deontologia le regole per un buon certificato veterinario · deontologia 30_giorni_febbraio ......

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Anno 2 - Numero 2 - Febbraio 2009 Registrazione Tribunale n. 580 del 21 dicembre 2007 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 335/2003 (conv. in L. 46/2004) art. I, comma I. Roma /Aut. n. 21/2008 - ISSN 1974-3084 L'Enpav per i giovani ASSISTENZA Le regole per un buon certificato veterinario DEONTOLOGIA

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Anno 2 - Numero 2 - Febbraio 2009Registrazione Tribunale n. 580 del 21 dicembre 2007 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 335/2003 (conv. in L. 46/2004) art. I, comma I. Roma /Aut. n. 21/2008 - ISSN 1974-3084

L'Enpav per i giovani

ASSISTENZA

Le regole per un buon certificato veterinario

DEONTOLOGIA

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Dhp

Orari di ricevimentoVia Castelfidardo, 41 - 00185 Roma - Tel 06/492001 Fax 06/49200357 - [email protected]

Martedì e Mercoledì: dalle 8:30 alle 14:00 - dalle 14:45 alle 17:45Lunedì, Giovedì e Venerdì: dalle 8:30 alle 14:00

800 90 23 60• Numero verde gratuito da telefono fisso• Per informazioni di carattere amministrativo, contributivo e previdenziale

Martedì e Mercoledì: dalle 8:30 alle 14:00 - dalle 14:45 alle 17:45Lunedì, Giovedì e Venerdì: dalle 8:30 alle 14:00

800 24 84 64 Numero verde della Banca Popolare di Sondrio • informazioni riguardanti l’accesso all’area iscritti • comunicazione smarrimento della password • domande sul contratto e la modulistica di registrazione • richiesta duplicati M.Av.

Dal Lunedì al Venerdì: dalle 8:05 alle 13:05 - dalle 14:15 alle 16:45

SCARICA LA GUIDA AGLI ISCRITTI: WWW.ENPAV.IT

ENPAV

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Editoriale › L’attività dei sentimenti e dell’immaginazionedi Gaetano Penocchio

Il Punto › Governance: quasi una riforma del Ssn di Antonio Gianni

La Federazione › Modificati i requisiti per la pubblicità sanitaria delle mnc e della medicinacomportamentale› L’incerto futuro del Cogeapsdi Danilo Serva› Le regole per un buon certificato medico veterinariodi Carla Bernasconi

La Previdenza › Il regime previdenziale dei borsistidi Sabrina Vivian› L’Enpav per i giovanidi Giorgio Neri› Il bonus anti-crisi arriva dall’ente di previdenzadi Sabrina Vivian e Francesco Coccopalmeri

Intervista › Un “errore” la mancanza di uniformità nelle consulenze aziendaliIntervista al Ministro Luca Zaia › Questo non è un film di fantascienzaIntervista a Cesare Galli

Ordine del giorno › Umberto Galli alla presidenza della Federazione degli ordini dellaLombardia› “Nella nostra civilissima Padova...”di Lamberto Barzon› Solidarietà nazionale a tutti i veterinari aggreditidi Francesco Massara

Nei fatti › Medici veterinari comunicatori affidabili per i consumatoridi Anna Maria Fausta Marino

Alma mater› In Sicilia vale la regola del dialogodi Giuseppe Licitra

Lex veterinaria › È impugnabile la decisione dell’Ordine di avviare un procedimentodisciplinare di Maria Giovanna Trombetta

In 30 giorni › Cronologia del mese trascorsodi Roberta Benini

Caleidoscopio › Le vostre opinioni in viva voce

www.enpav.itwww.fnovi.it

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anno 2 n. 2febbraio 2009

In copertina:"drinking..."di Patrizia Lungonelli

Da: Flickr Veterinari Fotografihttp://www.flickr.com/photos/22039204@N04/2960057879/

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editoriale

Questo editoriale, l’ultimo prima delle elezioni che rinnoveranno la Fnovi, vuole leggere treanni di un lavoro “matto e disperatissimo”, spesso efficace, qualche volta incompreso, inqualche occasione sprecato, ma sempre guidato da una grandissima energia, mossa dalsentimento e dall’immaginazione.

Abbiamo trattato la Fnovi come fosse la nostra casa e la nostra famiglia, rinunciando a molto di persona-le, con l’obiettivo di proporci come espressione della nostra comune responsabilità, quella che vede la co-munità veterinaria nella sua interezza e vuole evitare di proporsi come baluardo di interessi corporativi. Equesto non può prescindere da alcuni principi e da una concezione etica generalmente condivisi. Proprio l’etica è la chiave di lettura per comprendere le nostre scelte, i nostri comportamenti non abitua-li, talvolta coraggiosi, a volte provocatori, l’etica vista come studio del fine, cui indirizzare la nostra con-dotta, e come riflessione sui mezzi per raggiungerlo. Etica che è alla base del nostro impegno per arrivarea vivere la professione guidati dal dovere di conoscere ragioni contrapposte, ma capaci di rigettare senzamediazioni ciò che è palesemente ingiusto, unilaterale e fazioso. Ed allora, archiviata una tradizione che vuole certe rappresentanze vocate all’ancillarità più servile ed at-tente a non disturbare i “poteri forti”, abbiamo vissuto una storia non scritta a difesa e promozione dellanostra professione, evitando di essere alternativamente mastini e bons vivants, mossi da una idea di servi-zio che comporta una ricerca continua di ciò che è buono per tutti (Paul Harris scriveva He profits most whoserves best).La prossima Fnovi, è stato detto, sarà la “Fnovi della crisi”, quella che dovrà affrontare problemi vecchi,complicati da una situazione nuova: la recessione economica. I mezzi per affrontare una fase non favore-vole come questa sono stati individuati nel corso di tre anni di duro lavoro. L’indirizzo da seguire è questo:lavoro e impegno. La prossima Fnovi sarà un lavoro di tutti, un impegno individuale costante, quello delgiorno dopo il convegno, quello che continua a microfono spento, quello che non si vede ora, ma si vedràpoi se ci si crede o non lo si vedrà affatto.Non siamo ancora una grande famiglia. E continueremo a non esserlo fino al momento in cui ognuno con-tinuerà a fare i fatti suoi e a dare consistenza al proprio egoismo o al suo rifiuto di conoscere, informarsi,partecipare. È incalcolabile il danno che si può fare al sistema contestandolo senza colpo ferire, non tantofacendo qualcosa contro, ma semplicemente evitando di fare qualcosa pro. Proprio dalla informazione edalla partecipazione deve partire l’impegno di chi reggerà le sorti della Federazione, perché dove non ar-riva da solo un “individuo solo”, non arriveranno neppure schiere di scienziati, economisti, artisti, balleri-ne e colonnelli. La Fnovi avrà bisogno di lavoro e dovrà chiedere lavoro. In tempo di crisi non ci sono altre risorse e non cisono scuse.

Gaetano PenocchioPresidente Fnovi

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il punto

Senza particolari clamori, ma con estrema efficacia, l’on Domenico Di Virgilio (Pdl), dopouna lunga serie di consultazioni con il mondo professionale, ha predisposto il testo unifica-to: “Principi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche per una maggiore ef-ficienza e funzionalità del servizio sanitario nazionale”.

E se ufficialmente l’oggetto del testo resta il governo clinico, nei fatti si è proceduto ad una revisionedel Decreto Legislativo 229/93, che va ben oltre il tema della governance, intesa come governo delle at-tività cliniche. Del resto, che occorresse intervenire sulla riforma ter della sanità, quella operata dall’al-lora Ministro Rosy Bindi, era evidente a tutti. Lo stesso On Di Virgilio, che di sanità se ne intende aven-do svolto la professione di medico in corsia per 38 anni in vari ospedali romani, aveva più volte tuona-to contro il pianeta sanità denunciando le situazioni anomale, i rischi legati a incapacità o a mancanzadi mezzi diagnostici efficienti, in molti luoghi di ricovero e cura. Di Virgilio aveva indicato, in tempi cheegli stesso definisce “non sospetti”, quanto fosse urgente riscoprire la meritocrazia nella scelta deglioperatori sanitari a tutti i livelli, senza i favoritismi e le degenerazioni della politica.Ora che ne ha avuto l’occasione, con tempismo ha effettuato sostanziali modifiche che, se saranno ap-provate dal Parlamento così come presentate, comporteranno importanti cambiamenti nel SSN. In primis viene corroborata la figura del medico e limitato il potere decisionale dei politici. Anche se,scritto così, è la stessa filosofia che ispirò il Decreto Legislativo 501/92, quando si voleva mettere fine aipotenti comitati di controllo delle allora Usl, con il risultato di finire dalla padella alla brace, in quantovenne a mancare la vigilanza del CO.RE.CO sugli atti deliberativi del Direttore Generale.Scattano criteri selettivi per la nomina dei Manager delle Asl, i quali dovranno anche sostenere un Cor-so curato dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), la stessa agenzia che nominerài componenti delle commissioni regionali che dovranno valutare i titoli degli aspiranti direttori genera-li. Si enfatizzano le procedure di valutazione sia per i Direttori Generali che per i medici, naturalmentecon strumenti differenti. Ora, con questa “riforma”, il timone delle attività di management aziendale ritorna in mano al medico.Viene corroborato, infatti, il ruolo dell’Ufficio di Direzione, che dovrà formulare pareri obbligatori su:atto aziendale delle ASL, ricerca, formazione, contrattazione integrativa aziendale, piano aziendale diformazione. Ma, cosa più importante, il collegio di direzione sarà un Organo della azienda sanitaria, ilterzo per l’esattezza, aggiungendosi al Direttore Generale e al Collegio Sindacale.Funzionerà? Avendo acquisito una lunga militanza nella sanità pubblica, esprimo qualche riserva in me-rito al fatto che debba essere la Regione a disciplinare attività e funzionamento del Collegio di Direzio-ne; particolare non rassicurante per quelle realtà ove il malgoverno della sanità vede appunto le ammi-nistrazioni locali come i maggiori indiziati!

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Di fatto diventa strategica la presenza nelCollegio di Direzione, atteso che, chi non siè ritrovato al suo interno, ha immediata-mente recriminato per vedere rappresen-tata la propria specificità.

La Fnovi, ascoltata in Parlamento dal Co-mitato ristretto, aveva centrato il propriointervento sulla valorizzazione del massi-mo organo tecnico-sanitario di consulenzadel direttore generale. Da struttura chia-mata in causa per formalizzare decisionigià prese, il Collegio di Direzione si apriràalla partecipazione della dirigenza. Vedre-mo come il Legislatore svilupperà questanuova cultura manageriale.Registro con vigile attenzione che fra lapletora di componenti del nuovo ipotizza-to Collegio di Direzione (si va dal direttoresanitario agli infermieri, passando per unaventina di profili professionali) vengonoanche individuati “due dirigenti di primolivello”, profilo scomparso dal 1998, allor-quando fu istituita la dirigenza unica. Trat-tasi di refuso di stampa o di un “desidera-ta” di ripristinare i due livelli di dirigenza?Vedremo in itinere.Intanto registro che al comma 1 dell’arti-colo 4 (che disarticola il sistema di attribu-

zione degli incarichi previsti dal CCNL) iltesto attribuisce il potere di proposta di“compiti professionali e funzioni di naturaprofessionale” al Direttore Sanitario Azien-dale “d’intesa con il Collegio di Direzione”,e non al Direttore della Unità Operativa diafferenza, di fatto mortificandone il ruolo.Importanti modifiche in campo della liberaprofessione, con una sostanziale liberaliz-zazione a condizione che sia svolta fuoridell’orario di lavoro e che non superi (comequantità) l’attività istituzionale. La stessatariffa dell’attività “intramoenia” sarà con-trattata dal dirigente nell’ambito dell’ac-cordo quadro aziendale. E che sull’argo-mento l’indirizzo sia mirato alla liberalizza-zione, lo testimonia anche l’apertura pergli infermieri ad esercitare attività libero-professionale intra-muraria “individuale”.Quanto ai pensionamenti, ottenuta per idirigenti del Ssn l’equiparazione con gliuniversitari, con il limite massimo che restacomunque a 65 anni più due, avendo la fa-coltà di chiedere di restare in servizio finoa 70 anni, previo parere positivo del Colle-gio di Direzione.

Quali le ricadute per i Veterinari? Pocheo tante, a seconda dei punti di vista. De-regulation a parte della libera professio-ne, che potrà interessare a qualcuno, re-sta la soddisfazione di essere presentinel Collegio di Direzione “per legge”.Oppure, se si vuole essere più cinici, l’en-nesima constatazione che per valorizza-re le peculiarità dei nostri servizi, occor-re praticare l’esercizio della pressione,altrimenti… se ne dimenticano!

Antonio Gianni

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Modificati i requisiti per la pubblicità sanitaria delle medicine non convenzionali e della medicinacomportamentale

La Fnovi ha precisato i requisiti specifici e i percorsi formativi per garantire unapubblicità sanitaria corretta e veritiera da parte degli iscritti che esercitanoqueste discipline. Restano ferme le linee guida generali in attuazione del Co-dice deontologico: informazione non promozione.

Il Comitato centrale della Fnovi ha modifica-to le norme sulla pubblicità sanitaria nel-l’ambito delle medicine non convenzionali edella medicina comportamentale. Le modifi-che intervengono sull’Appendice per la Me-dicina veterinaria Comportamentale e leMedicine non Convenzionali Veterinarie (lu-glio 2007), riferita alle Linee guida inerentil’applicazione dell’art. 48 del Codice Deon-tologico (aprile 2007). Allora la Federazionedava le prime indicazioni di indirizzo perl’individuazione dei requisiti “indispensabi-li” per una pubblicità “corretta e veritiera”dell’esercizio professionale in queste disci-pline. Con la delibera del 31 gennaioscorso, la Federazione ha elaborato unanuova stesura dell’Appendice. Ferme restando le premesse deontologiche,la prioritaria tutela dell’utenza e delle specifi-che competenze veterinarie, la Federazioneha ritenuto di accogliere le osservazioni for-mulate dalle associazioni scientifiche e dal

IL CODICE DEONTOLOGICO

Al Medico Veterinario è consentita la pubblicità informativa circa la propria attività professionale,indicando i titoli e le specializzazioni professionali, le caratteristiche del servizio offerto, nonché l’onora-rio e i costi complessivi delle prestazioni. La pubblicità deve essere resa secondo correttezza, trasparen-za e verità, il cui rispetto è verificato dall’Ordine provinciale. È vietata ogni forma di pubblicità non pale-se. (Art. 48 – Pubblicità)

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mondo accademico alla prima stesura del2007. Sull’accoglimento delle istanze di mo-difica ha influito anche la recente emanazio-ne di specifiche leggi regionali che hanno ri-chiesto un aggiornamento del dettato deon-tologico-regolamentare (es. la Legge sulleMnc emanata dalla Regione Toscana).Il nuovo testo è stato inviato a tutti i presi-denti degli Ordini e pubblicato sul portalefnovi.it.

