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L'Italia e l'Europa dopo il Risorgimento LEZIONE 1 13/9/2012 L'unità d'Italia è un fatto che viene realizzato grazie al progetto democratico di Mazzini e dei mazziniani e grazie al progetto liberale di Cavour e dei piemontesi. Cavour aveva stretto un accordo con l'imperatore francese Napoleone III → aveva ottenuto che si combattesse insieme contro l'Austria per espandere i domini piemontesi a tutto il nord Italia. Il patto tuttavia non viene rispettato perché in seguito alla conquista della Lombardia, in Toscana e in Emilia Romagna si svolgono delle rivoluzioni democratiche (non comprese nel progetto di Napoleone III) che spaventano l'imperatore francese, che quindi si sgancia dall'alleanza. Napoleone III lascia il patto e firma un armistizio. Cavour si dimette, sapendo che però verrà presto richiamato perché il governo non può funzionare senza di lui. Dopo che per forza di cose Cavour viene rieletto primo ministro, stabilisce un accordo con Napoleone III, secondo il quale il Veneto rimane austriaco, ma il Piemonte annette la Lombardia, la Toscana e l'Emilia Romagna . A questo stadio l'unità d'Italia è parziale, perché comprende due terzi delle regioni del nord. Ora inizia la seconda fase dell'unione, la fase di stampo democratico, perché gestita da Garibaldi. Egli organizza la spedizione dei mille e conquista i territori del meridione. A questo punto si ha un'Italia liberale al nord che fa capo al Piemonte, ed un'Italia democratica al sud (l'ex regno delle due Sicilie). In mezzo a questi due stati c'è lo stato della chiesa. Questo non può essere conquistato militarmente in quanto protetto dall'imperatore francese Napoleone III (che già una volta era intervenuto in difesa del papa), ma Cavour riesce a convincere Napoleone III a permettere l'intervento militare proponendo un problema: infatti, se i due stati dovessero rimanere divisi, al posto del regno delle due Sicilie verrebbe a formarsi uno stato democratico (il primo stato democratico d'Europa) e questo darebbe molto fastidio a tutta l'Europa e soprattutto all'imperatore francese. Per questo Napoleone III è costretto a concedere la possibilità di sottrarre le Marche allo stato della chiesa per unire Italia del nord e Italia del sud. Così avviene: le truppe italiane marciano intorno al Lazio, collegando però per le marche i due stati in seguito a Teano Garibaldi consegna senza condizioni i territori da lui conquistati nelle mani di Vittorio Emanuele II. (Garibaldi era di ideali diversi da quelli del re piemontese, ma pur sapendo che questi non avrebbe mai creato uno stato democratico, ma antepone l'unità d'Italia alla forma di governo). Nel 1861 viene proclamato lo stato italiano , uno stato al quale però mancano ancora Roma, il Lazio e il triveneto. Le assenze erano comunque significative. Ora che però si è creato uno stato quasi completo, si pensa a come unire tutta la penisola. L'unione parziale viene raggiunta nel 1860, mentre Roma e il Lazio vengono annessi nel 1870. le ultime conquiste arrivano con la prima guerra mondiale. Nell'1870 finisce il risorgimento, una fase iniziata nel 1820 se considerata breve, ma che trae i suoi principi anche dalla fine del 1700. [inizio capitolo 18] Dopo l'unificazione dell'Italia, rimangono ancora molto problemi da risolvere problemi post-unitari. Bisogna gestire uno stato nuovo e diverso. Ad esempio, Massimo d'Azeglio, che era stato primo ministro nel 1849, ha affermato in una famosa frase: “fatta l'Italia bisogna fare gli italiani” → infatti l'unità era unicamente un fatto territoriale . Mancava del tutto il sentimento nazionale. Gli italiani non si riconoscevano in quanto tali, ma si identificavano localmente. Solo il 3-4% degli abitanti della penisola si dichiarava italiano, e questa fetta è la borghesia intellettuale. A gestire lo stato italiano ora che è stato unito dovrebbe essere Cavour, ma egli muore nell 1861, quindi poco dopo l'unificazione della penisola. Quindi lo stato sarà gestito da uomini successivi a Cavour, legati a lui ma pur sempre meno abili. Il primo problema italiano in questo periodo era l' instabilità politica vale a dire frequenti cambi di governo. Nei primi 16 anni si verificano ben 12 cambi di governo, nonostante al potere rimanga sempre la stessa fazione, la destra storica. Questo perché all'interno del partito c'erano non pochi contrasti. Allora esistevano due principali partiti (il partito in senso moderno, organizzato, nasce nel 1890 prima i partiti erano semplicemente dei gruppi di persone aventi le stesse idee): La destra storica, il partito liberale, seguente la scia di Cavour, favorevole ancora al connubio Cavour- Rattazzi. La sinistra storica, il partito democratico, che segue soprattutto gli ideali mazziniani. Questa corrente però, 1

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L'Italia e l'Europa dopo il Risorgimento

LEZIONE 1 13/9/2012

L'unità d'Italia è un fatto che viene realizzato grazie al progetto democratico di Mazzini e dei mazziniani e grazie al progetto liberale di Cavour e dei piemontesi.Cavour aveva stretto un accordo con l'imperatore francese Napoleone III → aveva ottenuto che si combattesse insieme contro l'Austria per espandere i domini piemontesi a tutto il nord Italia. Il patto tuttavia non viene rispettato perché in seguito alla conquista della Lombardia, in Toscana e in Emilia Romagna si svolgono delle rivoluzioni democratiche (non comprese nel progetto di Napoleone III) che spaventano l'imperatore francese, che quindi si sgancia dall'alleanza. Napoleone III lascia il patto e firma un armistizio.

Cavour si dimette, sapendo che però verrà presto richiamato perché il governo non può funzionare senza di lui. Dopo che per forza di cose Cavour viene rieletto primo ministro, stabilisce un accordo con Napoleone III, secondo il quale il Veneto rimane austriaco, ma il Piemonte annette la Lombardia, la Toscana e l'Emilia Romagna . A questo stadio l'unità d'Italia è parziale, perché comprende due terzi delle regioni del nord.

Ora inizia la seconda fase dell'unione, la fase di stampo democratico, perché gestita da Garibaldi. Egli organizza la spedizione dei mille e conquista i territori del meridione.A questo punto si ha un'Italia liberale al nord che fa capo al Piemonte, ed un'Italia democratica al sud (l'ex regno delle due Sicilie). In mezzo a questi due stati c'è lo stato della chiesa. Questo non può essere conquistato militarmente in quanto protetto dall'imperatore francese Napoleone III (che già una volta era intervenuto in difesa del papa), ma Cavour riesce a convincere Napoleone III a permettere l'intervento militare proponendo un problema: infatti, se i due stati dovessero rimanere divisi, al posto del regno delle due Sicilie verrebbe a formarsi uno stato democratico (il primo stato democratico d'Europa) e questo darebbe molto fastidio a tutta l'Europa e soprattutto all'imperatore francese. Per questo Napoleone III è costretto a concedere la possibilità di sottrarre le Marche allo stato della chiesa per unire Italia del nord e Italia del sud. Così avviene: le truppe italiane marciano intorno al Lazio, collegando però per le marche i due stati in seguito a Teano Garibaldi consegna senza condizioni i territori da lui conquistati nelle mani di Vittorio Emanuele II. (Garibaldi era di ideali diversi da quelli del re piemontese, ma pur sapendo che questi non avrebbe mai creato uno stato democratico, ma antepone l'unità d'Italia alla forma di governo).

Nel 1861 viene proclamato lo stato italiano, uno stato al quale però mancano ancora Roma, il Lazio e il triveneto. Le assenze erano comunque significative.Ora che però si è creato uno stato quasi completo, si pensa a come unire tutta la penisola. L'unione parziale viene raggiunta nel 1860, mentre Roma e il Lazio vengono annessi nel 1870. le ultime conquiste arrivano con la prima guerra mondiale.

Nell'1870 finisce il risorgimento, una fase iniziata nel 1820 se considerata breve, ma che trae i suoi principi anche dalla fine del 1700.

[inizio capitolo 18]

Dopo l'unificazione dell'Italia, rimangono ancora molto problemi da risolvere → problemi post-unitari. Bisogna gestire uno stato nuovo e diverso. Ad esempio, Massimo d'Azeglio, che era stato primo ministro nel 1849, ha affermato in una famosa frase: “fatta l'Italia bisogna fare gli italiani” → infatti l'unità era unicamente un fatto territoriale. Mancava del tutto il sentimento nazionale. Gli italiani non si riconoscevano in quanto tali, ma si identificavano localmente. Solo il 3-4% degli abitanti della penisola si dichiarava italiano, e questa fetta è la borghesia intellettuale.

A gestire lo stato italiano ora che è stato unito dovrebbe essere Cavour, ma egli muore nell 1861, quindi poco dopo l'unificazione della penisola. Quindi lo stato sarà gestito da uomini successivi a Cavour, legati a lui ma pur sempre meno abili.

Il primo problema italiano in questo periodo era l'instabilità politica → vale a dire frequenti cambi di governo. Nei primi 16 anni si verificano ben 12 cambi di governo, nonostante al potere rimanga sempre la stessa fazione, la destra storica. Questo perché all'interno del partito c'erano non pochi contrasti.

Allora esistevano due principali partiti (il partito in senso moderno, organizzato, nasce nel 1890 prima i partiti erano semplicemente dei gruppi di persone aventi le stesse idee):

– La destra storica, il partito liberale, seguente la scia di Cavour, favorevole ancora al connubio Cavour-Rattazzi.

– La sinistra storica, il partito democratico, che segue soprattutto gli ideali mazziniani. Questa corrente però,

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dopo l'unificazione della penisola ha perso vigore nelle pretese, perché per avere unito il paese, accetta anche la monarchia → si perde la corrente repubblicana.

Per i primi 16 anni di vita dello stato governa la destra storica. Poi dal 1876 fino all'1880 governa la sinistra storica.

[Nelle elezioni si elegge il parlamento: all'inizio al destra storica aveva la maggioranza in parlamento → il re sceglie un primo ministro, e questo sceglie i ministri (il governo). Poi il primo ministro deve andare in parlamento e chiedere la fiducia, e se la ottiene può governare. Altrimenti si deve formare un altro governo.La costituzione in vigore all'epoca era lo statuto albertino, un testo breve, con poche norme e molto flessibile, vale a dire cioè che può essere soggetto a diverse interpretazioni. Cavour, ad esempio, la interpreta in modo parlamentare → per governare serve la fiducia del parlamento.

Se un governo cade perché non ha la fiducia in parlamento, il re deve scegliere un nuovo primo ministro, che può essere anche lo stesso, solo che questi dovrà scegliere i ministri in modo da ottenere poi la fiducia in parlamento]

Inoltre la destra storica, quando è al governo, si è posta degli obiettivi. Il primo di questo era il pareggio di bilancio: questo significa, oltre che a pareggiare le entrate con le uscite come verrebbe facile pensare, anche pagare tutti i debiti. Infatti il neo-formato stato italiano aveva molti debiti, perché aveva incorporato anche i debiti degli stati che aveva annesso (perché se li avesse cancellati avrebbe perso credibilità). In modo tale, lo stato italiano totalizzava tutto i debiti del Piemonte, della Lombardia, dell'Emilia Romagna, della Toscana e del Regno delle due Sicilie.La destra storica si prefigge quindi come obiettivo l'esaurimento di tutti i debiti, e riuscirà anche a pareggiare il bilancio in un tempo di 16 anni. Solo che questa scelta ha un costo, perché infatti durante questi 16 anni lo sviluppo si ferma → l'Italia rimane indietro di 16 anni rispetto al resto dell'Europa. Inoltre cessano gli investimenti → l'economia rimane ferma, statica.A causa di ciò, quando invece l'unità d'Italia doveva portare ricchezza allargando il mercato creando nuove infrastrutture per favorire il commercio, nulla accade, e per questo ci si comincia a chiedere perché sia stata unita l'Italia, se per addirittura 16 anni non se ne sono visti i risultati.

Un'altra cosa che il governo ha dovuto fare è stato aumentare le entrate → porre nuove tasse, ma tassando chi? A questo punto ci sono due opzioni: tassare i redditi → tassa equa, che colpisce chiunque in base a quanto guadagna, o tassare i prodotti con tasse come l'IVA → queste però colpiscono maggiormente i poveri. Il governo, in quanto governo di destra, ha dovuto tassare i poveri per rimanere fedele agli elettori. La destra storica decide di porre una tassa sul macinato (che sarà poi una delle tasse più odiate di sempre). Il macinato era il grano, che veniva macinato per ottenerne farina. Questa è una tassa particolare, perché viene posta su un prodotto di prima necessità alzandone il prezzo, tuttavia senza ridurre troppo i consumi del macinato, in quanto era un prodotto necessario. Tassare un prodotto del genere crea sia odio che ingenti entrate, però penalizza i più poveri.(contrariamente, oggi si tassa maggiormente il reddito perché è più giusto).

Con l'unità d'Italia aumentano anche le tasse, e per questo i contadini cominciano a perdere fiducia perché non vedono vantaggi. Nelle aree più povere si comincia a rifiutare l'unità italiana. Inoltre lo stato deve imporre anche la leva obbligatoria → dopo i 18 anni si deve prestare servizio militare per 7 anni → questo toglie manodopera alle campagne → i fattori che possono causare rivolte non sono pochi.

LEZIONE 2 17/9/2012

A causa della povertà la gente si rivolta, e ci sono fenomeni importanti, soprattutto in Italia meridionale, dove si sviluppa il fenomeno del brigantaggio. Questo era già un fenomeno endemico in tutta Europa, ma nel sud prende una piega particolare, perché diventa un fenomeno di massa.Fare brigantaggio consiste nel vivere nascosti un un bosco o tra le montagne, e vivere di furti e di assalti ai trasporti. I briganti assaltavano carrozze e rubavano gioielli o merci, o addirittura prendevano in ostaggio persone. Da sempre le strade erano insicure a causa dei briganti.

Dopo l'unità d'Italia il brigantaggio diventa un fenomeno di massa, perché se prima era praticato da 500 persone, ora i briganti sono 50,000. Il numero di persone comincia a diventare incontrollabile. La causa di ciò è legata principalmente a 3 motivi:

1) Nel sud aumenta la povertà, a causa dell'aumento delle tasse e del calo degli investimenti.2) A causa della leva militare obbligatoria, che costringeva i giovani dell'età di 18 anni ad andare a prestare il

servizio militare anche molto lontano dal paese originario. Ad esempio un giovane siciliano avrebbe potuto dover andare in Piemonte. Per questo molti giovani decidono di disertare, e dal momento che disertare è un reato sono costretti a sparire, e vanno a fare i briganti. In questo modo viene anche rifiutata la presenza dello stato nel sud.

3) La chiesa definisce il nuovo stato come diabolico, e invita a cacciarlo via. Questo perché lo stato della chiesa aveva perso molti suoi possedimenti.

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La rivolta sociale causa maggiore malcontento ed un aumento della delinquenza.Il fenomeno del brigantaggio controlla interamente alcune aree della Calabria, della Campania e della Basilicata.

Di fronte ad un fenomeno così importante, la risposta del governo non si fa aspettare, ed è molto dura. Viene infatti mandato l'esercito.

[i carabinieri erano un corpo dell'esercito piemontese, a cui erano affidate anche mansioni tipiche della polizia. Prima la polizia era un'organizzazione territoriale, mentre i carabinieri no. Il rischio era che un poliziotto fosse amico/cugino ecc.. di un brigante, e quindi che la polizia fosse inutile. Quindi il governo sceglie di mandare gente nuova a pulire il sud dai briganti]

Il conflitto che si sviluppa viene interpretato da molti come una vera e propria guerra civile.

Spesso all'epoca i briganti avevano l'appoggio della popolazione → distinguere tra briganti e non briganti era abbastanza difficile. Data la difficoltà di distinzione, l'esercito piemontese ha ucciso decine di migliaia di persone senza scrupoli. Inoltre tutta l'azione è stata condotta secondo la legge di guerra → legge marziale → chiunque avesse aiutato i briganti veniva fucilato.I briganti erano un numero elevato, ma le persone coinvolte erano ancora di più. Dopo le battaglie inoltre, i sopravvissuti si schieravano con i briganti, o per odio dello stato o perché non aveano latra scelta. Alla fine succede che quasi tutti scappano con i briganti. Tutto sommato, la presentazione dello stato italiano nel meridione non è stata molto positiva, quindi esso viene rifiutato da molte persone.

Il brigantaggio si presenta come fenomeno rurale → interessa le campagne, non le città. Inoltre spesso venivano fondate delle piccole “isole-stato” a sé, governate dai briganti.

Il brigantaggio non è direttamente collegato al fenomeno della mafia, ma la mafia comunque nasce con l'unità d'Italia. Prima esisteva solo un sistema para-mafioso.La mafia nasce civilmente, come una gerarchizzazione del potere. Prima in Sicilia c'erano i grandi latifondi, le grandi proprietà dei nobili, i quali però si disinteressavano della loro gestione, in quanto si interessavano solo alla rendita, ed allora la affidavano ad un amministratore. Costui però poteva facilmente incontrare delle difficoltà nel comunicare con i contadini, ed allora faceva appello ai più noti tra i contadini del feudo, i quali pensavano a tenere i contatti con la massa.

Crispi, uno dei garibaldini che ha organizzato la spedizione dei mille (e che poi è diventato anche ministro) al momento di arrivare in Sicilia, necessitava di contatti con i siciliani, ed allora ha pensato di contattare i siciliani proprio attraverso il sistema para-mafioso. In questo caso si può quasi ritenere che questo sia un riconoscimento alla mafia da parte dello stato. Però questo sistema conveniva a tutti. Significava trattare con pochi anziché con tanti.Poi succede che il ruolo di questi contadini di spicco si allarga, e si estende al dominio dell'intera area. Prima era semplicemente mafia agricola, ma poi diventa un capo, che si guadagna il rispetto dei contadini sia con doti come “giustizia” e “abilità nel parlare” che con la paura, ovvero gestendo la giustizia in maniera sbrigativa. Il boss mafioso diventa un capo, che gestisce una forma informale di potere. Questo potere informale spesso supera anche quello formale.

Una seconda forma di ribellione è la rivolta dei proletari nelle città industriali del nord. Questa però nasce come una protesta di forma politica, legata anche alla nascita della mentalità socialista . Questa volta non si tratta di un fenomeno para-criminale ma di una protesta legale. Qui si nota la diversità tra questi due tipi di Italie. A conti fatti, c'erano 3 Italie all'epoca, divise in base al sistema economico:

1) La prima Italia è l'Italia del nord (in specifico Liguria, Piemonte e Lombardia). Qui ci sono molte infrastrutture: ci sono ferrovie che permettono trasporti rapidi, canali di irrigazione per massimizzare il rendimento agricolo. Inoltre l'agricoltura è strutturata in modo capitalistico → ci sono molti investimenti. Il modello è simile a quello svizzero, francese o belga. Si tratta di vaste proprietà coltivate intensamente.Inoltre è anche notevole lo sviluppo industriale. Famoso è il triangolo industriale, Genova, Milano, Torino.

2) La seconda Italia è l'Italia centrale, dove ci sono poche o nessuna industria, ma è molto sviluppato l'artigianato, e ci sono poche infrastrutture. L'agricoltura non è gestita in modo capitalistico, e il sistema adottato è la mezzadria, un sistema per il quale c'erano grandi proprietari terrieri, che affidavano la coltura della terra interamente ai contadini, e poi prelevavano una parte del raccolto. Questo sistema funzionava tutto sommato bene, perché i proprietari investivano abbastanza ed i contadini erano abbastanza spinti a produrre il più possibile. Comunque rende meno che al nord.

3) La terza Italia è l'Italia del sud, dove in grandi proprietari terrieri si disinteressano completamente dei loro latifondi. Le proprietà sono coltivate poco e male, ed in maniera estensiva. I proprietari vivevano di rendita. Non ci sono investimenti, e la terra viene semplicemente affidata ai contadini, e questi non hanno né interesse nel produrre né la mentalità per farlo.Un proprietario terriero piemontese guadagnava 20 volte quello che guadagnava un proprietario terriero al sud, ma comunque al sud non si può fare diversamente, perché il proprietario terriero è pieno di debiti, ha pochi soldi e troppi terreni e non ha la mentalità. Ormai si è abituati a vivere facendo nulla. Nel giro di 70-80 anni

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l'aristocrazia terriera del sud perderà tutte le sue terre, perché non è stata in grado di gestire i suoi averi.

Per il governo il compito era molto difficile, perché devono fare le stesse leggi per 3 tipi diversi di Italia . C'è ancora infatti il dibattito tra centralisti e federalisti. I primi sostenevano che uno stato federale sia troppo poco unito per durare nel tempo, mentre i secondi sostenevano che uno stato unito avrebbe penalizzato certamente qualcuno.

