il cosiddetto
sviluppo evolutivo naturale, Ross dichiarò che la scappatoia per
un mondo migliore era quella di lasciare la gente in balia di se
stessa di modo che venisse eliminata tramite la selezione natu-
rale.
Siamo di fronte a una visione spietata! L’uomo possiede
una coscienza, e la coscienza impone di proteggere i deboli, gli
emarginati e i poveri. Altrimenti, se l’uomo perde la sua capac-
ità “di pensare come un essere umano” poi raggiungerà
davvero una posizione inferiore a quella degli animali perché
questi ultimi mostrano grande solidarietà e collaborazione. (Per
ulteriori informazioni, leggete Devotion Among Animals:
Revealing the Work of God di Harun Yahya's, Global Publishing,
Istanbul).
Ross non è l’unico darwinista sociale ad attribuire scarso
valore alla vita umana. Sono in molti a condividere la sua idea.
Ad esempio, l’evoluzionista Peter Singer, docente di bioetica
presso l’Università di Princeton, si spinge ad affermare che la
gente con gravi disabilità fisiche non merita di vivere. Egli
espresse la sua opinione crudele in questi termini:
“Se mettiamo a confronto un bambino con gravi disabilità […] con
un cane o un maiale, ad esempio, la maggior parte delle volte
noteremo che è il non umano ad avere capacità superiori […] È so-
lo il fatto che il bambino disabile sia un membro della specie Homo
Sapiens a farlo trattare in maniera diversa da un cane o un maiale.
Tuttavia, la specie, di per sé, non è moralmente rilevante […]”.177
Singer si spinse oltre affermando che i disabili mentali
dovrebbero essere uccisi negli sperimenti scientifici o persino
per scopi alimentari! Le sue esatte parole:
Harun Yahya (Adnan Oktar)
301
“I disabili mentali non hanno diritto alla vita, e quindi devono es-
sere uccisi per scopi alimentari (qualora dovessimo sviluppare
un gusto per la carne umana) o per esperimenti scientifici”.178
Nella logica darwinista può essere supportato anche un
simile comportamento rivoltante e selvaggio. Joseph Fletcher,
ex presidente della Right to Die Society (Società per il diritto al-
la morte) fa un’affermazione simile sugli invalidi mentali:
“Gli esseri umani con deficit intellettivi o con capacità mentali
minime non sono persone. Non importa quanti organi abbiano
attivi e quanto siano spontanei i loro processi vitali […] [gli idi-
oti] non sono, non lo sono mai stati e mai lo saranno, respons-
abili in nessun grado. I dementi, perciò, non sono esseri
umani”.179
302
Secondo la forma-mentisdarwinista, che consid-era l’uomo una specieanimale, gli umani nonvalgono molto. La logicadarwinista sociale im-pone di non fare nullaper aiutare chi soffre, equesta è gente che resta abbandonata senzaaiuto né protezione.Stando alla logicamorale islamica, ognicredente è responsabiledi assicurare agli altripace, sicurezza e be-nessere.
Anche l'infanticidio è un’altra pratica concessa dal darwin-
ismo, dottrina che non attribuisce valore alla vita umana.
Secondo il darwinismo: se prendersi cura di un neonato ricon-
duce i genitori a lottare per la sopravvivenza, allora in termini
evolutivi, quel neonato deve essere ucciso. Darwin affermava
che gli animali mangiavano spesso i loro stessi cuccioli e che
quello fosse un fattore importante per tenere la popolazione sot-
to controllo. In un articolo della rivista “Science” l’evoluzionista
Barbara Burke scrive:
“Tra alcune specie animali, allora, l’uc-
cisione dei cuccioli sembra una
pratica naturale. Potrebbe essere
naturale anche per gli esseri
umani, una caratteristica
ereditata dai primati? […]
303
Darwinismo: Arma Sociale
Charles Darwin, in L’origine dell’uomo, notò che l’infanticidio è
stato “probabilmente il più importante dei controlli” sulla cresci-
ta della popolazione nel corso di tutta la storia umana”.180
Come abbiamo visto prima, i darwinisti come Haeckel in-
coraggiavano il suicidio e affermavano che chi pensava che la
vita fosse insopportabile aveva il diritto di farla finita. Allah lo
ha definito un peccato.
Tutte queste pratiche selvagge e questi credi (eugenetica,
eutanasia e razzismo) mostrano come il darwinismo sia un’ide-
ologia che non dà alcun valore alla vita umana e sia costruito su
miti di nessun valore scientifico.
Il fatto è che la vita di ogni singolo essere vivente è di
enorme importanza. Attenendosi ai valori morali coranici, la
gente ritiene il prossimo importante e prezioso e si sacrifica per
gli altri. Il credente darà il cibo al suo vicino pur avendone di
bisogno per se stesso:
“[loro] che, nonostante il loro bisogno, nutrono il povero, l'or-
fano e il prigioniero”. (Surat al-Insan, 8)
I musulmani hanno il compito di tutelare i poveri, di
aiutare gli abbandonati e proteggere gli orfani, gli uomini e le
donne disperati, i bambini e gli anziani. In un versetto, ad es-
empio, Allah ha comandato alle persone di non poter dire nem-
meno “Uff!” ai propri genitori (Surat al-Isrâ’, 23) e di “dire”
sempre “il meglio” del prossimo (Surat al-Isrâ’, 53). In altri ver-
setti Allah rivela “[...] chiunque uccida un uomo che non abbia
ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla
terra, sarà come se avesse ucciso l'umanità intera . E chi ne ab-
bia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l'umanità”
(Surat al-Mâ’ida, 32)
È evidente che una società in cui ognuno riconosce nel
prossimo il valore e l’importanza della ragione e della coscien-
za, trabocchi di pace, sicurezza, amore e rispetto.
304
305305
Darwinismo: Arma Sociale
306
I l 20 aprile del 1999, due studenti americani della Colombine
High School nel Colorado, Eric Harris (diciotto anni) e Dylan
Klebold (17), presero d’assalto la scuola, armati di pistole e
bombe a mano. Dopo aver ucciso 12 studenti e un insegnante nell’arco
di mezz’ora, si tolsero la vita. Subito dopo il tragico evento vennero
perquisite le case dei due ragazzi e saltarono fuori documenti e infor-
mazioni interessanti. In
uno dei suoi pezzi pubbli-
cati sul sito Westword di
Denver, Harris aveva scrit-
to che lui e Klebold avreb-
bero imposto “la selezione
naturale” nella loro scuola:
Harun Yahya (Adnan Oktar)
307
I giovani che hannoucciso i loro amici,asserendo di effet-tuare una selezionenaturale, hannoscritto nel diario diessere di gran lun-ga più evoluti (equindi superiori)rispetto ad altri.
Darwinismo: Arma Sociale
“Ad aprile [del 1999] io e V [Klebold, che lui chiamava
“V” di “Vodka”] ci prenderemo la rivincita dando una mano
alla “selezione naturale”. Armati di borsa da terrorista con pis-
tole a spillo, pistole a spillo fissate a bombolette WD40, esplo-
sivi artigianali con […] un mucchio di shrapnel, bombe incen-
diarie, bombe al cloro e fumogeni.1
Inoltre, al momento dell’assalto, Harris aveva stampate
sulla maglietta le parole “SELEZIONE NATURALE”.2
Dal testo emerge che quello fosse un atto di vendetta con-
tro gli insegnanti e gli studenti che i due consideravano “infe-
riori”.3
In quasi tutto ciò che scrive, Harris fa riferimento alla se-
lezione naturale e ai sentimenti di superiorità. Nei tre video gi-
rati prima dell’attacco i due si autodefiniscono più “evoluti”
di altri e dicono di sentirsi “sovrumani”.4
Esattamente ad aprile, come aveva scritto nel suo gior-
nale, Harris e Klebold entrarono alla Colombine High School
con armi simili a quelle descritte e cominciarono a mas-
sacrarne gli studenti. A scuola si sapeva che i due provavano
ammirazione per Hitler e che indossavano magliette con svas-
tiche disegnate. Inoltre, il giorno in cui compirono l’attacco
sarebbe stato il 110 compleanno di Hitler.
All’apparenza i ragazzi erano due normalissimi studenti
di scuola superiore con una solida famiglia alle spalle, che nes-
suno avrebbe mai immaginato potessero compiere un atto
simile. Dai giornali si evince che avessero un buon rapporto
con la famiglia e che non avessero problemi.
Questa anormale vena aggressiva nei caratteri dei due
giovani, che li ha spinti a un atto psicopatico, deve essere sta-
ta rafforzata dall’istruzione ricevuta. Con lo scopo di risolvere
i problemi con i compagni che, secondo loro, li avevano es-
308
Harun Yahya (Adnan Oktar)
309
clusi, fecero ricorso al concetto di “selezione naturale” appre-
so a scuola. Non sorprende affatto che la gente “istruita” a
credere a quelle false idee tipo che la vita è una battaglia fino
alla morte, che bisogna lottare per sopravvivere, che i forti
vincono sui più deboli, che la vita non ha valore e che gli uo-
mini non sono diversi dagli animali, porta ad attacchi legati
al concetto di selezione naturale.
La visione della vita che si riceve dall’istruzione è quel-
la che impone il darwinismo. La gente che viene a conoscen-
za della competizione crudele della selezione naturale
tramite i libri e le lezioni sarà indotta a credere che questo sia
l’unico modo per sopravvivere e riterrà che l’odio e l’inimi-
cizia siano legittimi. Sarà quindi capace di perpetrare atti del
genere.
Invece, se istruiti alla luce dei valori morali del Corano e
non con i dogmi della “selezione naturale, i giovani (e quindi
la società) cercheranno di perdonare, provare amore, affetto e
amicizia, e di assicurare la pace e non l’odio e il conflitto. La
soluzione alla degenerazione morale sta nel rovesciamento
intellettuale della filosofia che conduce a tale degenerazione
e al suo rimpiazzo con i valori morali comandati dal Corano.
1 CNN, "Columbine Killer Envisioned Crashing Plane in NYC," 6
December 2001,
http://edition.cnn.com/2001/US/12/05/columbine.diary
2 Denver Rocky Mountain News, 25 June 1999, pp. 4A, 14A
3 Antonio Mendoza, "High School Armageddon," http://www.may-
hem.net/Crime/columbine.html
4 Ibid.
310
S ulla scia di L’origine della specie e L’origine dell’uomo, una ple-
tora di evoluzionisti cominciarono a meditare su come pos-
sano essersi formati, attraverso l’evoluzione, il comporta-
mento sociale umano, le emozioni, i giudizi e le idee, tutti attributi
dello spirito umano. Secondo l’errore più diffuso, se il funzionamen-
to del nostro corpo e l’aspetto fisico erano conseguenza del-
l’evoluzione, allora lo era anche il comportamento dei nostri corpi.
Incapaci di spiegare come si fossero formate le strutture biologiche
negli esseri viventi, gli evoluzionisti cominciarono a inventare storie
sulla cosiddetta evoluzione dell’anima umana.
In L’origine dell’uomo, Darwin affermò che negli anni a seguire
l’evoluzione avrebbe costituito il fondamento della psicologia e
espresse la sua ingannevole ipotesi in questi termini:
“Per il futuro intravedo terreni fertili per ricerche sempre più impor-
tanti. La psicologia si baserà su un nuovo fondamento, quello dell’ac-
quisizione necessaria di ogni potere e capacità mentale per gradi. Si farà
luce sull’origine dell’uomo e sulla sua storia”.181
Il primo progetto dettagliato per dare una spiegazione alle orig-
ini del comportamento umano e animale in termini evolutivi fu
sviluppato dall’entomologo di Harvard, Edward O. Wilson.
Nonostante il completo fallimento del Progetto di Wilson, questa dis-
ciplina prese il nome di “sociobiologia”.
In Sociobiologia: la nuova sintesi, pubblicato nel 1975, Wilson
sosteneva che il comportamento animale avesse una spiegazione del
tutto biologica. Basando il suo errore sull’evoluzione biologica, pen-
sava il comportamento umano e animale fosse controllato da deter-
minati geni. Nel 1978 pubblicò un altro libro, Sulla natura umana, in
cui affermava che i geni umani fossero responsabili dei comporta-
menti ostili, aggressivi, xenofobi, amichevoli, omosessuali e delle dif-
ferenze caratteristiche tra uomini e donne. Le ipotesi di Wilson non si
rivelarono altro che congetture.