MEDICINE NON CONVENZIONALI

Sono requisiti indispensabili per la pubbli-cità dell’informazione sanitaria relativa all’eser-cizio professionale nell’ambito delle medicinenon convenzionali (Agopuntura, Fitoterapia,

esame finale. I requisiti che la scuola deve garantire sono:i docenti titolari/ordinari della formazione de-vono essere medici veterinari che abbiano nel-la materia di insegnamento gli stessi requisitiminimi richiesti per l’informazione pubblicita-ria, salvo casi particolari di apporti di ulterioricompetenze in riferimento alla didattica nonprettamente clinica. La scuola deve inoltre ave-re un minimo di tre docenti titolari e, comun-que, la componente medico-veterinaria deveessere almeno di due terzi del corpo docente.Il monte ore complessivo non deve essere infe-riore a 450, con non meno di 100 ore di prati-ca clinica.4) Ulteriori requisiti di formazioneEffettuazione di attività didattiche, anche noncontinuative, delle medicine non convenziona-li; partecipazione a corsi formativi quali masteruniversitari, seminari, corsi intensivi; partecipa-zione a convegni sulla materia negli ultimi cin-que anni.Lo svolgimento delle attività sopradescritte do-vrà essere documentato dagli enti erogatori.

MEDICINA COMPORTAMENTALE

Sono requisiti indispensabili per la pubbli-cità dell’informazione sanitaria relativa al-l’esercizio professionale nell’ambito dellamedicina comportamentale1) Laurea in Medicina Veterinaria e iscri-zione all’Ordine2) Esercizio della professione da almeno 3anni3) Formazione: Scuole di SpecializzazioneUniversitarie, Master Universitari; certificazioneattestante la partecipazione e la frequenza adun corso di formazione teorico-pratico pressouna scuola, con superamento di un esame fi-nale.I requisiti che la scuola deve garantire sono:i docenti titolari/ordinari della formazione de-vono essere medici veterinari che abbiano nel-la materia di insegnamento gli stessi requisitiminimi richiesti per l’informazione pubblicita-

Medicina Tradizionale Cinese, Omeopatia,Omotossicologia):1) Laurea in Medicina Veterinaria e iscri-zione all’Ordine2) Esercizio della professione da almenotre anni3) Formazione: certificazione attestante lapartecipazione e la frequenza ad un corso diformazione teorico-pratico presso una scuolaalmeno triennale, con superamento di un

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ria, salvo casi particolari di apporti di ulterioricompetenze in riferimento alla didattica nonprettamente clinica. La scuola deve avere unminimo di tre docenti titolari e, comunque, lacomponente medico-veterinaria deve esserealmeno di due terzi del corpo docente. Il mon-te ore non deve essere inferiore a 450, di cuialmeno 100 ore di pratica clinica.

4) Ulteriori requisiti di formazioneEffettuazione di attività didattiche, anche noncontinuative, di medicina comportamentale;partecipazione a corsi formativi quali seminari,corsi intensivi; partecipazione a convegni sullamateria negli ultimi cinque anni.Lo svolgimento delle attività sopradescritte do-vrà essere documentato dagli enti erogatori.

IN CASO DI ACCLARATA COMPETENZA E PROFESSIONALITÀ

Sia per le mnc che per la medicina comportamentale, nei casi in cui l’Ordine ritenga sussistere una ac-clarata competenza e professionalità clinica del richiedente, si possono valutare, in alternativa ai requisi-ti di formazione previsti ai punti 3 e 4, il possesso di almeno tre dei seguenti requisiti:• pubblicazioni inerenti la materia su libri e riviste mediche dotate di comitato scientifico;• partecipazione a convegni inerenti la materia in qualità di responsabile scientifico o di relatore;• effettuazione di attività didattiche, anche non continuative negli ultimi cinque anni, sulla materia

(per la medicina comportamentale in corsi universitari o in corsi di formazione e/o aggiornamento permedici veterinari);

• attestazione (certificazione) di pratica clinica nella materia, effettuata in una struttura pubblica e/oprivata, per almeno tre anni, rilasciata dal direttore e/o dal responsabile della struttura stessa.

Lo svolgimento delle attività sopradescritte dovrà essere documentato dagli enti erogatori.

VERIFICA E VALUTAZIONE DEONTOLOGICA

Il medico veterinario deve comunicare all’Ordine compe-tente per territorio il messaggio pubblicitario che intendeproporre per consentire la verifica di quanto previsto dall’art.48 del Codice Deontologico. L’iscritto autocertifica, sotto la suapersonale responsabilità, la veridicità del messaggio pubblicita-rio (per quanto concerne i titoli, le specializzazioni professiona-li, le caratteristiche del servizio offerto nonché il prezzo e i costicomplessivi delle prestazioni), l’Ordine verificherà la trasparenzae la veridicità del messaggio stesso. L’iscritto potrà anche avva-lersi di una richiesta di valutazione preventiva e precauzionale dapresentare al proprio Ordine di appartenenza sulla rispondenzadella propria comunicazione pubblicitaria alle norme del Codice

di Deontologico. L’Ordine provinciale provvederà al rilascio di formale e motivato pareredi eventuale non rispondenza deontologica. Qualora gli enti territoriali (Comuni e Regio-ni) dovessero richiederlo, quale atto indefettibile della procedura amministrativa per il ri-lascio della autorizzazione alla pubblicità, l’Ordine concederà specifico “nulla osta”. L’i-nosservanza di quanto previsto dal Codice Deontologico è punibile con le sanzioni com-minate dagli organismi disciplinari previsti dalla legge.

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L’incerto futuro del Cogeaps: il progetto di una anagrafe nazionale dell’Ecm patisce il federalismo e la mancanza di fondi

Quale formazione spetta ai veterinari in un contesto federalista e di profon-da crisi economica? E cosa fare del Cogeaps? La convenzione con il Ministe-ro della Salute è scaduta nel 2008 e non è stata rinnovata. Gli Ordini chiedo-no di contare di più.

Nel 2004, la Fnovi si era resa soggetto attivo nel-la costituzione del Cogeaps, il Consorzio ge-stione anagrafica professioni sanitarie inca-ricato dal Ministero della salute di realizzare unprogetto sperimentale per l’istituzione di unaanagrafe Ecm degli operatori sanitari. Oggi, ildelicato momento economico, la responsabilitàdi spesa richiesta agli amministratori e il federa-lismo, possono compromettere il progetto.In questo momento di debolezza economico-istituzionale, ci troviamo di fronte ad una fase distallo dell’Ecm e del Cogeaps stesso, il quale, almomento, non vede confermata la sottoscrizio-ne di una nuova convenzione con il Ministerodella Salute. In assenza di fondi ministeriali, èopportuno che il Comitato Centrale, ma anchetutta la categoria rifletta sul futuro del Cogeaps,Secondo la maggior parte degli aderenti al Con-sorzio l’unica possibilità di mantenere attivo il si-stema informatico sperimentato fino ad ora èl’autofinanziamento.

di Danilo Serva*

IL COGEAPS

Ha sede a Roma ed è principalmente il gestore dell’anagrafe nazionale dei cre-diti formativi. Vi aderiscono: medici (Fnomceo), veterinari (Fnovi), biologi (Onb), chimici(Cnc) e farmacisti (Fofi). E inoltre: infermieri (Ipasvi), ostetriche (Fnco), psicologi (Cnp),tecnici sanitari di radiologia medica (Fnctsrm) e alcune associazioni professionali dell’a-rea della riabilitazione e dell’area tecnica. L’anagrafe è destinata a contenere i crediti Ecmmaturati dai professionisti (sono stati trasferiti i dati degli anni 2004, 2005 e 2006).

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È IL MOMENTO DEGLI ORDINI

Siamo ad un bivio, chi non aderirà alla prosecu-zione del progetto uscirà necessariamente dalConsorzio. Non possiamo permetterci diperdere, nel sistema della formazione, sia ilruolo centrale delle Federazioni e degli Or-dini sia il Cogeaps quale struttura di servi-zio degli stessi.È urgente rilanciare una “forte azione politica”delle Federazioni per rivendicare il loro ruolocentrale nella governance del sistema Ecm (edegli Ordini a livello provinciale). È necessario dasubito un forte coinvolgimento a tutti i livelli isti-tuzionali delle forze politiche, che determini inun futuro prossimo un sostegno unitario delleRegioni al sistema della formazione e della cer-tificazione dei crediti, chiaramente delegato pergli aspetti di competenza agli Ordini; un sistemache consideri gli Ordini soggetti paritetici al-le Regioni, un sistema di cooperazione e parte-cipazione delle autonomie e delle responsabi-lità, in cui va rilanciato il ruolo forte ed autore-vole di un unico organismo nazionale di indiriz-zo e di coordinamento come la CommissioneNazionale Ecm. Solo accanto ad un’architetturacosì congegnata, trovano giustificazione il Co-

geaps ed anche un suo momentaneo sforzo diautofinanziamento, in attesa di rinnovare laconvenzione (la terza dopo quelle del 2004 edel 2007).

IL COGEAPS E LE REGIONI

La banca dati del Cogeaps è destinata a gesti-re un notevole flusso di dati tra provider, Re-gioni, Ministero della salute e Ordini professio-nali. Per questo, il presidente del Consorzio,Amedeo Bianco (Fnomceo) e il responsabile diprogetto, Valerio Brucoli, hanno intensificatonel 2008 i contatti con i referenti tecnici delleRegioni (Lombardia, Marche, Toscana, Valle daAosta, Umbria, Sardegna, Emilia RomagnaFriuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Sicilia eProvincie autonome di Bolzano e di Trento),con lo scopo di presentare il lavoro e la sua fat-tibilità tecnica. I rappresentanti delle Regionihanno mostrato vivo interesse per il progettodel Consorzio, perché permetterebbe di supe-rare le difficoltà tecnico-gestionali e di evitarela sovrapposizione di tante analoghe ana-grafi regionali.Per quanto riguarda il programma di formazio-

LA CERTIFICAZIONE DEI CREDITI

Saranno i provider a curare l’inserimento dei crediti nell’anagrafe. Gli Ordini si avvalgono dell’a-nagrafe nell’esercizio della loro funzione certificativa. Ovvero, su richiesta del professionista, potranno ri-lasciare un certificato che attesti l’assolvimento dell’obbligo formativo, in virtù della funzione di garantiistituzionali della professione.

I PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI

Il Cogeaps dovrà acquisire attraverso le Federazioni i dati anagrafici ed anche quelli re-lativi ai provvedimenti disciplinari. È prevista la creazione di una specifica banca da-ti sulla libera circolazione dei professionisti nell’ambito della Comunità Europea. La Fno-vi ritiene utile la previsione di un certificato europeo, comune a tutti i professionisti cheriporti i requisiti per esercitare la professione all’interno della UE.

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ne continua la situazione delle Regioni potreb-be essere così sintetizzata: alcune sono già benorganizzate e sarebbero già pronte allo scam-bio dei dati, altre, invece hanno raccolto i datiin maniera centralizzata ma necessitano di al-tro tempo per strutturare un loro database. Al-tre Regioni, infine, hanno raccolto i dati in ma-niera decentralizzata presso le strutture sanita-rie e hanno bisogno di molto tempo per aggre-gare i dati.Abbiamo una situazione “italiana”, a macchiadi leopardo con tante realtà diverse, che nonpuò che determinare un rallentamento dellasperimentazione e chiaramente una nontotale funzionalità del sistema informaticomesso in piedi dal Cogeaps.

MIOPE IRRAZIONALITÀ

Con un federalismo irrazionale c’è il rischio ditrovarci di fronte a tante sanità (purtroppo giàevidenti!) quante sono le Regioni, e sono giàsenz’altro prevedibili anche le conseguenze sul-la stessa formazione dei professionisti. Gli Ordi-ni credono invece nell’unitarietà del sistema sa-nitario e in una formazione di qualità, basata,

da nord a sud, sugli stessi principi ed obiettivi,che raggiunga in egual misura gli operatori pre-senti sul territorio. Il rischio della disomogeneitàpotrebbe notevolmente ridursi, se nell’ottica diuna responsabilità di spesa si riuscisse a realizza-re non solo un “federalismo solidale” ma ancheun doveroso rafforzamento “politico” delle isti-tuzioni centrali, quali il Ministero della Salute ele Federazioni degli ordini, e delle associazioni dicategoria. Il totale decentramento dei momentidecisionali in materia sanitaria, con amministra-zioni locali miopi, vedrebbe i professionisti per-denti. Risulterebbe infatti forte la volontà delleRegioni di mantenere la loro autonomia nellaspartizione di una “ricca torta” quale quella del-la formazione, molto appetitosa in termini dicompetenze, di carriere dirigenziali, ma anchedi gestione politica di un settore che do-vrebbe essere invece in gran parte in manoallo stesso mondo professionale e quindiagli ordini. Gli Ordini non possono delegaretout court le loro competenze ad un sistema bu-rocratico molto spesso lontano dai bisogni realie dalle necessità formative dei professionisti.

*Delegato Fnovi al Cogeaps, Revisore dei Conti Fnovi

CHI CONSULTA LA BANCA DATI

Si prevedono due livelli di consulta-zione, un primo livello accessibile a tut-ti, che contiene alcuni identificativi delprofessionista quali nome cognome ses-so, luogo e data di nascita, nazionalità,numero di iscrizione e ordine professio-nale; un secondo livello è ad accesso li-mitato: alcuni dati (fra cui le sanzioni di-sciplinari e la residenza) sono consulta-bili solo da preindividuate autorità na-zionali.

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Il certificato medico veterinario è uno strumen-to di comunicazione e informazione frequentenell’attività del medico veterinario, destinato asoddisfare esigenze fra le più varie. Il suo rila-scio, talvolta sottovalutato nella sua importan-za, è invece un atto particolarmente impe-gnativo, spesso soggetto a critiche, conte-stazioni e accuse di falso, e proprio per que-sto è una delle prestazioni mediche che piùspesso dà luogo ad azioni di responsabilità, ci-vili o penali, nei confronti di chi lo ha rilasciato.

