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0114 dicembre / gennaio FELLINIANA A vent’anni dalla morte di Federico Fellini e a cinquanta dall’uscita del suo capolavoro 8 ½, il Centro Culturale Candiani dedica al grande maestro una serie di iniziative a partire dall’esposizione 8 ½. Il viag- gio di Fellini. Fotografie di Gideon Bachmann, a cura di Cinemazero e in collaborazione con l’Archivio Fotografico Cinemazero Images di Pordenone. La selezione – tra le circa 3.000 fotografie che Gideon Bachmann ha scattato sul set – propone un percorso non convenzionale che ricostruisce la genesi di un film divenuto subito un classico e invita a percorrere un viaggio che apre a prospettive meravigliose e meno conosciute, che completano la cono- scenza di un capolavoro come 8 ½. Lo sguardo esperto di Bachmann – oltre ai corpi e ai luoghi che sono giunti a noi come “felliniani” per antonomasia – ha saputo cogliere e descrivere chiaramente l’atmosfera da caravanserraglio che ha animato il set, l’andirivieni di visite, il super attivismo del regista demiurgo, restituendoci un ritratto inusuale di uno dei più significativi maestri del Cinema. Sul set di 8 ½ c’erano tre fotografi, Paul Ronald (il fotografo di scena ufficiale), Tazio Secchiarioli (ami- co e mascotte di Fellini) e Gideon Bachmann (che raccoglieva materiale per un libro). Solo le foto di quest’ultimo sono rimaste, praticamente, inedite fino a una decina di anni fa, riscoperte e valorizzate dal prezioso archivio Cinemazero Images. Oltre alle immagini di Fellini, tra le 100 foto in mostra, numerosi ritratti di Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Sandra Milo, Anouk Aimée, alcuni scatti di Sophia Loren in visita sul set e naturalmente le scene più famose del film. All’interno della sala espositiva, uno spazio sarà dedicato a Felliniana, un omaggio al grande maestro con la proiezione di film e interviste, incontri di approfondimento e, il 13 dicembre alle ore 18.00, l’im- perdibile esibizione di Emanuela Battigelli (arpa) e Claudio Ferrarini (flauto) in Amarcord... Rota. Programma completo a pag. 2 Anno IX, numero 01 dicembre 2013 / gennaio 2014 Autorizzazione Tribunale di Venezia n. 17 R.S. del 26/05/2006 direttore responsabile: Roberto Ellero Mensile edito dal Comune di Venezia | Centro Culturale Candiani redazione e amministrazione: Centro Culturale Candiani, P.le Candiani, 7 30174 Venezia Mestre | T. 041 2386111 | F. 041 2386112 http://www.centroculturalecandiani.it | [email protected] direttore: Roberto Ellero | redazione: Elisabetta Da Lio hanno collaborato a questo numero: Donatella Boldrin, Giorgio Conti, Claudio Donà, Arianna Doria, Diana Ferrantini, Cristina Morello, Sonia Piovesan, Paolo Pistellato, Cathia Vigato, Italo Zannier progetto grafico: StudioLanza | Stampa: Grafiche Veneziane NEW CANDIANI S 1 Editoriale / 8 ½ Il viaggio di Fellini 2 Mostre / Felliniana 3 Mostre / 30 La Tangenziale / In volo. Fotografie di Matteo Chinellato / Rappresentazioni artistiche dell’albero 4 Spettacoli / Candiani Groove / PumpOrgan / Pedro Kouyaté / Quando il jazz parla italiano… 5 Spettacoli / Candiani Groove / Massimo Bubola / Frammenti. Concerto scenico dal Lemming / I colori dell’acqua 6 Scaffale Aperto / Incontri con gli autori / Le Strade della Ragione 7 Videoteca / Second Life / Incontro – Confronti sulla Sostenibilità 8 Agenda CI SIAMO. Fatti i debiti scongiuri, fra un po’ al Candiani sbaraccheranno il cantiere e il Centro svelerà la sua nuova fisionomia, finalmente compiuta con l’arrivo dell’IMG Cinemas (là dove s’era pensato di realizzare il Teatro di Mestre, lasciandoci un’inutile arena, nell’impossibilità di organizzare spetta- coli all’aperto per via dei disturbi acustici al vicinato), la nuova hall condivisa e confortevolmente accessoriata (informazioni, biglietterie, libreria, punti di ristoro), il rifacimento artistico e finalmente “funzionale” della pavimentazione sul piazzale (che forse sarà il caso di ribattezzare piazza) e una bella sequenza di locali per allietare il vivere sociale del centro mestrino. Per molti e per la città tutta (sperabilmente) l’avverarsi di un sogno, per noi (ragionevolmente) la fine di un incubo, di quella ma- ledetta cesura fra il dentro e il fuori che ha danneggiato non poco l’immagine del Centro Culturale in questo suo primo decennio abbondante di vita. Non che nel frattempo siano mancate le soddisfazioni, gli eventi magari memorabili, la fidelizzazione di un pubblico attento e curioso sui diversi versanti dell’offerta culturale, la partecipazione convinta di centinaia di associazioni, ma sempre il retrogusto amaro, a volte amarissimo, del sentirsi distanti, marginali, tollerati, se figli di un dio, certo assai “minore”. Una rissa fra tossici sul piazzale e voilà la prima pagina, centinaia di appuntamenti e mi- gliaia di “utenti” (siamo arrivati a collezionarne quasi 130.000 in un anno, quando avevamo qualche soldino in più) puntualmente “smentiti” dal tormentone del “… ma se non ci va nessuno”, “brutto, da abbattere”, “maledetta la volta che in consiglio comunale l’ho votato” e via sproloquiando, tanto – si sa – a sproloquiare non si paga dazio. Il buon senso e il senso comune: noi del Candiani (il plurale è tutt’altro che maiestatico, se non altro perché alle maestà siamo allergici) abbiamo creduto al buon senso e ora tiriamo un sospiro di sollievo, felici di essere valutati per quel che facciamo, senza più condizionamenti “ambientali”. Di necessità virtù, se possibile, sempre e comunque, anche ora che le risorse scarseggiano mentre il tempo volge al bello. Auguri, “nuovo” Candiani. Roberto Ellero Il viaggio di Fellini Fotografie di Gideon Bachmann 13 dicembre 2013 / 19 gennaio 2014

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0114dicembre/gennaio

FELLINIANAA vent’anni dalla morte di Federico Fellini e a cinquanta dall’uscita del suo capolavoro 8 ½, il Centro Culturale Candiani dedica al grande maestro una serie di iniziative a partire dall’esposizione 8 ½. Il viag-gio di Fellini. Fotografie di Gideon Bachmann, a cura di Cinemazero e in collaborazione con l’Archivio Fotografico Cinemazero Images di Pordenone.La selezione – tra le circa 3.000 fotografie che Gideon Bachmann ha scattato sul set – propone un percorso non convenzionale che ricostruisce la genesi di un film divenuto subito un classico e invita a percorrere un viaggio che apre a prospettive meravigliose e meno conosciute, che completano la cono-scenza di un capolavoro come 8 ½. Lo sguardo esperto di Bachmann – oltre ai corpi e ai luoghi che sono giunti a noi come “felliniani” per antonomasia – ha saputo cogliere e descrivere chiaramente l’atmosfera da caravanserraglio che ha animato il set, l’andirivieni di visite, il super attivismo del regista demiurgo, restituendoci un ritratto inusuale di uno dei più significativi maestri del Cinema. Sul set di 8 ½ c’erano tre fotografi, Paul Ronald (il fotografo di scena ufficiale), Tazio Secchiarioli (ami-co e mascotte di Fellini) e Gideon Bachmann (che raccoglieva materiale per un libro). Solo le foto di quest’ultimo sono rimaste, praticamente, inedite fino a una decina di anni fa, riscoperte e valorizzate dal prezioso archivio Cinemazero Images.Oltre alle immagini di Fellini, tra le 100 foto in mostra, numerosi ritratti di Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Sandra Milo, Anouk Aimée, alcuni scatti di Sophia Loren in visita sul set e naturalmente le scene più famose del film.All’interno della sala espositiva, uno spazio sarà dedicato a Felliniana, un omaggio al grande maestro con la proiezione di film e interviste, incontri di approfondimento e, il 13 dicembre alle ore 18.00, l’im-perdibile esibizione di Emanuela Battigelli (arpa) e Claudio Ferrarini (flauto) in Amarcord... Rota.

Programma completo a pag. 2

Anno IX, numero 01 dicembre 2013 / gennaio 2014Autorizzazione Tribunale di Venezia n. 17 R.S. del 26/05/2006direttore responsabile: Roberto Ellero

Mensile edito dal Comune di Venezia | Centro Culturale Candianiredazione e amministrazione: Centro Culturale Candiani, P.le Candiani, 7 30174 Venezia Mestre | T. 041 2386111 | F. 041 2386112http://www.centroculturalecandiani.it | [email protected]

direttore: Roberto Ellero | redazione: Elisabetta Da Lio

hanno collaborato a questo numero: Donatella Boldrin, Giorgio Conti, Claudio Donà, Arianna Doria, Diana Ferrantini, Cristina Morello, Sonia Piovesan, Paolo Pistellato, Cathia Vigato, Italo Zannier

progetto grafico: StudioLanza | Stampa: Grafiche Veneziane

NEWCANDIANI

S

1 Editoriale / 8 ½ Il viaggio di Fellini 2 Mostre / Felliniana 3 Mostre / 30 La Tangenziale / In volo. Fotografie di Matteo Chinellato / Rappresentazioni artistiche dell’albero 4 Spettacoli / Candiani Groove / PumpOrgan / Pedro Kouyaté / Quando il jazz parla italiano… 5 Spettacoli / Candiani Groove / Massimo Bubola / Frammenti. Concerto scenico dal Lemming / I colori dell’acqua 6 Scaffale Aperto / Incontri con gli autori / Le Strade della Ragione 7 Videoteca / Second Life / Incontro – Confronti sulla Sostenibilità 8 Agenda

CI SIAMO. Fatti i debiti scongiuri, fra un po’ al Candiani sbaraccheranno il cantiere e il Centro svelerà la sua nuova fisionomia, finalmente compiuta con l’arrivo dell’IMG Cinemas (là dove s’era pensato di realizzare il Teatro di Mestre, lasciandoci un’inutile arena, nell’impossibilità di organizzare spetta-coli all’aperto per via dei disturbi acustici al vicinato), la nuova hall condivisa e confortevolmente accessoriata (informazioni, biglietterie, libreria, punti di ristoro), il rifacimento artistico e finalmente “funzionale” della pavimentazione sul piazzale (che forse sarà il caso di ribattezzare piazza) e una bella sequenza di locali per allietare il vivere sociale del centro mestrino. Per molti e per la città tutta (sperabilmente) l’avverarsi di un sogno, per noi (ragionevolmente) la fine di un incubo, di quella ma-ledetta cesura fra il dentro e il fuori che ha danneggiato non poco l’immagine del Centro Culturale in questo suo primo decennio abbondante di vita. Non che nel frattempo siano mancate le soddisfazioni, gli eventi magari memorabili, la fidelizzazione di un pubblico attento e curioso sui diversi versanti dell’offerta culturale, la partecipazione convinta di centinaia di associazioni, ma sempre il retrogusto amaro, a volte amarissimo, del sentirsi distanti, marginali, tollerati, se figli di un dio, certo assai “minore”. Una rissa fra tossici sul piazzale e voilà la prima pagina, centinaia di appuntamenti e mi-gliaia di “utenti” (siamo arrivati a collezionarne quasi 130.000 in un anno, quando avevamo qualche soldino in più) puntualmente “smentiti” dal tormentone del “… ma se non ci va nessuno”, “brutto, da abbattere”, “maledetta la volta che in consiglio comunale l’ho votato” e via sproloquiando, tanto – si sa – a sproloquiare non si paga dazio. Il buon senso e il senso comune: noi del Candiani (il plurale è tutt’altro che maiestatico, se non altro perché alle maestà siamo allergici) abbiamo creduto al buon senso e ora tiriamo un sospiro di sollievo, felici di essere valutati per quel che facciamo, senza più condizionamenti “ambientali”. Di necessità virtù, se possibile, sempre e comunque, anche ora che le risorse scarseggiano mentre il tempo volge al bello. Auguri, “nuovo” Candiani.