311
Darwinismo: Arma Sociale
Nessuna delle sue teorie o di quelle dei suoi sostenitori è
mai stata provata scientificamente. Anzi, tutti i dati scientifici
hanno dimostrato che le sue idee sono completamente sbagliate.
Un’altra delle affermazioni non scientifiche di Wilson è che
gli esseri umani non sono nient’altro che portatori di geni è che la
loro più grande responsabilità è quella di trasmettere quei geni
alle generazioni future. Secondo lui, l’evoluzione è, in realtà,
l’evoluzione dei geni. In Sociobiologia: la nuova sintesi, scrive:
“In senso darwinista, l’organismo non vive per se stesso. La sua
funzione primaria non è nemmeno quella di riprodurre altri or-
ganismi; bensì riprodurre geni e servire da vettore temporaneo.
Ogni organismo generato dalla riproduzione sessuale è un sot-
toinsieme unico e accidentale di tutti i geni che costituiscono la
specie. La selezione naturale è il processo con cui alcuni geni ot-
tengono una rappresentazione nelle generazioni a venire superi-
ore a quella di altri geni collocati nella stessa posizione cromo-
somica […] Ma l’organismo individuale è solo il loro veicolo,
parte di un sistema elaborato per preservare e diffonderli con il
minor turbamento biochimico possibile. Il famoso aforisma di
Samuel Butler, che il pollo è l’unico mezzo che ha l’uovo di fare
un altro uovo, è stato modernizzato: l’organismo è l’unico modo
che ha il DNA di fare più DNA”.182
312
E. O. Wilson eil suo libroSociobiologia:la nuova sin-tesi
Le affermazioni di Wilson non erano che il risultato di pre-
concetti evolutivi. Persino tra gli evoluzionisti alcuni obiettarono
la congettura di Wilson. Uno di loro fu Stephen Jay Gould:
“Ma le pretese di Wilson sono ben più gravi. Nel capitolo 27 non
c’è solo la descrizione della gamma dei potenziali comportamen-
ti umano o, al limite, l’affermazione che questa gamma di com-
portamenti è un sottoinsieme di quelli, ben più vari, che si
trovano in tutti gli animali. Vi si trova, prima di tutto, una prol-
ungata speculazione sull’esistenza di geni per caratteri specifici e
variabili del comportamento umano – tra i quali il rancore, l’ag-
gressività, la xenofobia, il conformismo, l’omosessualità e le
tipiche differenze di comportamento tra l’uomo e la donna nella
società occidentale”.183
Con lo zoologo evolutivo Richard Dawkins, la specu-
lazione evolutiva sul comportamento umano che ebbe inizio
con Wilson, ha raggiunto un picco incredibile e illogico.
DDaawwkkiinnss ee ii rroobboottss ddaaii ggeennii eeggooiissttiiCome risultato delle affermazioni non scientifiche fatte sui
geni dalla sociobiologia e dalla sua estensione, la psicologia
evolutiva, Richard Dawkins avanzò e rese popolare la men-
zogna del “gene egoista”.
Secondo lui, lo scopo più importante degli esseri viventi è
la sopravvivenza e la riproduzione (in altre parole, proteggere i
propri geni e passarli alle generazioni future). Questa affer-
mazione è una speculazione bella e buona.
Stando a questa congettura della teoria dell’evoluzione, le
sostanze chimiche inanimate tutto a un tratto si sono organiz-
zate (ciò avviene davvero) e hanno formato un sistema basato
sul DNA capace di riprodursi. Il primo organismo a emergere
da questo immaginario mix chimico, era un gene con nessun al-
tro scopo se non quello di riprodursi. In qualche modo aveva
Harun Yahya (Adnan Oktar)
313
Darwinismo: Arma Sociale
“deciso” di fare una copia di se stesso e cominciò a farlo, pro-
ducendo nuovi geni. Dagli errori durante il processo di copiatu-
ra erano nati geni con diverse caratteristiche. In seguito, questi
materiali genetici avevano “appreso” in qualche modo come
formare vari corpi e quindi riprodurre quei materiali genetici in
modo più efficiente. I geni che avevano codificato il corpo
migliore venivano, quindi, copiati meglio degli altri. Sebbene
non abbiano prove del come e del perché, gli evoluzionisti
sostengono che il risultato di questa operazione costituisce una
delle affermazioni fondamentali del darwinismo moderno. Gli
evoluzionisti sono ben consapevoli che è impossibile che un
corpo umano (qualsiasi organo contenga, le cellule che formano
quegli organi o anche un singolo componente di quelle cellule)
si sia creato da solo.
Tuttavia Dawkins tirò fuori questa leggenda affermando
che tra i geni esiste una “competizione”. In Il gene egoista, egli
spiega il suo concetto distorto di umanità:
“Siamo macchine da sopravvivenza—veicoli robot ciecamente
programmati per preservare le molecole egoiste note come geni.
Questa è una verità che mi riempie di stupore. Sebbene lo sappia
da anni, non riesco ad abituarmi completamente. Una delle mie
speranze è di poter riuscire a stupire gli altri […]”184
Secondo l’affermazione illogica di Dawkins, un essere
umano è semplicemente un robot portatore di geni la cui ra-
gione di esistere consiste nel riprodurre i geni che “trasporta”,
supportarli nella competizione con altri geni e passarli alle gen-
erazioni successive. È evidente che questa affermazione, che ig-
nora l’esistenza dell’anima e che vede l’essere umano come dis-
positivo meccanico, manca di qualsiasi aspetto realistico.
Nonostante ciò, questa teoria non scientifica di Dawkins è
stata sostenuta dalla maggioranza degli evoluzionisti in cerca di
una spiegazione materialista. In Sulla natura umana, Wilson
314
sostiene che gli esseri umani acquisiscono importanza e uno
scopo solo attraverso i geni:
“[…] nessuna specie, inclusa la nostra, possiede uno scopo al di
là degli imperativi creati dalla sua stessa storia genetica (ad es-
empio, l’evoluzione) […] La specie è priva di qualsiasi scopo es-
terno alla propria natura biologica”.185
Secondo questa credenza materialista senza fondamento
scientifico, se la perpetrazione dei geni è il solo scopo, allora gli
esseri umani responsabili di proteggerli devono essere il più
possibile egoisti e spietati negli interessi dei propri geni. Per
Dawkins e i suoi sostenitori saranno i geni “egoisti” a uscire vit-
toriosi dalla competizione. In Il gene egoista, Dawkins sintetiz-
za la visione perversa darwinista:
“Noi, e tutti gli altri animali, siamo macchine create dai nostri
geni. Al pari dei famosi gangster di Chicago, i nostri geni sono so-
pravvissuti, in alcuni casi per milioni di anni, in un mondo alta-
mente competitivo. Ciò ci dà il diritto di aspettarci certe qualità
nei nostri geni. Sostengo che una qualità predominante da aspet-
tarsi in un gene sopravvissuto, è l’egoismo spietato. Questo ego-
ismo del gene darà vita all’egoismo nel comportamento dell’in-
dividuo. Tuttavia, come vedremo, ci sono circostanze speciali in
cui un gene può raggiungere i suoi obiettivi egoistici al meglio
nutrendo una forma limitata di altruismo al livello di singoli an-
imali. "Speciali" e "limitata" sono parole importanti nella frase
precedente. Per quanto potremmo sperare di credere altrimenti,
l’amore universale e il benessere delle specie come gruppo, sono
concetti che semplicemente non hanno senso evolutivo”186
Stando all’ignoranza di Dawkins, dato che i geni nati dagli
esseri umani sono egoisti, anche gli uomini sono egoisti.
Essendo così, ci si può aspettare che questi “robot egoisti” pos-
sano ricorrere a qualsiasi mezzo per proteggere e preservare i
propri geni. Non ci sono più motivi per evitare assassini, furti o
stupri. Non si può pretendere che “le macchine egoiste” os-
Harun Yahya (Adnan Oktar)
315
servino qualsiasi legge morale o che attuino in modo coscienzioso o
etico. Date le circostanze, uccidere un essere umano non è più un at-
to criminale o immorale, bensì un impulso al di là dei propri inter-
essi. Dai geni egoisti scaturisce un comportamento altrettanto ego-
316
I geni sono strutture inanimate com-poste di atomi e prive di intelligenza.È illogico parlarne come di entità cheprendono decisioni e fanno dellescelte. La psicologia evolutiva, tut-tavia, si basa su questa illogicità.
istico. Il concetto di essere umano di Dawkins è molto pericoloso e
implica la frammentazione della morale sociale.
L’affermazione del gene egoista è illogica e senza senso poiché
Dawkins e altri come lui descrivono i geni come entità dotate di co-
scienza e volontà. I geni sono catene di DNA (spirale a doppia elica
di acidi nucleici tenuti insieme da filamenti di fosfato e zucchero.
Così come H2O (acqua)o H2SO4 (acido solforico) sono molecole,
anche il DNA è una molecola. Quindi, nello stesso modo in cui è
impossibile parlare di “acqua egoista” o “sale egoista” o “acido sol-
forico invidioso” è altrettanto impossibile parlare di “geni egoisti”.
Gli evoluzionisti raffigurano gli esseri umani come collezioni
di materia, e in qualche modo tentano di attribuire un raziocinio al-
317
La violenza e l’aggressivitànon sono uno strascicoereditato dai presunti ante-nati animali dell’uomo cod-ificate nei nostri geni.Piuttosto, sono il risultatodegli scarsi valori moralidovuti all’irreligiosità e allamancanza di coscienza.
Darwinismo: Arma Sociale
318
l’interno di quella varietà. Il fatto che possono attribuire ragion-
amento e coscienza ai geni dimostra quanto sia diventata in-
consistente la teoria dell’evoluzione. Oggi giorno il darwinismo
sostiene che esiste una ragione e una coscienza nelle molecole e
negli atomi inanimati che compongono quelle molecole,
rimpiazzando il paganesimo che attribuisce una ragione e una
coscienza agli idoli di pietra e legno.
UUnn aallttrroo ddiilleemmmmaa ppeerr ll’’eevvoolluuzziioonnee:: ii ““ggeennii”” aallttrruuiissttii
Secondo la teoria dell’evoluzione, in natura esiste una lot-
ta fino alla morte in cui sopravvivono solo i forti. Tuttavia, si
può osservare che gli esseri viventi generalmente si aiutano a vi-
cenda, fanno sacrifici per gli altri e rischiano la propria vita per
il beneficio altrui. Per spiegare questo fatto, totalmente in con-
flitto con il concetto basilare della teoria dell’evoluzione, Wilson
propose un numero di ipotesi infondate che avrebbero poi cos-
tituito la sociobiologia. Wilson basò le sue spiegazioni su un’al-
tra menzogna: “la selezione della parentela” di W. D. Hamilton,
secondo cui un elemento vivente che protegge i suoi membri
giovani o altri membri del gruppo non lo fa per scopi altruistici
bensì per proteggere i propri “geni egoisti”. Dato che l’obiettivo
è quello di passare i geni alle generazioni future e visto che i
geni di una madre sopravvivono nella sua prole, allora una
madre che difende la sua prole a costo della vita non fa altro che
difendere i propri geni. In altre parole, l’egoismo rafforza il sac-
rificio di se stessi!
Questa affermazione non ha né testa né piedi! Anzitutto
nessun animale in natura possiede consapevolezza dei propri
geni e quindi non può sentirsi motivato a proteggerli. Inoltre,
non può sapere se i geni sono presenti anche nella prole o nei
Harun Yahya (Adnan Oktar)
319
Darwinismo: Arma Sociale
“parenti” e quindi non c’è motivo di sacrificare la propria vita per
loro. È impossibile per i geni (catene inconsapevoli di molecole) in-
dirizzare un essere vivente in questo senso.
In più, ci sono molti esempi in natura di animali che assistono
non solo quelli della propria specie che conservano i geni ma anche
altri. Gli evoluzionisti non riescono a spiegarselo perché non ha
320
La natura non consiste solonella battaglia fino alla morte.Molti esseri viventi mostranoatteggiamenti estremamentealtruistici sia verso la propriaprole sia verso gli altri.
senso che una creatura che assume un atteggiamento protettivo
non lo faccia per proteggere i propri geni.