Il certificato medico veterinario è un “atto”scritto, con il quale il sanitario dichiara conformia verità i fatti di natura tecnica riscontrati nell’e-sercizio della professione. Questa attestazione diverità presuppone che i fatti costituenti l’ogget-to della certificazione siano di competenza me-dica, accertati personalmente dal certificantetramite riscontri obiettivi rilevati dalla per-cezione visiva, auditiva e intellettiva delmedico veterinario nell’esercizio della sua atti-

vità professionale, ed è destinato a conferire ri-levanza giuridica nei confronti di terzi.

Un certificato è tale solo se il suo contenuto rap-presenta in tutto o in parte una “certificazione”,ovvero attesti fatti dei quali l’atto è destinato aprovare la verità; “certificati” che non attestinofatti di cui il medico veterinario è venuto a cono-scenza, ma esprimano opinioni o risultati di ac-certamenti o simili, non producono certezza le-gale e non sono quindi valutabili come certifica-ti ai fini dell’art. 481 del Codice Penale (falsitàideologica in certificati commessa da personeesercenti un servizio di pubblica necessità).

Non è pertanto corretto compilare un cer-tificato, giuridicamente ineccepibile, sullabase di quanto viene riferito dal cliente ocomunque da terze persone: circostanzeriportate dal cliente e non direttamenteverificate dal medico (ad esempio manife-stazioni cliniche evidenziatesi nei giorniprecedenti a quello a cui viene richiesta erilasciata la certificazione, episodi di morsiin seguito a zuffe tra cani ecc.) devono es-sere indicate solo come elementi anamne-stici, e il medico veterinario deve adottareuna formulazione dalla quale emergachiaramente che trattasi di certificato pu-ramente “anamnestico”, senza aver potu-to personalmente verificare tali elementi.

Nessuna norma indica le modalità di redazionedel certificato: esso può avere qualsiasi forma,ma perché sia idoneo deve rispettare alcuni re-quisiti, sostanziali e formali (vedi tabella).

Le regole per un buon certificato medico veterinario

“Il Medico veterinario, cui venga richiesto di rilasciare un certificato, deve at-testare ciò che ha direttamente constatato”. Ecco come applicare corretta-mente l’articolo 44 del nostro Codice deontologico. E non violare il CodicePenale.

di Carla Bernasconi*

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ALCUNI ULTERIORI SUGGERIMENTI

• Firma leggibile. Anche se può essere costi-tuita da una semplice sigla, purché confor-me al modello depositato presso l’Ordine, èconsigliabile apporre una firma leggibile;qualora la firma risulti diversa da tale speci-men, il medico può essere chiamato a rico-noscerla come sua.

• Dati del medico. Possono esservi riportatiin qualsiasi modo, purché risulti certa l’au-tenticità dell’atto - vedi punti 1, 6 e 7 dellatabella.

• Forma grafica. Può essere scritto a mano ostampato, purché firmato; può anche esseredettato a un dipendente e poi firmato dalmedico veterinario.

• Contestualità. È buona norma che sia sotto-scritto al termine della redazione; è invece as-solutamente illegale la prassi inversa, ovverofirmare il foglio in bianco, lasciandone lacompilazione ad altri e/o in tempi successivi.

A chiarimento ulteriore della finalità e del valo-re del documento, il certificato viene redatto erilasciato, a richiesta del cliente/proprietario eper gli obblighi di legge, ed ha valore in sé eper sé e non per l’uso che ne viene fatto, puòessere destinato cioè in ogni momento a far fe-de di ciò che in esso è stato dichiarato, anchea fini diversi da quelli per cui è stato redatto.

I certificati medici veterinari si distinguono dal-la prescrizione, in quanto in essi l’elementoprevalente è quello di dichiarazione di ve-rità e non l’indicazione di una determina-ta terapia. Il giudizio clinico costituisce il nes-so fra certificato e prescrizione, per cui anchequest’ultima acquista il carattere di documen-to di prova delle situazioni che hanno indottoil medico veterinario a rilasciarla ed il falso èpunibile ai sensi dell’art. 485 del Codice Pena-le, che prevede il reato di falso in scrittura pri-vata. Il Codice penale dedica alla falsità in attigli articoli dal 476 al 485.

Nel caso di attestazione non veritiera il medi-co incorre nel reato di falsità ideologica: talereato presuppone il dolo, ossia la volontà e laconsapevolezza di alterare la verità; va quindichiaramente distinto il certificato erroneo, adesempio quando il medico ha sbagliato inbuona fede la diagnosi della malattia. La fal-sità ideologica si riferisce ai fatti, non aigiudizi.

Il certificato redatto correttamente, uti-lizzando pochi, veritieri e inconfutabilielementi nella sua stesura, qualifica ilMedico Veterinario e ne esalta le caratte-ristiche di competenza e professionalità.

*Consigliere Fnovi

REQUISITI SOSTANZIALI e REQUISITI FORMALI

REQUISITI “SOSTANZIALI”DEVE contenere: 1. Nome, cognome e domicilio di chi lo rilascia. 2. Segnalamento dell’animale a cui si riferisce. 3. Oggetto della certificazione. 4. Precisazione, in forma univoca, dell’epoca a

cui si riferisce il contenuto.5. Descrizione dettagliata dei referti obietti-

vi.6. Data e luogo di compilazione.7. Firma e timbro del compilatore.

REQUISITI “FORMALI”DEVE essere: a. Privo di abrasioni e correzioni successive.b. Chiaro e comprensibile, tale da non ingene-

rare dubbi né sull’estensore dell’attestazione nésul suo certificato (calligrafia che non possa darluogo a equivoci).

c. Intelligibile, nella terminologia usata e nel si-gnificato.

d. Coerente, tra quanto obiettivamente constata-to dal Medico Veterinario e quanto da lui di-chiarato per iscritto.

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Il regime previdenziale dei borsistiSecondo l’Enpav i veterinari assegnatari di borse di studio per il dottorato di ri-cerca non devono versare alla gestione separata INPS. Il Governo è stato sol-lecitato a formalizzare l’esonero per evitare la frammentazione delle risorsecontributive. La contribuzione versata in tre anni di studio non sarà utilizzata.

La vicenda che vede come protagonisti imedici veterinari titolari di assegni di borsedi studio per la frequenza dei corsi di dot-torato di ricerca merita di essere approfon-dita sotto il profilo del trattamento previdenzia-le che regolamenta tale categoria di soggetti.Proviamo a seguirne le tracce andando cronolo-gicamente a ritroso per ritrovare la linea di que-sto ingarbugliato filo di Arianna che ha legatonelle sue trame i veterinari interessati.Undici anni fa l’art. 1 della legge 3 Agosto1998, n. 315, ha imposto l’obbligo, a decorre-re dal 1° Gennaio 1999, per tutti i soggetti(quindi non unicamente la categoria veterina-ria) assegnatari di borse di studio per la fre-quenza di corsi di dottorato di ricerca, dell’i-

scrizione alla gestione separata dell’INPS.La Gestione Separata dell’INPS nasce, figlia del-la Legge 335 del 1995, come destinataria di uncontributo dovuto dai lavoratori autonomi cheesercitano un’attività professionale o di collabo-razione. Tale contributo va ad alimentare unfondo obbligatorio che garantisce una pensione(di invalidità, di vecchiaia o destinata ai supersti-ti) calcolata con il sistema contributivo in presen-za di un minimo di 5 anni di versamenti.Precedentemente, per questa tipologia dilavoratori, non era prevista una forma as-sicurativa pensionistica.Scopo dichiarato della Gestione Separata INPS,quindi, essendo obbligatoria unicamente per isoggetti, siano essi lavoratori autonomi o colla-boratori coordinati e continuativi, i cui redditinon siano assoggettati ad altro titolo a contri-buzione previdenziale obbligatoria, è di occu-pare un ruolo residuale nel panorama della pre-videnza e di andare, eventualmente, a riempireun vuoto sociale in un sistema che, prima dellasua creazione, non arrivava ad occuparsi di unadeterminata categoria di lavoratori, assicuran-do ad essi la copertura previdenziale previstadall’art. 38 della Costituzione.

La vexata quaestio, per quel che riguardai nostri interessi, prende origine dal fattoche i veterinari iscritti agli albi professio-nali, e quindi tenuti per la norma succita-ta all’iscrizione alla Gestione Separata IN-PS, risultavano già titolari di una copertu-ra previdenziale obbligatoria, qualequella offerta dalla propria Cassa previ-denziale di categoria: l’Enpav.

di Sabrina Vivian*

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La duplice imposizione, Enpav e Inps, contrasta con lo scopo stesso per il quale è sta-ta istituita la gestione separata INPS obbligatoria solo per i soggetti i cui redditi nonsiano assoggettati ad altro titolo a contribuzione previdenziale obbligatoria.

Sistematicamente, quindi, sui medici veterinari assegnatari di borse di studio finalizzatea dottorati di ricerca, viene applicata una doppia imposizione contributiva. Infatti il contri-buto versato alla Gestione Separata ha una validità limitata al periodo in cui il veterinario svolge l’at-tività di ricerca (ovvero tre anni). Rimaniamo quindi al di sotto del limite dei cinque anni necessariper vedersi riconoscere la maturazione di un trattamento pensionistico. Quindi i versamenti in que-stione verranno totalmente persi, a meno che il professionista, al termine di tale periodo, non con-tinui ad alimentare la posizione contributiva aperta presso tale Gestione. Oltretutto lo stesso Istitu-to Nazionale Pensionistico Sociale si è espresso più volte in modo contraddittorio con se stesso.Con circolare n° 124 del 1996, infatti, l’INPS aveva riconosciuto ai liberi professionisti che giàversavano alla propria Cassa professionale di riferimento un contributo determinato in misurafissa diretto all’erogazione di un trattamento previdenziale, l’esclusione dal pagamento del con-tributo alla Gestione Separata Inps.Questo enunciato ha sottratto dal pericolo di vedersi sottoposti ad una duplicazione dell’obbli-go contributivo i veterinari che svolgono collaborazioni coordinate e continuative, nonché i ve-terinari specialisti ambulatoriali che stipulano convenzioni con il Servizio Sanitario Nazionale.Non è davvero facile comprendere perché, allora, non possano godere dello stesso trattamentoi veterinari di cui ci stiamo occupando in questo articolo.Sempre l’Inps, chiamata dall’Enpav ad esprimersi sulla questione, con la circolare n. 101/1999,ha riconosciuto che, in presenza di concomitanti rapporti assicurativi, il titolare della borsa di stu-dio è autorizzato al versamento di una contribuzione ridotta alla Gestione Separata pari, dal 1°gennaio 2008, al 17% del compenso percepito (anziché la contribuzione intera pari al 24,72%).

È stata quindi, di fatto, riconosciuta l’esistenza di un doppio versamento contributi-vo; ma, anziché sciogliere gordianamente il nodo, lo si è solo leggermente allentato.

Questi ragionamenti sono stati portati all’attenzione governativa dall’interrogazione parlamen-tare presentata dal Presidente Enpav, On. Gianni Mancuso e che vede come cofirmatario l’On.Antonino Lo Presti, vicepresidente della Commissione Parlamentare di controllo sull’attività de-gli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. I due onorevoli hannochiesto “se il Governo ritenga di mettere ordine nella materia al fine di evitare la fram-mentazione delle risorse contributive e che anche per i veterinari assegnatari di borse di stu-dio per la frequenza dei corsi di dottorato di ricerca venga applicato il principio, riconosciuto dal-la stessa INPS con Circolare n° 124/1996, dell’esonero dal versamento dei contributi alla Gestio-ne Separata a fronte dell’insistenza, sulla stessa tipologia di reddito, di un prevalente obbligocontributivo”, quale quello, in questo caso, nei confronti dell’Enpav.

*Direzione Studi Enpav

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a“Sono un giovane veterinario, frequento ti-rocini da 10 mesi e mi è stato proposto di col-laborare con una struttura ma questo com-porta un investimento da parte mia. Vorreisapere se è possibile chiedere un prestito. Achi e in che modalità? Essendo un giovanelaureato che si affaccia nel mondo del lavoroc’è qualche fondo o legge europea a cui pos-so rivolgermi? Fiducioso in una vostra rispo-sta vi porgo i miei più cordiali saluti”.

Questa è una delle tante richieste che giungo-no dai numerosissimi giovani colleghi neolau-reati che improvvisamente si vedono, spessodel tutto impreparati, proiettati nel pieno delleproblematiche del mondo del lavoro, in un pe-

riodo oltretutto in cui la disponibilità economi-ca è ai minimi storici.Tra le prestazioni assistenziali assicurate dal-l’Enpav c’è anche quella che ben si adatta allasituazione e alle richieste del collega. Si trattadell’istituto del prestito (previsto dall’art. 42del Regolamento d’Attuazione dell’Ente) chetra causali per cui è prevista l’erogazione com-prende anche l’“avvio e sviluppo dell’atti-vità professionale” qualora la richiesta sia fi-nalizzata per esempio all’acquisto di attrezza-tura sanitaria e veterinaria (strumentazioni, ar-redi ecc.), di beni strumentali allo svolgimentodell’attività professionale (per esempio unmezzo di trasporto) o anche di quote di asso-ciazione professionale tra veterinari.

L’Enpav per i giovaniAi giovani colleghi, alle prese con le problematiche del mondo del lavoro,l’Ente propone il prestito per l’avvio e lo sviluppo dell’attività professionale. A particolari condizioni previste dal Regolamento d’attuazione, si possono ot-tenere aiuti per l’acquisto di attrezzature, di beni strumentali e quote di asso-ciazione.

di Giorgio Neri*

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Il prestito può avere un importo massimopari a 30 mila euro e può essere concessosolo all’iscritto in regola con il versamen-to dei contributi. Il tasso di interesse applica-to è pari al Tasso Ufficiale di Riferimento vi-gente al momento della concessione del pre-stito (fissato attualmente al 2%) diminuito di0,50 punti. La restituzione del capitale e degliinteressi dovrà avvenire in un termine massi-mo di 7 anni mediante il versamento di ratesemestrali posticipate. Da notare che in ter-mini di tasso di interesse e di decorrenzadelle rate sono previste per i giovaniiscritti ben due tipi di agevolazioni. Infattia coloro che, iscritti all’Enpav da meno di 4 an-ni, abbiano un reddito inferiore a quello cheimpone l’obbligo di pagare una contribuzioneeccedente i minimi previsti (in pratica: coloroche pagano solo i minimi contributivi), in luo-go dell’applicazione di un contributo aggiunti-vo al tasso di interesse che va ad alimentareun fondo di garanzia e che è quantificato in2,5 punti (per cui in realtà il tasso attualmen-te applicato è del 4%), si applica il solo versa-mento una tantum di un punto percentualesull’importo complessivo erogato. Inoltre aglistessi soggetti è concesso di poter iniziare ilpagamento delle rate 24 mesi dopo l’eroga-zione del prestito.