Infatti quando l'Italia si è unita, nel 1861, al sud c'erano alcuni esempi di industria, ed alcune erano anche buone, ma dopo che la penisola si è unita e che la legislatura è diventata unica, queste sono tutte chiuse nel giro di 20 anni, perché le leggi hanno favorito il nord più del sud. Al sud mancavano le vie di comunicazione che avrebbero permesso un largo mercato.Il centralismo è stato utile, ma è stato anche una forte limitazione. Altro problema è che le regole sono rimaste le regole del nord → lo stato italiano si presentava come una continuità dello stato piemontese, e le regole sono rimaste quelle piemontesi, fatte dai piemontesi. Quando l'Italia è stata unita, si aveva l'impressione di avere un'estensione dello stato piemontese, non uno stato nuovo.

Un esempio di questa “piemontizzazione” è il fatto che tutti i nuovi sindaci e prefetti nominati dal re sabaudo erano piemontesi, e questi venivano mandati anche al sud, in posti dove non comprendevano nemmeno la lingua. Lo stupire reciproco è documentato.

Un altro problema era la mancanza di coesione culturale → mancava una cultura comune, e mancava anche l'italiano. Inoltre l'alfabetizzazione era molto carente in Italia. Mentre in Inghilterra la percentuale di analfabeti era inferiore al 50%, in Italia superava il 90%, per diversi motivi. Al centro l'oscurantismo della chiesa scoraggiava l'istruzione delle masse, mentre al sud si pensava che non saper leggere fosse meglio. Solo al nord si insegnava modestamente a leggere e scrivere.Accortosi di questo problema, il governo piemontese ha cercato immediatamente di porvi fine, con la legge Casati, che istituiva l'istruzione elementare obbligatoria fino al secondo anno. Solo che il governo era anche preso con il pareggio di bilancio, e quindi non aveva soldi per finanziare la creazione di scuole e per stipendiare insegnanti, e ha finito per lasciare il compito della ricerca di fondi agli enti locali, che al nord sono progrediti e al sud no.

LEZIONE 3 18/9/2012

In Italia è presente un problema relativo all'industria → già negli anni 60 l'Italia non era del tutto senza industrie → in Piemonte, Liguria e Lombardia erano presenti molte industrie, anche buone, e ve ne erano anche al sud, e come in Germania, ci si aspetta che le industrie si sviluppino dopo l'unità, con l'allargarsi del mercato, il che avrebbe permesso di aumentare la produzione.Però in Italia non avviene nessun progresso a causa della scarsa capitalizzazione → povertà di capitali, per cui non si investe. Dal momento che in Italia non erano presenti capitali, l'Italia dipendeva dagli investimenti esteri. Ad esempio, le ferrovie italiane sono state costruite con capitali tedeschi . L'Italia dipendeva dalla Germania. Inoltre all'Italia mancavano materie prime.

Inoltre c'è stato un errore politico da parte sia della destra che della sinistra, ovvero non si è creduto nell'industria a causa di tutte queste ragioni. Si crede piuttosto in una vocazione agricola del paese. Però in contemporanea il mondo assiste allo sviluppo di un altro paese dove non ci sono né capitali né infrastrutture né materie prime: il Giappone, che proprio in questi anni conosce un boom. La politica italiana si accorgerà 30 anni dopo che era in effetti possibile industrializzare il paese. L'Italia rimane così indietro rispetto alla Germania, la quale diventa un grande paese industriale, mentre l'Italia no. Non si credeva in un Italia industrializzata.

L'Italia accetta anche di diventare un stato liberista → liberismo economico → non ci sono dazi alle dogane. Questo avrebbe aumento la circolazione di merci, ma avrebbe aumento anche la quantità di merci estere presenti nel paese, cosa che avrebbe messo in difficoltà l'industria italiana, più arretrata. In compenso però sarebbero arrivati più capitali. Questo però avrebbe schiacciato anche l'industria meridionale, che avrebbe subito la concorrenza delle industrie del nord.

Il pareggio di bilancio viene effettivamente raggiunto ne 1876. Però questa scelta ha avuto dei costi, perché intanto il paese non si è potuto sviluppare, ed è rimasto praticamente fermo a 16 anni prima, quindi c'erano poche infrastrutture, l'alfabetizzazione era scarsa e lo sviluppo economico è stato poco.

Per il completamento dell'unità d'Italia manca ancora l'annessione del Veneto, del Lazio, del Trentino e del Friuli-Venezia Giulia, e la politica italiana è decisa nell'annettere in breve tempo queste tre regioni. Intanto però la capitale rimane Torino. Nonostante sia fortemente decentrata, la capitale rimane la città piemontese. Comunque gli uomini del risorgimento volevano a tutti i costi Roma come capitale, solo che questa doveva essere ancora conquistata.

Le modalità proposte per l'unificazione sono diverse:1) La destra storica proponeva di aspettare un momento propizio, in quanto ora non ci sarebbe stato modo di

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sostenere una guerra, un quanto attaccare l'Austria avrebbe scatenato una guerra austro-italiana ed attaccare la Francia avrebbe scatenato una guerra italo-francese.

2) La sinistra storica, che procedeva dalle idee seppur attenuate di Mazzini e Garibaldi, era per un intervento più immediato e deciso, e ai timori della destra storica rispondeva che in qualche modo si poteva vincere.

Nell'indecisione, nel 1863 Garibaldi decide di fare di testa sua, e più o meno come era successo con la spedizione dei mille, raccoglie un piccolo esercito di volontari dalla Calabria e decide di attaccare Roma, pensando che Napoleone III non avrebbe potuto prendersela con l'Italia in quanto non sarebbe stata lei ad attaccare il papato.Però Napoleone III, non appena sente che Garibaldi sta marciando verso Roma, lancia un ultimatum all'Italia, dicendo che se il governo non avesse fermato immediatamente Garibaldi, sarebbe intervenuto l'esercito francese. A questo punto il governo non può stare fermo, ed allora invia l'esercito a Roma per fermare Garibaldi. In questo scontro, che si sarebbe certamente potuto evitare, morirono 3 o 4 garibaldini, e Garibaldi stesso viene ferito. Immediatamente dopo, il governo della destra storica cade.

In questo periodo i rapporti tra lo stato della chiesa e l'Italia sono abbastanza difficili, perché l'Italia ha preso l'Umbria e le Marche al papato, e la chiesa non vuole assolutamente riconoscere lo stato italiano. L'Italia inoltre è uno stato laico, e vive ancora con i principi di Cavour (libera chiesa, libero stato) → è uno stato laico. Non ci sono privilegi per la chiesa, ma l'Italia rimane comunque uno stato composto da cattolici, ed allora è un problema.Intanto succede che i parroci dicono ai contadini che lo stato italiano è illegittimo.

L'Italia riesce però ad unificarsi grazie ad una serie di favorevoli casi internazionali . Nel 1866 c'è infatti una guerra tra Prussia ed Austria. La Prussia infatti vuole unirsi alla Germania per creare uno stato più forte, e l'Austria non vuole che ciò accada perché verrebbe altrimenti schiacciata. In questo scontro l'Italia si allea con la Prussia, per poter attaccare l'Austria da due fronti e per ottenere in caso di vittoria grandi annessioni territoriali.

La guerra viene svolta nel 1866, e l'Italia viene sconfitta sia per terra che per mare (dalla scarsissima flotta austriaca), ma la Prussia vince a Sodowa, ottiene comunque in ogni caso il Veneto (chiesto in pegno dalla Prussia e poi girato all'Italia). Se l'Italia avesse vinto al guerra avrebbe ottenuto molto più.

Quattro anni dopo un'altra situazione internazionale arride all'Italia. La Germania dichiara guerra alla Francia, perché sempre nel suo processo di unificazione, viene ostacolata. Vi è quindi un'ulteriore guerra, e la Francia viene sconfitta a Sedan. Dopo la sconfitta Napoleone III è costretto ad abdicare, e pertanto non può più difendere il papato da eventuali attacchi italiani. L'Italia decide allora di attaccare Roma, e il 20 settembre 1870 avviene il famoso episodio della breccia di Porta Pia. Il papato in segno di difesa, spara contro i garibaldini, in quanto vuole passare per vittima. Roma diventa comunque la capitale dello stato italiano.

L'Italia ha 3 capitali, inizialmente la capitale era Torino, ma dopo l'episodio garibaldino la capitale viene spostata a Firenze, per mandare un segnale di rinuncia alla conquista di Roma al resto d'Europa. Infatti le uniche due capitali possibili erano Roma e Firenze. Se la preferita (che era sempre stata l'obiettivo di tutti) non era disponibile, si sarebbe ricorso alla seconda. Dopotutto, Firenze era la capitale culturale dell'Italia.

Però il rapporto tra papato e stato italiano non finisce qui, perché lo stato della chiesa prende molto male questa azione . Lo stato italiano, per riconciliarsi con la chiesa, offre al vaticano la legge delle guarentigie, ovvero la legge delle garanzie. Così lo stato italiano avrebbe ceduto al vaticano alcuni soldi ed alcuni palazzi, e avrebbe chiuso lì la questione. Il papato si dichiara sempre ostile allo stato italiano.Però il vaticano si vendica anche: infatti il papa lancia il “non expedit” → dice che chi è cattolico non deve dare seguito ad uno stato illegittimo. E questo causa un grande dubbio ai cittadini italiani, che erano praticamente tutti cattolici. Così alle prime elezioni partecipano pochissime persone, e l'Italia rimane in mano a pochi votanti.Questo anche perché lo stato italiano ha avuto problemi a rendersi credibile, e la chiesa ha avuto un ruolo negativo, perché ha allontanato i cittadini dallo stato.

Il corso forzoso della moneta. Quando si immette nuova cartamoneta, si è soliti convertire prima tutto l'oro in cartamoneta, così che lo stato tiene alla fine l'oro e il popolo le monete. In situazioni normali quest'operazione è possibile anche al contrario, ovvero convertire la cartamoneta in oro. Però quando l'Italia deve ripagare i debiti, viene messo in atto il corso forzoso → non si può più riconvertire la cartamoneta in oro. Questo permette di aumentare l'inflazione, e così di diminuire il valore del debito. Inoltre questo espediente limitava il fenomeno della tesaurizzazione → la tendenza a tenersi i soldi in tasca in caso di crisi. Questo avrebbe fermato l'economia.

L'euro come moneta unica è nato anche per impedire agli stati di attuare trucchi come questo.

Il risorgimento ha causato un grande dibattito storiografico. Molte sono le sue interpretazioni storiche. Però generalmente il risorgimento viene visto come un periodo di fallimento, anche se ha raggiunto il suo obiettivo, ovvero l'unità d'Italia. Già 30 anni dopo l'unità d'Italia si pensava che questa fosse stata fatta male , perché c'era stato

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poco sviluppo, mancava il sentimento nazionale, e molti erano ostili allo stato. Questo è cambiato solo nel 1910.

L'idea del fallimento è anche incrementata dal fatto che al sud l'unità è vista solo come un fallimento, che invece di migliorare le cose come promesso le ha peggiorate. Quindi ci si è chiesti perché l'unità non abbia avuto l'effetto desiderato.

La prima risposta è la risposta di Antonio Gramsci, un filosofo, storico della letteratura, storico ed un membro fondatore del partito comunista, che morirà in carcere durante il periodo fascista. Tra i suoi scritti del carcere ce n'è uno che raccoglie un'accurata analisi del periodo del risorgimento, dove tratta principalmente di un problema irrisolto → la mancanza di una riforma agraria.Quando Garibaldi propagandava in Sicilia l'avvento di un'Italia unita, lo faceva promettendo una riforma agraria (lui che era democratico). La riforma poi c'è stata, ma solo 90 anni dopo, nel 1950. Gramsci invece pensa che essa sarebbe dovuta essere stata fatta subito dopo l'unità d'Italia.Gramsci sostiene che la rivoluzione francese sia riuscita per il semplice fatto che la prima riforma attuata sia stata la riforma agraria.In Italia in vari episodi i contadini si erano ribellati perché pretendevano la riforma agraria (a Bronte ad esempio), e questi casi furono calmati con l'intervento militare, che dopo aver utilizzato le armi prometteva una prossima riforma agraria.Gramsci sostiene che tutti sarebbe migliorato con la riforma agraria, ma questa non è stata fatta per colpa soprattutto del governo di destra storica, che essendo il partito dei ricchi non ha potuto ridistribuire le terre, ma è stata colpa anche della sinistra storica, che ben presto ha accantonato l'idea della riforma.

La seconda risposta è quella dello storico Rosario Romeo, di tendenze liberali, il quale si dichiara sia a favore che contrario alla riforma agraria, perché anche se questa avrebbe portato buoni risultati al sud, al nord non avrebbe fatto che male, perché avrebbe interrotto la sviluppata agricoltura capitalistica. La riforma agraria ha funzionato in Francia perché lì si veniva da un latifondismo, mentre in Italia l'agricoltura capitalistica era in alcune zone già sviluppata. Inoltre dare la terra ai contadini del sud non porta al capitalismo, ma porta solo ad un minimo incremento della produzione. Mentre al nord il regresso sarebbe stato tangibile. Non sarebbe nemmeno nata l'industria.

In ogni caso appare comunque evidente che la mancanza di una riforma agraria abbia danneggiato notevolmente il sud. La differenza tra nord e sud pre-esisteva l'unità d'Italia, ma l'unità l'ha aumentata. Sono state fatte scelte errate per favorire la parte dello stato già sviluppata, pensando che prima o poi si sarebbe sviluppata anche l'altra. Si pensava ad un impossibile sviluppo in 2 parti.

LEZIONE 4 22/9/2012

Capitolo 19 ,ciò che succede in Europa mentre l'Italia lotta per l'unità (dal1848 al 1890)

Le protagoniste della politica europea sono come sempre Inghilterra, Francia, Austria, e Russia. E intanto proprio in questi anni nasce la Germania, perché la Prussia si allarga e diventa Germania. La Germania, a differenza dell'Italia, otterrà subito grandissimi vantaggi dall'unità, nonostante i meccanismi di unione siano strettamente analoghi.

Nel 1848 fallisce il primo progetto di unità tedesca, ovvero quando in un'assemblea a Francoforte i rappresentanti degli stati tedeschi si erano riuniti ed avevano deciso di proclamare l'unità, esprimendo l'intenzione di porre come re allo stato appena creato il re di Prussia. Questi però risponde attraverso il suo primo ministro, Otto von Bismarck, rifiutando la proposta in quanto il suo potere di re sarebbe stato minore di quello dell'assembla, e pertanto avrebbe voluto un'unità tedesca ottenuta con il ferro e con il fuoco. (in pratica avevano lo stesso obiettivo, ma pretendevano mezzi diversi)

Ora invece, per ottenere l'unità, Bismarck e il re di Prussia pensano intanto a combattere contro i due stati che sarebbero stati maggiormente interessati ad impedire l'unità tedesca, ed a dimostrare a questi la superiorità militare prussiana. Questi due paesi sono la Francia, che manterrebbe l'egemonia in Europa se la Germania non fosse unita, e l'Austria, che è formalmente alla testa della confederazione tedesca, e che con l'unione tedesca ne perderebbe il controllo.

La Russia non ha interesse a fermare la Germania, anzi, ne è indirettamente alleata. Entrambe vogliono penalizzare l'Austria. Infatti in questi anni sta prendendo sempre più posto nella diplomazia la questione di oriente, ovvero la spartizione dei territori dell'impero ottomano ormai in declino. Tutti i paesi europei, ed in particolare quelli vicini, vorrebbero ottenere i territori ex-ottomani per portare lì la loro egemonia. I Balcani portavano grandi prospettive economiche, perché lì bisognava sviluppare ancora le infrastrutture. Le protagoniste in questa “lite” sono Prussia ed Austria.

L'unità tedesca si svolge principalmente in 2 fasi: la prima è la guerra contro l'Austria, e la seconda è la guerra contro la FranciaLa prima fase si conclude con la battaglia a Sadowa nel 1866, e la seconda fase si conclude con la battaglia contro la

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Francia a Sedan nel 1870. tutte queste tappe sono strettamente intrecciate con le fasi dell'unità italiana, che si alleerà sempre con la Prussia nelle sue guerre, in quanto condotte contro rivali diretti anche dell'Italia. La nuova Italia ottiene per la prima volta in Europa un ruolo internazionale di un certo rilievo. Si forma un forte legame tra Italia e Prussia.

Nel 1866 la Prussia cerca un pretesto di guerra per combattere contro l'Austria. La Prussia ha capito che per convincere tutti gli stati tedeschi ad unirsi a lei, deve dimostrare la sua superiorità militare sull'Austria, perché altrimenti tutti gli stati tedeschi continueranno a parteggiare metà per l'uno e metà per l'altro. La Prussia deve aumentare la sua attrattiva.

Il pretesto viene trovato durante la conquista di due ducati tedeschi che allora appartenevano alla Danimarca, ovvero i ducati di Schleswig Holstein. Austria e Prussia si accordano per conquistarli insieme (l'Austria era interessata in quanto capo formale degli stati tedeschi), ma al momento di spartirsi i territori conquistati sorgono perplessità, ed allora il patto stretto in precedenza si rompe. Quindi si sviluppa da qui un conflitto voluto dalla Prussia che si concluderà con la battaglia a Sodowa, vinta dalla Prussia.L'esito della guerra comporta che non esista più la confederazione tedesca e che l'Austria perda il suo ruolo in Germania. La Prussia diventa una potenza unica in Germania, e molti stati tedeschi decidono di fondersi con la Prussia.

Però per la Germania era necessario dimostrare la sua superiorità militare anche a Sedan. La Germania cerca una guerra anche contro la Francia, e la trova. Questo perché in Francia c'era stata l'ennesima crisi dinastica, perché ha esaurito gli eredi maschi, e ci si concede quindi il trono. Così alla fine degli anni 1860 si pensa di mandare a regnare in Spagna un Hohenzollern, un tedesco imparentato con il re di Prussia. La Francia ovviamente è in difficoltà, perché verrebbe schiacciata (come era successo con Carlo V). La Francia si oppone diplomaticamente, e così avrebbe anche vinto. Però a questo punto Bismarck con un'idea piuttosto truffaldina riesce a scatenare la guerra: falsificando un telegramma, comunica alla stampa francese che l'imperatore tedesco ha malamente cacciato via un ambasciatore francese , e questo basta ad aizzare contro la Germania l'odio della popolazione francese. Ciò non era vero, ma Bismarck riesce comunque nell'obiettivo di scatenare la guerra. I francesi infatti si sentono presi in giro e scelgono la mobilitazione.

Presto si verifica uno scontro tra Prussia e Francia, e la Francia viene duramente sconfitta dall'esercito tedesco, il quale non trova opposizione ed entra liberamente in Francia. Con questa vittoria nasce la Germania, non completa, quindi non nei fatti, ma giuridicamente esiste già. La Baviera si unirà nei 20 anni successivi.Da questo momento, il primo ministro dello stato tedesco sarà Bismarck, che sarà protagonista della politica europea dal 1850 al 1890, come lo era stato Metternich dal 1815 al 1848. La Germania nasce nel segno di Bismarck e trascorre anche i primi 20 anni allo stesso modo. Ovviamente c'è anche un imperatore, Guglielmo.Intanto Alsazia e Lorena erano territori francesi.

La politica estera di Bismarck:Fino agli anni 70, Bismarck è un un acceso sostenitore della guerra. Dagli anni 70 in poi diventa un accanito pacifista → in questo momento ha tutto l'interesse a mantenere l'equilibrio politico in Europa → non vuole nuove guerre.Lui progetta di ottenere la pace con una serie di relazioni internazionali , e l'obiettivo principale della politica tedesca in questi anni è isolare la Francia. Bismarck teme il revanscismo francese → la rivincita. Dal 1870 la Francia sogna una rivincita contro la Germania → attendono il momento per vendicare la sconfitta di Sedan.Bismarck è preoccupato. Non per niente, da Sedan in poi tutte le guerre in cui la Germania si scontra con la Francia saranno una grave piega per l'Europa. La comunità europea è stato l'unico modo per fermare queste guerre. Se Francia e Germania sono unite, ci sono stabilità e pace.

Bismarck vuole isolare la Francia → si allea con tutti tranne la Francia. L'Italia, ad esempio, era un possibile alleato della Francia → allora Bismarck cerca di allearsi con l'Italia, e mantiene nei suoi confronti una politica benevola, anzi, cerca di accentuare il più possibile ogni conflittualità tra Francia ed Italia per distanziarle.La Francia infatti dopo l'unità d'Italia, sperava di farne un mercato per le proprie industrie, ma Bismarck capovolge la situazione, e la Germania diventa un grande partner dell'Italia. L'Italia diventa area di grandi investimenti da parte della Germania (che investe in Italia molto più degli altri stati europei) → le ferrovie italiane vengono costruite con finanziamenti tedeschi e la banca commerciale italiana in realtà è la Commerzbank tedesca.