E, affermando che il desiderio di proteggere i propri cuccioli è
codificato nella struttura genetica degli esseri viventi, non si risolve
nemmeno il dilemma degli evoluzionisti perché, allora, sorge la
questione di come un comportamento simile sia stato codificato al
primo posto nei geni. La teoria dell’evoluzione non può spiegare
come anche un singolo gene sia potuto nascere attraverso coinci-
denze, e quindi è impossibile spiegare come possa essere nata per
caso l’informazione codificata nei geni. Ogni informazione codifi-
321
Darwinismo: Arma Sociale
cata nei geni è stata creata da Allah, Signore di infinita
conoscenza e saggezza.
I sociobiologi tentano di applicare la stessa ipotesi sul com-
portamento altruista degli animali agli esseri umani. In altre pa-
role, quando una madre protegge suo figlio dal pericolo senza
esitare nemmeno per un momento, in realtà si sta preoccupan-
do di proteggere i propri geni. Il rifiuto degli attributi apparte-
nenti all’animo umano e i tentativi degli evoluzionisti di spie-
gare questo fenomeno in termini di evoluzione non hanno la
minima prova scientifica. Con le loro idee illogiche, gli
evoluzionisti hanno sottovalutato la consapevolezza e la co-
scienza umana. Rimane il fatto che un essere umano possiede
un’anima, le capacità di giudizio e pensiero e può distinguere
ciò che è giusto e ciò che non lo è. Quando una madre si sacrifi-
ca per il figlio, lo fa perché lo ama, prova affetto e compassione
per lui, perché lo ritiene debole e si assume la responsabilità di
proteggerlo. Quando il bambino soffre, ad esempio, lei si im-
medesima e farà di tutto per alleviare il suo dolore. Questi sono
attributi che un robot o una “macchina trasporta geni”, così tan-
to amati dagli evoluzionisti, non potranno mai possedere.
Gli evoluzionisti sono ben coscienti che l’evoluzione non
può dare una spiegazione agli attributi dell’animo umano. Ad
esempio, l’evoluzionista Robert Wallace in The Genesis Factor
dice:
“Non credo che l’uomo sia semplicemente un egoista più intelli-
gente, geneticamente portato ad aver cura della propria progenie.
Lo è. Chiaro che lo è. Ma è anche di più. La prova di ciò è sem-
plice e palese. Basta solo ascoltare il Canone in re maggiore di
Johann Pachelbel per sapere che esistono profondità insondabili
nello spirito umano”.187
Wallace sottolinea un punto di grande importanza.
322
Secondo la definizione irrealistica degli evoluzionisti un essere
umano è semplicemente una macchina vettore di geni. È quindi
impossibile per un entità del genere trarre piacere dalla musica,
godere di un film e anche produrlo, leggere o scrivere un libro,
imparare ciò che legge o raffrontarsi con gli altri. Le teorie non
scientifiche degli evoluzionisti non potranno mai rispondere
alle domande su come gli esseri umani, capaci di pensieri pro-
fondi, di provare emozioni e gioie, siano nati e come si siano
originate quelle caratteristiche.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
323
Le madri si sacrificano per i propri figli non perproteggere i propri geni, come vorrebbero farcicredere gli evoluzionisti, ma per un sentimento diamore, affetto e protezione.
Darwinismo: Arma Sociale
324
ra il 1996 e il 1997 i quotidiani riportarono due casi scioccanti di in-
fanticidio. Nel primo, dopo aver dato alla luce in una stanza d’al-
bergo, una diciottenne insieme a un collega universitario uccisero
il bambino disfacendosi del corpo in un contenitore della spazzatura.
Nell’altro, dopo essersi allontanata dal ballo scolastico per partorire nel
bagno, una diciottenne gettò il bambino morto nella spazzatura e ritornò
in sala. Entrambi i casi furono definiti casi di omicidio. Mentre molti at-
tribuiscono questi eventi a una perdita di valori o a disturbi mentali,
Steven Pinker, docente di psicologia presso L’Istituto di tecnologia del
Massachusetts, dà una spiegazione agghiacciante: impulso genetico.
Nell’articolo pubblicato sul “New York Times”, Pinker affermò che uc-
cidere il bambino il giorno in cui nasce non denota una malattia mentale
perché è una pratica accettata in molte culture della storia.
Uccidere un bambino è un atto immorale e spesso manifestiamo la nostra
indignazione parlando di “malattia”. Ma i normali stimoli umani non sono
sempre morali e l’infanticidio non deve essere un prodotto della malfun-
zionante circuiteria neurale o di un’educazione disfunzionale.1
La parte più sconvolgente dell’affermazione di Pinker è l’espressione “Ma
i normali stimoli umani non sono sempre morali” Ciò rivela un’anormal-
ità nel suo modo di vedere le cose. In altre parole, anche se qualche com-
portamento è immorale, può considerarsi legittimo perché fa parte degli
istinti “normali” specialmente degli esseri umani. Secondo Pinker, l’ucci-
sione di un neonato, quando le circostanze la rendono necessaria, è un
comportamento da considerarsi “normale”. Stando alle affermazioni fit-
tizie degli evoluzionisti, le madri in condizioni selvagge si trovano davan-
ti a una scelta difficile: prendersi cura dei figli già nati o sfamare i neonati.
Se il neonato nasce malato è improbabile che sopravviva, di conseguenza
la madre può decidere di disfarsene e ritentare. Naturalmente questa af-
fermazione è falsa e priva di validità scientifica. Nonostante tutto la forma-
mentis darwinista spinge Pinker ad appoggiare questa barbarie.
Affermazioni del genere avanzate da Pinker e da altri come lui compro-
mettono la società. Quando nelle scelte morali si avanza il concetto di im-
Harun Yahya (Adnan Oktar)
325
pulso genetico, chi commette un omicidio può dire “dovevo farlo, ce l’ho
nei geni”. In questo caso i geni non possono essere puniti, non esiste un
crimine né un criminale. Nelle sue affermazioni, Pinker non tiene conto né
della ragione né della coscienza, immaginando che tutto possa essere sp-
iegato in termini di geni. Una volta che la società reagisce, apporta pochi
cambiamenti alla sua terminologia, ma stavolta affronta un’incoerenza in-
terna.
Uno dei critici di Pinker fu Andrew Ferguson che in “The Weekly
Standard” scrisse:
“Ce lo fanno vedere non come un orrore morale, ma come un adat-
tamento evolutivo codificato geneticamente […]”.2
Pinker è bravo a difendere le affermazioni in questione nonostante la to-
tale assenza di supporti scientifici. Una delle critiche alle affermazioni di
Pinker è che queste non siano altro che congetture basate sulle illusorie vi-
sioni del mondo degli evoluzionisti. Ferguson, ad esempio, criticò la sua
logica affermando che non supportava le sue affermazioni con prove sci-
entifiche. Il fatto è che tutta la psicologia evolutiva si basa su una conget-
tura senza prove e sul potere dell’immaginazione. In The Wedge of Truth,
Phillip Johnson afferma:
“Fondamentalmente la psicologia evolutiva avanza erigendo una
montagna di speculazioni sulla base di prove frammentarie
sulle culture primitive”.3
Ferguson fa una diagnosi dell’oggetto della sua critica:
“la congettura si cristallizza in fatto; il fatto diviene una base per ul-
teriori congetture che si tramuta in un’altra premessa effettiva, e così
via”.4
1 Pinker S. “Why They Kill Their Newborns," New York Times, 2 November 1997
2 Ferguson A., "How Steven Pinker's Mind Works", The Weekly Standard, January 12,
1998, p. 16
3 Johnson P., The Wedge of Truth, Intervarsity Press, Illinois, 2000, p. 113
4 Andrew Ferguson, "How Steven Pinker's Mind Works," The Weekly Standard, p. 16
Darwinismo: Arma Sociale
IIll ccrroolllloo ddeell ddeetteerrmmiinniissmmoo ggeenneettiiccooCon la sequenziazione e l’analisi del genoma umano, si dif-
fuse l’idea che il DNA possiede un potere enorme e che i geni
assumono un ruolo importante nel determinare chi siamo
davvero. Quasi ogni giorno vengono pubblicati quotidiani che
riportano articoli in cui si afferma che siamo controllati dai nos-
tri geni: “Scientists Target Genius Gene”, “Kennedy Tragedies
Put Down To Risk Taking Gene”, "Scientists Say Research on
Male Siblings Proves the Existence of a 'Homosexual Gene””.
Nelle riviste specializzate e non, appaiono articoli in cui si
descrive che i geni controllano ogni cosa, dalla schizofrenia alla
gelosia, dall’alcolismo all’abitudine di guardare la televisione.
La gente che leggeva quei titoli pensava che tutti i generi di
attributi (intelligenza, carattere, successo, fallimento) fossero
codificati nel genoma umano, e alcuni cominciarono a credere,
erroneamente, che la nostra vita potesse essere ridotta a una for-
mula.
Le ricerche sul genoma umano sono di estrema importan-
za e gli studi sulla struttura genetica umana hanno fornito in-
formazioni utilissime su tante malattie. Ma come hanno affer-
mato chiaramente coloro che lavorano al Progetto Genoma
Umano e gli scienziati esperti in materia, ciò non giustifica l’at-
tribuzione di funzioni irrealistiche ai geni. Le ricerche dimostra-
no che i geni umani svolgono un ruolo molto piccolo, quasi in-
significante, nel carattere, nel comportamento e nel modo di
pensare. In un articolo intitolato “The Human Genome Map:
The Death of Genetic Determinism and Beyond” Mae-Wan Ho
dell’Istituto di Scienze nella Società, afferma:
“Il numero di geni è di gran lunga inferiore a quanto serva per
supportare le affermazioni stravaganti degli scorsi decenni, sec-
ondo cui singoli geni non solo determinerebbero come sono for-
326
mati i nostri corpi, le malattie di cui soffriamo, ma anche gli stili
di comportamento, le capacità intellettuali, le preferenze sessuali
e la criminalità”.188
Francis S. Collins, direttore dell’Istituto Nazionale di
Ricerca del Genoma Umano, chiarisce che non sono i geni a ren-
dere umano un essere umano. In un articolo intitolato
“Heredity and Humanity: Have No Fear. Genes Aren't
Everything”, Collins afferma:
“Fortunatamente dieci anni di studio intensivo del genoma
umano hanno fornito diverse prove sull’arbitrarietà dei timori
del determinismo genetico. Si è dimostrato in modo definitivo
che gli esseri umani sono ben più che la somma di parti ge-
netiche. Inutile a dirsi, i nostri geni svolgono un ruolo primario e
formativo nello sviluppo umano (e in molti dei processi di malat-
tie umane), ma studi molecolari altamente tecnologici e non (pur
sempre utili) di gemelli monozigoti e dizigoti dimostrano chiara-
mente che i nostri geni non sono fattori onnideterminanti nell’es-
perienza umana”.189
Nello stesso articolo, Collins afferma che i geni non influis-
cono sul comportamento umano. Egli spiega che esaminare i
geni di un criminale per vedere se ha una predisposizione al
crimine e, alla luce di ciò, determinare una punizione, possa
portare a dei risultati fuorvianti:
“E per quanto riguarda le caratteristiche non legate alle malattie,
quali l’intelligenza e il comportamento violento? […] La scoperta
di una variante del gene predominante, fortemente correlata con
la violenza, potrebbe avere un effetto profondo sul nostro con-
cetto millenario di libero arbitrio, appesantendo la bilancia della
giustizia in due modi parimenti pericolosi. Se chi commette un
crimine violento possiede la variante del gene, il suo avvocato
potrebbe utilizzare come difesa il DNA (“Se ce l’ha nel gene, è in-
nocente!”) e l’imputato potrebbe essere reputato non respons-
abile delle proprie azioni dal giudice e dalla giuria. Ma è altret-
Harun Yahya (Adnan Oktar)
327
328
Harun Yahya (Adnan Oktar)
329
tanto possibile immaginare uno scenario in cui chi non ha
mai commesso un atto violento, ma si scopre possieda la vari-
ante del gene, sia soggetto alla presunzione della colpevolez-
za (o addirittura spedito in una colonia di lebbrosi postmod-
erna) per il resto della sua vita.
Se i geni controllassero davvero il nostro comportamento, il
nostro sistema di giustizia e le sue linee direttrici altrettanto
tutelanti non sarebbero le sole vittime. Come sopravvivrebbe
il concetto di pari opportunità? E l’idea del merito?