Roberto Ellero

Il viaggio di FelliniFotografie di Gideon Bachmann13 dicembre 2013 / 19 gennaio 2014

quotata arpista Emanuela Battigelli (Gemona del Friuli, 1980), con rigore di preparazione ed unità interpretativa, assegnando a questo ensemble la dovuta importanza nell’ambito della musica da camera. Il repertorio è estremamente vasto e spazia dalla musica barocca a quella contemporanea, comprendendo le opere di Spohr, Mozart, Schubert, Rossini, Bax e Damase, ma anche la musica da film.Nel 2012 il duo ha pubblicato per Arte Sonora/Caligola (distribuzione Stradivarius) un interessante album intitolato Amarcord… Rota, interamente dedicato a Nino Rota – compositore fra i più importanti del Novecento italiano il cui catalogo conta ben 347 opere – e soprattutto, ma non solo, alle sue più celebri musiche da film, al cui interno fanno naturalmente la parte del leone quelle scritte per Federico Fellini che costituiranno il corpus principale del concerto organizzato in occasione della mostra dedicata al geniale regista romagnolo. Si potranno così riascoltare, per mano di questo originale e raffinato duo, i temi dai film La strada, La dolce vita, Giulietta degli Spiriti, Amarcord, Il Casanova, oltre naturalmente a Otto e mezzo, melodie a tutti note ma che, nell’esecuzione del flauto di Ferrarini e dell’arpa di Battigelli, acquisteranno una sorprendente leggerezza e un sapore, intriso di nostalgia, nuovo e del tutto particolare.

Claudio Donà

MOSTRE >> FELLINIANA

AMARCORD... ROTANino Rota è stato, dal 1952 al 1979, anno della sua morte, il principale collaboratore musicale di Fede-rico Fellini, salvo poche eccezioni, da Lo sceicco bianco al profetico, amarissimo, Prova d’orchestra. Si trattò di una collaborazione felicissima perché quelle che ormai chiamiamo atmosfere “tipicamente felliniane” devono molto alla musica del compositore milanese, che dava loro un carattere sognante, in grado quasi di cancellare la percezione del tempo. La loro è stata senza dubbio una simbiosi crea-tiva – così come un’ininterrotta e fraterna amicizia – senza precedenti né successori nella storia del cinema, non solo italiano. I loro nomi – eppure Rota compose celebri colonne sonore anche per registi del calibro di Luchino Visconti e Francis Ford Coppola – rimangono ancor oggi indissolubilmente legati.Il flautista Claudio Ferrarini, nato a Zurigo ma cresciuto musicalmente a Parma, dove ha debuttato come solista a soli 24 anni nel prestigioso Teatro Regio, ha collezionato in 35 anni di carriera professionale di altissimo livello moltissime prestigiose partecipazioni concertistiche, premi internazionali, avven-turandosi spesso anche al di fuori della tradizione classica europea e partecipando sin qui ad oltre cento incisioni discografiche. Ferrarini ha dato vita nel 2011 ad un duo con la più giovane ma già molto

FELLINIANAA vent’anni dalla morte di Federico Fellini e a cinquanta dall’uscita del suo capolavoro 8 ½, un omaggio al grande maestro in collaborazione con Cinemazero e Associazione Culturale Caligola

Mostra8 ½ Il viaggio di FelliniFotografie di Gideon Bachmanna cura di Cinemazero in collaborazione con Archivio Fotografico Cinemazero Images

Dal 13 dicembre 2013 al 19 gennaio 2014

giovedì 12 dicembre, ore 18.00Inaugurazione mostraAperitivo offerto da F.I.S.A.R. Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori Delegazione Venezia città

orario:dal mercoledì alla domenica 16.00 – 20.00chiuso il 25 dicembreapertura straordinaria il 6 gennaio 16.00 – 20.00

sala espositiva secondo pianoingresso libero

Concertovenerdì 13 dicembre 2013, ore 18.00Amarcord… Rotain collaborazione con Associazione Culturale Caligola

Claudio Ferrarini flautoEmanuela Battigelli arpa

sala espositiva secondo pianoingresso libero fino ad esaurimento dei posti

Incontrigiovedì 19 dicembre, ore 17.30I miei viaggi a Fellinia con soste nello sciocchezzaio critico italianoa cura di Gian Piero Brunetta

venerdì 10 gennaio, ore 17.30Tra paparazzi e polaroid: istantanee fellinianea cura di Fabrizio Borin

sala espositiva secondo pianoingresso libero fino ad esaurimento dei posti

Rassegna cinematografica

sabato 21 dicembre, ore 16.308 ½ (Italia/Francia, 1963, 132’) di Federico Fellini

sabato 28 dicembre, ore 16.30I vitelloni (Italia/Francia, 1953, 103’) di Federico Fellini

sabato 4 gennaio, ore 16.30Il bidone (Italia/Francia, 1955, 100’) di Federico Fellini

mercoledì 8 gennaio, ore 16.30Ciao, Federico! (Italia/USA/Svezia, 1970, 60’, documentario) di Gideon Bachmann

sabato 11 gennaio, ore 16.30Amarcord (Italia, 1973, 118’) di Federico Fellini

sabato 18 gennaio, ore 16.30Intervista (Italia/Francia, 1986, 113’) di Federico Fellini

sala espositiva secondo pianoingresso libero fino ad esaurimento dei posti

I miei viaggi a Fellinia con soste nello sciocchezzaio critico italianoCercherò di ripercorrere i miei incontri con l’opera di Fellini lungo oltre quarant’anni di studi sul cinema italiano parlando delle caratteristiche del mondo nato dalla sua fantasia, Fellinia, dell’importanza di alcuni incontri, Flaiano, Zanzotto, Zapponi, e degli atteggiamenti più ottusi tenuti dalla critica italiana nei suoi confronti lungo tutta la sua carriera registica. Gian Piero Brunetta

Tra paparazzi e polaroid: istantanee fellinianeSempre presente nel cinema di Fellini – ma forse dovremmo ricordarci di dire in uno dei primissimi inventori italiani del metacinema moderno – l’im-magine fotografica si manifesta in lui sotto varie forme: dalla cronaca ai fenomeni di costume, dalla testimonianza cinico-affettuosa del divismo nella nascente classe media come nella classica borghesia nostrana degli anni Cinquanta e Sessanta, ai flash mentali per la ricerca di volti e corpi tipici. Fino al falso ma spietato vuoto televisivo di Ginger e Fred. Fabrizio Borin

INCONTRI

8 ½ (Italia/Francia, 1963, 132’) di Federico Fellini Con Marcello Mastroianni, Anouk Aimée, Sandra Milo, Claudia Cardinale, Rossella Falk

Oscar per Miglior Film straniero, Migliori costumi in bianco e nero; Nastro d’Argento per Miglior regia, Miglior produzione, Miglior attrice non protagonista a S. Milo (1963); Na-stro d’Argento per Miglior soggetto originale, Miglior sceneggiatura; Miglior Fotografia in bianco e nero; Miglior musica; Gran Premio al Festival di Mosca; Nomination all’Oscar per Miglior soggetto e sceneggiatura originali; Premio Bodil (Copenaghen) per il miglior film europeo (1964);

Guido, famoso regista in crisi professionale e sentimentale, rimane intrappolato in un ingor-go automobilistico. Comincia così un viaggio affabulante, tra realtà e immaginazione, in un fantastico universo onirico dove si mischia-no magicamente pensieri, ricordi d’infanzia, memorie, ossessioni, fatti reali e sogni. 8 ½ è un’affascinante riflessione autobiografica sul mestiere del regista, sul cinema e più in generale sui grandi temi dell’esistenza. “Otto e mezzo è un film stupefacente. Teso nello sforzo di appendere allo schermo, come un trofeo, la sua psicologia, Fellini ha compiuto un salto pericoloso e spettacolare. Ha dovuto in-ventarsi una lingua nuova, morbida e flessuosa, che non ripetesse le convenzioni del racconto tradizionale. C’è riuscito. Il suo esperimento è una delle cose più stimolanti che, da questo punto di vista, abbia fatto il cinema italiano, pur così facondo oggi di tentativi e di invenzioni. Costretto a seguire unicamente il ritmo delle sue fantasticherie, ha saputo eliminare i confini tra la realtà e il sogno per immergersi in una nuova dimensione temporale che non ha alcun rapporto con la vita e che – insieme – non precipita mai nelle deformazioni surrealistiche o espressionistiche.” (Fernaldo Di Giammatteo in Bianco e nero, aprile 1963)

I vitelloni (Italia/Francia, 1953, 99’) di Federico Fellini Con Franco Interlenghi, Alberto Sordi, Franco Fabrizi, Leopoldo Trieste, Eleonora Ruffo, Riccardo Fellini

Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia (1953), Nastro d’Argento per Miglior Film (F. Fellini) e Miglior Attore non protago-nista a A. Sordi (1954);

Cinque uomini tentano di ingannare la noia tra-scorrendo le serate al cinema, al caffè intorno ad un biliardo, progettando scherzi goliardici, cogliendo tutte le occasioni per far festa. Solo uno di loro riesce a decifrare le proprie ansie e a avvertire l’insipienza di quella condizione di adolescenza prolungata. Così una mattina, senza dir niente, pianta tutto e tutti e va a cercare fortuna nella capitale.“I Vitelloni, direttamente autobiografico, è una galleria di giovani disoccupati, irresponsabili e velleitari figli di mamma, tra i quali campeggia il personaggio di Sordi, punto di fusione di violenza satirica, grottesco e patetismo. Il film si chiude con la partenza all’alba di Moraldo, il meno intorpidito del gruppo, salutato alla stazione da Guido, il piccolo aiuto ferroviere, simbolo di un mondo dove la fatica quotidiana è la regola. Dove va Moraldo? La risposta doveva venire da un film di cui Fellini scrisse la sceneggiatura con Flaiano e Pinelli ma che non realizzò mai: Moraldo in città, dove la città è Roma, la capitale. Il ragazzo che all’inizio di Roma (1972) – dopo le vignette provinciali d’approccio – sbarca alla Stazione Termini è una reincarnazione di quel Moraldo-Federico.” (Morando Morandini in Storia del cinema a cura di Adelio Ferrero, 1978)

Il bidone (Italia/Francia, 1955, 100’) di Federico Fellini Con Franco Fabrizi, Giulietta Masina, Richard Basehart, Broderick Crawford, Giacomo Gabrielli

Roberto, Picasso e Augusto sono tre specialisti del “bidone”: truffano ingenui contadini, estor-cono denaro a dei baraccati con la promessa di una casa, vendono a sprovveduti benzinai vecchi cappotti spacciati per nuovi. Sono in-sieme a Capodanno, in una festa, quando Iris, moglie di Picasso, scopre la vera attività del marito. Anche la figlia di Augusto non sa quali loschi traffici compia il padre; è al cinema con lui quando una vittima di Augusto lo riconosce e lo aggredisce. Arrestato, finisce in galera.

Ma appena fuori riunisce di nuovo la banda.“Dopo I vitelloni e La strada, Fellini ne riprende molti motivi tematici (solitudine, bisogno di comunicazione e di amore, la Grazia) e stilistici (passeggiate notturne, giostre di periferia, pa-esaggi dell’Appennino) che si ritrovano anche nel successivo Le notti di Cabiria. Memorabili le sequenze della festa di Capodanno nella casa del bidonista ricco e la truffa a danno dei baraccati, coincisa e feroce quanto l’altra è insistita e sarcastica.” (da mymovies.it)

Ciao, Federico! (Italia/USA/Svezia, 1970, 60’, documentario) di Gideon Bachmann

Un giornalista americano di origine tedesca segue sul set la lavorazione del Fellini Satyri-con. Assistiamo così alla preparazione delle scene, ai momenti di puro svago per la troupe e il cast, agli ordini impartiti dal Maestro e alle riprese vere e proprie, con un’attenzione particolare alla volubilità istrionica del genio del regista. “Che i set di Fellini fossero caotici e pittoreschi si è sempre saputo. Guardando il documen-tario, l’impressione è che il vero Satyricon si svolgesse dietro la macchina da presa: con Fellini che dirige, seduce, impreca, suda, in-sulta Capucine e lo stesso Bachmann, incon-tra Polanski e la povera Sharon Tate, aizza le comparse, prende a sassate Salvo Randone. Una vera suburra da Cinecittà, orge da basso impero che diventano emblematiche di un’epo-ca e di una poetica inimitabile.”(Alberto Pezzotta in corriere.it)

Amarcord (Italia, 1973, 118’) di Federico FelliniCon Magali Noel, Bruno Zanin, Pupella Maggio, Armando Brancia, Giuseppe Lanigro, Nando Orfei

Oscar per Miglior Film straniero; Nastro d’Ar-gento per Miglior Regia; David di Donatello per Miglior Regia e Miglior Film a F. Fellini (1974); BBC Best Film of All Time (1996);

Una donna fiera, vestita di rosso, attira sguardi e ammirazione. Una prosperosa tabaccaia scatena le fantasie degli adolescenti. Uno zio un po’ squinternato si rifugia su un albero.

Questi sono solo alcuni degli attimi e degli eventi orditi dalla memoria… e dalla fantasia del leggendario regista.Amarcord, che significa “mi ricordo”, è il vivace e divertente affresco di Fellini di un’adolescenza non troppo diversa dalla propria. In un paese di provincia nell’Italia degli anni Trenta gli ormoni degli adolescenti impazzano, la famiglia, la chiesa e l’amicizia sono fondamenti di amore e lealtà. L’avvento del fascismo è alle porte. Il sesso è ovunque e la vita vista nei cinema locali è una pietra di paragone per la vita vissuta. I ricordi, grandi e piccoli, sopravvivono nel tempo, così come il fascino di questo film.