La domanda in carta libera deve essere presen-tata all’Enpav entro le date del 30 marzo, 30luglio e 30 novembre di ogni anno. Nel modulo, scaricabile dalla paginahttp://www.enpav.it/prestazioni/modulistica_previdenza.asp o richiedibile presso gli Ordiniprovinciali, dovranno essere indicati: cognome,nome, codice fiscale, qualifica professionale,indirizzo; il motivo per il quale viene chiesto ilprestito; l’importo del prestito ed il numerodelle rate attraverso le quali intende estinguer-lo. Alla domanda dovrà inoltre essere allegatala documentazione relativa alla causale (ad es.preventivi e/o fatture di acquisto di strumenta-zione, arredi, etc.).Si noti che in realtà i moduli di richiesta sonopiù di uno in quanto essi sono già predispostiin funzione del tipo di garanzia che si intendefornire, per cui si dovrà avere cura di sceglierela versione che fa al caso proprio. Per poterottenere il prestito infatti è necessario for-nire una garanzia di solvibilità. Le garanzieaccettate dall’Enpav sono tre. Ovviamente saràsufficiente fornirne una sola.

A questo punto il Comitato Esecutivo dell’En-pav stila la graduatoria in base ad un punteg-gio di merito secondo i criteri riportati nel box.Gli iscritti che otterranno il punteggio più alto

GARANZIA DI SOLVIBILITÀ

1. L’accensione di ipoteca di 1° grado costitui-ta a favore dell’Ente, su un immobile proprio odi un terzo garante. Nel caso si fornisca questotipo di garanzia si beneficerà dell’esenzione delpagamento del tasso d’interesse aggiuntivo del2,5% finalizzato alla costituzione del fondo digaranzia, ridotto come detto per i giovani col-leghi all’1% una tantum.

2. La cessione del quinto dello stipendio del-l’iscritto richiedente il prestito. In questo caso agaranzia di solvibilità del richiedente dovrà es-sere allegata alla domanda una copia fotostati-ca dell’ultima busta paga e dell’ultima dichiara-zione dei redditi o CUD.

3. L’istituzione di un terzo garante, attraversola sottoscrizione di un atto di impegno che rico-nosca il terzo solidalmente obbligato nei con-fronti dell’Ente in caso di inadempimento deldebitore principale. In questo caso sarà neces-sario allegare alla domanda quale documenta-zione accessoria a garanzia della solvibilità delrichiedente e del garante: una copia dell’ultimadichiarazione dei redditi e IVA o CUD del richie-dente, e una copia delle dichiarazioni dei reddi-ti e IVA degli ultimi tre anni del terzo garanteoppure una copia dell’ultima busta paga e del-l’ultima dichiarazione dei redditi o CUD nel ca-so si tratti di lavoratore dipendente.

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beneficeranno del prestito fino ad esaurimentodello stanziamento deliberato per il quadrime-stre. Come si vede invece dall’ultimo puntodell’elenco relativo ai punteggi assegnati, co-loro che non riusciranno a piazzarsi in po-sizione utile rientreranno nella graduato-ria successiva con un punteggio aumenta-to di 5 unità.

*Delegato Enpav Novara

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I professionistiper le

consulenzeaziendali

Agronomi,Agrotecnici,Forestali e

Veterinari insiemenella

Fondazione per i servizi

di consulenza in agricoltura

www.fnovi.it

FondAgri

LA GRADUATORIA

CRITERI PUNTI

per ogni familiare a carico 0,5

per coloro che hanno 0,5un’anzianità di iscrizione all’Enpav superiore a quattro anni, per ogni anno o frazione di anno superiore a 6 mesi (per un massimo di 15 anni)

per coloro che hanno 3un’anzianità di iscrizione all’Enpav inferiore a quattro anni

Per quanto concerne le causali ver-ranno inoltre attribuiti i seguentipunteggi:

malattia grave o intervento 11chirurgico relativamente all’iscritto o ad un appartenente al nucleo familiare, salvo chenon sia assistito da polizza sanitaria a carico dell’Ente

avvio e sviluppo dell’attività 9professionale

ristrutturazione della struttura 9sanitaria veterinaria o della casa di abitazione

ristrutturazione della seconda casa 1

esclusione da precedente 5contingente per incapienza

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Una tra le misure urgenti previste nel decretolegge n. 185 del 29 novembre 2008 (Misure ur-genti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupa-zione e impresa e per ridisegnare in funzioneanti-crisi il quadro strategico nazionale) è il co-siddetto “bonus famiglia”, una somma una tan-tum che può andare da 200 fino a 1.000 eurodestinata a cittadini residenti, lavoratori e pen-sionati, incluse persone non autosufficienti, chefacciano parte di un nucleo familiare qualificatoa basso reddito.L’emolumento non rappresenta reddito fi-scalmente imponibile, né ai fini contributivi néassistenziali, né per il rilascio della social card, al-la quale è anzi cumulabile.

L’argomento è di nostro stretto interesse inquanto il bonus può essere erogato daglienti pensionistici previa apposita domanda:un pensionato Enpav che ritenesse di aver dirit-to all’emolumento potrebbe quindi inoltrarel’apposito modulo di richiesta all’Ente, moduloreperibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate(www.agenziaentrate.it).L’istanza può essere presentata direttamentedal contribuente o per il tramite di soggetti in-termediari abilitati alla trasmissione delle di-chiarazioni in via telematica, come dottoricommercialisti, ragionieri, periti commerciali,consulenti del lavoro e centri di assistenza fi-scale (CAF) ai quali non spetta alcun compen-

Il bonus anti-crisi arriva dall’ente di previdenza

L’una tantum per le famiglie prevista dal decreto anti-crisi dovrà essere corri-sposta dagli enti previdenziali. Il pensionato Enpav che ha diritto al bonus do-vrà presentare la domanda. A maggio l’erogazione: il bonus va da 200 a1000 euro.

di Sabrina Vivian* e Francesco Coccopalmeri**

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aso. Il bonus può inoltre essere richiesto attra-verso la dichiarazione dei redditi relativa al pe-riodo d’imposta del 2008.Sono molteplici, però, i criteri utili a deter-minare se si abbia o meno diritto all’emolu-mento. Andiamo quindi a riassumerli, tenendoconto che più dettagliate informazioni sono re-peribili sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

LE SCADENZE

Fondamentale considerare innanzitutto la sca-denza da rispettare: l’istanza deve essere inoltra-ta entro il 31 marzo 2009 (come da comunica-zione pubblicata sul sito www.enpav.it), nel ca-so in cui il bonus venga richiesto relativamenteal reddito complessivo familiare riferito al perio-do d’imposta 2008.L’Ente dovrà poi effettuare l’erogazioneentro il mese di maggio 2009. Le richiesteverranno accettate in ordine cronologico finoad esaurimento del monte ritenute disponibile.In caso di insufficienza del detto monte, il ri-chiedente può rivolgersi direttamente in via te-lematica all’Agenzia delle Entrate.

CHI SONO I BENEFICIARI

I beneficiari del bonus devono essere resi-denti in Italia, ma il requisito della residenzanon viene richiesto per gli altri componenti delnucleo familiare.Per poter accedere al bonus occorre che al red-dito familiare percepito nel 2008 contribuiscanoesclusivamente redditi appartenenti alle seguen-ti tipologie:• i redditi da lavoro dipendente;• le pensioni di ogni tipo e gli assegni

equiparati;• i compensi percepiti, entro i limiti dei salari

correnti maggiorati del 20%, dai lavoratorisoci delle cooperative di produzione e lavoro,delle cooperative di servizi, agricole e di primatrasformazione e delle cooperative della pic-cola pesca;

• le somme, a qualunque titolo percepite,anche sotto forma di erogazioni liberali,quale compenso per gli incarichi di ammi-nistratore, sindaco o revisore di società, as-sociazioni e altri enti con o senza personalitàgiuridica, per la collaborazione con giornalie simili, per la partecipazione a collegi ecommissioni;

• le somme percepite in relazione ad altrirapporti di collaborazione riguardanti laprestazione di attività svolte senza vincolo disubordinazione nel quadro di un rapportounitario e continuativo senza impiego dimezzi organizzati e con retribuzione periodi-ca prestabilita, sempre che gli incarichi o lecollaborazioni non rientrino nei compiti isti-tuzionali compresi nell’attività di lavoro di-pendente o nell’oggetto dell’arte o profes-sione esercitate dal contribuente, di cui al-l’articolo 53, comma 1, del Testo unico delleimposte sui redditi (Dpr 22 dicembre 1986,n. 917), ossia lavoro autonomo;

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• le remunerazioni dei sacerdoti, previstedalla legge 222 del 1985, e le congrue e isupplementi di congrua previsti dalla legge26 luglio 343 del 1974;

• i compensi percepiti dalle persone impe-gnate in lavori socialmente utili;

• gli assegni periodici corrisposti al coniuge,esclusi quelli destinati al mantenimento dei fi-gli, a seguito di separazione legale ed effetti-va, di scioglimento o annullamento del matri-monio o di cessazione dei suoi effetti civili,nella misura in cui risultano da provvedimentidell’autorità giudiziaria;

• i redditi derivanti da attività commerciali nonesercitate abitualmente e i redditi derivanti daattività di lavoro autonomo non esercitateabitualmente, qualora percepiti dai soggetti acarico del richiedente o dal coniuge non a ca-rico;

• i redditi fondiari, ma solo a patto che sianostati percepiti insieme con i redditi delle cate-gorie precedenti (in «coacervo», recita il de-creto) e a patto che il loro ammontare non siasuperiore a 2.500euro.

Il possesso di redditi diversi esclude categorica-mente l’accesso al beneficio per l’intero nucleofamiliare.Rilevante è la clausola relativa ai redditi fondiari:essi permettono l’accesso al bonus solo se si ac-compagnano a una o più tipologie di reddito in-dicate.Il reddito complessivo familiare è dato dal-la somma dei redditi complessivi ottenutidai componenti del nucleo familiare, calco-lati secondo quanto previsto dall’art.8 del TestoUnico delle Imposte sui redditi (DPR 917/1986).

IL NUCLEO FAMILIARE

Il beneficio, che può essere erogato ad un solocomponente del nucleo familiare, è determina-to anche in base al numero dei componenti del-lo stesso, degli eventuali componenti portatoridi handicap e del reddito complessivo familiareriferito al periodo per cui si inoltra richiesta.È importante sottolineare che vengono intesicome componenti del nucleo familiare il ri-chiedente, il coniuge non separato, i figli ealtri familiari solo se fiscalmente a carico.In caso di genitori separati, divorziati o non co-niugati, i figli a carico possono partecipare esclu-sivamente al nucleo familiare del genitore di cuirisultano a carico.

IMPORTI DEL BONUS

Gli importi variano seguendo un doppio binario:quello della numerosità del nucleo familiare equello reddituale.In caso di nucleo familiare formato da un unicocomponente il bonus viene erogato a condi-zione che tra i redditi dal medesimo perce-piti compaia un reddito da pensione.Nell’ipotesi in cui un soggetto percepisca som-me non spettanti, in tutto o in parte, è tenutoad effettuare la restituzione entro il termine dipresentazione della prima dichiarazione dei red-diti successiva all’erogazione dell’emolumento.Cade sul richiedente anche la responsabilità rela-tiva alla presentazione della domanda a due so-stituti d’imposta o presentata da più membri delnucleo familiare o contenente false informazioni.

*Direzione Studi, Enpav**Direzione Previdenza, Enpav

NUCLEO FAMILIARE REDDITO COMPLESSIVO * BONUS**

Un solo componente titolare di reddito di pensione 15.000,00 200,00Due componenti 17.000,00 300,00Tre componenti 17.000,00 450,00Quattro componenti 20.000,00 500,00Cinque componenti 20.000,00 600,00Oltre cinque componenti 22.000,00 1.000,00Nucleo con componenti a carico portatori di handicap 35.000,00 1.000,00*importo massimo, espresso in euro ** valori in euro

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ta30g - Ministro Zaia, leggiamo con interessein una sua intervista a Corriere Magazineche lei avrebbe voluto fare il veterinarioper amore dei cavalli… resta qualcosa diquesta sua inclinazione per la nostra pro-fessione?

Luca Zaia - Ancor oggi quando ho un po’ ditempo mi piace rilassarmi facendo lunghe ca-valcate per le campagne venete con Royal Cal,il mio Quarter Horse morello di 20 anni. Proprioin questi giorni mi è stato regalato Markus Joy,un bellissimo figlio di Varenne. È una passionedi famiglia tramandata dal mio bisnonno: dopoun pony, un pezzato rosso che si chiamavaChicco, regalatomi da mio padre, a 14 anni èarrivata Mary, il mio primo “vero” cavallo, una

saura montata all’americana. E ora, nel mionuovo ruolo di ministro, amo molto visitare leaziende dei nostri contadini italiani e ascoltaredirettamente le loro difficoltà. Diciamo che fa-cendo il ministro delle Politiche agricole mi oc-cupo dei mali del settore zootecnico.

30g - Gli equidi sono comunque ricaduti sot-to la sua competenza. L’anagrafe del patri-monio equino nazionale spetta infatti all’U-nire. Ma non è stato un passaggio di conse-gne indolore per i veterinari che continuanoa guardare all’anagrafe come ad uno stru-mento di valenza innanzitutto sanitaria. Amaggior ragione in un Paese ippofago co-me il nostro e in un momento in cui si affac-ciano nuove epidemie come la West Nile.

Un “errore” la mancanza di uniformità nelle consulenze aziendali

Il figlio di Varenne, la riproduzione selezionata dei cani, le consulenze azien-dali frenate dai contenziosi e l’operazione “Capitone sicuro”. A colloquio conil Ministro dell’agricoltura che voleva fare il medico veterinario e ora si occu-pa dei mali della zootecnia.

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1 Il Ministro Zaiainsieme Markus

Joy, figlio diVarenne

2 Il benessereanimale è anche

un requisito“imprenditoriale”

Quali collaborazioni si possono prospettareper un maggior coinvolgimento dei mediciveterinari al sistema-anagrafe?