Pensiamo alla spaventosa “genetocrazia” raffigurata nel film
Gattaca (e notate le lettere che compongono il titolo)190 , un
mondo in cui i bambini sono assegnati a delle caste alla nasci-
ta sulla base della valutazione della loro capacità intellettuale
e potenziale professionale iscritti nel loro DNA”.191
Citando il biologo Johnjoe Mc Fadden, Collins descrive
nel suo articolo l’illogicità di affermare che il comportamen-
to sia codificato nei geni:
“Sfruttando una metafora offerta dal biologo Johnjoe
McFadden, cercare geni che codifichino i nostri comporta-
menti unici e altri prodotti della nostra mente è come analiz-
zare le corde di un violino o i tasti di un pianoforte nella sper-
anza di trovare L’Emperor Concerto192 Si può immaginare il
gene umano come la più grandiosa delle orchestre, con og-
nuno dei nostri circa trenta mila geni che rappresenta un
unico strumento che suona nel concerto mirabile e intenso
che è la biologia molecolare. Ogni strumento è essenziale e
deve essere intonato per produrre il giusto (e altamente
sofisticato) suono musicale. Allo stesso modo, i geni sono es-
senziali allo sviluppo del cervello e devono essere “intonati”
per produrre neuroni e neurotrasmettitori funzionanti. Ma
tutto ciò non implica che i geni compongano le menti più di
quanto una viola o un ottavino compongano una sonata”. 193
330
Collins dedica il finale dell’articolo a spiegare le ra-
gioni per cui gli attributi umani non possano derivare dal
DNA e richiama l’attenzione alla creazione superiore di
Dio:
“Per molti di noi, c’è ancora un’altra ragione influente, to-
talmente distante dalla meccanica della scienza, per rifi-
utare la nozione che il DNA sia il nucleo della nostra
umanità. Si tratta del credo [in] un potere superiore[…]
Naturalmente alcuni scienziati e scrittori scartano questa
nozione spirituale definendola una pura superstizione.
[certamente commettono un grande errore!] Richard
Dawkins ha osservato che “siamo macchine costruite dal
DNA il cui scopo è quello di fare copie dello stesso DNA
[…] È l’unica ragione di vita di ogni essere vivente”.
Davvero? Non c’è nulla nell’essere umano che è diverso
dall’essere un batterio o una lumaca?
Lo studio della genetica e la biologia molecolare possono
davvero spiegare la conoscenza intrinseca universale di
ciò che è giusto e sbagliato comune a tutte le culture
umane di tutte le epoche? Possono spiegare la forma al-
truistica di amore che i greci chiamano agape? Possono
spiegare la vocazione di sacrificarsi per gli altri anche
quando ciò comporta mettere a repentaglio il proprio
DNA? Mentre i biologi evoluzionisti proferiscono varie
spiegazioni per i comportamenti umani che minano la
propagazione efficiente dei nostri geni c’è qualcosa in
quelle affermazioni che ci suona falso.
La nozione che la scienza da sola detiene tutti i segreti
della nostra esistenza è divenuta una religione di se stes-
sa […] La scienza è il giusto modo di capire il mondo nat-
urale, naturalmente; ma non ci fornisce alcuna ragione
per negare che ci sono aspetti dell’identità umana che ri-
cadono al di fuori della sfera della natura e, quindi, fuori
dalla sfera della scienza”.194
Harun Yahya (Adnan Oktar)
331
Darwinismo: Arma Sociale
Come ha osservato Collins, le catena di molecole
costituite da composti di ossigeno-azoto-idrogeno-carbo-
nio non possono in alcun modo dotare una persona di
sentimenti quali amore, devozione, piacere dell’arte,
gioia, emozioni materne, desiderio di abnegazione. Se es-
cludiamo l’anima, l’uomo non è altro che carne e ossa. I
geni, che sono entità materiali, non consentono a questo
mucchio di carne e ossa di pensare, fare calcoli matemati-
ci, godere del cibo, sentire la mancanza di un amico che
non s’incontra da tanto tempo, o compiacersi delle cose
belle. L’essere umano è un’entità creata da Allah, total-
mente diversa e distinta dal corpo, dal cervello e dai geni.
Nel Corano viene rivelato che l’essere umano è un’entità
con un’anima donata da Allah:
“È Colui che ha perfezionato ogni cosa creata e dal-
l'argilla ha dato inizio alla creazione dell'uomo, quindi
ha tratto la sua discendenza da una goccia d'acqua in-
significante ; quindi gli ha dato forma e ha insufflato in
lui del Suo Spirito. Vi ha dato l'udito, gli occhi e i cuori.
Quanto poco siete riconoscenti!” (Surat as-Sajda, 7-9)
L’anima è stata insufflata nell’uomo da Allah. I ma-
terialisti evoluzionisti, riluttanti ad accettare l’esistenza di
Dio e che gli esseri umani possiedono caratteristiche
metafisiche, tentano di diffondere la menzogna che ogni
cosa è codificata nei geni (che ovviamente non possono
costituire l’anima umana, sebbene gli evoluzionisti lo ig-
norano ciecamente).
A dire il vero, questo pensiero non è affatto nuovo.
Difatti, nel corso della storia, si è diffuso come “paganes-
imo”. Così come gli antenati hanno creato dal legno degli
idoli che sostenevano fossero i loro dei, allo stesso modo
332
333
Darwinismo: Arma Sociale
la teoria dell’evoluzione afferma che i geni sono lo scopo e i cre-
atori di ogni cosa. (Dietro tutto questo c’è senz’altro Allah!)
Questo punto di vista dogmatico e primitivo, che si sperava for-
nisse una base per la teoria dell’evoluzione, è stato invalidato
dagli accertamenti scientifici. Anche Collins, che ha condotto
delle ricerche sui geni, dichiara apertamente che i geni non han-
no alcun potere e che gli esseri umani sono entità metafisiche.
Il paganesimo, che attribuisce lo status di divinità a entità
materiali senza alcun potere proprio, è una tradizione persistita
nei secoli e che, al giorno d’oggi, è sostenuta dalla forma-men-
tis evoluzionista. Nel Corano, a chi attribuisce lo status di di-
vinità a entità prive di potere, Allah rivela:
“E invece si sono presi, all'infuori di Lui, divinità che, esse
stesse create, nulla creano, e che non sono in grado neanche
di fare il male o il bene a loro stesse, che non son padrone né
della morte, né della vita, né della Resurrezione.” (Surat al-
Furqân, 3)
In un altro versetto, sulla natura perversa di questo credo,
Allah rivela:
“Di' [loro]: "Invocate quelli che pretendete [essere dèi] all'in-
fuori di Lui.Essi non sono in grado di evitarvi la sventura e
neppure di allontanarla” (Surat al-Isrâ’, 56)
Il comandamento di Allah ai dotati di ragione:
“e non invocare, all'infuori di Allah, chi non ti reca né benefi-
cio né danno. Se lo facessi, saresti uno degli ingiusti” (Surat,
Yûnus, 106)
334
335
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337
“Crollo morale più grave di quello economico!”, “Prostitute
bambine…”, “Stupri: fatto naturale stando ai giovani inglesi”,
“400 coppie omosessuali e lesbiche si sposano in Finlandia”,
“Matrimonio gay”, “la rabbia non diminuisce”, “La corruzione
non ha fine”, “Corruzione, bella grana”, “Abuso di droga inizia a
tredici anni”, “Oppressione ovunque”, “Guerra alla fame”,
“L’incubo continua”, “Un anno di guerra, scandalo e rivolta”,
“Serbi imitano nazisti”, “Civili uccisi da carri armati”, “La Terra:
barile di polvere da sparo”, “Lacrime e incendi affliggono il mon-
do”, “Esplosione del crimine”, “Consumo di alcol come acqua”,
“Giovani europei resi all’alcol”, “Prevenire la violenza: gli Usa
fanno fiasco”, “L’umanità svanisce”, “Crollo spirituale”,
“Gioventù americana nel turbine del crollo morale”, “L’umanità
verso la solitudine”…
338
Questi sono solo alcuni esempi di titoli che appaiono quasi
giornalmente nei quotidiani. Ci sono così tanti reportage del
genere che le persone ormai si sono abituate a tali eventi. Molti
non vedono nulla di straordinario nella lotta costante, nel conflit-
to e nell’anarchia del mondo, nel come gente di uno stesso Paese
lotti contro i propri concittadini, nella corruzione infinita, nella
mancanza di aiuto ai poveri e ai bisognosi, nell’aumento della
diffusione di malattie psicologiche quali stress e depressione, e
nel numero crescente di suicidi. Il mondo intero sembra aver
adottato uno stile di vita di lotta e di conflitto, difficoltà e ten-
sione, in cui l’ingiustizia e la crudeltà regnano sovrane.
Una delle ragioni principali del fenomeno di accettazione di
quei fenomeni “naturali” è il fatto che si vedono come con-
seguenze inevitabili della natura umana. In realtà, si tratta delle
conseguenze della visione del mondo materialista e darwinista
che stringe l’umanità nella sua morsa. Il darwinismo sociale pre-
so in esame in questo libro rappresenta una parte sostanziosa di
quella visione.
339
Darwinismo: Arma Sociale
Sebbene inconsapevoli di ciò, molti
sono spinti a seguire la vita materialista-dar-
winista, che non suscita tristezza o preoccu-
pazione verso la povertà delle nazioni del
Terzo Mondo, che è insensibile alle con-
dizioni degli oppressi, che invoglia a uno
stile di vita egoistico, che giustifica l’odio, la
vendetta e la competizione, specialmente
nel mondo degli affari, che fa provare poco
amore o affetto per il prossimo. Questo libro
dimostra che la visione del mondo material-
ista-darwinista legittima e, quindi, incorag-
gia tutte le forme di depravazione, dallo
stupro alla guerra.
Siamo tutti vittime di questa visione!
Molti vivono una vita infelice, problematica
e carica di tensioni: dagli studenti neri mira
di attacchi razzisti ai genitori anziani abban-
donati dai figli egoisti; dai lavoratori costret-
ti a lavorare in condizioni terribili in cambio
di salari da fame ai giovani che credono che
la vita non abbia un senso e che si inguaiano
da soli vivendo in modo sfrenato e irrespon-
sabile.
È di fondamentale importanza che la
visione materialista del mondo venga scon-
fitta intellettualmente per porre fine a
questo circolo vizioso e per far sì che si ot-
tenga un mondo di pace e felicità. È, quindi,
essenziale che la gente sappia che il darwin-
ismo non ha sostegno scientifico e che venga
340
341
342
a conoscenza delle orrende catastrofi che
comporta la diffusione di questa teoria.
Inoltre, chi è stato irretito dal dar-
winismo deve capire che la teoria del-
l’evoluzione, difesa nonostante i punti
deboli e gli errori, non è supportata da al-
cuna prova scientifica. Ogni scoperta fat-
ta nel campo della scienza conferma che
la teoria dell’evoluzione è relegata agli
scaffali polverosi della storia. Inoltre,
come mostrato nel libro, l’esperienza
mostra che il modello di vita avanzato
dalla teoria dell’evoluzione non porta al-
tro che oppressione, ingiustizia, crudeltà,
perdita e sofferenza. Anche i darwinisti,
quindi, devono rendersi conto dei mali
che scaturiscono dalla loro teoria e de-
vono smettere immediatamente di perpe-
trarla. La nostra speranza è che questo li-
bro induca chi è stato abbindolato dagli
errori del darwinismo a capire di aver
commesso un grave errore.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
343
344
I l darwinismo, in altre parole la teoria dell'evoluzione, fu
avanzato con lo scopo di negare il fatto concreto della
creazione, ma in realtà non è altro che un nonsense de-
bole e antiscientifico. Questa teoria, che sostiene che la vita sia
emersa per caso dalla materia inanimata, è stata invalidata dalle
prove scientifiche dell'ordine miracoloso nell'universo e degli
esseri viventi. In tal modo, la scienza ha confermato il fatto che
Dio ha creato l'universo e le cose in esso viventi. La propagan-
da condotta oggi allo scopo di mantenere in vita la teoria del-
l'evoluzione si basa esclusivamente sulla distorsione dei fatti
scientifici, su interpretazioni pregiudiziali, bugie e falsità
mascherate da scienza.
345
Eppure questa propaganda non riesce a nascondere la ver-
ità. Il fatto che la teoria dell'evoluzione sia il più grande ingan-
no della storia della scienza è stato espresso molte volte nel
mondo scientifico negli ultimi 20-30 anni. Le ricerche svolte
dopo gli anni Ottanta, in particolare, hanno rivelato che le tesi
del darwinismo sono totalmente infondate, e questo è stato af-
fermato da un gran numero di scienziati. Negli Stati Uniti in
particolare, molti scienziati di campi diversi, come la biologia, la
biochimica e la paleontologia, riconoscono che il darwinismo
non è valido e utilizzano, per dar conto dell'origine della vita, il
fatto della creazione.