Intervista (Italia/Francia, 1986, 113’) di Federico FelliniCon Sergio Rubini, Marcello Mastroianni, Anita Ekberg, Nadia Ottaviani, Antonella Ponziani

Gran Premio del 40° anniversario, all’unani-mità, al Festival di Cannes; Gran Premio al Festival di Mosca (1987);

Fellini e la sua Cinecittà: un’intervista rilasciata ad un gruppo di giornalisti giapponesi è l’oc-casione per rievocare i suoi quarant’anni di cinema. Il suo viaggio nella memoria inizia negli anni Quaranta quando il giovane Fellini arriva a Cinecittà e prosegue attraverso attori, fotografi, tecnici, costumisti, tutti i personaggi che danno vita al cinema, riuniti in un’unica equipe di cui muove le fila il regista. E da un teatro di posa all’altro rivivono luoghi e momenti, con ironia e nostalgia, svelando misteri e segreti che si celano dietro quell’affascinante e meravigliosa fabbrica dei sogni che è il cinema.“Dopo aver concesso tante interviste, dopo aver parlato tanto di sé, dopo aver fatto tante volte (Otto e mezzo, ecc.) il cinema sul cinema, il gioco del set, Fellini ha dovuto compiere con Intervista il passo risolutivo, oltre il quale il muro di Cinecittà si trasforma nella Roma onnivora dei palazzinari e dei mass media, la confessione delle confessioni che deve trattare anche i propri fantasmi alla stregua di quelli altrui. Così i piani dello scherzo felliniano (il cinema sul cinema sul cinema) si dilatano fino al punto misterioso in cui la realtà sta diventando invenzione, ma non cessa ancora d’essere realtà. (Stefano Reggiani in La Stampa, 19 maggio 1987)

Schede a cura di Cristina Morello

TITOLO

MOSTRE >> LA TANGENZIALE AL TRAGUARDO DEI TRENT’ANNI

30 LA TANGENZIALEin collaborazione con l’Associazione Culturale La Tangenziale

Dal 15 dicembre 2013 al 5 gennaio 2014

Fotografie di Gabriele Luchetti, Giancarlo Keber, Alvise Busetto, Roberto Alberti, Maurizio Barbieri, Umberto Pinzoni, Zeno Trevisiol, Gianni Ceroni, Gloria Veneri, Sonia Piovesan, Vanna Penso, Claudio Castelli, Renato Corbetti, Umberto Vio, Gino Salvalaio, Alessandro Cazziolato, Nicola Bello, Rosario De Blasi

sabato 14 dicembre, ore 11.00Inaugurazione mostra

orario: dal mercoledì alla domenica 16.00 – 20.00chiuso il 25 dicembre

sala Paolo Costantini terzo pianoingresso libero

AL VOLOFotografie di Matteo Chinellato

Dal 17 gennaio al 9 febbraio 2014

giovedì 16 gennaio, ore 18.00Inaugurazione mostra

orario: dal mercoledì alla domenica 16.00 – 20.00

sala Paolo Costantini terzo pianoingresso libero

giovedì 30 gennaio, ore 18.00RAPPRESENTAZIONI ARTISTICHE DELL’ALBERO: UNA STORIA CON MOLTI RAMIConferenza a cura di Paolo Pistellato

sala conferenze quarto pianoingresso libero

Viviamo una nuova fase dell’Era dell’Iconismo; in parole povere, siamo nell’era dell’immagine automatica, genialmente avviata da Daguerre, con la sua invenzione, nel 1839. Una fase, quella attuale, detta del “digitale”, un lemma per me antipatico, comunque impreciso, che si può confondere con il famoso medicinale, che salvò a suo tempo tante vite con il “mal di cuore”. I francesi, beati loro, l’hanno definito “numérique”.Ma il giovane Matteo è un fotografo anfibio, e queste distinzioni non lo preoccupano, né lo distraggono dalla sua passione per la fotografia.Matteo ha utilizzato, fin da ragazzo, quand’era mio studente all’Iuav, il vecchio sistema “analogico” (ahimè, altro lemma scioccherello, perché anche l’attuale fotografia elettronica è analogica, riflettendo sulle definizioni di Roland Barthes, datate 1961!).Ha sempre cercato, con intelligenza anche sportiva, di cogliere vivaci scene d’ambiente, o anomalie, eventi passeggeri, che sono stimoli storici per i fotografi.E non soltanto i gabbiani in amore del pane gettato in laguna, ma le luci passeggere, e i colori, spesso nuovi e sfolgoranti, quindi sorprendenti. O le em-blematiche brume e nebbie veneziane, nel confronto con i cromatismi lampeggianti, come nelle case di Burano, dipinte con pigmenti chimici che imitano i colori televisivi. Insomma Matteo Chinellato, con un occhio virginale, sta rivisitando, anche nel “banale”, il suo habitat e riesce via via a sorprendersi, a scoprire e a segnalare in immagine, aspetti quotidiani del nuovo paesaggio, senza remore per il prima e il dopo della Fotografia, dalla fotochimica alla fotoelettronica. Ciò che conta per lui, è trattenere in una fotografia un pensiero, una emozione, e a volte egli riesce anche a cogliere un momento di poesia.La fotografia “veneziana” ha in Matteo un nuovo appassionato, delicato artefice, che merita attenzione per il suo futuro. Italo Zannier

LA FOTOGRAFIA ANFIBIA DI MATTEO CHINELLATO

l’idea della fotografia quale strumento di elevazione culturale. È certamente un traguardo notevole per un circolo nato per volere del socio fondatore, scomparso agli inizi di quest’anno, Antonio Cotugno, che dopo aver organizzato un corso di fotografia per principianti chiese agli allora iscritti se ave-vano desiderio di ritrovarsi per continuare a discutere di fotografia. È così che è nata l’Associazione Culturale Fotografica La Tangenziale, con un nome ispirato alla vicinanza di quest’arteria stradale molto vicina alla sede del circolo stesso. Attualmente l’Associazione conta 30 soci che settimanalmente si incontrano per promuovere la fotografia come strumento di espressione e comunicazione, che si cimentano nella visione critica delle opere prodotte dai soci, nella preparazione di eventi e soprattutto nell’accogliere nuove persone interessate che intendono intraprendere nuovi percorsi nel campo della fotografia fotoamatoriale. Sonia Piovesan (socia fondatrice)

L’Associazione Culturale Fotografica “La Tangenziale” di Mestre si accinge a festeggiare i suoi 30 anni di attività dalla fondazione con un importante appuntamento al Centro Culturale Candiani. Si tratta di una retrospettiva degli ultimi cinque anni di attività, dal 2009 al 2013, che presenta una sintesi di opere provenienti dalle mostre sociali annuali a tema libero e a tema fisso, photocontest e manifestazioni varie organizzate al Centro Culturale De Andrè, Villa Toniolo e Comune di Norimberga (Germania). In mostra 18 autori: Roberto Alberti, Maurizio Barbieri, Nicola Bello, Alvise Busetto, Claudio Castelli, Alessandro Cazziolato, Gianni Ceroni, Renato Corbetti, Rosario De Blasi, Giancarlo Keber, Gabriele Luchetti, Vanna Penso, Umberto Pinzoni, Sonia Piovesan, Gino Salvalaio, Zeno Trevi-siol, Gloria Veneri, Umberto Vio, alcuni “sulla scena” da molti anni, altri “freschi” di associazione.L’A.C.F. La Tangenziale ha volutamente scelto di festeggiare questo importante anniversario con una mostra organizzata per eventi mettendo in questo modo l’accento sull’attività che ha contraddistinto ed accomunato i suoi soci in questi anni, dando importanza soprattutto allo spirito di collaborazione e di condivisione che contraddistingue quest’arte estremamente creativa, contribuendo a diffondere

DALLA PALMA DA DATTERI ALL’ALBERO SURREALISTA E OLTRETrattando d’alberi e di storia dell’arte, le pretese di esaustività vanno accantonate: infatti quale artista non ha mai raffigurato un albero? Si sceglieranno perciò alcuni speciali alberi significativi, presi singolarmente o in piccoli raggruppamenti, scartando foreste e giardini che meriterebbero trattazioni a parte. Prese le mosse dal più archetipico e universale fra tutti, quello della vita, e scelto un percorso che privilegi e circoscriva l’ambito pittorico occidentale, occorrerà constatare che le civiltà antiche forniscono spunti ridotti (spesso a causa della perdita di molto materiale utile). Una volta oltrepassata la paradisiaca palma da datteri bizantina, sarà il medioevo a rinfoltire la casistica disponibile, fissando iconografie storicamente e biblicamente più determinate (l’albero veterotesta-mentario del bene e del male e quello cristiano della vera croce più di altri), raggiungendo con Giotto punte insuperate di espressività. Il Rinascimento offre molti capolavori nei quali l’albero viene abbinato a significati allegorici (basti pensare al contrasto fra alberi – o rami – secchi e verdeggianti per rimandare al passaggio tra legge e grazia, tra morte e resurrezione o al bivio morale tra vizio e virtù). Gli alberi scenografici del barocco, dopo il rococò lasceranno il campo alle radici della modernità, agli alberi “sublimi” preromantici e a quelli allusivi del romanticismo (straordinari quelli “religiosi” di Friedrich). Con la scuola di Barbizon (1830) l’albero acquista il diritto di essere quel che è e, dopo le maniacali indagini preraffaellite su radici, tronco e corteccia, di tradursi in stimolo ottico percettivo con l’Impressionismo, per poi trasformarsi in un alter ego psichico nella produzione di alcuni postimpressionisti (specie Van Gogh), aprendo la strada alle introspezioni simboliste sensibili al fascino della morte (non a caso a partire dall’Isola dei morti di Boecklin si impone il cipresso). Parallelamente si snodano le raffinate stilizzazioni Art Nouveau e secessioniste a cavallo tra i due secoli. All’inizio del ‘900, le avanguardie stori-che cominceranno ad usare l’albero come laboratorio di ricerca (sorprendentemente soprattutto l’Astrattismo, che pure prende le maggiori distanze dalla natura), fase conclusa con gli alberi surrealisti dell’inconscio e dei paradossi logici, mentre il clima del ritorno all’ordine europeo dopo la grande guerra si rifugerà in rassicuranti recuperi di modelli passati. Volendo convenzionalmente considerare contemporanea soprattutto l’arte che si snoda dal secondo dopoguerra ad oggi, limitarsi alla pittura e alla rappresentazione risultano criteri insufficienti a definire ricerche e operazioni artistiche di nuova densità concettuale (emblematico il percorso di Penone, seguito da altri più vicini ai nostri giorni). Il futuro resta da scrivere e l’albero dell’arte continua a crescere.

Paolo Pistellato

È stato Bruinsma a mettere insieme nel 2011 questo nuovo quintetto, cui ha dato il divertente nome di PumpOrgan, su commissione del North Sea Jazz Festival, non solo il più importante dei festival jazz olandesi, ma anche fra i più noti e prestigiosi al mondo. La loro musica, in perfetta linea con le idee musicali del leader, assembla e fonde i più diversi stili musicali, free-jazz e funk, canzone rockabilly e sperimentazione elettronica, avant-rock e jazz moderno, con un accentuato senso ritmico, che ha davvero pochi eguali nel jazz contemporaneo. Un ritmo che diventa spesso ipnotico, al pari di una musica fatta di riff ossessivi e di lunghe improvvisazioni, spesso ai limiti del rumore e della cacofonia. Il variegato parco strumenti utilizzato dal quintetto può già farci intuire la poliedricità del loro onnivoro credo musicale. Ma PumpOrgan non è un fenomeno isolato della scena jazzistica olandese dei nostri giorni. Il quintetto fa parte infatti di una sorta di collettivo, che comprende 28 musicisti e ben 11 gruppi, che ha il nome programmatico di “Tumult”, ma anche l’ambizioso e non semplice obiettivo di promuovere i più giovani e creativi protagonisti di una scena musicale difficilmente nota a chi non viva ad Amsterdam (www.tumultmusic.com). Il jazz improvvisato, contaminato e contagioso dei PumOrgan rappresenterà, ne siamo certi, una piacevole sorpresa per tutti quegli appassionati cui le gabbie stilistiche ed i confini fra generi vanno sempre stretti. Claudio Donà

SPETTACOLI >> CANDIANI GROOVE

PUMPORGAN, UN’INCURSIONE NEL JAZZ OLANDESECandiani Groove non si limita soltanto a programmare per tempo e con la massima apertura musicale gli eventi della sua stagione, ma deve aver anche la capacità di saper cogliere le occasioni dell’ultima ora, quando ne valga davvero la pena. È questo il caso del concerto del gruppo olandese PumpOrgan, non compre-so nella prima stesura del programma autunnale, perché deciso solo a fine ottobre. L’occasione era ghiotta, visto che la giovane band di Amsterdam, dopo un breve tour francese, aveva in programma un concerto il 2 dicembre a Roma per la RAI (trasmesso in diretta radiofonica), e ancora un giorno libero prima del ritorno in patria. L’opportunità è stata quindi colta. La scena jazzistica olandese si presenta, fin dagli anni Sessan-ta, tra le più prolifiche e creative del jazz europeo. Basterà qui ricordare i nomi di Misha Mengelberg, Han Bennink e Willem Breuker, ben noti a tutti gli appassionati. Fra i più interessanti e imprevedibili esponenti di questa scena è, da circa un ventennio, il pluristrumenstista Dirk Bruinsma – che suona strumenti fra loro molto diversi come il sax contralto e il basso elettrico – noto soprattutto per esser leader del Blast Quartet, fondato nel 1989, cui ha regalato, con la sua scrittura fertile e onnivora, moltissime composizioni. Il suo personalissimo approccio compositivo è stato definito dalla critica come “PsychoJive”.