L. Z. - L’identificazione univoca degli animali ela conseguente gestione delle banche dati sonolo strumento indispensabile per una valorizza-zione economica adeguata e la tutela della sa-lute pubblica. Ritengo necessario quindi cheanche l’anagrafe equina, come tutte le altreanagrafi degli animali, diventi uno strumentoefficace, efficiente ed il più possibile flessibile,in grado di fornire tutti i servizi necessari. È no-stro obiettivo realizzare al più presto una Bancadati dell’anagrafe degli equidi che, pur tenendoconto delle diverse esigenze, garantisca un’uni-vocità nella gestione del patrimonio equino na-zionale. In attesa che l’Unire la realizzi, è giàpienamente funzionante l’anagrafe degli equi-di, gestita dall’Associazione italiana allevatori,che contiene i dati di oltre 100mila equidi rac-colti in poco più di un anno e garantisce a tut-te le autorità competenti la possibilità della ve-

rifica dei dati di competenza, attraverso un ap-posito sito internet.

30g - Anche il patrimonio cinologico spettaal suo Dicastero. Le razze canine sono sen-za dubbio un fattore produttivo, ma que-sto non può farci perdere di vista gli aspet-ti sanitari e di tutela animale. Anche inquesto campo si possono fare passi avanti.Lei quali suggerisce?

L. Z. - Per migliorare lo stato di benessere e ga-rantire l’adeguata attenzione agli aspetti sani-tari, è importante attivare un costante control-lo diagnostico così da prevenire le principali pa-tologie genetiche dei cani di razza. L’Enci ha an-che introdotto, attraverso le norme tecnichedel libro genealogico che noi abbiamo approva-to, la cosiddetta “riproduzione selezionata”.Il cane entra in questo circuito selettivo se pre-senta precisi requisiti sanitari, morfologici e at-titudinali, fissati dalla Commissione tecnicacentrale dello stesso libro genealogico, con ilcontributo delle associazioni specializzate chetutelano le singole razze. I requisiti sanitari ri-chiesti prevedono il controllo delle patologieereditarie più significative per ciascuna razza.Per i cuccioli nati da riproduttori selezionatil’Enci emette un pedigree differenziato, che dàvalore aggiunto, in modo da incentivare gli al-levatori a effettuare più controlli.

30g - Il benessere dell’animale in alleva-mento è imperativo in tutta la legislazionedi derivazione comunitaria. Non si tratta diun valore estraneo alla produzione: è ormaiaccertato che favorisce le performance de-gli allevamenti e che il consumatore acqui-sta più volentieri carni e latte da animaliche sono stati allevati in salute e benesse-re. Quali iniziative di sostegno intende pro-muovere presso gli allevatori che ancoravedono in questo valore e nelle buone pra-tiche di allevamento un onere economico?

L. Z. - Ho fatto della sicurezza alimentare la miabandiera di governo. Per questo il benessere

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tadell’animale è un aspetto fondamentale nelletecniche di allevamento. All’interno della Co-munità europea, l’Italia è il Paese che vi dedicamaggiore attenzione. Lo stato di salute deglianimali rimane un requisito prioritario non solodal punto di vista imprenditoriale, ma anche intermini di sostenibilità ed etica professionaledell’allevatore. Le tecniche che ne garantisconoil benessere consentono incrementi nella pro-duttività e questo rappresenta un ulteriore sti-molo per l’allevatore.

30g - Non è invece un costo per l’allevato-re la consulenza aziendale prevista dallacondizionalità. Ma in varie Regioni si sonoaperti contenziosi nei TAR, perché si pre-tende che la misura 114 dei piani di svilup-po rurale resti appannaggio di organizza-zioni interne al sistema agricolo e non diconsulenti professionisti. Questo a dispet-to di una precisa condanna dell’Antitrustfatta propria da un decreto del Mipaaf.Crede sia opportuno un suo intervento perla corretta applicazione della normativa?

L. Z. - Non è vero che la consulenza aziendalenon rappresenti un costo per l’imprenditoreagricolo. La misura, infatti, può essere incenti-vata solo nei limiti del 70-80 per cento del suocosto. L’imprenditore agricolo deve quindi so-stenere, di tasca propria, almeno il 20 per cen-to degli oneri del servizio. Per questo è necessa-rio che nel circuito della consulenza aziendaleentrino solo tecnici altamente qualificati, la cuiprofessionalità sia costantemente monitorata everificata.Il provvedimento nazionale di indirizzo nei con-fronti delle Regioni, che avevamo proposto pergarantire un livello minimo di uniformità alla ma-teria, non è purtroppo andato in porto. E questoper la difficoltà di intervenire giuridicamente sudi una materia di competenza regionale, a caricodella quale erano già pendenti notevoli ricorsi,sia presso il Tar che al Consiglio di Stato. Nonaver adottato questo documento è stato un er-rore. Tuttavia, se ci saranno le condizioni, è miaintenzione adottare provvedimenti in questa di-

rezione, anche perché il notevole contenzioso inatto ha reso inapplicabile la misura.

30g - La sicurezza alimentare è un valoreprincipe per l’Europa del Terzo Millennioed è particolarmente sentito ora che l’eco-nomia globale apre a mercati non sempregarantiti. In quali azioni si traduce la stra-tegia della tolleranza zero che annunciòmesi fa quando scoppiò lo scandalo delformaggio avariato? E con quali sinergiecon il Ministero della Salute?

Da quando sono al governo una delle mie pri-me azioni è stata quella di potenziare il sistemadei controlli. Se ultimamente sono emersi scan-dali significa che funziona e bene. Uno dei piùgrossi interventi degli ultimi tempi, l’operazione“Capitone sicuro”, che si è conclusa alla vigiliadel capodanno con il sequestro di 160 tonnel-late di prodotto ittico, dimostra proprio questo.Non dimentichiamo, però, nella lotta alle frodianche l’efficacia deterrente di un buon sistemasanzionatorio. Ritengo giusta una rivisitazionedel sistema sanzionatorio attuale per renderlopiù efficace e commisurare le sanzioni alla gra-vità degli illeciti commessi.

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Questo non è un film di fantascienza Cesare Galli, scienziato fra i più grandi e controversi del panorama interna-zionale, ha creato “Avantea”. Non stiamo parlando di un nuovo clone, ma diuna società che si autofinanzierà per continuare le ricerche. Cos’è la biotec-nologia? Una parola nuova per qualcosa che esiste da sempre. La ricerca nel-la riproduzione animale va accettata e compresa.

30g - Professor Galli, le sue ricerche ripar-tono da Avantea. Dei finanziamenti veri epropri diremo dopo, per ora ci dica suquanto capitale di fiducia e di appoggio ri-tiene di poter contare. La vicenda che por-ta alla nascita di Avantea le ha rivelato unPaese capace di difendere i suoi “cervelli”?

Cesare Galli – Sì, dal 1° gennaio 2009 siamoriusciti, io e la collega-consorte Giovanna Laz-zari (nella foto), dopo una lunga ed estenuan-te trattativa con il CIZ ad ottenere in affitto illaboratorio con tutta la sua dotazione per 5anni, garantendo in questo modo la continuitàoperativa e progettuale e mantenendo integroil gruppo di tecnici e ricercatori che ci siamocostruiti in 17 anni di attività. Il settore di atti-vità ed in particolare le aree di ricerca sonospesso controverse e spesso non percepite inmodo positivo. In questa fase di transizione ab-

biamo avuto un notevole supporto morale da-gli enti locali, da molti colleghi veterinari e dal-le loro associazioni (Anmvi e Fnovi in testa) eanche dalla stampa locale ma anche nazionaleche non ha mai mancato di informare che co-sa stava avvenendo e su questo penso che pos-siamo contare anche per il futuro. Il nostro ca-so non è poi molto diverso da tante situazioni(adesso forse meno frequenti che in passato)dove i criteri decisionali non sono certo gover-nati da logiche legate alla qualità del lavoro edei risultati ma piuttosto a situazioni di oppor-tunità o contingenti senza un’idea a lungo ter-mine, come invece deve essere nei settori del-la ricerca o delle nuove tecnologie.

30g - Nel suo caso ha pesato di più il pre-giudizio etico o la scarsa redditività che dasempre contraddistingue e dunque pena-lizza la ricerca scientifica?

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taC. G. - Direi entrambe le cose, le nostre ricer-che sono per loro natura spesso controverse.Bisogna fare il difficile sforzo di guardarle perquello che sono invece di immaginare scenarida film di fantascienza, se a questo si aggiun-ge la scarsa cultura scientifica dell’Italiano me-dio abbiamo il quadro completo. La ricerca diper sé non è redditizia ma lo diventa nel mo-mento in cui i risultati si trasformano in inno-vazione tecnologica e prodotti. Questo richie-de generalmente un orizzonte temporale ab-bastanza lungo soprattutto se si tratta di ricer-ca di base o pre-competitiva quale la nostrasvolta a Cremona. Sicuramente per trarre pro-fitto dalle scoperte scientifiche servono altrecapacità imprenditoriali e commerciali che nel-la precedente organizzazione del laboratoriosono mancate.

30g - Crede che la veterinaria conosca emagari comprenda più di altre categoriesociali e professionali il significato dellesue ricerche?

C. G. - Certo, a tutti i livelli, dalla veterinariapubblica, al mondo professionale e a quello ac-cademico, c’è facilità di contatto, di compren-sione delle esigenze e delle problematiche, sisa di cosa si sta parlando e questo accomunapiuttosto che dividere. Purtroppo a mio giudi-zio il “peso” della veterinaria nel nostro paesenon è adeguato alle responsabilità che ci com-petono come categoria.

30g - Si autofinanzierà con attività com-merciali per gli allevatori e con lo sviluppo

di nuovi servizi rivolti agli animali d’alle-vamento e da compagnia. Presentiamoli ainostri colleghi.

C. G. - Il nostro laboratorio all’interno dellaprecedente organizzazione (CIZ) operava comeun dipartimento di ricerca e sviluppo e le atti-vità commerciali generavano una piccola quo-ta del budget, era più o meno come un ente diricerca ma collocato all’interno di una organiz-zazione commerciale che era in grado di tam-ponare gli alti e bassi della ricerca. Ora Avanteaè molto sbilanciata sulla ricerca (che continueràcon gli alti e bassi tipici dei finanziamenti pub-blici) per questo per avere maggiore sicurezzae dare una continuità ai nostri programmi di ri-cerca e sviluppo abbiamo bisogno di diversifi-care le entrate ripartendole in modo più equili-brato tra servizi commerciali e finanziamentipubblici per la ricerca. I servizi commerciali fa-ranno da tampone agli alti e bassi dei finanzia-menti per la ricerca e garantiranno la sopravvi-venza del laboratorio nel tempo. Stiamo rialle-stendo il sito web (www.avantea.it) dove sonoriportate tutte le attività di ricerca e commer-ciali nella massima trasparenza e apertura. Ci rivolgiamo agli allevatori di animali (bovini,bufali, cavalli) per la produzione di embrionicon le più moderne tecnologie riproduttive,per la clonazione, ai colleghi per fornire sup-porto di laboratorio per la produzione e il con-gelamento degli embrioni, ai ricercatori percreare animali modello geneticamente modifi-cati per lo studio di malattie e la messa a pun-to di nuove terapie. Ci rivolgiamo ai proprieta-ri di animali sportivi o da compagnia e ai colle-

1 Prometea,primo cavallo

clonato, e ilpuledro Pegaso

2 Produzione diembrioni con le

più modernetecnologie

3 Galileo, ilprimo toro

clonato

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ghi che operano in questo campo con la possi-bilità di coltivare e o stoccare cellule somatichema soprattutto cellule staminali mesechimali(derivate da grasso o da midollo osseo) che po-tranno essere utilizzate in futuro anche per laterapia rigenerativa di lesioni di tendini ossa ocartilagini.

30g - Il suo nome è associato, nel mondo,alla parola “clonazione”, una delle parolepiù nuove e dirompenti del Terzo Millen-nio. Quali sono a suo giudizio, da scienzia-to, i luoghi comuni più diffusi da sconfig-gere quando si parla di clonazione anima-le, di biotecnologie?

C. G. - L’ignoranza (nel senso della non cono-scenza), il giudicare e prendere delle decisio-ni senza conoscere ciò di cui si sta parlando.La clonazione è solo una delle biotecnologiee forse la meno importante. Io penso che og-gi anche una tecnica come l’inseminazioneartificiale verrebbe vista con sospetto e mes-sa all’indice. Il progresso delle civiltà è statostrettamente correlato con lo sviluppo agri-colo e zootecnico e le biotecnologie (parolanuova per qualcosa che è sempre esistito) so-no state sempre al centro di questo sviluppo.Perché non più adesso? Io dico che la colpa èla “sindrome della pancia piena”. Un atteg-giamento egoistico che vorrebbe rimanere al-lo status quo, senza considerare che ci sonomilioni di esseri umani sotto nutriti e affettida malattie, non solo rifiutiamo le nuove bio-tecnologie ma ritorniamo a metodi agricoli edi allevamento estensivo che richiederannomaggiori superfici coltivate. A me sembraun’assurdità.

30g - Ci sono altre nuove parole sconosciu-te ai più, per esempio “xenotrapianti”. Ache punto sono le sue ricerche in questocampo?

C. G. - Le ricerche in questo campo sono ripar-tite dopo lo sviluppo della clonazione animale.

Lo xenotrapianto dipende pesantemente dallapossibilità di ingegnerizzare il genoma del sui-no introducendo molteplici geni che dovrannoessere in grado di controllare la risposta immu-nitaria dell’uomo, e la clonazione consente difare questo, ma non è semplice e ci vorrà mol-to tempo. Con le modificazioni genetiche otte-nute fin’ora in alcuni laboratori in giro per ilmondo la sopravvivenza di un rene di questimaiali dentro una scimmia è di alcuni mesi,troppo pochi ancora per giustificare il trapian-to nell’uomo, anche perché ci sono dei poten-ziali rischi legati ai retrovirus suini che potreb-bero infettare l’uomo, al momento i rischi so-no maggiori dei potenziali benefici. Noi stiamolavorando all’interno di un consorzio europeo(www.xenome.eu) e non è detto che nel girodi qualche anno si possano avere dei progressisignificativi.

30g - E il vitello immune dalla BSE, quandonascerà? Sarà il prossimo nato del suo La-boratorio, sarà il suo prossimo grande an-nuncio?

C. G. - Il progetto è rimasto a metà, abbiamoottenuto delle cellule in cui un allele del prioneè stato correttamente inattivato, ma non siamoriusciti ad ottenere un animale nato, l’ente fi-nanziatore non ha ritenuto di rinnovare il pro-getto per raggiungere l’obiettivo finale ancheperché l’interesse sulla BSE è andato progressi-vamente diminuendo e i sistemi di controllomessi in atto hanno dimostrato di funzionare ela BSE è praticamente scomparsa. Purtroppo laricerca, come molte altre attività è soggetta al-le mode e adesso la BSE non è più di moda an-che se ci potrebbero essere dei risvolti scientifi-ci interessanti.