Noi abbiamo esaminato il crollo della teoria del-
l'evoluzione e le prove della creazione in gran dettaglio scien-
tifico in molte delle nostre opere, e continueremo a farlo. Data
l'enorme importanza di questo argomento, sarà molto utile
darne qui una sintesi.
Darwinismo: Arma Sociale
IIll ccrroolllloo sscciieennttiiffiiccoo ddeell ddaarrwwiinniissmmooSebbene si possa far risalire questa dottrina fino all'antica
Grecia, la teoria dell'evoluzione è stata avanzata in maniera es-
tensiva nel XIX secolo. Lo sviluppo più importante, che ha fatto
di essa l'argomento principale nel mondo della scienza è stato
L'origine delle specie di Charles Darwin, pubblicato nel 1859. In
questo libro egli negava che Dio avesse creato ciascuna diversa
specie vivente sulla terra separatamente, sostenendo che tutti
gli esseri viventi avevano un antenato comune e si erano diver-
sificati nel tempo attraverso piccoli cambiamenti. La teoria di
Darwin non era basata su un dato scientifico concreto, come egli
stesso ammetteva, si trattava solo di una "assunzione". Inoltre,
come Darwin stesso confessava nel lungo capitolo del suo libro
intitolato Le difficoltà della teoria, la teoria era debole di fronte a
molte questioni essenziali.
Darwin riponeva
tutte le sue speranze
nelle nuove scoperte
scientifiche, che egli si
aspettava avrebbero
risolto queste difficoltà.
Invece, contrariamente
alle sue aspettative, le
scoperte scientifiche
ampliarono le dimen-
sioni di tali difficoltà.
La sconfitta del darwin-
ismo di fronte alla
scienza può essere sin-
tetizzata in questi tre
argomenti di base:
346
Charles Darwin
1) La teoria non può spiegare come la vita si sia prodotta
sulla terra.
2) Nessuna scoperta scientifica dimostra che il "meccanis-
mo evolutivo" proposto dalla teoria abbia alcun potere e evolu-
tivo.
3) I reperti fossili provano l'esatto opposto di ciò che sug-
gerisce la teoria.
In questa sezione, esamineremo questi tre fondamentali
nelle linee generali.
IIll pprriimmoo ppaassssaaggggiioo nnoonn ssuuppeerraabbiillee:: LL''oorriiggiinnee ddeellllaa vviittaa
L'evoluzione presuppone che tutte le specie viventi si siano
evolute da una singola cellula vivente emersa sulla terra primi-
tiva 3,8 miliardi di anni fa. Come è stato possibile che un'unica
cellula abbia potuto generare milioni di specie viventi comp-
lesse e, se è vero che c'è stata questa evoluzione, perché non è
possibile osservarne tracce nei reperti fossili? Queste sono solo
alcune delle domande cui la teoria non riesce a rispondere.
Tuttavia, innanzitutto, dobbiamo chiedere: da cosa ha avuto
origine questa "cellula iniziale"?
Poiché la teoria dell'evoluzione nega la creazione e
qualunque tipo di intervento soprannaturale, sostiene che la
"cellula iniziale" si è originata per coincidenza nell'ambito delle
leggi della natura, senza alcun progetto, piano o predispo-
sizione. Secondo la teoria, la materia inanimata deve aver
prodotto una cellula vivente come risultato di coincidenze. Una
tale affermazione, tuttavia, è incoerente con le più inattaccabili
regole della biologia.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
347
Darwinismo: Arma Sociale
""LLaa vviittaa vviieennee ddaallllaa vviittaa""Nel suo libro Darwin non ha mai fatto riferimento all'orig-
ine della vita. L'interpretazione primitiva della scienza al suo
tempo si basava sull'assunzione che gli esseri viventi avevano
una struttura molto semplice. Fin dai tempi medievali era stata
ampiamente accettata la generazione spontanea, teoria che
sostiene che materiali non viventi si siano uniti a formare or-
ganismi viventi. Si credeva comunemente che gli insetti si cre-
assero dai resti di cibo e i topi dal grano. Venivano condotti in-
teressanti esperimenti per provare questa teoria. Si metteva del
grano su un pezzo di stoffa sporco e si credeva che da questo si
originassero, dopo un po', dei topi.
Allo stesso modo le larve che si sviluppano nel cibo guas-
to erano prese come prova della generazione spontanea.
Tuttavia, in seguito si è
compreso che i vermi
non compaiono sulla
carne spontaneamente
ma sono portati da
mosche in forma di
larve, invisibili all'oc-
chio nudo.
Anche quando
Darwin scrisse L'origine
delle specie, la credenza
che i batteri si pro-
ducessero dalla materia
non vivente era
ampiamente accettata
nel mondo della
scienza.
348
Darwin sosteneva che la cellula fosse unsemplice ammasso di protoplasma. Manmano che la scienza è progredita, tuttavia,ha rivelato che la cellula possiede una strut-tura con una complessità che ha sbalorditogli scienziati.
Tuttavia, cinque anni dopo la pubblicazione del libro di
Darwin, Louis Pasteur annunciò i suoi risultati dopo lunghi stu-
di ed esperimenti, che dimostravano la falsità della generazione
spontanea, uno dei pilastri della teoria di Darwin. Nella sua tri-
onfale conferenza alla Sorbona nel 1864 Pasteur disse: "La dott-
rina della generazione spontanea non potrà mai risollevarsi dal
colpo mortale infertole da questo semplice esperimento". 195
Per lungo tempo i sostenitori della teoria dell'evoluzione
hanno fatto resistenza a queste scoperte. Tuttavia, quando lo
sviluppo della scienza ha svelato una complessa struttura della
cellula di un essere vivente, l'idea che la vita potesse venire in
essere per coincidenza si è trovata in un'impasse ancora mag-
giore.
GGllii ssffoorrzzii iinnccoonncclluuddeennttii ddeell XXXX sseeccoollooIl primo evoluzionista ad occuparsi dell'argomento dell'o-
rigine della vita nel ventesimo secolo fu il noto biologo russo
Alexander Oparin. Con varie tesi avanzate negli anni Trenta
tentò di provare che una cellula vivente si poteva generare per
coincidenza ma questi studi erano condannati al fallimento e
Oparin dovette confessare:
“Sfortunatamente, tuttavia, il problema dell'origine della cellula
è forse il punto più oscuro nell'intero studio dell'evoluzione degli
organismi”.196
Gli evoluzionisti seguaci di Oparin tentarono di condurre
esperimenti per risolvere questo problema. L'esperimento più
noto è quello condotto dal chimico americano Stanley Miller nel
1953. Combinando nell'esperimento i gas, che egli sosteneva es-
sere esistiti nell'atmosfera della terra primordiale, e aggiungen-
do energia a questa mescolanza, Miller sintetizzò diverse mole-
cole organiche (aminoacidi) presenti nella struttura delle pro-
teine.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
349
Darwinismo: Arma Sociale
Erano passati appena pochi anni che già si rivelò che l'es-
perimento, a suo tempo presentato come un passo importante
nel nome dell'evoluzione, non era valido poiché l'atmosfera us-
ata nell'esperimento era molto diversa dalle reali condizioni
della terra.197
Dopo un lungo silenzio, Miller confessò che l'ambiente at-
mosferico che aveva usato non era realistico.198
Tutti gli sforzi degli evoluzionisti durante il XX secolo per
spiegare l'origine della vita sono finiti in fallimento. Il geochim-
ico Jeffrey Bada, del San Diego Scripps Institute accetta questo
fatto in un articolo pubblicato sulla rivista Earth nel 1998:
Stiamo per lasciare il XX secolo ma siamo ancora di fronte al più
grande problema irrisolto che avevamo quando il secolo iniziato:
come si è originata la vita sulla terra? 199
LLaa ccoommpplleessssaa ssttrruuttttuurraa ddeellllaa vviittaaLa ragione principale per cui la teoria dell'evoluzione è
finita in una così grande impasse riguardo l'origine della vita, è
che anche quegli organismi viventi destinati ad essere più sem-
plici hanno delle strutture incredibilmente complesse. La cellu-
la di un essere vivente è più complessa di tutti i prodotti tecno-
logici dell'uomo. Oggi, anche nei laboratori più avanzati del
mondo, non è possibile creare una cellula vivente mettendo in-
sieme elementi chimici organici.
Le condizioni necessarie per la formazione di una cellula
sono quantitativamente troppe per essere liquidate con le coin-
cidenze. La probabilità che le proteine, i blocchi costitutivi di
una cellula, vengano sintetizzati per coincidenza, è di 1 su 10950
per una proteina media costituita da 500 aminoacidi. In matem-
atica, una probabilità inferiore a 1 su 1050 è considerata impos-
sibile in termini pratici.
La molecola del DNA, che si trova nel nucleo di una cellu-
350
la e che conserva le informazioni genetiche, è una
incredibile banca dati. Se le informazioni codificate
nel DNA dovessero essere messe per iscritto, impeg-
nerebbero una biblioteca gigantesca formata da circa novecento
volumi di enciclopedia, ognuno di cinquecento pagine.
Un dilemma molto interessante si presenta a questo punto:
il DNA può replicarsi soltanto con l'aiuto di alcune proteine spe-
cializzate (enzimi). Tuttavia, la sintesi di questi enzimi può es-
sere realizzata soltanto con le informazioni codificate nel DNA.
Poiché ambedue dipendono l'uno dall'altro, devono essere esis-
titi nello stesso momento perché potesse esserci replicazione.
Questo conduce in un vicolo cieco lo scenario che vede la vita
originata da se stessa. Il professor Leslie Orgel, un evoluzionista
di fama dell'Università di San Diego, California, confessa
questo fatto nel numero del settembre 1994 della rivista
Scientific American:
“È estremamente improbabile che le proteine e gli acidi nucleici,
entrambi strutturalmente complessi, siano nati spontaneamente
nello stesso luogo e nello stesso momento. E inoltre sembra anche
impossibile avere l'uno senza l'altro. Quindi, a veder bene,
bisognerebbe concludere che la vita non avrebbe mai, in effetti,
potuto originarsi mediante elementi chimici”. 200
Harun Yahya (Adnan Oktar)
351
Tutte le informazionirigurdanti gli esseri
viventi sono immagazzi-nate nella molecola del
DNA. Tale incredibile meto-do di immagazzinamento d’in-
formazioni è di per sé una provachiara del fatto che la vita non per-
venne all’esistenza per casualità, mache richiede un disegno, o, per megliodire, una meravigliosa creazione.
Darwinismo: Arma Sociale
Senza dubbio, se è impossibile che la vita si sia originata da
cause naturali, si deve accettare che la vita è stata "creata" in un
modo soprannaturale. Questo fatto invalida esplicitamente la
teoria dell'evoluzione, il cui scopo principale è negare la
creazione.
LL''iimmmmaaggiinnaarriioo mmeeccccaanniissmmoo ddeellll''eevvoolluuzziioonneeIl secondo punto importante che nega la teoria di Darwin é
che si è capito che entrambi i concetti avanzati dalla teoria come
"meccanismi evolutivi" non hanno, in realtà alcun potere evolu-
tivo.
Darwin ha basato la sua costruzione interamente sul mec-
canismo della "selezione naturale". L'importanza che egli at-
tribuiva a questo meccanismo traspariva già nel nome del suo
libro: L'origine delle specie, per mezzo della selezione naturale...
Secondo il principio di selezione naturale, gli esseri viven-
ti più forti e più adatti alle condizioni naturali del proprio habi-
tat sopravviveranno nella lotta per la vita. Per esempio, in un
branco di cervi minacciato dall'attacco di animali selvatici, so-
pravviveranno quelli che riescono a correre più velocemente.
Quindi, il branco di cervi sarà composto dagli individui più ve-
loci e più forti. Tuttavia, senza discussione, questo meccanismo
non provocherà il fatto che il cervo si evolve e si trasforma in
un'altra specie vivente, per esempio un cavallo.