CANDIANI GROOVEin collaborazione con Associazione Culturale Caligola e Afrodisia

martedì 3 dicembre, ore 21.30PumpOrganDirk Bruinsma sax alto, basso elettrico, composizioneChristian Ferlaino sax baritonoWilbert Bulsink tastiere, organo hamamondMikael Szafirowski chitarra e basso elettriciNout Ingen Housz batteria, percussioni

ingresso: intero 8 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti) - 2.50 euro GaT

domenica 15 dicembre, ore 18.00Pedro Kouyaté& Mandinka Transe AcoustiquePédro Kouyaté voce, kamélé n’goni, chitarra, djeli n’goni Florent Dupuit flauto, sassofono Nelson Hamilcaro basso elettricoRenault Ollivier batteria, calebasse, cori

ingresso: intero 13 euro - ridotto 10 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti) - 2.50 euro GaT

domenica 12 gennaio, ore 18.00Stefano Onorati TrioStefano Onorati pianoforteStefano Senni contrabbassoWalter Paoli batteria

Nicola Fazzini QuartetNicola Fazzini sax contraltoRiccardo Chiarion chitarra elettricaStefano Senni contrabbassoLuca Colussi batteria

ingresso: intero 8 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti) - 2.50 euro GaT

domenica 19 gennaio, ore 18.00Massimo De Mattia TrioMassimo De Mattia flautoBruno Cesselli pianoforteAlessandro Turchet contrabbasso

Otello Savoia QuartetFausto Beccalossi fisarmonicaOscar Del Barba pianoforteOtello Savoia contrabbassoFranco Dal Monego batteria

ingresso: intero 8 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti) - 2.50 euro GaT

Biglietti in vendita alla biglietteria del Centro e online sui siti www.centroculturalecandiani.it e www.biglietto.it (diritto di prevendita 1 euro)

auditorium quarto piano

A meno di un mese dal concerto dei Debademba, caratterizzato dalle affascinanti personalità dei due fondatori Mohamed Diaby e Abdoulaye Traorè, il nostro viaggio nelle sonorità africane riparte ancora una volta dal Mali, Pedro Kouyaté è infatti un formidabile polistrumentista maliano, formatosi musicalmente accanto a Toumani Diabate, leggendario virtuoso della kora mandinga. Per anni ha suonato con la sua band Symmétric Orchestra nel mitico club Le Hogon di Bamako, ha poi accompagnato alla calebasse il celebre bluesman maliano Boubacar Traore, seguendolo nelle tournée internazionali, approdando infine a Parigi, dove oggi vive, e dove nel 2007 ha creato i Mandinka Transe Acoustique. Pedro e la sua band sono artefici di una trance “mentale” dove le sue origini griot maliane si fondono con influenze occidentali, soprattutto il jazz. Spirito libero e visionario, è nella cultura ancestrale del suo paese d’origine, e in particolare nel’universo profondo e mistico della confraternita dei “cacciatori mandingo”, che prende in prestito il flusso sonoro e le incredibili scale pentatoniche. Le melodie che usa nel canto e sulla chitarra (ma anche sul n’goni, il suo strumento preferito), creano uno stato di trance ipnotica in cui si intrecciano assoli memorabili e dialoghi con i suoi musicisti: l’incredibile sassofonista Florent Dupuit, il bassista Hamilcaro Nelson e il batterista e percus-sionista Renaud Ollivier. Il modo in cui Pedro Kouyaté suona lo n’goni – strumento a corde con suoni percussivi, quasi un medium col mondo parallelo, che alligna misteriosamente nella vita dei cacciatori mandingo – fa di lui uno degli artisti africani più sorprendenti in circolazione. Sul palco, fa vibrare le sue canzoni con voce profonda, attraverso un registro vocale dai toni bassi e dissonanti, alla quale si aggiunge quella speciale aura declamatoria, tipica dei Griot che si esibiscono in pubblico. Seguendo le orme dei propri antenati, Pedro Kouyaté – grazie al suo enigmatico carisma e all’energia creativa dei suoi musicisti – seduce lo spettatore portandolo per mano in un viaggio generoso e dinamico; un viaggio senza tempo, ogni volta diverso e sorprendente.

Elisabetta Da Lio

È quasi tutto dedicato al jazz italiano, e a quello triveneto in particolare, il programma di Candiani Groove in questo primo scorcio di 2014. Quattro esibizioni concentrate in due domeniche pomeriggio, fra l’altro consecutive: se non di una vera e propria rassegna, si può almeno parlare di una signi-ficativa analisi sull’attuale stato di salute del nostro jazz. Saranno coinvolti in questi due doppi concerti tredici musicisti suddivisi in quattro formazioni, che presenteranno altrettante produzioni discografiche, tre recentissime ed una che, pur risalendo a qualche anno fa, resta ancor più che mai attuale.Sarà il solido e sempre più apprezzato contrabbasso di Stefano Senni (ammirato di recente anche a fianco di Enrico Rava) a far da minimo comune denominatore, il 12 gennaio, al trio del pianista Stefano Onorati e al quartetto del sassofonista milanese, ma ormai veneto d’adozione, Nicola Fazzini. Noto soprattutto per esser co-leader, con Nico Gori del quartetto Novecento e con Marco Tamburini del trio Three Lower Colours, il pianista toscano ha confermato, con una splendida registrazione “live” effettuata la scorsa primavera al Conservatorio Venezze di Rovigo, dove ha la cattedra di pianoforte jazz, d’esser ormai leader maturo e personale, oltre che strumentista di grande tecnica e sensibilità. Al disco, Live at Venezze Festival 2013, ha dato un fondamentale contributo anche il batterista Walter Paoli, veterano che il grande pubblico ha già avuto modo di apprezzare a fianco di Stefano Bollani. Il passaggio dalle raffinate atmosfere di sapore evansiano del trio di Onorati alle sonorità più contemporanee, mediate dall’attuale scena newyorchese – per il tipo di formazione, l’uso di poliritmie e di modulazioni metriche – del quartetto di Fazzini, sax alto, sembrerà, grazie alla presenza di Senni, quasi naturale. Il sassofonista, anche lui apprezzato docente – è direttore della Scuola T. Monk di Mira – ci condurrà per mano nelle atmosfere di volta in volta metropolitane o sognanti, reali o immaginarie, del suo ultimo lavoro da leader, Metamorfosi, ben coadiuvato, oltre che dal già citato contrabbassista, dalla preziosa chitarra di Riccardo Chiarion e dalla fantasiosa solida batteria di Luca Colussi, entrambi da tempo apprezzati protagonisti della scena jazzistica friulana. Dalla stessa regione proviene anche il trio che aprirà il programma del 19 gennaio, guidato da uno dei più importanti flautisti jazz europei, quel Massimo De Mattia che nell’arco di un ventennio ha più volte catturato l’attenzione della critica specializzata con lavori discografici di profondo spessore, come il più recente, Trilemma, che, appena uscito, ha già ottenuto lusinghieri apprezzamenti, vedendo all’opera un trio di spiccato sapore cameristico, completato dal noto pianista Bruno Cesselli, anche lui come De Mattia proveniente dall’area di Pordenone, e dal contrabbassista udinese Alessandro Turchet, fra i più apprezzati dell’ultima generazione. Il flauto di De Mattia lascerà quindi la scena ad un altro strumento che, pur vantando un mentore del calibro e della fama di Richiard Galliano, è tra i meno frequentati nel mondo del jazz. La fisarmonica del bresciano Fausto Beccalossi ha trovato consacrazione internazionale solo qualche anno fa, quand’è stato chiamato a far parte del gruppo del chitarrista americano Al Di Meola. Ma Beccalossi, fisarmonicista da anni molto attivo e richiesto, collabora da ormai oltre un decennio con il contrabbassista Otello Savoia – anche lui bresciano d’origine, anche se oggi vive tra Padova e Desenzano – a fianco del quale ha registrato nel 2005 un album davvero suggestivo, …In giostra. Il progetto, che pur non ha avuto altro seguito discografico, ha continuato ad esser proposto con successo dal vivo. Savoia ha però rinnovato il quartetto originale con gli inserimenti, davvero riusciti, del pianista lombardo Oscar Del Barba e del batterista trevigiano Franco Dal Monego. Un jazz, il loro, dal forte gusto me-lodico, da ascoltare “tutto d’un fiato”. Claudio Donà

RIPARTE DAL MALI, CON PEDRO KOUYATÉ Il viaggio di Candiani Groove nelle sonorità africane

QUANDO IL JAZZ PARLA ITALIANO…13 musicisti e 4 gruppi al Candiani per due giornate dedicate al jazz di casa nostra

PAROLE E MUSICHE, FRAMMENTI DAL LEMMING

IN UN GIARDINO, DUE CERCATORI D’ACQUA

SPETTACOLI >> “INSTANTSONGS” - MASSIMO BUBOLA

sabato 25 gennaio, ore 21.00CANDIANI GROOVEMassimo BubolaInstantsongs

Massimo Bubola voce, chitarra acustica e armonicaEnrico Mantovani chitarra acustica, elettrica e mandolinoPiero Trevisan basso elettricoVirginio Bellingardo batteria acustica

auditorium quarto pianoingresso: intero 10 euro – ridotto 7 euro (Candiani Card, Cinema Più, studenti) - 2.50 euro GaT

Biglietti in vendita alla biglietteria del Centro e online sui siti www.centroculturalecandiani.it e www.biglietto.it (diritto di prevendita 1 euro)

mercoledì 4 dicembre, ore 21.30SCENA MOBILEIntrecci di spettacoloFrammentiConcerto scenico dal Lemming

Teatro del Lemmingcon Fiorella Tommasini, Chiara Elisa Rossini, Diana Ferrantini

Massimo Munaro drammaturgia, musica e regiaKatia Raguso assistenza alla produzione

auditorium quarto pianoingresso: intero 8 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti) - 2.50 euro GaTBiglietti in vendita alla biglietteria del Centro e online sui siti www.centroculturalecandiani.it e www.biglietto.it (diritto di prevendita 1 euro)

domenica 1° dicembre, ore 17.00NOT ONLY FOR KIDSI colori dell’acquaLa Baracca - Testoni Ragazzi

con Valeria Frabetti e Andrea Buzzetti

Roberto Frabetti regia e testiAndrea Buzzetti luciValeria Frabetti, Fabio Galanti, Enrico Montalbani scenografie

Premio come miglior spettacolo per i piccolialla 3a edizione del Festival Internazionale di Teatro per ragazzi “100, 1.000, 1.000.000 di storie” di Bucarest, Romania.

età consigliata: 1- 4 annidurata: 30 minuti

auditorium quarto pianoingresso: 5 euroBiglietti in vendita alla biglietteria del Centro

Abbiamo constatato che all’uscita dei nostri spettacoli, gli spettatori, dato l’elevato grado di coinvolgimento, spesso non riescono a cogliere fino in fondo il filo delle parole, dei suoni, delle musiche. Questo accade perché la poetica che attraversa dagli esordi il lavoro del Lemming è caratterizzata proprio dal tentativo di immergere lo spettatore nel flusso emotivo di un evento in cui la parola non vale più di uno sguardo, di una carezza, di un’immagine, di un profumo. Sotto-posto ad una sorta di accecamento, ad un vero e proprio bombardamento sensoriale, lo spettatore si ritrova a vivere un’esperienza fortemente onirica, con la sensazione, simile a quella del risveglio da un sogno, di avere come perso qualcosa.Questo lavoro propone invece una sorta di drastica riduzione rispetto alla normale complessità del nostro linguaggio. Ciò consente allo spettatore di potersi

concentrare, rispetto alla pienezza vorticosa di una sinestesia sensoria-le, sull’unico senso dell’udito. È una riduzione che apre però altri varchi,altre vertigini, altri accecamenti.D’altra parte questo lavoro propone anche un possibile attraversamentodella nostra attività produttiva: una piccola antologia, appunto, di parole

e musiche dal Lemming - in realtà una delle tante possibili, in un mate-riale quasi inesauribile accumulato in venticinque anni di attività e ricerca.Per chi conosce il nostro lavoro sarà un modo di poter riattraver-sare suggestioni che riverberano inevitabilmente di altre suggestio-ni; per chi ci incontra per la prima

volta suggeriamo la possibilità di lasciarsi attraversare da un piccolo incantamento.Questi diciassette frammenti dise-gnano un viaggio nella memoria di ciascuno di noi, stanze dell’anima, perle di una collana che affida ad ogni spettatore il compito di rico-struirne il filo. Frammenti era, infine, anche il titolo del nostro primo spet-tacolo realizzato nel lontano 1987, un modo per riaffermare la continuità di una poetica alla quale, seppure declinata in modi sempre diversi, siamo rimasti, a modo nostro, osti-natamente fedeli.Il nostro lavoro è, a suo modo infatti, come sempre, costruzione di mondo: un tentativo di costruire un ordine a tutto ciò che si frantuma. Sta a chi lo riceve deciderne l’esito. Come la chiave di quell’impossibile soluzione all’enigma che noi siamo a noi stessi.