I progetti di Bismarck portano anche alla stipulazione della triplice alleanza tra Italia, Austria e Prussia → spesso Bismarck deve allearsi tra paesi ostili tra di loro, come Austria ed Italia → sono due paesi che hanno contese in atto → un po' alla volta convince Italia ed Austria ad allearsi. Bismarck convince l'Italia a rinunciare alla pretesa di Trento e Trieste, e la convince a volere altri vantaggi. Inoltre accresce gli attriti italiani con la Francia.Inoltre Prussia ed Austria hanno subito avuto attriti dopo lo scontro a Sodowa, ma l'Austria capisce subito di non poter sopravvivere da sola, e pertanto Francesco Giuseppe ha la lucidità di ri-allearsi subito con i nuovi stati tedeschi.

[dal 600 in poi spesso si tende ad identificare uno stato con il suo primo ministro o con il suo re. La scelta tra i due dipende da chi dei due detiene il potere. Dopo Bismarck la Prussia torna ad essere di Guglielmo. In Italia governa sempre il primo ministro, anche perché i Savoia non hanno il minimo interessa a governare. Non hanno né la capacità, né la forza né l'interesse. Luigi XIII lasciava tranquillamente governare il cardinale Richelieu durante il suo regno. Luigi XIV invece vuole accentrare tutto il potere.

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Bismarck riesce anche a fare alleare due nemici, Austria e Russia, con il patto dei tre imperatori, e riesce ad allearli in base alle loro analogie governative → sono gli unici tre imperi o stati multietnici. La Francia stipula così un patto con la Russia e l'Austria. Bismarck riesce a tenere sempre saldo il patto, e anche nel caso si sfaldasse, riesce ad ottenere un patto di contro-assicurazione → si allea separatamente con Austria e Russia.

Bismarck deve anche impedire l'alleanza con l'Inghilterra → però per ottenere ciò deve sacrificare qualcosa. Ottiene la neutralità inglese assicurando che non è intenzione tedesca quella di sconvolgere i progetti inglesi nelle colonie → la Germania rinuncia alle colonie (decisione criticata) per ottenere la neutralità inglese. Bismarck riteneva che alla Germania non occorressero colonie in quel momento.

La politica interna di Bismarck:La politica attuata da Bismarck viene della paternalismo, detta anche politica del bastone e della carota.Come un padre ottocentesco, lo stato di Bismarck si finge gentile e protegge il suo popolo, dicendo ai suoi cittadini: “tu popolo tedesco sei troppo ingenuo → io decido per te, e scelgo per il tuo bene.” oppure “voi operai non protestate, però penso io ai vostri interessi”. Quindi: “tu fai quello che decido io, e se ti comporti bene hai la ricompensa”.

Il paternalismo si differenzia da una corrente liberale perché toglie autonomia e il potere di decisione. Non è una politica reazionaria, perché Bismarck fa molte cose, anche se in forma diversa. I cittadini finiscono per accettare come concessione quello che in realtà sarebbe un loro diritto. La popolazione è contenta perché comunque riceve, e non esige i diritti.

LEZIONE 5 24/9/2012

Negli anni in cui Bismarck salì al governo, si stava profilando un nuovo problema politico, ovvero la questione sociale → la povertà. Pur essendo il 1800 il secolo più ricco, è sorto proprio in quel periodo il problema della povertà → e allora perché un problema simile spunta proprio in uno dei momenti di maggiore ricchezza? Questo perché le condizioni di vita migliorano, e proprio a causa dell'industrializzazione le classi povere cominciano a rendersi conto di essere sfruttate. Ora che c'è stata l'industrializzazione tutti gli sfruttati si riuniscono al lavoro, e si rendono conto della loro comune situazione. Quindi gli sfruttati provano e cercano ogni modo per mutare la loro condizione, e se non riescono a risolvere il problema sono pronti a scatenare una rivoluzione.

Allora si pone a Bismarck il problema di far accettare ai poveri la loro povertà → è costretto o a concedere dei diritti, o nel suo caso, non volendo lui concedere diritti, a concedere qualcosa di concreto. Succede sempre che quando gli operai non ne possono più, decidono di protestare, e la protesta, come previsto dalla politica paternalista di Bismarck, venga repressa. Poi forse il governo concederà qualche diritto. Nei fatti però succede sempre che qualcuno deve sacrificarsi, perché il governo concede solo dopo proteste represse e i cui membri vengono duramente puniti. Inoltre le riforme arrivano spesso tempo dopo, perché il governo non vuole dare ad intendere di aver ceduto alle pressioni.

Nonostante la durezza del regime, con Bismarck vengono attuate le prime riforme → con Bismarck nasce il primo sistema assicurativo (oggi detta previdenza sociale) → vengono date pensioni ai lavoratori ritirati/vecchi. Inoltre vengono date indennità ai lavoratori infortunati.Con Bismarck ci sono progressi di questo tipo, ma non vengono concessi diritti → non sono concessi né scioperi né sindacati. Però ci sono i primi interventi sociali.Queste sono considerazioni paternalistiche → il popolo non sa ciò che vuole (per Bismarck). Come con i figli, bisogna imporgli le cose perché non sa cosa sia giusto e cosa no. Non merita diritti perché non sa.Però comunque la repressione non risolve i problemi, ed infatti i governi unicamente repressivi sono crollati presto.

Però comunque lo sciopero a costo zero non esiste.

LEZIONE 6 25/9/2012

Bismarck conduce una politica sociale accompagnata comunque da autoritarismo, repressione, e non concessione di diritti.Inoltre tenta di arrivare ad un'unica presenza politica dal punto di vista religioso → in Germania infatti allora c'erano 2 religioni, il cattolicesimo e il protestantesimo, ovviamente quest'ultimo in grande maggioranza. Per questo Bismarck cercava di emarginare politicamente e culturalmente i cattolici → i protestanti avevano sempre considerato i cattolici inferiori, perché legati a vecchie usanze medievali, superstiziosi e legati ancora al papa. Erano considerati dei meno maturi “fratelli minori”. Questo giudizio si estendeva anche ai cattolici con cui la Germania era alleata (l'Austria).Bismarck inizia così la kulturkampf → emarginare i cattolici, perché arretrati. Questa però fallisce quando i cattolici si uniscono ad altri emarginati, e Bismarck si ferma perché sa di non poterli sfidare tutti. La kulturkampf viene applicata per alcuni anni ma poi abbandonata.

La seconda emergenza che Bismarck deve affrontare è quella legata alla questione sociale, emersa con il rendersi conto

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da parte degli sfruttati di essere sfruttati. Insieme alla questione sociale nasce il socialismo → il problema dei poveri e del proletariato industriale. Nasce il socialismo, le cui prime forme risalgono al 1820, immediatamente dopo la rivoluzione industriale. I primi socialisti erano detti socialisti utopisti, ed erano tutti francesi, come Saint-Simon, Fourier ed Owen.Dopo, verso la fine dell'1800, ci saranno altri socialisti, tra cui Karl Marx, che determinerà un punto di svolta della filosofia socialista. Il movimento socialista di Karl Marx riconosce nei socialisti utopisti i suoi predecessori, ma li degrada perché utopisti, in quanto non hanno mai pensato a come realizzare le loro idee. L'ideale di società socialista comunque è comunque una società ugualitaria, dove i beni sono diffusi ed in comune, e non c'è lo sfruttamento.Fourier parla di falansteri → delle grandi comunità, dove c'è una fabbrica che appartiene agli operai, e vicino alla fabbrica ci sono le case, le scuole e tutti i servizi (tutto ciò che serve) e tutti producono in base al proprio compito e i profitti vengono divisi tra i lavoratori. Non c'è la divisione delle classi → non c'è disuguaglianza, ovvero quell'elemento ritenuto essere la causa dell'infelicità degli uomini. Serve una società di beni condivisi.

Marx accusa di utopismo chi ha pensato al socialismo senza aver pensato ad un modo per realizzarlo, o che ha penato che i ricchi automaticamente avrebbero messo i loro beni in comune. Descrivono un mondo bello ma senza prospettive.

Il pensiero di Marx afferma che “le società del modo sono in continua evoluzione, dal feudalesimo al capitalismo industriale (ultimo stadio). Però anche questo modello economico è destinato a finire a causa delle sue interinseche contraddizioni → il capitalismo imploderà. Una necessità storica imporrà un mutamento di società, e il capitalismo cadrà”.

Ma chi ha interesse nel socialismo? Il socialismo è un'ideologia di classe → non si rivolge a tutti, ma solo ai proletari e secondariamente ai contadini. È decisamente contro i grandi industriali. Per questo i socialisti si propongono di far emergere le contraddizioni del capitalismo in modo tale da farlo crollare.

Due motivi portano Marx all'idea del cambiamento (entrambi discutibili):1) Una visione ottimista del mondo → è convinto che ogni modello economico che si sia instaurato o che si

instaurerà nella società sia stato e sarà migliore del precedente → vede una linea ascendente. Quindi se ora il capitalismo è la migliore, la prossima sarà ancora migliore. La storia va verso il miglioramento.La storia è sempre stata una lotta di classe, sfruttati contro sfruttatori. Però dopo la fine di ogni tipologia di sfruttamento si è sempre affermata un'altra ma meno barbara tipologia di sfruttamento. Secondo Marx prima o poi si giungerà alla fine di ogni sfruttamento.Non per niente uno dei simboli del socialismo è il sole dell'avvenire, ovvero un sole che sorge, che sta a simboleggiare che il meglio deve ancora venire.I comunisti tedeschi si chiameranno “lega di Spartaco”.

Secondo Marx, dopo vari periodi di transizione, alla fine il profitto della società deve essere spartito “ad ognuno secondo i suoi bisogni” → se prima lo sfruttato guadagnava 1000 volte meno dello sfruttatore, ora entrambi devono lavorare al 100% dell'impegno, ed ognuno prenderà dal profitto totale semplicemente ciò di cui ha bisogno.

Nelle società odierne c'è scarsissima mobilità sociale, ma se il merito venisse veramente premiato come ci si prefigge nelle società democratiche, questa dovrebbe essere molto più alta → ergo la democrazia vale in ambiti limitati.Adam Smith, il teorico inglese del capitalismo, aveva già affermato che lo stile di vita capitalista porta l'uomo all'egoismo, e l l'uomo agisce solo ed esclusivamente per interesse → la società capitalista è fondata sull'interesse, e pertanto una società non basata sull'interesse come lo sarebbe il socialismo è destinata a fallire.

2) Marx è convinto che Smith si sbagli, e che pertanto l'uomo non sia di per sé egoista, ma che sia stata la società a renderlo tale. La mentalità dell'uomo si è adattata alla società in cui vive, e di conseguenza è solo il capitalismo a portare all'egoismo. A dimostrazione di ciò, tutti i valori morali sono cambiato nella storia dell'uomo, quindi non ne esistono di fissi.Di conseguenza un uomo non cresciuto in un regime di egoismo non si dispiacerebbe affatto nel vedere che qualcuno guadagna più di lui. Sono i rapporti economici a creare l'uomo, e la società è governata dai rapporti economici.In altre parole, se ha ragione Hobbes, il socialismo è una follia, ma secondo Marx, Hobbes sbaglia.

Il lusso dal punto di vista socialista non è altro che un'immagine di egoismo → io voglio che gli altri si vergognino a non avere ciò che io ho.

Marx ritiene che la classe proletaria sia unica nella storia perché è la classe che non ha niente → non ha neanche il desiderio di imporre un nuovo sfruttamento, e non ha neanche l'idea del capitalismo, perché non ha beni.Un popolo può essere spinto a fare un rivoluzione solo se non ha nulla da perdere, e perché la rivoluzione funzioni a farla devono essere tutti o quasi tutti. Marx pensa che il capitalismo crollerà quando ci saranno solo l% di ricchi e il

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99% di poveri. A questo punti neppure gli acquisti fatti dai pochi ricchi potranno coprire le necessità economiche di chi vende, la merce rimarrà invenduta e tutti fallirà ecc...

Il marxismo è però fondato su assiomi indimostrabili.

Se una volta si scambiava merce per merce tramite il baratto, ( Merci ↔ Merci), poi si è passati ad un secondo schema, (Merci → Denaro → Merci). Il problema del capitalismo è che si è invertito tutto, perché se una volta si mirava all'avere materiale, ora si mira al denaro (Denaro → Merci → Denaro) quindi le merci sono solo un mezzo.

Secondo Marx, quando il sistema crollerà ci sarà la rivoluzione (non viceversa!). In tutti i momento di crisi si è pensato che il capitalismo sarebbe crollato, mentre si tende a dimenticarsi di ciò quando l'economia va bene.

Il pensiero socialista fa presto presa sul proletariato → Bismarck deve quindi scontrarsi ora contro un proletariato organizzato, perché tutti i proletari si organizzano in:

1) Sindacati, ovvero gruppi di operai uniti per lottare per i loro interessi2) Partiti politici, ovvero in partiti socialisti, o socialdemocratici. Questi enti sono più organizzati dei sindacati. I

partiti socialisti divengono presto molto votati in tutti i paesi europei, in quanto portatori degli interessi della maggior parte del popolo, e da questo momento il proletariato diviene una rilevante fetta dell'elettorato.

Bismarck a questo punto è preoccupato dell'improvvisa ascesa dei partiti socialisti.

I membri di questi partiti sono soprattutto proletari, ma la dirigenza è affidata in maggior percentuale alla borghesia, più capace, e che era giunta filosoficamente agli stessi ideali. Il marxismo era infatti intellettuale, non proletario. Se il 90% dei tesserati era proletario, solo il 60% dei dirigenti lo era.

Inoltre il socialismo è filantropico → spesso è legato alla chiesa. I dirigenti del partito spesso aiutavano i poveri e regalavano case o pane. Il socialismo è anche legato a questioni morali.

Il socialismo però non è demagogico, anche se la demagogia nasce proprio in questo periodo.

Da non confondere con il socialismo come lo intendiamo noi sono altri modelli di socialismo, come ad esempio il nazionalsocialismo di Hitler. Socialismo è un termine poco determinante, perché tutto cambia in base alla “società” che si prende in considerazione. Se nel caso del socialismo attuale è la comunità, allora si tratta di un movimento di sinistra, ma nel caso si tratti di una nazione (come nel nazionalsocialismo) allora diviene un movimento di estrema destra che vuole aiutare solo coloro che appartengono ad un etnia. (il liberalismo invece punta sull'individualismo)

In Prussia ad esempio si sviluppa il socialismo di cattedra, un movimento di destra, che intende dire che per il bene del paese l'economia deve essere governata solo da chi se ne intende (circa un governo tecnico). Questa è una teoria dirigistica → lo stato decide cosa si deve fare.

LEZIONE 7 29/9/2012

La Francia, dal 1850 al 1890. Questo periodo è divisibile in 2 fasi, perché nel 1870 Napoleone III è costretto ad abdicare in seguito alla sconfitta a Sedan.I primi 20 anni della Francia hanno come protagonista Napoleone III e la sua politica. La politica interna di Napoleone III è populista e bonapartista → è una forma di governo riconosciuta sia a Napoleone I che a Napoleone III, nella quale si riconosce grande prestigio al leader politico, definendolo il “padre della nazione”. La politica estera invece è molto aggressiva, Napoleone III vuole essere il leader di una Francia grande e forte, dominatrice in Europa, e il governo deve avere grande consenso. Il consenso viene guadagnato, come nell'epoca del primo impero, con continue guerre, nel caso di Napoleone III soprattutto “guerre” diplomatiche.

Il bonapartismo è un tipo di politica condotto con grande autoritarismo → non ammette il dissenso → non c'è democrazia. Però ha anche esso i suoi punti di modernità, perché vuole il consenso → necessita il consenso, che viene ottenuto tramite il controllo della stampa e con la propaganda. Vengono utilizzati anche plebisciti → una finta forma di democrazia, che porta comunque sempre il governo a compiere il suo progetto → democrazia illusoria.La sua politica è populista perché Napoleone III si presenta come difensore del popolo, mentre in realtà mira ad aiutare solo una stretta fascia della popolazione, ovvero la borghesia finanziaria, ovvero gli speculatori e i banchieri.

Però Napoleone III farà 2 scelte politiche importanti:1) Affida l'amministrazione delle società ad una classe di tecnocrati , non a politici. Questi avevano più esperienza

e migliori capacità in quanto erano del mestiere. Questi sono più affidabili dei politici per Napoleone III perché non hanno interessi a conquistare il potere.

2) Sceglie di trasformare Parigi. Napoleone III è un politico attento, e crede nella modernità (gestita da lui) → cambia totalmente il volto della città.

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Parigi prima era una capitale medievale, vale a dire: aveva palazzi bassi, strade strette, e al centro della città abitavano i più poveri. Inoltre mancava la rete fognaria → poca igiene. Napoleone III sceglie di modernizzare Parigi → vuole farne la capitale della modernità . Quindi affida ad Georges Eugenè Haussmann (più conosciuto come il Barone di Hausmann) il compito di riprogettare Parigi → questi diventa il prefetto di Parigi, ed avrà il compito di ricostruire la città → abbatte tutta la Parigi medievale (di cui oggi rimangono solo 3 chiese e 2 edifici) per sostituirle una nuova città moderna.Se prima le strade erano strette, Haussmann ha l'ordine di progettare strade larghe, fino a 6 corsie, i boulevard. Questo per due obiettivi: per quanto possa sembrare strano, Parigi aveva già allora problemi di traffico → le troppe carrozze formavano spesso code, inoltre una città con strade strette era difficile da mantenere sicura → nel caso di una rivoluzione le strade sarebbero state troppo facilmente barricate. Strade larghe consentono invece un maggiore controllo della città.Inoltre sotto le nuove strade possono essere costruite le fognature. Ed in seguito alle fognature, alla fine del secolo saranno poi costruite le metropolitane, e poi nelle strade ci saranno i primi tram.

Napoleone III abbatte le case delle famiglie più povere, che si trovavano in centro, e costruisce al loro posto palazzi di mediamente 5-6 piani → i meno abbienti vengono cacciati in periferia (così come è ancora oggi) e i più ricchi compreranno i nuovi palazzi in centro. Il progetto di Haussmann “copre” l'allargamento delle strade con l'innalzamento dei palazzi.L'acquisizione dei territori ottenuti tramite la demolizione delle case medievali, la costruzione di nuove case e la loro vendita farà la fortuna degli speculatori parigini.

Pertanto Haussmann è ritenuto esse il primo urbanista, che ha pensato ex novo una città da ogni punto di vista, socialmente, economicamente e politicamente.

Questo processo, in seguito a Parigi, verrà svolto anche in tutte le altre città europee, con poche differenze. Una delle poche città che faranno diversamente è Vienna, nella quale le case medievali rimangono intatte nel mezzo, mentre le costruzioni moderne verranno a costituire un anello intorno alla città vecchia.

La politica estera di Napoleone III è aggressiva, e deve portare avanti l'idea dell'impero → Napoleone III entra con forza in tutte le questioni aperte. Ad esempio partecipa con il Piemonte contro l'Austria, sia per indebolire l'Austria, sia per interesse personale → vuole rendere l'Italia uno stato satellite (per satellite si intende “alleato ma in condizione di dipendenza”) della Francia, perché spera che dall'indipendenza italiana possano formarsi 3 stati, uno stato al sud governato da un Murat, uno stato al centro governato dalla chiesa e patrocinato dalla Francia stessa ed uno stato piemontese al nord. Questo progetto però fallisce anche in seguito alla politica di Bismarck, sia perché lo stato italiano riesce ad unirsi completamente, diventando più grande di quello che Napoleone III si aspettava.

La Francia entra con forza anche nella questione d'oriente → non vuole che tutti i territori appartenuti all'impero romano vengano spartiti unicamente tra Russia ed Austria. Per questo Napoleone III conduce la guerra in Crimea, per limitare l'espansione russa.