Quindi, il meccanismo della selezione naturale non ha al-
cun potere evolutivo. Anche Darwin era consapevole di questo
fatto e dovette dichiarare nel suo libro L'origine delle specie:
La selezione naturale non può provocare nulla se non interven-
gono differenze o variazioni individuali favorevoli. 201
352
LL''iimmppaattttoo ddii LLaammaarrcckkDunque, come si possono verificare queste "variazioni fa-
vorevoli"? Darwin provò a rispondere a questa domanda dal
punto di vista della consapevolezza scientifica primitiva di quel
tempo. Secondo il biologo francese Chevalier de Lamarck (1744-
1829), vissuto prima di Darwin, le creature viventi trasmette-
vano i tratti acquisiti durante la propria esistenza alla gener-
azione successiva. Egli sosteneva che questi tratti, accumulati
da una generazione all'altra, causassero la formazione di nuove
specie. Per esempio egli sosteneva che le giraffe si erano evolute
dalle antilopi poiché queste si sforzavano di mangiare le foglie
di alberi alti, i loro colli si erano estesi di generazione in gener-
azione.
Anche Darwin dava esempi simili. Nel suo libro L'origine
delle specie, per esempio, dice che degli or-
si finiti a cercare cibo nell'acqua si erano
con il tempo trasformati in balene.202
Tuttavia, le leggi dell'ereditarietà
scoperte da Gregor Mendel (1822-84)
e verificate dalla scienza della genet-
ica, fiorita nel XX secolo, hanno de-
molito completamente la leggenda
che i tratti acquisiti siano trasmessi
alle generazioni successive. Così, la se-
lezione naturale perse la sua consider-
azione come meccanismo evolutivo.
NNeeoo--ddaarrwwiinniissmmoo ee mmuuttaazziioonniiPer trovare una soluzione, i darwinisti avanzarono la "teo-
ria sintetica moderna" più comunemente conosciuta come neo-
darwinismo, alla fine degli anni Trenta. Il neo-darwinismo ag-
Harun Yahya (Adnan Oktar)
353
Gregor Mendel
Darwinismo: Arma Sociale
giunse le mutazioni, che
sono distorsioni provo-
cate dei geni degli esseri
viventi da fattori esterni
come radiazioni o errori
di replicazione, come
"causa di variazioni fa-
vorevoli" in aggiunta al-
la mutazione naturale.
Oggi, il modello che
nel mondo rappresenta
l'evoluzionismo è il neo
darwinismo. La teoria
sostiene che i milioni di
esseri viventi si sono for-
mati come risultato di
un processo mediante il quale numerosi organi complessi di
questi organismi (per esempio, orecchie, occhi, polmoni ed ali)
hanno subito "mutazioni", cioè disordini genetici. Eppure, c'è un
fatto scientifico diretto che smentisce completamente questa
teoria: le mutazioni non provocano sviluppo negli esseri viven-
ti, al contrario, sono sempre dannose.
La ragione di questo è molto semplice: il DNA ha una
struttura molto complessa, e gli effetti casuali possono solo dan-
neggiarlo. Il genetista americano B. G. Ranganathan spiega a
questo fatto così:
“Innanzitutto le vere e proprie mutazioni sono molto rare in
natura. In secondo luogo, la maggior parte delle mutazioni sono
pericolose perché sono casuali, invece di essere cambiamenti or-
dinati nella struttura dei geni; qualunque cambiamento casuale
in un sistema strettamente ordinato sarà per il peggio, non per il
meglio. Per esempio, se un terremoto va a scuotere la struttura
354
Soltanto un esempio del anor-malità che si producono in esseriviventi soggetti a mutazioni.
Una mucca a due teste
rigorosamente ordinata di un edificio, provocherà un cambia-
mento casuale nell'armatura dell'edificio che, con ogni probabil-
ità, non sarà un miglioramento”.203
II rreeppeerrttii ffoossssiillii:: nneessssuunn sseeggnnoo ddii ffoorrmmee
iinntteerrmmeeddiieeLa prova più evidente che lo scenario suggerito dalla teo-
ria dell'evoluzione non è mai esistito sono i reperti fossili.
Secondo questa teoria, tutte le specie viventi sono scaturite
da un predecessore. Una specie precedentemente esistente si è
mutata nel tempo in qualcosa di diverso e tutte le specie sono
venute in essere in questa maniera. In altre parole, questa
trasformazione si è compiuta gradualmente per milioni di anni.
Se fosse stato così, avrebbero dovuto esistere e vivere in
questo lungo periodo di trasformazione, innumerevoli specie
intermedie.
355
I "fossili viventi"provano che gli esseriviventi non hanno subitoalcun cambiamento permilioni di anni, in altreparole non si sono evo-luti.A sinistra: una libellulaodierna Sotto: una libellula fos-sile di 140 milioni di anni
Darwinismo: Arma Sociale
Per esempio, nel passato avrebbe dovuto esserci qualche
essere metà pesce/metà rettile, che aveva acquisito alcuni tratti
rettili in aggiunta ai tratti ittici che già possedeva. Oppure
avrebbe dovuto esistere qualche rettile-uccello, che aveva ac-
quisito alcuni tratti di un volatile in aggiunta ai tratti rettili che
già possedeva. Poiché questa sarebbe stata una fase transitoria,
questi esseri viventi avrebbero dovuto essere handicappati,
difettosi, limitati. Gli evoluzionisti chiamano queste creature
immaginarie, che essi credono siano vissute nel passato, "forme
transitorie".
Se tali animali fossero realmente esistiti, avrebbero dovuto
essere milioni o addirittura miliardi, di numero e varietà. Quel che
più importa, nei reperti fossili dovrebbero essere presenti i resti di
queste strane creature. In L'origine delle specie, Darwin spiegava:
“Se la mia teoria fosse vera, dovrebbero senz'altro essere esistite
innumerevoli varietà intermedie, che collegano più strettamente
tutte le specie dello stesso gruppo... Di conseguenza, la prova del-
la loro esistenza potrebbe essere trovata solo tra i resti fossili”. 204
LLee ssppeerraannzzee ddii DDaarrwwiinn ddeemmoolliitteeTuttavia, sebbene gli evoluzionisti abbiano fatto enormi
sforzi per trovare i fossili fin dalla metà del XIX secolo in tutto
il mondo, non sono mai state scoperte forme transitorie. Al con-
trario delle aspettative degli evoluzionisti, tutti i fossili di-
mostrano che la vita è comparsa sulla terra all'improvviso e già
ben formata.
Un famoso paleontologo britannico, Derek V. Ager, am-
mette questo fatto, nonostante sia un evoluzionista:
“Emerge il punto che se esaminiamo nel dettaglio i reperti fossili,
a livello di ordini o di specie, troviamo - ripetutamente - non
l'evoluzione graduale, ma l'esplosione improvvisa di un gruppo
a spese di un altro”. 205
356
Harun Yahya (Adnan Oktar)
357
Ciò significa che nei reperti fossili, tutte le specie viventi
sono emerse all'improvviso già completamente formate, senza
alcuna forma intermedia. Questo è esattamente il contrario delle
tesi di Darwin. Inoltre, è una prova schiacciante che tutti gli es-
seri viventi sono stati creati. L'unica spiegazione di una specie
vivente che compare all'improvviso e già completa di ogni det-
taglio senza alcun antenato evolutivo, è che è stata creata.
Questo fatto viene ammesso anche dal notissimo biologo
evoluzionista Douglas Futuyma:
“Con la creazione e l'evoluzione si esauriscono le possibili spie-
gazioni dell'origine degli esseri viventi. O gli organismi sono ap-
parsi sulla terra completamente sviluppati, oppure no. Se non lo
sono, devono essersi sviluppati da specie preesistenti mediante
qualche processo di modifica. Se sono apparsi ad uno stadio già
completamente sviluppato, devono essere stati indubbiamente
creati da una qualche intelligenza onnipotente”. 206
I fossili dimostrano che gli esseri viventi sono emersi com-
pletamente sviluppati in uno stato perfetto sulla terra. Ciò sig-
nifica che alla "origine delle specie", contrariamente alle suppo-
sizioni di Darwin, non c'è l'evoluzione ma la creazione.
LLaa ffaavvoollaa ddeellll''eevvoolluuzziioonnee uummaannaaL'argomento più spesso avanzato dai sostenitori della teo-
ria dell'evoluzione è quello dell'origine dell'uomo. La tesi dar-
winista dà per scontato che l'uomo moderno si sia evoluto da
creature scimmiesche. Nel corso di questo presunto processo
evolutivo, che si suppone sia cominciato 4-5 milioni di anni fa,
si ritiene siano esistite alcune "forme transitorie" tra l'uomo
moderno e i suoi predecessori. Secondo questo scenario del tut-
to immaginario, ci sono state quattro "categorie" di base:
Australopiteco
Homo habilis
Homo erectus
Homo sapiens
Gli evoluzionisti chiamano Australopiteco - che significa
'scimmia sudafricana' - i presunti primi antenati scimmieschi del-
l'uomo. Questi esseri viventi in realtà non sono altro che un'anti-
ca specie di scimmie che si è estinta. La completa ricerca fatta su
vari esemplari di Australopiteco da parte di due anatomisti di
fama mondiale, dall'Inghilterra e dagli Usa, cioè Lord Solly
Zuckerman e il prof. Charles Oxnard, dimostra che queste scim-
mie appartenevano ad una specie comune di scimmie estintesi,
che non aveva alcuna somiglianza con gli umani. 207
Gli evoluzionisti classificano i successivi stadi del-
l'evoluzione umana con il termine "Homo", uomo. Secondo la
loro tesi, gli esseri viventi della serie Homo sono più sviluppati
del Australopiteco. Gli evoluzionisti hanno architettato uno
schema evolutivo fantastico sistemando diversi fossili di queste
creature e in un ordine particolare. Questo schema è immagi-
nario perché non è mai stato provato che ci sia stata una re-
lazione evolutiva tra queste classi diverse.
358
U N A F A V O L A E V O L U Z I O N I S T A
Ernst Mayr, uno dei più importanti evoluzionisti delXX se-
colo, sostiene nel suo libro Una lunga controversia che "in parti-
colare [i rompicapi] storici come l'origine della vita o dell'Homo
sapiens, sono estremamente difficili e possono sfuggire perfino
ad una spiegazione finale soddisfacente". 208
Disegnando la catena di collegamenti Australopiteco>
Homo habilis> Homo erectus> Homo sapiens, gli evoluzionisti
sottintendono che ognuna di queste specie è l'antenata dell'al-
tra. Tuttavia le recenti scoperte dei paleontologi hanno rivelato
che l'Australopiteco, l'Homo abilis e l'Homo erectus vivevano in
parti diverse del mondo nello stesso momento. 209
Inoltre, un certo segmento di umani classificati come
Homo erectus è vissuto fino a tempi molto recenti. L'Homo
sapiens neandarthalensis e l'Homo sapiens sapiens (l'uomo
moderno) coesistevano nello stesso territorio geografico. 210
Questa situazione sembra indicare l'invalidità della tesi che
essi sono antenati gli uni degli altri. Stephen Jay Gould ha spie-
gato così questo punto morto della teoria dell'evoluzione,
nonostante fosse egli stesso uno dei principali sostenitori del-
l'evoluzione delXX secolo:
“Che cosa è stato della nostra scala se ci sono tre stirpi di omini-
di coesistenti (A. africanus, i robusti australopithechi e H. ha-
bilis), nessuna chiaramente derivata dall'altra? Inoltre, nessuna
delle tre mostra alcuna tendenza evolutiva durante la sua per-
manenza sulla terra”. 211
In breve, lo scenario dell'evoluzione umana, "sostenuto"
con l'ausilio di vari disegni di creature "metà scimmia/metà uo-
mo" che compaiono nei media e nei libri di testo, il che è propa-
ganda esplicita, non è altro che una favola senza alcun fonda-
mento scientifico.
Lord Solly Zuckerman, uno dei più famosi e rispettati
scienziati della Gran Bretagna, che ha condotto ricerche su
Harun Yahya (Adnan Oktar)
359
Darwinismo: Arma Sociale
questo argomento per anni e ha studiato i fossili di
Australopiteco per 15 anni, ha concluso infine, nonostante fosse
egli stesso un evoluzionista, che in realtà non c'è alcun albero
genealogico che si dirama da creature scimmiesche all'uomo.
Zuckerman ha anche realizzato un interessante "spettro della
scienza" che va da ciò che egli considerava scientifico a ciò che
egli considerava anti-scientifico. Secondo lo spettro di
Zuckerman, i campi della scienza più "scientifici" - cioè dipen-
denti da dati concreti - sono la chimica e la fisica. Dopo di questi
vengono le scienze biologiche e quindi le scienze sociali.