Diana Ferrantini

L’acqua è arrivata con la pioggia e il giardino nascosto ha preso vita.

Le vasche e le fontane si sono riempite. I frutti, le foglie, gli alberi e le piante hanno spolverato i loro colori e in mezzo al cielo è comparso l’arcobaleno. Al centro del giardino nascosto, due cercatori d’acqua. Mestoli e brocche nelle mani. Alla ricerca di acqua e di colori. Il giallo del grano, il rosso dei pomodori, il viola dei fiori…I due protagonisti ci accompagnano alla scoperta dell’arcobaleno terreno composto dagli elementi della natura. I colori dell’acqua è uno spettacolo che parla ai bambini di elementi semplici, naturalmente belli. Un gioco di colori per conoscere tutte le sfumature del mondo. Lo spettacolo fa parte di una linea produttiva che affianca parole semplici all’azione degli attori, cercando un’unità d’immagine, fatta di luci, suoni e movimenti.

si può morire e vivere dedicato al caso Aldrovandi e più in generale ai casi di malapolizia come quelli di Uva e di Cucchi; Chi fermerà queste croci, sul feno-meno del femminicidio, ispirata dall’assassinio di Fabiana Luzzi di Corigliano Calabro, uccisa dal fidanzato il 25 maggio; Sopra la legge sul culto dell’illegalità nel nostro paese, a circa vent’anni da quando Bubola scrisse Don Raffaè con Fabrizio De Andrè.Tra le già conosciute instant songs di Bubola: Don Raffaè 1990, sul rapporto tra Stato e Antistato, e Fiume Sand Creek sulle vittime civili delle guerre, scritte da Massimo Bubola e Fabrizio De Andrè; Alì Zazà 1994, sui Baby Killer napoletani; Una storia sbagliata 1991, sull’oscura fine di Pier Paolo Pasolini; Cocis 1978, sulla mala del Brenta; Tutti assolti 1994, sulle stragi che hanno insanguinato il nostro paese negli anni Ottanta; Un angelo in meno 1994, sull’aereo militare italiano che cadde sull’Istituto Tecnico “Salvemini” di Casalecchio sul Reno, uccidendo dodici ragazzi; Coda di Lupo 1977, sulla metamorfosi di un pellerossa che diventa metropolitano; Tutti assolti nel ‘94 sulle stragi di Piazza Fontana e Piazza della Loggia; Corvi 1997, sui signori della guerra nell’ex Jugoslavia.

(DALLA CRONACA ALLA BALLATA) STORIE DI UN EPOS CONTEMPORANEOLo spettacolo InstantSongs, nasce da un progetto di Massimo Bubola in collaborazione con Repubblica.it, che pubblicherà le canzoni di Bubola con cadenza mensile nelle sue pagine on line per un anno almeno.InstantSongs è un percorso di folksongs attraverso la cronaca, la musica e la poesia, che cerca di produrre una riflessione più ampia della cronaca giornalistica. I temi trattati riguardano il nostro cammino civile e il tono etico di questo paese. InstantSongs è un concerto-spettacolo che si caratterizza per una forte tensione morale e civile nelle liriche e nella concezione delle canzoni che prendono spunto da episodi realmente accaduti nel nostro paese nel corso dell’anno. Racconta il presente con ballate che sono “short movies”, con uno stile semplice ed efficace, legato a sonorità elettro-acustiche, scabre e potenti. Sarà un percorso di circa venti brani interpretati da Massimo Bubola e la sua storica Eccher Band. Le canzoni saranno supportate inoltre da letture di riferimento ai fatti narrati dalle ballate. Tra le nuove ballate Hanno sparato a un angelo sull’assassinio di un giovane uomo e della piccolissima figlia, che si ispira a un episodio realmente accaduto a Roma il 4 gennaio 2012; Quante volte

SCAFFALE APERTOIncontri con gli autori

mercoledì 4 dicembre, ore 18.00 Presentazione del libro Riscatto Mediterra-neo. Luoghi e voci di dignità e resistenza (Nuovadimensione, coll. oltre/4, 2013) di Gianluca Solera.in collaborazione con la libreria Ulisse & Co.Partecipa all’incontro l’autore.

martedì 17 dicembre, ore 17.30Presentazione del libro Calce viva. La storia di un amore assoluto nell’inferno della Prima Guerra Mondiale (La Toletta Edizioni, 2013) di Antonella BenvenutiPartecipa all’incontro l’autrice.

martedì 7 gennaio, ore 17.30Presentazione del libro Amore ed estasi. Pietro Bembo e Lucrezia Borgia il più grande degli amori (Fede & Cultura, 2013) di Romana de Carli SzabadosPartecipano all’incontro Ferruccio Falconi, Francesco Lusciano e l’autrice.Coordina Elio Jodice

mercoledì 15 gennaio, ore 17.30Presentazione del libro Il cattivo tedesco e il bravo italiano (Laterza, 2013, 5 ed.) di Filippo Focardiin collaborazione con Iveser, Associazione Esodo, Associazione Divisione AcquiPartecipano all’incontro studiosi ed esperti

venerdì 31 gennaio, ore 17.30Presentazione del libro In giostra. Storia di una famiglia veneziana (Alcione Editore, 2013) di Gianfranco PontiniPartecipano all’incontro Alessandro Cuk e l’autore.Coordina Elio Jodice

sala seminariale primo pianoingresso libero

scaffaleaperto

“NON OFFENDA: GENITORE SARÀ LEI!” “È impossibile conoscere gli uomini senza conoscere la forza delle parole.” Sigmund Freud

Da qui ci piace cominciare la presentazione di questo appuntamento che vuole indagare sul lessico famigliare e sulla forza delle espressioni condivise. Le unioni di fatto, le convivenze arcobaleno, i single, il grande numero di separati e divorziati, non fanno che mettere in evidenza e in discussione i nodi da sciogliere di un mondo tradizionale e famigliare che è già cambiato in modo radicale anche a causa della secolarizzazione e delle dinamiche economiche. Il cambiamento investe non solo i ruoli e i modi di interagire delle parti coinvolte, i generi sessuali e l’eventuale prole, ma anche il linguaggio, l’espressione simbolica condivisa della società.Il capofamiglia lascia pariteticamente il posto a coniugi, le famiglie diventano unioni elastiche, che si contraggono o si allargano, si colorano con l’arcobaleno. E la mamma (la madre – etimologia: la misuratrice, l’ordinatrice) e il papà (il padre – etimologia: che protegge e nutre), termini “caldi” che evocano sentimenti e tradizioni? È possibile pensare a una parola diversa che ricomprenda la sintesi di questi affetti senza discriminare alcuno, una parola che sia al passo con le trasformazioni in corso nelle famiglie già esplose nella società che cambia? Parliamone senza offendere, anche per capire il travaglio insito nella realtà che viviamo.Interverrà Camilla Seibezzi - consigliera comunale e delegata del sindaco di Venezia ai Diritti civili e contro le discriminazioni. La consigliera (e il termine pare appropriato) ha proposto di sostituire, nella modulistica comunale per i nidi,“madre e padre” con il termine più inclusivo e per nulla offensivo di “genitore”, provocando nell’opinione pubblica e nella stessa politica aspre polemiche.Le parole forse non cambiano il mondo, ma noi tutti pensiamo il mondo con le parole, queste possono innescare nelle relazioni umane reciproche riflessioni e soprattutto azioni importanti.

Cathia Vigato

Un viaggio nel Mediterraneo che ritorna al centro della Storia, perché tutto è cambiato dopo la Primavera araba, per noi e per loro. Una narrazione letteraria che racconta di coloro che hanno preso in mano il futuro, sfidando morte e ingiustizia. Con le rivoluzioni arabe e i movimenti contro crisi e austerità che le ha accompagnate, questa parte del mondo è diventato il fulcro del cambiamento, dove si sperimenta un nuovo progetto di civilizzazione. Chi sono i protagonisti? Come si muovono, si organizzano e in cosa sperano i giovani di questa generazione in subbuglio? Perché il Mediterraneo è diventato la

culla della resistenza civile? E come fare in modo che ciò che è iniziato produca frutto? Il libro cerca di rispondere a queste domande, parlando di Tunisia, Libia, Egitto o Siria, ma anche di Tel Aviv, Salonicco, Zagabria o Roma, e nelle storie di quei giovani in movimento, nelle loro battaglie, vittorie o sconfitte esplora le radici comuni. Un libro che invita a sperare che il futuro immaginato nelle piazze delle città del Mediterraneo sia l’inizio di un percorso sociale, culturale e politico comune. Più giusto, più onesto, più democratico, più creativo. Più mediterraneo.

Eleonora e Marco: la storia di un amore di fronte al quale tutte le nostre razionali categorie di pensiero traballano.Marco, scaraventato nelle trincee del Carso durante la Prima Guerra Mondiale, lotterà furiosamente per portare a casa la pelle, ma tutte le atrocità viste, subite ed inferte lo trascineranno sempre più al largo, verso quegli abissi della mente dai quali sarà sempre più difficile fare ritorno. Ma è sopratutto Eleonora a stagliarsi in controluce permeando tutta la narrazione con la sua straziante assenza. Lotterà contro una malattia che non perdona con la determinazione di chi preferisce la morte alla resa. Perderà, ma non prima di avere estorto un figlio ad un destino capriccioso e

sadico che continua a buttare cenere sulle poche lenticchie della sua vita. Perderà, ma il ricordo di lei non si spegnerà nella memoria della sua gente: come una luce fantasma. In questa storia così incredibile come solo le storie vere possono essere anche tutti i personaggi minori, come la levatrice Teresa Vegnaduzzi, il parroco Don Umberto o il soldato di sanità Fortunato Masato, mi sono venuti incontro di loro iniziativa, io non li ho mai cercati. Ed anche adesso che scrivo queste poche righe di presentazione, sento che non è la storia ad essere qui per me, ma il contrario, io sono qui per la storia: per rimediare con una immortalità di carta ad una morte prematura e ingiusta.

Febbrile collezionista, letterato e poeta, inventore (insieme all’editore Aldo Manuzio)dei libri tascabili in piccolo formato, fautore di un’idea di unificazione dell’Ita-lia a partire dalla creazione di una lingua nazionale, il veneziano (poi padovano d’adozione) Pietro Bembo è universalmente riconosciuto come figura saliente del periodo rinascimentale. Pochi forse sanno che egli fu anche appassionato amante di Lucrezia Borgia, figlia di papa Alessandro VI, sorella di Cesare Borgia (il famoso

“Duca Valentino”) e sposa in terze nozze di Alfonso d’Este, Duca di Ferrara: questo tormentato amore, segreto e pericoloso, celebrato e ricordato come “il più grande degli amori”, avrebbe portato il grande umanista a dedicare a Lucrezia i suoi celebri Asolani e a rivolgerle appassionate lettere nelle quali ricordava “la bella treccia simile ad oro”, “le ciglia d’ebano”, “le morbide guance” e “l’agile piede che si abbandonava al ritmo della danza”.

Cattivo tedesco. Barbaro, sanguinario, imbevuto di ideologia razzista e pronto a eseguire gli ordini con brutalità. Al contrario, bravo italiano. Pacifico, empatico, contrario alla guerra, cordiale e generoso anche quando vestiva i panni dell’occupante.Sono i due stereotipi che hanno segnato la memoria pubblica nazionale e consentito il formarsi di una zona d’ombra: non fare i conti con gli aspetti aggressivi e criminali della guerra combattuta dall’Italia monarchico-fascista a fianco del Terzo Reich. A distinguere fra Italia e Germania era stata innanzitutto la propaganda degli Alleati: la responsabilità della guerra non gravava sul popolo italiano ma su Mussolini e sul regime, che avevano messo il destino del paese nelle mani del sanguinario

camerata germanico. Gli italiani non avevano colpe e il vero nemico della nazione era il Tedesco. Gli argomenti furono ripresi e rilanciati dopo l’8 settembre dal re e da Badoglio e da tutte le forze dell’antifascismo, prima impegnati a mobilitare la nazione contro l’‘oppressore tedesco e il traditore fascista’, poi a rivendicare per il paese sconfitto una pace non punitiva. La giusta esaltazione dei meriti guadagnati nella guerra di Liberazione ha finito così per oscurare le responsabilità italiane ed è prevalsa un’immagine autoassolutoria che ha addossato sui tedeschi il peso esclusivo dei crimini dell’Asse, non senza l’interessato beneplacito e l’impegno attivo di uomini e istituzioni che avevano sostenuto la tragica avventura del fascismo.