30g - Quest’anno nel suo Laboratorio par-tirà la sperimentazione delle cellule stami-nali per la cura di alcune patologie ortope-diche degli animali d’affezione. Quali ri-sultati si aspetta?

C. G. - Da alcuni anni stiamo lavorando sulle

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tacellule mesenchimali degli animali d’alleva-mento. Nel Dipartimento clinico Veterinariodell’Università di Bologna (dove sono profes-sore associato a tempo definito) abbiamo la-vorato sulle lesioni tendinee del cavallo, inmezzo a mille difficoltà, ostacolati dagli ani-malisti e con scarso supporto da parte dell’A-teneo, tanto che gli esperimenti sono rimastisenza conclusione. Riteniamo che le nostrecompetenze laboratoristiche sulle cellule sta-minali si possano integrare con quelle dei col-leghi che fanno la clinica e per questo stiamoinstaurando dei contatti per fare delle verifi-che anche sui piccoli animali. Ci aspettiamo diverificare se l’utilizzo di queste cellule facil-mente reperibili dall’animale possano contri-buire a curare delle lesioni complesse e quin-di dare un beneficio agli animali. Questo tipodi approccio terapeutico è anche utilizzatonei pazienti umani in diversi ospedali. Potreb-bero crearsi delle sinergie e beneficiare sia gliuomini che gli animali.

30g - Quale contributo pensa di portarenel gruppo europeo creato dalla FVE? Omeglio: quanto ritiene che il suo apportopossa essere valorizzato in sede europea,stante le resistenze manifeste delle istitu-zioni comunitarie? Quali saranno le primeconsiderazioni che porterà all’attenzionedei veterinari europei?

C. G. - Stiamo lavorando già da dicembre e illavoro è quasi ultimato, non c’era molto daaggiungere a quanto già pubblicato dalla FDAe dall’Efsa. Abbiamo cercato di vedere il pro-blema dal punto di vista del veterinario, gliaspetti relativi al benessere animale e al ruoloimportante che i veterinari hanno avuto eavranno nello sviluppo della ricerca in questosettore ma anche alle problematiche che an-dranno affrontate il giorno in cui gli animaliclonati diventeranno una realtà nella ricerca ein zootecnia.

30g - Pensa che si arriverà mai davvero aduna produzione di carni da animali clona-

ti? Come si può dimostrarne la sicurezza ola dannosità?

C. G. - Penso che gli animali clonati come talinon saranno il prodotto per il consumatore masaranno utilizzati come riproduttori, quindi nel-la migliore delle ipotesi avremo degli animalidestinati alla produzione di carne o latte chesaranno figli di cloni, ma loro non saranno clo-ni, origineranno da inseminazione artificialecome quasi la totalità degli animali allevati. Ilcosto di produzione di un animale clonato nonè trascurabile a causa della bassa efficienza edegli aborti frequenti, e comunque non saràmai inferiore al costo di un animale ottenutocon la superovulazione e l’embryo transfer. In-fatti, anche se questa tecnica è ben consolida-ta, ha un costo che non è giustificato dalla pro-duzione di animali per la macellazione ma puòessere sostenuto solo per scopi di selezione(per avere dei riproduttori).

30g - Se dovesse scrivere un libro di gene-re come “la clonazione spiegata a mio fi-glio”, cosa scriverebbe per far capire aduna giovane mente il senso della ricerca inriproduzione animale?

C. G. - Riprendo il discorso di prima. Il progres-so delle civiltà è avvenuto con lo sviluppo del-l’agricoltura e dell’addomesticamento deglianimali. Da secoli l’uomo incrocia e selezionaanimali secondo le sue esigenze del tempo. Letecnologie della riproduzione sono il mezzoattraverso cui la selezione degli animali avvie-ne ancora oggi e sarà così anche in futuro. Ec-co perché la ricerca nella riproduzione anima-le è così importante e va accettata e compre-sa. Rifiutare o temere questo tipo di ricercanon è giustificato in nessun modo. Infatti, ilmondo vivente è in continua evoluzione e ilDarwinismo sempre attuale, questo ci deve farcapire che non possiamo fermarci e la cono-scenza che la ricerca genera servirà alla specieumana per sopravvivere nell’ambiente in con-tinuo cambiamento in cui vivranno le nuovegenerazioni.

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Umberto Galli alla presidenza della Federazione degli ordini della Lombardia

Le elezioni per il rinnovo del direttivo regionale si sono svolte il 18 febbraio aMantova. Galli: “l’azione di una federazione regionale si concretizza propo-nendosi come interlocutore degli organismi politici e amministrativi regionali”.

Il nuovo CD: Galli, Perri,

Bertoletti e Olzi

Si sono svolte a Mantova le elezioni per il rin-novo del il consiglio direttivo della Federazio-ne regionale degli Ordini dei medici veterinaridella Lombardia (FROMVL). Il nuovo consi-glio risulta così formato: Presidente Um-berto Galli, Vicepresidente Marina Perri,Segretario Irene Bertoletti e TesoriereEmilio Olzi.Subito dopo le votazioni, il presidente ha datol’inizio ai lavori, tracciando in sintesi il pro-gramma del proprio mandato che prevede an-che una revisione critica dello Statuto della Fe-derazione, finalizzato ad un maggiore bilancia-mento della rappresentanza tra gli Ordini. “La FROMVL - ha affermato Umberto Galli -avrà sempre un maggiore peso nel rapportocon le Istituzioni, in particolare con l’Ammini-

strazione Regionale, e solo nella coesione fragli Ordini troverà la forza di incidere nelle deci-sioni assunte dalla componente politica.” Um-berto Galli prosegue nella descrizione degli im-pegni della Federazione: “Non si vuole duplica-re l’attività degli ordini provinciali o sostituirsialla Federazione Nazionale, ma offrire una si-nergia per garantire la presenza della no-stra professione in tutti gli ambiti di rap-presentanza che le regioni vanno sempre piùad individuare in un’ottica di autogoverno. Edè proprio in questa direzione che continuere-mo ad orientare la nostra azione; il confrontocon gli organi amministrativi regionali e conl’Unità Operativa Veterinaria, il dialogo con l’U-niversità, la presenza nella consulta sul randa-gismo, la partecipazione attiva a quello che èstato il ricorso al TAR sulla consulenza azienda-le, l’attenzione sempre alta sul problema dellegraduatorie per l’accesso agli incarichi provvi-sori della Medicina Specialistica e Veterinaria ela commissione regionale ECM sono solo alcu-ni dei fronti che ci hanno visto partecipi in que-sti anni e sui quali continuerà il nostro impe-gno. A qualsiasi tavolo la nostra professio-ne, più che rappresentata, oramai va dife-sa e per poterlo fare bisogna essere pre-senti”. Al nuovo consiglio direttivo vanno gliauguri di un proficuo lavoro.

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Gentilissimo Direttore e gentilissimi Lettori,

sento la necessità di rivolgermi a Voi per sotto-lineare e condannare con forza quanto acca-duto nei giorni scorsi, nella nostra civilissimaPadova, a due Medici Veterinari dipendenti delSistema Sanitario Nazionale: il dott. Aldo Costae il dott. Giuseppe Favaro, iscritti all'Ordineprofessionale dei Medici Veterinari di Padova,che mi onoro di presiedere. A loro va la mia so-lidarietà personale e quella del Consiglio del-l'Ordine.

Nei giorni scorsi il Suo giornale ha dedicatogrande spazio alle vicende che hanno visto, nelruolo di vittime di aggressioni ed intimidazionigravissime, i nostri due Colleghi. Mi permettoperò di tornare sull'argomento per dare lareale dimensione della gravità di tali fattie per far questo voglio riportare quanto affer-

ma all'Art.1 il Codice Deontologico che regolala nostra professione:

Art. l - Medico Veterinario - il Medico Vete-rinario svolge la propria attività professionale alservizio della collettività e a tutela della salutepubblica. In particolare, dedica la sua opera:• alla protezione dell'uomo dai pericoli e dan-

ni a lui derivanti dall'ambiente in cui vivonogli animali, dalle malattie degli animali e dalconsumo delle derrate o altri prodotti dì ori-gine animale;

• alla prevenzione e alla diagnosi e cura dellemalattie degli animali e al loro benessere;

• alla conservazione e allo sviluppo funzionaledel patrimonio zootecnico:

• alla conservazione e alla salvaguardia del pa-trimonio faunistico ispirata ai principi di tu-tela delle biodiversità, dell'ambiente e dellacoesistenza compatibile con l'uomo;

“Nella nostra civilissima Padova…”Non c’è sanità pubblica senza legalità. Pubblichiamo la lettera inviata da Lam-berto Barzon al direttore del Gazzettino e ai cittadini di Padova dopo la de-nuncia di un collega aggredito dal proprietario di un macello veneto.

VETERINARI A PADOVA COME A VIBO VALENTIA

Senza legalità non c’è sanità pubblica. La Federazione fa pro-prie le parole del presidente Lamberto Barzon di Padova e delpresidente Francesco Massara di Vibo Valentia. Siamo vicini aicolleghi colpiti da atti di chiaro stampo criminale e agli Ordini cherifiutano il silenzio. Nella lettera inviata al Gazzettino di Padovatroviamo le parole giuste per rinnovare la pubblica condanna diquanto accaduto in Veneto e altrove. Nell’articolo di Massara nonpossiamo non cogliere l’importanza di un appello alla solidarietànazionale. La violenza ci dice quanto la nostra professione possa

essere esposta al pericolo e quanto sia forte il bisogno di una categoria compatta che la sostenga, a visoaperto e senza riserve. (Gaetano Penocchio, presidente Fnovi)

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• alle attività legate alla vita degli animali fa-miliari, da competizione sportiva ed esotici;

• alla promozione del rispetto degli animali edel loro benessere in quanto esseri senzien-ti;

• alla promozione di campagne di prevenzio-ne igienico-sanitaria ed educazione per uncorretto rapporto uomo-animale;

• alle attività collegate alle produzioni alimen-tari, alla loro corretta gestione ad alla valuta-zione dei rischi connessi.

Come potete vedere il Veterinario svolge innu-merevoli compiti nel nostro quotidiano e non sioccupa soltanto della salute dei nostri amici aquattro zampe anzi, il suo impegno principe èdi occuparsi della salute degli umani e il medi-co a questo deputato per eccellenza è il Vete-rinario Pubblico Dipendente del Sistema Sani-tario Nazionale. La veterinaria in Italia si trovanel comparto dei sistema sanitario, ricordate:“…svolge la propria attività professionale alservizio della collettività e a tutela della salutepubblica...”

Ecco perché i fatti occorsi ai Colleghi Costa eFavaro assumono la valenza di attentato allasalute pubblica, alla nostra salute. Per questo,a Voi cittadini-lettori chiedo di restare vicini aquesti professionisti che ogni giorno garanti-scono, applicando le norme, il regolamento ele loro conoscenze scientifiche, la salute dellenostre città (...alla protezione dell'uomo daipericoli e danni a lui derivanti dall'ambiente incui vivono gli animali...) e la salubrità del ciboche assumiamo (...alla protezione dell'uomodal consumo delle derrate o altri prodotti diorigine animale...)Grazie ai Colleghi delle ASL, degli IstitutiZooprofilattici, delle Università, dell'Indu-stria e a tutti quei professionisti Veterina-ri che nell'ambito della libera professione,a questo fine, collaborano.

(Lettera al Gazzettino di Padova di Lamberto Barzon,

Presidente Ordine dei medici veterinari di Padova)

100 ORDINI

Con questo numero di 30giorni trovatel’inserto dedicato alla composizione e airecapiti degli Ordini provinciali (triennio2009-2011). Gaetano Penocchio, nella sua introduzione in-titolata “100 Ordini”, rivolge un pensiero edun augurio particolare ai colleghi, circa un mi-gliaio, che hanno assunto una carica istituzio-nale nel sistema ordinistico professionale. Auguri a tutti loro anche da 30giorni.

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Solidarietà nazionale a tutti i veterinari aggrediti

La violenza non è più odiosa per il fatto di manifestarsi dove si pensava chenon potesse arrivare, dove non si è abituati a considerarla “endemica”. E nonè meno grave se colpisce chi vive perennemente in trincea.

Pensando di interpretare il senso comune dei no-stri colleghi e iscritti, intervengo sugli ennesimiepisodi di violenza a danno di nostri colleghi. AlSud come al Nord, i colleghi intimiditi e aggrediti,operano nell’interesse collettivo per affermare,nella pratica quotidiana, il rispetto della legalità inun settore delicato che, per molti versi, rappresen-ta un crocevia di interessi economico-finanziari. Mi preme sottolineare come il dibattito nondebba risentire dei limiti dell’appartenenzaa un dato territorio, come se altre regioninon fossero già state, nel recente passato,sottoposte a pressioni di pura marca mafio-sa-delinquenziale. Nella Provincia dell’Ordineche presiedo si sono visti episodi di inedita gra-vità che hanno sconvolto la convivenza civile inquesto territorio: spari alle case dei congiunti deicolleghi veterinari, tentata violenza ai danni diuna collega, tentato pestaggio di pseudo alleva-tori nello stesso Ufficio del Direttore dell’U.O. Sa-nità Animale, io stesso vittima in numerose circo-stanze opportunamente denunciate alle Autoritàcompetenti.Ci si accorge, forse con qualche ritardo, che ilproblema investe tutto il contesto nazionale, fra-gile e senza tutele quanto quello regionale (laCalabria convive con tale fenomeno) e provincia-le (abbiamo vissuto momenti di grave tensione,di cui sono state informate tutte le articolazionidello Stato e lo Stato medesimo).

La differenza è che questo fenomeno, danoi, è da considerarsi endemico, quasi insimbiosi con le attività economiche, mentrealtrove è fortunatamente legato a singoliepisodi e a circostanze particolari che, comun-que, non sminuiscono la gravità di quanto de-

nunciato. Si capisce bene, allora, in quali eviden-ti difficoltà, anche psicologiche, occorre svolge-re l’attività di veterinario nella nostra amata“Terronia”, vivendo una battaglia perennemen-te in trincea!

A tal proposito, non è indifferente la mia espe-rienza professionale, quale direttore del distrettoveterinario dell’Ausl di Parma, dove, sì, occorredotarsi di una buona dose di determinazione peraffrontare al meglio situazioni complesse e deli-cate, mentre nel territorio ove io oggi opero ladeterminazione deve coniugarsi al coraggio peril bisogno di arginare l’arroganza e l’aggressivitàdi chi intende l’affare come un obiettivo da rag-giungere con ogni mezzo, anche con le armi.