All'estremità dello spettro, che dunque è la parte considerata
360
L'immaginario albero dell'uomo
Gli evoluzionisti cercano didefinire un immaginario "Albero
genealogico" usando specie estinte discimmie e varie razze umane. Tuttavia, leprove scientifiche non lasciano loro alcunapossibilità di fare tutto ciò.
più "anti-scientifica", ci sono le "percezioni extra-sensoriali" -
concetti come la telepatia e il sesto senso - e infine "l'evoluzione
umana". Così Zuckerman spiega il suo ragionamento:
“Quando ci spostiamo dal registro della verità oggettiva in quei
campi di presunta scienza biologica, come le percezioni extrasen-
soriali o l'interpretazione della storia dei fossili umani, laddove
[all'evoluzionista] fiducioso è possibile qualunque cosa - e lad-
dove l'ardente credente [nell'evoluzione] è a volte capace di
credere parecchie cose contraddittorie allo stesso tempo”. 212
La favola dell'evoluzione umana si riduce a nulla più che
le interpretazioni pregiudizievoli di qualche fossile portato alla
luce da certe persone che aderiscono ciecamente alla propria
teoria.
LLaa ffoorrmmuullaa ddaarrwwiinniissttaa!!Oltre a tutte le prove tecniche che abbiamo trattato fin qui,
ora, per una volta, esaminiamo quale tipo di superstizione han-
no gli evoluzionisti, con un esempio tanto semplice da essere
compreso perfino dai bambini:
la teoria dell'evoluzione sostiene che la vita si forma per ca-
so. Secondo questa affermazione, gli atomi senza vita e incosci-
enti si unirono a formare la cellula e quindi in qualche maniera
formarono gli altri esseri viventi, compreso l'uomo. Pensiamo a
questo. Quando mettiamo insieme di elementi che sono i blocchi
costruttivi della vita come il carbonio, il fosforo, l'azoto e il potas-
sio, si forma soltanto un ammasso. Non importa a quanti tratta-
menti lo si sottopone, l'ammasso di atomi non potrà formare
nemmeno un unico essere vivente. Se volete, formuliamo un "es-
perimento" su questo argomento ed esaminiamo dal punto di
vista degli evoluzionisti ciò che essi in realtà sostengono, senza
pronunciarlo ad alta voce, con il nome di "formula darwinista".
Poniamo che gli evoluzionisti mettano in grandi fusti gran-
Harun Yahya (Adnan Oktar)
361
Darwinismo: Arma Sociale
di quantità dei materiali presenti nella composizione degli es-
seri viventi come il fosforo, l'azoto, il carbonio, l'ossigeno, il fer-
ro e il magnesio.
Inoltre, poniamo che aggiungano a questi barili qualunque
materiale non esistente in condizioni normali, ma che ritengano
necessario. Poniamo che aggiungano a questa mescolanza tutti
gli aminoacidi e tutte le proteine - ognuna delle quali ha una
probabilità di formazione di 10-950 - che vogliono. Facciamo sì
che espongano queste mescolanze al calore e all'umidità che
preferiscono. Che le mescolino con qualunque strumento tecno-
logico desiderino. Che pongano i più famosi scienziati accanto
a questi fusti e che questi esperti aspettino a turno, accanto ai
barili, per miliardi e anche milioni di miliardi di anni.
Lasciamoli liberi di usare tutti tipi di condizione che ritengono
essere necessario per la formazione di un essere umano. Non
importa ciò che essi faranno, non riusciranno produrre da
questi barili un essere umano, ad esempio un professore che
esamini la propria struttura cellulare sotto il microscopio elet-
tronico. Non riusciranno a produrre giraffe, leoni, api, canarini,
cavalli, delfini, rose, orchidee, gigli, garofani, banane, arance,
mele, datteri, pomodori, angurie, meloni, fichi, olive, uva,
pesche, pavoni, fagiani, farfalle multicolori o milioni di altri es-
seri viventi come questi. In effetti, non potranno ottenere
neanche un'unica cellula di uno di essi.
In breve, gli atomi incoscienti non possono formare la cel-
lula unendosi. Non possono prendere una nuova decisione e di-
videre questa cellula in due, che poi prende le altre decisioni e
crea i professori che per primi hanno inventato il microscopio
elettronico e poi hanno esaminato la propria struttura cellulare
con quel microscopio. La materia è un ammasso incosciente,
senza vita, e viene alla vita per la creazione suprema di Dio.
362
La teoria dell'evoluzione, che sostiene l'opposto, è una fal-
lacia totale completamente opposta alla ragione. A pensarci an-
che soltanto un po', si svela questa realtà, proprio come nell'e-
sempio che precede.
LLaa tteeccnnoollooggiiaa ddeellll''oocccchhiioo ddeellll''oorreecccchhiiooUn altro argomento che resta senza risposta nella teoria
dell'evoluzione è l'eccellente qualità della percezione dell'occhio
dell'orecchio.
Prima di passare all'argomento dell'occhio, esaminiamo
brevemente il modo in cui vediamo. I raggi di luce che proven-
gono da un oggetto finiscono capovolti sulla retina dell'occhio.
Qui, tali raggi di luce vengono trasmessi in segnali elettrici da
parte delle cellule e raggiungono un piccolo punto nella parte
posteriore del cervello, il "centro della visione". Questi segnali
elettrici sono percepiti in questo centro come un'immagine
dopo una serie di processi. Con questo presupposto tecnico, fac-
ciamo qualche ragionamento.
Harun Yahya (Adnan Oktar)
363
Quando paragoniamo l'occhio e l'orecchio a videocamere e registratori,vediamo che essi sono di gran lunga più complessi, funzionali e perfettirispetto a questi prodotti tecnologici.
Darwinismo: Arma Sociale
Il cervello è isolato dalla luce. Ciò significa che al suo in-
terno è completamente buio, e che non c'è luce che raggiunga il
luogo in cui esso è collocato. Quindi, il "centro della visione"
non è toccato dalla luce e può essere perfino il luogo più sicuro
di cui si abbia conoscenza. Tuttavia, si riesce a vedere un mon-
do luminoso e brillante in questo pozzo di oscurità.
L'immagine formata nel occhio è così chiara e distinta che
perfino la tecnologia del XX secolo non è stata ancora in grado di
ottenerla. Per esempio, guardate il libro che state leggendo, le
vostre mani con cui lo tenete e poi sollevate la vostra testa e
guardate attorno a voi. Avete mai visto altrove un'immagine tan-
to chiara e distinta come questa? Anche lo schermo televisivo più
avanzato prodotto dal maggior fabbricante di TV nel mondo non
vi potrà fornire un'immagine tanto chiara. Questa è un'immag-
ine tridimensionale, colorata e estremamente netta. Per più di
cento anni, migliaia di ingegneri hanno provato a raggiungere
questa chiarezza. Sono state impiantate fabbriche, enormi stabil-
imenti, è stata fatta molta ricerca, sono stati creati progetti e pi-
ani per questo scopo. Di nuovo, guardate uno schermo TV e il li-
bro che tenete tra le mani. Vedrete che c'è una grande differenza
nella definizione e nella chiarezza. Inoltre, lo schermo TV mostra
un'immagine bidimensionale laddove con i vostri occhi avete
una prospettiva tridimensionale con la profondità.
Per molti anni, decine di migliaia di ingegneri hanno
provato a fare una TV tridimensionale e ad ottenere la qualità di
visione dell'occhio. Sì, hanno creato un sistema TV tridimen-
sionale, ma non è possibile guardarlo senza indossare speciali
occhiali 3D, inoltre, è soltanto una tridimensionalità artificiale.
Lo sfondo è confuso, il primo piano appare come uno scenario
di carta. Non è stato mai possibile produrre una visione chiara
e distinta come quella dell'occhio. Sia nella macchina fotografi-
ca sia nella televisione, c'è una perdita di qualità dell'immagine.
364
Gli evoluzionisti sostengono che il meccanismo che pro-
duce questa immagine chiara e distinta si è formato per caso.
Ora, se qualcuno vi dicesse che la televisione nella vostra stan-
za si è formata come risultato del caso, che tutti i suoi atomi la
sua mente si sono trovati insieme ed hanno composto l'ap-
parecchio che produce un'immagine, che cosa pensereste?
Come possono gli atomi fare ciò che migliaia di persone non ri-
escono a fare?
Se un apparecchio che produce un'immagine più primitiva
di quella dell'occhio non può essersi formato per caso, allora è
molto evidente che l'occhio e l'immagine vista dall'occhio non
possono essersi formati per caso. La stessa situazione si applica
all'orecchio.
L'orecchio esterno cogliere i suoni disponibili mediante il
padiglione auricolare e li dirige verso il centro dell'orecchio,
l'orecchio centrale trasmette le vibrazioni sonore intensifican-
dole, e l'orecchio interno invia queste vibrazioni al cervello tra-
ducendole in segnali elettrici. Proprio come con l'occhio, l'atto
di udire si completa nel centro dell'udito, nel cervello.
La situazione dell'occhio è vera anche per l'orecchio. Cioè,
il cervello è isolato dal suono proprio come lo è dalla luce.
Nessun suono gli arriva. Quindi, non importa quanto rumoroso
sia l'esterno, l'interno del cervello è completamente silenzioso.
Tuttavia, i suoni più definiti vengono percepiti nel cervello. Nel
nostro cervello completamente silenzioso, è possibile ascoltare
le sinfonie e udire tutti i rumori di un luogo affollato. Tuttavia,
se il livello del suono nel nostro cervello venisse misurato da un
apparecchio di precisione al momento, vi si troverebbe comple-
to silenzio come elemento prevalente.
Come con le immagini, decenni di sforzi sono stati spesi
nel provare a generare e riprodurre il suono che fosse fedele al-
l'originale. I risultati di questi sforzi sono i registratori del
Harun Yahya (Adnan Oktar)
365
Darwinismo: Arma Sociale
366
suono, i sistemi Hi-Fi e i sistemi per la percezione del suono.
Nonostante tutta questa tecnologia e le migliaia di ingegneri ed
esperti che hanno lavorato a questi sforzi, non è stato ancor ot-
tenuto un suono che abbia la stessa definizione e chiarezza del
suono percepito dall'orecchio. Pensate ai sistemi Hi-Fi di qual-
ità superiore prodotti dalle più grandi società dell'industria mu-
sicale. Anche in questi apparecchi, quando il suono viene regis-
trato, si perde qualcosa; o quando si accende un Hi-Fi si sente
sempre un suono sibilante prima che inizi la musica. Tuttavia, i
suoni che sono il prodotto della tecnologia del corpo umano
sono estremamente definiti e chiari. Un orecchio umano non
percepisce un suono accompagnato da un suono sibilante o con
i ronzii come un Hi-Fi invece, percepisce il suono esattamente
come, definito il chiaro. Questo il modo in cui è stato fin dalla
creazione dell'uomo.
Fin qui, nessun apparecchio visivo o di registrazione creato
dall'uomo si è rivelato tanto sensibile nè è riuscito nel percepire i
dati sensoriali come l'occhio e l'orecchio. Tuttavia, per quello che
riguarda la vista e l'udito, c'è dietro una verità ancora più grande.
AA cchhii aappppaarrttiieennee llaa ccoosscciieennzzaa cchhee vveeddee ee sseennttee aallll''iinntteerrnnoo ddeell cceerrvveelllloo??
Chi guarda l'affascinante mondo nel cervello, chi ascolta le
sinfonie e il cinguettio degli uccellini e chi sente il profumo del-
la rosa?
Le stimolazioni che vengono dagli occhi, dalle orecchie e
dal naso di una persona viaggiano fino a cervello come impulsi
nervosi elettrochimici. Nei libri di biologia, fisiologia e biochim-
ica, si possono trovare tutti i dettagli su come quest'immagine si
forma nel cervello. Tuttavia, non riuscirete a spiegarvi il fatto
più importante: chi percepisce questi impulsi nervosi elet-
trochimici come immagini, suoni, odori e eventi sensoriali nel
cervello? C'è una coscienza nel cervello che percepisce tutto ciò
senza sentire alcuna necessità di un occhio, un orecchio e un na-
so. A chi appartiene questa coscienza? Naturalmente non ap-
partiene i nervi né allo strato di grasso né ai neuroni che for-
mano il cervello. È per questo che i darwinisti-materialisti, che
credono che ogni cosa sia composta di materia, non possono
rispondere a queste domande.