Un altra mossa di Napoleone III sarà quella di voler conquistare il Messico per incrementare il potere francese. Ma perché il Messico?Bisogna ricordare che la Francia aveva recentemente perso tutti i suoi possedimenti nell'America del nord, in seguito alla perdita del Quebec ed alla vendita della Louisiana. Ora si era presentata a Napoleone III un'occasione favorevole, perché il Messico aveva recentemente ottenuto l'indipendenza → il potere centrale era debole , e quindi lui pensa di poter facilmente entrare in Città del Messico ed ottenerne il controllo. Però per portare a termine questo piano, Napoleone III vuole anche l'appoggio dell'Austria → dichiara che lui conquisterà il territorio, e che poi vi porrà come re Massimiliano d'Asburgo, fratello di Francesco Giuseppe, colui che ha fatto costruire il Castello di Miramare a Trieste. Massimiliano accetta presto questa proposta, anche perché lui, in quanto fratello dell'imperatore d'Austria ma completamente privo di poteri, si sentiva forse escluso dalla vita politica.L'esercito francese riuscirà presto a conquistare il Messico, e Massimiliano verrà fatto imperatore con il nome di Massimiliano I del Messico. Però Napoleone III aveva sbagliato i calcoli, che una volta conquistata Città del Messico, non aveva conquistato lo stato ma solo la città. Nessuno riconoscerà il potere francese, nemmeno gli Stati Uniti, che ormai da anni vivano secondo il principio di Monroe (l'America agli americani) e pertanto non sopportavano la presenza europea in America. Inoltre i soldati francesi, a causa del diverso clima, si ammalano presto. I soldati francesi rimangono presto in pochi e sono isolati, e pochissimi di loro torneranno in Europa. La vicenda si conclude con la condanna a morte di Massimiliano I del Messico. Questa vicenda rappresenterà anche i limiti del potere di Napoleone III. Massimiliano cade presto perché era un re chiaramente fittizio.

La politica aggressiva condotta da Napoleone III non sarà sempre appagante, e questa linea politica perderà sopratutto quando Napoleone vorrà impedire l'espansione prussiana. La Francia verrà infatti duramente sconfitta nella battaglia di Sedan, e Napoleone III sarà costretto ad abdicare. Prenderà così vita la terza repubblica francese (attualmente la

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repubblica è la quinta. In Francia si succederanno rapidamente impero-regno-repubblica-impero-repubblica).

La terza repubblica è una repubblica controversa perché nasce da una sconfitta. Dopo Sedan era caduto Napoleone III. Intanto l'esercito tedesco marcia incontrollato nel territorio francese, e non vede l'ora di marciare su Parigi in segno di umiliazione. I primi capi della terza repubblica come prima cosa cercheranno infatti di scendere a patti con i tedeschi per impedire loro di marciare sulla capitale.La Germania però teme il revanscismo francese, ovvero il desiderio di vendetta della Francia, che spiegherà il comportamento della Francia da ora fino alla seconda guerra mondiale → la Francia vorrà sempre vendicare la sconfitta di Sedan. I tedeschi finiscono per temere che la marcia dell'esercito dentro la capitale po ssa scatenare una rivolta popolare, e come si sa, da 50 anni, qualsiasi rivolta cominci a Parigi, si sparge in tutta Europa.Infatti di lì a poco scoppierà una vera rivoluzione a Parigi → scoppierà la comune di Parigi.Marx affermerà che la comune di Parigi deve essere temuta da tutti gli stati europei. Il popolo francese contestava la terza repubblica, e non vuole l'armistizio con i tedeschi perché sarebbe un segno di sottomissione. La comune di Parigi è la prima rivolta socialista → non è più liberale, ma socialista → non è la borghesia a ribellarsi, ma si ribellano i ceti deboli come il proletariato. Il proletariato vuole una trasformazione radicale della società .La comune è una rivoluzione cittadina, ma che ha anche un aspetto comunitario. Vogliono una società egualitaria, comunitaria, di stampo socialista.I rivoltanti vogliono una democrazia diretta, con suffragio universale, e pretende la ridistribuzione dei beni → vuole che vengano divisi i guadagni fatti dagli speculatori tramite la vendita delle case costruite secondo la politica di Napoleone III. Nasce anche l'idea del voto femminile.

La rivoluzione scoppia per due cause principali:1) C'è una forte componente nazionalistica → la Francia non vuole essere umiliata, e non vuole nemmeno

ammettere la sconfitta.2) C'è un forte odio per la terza repubblica, che è una repubblica borghese e che aveva addirittura provato a

scendere a patti con i tedeschi. Inoltre si forma un'idea per cui è tutta colpa di Napoleone III, e che la popolazione ha pagato tutti i suoi errori.

Come risultato di ciò la popolazione si ribella e pretende un radicale mutamento sociale. Conseguentemente, tutta Europa viene spaventata dalla comune. I tedeschi decidono di non poter più accettare che la comune continui, e per questo accade un fenomeno strano: l'esercito tedesco libera molti membri dell'esercito francese catturati perché quesiti vadano a fermare la rivoluzione a Parigi.La comune viene stroncata nel sangue, con estrema violenza. Si vuole che questa esperienza venga ricordata come breve e significativa. Molte saranno lo stragi, molte le impiccagioni, e tutti i principali capi della rivoluzione verranno uccisi. Forte monito → una rivoluzione come quella non deve più ripetersi.Si teme che al rivoluzione porti via il potere alla borghesia → si tratta infatti di rivoluzioni popolari, proletarie.

L'esito della comune caratterizza l'andamento della politica successiva. Nella terza repubblica francese c'è un fortissimo scontro tra conservatori (clericali) e radicali (fortemente anticlericali), e questo scontro si sviluppa soprattutto sul piano dell'istruzione. I radicali vogliono scuole assolutamente laiche, anzi, proprio in questi anni viene teorizzato lo stato completamente ateo. Non si vuole l'insegnamento della religione a scuola. Attualmente, in Francia, è proibito esibire i propri simboli religiosi negli ambienti pubblici.Dopo il regno di Napoleone III si sviluppa una forte ondata di anticlericalismo, perché la chiesa era stata una grande promotrice della politica di Napoleone III.

I conservatori erano moderati, ed a favore del clero. I radicali erano totalmente laici, democratici, e vogliono riforme elettorali.

In Francia ci sarà più volte la tentazione di tornare al bonapartismo → ci saranno più di un caso di generali che si candidano proponendo una linea politica bonapartista. Uno di questi sarà un tentativo da parte del generale Mac Mahon. Un secondo tentativo sarà fatto da Georges Boulanger. Questi due, come Grillo, faranno leva sull'altissima corruzione per ottenere voti.

LEZIONE 8 1/10/2012

Le forze tradizionaliste sono contrarie alla laicità dello stato perché ritengono che la morale religiosa sia il perno della società → pensano che lo stato in tal modo cadrebbe. L'esercito per tradizione è sempre stato conservatore. Questo soprattutto perché, primo, l'esercito e composto soprattutto da nobili, secondo, è fondato sul concetto di obbedienza, e questo porta ad essere contrari ad ogni forma di riformismo. L'esercito e infatti sempre combattuto tra l'ordine dato in precedenza e l'ordine del nuovo governo in una rivoluzione. In casi estremi, l'esercito è addirittura reazionario.

L'Inghilterra in quest'epoca vive una fase chiamata età vittoriana, che prende il nome dalla regina vittoria. In questa fase l'Inghilterra mira ad una grande espansione imperiale, essendo l'Inghilterra un grande stato multi continentale, e ad un conservatorismo sul piano sociale → è contro l'innovazione dei costumi alla fine del 1700. Comunque tiene una

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costante azione riformista in politica → dopo il 1848 in particolare, una volta finita la restaurazione in Inghilterra c'è una spinta riformista, e questo perché l'Inghilterra è lo stato più pronto a gestire la questione sociale. L'Inghilterra era anche lo stato europeo più industrializzato, che aveva una maggiore percentuale di proletariato, ed aveva anche più esperienza degli altri. In poche parole all'epoca l'Inghilterra corrispondeva agli USA di oggi.

Il riformismo riguarda la politica → mutamento politico fondamentale e inevitabile → lentamente si va verso il suffragio universale. Già in Francia nel 1848 si era votato una volta a suffragio universale maschile, e poi si era tornati al suffragio censitario. Ma una cosa è comunque chiara: gli stati hanno capito che devono allargare le proprie basi. Se si mantiene il suffragio censitario poi si scatenano le rivoluzioni, perché se solo il 2% delle persone votano allora i restanti 98% non si sentono parte dello stato.

In Inghilterra ci sono sempre i due famosi partiti, i tories e i whigs. Prima c'erano entrambi, però poi inseguito ad una divisione interna, il whigs perderanno prestigio. [attualmente, Cameron è un tories. Tuttora esistono pochi whigs. A sinistra ci sono sopratutto i laburisti.

Tutto il 1800 è dominato dallo scontro politico tra tories e whigs. I loro leader in quest'epoca erano William Gladstone e Benjamin Disraeli. Entrambi vogliono allargare le basi elettorali, tuttavia hanno anche idee diverse nei seguenti ambiti:

Tories Whigh

1) Sono a favore dell'espansione coloniale. Sono imperialisti. Però questa loro idea di espansione ha un connotato diverso, perché non è liberale → non pensano che bisogni anche coinvolgere il popolo, ma che l'impero debba dare vantaggi a tutti.

1) Sono a favore di un'espansione coloniale liberale → vogliono diffondere i principi liberali in tutte le colonie.

2) Per quanto riguarda la questione irlandese1, sono contrari all'autonomia irlandese. Questa è una questione vecchia ma ormai centrale, perché l'Irlanda vive la presenza inglese come un'occupazione violenta. I tories sono rigidamente contrari all'autonomia → sono centralisti.

2) Vogliono lasciare ampie concessioni all'Irlanda → sono a favore di una certa forma di autonomia, sono più “federalisti”. Gladstone non riesce però a far passare le leggi che avrebbero permesso alla questione di distendersi. Il suo partito non si dimostrerà unito nell'idea, e finirà per dividersi. Il fatto che però l'Irlanda non si sia riuscita a separare però sarà un problema, perché poi ci saranno fenomeni più violenti.Il partito di Gladstone si spacca in 2 → Joseph Chamberlain si staccherà dai whigs e creerà il partito unionista. Di qui inizia il declino di whigs.

3) Per quanto riguarda la questione sociale, fanno delle riforme ma per motivi diversi → vogliono evitare eccessive proteste.

3) I whigs hanno una maggiore sensibilità verso le questioni sociali. Sono l'ala più liberale e progressista. Propongono riforme sociali, soprattutto riguardo l'istruzione pubblica e per la fine del dominio delle classi superiori nella pubblica amministrazione2.

1: L'Irlanda si era impoverita in seguito alla crisi delle patate e a causa della persecuzione inglese contro i movimenti indipendentisti. Dopo il 1800 sono stati anche numerosi gli attentati.2: Nella pubblica amministrazione si veniva eletti per famiglie → si perpetuava la presenza delle stesse famiglie. Questo diminuiva la mobilità sociale. Il concorso invece avrebbe dato pari opportunità a tutti.

Con la diffusione dell'istruzione aumentata la percentuale di lavoratori popolare → il 20% dei laureati ora proviene dalla fascia popolare, e ha studiato grazie a borse di studio. Questo aumentata la mobilità sociale → si nasce in una classe e si muore in un'altra.

In generale, le nazioni capiscono che il riformismo è meglio della conservazione → se si concedeva qualcosa, si manteneva il controllo. La Russia però è stato uno stato opposto all'Inghilterra → infatti presto ci sarà la prima grande rivoluzione socialista.La Russia non ha mai avuto azioni riformiste. Ci sono stati anche politici riformatori, ma non sono mai state fatte le riforme. Nel 1848 la Russia sembrava essere lo stato più forte d'Europa, perché era stato l'unico a non subire rivoluzioni e perché aveva addirittura potuto aiutare l'Austria a fermare la sua rivoluzione. Era un'autarchia solida, e aveva il controllo totale della società.Però poi gli Zar si sono chiesti quale fosse il costo di questo così alto controllo politico → il costo era l'arretratezza dell'economia. La solidità politica veniva garantita dall'arretratezza. In Russia vigeva un sistema semi-feudale. Ci sono ancora i servi della gleba, i quali non si ribellano perché non hanno la cultura/visione del mondo. Non lottano perché non sanno che il mondo può essere diverso.Questa stabilità sociale porta alla povertà dello stato → la Russia produce il 20% di quello che produce l'Inghilterra.

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Le rese sono medievali. La Russia ha la più grande potenzialità, ma al contemporaneo il più basso rendimento. Politicamente non si fa nulla, perché ha una antiquatissima struttura sociale.

Gli Zar pensano: se la situazione resta così, noi abbiamo il totale controllo del paese, e restiamo stabili al nostro posto. In compenso però restiamo poveri → non posso pretendere tante tasse. Se il lascio la situazione tale, mi godo semplicemente il potere però con pochi soldi. Però perderò ogni guerra* perché non ho sufficienti tecnologie belliche. D'altro canto invece se facessi le riforme, distruggerei un tessuto sociale che dura da anni, ma modernizzerei la società.Il problema è che gli Zar non si sono mai decisi ad imboccare una delle due strade.

[* dal 1850 in poi un esercito senza industria è destinato a perdere, perché le guerre cominciano ad essere combattute non più sul piano del numero di militari ma su quello della tecnologia delle armi. Senza industria le armi sono arretrate → sconfitta sicura. Si combatte con cannoni e corazzate ora]

A causa di ciò c'è anche il tentativo di una riforma, che poi però non viene attuata perché avrebbe messo in difficoltà il potere. Alla fine verrà attuato un riformismo timido, che porterà a pochi o nessun vantaggio.

Gli intellettuali, riguardo le riforme, erano divisi in 2:1) Gli occidentalisti, volevano che lo stato fosse riformato fino a somigliare ad uno stato europeo. Questi

seguono il filone iniziato da Pietro il Grande, che copiava la Germania, la Prussia e l'Austria. Quest'ideologia è molto diffusa ma in ambiti ristretti. Solo gli intellettuali potevano essere occidentalisti.

2) Di idee opposte erano gli slavofili, che sostenevano l'idea di una Russia slava e pertanto diversa dall'Europa. Secondo loro guardare all'occidente significava tradire lo spirito russo. La Russia è madre, e tale deve rimanere. Questo è il gruppo di coloro che avevano fermato le riforme di Pietro il Grande. Sono contrari ad ogni forma di occidentalizzazione.

Detto ciò, bisogna tenere conto di un aspetto: il feudalismo russo non ha nulla a che fare con quello occidentale, perché hanno 2 origini diverse. Il feudalismo occidentale discende dal Sacro Romano Impero, mentre quello russo si è formato come una via di uscita dal nomadismo: le tribù hanno lentamente cominciato a stanziarsi, e alcune persone hanno reclamato la proprietà del territorio, sottomettendo e poi schiavizzando le altre. Nel sistema russo i contadini possono anche essere venduti insieme ai terreni e alle case. I due tipi di feudalismo posso tuttavia essere paragonati per gli effetti.

Tutti gli scrittori russi si schierano: Tolstoj sarà un grande slavofilo, mentre Turghenev sarà un occidentalista.

LEZIONE 9 2/10/2012

La Russia vede un forte conflitto tra occidentalisti e slavofili, attivo ancora oggi. Oggi in Russia prevalgono gli occidentalisti, ma ci sono ancora forze slavofile che vorrebbero una de-occidentalizzazione.

Le eventuali riforme che la Russia dovrebbe fare porterebbero ad un'occidentalizzazione, però ci sono molti oppositori, ovvero i detentori del potere, i latifondisti, la chiesa ortodossa, mentre gli Zar vogliono l'occidentalizzazione ma non ne vogliono i prezzi. Alla fine si giunge ad uno svuotamento delle riforme.

Nel 1861 lo Zar Alessandro II aveva vietato la servitù della gleba → aveva fatto un tentativo di riforma agraria che però fallisce. Infatti erano state anche distribuite le terre ai contadini, però gli appezzamenti creati erano troppo piccoli perché un contadino potesse sperare di ricavarci da vivere. Di conseguenza, dopo pochi anni o venivano riacquistati dai vecchi proprietari, che intanto ne avevano ricavato anche indennizzi per la cessione delle terre, o venivano acquistati da i contadini che avevano ricevuto gli appezzamenti migliori, e che pertanto erano riusciti ad arricchirsi. Inoltre ai contadini mancavano anche gli strumenti agricoli necessari per far rendere bene i terreni.Inoltre la distribuzione delle terre era anche passata per un tipico uso russo, ovvero la comunità di villaggio . Infatti la spartizione dei terreni era stata fatta dai villaggi, che avevano dato a diversi contadini appezzamenti migliori e peggiori.Alla fine di fatto prevale l'incapacità, e la riforma si rivela un fallimento.

Nella seconda metà del 1800 in Europa ci sono 4 fazioni politiche: i liberali, i democratici, i socialisti e i partiti cattolici /protestanti. In Russia però mancano i liberali perché manca la borghesia. Manca anche la tradizione democratica. C'è, ma solo in forme deboli un nucleo socialista, sostenuto da un modesto proletariato. In Russia sorgono inoltre ideologie politiche strettamente legate alla situazione del paese:

1) Il movimento populista: è un movimento slavofilo, che vuole una Russia diversa dal resto d'Europa, e vuole una Russia sopratutto contadina → vuole che la Russia si rifaccia all'idea contadina. Dice che bisogna andare verso il popolo, con una radicale riforma agraria.Negli altri paesi c'era stato meno populismo perché la rivoluzione industriale aveva diminuito i contadini, aumentando il proletariato.

2) Il movimento nichilista, parola di chiara derivazione latina, da nihil, niente. È un movimento che esalta la distruzione, ed in certi casi anche l'autodistruzione. I nichilisti sostengono che la Russia si trovi ormai in

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una situazione disperata, e che nessuna riforma possa risanare questo stato. Dal momento che secondo loro non si poteva fare niente, ritengono che l'unica “speranza” della Russia sia l'autodistruzione.I nichilisti proclamavano l'autodistruzione, che arriva in alcuni casi anche al suicidio. Questo fenomeno avrà grande rilievo nelle città, dove il movimento era diffuso tra le classi borghesi, soprattutto tra i giovani, i figli dell'attuale classe dirigente. Tramite il suicidio, i giovani denunciavano l'opera dei loro genitori, la classe dirigente, affermando che il mondo da loro creato era invivibile → forte segno di denuncia.Questa corrente inoltre utilizza anche attentati di stampo terroristico, contro gli Zar e contro i potenti, i nobili, i ministri ecc..È chiaramente un movimento disperato, senza prospettiva.

[capitolo 20]

Gli USA: il nascente stato americano vive in questi anni 2 importanti eventi: la guerra di secessione e l'inizio dell'espansione verso ovest.

La guerra di secessione nasce a causa delle profonde differenze economiche che fin dall'inizio, dai tempi della rivoluzione c'erano state tra stati uniti settentrionali e meridionali.

Stati Uniti del Sud Stati Uniti del Nord

Gli Stati Uniti del sud erano tendenzialmente conservatori, maggiormente religiosi, e qui l'economia era basata sull'agricoltura di piantagione, la monocultura (principalmente di cotone, tabacco, e anche caffè). Nelle grandi monoculture lavorano gli schiavi neri, che sono la principale manodopera. Qui la struttura della società è più prossima a quella inglese. Questi sono stati gli stati più restii a separarsi, e avrebbero ambito ad una federazione debole, in modo da mantenere il più possibile la loro autonomia economica.

Gli Stati Uniti del nord avevano un'economia diversa, basata sulla piccola e media proprietà agricola, e qui nel 1800 grazie all'accumularsi di ricchezze si era sviluppato un attivo commercio. Inoltre c'era una fiorente industria, dinamica, in grado di competere con l'Europa.

A causa delle differenza economiche tra queste due grandi aree del paese, nascono interessi diversi. Gli stati del sud sarebbero favorevoli ad un'economia senza libero scambio e fortemente protezionista . Gli stati del nord cercano il commercio con l'Europa.C'è poi inoltre il problema della schiavitù → a nord ci sono le industrie, commerci, traffici, e a causa di un eccesso di produzione il nord cerca continuamene di ampliare il suo mercato. Il loro mercato attuale è l'Europa, ma non basta. Gli stati del nord riescono a vendere poco nel loro stesso paese.Al sud invece la popolazione non ha possibilità di acquisto, perché sono quasi tutti schiavi → non essendo pagati, non posso comprare nulla. Al nord si comincia quindi ad ipotizzare che se tutti gli schiavi venissero affrancati, il mercato si allargherebbe notevolmente, e questo sarebbe un grandissimo vantaggio per il nord.

Questo è quindi uno scontro di origini economiche (come sempre d'altronde) ma che ha risvolti anche sociali. Infatti nel nord c'è una mentalità paritaria, egualitaria, una mentalità totalmente differente rispetto al sud.Inoltre c'è anche un conflitto economico, perché mentre il nord si era da sempre arricchito dopo la rivoluzione, il sud era rimasto circa allo stesso livello dal quale era partito.Il nord inoltre aveva da sempre dettato la politica.

Quando il sud comincia a sospettare che il nord voglia l'abolizione dello schiavismo, il sud pensa ad una seria resistenza politica perché questo gli causerebbe una vera catastrofe economica.Secondo il nord invece si tratta di un provvedimento indispensabile.