RISCATTO MEDITERRANEO Voci e luoghi di dignità e resistenza

CALCE VIVA La storia di un amore assoluto nell’inferno della Prima Guerra Mondiale

AMORE ED ESTASI Pietro Bembo e Lucrezia Borgia il più grande degli amori

IL CATTIVO TEDESCO E IL BRAVO ITALIANOLa rimozione delle colpe della Seconda Guerra Mondiale

Gianluca Solera nato nel 1966 a Riva del Garda, è stato uno dei co-fondatori della prima lista verde civica in Italia, a Mantova. Dopo gli studi universitari in urbanistica e pianificazione territoriale a Venezia, Parigi e Berlino, è stato per dieci anni consigliere al Parlamento europeo con i verdi e i regionalisti europei, e coordinatore dei verdi spagnoli in Europa durante tre stagioni. Negli ultimi otto anni (2005-2012), con la Fondazione Anna Lindh per il Dialogo tra le Culture, la più prestigiosa istituzione del Partenariato Euro-Mediterraneo, ha costruito una rete di quattromila organizzazioni di più di quaranta paesi che lavorano insieme per dialogo, riconciliazione e cooperazione umana, sociale e culturale tra Europa, Mondo arabo, Israele e Turchia. Con Nuovadimensione ha pubblicato Muri, lacrime e za’tar, che ha riscosso un buon successo editoriale e mediatico. È collaboratore di riviste online e autore di diverse pubblicazioni.

Antonella Benvenuti è nata a Meolo nella campagna tra Treviso e Venezia. Dal 1985 vive a Venezia dove lavora presso la Corte d’Appello. Da sempre appassionata di storia locale ha pubblicato il suo primo romanzo dal titolo Mala aria nel 2005. Da quest’opera è stata tratta una riduzione teatrale a cura della compagnia “Teatro Fondamenta Nuove”.

Romana de Carli Szabados esule da Pola, ha vissuto per lungo tempo a Trieste e a Venezia, dove si è laureata all’Università Ca’ Foscari e dove si è distinta come attivissima promotrice culturale. Germanista, traduttrice, storica e curatrice di memorie istro-veneto-dalmatiche, appassionata conoscitrice della cultura mitteleuropea e della dinastia asburgica, ha pubblicato molti volumi su questi temi dei quali è tra i massimi esperti italiani. Con Fede & Cultura ha pubblicato Finis Austriae e Corone e cuori.

Filippo Focardi è ricercatore di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e studi internazionali dell’Università di Padova. Si è occupato di memoria del fascismo e della seconda guerra mondiale, di risarcimenti per le vittime del nazismo e della questione della punizione dei criminali di guerra italiani e tedeschi. Ha pubblicato Criminali di guerra in libertà (Carocci 2008) e ha curato Memoria e rimozione. I crimini di guerra del Giappone e dell’Italia (con G. Contini e M. Petricioli, Viella 2010).

venerdì 24 gennaio, ore 17.30LE STRADE DELLA RAGIONEin collaborazione con UAAR Circolo di Venezia

“Non offenda: genitore sarà lei!”

Interviene Camilla Seibezzi

sala seminariale primo pianoingresso libero

SECOND LIFE – DOPO LA PRIMAmartedì 3 dicembre, ore 16.30 e ore 21.00Miracolo a Le Havre (Le Havre, Finlandia/Francia/Germania, 2011, 93’) di Aki Kaurismäki

martedì 17 dicembre, ore 21.00Carnage (Francia/Germania/Polonia/Spagna, 2011, 79’) di Roman Polanski

martedì 14 gennaio, ore 21.00Come pietra paziente. Syngué Sabour (Syngué Sabour, Afghanistan/ Francia/Germania, 2012, 103’) di Atiq Rahimi

giovedì 16 gennaio, ore 16.30 e ore 21.00The Help (USA/India/Emirati arabi, 2011, 137’) di Tate Taylor

martedì 21 gennaio, ore 21.00Promised Land (USA, 2012, 106’) di Gus Van Sant

giovedì 23 gennaio, ore 16.30 e ore 21.00Bella addormentata (Italia/Francia, 2012, 110’) di Marco Bellocchio

martedì 28 gennaio, ore 16.30 e ore 21.00E se vivessimo tutti insieme? (Et si on vivait tous ensemble?, Francia/Germania, 2011, 86’) di Stéphane Robelin

giovedì 30 gennaio, ore 21.00Tutti i santi giorni (Italia, 2012, 97’) di Paolo Virzì

sala conferenze quarto pianoingresso riservato ai soci Candiani Card (validità annuale a partire dalla sottoscrizione – 15 euro) e CinemaPiù 2013 / 2014 (valida sino al 30 giugno 2014 - tessera ordinaria 30 euro, studenti 20 euro) in vendita alla biglietteria del Centro.È consigliata la prenotazione.

martedì 21 gennaio, ore 17.30INCONTRI – CONFRONTI SULLA SOSTENIBILITÀUn progetto degli Archivi della Sostenibilità Università Ca’ Foscari VeneziaCon la partecipazione di Sea Shepherd Conservation Society (SSCS)

Coordinamento scientifico: Giorgio Conti

Lo sterminio degli squali continua… La complessa vita negli oceani è in pericolo e noi…?Presentazione e discussione del docu-film Sharkwater (2007, 89’) di Rob Stewart

Parteciperanno al dibattito: Andrea Morello (Coordinatore nazionale di Sea Shepherd), Fabio Pranovi (DAIS – CEMAS Centre for Estuarine and Coastal Marine Sciences, Università Ca’ Foscari Venezia)

sala conferenze quarto pianoingresso libero

Miracolo a Le Havre(Le Havre, Finlandia/Francia/Germania, 2011, 93’) di Aki KaurismäkiCon André Wilms, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin, Blondin Miguel, Elina Salo

Menzione speciale della giuria ecumenica e Premio Fipresci al Festival di Cannes (2011); Candidato al David di Donatello come Miglior Film dell’Unione Europea (2012);

Marcel Marx, ex scrittore e noto bohémien, si è ritirato in una sorta di esilio volontario nella città portuale di Le Havre, dove lavora come lustrascarpe. Abbandonata ogni velleità letteraria, vive felicemente dividendosi tra il suo bar preferito, il lavoro e la moglie Arletty, quando all’improvviso il destino mette sulla sua strada un piccolo profugo arrivato dall’Africa. “Contro «chi guarda ma non vede», Kaurismäki esercita il suo oc-chio allo stupore. Non fa il poeta che orchestra una sinfonia irreale, semplicemente indica l’essenza delle cose, l’incanto dei dettagli. Inquadrature limpide, fermo-immagine sul “nulla”. (...) Kaurismäki disegna il suo presepe laico – il miracolo è tutto umano – e dà il via a un thriller emozionante, gioco di equivoci e tranelli, “realismo poetico” con humour. Il film lievita nell’esilarante tocco di chi ha inventato i Leningrad Cowboys e non ama i simboli (...) ma le persone.” (Mariuccia Ciotta in Il Manifesto, 25 novembre 2011)

Carnage (Francia/Germania/Polonia/Spagna, 2011, 79’) di Roman Polanski Con Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz, John C. Reilly

Leoncino d’Oro AGIS Scuola alla Mostra del Cinema di Venezia (2011); Candidato ai Golden Globes per Migliore attrice protagonista (J. Foster, K. Winslet); Candidato al David di Donatello come Miglior Film dell’Unione Europea e al Nastro d’argento come Miglior film europeo (2012);

La resa dei conti tra due ragazzini undicenni: labbra gonfie, denti rotti... I genitori della “vittima” invitano i genitori del “teppista” a casa loro per cercare di risolvere la faccenda. Gli iniziali convenevoli scherzosi si trasformano presto in battute al vetriolo che sfoceranno in un crescendo di rivelazioni sulle ridicole contraddizioni e i grotteschi pregiudizi dei quattro genitori, nessuno dei quali sfuggirà al conseguente massacro.“Il tramonto dell’Occidente in un appartamento di New York. L’occasione è banale, il dramma sarà epocale (ma esilarante). (...) Coppia contro coppia dunque, ma anche mariti contro mogli, mogli contro mogli, mariti contro mariti, cinici contro idealisti, borghesi contro alternativi e via distinguendo e accusando, in un carosello di identità parziali e derisorie difese con ogni mezzo. Tratto dalla pièce di Yasmina Reza Il dio della carneficina. Polanski e i suoi quattro prodigiosi attori ne fanno uno scintillante saggio di cinema da camera in cui ogni parola, ogni gesto, ogni impercettibile trasalimento svela e insieme nasconde interi mondi. Magistrale.” (Fabio Ferzetti in Il Messaggero, 16 settembre 2011)

Come pietra paziente. Syngué Sabour(Syngué Sabour, Afghanistan/ Francia/Germania, 2012, 103’) di Atiq RahimiCon Golshifteh Farahani, Hamidreza Djavdan, Massi Mrowat, Hassina Burgan

Ai piedi delle montagne attorno a Kabul, una giovane moglie accudisce il marito, eroe di guerra, in coma. La guerra fratricida lacera la città, i combattenti sono alla loro porta. Contro ogni aspettativa la donna comincia a aprirsi, prende coscienza del suo corpo, libera la sua parola per confidare al marito ricordi e segreti inconfessabili. A poco a poco in un fiume liberatorio, tutti i suoi pensieri diventano voce: incanta, prega, grida e infine ritrova se stessa. L’uomo privo di conoscenza al suo fianco diventa dunque, suo malgrado, la sua “syngué sabour”, la sua pietra paziente, la pietra magica che poniamo davanti a noi stessi per sussurrarle tutti i nostri segreti, le nostre sofferenze... finché non va in frantumi.

“Film intimista e ricco di suggestioni ad alto tasso metaforico, è tratto dal romanzo dello stesso regista afgano esule in Francia. Una visione “diversa” dal solito mainstream, per uno spettatore curioso, attento e certamente paziente.” (Anna Maria Pasetti in Il Fatto Quotidiano, 28 marzo 2013)

The Help (USA/India/Emirati Arabi, 2011, 137’) di Tate Taylor Con Emma Stone, Viola Davis, Bryce Dallas Howard, Octavia Spencer, Jessica Chastain

Golden Globe e Oscar come Miglior attrice non protagonista (2012);

Mississippi, anni 60. Eugenia “Skeeter” Phelan è una ragazza della buona società di Jackson che torna a casa dopo aver finito l’università a New York, dove ha studiato per diventare scrittrice e giornalista. L’incontro con le sue amiche di un tempo rende Skeeter consapevole di quanto forte sia ancora il sentimento di razzismo nei confronti delle donne di colore che da sempre si sono prese cura delle famiglie della zona e, indignata, decide di raccontare le loro storie. Per realizzare il suo progetto Skeeter, superata l’iniziale diffidenza, troverà la complicità di due domestiche che insieme a lei metteranno nero su bianco le discriminazioni razziali subite.“Alla base di The Help, c’è l’omonimo romanzo d’esordio di Kathryn Stockett, in Usa un best-seller, che sul filo dell’autobiografia rievoca, nella cornice di un Mississippi anni Sessanta, prima di Martin Luther King e delle battaglie per i diritti civili, un mondo di agiate signore wasp servite da un piccolo esercito dl cameriere nere variamente umiliate. Scritto e girato da Tate Taylor, alla seconda regia, il film è illuminato da un cast di interpreti una più brava dell’altra.” (Alessandra Levantesi Kezich in La Stampa, 20 gennaio 2012)

Promised Land (USA, 2012, 106’) di Gus Van SantCon Matt Damon, John Krasinski, Frances McDormand, Rosemarie DeWitt, Hal Holbrook

Menzione Speciale della Giuria al Festival di Berlino (2013);

Steve Butler ha una brillante carriera come commerciale della Global, una società di estrazione di gas naturale da 9 miliardi di dollari. Il suo prossimo obiettivo è conquistare la cittadina rurale di McKinley, ricca di giacimenti nel sottosuolo. Assieme alla collega Sue Thomason, Steve intraprende una “caccia ai consensi”, che lo porterà a scoprire le vere strategie della società per cui lavora, mettendolo di fronte a una difficile scelta tra la carriera e l’etica.“La crisi vista dall’America profonda in una commedia politica così nitida e ben scritta che sembra venire dagli anni Trenta (è un com-plimento, oltre che una coincidenza fra le due epoche). (…) Nulla e nessuno è ciò che sembra: la minaccia al paesaggio diventa metafora di una mutazione ancora più profonda, che investe gli americani insieme al loro paese.”(Fabio Ferzetti in Il Messaggero, 14 febbraio 2013)