Poiché questa coscienza è lo spirito creato da Dio, che non
ha bisogno dell'occhio per guardare le immagini dell'orecchio
per udire i suoni. Inoltre, non ha bisogno del cervello per pen-
sare. Chiunque legga questi fatti espliciti e scientifici dovrebbe
riflettere su Dio onnipotente e avere timore e cercare rifugio in
Lui, poiché Egli può concentrare l'intero universo in un luogo
oscuro di pochi centimetri cubici in una forma tridimensionale,
colorata, ombreggiata e luminosa.
UUnnaa ffeeddee mmaatteerriiaalliissttaaLe informazioni che abbiamo proposto fin qui ci mostrano
che la teoria dell'evoluzione è incompatibile con i dati scientifi-
ci. La tesi della teoria che riguarda l'origine della vita è incoer-
ente con la scienza, i meccanismi evolutivi che propone non
hanno alcun potere evolutivo, e i fossili dimostrano che le forme
intermedie necessarie non sono mai esistite. Così ne segue di
certo che la teoria dell'evoluzione dovrebbe essere messa da
parte come idea anti-scientifica. È questo il modo in cui molte
idee, come per esempio il modello di un universo con al centro
la Terra, sono state eliminate dall'ordine del giorno della scien-
za nel corso della storia.
Tuttavia, la teoria dell'evoluzione viene mantenuta all'or-
dine del giorno della scienza. Alcune persone provano addirit-
Harun Yahya (Adnan Oktar)
367
Darwinismo: Arma Sociale
tura a raffigurare le critiche dirette contro di essa come un "at-
tacco la scienza". Perché?
La ragione è che questa teoria è una credenza dogmatica in-
dispensabile per alcuni ambienti. Questi ambienti sono cieca-
mente devoti alla filosofia materialista ed adottano il darwinis-
mo perché è l'unica spiegazione materialistica che possa essere
avanzata per spiegare le opere della natura. In modo abbastanza
interessante, di quando in quando essi confessano anche questo
fatto. Un noto genetista e sfegatato evoluzionista, Richard C.
Lewontin della Harvard University, confessa di essere "innanzi-
tutto e soprattutto un materialista e poi uno scienziato":
“Non è che i metodi e le istituzioni della scienza in qualche mo-
do ci spingono ad accettare la spiegazione materiale del mondo
dei fenomeni, ma, al contrario, siamo costretti dalla nostra apri-
oristica adesione alle cause materiali a creare un apparato inves-
tigativo e un insieme di concetti che producono spiegazioni ma-
teriali, non importa quanto contro-intuitive, non importa quanto
mistificanti per chi non è iniziato. Inoltre, questo materialismo è
assoluto, così noi non possiamo consentire che nella nostra porta
si infili un Piede Divino”. 213
Queste sono affermazioni esplicite che il darwinismo è un
dogma tenuto vivo solo per amore di adesione al materialismo.
Questo dogma sostiene che non c'è alcun essere tranne la mate-
ria. Quindi, se ne deduce che la materia inanimata, inconscia ha
creato la vita. Si insiste che i milioni di specie viventi diverse
(per esempio, uccelli, pesci, giraffe, tigri, insetti, alberi, fiori, ba-
lene ed esseri umani) sono originate come risultato delle inter-
azioni tra materia come la pioggia, i lampi e così via dalla ma-
teria inanimata. Questo è un preconcetto contrario sia alla ra-
gione che alla scienza. Eppure i darwinisti continuano a difend-
erlo proprio per non "consentire che nella porta si infili un Piede
Divino".
368
Chi non guarda all'origine degli esseri viventi con
pregiudizio materialista vedrà la verità evidente: tutti gli esseri
viventi sono opere del Creatore, Che è Onnipotente,
Onnisciente e Sapiente. Questo Creatore è Dio, Che ha creato
l'intero universo dalla non esistenza, lo ha progettato nella for-
ma perfetta e ha plasmato tutti gli esseri viventi.
LLaa tteeoorriiaa ddeellll''eevvoolluuzziioonnee:: ll''iinnccaanntteessiimmoo ppii ppootteennttee ddeell mmoonnddoo
Chiunque sia libero dal pregiudizio e dall'influenza di
qualunque ideologia particolare, chiunque usi soltanto la pro-
pria ragione e la propria logica, comprenderà chiaramente che
la fede nella teoria dell'evoluzione, che riporta alla mente le su-
perstizioni di società che non avevano alcuna conoscenza della
scienza o della civiltà, è del tutto impossibile.
Come spiegato in precedenza, chi crede nella teoria del-
l'evoluzione pensa che qualche atomo e molecola, lanciati in un
grande contenitore, possano produrre sia il pensiero, i profes-
sori che argomentano e anche gli studenti universitari, gli scien-
ziati come Einstein e Galileo, gli artisti come Humphrey Bogart,
Frank Sinatra e Luciano Pavarotti, nonché le antilopi, gli alberi
di limone e i garofani. Inoltre, poiché gli scienziati professori
che credono in questo nonsense sono persone colte, è veramente
giustificabile parlare di questa teoria come "l'incantesimo più
potente del mondo". Mai prima un'altra fede o idea aveva mai
cancellato il bene dell'intelletto della gente, impedendo di las-
ciarli pensare in maniera intelligente logica e nascondendo ad
essila verità come se fossero bendati. Questa è una cecità anche
peggiore e più incredibile dell'adorazione dei totem in alcune
parti dell'Africa, della devozione al Sole del popolo di Saba, del-
l'adorazione di idoli costruiti con le proprie mani da parte della
Harun Yahya (Adnan Oktar)
369
Darwinismo: Arma Sociale
tribù del Profeta Ibrahim (lpscl), o del Vitello d'Oro da parte del
popolo del Profeta Mosè (lpscl).
In realtà, Dio ha additato questa assenza di ragione nel
Corano. In molti versetti, Egli rivela che le menti di alcune per-
sone verranno chiuse e che essi saranno impotenti a vedere la
verità. Ecco alcuni di questi versetti:
“In verità [per] quelli che non credono, non fa differenza che tu
li avverta oppure no: non crederanno. Allah ha posto un sigillo
sui loro cuori e sulle loro orecchie e sui loro occhi c'è un velo;
avranno un castigo immenso”. (Sura al-Baqara, 6-7)
“In verità creammo molti dei démoni e molti degli uomini per
l'Inferno: hanno cuori che non comprendono, occhi che non ve-
dono e orecchi che non sentono, sono come bestiame, anzi an-
cor peggio. Questi sono gli incuranti”. (Sura al-A‘raf, 179)
“Se anche aprissimo loro una porta del cielo perché possano as-
cendervi, direbbero: "I nostri occhi sono ipnotizzati o ci hanno
lanciato un sortilegio!". (Sura al-Hijr, 14-15)
Non si trovano parole per esprimere quanto è sconcertante
che questo sortilegio possa tenere in schiavitù una tanto vasta
comunità, e non venir spezzato per 150 anni. È comprensibile
che una o poche persone possono credere in scenari impossibili
e tesi piene di stupidità ed illogicità. Tuttavia, la "magia" è l'u-
nica possibile spiegazione per persone di tutto il mondo che cre-
dono che atomi incoscienti e senza vita all'improvviso abbiano
deciso di unirsi per formare un universo che funziona con un
sistema perfetto di organizzazione, disciplina, ragione e co-
scienza; un pianeta chiamato Terra con tutte le sue caratteris-
tiche così perfettamente adatte alla vita; e gli esseri viventi con
infiniti sistemi complessi. In effetti, il Corano riferisce l'episodio
del Profeta Mosè (lpscl) e del faraone per mostrare che alcune
persone che sostengono filosofie alte in effetti influenzano gli al-
370
tri con la magia. Quando al faraone fu detto della vera religione,
egli disse al Profeta Mosé (lpscl) di incontrare i suoi maghi.
Mosé (lpscl) lo fece e disse loro di dimostrare le proprie capac-
ità per primi. Il versetto continua:
<<"Gettate pure" rispose. Dopo che ebbero gettato, stregarono
gli occhi della gente, la spaventarono e realizzarono un grande
incantesimo>>. (Sura al-A‘raf, 116)
Come abbiamo visto, i maghi del faraone erano in grado di
ingannare chiunque, tranne Mosé (lpscl) e coloro che credevano
in lui. Tuttavia, la sua prova interruppe l'incantesimo, o "inghiot-
tì tutto quello che avevano fabbricato", come dice il versetto:
“Noi ispirammo a Mosè: "Getta la tua verga". E quella inghiot-
tì tutto quello che avevano fabbricato. Così si affermò la verità
e vanificò quello che avevano fatto”. (Surat al-A‘raf, 117-8)
Come possiamo vedere, quando gli uomini realizzarono
che su di loro era stato gettato un incantesimo e ciò che vede-
vano non era che illusione, i maghi del faraone perso lo tutta la
credibilità. Anche oggi, coloro che, sotto l'influenza di un incan-
tesimo simile credono in queste tesi ridicole e in veste scientifi-
ca e passano la loro vita a difenderle, se non abbandoneranno le
loro credenze superstiziose, saranno anch'essi umiliati quando
la piena verità emergerà e l'incantesimo sarà spezzato. Infatti, lo
scrittore e filosofo inglese di fama mondiale Malcolm
Muggeridge, in passato ateo che ha difeso l'evoluzione per cir-
ca sessant'anni, ma che successivamente ha compreso la verità,
rivela la posizione in cui la teoria dell'evoluzione si troverà nel
prossimo futuro in questi termini:
“Io stesso sono convinto che la teoria dell'evoluzione, special-
mente con l'ampiezza con cui è stata applicata, sarà soltanto uno
dei grandi giochetti nella libri di storia del futuro. La posterità si
meraviglierà che un'ipotesi così esile e dubbia possa essere stata
accettata con tale incredibile credulità”. 214
Harun Yahya (Adnan Oktar)
371
Darwinismo: Arma Sociale
Il futuro non è molto lontano: al contrario, le persone ve-
dranno presto che "il caso" non è una divinità, e guarderanno in-
dietro alla teoria dell'evoluzione come il peggior inganno e il
più terribile incantesimo del mondo. Questo incantesimo sta già
cominciando rapidamente ad essere scaricato dalle spalle dei
popoli in tutto il mondo. Molte persone che vedono il suo vero
aspetto si chiedono meravigliate come possono esserne state
catturate.
372
Essi dissero: “Gloria a Te. Non conosciamo
se non quello che Tu ci hai insegnato:
in verità Tu sei il Saggio, il Sapiente”
(Surat al-Baqara: 32)
NOTE
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Saggio sul principio di popolazione,
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9. Ibid. (enfasi aggiunta)
10. Polanyi K., The Great
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1957, p. 112 (trad. it. La grande trasfor-
mazione, Einaudi, Torino, 1974)
11. Ibid.
12. Sir Gavin de Beer, Charles Darwin,
London : Thomas Nelson & Sons, 1963
(trad. it. Darwin : diario 1838-1881 e
scritti autobiografici del 1837-38, Teoria,
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13. Darwin C., On the Origin of Species
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p. 64 (trad. it. L’origine della specie,
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14. Ibid.
15. Hofstadter R., Social Darwinism in
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16. Taylor I., “Historical Sketch: Robert
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Random House Vintage Books, 1973
(trad. it. Lavorare fa male alla salute : i
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21. Bettmann O., The Good Old Days!
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New York, 1974, p. 68
22. Ibid, pag.70
23. Zinn H., A People's History of the
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Collins, 1999, p. 255 Zinn (trad. it. Storia
del popolo americano: dal 1492 a oggi, Il
Saggiatore, Milano, 2005)
24. Ibid.
25. Bettmann O., The Good Old Days!
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26. Ibid.
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83. Ibid, pag. 92-95
84. N.d.T. Nell’originale “than”, ossia
“piuttosto”. La parola corretta è “then”,
ossia “allora”
85. N.d.T. Nell’originale “an animals”,
ossia “un animali”. Le parole corrette
sono “an animal”, ossia “un animale”
86. N.d.T. Nell’originale “was conduct-
ed”, ossia “fu condotto”. Le parole cor-
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In questo articolo, Bergman che ha pub-
blicato più di 400 articoli in diverse riv-
iste e giornali scientifici e noto per le sue
opere contro il darwinismo) ha esami-
nato la visione di Darwin e degli
evoluzionisti suoi contemporanei nei
confronti delle donne e ne ha riportato
delle affermazioni, disprezzandole. In
questo modo, ha esposto, con prove ab-
bastanza schiaccianti un aspetto
sconosciuto di Darwin e del darwinis-
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