Il motivo centrale della guerra non è la schiavitù, ma la guerra economica, perché c'erano due parti incompatibili, la schiavitù aveva anche un'importante ruolo economico. L'abolizione della schiavitù può essere condotta sia per motivi morali sia per motivi economici.

Mentre al sud ci sono molti neri (tutti gli schiavi) al nord ce ne sono molti pochi → di conseguenza al nord non c'è razzismo, anche se questo non sarebbe possibile in quanto i neri non ci sono. Al sud invece ci sono molti neri, ma neanche lì inizialmente il razzismo non è presente, perché fintanto che i neri sono inferiori socialmente, il razzismo non ha motivo di nascere. Il razzismo si svilupperà invece quando lo schiavismo sarà abolito, perché allora non ci sarà più niente che rende inferiori i neri.

Tra nord e sud ci sono anche contrasti per il progetto di espansione verso ovest. Il sud è più restio, mentre il nord vuole ampliare il suo mercato, ed avere più territori in modo da attirare anche popolazione dall'Europa.

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Il momento decisivo di tutto ciò sarà quando verrà eletto un presidente antischiavista, Abramo Lincoln, che per prudenza nel suo programma elettorale non aveva incluso l'abolizione dello schiavismo, ma la cui elezione era stata un forte segnale per il sud, che si ribella. Al sud cominciano a pensare che per preservare la propria identità bisogna separarsi dal nord.

Questa divisione non è ancora del tutto sanata. Bisogna anche tenere conto che il primo presidente proveniente dal sud è stato eletto negli ani 70. Negli stati del sud girano ancora bandiere confederali.

LEZIONE 10 6/10/2012

La guerra di secessione ha origini molto precedenti all'origine dello scontro. Queste risalgono addirittura alla fondazione dello stato americano.L'industrializzazione aveva radicalizzato lo scontro. Un problema comune a tutti gli stati del mondo era infatti lo scontro tra mondo industriale e mondo rurale. Il mondo industriale vorrebbe infatti un mondo rurale efficiente e meccanizzato. Infatti il nord vedeva il sud come un peso e voleva ammodernarlo. Il sud invece temeva di essere sopraffatto e di diventare una specie di “colonia” del nord.

Il sud pensa che in gioco ci sia la sua indipendenza → il sud vuole salvare la sua indipendenza dagli stati del nord. La guerra civile è inevitabile. Il sud non può accettare la perdita della sua identità.

La guerra scoppia perché gli stati del sud nel 1861 dichiarano la propria indipendenza e creano una confederazione, ovvero un legame debole tra stati diversi. Questa proposta era stata già fatta dagli stati del sud quando gli stati uniti avevano dovuto ottenere l'indipendenza dall'Inghilterra.Il sud vuole staccarsi perché pensa che ci sia in gioco la sua identità, ovvero i suoi valori, un insieme di valori comunque discutibili, perché comprendevano lo schiavismo, ma si trattava pur sempre dei loro valori.Il sud affronterà la guerra perché aveva fatto un calcolo errato : aveva pensato che la guerra fosse ancora strutturata secondo il “ vecchio stile ”, ovvero che vince chi ha più uomini e più coraggio da vendere . In questo modo il sud pensava, se non addirittura di poterla vincere, almeno di poterla pareggiare. Inoltre l'esercito statunitense era composto soprattutto da uomini del sud, che avrebbero disertato lasciando vuoti nelle file del nord.La superiorità che il sud crede di avere dovrebbe bilanciare la maggiore tecnologia del nord.

La guerra di secessione è la prima guerra contemporanea, ovvero una guerra dove la tecnologia conta più del coraggio e della capacità militare. Gli armamenti fanno per la prima volta la differenza.Nella particolare situazione americana, le industrie erano tutte a nord , e il nord deteneva 2/3 della ricchezza. Inoltre il nord aveva le università ed aveva un'ampia superiorità tecnologica.

Teoricamente il sud non ha possibilità. La guerra dura a lungo, è terribile, e ci saranno molti morti. Essa è suddivisa in 3 fasi:

1) Nella prima fase il sud sembra avere la meglio, perché la guerra comincia tradizionalmente , ovvero si combatte con la cavalleria e con i fucili, ed il generale del sud, Robert Lee, è un buon comandante. Questa guerra viene combattuta tra il confine nord-sud.

[gli schiavi del sud ovviamente dovevano parteggiare per il nord, ma tuttavia alcuni schiavi, i cui proprietari erano ricchi padroni, conducevano una vita in un certo modo agiata, e migliore rispetto a quella che si sarebbero aspettati in futuro. Quindi alcuni schiavi combatterono anche per il sud]

2) Nella seconda fase il nord mette in campo i nuovi armamenti, ovvero : mitragliatrici, cannoni (usati massicciamente), inoltre il nord comincia a spostare in treno le proprie truppe, e il nord usa anche le navi, che bloccano le linee commerciali del sud, che ora non sa più da dove importare le armi . Questa fase viene combattuta nel sud, che viene praticamente conquistato.

3) La terza fase consiste principalmente nella resistenza del sud che non riesce ad ammettere la sua sconfitta . La resa ufficiale dei sudisti è avvenuta il 9 Aprile 1865.

La guerra di secessione è anche la prima guerra totale → fino al 1700 e anche nelle guerre napoleoniche la popolazione non era completamente coinvolta nella guerra → chi viveva nelle città non mutava minimamente il suo stile di vita. Ora invece che i combattenti sono milioni, tutta la popolazione deve essere mobilitata per procurare ai combattenti cibo, armi, vettovaglie e treni. L'intera nazione sostiene gli uomini, e la popolazione è coinvolta direttamente. È anche la prima guerra totale per l'elevato numero di morti. Se nel 1700 i morti si misuravano nell'ordine di grandezza delle decine di migliaia, e con Napoleone i morti potevano essere anche mezzo milione, ora si tratta di milioni di morti.

In questa guerra, chi perde, perde tutto. Infatti il sud ha perso tutto, perché in una guerra civile si trattava di potere politico → il sud non avrà poteri politici per i 100 anni successivi, e vivrà trainato dal nord. Gli interessi

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della nazione saranno sempre gli interessi del nord. Le grandi proprietà terriere del sud verranno vendute ad impresari del nord. Inoltre il sud viene considerato ribelle, perché aveva agito contro la legge.

Totalmente, avevano combattuto circa 3 milioni di soldati. Di questi ne erano morti seicentomila. Quindi cambia anche il rapporto morti/combattenti, che aumenta sempre di più pari passo con la tecnologia delle armi.È una guerra importante perché è la prima guerra totale, distruttiva e perché se gli europei fossero stati attenti agli stati uniti avrebbero capito prima quali sarebbero stati gli esiti della prima guerra mondiale → ovvero che sarebbe andato distrutto tutto. Però questo non è successo perché gli europei si sono ritenuti superiori, e non hanno perciò colto le novità che c'erano in campo militare.L'ultima battaglia europea era avvenuta a Sedan nel 1870. Sorprendentemente, la guerra di secessione era precedente, ma era stata combattuta con tecnologie maggiori.

Nella guerra di secessione era stata decisiva la battaglia di Gettysburg (1863), dove c'erano state decine di migliaia di morti.Nei 100 anni successivi il sud è stato a guardare quello che il nord faceva. Il tenore di vita dei neri non era mutato molto (la schiavitù era stata risolta solo formalmente). La paga che i neri cominciano a ricevere veniva annullata dal fatto che ora essi dovevano provvedere personalmente ai loro bisogni. L'unica possibilità dei neri per migliorare le loro condizioni di vita sarebbe stata quella di andare al nord, e ci fu un intenso flusso migratorio, anche se tuttavia al nord non vennero del tutto impiegati, perché le fabbriche diffidavano delle loro capacità.

Il prezzo dell'abolizione dello schiavismo fu il razzismo → immediatamente dopo l'abolizione dello schiavismo, scoppiò il razzismo. I neri infatti non erano discriminati finché erano socialmente inferiori, ma ora che non lo sono più, la loro inferiorità doveva essere giustificata altrimenti, e così nacque il razzismo. I neri furono duramente perseguitati da sette segrete, di cui la più famosa è il ku klux klan, i quali si ritenevano difensori della religione bianca. Queste associazioni esistono ancora, anche se sono chiaramente fuorilegge, ma fino al 1960 le loro azioni avevano un certo rilievo.

La guerra tuttavia non ha rallentato lo sviluppo americano, perché nonostante i morti ci furono molti immigrati europei, e proprio in questi anni iniziò l'espansione verso ovest. Si posta a compimento la conquista dell'ovest, e il numero degli stati aumenta fino alla condizione attuale.[a dire il vero si dovrebbe dire la conquista delle grandi pianure ad ovest degli Appalachi, perché la costa ovest era già stata già insediata, mentre erano rimasti ancora agli indiani d'America i territori del centro America]

L'espansione verso ovest comporta una seconda e silenziosa guerra, ovvero la guerra contro gli indiani. La parte principale di questa guerra avviene ora. I massacri c'erano stati anche prima, ma meno. Gli indiani erano ancora tanti nelle grandi pianure, e necessitavano di molte terre per poter continuare il loro stile di vita. Però ora che gli stati uniti prendono tutti i territori ancora rimasti, non rimane più posto per loro.Gli indiani occupavano le grandi pianure, un territorio molto fertile, anche se tuttavia gli indiani vivevano solo di caccia → non coltivavano. Alcuni coloni americani avevano infatti deciso di insediarsi nei territori ad ovest degli Appalachi per porvi degli allevamenti, e questi si scontravano talvolta con gli indiani che rubavano capi di bestiame.

Agli indiani vengono tolti prima i territori più fertili, ed alla fine vengono chiusi in piccole aree poco fertili, le riserve . Vengono lentamente rinchiusi nel “cerchio del grano”, ovvero in un'area di territori fertili costituita da Minnesota e Nebraska ecc..)

Gli indiani erano divisi in tribù, spesso in contrasto tra di loro. Per questo alcune tribù si erano alleate con i bianchi, convinte di poter sconfiggere così i loro avversari, senza capire che i bianchi volevano invece sconfiggere tutti. Gli indiani si accorgono troppo tardi delle vere intenzioni degli americani, e solo allora riescono ad unirsi, sotto la guida di capi famosi come ad esempio Toro Seduto o Geronimo. In quest'ultima resistenza disperata, è famosa la battaglia di Little Big Horn, dove il generale Curster viene sconfitto più a causa della sua superbia che per merito degli indiani. Solo alla fine gli indiani si accorgono che gli è stato levato tutto.Inizialmente gli indiani erano stati giocati anche con degli accordi, delle mediazioni. Prima i patti degli americani sembravano essere favorevoli agli indiani, ma mano a mano agli indiani venne tolto tutto.

Gli americani erano del tutto incompatibili con gli indios → uno dei due doveva perdere. Lo stile di vita degli indiani richiedeva ampi territori per pochissime persone, e ciò era contro gli interessi dei coloni bianchi.La guerra è inevitabile, e costringe poi gli indios in piccolissime riserve, insufficienti per mantenerli. Questi poi perdono anche le loro tradizioni ed il loro stile di vita, perché la nuova vita a cui vengono costretti li porta alla depressione, e il commercio con gli americani porta anche consumo di alcol. Il numero degli indiani cala vertiginosamente: passano da milioni a decine di migliaia.

Gli indiani combattevano con strumenti rudimentali, ma avevano ottenuto comunque grazie al commercio con i francesi i fucili, ma nulla toglie comunque al fatto che non avessero alcuna possibilità.L'ultima battaglia degli indiani avvenne nel 1890 a Wounded Knee, dove gli indiani combatterono perché preferivano

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morire in battaglia piuttosto che vivere con l'etichetta di sconfitti.

Alla fine del 1800 gli indiani stimati sono 250,000. La popolazione americana invece aumenta vertiginosamente. Questo perché arrivano immigrati da tutta Europa. Attirati dagli americani, ai quali serve popolazione per colonizzare l'ovest.

Complessivamente, l'America ha visto molte ondate migratorie provenire dall'Europa.1) La prima è composta di primi europei in America.2) La seconda è l'ondata migratoria degli Irlandesi, che emigrano in

America in seguito alla crisi delle patate. 3) La terza ondata migratoria è costituita dall'emigrazione proveniente

dal centro Europa ed in particolare dall'Italia (soprattutto Siciliani, Veneti e Calabresi) e dall'Europa del sud.

4) L'ultimo flusso migratorio è quello degli ebrei perseguitati in seguito al nazismo, provenienti dall'Europa centrale, a causa della guerra. Inoltre emigrano anche i russi, i polacchi ed il nord Europa.

All'America va riconosciuta una grande capacità di integrazione di tutti gli immigrati, che riescono al contempo a sentirsi americani e a conservare le proprie tradizioni. L'America aveva un grani bisogno di popolazione per l'industrializzazione e per popolare e coltivare le nuove pianure appena strappate agli indiani . Tutti vengono accolti favorevolmente.

Contemporaneamente si era sviluppato il progetto francese di conquista del Messico, e Massimiliano I del Messico si era insediato come re del Messico, e l'America si era schierata contro della Francia per la dottrina di Monroe.

L'Asia: divisa soprattutto in 3 aree, la Cina, il Giappone e l'India (che è sotto dominazione inglese).

La Cina era stata impenetrabile per molti secoli, ma nel 1850 l'Europa aveva sentito il bisogno di espandere il suo mercato, e quindi sia gli europei che gli americani cercano di instaurare rapporti commerciali anche con questo nuovo territorio.

LEZIONE 11 8/10/2012

L'Europa e gli Stati Uniti cominciano a sentire la necessità di avere rapporti commerciali con l'India e con il Giappone, però incontrano una forte resistenza da parte del Giappone e della Cina. Questi stati si erano già aperti nei confronti dell'occidente nel 1600, però poi si erano chiusi del tutto → si erano isolati. Nel 1850 l'Europa e gli Stati Uniti riprovano a commerciare con questi forti della loro superiorità militare. L'occidente decide quindi di costringere l'oriente a commerciare con l'Europa, portando le corazzate nei porti cinesi, bloccando tutti gli altri traffici e sparando anche sulle coste. La Cina e il Giappone vengono così piegate dalla superiorità europea, e questo fu percepito come un vero e proprio sopruso, ma ci fu anche chi si rese conto delle grandi possibilità che il commercio con l'occidente avrebbe portato.

Comunque il Giappone e la Cina, da quando si erano chiusi rispetto all'occidente nel 1600, erano andati progressivamente in crisi. Questi stati avevano sì complesse strutture sociali, ed avevano anche tecnologie che l'Europa non aveva, tuttavia l'isolamento dal 1650 in poi aveva reso arretrate le loro strutture, ed intanto l'Europa era progredita. Rimangono così in ritardo.La società era rimasta bloccata in oriente → blocco sociale. Questo comporta un ritardo produttivo e tecnologico. Prima si ammiravano le produzioni cinesi, mentre ora meno.

L'Europa vuole incrementare gli scambi, e l'arretratezza degli orientali aumenta le vendite . Un momento cardine saranno le guerre dell'oppio.

L'Inghilterra aveva colonizzato l'india, dove come tuttora si coltivava l'oppio. Come con la droga oggi, anche allora ci si potevano fare grandi affari economici. I mercati inglesi avevano trovato ampio spazio in Cina, dove l'usanza del fumo si era diffusa in tutte le classi sociali. Meno diffusa era invece questa pratica in Inghilterra, dove l'alto prezzo lo rendeva accessibile solo ai ricchi. In Inghilterra esistevano infatti le fumerie, frequentate appunto da ricchi e da intellettuali. Molti scrittori amavano scrivere sotto l'effetto dell'oppio, come ad esempio Coleridge. La droga veniva considerata un modo per espandere la sensibilità.Dato che in Europa l'usanza era poco diffusa, in Cina si vendeva molto di più, ed in tutte i i ceti sociali. Il governo cinese però si accorge che il popolo stava cominciando ad essere dipendente, e capisce che questo potrebbe essere un problema, ed allora decide di proibire il commercio dell'oppio. L'Inghilterra però non accetta questo veto, e dichiara guerra in nome della “libertà di commercio”. Questo era in interesse puramente economico, ovvero agli inglesi interessava poter vendere in Cina ciò che comunque sarebbe stato vietato vendere in madrepatria. La vendita dell'oppio sarebbe infatti stata vietata in Inghilterra se avesse raggiunto tali livelli.

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1871 1894 19140

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40

60

80

100

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Popolazione (milioni)

Si forma così l'idea che fuori dall'Europa si possa fare ciò che in Europa non è possibile.

LEZIONE 12 9/10/2012

Dopo le guerre dell'oppio in Cina, bisogna analizzare i due diversi modi in cui si sviluppa il rapporto tra Europa e Cina e tra Europa e Giappone. Questi due rapporti si sviluppano in modi opposti: il Giappone avrà un boom economico nei 50 anni successivi, mentre la Cina verrà sottomessa dal mercato europeo.

Il Giappone fa un “miracolo economico” → dopo aver subito il commercio europeo, prende come esempio la società europea e si adatta ai suoi modelli. Seguendo i modelli occidentali arriverà ad avere un boom economico, un rapidissimo sviluppo. In 50 anni il Giappone si industrializza e raggiunge il livello di modernità degli altri stati europei. E questo è reso ancora più rilevante dal fatto che il Giappone non aveva materie prime: il capitalismo industriale dei giapponesi è quindi del tutto nuovo. Il modello capitalista giapponese infatti unisce tecnologia occidentale, modelli occidentali e tradizioni giapponesi. Il Giappone infatti non perde le sue caratteristiche perché vengono conservare all'interno di una complicata rivoluzione.

La società giapponese era arretrata, statica. La sua gerarchi vedeva al suo apice un imperatore, il cui potere era ormai decaduto, e sotto di esso dei signori di stampo feudale [un feudalismo diverso da quello europeo], i daimyo, che aveano dei servi molto fedeli, i samurai. Questi avevano un forte legame con il loro signore, e non l'avrebbero mai tradito.

Questo modello fu unito al modello di società industrializzata occidentale, e finì per formare uno strettissimo rapporto tra datori di lavoro e dipendenti, un rapporto molto solido di fedeltà reciproca . Proprio grazie a questa compattezza sociale la società giapponese progredirà facilmente, perché ci saranno poche proteste, ed ognuno sa di lavorare per l'altro. Gli operai giapponesi si riconoscono nella fabbrica in cui lavorano.

Quella giapponese è una rivoluzione che parte dall'alto → il vecchio modello feudale viene adattato al modello industriale. Le classi dirigenti impongono una rivoluzione industriale, e si aprono anche ad un mutamento verso una strutturazione più liberale della società. Tutti i mutamenti vengono però imposti dall'alto.

Il Giappone ha adattato i modelli occidentali ai propri. Il Giappone ha capito che per non essere dominato, doveva adattarsi, e lo ha fatto.

I giapponesi diventano sia consumatori per produttori. Al contrario, in Cina aumenta il degrado.

Cina e Giappone erano rimasti arretrati perché caduti nello stesso problema → si erano imposti i “signori della guerra” → il potere centrale si era indebolito, e quindi era passato in mano a dei signori dotati di eserciti che combattevano per la supremazia (shogun). Il fatto che il potere centrale sia debole fa regredire lo stato.

Il potere cinese era fortemente limitato per le dimensioni dello stato → un territorio così grande era quasi impossibile da governare. Gli europei per insediarsi in Cina erano arrivati e si erano insediati nei maggiori porti: Hong Kong, Shangai, Canton, Macao. In seguito all'insediamento inglese queste città divengono internazionali. Da queste città partono tutti i commerci inglesi con la Cina. L'unica città interna in cui gli inglesi si insediano è Pechino, per riuscire ad influenzare le decisioni dell'imperatore.

Noi di solito pensiamo alla Cina come un paese che è sempre stato più arretrato dell'Europa. Invece non è sempre stato così. L a Cina è sempre stato un grande paese, prima dell'Europa . Fino al 1700 la Cina era più sviluppata dell'Europa, solo che in seguito il era decaduto perché aveva perso il controllo. Il dislivello tra Europa e oriente si è formato dopo il 1700. La Cina in età moderna aveva avuto problemi politici, e gli europei, trovando in difficoltà il paese, hanno facilmente potuto influenzarne le scelte.

L'Indocina invece, il territorio a sud della Cina, era combattuto tra le due grandi potenze confinanti, Cina ed India. In passato c'erano state fiorenti società, ma ora queste erano cessate. Giappone e Cina invece si contendevano la Corea.

In tutte le case inglesi, dal 1800 in poi sono presenti le cineserie → piccole collezioni di arte cinese. Infatti c'è un intenso traffico di arte dall'oriente verso l'occidente. Si tratta per lo più di porcellane, e di oggetti di valore/qualità.