Bella addormentata (Italia/Francia, 2012, 110’) di Marco Bellocchio Con Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Maya Sansa, Fabrizio Falco

Premio Brian e Premio Marcello Mastroianni (F. Falco) alla Mostra del Cinema di Venezia (2012), David di Donatello come Miglior attrice non protagonista (M. Sansa) (2013); Candidato ai Nastri d’Argento per: Regista del Miglior film, sceneggiatura, attore non protagonista (F. Falco), scenografia e sonoro in presa diretta;

Sullo sfondo della drammatica vicenda di Eluana Englaro – in coma vegetativo per 17 anni e morta il 9 febbraio 2009, per interruzione dei suoi supporti vitali – si snodano le storie di diversi personaggi collegati emozionalmente al caso.“Su un argomento incandescente e passionale come il caso Englaro, Bellocchio ha fatto invece un film che si sforza di ragionare. (...) Pur nella differenza delle rese (Servillo senatore è perfetto e il suo duello

con Herlitzka da antologia), l’idea vincente di Bellocchio e dei suoi sceneggiatori mi è sembrata quella di sbriciolare le contrapposizioni ideologiche per mettere in ognuno dei personaggi un po’ di quelle «ragioni» e di quei «torti». Così che lo spettatore si ritrova sullo schermo non il muro contro muro ma piuttosto le tante tessere di un mosaico che deve ricostruire, mentre sullo sfondo un perfetto utilizzo del materiale di repertorio si incarica di ricordare la realtà di quei giorni. Un’operazione, questa, che lascia anche molto spazio alla forza creativa del regista, alla sua voglia di sorprendere chi guarda (...) ma anche al suo piacere di graffiare (...) dimostrando ancora una volta la capacità di leggere l’Italia e la sua cronaca con una libertà che non tradisce la verità.” (Paolo Mereghetti in Il Corriere della Sera, 6 settembre 2012)

E se vivessimo tutti insieme? (Et si on vivait tous ensemble?, Francia/Germania, 2011, 86’) di Stéphane Robelin Con Guy Bedos, Daniel Brühl, Geraldine Chaplin, Jane Fonda, Claude Rich

Film di chiusura al Festival di Locarno (2011);

Jean, Annie, Albert, Jeanne e Claude sono amici da molti anni. Si ritrovano in occasione del settantacinquesimo compleanno di uno di loro e ben presto emergono le rispettive inquietudini, le difficoltà personali e familiari legate soprattutto all’età e a problemi di salute. Insieme scoveranno una soluzione per alleviare le loro preoccupazioni: una casa comune, in cui vivere insieme e sentirsi ancora indipendenti.“Fosse gente del popolo sarebbe un film di Guédiguian. Robelin invece fa (buon) cinema borghese. E dribbla le Grandi Domande per darci 5 ultra 70enni pieni di vita, dunque di contraddizioni. Chi fa ancora sesso a pagamento, chi non rinuncia alla buona tavola, chi megafono in pugno rischia l’infarto per generosità, e forse per sentirsi ancora giovane. Il futuro è pieno di insidie, ma pure il passato non scherza. Il tono miscela dramma e commedia. Il cast stellare gigioneggia che è un piacere. Dominato dalle signore Fonda e Chaplin, eterne ragazze irresistibili. E dai loro scheletri nell’armadio.” (Fabio Ferzetti in Il Messaggero, 29 novembre 2012)

Tutti i santi giorni (Italia, 2012, 97’) di Paolo Virzì Con Federica Victoria Caiozzo (Thony), Luca Marinelli, Micol Azzurro, Claudio Pallitto, Stefania Felicioli, Franco Gargia David di Donatello per la Miglior canzone originale (2013), candidato anche per Miglior attrice (F. Victoria Caiozzo) e attore (L. Marinelli) protagonisti; Candidato ai Nastri d’Argento per Miglior attore prota-gonista (L. Marinelli) e Colonna sonora; Guido è timido, riservato, colto. Antonia irrequieta, permalosa e orgogliosamente ignorante. Lui portiere di notte appassionato di lingue antiche e di santi. Lei aspirante cantante e impiegata in un autonoleggio. La mattina presto, quando Guido torna dal lavoro, la sveglia con la colazione e finiscono col fare l’amore. Tutti i santi giorni.Guido e Antonia sono i protagonisti di una divertente e romantica storia d’amore vissuta in una città complicata come Roma, con vicini di casa allegri, rozzi e disperati e alle spalle due famiglie d’origine completamente diverse fra loro. Un amore che sembra indistruttibile, finchè il desiderio ostinato di un figlio che non viene, non scatena conseguenze imprevedibili.“Un Virzì più sentimentale e meno graffiante questo di Tutti i santi giorni. Almeno più sbilanciato su uno dei lati che hanno fino a oggi composto la sua personalità d’autore e la sua produzione artistica. (...) Pretesto per rivisitare qualche luogo comune da commedia (con divertimento) ma anche terreno su cui si misura con intensità e credibilità una bella storia d’amore. Interpreti novizi o quasi che confermano le capacità di Virzì come talent scout.” (Roberto Nepoti in La Repubblica, 11 ottobre 2012)

Schede a cura di Cristina Morello

SECOND LIFE – DOPO LA PRIMA

videoteca

GLI SQUALI VITTIME DI UNA PESCA CRIMINALE E DEI NOSTRI PREGIUDIZI“È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”.Albert Einstein

1975. Jaws. Squali minacciosi e sanguinari si aggirano per le sale cinematografiche di tutto il mondo. Sono il frutto della fantasia di Steven Spielberg che con questo film si consacrerà come uno dei più affermati registi a livello internazionale. Jaws, diventato un cult movie, avrà un tale successo da produrre diversi cloni, che ampli-ficheranno i nostri pre-giudizi su queste creature indispensabili per la vita degli ecosistemi marini.2007 Sharkwater. Non si tratta più di una fiction, ma di un documen-tario. I protagonisti non sono degli squali di plastica, animati dagli effetti speciali, ma sono i nuovi predatori umani, gli artefici di una pesca criminale, intensiva e industriale, supportata da altri pregiudizi: “Le pinne del pescecane sono afrodisiache”. Anche se non lo sono, dato il loro costo elevato, servono, comunque, a conferire uno sta-tus symbol al cibo consumato dai neo ricchi dei paesi dell’Estremo Oriente. Se vengono a mancare gli squali è tutta la catena alimentare che collassa con gravi conseguenze ambientali, in particolare per gli ecosistemi delle barriere coralline, già minacciati. La grande barriera corallina australiana ha dimezzato la sua superficie negli ultimi venti-sette anni. La causa? Le tempeste, la diffusione di una stella marina che distrugge i coralli e il riscaldamento globale.

E pensare che in molte lingue, la parola “squalo” è sinonimo di truffatore, profittatore. usuraio, predatore…parole più adatte a de-scrivere, oggi, il nostro rapporto, o meglio il nostro squallore, nei confronti della Natura. Chi è la Sea Shepherd Conservation Society? Fondata nel 1977 dall’attuale Presidente Capitano Paul Watson, Sea Shepherd Conservation Society (SSCS) è un’Organizzazione inter-nazionale senza fini di lucro, la cui missione é quella di fermare la distruzione dell’habitat naturale e il massacro delle specie selvatiche negli oceani di tutto il mondo. Gli scopi che si prefigge sono quelli di conservare e proteggere i diversi ecosistemi e le differenti specie che li popolano, per assicurane la sopravvivenza a beneficio delle generazioni future. Sea Shepherd pratica la tattica dell’azione diretta per investigare, documentare e, quando necessario, agire per mostrare al mondo e impedire le attività illegali in alto mare. Sea Shepherd agisce per far rispettare le leggi ambientali esistenti, guidata dalla Carta Mondiale per la Natura delle Nazioni Unite (United Nation World Charter For Nature), la quale, nei punti 21-24, attribuisce ai singoli individui l’autorità di agire in suo nome per far rispettare tali leggi.

Giorgio Conti

SharkwaterUn docufilm vincitore di 31 premi internazionaliPopolano i nostri mari da oltre 400 milioni di anni e sono tra i predatori più temuti del pianeta. In questo documentario, uno dei più grandi amanti ed esperti di squali al mondo ci porta a centinaia di metri di profondità, per conoscere da vicino la vera natura di queste creature eccezionali e sorprendenti. Sulla terraferma, invece, continua impla-cabile lo spietato traffico nero, che ha come vittime inconsapevoli proprio gli squali. Ogni anno fino a 70 milioni di squali vengono uccisi in una barbara pratica detta shark-finning, che consiste nell’amputare loro le pinne per utilizzarle a scopi commerciali, spesso rigettando il resto della carcassa in mare. A causa della pesca intensiva alcune popolazioni di squali sono diminuite persino del 90% negli ultimi 15 anni, mettendo in serio pericolo il delicato equilibrio degli ecosistemi marini, all’interno dei quali questi super-predatori hanno un indubbio ruolo chiave. Il regista Rob Stewart, sfatando i più comuni miti che da sempre avvolgono questi misteriosi animali, indaga sulle cause e sui drammatici sviluppi dell’esecrabile mattanza che sta portando queste meravigliose creature sull’orlo dell’estinzione, con conseguenze irreparabili per tutti gli esseri viventi degli ecosistemi degli oceani, in particolare quelli delle barriere coralline.

agenda Candiani

INFORMAZIONICENTRO CULTURALE CANDIANI

Piazzale Candiani 7 30174 Mestre Venezia

Tel. 041 2386126 Fax 041 2386112

www.centroculturalecandiani.it

Biglietteria / InformazioniFino al 15 dicembre

da martedì a domenica 10.30 - 12.30 / 15.30 - 19.30

Dal 17 dicembreda martedì a domenica 15.30 - 19.30

Apertura prolungata fino alle ore 22.00 in occasione

degli spettacoli e delle proiezioni serali

Chiuso lunedì e 25 dicembre

Tel. 041 2386126

* Vendita dei biglietti degli spettacoli alla biglietteria del Centro e

on line sui siti www.centroculturalecandiani.it

e www.biglietto.it (diritto di preventita 1 euro)

Videoteca di Mestre(Aderente all’AVI Associazione

Videoteche-Mediateche italiane)Arca dei Videogames

da martedì a venerdì:14.00 - 19.00

Chiuso domenica, lunedì, sabato e dal 21 dicembre al 6 gennaio

Tel. 041 [email protected]

CANDIANI CARD

costo 15 eurovalidità di un anno a

partire dalla sottoscrizione

CINEMAPIÙcosto:

Tessera ordinaria 30 euroStudenti 20 eurovalidità un anno

(sino al 30 giugno 2014)

in vendita alla biglietteria del Centro Culturale Candiani

Segreteria Ludomedialabda martedì a venerdì: 10.00 - 12.00

mercoledì: 15.00 - 17.00

telefono 041 [email protected]

Si ricorda che non è consentito l’ingresso in sala a spettacolo iniziato.