Ecco perché non è sufficiente evocare “co-raggiose adozioni politiche” se non si par-te dalla consapevolezza che questa è unasfida di civiltà che non riguarda solo speci-fiche entità geografiche ma l’intero Paese,se non si trova il giusto raccordo tra le va-rie istanze territoriali. E dovrà essere unabattaglia di lunga lena, senza soluzioni dicontinuità, che non si limiti solo alle meredenunce ma che concretamente si con-trapponga al potere occulto, che si svolgain sintonia con le iniziative e con gli inter-venti dello Stato e delle sue articolazioni.È quanto io stesso proporrò nel prossimoCongresso Nazionale della Fnovi, perché,ne sono sicuro, solo così si vinceranno “lebattaglie di sanità pubblica”. Sempre!

*Presidente dell’Ordine dei medici veterinari di Vibo Valentia

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di Francesco Massara*

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Medici veterinari comunicatori affidabili per i consumatori

La comunicazione che informa ed istruisce il consumatore sul rischio sanita-rio può essere un efficace strumento di prevenzione, per questo l’Unione Eu-ropea incoraggia ogni iniziativa che renda i consumatori edotti e consapevo-li. L’Università dovrebbe formare i veterinari alla comunicazione.

Sebbene la sicurezza alimentare inizi dall’ope-ra del produttore, anche i consumatori posso-no svolgere un ruolo importante e attivo nelgarantirla e pertanto devono essere informatisui potenziali rischi e su quanto è già stato fat-to, grazie alla rigorosa e moderna legislazionevigente, ma può ancora essere fatto, anche daessi stessi, perché il rischio possa essere conte-nuto e ridotto al minimo. È per questo chel’UE incoraggia tutto quanto renda i con-sumatori edotti e consapevoli, dal diritto al-le informazioni riportate sulle etichette alimen-tari, all’accesso libero ai pareri scientifici ripor-tati sui siti web EU, EFSA, dal coinvolgimentoin dibattiti pubblici, alla domanda crescente diun servizio informativo sul rischio alimentare(risk communication).

Tale incoraggiamento trova ragione nellaconstatazione che nei Paesi industrializza-ti circa il 30% della popolazione soffreogni anno di un episodio di tossinfezionealimentare (foodborne diseases), con conse-guenti costi sanitari, assicurativi e previdenzia-li. L’importanza delle tossinfezioni alimentari èenfatizzata anche dal fatto che il 2-3% di que-ste patologie è potenzialmente correlato a rile-vanti sequele di tipo cronico quali, spondilitianchilosanti, artropatie, malattie renali (sindro-me emolitico-uremica), disturbi cardiaci, malat-tie neurologiche (sindrome di Guillain-Barrè),endocrinopatie (malattia di Graves) ecc. Per l’EFSA nei 27 Stati membri, nel 2007 le duepiù frequenti zoonosi segnalate sono state laCampilobacteriosi e la Salmonellosi, con laregistrazione rispettivamente di 200507 casi diinfezione per la prima e 151995 per la secon-da. Sono stati registrati, ancora, 1554 casi di li-steriosi umana, con una mortalità del 20%specie tra gli anziani, che classificano L. mo-nocytogenes, quale agente zoonotico respon-sabile delle forme patologiche più temibili. 542casi di Brucellosi, 8792 di Yersiniosi, 779 di Tri-chinellosi, 834 di Echinococcosi e 2905 sonostate le infezioni confermate da E. coli veroci-tossici (VTEC). La Toxoplasmosi poi, secondol’EFSA, rappresenta una zoonosi gravementesottostimata, spesso non diagnosticata o rico-nosciuta, ma che deve avere agito pesante-mente quale causa d’aborto e quale fattore re-sponsabile di gravi complicazioni in individuiimmunocompromessi.

di Anna Maria Fausta Marino*

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fat

tiNonostante l’EFSA agisca in Europa promuo-vendo l’integrazione degli interventi e dellenorme settoriali in materia di sicurezza alimen-tare e favorendo la comunicazione di messag-gi sul rischio alimentare e, nonostante il Reg.CE 852/2004 stabilisca che tutti gli operatoridella catena alimentare, dalla produzione pri-maria alla commercializzazione ed esportazio-ne, devono impegnarsi a garantirne la sicurez-za attraverso strategie integrate, l’ultimoanello della catena, il consumatore, per ta-luni versi risulta incontrollabile ed ancorain larga misura, impreparato, sebbene nondebba essere trascurato né sottovalutato, ri-spetto agli altri attori. Egli infatti interviene aifini della modulazione della sicurezza alimenta-

re, rappresentandone un protagonista interes-sante, e ciò è deducibile dalla rilevazione di sta-tistiche nazionali che riferiscono come l’am-biente domestico incida quale fonte di tossin-fezione alimentare per oltre metà dei focolaiepidemici rilevati. Secondo l’OMS, nell’am-biente domestico si verificherebbero dal 30 al40% e oltre del numero complessivo di tossin-fezioni alimentari. Alla luce di ciò è opportuno ritenere come lacomunicazione che informa ed istruisce ilconsumatore sul rischio sanitario, possaagire quale efficace strumento di preven-zione. Consumatori informati e preparati pertempo, in un clima sociale sereno, nel casod’insorgere di allerte sanitarie che possono col-

LE CAUSE DELLE TOSSINFEZIONI ALIMENTARI

• la domanda, sempre crescente, di alimenti abuon mercato;

• le pratiche mediocri di coltivazione agricola;• la mancanza di conoscenze in materia di igiene

o il non rispetto delle norme igieniche, sebbeneconosciute;

• la negligenza nella preparazione degli alimenti;• la cottura insufficiente;• lo scongelamento insufficiente;• le frodi;• il crescente volume del commercio internaziona-

le di prodotti agricoli;• il commercio internazionale di materie prime e

prodotti trasformati di scarsa qualità;• le moderne tecnologie di produzione, distribu-

zione e preparazione (complesse e delicate econ numerosi punti critici);

• il consumo di preparazioni culinarie non affida-bili, tipiche di taluni ristoranti etnici;

• lo scostamento dei produttori dai contenuti delReg. CE 852/2004 in materia d’applicazione dimetodologia HACCP;

• i sistemi ispettivi deboli;

• i moderni stili di vita che inducono a consuma-zioni di pasti non selezionati, fuori casa, per esi-genze di lavoro, ricreative o turistiche;

• i cambiamenti demografici (es. invecchiamentodella popolazione).

Inoltre, a tutti i fattori su elencati bisogna aggiun-gere l’abuso di antibiotici nell’allevamento edi pesticidi nell’agricoltura, responsabili dellacreazione di ceppi batterici più aggressivi e ingrado di sopravvivere in condizioni avverse, e capa-ci di causare infezioni più difficili da curare.

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pire il Paese, potranno collaborare attivamentecon le Istituzioni preposte alla gestione ed alcontenimento delle emergenze, attraverso l’a-dozione di comportamenti corretti e favorevolia limitare quei danni aggiuntivi e frequenti,ascrivibili all’ignoranza ed alla disinformazione. Nel nostro Paese poi, il diritto di informazionediscende direttamente dal principio di demo-craticità dell’ordinamento e da quello di impar-zialità della Pubblica Amministrazione che tro-vano il proprio fondamento nella Costituzione.È per questo che tale diritto dei consumatorinazionali, riferito al rischio alimentare, deve es-sere esaudito mediante l’offerta pubblicadi forme di comunicazione competenti maal tempo stesso chiare, semplici, precise,sincere e soprattutto alla portata di tutti,poveri e ricchi, abili e vulnerabili o svantaggia-ti, colti e meno colti, adulti e giovani, italiani oabitanti d’Italia provenienti da altri Paesi. Talecomunicazione viene offerta gratuitamentedalle istituzioni componenti l’organizzazionedel sistema sanitario nazionale, attraverso lapromozione di apposite campagne pubblicita-rie e attraverso il ruolo che svolgono, al loro in-terno, le unità appositamente preposte allainformazione ed alla comunicazione con il cit-tadino: Portavoce, URP, Uffici Stampa. Nonostante ciò la comunicazione del rischioalimentare spesso si rivela incompleta e pococonvincente e l’efficacia delle campagne infor-

mative non è sempre soddisfacente. I dati nu-merici riportati rappresentano una evidenza diquesta considerazione.

Probabilmente potrebbe rivelarsi più efficacefare operare direttamente e più intensamentenella trincea della persuasione, i Medici Vete-rinari, diretti operatori sanitari, profondiconoscitori del tema delle zoonosi, capil-larmente a contatto con un pubblico vastocol quale dialogare. Potenziando il loro ruo-lo di comunicatori e formatori dei consumato-ri, in materia di rischio sanitario alimentare.Pianificando apposite azioni che consentano dispendere la loro competenza ad ulteriore servi-zio a favore dei consumatori, attraverso la co-municazione e la formazione su specifici temi.

Comunicare il rischio per la salute, però,non è cosa semplice, occorre essere pre-parati a sapere comunicare. Universitàed altri organismi preposti alla forma-zione dovrebbero garantire strumentied attività atte a migliorare questoaspetto professionale fino ad oggi gra-vemente trascurato e considerato, a tor-to, irrilevante nei percorsi formativi deiprofessionisti della sanità.

*Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia Foto di Fabrizio Villa

Nella foto sono ritratti colleghi dell'Izs della Sicilia

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In Sicilia vale la regola del dialogoIn Sicilia le prove di dialogo fra Ordine, Università e Izs hanno superato lo sco-glio del primo incontro. La collaborazione tra istituzioni diventerà una rego-la. Aperta una nuova stagione nella programmazione didattica: Messina nonattiverà lauree brevi, ma alcune specializzazioni che attendono l’approvazio-ne ministeriale.

Ordine, Università e IZS della Sicilia si sono da-ti appuntamento il sei febbraio scorso per unriuscito confronto istituzionale. L’incontro, or-ganizzato presso la sede dell’Istituto zooprofi-lattico della Sicilia, ha riunito il Presidente dellaFnovi, Gaetano Penocchio, il preside della Fa-coltà di medicina veterinaria di Messina, prof.Vincenzo Chiofalo il presidente della Federa-zione regionale degli ordini, Dino Gissara, e ipresidenti degli ordini di Messina, Enna e Ra-gusa - Pietro Niutta, Luigi Timpanaro e il sotto-scritto. L’Izs era rappresentato dal direttore ge-nerale Andrea Riela e dai direttori, sanitario e

amministrativo, Santo Caracappa e Santo Na-selli. Si può ben dire che le rappresentanzedella professione abbiano dato l’avvio aduna nuova stagione di dialogo. Il tema dell’incontro si è incentrato sulla comu-nicazione del professor Chiofalo (nella foto)che, in apertura, ha dichiarato che il consigliodi Facoltà dell’ateneo messinese ha deliberatoche per il prossimo anno accademico non sa-ranno attivati corsi di laurea breve. Sarà inveceattivato il corso di laurea magistrale in medici-na veterinaria, più un numero di specializzazio-ni che in questo momento non possono esserequantificati in quanto si aspetta l’approvazioneda parte del Ministero. Quanto deciso dal con-siglio di facoltà fa seguito alla audizione delleparti sociali del 31 ottobre 2008, avvenuta infase di programmazione dell’attività didattica.In quella sede il sottoscritto, in rappresentanzadella Fnovi, il presidente della Federazione de-gli Ordini dei Medici Veterinari della Sicilia, Sal-vatore Criscione e il presidente dell'Ordine diReggio Calabria, Santo Cristarella, e il profes-sor Pietro Paolo Niutta si erano dichiaraticontrari alla continuazione di una attivitàdidattica che non rispondeva più ai biso-gni della professione.

Nell’incontro del 6 febbraio è stato affermato,ancora una volta, che la crescita numerica deilaureati è sufficiente a soddisfare la richiesta dinuovi esperti in tutti i segmenti professionali,ma nel contempo l’Università deve avviare unadecisa azione formativa diretta ai tanti colleghiche denunciano tale bisogno. L’offerta for-mativa accademica non può continuare ad

di Giuseppe Licitra*

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essere pensata dentro gli atenei ma deveessere organizzata insieme all’organismoguida di tutti i veterinari.Diventerebbe eticamente scorretto non tenereconto, durante la programmazione formativa,della voce della Fnovi che rappresenta la vocedella base di tutti i 27 mila veterinari e non te-nere conto delle strutture territoriali che eroga-no prestazioni veterinarie come l’Istituto Zoo-profilattico e le Aziende sanitarie locali.

Bisogna tenere conto delle tante cliniche, am-bulatori e laboratori che sono il motore del no-stro mondo professionale e che oggi sono co-stretti a pagare, in termini di formazione, l’as-senza di un dialogo che, inserito in contesto direciproca collaborazione, potrebbe aiutare asuperare i problemi del mondo del lavoroche i nuovi laureati incontrano sempre conmaggior frequenza.

Si è preso atto che avviare l’attività spe-cialistica da parte dell’Università di Mes-sina rappresenta una risposta concretaalle istanze della veterinaria che in que-sti anni tramite la Fnovi ha cercato difarsi ascoltare dalle varie istituzioni.

Nell’incontro tra la Fnovi e la Federazione re-gionale, presso l’IZS della Sicilia, si è concorda-to che, per il futuro, la collaborazione tra isti-tuzioni diventerà una regola. Il Presidente Pe-nocchio si è dichiarato soddisfatto dell’impor-tante incontro ed insieme al preside Chiofalo ela rappresentanza Regionale della federazionedegli Ordini si sono dati appuntamento perun ulteriore incontro nel quale stilare unatabella di marcia, un ordine del giorno, che,in funzione delle risorse disponibili, conterrà ipunti da sviluppare solo e soltanto per la cre-scita della nostra professione.

*Consigliere Fnovi, Presidente dell’Ordine dei Veterinari di Ragusa

Course Dates:Module I Sacropelvic: April 1st - 5th, 2009Module II Thoracolumbar: May 13th - 17th, 2009Module III Cervical: June 24th - 28th, 2009Module IV Extremities: July 29th - August 2nd, 2009Module V Integrated: September 9th - 13th, 2009

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È impugnabile la decisione dell’Ordine di avviare un procedimento disciplinare

Ogni processo comporta sempre turbamenti o sofferenze a chi ne è protago-nista. A questa regola non fa eccezione il procedimento disciplinare. Nuovoprincipio di diritto enunciato dalla Cassazione.