La Cina, a differenza del Giappone, subisce la presenza europea. Questo porta anche a ribellioni → ci sono anche fenomeni di nazionalismo. La prima rivolta è la rivolta di Taiping, mentre la seconda è la rivolta dei boxer. Sono rivolte nazionalistiche, atte a cacciare gli stranieri, che sono anche giustamente visti come male. In Giappone il fenomeno è più attenuato.

L'imperialismo è l'ampio progetto che coinvolge anche la colonizzazione di Cina e Giappone. L'imperialismo è il progetto di conquista di territori al di fuori dei propri. Questo progetto di comprendere di altre civiltà → costruzione di un impero → tutti gli stati europei sognano di avere un impero (anche l'Italia).

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In Inghilterra la regina Vittoria è diventerà la regina dell'impero. Comunque anche Francia, Belgio, Germania ecc.. tentano di trasformarsi in un impero.

Originariamente, già alla metà del 1800 l'India era in mani inglesi. Allora gli europei controllavano solo aree costiere per scambiare merci con la popolazione interna. Ad esempio l'Inghilterra controllava Calcutta, la Francia controllava Madras (oggi Chiennai), il Portogallo controllava Goa ecc.. Ed erano state colonizzate città anche in Africa, per la tratta dei neri.Nel 1800 però cambia l'idea → si vuole controllare tutto il territorio, senza limitarsi agli scambi. Gli inglesi quindi si espandono dalle coste all'entroterra, e tutto ciò non viene fatto dalla compagnia delle Indie come in precedenza, ma dallo stesso stato inglese, che si era fatto cedere i poteri. La regina vittoria è quindi imperatrice dell'india, che diventa un vice-regno inglese. Di solito, sul posto, rimangono al comando i precedenti capi locali (rajah o marajah), con la differenza che ora questi devono avere un occhi di riguardo nei confronto del presente potere inglese.

La questione più importante posta è perché si passa all'imperialismo?1) Prima ipotesi, per la semplice voglia di costruire imperi (esigenze politiche)2) Seconda ipotesi, perché era una necessità del capitalismo → il capitalismo necessitava sempre di nuovi

spazi, nuovi bisogni economici → bisognava avere un maggiore mercato, più materie prime e luoghi di investimento

3) Terza ipotesi, per il senso di superiorità (teoria raccontata spesso dai colonizzatori) → i colonizzatori sostengono di andare in giro a portare la civiltà per una loro missione morale. Ad esempio Rudyard Kiepling, un poeta inglese, convinto innamorato di queste aree, sostiene che il bianco sia l'uomo dominatore, più sviluppato, e che questi abbia il compito di diffondere la civiltà occidentale, la più sviluppata. Questi aveva scritto una poesia nella quale sosteneva che l'uomo bianco aveva un fardello, quello di dover diffondere la civiltà, a sue spese e spesso venendo visto come malvagio.Questo principio è ovviamente discutibile, ma molti ne erano anche convinti. Comunque nell'opera inglese c'è anche un fattore di civilizzazione, perché le ferrovie indiane sono inglesi, così come le strade in Africa. Questo aspetto appare però marginale, sembra una giustificazione. In questa teoria inoltre c'è una componente evidente di razzismo, perché gli altri uomini vengono considerati inferiori per natura.

L'ipotesi più accreditata è naturalmente la seconda, ovvero che l'imperialismo sia dovuto a motivi economici, mentre al secondo posto viene posta la motivazione politica.

Joseph Schumpeter, un economista austriaco del 1900, è invece contrario alla teoria economica, e segue un'ipotesi già fatta da Hobson. Questi afferma che l'imperialismo nasce perché:

1) L'Europa era in espansione economica accentuata e la troppa produzione aveva creato una crisi → crisi di sovrapproduzione. Per questo servivano nuovi mercati, che non potevano essere più un Europa (come avrebbero potuto essere quindi i Balcani, ancora arretrati, perché si sarebbero esauriti presto), ma che dovevano essere posti nuovi, come Asia e Africa. Dato che bisognava assicurarsi nuovi mercati, non bastava allora esportare semplicemente le proprie merci, ma bisognava costringere al monopolio → bisognava conquistare questi nuovi territori. L'Inghilterra voleva poter vendere i prodotti che voleva lei al prezzo che voleva lei (sottospecie di protezionismo)

2) L'espansione industriale necessitava di ricevere materie prime a basso costo, disponibili nei paesi arretrati. Ad esempio a fine 1800 cominciava a servire la gomma per gli pneumatici. L'albero della gomma si trovava solo in sud America oppure in Africa, in Congo. La necessità di materie prime in ingenti quantità, che ne impedisce il semplice acquisto dalle popolazioni locali, rende necessaria la costruzione di moderni impianti che consentano un massiccio prelievo di questo materiale → bisogna quindi andare sul posto.

3) L'industrializzazione inoltre aveva portato troppi capitali → troppi capitali, sembra strano, ma portano alla crisi, perché la gente non sa più dove investirli. Se non si può più investire avviene la crisi, quindi bisognava trovare nuovi luoghi di investimento. Servono posti nuovi, e questi posti possono essere o l'Italia, o la Russia, o i Balcani, tutti paesi arretrati, che però se usati verrebbero esauriti subito, e servirebbero comunque altri posti.

Secondo Schumpeter le esigenze economiche sono tutte vere, ma secondo lui sarebbero state tutte risolvibili anche senza l'imperialismo, senza conquistare i territori. Si potevano ad esempio comprare le materie prime, a prezzi comunque bassi, e la forza economica dell'Europa si sarebbe comunque imposta facilmente nella debole economia di questi paesi.Pertanto secondo Schumpeter la motivazione è soprattutto politica. Gli stati europei hanno voluto esportare all'esterno i loro scontri interni, dopo aver visto quanto dannosi essi potevano essere . Combattere in Europa avrebbe frenato l'economia, e pertanto bisognava combattere all'estero. Così per un certo periodo succede che ad ogni conquista inglese ne corrisponde una francese, poi una spagnola, poi una tedesca e così via. Nasce la corsa imperialista, per motivi strettamente politici.

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LEZIONE 13 13/10/2012

I due continenti più interessati dall'imperialismo sono stati Asia e Africa.

L'Africa era quasi interamente controllata da Francia ed Inghilterra, ma ci sono comunque anche interventi di altri paesi. La Germania ad esempio aveva il Camerun, l'Italia aveva la Somalia (ed in seguito anche l'Etiopia), mentre il Portogallo ha l'Angola e il Mozambico. Il Belgio aveva il Congo. Caso eccezionale è invece il Sudafrica, colonia olandese già dal 1600. Rimarrà tale fino al 1850, quando verrà conquistata dagli inglesi nella guerra anglo-boera.Gli inglesi rappresentano senz'altro la maggiore presenza in Africa, perché la controllano da nord a sud. Hanno l'Egitto e il Sudafrica, e tutta la fascia est (anche il Sudan).La Francia controllava l'Africa del nord, fino al golfo di Guinea (fino al Congo francese). Controllava quindi Marocco, Algeria, Tunisia → tutti gli stati occidentali fino al golfo di Guinea.

La Germania si affacciò sull'Africa con maggiore ritardo, a causa della politica di Bismarck. La Germania era anche meno interessata all'espansione coloniale. Alla fine prende una parte ad oriente ed una ad occidente. L'Africa orientale tedesca interromperà la fascia di dominio inglese → sarà quindi fastidiosa.

L'Italia cercava sopratutto possedimenti nel nord Africa, perché le sarebbero stati più convenienti → sarebbero stati come una semplice espansione. Soprattutto l'Italia mira alla Tunisia, molto vicina alla Sicilia. L'Italia però comincia ad andare a caccia di colonie dopo la Francia, e quindi nel nord Africa deve accontentarsi dell'unico posto rimasto libero, la Libia. La Libia era però uno stato di difficile controllo, perché era desertica, e c'erano diverse tribù. L'Italia prende al libia all'inizio del 1900.In seguito l'Italia mirerà anche la corno d'Africa, la penisola che chiude il Mar Rosso. L' colonizzerà la Somalia e l'Etiopia, gli unici stati rimasti liberi. Qui incontrerà altre difficoltà (gli stati rimasti liberi erano quelli scartati perché di troppo difficile controllo). L'Italia prenderà poi anche l'Eritrea.

Il Congo sarà un caso anomalo, perché diventa proprietà del re del Belgio → possedimento “personale”. In seguito però fu ceduto allo stato.

Questo tipo di colonialismo dura all'incirca 100 anni, dal 1850 al1950. La fase di conquista però dura 20 anni, ed è alla fine del 1800. Tutti i paesi africani vengono colonizzati.

Ma prima com'era la situazione in Africa?L'Africa del nord apparteneva all'impero ottomano. Tutti gli stati dall'Egitto al Marocco appartenevano all'impero ottomano, che però si stava ormai sfaldando, ed era anzi ormai disgregato. Me facevano parte quindi solo formalmente.Sotto il nord Africa inizia l'Africa nera, che è in mano a tribù in lotta tra di loro che controllavano le singole regioni. L'Etiopia infatti era stata scartata perché popolata da tribù troppo organizzate, e quindi di conquista più impegnativa. In altri territori la popolazione non era quasi per nulla organizzata. Queste popolazioni inoltre non erano del tutto disarmate, perché se una nazione europea voleva conquistare una regione, tutte le altri nazioni europee correvano a vendere armi a questa.Il Sudafrica invece era già olandese.

In rapporto all'Europa, queste regioni erano molto meno popolate → si trattava circa di 80 milioni di abitanti, c'erano inoltre vaste aree disabitate, e c'era un alto tasso di mortalità.

L'Africa del nord:

L'Egitto era un possedimento ottomano molto importante, e nel tempo si era reso quasi indipendente → aveva una larga autonomia.Era un paese strategico fondamentale, come lo era stato anche in precedenza, perché oltre all'interesse culturale ed oltre alle città ricche, come Alessandria ed Il Cairo, era diventato un paese molto importante per il commercio. A questi tempi risale infatti l'idea di scavare un canale che permettesse di evitare la circumnavigazione dell'Africa → si comincia a pensare allo scavo a Suez di un canale che connetta Mar Mediterraneo e Mar Rosso.Questo canale sarebbe stato scavato a Suez, in territorio egiziano, e per questo serviva un accordo con l'Egitto. Scavare questo canale sarebbe stato un enorme investimento economico, e per questo chiunque l'avesse fatto avrebbe preteso un lauto rientro economico → sarebbe stato richiesto un pedaggio. Per questo serviva sicurezza sui diritti di sfruttamento dell'opera.

I primi a pensare alla creazione del canale erano stati i francesi, ovvero quelli che ne avrebbero avuto maggiori vantaggi, perché ciò avrebbe facilitato loro il commercio con l'India e l'oriente in generale. L'ingegnere Ferdinand de Lesseps fa il progetto, e raccoglie i soldi per la creazione del canale, e fonda anche la società che dovrebbe scavare il canale. In seguito fa anche trattative con l'Egitto, per cui il canale, una volta fatto, sarebbe appartenuto all'Egitto e alla Francia. Il primo progetto viene approvato, ed in seguito completato.Intanto però il governo egiziano aveva contratto un elevato debito estero, ed a causa di ciò fu costretto a vendere la

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sua quota del canale, il 44%, all'Inghilterra, che assicurava il controllo così della sua rotta per le Indie.Ora che gli inglesi controllano anche loro il pedaggio, decidono di conquistare l'Egitto per assicurarsene meglio il controllo. Nonostante in Egitto regni ancora il pascià egiziano, il canale è di fatto controllato dagli inglesi. Ora, grazie a questa svolta, chi vuole utilizzare il canale, non solo deve pagare un pedaggio che verrà spartito tra Inghilterra e Francia, ma dovrà anche essere d'accordo con la politica di questi ultimi.

Grazie al nuovo canale, alcune città egiziane diventano veramente cosmopolite, anche se comunque il vantaggio maggiore del canale va all'Inghilterra, che poi deciderà di conquistare anche il Sudan (a sud dell'Egitto) e anche il corno d'Africa per consolidare il suo controllo sul Mar Rosso.In Sudan avviene però l'unica grande sconfitta inglese → gli inglesi vengono sconfitti a Khartoum dalla resistenza sudanese → questa sconfitta sarà molto umiliante, infatti l'Inghilterra invierà molto presto un ulteriore esercito per dimostrare ci non essere superabile. Questa sconfitta è dovuta soprattutto al minor numero degli inglesi, ma certamente in gran parte anche alla loro superficialità, e perché i sudanesi erano senz'altro stati armati dagli stati europei concorrenti dell'Inghilterra.[lo stesso errore è quasi stato commesso dall'Italia nella guerra contro l'Etiopia → gli italiani sono quasi stati sconfitti perché hanno sottovalutato l'esercito avversario. Invece gli etiopi erano molto più organizzati e meglio armati di quello che si pensava → l'Italia ha rischiato la sconfitta]

Il commercio degli schiavi in Africa era condotto indirettamente dagli europei → erano gli stessi africani a prendere gli schiavi in cambio di armi, mentre gli europei si limitavano a prelevare gli schiavi e a portarli in America. I commercianti di schiavi erano quindi arabi o africani.

Il problema degli africani era che erano troppo divisi → si trattava di diverse tribù, spesso in odio antico tra di loro. Per questo erano di facile conquista. In Sudan invece ci sarà un capo che riesce ad unire le tribù perché si difendano tutte insieme dal comune nemico inglese, e questi è il Mahdi. [in Etiopia ci sarà invece il Negus]. Queste resistenze comunque non sono in grado di resistere a lungo.

All'epoca l'Africa era in gran parte inesplorata → all'epoca anche gli esploratori venivano mandati per conquistare → gli esploratori andavano in Africa, facevano carte ecc.. ma raccontavano anche alla madrepatria quali erano i territori migliori da colonizzare. [Gli esploratori inglesi avevano infatti scartato l'Etiopia, giudicata invece valida dagli esploratori italiani].

Il Sudafrica invece è un caso anomalo, perché era un territorio che, a causa del clima favorevole era già stato colonizzato dagli olandesi nel 1600. In Sudafrica c'erano quindi i bianchi. Gli olandesi si erano accorti che quelle zone erano economicamente utili, perché si potevano coltivare gli stessi alimenti europei. Gli olandesi non si erano limitati alla costa, ma erano andati anche nell'entroterra. Nel 1600 migliaia di olandesi si erano insediati nell'Africa meridionale.I coloni olandesi erano stati detti “Afrikaner”, ed erano bianchi stabilitisi lì ormai da lungo tempo, e nel tempo erano diventati ricchi e potenti, e per questo avevano attirato l'attenzione inglese.Intorno al 1850 ci si rende conto anche che il Sudafrica aveva anche importanti giacimenti minerari di oro e diamanti → l'Inghilterra procede dunque immediatamente alla conquista.L'Inghilterra manda l'esercito in Sudafrica, e i boeri resistono finché possono, ma poi ovviamente cedono contro quello che allora era l'esercito più forte del mondo.[allora il Sudafrica era uno stato molto più grande di quello attuale → includeva anche alcuni stati a nord del Sudafrica, come la Namibia e il Botswana].

Intanto l'inglese Edmund Cecil Rhodes aveva conquistato ampi territori dell'Africa orientale, quelli dove c'erano in maggior quantità oro e diamanti (il territorio che da lui prende il nome di Rhodesia). Grazie a questa avventura, alla sua morte sarà uno degli uomini più ricchi del mondo.Ora tutto il Sudafrica e tutte le sue ricchezze sono in mani inglesi.

La Francia invece conquista l'Algeria [fino al 1960 gli algerini avranno anche cittadinanza francese] e poi prende anche la Tunisia, dalla cui conquista è generato uno scontro con l'Italia, che ne era interessata.La Francia è anche interessata al Marocco, stato voluto però anche da Germania ed Italia → infatti la colonizzazione non è organizzata, ma ognuno cerca di arraffarsi ciò che può. Questo problema viene risolto con trattative, ma anche con spionaggi e vendita di armi agli avversari.La Francia conquista anche il golfo di Guinea, e quindi tutti i porto dove attraccherebbe chi dovesse circumnavigare l'Africa. Il Marocco diviene francese, anche se la Germania aveva mandato un esercito per conquistarlo.

Gli episodi che avvengono in Congo invece sono i più clamorosi dell'epoca, perché sono la prova che esiste un' opinione pubblica contraria al colonialismo .Il re del Belgio aveva infatti creato una fondazione che doveva civilizzare i paesi africani → per questo molti azionisti versano soldi, e il re compra un grande territorio, il Congo belga. Risalendo il fiume Congo [il fiume che da il nome allo stato] si giunge al cuore della foresta tropicale, dove ci sono molti alberi di gomma, e la gomma era una materia prima

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molto richiesta all'epoca.A questo punto la fondazione benefica diventa una fondazione economica, che comincia ad estrarre la gomma e a commerciarla, sfruttando la manodopera locale. Però, dal momento che pochissimi europei si erano trasferiti in Africa, che arrivava moltissima gomma e ad un prezzo molto basso, gli europei cominciano a chiedersi come ciò sia possibile.Alla fine si capisce che i pochi bianchi, armati, riuscivano a far lavorare gratis migliaia di neri con un sistema atroce → i bianchi sequestravano le famiglie ai neri, e li costringevano così a lavorare.Quando questa notizia giunge in Europa (dove tutti teoricamente sono contrari alla schiavitù) gli inglesi sollevano un forte scandalo, probabilmente in maniera anche ipocrita, perché essi stessi praticavano forse questo sistema.Tutto questo sistema viene descritto nel libro “cuore di tenebra” di Joseph Conrad.

LEZIONE 14 15/10/2012

Sfruttamento esemplare del Congo, con metodi atroci → non potendo avere il controllo totale vengono usati sistemi costrittivi ed anche disumani.Ciò però ebbe un peso → alla fine del 1800 inizia il movimento dell'opinione pubblica contro il colonialismo . Inizialmente è un movimento minoritario, ma poi acquista sempre maggiore peso. Era un sistema “a cerchio” → gli inglesi attaccavano la Germania, mentre questa attaccava la Francia, ed infine la Francia attaccava l'Inghilterra. Ognuno salvava il proprio colonialismo ed attaccava quello degli altri.

In America invece non si parla di colonialismo, ma di imperialismo, un imperialismo sviluppato però in maniera diversa rispetto all'Europa → gli stati uniti infatti non conquistano altri stati, ma riescono comunque a controllare la loro economia sfruttando al forza della loro → dominano l'economia degli altri paesi, e ne limitano la libertà. Però li proteggono anche da ingerenze europee. Formalmente non nasce alcun impero, ma nei fatti l'America è controllata dagli Stati Uniti. Vale comunque ancora la dottrina di Monroe per quello che riguarda interventi europei in America.L'America però era sempre cresciuta con il mito della frontiera (detto anche mito del pioniere) → il confine americano era sempre stato mobile. Però alla fine del 1800 il confine dovrebbe fermarsi, perché si sono esaurite le terre da colonizzare. Non riuscendo a fermare la loro voglia espansionistica, una volta arrivati al pacifico, gli americani vanno oltre, e sbarcano nelle isole Hawaii, come anche in Cina e nelle isole Filippine. Saranno infatti le navi americane ad obbligare il Giappone al commercio. Gli Stati Uniti conquistano le isole Filippine, prima proprietà spagnola, ma come si sa la Spagna in questo periodo stava decadendo. Il presidente americano Roosvelt segna un punto di svolta nella politica americana, perché rompe con Monroe → gli interventi americani vanno oltre il loro continente. La politica americana comincia quindi a diventare imperialista, e non più isolazionista.Roosvelt sostenev che gli Stati Uniti dovessero controllare l'Oceano Pacifico.Le isole Filippine non diventano ufficialmente parte dello stato americano, e non vengono colonizzate, però gli americani ci tengono il loro esercito, e tuttora ci sono basi militari americane.Il Porto Rico invece viene abbandonato dalla Spagna, e gli Stati Uniti lo inglobano sotto il loro protettorato. Ancora oggi sono strettamente legati.L'Alaska era in precedenza uno stato russo, ma alla fine del 1800 viene comprato dagli americani.Cuba era spagnola, ma diventa formalmente indipendente, anche se è dominata dall'economia americana.L'Oceano Pacifico ed i Caraibi finiscono per essere soggetti al particolare imperialismo americano.

L'Oceania era ormai da tempo una colonia inglese.