Il Centro rimarrà chiuso dal 5 all’11 dicembre per ultimazione

dei lavori in corso.

domenica 1 dicembresala seminariale I piano, dalle 10.00 alle 13.00NOT ONLY FOR KIDSCorso di Manga Junior – Speciale Mestre Comics 2013ingresso riservato agli iscritti

auditorium IV piano, ore 17.00NOT ONLY FOR KIDSI colori dell’acquaLa Baracca - Testoni Ragazziingresso: 5 euroBiglietti già in vendita

martedì 3 dicembresala conferenze IV piano, ore 16.30 e ore 21.00SECOND LIFE – DOPO LA PRIMAMiracolo a Le Havre (Le Havre, Finlandia/Francia/Germania, 2011, 93’) di Aki Kaurismäkiingresso soci Candiani Card e CinemaPiù

auditorium IV piano, ore 21.30CANDIANI GROOVEPumpOrganingresso: intero 8 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti) - 2.50 euro GaTBiglietti già in vendita*

mercoledì 4 dicembresala conferenze IV piano, ore 16.00VENEZIA, TRA ANTICHE E NUOVE ACCOGLIENZEin collaborazione con l’Università del Tempo Libero – Città di MestreI Paesi romeni e VeneziaCristian Alexandru Damian ingresso libero

sala seminariale I piano, ore 18.00SCAFFALE APERTOIncontri con gli autoriPresentazione del libro Riscatto Mediterraneo. Voci e luoghi di dignità e resistenza (Nuovadi-mensione, coll. oltre/4, 2013) di Gianluca Solera.ingresso libero

auditorium IV piano, ore 21.30SCENA MOBILEIntrecci di spettacoloFrammentiConcerto scenico dal Lemming ingresso: intero 8 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti) - 2.50 euro GaTBiglietti già in vendita*

giovedì 12 dicembresala espositiva II piano, ore 18.00FELLINIANA8 ½ Il viaggio di Federico FelliniFotografie di Gideon BachmannInaugurazione mostra

sala conferenze IV piano, ore 21.00FILMONTAGNADe Drai Jorzaitn (Italia, 2012, 54’, mocheno sott.it.) di Angela Trentini e Marco Girardiingresso libero fino ad esaurimento posti

venerdì 13 dicembresala espositiva II piano, ore 18.00FELLINIANAConcerto Amarcord… RotaClaudio Ferrarini flautoEmanuela Battigelli arpaingresso libero fino ad esaurimento dei posti

sabato 14 dicembresala Paolo Costantini III piano, ore 11.0030 LA TANGENZIALEInaugurazione mostra

domenica 15 dicembreauditorium IV piano, ore 18.00CANDIANI GROOVEPedro Kouyaté& Mandinka Transe Acoustiqueingresso: intero 13 euro - ridotto 10 euro (Can-diani Card, CinemaPiù, studenti) - 2.50 euro GaTBiglietti già in vendita*

martedì 17 dicembresala seminariale I piano, ore 17.30SCAFFALE APERTOIncontri con gli autoriPresentazione del libro Calce viva. La storia di un amore assoluto nell’inferno della Prima Guerra Mondiale (La Toletta Edizioni, 2013) di Antonella Benvenutiingresso libero

sala conferenze IV piano, ore 18.00I FILOSOFI E LA BELLEZZALa bellezza secondo San TommasoGiuseppe Goisisingresso libero

sala conferenze IV piano, ore 21.00SECOND LIFE – DOPO LA PRIMACarnage (Francia/Germania/Polonia/Spagna, 2011, 79’) di Roman Polanski ingresso soci Candiani Card e CinemaPiù

mercoledì 18 dicembresala conferenze IV piano, ore 16.00VENEZIA, TRA ANTICHE E NUOVE ACCOGLIENZEin collaborazione con l’Università del Tempo Libero – Città di MestreEuropei d’Oriente. Il “caso” della cultura russa: tradizioni, rappresentazione del mondo, problematicheEmilia Magnaniniingresso libero

sala seminariale I piano, ore 17.30THE UNIVERSE OF CHARLES DICKENSUnforgettable Characters and Powerful Descriptions in English Society after the Industrial RevolutionThe urban scene: squalor and degradation, fascination and pathosLo scenario urbano: squallore e degrado, fascino e pathosConferenze a cura di Michael Gluksterningresso libero

giovedì 19 dicembresala espositiva II piano, ore 17.30FELLINIANAIncontriI miei viaggi a Fellinia con soste nello sciocchezzaio critico italianoa cura di Gian Piero Brunettaingresso libero fino ad esaurimento dei posti

sala seminariale I piano, ore 17.30LA PAROLA E L’IMMAGINEin collaborazione con l’Università Popolare di MestreCiclo di incontri a cura di Riccardo Calduraingresso libero

sala conferenze IV piano, ore 21.00FILMONTAGNADoi viaz a bunore doi viaz a la sere (Italia, 2012, 36’, friulano sott.it.) di Ivo Pecileingresso libero fino ad esaurimento posti

venerdì 20 dicembresala conferenze IV piano, ore 17.30PROGETTO EXPLORA “GINO ALLEGRI”Il volo nel veneziano oggi e domaniin collaborazione con il Centro Studi Storici di MestreTavola rotondaingresso libero sabato 21 dicembresala espositiva II piano, ore 16.30FELLINIANARassegna cinematografica8 ½ (Italia/Francia, 1963, 132’) di Federico Fellini ingresso libero fino ad esaurimento dei posti

sabato 28 dicembresala espositiva II piano, ore 16.30FELLINIANARassegna cinematograficaI vitelloni (Italia/Francia, 1953, 103’) di Federico Fellini ingresso libero fino ad esaurimento dei posti

sabato 4 gennaio 2014sala espositiva II piano, ore 16.30FELLINIANARassegna cinematograficaIl bidone (Italia/Francia, 1955, 100’) di Federico Felliniingresso libero fino ad esaurimento dei posti

martedì 7 gennaiosala seminariale I piano, ore 17.30SCAFFALE APERTOIncontri con gli autoriPresentazione del libro Amore ed estasi. Pietro Bembo e Lucrezia Borgia il più grande degli amori (Fede & Cultura, 2013) di Romana de Carli Szabadosingresso libero

mercoledì 8 gennaiosala conferenze IV piano, ore 16.00VENEZIA, TRA ANTICHE E NUOVE ACCOGLIENZEin collaborazione con l’Università del Tempo Libero – Città di MestreSpigolature cinesiGiuseppe Pagliaraingresso libero

sala espositiva II piano, ore 16.30FELLINIANARassegna cinematograficaCiao, Federico! (Italia/USA/Svezia, 1970, 60’, documentario) di Gideon Bachmanningresso libero fino ad esaurimento dei posti

giovedì 9 gennaiosala seminariale I piano, ore 17.30THE UNIVERSE OF CHARLES DICKENSUnforgettable Characters and Powerful Descriptions in English Society after the Industrial RevolutionFilm adaptation of one Dickens’s novelsAdattamento cinematografico di uno dei romanzi di DickensConferenze a cura di Michael Gluksterningresso libero

venerdì 10 gennaiosala espositiva II piano, ore 17.30FELLINIANAIncontriTra paparazzi e polaroid: istantanee fellinianea cura di Fabrizio Boriningresso libero fino ad esaurimento dei posti

sabato 11 gennaiosala espositiva II piano, ore 16.30FELLINIANARassegna cinematograficaAmarcord (Italia, 1973, 118’) di Federico Felliniingresso libero fino ad esaurimento dei posti

domenica 12 gennaioauditorium IV piano, ore 18.00CANDIANI GROOVEStefano Onorati TrioeNicola Fazzini Quartetingresso: intero 8 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti) - 2.50 euro GaTBiglietti già in vendita*

martedì 14 gennaiosala conferenze IV piano, ore 21.00SECOND LIFE – DOPO LA PRIMACome pietra paziente. Syngué Sabour (Syngué Sabour, Afghanistan/ Francia/Germania, 2012, 103’) di Atiq Rahimiingresso soci Candiani Card e CinemaPiù

mercoledì 15 gennaiosala seminariale I piano, ore 17.30SCAFFALE APERTOIncontri con gli autoriPresentazione del libro Il cattivo tedesco e il bravo italiano (Laterza, 2013, 5 ed.) di Filippo Focardiingresso libero

sala conferenze IV piano, ore 18.00I FILOSOFI E LA BELLEZZALeibniz: la bellezza e la fabbrica del mondoMaria Giacomettiingresso libero

giovedì 16 gennaiosala conferenze IV piano, ore 16.30 e ore 21.00SECOND LIFE – DOPO LA PRIMAThe Help (USA/India/Emirati arabi, 2011, 137’) di Tate Taylor ingresso soci Candiani Card e CinemaPiù

sala Paolo Costantini III piano, ore 18.00IN VOLOFotografie di Matteo ChinellatoInaugurazione mostra

venerdì 17 gennaiosala conferenze IV piano, ore 17.30FAMIGLIE NOTABILI, PATRIZIE E BORGHESI, DI VENEZIA E TERRAFERMA in collaborazione con FAI Fondo AmbienteItaliano – Delegazione di VeneziaErizzo, Bianchini, Di Rosa: la villa e la Mestre futuraSergio Barizzaingresso libero

sabato 18 gennaiosala espositiva II piano, ore 16.30FELLINIANARassegna cinematograficaIntervista (Italia/Francia, 1986, 113’) di Federico Felliniingresso libero fino ad esaurimento dei posti

domenica 19 gennaioauditorium IV piano, ore 18.00CANDIANI GROOVEMassimo De Mattia TrioeOtello Savoia Quartetingresso: intero 8 euro - ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti) - 2.50 euro GaTBiglietti già in vendita*

martedì 21 gennaiosala conferenze IV piano, ore 17.30INCONTRI – CONFRONTI SULLA SOSTENIBILITÀUn progetto degli Archivi della Sostenibilità Università Ca’ Foscari VeneziaLo sterminio degli squali continua… La complessa vita negli oceani è in pericolo e noi…?Presentazione e discussione del docu-film Sharkwater (2007, 89’) di Rob Stewartingresso libero

sala conferenze IV piano, ore 21.00SECOND LIFE – DOPO LA PRIMAPromised Land (USA, 2012, 106’) di Gus Van Santingresso soci Candiani Card e CinemaPiù

mercoledì 22 gennaiosala conferenze IV piano, ore 16.00VENEZIA, TRA ANTICHE E NUOVE ACCOGLIENZEin collaborazione con l’Università del Tempo Libero – Città di MestreIl Senegal tra passato e presenteJeanine Turpiningresso libero

giovedì 23 gennaiosala conferenze IV piano, ore 16.30 e ore 21.00SECOND LIFE – DOPO LA PRIMABella addormentata (Italia/Francia, 2012, 110’) di Marco Bellocchioingresso soci Candiani Card e CinemaPiù

sala seminariale I piano, ore 17.30LA PAROLA E L’IMMAGINEin collaborazione con l’Università Popolare di MestreCiclo di incontri a cura di Riccardo Calduraingresso libero

venerdì 24 gennaiosala conferenze IV piano, ore 17.30FAMIGLIE NOTABILI, PATRIZIE E BORGHESI, DI VENEZIA E TERRAFERMA in collaborazione con FAI Fondo Ambiente Italiano – Delegazione di VeneziaAllegri, Vallenari: conservatori e progressisti al Comune di MestreSergio Barizzaingresso libero

sala seminariale I piano, ore 17.30LE STRADE DELLA RAGIONE“Non offenda: genitore sarà lei!”Interviene Camilla Seibezziingresso libero

sabato 25 gennaioauditorium IV piano, ore 21.00CANDIANI GROOVEMassimo BubolaInstantsongsingresso: intero 10 euro - ridotto 7 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti) - 2.50 euro GaTBiglietti Già in vendita

martedì 28 gennaiosala conferenze IV piano, ore 16.30 e ore 21.00SECOND LIFE – DOPO LA PRIMAE se vivessimo tutti insieme? (Et si on vivait tous ensemble?, Francia/Germania, 2011, 86’) di Stéphane Robelin ingresso soci Candiani Card e CinemaPiù

mercoledì 29 gennaiosala conferenze IV piano, ore 18.00I FILOSOFI E LA BELLEZZAKant: la bellezza come problema nella Critica del giudizioRuggero Zaniningresso libero

giovedì 30 gennaiosala conferenze IV piano, ore 18.00RAPPRESENTAZIONI ARTISTICHE DELL’ALBERO: UNA STORIA CON MOLTI RAMIConferenza a cura di Paolo Pistellatoingresso libero

sala conferenze IV piano, ore 21.00SECOND LIFE – DOPO LA PRIMATutti i santi giorni (Italia, 2012, 97’) di Paolo Virzìingresso soci Candiani Card e CinemaPiù

venerdì 31 gennaiosala seminariale I piano, ore 17.30SCAFFALE APERTOIncontri con gli autoriPresentazione del libro In giostra. Storia di una famiglia veneziana (Alcione Editore, 2013) di Gianfranco Pontiniingresso libero

MOSTRE

Fino al 1° dicembre 2013LA MACCHINA IMPERFETTAin collaborazione con Segnoperenne

sala espositiva II pianoorario: venerdì 15.30 - 19.30sabato e domenica 10.30 - 12.30 e 15.30 - 19.30chiuso dal lunedì al giovedìingresso libero

Dal 13 dicembre 2013 al 19 gennaio 20148 ½ IL VIAGGIO DI FELLINIFotografie di Gideon Bachmanna cura di Cinemazero, in collaborazione con Archivio Fotografico Cinemazero Images

sala espositiva II pianoorario: da mercoledì a domenica 16.00 - 20.00chiuso il 25 dicembreapertura straordinaria il 6 gennaio 16.00 - 20.00ingresso libero

Dal 15 dicembre 2013 al 5 gennaio 201430 LA TANGENZIALEin collaborazione con l’Associazione Culturale La Tangenziale

sala Paolo Costantini III pianoorario: da mercoledì a domenica 16.00 - 20.00chiuso il 25 dicembreingresso libero

Dal 17 gennaio al 9 febbraio 2014AL VOLOFotografie di Matteo Chinellato

sala Paolo Costantini III pianoorario: da mercoledì a domenica 16.00 - 20.00ingresso libero

LABORATORI DIDATTICI / NOT ONLY FOR KIDS

Candid-ArtDall’11 la 18 dicembreInventastorie / Autoritratto / Ricicl-Art / Xilografica

LudomedialabDal 10 al 19 dicembreLibro pop-up

Lab videoludicoDal 7 gennaio al 4 febbraio