In tema di procedimento disciplinare a carico diun avvocato, le Sezioni Unite della Cassazione,alla luce di una interpretazione costituzional-mente orientata dell’art. 50 del regio decretolegge del 27 novembre 1933, n. 1578, hannoritenuto ammissibile il ricorso al Consiglio na-

zionale forense contro la decisione con la qua-le il locale Consiglio dell’Ordine stabiliva d’ini-ziare un procedimento (Sentenza n.29294/2008).Così riassunta la massima, vediamo di ripercor-rere il ragionamento fatto dalla Corte. Un av-vocato aveva impugnato dinanzi al Consiglionazionale forense la decisione, adottata dalConsiglio Direttivo del proprio Ordine, di apri-re un procedimento disciplinare nei suoi con-fronti, ma il Cnf aveva dichiarato inammissibileil ricorso perché “rivolto contro un atto en-doprocedimentale che, non contenendonessuna sanzione e non essendo idoneoad incidere sulla situazione giuridica del-l’interessato, esulava dall’ambito dei prov-vedimenti impugnabili davanti al Consi-glio nazionale”.Nel ricorso proposto per Cassazione, l’avvoca-to invece deduceva che “l’apertura del proce-dimento disciplinare non andava riguardatacome un atto meramente interno, ma come unprovvedimento capace di incidere sensibilmen-te sulla posizione soggettiva dell’incolpato, cuidoveva di conseguenza riconoscersi la possibi-lità di impugnarlo”.

L’ORIENTAMENTO PRECEDENTE

Il motivo di reclamo prospettato dal ricorrenteera già stato oggetto di valutazione da partedella Corte di Cassazione che, nei precedentipronunciamenti (Sent. n. 3897/1976; Sent. n.5573/1979), aveva sostenuto che il provvedi-mento di apertura di un procedimento discipli-

di Maria Giovanna Trombetta*

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rinar

ianare, non contenendo valutazioni e giudizisulla colpevolezza del professionista, era unmero atto preliminare contro il quale non siriteneva possibile proporre impugnazione.La Corte aveva sostenuto la possibilità di ricor-rere solo avverso le decisioni che chiudevano laprima fase del giudizio. Veniva così riconosciu-ta l’esistenza di una prima fase, di natura stret-tamente amministrativa, nella quale domina-va l’iniziativa del Consiglio dell’Ordineche, dopo aver valutato gli elementi a caricodel proprio iscritto, deliberava se aprire o me-no un procedimento, lo istruiva e, all’esito, lodecideva.

IL NUOVO PRINCIPIO DI DIRITTO

Già in passato erano state sollevate perplessitàin ordine a questa concentrazione di potere ederano state articolate memorie difensive nellequali si lamentava il grave squilibrio e la conse-guente illegittimità del sistema disciplinare.Nella sentenza di cui trattiamo in questo arti-colo si legge che la Corte di Cassazione ha in-teso verificare se i profondi mutamenti giuridi-ci e culturali nel frattempo intervenuti giustifi-cano ancora il tenore dei pronunciamenti in-nanzi richiamati. E la Corte, alla luce dei princi-pi attinenti al processo fissati dall’art. 111 del-la Costituzione, ha ritenuto che non è piùpossibile insistere nel sostenere che “l’at-tribuzione in capo allo stesso Consigliodell’Ordine del potere insindacabile di de-cidere se aprire o meno il procedimento di-sciplinare non comporta nessuna disarmo-nia perché non arreca, in definitiva, nes-sun serio pregiudizio all’incolpato cui resta,prima ancora che l’appello, la possibilità di farvalere subito la propria innocenza, esponendo-ne le ragioni nel corso del grado, oltre che nel-la successiva fase di gravame”.

L’art. 111 Costituzione recita: “La giuri-sdizione si attua mediante il giusto pro-cesso regolato dalla legge. Ogni proces-so si svolge nel contraddittorio tra leparti, in condizioni di parità, davanti agiudice terzo e imparziale. La legge neassicura la ragionevole durata”.

Ogni processo, sia esso civile, penale o ammi-nistrativo, costituisce sempre fonte di pregiudi-zio e, anche quando non provoca danni di tipopatrimoniale, comporta sempre turbamenti osofferenze a chi ne è protagonista. A questaregola non fa eccezione il procedimento disci-plinare non potendosi dimenticare che, ancheper la semplice circostanza di essere statoaperto, impedisce ogni richiesta di trasfe-rimento o di cancellazione.La Corte di Cassazione ha quindi preferito l’in-terpretazione per cui, consentendosi l’impu-gnabilità della delibera di apertura del procedi-mento disciplinare, si consente l’intervento diun giudice terzo “che possa controllare la le-gittimità dell’avvio del procedimento ed arre-starne subito la prosecuzione in caso di man-canza dei necessari presupposti”.È di tutta evidenza come l’affermazione delpredetto principio di diritto determinerà unsensibile aumento di ricorsi dinanzi al Cnf cheperò - a parere della Corte - potrà godere di unavanzamento delle funzioni e della pro-pria autorità, venendogli garantita “la possi-bilità di vigilare meglio ed intervenire in manie-ra più sollecita ed efficace per assicurare l’esat-ta interpretazione delle norme deontologichee la loro uniforme interpretazione su tutto ilterritorio”. Quale sarà ora l’orientamento dellaCommissione Centrale Esercenti ProfessioniSanitarie?

*Avvocato, Fnovi

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03/02/2009› Il presidente Fnovi, Gaetano Pe-nocchio, e il presidente EnpavGianni Mancuso presenziano aMilano alla conferenza stampa di

presentazione della “Stagione della Preven-zione”.

04/02/2009› Il revisore dei conti Fnovi, Renato Del Savio,partecipa a Roma all’audizione del Ministerodelle Politiche Agricole Alimentari e Forestaliper la predisposizione del Piano strategico na-zionale del settore ippico.› Inviata all’Agenzia delle Entrate una nota afirma del presidente Fnovi con le considerazio-ni sulla revisione degli Studi di settore per il2009.

05/02/2009› Il presidente dell’Enpav, Gianni Mancuso, par-tecipa all’Assemblea dell’Adepp.› È convocata a Roma l’assemblea del Consor-zio Cogeaps. Per la Fnovi partecipa il revisoredei conti Danilo Serva.

06/02/2009› Il presidente Penocchio partecipa a Palermoalla presentazione del libro “Il latte ed i suoiderivati: un alimento senza limiti d’età”, pub-blicato a cura dell’IZS della Sicilia.

10/02/2009› Il consigliere Fnovi, Carla Bernasconi, parteci-pa all’incontro del gruppo ministeriale sul be-nessere degli animali d’affezione in Lungoteve-re Ripa.› Il presidente Penocchio scrive alla Regione Ba-silicata in merito all’esclusione delle professionisanitarie dai finanziamenti per la formazioneprofessionale e/o aggiornamento degli iscrittiagli Ordini professionali.

11/02/2009› Proseguono presso la Fnovi gli incontri con

Ministero, Regioni, sindacati firmatari del ACN23 marzo 2005 e Sivemp in materia di attribu-zioni e compiti dei veterinari convenzionati edella dirigenza veterinaria.

12/02/2009› Il Consigliere Antonio Gianni partecipa, inrappresentanza della Fnovi, all’assembleastraordinaria convocata dal CUP.› A Cremona: opinioni a confronto sulle pro-blematiche dei corsi universitari, partecipano ilpresidente Gaetano Penocchio e il consigliereFnovi Stefano Zanichelli.

14/02/2009› Gaetano Penocchio interviene a Milano alCongresso nazionale Unisvet.

16/02/2009› Pubblicate sul portale FNOVI le linee guidainerenti l’applicazione dell’art. 48 del CodiceDeontologico “Appendice della medicina vete-rinaria comportamentale delle medicine nonconvenzionali”.› La Fnovi scrive agli Ordini provinciali infor-mandoli della volontà di proporre l’Italia comesede della Assemblea Generale della Fve del2011. La Federazione verifica la disponibilitàdegli Ordini a candidarsi come sede ospitante.› La Regione Liguria modifica il bando sullaconsulenza tecnica aziendale e accoglie tuttele richieste avanzate sulla misura 114. Evitatoin Liguria il ricorso in tribunale.

17/02/2009› La Fnovi invita a trasmettere per conoscen-za, all’indirizzo: [email protected], una copia delquestionario della Sose per l’adeguamentodegli Studi di Settore alla crisi. Conoscendo leinformazioni inviate, la Federazione potrà so-stenere le richieste di correttivi all’Agenziadelle Entrate.

19/02/2009› Il presidente Penocchio incontra a Roma i pre-

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30ingiorni

a cura di Roberta Benini

› Cronologia del mese trascorso

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0 gi

ornisidenti degli Ordini veterinari del Lazio.

› Il presidente Gaetano Penocchio e il consiglie-re Fnovi Alberto Casartelli partecipano alla riu-nione convocata in Via Ribotta dal Ministerodella Salute per le modifiche all’articolo 81 delD.Lgs 193/06.

23/02/2009› Il presidente Fnovi invia al sottosegretarioMartini una lettera con la richiesta di chiari-menti sulla morte conseguenti all’ingestione dicibo contenente melamina.

24/02/2009› La FVE propone all’Europa il questionario del-la FNOVI sull’importazione dei cuccioli. La FVEin collaborazione con FECAVA e Eurogroup foranimals ha divulgato ai propri membri un que-

stionario che ricalca fedelmente quello predi-sposto dalla Federazione.

24-25/02/2009› Si svolgono il Consiglio di amministrazione edil Comitato esecutivo Enpav a Oristano.› L’Enpav incontra gli iscritti e i presidenti degliOrdini provinciali della Sardegna.

25/02/2009› Il revisore dei conti Fnovi, Renato Del Savio,partecipa a Roma alla riunione della Commis-sione veterinaria centrale FISE.

27/02/2009› Gaetano Penocchio partecipa alla riunione diinsediamento del Gruppo di lavoro “ECM: libe-ra professione” presso il Ministero della Salute.

› Approfondimenti e notizie aggiornate su: www.fnovi.it - www.enpav.it

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46 30giorni - il mensile del medico veterinario / febbraio 2009

Le vostre opinioni in viva voce

e-mail [email protected]

Organo ufficiale dellaFederazione Nazionale degliOrdini Veterinari Italiani - Fnovi e dell’Ente Nazionale di Previdenza e AssistenzaVeterinaria - Enpav

EditoreVeterinari Editori S.r.l. Via del Tritone, 125 00187 Romatel. 06.485923

Direttore ResponsabileGaetano Penocchio

Vice DirettoriAntonio Gianni, Gianni Mancuso

Comitato di RedazioneAlessandro Arrighi, Carla Bernasconi, Francesco Sardu

PubblicitàVeterinari Editori S.r.l.tel. 347.2790724fax [email protected]

Tipografia e stampaROCOGRAFICAP.za Dante, 6 - 00185 [email protected]

Mensile di informazione e attualità professionale per i Medici Veterinari

Poste Italiane s.p.a.Spedizione in abbonamentopostale D.L. 335/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1,comma 1. Responsabile trattamento dati(D. Lvo n.196/2003)Gaetano Penocchio

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Chiuso in stampa il 03/03/2009

[Caleidoscopio]

Poco più di un anno fa è stato pre-sentato il primo numero di 30gior-ni, il nuovo mensile della Federazionee dell’Ente di previdenza dei veterinari:le nuove esigenze e le nuove prioritàdella comunicazione di Fnovi e di En-pav venivano riunite in una veste grafi-ca e in una rinnovata linea editoriale.Ora, il comitato di redazione vuole co-noscere l’opinione dei colleghi sulmensile, attraverso un sondaggio pub-blicato sul numero di gennaio e sulportale www.fnovi.it, che prevede ottodomande a risposta multipla e due do-mande che consentono di fare osser-vazioni e di suggerire gli argomenti datrattare. Il questionario può esserecompilato in stampatello ed inviato viafax al numero 06/4744332 oppure tra-mite posta all’indirizzo di Via del Trito-ne 125, 00187 Roma. È possibile an-che compilare il questionario on linedall’icona pubblicata sulla home page.

Il Comitato Bioetico per la Veterinariaha pubblicato sul proprio sito il docu-mento “Il caso delle razze caninesofferenti”, presentato in occasionedel decennale del Comitato, a dicem-bre del 2008. Il sito ospita altre pubbli-cazioni e documenti realizzate nel cor-so di dieci anni di riflessione bioetica. Ilavori del Comitato sono poi raccolti inuna collana di volumi semestrali, pub-blicati e diffusi a prezzi "da edicola",proprio per agevolarne la divulgazio-ne. http://www.comitatobioeticoperla-veterinaria.it/

PARTECIPALe domande ammettono più di una risposta. Le osservazioni libere possono essere sviluppate

in allegato. I risultati saranno pubblicati. Il sondaggio è disponibile anche sul portale www.fnovi.it

1. Condividi la scelta di Fnovi ed Enpav di coeditare un unico organo di stampa?� Sì, era preferibile non moltiplicare le testate di settore � Si, è giusto guardare al risparmio economico� No, era preferibile non unire i due soggetti editoriali

2. 30giorni ha scelto di privilegiare contenuti ordinistico-professionali e previdenziali e di non pubbli-care trattazioni scientifiche. Cosa ne pensi? � Giusto evitare ibridi e separare il campo scientifico da quello professionale� È prioritario che gli Enti co-editori diano notizie sulla loro attività� L’informazione scientifica è un valore aggiunto che va recuperato

3. Lo speciale di 30giorni di agosto 2008 (Il benessere degli animali in allevamento) è stata una ineditaoperazione di formazione a distanza accreditata ECM e gratuita. A tuo giudizio:� L’iniziativa va ripetuta anche per altri settori � L’iniziativa non va ripetuta

4. Come giudichi l’informazione fatta da Fnovi attraverso 30giorni?� Adeguata � Complementare al portale fnovi.it � Inadeguata

5. Come giudichi l’informazione fatta da Enpav attraverso 30giorni?� Adeguata � Complementare al portale enpav.it � Inadeguata

6. 30giorni viene pubblicato sui portali fnovi.it e enpav.it, in formato pdf, in anticipo sulla spedizionecartacea. Ti capita di leggerla on line?� Regolarmente � Saltuariamente � Mai

7. Quale rubrica hai letto con maggior gradimento fra quelle elencate?� Nei fatti � In 30giorni � Lex Veterinaria � Ordine del Giorno � Eurovet � Almamater

8. Suggerisci un argomento da trattare………………………………………………………......................…….(puoi utilizzare anche lo spazio delle osservazioni libere)

9. Il mensile gradisce molto contributi in linea con l’indirizzo editoriale. Pensi di scrivere in futuro per30giorni?� Sì � No

10. Osservazioni libere � di seguito � in allegato ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

SondaggioSPEDISCI: FAX 06/4744332 - VETERINARI EDITORI C/O FNOVI VIA DEL TRITONE, 125 - 00187 ROMA

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