L'Asia: l'Asia del nord è formalmente russa, anche se fino al 1850 non era materialmente controllata dalla Russia. L'esercito russo non aveva mai infatti oltrepassato il Mar Caspio. Dopo di esso vi erano infatti canati indipendenti.Dopo il 1850 avviene però un fortissimo scontro politico tra Russia ed Inghilterra → l'Inghilterra stava infatti costruendo il suo impero in India, un territorio confinante con l'Afghanistan. Per questo l'Afghanistan sarà a partire dalla seconda metà del 1800 centro di continue vicende belliche, in quanto stato che divide la Russia dall'Inghilterra.La Russia voleva arrivare fino all'Afghanistan per minacciare il controllo inglese in india, mentre gli inglesi volevano tenere sotto controllo l'Afghanistan per influenzare la Russia → ci sarà un “grande gioco”. In gioco c'è il controllo dell'Asia centrale. La vittima di tutto questo sistema sarà ovviamente lo stato afgano, che sarà un paese conteso in continua guerra . Aveva all'epoca una struttura tribale, alla quale gli inglesi subentrarono portando gli interessi degli altri paesi.

Il cuore del colonialismo inglese è l'India. L'India forniva infatti molti prodotti per l'occidente, ed era anche il terminale di tutti i traffici provenienti dalla Cina e dall'Indocina. Da quando i possedimenti della compagnia delle indie erano passati di mano allo stato inglese, l'Inghilterra aveva intrapreso la sua colonizzazione, in seguito ad i molti investimenti ricevuti da azionisti di tutto lo stato. Così comincia a costruire le infrastrutture in India (soprattutto le ferrovie).

Ci sarà anche un episodio nel quale i russi tentano di far insorgere contro gli inglesi l'esercito inglese (che è composto soprattutto da indiani → gli inglesi non mettevano a rischio i loro uomini). Una volta cacciati gli inglesi, i russi sarebbero ovviamente subentrati.

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L'India era uno stato comunque avanzato, ma gli indiani venivano trattati dagli inglesi come inferiori . La Russia gioca infatti su quest'aspetto. La classe dirigente indiana aveva studiato in Inghilterra (ad esempio Ghandi ha condotto la sua battaglia con la cultura inglese). Inoltre i soldati indiani potevano diventare al massimo sergenti → le cariche superiori erano riservate a persone di origine inglese. La Russia fa leva su tutto ciò.

L'Inghilterra mantiene comunque un atteggiamento uguale nei confronti della Russia → quest'ultima conduceva infatti un diverso tipo di imperialismo → un imperialismo interno. La Russia cercava di colonizzare tutti quei territori formalmente appartenenti all'impero russo che però erano stati lasciati a poteri locali. In questa fase viene costruita la ferrovia trans-siberiana, una lunga opera che mirava a migliorare il controllo dell'Asia centrale (stati come il Tagikistan e il Kirghizistan → stati di cultura asiatica ma di religione musulmana, prima indipendenti, e ora russi). L'esercito russo si muove comunque solo fino al lago Aral.

La Cina appartiene all'Inghilterra. Per questo la Francia prova a prendere l'Indocina. L'Indonesia invece è divisa tra Inghilterra ed Olanda.L'Indocina consiste negli stati del Vietnam, Cambogia, Laos, Thailandia. Gli inglesi cercano ovviamente di disturbare la Francia anche qui. L'Indocina non aveva un grande prestigio economico, ma era un importante luogo di traffici.

Il Giappone rimane indipendente, mentre la Cina rimane parzialmente indipendente. Questi sono gli unici due stati asiatici che riescono a conservare l'autonomia. L'Asia viene quasi totalmente colonizzata.

Le isole come lo Sri Lanka sono inglesi, mentre le più piccole isole, se prive di interessi economici, vengono trascurate. Altrimenti sono o inglesi o olandesi.

Capitolo 22 – l'Italia fino al 1896

Nel 1896 finisce il periodo crispino, epoca politica che prende il nome dal politico Francesco Crispi. Nel 1876 finisce il periodo della destra storica, e passa al governo la sinistra storica, che regnerà fino al 1882. A questa fase della sinistra storica segue il periodo crispino. I 4 anni di chiusura del secolo saranno 4 anni confusi, seguiti dall'Italia Giolittiana.

La sinistra storica non è una sinistra democratica. Essa proviene però dagli ideali democratici di Mazzini, anche se ormai ha perso il suo vigore, ed è pertanto più moderata, più conservatrice. Viene persa la democrazia come era concepita da Mazzini e Garibaldi. Le posizioni di questi due sono ora considerate di sinistra radicale. La destra storica rappresenta la sinistra liberale.

Francesco Crispi aveva combattuto con Garibaldi durante la spedizione dei mille, anzi, era stato colui che aveva organizzato lo sbarco. Quando però diventa ministro, “liberalizza” le sue posizioni.La sinistra storica rappresenta socialmente le classi medie → studenti, intellettuali, i mediamente agiati (il proletariato ancora non votava; mancava infatti il suffragio universale maschile).In questi anni sta però nascendo il socialismo, che deve rappresentare la classe meno agiata, il proletariato. I socialisti sono però ancora fuori dal parlamento.

La sinistra vince sotto la guida di Agostino Depretis nel 1876, dopo 16 anni di opposizione. Ha vinto perché aveva presentato un programma riformista → fa delle aperture. Vince anche perché la destra aveva esaurito il suo progetto, ovvero il pareggio di bilancio. L'Italia infatti non ha più debiti, ed alle elezioni la sinistra vince perché la destra non aveva sviluppato l'economia → la sinistra accusa la destra di non aver sviluppato il mercato, di non aver il popolo e di aver posto troppe tasse. Inoltre non sono state costruite infrastrutture.La sinistra si fa forte del progetto dell'abolizione della tassa sul macinato. Il suo programma comprenderà tutto ciò che è mancato alla destra. La sinistra storica ha due famosi primi ministri: Agostino Depretis e Benedetto Cairoli.

Essa propone un programma riformista, per cambiare l'Italia. Questo programma è basato su 3 riforme:1) Con la legge Coppino si vuole correggere l'errore della destra storica per quanto riguarda l'insegnamento → se

infatti la destra storica aveva lasciato l'opportunità dell'alfabetizzazione alla discrezione dei comuni, senza dare loro finanziamenti, la riforma della sinistra pone obbligo di frequenza scolastica ai 9 anni di età, e rende perseguibile chi non manda i figli a scuola.La sinistra è convinta che per sradicare il feudalesimo bisogna agire con forza, e la scuola deve diventare monopolio dello stato. I risultati rimangono comunque modesti.L'alfabetizzazione in Italia raggiunge il 50%, mentre in Inghilterra gli alfabetizzati erano già l'85%. Inoltre, come ora c'erano le sanzioni, ma non c'era chi controllava che le leggi fossero rispettate.

2) La sinistra fa anche una riforma elettorale che amplia il suffragio → tutta Europa aveva capito infatti che devono votare più persone. Questa riforma porta i votanti al 5% della popolazione, mentre una successiva riforma li aumenterà ulteriormente al 7%. Tuttavia molti di coloro che avevano accesso al voto non votavano perché cattolici.La teoria è che per sentirsi parte dello stato bisogna sentirsi importanti per esso → i cittadini devono

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votare. Altrimenti vedranno sempre lo stato come qualcosa di ostile, estraneo. In questi anni matura l'idea che i cittadini fanno lo stato, la sinistra avrebbe dovuto in teoria già abolire il suffragio censitario, ma in Italia le riforme vengono condotte lentamente.

3) La terza ed ultima riforma è la riforma fiscale → viene abolita la tassa sul macinato.

Nel 1882 entra per la prima volta in parlamento un deputato socialista, Andrea Costa.

Fatte queste 3 riforme, la sinistra storica esaurisce il suo compito, ed alle elezioni successive Depretis propone un nuovo modello politico, il trasformismo. Questo sistema è paragonato al connubio per i risultato che porta.La teoria è che essendo ormai le differenze tra destra e sinistra venute meno, la spaccatura tra le due fazioni non ha più senso, e per questo i parlamentari si uniscono in un unico blocco. I governi possono ora comporre e scomporre gruppi diversi. In questo modo si può arrivare ad avere una maggioranza che sfiora anche il 90% dei deputati.

Attualmente a destra si trovano i clericali (cattolici), mentre a sinistra ci sono i democratici, i mazziniani, più il deputato socialista.

In questo sistema di enorme maggioranza e piccole deviazioni si dovrebbe raggiungere un'altissima stabilità, se non fosse per il fatto che questa maggioranza è estremamente frammentata → ci sono comunque frequenti mutamenti di governo. Inoltre la mancanza dell'opposizione è un fatto negativo.

LEZIONE 15 20/10/2012

[La città di Hausmann è la prima città costruita in maniera razionale, avente certe caratteristiche: ha viali molto ampi, le case sono tutte della stessa altezza (mentre le città medievali avevano torri e case basse) e le case ed i palazzi hanno anche ornamenti uguali. Alla fine del 1800 i palazzi continuano ad essere tutti uguali.Mentre le città romane erano costruite intorno a 2 assi principali (il cardus maximus e il decumanus maximus), la città di Hausmann comprende più boulevard (viali ampi, fino a 6 corsie) paralleli, che si snodano circolarmente per la città. Questo espande notevolmente il trasporto.Ci sono anche motivazioni politiche in ciò: non ci sono più strade o luoghi che possono essere facilmente barricati durante una rivolta. Inoltre sono state costruite nuove fognature.Ad esempio, a Londra, fino al 1850 tutte le fognature scaricavano direttamente nel Tamigi nel centro della città. Essendo la città in quest'epoca diventata ormai massiccia, gli ingenti scarichi di liquami rendevano il fiume estremamente puzzolente, ed irrespirabile l'aria nei suoi dintorni. Il 1800 è il secolo in cui tutti questi problemi devono essere risolti → viene fatto un sistema di fognature in modo che le fognature scarichino i liquami sempre nel Tamigi, ma più avanti nel corso del fiume.Inoltre nel 1800 cominciano ad essere costruite le prime metropolitane → bisogna fare scavi sotterranei. Parigi è anche la prima città dove è stata costruita la posta pneumatica.]

Il trasformismo: la situazione economica in Italia: l'Italia era in questo periodo prevalentemente contadina. Nello stesso periodo, il 1870-1880, la Francia, il Belgio e l'Inghilterra erano fortemente industrializzate: l'industria rappresentava lì il 30-40% della forza lavoro. In Italia invece essa era il 5% → bassa industrializzazione.La maggior parte degli italiani lavorava i campi in campagna, soprattutto nel meridione, che era la parte più arretrata. Le condizioni di vita dei contadini erano drammatiche. Nel 1877 il parlamento aveva fatto un'inchiesta per vedere quali fossero le condizioni di vita dei contadini nelle campagne (inchiesta agraria), e per vedere come funzionava l'agricoltura.La relazione, condotta da Jacini mostrava che i contadini vivevano ancora in uno stato quasi animalesco: le loro case erano fatte ancora di fango (casoni) e non esisteva alcuna divisione tra le bestie e gli uomini → abitavano nello stesso ambiente. L'alimentazione era poverissima, e quasi tutti i contadini avevano contratto malattie legate all'alimentazione, come la pellagra. Nonostante l'esistenza di leggi che obbligassero alla frequenza scolastica, nessuno frequentava le scuole.

A ciò subentro la questione del grano americano → ora che gli americani, dopo le guerre di secessione, avevano completato la conquista dell'ovest, avevano costruito grandi ferrovie, e queste grandi aree appena conquistate erano state messe a coltura. Questa area, successivamente denominava cerchio del grano, aveva un enorme capacità produttiva, ed il grano cominciò quindi a giungere in Europa a prezzi estremamente ribassati. Il grano europeo fu travolto dal prezzo estremamente basso di quello americano, e per questo il sistema agricolo europeo fu costretto a dimezzare i prezzi per poter vendere. Questo causò a breve tempo una crisi agricola, che colpì i proprietari terrieri ed anche i coltivatori stessi. Ora che inoltre cominciavano a circolare i macchinari agricoli, e che le “braccia” servivano sempre meno, ed i contadini cominciavano ad essere licenziati a causa della crisi. Per i contadini, la crisi era anche aggravata dal calo recente della mortalità infantile → se prima in contadini facevano 12 figli e presto rimanevano con 4, ora ne restavano vivi 8, e c'erano più bocche da sfamare.Il risultato di tutto ciò è una forte emigrazione dei contadini: quest'emigrazione può essere o emigrazione interna → i contadini si trasferiscono in città, oppure è emigrazione esterna → gli italiani lasciano il paese, e vanno a cercare fortuna da altre parti.

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In 20 anni, dal 1881 al 1901 2 milioni di persone lasciano l'Italia. Dato che il flusso emigratorio è poi finito nel 1950, complessivamente 10 milioni di persone hanno lasciato il paese.In Italia la migrazione interna è stata scarsa perché scarsa era anche l'industrializzazione → le città comunque non offrivano posti lavoro. La mancata industrializzazione è la causa di tutto, ed essa è anche la grande colpa dell'intera classe politica italiana, che non aveva creduto nell'industrializzazione. Ora, a causa della crisi politica, i contadini non vedono altro modo di sopravvivere oltre all'emigrazione. Quasi ogni famiglia italiana avrà un membro emigrato. Le regioni dalle quali si parte con maggiore frequenza sono il Veneto, il Friuli, il Trentino, la Sicilia, la Campania, la Calabria, la Puglia e il Lazio. Solo il centro e il nord-ovest si salvano (si resta in Piemonte, Lombardia ed Italia centrale). L'Italia centrale si salva perché la mezzadria come sistema reggeva ancora, mentre il nord-ovest si salva perché era la zona maggiormente industrializzata. Nel Veneto la sopravvivenza era difficile.

E le destinazioni quali sono? → in parte sono la Francia, la Germania, il Belgio, ma soprattutto l'America e l'Australia. Però è anche molto considerata come destinazione l'America del sud. Dell'intera popolazione argentina, due terzi almeno sono italo-argentini. L'Argentina è quasi interamente popolata da italiani. (per questo i calciatori argentini sono facilmente naturalizzati italiani). Molti italiani emigrano anche in Brasile.L'emigrazione più frequente è quella verso il sud America.

Ma come fa a diffondersi così a fondo tra i contadini l'idea dell'emigrazione? Bisogna pensare che all'epoca c'erano gli arruolatori → persone che andavano in giro per le campagne promettendo ai contadini appezzamenti di terra molto più grandi dei loro e condizioni di vita molto migliori se fossero emigrati in argentina. I contadini, date le loro condizioni estreme di vita, accettavano subito, e lasciavano così tutto per andare a vivere in sud America. Lì i vari governi donavano loro degli appezzamenti (molti più ampi rispetto a quelli che avevano prima) che potevano cominciare a coltivare.Ciò era reso possibile dal fatto che l'argentina era in gran parte disabitata, e cercava di popolare i suoi territori. Per questo donava i terreni (tanto ne era piena) e comunque le ritornavano le tasse dei nuovi inquilini.

Ovviamente il governo italiano deve anche lui agire di conseguenza al forte flusso emigratorio e a tutti i cittadini di cui si vede privato, e si chiede se sia meglio lasciare che la gente emigri o no.È un chiaro svantaggio il fatto che con l'emigrazione uno stato perde forza lavoro, tasse ed esercito. È un vantaggio invece il fatto che la gente che parte poi manda comunque i soldi guadagnati in Italia. Questo riequilibra la bilancia commerciale, perché l'Italia all'epoca comprava dall'estero più di quanto non vendesse → questo bilancia.L'Italia tiene quindi una politica bizzarra, perché l'emigrazione verrà favorita o meno in base all'ideologia del governo di turno.

Chi arrivava in argentina cominciava la sua nuova vita come piccolo proprietario terriero (ma un grande proprietario rispetto all'Europa), e poi poteva succedere che si diventasse ricchi, se si aveva ricevuto un buon appezzamento di terra.I territori venivano concessi gratuitamente dallo stato, perché esso aveva enormi quantità di terreno disabitate che doveva popolare. Infatti tra America del nord ed America del sud ci saranno stati circa 20 milioni di abitanti. [gli stati del sud degli stati uniti non volevano espandersi per non dover importare persone. Il nord invece voleva più soldi].

Minore ma sempre presente è anche il fenomeno dell'emigrazione politica → persone perseguitate a causa delle loro idee politiche sono costrette ad emigrare.

Il problema italiano è legato al mancato decollo industriale, che era stato causato dalla mancata fiducia dei politici nelle capacità industriali italiane, dalla mancanza di infrastrutture e dalla mancanza di capitali.Infatti in Italia era mancata quella che Marx chiamava “accumulazione primitiva di capitali”. Mancavano i soldi da investire per creare le industrie. [per lo stesso motivo, prima la Cina non era riuscita a decollare industrialmente, mentre ora che è riuscita ad averei capitali non la ferma più nessuno]

Il decollo industriale dell'Italia è quindi lento. Il problema della mancanza di capitali viene in parte risolto da investimenti esteri → particolare sarà il trattamento riservato dalla Germania all'Italia, in seguito ai patti con Bismarck . Le ferrovie italiane verranno infatti costruite con investimenti tedeschi (anche il secondo problema viene risolto con investimenti esteri). Importante sarà comunque anche la partecipazione degli investimenti francesi ed inglesi.

La nascita dell'industrializzazione deve però essere risolta con il contributo dello stato → c'è una svolta nella scelta protezionista del 1887. Dopo 30 anni di liberismo economico (Cavour), l'Italia diventa protezionista. L'Europa infatti aveva conosciuto la prima grande depressione, ovvero quando le industrie cominciano a produrre più di quanto il mercato non sia in grado di assorbire, e quindi i beni prodotti rimangono invenduti. Per questo gli stati cominciano a chiudersi in se stessi, assumendo un atteggiamento protezionista. Ponendo ad esempio dei dazi sul grano americano, risulta poi essere più conveniente quello italiano. Questa politica ha però un difetto, perché far pagare il grano al prezzo italiano, e non a quello più basso dell'America, comporta un aumento del prezzo del pane, che dovrà essere pagato dagli acquirenti.

L'unico stato a non assumete un'economia protezionista sarà l'Inghilterra.

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In Italia, i danni causati dal protezionismo sono ingenti: per calcolarli, bisogna pensare da chi sia stato voluto un tale atteggiamento economico. Il protezionismo era stato voluto dai grandi produttori agricoli che non riuscivano a vendere, come era stato voluto anche dai grandi industriali. Questi tramite il protezionismo sarebbero riusciti a vendere la loro merce all'interno del paese. Vengono fortemente danneggiati dal protezionismo invece gli esportatori → infatti se io pongo i dazi per non importare i prodotti di uno stato, questo stato allo stesso modo non importerà i miei prodotti. In questo modo vengono fortemente danneggiate le forze migliori, ovvero quelle che grazie alla loro abilità erano già riuscite a costruirsi un mercato. Viene ad esempio danneggiata quella fascia dell'agricoltura italiana che era riuscita a guadagnarsi una fetta di mercato estero, l'agricoltura specializzata, quella che produceva prodotti come le arance, producibili solo in Italia. Vengono quindi danneggiati i migliori produttori.

Il protezionismo inoltre porta all'alleanza di forze diverse che hanno però lo stesso interesse. Per questo viene infatti definito anche “il patto scellerato”. Le due forze diverse che stringono questo patto sono i latifondisti a sud e gli industriali a nord.Questi non hanno nulla in comune, se non il fatto che il sud deve diventare un mercato del nord, ed in cambio il nord promette di lasciare invariate le strutture sociali del sud → patto che unisce moderni e medievali. Questo tipo di patto conviene ad entrambi, ma non “agli altri”, ovvero ai contadini, che al sud rimangono sottomessi in modo medievale, ed agli acquirenti che devono pagare di più i prodotti.

Il danno ulteriore è causato dal fatto che, eliminando i dazi la concorrenza, se prima l'industria italiana era costretta a migliorarsi per poter concorrere con le industrie estere, ora può anche vivere di rendita, e non è più spinta a migliorarsi.

LEZIONE 16 22/10/2012

La grande scelta politica dell'Italia sarà ora la triplice alleanza, con cui l'Italia cambierà decisamente il suo sistema di alleanze in Europa. Infatti se prima l'Italia era solita allearsi con la Francia e l'Inghilterra, come era sempre stato con Cavour, ora l'Italia è costretta ad abbandonare l'alleanza francese, con cui l'Italia aveva ormai molti dissidi.I dissidi con la Francia non erano pochi, ed avevano ormai vecchie radici. Innanzitutto, l'Italia non aveva potuto conquistare agevolmente il Veneto e Roma proprio per colpa della Francia, che aveva il dovere di difendere il papato. A questo si aggiungeva ora un conflitto economico e coloniale: l'Italia e la Francia erano due nazioni simili dal punto di vista agricolo → producevano gli stessi beni. Per questo sono in concorrenza, ed inizia così la guerra doganale tra Francia ed Italia: questa si succede nel seguente modo: l'Italia ha dei buoni produttori, che riescono ad esportare il proprio prodotto in Francia, colpendo l'economia francese. Allora la Francia mette i dazi sui beni che l'Italia esporta. L'Italia in risposta pone anche lei dazi, e allora la Francia raddoppia il dazio, e così via.Per quanto riguarda le colonie, l'Italia e la Francia erano interessate, in quanto confinanti, alle stesse aree, ovvero soprattutto all'Africa del nord. L'Italia e la Francia si erano infatti duramente scontrate per il controllo della Tunisia, che avrebbe fatto molto a comodo all'Italia.Tutto ciò costringeva l'Italia ad abbandonare la Francia come alleato, e con questa doveva abbandonare anche l'Inghilterra, perché ormai l'Inghilterra e la Francia erano strettamente unite, perché dovevano fare fronte comune nell'impedire agli altri stati europei, sopratutto alla Germania, di avere colonie in Africa.

L'Italia rischiava così l'isolamento diplomatico, ma comunque aveva un interesse forte nell'allearsi con la Germania. Questa aveva investito molto in Italia, e la politica di Bismarck era stata molto favorevole all'Italia, ed un'alleanza tra i due stati sembrerebbe quindi quasi naturale, se non fosse per il fatto che però allearsi con la Germania significherebbe anche allearsi con l'Austria. Erano passati infatti pochi anni da Sodowa, la sconfitta a causa della quale l'Austria era stata costretta a cedere il veneto all'Italia, ma tramite la mediazione della Prussia → l'Austria ha comunque umiliato l'Italia. Questo inoltre risultava particolarmente difficile perché generazioni di italiani erano state cresciute con l'idea che l'Austria fosse il nemico supremo. Inoltre due aree italiane erano ancora in mano austriaca → ovvero le città di Trento e Trieste.L'Italia però non ha scelte, e deve quindi allearsi con la Germania e con l'Austria . Quest'alleanza ha però aspetti psicologici complicati.

L'Italia voleva le colonie, e non sa più bene dove puntare, essendo ormai stato preso quasi tutto. In Africa del nord era rimasta libera solo la Libia, che era stata scartata da tutti gli altri stati perché desertica e di difficile controllo, in quanto le tribù che la abitavano erano meglio difese di altre. Il secondo luogo dove il colonialismo italiano punta è il corno d'Africa → qui parecchie aree erano ancora in discussione, e l'Italia prende la Somalia e l'Eritrea, due territori costieri.Una volta presi questi due territori, essendo costieri, all'Italia manca il territorio centrale per controllare meglio il tutto, e per questo l'Italia dovrebbe prendere l'Etiopia, l'unico stato al momento rimasto libero (il fatto che l'Etiopia fosse ancora libera avrebbe dovuto essere un monito per l'Italia, che però non l'ha colto come tale → l'Etiopia era infatti stata scartata dagli inglesi perché le popolazioni che la abitavano erano troppo organizzate, ed esistendo un Negus, ovvero un re che aveva potere su tutte, queste in caso di conquista avrebbero potuto facilmente allearsi.

Gli italiani decidono di affrontare una guerra per conquistare l'Etiopia, ma la spedizione viene affrontata con troppa

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leggerezza, tanto che l'esercito italiano viene sconfitto una prima volta a Dogali, in Eritrea, il 26 Gennaio 1887, e poi venero sconfitti una seconda volta ad Adua il 1 Marzo 1896. una sconfitta con così pochi precedenti causò anche la caduta del governo Crispi.

Alla fine del 1800 la politica in Europa cambia molto rapidamente, ed avvengono trasformazioni radicali . In primo luogo, continua l'allargamento delle basi elettorali → bisogna far votare le fasce più povere della popolazione affinché queste si sentano parte dello stato. Il modo più semplice per fare in moto che tutti si sentano parte dello stato e votare. Altrimenti tutti vedrebbero lo stato come qualcosa di ostile ed esterno.Inoltre la seconda metà del 1800 è pervasa dalla questione sociale → bisogna risolvere i problemi delle classi proletarie. Queste, date le loro condizioni di vita disperate, scioperano spesso, e frequenti sono anche le sparatorie ed i morti. Bisogna risolvere i problemi dei proletari. La società infatti si sentiva instabile a causa delle continue proteste, e sentiva il bisogno di essere stabilizzata. Per stabilizzare la società c'erano due opzioni: o la repressione selvaggia delle proteste o l'integrazione di quel 70% delle persone che protestavano perché non avevano diritto di voto.La prima via avrebbe richiesto una grande organizzazione militare, ed avrebbe abbassato lo stato al livello di una dittatura. La seconda via avrebbe portato lo stato a fare delle riforme, e alla disfatta del modello liberale in quanto elitario. Infatti il modello liberale proponeva sì l'uguaglianza di fronte alla legge, ma fatto ciò lasciava ognuno per conto suo → chi aveva i privilegi li manteneva, chi no rimaneva povero.Il sistema liberale era improponibile per risolvere la questione, e per questo i liberali capiscono che devono cambiare atteggiamento → l'Italia liberale infatti decade in questo periodo, a fine 1800. al posto del liberalismo emergono 4 nuove linee politiche, tutte caratterizzate dal fatto di essere ideologie di massa e non poi elitarie.Infatti ora bisogna conquistarsi i voti della massa, e non più di una ristretta élite economica. Nell'ideologia della società di massa, se prima una persona non votava perché era fuori dall'élite, ora vota, perché l'élite non esiste più.Queste 4 correnti sono:

1) Il socialismo2) Il modello cristiano, ovvero una matrice religiosa che farà da collante a più proposte3) Il modello nazionalista: è un modello che coinvolge tutti scaricando le colpe agli stati esteri → ad esempio:

io convinco gli italiani che se stanno male è colpa dei francesi. Questo genera una forte solidarietà interna, ma anche avversione contro l'estero.

4) La democrazia, che ha basi liberali corrette per poter essere un'ideologia di massa.

Particolare è ciò che avviene per i cattolici: i cattolici erano infatti rimasti per tempo fuori dalla politica, perché il liberalismo era stato laico ed anticlericale. La presa violenta di Roma aveva fortemente allontanato i cattolici dalla politica. Inoltre il papa Pio IX aveva dichiarato in seguito a ciò il “non expedit” ovvero obbligava moralmente i cattolici a non votare. Inoltre in un manifesto nel quale scomunicava i valori della giustizia e dell'uguaglianza, e dichiarava antireligiosa la scienza (e lui sarebbe stato quello di tendenze liberali) → scaricava tutte le cose moderne, a favore della verità unica, quella della chiesa, per la quale il papa sarebbe infallibile, e per cui il dovere del credente è credere e non analizzare ciò a cui crede.La chiesa era preoccupata per l'avanzata del socialismo. Infatti all'epoca gli operai morivano di fame, e mentre la chiesa diceva loro “morite pure, che in paradiso sarete ricompensati”, il socialismo proponeva una lotta attiva per i propri diritti. Questo portava ad un ingente allontanamento degli operai dalla chiesa, e la chiesa dovette pertanto riavvicinarsi agli operai, entrando in politica. La chiesa è costretta a fare opere di carità, ad esempio facendo organizzando società di carità → carità organizzata. Le organizzazioni cattoliche cominciano a sostenere i poveri.

LEZIONE 17 23/10/2012

La terza repubblica francese dura circa fino alla prima guerra mondiale. La questione sociale in Francia: la Francia è una delle patrie della questione sociale, anche perché qui si erano formati gli ideali liberali. Come l'Inghilterra, la Francia è una nazione industrializzata, una delle prime a diventare una società di massa, ed è la prima ad avere drammatiche: in Francia si sviluppano tre modelli politici contrapposti: quelli repressivi e maggiormente conservatori, i movimenti populisti, e anche i più ambigui perché si schieravano dalla parte dei proletari ma poi non prendevano del tutto posizione, e poi le idee più aperte.

Il contrasto tra conservatori e progressisti è molto acceso. [il voto segreto è un mezzo per preservare la democrazia: infatti se il voto è segreto, la corruzione viene scoraggiata, e io non son neanche costretto a dire per chi ho votato.]

La questione sociale è legata all'emergere del proletariato, ma la questione sociale riguarda comunque anche il mondo contadino. La questione sociale emerge a causa del proletariato, che aveva i mezzi per lamentare la sua condizione → solo il proletariato era l'Inghilterra grado di aprire la questione, perché era maggiormente unito, aveva la giusta mentalità ed aveva più cultura dei contadini. In contadini invece abitavano isolati nelle campagne, non sapevano leggere e non avevano coscienza di classe. Inoltre i contadini erano convinti che la loro condizione fosse immodificabile → era così ormai da secoli, e così per sempre sarebbe stata.

I proletari lamentavano molte cose, molte delle quali oggi sono veri e propri diritti dell'uomo. Si trattava infatti della povertà, delle condizioni sanitarie ed igieniche, dell'alfabetizzazione, del diritto all'espressione politica, della

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libertà delle persone, chiedevano una salario onesto e condizioni di vita decenti.

I movimenti sindacali nascono come conseguenza della questione sociale.

L'ostruzionismo è un metodo politico che consiste nel impedire al proprio avversario politico di fare le riforme/leggi che vuole fare. Si tratta in sostanza di bloccare l'avversario, non sempre del tutto legalmente.

L'imperialismo è sempre colonialismo, ma non viceversa. Il secondo è infatti il controllo dal parte delle nazioni maggiormente avanzate delle nazioni meno avanzate, mentre il primo è l'insediamento di capitali e di controllo politico in un altro stato.

Il socialismo della cattedra è un movimento di destra, che ha un'idea dirigista dell'economia → è a favore della libertà privata ma non della libera iniziativa. I privati dovrebbero fare infatti ciò che il governo centrale suggerisce. Il dirigismo sacrifica l'individuo a favore della collettività.

Il ruolo dei cattolici → i cattolici non entrano ancora nella politica, ma entrano nella questione sociale come alternativa al modello socialista. Il modello cattolico si rafforza, ma non in maniera rilevante, almeno fino agli anni 1890.Tutto cambia con il pontificato di Leone XIII. Infatti egli scrive l'enciclica rerum novarum in cui esprime la dottrina sociale della chiesa. Prima dell'uscita dell'enciclica, la chiesa comunque aveva emanato dei segni, ma poi tramite l'enciclica viene formalizzato il capitalismo cattolico.Il cattolicesimo si proponeva come corrente religiosa interclassista → non favoriva nessuna classe. La chiesa negli anni 1880 si fa promotrice del capitalismo cattolico → è un nuovo tipo di capitalismo, dove l'imprenditore non deve più sfruttare i suoi operai, e deve devolvere una parte del suo guadagno in servizi da donare agli operai, come case, scuole, ecc.. Questo fenomeno avviene anche in veneto, come è per la famiglia Rossi, degli imprenditori di Schio.Le imprese che aderiscono a questo principio non fanno molta fortuna però, perché devono comunque reggere la concorrenza con quelle che non hanno adottato questo metodo e che pertanto spendono meno → gran parte di queste fallisce.

Il cattolicesimo inoltre aveva problemi a conciliarsi con il capitalismo, perché il capitalismo era mosso unicamente dal denaro, mentre il cattolicesimo vedeva il denaro come strumento del diavolo. (i calvinisti invece pensano che sia lecito arricchirsi, se poi il denaro viene utilizzato a scopo benefico).

Un altra mentalità politica che viene a formarsi proprio in quest'epoca è il nazionalismo, che si diffonde quasi in tutti il mondo (solo gli stati uniti vengono in qualche modo risparmiati). Il nazionalismo era alimentato dall'imperialismo e dalla questine sociale. Sostanzialmente, i principi nazionalistici tendono a scaricare sugli altri stati la povertà di un popolo → ad esempio in Italia la colpa viene scaricata sui francesi. Il popolo italiano viene infatti convinto che i salari degli operai sono bassi a causa della concorrenza delle industrie francesi, e le industrie francesi possono permettersi prezzi più bassi perché si sono appropriati indebitamente delle miniere in Africa.Gli esiti di una tale mentalità sono innanzitutto la prima guerra mondiale, oltre ad una protesta canalizzata → tutti sono uniti contro i francesi. In altro luogo, non si concepisce il nemico unicamente come qualcuno di esterno alla società, ma anche come nemico infiltrato nella società. Questo è il caso degli ebrei, facenti parte della società, ma non integrati ad essa. In queste epoche ci sono le prime grandi ondate di antisemitismo e razzismo. Il razzismo non si sviluppava ancora contro i neri o gli africani, perché questi semplicemente ancora non c'erano, e si sviluppa quindi contro gli ebrei con tutta la sua forza.Il nazionalismo negli stati uniti è meno accentuato → negli Stati Uniti il nazionalismo sarà intenso soprattutto verso i messicani, ma non acquisirà mai caratteri antisemitici.

Il nazionalismo non risolverà mai la questione sociale → esso rimane un inganno sotto tutti i punti di vista . Il nazionalismo come fenomeno viene sottolineato soprattutto per la presa che ha avuto sulle masse.

LEZIONE 18 27/10/2012DOMANDE:

La Francia coinvolge anche l'Austria per avere appoggi nella conquista del Messico. Propone che venga posto come re Massimiliano d'Asburgo, fratello di Francesco Giuseppe. Questi sarebbe stato poi un fantoccio, perché l'esercito sarebbe stato francese. L'iniziativa era stata francese.

Il trasformismo è quel tentativo che in Italia avviene di unire opposizione e maggioranza in un'unica fazione, che avrebbe avuto un'altra maggioranza legata all'alta percentuale che avrebbe rappresentato, ma poca stabilità a causa delle diversità di correnti interne.

Secondo Schumpeter le guerre non si fanno per motivi economici, mentre secondo Marx si. Schumpeter da la colpa delle guerre al nazionalismo (rovescia il precedente rapporto causa-effetto). Secondo lui l'economia non porta al

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bisogno di espansione coloniale, ma è il contrario → il movente ideologico, il nazionalismo, porta alla conquista dei popoli inferiori, alla quale viene poi imposta l'economia. Il primo stato ad espandersi è l'Inghilterra, e poi tutti seguono.In America c'è lo scontro tra allevatori e coltivatori inglesi, e nativi americani. Innanzitutto ci si scontra per il controllo delle fonti d'acqua, per irrigare i campi, prima invece venivano irrigati con l'acqua dei fiumi. In seguito ci si scontra per il vero e proprio controllo delle terre, perché i coltivatori volevano sempre più terreno da coltivare intensivamente, mentre li allevatori necessitavano di spazio per i propri animali. Inoltre c'erano anche gli indios, che, cacciando, necessitavano di ancora più terra per ancora meno persone. C'era un pessimo rapporto tra questi tre.Gli indios americani cacciavano spesso gli animali allevati dagli allevatori → forte odio.

Gli indios non poterono integrarsi con gli americani, né poterono vivere insieme. Questo perché erano stili di vita troppo differenti, nomadi e stanziali, ecc.. La stessa cosa avviene in Europa con gli zingari, che fino al 1950 potevano integrarsi, ma scompaiono.

Per colonizzare bisognerebbe essere industrializzati, mentre l'Italia è uno strano caso di stato colonizzatore non industrializzato. Infatti ci saranno molti politici italiani contrari alla colonizzazione, perché questi pensavano che l'Italia né ne avesse bisogno né fosse pronta. In realtà però l'idea italiana era un'altra → colonizzare per dare la terra etiopica ai contadini. Questa terra era allora fertile, o almeno sembrava, ma è oggi deserta. La colonizzazione italiana è una colonizzazione proletaria.

La Russia non voleva colonizzare l'India ma turbare l'Inghilterra.

La svolta protezionistica avviene in seguito alla prima grande crisi economica. Ad esempio, al giorno d'oggi, porre dazi per le merci provenienti dalla Cina aiuterebbe a fermare la delocalizzazione delle fabbriche. La prima depressione economica avviene circa negli anni 1880. Inizia così la guerra doganale.Il protezionismo da un vantaggio immediato → poiché la produzione nello stato diventa più conveniente, aumenta l'occupazione. Tuttavia i prezzi delle merci aumentano.Il protezionismo inoltre permetteva di porre contingentamenti → porre un numero massimo di beni importabili dall'estero. Tutto ciò però potrebbe indurre al contrabbando.I dazi aiutano le economie più floride e penalizzano quelle più arretrate.

Gli americani prendono i neri come nemico interno, ma questi non possono avere lo stesso effetto degli ebrei in Europa. Infatti gli ebrei europei erano più potenti → più facilmente accusabili, mentre i neri erano nullatenenti. Anche per questo con l'elezione di Obama il fattore razzista in America è aumentato.

Il nazionalismo alimenta sentimenti xenofobi.

La terza ideologia di massa è il socialismo. Questa viene denominata di massa perché, pur essendo classista, si rivolge comunque al proletariato, che rappresenta l'80% delle persone. Il proletariato in questi anni si sviluppa sempre di più in tutti gli stati.Il socialismo ha un così grande successo perché è l'unica dottrina che propone soluzioni concrete alla questione sociale → vuole concretamente la fine dello sfruttamento e il cambiamento radicale del modo di vita dei proletari. I socialisti si organizzano in 2 modi: in sindacati socialisti, che chiedevano aumenti del salario, diminuzione delle ore di lavoro, miglioramento delle condizioni igieniche nei luoghi di lavoro ecc. I socialisti volevano anche il capovolgimento della società per mezzo di una rivoluzione.Per questo il socialismo a partire dagli anni 1880 ha due modelli distinti:

1) Ci sono i riformisti, secondo i quali non serve la rivoluzione, perché la lotta di classe è sufficiente per ottenere i mutamenti voluti

2) Il secondo gruppo è quello dei massimalisti, per i quali la rivoluzione è necessaria

L'internazionale è un gruppo/partito socialista, che rappresenta l'esatto contrario del nazionalismo. Essendo la condizione dei proletari uguale in tutti gli stati, i proletari sono internazionalisti → si riuniscono in tutta Europa contro il comune nemico, la classe dei datori di lavoro.Per questo i socialisti si organizzano in internazionali, ovvero dei partiti che si riuniscono a scadenze periodiche. La prima internazionale è fatta da movimenti molto diversi → partecipa anche Mazzini, che aveva ideali democratici. Ma partecipa anche Bakunin, un famoso anarchico. La prima internazionale fallisce proprio perché le ideologie erano troppo differenti.

La seconda internazionale invece dura fino alla seconda guerra mondiale, ed infatti è composta da soli socialisti . Tutti i gruppi socialisti di quest'epoca fanno capo ad un unico teorico, Karl Marx. Infatti si parla di socialismo marxista, che era il più importante, ma non l'unico, pensatore socialista.Prima che a Marx ci si richiamava alla società fabiana inglese o ai bianchisti in Francia.Il socialismo ha successo perché le sue idee sono facilmente divulgabili.

Marx era borghese, come molti altri socialisti, che si erano avvicinati a questa mentalità per ideali di uguaglianza. Lui

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si sentiva parte di una classe di sfruttatori, e rifiutava questa sua natura.Socialisti e comunisti appartengono alla stessa famiglia, ma si separano nel 1917 con la rivoluzione russa. Comunque rappresentano la corrente medesima. Si può però distinguere dicendo che i socialisti sono riformisti, mentre i comunisti sono rivoluzionari. Il termine “comunismo” è il secondo nome che la filosofia di Marx poteva avere.I riformisti sono la maggior parte del totale.I comunisti fondano la terza internazionale, che sarà un'internazionale comunista. I comunisti sostengono che non avendo i proletari nulla da perdere, allora sono pronti subito a scatenare una rivoluzione. I riformisti dicono che la rivoluzione deve accadere, come dive Marx, quando ci saranno il 99% di poveri e l'1% di ricchi. Poiché all'epoca i ricchi stavano aumentando, i riformisti pensavano che non occorresse alcuna rivoluzione. La rivoluzione secondo Marx va fatta solo se è inevitabile.L'obiettivo della società socialista è l'uguaglianza effettiva.

L'anarchismo (movimento il cui nome significa letteralmente “senza governo”) è un ideologia che mira all'uguaglianza, ma che non vuole la progressività, ma il radicale crollo dello stato. Gli anarchici vogliono far crollare lo stato, che secondo loro è il vero male. Una volta accaduto ciò, si deve giungere all'auto-governo, come nello stato di natura.La filosofia anarchica si fonda sulla naturale bontà dell'uomo, che compie reati solo perché spinto dall'oppressione dello stato. Tolto lo stato, non dovrebbero più essere commessi reati. L'ideologia anarchica è vicina ai criminali, visti come vittime dello stato. Gli anarchici non vogliono la rivoluzione, ma vogliono far crollare lo stato. È un movimento che avrà presa rapida tra le fasce contadine perché mentre il socialismo promette felicità a lunga scadenza, l'anarchismo la offre subito.

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